DIABETE TIPO 2 E ASPETTI CARDIOVASCOLARI - AGGIORNAMENTI 2015 DIRETTORE SCIENTIFI CO: ANTONIO CERIELLO - RIVISTA MEDIA

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AGGIORNAMENTI 2015
                       Direttore Scientifico: Antonio Ceriello

     Diabete tipo 2
e aspetti cardiovascolari
  Antonio Ceriello, Angelo Avogaro, Stefano Genovese, Edoardo Mannucci
DIABETE TIPO 2 E ASPETTI CARDIOVASCOLARI - AGGIORNAMENTI 2015 DIRETTORE SCIENTIFI CO: ANTONIO CERIELLO - RIVISTA MEDIA
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AGGIORNAMENTI 2015
                     Direttore Scientifico: Antonio Ceriello

     Diabete tipo 2
e aspetti cardiovascolari
  Antonio Ceriello, Angelo Avogaro, Stefano Genovese, Edoardo Mannucci
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Indice

Introduzione
Diabete e malattie cardiovascolari: ruolo dei farmaci ipoglicemizzanti
Antonio Ceriello ...........................................................................................................           4

Malattia cardiovascolare e diabete: entità del problema
Angelo Avogaro ...........................................................................................................            5
 Introduzione...............................................................................................................          5
 I meccanismi aterogenetici nel DM...........................................................................                         5
 Vi è una relazione tra HbA1c e Mcv?.........................................................................                         6
 Il DM si associa ed è causa di morte per Mcv.........................................................                                7
 La microangiopatia è il più importante fattore di rischio per macroangiopatia........                                                9
 È proprio vero che i grandi trial di intervento si sono dimostrati deludenti? Sì!........                                            9
 È proprio vero che i grandi trial di intervento si sono dimostrati deludenti? no!.......                                            11
 Conclusioni................................................................................................................         12

Sicurezza cardiovascolare degli ipoglicemizzanti orali
Stefano Genovese .......................................................................................................             14
  Introduzione...............................................................................................................        14
  I farmaci....................................................................................................................      14
       Metformina.........................................................................................................           14
       Glitazoni.............................................................................................................        14
       Inibitori dell’alfa-glucosidasi...............................................................................                16
       Agonisti del GLP-1.............................................................................................               16
       Sulfaniluree.........................................................................................................         17
   Conclusioni...............................................................................................................        19

Effetti cardiovascolari dei DPP-4i
Edoardo Mannucci ......................................................................................................              21
  Effetti degli inibitori della DPP4 sui fattori di rischio cardiovascolare.....................                                     22
  Effetti cardiaci e vascolari diretti degli inibitori della DPP4......................................                              22
  Effetti cardiovascolari di sitaglitpin e degli altri inibitori della DPP4: risultati dei trial
  clinici con endpoint metabolico...............................................................................                     23
  I trial di outcome cardiovascolare con gli inibitori della DPP4................................                                    24
  Saxagliptin e scompenso cardiaco..........................................................................                         26
  Conclusioni...............................................................................................................         27

Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015                                                         Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
DIABETE TIPO 2 E ASPETTI CARDIOVASCOLARI - AGGIORNAMENTI 2015 DIRETTORE SCIENTIFI CO: ANTONIO CERIELLO - RIVISTA MEDIA
Introduzione
 Diabete e malattie cardiovascolari:
 ruolo dei farmaci ipoglicemizzanti
                                           Antonio Ceriello
           Insititut d’Investigacions Biomèdiques August Pi i Sunyer (IDIBAPS) Barcellona, Spagna

È ampiamente noto che le complicanze cardio-              tazione obbligatoria del rischio cardiovascolare
vascolari costituiscono il maggior problema del           per tutti i nuovi farmaci antidiabetici che si affac-
diabete.                                                  ciano all’orizzonte e che chiedono l’approvazio-
L’aspettativa comune è sempre stata quella di             ne alla messa in commercio.
poter contare su farmaci che da un lato assicu-           Negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria
rassero un ottimale controllo glicemico e dall’al-        esplosione di nuove classi di farmaci antidiabeti-
tro garantissero anche una certa protezione               ci, che hanno meccanismi d’azione molto diversi
cardiovascolare. Queste attese sono state fino a          tra loro e a volte potenzialmente sinergici. Motivo
ora vane. Non solo, ma nel caso di alcuni farma-          per cui la classe medica ha bisogno di conosce-
ci, vedi rosiglitazone, sarebbe addirittura emer-         re ed essere rassicurata sui potenziali rischi car-
sa una certa pericolosità legata al suo uso. Il           diovascolari legati a questi nuovi farmaci.
caso del rosiglitazone non sembra isolato, tanto          Lo scopo di questo volume è di fare il punto su-
è vero che negli ultimi anni diverse segnalazio-          gli aspetti di sicurezza cardiovascolare sia dei
ni suggeriscono di essere molto cauti con due             nuovi sia dei vecchi farmaci. Ritengo che que-
classi di farmaci, sulfaniluree e glinidi, che pure       sto volume possa essere un utile strumento di
sono largamente usate da decenni.                         aggiornamento su un argomento non solo di
Allo scopo di limitare al massimo i danni, la Food        estremo interesse ma dal rilevante impatto cli-
Drug Administration (FDA) ha introdotto la valu-          nico pratico.

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari              4                   Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
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Malattia cardiovascolare
e diabete: entità del problema
                                            Angelo Avogaro
          Dipartimento di Medicina, Cattedra di Malattie del Metabolismo, Università di Padova

Introduzione                                                mero e attività delle cellule progenitrici endoteliali
La malattia cardiovascolare (MCV) è la prima                di derivazione midollare. Inoltre i prodotti di glica-
causa di morte nei pazienti con diabete mellito             zione avanzata (AGE), con i loro recettori specifi-
(DM); il 65% dei pazienti diabetici tipo 2 muore            ci, riducono la funzione di barriera dell’endotelio.
per cardiopatia ischemica o stroke. Un pazien-              Queste alterazioni possono spiegare l’aumento
te diabetico adulto ha una probabilità doppia di            della permeabilità vascolare e del trasporto di
soffrire di MCV rispetto a un non diabetico. Nel            macromolecole attraverso l’endotelio. Dal punto
2001 la riduzione stimata dell’aspettativa di vita          di vista funzionale ciò si riflette in alterazioni della
nelle persone con DM in Gran Bretagna era di                microcircolazione coronarica che sono presenti
10 anni; più recenti statistiche indicano questa            già nelle fasi precoci della malattia: sono state
riduzione in 8,5 anni. La MCV è, tra le varie pato-         dimostrate numerose anomalie della microcirco-
logie, quella che più di tutte rende ragione della          lazione coronarica quali la riduzione della riserva
riduzione dell’aspettativa di vita e tende a coin-          coronarica e la ridotta capacità di vasodilatazio-
volgere tutti i distretti arteriosi, in modo partico-       ne endotelio-dipendente. Tra le ipotesi più accre-
lare il distretto coronarico, cerebrale e periferico.       ditate sui possibili meccanismi attraverso cui il
In questa rassegna illustrerò le relazioni esistenti        diabete può indurre disfunzione endoteliale vi è
tra DM e MCV, i meccanismi eziopatogenetici e il            quella di un aumentato stress ossidativo. Un im-
ruolo del trattamento antidiabetico nella riduzio-          patto negativo che l’iperglicemia svolge sulla fun-
ne degli eventi causati da MCV.                             zione endoteliale nel paziente diabetico può es-
                                                            sere svolto anche indirettamente da substrati che
I meccanismi aterogenetici nel DM                           in questa condizione metabolica possono essere
I meccanismi che portano ad aterosclerosi nel               elevati: tra questi vanno sicuramente annovera-
DM sono complessi (Fig. 1) e possono essere                 ti gli acidi grassi liberi (NEFA), i quali causano
sia di tipo metabolico sia infiammatorio. L’iper-           stress ossidativo e attivano la protein chinasi C
glicemia si associa dapprima ad attivazione e               (PKC), una chinasi la cui aumentata attività causa
in seguito a disfunzione endoteliale; nella prima           disfunzione endoteliale. Il DM, oltre al tradiziona-
fase vi è un’aumentata espressione di molecole              le quadro dismetabolico, è caratterizzato dalla
di adesione cellulare e di geni pro-infiammatori            presenza di un processo infiammatorio cronico
e una riduzione di sintesi di nitrossido (NO), un           subclinico. La malattia aterosclerotica, soprattut-
potente vasodilatatore. In corso di disfunzione             to nelle fasi avanzate, è caratterizzata da un pro-
endoteliale vi è una perdita delle proprietà vaso-          cesso infiammatorio che è uno dei determinanti
dilatatorie delle cellule endoteliali, una costrizio-       maggiori della vulnerabilità della placca e dell’in-
ne reattiva delle cellule muscolari lisce vascolari         sorgenza delle sindromi coronariche acute. Studi
e una loro proliferazione, un aumento dei fattori           sperimentali hanno dimostrato come la lesione
pro-coagulanti e un’aumentata attività di enzimi            aterosclerotica altro non è che la risposta all’in-
proteolitici come le metallo-proteinasi di matrice.         giuria causata alle cellule endoteliali da monociti,
La rigenerazione di cellule endoteliali che segue           linfociti T e citochine circolanti in risposta a un
la de-endotelizzazione (ad esempio dopo angio-              insulto aterogeno. È altresì vero che nel diabete
plastica) è più lenta, anche grazie a un ridotto nu-        sono stati riscontrati, in assenza di un concomi-

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A. Avogaro

 Figura 1. Patogenesi dell’aterotrombosi nel paziente diabetico tipo 2.

                                                                                                                   Insulino-resistenza
                                    Insulino-resistenza                                                            nel tessuto adiposo
                                nel muscolo FFA glucosio
                                            FFA    Glucosio                             Adiponectina
                                                                                                        TNF-α, IL-6
                       Iperinsulinemia

                                                                                                                        FFA

Insulino-resistenza endoteliale
                                                                                            PAI-1
 NO sintesi Molecole di adesione                                                       Fibrinogeno
                                                                                             PCR

   Invecchiamento, fumo, elevato
    colesterolo LDL, ipertensione                                       Dislipidemia
              arteriosa                                                 HDL, VLDL
                                                         AGEs
                                                          ROS
                                                                                                                 Insulino-resistenza
                                                           Iperglicemia                                                epatica

 FFA: acidi grassi liberi; TNF- α: fattore necrotico tumorale; IL-6: interleuchina-6; AGE: prodotti avanzati di glicazione; ROS: specie reattive dell’os-
 sigeno; PAI: inibitore dell’attivatore del plasminogeno; PCR: proteina C reattiva; HDL: colesterolo HDL; VLDL: lipoproteine a densità molto bassa.

tante episodio infettivo, livelli elevati di proteina C                        Vi è una relazione tra HbA1c e MCV?
reattiva (PCR), di fattore necrotico tumorale alfa                             La MCV si associa a incrementi di HbA1c inferiori
(TNF-α) e di interleuchina 6 (IL-6). L’associazione                            alla soglia diagnostica per DM di 6,5% (48 mmol/
tra molecole infiammatorie e danno cardiovasco-                                mol). Nello studio EPIC-Norfolk Khaw et al. hanno
lare si è rivelata indipendente dagli altri fattori di                         esaminato la relazione tra livello di HbA1c, MCV e
rischio tradizionali.                                                          mortalità totale in 10.000 adulti di età compresa
L’iperglicemia potenzia anche gli effetti avversi                              tra 45 e 79 anni: il rischio relativo di mortalità per
degli altri principali fattori di rischio per MCV.                             MCV aumentava continuativamente, in entrambi i
Gli studi MRFIT (Multiple Risk Factor Interven-                                generi, in funzione dei valori di HbA1c. Rispetto a
tion Trial), UKPDS (United Kingdom Prospective                                 una concentrazione di HbA1c pari al 5%, ogni au-
Diabetes Study) e STENO hanno dimostrato che                                   mento dell’1% si associava a un incremento del
ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa gio-                               20% di eventi per MCV (Fig. 2). Analoghi risultati
cano un ruolo importante nel causare la MCV;                                   sono stati pubblicati nello studio INTERHEART
lo studio MRFIT ha messo in evidenza come il                                   che ha analizzato il rischio di infarto miocardico
rischio assoluto di morte per MCV era significa-                               acuto in funzione dell’HbA1c in 15.780 soggetti
tivamente maggiore nei diabetici rispetto ai non                               senza DM noto: il rischio aumentava significati-
diabetici per ogni strato di età, etnia ed esposi-                             vamente per valori di HbA1c ben inferiori al 6,5%.
zione ai maggiori fattori di rischio: colesterolo,                             Selvin et al. hanno dimostrato che in pazienti non
pressione arteriosa, fumo di sigaretta. La MCV                                 diabetici i livelli di HbA1c erano significativamente
nel paziente diabetico ha numerose concause                                    associati a MCV.
ma l’iperglicemia ne potenzia il danno che esse                                Una recente analisi condotta su 73 studi pro-
hanno sul letto vascolare.                                                     spettici e che ha coinvolto 294.998 parteci-

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Malattia cardiovascolare e diabete: entità del problema

 Figura 2. Rischio per MCV in differenti categorie di tolleranza glucidica.

                                                                                                                  PVD
                                                                                  Ictus
                                 CHD                                                                         3-5 volte 
                                                                             2-3 volte 
  Rischio di MCV

                            2-3 volte 

                                                                             IFG, IGT,
                                                                       sindrome metabolica

                          Normoglicemia                                      Prediabete                    Diabete manifesto

 CHD: cardiopatia ischemica; PVD: arteriopatia obliterante arti inferiori.

panti senza precedente storia di MVC e DM ha                                     sioni coronariche significative post-mortem. L’e-
dimostrato un’associazione tra MCV e HbA1c:                                      stensione del danno arteriosclerotico è sovrap-
quest’ultima era superiore alla glicemia a digiu-                                ponibile a coloro che in vita avevano avuto una
no e postprandiale nel predire il rischio CV.                                    diagnosi di coronaropatia senza aver avuto dia-
Nei pazienti con DM, per ogni punto di incre-                                    gnosi di DM. Un’analisi dell’Emerging Risk Fac-
mento percentuale di HbA1c, il rischio relativo                                  tor Collaboration ha considerato i dati estratti da
di MCV era pari a 1,18 per i pazienti con DM                                     698.782 persone valutate in 102 studi prospet-
tipo 2 e di 1,15 per i pazienti diabetici tipo 1. In                             tici (Fig. 3). Nei pazienti con DM il rischio per
soggetti con prediabete la probabilità di avere                                  cardiopatia ischemica era pari a 2,00, 2,27 per
livelli elevati di troponina T a 6 anni era del 6,4%                             stroke ischemico, 1,56 per stroke emorragico e
rispetto al 3,7% nei soggetti di controllo con un                                1,73 per morte per MCV. Il rischio per cardiopa-
rischio pari a 1,40 (95% IC, 1,08-1,80).                                         tia ischemica era maggiore nelle donne rispetto
La relazione tra livelli di HbA1c e MCV esiste an-                               agli uomini. In un ulteriore studio condotto su più
che per altri distretti vascolari; il rischio relativo
                                                                                 di 800 mila persone, i pazienti diabetici presen-
di stroke aumenta all’aumentare di HbA1c sia in
                                                                                 tavano un rischio pari a 2,32 per morte cardio-
persone senza diabete, sia in persone con dia-
                                                                                 vascolare dopo aggiustamento per età, sesso,
bete con un rischio di 1,18 e 1,58 nei soggetti
                                                                                 indice di massa corporea.
allocati nei terzili di HbA1c più elevati rispetto al
                                                                                 Il Verona Diabetes Study ha dimostrato come
terzile inferiore.
                                                                                 nella popolazione diabetica il 35% dei deces-
Il DM si associa ed è causa di morte per MCV                                     si era attribuibile alla cardiopatia ischemica e il
Come in precedenza ricordato, la presenza di                                     24% a stroke. In 3550 soggetti diabetici iden-
DM conclamato è associato alla presenza di                                       tificati nel 2002 e seguiti per 5 anni, la mortali-
MCV. Dal 50 all’80% dei diabetici senza una                                      tà cardiovascolare era pari a 9,6 casi per 1000
diagnosi di coronaropatia in vita presentano le-                                 persone/anno. Successivi dati sulla prevalenza

Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015                                    7                         Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
DIABETE TIPO 2 E ASPETTI CARDIOVASCOLARI - AGGIORNAMENTI 2015 DIRETTORE SCIENTIFI CO: ANTONIO CERIELLO - RIVISTA MEDIA
A. Avogaro

 Figura 3. Rischio vascolare residuo in pazienti diabetici (da The Emerging Risk Factors Collaboration.
 Lancet 2010, mod.).

 Analisi condotta su 530.083 pazienti da 102 studi prospettici
 HR: aggiustati per età, fumo; BMI: pressione arteriosa, assetto lipidico.
 HR: Hazard ratio.

della cardiopatia ischemica nel paziente, sia                                    incidenza si sono verificati in totale 881 eventi
con prediabete sia con DM, sono stati forniti                                    di cardiopatia ischemica, con un corrispondente
dallo studio di Brunico che ha dimostrato come                                   tasso di incidenza di 28,8 x 1000 anni-persona
nei maschi di età compresa tra 40 e 79 anni, con                                 negli uomini e di 23,3 nelle donne. L’incidenza di
normale tolleranza ai carboidrati, la prevalenza                                 cardiopatia ischemica ricorrente era pari a 39,5
di cardiopatia ischemica era pari a 8%; nei ma-                                  per 1000 persone-anno nei maschi e a 57,1 nel-
schi con alterata tolleranza ai carboidrati (IGT)                                le donne tra chi aveva già avuto un evento.
era 26% e aumentava a 35% nei pazienti con                                       In un recente studio di coorte che ha analizzato
DM. Nelle femmine era pari al 5% tra chi pre-                                    quasi 2 milioni di persone con DM tipo 2 segui-
sentava normale tolleranza ai carboidrati, 13%                                   te per 5 anni e mezzo, è stato mostrato come il
tra chi presentava IGT e 30% tra le pazienti con                                 17,9% dei pazienti ha presentato un primo epi-
DM conclamato.                                                                   sodio di MCV che si è evidenziato come arterio-
Lo studio DAI, condotto in pazienti ambulatoriali                                patia obliterante agli arti inferiori. La presenza di
con DM tipo 2, ha dimostrato che il 19,3% dei                                    DM tipo 2 era associata a un rischio pari a 1,72
pazienti presentava una o più complicanze ma-                                    per stroke ischemico, 1,62 per angina stabile,
croangiopatiche (22,2% negli uomini e 16,4%                                      1,54 per infarto miocardico non fatale.
nelle donne). La prevalenza di cardiopatia                                       L’elevatissima prevalenza di MCV nei pazienti
ischemica era pari a 8,3% negli uomini e 10,3%                                   con DM tipo 2 ha fatto sì che la sola presen-
nelle donne, di infarto del miocardio da solo o                                  za di DM possa considerarsi un equivalente di
con interventi di rivascolarizzazione è 10,8%                                    MCV. Tale equivalenza è stata evidenziata sia
negli uomini e 3,9% nelle donne, di ictus 3,4%                                   da una survey della durata di 25 anni, sia da
negli uomini e 2,6% nelle donne. Nello studio di                                 uno studio danese che ha analizzato l’outcome

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari                                     8                   Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
Malattia cardiovascolare e diabete: entità del problema

in più di 3 milioni di persone. Una recente revi-             non solo predice la coronaropatia ma anche la
sione critica di questa equivalenza è stata con-              cerebropatia e la vascolopatia periferica. Altret-
dotta da parte di Sattar che ha affermato come                tanto importante è la presenza di retinopatia: il
questa sia presente non tanto all’esordio dia-                diametro dei vasi retinici è un predittore di mor-
gnostico della malattia diabetica ma solamente                talità per stroke e coronaropatia in persone di
dopo molti anni di malattia. Questa ipotesi però              mezza età. La presenza di retinopatia proliferan-
non è del tutto accettabile poiché un’importan-               te si associa rispetto all’assenza di retinopatia a
te percentuale di pazienti diabetici all’esordio              un rischio di 25 volte maggiore di amputazione
diagnostico presenta già complicanze macro-                   non traumatica agli arti inferiori. La presenza di
vascolari, dovute non tanto alla glicemia quan-               una qualche forma di microangiopatia si asso-
to ad altri fattori di rischio quali dislipidemia e/o         cia a un’aumentata incidenza di un primo evento
ipertensione arteriosa.                                       coronarico sia nell’uomo sia nella donna. Analo-
                                                              gamente la neuropatia è un potente predittore di
La microangiopatia è il più importante                        eventi e mortalità per MCV.
fattore di rischio per macroangiopatia                        Questi dati prospettici dimostrano come sia rile-
Nel paziente diabetico la presenza dei fattori                vante l’associazione tra le due principali compli-
di rischio classici, oltre al diabete, è molto più            canze microvascolari e la malattia ateroscleroti-
prevalente rispetto ai soggetti non diabetici; gli            ca. Se consideriamo che in Italia tra i diabetici
stessi fattori di rischio sono presenti in forma              tipo 2 oltre un terzo dei pazienti ha almeno una
assai più grave. Ciò può spiegare, almeno in                  complicanza microvascolare, che la prevalenza
parte, l’eccesso di mortalità per MCV in questa               delle complicanze microvascolari aumenta con
popolazione dove sono però operanti altri fattori             l’età, passando dal 28% nelle persone con età
di rischio non presenti nella popolazione gene-               inferiore ai 55 anni al 40% nella fascia di età so-
rale: le complicanze microvascolari.                          pra i 75 anni, si evince come, sia la loro diagnosi
Queste rappresentano un importante fattore                    sia il loro trattamento, siano importanti nella pre-
di rischio per complicanze macrovascolari. Il                 venzione non solo della cecità e della nefropatia
37% dei pazienti con DM tipo 2 presenta una                   diabetica ma anche della MCV.
complicanza microvascolare, dei quali il 29%                  In definitiva è ancora dibattuto il concetto se le
da una sola complicanza, il 7% da due compli-                 complicanze microvascolari siano dei semplici
canze e meno dell’1% da tre. Le complicanze                   marcatori di una MCV diffusa o se possano es-
microvascolari più frequenti sono quelle renali               sere considerate come una fase precoce della
fra gli uomini (25% rispetto al 19% nelle donne)              MCV. Abitualmente si ritiene che la microangio-
e quelle oculari nelle donne (20% negli uomini                patia sia un evento tardivo nella storia natura-
e 23% nelle donne). La presenza di una com-                   le della malattia diabetica: questa assunzione
plicanza microvascolare predice in modo indi-                 non è però del tutto corretta dal momento che,
pendente la coronaropatia: questo è vero sia                  a livello cardiaco, nel paziente diabetico tipo 2
per la nefropatia sia per la retinopatia. Sia una             può essere presente una microangiopatia stru-
riduzione della funzione renale sia la microal-               mentalmente rilevabile, in assenza di lesioni ate-
buminuria sono indipendentemente associate                    romasiche alle arterie epicardiche. Alla luce di
a un aumentato rischio per MCV. L’ipertensione                queste osservazioni si può pertanto affermare
arteriosa è il maggior fattore di rischio per mi-             che micro- e macroangiopatia rappresentano un
croalbuminuria, la quale non solo è un preditto-              continuum di quella che consideriamo la MCV
re di macroproteinuria e di nefropatia diabetica              del paziente diabetico.
conclamata, ma è anche un fattore di rischio per
mortalità cardiovascolare sia nel diabete tipo 1,             È proprio vero che i grandi trial di
sia tipo 2, sia nella popolazione non diabetica.              intervento si sono dimostrati deludenti? Sì!
La relazione tra escrezione urinaria di albumina              Se da una parte esistono molteplici evidenze
ed eventi cardiovascolari è positiva e continua e             che il rischio di mortalità cardiovascolare au-
inizia a livelli di proteinuria inferiori a quelli oggi       menta con l’incremento del valore di HbA1c,
considerati come normali. La microalbuminuria                 dall’altra, i trial di intervento che hanno avuto

Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015                 9                         Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
A. Avogaro

come obiettivo quello di verificare se la riduzio-           (ADVANCE), il Prospective pioglitazone clinical
ne dell’HbA1c si associava a una riduzione de-               trial in macrovascular events (PROactive), il Ro-
gli eventi cardiovascolari, hanno offerto risultati          siglitazone evaluated for cardiovascular outco-
molto controversi (Fig. 4).                                  mes in oral agent combination therapy for type
L’UKPDS è stato il primo studio disegnato per                2 diabetes (RECORD), l’Assessment on the
dimostrare se, nei pazienti DM tipo 2 di nuova               Prevention of Progression by Rosiglitazone on
insorgenza, uno stretto controllo glicemico è in             Atherosclerosis in Diabetes Patients With Car-
grado di ridurre le complicanze sia micro- sia               diovascular History (APPROACH) e il Veterans
macrovascolari. Ne è emerso che un trattamen-                Affairs Diabetes Trial (VADT), sembrano negare
to intensivo con sulfaniluree (SU), metformina o             il concetto secondo il quale lo stretto controllo
insulina riduceva le complicanze microvasco-                 glicemico possa conferire una protezione nei
lari sia a breve sia a lungo termine, mentre un              confronti della MCV nel paziente diabetico. Se-
approccio intensivo riduceva le complicanze                  condo queste considerazioni, una terapia anti-
macrovascolari solamente a lungo termine. In                 diabetica che riduca contemporaneamente la
un esiguo sottogruppo di diabetici obesi il trat-            glicemia e sia in grado di esercitare effetti po-
tamento con metformina era in grado di ridurre,              sitivi a livello vascolare potrebbe contribuire a
anche a breve termine, il rischio di macroangio-             ridurre morbidità e mortalità per MCV. Analoga-
patia. Purtroppo i risultati di altri grandi studi di        mente come dimostrato dallo studio Screening
efficacia, come l’Action to Control Cardiovascu-             for type 2 diabetes and population mortality over
lar Risk in Diabetes Study Group (ACCORD),                   10 years (ADDITION-Cambridge), lo screening
l’Action in Diabetes and Vascular Disease: Pre-              per DM tipo 2 in soggetti ad alto rischio non si
terax and Diamicron MR Controlled Evaluation                 associa a una riduzione della mortalità per MCV.

 Figura 4. HbA1c, MCV prevalente e durata di malattia all’arruolamento nei trial UKPDS, PROactive,
 ACCORD, ADVANCE, VADT e ORIGIN.

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari                10                  Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
Malattia cardiovascolare e diabete: entità del problema

Una recente meta-analisi ha attestato come un                Outcomes With Alogliptin Versus Standard of
controllo meticoloso della glicemia produce                  Care (EXAMINE) che ha testato la sicurezza di
un beneficio limitato in termini di mortalità per            alogliptin. Questi due farmaci sono stati testati in
tutte le cause e per mortalità cardiovascolare.              pazienti diabetici tipo 2 ad alto e ad altissimo ri-
Gli stessi autori affermano che i vantaggi di un             schio, dimostrando un buon profilo di sicurezza.
trattamento intensivo della glicemia possono                 Tuttavia, nel SAVOR è stato osservato un aumen-
essere vanificati da un aumento delle ipoglice-              to delle ipoglicemie e delle ospedalizzazioni per
mie. Ciò ha indotto alcuni autori a ritenere che,            insufficienza cardiaca nei pazienti randomizzati
ancora oggi, ci ritroviamo in un’“epoca buia” in             a saxagliptin. A oggi siamo in attesa di numero-
termini del trattamento del diabete. Le motiva-              si altri trial che valuteranno la sicurezza sia dei
zioni di questo non successo sono numerose:                  DPP-4 inibitori, sia degli agonisti del recettore
come accennato, i farmaci utilizzati in questi               del GLP-1 (GLP-1RA).
trial inducevano un’aumentata incidenza di ipo-
glicemie e un aumento di peso; i pazienti inclu-             È proprio vero che i grandi trial di
si nei vari studi presentavano all’arruolamento              intervento si sono dimostrati deludenti? No!
una MCV diffusa, uno stadio, questo, in cui altri            Il post-trial monitoring dello UKPDS ha dimostra-
fattori rispetto al glucosio giocano un ruolo im-            to che l’iniziale buon controllo della glicemia nei
portante nella biologia della placca. Numerosi               pazienti diabetici tipo 2 all’esordio è in grado, a
studi hanno infatti comprovato che il trattamento            lungo termine, di ridurre gli eventi cardiovasco-
farmacologico della dislipidemia e dell’iperten-             lari indipendentemente dal trattamento ricevuto
sione riduceva significativamente gli eventi car-            (Fig. 5). Lo STENO trial ha evidenziato una ridu-
diovascolari maggiori indipendentemente dalla                zione di circa il 50% della mortalità cardiovasco-
presenza o meno di MCV. Nello studio STENO2                  lare nei pazienti diabetici tipo 2 ad altissimo ri-
il trattamento con statine spiegava il 70% della             schio quando tutti i maggiori fattori di rischio car-
riduzione del rischio nei pazienti diabetici tipo 2          diovascolare, unitamente al trattamento antiag-
ad altissimo rischio cardiovascolare. Alla luce di           gregante, sono portati a target. Nello studio VADT
queste osservazioni, le linee guida ESC/EASD                 il trattamento intensivo della glicemia riduceva gli
e della SID indicano chiaramente che elevati                 eventi cardiovascolari in coloro con minor esten-
valori di colesterolo-LDL e bassi valori di cole-            sione delle calcificazioni a livello coronarico e nei
sterolo-HDL sono importanti fattori di rischio per           pazienti con durata di malattia inferiore a 15 anni.
i soggetti diabetici (livello di evidenza A) e che           A supporto di questo concetto un’ulteriore meta-
le statine sono farmaci di prima linea per ridurre           analisi ha dimostrato come la randomizzazione a
il colesterolo-LDL nei pazienti diabetici (livello di        un trattamento intensivo della glicemia riduceva il
evidenza A).                                                 rischio di eventi CV maggiori del 9%, soprattutto
In alcuni studi il target di HbA1c era troppo am-            per una riduzione del rischio per infarto miocardi-
bizioso per l’età avanzata dei pazienti arruolati;           co del 15%. Il beneficio si osservava soprattutto
in altri la durata del trial era troppo breve per-           nei pazienti senza apparente MCV.
ché ci si potesse aspettare un effetto positivo              Una recente analisi dello studio ACCORD ha
sugli eventi cardiovascolari maggiori da parte               dimostrato che l’infarto miocardico, la riva-
del trattamento ipoglicemizzante. Dopo la di-                scolarizzazione coronarica e l’angina instabile
mostrazione che il trattamento con rosiglitazone             erano meno frequenti nei pazienti randomizza-
era associato a infarto acuto del miocardio, la              ti a trattamento intensivo rispetto a trattamento
FDA ha richiesto, prima o dopo l’immissione in               standard; questo vantaggio veniva perso per i
commercio, che tutti i nuovi farmaci antidiabe-              valori più bassi di HbA1c. Quattro meta-analisi
tici siano valutati per la loro sicurezza cardiova-          diverse condotte su UKPDS, ACCORD, VADT,
scolare. I primi due studi di sicurezza pubblicati           ADVANCE e PROactive hanno dimostrato, a
a oggi sono il Saxagliptin and Cardiovascular                fronte di un aumento medio del rischio di ipo-
Outcomes in Patients with Type 2 Diabetes Mel-               glicemia pari a 2,59, una riduzione del rischio
litus (SAVOR) in cui è stata testata la sicurezza            per infarto miocardico pari al 14% senza au-
di saxagliptin e l’Examination of Cardiovascular             mento della mortalità. L’eccesso di ipoglicemie

Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015               11                          Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
A. Avogaro

 Figura 5. Impatto del trattamento intensivo della glicemia sulle complicanze: sintesi dei grandi trial.

                                           Microvasculopatia                      MCV                       Mortalità

    DCCT/EDIC 1 2
    (T1DM)
    UKPDS 3 4
    (T2DM)
    ACCORD 5
    (T2DM)
    ADVANCE 6
    (T2DM)
    VADT 7
    (T2DM)

        Trial iniziale                                                                       1
                                                                                               N Engl J Med 1993;329:977-86.
                                                                                             2
                                                                                               N Engl J Med 2005;353:2643-53.
        Follow-up                                                                            3
                                                                                               Lancet 1998;352:837-53.
                                                                                             4
                                                                                               N Engl J Med 2008;359:1577-89.
                                                                                             5
                                                                                               N Engl J Med 2008;358:2545-59.
                                                                                             6
                                                                                               N Engl J Med 2008;358:2560-72.
   T1DM: diabete mellito tipo 1; T2DM: diabete mellito tipo 2.                               7
                                                                                               N Engl J Med 2009;360:129-39.

nei trial non è necessariamente legato al target                         ha evidenziato una riduzione del 66% nella pre-
glicemico raggiunto ma dipende anche dal tipo                            venzione della malattia renale allo stadio finale
di trattamento impiegato; a tal proposito lo stu-                        in quei pazienti che, all’arruolamento, mostrava-
dio Outcome Reduction with Initial Glargine In-                          no nefropatia conclamata.
tervention (ORIGIN) in cui è stata dimostrata la
neutralità cardiovascolare del trattamento con                           Conclusioni
insulina basale, ha dimostrato che l’incidenza                           Alcuni studi recenti hanno reso evidente che ne-
di ipoglicemie era significativamente minore,                            gli ultimi anni sono aumentati progressivamente
a parità di compenso glicemico, in coloro che                            i ricoveri per ipoglicemia rispetto ai ricoveri per
erano randomizzati a insulina glargina. Lo stu-                          iperglicemia. Tale osservazione è suffragata da
dio PROactive ha dimostrato come il trattamento                          alcuni dati recenti che hanno evidenziato come
con pioglitazone riduceva del 37% le sindromi                            un trattamento inutilmente aggressivo della glice-
coronariche acute in coloro che erano stati ran-                         mia è spesso attuato in pazienti con comorbidità
domizzati a questo farmaco e del 47% l’ictus                             e in pazienti fragili. Per ovviare all’aumentata inci-
fatale e non fatale nei pazienti con pregresso                           denza di ipoglicemie, specie in pazienti anziani e
ictus. Nello studio ADVANCE, nel gruppo asse-                            con MCV, non solo è necessario ricercare un tar-
gnato a trattamento intensivizzato, l’HbA1c è sta-                       get glicemico più consono alle aspettative di vita
ta ridotta da un valore medio basale di 7,5% a                           del paziente e alle reali necessità di prevenzione,
un valore di 6,3% dopo 66 mesi di follow-up. In                          ma è anche imperativo utilizzare farmaci che non
questo gruppo è stata osservata una significati-                         inducano ipoglicemia. L’avvento delle incretine
va riduzione del 10% del rischio relativo per un                         in tale contesto è stato una delle maggiori inno-
endpoint combinato di complicazioni micro- e                             vazioni terapeutiche nel campo del trattamento
macrovascolari. In particolare è stata osservata                         del diabete. I primi due grandi trial di sicurezza,
una riduzione del 21% di nuova nefropatia o un                           SAVOR e EXAMINE, hanno dimostrato che due
peggioramento della stessa. Un’ulteriore analisi                         DPP-4 inibitori, saxagliptina e alogliptin, sono si-

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari                            12                   Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
Malattia cardiovascolare e diabete: entità del problema

curi dal punto di vista cardiovascolare pur non                Kelly TN, Bazzano LA, Fonseca VA. Systematic re-
svolgendo un’azione di per sé protettiva in ter-                   view: glucose control and cardiovascular disease
mini di riduzione degli eventi. Ciò non toglie che                 in type 2 diabetes. Ann Intern Med 2009;151:394-
                                                                   403.
i DPP-4 inibitori rappresentino un’ottima scelta
terapeutica per tutti quei pazienti anziani e fragili          ADVANCE Collaborative Group, Patel A, MacMahon S,
                                                                   Chalmers J, et al. Intensive blood glucose control
che richiedano un buon controllo della glicemia
                                                                   and vascular outcomes in patients with type 2 dia-
ma in cui le crisi ipoglicemiche potrebbero esse-                  betes. N Engl J Med 2008;358:2560-72.
re potenzialmente pericolose.                                  Intensive blood-glucose control with sulphonylureas or
                                                                   insulin compared with conventional treatment and
Bibliografia di riferimento                                        risk of complications in patients with type 2 diabe-
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                                                                   vascular disease prevention in diabetes: rec-
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    tient with diabetes mellitus and coronary artery               ogy of Diabetes Interventions and Complications
    disease: therapeutic approaches to improve out-                (DCCT/EDIC) Study Research Group. Intensive
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Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015                 13                           Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
Sicurezza cardiovascolare
  degli ipoglicemizzanti orali
                                           Stefano Genovese
         UO di Diabetologia e Malattie Metaboliche, IRCCS MultiMedica, Sesto San Giovanni (MI)

Introduzione                                                 I farmaci
La prevenzione delle malattie cardiovascolari
(CV) è uno dei principali obiettivi del trattamen-           Metformina
to a lungo termine del diabete mellito tipo 2                Per anni si è affermato che la metformina riduces-
(T2DM). I risultati ottenuti dagli studi clinici han-        se il rischio delle complicanze CV; questa afferma-
no dimostrato che il miglioramento del controllo             zione traeva spunto dallo studio UKPDS 34 (UK
glicemico produce una significativa riduzione                Prospective Diabetes Study) nel quale in un sot-
dell’incidenza di eventi CV maggiori. Tuttavia,              togruppo di pazienti in sovrappeso l’utilizzo della
è stato anche suggerito che i vari farmaci ipo-              metformina si associava a una minore morbilità
glicemizzanti utilizzati potrebbero avere effetti            e mortalità CV rispetto ai pazienti trattati con sul-
diversi, anche divergenti, sul rischio CV.                   fanilurea e insulina. In realtà quello studio aveva
L’attenzione sulla sicurezza CV degli ipoglice-              una serie di limiti, il principale dei quali era un sot-
mizzanti orali acquisisce particolare rilevanza              todimensionamento della casistica. Una recente
nel 2008, quando viene sospeso dal mercato                   meta-analisi ha dimostrato che la metformina non
il rosiglitazone per un presunto aumentato ri-               sembra avere ulteriori effetti positivi sugli eventi
schio di infarto del miocardio riportato da una              CV, oltre quelli determinati dal miglioramento del
metanalisi, che aveva numerosi limiti meto-                  controllo glicemico; la stessa analisi escludeva,
dologici. Nello stesso anno la Food and Drug                 però, qualsiasi effetto negativo della metformina
Administration (FDA) emana una guida per le                  sulla morbilità e mortalità CV. Considerando la sua
industrie farmaceutiche con i suggerimenti per               sicurezza, il basso costo e possibili effetti su al-
lo sviluppo di farmaci e prodotti biologici per              tri endpoint non CV, quali i tumori, la metformina
il trattamento del diabete mellito. In particola-            viene suggerita come farmaco di prima linea nella
re, questa guida riporta le raccomandazioni su               cura del T2DM in tutte le linee guida.
come dimostrare che una nuova terapia per il
trattamento del T2DM non sia associata a un                  Glitazoni
aumento del rischio CV. L’effetto di questa gui-             I tiazolidinedioni o glitazoni, agonisti dei pero-
da è stato il proliferare di numerosi studi clinici          xisome-proliferator-activated receptors (PPARs),
randomizzati, almeno uno per ciascun farmaco                 regolano l’espressione genica promuovendo
per la cura del diabete che prevedesse l’immis-              una migliore utilizzazione del glucosio e una sua
sione nel mercato dopo il 2008. La lista degli               ridotta produzione a livello dei tessuti periferici.
studi, di cui solo due conclusi, comprendente                Attualmente sul mercato italiano è disponibile
il numero di pazienti arruolati, i criteri di inclu-         solo il pioglitazone; questo farmaco ha mostrato
sione CV e l’endpoint primario è riportata in                di ridurre marker surrogati di rischio CV, quali la
Tabella I. Di seguito vengono analizzate le di-              disfunzione endoteliale, la pressione del san-
verse classi di farmaci, tranne gli inibitori della          gue, la dislipidemia e livelli circolanti di citochine
dipeptidil dipeptidasi 4 (DPP-4i), analizzati nel            infiammatorie. Il pioglitazone è in grado di incre-
dettaglio in un altro capitolo.                              mentare i livelli di colesterolo HDL, di ridurre i
                                                             trigliceridi, l’apolipoproteina B e le LDL dense,
                                                             mentre aumenta le LDL di maggiori dimensio-
                                                             ni. L’effetto complessivo di pioglitazione sulla

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari                14                    Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
Sicurezza cardiovascolare degli ipoglicemizzanti orali

 Tabella I. Trial clinici che valutano l’effetto dei farmaci per il T2DM sugli outcome CV (fonte: www.
 clinicaltrials.gov).
                                                                      Criteri di
 Gruppo      Farmaci         Studio         N   Comparatore                                  Endpoint Primario           Risultati
                                                                   inclusione CV
 DPP-4i     Saxagliptin     SAVOR     16.500      Placebo     Età > 40 aa                 Composito (morte CV,             NEJM
             (Fase 4)       TIMI-53                           HbA1c > 6,5%                IMA e ictus non fatali)          2013
                                                              Malattia CV/fattori         a 2,9 aa
                                                              di rischio multipli
            Linagliptin    CAROLINA    6.000    Glimepiride   HbA1c 6,5-8,5%            Composito (morte CV,            Settembre
             (Fase 3)                                         Malattia CV pre-esistente IMA e ictus non fatali,           2018
                                                              o danno d’organo          ospedalizzazione per
                                                              o ≥ 2 fattori di rischio  angina instabile) a 400
                                                              specificati               sett.
            Sitagliptin     TECOS     14.000      Placebo     HbA1c 6,5-8,0%            Composito (morte CV,              Marzo
            (Fase 3)                                          Malattia CV pre-esistente IMA e ictus non fatali,           2015
                                                                                        ospedalizzazione per
                                                                                        angina instabile) a 5 aa
            Alogliptin      EXAMINE    5.380      Placebo     HbA1c 6,5-11%             Composito di MACE                  NEJM
            (Fase 3)                                          SCA nei precedenti        (morte CV, IMA e ictus             2013
                                                              15‑90 gg                  non fatali) a 4 aa
            Linagliptin    CARMELINA 8.300        Placebo     Alto rischio di eventi CV Composito (morte CV,             Gennaio
             (Fase 4)                                                                   IMA e ictus non fatali,           2018
                                                                                        e ospedalizzazione per
                                                                                        angina instabile) a 48
                                                                                        mesi
GLP1-RA     Liraglutide     LEADER     9.340      Placebo     Età > 50 aa               Composito (morte CV,              Ottobre
             (Fase 3)                                         HbA1c > 7%                IMA e ictus non fatali)            2015
                                                                                        a 60 mesi
           Exenatide lar    EXSCEL    14.000      Placebo     HbA1c ≥ 6,5% ma ≤ 10,     Composito (morte CV,               Aprile
             (Fase 4)                                         0%                        IMA e ictus non fatali)            2018
                                                                                        a 7,5 aa
           Dulaglutide      REWIND     9.622      Placebo     HbA1c ≤ 9,5%              Composito (morte CV,               Aprile
            (Fase 3)                                          Età ≥ 50 aa con malattia IMA e ictus non fatali)             2019
                                                              vascolare subclinica      a 6,5 aa
                                                              o età > 60 aa con ≥ 2
                                                              fattori di rischio CV

           Lixisenatide      ELIXA     6.000      Placebo     SCA nei precedenti       Composito (morte CV,              Gennaio
             (Fase 3)                                         180 gg                   IMA e ictus non fatali,            2015
                                                                                       ospedalizzazione per
                                                                                       angina instabile) a 203
                                                                                       sett.
           Semaglutide      SUSTAIN    3.297      Placebo     Età > 50 aa con malattia Composito (morte CV,              Gennaio
            (Fase 3)                                          CV clinicamente evidente IMA e ictus non fatali)            2016
                                                              o età > 60 aa con        a 148 sett.
                                                              malattia CV subclinica

 SGLT-2    Canaglifozin     CANVAS     4.365      Placebo     Alto rischio di malattia CV Composito (morte CV,            Giugno
            (Fase 3)                                          HbA1c ≥ 7% e ≤ 10,5%        IMA e ictus non fatali)          2018
                                                                                          a 9 aa
           Empagliflozin EMPA-REG      7.000      Placebo     Alto rischio CV             Composito (morte CV,             Aprile
             (Fase 3)    OUTCOME                                                          IMA e ictus non fatali)          2015
                                                                                          a 5 aa
           Dapagliflozin   DECLARE    17.150      Placebo     Alto rischio di eventi CV Composito (morte CV,               Aprile
             (Fase 3)       TIMI-58                                                       IMA e ictus non fatali)          2019
                                                                                          a 6 aa
           Ertugliflozin               3.900      Placebo     Evidenza o anamnesi di Composito (morte CV,                 Maggio
            (Fase 3)                                          aterosclerosi a carico dei IMA e ictus non fatali,           2021
                                                              vasi cerebrali, coronarici ospedalizzazione per
                                                              o periferici                angina instabile) a 6,3 aa

 Insulin    Degludec        DEVOTE     7.644      Glargine    Età ≥ 50 aa con malattia Composito (morte CV,             Novembre
                                                              CV o IRC o età ≥ 60 aa IMA e ictus non fatali)              2018
                                                              con fattori di rischio CV a 60 mesi

Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015                     15                             Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari
S. Genovese

frazione LDL è neutro rispetto a rosiglitazone             indicano in acarbosio un agente che, oltre a ri-
che invece aumenta i livelli di colesterolo LDL.           durre i livelli di HbA1c, sembra essere in grado di
Lo studio PROactive ha dimostrato che piogli-              abbassare il rischio CV, anche se mancano evi-
tazone riduce l’endpoint cumulativo di mortali-            denze tali da poter sostenere una superiorità in
tà complessiva, infarto miocardico non fatale e            tal senso rispetto agli altri ipoglicemizzanti orali.
ictus in pazienti con diabete di tipo 2 a elevato
rischio di eventi macrovascolari. Un’analisi post-         Agonisti del GLP-1
hoc di questo studio evidenzia gli effetti benefici        Le incretine sono peptidi enteroendocrini che
di pioglitazone sulla frazione HDL come la cau-            aumentano la risposta insulinica in maniera
sa della riduzione di eventi CV.                           glucosio-dipendente, regolano la secrezione di
Il profilo di sicurezza CV di rosiglitazone, inve-         glucagone post-prandiale, rallentano lo svuota-
ce, resta controverso, anche se al suo utilizzo è          mento gastrico e aumentano il senso di sazietà
stata tolta la limitazione imposta qualche tempo           attraverso un meccanismo centrale. Il GLP-1 e
fa dalla Food Drug Administration (FDA) negli              il glucose-dependent insulinotropic polypep-
Stati Uniti. I glitazoni si associano a un aumen-          tide (GIP) sono due incretine la cui secrezio-
tato rischio di scompenso cardiaco. Tale rischio           ne è alterata nel T2DM. Le terapie basate su
risulta significativamente maggiore nei soggetti           agonisti del GLP-1, come exenatide, liraglutide
in terapia insulinica trattati con dosi più elevate        e lixisenatide, sono volte a correggere questa
di glitazoni che abbiano altri fattori di rischio          mancanza. Studi in modello animale hanno evi-
per insufficienza cardiaca. I glitazoni non sono           denziato che gli analoghi del GLP-1 possono
raccomandati nei pazienti anziani a rischio di             migliorare la funzionalità e la morfologia cardia-
insufficienza cardiaca e sono controindicati nei           ca indipendentemente dal loro effetto sulla gli-
pazienti con classe funzionale NYHA di grado               cemia. Studi in vitro e su animale hanno inoltre
III-IV. Le linee guida dell’American Heart Asso-           evidenziato effetti antiaterosclerotici di questi
ciation e il consensus statement dell’American             principi attivi. Un aspetto da tenere presente
Diabetes Association suggeriscono un monito-               riguarda l’efficacia di exenatide e ancor di più
raggio clinico per la comparsa di segni e sinto-           di liraglutide nel ridurre il peso corporeo sia in
mi di edema o scompenso cardiaco nei pazien-               monoterapia sia in associazione ad altri anti-
ti trattati con glitazoni.                                 diabetici orali o insulina. Gli agonisti del GLP-1
                                                           hanno anche mostrato di influenzare positiva-
Inibitori dell’alfa-glucosidasi                            mente i marker surrogati CV inclusi gli aumenti
Gli inibitori dell’alfa-glucosidasi come acar-             della frazione di eiezione ventricolare sinistra
bosio, attraverso il blocco dell’enzima a livello          nell’ambito dello scompenso cardiaco e dell’in-
dell’intestino tenue prossimale, prevengono                farto miocardico e la resistenza all’esercizio nei
la digestione dei carboidrati complessi con la             pazienti con e senza diabete affetti da insuffi-
conseguente riduzione dell’iperglicemia post-              cienza cardiaca. Liraglutide ha ridotto signifi-
prandiale. Il trial Study to Prevent Non-Insulin           cativamente le fluttuazione della trigliceridemia
Dependent Diabetes Mellitus (STOP-NIDDM) ha                post-prandiale dopo pasto ad alto contenuto
mostrato una riduzione del rischio relativo (RRR)          lipidico nei pazienti con T2DM, indipendente-
del 34% di ipertensione e una RRR del 49% di               mente dallo svuotamento gastrico. Nel trial DU-
eventi CV nei pazienti con ridotta tolleranza al           RATION (Diabetes Therapy Utilization: Resear-
glucosio. L’attività antiperglicemica prandiale di         ching Changes in A1C, Weight and Other Fac-
acarbosio può contribuire a una riduzione del ri-          tors Through Intervention with Exenatide Once
schio di sviluppare una malattia CV e ipertensio-          Weekly) il trattamento con exenatide extended-
ne dal momento che l’iperglicemia postprandia-             release si è associato a una riduzione dei livelli
le induce uno stress ossidativo e contribuisce             plasmatici dei lipidi (colesterolo totale 6,5 mg/
all’aterotrombosi. Studi recenti suggeriscono              dl, C-LDL 3,9 mg/dl, trigliceridi 6%) e della
che acarbosio stimoli la secrezione di gluca-              pressione arteriosa (PAS 2,8 mmHg e PAD 0,8
gonlike peptide-1 (GLP-1) e riduca i marcatori di          mmHg). Una review retrospettiva su exenatide
infiammazione. Nel complesso gli studi condotti            ha mostrato una riduzione significativa del 20%

Diabete tipo 2 e aspetti cardiovascolari              16                   Collana Editoriale AMD Aggiornamenti 2015
Sicurezza cardiovascolare degli ipoglicemizzanti orali

del rischio di malattia CV e di ospedalizzazioni              rans Affairs Diabetes Trials) il più potente fattore
correlate nei pazienti con T2DM. Nel comples-                 predittivo di mortalità per cause CV era proprio
so le terapie con incretine sembrano avere ef-                l’ipoglicemia, il cui rischio relativo era addirittura
fetti positivi sui fattori di rischio CV nei pazienti         maggiore di quello di un precedente evento CV.
diabetici, anche se il loro profilo di sicurezza a            Recentemente è stato pubblicato uno studio che
lungo termine e i benefici clinici diretti sugli out-         ha dimostrato come ipoglicemie severe, indotte
come CV devono essere ancora determinati.                     da sulfaniluree, si associassero a un aumentato
                                                              rischio di aritmie ventricolari severe.
Sulfaniluree                                                  Negli ultimi anni sono usciti molti studi epide-
La sicurezza delle sulfaniluree è stata messa in              miologici che hanno evidenziato un aumentato
discussione fin dalla divulgazione negli anni ’70             rischio di eventi CV nei pazienti trattati con sul-
dei risultati dello studio UDPG (University Group             faniluree. In uno studio retrospettivo di coorte su
Diabetes Program), in cui l’utilizzo della tolbuta-           oltre 250.000 veterani americani, l’uso delle sulfa-
mide era associato a un aumento della mortalità.              niluree rispetto alla metformina per il trattamento
In seguito, nell’UKPDS (UK Prospective Diabetes               iniziale del diabete si associava a un aumento
Study Group), la sicurezza CV delle sulfaniluree              di rischio di morte ed eventi CV. In un altro trial
si è dimostrata simile a quella dell’insulina, ma             retrospettivo di coorte originato dall’“UK general
inferiore a metformina in pazienti sovrappeso.                practice research database” le sulfaniluree, sia di
Più di recente, il Rosiglitazone Evaluated for Car-           prima sia di seconda generazione, presentavano
diac Outcomes and Regulation of glycaemia in                  un profilo di rischio sfavorevole su tutti gli out-
Diabetes (RECORD) ha dimostrato che gli eventi                come CV indagati rispetto alla metformina. Una
CV con glibenclamide non erano diversi da quelli              successiva analisi dello stesso database in cui
del rosiglitazone, farmaco, come prima ricordato,             erano stati indagati i regimi terapeutici utilizzati
sospeso in alcuni Paesi e limitato in altri per scar-         al fallimento della monoterapia con metformina,
sa sicurezza CV. Infine, un più piccolo studio su             ha dimostrato che la monoterapia con sulfanilu-
pazienti con eventi CV pregressi ha mostrato una              ree si associava a un rischio significativamente
chiara superiorità di metformina su gliclazide.               più elevato di mortalità totale, MACE (Major Car-
Studi di fisiopatologia hanno dimostrato che le               diovascular Adverse Events) e ictus. Le sulfanilu-
sulfaniluree (glimepiride compresa) riducono il               ree, però, non sono tutte uguali in termini di effetti
flusso coronarico a riposo e attenuano il sopra-              CV. In uno studio condotto a Taiwan su pazienti
slivellamento del tratto ST in corso di infarto mio-          in monoterapia con glibenclamide, glimepiride
cardico acuto, con potenziali conseguenze sulle               e metformina, osservati per dieci anni, coloro
strategie diagnostico-terapeutiche da adottare                che avevano assunto metformina e glimepiride
in questa condizione clinica. Vi sono dati con-               risultavano a minor rischio di eventi CV non fa-
trastanti su un possibile effetto proaritmico della           tali rispetto a quelli trattati con glibenclamide. In
glibenclamide, mentre sono certi gli effetti ne-              un’altra esperienza condotta su pazienti anziani
gativi della glibenclamide sulla contrattilità ven-           ricoverati per IMA o interventi di rivascolarizza-
tricolare sia nel modello animale sia nell’uomo.              zione coronarica percutanea, il trattamento con
Da un punto di vista clinico bisogna innanzitutto             glibenclamide non era associato a un aumenta-
considerare che l’ipoglicemia è ormai ricono-                 to rischio di eventi CV rispetto alla gliclazide. In
sciuta come uno dei principali fattori di rischio             un recentissimo studio osservazionale su un nu-
per eventi CV e che più di un terzo dei pazienti              mero molto più grande di pazienti, l’utilizzo della
con T2DM trattati con sulfanilurea accusa ipogli-             glibenclamide, invece, si associava a un rischio
cemie. Nello studio ADVANCE (Action in Diabe-                 maggiore (14%) per sindromi coronariche acute
tes and Vascular Disease: Preterax and Diami-                 rispetto all’uso gliclazide.
cron Modified Release Controlled Evaluation) il               Monami et al., in uno studio osservazionale
2% dei pazienti in trattamento intensivo accusa-              di coorte su pazienti diabetici trattati con vari
va almeno un’ipoglicemia severa all’anno e tali               secretagoghi in associazione a biguanidi, han-
episodi si associavano a un aumentato rischio                 no mostrato che le sulfaniluree con maggiore
di eventi CV e morte. Nello studio VADT (Vete-                selettività per i recettori beta-cellulari, come la

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S. Genovese

glimepiride e la gliclazide, erano associate a                      complessiva di eventi CV maggiori non sembra-
una mortalità significativamente più bassa ri-                      va essere influenzata.
spetto a quella osservata con la glibenclamide.                     Prendendo invece in considerazione i soli trial
In uno studio americano su oltre 20.000 pazien-                     che confrontavano le sulfaniluree e DPP-4i, si
ti seguiti per cinque anni, quelli che avevano                      osservava che le sulfaniluree erano gravate da
iniziato terapia con glipizide, glibenclamide e                     una maggiore e significativa comparsa di eventi
glimepiride presentavano un rischio maggiore                        CV. I risultati di questa meta-analisi devono co-
di mortalità per tutte le cause rispetto a quel-                    munque essere interpretati con cautela, soprat-
li trattati con metformina. Nel sottogruppo dei                     tutto a causa delle limitazioni dovute alla qualità
pazienti con coronaropatia, quelli trattati con                     e alla ridotta segnalazione di informazioni su
glimepiride avevano un rischio di mortalità mi-                     eventi CV e mortalità degli studi clinici condot-
nore rispetto a quelli in terapia con glipizide o                   ti con sulfaniluree che, nella maggior parte dei
glibenclamide.                                                      casi, risalgono a molti anni fa. Tuttavia, il mes-
Come suggerito nello studio di Monami, le dif-                      saggio principale di questo studio è che la si-
ferenze osservate su mortalità ed eventi CV nei                     curezza CV delle sulfaniluree rimane in dubbio.
pazienti trattati con varie sulfaniluree potrebbero                 In merito al confronto tra sulfaniluree e DPP-4i
essere imputate alla diversa selettività per i recet-               restiamo in attesa dei risultati dello studio CA-
tori beta-cellulari. Vi sono, infatti, recettori per le             ROLINA, attualmente il più grande trial di con-
sulfaniluree localizzati, oltre che nelle beta cellu-               fronto testa-a-testa sugli aventi CV tra una sul-
le, anche in altri tessuti come il muscolo scheletri-               fanilurea (glimepiride) con un DPP-4i (linaglip-
co, il tessuto adiposo e il miocardio. I recettori per              tin), che saranno disponibili tra qualche anno.
le sulfaniluree del miocardio, i cosiddetti SUR2A,                  Nel frattempo, Morgan et al. hanno pubblicato
mediano effetti cardioprotettivi. Alcune sulfanilu-                 e hanno presentato uno studio osservazionale
ree legandosi ai SUR2A inibiscono i canali del                      che aveva l’obiettivo di valutare il rischio di mor-
potassio ATP sensibili determinando depolarizza-                    talità per tutte le cause nei pazienti trattati con
zione cellulare e innalzamento del calcio intracel-                 un’associazione di metformina e sulfaniluree in
lulare. In questo modo bloccano il precondiziona-                   confronto a quelli trattati con metformina e DPP-
mento ischemico, un meccanismo adattativo del                       4i. I dati retrospettivi erano estratti dal Clinical
miocardio in presenza di ischemia.                                  Practice Research Datalink (CPRD), un databa-
In una recente meta-analisi eseguita includendo                     se che comprende circa il 10% di tutti i pazienti
tutti i trial clinici di durata superiore a 6 mesi, che             trattati nell’ambito delle cure primarie nel Regno
confrontavano la terapia con sulfaniluree con al-                   Unito. Nella Tabella II sono riportati i farmaci uti-
tri trattamenti per il T2DM, l’uso delle sulfaniluree               lizzati nella coorte studiata. Il risultato principa-
si associava a un aumento della mortalità e a                       le è stato il riscontro di una significativa minore
un maggiore rischio di ictus, mentre l’incidenza                    mortalità dei pazienti trattati con metformina in

 Tabella II. Sulfanilurea e DPP-4i in entrata e uscita nella coorte.

                                              Prima           Ultima                           Prima            Ultima
  Sulfanilurea       Generazione           prescrizione,   prescrizione,      DPP-4i        prescrizione,    prescrizione,
                                              n. (%)          n. (%)                           n. (%)           n. (%)
 Gliclazide                 2              30.301 (89,2)    30297 (89,2)     Sitagliptin     5864 (74,6)      5857 (74,5)
 Glimepiride                2               2337 (6,9)       2397 (7,1)      Saxagliptin     996 (12,7)       1012 (12,9)
 Glipizide                  2                896 (2,6)       883 (2,3)       Vildagliptin     730 (9,3)        678 (8,6)
 Glibenclamide              2                330 (1,0)       279 (0,8)        Lingliptin      274 (3,5)        317 (4,0)
 Tolbutamide                1                119 (0.4)       127 (0,4)
                                           33.983 (100)     33.983 (100)                     7864 (100)        1864 (100)

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