Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico

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Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
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                                      Do$.ssa Romana Femia
                                      Dr Simone Tolari
                                      Do$.ssa Elena Venturi

Disordini Glicemici  nel paziente
               Disordini Glicemici critico e non:
    inquadramento    diagnostico
               nel Paziente Criticoe terapia
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
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                                                                        IPERGLICEMIA E DIABETE
                                                        DEA                                                                           AMBULATORIO

                                                                                                                               Criteri per la diagnosi di diabete

      -      Iperglicemia nota                                              DI                             Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dL (7.0 mmol/L) (digiuno da almeno 8 ore)
                                                                              SG
      -      Iperglicemia non nota                                              LI                          Glicemia ≥ 200 mg/dL (11.1 mmol/L) 2 ore dopo un carico di 75 g di
             (elevati livelli di HbA1c)                                           CE                                           glucosio durante OGTT
      -      Iperglicemia “DA STRESS”                                                           M
                                                                                                 IA
             (normali valori di HbA1c)                                                                                        HbA1C ≥ 6.5% (48 mmol/mol)

                                                                                                               Sintomi classici di iperglicemia e un valore random di glicemia
                                                                                                                                 ≥ 200 mg/dL (11.1 mmol/L)
                                 SEP
                               SH SI                                                                                               Standards of Medical Care in Diabetes Diabetes Care 2018; 41(S1):S13-27
                             SET OCK
      I C TU
             S
                                 TIC
                                     O
                                                          Variabilità
              Paziente “Critico”
          necessita di alta intensità di                  glicemica
          cure e richiedente in genere                                                Ipoglicemia                HbA1c (%)            Glicemia media (mg/dl)                    HbA1c (mmol/l)
                                           T

              Terapia Intensiva o
                                             RAU

          Semintensiva e che di norma
IMA

           non si alimenta per os nelle                                                                              5                               97                                   31
                                                 MI

                 prime 24-72 ore
                  ALTRE                                                                                              6                              126                                   42
                                                                                                                     7                              154                                   53

                                                          fattori indipendenti di                                    8                              183                                   64
                                                                                                                     9                              212                                   75
                                                      incremento della mortalità nel
                                                              paziente critico                                       10                             240                                   86
                                                                                                                     11                             269                                   97
                                                                                                                     12                             298                                  108
                                                                  Krinsley J et al., Critical Care, 2013                                                     Barth JH et al., Diabetic Med 2008;25:381-2
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
FISIOPATOLOGIA DELLA IPERGLICEMIA IN EMERGENZA                                                                                                                 2

                                                                            PROTEOLISI
                  LIPOLISI
              (FFA,GLICEROLO)                                        (AMINOACIDI, LATTATI)

                                     GLUCONEOGENESI
                                     GLICOGENOLISI
Glucocorticoidi                                                                        Utilizzazione glucosio
                                         IPERGLICEMIA
Catecolamine

Citochine
Infiammatorie                                                                                           Effetti tissutali
                           Effetti circolatori ed effetti elettrolitici
Nutrizione                                                                      -    Riduzione nitrossido
parenterale            -   Deplezione di volume                                 -    Generazione di superossidi
                       -   Ipoperfusione                                        -    Disfunzione endoteliale
Nutrizione             -   Perdita di elettroliti                               -    Attivazione piastrinica
enterale               -   Alterazioni equilibrio acido-base                    -    Disregolazione immunitaria
                                                                                -    Danno mitocondriale

                                                     infezione, insufficienza multiorgano e morte

                                                                      Clement S et al. Management of Diabetes and Hyperglycemia in Hospitals. Diabetes Care , 2004
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
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                                                               Quale target?

                                                           Paziente critico o instabile:
      DEFINIZIONE DELLE                                                                                   RACCOMANDAZIONI PER IL
    ALTERAZIONI GLICEMICHE                        • Terapia insulinica EV                                   TRATTAMENTO DELLE
                                                  • Obiettivo: glicemia tra 140 e 180 mg/dL               ALTERAZIONI GLICEMICHE
         NELPAZIENTE
        OSPEDALIZZATO
                                                                                                      •   La terapia insulinica deve essere
                                                  • CONTROLLA la glicemia ogni ora                        iniziata      per    il    trattamento
•   L'iperglicemia nei pazienti ospedalizzati     • MODIFICA l’infusione di insulina se la                dell'iperglicemia persistente a partire
    è definita come livelli glicemici >140          glicemia non tende a ridursi (evita cali troppo       da una soglia ≥180 mg/dL (10
    mg/dL (7.8 mmol/L). Un valore HbA1c             repentini della glicemia)
                                                                                                          mmol/L). Una volta avviata la terapia
    di ammissione ≥6.5% (48 mmol/mol)             • RIDUCI l’infusione di insulina se la glicemia
                                                    è < 140 mg/dL                                         insulinica, un intervallo glicemico
    suggerisce che il diabete sia precedente al                                                           target di 140-180 mg/dL (7.8-10.0
                                                  • SOSPENDI momentaneamente l’infusione
    ricovero.                                                                                             mmol/L) è raccomandato per la
                                                    di insulina se la glicemia è < 100 mg/dL
                                                                                                          maggior parte dei pazienti critici e
•   Il valore di allarme dell'ipoglicemia nei                                                             non critici.
    pazienti ospedalizzati è definito come
    glicemia ≤70 mg/dL (3.9 mmol/L) e                                                                 •   Obiettivi più stringenti, come
                                                               Paziente non critico:
    ipoglicemia clinicamente significativa                                                                110-140 mg/dL (6.1-7.8 mmol/L),
    come valori di glucosio
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
TERAPIA INSULINICA INFUSIONALE: Protocollo di YALE modificato                                                                                                                                 5

                                                                         CRITICAL CARE SETTING
          Nell'ambito della terapia intensiva, l'infusione endovenosa continua di insulina ha dimostrato di essere il metodo migliore per raggiungere obiettivi glicemici.

v INFUSIONE DI INSULINA: miscelare 1 unità di                                                                   LIVELLO DI GLICEMIA                                                        ISTRUZIONI (*)
  Insulina Umana Regolare per 1 ml di sol. fisiologica 0,9%
  NaCl (es. 50 U Insulina in 50 ml fisiologica). Somministrare          G 75-99 mg/dL                G 100-139 mg/dL               G 140-199 mg/dL               G ≥ 200 mg/dL
  con pompa di infusione (con incrementi di 0,5 U/h)
                                                                                                                                  G ↑di > 50 mg/dL/h                   G↑                       ↑ di “2Δ”
v BOLO E VELOCITÀ D’INFUSIONE INIZIALE                                                                                           G ↑di 1-50 mg/dL/h o              G invariato o
                                                                                                    G ↑ di > 25 mg/dL/h                                                                          ↑ di “Δ”
  DELL’INSULINA: dividere GLICEMIA (G) iniziale per                                                                                   G invariato              G ↓ di 1-25 mg/dL/h
  100, poi arrotondare alla più vicina 0,5 U per il bolo e per la
  velocità di infusione iniziale (es. G iniziale = 325 mg/dL:                                       G ↑di 1-25 mg/dL/h,
                                                                             G↑                         G invariato o             G ↓ di 1-50 mg/dL/h          G ↓ di 26-75 mg/dL/h       NON MODIFICARE
  325/100 = 3,25 arrotondato a 3,5: praticare bolo ev 3,5 U ed
                                                                                                    G ↓ di 1-25 mg/dL/h
  iniziare infusione a 3,5 ml/h)
                                                                         G invariato,
                                                                                                    G ↓ di 26-50 mg/dL/h         G ↓ di 51-75 mg/dL/h         G ↓ di 76-100 mg/dL/h              ↓ di “Δ”
v MONITORAGGIO DELLA GLICEMIA                                       O G ↓ di 1-25 mg/dL/h
  Controllare la glicemia ogni ora fino a stabilizzazione
                                                                                                                                                                                             SOSPENDERE
  (3 consecutive a target). Successivamente controllare ogni 2      G ↓ di > 25 mg/dL/h (#)         G ↓ di > 50 mg/dL/h           G ↓ di > 75 mg/dL/h          G ↓ di > 100 mg/dL/h
                                                                                                                                                                                            x 30’ poi ↓ di “2Δ”
  ore. Una volta stabilizzati i valori per 12-24 ore, controlli
  glicemici ogni 4 ore, salvo cambiamenti significativi nelle
                                                                    # SOSPENDERE INFUSIONE DI INSULINA; Controllare G ogni 30 min; quando ≥ 100 mg/dL riprendere infusione al 75% della velocità precedente
  condizioni cliniche o nell’introito nutrizionale. Valutare il
                                                                              * LE MODIFICHE NELLA VELOCITA’ DI INFUSIONE (“Δ”) sono determinate in base alla velocità di infusione in corso
  ritorno temporaneo a controlli G ogni ora in caso di
  qualunque cambiamento nella velocità di infusione                       Velocità in corso (U/h)                          Δ = cambio velocità (U/h)                        2Δ = 2 x cambio velocità (U/h)
  necessario perché G al di fuori del range di riferimento
  cambiamento significativo nelle condizioni cliniche, inizio o
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
6
                                 TERAPIA INSULINICA INFUSIONALE: altri protocolli
             PROTOCOLLO GIK INTENSIVO                                                                      PROTOCOLLO MARKOVITZ

•   I via: infusione in pompa siringa di 50 ml di soluzione fisiologica 0,9% + 50 UI di   Insulina 100 U/100 ml di soluzione fisiologica, da infondere secondo 4 algoritmi:
    insulina rapida (1 ml = 1 UI)                                                         1. soggetti con insulino-sensibilità conservata
                                                                                          2. soggetti insulino-resistenti
•   II via: GIK ovvero infusione di 500 cc di soluzione glucosata 5% e 20 mEq di KCl a
    velocità variabile tra 30 e 60 ml/h in base a compenso emodinamico e stato di         3. soggetti non controllati con l’algoritmo precedente
    idratazione                                                                           4. soggetti non controllati con l’algoritmo
                                                                                          L’infusione di insulina è basata sui livelli glicemici del paziente, determinati ogni ora finché
•   Controllo glicemia un’ora dopo l’inizio dell’ infusione, poi ogni 2 ore per le        non sono stabili, se l’obiettivo non è raggiunto o se la glicemia non si riduce di almeno 60
    prime 12 ore, infine ogni 4 ore se glicemia stabile                                   mg/dL rispetto al valore precedente, il paziente passa all’algoritmo successivo; se la
                                                                                          glicemia è
Disordini Glicemici nel paziente critico e non: inquadramento diagnostico e terapia - Disordini Glicemici nel Paziente Critico
TERAPIA INSULINICA                                                                                                     7

                                                                               «NON CRITICAL CARE SETTING»
                     Studi controllati randomizzati hanno dimostrato che il trattamento con schema Basal-Bolus migliora il controllo glicemico e riduce le complicanze ospedaliere
                                                               rispetto all'insulina «slading scale», che è assolutamente controindicata

•   Dopo 3 controlli successivi con glicemia  60ml/h
  UI/H, la dose totale nelle 24 ore sarà di 1,5 x 24 = 36 UI)                                                                        BMI
o BMI
                                                                                                                       ↑ FPG (fasting plasma glucose)
o grado dello scompenso glicemico
                                                                                                                              Rischio ipoglicemia
o fa`ori che aumentano il fabbisogno di insulina ( es. iperpiressia, nutrizione arRficiale, terapia
  steroidea)
                                                                                                                        Aumento fabbisogno insulinico
•   In caso di rischio elevato di ipoglicemia, iniziare con la dose/kg più bassa
•   Dose di analogo lento (degludecàglargine) = 50% della dose totale giornaliera (iniziare con il 30%                   Ridotto fabbisogno insulinico
    in meno se non ha mai fa`o terapia insulinica)
•   Dose di analogo rapido (aspartàlisproà glulisina) = 50% della dose giornaliera suddivisa per i tre
                                                                                                                    Dose iniziale
    pasR
                                                                                                                                    0.3-0-5                                 “Usual care”
•   Per il corre`o aggiustamento terapeuRco nei giorni successivi e uRle calcolare il fa`ore di
    correzione:                                                                                                                     0.2-0.3                                  Anziani/IRC
        • “Regola del 1700”: fa`ore di correzione (FC) = 1700 diviso per la dose totale giornaliera
            (DTG) di insulina (per es., se DTG = 56 unita: FC = 1700/56 = 30) → mediamente 1 unità di                                 0.4                               BG 140-200 mg/dl
            insulina ridurrà la glicemia di 30 mg/dl
        oppure                                                                                                                        0.5                               BG 201-400 mg/dl
        • Formula: 3000/peso in kg = di quanR mg/dl 1 unità di insulina riduce la glicemia                                        - 30% dose                              Pazienti “ naive”
                                                                                                                                                                ADA 2018,TRIALOGUE 2012, AMD, FADOI, SID
8
                                                            CHETOACIDOSI DIABETICA-DKA

                    Definizione                                                                                               Quadro clinico
Deficit relativo di insulina ed eccesso di ormoni contro-                •     Iperglicemia → disidratazione, ipotensione, tachicardia
 regolatori con conseguente iperglicemia e chetonemia.
     Frequente nei giovani con diabete tipo 1 come
                                                                         •     Chetonemia→ alito di frutta, nausea, vomito, dolore addominale
manifestazione di esordio o in presenza di condizioni di                 •     Acidosi→depressione miocardica, vasodilatazione, respiro di Kussmaul
                   stress concomitanti.

                                                                                                                               TERAPIA
                                                                           REIDRATAZIONE
                                                                               (entro 24 ore                              INSULINA
                    Laboratorio                                          non superare 50 ml/Kg/h)                                                                        BICARBONATI
                                                                                                                •    Bolo di 0,15 UI/Kg ev
•   Iperglicemia à Glicemia 300-800 mg/dL                            •   Generalmente 1L /h (0,15-
                                                                                                                     seguito da infusione di 0,1                •   Solo se pH < 6.9 con pCO2
                                                                         0,20 mL/Kg/h) di soluzione
•   Acidosi metabolica ad Anion-Gap (AG)                                 fisiologica isotonica per le
                                                                                                                     U/Kg/h (salvo K+                               attorno a 10-12 mmHg e
                                                                                                                     corretto  5,3              •   In caso di deterioramento dello
                                                                         da somministrare si basa sulla                                                                       stato neurologico durante il
    evoluzione verso l’ipernatriemia a causa della                       clinica
                                                                                                                                   mEq/L non reintegrare
                                                                                                                                   (ma controllarlo                           trattamento sospettare edema
    diuresi osmotica                                                                                                               frequentemente),                           cerebrale e somministrare
                                                                                                                                   altrimenti reintegrare con                 mannitolo 1g/kg
                                                                                                                                   20-40 mEq/h fino alla                  •   Ricerca della causa scatenante
                                                                                                                                   normalizzazione

                                                            Diabetic Emergencies- ketoacidosis, hyperglycaemic hyperosmolar state and hypoglycaemia. Umpierrez G et al., Nat Rev Endocrinol.2016 Apr;12(4):222-232
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                                                   STATO IPERGLICEMICO IPEROSMOARE - HHS

                      Definizione                                                                                                Quadro clinico
Condizione di iperglicemia, disidratazione ed iperosmolarità               •     Iperglicemia → poliuria, polidipsia e astenia (tipicamente sono i prodromi)
  in assenza di chetoacidosi. Frequente nell’anziano con
    diabete tipo 2 in concomitanza con altre patologie.
                                                                           •     Disidratazione → ipotensione, cute e mucose secche, alterazione dello stato mentale

                                                                                                                                    TERAPIA
                                                                                  REIDRATAZIONE                                INSULINA
                                                                                   (entro 2-3 giorni)
                      Laboratorio
                                                                                                                     •   Bolo di 0,15 UI/Kg ev
•    Iperglicemia à Glicemia >600 mg/dL                                    •   Generalmente 1L /h di                     seguito da infusione di 0,1
                                                                               soluzione fisiologica                     U/Kg/h (salvo ipokaliemia                                         Altro
•    pH ≥7.3                                                                   isotonica per le prime due                corretta 320 mOsm/L                                                               mEq/L si prosegue con                     alla fisiologica soluzione                         •   Prevenire ipercoagulabilità
•    Chetonemia e chetonuria assenti                                           isotonica, in caso di Na+                 glucosata al 5% a 100 cc/h e                           associata alla patologia
                                                                               normale od elevato si utilizza            modificare infusione di                                iperosmolare con EBPM
•    Potassiemia variabile, ma i provvedimenti                                 soluzione ipotonica allo 0,45             insulina con target                                •   Ricerca della causa scatenante
     terapeutici predispongono all’ipopotassiemia                                                                        glicemico 250-300 mg/dL.
•    Natriemia variabile                                                   •   Il reintegro idrico si basa sulla
                                                                               clinica                                                          POTASSIO

                                                                           •   In caso di pazienti anziani con
                                                                               compromissione della funzione                          •   Solo se K+ corretto > 5,3
                                                                               cardiaca e/o renale, reidratare a                          mEq/L non reintegrare
                                                                               velocità ridotta.                                          (ma controllarlo
                                                                                                                                          frequentemente),
                                                                                                                                          altrimenti reintegrare con
                                                                                                                                          20-40 mEq/h fino alla
                                                                                                                                          normalizzazione

                                                               Diabetic Emergencies- ketoacidosis, hyperglycaemic hyperosmolar state and hypoglycaemia. Umpierrez G et al., Nat Rev Endocrinol.2016 Apr;12(4):222-232
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                                                                           IPOGLICEMIA

                            Definizione                                                                              Quadro clinico
Frequente complicanza iatrogena in pazienti diabetici, soprattutto se in
                   terapia con insulina o sulfoniluree                       • Sintomi adrenergici → sudorazione, tremore, sensazione di fame, irritabilità
             (molto rara nel caso di altri antidiabetici orali).
    Favorita da situazioni concomitanti quali abuso alcolico, sepsi,         • Sintomi da neuroglicopenia → confusione mentale, deficit neurologici, convulsioni, coma
 insufficienza adrenergica/surrenalica, ipotiroidismo, malnutrizione o
                         eccessivo sforzo fisico.

                          Classificazione
                                                                                                                    TERAPIA
Criteri glicemici                       Trattamento
                                                                             •   Per valori fra 54 e 70 mg/dl con paziente cosciente utilizzare 15-20 g di glucosio o
                          Assunzione di 15 g di carboidrati a rapido             saccarosio per OS, i valori glicemici vanno ricontrollati dopo 15 minuti e se l’ipoglicemia
  ≦ 70 mg/dL
                         assorbimento e aggiustamento della terapia              persiste, ripetere il trattamento.
 (3.9 mmol/L)
                                        antidiabetica

                                  Indica ipoglicemia severa.                 •   Per valori 100 mg/dl
                          cognitiva che richiede assistenza esterna.
Valore glicemico     Se il paziente non è cosciente o non è in grado di      •   Osservare il paziente e rivalutare la glicemia ogni 30 minuti
non individuato               deglutire può essere necessaria la
                     somministrazione di glucagone da parte di terzi o       •   Trattare patologie predisponenti concomitanti
                                        di glucosio ev

                                                                                                                                 Standards of Medical Care in Diabetes Diabetes Care 2019
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                          IPERGLICEMIA DURANTE TERAPIA CORTICOSTEROIDEA

        Effetto degli steroidi

↑ gluconeogenesi epatica                                                                              Iperglicemia soprattutto post-prandiale
↑ lipolisi → insulinoresistenza
↓ uptake muscolare di glucosio

                                                                                                                                  Cosa fare?

Fattori di rischio per iperglicemia da steroidi                                                   •    Monitoraggio glicemico per 48 ore in tutti i
                                                                                                       pazienti in terapia con steroidi ad alte dosi
•   diabete tipo 1 e 2
•   fattori di rischio per diabete                                                                •    Istituire schema insulinico Basal-Bolus:
•   IGT o IFG                                                                                            • 0.5 U/kg
•   storia di iperglicemia da steroidi                                                                   • il 70% prandiale
                                                                                                         • il 30% basale

                                                                                                           •    somministrare la basale al mattino
                     Fenotipi clinici
                                                                                                  •    in caso di paziente già in terapia insulinica
•   iperglicemia da steroidi nel diabetico                                                             modificare lo schema con le stesse modalità
•   diabete da steroidi in pazienti prima normoglicemici

                                     Steroid hyperglycemia: Prevalence, early detection and therapeutic recommendations: A narrative review. Tamez-Perez HE et al, World J Diabetes, 2015 Jul 25;6(8):1073-81
La terapia FIRST-LINE è METFORMINA + stile di vita completo (gestione del peso e attività fisica), se HbA1c è sopra il target si procede come segue

                                + ASCVD o CKD
                                                                                                                                                     NO
                                        SI
            ACSVD predominanti                                         HF O CKD predominanti
                                                                                                                                                                                      Senza comprovati ASCVD O CKD
                                                                               Preferibilmente
                                         SGLT2i                                                                                              Assoluta necessità di ridurre ipoglicemia                                    Necessità di ridurre al
      GLP-1 RA                             con                         SGLT2i con evidenza di ridurre                                                                                                                   minimo l'aumento di peso o
         con                           comprovati                      HF e/o la progressione della                                                                                                                    promuovere la perdita di peso                                I costi sono il
      comprovati                      benefici CVD                     CKD in CVOTs se eGFR è                              DPP-4i                GLP-1 RA                 SGLT2i 2                   TZD
     benefici CVD                       se e GFR                       adeguato 3
                                                                                                                                                                                                                                                                                      problema
                                                                                                                                                                                                                                          o/o                                                  9-10
                                        adeguato                                                                                                                                                                                                                                     maggiore     TZD
                                                                                                                                                                                                                         GLP-1 RA                                                  SU 6                10
                                                                       -------------------Oppure--------------------
                                                                            SGLT2i non tollerati o                                                 se Hb A1c è sopra il target                                          Con buone
                                                                         controindicati o se eGFR non                                                                                                                   evidenze di                SGLT2i 2
                                                                        adeguata aggiungere GLP-1 RA                                                                                                                     riduzione
                Se HbA1c in range                                                                                                                                                                                                                                             se Hb A1c è sopra il target
                                                                         con comprovati benefici CVD                                                                                                                     del peso 8
                                                                                                                                                                         GLP-1 RA                SGLT2i 2
                                                                                                                            SGLT2i 2              SGLT2i 2                                                                    se Hb A1c è sopra il target
                                                                                                                                                                         o DPP-4i o             o DPP-4i o
                                                                                                                             o TZD                 o TZD
          Se ulteriormente è necessaria una                                                                                                                                                      GLP-1RA                                                                      TZD 10                 SU 6
        intensificazione o se il paziente può                                 Se HbA1c in range
                                                                                                                                                                            TZD                                                                   GLP-1 RA
         tollerare terapia con GLP-1 RA e/o                                                                                                                                                                                                      Con buone
      SGLT2i, bisogna scegliere farmaci dalla                                                                                                                                                                            SGLT2i 2                evidenze di
                provata sicurezza CV:                              •     Evitare in TZD nel setting degli                                                                                                                                         riduzione
      • Considerare di aggiungere altre
                                                                                                                                                   se Hb A1c è sopra il target                                                                                                se Hb A1c è sopra il target
                                                                         HF                                                                                                                                                                       del peso 8
          classi (GLP-1 RA o SGLT2i) con
          provato beneficio CVD                                    Considerare di aggiungere altre classi                                  Continuare aggiungendo altri farmaci
      • DPP-4i se non possibile l’uso di                           con provato beneficio CVD 1                                                                                                                               se Hb A1c è sopra il target
          GLP-1 RA                                                 • DPP-4i (no saxagliptin) nel                                                                                                                                                                               •      Terapia insulinica
      • Insulina basale 4                                              setting degli HF (se non sono                                               se Hb A1c è sopra il target                                                                                                       insulina basale al piu
      • TZD 5                                                          attivi i GLP-1 RA                                                                                                                                  se la tripla terapia ha richiesto SGTL2i                        basso costo
      • SU 6                                                       • Insulina basale 4                                                                                                                                   e/o GLP1 non tollerati o controindicati              •      DPP-4i o SGLT2i al
                                                                   • SU 6                                                           Considerare di aggiungere SU 6 o insulina basale 7                                     usa farmaci con il più basso rischio di                      più basso costo
                                                                                                                                     • scegliendo SU o insulina con basso rischio di                                         aumento di peso preferibilmente
                                                                                                                                                        ipoglicemia                                                        DPP-4i che hanno effetti neutrali sul
1.     un comprovato beneficio CVD significa che ha una chiara indicazione di riduzione degli eventi                                                                                                                                         peso
       CVD. Per i GLP-1 RA la più forte evidenza è per liraglutide> semaglutide> exenatide a rilascio                  6. scegliere SU di ultima generazione con basso rischio di ipoglicemia
       prolungato. Per i SGLT2i modestamente più forte per empaglifozin> canaglifozin                                  7. Degludec/glargine U300 < glargine U100/detemir < NPH insulin
2.     essere consapevoli che ogni SGLT2i varia in base al sito e al singolo agente in relazione al livello            8.  semaglutide>liraglutide>dulaglutide>exenatide>lixisenatide                                       Se i DPP-4i non sono tollerati o
       indicato di eGFR per l'inizio e l'uso continuato                                                                9.  Se non ci sono specifiche comorbidità ( cioè CVD comprovate, basso rischio di                  controindicato o il paziente è già in
3.     sia empaglifozin che canaglifozin hanno dimostrato riduzione in HF e riduzione della progressione                   ipoglicemia, e basso rischio di aver guadagno di peso o comorbidità non correlate               terapia con GLP-1RA con cautela
       della CKD in CVOTs                                                                                                  al peso                                                                                                     aggiungi:
4.     Degludec o U100 glargine hanno dimostrato sicurezza CVD                                                         10. Considerare la variabilità dei costi dei farmaci in ogni stato ( in alcuni stati TZDs            SU 6. TZD 5. Insulina basale
5.     una dose bassa può essere meglio tollerata anche se meno studiata per gli effetti della CVD                         sono relativamente più costosi e i DPP-4i relativamente più economici

      Farmaci per abbassare la glicemia nel diabete di tipo 2: approccio generale. ASCVD, malattia cardiovascolare aterosclerotica; CKD, malattia renale cronica; CV, cardiovascolare; CVD, malattie cardiovascolari; CVOT, studi sugli esiti cardiovascolari; DPP-4i, inibitore della dipeptidil peptidasi
      4; eGFR, velocità di filtrazione glomerulare stimata; GLP-1 RA, agonista del recettore del peptide 1 del glucagone; HF, insufficienza cardiaca; SGLT2i, inibitore del cotrasportatore di sodio glucosio 2; SU, sulfonilurea; TZD, tiazolidinedione
PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI
        DEI FARMACI ANTI-IPERGLICEMIZZANTI
Farmaco            Effetti indesiderati         Note                                                          Effetti indesiderati rari     Note
                   comuni
Metformina         Disturbi gastrointestinali   La riduzione del dosaggio o il passaggio alla                 Acidosi lattica               Seppur rara può verificarsi in caso di disidratazione con
                   (soprattutto diarrea e       formulazione a rilascio prolungato possono migliorare                                       repentino peggioramento della funzione renale.
                   meteorismo)                  la sintomatologia                                                                           Ridurre il dosaggio di metformina in presenza di
                                                                                                                                            compromissione della funzione renale.
Pioglitazone       Ritenzione idrica            Nei pazienti con compromissione della funzione renale         Scompenso cardiaco            Evitare l’uso in soggetti con storia di scompenso
                   Edema maculare               valutare il rischio/beneficio.                                                              cardiaco congestizio (classe NYHA I o superiore).
                                                Evitare l’associazione con insulina.                          Fratture delle piccole ossa   Evitare l’uso nei pazienti con osteoporosi.
Acarbosio          Meteorismo                   La riduzione del dosaggio può migliorare la
                                                sintomatologia.
Sulfoniluree       Ipoglicemia                  L’ipoglicemia da glinide si risolve in genere in poche
Glinidi                                         ore, mentre quella da sulfonilurea può richiedere il
                                                trattamento con glucosio ev per diverse ore a seconda
                                                dell’emivita della molecola.
                                                Evitare l’uso o ridurre il dosaggio di sulfoniluree in caso
                                                di compromissione della funzione renale.
Inibitori DPP-4                                                                                               Pancreatite                   Evitare l’uso in pazienti con storia di pancreatite

GLP-1 RA           Disturbi gastrointestinali   Solitamente i disturbi si attenuano e tendono a               Pancreatite                   Evitare l’uso in pazienti con storia di pancreatite
                   (soprattutto nausea e        scomparire con il proseguimento della terapia, talvolta
                   vomito, ma anche stipsi e    occorre ridurre il dosaggio. In alcuni casi può essere
                   dolori addominali)           utile associare terapia con inibitori pompa H+.
Inibitori SGLT-2   Infezioni genito-urinarie    Raccomandare adeguata igiene intima e idratazione. Se         Ketoacidosi                   Rara, ma possibile in caso di eccessiva riduzione o
                                                le infezioni sono ricorrenti, valutare variazione della       normoglicemica                inappropriata sospensione della terapia insulinica
                                                terapia.                                                                                    concomitante (più frequente nel diabete tipo 1, in cui
                                                                                                                                            questi farmaci hanno oggi indicazione d’uso)
Approccio alle terapie iniettabili nella
           gestione del DM 2                                                                             prendere in considerazione una combinazione iniettabile
                                                                 malgrado impiego                   iniziale (cioè GLP-1 RA + ins basale o ins prandiale / ins basale)
                                                 HbA1c            di 2-3 farmaci
                                                                                               se HbA1c > 86 mmol/mol (10%) e / o > 23 mmol/mol (2%) sopra il target
Considerare l’uso di GLP1-RA
prima dell’insulina in molti casi

                                                                  malgrado l’uso di              considerare l’insulina come prima terapia iniettabile se
Iniziare INSULINA BASALE                                       INSULINA BASALE                    l’HbA1c > 97mmol/mol (11%) o sono presenti sintomi di
10 UI/die (0.1-0.2UI/Kg/die,                     HbA1c       > 0.7-1.0 UI/Kg o il valore        catabolismo: riduzione del peso, poliuria, polidipsia e evidente
incrementando, se HbA1c elevata, di 2UI                          di FPG nella norma                                   deficit insulinico
ogni 3 giorni fino a raggiungere il valore di
                                                                                                         considerare FPG           In pazienti già in terapia con GLP-1
FPG desiderato evitando episodi                                                                            e tollerabilità         RA o Insulina basale, considerare
ipoglicemici                                                  Aggiungere INSULINA                                                    una combinazione a quota fissa
                                                          PRANDIALE preferibilmente al                                                (FRC) di GLP1- RA e insulina
Iniziare INSULINA PRANDIALE                      HbA1c   pasto più abbondante o al pasto con                                             (iDeGlira (10-16 U/die)
4 UI/die oppure il 10% della dose basale                 escursione glicemica (PPG) più alta                                            o iGlarLixi (10-15 U/die)
oppure riducendo la dose se l’ HbA1c < 64
mmol/mol ( 8%); se necessario l’incremento
si ottiene con 1.2 UI o 10-15% due volte a                                                         prendere in considerazione due o tre volte al giorno il regime di
settimana. In caso di ipoglicemia occorre                        iniezioni aggiuntive                insulina premiscelata, con cautela se esiste un alto rischio di
                                                                                                                               ipoglicemia
determinare la causa, se non vi sono chiare      HbA1c           graduali di insulina
                                                                                                                 - si inizia con 10-12 UI o 3 UI/Kg
ragioni bisogna abbassare la dose del 10-20%.                          prandiale
                                                                                                      - la dose di aggiustamento individuale dipende dal tipo di
                                                                                                                              insulina bifasica
L’aggiunta graduale di INSULINA
PRANDIALE deve avvenire ogni 3 mesi se                      procedere al regime BASAL-
il valore desiderato di HbA1c non si associa a              BOLUS completo, Ins basale
rischio ipoglicemico                                          e prandiale con ogni pasto.
                                                 HbA1c          Se l’HbA1c non migliora
                                                            questo implica una maggiore e
                                                            ulteriore istruzione e sostegno
                                                              all'autogestione del diabete
                                                                                                                                                    modificata da ADA 2019
FORMULE

K+ CORRETTO                            K+ - (7.4 - pH) x 6
Na+ CORRETTO                           Na+ + 2 [glicemia – 100]/100
DEFICIT DI H2O                         0.6 x peso corporeo (kg) x (1- [sodio corretto / 140])
OSMOLARITA’ SIERICA                    2 [Na+ (mEq/L) + K+ (mEq/L) ] + glicemia (mg/dl) / 18 + azoto
                                       ureico (mg/dl) / 2.8
ANION GAP                              (Na+ + K+ ) – ( CL- + HCO3-)

DOSE DI BICARBONATI DA SOMMINISTRARE   [(HCO3target – HCO3attuale) x 0,4 x peso corporeo] / 2

                                                                                                       Tabella 1
16
     BIBLIOGRAFIA                                                    14.    Insulin IP Calc: A smartphone application for      27.    Severe hypoglycaemia and cardiovascular disease: systematic review 42.       EMPA- REG OUTCOME Investigators. Empagliflozin,
                                                                           Insulin infusion protocol in Intensive Care               and meta-analysis with bias analysis. Goto A et al. BMJ,                      cardiovascular outcomes, and mortality in type 2 diabetes.
                                                                           Units. Karippacheril JG et al., 2015;59:829-830           2013;347:4533                                                                 Zinman B et al., N Engl J Med 2015;373: 2117–2128
1.     Management of critically ill patients with diabetes, Silva-   15.   Why, when and how to initiate insulin therapy in    28.   Severe hypoglycemia-induced lethal cardiac arrhythmias are mediated 43.       CANVAS Program Collaborative Group. Cana- gliflozin and
      Perez LJ et al., World J Diabetes 2017;15;8:89-96                    patients with type 2 diabetes, Tibaldi J et               by sympatho-adrenal activation. Reno C et al., Diabetes, 2013;62:3570-        cardiovascular and renal events in type 2 diabetes. Neal B et al.,
2.    Hyperglycemia: an independent marker of in-hospital                  al, Int J Clin Pract, Apr 2007, 61:633-44                 3581                                                                          N Engl J Med 2017;377:644–657
      mortality in patients with undiagnosed                         16.   Diabetic Emergencies:                               29.   Proinflammatory cytokines, markers of cardiovascular risks, oxidative 44.     LEADER Steering Committee; LEADER Trial Investigators.
      diabetes. Umpierrez GE et al, J of Clin Endocrin                     ketoacidosis, hyperglycaemic hyperosmolar state           stress, and lipid peroxidation in patients with hyperglycemic crises.         Liraglutide and cardiovascular outcomes in type 2 diabetes.
      Metab, 2002;87;978-82                                                and hypoglycaemia. Umpierrez G et al., Nat Rev                                                                                          Marso SP et al., N Engl J Med 2016;375:311–322
                                                                                                                                     Stentz FB et al.,Diabetes, 2004;53:2079-86
3.    Diabetic status and the relation of three domains                    Endocrinol, 2016;12:222-232                         30.   Proinflammatory cytokines in response to insulin-induced                45.   Semaglutide and cardiovascular outcomes in patients with type
      glycemic control to mortality in critically ill patients: an   17.   Treatment of diabetic ketoacidosis (DKA)/                 hypoglycemic stress in healthy subjects. Razavi N et al.,                     2 diabetes. Marso SP et al., N Engl J Med 2016;375:1834–1844
      international multicenter cohort study, Krinsley JS et               Hyperglycemic hyperosmolar state (HHS): novel             Metabolism,2009;58:443-448                                              46.   Pharma- cokinetics and pharmacodynamics of insulin glargine
      al., Critical Care, 2013;1;17(2): R38                                advances in the management of hyperglycemic         31.   The impact of frequent and unrecognized hypoglycemia on                       given in the evening as compared with in the morning in type 2
4.    Glucose Control, Diabetes Status, and Mortality in                   crises (UK versus USA). Dhatariya KK et al, Curr                                                                                        diabetes. Porcellati F et al., Diabetes Care 2015;38:503–512
                                                                                                                                     mortality in the ACCORD study. Seaquist ER et al., Diabetes
      Critically Ill Patients: The Continuum from Intensive                Diab Rep, 2017;17:33                                      Care, 2012;35:409-414                                                   47.   Dose-response effects of insulin glargine in type 2 diabetes.
      Care Unit Admission to Hospital Discharge, Krinsley JS         18.   Management of Hyperglycemic Crises: Diabetic        32.   The Accord Study Group. Long-term effects of intensive glucose                Wang Z et al., Diabetes Care 2010;33:1555–1560
      et al., Mayo Clin Proc. 2017;92:1019-1029                            Ketoacidosis and Hyperglycemic Hyperosmolar               lowering on cardiovascular outcomes. Gerstein HC et al., N.             48.   Short-acting insulin analogues vs. regular human insulin in type
5.    Management of Diabetes and Hyperglycemia in                          State. Fayfman M et al., 2017;101:587-606                 Engl. J. Med, 2011;364:818-828                                                2 diabetes: a meta-analysis. Mannucci E et al., Diabetes Obes
      Hospitals. Clement S et al., Diabetes Care, 2004;27:553-91     19.   Euglycemic diabetic ketoacidosis: a potential                                                                                           Metab 2009;11:53–59
                                                                                                                               33.   Risk of cardiac arrhythmias during hypoglycemia in patients with type
6.    The metabolic derangements and treatment of diabetic                 complication of treatment with sodium- glucose            2 diabetes and cardiovascular risk. Chow E et al., Diabetes,            49.   Meta-analysis of insulin aspart versus regular human insulin
      ketoacidosis. N. Engl. J. Med, 1983;309:159–169                      cotransporter 2 inhibition. Peters AL et                  2014;63:1738-1747                                                             used in a basal-bolus regimen for the treatment of diabetes
7.    Standards of Medical Care in Diabetes, Diabetes Care                 al., Diabetes Care, 2015, 38,1687–1693              34.   Vital signs, QT prolongation, and newly diagnosed cardiovascular              mellitus. Heller S et al.,J Diabetes 2013;5:482–491
      2018;41: S13-27                                                20.   Can serum β-hydroxybutyrate be used to                    disease during severe hypoglycemia in type 1 and type 2 diabetic        50.   One-year sustained glycaemic control and less hypoglycaemia
8.    Activation of oxidative stress by acute glucose                      diagnose diabetic ketoacidosis? Sheikh-Ali M et                                                                                         with new insulin glargine 300 U/ml compared with 100 U/ml
                                                                                                                                     patients. Tsujimoto T et al., Diabetes Care, 2014;37:217-225
      fluctuations compared with sustained chronic                         al., Diabetes Care, 2008;31:643-647                 35.   Hypoglycemia, with or without insulin therapy, is associated with             in people with type 2 diabetes using basal plus meal-time
      hyperglycemia in patients with type 2                          21.   Metabolic effects of low-dose insulin therapy on          increased mortality among hospitalized patients. Garg R et al., Diabetes      insulin: the EDITION 1 12-month randomized trial, including
      diabetes. Monnier L et al, JAMA, 2006; 295:1681-1687                 glucose metabolism in diabetic                            Care, 2013;36:1107-1110                                                       6-month extension. Riddle MC et al., Diabetes Obes Metab
9.    The association of admission hyperglycaemia and                      ketoacidosis. Luzi L et al., Diabetes, 1988:1470–   36.   Dextrose 10% or 50% in the treatment of hypoglycaemia out of                  2015;17:835–842
      adverse clinical outcome in medical emergencies: the                 1477                                                      hospital? A randomised controlled trial. Moore C et al., Emerg. Med. 51.      New insulin glargine 300 units/mL versus glargine 100 units/
      multinational, prospective, observational TRIAGE               22.   Hyperglycemic crises in adult patients with               J., 2005;22:512-515                                                           mL in people with type 2 diabetes using oral agents and basal
      study. Kutz A et al., Diabet Med, 2017;34:973-982                    diabetes. Kitabchi AE et al., Diabetes              37.   Risks of marathon running and hypoglycaemia in type 1                         insulin: glucose control and hypoglycemia in a 6-month
10.   Intensive Care Unit Insulin Delivery Algorithms: Why                 Care, 2009;32:1335–1343                                   diabetes. Graveling AJ et al., Diabet. Med. 2010; 27:585-588                  randomized con- trolled trial.Yki-Ja ̈rvinenH et al., Diabetes Care
      So Many? How to Chose?, Steil GM et al, Journal of             23.   Hypoglycemia- associated mortality is not drug-     38.   Successful treatment of sulfonylurea-induced prolonged hypoglycemia           2014; 37:3235–3243
      Diabetes Science and Technology, 2009;3:125-140.                     associated but linked to                                  with use of octreotide. Fleseriu M et al., Endocr. Pract., 2006;12:635- 52.   Glucagon-like peptide 1 receptor agonist or bolus insulin with
11.   Validation of a glucose-insulin-                                     comorbidities. Boucai L et al., J. Am. J. Med.,           640                                                                           optimized basal insulin in type 2 diabetes. Diamant M et al.,
      potassium infusion algorithm in hospitalized diabetic                2011,124:1028–1035                                  39.   A randomized trial of two weight- based doses of insulin glargine             Diabetes Care 2014;37:2763-2773.
      patients, Bonnier M et al, J Intern Med 2003; 253:189-193      24.   National estimates of insulin-related                     and glulisine in hospitalized subjects with type 2 diabetes and renal 53.     Insulin and glucagon-like peptide 1 receptor agonist combi-
12.   Description and evaluation of a glycemic management                  hypoglycemia and errors leading to emergency              insufficiency. Baldwin D et al., Diabetes Care 2012;35:1970-1974              nation therapy in type 2 diabetes: a systematic review and meta-
      protocol for patients with diabetes undergoing heart                 department visits and hospitalizations. Geller                                                                                          analysis of randomized con- trolled trials. Maiorino MI et al.,
                                                                                                                               40.   Glucocorticoid-induced diabetes mellitus: an important but
      surgery. Markovitz LJ et al., Endocr Pract, 2002;8:10-8.             AI et al., JAMA Int. Med., 2014;174:678–686               overlooked problem. Sunghwan S et al., Endocrinol Metab,                      Diabetes Care 2017;40:614-624
13.   Use of a computer-guided glucose management system             25.   Impact of hypoglycemia in hospitalized patients.          2017;32:180-189                                                         54.   Treatment intensification with step- wise addition of prandial
      to improve glycemic control and address national quality             Carey M et al., Curr. Diabetes Rep., 2013;13:107–   41.   Steroid hyperglycemia: Prevalence, early detection and therapeutic            insulin aspart boluses compared with full basal-bolus therapy
      measures: a 7-year, retrospective observational study at a           113                                                       recommendations: A narrative review. Hector Eloy TP et al., World J           (FullSTEP Study): a randomised, treat-to-target clinical trial.
      tertiary care teaching hospital, Tanenberg RJ et               26.   Glycemic goals in diabetes: trade-off between                                                                                           Rodbard HW et al., Lancet Diabetes Endocrinol 2014;2.30-37
                                                                                                                                     Diabetes, 2015;25;6:1073-1081
      al, Endocrine Practice,2017;23:331-341                               glycemic control and iatrogenic hypoglycemia.
                                                                           Cryer PE et al., Diabetes, 2014;63:2188–2195
Disordini Glicemici nel Paziente Critico: Illustrazione Slide Pocket

L’idea dello slide-pocket è in linea con la divulgazione di algoritmi provenienti da Linee Guida Internazionali

e recepite dalle maggiori società nazionali, per la rapida e corretta gestione di situazioni cliniche. Nell’ambito

del materiale didattico erogato dall’American Diabetes Association vi è uno slide-pocket riguardante gli

Standards of Medical Care in Diabetes, e in linea di massima i pocket tascabili contenenti algoritmi teorico-

tecnici sono sempre di più utilizzati.

L’idea è nata proprio da qui.

Si tratta dell’abbinamento di un pocket immediato e di semplice visualizzazione (tascabile) abbinato ad un

commentario, il cui unico scopo è la divulgazione di una corretta gestione iperglicemica del paziente

ospedalizzato al fine di un tempestivo trattamento reindirizzato successivamente alla terapia domiciliare e

possibilmente meglio gestito, in quanto già informato, dallo specialista diabetologo. In questo progetto è

ovviamente racchiusa la possibilità di rinnovamento e adeguamento.

                                                                       Indice pocket:

P 2: iperglicemia e diabete; criteri per la diagnosi in area critica

P 3: fisiopatologia della iperglicemia in emergenza

P 4: definizione delle alterazioni glicemiche nel paziente ospedalizzato

P 5: terapia insulinica infusionale: protocollo di YALE

P 6: terapia insulinica infusionale: altri protocolli

P 7: terapia insulinica basal-bolus

P 8: flow-chart chetoacidosi diabetica (DKA)

P 9: flow-chart sindrome iperosmolare (HHS)

P 10: flow-chart ipoglicemia

P 11: flow-chart iperglicemia durante terapia corticosteroidea

P 12: Linee guida ADA 2019 farmaci AO

P 13: principali effetti collaterali dei farmaci ipoglicemizzanti

P 14: Linee guida ADA 2019 per l’uso dell’insulina

P 15: formule

P 16: Bibliografia
Slide Pocket 2. Il controllo glicemico nel paziente critico è arduo, sebbene la letteratura si arricchisca continuamente di
nuove evidenze. E’ più corretto parlare di Disglicemia, intesa come Iperglicemia-Ipoglicemia-Variabilità Glicemica, che
è indipendentemente associata alla più alta mortalità e morbilità e che spesso è il risultato di improba gestione
dell’emergenza metabolica nel paziente critico [1]. Questa associazione è più forte per i pazienti senza diabete (ND) di
quanto non lo sia per i pazienti con diabete (DM); l'ipoglicemia è indipendentemente associata ad un aumentato
rischio di mortalità indipendentemente dallo stato diabetico del paziente, e l'aumento della variabilità glicemica è
indipendentemente associato ad un aumentato rischio di mortalità tra i pazienti ND, suggerendo target di controllo
più stringenti di quelli attualmente indicati dalle linee guida internazionali [2-4]. Il rischio di grave iperglicemia tra i
pazienti critici è piuttosto alto, inteso come incremento del rischio di mortalità e di lunga ospedalizzazione sia nei
pazienti diabetici noti, sia nei pazienti con diabete non diagnosticato aventi controllo glicemico inadeguato prima del
ricovero, sia in pazienti non diabetici ma iperglicemici al momento dell’arrivo ( “ iperglicemia indotta dallo stress-
SIH”) presso il DEA. La SIH nei pazienti non diabetici è arbitrariamente definita come livelli di glucosio (BG)
superiori a 140 mg/dL o presenza di valori di emoglobina glicata (HbA1c) superiore al 6.5% (pari a 48 mmol/L). Nei
pazienti diabetici, la SIH è definita come livelli di BG maggiori di 180-220 mg/dL [1]. La diagnosi differenziale nel
paziente critico differisce dalla diagnosi di diabete in ambulatorio; entrambe devono tenere conto dei valori di HbA1c
e presuppongono regimi terapeutici diversificati.

Slide Pocket 3. L'iperglicemia indotta dallo stress – SIH (“lesione del diabete” come originariamente descritta da Claude
Bernard nel 1877) è diventata oggetto di un dibattito recente e significativo poiché le recenti Linee Guida hanno
richiesto un controllo più attento del glucosio nei pazienti critici, in particolare tra i pazienti cardiovascolari, i pazienti
neuro-critici, settici e anche in assenza di DM preesistente. La SIH altro non esprime che l’aumento
della gluconeogenesi epatica e dell’insulino-resistenza, quest’ultima ampiamente variabile indipendentemente dallo
stato di malattia preesistente. Emorragia, ipossia e sepsi sono fra le cause che inducono il più alto rilascio di ormoni
dello stress; citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-1 e IL-6), cortisolo, adrenalina e norepinefrina, inducono
l'iperglicemia da eccessiva gluconeogenesi, glicogenolisi e resistenza all'insulina nei tessuti periferici come i muscoli
scheletrici; l'insulino-resistenza è altresì favorita dal rilascio alterato di adipochine dal tessuto adiposo. L’iperglicemia
sovverte il bilancio dei fluidi, predispone alle infezioni, aumenta il rischio di insufficienza renale, aumenta il rischio di
polineuropatia e aumenta la mortalità nel paziente critico [5]. La grave deficienza di insulina è correlata all'aumentata
attività della lipasi ormono-sensibile nel tessuto adiposo, che a sua volta porta all’idrolisi dei trigliceridi in glicerolo e
alti livelli circolanti di acidi grassi liberi [6], che vengono ossidati a corpi chetonici (acetoacetato e β-idrossibutirrato)
un processo prevalentemente stimolato dal glucagone, e che si traduce in acidosi metabolica. Sia l'iperglicemia che gli
alti livelli di corpi chetonici causano la diuresi osmotica, che porta a ipovolemia e diminuzione della velocità di
filtrazione glomerulare, la seconda delle quali aggrava ulteriormente l'iperglicemia.

Slide Pocket 4. Sebbene il rigoroso controllo glicemico in passato fosse considerato un intervento terapeutico standard,
studi clinici più recenti hanno dimostrato che il controllo glicemico (BG) moderato (BG tra 140-180 mg /dL) riduce la
mortalità e la morbilità in questi pazienti. Questo target di riferimento è stato scelto come più appropriato dalle
maggiori società internazionali per i pazienti di area critica sulla base dei risultati del NICE-SUGAR (Normoglycemia in
Intensive Care Evaluation and Survival Using Glucose
Algorithm Regulation) trial multicentrico randomizzato controllato di terapia intensiva con insulina in infusione, che
dimostra una mortalità a 90 giorni più alta nei pazienti trattati al fine di ottenere una glicemia (BG) compresa da 80 a
110 mg/dL rispetto al braccio trattato per ottenere valori compresi tra 140-180 mg/dL [7]. Una delle complicazioni
più importanti nell'affrontare l’incremento dei valori glicemici è l'ipoglicemia grave. Quest’ultima, tuttavia, spesso non
è dovuta ad alcun processo fisiologico di base, ma è la conseguenza di un monitoraggio inadeguato del glucosio e di
un dosaggio scorretto di farmaci ipoglicemizzanti, solitamente insulina, unico farmaco che trova impiego in
emergenza. Infine, l'aumento della variabilità glicemica può essere anch’essa il risultato di un trattamento ipoglicemico
inadeguato, inteso come difficoltà nella gestione dei protocolli di terapia insulinica enodovenosa, nella
programmazione dei controlli glicemici, nella preparazione dei medici e del personale infermieristico rispetto ai
protocolli in oggetto, che porta a un aumento dello stress ossidativo e può essere più pericoloso dell'iperglicemia
persistente [8]. Obiettivi più stringenti (BG 110-140 mg/dL) potrebbero essere più appropriati in pazienti con SIH, se
ciò può essere ottenuto senza una significativa ipoglicemia. La letteratura suggerisce che la relazione tra glicemia media
e mortalità in pazienti con DM e bassi livelli di HbA1c (prescrizione>terapia); garantisce uno standard di riferimento per le terapie prescritte; migliora l’utilizzo dei
presidi e delle risorse. Molteplici sono stati gli algoritmi pubblicati, ma solo per necessità nel pocket è dato rilievo al
protocollo di Yale e a schemi validati nella pratica clinica quali il GIK intensivo [11] e il Markovitz modificato [12].
Ancora pochi ma in aumento gli studi che validano sistemi matematici di gestione per il controllo glicemico in pazienti
ospedalizzati [12], fino ad arrivare ad applicazioni per smartphone o tablet prontamente utilizzabili
(http://sourceforge.net/projects/insulinipcalc); la conversione di protocolli cartacei in protocolli software basati su
computer può migliorare l'aderenza e ridurre gli errori nell'implementazione; alcuni ricercatori hanno messo a punto
un protocollo aggiornato di infusione di insulina basato su quello di Yale che può essere utilizzato come app di
assistenza decisionale clinica bed-side potendo ridurre gli errori umani e l'incidenza di complicazioni come
l'ipoglicemia grave, riducendo così morbilità e mortalità. In futuro potrebbero essere inclusi trend grafici dei valori di
glucosio nel sangue per paziente ed allarmi promemoria per la misurazione oraria della glicemia [13-14]. La position
statement SID/AMD/SIEPD, per quanto riguarda la scelta dell’insulina da infondere per via endovenosa suggerisce,
la seguente scala di preferenza: ASPART>LISPRO>GLULISINA; il criterio di questa scelta è dettato dalla stabilità
degli analoghi rapidi in soluzioni di cloruro di sodio anche per piccole concentrazioni.

Slide Pocket 7. Superato il periodo di criticità e stabilizzata la glicemia, quando il paziente si rialimenta, si può passare
allo schema di somministrazione insulinica Basal-Bolus (BB), dato dalla combinazione di analoghi rapidi e basali. In
linea generale la dose totale giornaliera iniziale di insulina sottocutanea da impiegare corrisponde al doppio
dell’insulina infusa nelle ultime 12 ore, prudenzialmente ridotta del 20-30%; l’analogo basale deve essere
somministrato due ore prima dello stop della terapia infusionale; la prima dose di insulina prandiale coincide con lo
stop dell’infusione e l’inizio dell’alimentazione per os. L’uso degli analoghi prandiali presenta un più fisiologico profilo
d’azione, una minore variabilità glicemica e un ridotto rischio di ipoglicemia, flessibilità nella somministrazione ai pasti,
miglior controllo della glicemia post-prandiale, minor aumento ponderale [15]. I più comuni errori da evitare sono:
errata definizione della dose basale e della ripartizione; inerzia terapeutica nella gestione della quota da somministrare;
preferenza di uno “stato iperglicemico” (glicemia >200 mg/dL) di sicurezza; sospensione dell’analogo lento a fronte di
glicemie bed-time normali; sospensione della dose prandiale a fronte di glicemie post-prandiali normali; uso
dello Sliding-Scale, ovvero insulina al bisogno che rappresenta un errore non più accettabile. Lo schema BB consente
una corretta determinazione della dose totale; una corretta ripartizione analogo rapido/basale; boli di correzione. In
linea di massima la quota complessiva giornaliera di insulina necessaria corrisponde al 20-50% dei kg di peso corporeo
(0,2-0,5 UI/Kg); essa va ripartita per il 50% in analogo basale e per il restante 50% in tre somministrazioni di analogo
rapido ai pasti: 10% a colazione, 20% a pranzo, 20% a cena. Fattori contingenti e legati al paziente permettono la
modulazione di queste regole generali. Il fattore di correzione può essere determinato con la regola del 1700 o con la
regola del 3000. Un adeguamento della quota insulinica dovrà inoltre tenere conto dell’eventuale stato di insulino-
resistenza esibito dal paziente [6].
E’ importante sottolineare che, per ciò che riguarda la correzione della dose di analogo lento, occorre tenere
unicamente conto della glicemia a digiuno del mattino modificando la dose secondo il valore glicemico, che se  150 mg/dL ad un aumento del 20%.

Slide Pocket 8, 9. La chetoacidosi diabetica (DKA) e lo stato iperosmolare iperglicemico (HHS) sono gravi complicanze
del diabete mellito che richiedono un tempestivo riconoscimento, diagnosi e trattamento [16]. DKA e HHS sono
caratterizzati da insulinopenia e grave iperglicemia; clinicamente, queste due condizioni differiscono solo dal grado di
disidratazione e dalla gravità dell'acidosi metabolica. La mortalità complessiva registrata tra bambini e adulti con DKA
è < 1%. La mortalità tra i pazienti con HHS è ~ 10 volte superiore a quella associata con DKA. La prognosi e l'esito
dei pazienti con DKA o HHS sono determinati dalla gravità della disidratazione, dalla presenza di comorbidità e
dall'età > 60 anni. Va tenuto presente che la mortalità negli stati iperglicemici non è causata da disordine metabolico,
ma piuttosto riflette il fattore precipitante [16]. DKA comprende iperglicemia, iperchetonemia e acidosi metabolica; i
criteri diagnostici per l'HHS includono un livello di glucosio plasmatico > 33.3 mmol/L, osmolalità sierica >
320 mmol/kg e assenza di acidosi metabolica apprezzabile e chetonemia. Gli obiettivi di gestione per DKA e HHS
comprendono il ripristino del volume circolatorio e della perfusione tissutale, correzione dell'iperglicemia, della
chetogenesi e dello squilibrio elettrolitico; e identificazione e trattamento dell'evento precipitante. La fisiopatologia
della DKA e della HHS è già stata ampiamente trattata; va detto che i pazienti con HHS sono insulino-carenti pur
mostrando una maggiore concentrazione di insulina (dimostrata dai livelli basali e stimolati del peptide C) rispetto ai
pazienti con DKA [17-18]. Inoltre, i pazienti con HHS hanno concentrazioni più basse di acidi grassi liberi, cortisolo,
ormone della crescita e glucagone rispetto ai pazienti con DKA [18]. L'insorgenza più lenta di HHS (diversi giorni)
rispetto a DKA (16.7 mmol/l, alcuni pazienti presentano solo lievi aumenti dei livelli
plasmatici di glucosio (denominati "DKA euglicemica") dopo aver sospeso o diminuito la dose di insulina nel contesto
di una riduzione assunzione di cibo o malattia. La DKA euglicemica è anche osservata durante la gravidanza, tra i
pazienti con gluconeogenesi alterata a causa di abuso di alcool o insufficienza epatica, e tra i pazienti trattati con
inibitori di SGLT2 [19]. Pertanto, i livelli di glucosio plasmatico non determinano la gravità della DKA. Il β-
idrossibutirrato è il corpo chetone predominante tra i pazienti con DKA. Sebbene più costosa della valutazione dei
corpi chetonici urinari, la misurazione diretta del β-idrossibutirrato sarebbe l'opzione preferita per diagnosticare
la chetoacidosi (≥3 mmol/l), oltre a seguire la risposta del paziente al trattamento [20]. Nella HHS manca il rilievo di
acidosi e aumento della chetonemia, ma l’osm plasmatica è > 320 mOsm/L. In contrasto con la formula originale
utilizzata per stimare l'osmolalità totale del siero (2 [Na] + [Glucosio] / 18 + [BUN] / 2.8, dove [Glucosio] e [BUN]
sono misurati in mg/dL, alcuni hanno raccomandato l'uso dell'osmolalità sierica efficace (2 [misurato Na +
in mEq/L)] + [glucosio in mmol]) (tabella 1) non prendendo in considerazione l'urea, poiché quest’ultima è
distribuita equamente in tutti i compartimenti corporei e il suo accumulo non induce un gradiente osmotico attraverso
le membrane cellulari. I sintomi di encefalopatia sono di solito presenti quando i livelli sierici di sodio superano
160 mmol/L e quando l'osmolalità effettiva calcolata è > 320 mmol/kg. Le stime suggeriscono che ~ 20-30% dei
pazienti che si presentano con HHS mostrano una aumentata acidosi metabolica degli anioni come risultato della
concomitante chetoacidosi, da sola o in combinazione con aumentati livelli sierici di lattato. La sostituzione dei liquidi
persi è il primo passo fondamentale nella gestione di DKA e HHS [21]. Il deficit idrico stimato è ~ 100 ml / kg di
peso corporeo tra i pazienti con DKA e ~ 100-200 ml/kg tra i pazienti con HHS. Il deficit idrico è stimato come
segue: deficit idrico = (0,6) (peso corporeo in kg) × (1- [sodio corretto / 140]). La terapia con fluidi ripristina il
volume intravascolare e la perfusione renale e riduce il livello di ormoni contro-regolatori e iperglicemia. La soluzione
salina isotonica viene infusa ad una velocità di 500-1000 ml/h durante le prime 2-4 ore, seguita dall'infusione di a 250-
500 ml/h di soluzione salina allo 0,9% oppure allo 0,45%, a seconda della concentrazione di sodio sierico e dello stato
di idratazione. Una volta che il livello di glucosio nel plasma raggiunge ~ 11.1-13.9 mmol/L, i liquidi di sostituzione
devono contenere il 5-10% di destrosio per consentire la somministrazione continua di insulina fino al controllo della
chetonemia, evitando l'ipoglicemia. Diversi studi hanno dimostrato che la somministrazione di insulina e l'idratazione
forzata si traducono in una diminuzione abbastanza prevedibile della concentrazione plasmatica del glucosio ad una
velocità di 3.6-6.9 mmol/L/h. I pazienti con DKA e HHS hanno un deficit di potassio totale del corpo di ~ 3-
5 mmol/kg. Nonostante questo deficit, il livello di potassio sierico misurato all'ammissione ospedaliera è
frequentemente entro il range normale o addirittura elevato a causa dello spostamento del potassio intracellulare nel
compartimento extracellulare nel contesto di ipertonicità, carenza di insulina e acidosi. La terapia insulinica riduce i
livelli sierici di potassio promuovendo il movimento del potassio nel compartimento intracellulare. La sostituzione del
potassio dovrebbe quindi essere iniziata quando la concentrazione sierica è < 5.0 mmol/L per mantenere un livello di
4-5 mmol/L. La somministrazione di 20-40 mmol di potassio per litro di liquidi è sufficiente per la maggior parte dei
pazienti; tuttavia, sono richieste dosi più basse per i pazienti con insufficienza renale acuta o cronica. Tra i pazienti con
livelli sierici di potassio < 3.3 mmol/L, la sostituzione deve iniziare ad una velocità di 10-20 mmol/h e la terapia
insulinica deve essere ritardata fino a che il livello di potassio sale sopra 3.3 mmol/L per prevenire il peggioramento
dell'ipokaliemia [17]. I criteri per la risoluzione di DKA includono un livello di glucosio plasmatico < 13.8 mmol/L,
livello sierico di bicarbonato ≥ 18 mmol/L, normalizzazione del gap anionico e pH venoso o arterioso ≥7.3 [22]. La
risoluzione di HHS è indicata da un'efficacia osmolalica < 310 mmol/kg e un livello di glucosio plasmatico
≤ 13.8 mmol/L in un paziente che ha recuperato la vigilanza. E’ raccomandabile che l'infusione di insulina
venga continuata per 2-4 ore dopo l'inizio dell'insulina sottocutanea.

Slide Pocket 10. L'ipoglicemia è un effetto avverso frequente e grave della terapia antidiabetica associata a esiti clinici
avversi immediati e differiti, nonché a maggiori costi economici. I pazienti ricoverati che sviluppano l'ipoglicemia
possono sperimentare una lunga durata della degenza ospedaliera e un aumento della mortalità. La mortalità
intraospedaliera è più frequente nei pazienti con ipoglicemia spontanea rispetto a quelli con ipoglicemia insulino-indotta
o iatrogena. L'ipoglicemia è definita come un livello di glucosio nel sangue < 3.9 mmol/L. In ambito ospedaliero,
l'ipoglicemia può verificarsi tra i pazienti con o senza una storia di diabete mellito, nonché tra coloro che stanno o non
stanno ricevendo terapie ipoglicemizzanti. L'ipoglicemia spontanea è stata definita come evento che si verifica in assenza
di terapie ipoglicemizzanti. Questa complicanza potrebbe essere osservata tra i pazienti con demenza, malattia grave,
sepsi, malattia renale allo stadio terminale, cancro o malattia del fegato e serve come indicatore di gravità della malattia
e rischio di mortalità [23]. I fattori che contribuiscono all'ipoglicemia iatrogena comprendono età > 65 anni,
insufficienza renale o epatica, lunga durata del diabete mellito, presenza di altre complicazioni diabetiche, controllo
glicemico intensivo, deficit ormonali contro-regolatori, variabilità nell'assunzione di cibo, errori nel dosaggio di insulina
e una storia di eventi di ipoglicemia [24]. In ambito ospedaliero, l'uso dell'insulina correttiva per iperglicemia prima di
coricarsi contribuisce al rischio di ipoglicemia durante la notte. L'ipoglicemia è associata a esiti clinici avversi sia
immediati che differiti [25]. Esiti avversi acuti includono convulsioni, aritmie, alterazioni del livello di coscienza e eventi
cardiovascolari (infarto miocardico e ictus) [26,27]. Sono stati anche osservati esiti gravi, come danno cerebrale e morte,
di solito nel contesto di ipoglicemia grave non riconosciuta di lunga durata [26,28]. Similmente a quanto osservato con
l'iperglicemia, l'ipoglicemia aumenta i livelli di citochine pro-infiammatorie, marcatori di perossidazione lipidica, specie
reattive dell'ossigeno e leucocitosi [29]. Episodi ricorrenti di ipoglicemia grave possono aumentare il rischio di malattie
cardiovascolari e morte [27,30,31]. In uno studio, un gruppo di pazienti con diabete di tipo 2 che avevano una malattia
cardiovascolare concomitante o che erano ad alto rischio di malattia cardiovascolare sono stati valutati utilizzando
monitoraggio continuo elettrocardiografico Holter in combinazione con un sistema di monitoraggio continuo del
glucosio in grado di rilevare l'ipoglicemia a un livello di 1,1 mmol/L [32]. L'ipoglicemia notturna è stata associata a valori
glicemici più bassi, che sono persistiti per una durata maggiore rispetto a quelli osservati durante l'ipoglicemia durante il
giorno. La bradicardia, l'aritmia atriale e l'ectopia ventricolare erano più frequenti durante l'ipoglicemia notturna (ma
non diurna) rispetto all'euglicemia. Sia l'ipoglicemia diurna che quella notturna erano associate a un aumento dell'ectopia
ventricolare, che si manifestava principalmente come un aumento dei battiti prematuri ventricolari, con un aumento
maggiore durante gli episodi notturni. L’ipoglicemia si correla inoltre ad aumento dei valori pressori, iperkaliemia, e
prolungamento dell’intervallo QT [33]. In uno studio, i pazienti trattati con insulina con ipoglicemia (livelli di glucosio
diabete gestazionale, storia di iperglicemia da steroidi, familiarità per diabete, HbA1c ≥ 6%. I meccanismi fisiopatologici
con cui gli steroidi determinano iperglicemia sono legati alla loro azione di ormoni dello stress, la cui funzione è quella
di incrementare la disponibilità di substrati, e sono i seguenti: induzione di gluconeogenesi, lipogenesi e proteolisi a
livello epatico, riduzione dell’up-take di glucosio ed induzione di lipolisi nel tessuto adiposo, riduzione dell’up-take di
glucosio e della glicogeno-sintesi ed induzione della proteolisi a livello del muscolo striato, riduzione della massa beta-
cellulare per induzione di apoptosi nel pancreas. Tutto ciò si traduce in un aumento dell’insulino-resistenza e
nell’induzione di iperglicemia post-prandiale, specialmente nelle ore pomeridiane e serali [40].
Gli obiettivi della valutazione del paziente con iperglicemia da steroidi sono: raggiungere un adeguato controllo glico-
metabolico, ridurre le complicanze per il paziente, ridurre i costi per il sistema sanitario. Non esistono al momento linee
guida internazionali che definiscano i criteri per la diagnosi di diabete indotto da terapia con glucocorticoidi. Per di più,
per quelle che sono le caratteristiche dell’iperglicemia da steroidi, post prandiale con manifestazione nel pomeriggio-
sera, è evidente che gli attuali criteri per diagnosi di diabete (glicemia a digiuno > 126 mg/dL, HbA1c > 6,5%) portano
a sottostimare il problema. È stato inoltre provato che anche l’OGTT è poco adatto allo scopo, dato che di solito viene
effettuato al mattino, nella prima parte della giornata. Probabilmente l’unico criterio diagnostico utile, fra quelli
attualmente condivisi per la diagnosi di diabete, è il rilievo di glicemia random > 200 mg/dl in pazienti
sintomatici. Attualmente le società scientifiche mostrano un certo consenso sulle seguenti linee di indirizzo: controllare
la glicemia a tutti i pazienti in terapia steroidea, effettuare il controllo della glicemia sia a digiuno che dopo pranzo-cena
almeno per le prime 48-72 ore di terapia steroidea, in particolare in presenza di fattori di rischio per iperglicemia. Per la
terapia dell’iperglicemia indotta da steroidi non esistono al momento target glicemici stabiliti, per cui vengono utilizzati
quelli standard per tutti i pazienti diabetici, ovvero glicemia a digiuno < 130 mg/dL, glicemia post prandiale < 180
mg/dL ed HbA1c inferiore a 7%. Non vi è alcuna evidenza né consenso nemmeno su quale sia il miglior trattamento da
attuare. In letteratura c’è accordo diffuso in merito al fatto che insulino-sensibilizzanti, secretagoghi ed incretino-
mimetici possono essere utilizzati con successo solo in caso di iperglicemia moderata (glicemia a digiuno < 200 mg/dL),
mentre per valori di glicemia a digiuno > 200 mg/dL ed in particolare per l’iperglicemia da steroidi in ambito ospedaliero,
la terapia di prima scelta è l’insulina. Per quanto riguarda gli schemi insulinici attuabili, in letteratura si trovano
due proposte: - uno schema prandiale, che prevede l’introduzione di insulina rapida ai pasti principali, partendo da una
dose di 0,1 UI/kg, alla quale eventualmente aggiungere una somministrazione al mattino di insulina lenta o intermedia
(NPH o NPL); - uno schema basato sul tipo e sulla dose di steroide usato, secondo il quale il paziente in terapia con
una dose singola di steroide a durata d’azione intermedia somministrata al mattino (es: prednisone), potrà beneficiare di
una dose singola di insulina lenta al mattino, mentre per il paziente in trattamento con dosi multiple di glucocorticoidi o
con steroidi a lunga durata di azione (es: desametasone), sarà opportuno impostare uno schema Basal-Bolus composto
da un 30% di insulina basale, preferibilmente somministrata al mattino, ed un 70% di rapida distribuita ai pasti. Nel
paziente con diabete preesistente vi sono varie opzioni terapeutiche “progressive” da attuare: per esempio passare dalla
sola terapia dietetica ad un ipoglicemizzante orale, da un ipoglicemizzante orale ad una terapia di associazione oppure,
qualora sia già in trattamento insulinico, modificare lo schema Basal-Bolus da 50/50 a 30/70 o spostare l’analogo basale
al mattino [41].

Slide Pocket 12,13, 14. vi è un'ampia scelta dei farmaci a disposizione per la gestione della malattia cronica.
L’impostazione di una terapia va eseguita tenendo conto di vari fattori, successivamente occorrerebbe introdurre un
agente con comprovata efficacia nel ridurre gli eventi cardiovascolari. Un approccio centrato sul paziente dovrebbe
essere usato per guidare la scelta dei farmaci. Le considerazioni includono l'efficacia, il rischio di ipoglicemia, la storia
della malattia aterosclerotica-cardiovascolare, l'impatto sul peso corporeo, i potenziali effetti collaterali, gli effetti
renali, il metodo di somministrazione (orale vs sottocute), i costi, le preferenze ospedaliere.
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