Consiglio Nazionale dei Geologi - 28 agosto 2018
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28/8/2018 Ansa Terremoto Molise: Ordine Geologi, messi in secondo piano - Notizie - Molise - ANSA.it Molise Terremoto Molise: Ordine Geologi, messi in secondo piano 'Solo tre geologi in pianta organica Regione' 16:08 27 agosto 2018 NEWS Redazione ANSA CAMPOBASSO (ANSA) CAMPOBASSO, 27 AGO "L'area dell'epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.1 avvenuta il 16 agosto nel basso Molise". Lo afferma Domenico Angelone, ex presidente dell'Ordine dei Geologi del Molise, secondo il quale "è necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell'emergenza, passando per un'oculata pianificazione sia territoriale che di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti". Sull'argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, presidente dell'Ordine dei Geologi del Molise, che ricorda come "nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi". "In Regione prosegue sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l'arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l'interessamento del ponte 'Liscione' dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi". "Non ci si spiega, inoltre conclude come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni e al solo fine del deposito sismico".(ANSA). RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni Redazione 27 Agosto 2018 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza delle scuole e degli edifici strategici e propongono un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile con istituzione di Licei ad indirizzo geofisico-vulcanologico e geologico-ambientale. Dal terremoto del 24 agosto 2016 l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise.
Geol. Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise “Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, – prosegue Angelone – i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti. “Alla scorretta pianificazione, troppo spesso non aderente alle reali criticità del territorio (segnalate nelle ultime carte di microzonazione sismica, del Piano di Assetto Idrogeologico delle ex Autorità di Bacino, dell’inventario dei fenomeni franosi d’Italia etc…) si associa quella del costruito sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata (provincia di Campobasso), in area epicentrale, la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come tra l’altro era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l’Aquila con l’ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine”, prosegue Angelone. “Un ritardo culturale gravissimo per cui si rende necessario un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni
normative adeguate ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall’infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese. Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico-Ambientale – conclude Angelone – al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione”. Sull’argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come “nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d’Italia. In Regione Molise dichiara De Lisio sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l’arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l’interessamento del ponte “Liscione” dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi”. “Non ci si spiega, inoltre – prosegue De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”. Geol. Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise
“Abbiamo inteso estendere la discussione del problema alle regioni limitrofe invitando i Presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia oltre quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi quali Calabria, Marche ed Umbria, del Presidente della Regione Toma, di parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali”, conclude De Lisio. Quest’argomento sarà ampiamente trattato nella conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11:00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza appunto dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone. fonte: ORDINE DEI GEOLOGI DEL MOLISE – Campobasso, 27 agosto 2018
Rischio sismico e dissesto idrogeologico: il 28 agosto conferenza a Campobasso Nella sede della Provincia un dibattito di strettissima attualità per l'Italia: negli ultimi due anni sono state 93.000 le scosse registrate nel nostro Paese PUBBLICATO IL: 27/08/2018 Martedì 28 agosto alle 11:00 nella sede della Provincia di Campobasso si terrà una conferenza stampa sul rischio sismico e sul dissesto idrogeologico in Italia. Una tematica di strettissima attualità per il nostro Paese, considerato che negli ultimi due anni sono state 93.000 le scosse registrate nello Stivale. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso
la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che sarà tra i relatori della conferenza di Campobasso. “Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, – prosegue Angelone – i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti. Tra gli interventi proposti da Angelone, e che saranno oggetto di discussione nel corso della conferenza stampa, “un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni normative adeguate ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall’infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese”. “Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico-Ambientale – conclude Angelone – al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione”.
28/8/2018 Rischio sismico e dissesto idrogeologico, quali rischi e soluzioni: se ne parla domani a Campobasso 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il … Piattaforma di informazione locale affiliata al network cittanet Questo articolo può essere letto su www.altomolise.net altomolise.net è una piattaforma di informazione locale affiliata al network Cittanet Rischio sismico e dissesto idrogeologico, quali rischi e soluzioni: se ne parla domani a Campobasso 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza delle scuole e degli edifici strategici e propongono un Piano Nazionale di Educativo di Prevenzione Civile Pubblicato il: 27/08/2018, 10:47 | Categoria: Attualità Dal terremoto del 24 agosto 2016 l'Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. "L'area dell'epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise". Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell'Ordine dei Geologi della Regione Molise. http://www.altomolise.net/notizie/attualita/18512/rischio-sismico-e-dissesto-idrogeologico-quali-rischi-e-soluzioni-se-ne-parla-domani-a-campobasso- 1/4
28/8/2018 Rischio sismico e dissesto idrogeologico, quali rischi e soluzioni: se ne parla domani a Campobasso 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il … "Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, prosegue Angelone i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un'intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità". Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell'emergenza, passando per un'oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti. "Alla scorretta pianificazione, troppo spesso non aderente alle reali criticità del territorio (segnalate nelle ultime carte di microzonazione sismica, del Piano di Assetto Idrogeologico delle ex Autorità di Bacino, dell'inventario dei fenomeni franosi d'Italia etc...) si associa quella del costruito sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata (provincia di Campobasso), in area epicentrale, la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come tra l'altro era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l'Aquila con l'ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine" prosegue Angelone. "Un ritardo culturale gravissimo per cui si rende necessario un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni normative adeguate http://www.altomolise.net/notizie/attualita/18512/rischio-sismico-e-dissesto-idrogeologico-quali-rischi-e-soluzioni-se-ne-parla-domani-a-campobasso- 2/4
28/8/2018 Rischio sismico e dissesto idrogeologico, quali rischi e soluzioni: se ne parla domani a Campobasso 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il … ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall'infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese. Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o GeologicoAmbientale – conclude Angelone – al fine di rendere l'Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione". Sull'argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, Presidente dell'Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come "nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d'Italia. In Regione Molise dichiara De Lisio sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l'arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l'interessamento del ponte "Liscione" dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi". "Non ci si spiega, inoltre – prosegue De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio http://www.altomolise.net/notizie/attualita/18512/rischio-sismico-e-dissesto-idrogeologico-quali-rischi-e-soluzioni-se-ne-parla-domani-a-campobasso- 3/4
28/8/2018 Rischio sismico e dissesto idrogeologico, quali rischi e soluzioni: se ne parla domani a Campobasso 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il … delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico". "Abbiamo inteso estendere la discussione del problema alle regioni limitrofe invitando i Presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia oltre quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi quali Calabria, Marche ed Umbria, del Presidente della Regione Toma, di parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali" conclude De Lisio. Quest'argomento sarà ampiamente trattato nella conferenza stampa indetta dall'Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11:00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza appunto dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone. Contatti redazione@altomolise.net mob. 333.6506972 4/4
Sismicità, 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza moliseprotagonista.it/sismicita‑93‑000‑scosse‑in‑2‑anni‑i‑geologi‑rilanciano‑il‑tema‑della‑prevenzione‑e‑ della‑sicurezza August 27, 2018 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza delle scuole e degli edifici strategici e propongono un Piano Nazionale di Educativo di Prevenzione Civile con istituzione di Licei ad indirizzo geofisico‑vulcanologico e geologico‑ambientale. Dal terremoto del 24 agosto 2016 l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise. “Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, – prosegue Angelone – i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti.
28/8/2018 Sismicità, 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza | Molise Protagonista “Alla scorretta pianificazione, troppo spesso non aderente alle reali criticità del territorio (segnalate nelle ultime carte di microzonazione sismica, del Piano di Assetto Idrogeologico delle ex Autorità di Bacino, dell’inventario dei fenomeni franosi d’Italia etc…) si associa quella del costruito sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata (provincia di Campobasso), in area epicentrale, la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come tra l’altro era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l’Aquila con l’ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine” prosegue Angelone. “Un ritardo culturale gravissimo per cui si rende necessario un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni normative adeguate ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall’infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese. Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico‑Ambientale – conclude Angelone – al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione”. Sull’argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come “nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d’Italia. In Regione Molise dichiara De Lisio sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l’arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l’interessamento del ponte “Liscione” dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi”. “Non ci si spiega, inoltre – prosegue De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”. “Abbiamo inteso estendere la discussione del problema alle regioni limitrofe invitando i Presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia oltre quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi quali Calabria, Marche ed Umbria, del Presidente della Regione Toma, di parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali” conclude De Lisio. Quest’argomento sarà ampiamente trattato nella conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11 00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza appunto dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone.
Sisma, l’allarme dei geologi: l’area dell’epicentro è vulnerabile, serve una attenta pianificazione territoriale di ANNA MARIA DI MATTEO La terra continua a tremare in Molise, a causa di uno sciame sismico che non accenna ad arrestarsi. Una situazione monitorata dagli esperti che continuano a ribadire la necessità di mantenere alta la guardia. In particolare, l’attenzione è rivolta all’area del basso Molise individuata come l’epicentro degli eventi sismici partiti il 14 agosto e culminati con la scossa di due giorni dopo di magnitudo 5.2. Ebbene, secondo Domenico Angelone, del Consiglio nazionale dei geologi, quella zona è altamente vulnerabile al punto da poter subire gravi danni anche in presenza di scosse di magnitudo contenute. Dalla vigilia di Ferragosto ad oggi i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre duecento. Secondo Angelone, è necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti che prescindano dell’emergenza ma che puntino ad una oculata pianificazione sia territoriale che di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di Regioni, Province e Comuni sono pressoché assenti.Nel corso della passata legislatura i servizi geologico e sismico regionale sono stati soppressi, con il trasferimento delle competenze ad altri settori. A dirlo è Giancarlo De Lisio, presidente dell’Ordine dei geologi del Molise che denuncia il numero del tutto insufficiente dei geologi assunti in Regione. Sono appena tre in pianta organica, oltre ad un quarto assunto alla Provincia di Campobasso. Professionalità indispensabili in una terra, come il Molise, dove il rischio sismico è altissimo e dove til 100% del territorio è esposto ad un elevato rischio dissesto idrogeologico. Un aspetto, questo, che sarà affrontato nel corso della conferenza stampa in programma domani a Campobasso, organizzato dall’ordine dei geologi del Molise. L’argomento sarà affrontato nel corso della conferenza stampa, organizzata a Campobasso dall’ordine dei geologi del Molise al quale parteciperanno anche gli esperti provenienti dalle regioni del centro Italia, sconvolte dal terremoto del 24 agosto di due anni fa che causò la morte di circa 300 persone. 1/1
CRONACA (/CRONACA.HTML) 27-08-2018 11:22 Terremoto, 93mila scosse in due anni. Il Molise zona vulnerabile dell’Appennino Tante le abitazioni dichiarate inagibili dopo i controlli
28/8/2018 Terremoto, 93mila scosse in due anni. Il Molise zona vulnerabile dell’Appennino Lo ha evidenziato l’Ordine dei Geologi, che domani terrà una conferenza stampa a Campobasso, per chiedere un Piano strategico e maggiore presenza di professionisti nelle pubbliche amministrazioni CAMPOBASSO. Dal terremoto del 24 agosto 2016, che devastò i centri di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. Ad evidenziarlo l’Ordine dei Geologi del Molise, che domani terrà una conferenza a Campobasso, al Palazzo della Provincia, sul tema ‘Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienza, quali criticità, quali soluzioni”. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Queste le parole pronunciate da Domenico Angelone, tesoriere del Consiglio nazionale dei Geologi e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise. “Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione – ha aggiunto Angelone - i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione a San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del Cng si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti.
28/8/2018 Terremoto, 93mila scosse in due anni. Il Molise zona vulnerabile dell’Appennino “Alla scorretta pianificazione – ha rimarcato ancora - si associa quella del costruito, sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l’Aquila con l’ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine”. Da qui la richiesta un Piano Strategico di intervento, che investa ogni settore della Pubblica amministrazione e un Piano Nazionale educativo di Prevenzione civile che parta dal Miur, per raggiungere ogni angolo del Paese. “Porteremo al Ministro Bussetti – ha anticipato Angelone - la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico, per rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione civile, ma anche sotto quello della prevenzione”. Sull’argomento è intervenuto anche Giancarlo De Lisio, presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Alla Regione sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in un territorio dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. “Non ci si spiega, inoltre – ha concluso De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque, solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”. All’incontro organizzato dai Geologi del Molise sono stati invitati anche i presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia, oltre a quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi, quali Calabria, Marche ed Umbria, il presidente della Regione Donato Toma, parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali. Nella conferenza stampa di domani saranno anche spiegati i motivi del ricorso al Tar, contro le nuove disposizioni sulle Norme tecniche di costruzione 2018, promosso da 13 regioni italiane, alla presenza del tesoriere Angelone e del segretario nazionale Francesco Violo.
Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni FLASH NEWS Termoli lunedì 27 agosto 2018 di La Redazione C AMPOBASSO. Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni. Di questo si parlerà domattina, martedì 28 agosto, al Palazzo della Provincia, con l'ordine dei Geologi del Molise, dalle 11. Ordine dei Geologi del Molise © Campobassoweb 93.000 scosse in 2 anni: i geologi rilanciano il tema della prevenzione e della sicurezza delle scuole e degli edifici strategici e propongono un Piano Nazionale di Educativo di Prevenzione Civile con istituzione di Licei ad indirizzo geofisico- vulcanologico e geologico-ambientale 1/4
28/8/2018 Termoli: Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni Dal terremoto del 24 agosto 2016 l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise. “Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, - prosegue Angelone - i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia. Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”. Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti. “Alla scorretta pianificazione, troppo spesso non aderente alle reali criticità del territorio (segnalate nelle ultime carte di microzonazione sismica, del Piano di Assetto Idrogeologico delle ex Autorità di Bacino, dell’inventario dei fenomeni franosi d’Italia etc…) si associa quella del costruito sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata (provincia di Campobasso), in area epicentrale, la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come tra l’altro era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l’Aquila con l’ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine” prosegue Angelone. 2/4
28/8/2018 Termoli: Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni “Un ritardo culturale gravissimo per cui si rende necessario un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni normative adeguate ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall’infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese. Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico-Ambientale – conclude Angelone – al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione”. Sull’argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come “nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d’Italia. In Regione Molise dichiara De Lisio sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l’arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l’interessamento del ponte “Liscione” dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi”. “Non ci si spiega, inoltre – prosegue De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”. “Abbiamo inteso estendere la discussione del problema alle regioni limitrofe invitando i Presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia oltre quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi quali Calabria, Marche ed Umbria, del Presidente della Regione Toma, di parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali” conclude De Lisio. 3/4
28/8/2018 Termoli: Rischio sismico e dissesto idrogeologico: quali inadempienze, quali criticità, quali soluzioni Quest’argomento sarà ampiamente trattato nella conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11:00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza appunto dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone. TERMOLIONLINE.IT Invia alla Redazione le tue segnalazioni redazione@termolionline.it © Termolionline.it 2018 - tutti i diritti riservati. Credits: livenetwork 4/4
Frane e terremoti, la prevenzione che non c’è. I geologi: “Norme inadeguate e poco personale negli enti” Lunedì 27 agosto 2018 C’è chi ha perso tutto dopo il sisma di magnitudo 5.2 dello scorso 16 agosto. Da undici giorni vive nella paura, nell’angoscia di sentire ancora tremare una terra che dal 14 agosto ha registrato oltre 200 scosse. Centinaia di persone che abitano nelle tende allagate ieri – 26 agosto – da un’eccezionale ondata di maltempo. Bombe d’acqua e terremoti assieme ad un territorio fragilissimo, dissestato al 100 percento: ecco i disastri del Molise. Calamità che con frequenza periodica si abbattono sulla nostra regione. “Il Molise non ha imparato nulla da San Giuliano di Puglia”, ha sentenziato pochi giorni fa uno dei massimi esperti nazionali, Gianluca Valensise, intervistato da Primonumero. Prevenzione, prevenzione, prevenzione: i geologi lo ripetono come un mantra. Ma i loro appelli sono rimasti inascoltati per sedici anni. Anzi: anche se dopo la tragedia di San Giuliano la normativa è stata adeguata in tutta Italia, paradossalmente nel tempo la situazione non è migliorata. “L’approccio della problematica deve essere razionale, senza farsi trascinare dai fatalismi nè dagli sciacalli mediatici che tentano di cavalcare l’onda dell’emotività della popolazione”, spiega Giancarlo De Lisio, presidente dell’Ordine dei geologi. “Per questo insisto tanto sulle esercitazioni di Protezione Civile da fare sistematicamente e periodicamente nei Comuni: educando la popolazione si riesce a gestire meglio l’emergenza e in maniera più ordinata. Anche una materia come “educazione ambientale” da introdurre nelle scuole aiuta a crescere le nuove generazioni con coscienza del rischio e quindi una maggiore resilienza”. Primonumero -1/4- 28.08.2018
2 La realtà è diversa. Pianificazione carente, figure professionali insufficienti. Innanzitutto, nelle piante organiche degli enti pubblici (Regioni, Province e Comuni) i geologi sono “pressoché assenti” rendendo dunque di fatto impossibile uno studio attento del territorio. Lo denuncia Domenico Angelone, tesoriere del Consiglio nazionale dei Geologi ed ex presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise. “L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile – rimarca Angelone – al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta. Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Ogni volta siamo punto e a capo. Per i geologi è arrivato il momento di affrontare la questione in maniera seria e con interventi strutturali, uscendo fuori dalla logica dell’emergenza. Anche perché “è inaccettabile” che pure “strutture strategiche” ed edifici pubblici vengano danneggiati dal terremoto. La lista degli esempi citata dai geologi è lunga: dalle macerie della ‘Jovine’ di San Giuliano di Puglia all’Aquila dove crollarono la Casa dello studente e ha subìto danni importanti l’ospedale San Salvatore. E poi, Amatrice. Infine, a Palata – pochi chilometri dall’epicentro – è in parte inagibile la caserma dei Carabinieri. Primonumero -2/4- 28.08.2018
3 Situazioni che dimostrano il “gravissimo ritardo culturale che rende necessario un piano strategico di intervento che investa ogni settore della pubblica amministrazione” in cui siano previsti “l’adeguamento delle normative e l’istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio”. L’ordine dei geologi chiede l’assunzione di nuove figure professionali nelle pubblica amministrazioni. Eppure, denuncia il presidente Giancarlo De Lisio, “nella scorsa legislatura sono stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi. Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d’Italia. Nella Regione Molise solo tre geologi sono presenti nella pianta organica, la Provincia di Campobasso ne ha uno solo”. Un paradosso dunque “in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico. Con l’arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l’interessamento del ponte “Liscione” dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi”. Così come bisognerebbe frenare la cementificazione selvaggia di un territorio così fragile. E invece “non ci si spiega – insiste De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”. I geologi, dunque, provano a dettare l’agenda alla politica chiedendo un piano nazionale educativo di prevenzione civile, iniziando dalle scuole e dalla formazione: al ministro dell’Istruzione sarà proposto di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Primonumero -3/4- 28.08.2018
4 geofisico–vulcanologico e/o geologico-ambientale “al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione civile – rilancia Angelone – ma anche sotto quello della prevenzione”. Ma la battaglia sarà condotta a 360 gradi coinvolgendo anche le altre regioni italiane, il governo regionale, i parlamentari e i rappresentanti delle istituzioni locali. Tredici Regioni poi hanno giù sottoscritto un ricorso al Tar contro le nuove norme per le costruzioni. Argomenti al centro della conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise domani, 28 agosto, nella sede della Provincia di Campobasso alle ore 11. Primonumero -4/4- 28.08.2018
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TERREMOTI
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28/8/2018 Appalti, sull’esclusione per grave illecito Palazzo Spada chiama (ancora) la Corte Ue 28 Ago 2018 Appalti, sull’esclusione per grave illecito Palazzo Spada chiama (ancora) la Corte Ue Laura Savelli Alla Corte di giustizia, una nuova domanda sul grave illecito professionale. Con la recentissima ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato n. 5033, depositata lo scorso 23 agosto, arrivano infatti a quattro le questioni poste ai giudici comunitari in merito all'interpretazione dell'articolo 80, comma 5, lettera c), del Codice. Il caso Questa volta, l'occasione di interrogare la Corte di giustizia si è presentata nell'ambito di un giudizio in cui è venuta in esame l'esclusione di un concorrente da una gara disposta a seguito della decisione assunta dalla stessa stazione appaltante, nel corso del procedimento, di risolvere un precedente contratto per grave inadempimento: ragion per cui, è stato ritenuto che tale comportamento costituiva un'inadempienza che non garantiva il necessario rapporto fiduciario nelle attività negoziali con la Pubblica amministrazione. Non essendo stata contestata in giudizio la risoluzione contrattuale, il giudice di primo grado ha respinto il ricorso; e ciò, sul presupposto che l'articolo 80, comma 5, lettera c), del Codice qualifica come escludenti i soli provvedimenti risolutivi che non siano contestati in giudizio o che siano stati confermati all'esito di un giudizio. L’ordinanza del Consiglio di Stato Il giudice d'appello non ha tuttavia ritenuto condivisibile l'assunto della decisione di primo grado, sul presupposto che l'impresa non aveva prestato acquiescenza al provvedimento di risoluzione. In questo senso, infatti, non solo non erano ancora decorsi i termini per la contestazione in giudizio, ma la richiesta di accesso agli atti e la predisposizione dello stesso atto di citazione - in corso di ultimazione - da parte dell'impresa manifestavano la sua volontà di non aderire al contenuto di tale provvedimento. Dopo aver citato anche alcuni precedenti dello stesso Consiglio di Stato che si sono espressi in termini analoghi (Consiglio di Stato, sez. V, 27 aprile 2017, n. 1955 e 2 marzo 2018, n. 1299), i giudici di Palazzo Spada si sono così dedicati alla formulazione del quesito per la Corte Ue, con il quale hanno ribadito la mancanza di omogeneità tra la norma interna e quella comunitaria. Da un lato, infatti, l'articolo 57, paragrafo 4, della direttiva 2014/24/Ue consente di escludere un'impresa se la stazione appaltante è in condizione di dimostrare la sussistenza di un grave illecito professionale «anche prima che sia adottata una decisione definitiva e vincolante sulla presenza di motivi di esclusione obbligatori» (in questo senso, si esprime il Considerando 101), dall'altro lato, invece, l'articolo 80, comma 5, lettera c), del Codice ha stabilito che tale illecito non comporta l'esclusione in caso di contestazione in giudizio. Tuttavia, la conseguenza di questa decisione normativa - rilevano ancora i giudici nazionali - è la necessaria subordinazione dell'azione amministrativa agli esiti del giudizio; e quindi, se da un 1/2
28/8/2018 Appalti, sull’esclusione per grave illecito Palazzo Spada chiama (ancora) la Corte Ue lato la stazione appaltante sarà tenuta ad avviare una nuova procedura di gara a seguito della risoluzione contrattuale, dall'altro lato all'impresa sarà sufficiente contestare in giudizio il provvedimento per accedere comunque alla procedura bandita, dovendo l'amministrazione attendere l'esito del processo per poter legittimamente procedere alla sua esclusione. Ma, a questo punto, la parola passa alla Corte, la quale dovrà stabilire se sia comunitariamente compatibile una previsione che consente di escludere un'impresa solo se la risoluzione non è stata contestata o è stata confermata all'esito di un giudizio. Le precedenti ordinanze di rimessione Allo stato attuale, dinanzi alla Corte sono pendenti altre tre questioni pregiudiziali sull'interpretazione dell'articolo 80, comma 5, lettera c), del Codice. In particolare, le prime due ordinanze di rimessione ai giudici Ue (Tar Campania, Napoli, sez. IV, 3 dicembre 2017, n. 5893; Consiglio di Stato, sez. V, 3 maggio 2018, n. 2639) sono state formulate nell'ambito di controversie del tutto analoghe a quella recentemente sottoposta al Consiglio di Stato. Anche in questi casi, infatti, le imprese risultavano essere destinatarie di un provvedimento di risoluzione di un precedente contratto di appalto, che veniva contestato in un giudizio ancora pendente. Ma, in un caso, la stazione appaltante ha ritenuto di ammettere l'impresa, sulla base della mancata definitività dell'accertamento giudiziale; mentre, nell'altro caso, non è stata consentita la sua partecipazione, proprio a causa della pendenza del giudizio sull'episodio risolutivo. Con una terza ordinanza (Tar Piemonte, Torino, sez. I, 21 giugno 2018, n. 770), è stato posto invece posto il problema della qualificazione di un illecito antitrust come errore professionale nell'esercizio dell'attività, ai sensi del previgente articolo 38, comma 1, lettera f), del d.lgs. n. 163/2006 (confluito, seppur con profonde modifiche, nella generale ipotesi del grave illecito professionale). In questo caso, la questione pregiudiziale è stata sollevata dinanzi ad una aggiudicazione che è stata annullata per avere la stazione appaltante accertato che l'affidatario era stato colpito da una multa dell'Agcom di importo pari a 56 milioni di euro (confermata con sentenza passata in giudicato), avendo partecipato ad un'intesa restrittiva della concorrenza con diverse forme di condotta, tra cui accordi, scambi di informazione e pratiche concordate in senso stretto, al fine di condizionare gli esiti di una gara mediante l'eliminazione del confronto concorrenziale e la spartizione dei lotti più appetibili; e quindi, partendo dal presupposto che, nella vigenza del precedente Codice, la giurisprudenza ha escluso i comportamenti antitrust dal perimetro del grave errore professionale, i giudici italiani sono tornati sul problema - anche alla luce della evoluzione della disciplina - chiedendo alla Corte se non sia maggiormente compatibile con il diritto dell'Unione consentire alle P.a. di valutare autonomamente tali violazioni. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
28/8/2018 Concessioni autostradali/1. Nel contratto con Aspi capitale remunerato al 10,21% 28 Ago 2018 Concessioni autostradali/1. Nel contratto con Aspi capitale remunerato al 10,21% Maurizio Caprino e Simone Filippetti Se qualcuno cercava la conferma che le autostrade siano una miniera d'oro, le oltre 200 pagine dell'Allegato E, il Piano finanziario (con stime fatte nel 2012 fino alla scadenza) dimostra come i caselli italiani siano un grosso creatore di ricchezza. Forse nemmeno tanto per quel tasso di remunerazione del capitale (Wacc) che arriva a un robusto 10,21%, quanto per il tesoretto che gli azionisti si ritroveranno in tasca a fine concessione. Un Wacc al 10,21% impressiona il pubblico, ma in realtà è un dato molto tecnico che sarebbe da valutare in rapporto alla concorrenza europea e al fatto che teoricamente le autostrade italiane - che spesso si snodano in montagna - sono più costose da mantenere. Più significativo è il fatto che a fine concessione, i soci di Aspi - la Atlantia dei Benetton (e Black Rock, fondo GIC di Singapore, Fondazione Crt più piccoli investitori), i tedeschi di Allianz e il fondo cinese Silk Road Fund - avranno incassato una montagna di cedole: 14 miliardi in 25 anni. La convenzione del 2012 stimava che Aspi avrebbe dato ai soci un assegno da 560 milioni l'anno. Oltre al maxi-assegno, spalmato negli anni, ci sarà un altro forziere ad attendere al traguardo gli azionisti: nel 2038 (questi allegati non tengono ancora conto della proroga condizionata al 2042 concessa dalla Ue) Aspi avrà in cassa quasi 9 miliardi. Sono il frutto di una doppia curva: fabbisogno in calo e flussi di cassa in aumento. Man mano che la concessione si avvicina alla sua naturale scadenza i debiti saranno rimborsati dall'immenso polmone finanziario che sono i pedaggi, liberando liquidità. A inizio della convenzione, sei anni fa, Aspi era gravata da circa 10 miliardi di debiti: nel tempo l'esposizione si ridurrà a 845 milioni nel 2032, ultimo anno di posizione finanziaria netta negativa. Da lì in poi, i debiti diventeranno cassa. Ancor prima, invece, Aspi si emanciperà dal fabbisogno: era di 3,5 miliardi nel 2012, ma dal 2025 (quando sarà sceso a 1,6 miliardi) sarà totalmente spesato in autofinanziamento. Negli ultimi 13 anni di concessione, i flussi di cassa non solo ripagheranno costi, debiti e oneri, ma ci sarà un avanzo. La curva dei profitti è emblematica: gli utili, che erano 644 milioni, dovrebbero toccare il picco nel 2035 con un faraonico 1,4 miliardi (quanto oggi fa l'intera Atlantia), per poi scendere verso la fine della concessione per arrivare a un “misero” 285 milioni l'ultimo anno. In tutto fa un maxi- tesoro da 23 miliardi: è quanta ricchezza le autostrade italiane gestite da Aspi avranno creato in 26 anni dopo aver spesato investimenti e manutenzione (rispettivamente 10,3 e 7,5 miliardi). Il dato che tutto riassume è il 27% di rendimento (ipotizzato all'epoca come IRR) dell'investimento. Ma non è il guadagno di Benetton & soci, bensì il rendimento per lo Stato, calcolato sui 2 miliardi di capitale che l'Iri versò negli anni 50 e che l'ex istituto ha già di fatto incassato quando nel 1999 privatizzò la società per 8 miliardi. I Benetton comunque possiedono tramite Atlantia anche quote di altre concessionarie. Sul fronte investimenti, l'unico capitolo in cui la convenzione (allegato E) è sfavorevole ad Aspi pare la Variante di Valico (assieme ad altri potenziamenti minori): nessuna remunerazione aggiuntiva. 1/2
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