UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 2011 - Fondazione Migrantes
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PRESS MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXIII - NUMERO 1-2 - GENNAIO-FEBBRAIO 2011 2011 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma UNA SOLA FAMIGLIA UMANA 97a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
sommario PRESS MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXIII - NUMERO 1-2 - GENNAIO-FEBBRAIO 2011 2011 «Una sola famiglia umana» 3 Rivista di informazione e di collegamento Il messaggio di Papa Benedetto XVI per la della Fondazione Migrantes Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Direttore responsabile Silvano Ridolfi Editoriale Una rivista per educare alla mobilità 5 Direttore Giancarlo Perego Giancarlo Perego Commento Caporedattore Raffaele Iaria Presentazione della Giornata Mondiale delle Migrazioni 6 Mons. Bruno Schettino PRESS MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXIII - NUMERO 1-2 - GENNAIO-FEBBRAIO 2011 2011 Migrazioni e Media Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma Una questione etica L’informazione come ponte tra diversità 8 Paolo Bustaffa UNA SOLA Immigrati e Profughi FAMIGLIA UMANA 97a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Il sogno di una grande famiglia 9 Gianromano Gnesotto Direzione e Redazione Fondazione Migrantes Casa Rut 10 Via Aurelia 796 - 00165 Roma Gianromano Gnesotto Tel. 06.6617901 Fax 06.66179070 Il diritto di vivere in famiglia 11 segreteria@migrantes.it G. G. r.iaria@migrantes.it www.migrantes.it Rom e Sinti Contributo stampa 2011 Un sacerdote in un campo Rom 13 Italia: 21,00 Euro L’esperienza di p. Rota Martir in provincia di Pisa Estero: 31,00 Euro (via aerea 52,00 Euro) Un numero: 4,00 Euro Marittimi e Aeroportuali Famiglia di marittimi 15 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17475 del 13.12.1978 Giacomo Martino Poste Italiane S.p.A. Sussidio Liturgico Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) «Una sola famiglia umana» 18 art. 1, comma 2, DCB Roma Luca Pedroli C.C.P. n. 000024560005 Italiani nel Mondo intestato a Migrantes - Servizio Migranti Ginevra: dalla MCI all’UPM 20 Via Aurelia, 796 - 00165 Roma Silvano Guglielmi Tel. 06.6617901 Fax 06.66179070 1960-2010 - 50 anni della MCI di Mannheim 22 segreteria@migrantes.it Luana Taibi www.migrantes.it C.C.B. n. 100000010845 Fieranti e Circensi intestato a Il circo, comunione di diversità 23 Fondazione Migrantes CC Stampa Bonifico bancario Luciano Cantini c/o Banca Prossima S.p.A. Filiale 05000 - Milano In giro per l’Italia 25 IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 L. C. BIC: BCITITMX Progetti Migrantes 28 Progetto grafico e impaginazione: www.taueditrice.com Pubblicazioni 30 Stampa: Litograftodi Esperienze 32 Foto di copertina: © Archivio Missio - © S_E - Shutterstock.com
«Una sola famiglia umana» Il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di Benedetto XVI Cari Fratelli e Sorelle, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato offre l’opportunità, per tutta la Chiesa, di riflettere su un tema legato al crescente fenomeno della migrazione, di pregare affinché i cuori si aprano all'accoglienza cristiana e di operare perché crescano nel mondo la giustizia e la carità, colonne per la costruzione di una pace autentica e duratura. “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34) è l’invito che il Signore ci rivolge con forza e ci rinnova costantemente: se il Padre ci chiama ad essere figli amati nel suo Figlio prediletto, ci chiama anche a riconoscerci tutti come fratelli in Cristo. Da questo legame profondo tra tutti gli esseri umani proprio dall'unità della famiglia umana e dal suo sviluppo nasce il tema che ho scelto quest'anno per la nostra rifles- nel bene (cfr BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, 42). sione: “Una sola famiglia umana”, una sola famiglia di Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più mul- e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo tietniche e interculturali, dove anche le persone di varie stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui desti- religioni sono spinte al dialogo, perché si possa trovare nazione è universale, come insegna la dottrina sociale una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle della Chiesa. Qui trovano fondamento la solidarietà e la legittime differenze. Il Concilio Vaticano II afferma che condivisione. “tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno “In una società in via di globalizzazione, il bene co- una sola origine poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere mune e l'impegno per esso non possono non assumere le umano su tutta la faccia della terra (cfr At 17,26); essi dimensioni dell’intera famiglia umana, vale a dire della hanno anche un solo fine ultimo, Dio, del quale la prov- comunità dei popoli e delle Nazioni, così da dare forma videnza, la testimonianza di bontà e il disegno di salvezza di unità e di pace alla città dell’uomo, e renderla in si estendono a tutti” (Dich. Nostra aetate, 1). Così, noi qualche misura anticipazione prefiguratrice della città “non viviamo gli uni accanto agli altri per caso; stiamo senza barriere di Dio” (BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e veritate, 7). È questa la prospettiva con cui guardare anche quindi come fratelli e sorelle” (Messaggio per la Giornata la realtà delle migrazioni. Infatti, come già osservava il Mondiale della Pace 2008, 6). Servo di Dio Paolo VI, “la mancanza di fraternità tra gli La strada è la stessa, quella della vita, ma le situazioni uomini e tra i popoli” è causa profonda del sottosviluppo che attraversiamo in questo percorso sono diverse: molti (Enc. Populorum progressio, 66) e - possiamo aggiungere - devono affrontare la difficile esperienza della migrazione, incide fortemente sul fenomeno migratorio. La fraternità nelle sue diverse espressioni: interne o internazionali, umana è l’esperienza, a volte sorprendente, di una relazione permanenti o stagionali, economiche o politiche, volontarie che accomuna, di un legame profondo con l'altro, differente o forzate. In vari casi la partenza dal proprio Paese è da me, basato sul semplice fatto di essere uomini. Assunta spinta da diverse forme di persecuzione, così che la fuga e vissuta responsabilmente, essa alimenta una vita di co- diventa necessaria. Il fenomeno stesso della globalizzazione, munione e condivisione con tutti, in particolare con i mi- poi, caratteristico della nostra epoca, non è solo un granti; sostiene la donazione di sé agli altri, al loro bene, processo socio-economico, ma comporta anche “un’umanità al bene di tutti, nella comunità politica locale, nazionale che diviene sempre più interconnessa”, superando confini e mondiale. geografici e culturali. A questo proposito, la Chiesa non Il Venerabile Giovanni Paolo II, in occasione di cessa di ricordare che il senso profondo di questo processo questa stessa Giornata celebrata nel 2001, sottolineò che epocale e il suo criterio etico fondamentale sono dati “[il bene comune universale] abbraccia l'intera famiglia 1-2 gennaio febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 3 1
1 IL MESSAGGIO DEL S. PADRE BENEDETTO XVI 1 Anche nel caso dei migranti forzati la solidarietà si alimenta alla “riserva” di amore che nasce dal considerarci una sola famiglia umana e, per i fedeli cattolici, membri del Corpo Mistico di Cristo: ci troviamo infatti a dipendere gli uni dagli altri, tutti responsabili dei fratelli e delle sorelle in umanità e, per chi crede, nella fede. Come già ebbi occasione di dire, “accogliere i rifugiati e dare loro ospitalità è per tutti un doveroso gesto di umana solidarietà, affinché essi non si sentano isolati a causa dell’intolleranza e del disinteresse” (Udienza Generale del 20 giugno 2007: Insegnamenti II, 1 (2007), 1158). Ciò significa che quanti sono forzati a lasciare le loro case o la loro terra saranno aiutati a trovare un luogo dove vivere in pace e sicurezza, dei popoli, al di sopra di ogni egoismo nazionalista. È in dove lavorare e assumere i diritti e doveri esistenti nel questo contesto che va considerato il diritto ad emigrare. Paese che li accoglie, contribuendo al bene comune, senza La Chiesa lo riconosce ad ogni uomo, nel duplice aspetto dimenticare la dimensione religiosa della vita. di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di Un particolare pensiero, sempre accompagnato dalla entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di preghiera, vorrei rivolgere infine agli studenti esteri e in- vita” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni ternazionali, che pure sono una realtà in crescita all’interno 2001, 3; cfr GIOVANNI XXIII, Enc. Mater et Magistra, 30; del grande fenomeno migratorio. Si tratta di una categoria PAOLO VI, Enc. Octogesima adveniens, 17). Al tempo stesso, anche socialmente rilevante in prospettiva del loro rientro, gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di come futuri dirigenti, nei Paesi di origine. Essi costituiscono difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il dei “ponti” culturali ed economici tra questi Paesi e quelli rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. di accoglienza, e tutto ciò va proprio nella direzione di Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel formare “una sola famiglia umana”. È questa convinzione Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità na- che deve sostenere l'impegno a favore degli studenti esteri zionale. “Si tratterà allora di coniugare l’accoglienza che si e accompagnare l’attenzione per i loro problemi concreti, deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti, con la va- quali le ristrettezze economiche o il disagio di sentirsi soli lutazione delle condizioni indispensabili per una vita di- nell’affrontare un ambiente sociale e universitario molto gnitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli so- diverso, come pure le difficoltà di inserimento. A questo praggiunti” (GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la Giornata proposito, mi piace ricordare che “appartenere ad una co- Mondiale della Pace 2001, 13). munità universitaria significa stare nel crocevia delle In questo contesto, la presenza della Chiesa, quale culture che hanno plasmato il mondo moderno” (GIOVANNI popolo di Dio in cammino nella storia in mezzo a tutti PAOLO II, Ai Vescovi Statunitensi delle Provincie ecclesiastiche gli altri popoli, è fonte di fiducia e di speranza. La Chiesa, di Chicago, Indianapolis e Milwaukee in visita “ad limina”, infatti, è “in Cristo sacramento, ossia segno e strumento 30 maggio 1998, 6: Insegnamenti XXI,1 [1998], 1116). dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere Nella scuola e nell’università si forma la cultura delle umano” (CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, nuove generazioni: da queste istituzioni dipende in larga 1); e, grazie all'azione in essa dello Spirito Santo, “gli misura la loro capacità di guardare all’umanità come ad sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono una famiglia chiamata ad essere unita nella diversità. vani” (IDEM, Cost. past. Gaudium et spes, 38). È in modo Cari fratelli e sorelle, il mondo dei migranti è vasto e particolare la santa Eucaristia a costituire, nel cuore della diversificato. Conosce esperienze meravigliose e promettenti, Chiesa, una sorgente inesauribile di comunione per l'intera come pure, purtroppo, tante altre drammatiche e indegne umanità. Grazie ad essa, il Popolo di Dio abbraccia “ogni dell’uomo e di società che si dicono civili. Per la Chiesa, nazione, tribù, popolo e lingua” (Ap 7,9) non con una questa realtà costituisce un segno eloquente dei nostri sorta di potere sacro, ma con il superiore servizio della tempi, che porta in maggiore evidenza la vocazione del- carità. In effetti, l’esercizio della carità, specialmente verso l’umanità a formare una sola famiglia, e, al tempo stesso, i più poveri e deboli, è criterio che prova l’autenticità delle le difficoltà che, invece di unirla, la dividono e la lacerano. celebrazioni eucaristiche (cfr GIOVANNI PAOLO II, Lett. ap. Non perdiamo la speranza, e preghiamo insieme Dio, Mane nobiscum Domine, 28). Padre di tutti, perché ci aiuti ad essere, ciascuno in prima Alla luce del tema “Una sola famiglia umana”, va persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne; e, considerata specificamente la situazione dei rifugiati e sul piano sociale, politico ed istituzionale, si accrescano la degli altri migranti forzati, che sono una parte rilevante comprensione e la stima reciproca tra i popoli e le culture. del fenomeno migratorio. Nei confronti di queste persone, Con questi auspici, invocando l'intercessione di Maria che fuggono da violenze e persecuzioni, la Comunità in- Santissima Stella maris, invio di cuore a tutti la Benedizione ternazionale ha assunto impegni precisi. Il rispetto dei Apostolica, in modo speciale ai migranti ed ai rifugiati e a loro diritti, come pure delle giuste preoccupazioni per la quanti operano in questo importante ambito. ■ sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza stabile ed armoniosa. Da Castel Gandolfo, 27 settembre 2010 1 4 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio-febbraio 2011
1 EDITORIALE 1 Una rivista per educare alla mobilità Giancarlo Perego* © Tjui Tjioe - Fotolia.com igranti press” si rinnova. La storica nella costruzione della cittadinanza globale, la- “M agenzia settimanale della Fondazione Migrantes, giunta al suo 33° anno di vorare per un’educazione interculturale. Sono questi impegni, questi obiettivi e queste vita, diventa rivista mensile. Non si rinnova solo responsabilità comuni al centro del lavoro della la periodicità della rivista, ma anche la grafica e, rivista ‘Migranti-press’. Si cercherà di entrare soprattutto, lo sguardo a tutti i mondi della mo- nelle nostre parrocchie, nelle nostre città e scoprire bilità umana. Dagli italiani nel mondo ai marit- la fatica, la paura nel costruire questa ‘sola timi e aeroportuali, dall’immigrazione ai rifu- famiglia umana’, ma anche le esperienze, sempre giati e richiedenti asilo, dal popolo dei rom e più numerose e positive, di incontro, dialogo e dei sinti al variegato mondo dei circensi e dei fiducia tra persone in cammino e con storie dif- fieranti: sono i volti e le storie di un popolo in ferenti. Si tratta di valorizzare talora la nostra cammino che incrocia una Chiesa in cammino identità – penso ai nostri emigranti e alle missioni che interessano la nuova rivista Migrantes. La ri- cattoliche italiane nel mondo –, altre volte la vista vuole raccogliere in uno strumento unitario fatica delle minoranze etniche o dei rom, altre questi volti e storie per rendere attente soprat- volte ancora le differenti tradizioni e culture. La tutto le famiglie, le parrocchie, la comunità civile. storia insegna – ricorda Michel de Certeau – che È indubbio che soprattutto la mobilità ha reso la salvezza è sempre altrove, è sempre un dono le nostre comunità multietniche, multireligiose, che viene da fuori, un regalo di altri. Scoprire multiculturali: 198 nazionalità presenti in Italia, questo ‘altro’ che ci arricchisce, che è volto di un 140 lingue diverse, antiche e nuove minoranze. ‘Altro’ che ci ha creato e redento e che guida la Si tratta oggi di far entrare la mobilità tra le prio- storia umana è l’ambizioso progetto della rivista, rità educative e costruttive nella Chiesa e nella al servizio del progetto pastorale della Migrantes città. Si tratta di rileggere la scuola, la famiglia, nazionale, regionale e diocesana. In questo de- il lavoro, la cultura, la vita ecclesiale alla luce di cennio (2010-2020) dedicato dai nostri Vescovi nuovi incontri, di un dialogo culturale e religioso a scoprire le strade per “Educare alla vita buona rinnovato, di politiche sociali e urbanistiche che del Vangelo”, “in questo tempo di grande mobilità non escludano nessuno. Il Papa, nel Messaggio dei popoli”, la rivista vuole diventare un rinnovato per la Giornata del Migrante e del Rifugiato, di strumento per servire la Chiesa “sollecitata a pro- quest’anno, ricorda già nel titolo l’obiettivo a cui muovere l’incontro e l’accoglienza tra gli uomini: i tendere: “Una sola famiglia umana”. E per rag- vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. giungere questo obiettivo il Papa ricorda, a par- Essi hanno una sola origine” (n.14). ■ tire dal diritto alle migrazioni di persone e popoli e dal dovere di regolare, accompagnare da parte degli Stati, la responsabilità di tutti di impegnarsi *Direttore Generale Fondazione Migrantes 1-2 gennaio-febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 5 1
1 COMMENTO 1 Presentazione della Giornata Mondiale delle Migrazioni Mons. Bruno Schettino* a Chiesa oggi guarda con attenzione, dettata L da profonda esperienza umana e religiosa, al fenomeno migratorio. Non è esso un fatto episodico o congiunturale, ma rivela i tratti di strutturale presenza nella formazione di una nuova identità umana. È caratteristica dei nostri tempi la mobilità umana, che è determinata da diversi fattori. Si viaggia per lavoro, per cultura, per svago. Flussi umani da diversi Paesi del mondo giungono in Europa e in Italia, determi- nando sempre più l’incontro di culture diverse in un confronto non sempre facile. L’accoglienza di spiritualità, invitando la Chiesa a riflettere sul trova le sue difficoltà, che possono essere risolte crescente fenomeno migratorio e volgere la pre- con una buona volontà non soltanto proclamata, ghiera al Signore, perché i cuori si aprano all’ac- ma espressa con le opere e i gesti concreti. coglienza, operando una scelta che sappia unire L’integrazione è più problematica, perché è giustizia e carità. Il fondamento di questa opzione un processo culturale e vitale, che chiede tempi è dato dalla verità che Dio è Padre, ci chiama ad lunghi e lentamente si rende possibile attraverso essere figli amati nel suo Figlio prediletto, per l’incontro nel tempo e con le future generazioni. cui siamo tutti fratelli in Cristo. Il Santo Padre Risulta tuttavia l’importanza dell’accoglienza indica il tema scelto quest’anno: “Una sola famiglia come espressione di appartenenza ad una sola umana”, invitando a riflettere come l’umanità ri- famiglia umana. scopre di essere famiglia di Dio, in una modalità Il fenomeno migratorio è abbastanza presente di accoglienza scambievole. e inarrestabile, anche se deve essere regolato se- La tipologia del fenomeno migratorio ha condo le possibilità di risorse del Paese accogliente. diverse connotazioni: interne, internazionali, Il processo tante volte è guidato dalla economia permanenti, stagionali, economiche, politiche, globale, da situazioni di povertà e di disagio so- volontarie, forzate. ciale, nonché dalle guerre, tante volte tribali ed Diventa anche problematica la ricerca di ri- economiche. sposta all’interrogativo. Che cosa debbono lasciare Il 16 gennaio ricorre la Giornata Mondiale del gli immigrati per sentirsi integrati, che cosa deb- Migrante e del Rifugiato. Il Santo Padre Benedetto bono conservare per non sentirsi defraudati dal XVI ha inviato un messaggio ricco di umanità e nuovo ambiente accogliente? 1 6 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio febbraio 2011
1 COMMENTO 1 Anche affermando che lo Stato ha diritto di regolare i flussi, deve tuttavia assicurare il rispetto alle persone e alla loro dignità umana. Occorre coniugare solidarietà e legalità, ac- coglienza e rispetto delle regole. Il Messaggio del S. Padre spazia su alcuni temi particolari, che necessitano della nostra ri- flessione e del nostro comune impegno. Comu- nica a tutti noi la situazione non sempre definita dagli Stati della condizione dei rifugiati e migranti forzati. È questo dei rifugiati uno dei tanti motivi di sofferenza umana. È una piaga di dolore che si riapre e che non si rimargina, dettata dalle con- dizioni di intolleranza e di disinteresse, che regna un po’ ovunque. Vi è una diffusa mentalità xenofoba, dettata da pregiudizi, che lentamente minano alla base nel piccolo commercio tante volte ambulante. ogni tipo di accoglienza. Questa mentalità è Il Santo Padre si sofferma inoltre sulla con- diffusa nei diversi ambienti e genera una sofferenza siderazione della presenza di studenti esteri ed in coloro che bussano alla internazionali presenti specie porta della nostra considera- nelle Università e Istituti di ri- zione e del senso umano di L’emigrazione non è cerca. Essi si formano cultu- accoglienza. Gli immigrati ralmente e socialmente ad es- sembrano quasi un peso da uno svago, una sere futuri dirigenti nel loro rimuovere, per cui a fatica en- passeggiata per paese di origine, per cui hanno trano nel circuito della nostra comprensione umana. diporto, ma diventa un grande compito anche a favore degli altri. Rivela il tutto In particolare, i rifugiati dramma per come l’umanità, nelle sue di- sono più esposti ad un isola- l’entroterra umano e verse componenti, forma una mento fisico ed ambientale. sola famiglia. La Chiesa, esperta Vivono la loro solitudine sociale da cui parte in umanità, evidenzia sempre come un dramma spirituale più come l’umanità è una gran- e umano, non facile ad essere de famiglia, al di là di ogni di- rimosso. stinzione dettata da motivi contingenti e margi- L’emigrazione non è uno svago, una passeg- nali. L’umanità è la grande famiglia di Dio, che giata per diporto, ma diventa dramma per l’en- si costruisce nel nome del Signore e del suo troterra umano e sociale da cui parte. amore come comunità che esprime dono, rispetto, Miseria, fame, precarietà, malattie, contrasti accoglienza, per tutti, specie per i più poveri e sociali, lotte etniche, persecuzioni sono alla base, deboli. ma anche un giusto interesse ad una vita migliore, L’opzione preferenziale per i poveri è il non ostacolata nel suo divenire. L’immigrazione segno di una Chiesa, che è libera e sa parlare per il paese accogliente non è un disagio sociale con tutti. assoluto, anzi può essere risorsa, poiché tante La carità poi è il biglietto di visita di una volte nei paesi accoglienti vi è un forte calo de- Chiesa, che ama ed offre la sua disponibilità a mografico, con caduta del lavoro, che gli abitanti vestire il grembiule del servizio ai più poveri e non desiderano compiere, per una mentalità di deboli, così come ha fatto il suo Maestro. ■ scelta, che è cambiata. D’altra parte gli immigrati sono persone che si impegnano come lavoratori *Arcivescovo di Capua nei settori, specie nella edilizia, nell’agricoltura, Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes 1-2 gennaio-febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 7 1
1 MIGRAZIONI E MEDIA 1 Una questione etica L’informazione come ponte tra diversità Paolo Bustaffa* enza relazioni capaci di far nascere pensieri S grandi e di concretizzarli in scelte di vita oneste e generose non c’è famiglia. Anche nella grande “famiglia umana”, im- magine con la quale il Papa titola il messaggio per la 97° giornata mondiale del migrante e del rifugiato, queste relazioni sono ugualmente im- portanti e interrogano quei media che hanno a cuore la ricerca della verità e la dignità della per- sona umana. È l’etica dell’informazione che viene chiamata è ancora lunga: troppi ancora i pregiudizi, le in campo dalla novità di situazioni, di problemi, paure le diffidenze, i luoghi comuni. di linguaggi, di attese. Anche sul rapporto tra accoglienza e legalità L’etica non è una parola magica e neppure resiste l’ambiguità di chi, anche nell’informazione, astratta: per i media è il percorso intellettuale e vorrebbe spegnere ogni diversità in nome di professionale che, attraverso la notizia, porta una rassicurante uniformità. alla verità sull’uomo. Ma l’uniformità non corrisponde affatto al In questa prospettiva quel popolo di cinque bene comune. milioni di persone di ogni età che, proveniente Il salto di qualità che i media anche nel- da diversi Paesi del mondo, oggi vive in Italia ha l’ambito della mobilità umana sono chiamati a un messaggio da consegnare al mondo dell’in- compiere, in coerenza con la loro ragione di formazione. essere, è di interrogare la coscienza con un’in- È la richiesta di un ascolto attento delle formazione rigorosa, documentata, libera da ragioni per le quali si abbandona la propria pregiudizi. terra, è la richiesta di un racconto fedele delle In questa prospettiva professionale occorre speranze, delle fatiche e delle incomprensioni pensare soprattutto alle nuove generazioni. che si vivono in una terra diversa da quella di Nei media come nella scuola e nell’università, origine. che il Papa richiama nel messaggio, “si forma la C’è, concretamente, la domanda di non im- cultura delle nuove generazioni”. Anche da una prigionare nella cronaca nera le notizie sul corretta informazione “dipende la capacità di popolo dei molti colori che vive nelle nostre guardare all’umanità come a una famiglia chia- città e nei nostri paesi. mata a essere unita nella diversità”. ■ Con la “Carta di Roma” il giornalismo ita- liano ha incominciato a rispondere ma la strada *Direttore Sir 1 8 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio febbraio 2011
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1 Il sogno di una grande famiglia Gianromano Gnesotto* l di fuori delle Nazioni in cui sono nate Italia) dovrebbero accogliere 700.000 stranieri A vivono circa duecento milioni di persone, che rappresentano il tre per cento della po- polazione mondiale. Mentre i rifugiati sono di- all’anno, al posto degli attuali 230.000, per man- tenere la propria popolazione ai livelli attuali. Molti dunque sono gli indici che evidenziano minuiti a poco più di otto milioni, gli sfollati al- come le migrazioni saranno sempre più un fatto l’interno dei propri Paesi d’origine hanno strutturale delle società moderne e non un’espe- raggiunto la cifra di 23,7 milioni. Difficile da rienza transitoria e congiunturale. quantificare l’immigrazione irregolare: secondo Il Dossier Statistico Immigrazione 2010 della le stime dell’O.I.M., l’Organizzazione Interna- Caritas e della Migrantes descrive la realtà di zionale per le Migrazioni, il dato varia dai 2 ai 4 quasi cinque milioni gli immigrati regolarmente milioni di persone ogni anno. presenti in Italia, il 7% dei residenti; producono Si tratta di un fenomeno globalizzante, che l’11% del Pil, sono il 10% dei lavoratori dipendenti ha in sé due profili apparentemente opposti e e il 3,5% di imprenditori, forniscono risorse coesistenti. Da un lato c’è l’aspetto della pressione vitali per l’Inps (7 miliardi l’anno), versano al migratoria, causata dai profondi squilibri di crescita e di benessere, dal relativo contenimento, dalla disciplina dei flussi e dal contrasto dell’immigra- zione illegale. L’altro profilo è quello delle migra- zioni come risorsa per l’economia, con l’occupa- zione di posti di lavoro vitali ma non voluti dalla mano d’opera nazionale e un’imprenditoria che addirittura crea impiego, in uno scenario che vede la popolazione invecchiare, la forza lavoro diminuire, i sistemi di welfare entrare in crisi. Anche una lettura non specialistica delle proiezioni demografiche suggerisce che la pres- sione migratoria continuerà: per il 2025 la po- polazione del Nord diminuirà di 29 milioni mentre quella del Sud crescerà di 1,6 miliardi Restringendo lo sguardo al contesto europeo, le previsioni dicono che nel periodo 2010-2030 il calo della popolazione in età attiva comporterà una riduzione del numero degli occupati di circa 20 milioni di unità, mentre i quattro grandi paesi europei (Germania, Francia, Inghilterra e 1-2 gennaio-febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 9 1
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1 CASA RUT Gianromano Gnesotto Al posto dei soliti addobbi, sull’albero di Natale non si pensava che un giorno Mourin, Francis e Destiny c’erano scarpette di lana rosa e celesti, pendevano sarebbero stati i Gesù Bambini in carne ed ossa in una bavaglini ricamati, biberon, cartoncini colorati con stanza trasformata in “cappella-nido” di un apparta- su scritto “Benvenuto Maurin”, “Benvenuta Destiny”, mento al terzo piano di un quartiere popolare. Si “È nato Francis”… Nomi stranieri per mamme stra- voleva fare qualcosa per le donne immigrate che nel niere, e un albero di Natale davvero insolito in territorio casertano vivevano situazioni di grave disagio questo appartamento alla periferia di Caserta. Al e di schiavitù. Ed è nata questa famiglia particolare. terzo piano di un condominio popolare, questo ap- I tre bambini, gli ultimi nati, sono figli di tre giovani partamento non aveva solo un albero di Natale inso- mamme che provengono da Benin City, come altre lito, ma insolita anche la composizione familiare: al- che in Italia sono state travolte dallo sfruttamento e cune suore e alcune mamme con i loro bambini. E dalla violenza, e che poi hanno trovato comunità re- una stanza particolare, trasformata in un luogo di ligiose e persone generose che le hanno aiutate a ri- preghiera, con il tabernacolo, i fiori, il lume per scattarsi e riconquistare la propria dignità. indicare la presenza del Signore. Una chiesetta a I loro bambini sorridono ad ogni moina in questo metà tra il cielo e la terra. E vicino al tabernacolo tre appartamento dove ogni giorno succede il miracolo bambinelli con la pelle scura, incarnazione di un Dio dell’accoglienza e della fraternità. Giù da basso, sul che si è fatto bambino. citofono, bisogna suonare dov’è scritto “Casa Rut”. Quando nel 1995 il Vescovo Raffaele Nogaro chiamò Rut, come il nome della donna descritta nell’Antico a Caserta le suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria, Testamento. A conoscerne la storia, tutto corrisponde. fisco un miliardo di euro, pagano di più di La stessa Chiesa ne è provocata, ed in positivo quanto ricevono in servizi. Sono circa 250 mila vede nelle migrazioni un “areopago di evange- i matrimoni misti contratti tra il 1996 e il 2008; lizzazione”, un’occasione provvidenziale per la più di mezzo milione di persone che hanno ac- “nuova primavera” di una Chiesa che è missionaria quisito la cittadinanza al ritmo di oltre 50 mila in casa propria: i grandi temi suscitati dalle mi- l’anno; oltre 570.000 stranieri nati direttamente grazioni, infatti, toccano aspetti essenziali della in Italia; quasi 100 mila figli di madre straniera vita cristiana, in primo luogo la carità, sotto ogni anno; più di 100 mila ingressi per ricon- forma di accoglienza, giustizia, convivialità, ri- giungimento familiare. I figli degli immigrati conciliazione, perdono; ma riguardano anche iscritti a scuola sono 673.592. l’annuncio, l’ascolto, il dialogo. L’arte di vivere assieme, nella pluralità di La partita ha una posta alta: la convivenza, culture e fedi portate dalle migrazioni e dal- una nuova struttura sociale, un nuovo assetto l’evoluzione delle società, è messa alla prova culturale. Per l’Italia sono indicativi alcuni dati di dalla varietà e dal volume di arrivi e dalla dispo- fatto che si proiettano in un futuro prossimo: i nibilità al dialogo e all’incontro. bambini e i ragazzi immigrati aumentano nel- l’ordine di 40 mila all’anno e sono già la maggio- A questo punto si inserisce in particolare il ranza in alcune scuole del Nord-Est. Ed in tal ruolo delle religioni come ispirazione di valori senso è giusto premere perché vada cambiata una di convivialità e di strutture di mediazione nel- legge inadeguata sulla cittadinanza, che ai piccoli l’esperienza di risocializzazione degli immigrati. nati in Italia fa aspettare diciotto anni prima di Mentre gli Stati gestiscono il rapporto con la reli- chiedere di poter diventare italiani. Incarnano la gione in modi diversi, nelle migrazioni contem- situazione attuale in cui si trova la maggior parte poranee questa rimane un fattore chiave di colle- degli immigrati: wanted but not welcome, richiesti gamento con le comunità di origine, di rifugio ma non benvenuti. C’è ancora tanta strada da spirituale, di legittimazione o rispettabilità. La fare per formare un’unica grande famiglia. ■ religione si trova quindi al centro di ogni processo di integrazione e non può essere ignorata se non *Direttore Ufficio per la Pastorale per gli Immigrati e i Profughi a scapito di una politica concreta e realista. della Fondazione Migrantes 1 10 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio-febbraio 2011
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1 Il diritto di vivere in famiglia Tra le conseguenze degli spostamenti dal paese d’origine a quello di accoglienza va sottolineato l’aspetto particolare e cruciale dell’impatto sulla struttura familiare © Eric Isselée - Fotolia.com © poco_bw - Fotolia.com a mancanza di risorse per la sopravvivenza, mente stressanti: entrambi i genitori emigrano in L la povertà, la determinazione a migliorare le proprie condizioni di vita determinano migrazioni da paesi poveri a paesi ricchi, com’è cerca di lavoro, lasciando i bambini senza famiglia, oppure si dà vita a quella che prende il nome di “famiglia a genitore singolo”, nella quale i figli avvenuto nel XIX secolo per l’Irlanda, la Svezia, sono cresciuti ed educati da un solo genitore, l’Italia, con milioni di loro cittadini riversati negli nella maggior parte dei casi dalla madre. Stati Uniti. E oggi dall’Asia del Sud al Medio Nei casi più frequenti, è un processo dinamico Oriente, dal Messico agli Stati Uniti, dalla Turchia a tre stadi, che alcuni hanno descritto nei termini alla Germania, dal Nord Africa all’Italia e alla delle “tre famiglie”. La prima famiglia è quella Francia, con le medesime motivazioni e le me- che vive insieme nel Paese di origine e che deve desime dinamiche. affrontare la prova della separazione; la seconda Carestie, guerre, persecuzioni per motivi è quella che vive il tempo della lontananza e dei etnici, culturali e religiosi, disastri naturali, sono legami affettivi a distanza; la terza è la famiglia altri fattori che causano enormi spostamenti di ricongiunta. persone alla ricerca di cibo e protezione. Si coniugano allora definizioni di “famiglia” Tra le conseguenze degli spostamenti dal che mai si vorrebbero sentire: “famiglia spezzata” paese d’origine a quello di accoglienza va sotto- (i membri adulti che emigrano e i membri a lineato l’aspetto particolare e cruciale dell’impatto carico che rimangono in patria); “famiglia fanta- sulla struttura familiare. sma” (si attua il ricongiungimento familiare con In modo particolare le migrazioni per motivi l’ingresso illegale dei propri cari). E di conseguenza economici causano due diverse situazioni, egual- si parla di “figli spezzati” e di “figli invisibili”. 1-2 gennaio-febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 11 1
1 IMMIGRATI E PROFUGHI 1 Per la famiglia immigrata si ripropone con urgenza il tema dei ricongiungimenti familiari l’immigrazione, in linea con quella europea, sta- bilisce dei requisiti rigidi per quanto riguarda il reddito e l’alloggio, ingenerando la sottomissione di un diritto fondamentale a requisiti economici. La normativa italiana, infatti, pone tra i requisiti necessari un reddito annuo derivante da fonti lecite, non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, se si chiede il ricongiungimento di un solo familiare, al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale se si chiede il ricongiungi- mento di due o tre familiari, il triplo per il ri- congiungimento di quattro o più familiari. Per questo si sceglie di ricongiungere prima i figli che più si avvicinano alla maggiore età, 18 anni, perché le condizioni materiali per l’esercizio del diritto all’unità familiare è limitato ai membri della famiglia nucleare, cioè il coniuge ed i figli minori, limitando la possibilità di ricongiungi- mento per i figli maggiorenni a carico nella Siamo di fronte dunque ad una famiglia mera fattispecie di grave stato di salute che com- ferita, spaccata. E finalmente ricomposta: per la porti invalidità totale. famiglia immigrata si ripropone con urgenza il Prima dunque arrivano i figli più grandi e tema dei ricongiungimenti familiari, diritto ri- per ultimi quelli più piccoli, con delle ripercussioni conosciuto dalla legge italiana, ma di fatto non psicologiche e affettive nei confronti dei genitori favorito ed anzi ostacolato da condizioni poste facilmente immaginabili. È la dolorosa e critica e da adempimenti amministrativi. realtà dei “ricongiungimenti a rate”, che, di ri- Una ricerca sulla realtà immigratoria di Mi- mando, mettono ancor più in luce l’importanza lano, ha mostrato che la metà degli immigrati di favorire il diritto fondamentale di poter vivere ha impiegato più di sette anni per il ricongiun- con la propria famiglia anche in terra di immi- gimento dell’intero nucleo familiare. Fondamen- grazione. ■ talmente perché la normativa italiana riguardante G.G. IMMIGRATI E PROFUGHI L’Ufficio Nazionale Immigrati e Profughi della Fonda- L’Ufficio Nazionale promuove inoltre una cultura di ac- zione Migrantes promuove e coordina le attività di co- coglienza, di incontro e di dialogo, agendo sulla comu- noscenza e comprensione del fenomeno delle migrazioni nità cristiana e civile per il rispetto e la valorizzazione e delle sue implicazioni pastorali e sociali. Agisce per delle identità, rafforzando le motivazioni e le condizioni l’evangelizzazione e la promozione umana degli immi- per una convivenza fruttuosa e pacifica, in un clima di grati assicurando la cura pastorale specifica secondo le rispetto dei diritti fondamentali della persona. diverse lingue, culture, tradizioni e riti, con circa 700 cen- Promuove iniziative per favorire la corretta integrazione, tri pastorali presenti nelle diverse Diocesi italiane, con prevenire e combattere l’esclusione sociale degli immi- cappellani etnici e 16 coordinatori che a livello nazionale grati e dei profughi, diffondere una cultura della lega- assicurano l’assistenza religiosa inserendola nella pasto- lità, sostenere atteggiamenti e scelte positive nei loro rale ordinaria. confronti. 1 12 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio-febbraio 2011
1 ROM E SINTI 1 Un sacerdote in un campo Rom L’esperienza di p. Rota Martir in provincia di Pisa bita in un campo Rom fuori Pisa da circa piano si avvicinano, arrivano a toccarsi, a volte A quindici d’anni, e oltre che essere un prete diocesano fa parte del cammino ecclesiale dell’UNPReS, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale fino anche a confondersi senza accorgesene. Che ci fa un prete tra i Rom? dei Rom e Sinti. Parliamo di don Agostino Rota È la domanda che mi sento rivolgere una Martir e il campo è quello di Coltano (PI) dove vi- infinità di volte sia da credenti che dagli stessi vono circa 150 Rom, quasi tutti musulmani e di laici. Alla radice di questo interrogativo c’è la varie nazionalità slave. A lui abbiamo rivolto alcune convinzione ormai acquisita da tutti che per un domande sul sacerdote “impegnato” con i Rom. sacerdote, un religioso è ammirevole che spenda la sua vita per i poveri, per il loro riscatto sociale, Chi è il sacerdote impegnato con i rom e che umano..ma quale ‘tornaconto’ se questi vive tra vive con loro? i Rom? Ne vale la pena? Per non parlare poi Nella domanda c’è già parte della risposta..non della sua ‘dignità sacerdotale’ facilmente com- mi considero ‘impegnato’, termine che a volte promessa agli occhi di non pochi, per cui sei può nascondere delle ambiguità e tranelli, nel visto come uno poco affidabile, perché troppo senso di fare, realizzare tutta una serie di attività, dalla parte dei Rom, una credibilità condizionata. di impegni per altri, per aiutare chi è nel bisogno. Una grazia che i Rom mi hanno offerto in tutti Quando si parla di Rom è inevitabile pensare ad questi anni è proprio quella di cercare di ‘vivere una realtà lontana, distante da noi, un mondo da il margine’, non come un handicap, un incidente tenere a bada, sotto controllo, da integrare con le di percorso oppure come un territorio da salvare, buone o con le cattive: è difficile ‘amare’ qualcuno ma di interiorizzarlo come luogo di vita, come a distanza di sicurezza. Oggi vedo tanti operatori spazio dal quale e attraverso il quale sono chia- ‘impegnati’ a favore dei Rom ma distanti da loro, mato a leggere e scoprire frammenti di santità: incapaci di relazionarsi alla pari, di guardarli nei l’amore del frammento è una ‘scuola teologica’ loro volti, più preoccupati a mantenere i ruoli perché educa e cura il nostro sguardo, sempre ben distinti e chiari e alla caccia di risultati da tentato a far credito su ciò che è maestoso, pal- sbandierare. È un peccato perché non si rendono pabile, eclatante o piacevole. Invece allenare i conto cosa perdono. I veri poveri sono loro! A nostri occhi per leggere quel frammento come volte si fanno anche dei progetti per i Rom con il momento di Grazia, di Gratuità, di Bellezza at- risultato di creare ulteriori esclusioni e divisioni, traverso il quale Dio passa e visita questo popolo. senza rendersi conto del grave danno che si sta Se la nostra società guarda i Rom come una mi- facendo sulle loro vite. Vivere con loro è comple- naccia, Dio continua a guardarli (nonostante tamente diverso da chi vive ‘impegnato’ a favore tutto) con tenerezza e con il sorriso. I preti, i re- dei Rom… innanzitutto perché le distanze pian ligiosi che abitano tra i Rom e i Sinti lo fanno 1-2 gennaio febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 13 1
1 ROM E SINTI 1 ROM E SINTI I Rom e i Sinti che si trovano in Italia non sono censiti nale per la pastorale tra i Rom e o Sinti della Fondazione “etnicamente”, perciò i numeri che vengono abitual- Migrantes cercano di compiere con queste persone un mente riportati riguardano i censimenti degli abitanti comune cammino di fede, di arricchirsi della diversità, di dei campi nomadi e le stime sono approssimative. avvertire in loro un sentire diverso da quello che gli altri Quando perciò si dice: sono circa 50.000 i rom stranieri e gli attribuiscono, di creare occasione di incontro. Attual- 100.000 i rom italiani, non si considerano coloro che, mente sono circa 20 i singoli (sacerdoti, religiosi/e o laici) stranieri o italiani, sono sparsi sul territorio, inseriti nei che a tempo pieno si occupano, o che vivono all’interno paesi o nelle città in abitazioni comuni. Perseguire la giu- di accampamenti insieme ai Rom o ai Sinti. Periodica- stizia accanto a rom e sinti significa perciò riconoscere mente durante l’anno centinaia di Operatori pastorali si loro il diritto di essere come gli altri fra gli altri, sia dal incontrano a livello di zone geografiche per discutere ed punto di vista amministrativo che dell’accoglienza nella esaminare le varie problematiche del settore presenti comunità ecclesiale. La maggior parte dei rom italiani nelle zone di appartenenza. sono cattolici, ma anche gli stranieri, in genere musul- Tra le pubblicazioni l’uscita, nei mesi scorsi, degli Atti del- mani e ortodossi, arrivano alle soglie delle nostre chiese. l’ultimo Convegno Unpres che si è tenuto ad Udine nel Gli operatori pastorali che fanno capo all’Ufficio nazio- 2009. perché arrivino a scoprire che il ‘loro punto di pieno di impegni, di attività, di iniziative; quando vista’ merita di essere conosciuto e che è una ric- racconto come passo il mio tempo molti riman- chezza per tutti. A volte ci può essere il rischio e gono quasi delusi perché mi vorrebbero preso a la tentazione di costruire la nostra ‘santità’ sulla ‘strappare’ dai Rom tutto quello che ai nostri pelle dei poveri che si vuole assistere: più sono occhi appare come un problema, un disagio. A disgraziati più veniamo santificati! Sono rico- chi vede i Rom solo come un problema si applica noscente a tanti Rom che mi hanno accolto per bene quello che dice un proverbio africano: come sono, mi hanno aperto la porta per entrare ‘guardare sempre dalla stessa parte il collo si ir- nella loro vita, a volte facendomi sentire come rigidisce’. Credo che a volte anche solo lo ‘stare parte della loro stessa vita, condividendo anche dentro’ è un annuncio del Vangelo rivolto alla momenti intensi di gioia, di dolore, di amarezze società. e speranze. Questo mi ha dato la possibilità di raccogliere frammenti di autentica santità, che Come i Rom ti aiutano a riscoprire la vocazione mi aiutano a leggere e vivere il Vangelo e la mia sacerdotale? fede sotto una luce nuova. Cerco di vivere il mio Come per i monaci il convento diventa il sacerdozio attraverso la Grazia di Dio che a volte loro ‘luogo per abitare se stessi, per me lo è il si manifesta con la stessa generosità e bellezza campo dove vivo da anni, è il luogo dove devo anche dentro la vita dei Rom, come all’interno imparare a fare attenzione, ad aver cura, a ricostruire delle nostre bellissime cattedrali. Credo che la legami spezzati, a vivere la pazienza e la fedeltà al maggioranza sia convinta che al campo io viva Vangelo, leggere il mondo e dentro questo luogo sono chiamato a contemplare la Pazienza di Dio, capace di dispensare il bello e il buono ovunque, anche là dove nessuno investirebbe un briciolo di un suo talento. Spesso mi chiedo come sarebbe stato il mio sacerdozio se non avessi incontrato in questo cammino i Rom e la Chiesa che vive in mezzo a loro. Penso che sarebbe stato più povero spiritualmente ed umanamente! So solo che hanno contribuito molto a cambiarmi dentro, mi hanno “sbendato” ad esempio del ‘ruolo di prete’ che spesso non aiuta a relazionarci alla pari con chi incontriamo, perché spesso noi preti siamo troppo in vetrina, mi educano a saper vivere nella provvisorietà e a dar valore a ciò che è veramente essenziale nella vita. ■ 1 14 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio-febbraio 2011
1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1 Famiglia di marittimi Giacomo Martino* I marittimi relegati in porto ai margini delle nostre città non si presentano, per quanti li accolgono, neppure come un vero “problema migratorio” in quanto non hanno fisicamente il tempo di “dare fastidio”, di farsi sentire per le loro necessità e urgenze a scelta di andare per mare comporta un associazione e, nel tempo, perdono la pratica re- L grande sacrificio non solo per chi parte ma anche, e a volte soprattutto, per chi resta. Essere un marittimo o un pescatore d'altura si- ligiosa fatta a “singhiozzo”. L’ambiente di bordo non è una vera comunità che accoglie, ma principalmente uno spazio la- gnifica accettare di lavorare in condizioni vorativo in cui le relazioni che si intrecciano estreme, senza alcun riposo settimanale o altro sono professionali o di amicizia superficiale, motivo di sbarco se non il lavoro stesso. La lon- nella consapevolezza che non potranno mai tananza da casa si stima, secondo l'ultima ricerca avere radici profonde proprio a causa della con- dell'Apostolato del Mare sul mondo marittimo tinua mobilità. del 2009, in 5 mesi consecutivi per i cittadini La mancanza di un “luogo”, di un ambito europei e da 8 a 24 mesi per quelli non comuni- in cui esprimere quotidianamente i propri senti- tari. Mesi in cui non solo si è lontani da casa ma menti distorce la stessa affettività con effetti di è ugualmente difficile fare una semplice telefo- chiusura: si cerca un’autosufficienza di autodifesa nata, mandare o ricevere una e-mail o, peggio rispetto al mondo, di diffidenza ma anche di ancora, avere le notizie del proprio paese. Da estrema ingenuità anche nei rapporti con quanti un’indagine sul mondo marittimo si rileva che incontrano nei vari porti del mondo. queste persone a causa dell’assenza prolungata I marittimi relegati in porto ai margini delle siano sempre più in difficoltà nel formare una nostre città non si presentano, per quanti li ac- famiglia e comunque abbiano problemi per il colgono, neppure come un vero “problema mi- reinserimento a terra. gratorio” in quanto non hanno fisicamente il I marittimi non sono capaci di partecipazione tempo di “dare fastidio”, di farsi sentire per le sociale neppure con la iscrizione a una semplice loro necessità e urgenze. 1-2 gennaio febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 15 1
1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1 I MARITTIMI E GLI AEROPORTUALI La pastorale per la gente di mare è la cura, tutta la gente di mare”. speciale della Chiesa, per quanti navigano, per i pe- Con esso si é dato scatori e le loro famiglie che rimangono spesso “or- impulso alla na- fane” per lunghi mesi di uno od entrambi i scita di due nuovi genitori. A questa difficoltà intrinseca del lavoro soggetti giuridici: sul mare si aggiungono le condizioni spesso proi- il Comitato Nazio- bitive di una vita sacrificata su navi in cui, spesso, nale per il Wel- mancano gli standard di sicurezza, si vive con orari fare della Gente di lavoro interminabili e con un salario minimo. La di Mare e la Fe- Chiesa, missionaria per mandato evangelico, si derazione Nazio- muove attraverso la visita a bordo per accogliere nale Stella Maris. gli oltre 5 milioni di transiti di marittimi che ogni Il Comitato e la anno contiamo nei nostri porti. La pastorale per i Federazione costi- marittimi, oltre al servizio religioso, è impegnata tuiscono un va- perché il marittimo giunto nei porti italiani trovi lido supporto rispetto all'attività pastorale “una casa lontano da casa”. È il motto di Stella dell’Ufficio per l’Apostolato del Mare a sostegno Maris, espressione dell'Apostolato del mare, come delle necessità concrete e psicologiche della gente centro di accoglienza e formazione aperta a tutta di mare. In particolare, in ogni porto, sono stati co- la gente di mare. Negli ultimi anni è aumentato il stituiti, ad immagine del Comitato Nazionale, dei numero di porti nei quali l'Apostolato del mare è Comitati Locali per il Welfare marittimo in cui le as- radicato e presente. In Italia si contano 30 centri sociazioni Stella Maris e tutte le autorità marittime, "Stella Maris", con circa 350 volontari, fra cui al- portuali e civili agiscono concordemente per l'ac- cuni diaconi che operano in questi centri. coglienza dei marittimi che passano per il loro I Cappellani di Bordo rappresentano una espe- porto. rienza unica al mondo di accompagnamento dei Anche negli aeroporti è assicurata una presenza. In marittimi direttamente sulle navi da passeggeri; si questi crocevia di fede e cultura dove passeggeri, tratta di sacerdoti che per lunghi mesi imbarcano pellegrini e personale viaggiante si sfiorano senza sulle navi passeggeri a servizio della comunità del- toccarsi, la presenza di un cappellano, congiunta al l'equipaggio che viene loro affidato. Quasi 1500 suo team di operatori aeroportuali, è un vero ca- persone di oltre 50 diverse nazionalità e differenti talizzatore dell'elemento spirituale di tutta questa credo religiosi trovano nel Cappellano di bordo umanità. Mentre negli aeroporti maggiori è garan- l'ascolto attento, l'amico generoso che con una tita la presenza di un sacerdote a tempo pieno presenza discreta riesce a “fare famiglia” anche su nelle altre aerostazioni vi sono sacerdoti e diaconi questi giganti di ferro. che operano part-time accogliendo, anche se per L'Apostolato del Mare Italiano é altresì impegnato pochi minuti, quanti desiderano confrontarsi sulla nel compimento del “Progetto per il Welfare per propria Fede. Essi sono: gioco di bandiere “ombra” di paesi senza • Fratelli che vivono in prima persona il dramma leggi sul lavoro e sulla sicurezza della navi- della migrazione in ogni porto che toccano. gazione. • Fratelli ovunque stranieri nel perenne pere- • Fratelli spesso dimenticati anche da una grinare lontano dalle famiglie, dagli affetti Chiesa solitamente viva ed attenta alle più cari, dalla vita sociale ed anche dalle molteplici realtà sociali che la circondano proprie comunità ecclesiali. ma che rivela un deprecabile oblio per quanti • Fratelli, ultimi fra gli ultimi, sparsi sulle si muovono sugli altri due terzi della superficie acque del globo senza potersi incontrare terrestre costituiti dal mare. mai per gridare la propria sete di giustizia A questa descrizione della vita del marittimo per un trattamento più equo e dignitoso. corrisponde, purtroppo, l'altra metà di una verità • Fratelli imbarcati ed a volte sfruttati in un che prosegue sullo stesso filone di una famiglia 1 16 1 migrantiPRESS 1 1-2 gennaio-febbraio 2011
1 MARITTIMI E AEROPORTUALI 1 con i mariti lontani e la prole cercando di non La Comunità cristiana è dare a nessuno la priorità sull’altro. A questa figura si accompagna, evidentemente, quella, per chiamata a farsi carico di rimanere in tema, che potremmo chiamare dei “figli bianchi”. Si tratta di bambini che spesso una accoglienza completa nascono quando il papà è assente o che, quando che comprende anche la questi torna dai lunghi imbarchi, non li ri- conoscono e piangono tra le loro braccia. fase in cui il papà torna a Si tratta pur sempre di una famiglia; una grande famiglia umana che porta in sé i segni casa e deve sentirsi dell’abbandono, del sacrificio, dello stesso Gesù ugualmente amato in croce. La Comunità cristiana è quindi chiamata a farsi carico di una accoglienza completa che e pensato comprende anche la fase in cui il papà torna a casa e deve sentirsi ugualmente amato e pensato. Il marittimo deve essere accolto come uno di famiglia anche nella propria Chiesa e come tale essere aiutato, a sua volta, ad accogliere ed as- incompleta, di un'unità spezzata, del sole e della coltare la propria famiglia che continua ad at- luna che si inseguono continuamente senza tenderlo. È il ruolo del “ponte” che si propone a quasi mai incontrarsi. quanti si avvicinano ora alla famiglia e ora al Sono le mogli ad avere la responsabilità navigante; un ponte capace di collegare la terra della conduzione familiare ed educazione dei al mare ove nessuno si senta più straniero né figli mette in crisi il marittimo da una parte e ospite ma veramente, quale è, parte della stessa lascia “monca” la famiglia dall’altra. famiglia, la famiglia di Dio. ■ Queste donne devono portare avanti da sole le responsabilità di entrambi i genitori, incoraggiare *Direttore Ufficio per la Pastorale dei Marittimi e Aeroportuali e sostenere i figli e mantenere un perfetto equilibrio della Fondazione Migrantes 1-2 gennaio febbraio 2011 1 migrantiPRESS 1 17 1
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