UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes

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UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
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                                                                                                                                 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXIII - NUMERO 1-2 - GENNAIO-FEBBRAIO 2011

                                                                                                           2011
Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

                                                                                                               UNA SOLA
                                                                                                            FAMIGLIA UMANA
                                                                                                             97a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
sommario

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              PRESS
                                                                                                                                                                                                                                                                                        MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXIII - NUMERO 1-2 - GENNAIO-FEBBRAIO 2011

                                                                                                                                                                         2011
«Una sola famiglia umana»                                 3   Rivista di informazione e di collegamento
Il messaggio di Papa Benedetto XVI per la                     della Fondazione Migrantes
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
                                                              Direttore responsabile
                                                              Silvano Ridolfi
Editoriale
Una rivista per educare alla mobilità                     5   Direttore
Giancarlo Perego                                              Giancarlo Perego

Commento                                                      Caporedattore
                                                              Raffaele Iaria
Presentazione della Giornata Mondiale delle Migrazioni    6
Mons. Bruno Schettino

                                                                                                                                                                                                                                                                                     PRESS
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                                                                                                                                                                         2011
Migrazioni e Media

                                                              Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma
Una questione etica
L’informazione come ponte tra diversità                   8
Paolo Bustaffa
                                                                                                                                                                             UNA SOLA
Immigrati e Profughi                                                                                                                                                      FAMIGLIA UMANA
                                                                                                                                                                           97a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Il sogno di una grande famiglia                           9
Gianromano Gnesotto                                           Direzione e Redazione
                                                              Fondazione Migrantes
Casa Rut                                                 10   Via Aurelia 796 - 00165 Roma
Gianromano Gnesotto                                           Tel. 06.6617901
                                                              Fax 06.66179070
Il diritto di vivere in famiglia                         11   segreteria@migrantes.it
G. G.                                                         r.iaria@migrantes.it
                                                              www.migrantes.it
Rom e Sinti                                                   Contributo stampa 2011
Un sacerdote in un campo Rom                             13   Italia: 21,00 Euro
L’esperienza di p. Rota Martir in provincia di Pisa           Estero: 31,00 Euro
                                                                      (via aerea 52,00 Euro)
                                                              Un numero: 4,00 Euro
Marittimi e Aeroportuali
Famiglia di marittimi                                    15   Autorizzazione del Tribunale di Roma
                                                              n. 17475 del 13.12.1978
Giacomo Martino
                                                              Poste Italiane S.p.A.
Sussidio Liturgico                                            Spedizione in abbonamento postale
                                                              D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
«Una sola famiglia umana»                                18   art. 1, comma 2, DCB Roma
Luca Pedroli
                                                              C.C.P. n. 000024560005
Italiani nel Mondo                                            intestato a
                                                              Migrantes - Servizio Migranti
Ginevra: dalla MCI all’UPM                               20   Via Aurelia, 796 - 00165 Roma
Silvano Guglielmi                                             Tel. 06.6617901
                                                              Fax 06.66179070
1960-2010 - 50 anni della MCI di Mannheim                22   segreteria@migrantes.it
Luana Taibi                                                   www.migrantes.it

                                                              C.C.B. n. 100000010845
Fieranti e Circensi                                           intestato a
Il circo, comunione di diversità                         23   Fondazione Migrantes CC Stampa
                                                              Bonifico bancario
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Progetti Migrantes                                       28   Progetto grafico e impaginazione:

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Pubblicazioni                                            30
                                                              Stampa: Litograftodi
Esperienze                                               32   Foto di copertina: © Archivio Missio - © S_E - Shutterstock.com
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
«Una sola famiglia umana»
Il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
di Benedetto XVI

      Cari Fratelli e Sorelle,
      la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
offre l’opportunità, per tutta la Chiesa, di riflettere su un
tema legato al crescente fenomeno della migrazione, di
pregare affinché i cuori si aprano all'accoglienza cristiana
e di operare perché crescano nel mondo la giustizia e la
carità, colonne per la costruzione di una pace autentica e
duratura. “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi
gli uni gli altri” (Gv 13,34) è l’invito che il Signore ci
rivolge con forza e ci rinnova costantemente: se il Padre ci
chiama ad essere figli amati nel suo Figlio prediletto, ci
chiama anche a riconoscerci tutti come fratelli in Cristo.
      Da questo legame profondo tra tutti gli esseri umani         proprio dall'unità della famiglia umana e dal suo sviluppo
nasce il tema che ho scelto quest'anno per la nostra rifles-       nel bene (cfr BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, 42).
sione: “Una sola famiglia umana”, una sola famiglia di             Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti
fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più mul-         e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo
tietniche e interculturali, dove anche le persone di varie         stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui desti-
religioni sono spinte al dialogo, perché si possa trovare          nazione è universale, come insegna la dottrina sociale
una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle               della Chiesa. Qui trovano fondamento la solidarietà e la
legittime differenze. Il Concilio Vaticano II afferma che          condivisione.
“tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno              “In una società in via di globalizzazione, il bene co-
una sola origine poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere       mune e l'impegno per esso non possono non assumere le
umano su tutta la faccia della terra (cfr At 17,26); essi          dimensioni dell’intera famiglia umana, vale a dire della
hanno anche un solo fine ultimo, Dio, del quale la prov-           comunità dei popoli e delle Nazioni, così da dare forma
videnza, la testimonianza di bontà e il disegno di salvezza        di unità e di pace alla città dell’uomo, e renderla in
si estendono a tutti” (Dich. Nostra aetate, 1). Così, noi          qualche misura anticipazione prefiguratrice della città
“non viviamo gli uni accanto agli altri per caso; stiamo           senza barriere di Dio” (BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in
tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e                 veritate, 7). È questa la prospettiva con cui guardare anche
quindi come fratelli e sorelle” (Messaggio per la Giornata         la realtà delle migrazioni. Infatti, come già osservava il
Mondiale della Pace 2008, 6).                                      Servo di Dio Paolo VI, “la mancanza di fraternità tra gli
      La strada è la stessa, quella della vita, ma le situazioni   uomini e tra i popoli” è causa profonda del sottosviluppo
che attraversiamo in questo percorso sono diverse: molti           (Enc. Populorum progressio, 66) e - possiamo aggiungere -
devono affrontare la difficile esperienza della migrazione,        incide fortemente sul fenomeno migratorio. La fraternità
nelle sue diverse espressioni: interne o internazionali,           umana è l’esperienza, a volte sorprendente, di una relazione
permanenti o stagionali, economiche o politiche, volontarie        che accomuna, di un legame profondo con l'altro, differente
o forzate. In vari casi la partenza dal proprio Paese è            da me, basato sul semplice fatto di essere uomini. Assunta
spinta da diverse forme di persecuzione, così che la fuga          e vissuta responsabilmente, essa alimenta una vita di co-
diventa necessaria. Il fenomeno stesso della globalizzazione,      munione e condivisione con tutti, in particolare con i mi-
poi, caratteristico della nostra epoca, non è solo un              granti; sostiene la donazione di sé agli altri, al loro bene,
processo socio-economico, ma comporta anche “un’umanità            al bene di tutti, nella comunità politica locale, nazionale
che diviene sempre più interconnessa”, superando confini           e mondiale.
geografici e culturali. A questo proposito, la Chiesa non                Il Venerabile Giovanni Paolo II, in occasione di
cessa di ricordare che il senso profondo di questo processo        questa stessa Giornata celebrata nel 2001, sottolineò che
epocale e il suo criterio etico fondamentale sono dati             “[il bene comune universale] abbraccia l'intera famiglia

                                                                                          1-2 gennaio febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 3 1
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 IL MESSAGGIO DEL S. PADRE BENEDETTO XVI 1

                                                                         Anche nel caso dei migranti forzati la solidarietà si
                                                                   alimenta alla “riserva” di amore che nasce dal considerarci
                                                                   una sola famiglia umana e, per i fedeli cattolici, membri
                                                                   del Corpo Mistico di Cristo: ci troviamo infatti a dipendere
                                                                   gli uni dagli altri, tutti responsabili dei fratelli e delle
                                                                   sorelle in umanità e, per chi crede, nella fede. Come già
                                                                   ebbi occasione di dire, “accogliere i rifugiati e dare loro
                                                                   ospitalità è per tutti un doveroso gesto di umana solidarietà,
                                                                   affinché essi non si sentano isolati a causa dell’intolleranza
                                                                   e del disinteresse” (Udienza Generale del 20 giugno 2007:
                                                                   Insegnamenti II, 1 (2007), 1158). Ciò significa che quanti
                                                                   sono forzati a lasciare le loro case o la loro terra saranno
                                                                   aiutati a trovare un luogo dove vivere in pace e sicurezza,
dei popoli, al di sopra di ogni egoismo nazionalista. È in         dove lavorare e assumere i diritti e doveri esistenti nel
questo contesto che va considerato il diritto ad emigrare.         Paese che li accoglie, contribuendo al bene comune, senza
La Chiesa lo riconosce ad ogni uomo, nel duplice aspetto           dimenticare la dimensione religiosa della vita.
di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di              Un particolare pensiero, sempre accompagnato dalla
entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di         preghiera, vorrei rivolgere infine agli studenti esteri e in-
vita” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni         ternazionali, che pure sono una realtà in crescita all’interno
2001, 3; cfr GIOVANNI XXIII, Enc. Mater et Magistra, 30;           del grande fenomeno migratorio. Si tratta di una categoria
PAOLO VI, Enc. Octogesima adveniens, 17). Al tempo stesso,         anche socialmente rilevante in prospettiva del loro rientro,
gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di     come futuri dirigenti, nei Paesi di origine. Essi costituiscono
difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il              dei “ponti” culturali ed economici tra questi Paesi e quelli
rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana.            di accoglienza, e tutto ciò va proprio nella direzione di
Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel          formare “una sola famiglia umana”. È questa convinzione
Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità na-      che deve sostenere l'impegno a favore degli studenti esteri
zionale. “Si tratterà allora di coniugare l’accoglienza che si     e accompagnare l’attenzione per i loro problemi concreti,
deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti, con la va-     quali le ristrettezze economiche o il disagio di sentirsi soli
lutazione delle condizioni indispensabili per una vita di-         nell’affrontare un ambiente sociale e universitario molto
gnitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli so-     diverso, come pure le difficoltà di inserimento. A questo
praggiunti” (GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la Giornata          proposito, mi piace ricordare che “appartenere ad una co-
Mondiale della Pace 2001, 13).                                     munità universitaria significa stare nel crocevia delle
      In questo contesto, la presenza della Chiesa, quale          culture che hanno plasmato il mondo moderno” (GIOVANNI
popolo di Dio in cammino nella storia in mezzo a tutti             PAOLO II, Ai Vescovi Statunitensi delle Provincie ecclesiastiche
gli altri popoli, è fonte di fiducia e di speranza. La Chiesa,     di Chicago, Indianapolis e Milwaukee in visita “ad limina”,
infatti, è “in Cristo sacramento, ossia segno e strumento          30 maggio 1998, 6: Insegnamenti XXI,1 [1998], 1116).
dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere         Nella scuola e nell’università si forma la cultura delle
umano” (CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium,            nuove generazioni: da queste istituzioni dipende in larga
1); e, grazie all'azione in essa dello Spirito Santo, “gli         misura la loro capacità di guardare all’umanità come ad
sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono       una famiglia chiamata ad essere unita nella diversità.
vani” (IDEM, Cost. past. Gaudium et spes, 38). È in modo                 Cari fratelli e sorelle, il mondo dei migranti è vasto e
particolare la santa Eucaristia a costituire, nel cuore della      diversificato. Conosce esperienze meravigliose e promettenti,
Chiesa, una sorgente inesauribile di comunione per l'intera        come pure, purtroppo, tante altre drammatiche e indegne
umanità. Grazie ad essa, il Popolo di Dio abbraccia “ogni          dell’uomo e di società che si dicono civili. Per la Chiesa,
nazione, tribù, popolo e lingua” (Ap 7,9) non con una              questa realtà costituisce un segno eloquente dei nostri
sorta di potere sacro, ma con il superiore servizio della          tempi, che porta in maggiore evidenza la vocazione del-
carità. In effetti, l’esercizio della carità, specialmente verso   l’umanità a formare una sola famiglia, e, al tempo stesso,
i più poveri e deboli, è criterio che prova l’autenticità delle    le difficoltà che, invece di unirla, la dividono e la lacerano.
celebrazioni eucaristiche (cfr GIOVANNI PAOLO II, Lett. ap.        Non perdiamo la speranza, e preghiamo insieme Dio,
Mane nobiscum Domine, 28).                                         Padre di tutti, perché ci aiuti ad essere, ciascuno in prima
      Alla luce del tema “Una sola famiglia umana”, va             persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne; e,
considerata specificamente la situazione dei rifugiati e           sul piano sociale, politico ed istituzionale, si accrescano la
degli altri migranti forzati, che sono una parte rilevante         comprensione e la stima reciproca tra i popoli e le culture.
del fenomeno migratorio. Nei confronti di queste persone,          Con questi auspici, invocando l'intercessione di Maria
che fuggono da violenze e persecuzioni, la Comunità in-            Santissima Stella maris, invio di cuore a tutti la Benedizione
ternazionale ha assunto impegni precisi. Il rispetto dei           Apostolica, in modo speciale ai migranti ed ai rifugiati e a
loro diritti, come pure delle giuste preoccupazioni per la         quanti operano in questo importante ambito. ■
sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza
stabile ed armoniosa.                                                                  Da Castel Gandolfo, 27 settembre 2010

1 4 1 migrantiPRESS 1   1-2 gennaio-febbraio 2011
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 EDITORIALE 1

Una rivista per educare
alla mobilità
Giancarlo Perego*

                                                                                                                                 © Tjui Tjioe - Fotolia.com
              igranti press” si rinnova. La storica      nella costruzione della cittadinanza globale, la-
“M            agenzia settimanale della Fondazione
              Migrantes, giunta al suo 33° anno di
                                                         vorare per un’educazione interculturale.
                                                              Sono questi impegni, questi obiettivi e queste
vita, diventa rivista mensile. Non si rinnova solo       responsabilità comuni al centro del lavoro della
la periodicità della rivista, ma anche la grafica e,     rivista ‘Migranti-press’. Si cercherà di entrare
soprattutto, lo sguardo a tutti i mondi della mo-        nelle nostre parrocchie, nelle nostre città e scoprire
bilità umana. Dagli italiani nel mondo ai marit-         la fatica, la paura nel costruire questa ‘sola
timi e aeroportuali, dall’immigrazione ai rifu-          famiglia umana’, ma anche le esperienze, sempre
giati e richiedenti asilo, dal popolo dei rom e          più numerose e positive, di incontro, dialogo e
dei sinti al variegato mondo dei circensi e dei          fiducia tra persone in cammino e con storie dif-
fieranti: sono i volti e le storie di un popolo in       ferenti. Si tratta di valorizzare talora la nostra
cammino che incrocia una Chiesa in cammino               identità – penso ai nostri emigranti e alle missioni
che interessano la nuova rivista Migrantes. La ri-       cattoliche italiane nel mondo –, altre volte la
vista vuole raccogliere in uno strumento unitario        fatica delle minoranze etniche o dei rom, altre
questi volti e storie per rendere attente soprat-        volte ancora le differenti tradizioni e culture. La
tutto le famiglie, le parrocchie, la comunità civile.    storia insegna – ricorda Michel de Certeau – che
È indubbio che soprattutto la mobilità ha reso           la salvezza è sempre altrove, è sempre un dono
le nostre comunità multietniche, multireligiose,         che viene da fuori, un regalo di altri. Scoprire
multiculturali: 198 nazionalità presenti in Italia,      questo ‘altro’ che ci arricchisce, che è volto di un
140 lingue diverse, antiche e nuove minoranze.           ‘Altro’ che ci ha creato e redento e che guida la
Si tratta oggi di far entrare la mobilità tra le prio-   storia umana è l’ambizioso progetto della rivista,
rità educative e costruttive nella Chiesa e nella        al servizio del progetto pastorale della Migrantes
città. Si tratta di rileggere la scuola, la famiglia,    nazionale, regionale e diocesana. In questo de-
il lavoro, la cultura, la vita ecclesiale alla luce di   cennio (2010-2020) dedicato dai nostri Vescovi
nuovi incontri, di un dialogo culturale e religioso      a scoprire le strade per “Educare alla vita buona
rinnovato, di politiche sociali e urbanistiche che       del Vangelo”, “in questo tempo di grande mobilità
non escludano nessuno. Il Papa, nel Messaggio            dei popoli”, la rivista vuole diventare un rinnovato
per la Giornata del Migrante e del Rifugiato, di         strumento per servire la Chiesa “sollecitata a pro-
quest’anno, ricorda già nel titolo l’obiettivo a cui     muovere l’incontro e l’accoglienza tra gli uomini: i
tendere: “Una sola famiglia umana”. E per rag-           vari popoli costituiscono infatti una sola comunità.
giungere questo obiettivo il Papa ricorda, a par-        Essi hanno una sola origine” (n.14). ■
tire dal diritto alle migrazioni di persone e popoli
e dal dovere di regolare, accompagnare da parte
degli Stati, la responsabilità di tutti di impegnarsi                     *Direttore Generale Fondazione Migrantes

                                                                             1-2 gennaio-febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 5 1
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 COMMENTO 1

Presentazione della
Giornata Mondiale
delle Migrazioni
Mons. Bruno Schettino*

      a Chiesa oggi guarda con attenzione, dettata

L    da profonda esperienza umana e religiosa,
     al fenomeno migratorio. Non è esso un fatto
episodico o congiunturale, ma rivela i tratti di
strutturale presenza nella formazione di una
nuova identità umana. È caratteristica dei nostri
tempi la mobilità umana, che è determinata da
diversi fattori. Si viaggia per lavoro, per cultura,
per svago. Flussi umani da diversi Paesi del
mondo giungono in Europa e in Italia, determi-
nando sempre più l’incontro di culture diverse
in un confronto non sempre facile. L’accoglienza         di spiritualità, invitando la Chiesa a riflettere sul
trova le sue difficoltà, che possono essere risolte      crescente fenomeno migratorio e volgere la pre-
con una buona volontà non soltanto proclamata,           ghiera al Signore, perché i cuori si aprano all’ac-
ma espressa con le opere e i gesti concreti.             coglienza, operando una scelta che sappia unire
     L’integrazione è più problematica, perché è         giustizia e carità. Il fondamento di questa opzione
un processo culturale e vitale, che chiede tempi         è dato dalla verità che Dio è Padre, ci chiama ad
lunghi e lentamente si rende possibile attraverso        essere figli amati nel suo Figlio prediletto, per
l’incontro nel tempo e con le future generazioni.        cui siamo tutti fratelli in Cristo. Il Santo Padre
Risulta tuttavia l’importanza dell’accoglienza           indica il tema scelto quest’anno: “Una sola famiglia
come espressione di appartenenza ad una sola             umana”, invitando a riflettere come l’umanità ri-
famiglia umana.                                          scopre di essere famiglia di Dio, in una modalità
     Il fenomeno migratorio è abbastanza presente        di accoglienza scambievole.
e inarrestabile, anche se deve essere regolato se-            La tipologia del fenomeno migratorio ha
condo le possibilità di risorse del Paese accogliente.   diverse connotazioni: interne, internazionali,
Il processo tante volte è guidato dalla economia         permanenti, stagionali, economiche, politiche,
globale, da situazioni di povertà e di disagio so-       volontarie, forzate.
ciale, nonché dalle guerre, tante volte tribali ed            Diventa anche problematica la ricerca di ri-
economiche.                                              sposta all’interrogativo. Che cosa debbono lasciare
     Il 16 gennaio ricorre la Giornata Mondiale del      gli immigrati per sentirsi integrati, che cosa deb-
Migrante e del Rifugiato. Il Santo Padre Benedetto       bono conservare per non sentirsi defraudati dal
XVI ha inviato un messaggio ricco di umanità e           nuovo ambiente accogliente?

1 6 1 migrantiPRESS 1   1-2 gennaio febbraio 2011
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 COMMENTO 1

     Anche affermando che lo Stato ha diritto di
regolare i flussi, deve tuttavia assicurare il rispetto
alle persone e alla loro dignità umana.
     Occorre coniugare solidarietà e legalità, ac-
coglienza e rispetto delle regole.
     Il Messaggio del S. Padre spazia su alcuni
temi particolari, che necessitano della nostra ri-
flessione e del nostro comune impegno. Comu-
nica a tutti noi la situazione non sempre definita
dagli Stati della condizione dei rifugiati e migranti
forzati.
     È questo dei rifugiati uno dei tanti motivi di
sofferenza umana. È una piaga di dolore che si
riapre e che non si rimargina, dettata dalle con-
dizioni di intolleranza e di disinteresse, che
regna un po’ ovunque.
     Vi è una diffusa mentalità xenofoba, dettata
da pregiudizi, che lentamente minano alla base            nel piccolo commercio tante volte ambulante.
ogni tipo di accoglienza. Questa mentalità è                   Il Santo Padre si sofferma inoltre sulla con-
diffusa nei diversi ambienti e genera una sofferenza      siderazione della presenza di studenti esteri ed
in coloro che bussano alla                                                   internazionali presenti specie
porta della nostra considera-                                                nelle Università e Istituti di ri-
zione e del senso umano di              L’emigrazione non è                  cerca. Essi si formano cultu-
accoglienza. Gli immigrati                                                   ralmente e socialmente ad es-
sembrano quasi un peso da
                                           uno svago, una                    sere futuri dirigenti nel loro
rimuovere, per cui a fatica en-            passeggiata per                   paese di origine, per cui hanno
trano nel circuito della nostra
comprensione umana.
                                         diporto, ma diventa                 un grande compito anche a
                                                                             favore degli altri. Rivela il tutto
     In particolare, i rifugiati             dramma per                      come l’umanità, nelle sue di-
sono più esposti ad un isola-           l’entroterra umano e                 verse componenti, forma una
mento fisico ed ambientale.                                                  sola famiglia. La Chiesa, esperta
Vivono la loro solitudine               sociale da cui parte                 in umanità, evidenzia sempre
come un dramma spirituale                                                    più come l’umanità è una gran-
e umano, non facile ad essere                                                de famiglia, al di là di ogni di-
rimosso.                                                  stinzione dettata da motivi contingenti e margi-
     L’emigrazione non è uno svago, una passeg-           nali. L’umanità è la grande famiglia di Dio, che
giata per diporto, ma diventa dramma per l’en-            si costruisce nel nome del Signore e del suo
troterra umano e sociale da cui parte.                    amore come comunità che esprime dono, rispetto,
     Miseria, fame, precarietà, malattie, contrasti       accoglienza, per tutti, specie per i più poveri e
sociali, lotte etniche, persecuzioni sono alla base,      deboli.
ma anche un giusto interesse ad una vita migliore,             L’opzione preferenziale per i poveri è il
non ostacolata nel suo divenire. L’immigrazione           segno di una Chiesa, che è libera e sa parlare
per il paese accogliente non è un disagio sociale         con tutti.
assoluto, anzi può essere risorsa, poiché tante                La carità poi è il biglietto di visita di una
volte nei paesi accoglienti vi è un forte calo de-        Chiesa, che ama ed offre la sua disponibilità a
mografico, con caduta del lavoro, che gli abitanti        vestire il grembiule del servizio ai più poveri e
non desiderano compiere, per una mentalità di             deboli, così come ha fatto il suo Maestro. ■
scelta, che è cambiata. D’altra parte gli immigrati
sono persone che si impegnano come lavoratori                                                  *Arcivescovo di Capua
nei settori, specie nella edilizia, nell’agricoltura,        Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni
                                                                                        e della Fondazione Migrantes

                                                                               1-2 gennaio-febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 7 1
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 MIGRAZIONI E MEDIA 1

Una questione etica
L’informazione come ponte tra diversità
Paolo Bustaffa*

       enza relazioni capaci di far nascere pensieri

S      grandi e di concretizzarli in scelte di vita
       oneste e generose non c’è famiglia.
     Anche nella grande “famiglia umana”, im-
magine con la quale il Papa titola il messaggio
per la 97° giornata mondiale del migrante e del
rifugiato, queste relazioni sono ugualmente im-
portanti e interrogano quei media che hanno a
cuore la ricerca della verità e la dignità della per-
sona umana.
     È l’etica dell’informazione che viene chiamata
                                                        è ancora lunga: troppi ancora i pregiudizi, le
in campo dalla novità di situazioni, di problemi,
                                                        paure le diffidenze, i luoghi comuni.
di linguaggi, di attese.
                                                             Anche sul rapporto tra accoglienza e legalità
     L’etica non è una parola magica e neppure
                                                        resiste l’ambiguità di chi, anche nell’informazione,
astratta: per i media è il percorso intellettuale e
                                                        vorrebbe spegnere ogni diversità in nome di
professionale che, attraverso la notizia, porta
                                                        una rassicurante uniformità.
alla verità sull’uomo.
                                                             Ma l’uniformità non corrisponde affatto al
     In questa prospettiva quel popolo di cinque        bene comune.
milioni di persone di ogni età che, proveniente              Il salto di qualità che i media anche nel-
da diversi Paesi del mondo, oggi vive in Italia ha      l’ambito della mobilità umana sono chiamati a
un messaggio da consegnare al mondo dell’in-            compiere, in coerenza con la loro ragione di
formazione.                                             essere, è di interrogare la coscienza con un’in-
     È la richiesta di un ascolto attento delle         formazione rigorosa, documentata, libera da
ragioni per le quali si abbandona la propria            pregiudizi.
terra, è la richiesta di un racconto fedele delle            In questa prospettiva professionale occorre
speranze, delle fatiche e delle incomprensioni          pensare soprattutto alle nuove generazioni.
che si vivono in una terra diversa da quella di              Nei media come nella scuola e nell’università,
origine.                                                che il Papa richiama nel messaggio, “si forma la
     C’è, concretamente, la domanda di non im-          cultura delle nuove generazioni”. Anche da una
prigionare nella cronaca nera le notizie sul            corretta informazione “dipende la capacità di
popolo dei molti colori che vive nelle nostre           guardare all’umanità come a una famiglia chia-
città e nei nostri paesi.                               mata a essere unita nella diversità”. ■
     Con la “Carta di Roma” il giornalismo ita-
liano ha incominciato a rispondere ma la strada                                                  *Direttore Sir

1 8 1 migrantiPRESS 1   1-2 gennaio febbraio 2011
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1

Il sogno di una
grande famiglia
Gianromano Gnesotto*

       l di fuori delle Nazioni in cui sono nate         Italia) dovrebbero accogliere 700.000 stranieri

A      vivono circa duecento milioni di persone,
       che rappresentano il tre per cento della po-
polazione mondiale. Mentre i rifugiati sono di-
                                                         all’anno, al posto degli attuali 230.000, per man-
                                                         tenere la propria popolazione ai livelli attuali.
                                                              Molti dunque sono gli indici che evidenziano
minuiti a poco più di otto milioni, gli sfollati al-     come le migrazioni saranno sempre più un fatto
l’interno dei propri Paesi d’origine hanno               strutturale delle società moderne e non un’espe-
raggiunto la cifra di 23,7 milioni. Difficile da         rienza transitoria e congiunturale.
quantificare l’immigrazione irregolare: secondo               Il Dossier Statistico Immigrazione 2010 della
le stime dell’O.I.M., l’Organizzazione Interna-          Caritas e della Migrantes descrive la realtà di
zionale per le Migrazioni, il dato varia dai 2 ai 4      quasi cinque milioni gli immigrati regolarmente
milioni di persone ogni anno.                            presenti in Italia, il 7% dei residenti; producono
     Si tratta di un fenomeno globalizzante, che         l’11% del Pil, sono il 10% dei lavoratori dipendenti
ha in sé due profili apparentemente opposti e            e il 3,5% di imprenditori, forniscono risorse
coesistenti. Da un lato c’è l’aspetto della pressione    vitali per l’Inps (7 miliardi l’anno), versano al
migratoria, causata dai profondi squilibri di crescita
e di benessere, dal relativo contenimento, dalla
disciplina dei flussi e dal contrasto dell’immigra-
zione illegale. L’altro profilo è quello delle migra-
zioni come risorsa per l’economia, con l’occupa-
zione di posti di lavoro vitali ma non voluti dalla
mano d’opera nazionale e un’imprenditoria che
addirittura crea impiego, in uno scenario che
vede la popolazione invecchiare, la forza lavoro
diminuire, i sistemi di welfare entrare in crisi.
     Anche una lettura non specialistica delle
proiezioni demografiche suggerisce che la pres-
sione migratoria continuerà: per il 2025 la po-
polazione del Nord diminuirà di 29 milioni
mentre quella del Sud crescerà di 1,6 miliardi
     Restringendo lo sguardo al contesto europeo,
le previsioni dicono che nel periodo 2010-2030
il calo della popolazione in età attiva comporterà
una riduzione del numero degli occupati di circa
20 milioni di unità, mentre i quattro grandi
paesi europei (Germania, Francia, Inghilterra e

                                                                            1-2 gennaio-febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 9 1
UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1

CASA RUT
Gianromano Gnesotto

Al posto dei soliti addobbi, sull’albero di Natale          non si pensava che un giorno Mourin, Francis e Destiny
c’erano scarpette di lana rosa e celesti, pendevano         sarebbero stati i Gesù Bambini in carne ed ossa in una
bavaglini ricamati, biberon, cartoncini colorati con        stanza trasformata in “cappella-nido” di un apparta-
su scritto “Benvenuto Maurin”, “Benvenuta Destiny”,         mento al terzo piano di un quartiere popolare. Si
“È nato Francis”… Nomi stranieri per mamme stra-            voleva fare qualcosa per le donne immigrate che nel
niere, e un albero di Natale davvero insolito in            territorio casertano vivevano situazioni di grave disagio
questo appartamento alla periferia di Caserta. Al           e di schiavitù. Ed è nata questa famiglia particolare.
terzo piano di un condominio popolare, questo ap-           I tre bambini, gli ultimi nati, sono figli di tre giovani
partamento non aveva solo un albero di Natale inso-         mamme che provengono da Benin City, come altre
lito, ma insolita anche la composizione familiare: al-      che in Italia sono state travolte dallo sfruttamento e
cune suore e alcune mamme con i loro bambini. E             dalla violenza, e che poi hanno trovato comunità re-
una stanza particolare, trasformata in un luogo di          ligiose e persone generose che le hanno aiutate a ri-
preghiera, con il tabernacolo, i fiori, il lume per         scattarsi e riconquistare la propria dignità.
indicare la presenza del Signore. Una chiesetta a           I loro bambini sorridono ad ogni moina in questo
metà tra il cielo e la terra. E vicino al tabernacolo tre   appartamento dove ogni giorno succede il miracolo
bambinelli con la pelle scura, incarnazione di un Dio       dell’accoglienza e della fraternità. Giù da basso, sul
che si è fatto bambino.                                     citofono, bisogna suonare dov’è scritto “Casa Rut”.
Quando nel 1995 il Vescovo Raffaele Nogaro chiamò           Rut, come il nome della donna descritta nell’Antico
a Caserta le suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria,       Testamento. A conoscerne la storia, tutto corrisponde.

fisco un miliardo di euro, pagano di più di                        La stessa Chiesa ne è provocata, ed in positivo
quanto ricevono in servizi. Sono circa 250 mila               vede nelle migrazioni un “areopago di evange-
i matrimoni misti contratti tra il 1996 e il 2008;            lizzazione”, un’occasione provvidenziale per la
più di mezzo milione di persone che hanno ac-                 “nuova primavera” di una Chiesa che è missionaria
quisito la cittadinanza al ritmo di oltre 50 mila             in casa propria: i grandi temi suscitati dalle mi-
l’anno; oltre 570.000 stranieri nati direttamente             grazioni, infatti, toccano aspetti essenziali della
in Italia; quasi 100 mila figli di madre straniera            vita cristiana, in primo luogo la carità, sotto
ogni anno; più di 100 mila ingressi per ricon-                forma di accoglienza, giustizia, convivialità, ri-
giungimento familiare. I figli degli immigrati                conciliazione, perdono; ma riguardano anche
iscritti a scuola sono 673.592.                               l’annuncio, l’ascolto, il dialogo.
     L’arte di vivere assieme, nella pluralità di                  La partita ha una posta alta: la convivenza,
culture e fedi portate dalle migrazioni e dal-                una nuova struttura sociale, un nuovo assetto
l’evoluzione delle società, è messa alla prova                culturale. Per l’Italia sono indicativi alcuni dati di
dalla varietà e dal volume di arrivi e dalla dispo-           fatto che si proiettano in un futuro prossimo: i
nibilità al dialogo e all’incontro.                           bambini e i ragazzi immigrati aumentano nel-
                                                              l’ordine di 40 mila all’anno e sono già la maggio-
     A questo punto si inserisce in particolare il
                                                              ranza in alcune scuole del Nord-Est. Ed in tal
ruolo delle religioni come ispirazione di valori
                                                              senso è giusto premere perché vada cambiata una
di convivialità e di strutture di mediazione nel-
                                                              legge inadeguata sulla cittadinanza, che ai piccoli
l’esperienza di risocializzazione degli immigrati.
                                                              nati in Italia fa aspettare diciotto anni prima di
Mentre gli Stati gestiscono il rapporto con la reli-
                                                              chiedere di poter diventare italiani. Incarnano la
gione in modi diversi, nelle migrazioni contem-
                                                              situazione attuale in cui si trova la maggior parte
poranee questa rimane un fattore chiave di colle-
                                                              degli immigrati: wanted but not welcome, richiesti
gamento con le comunità di origine, di rifugio
                                                              ma non benvenuti. C’è ancora tanta strada da
spirituale, di legittimazione o rispettabilità. La
                                                              fare per formare un’unica grande famiglia. ■
religione si trova quindi al centro di ogni processo
di integrazione e non può essere ignorata se non                       *Direttore Ufficio per la Pastorale per gli Immigrati e i Profughi
a scapito di una politica concreta e realista.                                                              della Fondazione Migrantes

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1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1

Il diritto di vivere
in famiglia
Tra le conseguenze degli
spostamenti dal paese
d’origine a quello di
accoglienza va sottolineato
l’aspetto particolare
e cruciale dell’impatto
sulla struttura familiare
                                                     © Eric Isselée - Fotolia.com

                                                                                                                                                            © poco_bw - Fotolia.com
      a mancanza di risorse per la sopravvivenza,                                   mente stressanti: entrambi i genitori emigrano in

L     la povertà, la determinazione a migliorare
      le proprie condizioni di vita determinano
migrazioni da paesi poveri a paesi ricchi, com’è
                                                                                    cerca di lavoro, lasciando i bambini senza famiglia,
                                                                                    oppure si dà vita a quella che prende il nome di
                                                                                    “famiglia a genitore singolo”, nella quale i figli
avvenuto nel XIX secolo per l’Irlanda, la Svezia,                                   sono cresciuti ed educati da un solo genitore,
l’Italia, con milioni di loro cittadini riversati negli                             nella maggior parte dei casi dalla madre.
Stati Uniti. E oggi dall’Asia del Sud al Medio                                           Nei casi più frequenti, è un processo dinamico
Oriente, dal Messico agli Stati Uniti, dalla Turchia                                a tre stadi, che alcuni hanno descritto nei termini
alla Germania, dal Nord Africa all’Italia e alla                                    delle “tre famiglie”. La prima famiglia è quella
Francia, con le medesime motivazioni e le me-                                       che vive insieme nel Paese di origine e che deve
desime dinamiche.                                                                   affrontare la prova della separazione; la seconda
      Carestie, guerre, persecuzioni per motivi                                     è quella che vive il tempo della lontananza e dei
etnici, culturali e religiosi, disastri naturali, sono                              legami affettivi a distanza; la terza è la famiglia
altri fattori che causano enormi spostamenti di                                     ricongiunta.
persone alla ricerca di cibo e protezione.                                               Si coniugano allora definizioni di “famiglia”
      Tra le conseguenze degli spostamenti dal                                      che mai si vorrebbero sentire: “famiglia spezzata”
paese d’origine a quello di accoglienza va sotto-                                   (i membri adulti che emigrano e i membri a
lineato l’aspetto particolare e cruciale dell’impatto                               carico che rimangono in patria); “famiglia fanta-
sulla struttura familiare.                                                          sma” (si attua il ricongiungimento familiare con
      In modo particolare le migrazioni per motivi                                  l’ingresso illegale dei propri cari). E di conseguenza
economici causano due diverse situazioni, egual-                                    si parla di “figli spezzati” e di “figli invisibili”.

                                                                                                       1-2 gennaio-febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 11 1
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1

                                                                     Per la famiglia immigrata si
                                                                     ripropone con urgenza il tema
                                                                     dei ricongiungimenti familiari
                                                                     l’immigrazione, in linea con quella europea, sta-
                                                                     bilisce dei requisiti rigidi per quanto riguarda il
                                                                     reddito e l’alloggio, ingenerando la sottomissione
                                                                     di un diritto fondamentale a requisiti economici.
                                                                     La normativa italiana, infatti, pone tra i requisiti
                                                                     necessari un reddito annuo derivante da fonti
                                                                     lecite, non inferiore all’importo annuo dell’assegno
                                                                     sociale, se si chiede il ricongiungimento di un
                                                                     solo familiare, al doppio dell’importo annuo
                                                                     dell’assegno sociale se si chiede il ricongiungi-
                                                                     mento di due o tre familiari, il triplo per il ri-
                                                                     congiungimento di quattro o più familiari.
                                                                           Per questo si sceglie di ricongiungere prima
                                                                     i figli che più si avvicinano alla maggiore età, 18
                                                                     anni, perché le condizioni materiali per l’esercizio
                                                                     del diritto all’unità familiare è limitato ai membri
                                                                     della famiglia nucleare, cioè il coniuge ed i figli
                                                                     minori, limitando la possibilità di ricongiungi-
                                                                     mento per i figli maggiorenni a carico nella
     Siamo di fronte dunque ad una famiglia                          mera fattispecie di grave stato di salute che com-
ferita, spaccata. E finalmente ricomposta: per la                    porti invalidità totale.
famiglia immigrata si ripropone con urgenza il                             Prima dunque arrivano i figli più grandi e
tema dei ricongiungimenti familiari, diritto ri-                     per ultimi quelli più piccoli, con delle ripercussioni
conosciuto dalla legge italiana, ma di fatto non                     psicologiche e affettive nei confronti dei genitori
favorito ed anzi ostacolato da condizioni poste                      facilmente immaginabili. È la dolorosa e critica
e da adempimenti amministrativi.                                     realtà dei “ricongiungimenti a rate”, che, di ri-
     Una ricerca sulla realtà immigratoria di Mi-                    mando, mettono ancor più in luce l’importanza
lano, ha mostrato che la metà degli immigrati                        di favorire il diritto fondamentale di poter vivere
ha impiegato più di sette anni per il ricongiun-                     con la propria famiglia anche in terra di immi-
gimento dell’intero nucleo familiare. Fondamen-                      grazione. ■
talmente perché la normativa italiana riguardante                                                                                  G.G.

    IMMIGRATI E PROFUGHI

    L’Ufficio Nazionale Immigrati e Profughi della Fonda-            L’Ufficio Nazionale promuove inoltre una cultura di ac-
    zione Migrantes promuove e coordina le attività di co-           coglienza, di incontro e di dialogo, agendo sulla comu-
    noscenza e comprensione del fenomeno delle migrazioni            nità cristiana e civile per il rispetto e la valorizzazione
    e delle sue implicazioni pastorali e sociali. Agisce per         delle identità, rafforzando le motivazioni e le condizioni
    l’evangelizzazione e la promozione umana degli immi-             per una convivenza fruttuosa e pacifica, in un clima di
    grati assicurando la cura pastorale specifica secondo le         rispetto dei diritti fondamentali della persona.
    diverse lingue, culture, tradizioni e riti, con circa 700 cen-   Promuove iniziative per favorire la corretta integrazione,
    tri pastorali presenti nelle diverse Diocesi italiane, con       prevenire e combattere l’esclusione sociale degli immi-
    cappellani etnici e 16 coordinatori che a livello nazionale      grati e dei profughi, diffondere una cultura della lega-
    assicurano l’assistenza religiosa inserendola nella pasto-       lità, sostenere atteggiamenti e scelte positive nei loro
    rale ordinaria.                                                  confronti.

1 12 1 migrantiPRESS 1   1-2 gennaio-febbraio 2011
1 ROM E SINTI 1

Un sacerdote
in un campo Rom
L’esperienza di p. Rota Martir
in provincia di Pisa

       bita in un campo Rom fuori Pisa da circa          piano si avvicinano, arrivano a toccarsi, a volte

A      quindici d’anni, e oltre che essere un prete
       diocesano fa parte del cammino ecclesiale
dell’UNPReS, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale
                                                         fino anche a confondersi senza accorgesene.

                                                         Che ci fa un prete tra i Rom?
dei Rom e Sinti. Parliamo di don Agostino Rota                È la domanda che mi sento rivolgere una
Martir e il campo è quello di Coltano (PI) dove vi-      infinità di volte sia da credenti che dagli stessi
vono circa 150 Rom, quasi tutti musulmani e di           laici. Alla radice di questo interrogativo c’è la
varie nazionalità slave. A lui abbiamo rivolto alcune    convinzione ormai acquisita da tutti che per un
domande sul sacerdote “impegnato” con i Rom.             sacerdote, un religioso è ammirevole che spenda
                                                         la sua vita per i poveri, per il loro riscatto sociale,
Chi è il sacerdote impegnato con i rom e che             umano..ma quale ‘tornaconto’ se questi vive tra
vive con loro?                                           i Rom? Ne vale la pena? Per non parlare poi
     Nella domanda c’è già parte della risposta..non     della sua ‘dignità sacerdotale’ facilmente com-
mi considero ‘impegnato’, termine che a volte            promessa agli occhi di non pochi, per cui sei
può nascondere delle ambiguità e tranelli, nel           visto come uno poco affidabile, perché troppo
senso di fare, realizzare tutta una serie di attività,   dalla parte dei Rom, una credibilità condizionata.
di impegni per altri, per aiutare chi è nel bisogno.     Una grazia che i Rom mi hanno offerto in tutti
Quando si parla di Rom è inevitabile pensare ad          questi anni è proprio quella di cercare di ‘vivere
una realtà lontana, distante da noi, un mondo da         il margine’, non come un handicap, un incidente
tenere a bada, sotto controllo, da integrare con le      di percorso oppure come un territorio da salvare,
buone o con le cattive: è difficile ‘amare’ qualcuno     ma di interiorizzarlo come luogo di vita, come
a distanza di sicurezza. Oggi vedo tanti operatori       spazio dal quale e attraverso il quale sono chia-
‘impegnati’ a favore dei Rom ma distanti da loro,        mato a leggere e scoprire frammenti di santità:
incapaci di relazionarsi alla pari, di guardarli nei     l’amore del frammento è una ‘scuola teologica’
loro volti, più preoccupati a mantenere i ruoli          perché educa e cura il nostro sguardo, sempre
ben distinti e chiari e alla caccia di risultati da      tentato a far credito su ciò che è maestoso, pal-
sbandierare. È un peccato perché non si rendono          pabile, eclatante o piacevole. Invece allenare i
conto cosa perdono. I veri poveri sono loro! A           nostri occhi per leggere quel frammento come
volte si fanno anche dei progetti per i Rom con il       momento di Grazia, di Gratuità, di Bellezza at-
risultato di creare ulteriori esclusioni e divisioni,    traverso il quale Dio passa e visita questo popolo.
senza rendersi conto del grave danno che si sta          Se la nostra società guarda i Rom come una mi-
facendo sulle loro vite. Vivere con loro è comple-       naccia, Dio continua a guardarli (nonostante
tamente diverso da chi vive ‘impegnato’ a favore         tutto) con tenerezza e con il sorriso. I preti, i re-
dei Rom… innanzitutto perché le distanze pian            ligiosi che abitano tra i Rom e i Sinti lo fanno

                                                                            1-2 gennaio febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 13 1
1 ROM E SINTI 1

    ROM E SINTI
    I Rom e i Sinti che si trovano in Italia non sono censiti         nale per la pastorale tra i Rom e o Sinti della Fondazione
    “etnicamente”, perciò i numeri che vengono abitual-               Migrantes cercano di compiere con queste persone un
    mente riportati riguardano i censimenti degli abitanti            comune cammino di fede, di arricchirsi della diversità, di
    dei campi nomadi e le stime sono approssimative.                  avvertire in loro un sentire diverso da quello che gli altri
    Quando perciò si dice: sono circa 50.000 i rom stranieri e        gli attribuiscono, di creare occasione di incontro. Attual-
    100.000 i rom italiani, non si considerano coloro che,            mente sono circa 20 i singoli (sacerdoti, religiosi/e o laici)
    stranieri o italiani, sono sparsi sul territorio, inseriti nei    che a tempo pieno si occupano, o che vivono all’interno
    paesi o nelle città in abitazioni comuni. Perseguire la giu-      di accampamenti insieme ai Rom o ai Sinti. Periodica-
    stizia accanto a rom e sinti significa perciò riconoscere         mente durante l’anno centinaia di Operatori pastorali si
    loro il diritto di essere come gli altri fra gli altri, sia dal   incontrano a livello di zone geografiche per discutere ed
    punto di vista amministrativo che dell’accoglienza nella          esaminare le varie problematiche del settore presenti
    comunità ecclesiale. La maggior parte dei rom italiani            nelle zone di appartenenza.
    sono cattolici, ma anche gli stranieri, in genere musul-          Tra le pubblicazioni l’uscita, nei mesi scorsi, degli Atti del-
    mani e ortodossi, arrivano alle soglie delle nostre chiese.       l’ultimo Convegno Unpres che si è tenuto ad Udine nel
    Gli operatori pastorali che fanno capo all’Ufficio nazio-         2009.

perché arrivino a scoprire che il ‘loro punto di                      pieno di impegni, di attività, di iniziative; quando
vista’ merita di essere conosciuto e che è una ric-                   racconto come passo il mio tempo molti riman-
chezza per tutti. A volte ci può essere il rischio e                  gono quasi delusi perché mi vorrebbero preso a
la tentazione di costruire la nostra ‘santità’ sulla                  ‘strappare’ dai Rom tutto quello che ai nostri
pelle dei poveri che si vuole assistere: più sono                     occhi appare come un problema, un disagio. A
disgraziati più veniamo santificati! Sono rico-                       chi vede i Rom solo come un problema si applica
noscente a tanti Rom che mi hanno accolto per                         bene quello che dice un proverbio africano:
come sono, mi hanno aperto la porta per entrare                       ‘guardare sempre dalla stessa parte il collo si ir-
nella loro vita, a volte facendomi sentire come                       rigidisce’. Credo che a volte anche solo lo ‘stare
parte della loro stessa vita, condividendo anche                      dentro’ è un annuncio del Vangelo rivolto alla
momenti intensi di gioia, di dolore, di amarezze                      società.
e speranze. Questo mi ha dato la possibilità di
raccogliere frammenti di autentica santità, che                       Come i Rom ti aiutano a riscoprire la vocazione
mi aiutano a leggere e vivere il Vangelo e la mia                     sacerdotale?
fede sotto una luce nuova. Cerco di vivere il mio                          Come per i monaci il convento diventa il
sacerdozio attraverso la Grazia di Dio che a volte                    loro ‘luogo per abitare se stessi, per me lo è il
si manifesta con la stessa generosità e bellezza                      campo dove vivo da anni, è il luogo dove devo
anche dentro la vita dei Rom, come all’interno                        imparare a fare attenzione, ad aver cura, a ricostruire
delle nostre bellissime cattedrali. Credo che la                      legami spezzati, a vivere la pazienza e la fedeltà al
maggioranza sia convinta che al campo io viva                         Vangelo, leggere il mondo e dentro questo luogo
                                                                      sono chiamato a contemplare la Pazienza di Dio,
                                                                      capace di dispensare il bello e il buono ovunque,
                                                                      anche là dove nessuno investirebbe un briciolo
                                                                      di un suo talento. Spesso mi chiedo come sarebbe
                                                                      stato il mio sacerdozio se non avessi incontrato
                                                                      in questo cammino i Rom e la Chiesa che vive in
                                                                      mezzo a loro. Penso che sarebbe stato più povero
                                                                      spiritualmente ed umanamente! So solo che
                                                                      hanno contribuito molto a cambiarmi dentro,
                                                                      mi hanno “sbendato” ad esempio del ‘ruolo di
                                                                      prete’ che spesso non aiuta a relazionarci alla pari
                                                                      con chi incontriamo, perché spesso noi preti
                                                                      siamo troppo in vetrina, mi educano a saper
                                                                      vivere nella provvisorietà e a dar valore a ciò che
                                                                      è veramente essenziale nella vita. ■

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1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1

Famiglia di
marittimi
Giacomo Martino*

I marittimi relegati in porto ai margini
delle nostre città non si presentano,
per quanti li accolgono, neppure come
un vero “problema migratorio” in
quanto non hanno fisicamente il tempo
di “dare fastidio”, di farsi sentire per le
loro necessità e urgenze

      a scelta di andare per mare comporta un        associazione e, nel tempo, perdono la pratica re-

L     grande sacrificio non solo per chi parte ma
      anche, e a volte soprattutto, per chi resta.
Essere un marittimo o un pescatore d'altura si-
                                                     ligiosa fatta a “singhiozzo”.
                                                          L’ambiente di bordo non è una vera comunità
                                                     che accoglie, ma principalmente uno spazio la-
gnifica accettare di lavorare in condizioni          vorativo in cui le relazioni che si intrecciano
estreme, senza alcun riposo settimanale o altro      sono professionali o di amicizia superficiale,
motivo di sbarco se non il lavoro stesso. La lon-    nella consapevolezza che non potranno mai
tananza da casa si stima, secondo l'ultima ricerca   avere radici profonde proprio a causa della con-
dell'Apostolato del Mare sul mondo marittimo         tinua mobilità.
del 2009, in 5 mesi consecutivi per i cittadini           La mancanza di un “luogo”, di un ambito
europei e da 8 a 24 mesi per quelli non comuni-      in cui esprimere quotidianamente i propri senti-
tari. Mesi in cui non solo si è lontani da casa ma   menti distorce la stessa affettività con effetti di
è ugualmente difficile fare una semplice telefo-     chiusura: si cerca un’autosufficienza di autodifesa
nata, mandare o ricevere una e-mail o, peggio        rispetto al mondo, di diffidenza ma anche di
ancora, avere le notizie del proprio paese. Da       estrema ingenuità anche nei rapporti con quanti
un’indagine sul mondo marittimo si rileva che        incontrano nei vari porti del mondo.
queste persone a causa dell’assenza prolungata            I marittimi relegati in porto ai margini delle
siano sempre più in difficoltà nel formare una       nostre città non si presentano, per quanti li ac-
famiglia e comunque abbiano problemi per il          colgono, neppure come un vero “problema mi-
reinserimento a terra.                               gratorio” in quanto non hanno fisicamente il
     I marittimi non sono capaci di partecipazione   tempo di “dare fastidio”, di farsi sentire per le
sociale neppure con la iscrizione a una semplice     loro necessità e urgenze.

                                                                       1-2 gennaio febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 15 1
1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1

    I MARITTIMI E GLI AEROPORTUALI

    La pastorale per la gente di mare è la cura, tutta       la gente di mare”.
    speciale della Chiesa, per quanti navigano, per i pe-    Con esso si é dato
    scatori e le loro famiglie che rimangono spesso “or-     impulso alla na-
    fane” per lunghi mesi di uno od entrambi i               scita di due nuovi
    genitori. A questa difficoltà intrinseca del lavoro      soggetti giuridici:
    sul mare si aggiungono le condizioni spesso proi-        il Comitato Nazio-
    bitive di una vita sacrificata su navi in cui, spesso,   nale per il Wel-
    mancano gli standard di sicurezza, si vive con orari     fare della Gente
    di lavoro interminabili e con un salario minimo. La      di Mare e la Fe-
    Chiesa, missionaria per mandato evangelico, si           derazione Nazio-
    muove attraverso la visita a bordo per accogliere        nale Stella Maris.
    gli oltre 5 milioni di transiti di marittimi che ogni    Il Comitato e la
    anno contiamo nei nostri porti. La pastorale per i       Federazione costi-
    marittimi, oltre al servizio religioso, è impegnata      tuiscono un va-
    perché il marittimo giunto nei porti italiani trovi      lido supporto rispetto all'attività pastorale
    “una casa lontano da casa”. È il motto di Stella         dell’Ufficio per l’Apostolato del Mare a sostegno
    Maris, espressione dell'Apostolato del mare, come        delle necessità concrete e psicologiche della gente
    centro di accoglienza e formazione aperta a tutta        di mare. In particolare, in ogni porto, sono stati co-
    la gente di mare. Negli ultimi anni è aumentato il       stituiti, ad immagine del Comitato Nazionale, dei
    numero di porti nei quali l'Apostolato del mare è        Comitati Locali per il Welfare marittimo in cui le as-
    radicato e presente. In Italia si contano 30 centri      sociazioni Stella Maris e tutte le autorità marittime,
    "Stella Maris", con circa 350 volontari, fra cui al-     portuali e civili agiscono concordemente per l'ac-
    cuni diaconi che operano in questi centri.               coglienza dei marittimi che passano per il loro
    I Cappellani di Bordo rappresentano una espe-            porto.
    rienza unica al mondo di accompagnamento dei             Anche negli aeroporti è assicurata una presenza. In
    marittimi direttamente sulle navi da passeggeri; si      questi crocevia di fede e cultura dove passeggeri,
    tratta di sacerdoti che per lunghi mesi imbarcano        pellegrini e personale viaggiante si sfiorano senza
    sulle navi passeggeri a servizio della comunità del-     toccarsi, la presenza di un cappellano, congiunta al
    l'equipaggio che viene loro affidato. Quasi 1500         suo team di operatori aeroportuali, è un vero ca-
    persone di oltre 50 diverse nazionalità e differenti     talizzatore dell'elemento spirituale di tutta questa
    credo religiosi trovano nel Cappellano di bordo          umanità. Mentre negli aeroporti maggiori è garan-
    l'ascolto attento, l'amico generoso che con una          tita la presenza di un sacerdote a tempo pieno
    presenza discreta riesce a “fare famiglia” anche su      nelle altre aerostazioni vi sono sacerdoti e diaconi
    questi giganti di ferro.                                 che operano part-time accogliendo, anche se per
    L'Apostolato del Mare Italiano é altresì impegnato       pochi minuti, quanti desiderano confrontarsi sulla
    nel compimento del “Progetto per il Welfare per          propria Fede.

     Essi sono:                                                  gioco di bandiere “ombra” di paesi senza
•    Fratelli che vivono in prima persona il dramma              leggi sul lavoro e sulla sicurezza della navi-
     della migrazione in ogni porto che toccano.                 gazione.
•    Fratelli ovunque stranieri nel perenne pere-            • Fratelli spesso dimenticati anche da una
     grinare lontano dalle famiglie, dagli affetti               Chiesa solitamente viva ed attenta alle
     più cari, dalla vita sociale ed anche dalle                 molteplici realtà sociali che la circondano
     proprie comunità ecclesiali.                                ma che rivela un deprecabile oblio per quanti
•    Fratelli, ultimi fra gli ultimi, sparsi sulle               si muovono sugli altri due terzi della superficie
     acque del globo senza potersi incontrare                    terrestre costituiti dal mare.
     mai per gridare la propria sete di giustizia                A questa descrizione della vita del marittimo
     per un trattamento più equo e dignitoso.                corrisponde, purtroppo, l'altra metà di una verità
•    Fratelli imbarcati ed a volte sfruttati in un           che prosegue sullo stesso filone di una famiglia

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1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1

                                                         con i mariti lontani e la prole cercando di non
   La Comunità cristiana è                               dare a nessuno la priorità sull’altro. A questa
                                                         figura si accompagna, evidentemente, quella, per
   chiamata a farsi carico di                            rimanere in tema, che potremmo chiamare dei
                                                         “figli bianchi”. Si tratta di bambini che spesso
   una accoglienza completa                              nascono quando il papà è assente o che, quando
   che comprende anche la                                questi torna dai lunghi imbarchi, non li ri-
                                                         conoscono e piangono tra le loro braccia.
   fase in cui il papà torna a                                Si tratta pur sempre di una famiglia; una
                                                         grande famiglia umana che porta in sé i segni
   casa e deve sentirsi                                  dell’abbandono, del sacrificio, dello stesso Gesù
   ugualmente amato                                      in croce. La Comunità cristiana è quindi chiamata
                                                         a farsi carico di una accoglienza completa che
   e pensato                                             comprende anche la fase in cui il papà torna a
                                                         casa e deve sentirsi ugualmente amato e pensato.
                                                         Il marittimo deve essere accolto come uno di
                                                         famiglia anche nella propria Chiesa e come tale
                                                         essere aiutato, a sua volta, ad accogliere ed as-
incompleta, di un'unità spezzata, del sole e della
                                                         coltare la propria famiglia che continua ad at-
luna che si inseguono continuamente senza
                                                         tenderlo. È il ruolo del “ponte” che si propone a
quasi mai incontrarsi.
                                                         quanti si avvicinano ora alla famiglia e ora al
     Sono le mogli ad avere la responsabilità
                                                         navigante; un ponte capace di collegare la terra
della conduzione familiare ed educazione dei
                                                         al mare ove nessuno si senta più straniero né
figli mette in crisi il marittimo da una parte e
                                                         ospite ma veramente, quale è, parte della stessa
lascia “monca” la famiglia dall’altra.
                                                         famiglia, la famiglia di Dio. ■
     Queste donne devono portare avanti da sole
le responsabilità di entrambi i genitori, incoraggiare           *Direttore Ufficio per la Pastorale dei Marittimi e Aeroportuali
e sostenere i figli e mantenere un perfetto equilibrio                                               della Fondazione Migrantes

                                                                               1-2 gennaio febbraio 2011   1 migrantiPRESS 1 17 1
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