Allegato 2: "Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio" - Beni Culturali
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Allegato 2: “Organizzazione di protezione civile e elementi conoscitivi del territorio” PIANO SOCCORSO RISCHIO SISMICO di Regione Lombardia Aggiornamento 2020 “Beni Culturali – Conoscenza, prevenzione e metodologie per la salvaguardia dei Beni Culturali e del patrimonio diffuso sul territorio regionale” Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico (DPCM 14 gennaio 2014)
Sommario Premessa ....................................................................................................................................... 4 Capitolo 1 - Accenni storici di eventi sismici recenti avvenuti in Lombardia ........................... 7 1.1 Sisma di Salò................................................................................................................................... 7 1.2 Sisma nel mantovano ..................................................................................................................... 7 Capitolo 2 - Tipologie di Beni Culturali: conoscenza e ricognizione dei Database .................. 9 2.1 Architetture vincolate ...................................................................................................................... 9 2.2 Architetture storiche e di interesse culturale (SIRBEC) ..............................................................10 2.2.1 Banca dati estratta da SIRBEC ..................................................................................... 11 2.3 Architetture dal ’45 ad oggi ...........................................................................................................14 2.4 BellaLombardia ..............................................................................................................................15 2.5 Banche dati Soprintendenza .........................................................................................................17 Capitolo 3 - Carta del Rischio – Un metodo per la conoscenza e la prevenzione .................. 18 3.1 Alcuni esempi pratici: la conservazione programmata del patrimonio storico architettonico ..19 3.2 Alcuni risultati raggiunti .................................................................................................................19 Capitolo 4 - Metodologia di lavoro per l’individuazione di linee guida per la messa in sicurezza dei beni immobili e mobili e del turismo culturale ................................................... 21 4.1 La convenzione tra la Regione Lombardia, il Segretariato Regionale per la Lombardia e il Polo Museale Regionale della Lombardia per la condivisione di modalità di intervento negli scenari di rischio in abitati storici in cui sono presenti beni culturali e/o Luoghi della Cultura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT) ..............................................21 4.2 Analisi sull’area campione.............................................................................................................22 4.3 Comunicazione del piano ..............................................................................................................23 4.4 Architetture: esempi virtuosi di buone pratiche ...........................................................................23 4.4.1 Palazzo Te e i Musei Civici di Mantova ......................................................................... 23 4.4.2 Il Castello di Padenghe (BS) ......................................................................................... 25 4.4.3 Il Sito Unesco di Brescia (S. Giulia, IV cella, Teatro Romano) ....................................... 26 4.4.4 Un museo virtuoso. La Pinacoteca Tosio Martinengo.................................................... 27 4.4.5 Un patrimonio vulnerabile. La Biblioteca Queriniana ..................................................... 29 4.4.6 Il Museo del Violino a Cremona..................................................................................... 30 4.4.7 Il Piano di Protezione Civile Comunale di Brescia e la nuova funzione BB.CC (F15) .... 31 4.5 I luoghi e gli Istituti della Cultura ...................................................................................................31 4.6 Musei ..............................................................................................................................................32 4.6.1 Descrizione del dato estratto dal Geoportale ................................................................. 33 4.7 Buone pratiche per i musei: il Piano di messa in sicurezza dei Luoghi della Cultura ..............35 4.8 Buone pratiche per gli archivi e biblioteche .................................................................................36 2
Capitolo 5 - La Funzione 15 “Beni Culturali” attivata in Sala Operativa Regionale di protezione civile e il Modello operativo di intervento............................................................... 39 5.1 Cosa vuol dire scrivere un Modello di Intervento per i BB.CC ...................................................39 5.2 Azioni delle funzioni .......................................................................................................................41 5.3 Depositi e discariche per lo stoccaggio inerti Beni Culturali derivanti dai crolli ........................43 5.4 Formazione.....................................................................................................................................43 Capitolo 6 - Come migliorare la gestione dell’emergenza........................................................ 44 6.1 Rapporti con Enti dello Stato ........................................................................................................44 6.2 Come si affronta la post-emergenza: perché è un dovere ricostruire in tempi rapidi ..............44 3
Premessa Il presente documento, in allegato all’Allegato 2 del Programma Nazionale di Soccorso Rischio Sismico, è redatto dalla Direzione Generale Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile al fine di individuare una metodologia operativa per la prevenzione finalizzata alla salvaguardia, manutenzione e tutela dei Beni Culturali colpiti da un sisma. La cultura della prevenzione è sempre stato il vulnus di questo paese. Leo Longanesi diceva che questo è il paese delle inaugurazioni e non delle manutenzioni. La stesura di questo documento è stata improntata su questi temi. L’idea nasce dalle problematiche riscontrate durante gli eventi sismici del passato e la rovinosa perdita di molti monumenti di pregio, che portano ad una perdita di identità dei luoghi colpiti dal sisma. Sembra quasi scontato partire dal fatto che i Beni Culturali sono il più grande giacimento di ricchezza che il nostro Bel Paese detiene. Spesso però versa in gravi condizioni di manutenzione, in pericolo e quindi particolarmente vulnerabile, come l’esperienza degli ultimi terremoti ci ha insegnato. È chiaro quindi che le modalità di intervento sugli edifici di pregio non possono fare a meno degli enti statali preposti alla tutela, quali le Sovrintendenze distribuite sul territorio, le Direzioni regionali e i segretariati del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo- MIBACT, e naturalmente il Dipartimento della Protezione Civile sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che detiene la cabina di regia di qualsiasi tipo di soccorso e salvaguardia ambientale, sanitaria e umanitaria. Ecco allora con l’aumento d’attenzione e della complessità di gestione anche da parte di questi nuovi attori extra-regionali e nello spirito di sussidiarietà, le modalità operative per i beni culturali sono state introdotte come allegato al piano sismico, con modelli speciali di soccorso rischio sismico. Si intende dunque prendere in esame un’area campione (corrispondente ai comuni classificati in Zona 2 per rischio sismico) evidenziando i Beni Culturali esposti al rischio sismico, e definendo delle priorità di intervento nelle aree che risultano essere più critiche, al fine di sperimentare modelli di intervento e messa in sicurezza da collegare agli scenari di rischio. Inoltre, si ha l’intento di dare delle risposte concrete alle problematiche di gestione dell’evento, riscontrate in terremoti avvenuti nel passato e soprattutto, per quanto ci riguarda, verranno elencati accenni storici di eventi sismici avvenuti in Lombardia (Salò nel 2004 e Mantova nel 2012). La programmazione degli interventi volti al restauro, alla valorizzazione e alla messa in sicurezza condivisa tra Stato, Regioni, Province e Comuni ed a altri enti non può prescindere da una comune conoscenza della quantità, qualità e consistenza dei beni sul territorio e della diversa gradualità e natura dei rischi a cui sono sottoposti. E qui non si parla solo dei beni vincolati o tutelati “de iure” perché dello Stato, ma anche di quel patrimonio diffuso facente parte della storia delle comunità, dei tessuti abitativi storici, considerati di secondaria importanza per materia e ricchezza, ma passibili continuamente di vincolo, poiché cambiano le sensibilità e cambiano le condizioni di pericolo. Questo è il fine dei cataloghi tenuti dalle Regioni da tutte le emanazioni del SIGEC (Sistema Informativo Generale del Catalogo nazionale). La Regione Lombardia ha un tracciato compatibile ai canoni nazionali già dal 1992, il Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali-SIRBEC: dare conto e rispondere all’esigenza di valorizzare architetture di pregio, borghi, piazze, settori urbani anche moderni, che compongono 4
il cuore pulsante di intere comunità (il caso della Brianza per la Lombardia con la perdita dei centri storici). In ultima analisi, tutto ciò dovrà dialogare con i Piani di Governo del Territorio e con i Piani di Protezione Civile comunali. Diventa così, a scala più vasta, necessario ragionare sulla prevenzione che riguarda l’intero territorio, e il patrimonio ambientale e culturale, ripensando gli strumenti urbanistici: rendere le aree a valenza culturale più sicure, con un territorio più resiliente. In ultima analisi, ci preme sottolineare il carattere di internazionalizzazione dei BB. CC. del sistema Italia nel male (sismi e inondazioni), ma anche nel bene (tecnologie di restauro e conoscenza e prevenzione) e il carattere di highlights, visibilità e riconoscibilità per il turismo e il pubblico internazionale. Regione Lombardia, tra le prime regioni, ha la presunzione e anche il senso di responsabilità, ma anche la spinta verso la cultura alla prevenzione, per promuovere questo nuovo allegato al suo piano soccorso rischio sismico. Si sta facendo uno sforzo per dare operatività al piano e per definire come mettere in moto in tempi brevi la macchina dei soccorsi, anche in tema di messa in sicurezza del tessuto storico e salvaguardia delle emergenze monumentali. All’interno del presente testo sono citati diversi documenti, la maggior parte dei quali già approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n. 7576 del 18 dicembre 2017. Nel 2020 sono stati predisposti nuovi documenti che si aggiungono ai precedenti. Si sottolinea che tutti sono disponibili e consultabili su richiesta all’Unità Protezione civile della Direzione Generale Territorio e Protezione civile di Regione Lombardia. Di seguito l’elenco. 2017 - Allegato 1 - bresciano - Allegato 2 - mantovano - Beni Culturali modalità di intervento - BB.CC luoghi della cultura - Cos'è la Carta del Rischio - Come funziona la Carta del Rischio - Decreto castello di Padenghe - Definizione di Istituti e Luoghi della Cultura - Esperienza Sisma 24 Novembre 2004 - Fondo Rotazione 2013 - Interventi su Beni Culturali - Certificato di collaudo statico - Musei SIRBEC - Numeri musei - Piano di emergenza di Santa Giulia - Indagini su strutture portanti in muratura della Pinacoteca Tosio Martinengo” - Lavori di ristrutturazione e restauro della Biblioteca Civica Queriniana - Relazione circa lo stato della ricostruzione al dicembre 2016 - Impianti di trattamento rifiuti - Tabella Sisma2012 – riepilogo 2017 2020 5
2020 - Museo del Violino - Elenoc delle Teche Goppion - Parametri indicatori di vulnerabilità fronte N - Scheda finale - Analisi vulnerabilità centri storici - Analisi vulnerabilità centri storici - Scheda nr. 3 e 4 2020 - Scheda d’analisi in sede – vulnerabilità dei centri storici - Scheda d’analisi - territorio-storia-aggregato-fronti-strada - Convenzione tra la Regione Lombardia, il Segretariato Regionale per la Lombardia e il Polo Museale Regionale della Lombardia 6
Capitolo 1 - Accenni storici di eventi sismici recenti avvenuti in Lombardia 1.1 Sisma di Salò Il terremoto di Salò del 2004 è stato un violento evento sismico con epicentro situato in mezzo al Lago di Garda avvenuto nel novembre dell'anno 2004 che ha causato molti danni alle città limitrofe di Salò, Roè Volciano, Vobarno, Gardone Riviera, Toscolano Maderno e Treviso Bresciano. Il terremoto è stato avvertito fino in Svizzera, con leggere vibrazioni. A causa del terremoto sono state sfollate circa 2000 persone. I danni maggiori agli edifici, ma senza vittime, sono stati rinvenuti a Salò, sul Lago di Garda, area dell'epicentro. Sono stati evacuati l'ospedale (per precauzione) e la stessa caserma dei Vigili del Fuoco di Salò, seriamente danneggiata. I tecnici e gli esperti della Protezione Civile si sono riuniti a Brescia per una valutazione dei danni. La scossa si è sentita in tutto il Nord Italia, specialmente vicino all'epicentro. I maggiori danni si sono verificati a Pompegnino, frazione di Vobarno; questa frazione comprendeva case molto antiche che sono state seriamente danneggiate dal sisma. L’esperienza del sisma che ha colpito la sponda lombarda del Lago di Garda, impropriamente chiamato Sisma di Salò, è descritta per sommi capi nell’allegato ESPERIENZA SISMA 24 NOVEMBRE 2004 (disponibile su richiesta come definito in Premessa). Sono riportati di seguito, a scopo meramente statistico, circa i costi della ricostruzione, alcuni dati relativi ai danni sui Beni Culturali colpiti dal sisma di Salò del 2004 (vedi allegato Interventi su Beni Culturali, disponibile su richiesta come definito in Premessa) - Livello C (coordinamento statale) 1.2 Sisma nel mantovano È stato un evento sismico costituito da una serie di scosse localizzate nel distretto sismico della pianura padana emiliana, prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo, ma avvertite anche in un'area molto vasta comprendente tutta l'Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell'Austria, della Francia Sud-orientale e della Germania meridionale. I due eventi sismici principali hanno causato un totale di 27 vittime (22 nei crolli, 3 per infarto o malore e 2 per le ferite riportate), in maggioranza dipendenti di aziende distrutte. Il 4 giugno 2012 è stato proclamato giornata di lutto nazionale per le vittime del terremoto Vengono di seguito riportati documenti relativi ai danni sui Beni Culturali colpiti dal sisma di Mantova nel 2012 (disponibili su richiesta come definito in Premessa): • Relazione circa lo stato della ricostruzione al 31 dicembre 2016; • Fondo di rotazione 2013 (finanziato con bando apposito (descritto dal DDUO 210 del 17 gennaio 2013 e destinato ai comuni del mantovano che avevano subito danni). 7
E’ anche disponibile, sempre su richiesta, un documento inerente i dati relativi ai beni e i danni subiti dagli edifici di pregio colpiti dal sisma di Mantova nel 2012, dove si è avuto un intervento diretto della Sovrintendenza/MIBACT (tabSisma2012_riepilogo2017). - Livello B (coordinamento regionale). 8
Capitolo 2 - Tipologie di Beni Culturali: conoscenza e ricognizione dei Database Ancora una volta siamo qui a ripetere che la salvaguardia dei BB.CC è basata sulla conoscenza, sulla valorizzazione (per far sentire il patrimonio bene comune) e sulla cultura della prevenzione. Il patrimonio è diffuso e capillare, e ci si accorge di questo quando si deve accorrere a censire gli edifici di pregio in una zona sismica o colpita da qualsiasi altro evento catastrofico. Avere una mappatura completa ed esaustiva di tale patrimonio, nel momento dell’emergenza, aiuta a risparmiare tempo e denaro e permette la messa in sicurezza, in maniera efficace, delle strutture in pericolo. Gli elenchi dovrebbero già essere aggiornati ed esatti, oltre che realistici quanto a stato manutentivo, anche per campagne di prevenzione del rischio in relazione alla pericolosità insita sul territorio in cui insistono. Le diverse tipologie di beni culturali, di seguito descritte, con evidenza delle diversità e delle fonti di derivazione dei dati sono: ➢ Architetture vincolate MIBACT; ➢ Architetture storiche catalogate nel SIRBEC; ➢ Architetture del II ‘900 presenti in Lombardia Beni Culturali; ➢ Beni eccellenti, di primario interesse per i flussi turistici culturali presenti in Bella Lombardia. 2.1 Architetture vincolate Per le Architetture Vincolate si fa riferimento alla dichiarazione di interesse culturale che è il provvedimento formale che riconosce la sussistenza dell’interesse architettonico, artistico storico o etnoantropologico dei beni (Codice dei beni culturali e del Paesaggio, art.13). Il Decreto è emesso dal Segretariato Regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; la fase istruttoria è di competenza della Soprintendenza. La Soprintendenza cura l’aggiornamento dell’elenco dei beni per cui è intervenuta la dichiarazione di interesse culturale e rilascia ai richiedenti e ai proprietari le relative certificazioni (decreti di vincolo). Lo strato dei beni architettonici vincolati è disponibile sul Geoportale regionale. Si ricorda che alcune categorie di beni sono vincolate ope legis, in presenza dei requisiti richiesti dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. 9
Legenda Figura 1. Cartografia delle Architetture vincolate MIBACT (fino al 2010) e/o segnalati dal TCI. Fonte:Geoportale. Descrizione del contenuto dello strato informativo presente nel Geoportale (Figura 1, Tavola 4): Contiene i dati del livello informativo relativo alle architetture vincolate e di particolare interesse (Guida Rossa “Lombardia” del Touring Club Italiano). I dati provengono: ➢ dall'Istituto Centrale per il Restauro (ICR); ➢ dal Segretariato Regionale per la Lombardia del MIBACT. Si riferiscono ad edifici e complessi di interesse storico-artistico con almeno una delle seguenti caratteristiche: ➢ vincolati entro l'anno 2010 con decreto ai sensi del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio" e s.m.i. (ex L. 1089/1939) ➢ segnalati dalla Guida Rossa edita dal Touring Club Italiano. I dati sono distribuiti su tutto il territorio regionale. Per reperire i dati degli anni successivi al 2010 occorre rivolgersi agli uffici periferici del MIBACT. 2.2 Architetture storiche e di interesse culturale (SIRBEC) Ci preme specificare che le regioni hanno competenze solo sulla valorizzazione dei i Beni Culturali (non sulla loro tutela); il bene non vincolato viene classificato secondo quanto previsto dall’art 17 del Codice dei i Beni Culturali e del paesaggio. Per questo motivo Regione Lombardia ha istituito un suo sistema catalografico, in linea con l’Istituto per il Catalogo e la Documentazione-ICCD del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo. 10
Con tale strumento - il Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali-SIRBEC -, Regione Lombardia ha schedato una serie di beni (mobili e immobili) diffusi sul territorio lombardo dotati di una forte valenza storico - identitaria per le comunità locali. I dati sono on line, per favorirne la pubblica consultazione, sul sito LombardiaBeniCulturali1. La consultazione di tale strumento è, tra l’altro, considerata determinante anche da parte degli uffici della Soprintendenza/Segretariato regionale Mibact anche per l’emissione e compilazione dei decreti dei nuovi beni da vincolare. Dal Geoportale di Regione Lombardia è possibile scaricare gli strati informativi delle: ➢ Architetture vincolate MIBACT; ➢ Architetture storiche catalogate nel SIRBEC. Lo strato non risulta essere completo di tutti i beni presenti in DB, poiché i beni censiti in SIRBEC2 non sono tutti pubblicabili. Infatti, per poter essere esposti su LombardiaBeniCulturali le architetture devono essere corredate da almeno una immagine, georeferenziate e normalizzate secondo gli standards del Sistema Informativo Regionale conforme all’ ICCD3 del MIBACT. Inoltre, alcune province non sono state soggette a campagne capillari territorialmente. Per approfondimenti si rinvia alla consultazione della Tavola 3 e al documento “Strati informativi e tavole cartografiche”. 2.2.1 Banca dati estratta da SIRBEC Ai fini del presente approfondimento, al momento, sono state considerate le sole architetture; il sistema informativo, come riportato più sopra, ospita la catalogazione del patrimonio culturale lombardo immobile e mobile diffuso sul territorio o conservato all'interno di musei, raccolte e altre istituzioni culturali. Il sistema informativo è costituito da più di 20 banche dati, ciascuna dedicata a una particolare tipologia di bene culturale, oltre alle banche dati relative agli autori e alla bibliografia, non tutte rese disponibili sul portale regionale, per motivi diversi. Sul portale Lombardia Beni Culturali (http://www.lombardiabeniculturali.it/) sono, infatti, presenti schede relative alle seguenti tipologie di beni: Complessi monumentali, edifici pubblici e di culto, edilizia rurale di interesse storico, dimore gentilizie, architetture Architetture fortificate, residenze private, fabbricati di archeologia industriale Dipinti, disegni, sculture, arredi di culto e suppellettile Opere e oggetti d'arte liturgica, mobili, tessuti Fotografie Fondi fotografici di interesse artistico, storico, documentario Stampe e incisioni Stampe e matrici d'incisione di rilevanza storico-artistica Ceramiche, monete, oreficeria, epigrafi, glittica, mosaici, Reperti archeologici vetri, monete, armi Strumenti e attrezzi da lavoro, oggetti di uso domestico e Beni etnoantropologici personale, arte popolare, giocattoli; Strumenti, macchine e reperti rilevanti per la storia della Patrimonio scientifico e tecnologico scienza e della tecnologia Tabella 1. Elenco tipologie di Beni del Catalogo SIRBEC, Geoportale di Regione Lombardia. 1 http://www.lombardiabeniculturali.it/SIRBEC/ 2 Sistema Informativo dei Beni Culturali. 3 Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione. 11
Da poco sono presenti anche i beni naturalistici musealizzati. Ogni bene viene descritto mediante una serie di informazioni riguardanti: ➢ la tipologia; ➢ la materia e la tecnica di realizzazione; ➢ la denominazione; ➢ l'autore; ➢ l'ubicazione; ➢ il periodo di realizzazione. Le caratteristiche descrittive variano a seconda della tipologia dei beni e alle descrizioni sono associate una o più immagini. La catalogazione è affidata a storici dell'arte e specialisti delle singole discipline adeguatamente formati sugli standard catalografici e addestrati all'uso dei software di catalogazione. La catalogazione, in sintesi, è completa di tutti i dati censiti all’interno del DB e aggiornata attraverso campagne specifiche svolte sul territorio, operate da Enti e Istituti di ricerca. Conclusi i test nel 2018, è stato possibile nel 2019 rendere disponibile il nuovo applicativo SIRBEC web che consente l’accesso al sistema di catalogazione online: il sistema rende possibile ora una semplificazione dei flussi dei dati e assicura alcune funzionalità di servizio non presenti nel sistema precedente. Nel corso delle annualità 2018 e 2019 la Direzione Generale Autonomia e Cultura ha pubblicato due bandi per il cofinanziamento della catalogazione. Figura 2. Homepage del sito LombardiaBeniCulturali. 12
Sui 57 Comuni in Zona 2 di rischio sismico è invece disponibile un’estrazione dei beni presenti in Banca Dati, anche se in un formato agile (in Excel), per una consultazione veloce in caso di emergenza. (Allegato 1 – bresciano, Allegato - mantovano). Si segnala che la Direzione Generale Autonomia e Cultura, nel corso del 2019, ha pubblicato due Avvisi pubblici, uno dedicato alla valorizzazione dei Beni culturali di proprietà ecclesiastica e uno destinato alla definizione di Piani Integrati della Cultura – PIC, all’interno dei quali è stata prevista una premialità specifica nel caso di progetti che prevedano interventi finalizzati alla prevenzione dai rischi sismici (con riferimento ai beni in aree classificate a rischio sismico – livelli 2 e 3, così come individuate dalla classificazione regionale vigente). Legenda: Figura 3. Cartografia che riporta le architetture storiche (SIRBEC). Fonte: Geoportale. Descrizione del contenuto dello strato informativo presente nel Geoportale: Contiene i dati relativi al patrimonio storico architettonico catalogato in SIRBEC e individuato attraverso georeferenziazione puntuale e/o poligonale. Il sistema regionale si basa su tracciati compatibili con gli standard ministeriali definiti da ICCD. I beni architettonici presentati costituiscono una selezione del patrimonio diffuso sul territorio, risultato di campagne di catalogazione condotte da una pluralità di soggetti. La banca dati SIRBEC è in costante aggiornamento: non è, quindi, da considerare completa né omogenea rispetto alla copertura territoriale. Il pop up di ogni punto o poligono presente sulla mappa consente il collegamento alla risorsa completa pubblicata in lombardiabeniculturali.it, portale regionale dedicato ai beni culturali. Per approfondimenti si rimanda alla consultazione della Tavola 3 e del documento “Strati informativi e tavole cartografiche”. 13
2.3 Architetture dal ’45 ad oggi Dall’interlocuzione con il MIBACT si è evinto che può essere di interesse anche questo DB, creato in collaborazione col Ministero: il DB chiamato Architetture dal ’45 ad oggi, pubblicato su Lombardiabeniculturali (http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/) propone una selezione del patrimonio dell’architettura contemporanea lombarda (Tavola 5). È una testimonianza della storia italiana dal dopoguerra ad oggi: edifici pubblici e privati, quartieri, strutture produttive, sedi di culto che, a partire dalla ricostruzione, hanno contribuito a ridisegnare il volto del nostro territorio regionale. Offre la possibilità di trovare edifici di particolare rilevanza costruttiva e frutto del professionismo colto lombardo dal dopoguerra ad oggi attraverso un’apposita maschera di ricerca. Figura 4. Homepage delle architetture del II Novecento, subportale di LBC (LombardiaBeniCulturali). L’accesso avviene tramite elenco delle opere, elenco degli autori o tramite mappa, adeguatamente elaborata, secondo la distribuzione e la concentrazione degli oggetti sul territorio. Per maggiori informazioni visita la pagina: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/mappa/ 14
Figura 5. Distribuzione delle architetture del II Novecento sul territorio lombardo. 2.4 BellaLombardia Nel 2015 ci si è dotati di un altro strumento (BellaLombardia) che ha permesso la pubblicazione oltre che di beni mobili e immobili dotati di una speciale scheda descrittiva di valorizzazione, di borghi e piazze che possono essere oggetto di visita non solo culturale, ma anche di natura turistica. BellaLombardia infatti è una applicazione che consente di visitare e conoscere le eccellenze del patrimonio culturale lombardo: musei, collezioni e singole opere d’arte, dimore storiche, castelli, chiese ed altri edifici di culto, borghi, piazze e settori urbani di particolare rilievo. Ciascun bene culturale viene descritto e corredato di immagini. È possibile accedere alle descrizioni e all’apparato fotografico sia in modalità geografica che testuale. Dati reperibili dal sito BellaLombardia http://www.bellalombardia.regione.lombardia.it/ 15
Figura 6. Distribuzione delle eccellenze monumentali esposte su BellaLombardia sul territorio lombardo. Nella prima modalità, sulla cartografia della Lombardia si può zoomare avvicinandosi a un territorio e selezionare i beni culturali in base alla loro tipologia. Le tipologie dei beni sono contraddistinte da icone. Una volta individuato un bene di interesse, si può accedere alla descrizione di dettaglio. Figura 7. Elenco in ordine alfabetico delle architetture del II Novecento sul territorio lombardo. Nella modalità testuale i beni sono invece presentati in forma di elenco e identificati da una immagine di piccolo formato, dalla denominazione e dalla località. Anche in questa modalità è possibile selezionare i beni in base alla tipologia. Una volta individuato un bene di interesse, si 16
può accedere alla descrizione di dettaglio. Il patrimonio culturale presentato in BellaLombardia è disponibile anche tramite app gratuita scaricabile da smartphone sia in modalità android che per Iphone. https://play.google.com/store/apps/details?id=it.lombardia.regione.bellalombardia&hl=it Per approfondimenti si rinvia alla consultazione della Tavola 8 e al documento tecnico “Strati informativi e tavole cartografiche”. 2.5 Banche dati Soprintendenza Descrizione delle banche dati utilizzate dalla Soprintendenza/MIBACT. Le schede in oggetto sono ➢ le Schede Danno per 3 tipologie di bene culturale coinvolto: Palazzi Chiese Insediamento (una sorta di bene complesso come i monasteri o le cascine) MIBACT ha presentato un’estrazione dalle banche dati in possesso di Soprintendenza relative al terremoto di Brescia e di Mantova sia in formato snello (Excel) che in formato integrale. Da queste ultime emergono, attraverso una serie di meccanismi (c. 25 processi di diversa natura di collasso strutturale), gli algoritmi che misurano il danno e il relativo intervento di messa in sicurezza e restauro. - Vincoli in rete >> livello nazionale L’accesso è consentito tramite un’utenza registrata al link: http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/utente/login# 17
Capitolo 3 - Carta del Rischio – Un metodo per la conoscenza e la prevenzione Il progetto Carta del Rischio, seppur abbandonato prima del terremoto di Mantova, rappresenta ancora oggi la spina dorsale delle attività che la Regione può e deve promuovere, nei limiti delle sue competenze dettate dal Codice dei Beni Culturali (D.L. 42/2004): conoscenza e prevenzione, oltre alla valorizzazione. Le ultime schede sono datate al 2005. Questo DB legato al progetto Carta del Rischio si è mostrato essere di qualche interesse, anche se sviluppato nei decenni scorsi, peraltro su scala nazionale. La chiusura delle campagne di catalogazione rende le metodologie di calcolo del rischio e i dati obsoleti, ma possono esserci ancora degli elementi interessanti su cui fare delle riflessioni. La Carta dl Rischio è uno strumento di supporto alle decisioni: è il risultato di un’area di ricerca, presente da almeno tre decenni (con alti e bassi) all’interno dell’ICR del MIBACT, che mette l’accento sulla necessità di programmare la conservazione dei beni culturali soprattutto attraverso la prevenzione dei danni. La finalità principale del sistema fu la valutazione del rischio cui sono soggetti i beni culturali allo scopo di programmare l’attività di conservazione, sulla base di dati e indicatori omogenei per tutto il territorio nazionale. Figura 8. Immagine di come si presenta un paragrafo della scheda Carta del Rischio. Tale rischio è calcolato attraverso la combinazione di due indicatori: l’indicatore di vulnerabilità derivante dall’analisi e dall’elaborazione dei dati sullo stato di degrado dell’edificio e l’indicatore di pericolosità che evidenzia il pericolo potenziale di fenomeni ambientali, territoriali, antropici. La Carta del Rischio del patrimonio culturale si inserisce dunque in questo contesto, alimentando il DB con le informazioni alfanumeriche relative al patrimonio storico-architettonico comprese nel SIRBEC, attraverso le coordinate geografiche che identificano, per mezzo di punti e aree, gli stessi beni, e utilizzando le informazioni geografiche e tematiche per la valutazione dei fenomeni di pericolosità e la costruzione dei relativi indicatori. Questo DB non è mai stato utilizzato come strato esposto su Geoportale di Regione Lombardia perché ormai i dati e gli algoritmi di calcolo risultano obsoleto. Ma il metodo è ancora più che mai valido, mancando uno strumento che amalgama i due indicatori (la vulnerabilità del singolo edificio, nelle sue parti e la pericolosità della porzione di territorio su cui insiste). 18
Per approfondimenti sono disponibili i documenti “Cos’è la Carta del Rischio” e ”Come funziona la Carta del Rischio” (consultabili su richiesta come indicato in Premessa). 3.1 Alcuni esempi pratici: la conservazione programmata del patrimonio storico architettonico La conservazione programmata ha l’obbiettivo del superamento del processo di intervento tradizionale, cioè a danno avvenuto, a favore di una logica di prevenzione e cura ex ante. Coincide con un diverso approccio alla conservazione dei beni, per predisporre strumenti tecnici snelli e facilmente comprensibili, per ragionare in termini di opportunità e incentivi per i proprietari dei beni pubblici e privati, piuttosto che di vincoli e obblighi, nella convinzione che i proprietari, possessori e detentori di beni culturali siano davvero i primi responsabili della conservazione e pertanto, vadano assistiti nell’attività conoscitiva dei beni e nell’adozione delle conseguenti misure operative, trattandosi di finalità di pubblico interesse. Oltre a sperimentare e a definire linee guida per la stesura del Piano di conservazione e dei consuntivi scientifici (specificatamente richiesti dalla normativa dei lavori pubblici per il patrimonio tutelato) del patrimonio storico-architettonico, è stato proposto un capitolato con tempi e modi per un programma di interventi. È stata messa a punto poi una “ingegnerizzazione” con uno specifico applicativo informatico (poco open source, che rappresenta uno dei limiti, ma è facile crearne uno ad hoc con voci di capitolato specifiche da spuntare ogni tot mesi) che accompagna la stesura e la realizzazione del piano di conservazione programmata, contribuendo all’aggiornamento del sistema per gli aspetti relativi alla vulnerabilità. Ma è possibile facilmente creare una check list di interventi e controllo che nel tempo forniscono un check up completo dell’organismo costruttivo. Sono previsti una serie di interventi di monitoraggio e diagnosi nonché piccole opere di manutenzione. Il restauro è il contrario della manutenzione. Sarebbe meglio avere finanziamenti magari meno imponenti ma continui nel tempo e sistematici, partendo proprio dalle zone più a rischio. L’indicazione è quella di promuovere, attraverso la costituzione di Associazione temporanea di imprese, con competenze adeguate allo svolgimento del servizio, con significativi vantaggi economici per le Amministrazioni. 3 .2 Alcuni risultati raggiunti Le analisi dei risultati del calcolo dell’indicatore di vulnerabilità statico-strutturale, condotte su un sottoinsieme hanno posto in luce una situazione molto critica e meritevole d’attenzione per le possibili ricadute sulle politiche di conservazione e valorizzazione del patrimonio. Secondo la classificazione adottata il 4% degli edifici si colloca nelle due classi di vulnerabilità più elevate, il 9% presenta un tasso di vulnerabilità medio, mentre il 31% presenta fenomeni di degrado più lievi. Nel restante 46% solo in pochi casi il degrado è totalmente assente. È interessante osservare come più del 90% degli edifici ricadenti nelle classi di vulnerabilità più elevata sia quello meno utilizzato o abbandonato e come al contrario, il 90% degli edifici in buono stato di conservazione risulti interamente utilizzato. Viene quindi evidenziata una significativa, ancorché prevedibile, correlazione tra tasso di utilizzazione degli edifici e stato di conservazione. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, il 18% risultano esposti a fenomeni pericolosi. L’11% sono compresi nella fascia più alta di pericolosità. 19
Oltre alla possibilità di indagare specifici fenomeni di pericolosità, l’applicativo consente di calcolare, per gli edifici in cui siano presenti entrambe le componenti di vulnerabilità e pericolosità, l’indicatore di rischio. La significatività dell’incidenza dei fenomeni di vulnerabilità statico-strutturale è indirettamente confermata da una statistica di fonte olandese che pone in rilievo come l’80 % del degrado del patrimonio storico-architettonico sia determinato dall’assenza di manutenzione, di interventi scorretti di conservazione e gestione nonché, evidentemente, da un basso tasso di utilizzazione. Sul rischio antropico si instaura il raggiungimento delle finalità di valorizzazione del sistema e la ricomposizione tra tutela dei beni culturali, paesaggio, pianificazione, urbanistica, valutazione e gestione dell’impatto ambientale. In altri termini perché la Carta del Rischio possa effettivamente diventare uno strumento di supporto alle decisioni di diversi livelli territoriali, devono essere individuate le relazioni tra tale sistema e gli strumenti di pianificazione, territoriale e paesistica nel quadro delle linee generali di assetto del territorio. Da qualche anno è in corso una lotta tra politiche contrastanti: una che alimenta il dissesto tramite la distruzione del territorio con una maggiore liberalizzazione e dell’iniziativa imprenditoriale, l’eccessivo consumo del suolo, l’altra che vorrebbe vincolare tutto, escludere qualunque trasformazione del territorio ai fini della salvaguardia. Occorre trovare la via di mezzo che garantisca la promozione delle attività con le garanzie di sostenibilità, al fine di riunificare in un contesto unitario i diversi regimi e le differenti discipline degli usi sostenibili del territorio (ambiente, acque, e difesa del suolo, protezione dai fenomeni naturali, beni culturali). Tra i risultati raggiunti si sono sviluppate le seguenti linee di intervento: ➢ la realizzazione, in tempi brevi della Carta regionale del patrimonio di interesse storico architettonico, in cui siano evidenziati gli edifici ad alto rischio definiti in prima approssimazione dall’incrocio tra il dato sull’abbandono e l’indicatore di pericolosità statico-strutturale; ➢ la realizzazione della componente relativa ai fenomeni di pericolosità ambientale; ➢ l’estensione della georeferenziazione ai centri e ai nuclei storici di antica formazione; ➢ un preciso collegamento e interrelazione tra la Banca Dati SIRBEC e i PGT. Attraverso la valorizzazione del Mosaico dell’offerta del SIRBEC, ad esempio, è già possibile verificare la previsione degli strumenti urbanistici, attraverso il recepimento delle informazioni nel PGT: ➢ la promozione della conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico. In sintesi, le elaborazioni condotte sulla consistente base di dati compresa nel sistema informativo territoriale della Carta del Rischio, suggeriscono l’opportunità di ripensare le politiche di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e delle opere d’arte ivi contenute, non limitando gli investimenti ai “grandi interventi di restauro e rifunzionalizzazione”, ma prevedendo altri tipi di intervento più soft e meno invasivi; dovrebbero favorire la costruzione di un Piano paesaggistico che al suo interno comprenda i beni culturali in termini non passivi, magari riconoscendo ai musei territoriali una precisa funzione di supporto alla tutela di tutto il patrimonio culturale nelle sue diverse espressioni documentabili anche museograficamente (idea del piano di messa in sicurezza dei luoghi della cultura, vedi oltre); dovrebbe infine promuovere un sistema virtuoso di incentivi, qualificando gli operatori attraverso interventi mirati di formazione, anche organizzati e certificati centralmente, incrementando la conoscenza del patrimonio storico-architettonico e del paesaggio, coscienza del valore della “diversità” dei luoghi dell’abitare, la comprensione della ricchezza e della varietà delle stratificazioni storiche del territorio. Altrettanto importante in ultimo, è il partenariato col mondo della ricerca e col sistema universitario e della formazione. 20
Capitolo 4 - Metodologia di lavoro per l’individuazione di linee guida per la messa in sicurezza dei beni immobili e mobili e del turismo culturale Punto di partenza: Banca Dati dei Beni Culturali dei Comuni della provincia di Brescia e Mantova classificati in Zona 2 (Allegato 1 – bresciano, Allegato 2 – mantovano, consultabili su richiesta come definito in Premessa), derivante dalla messa a sistema dei DB prima descritti. Idea: L’areale riguarda i 57 comuni regionali classificati in Zona 2 di rischio sismico scelto al fine di sperimentare modelli di intervento da collegare agli scenari di rischio. Il modello si baserà su ulteriori raffinamenti derivanti dall’incrocio di dati provenienti dalle banche dati precedentemente descritte. A seguito della selezione fatta, occorrerà definire una gradualità delle priorità di salvataggio dei beni architettonici particolarmente vulnerabili o contraddistinti da pericolosità o rischio indotto. Ad esempio: ➢ beni e centri storici (a forte concentrazione di visitatori e all’interno di borghi e in centri storici densamente abitati) in zone turistiche (con un affondo maggiore sui comuni costieri del lago di Garda, Brescia, siti Unesco). Vedere strato nuclei di antica formazione nel tematismo BB.CC. ➢ beni complessi con all’interno alcuni componenti che racchiudono un “capolavoro” (beni mobili per il caso di Musei, biblioteche storiche, archivi e altri Luoghi della cultura). ➢ beni presenti in BellaLombardia (quindi già selezionati come i più importanti), particolarmente esposti perché situati nelle vicinanze di conoidi (o fenomeni di scivolamento o crollo) o rocche, ritenuti particolarmente vulnerabili in caso di terremoto. ➢ beni che possono rappresentare un rischio indotto: chiese con campanili o alte cupole, castelli con torre o torri, situati nelle vicinanze di abitati (es. Accumuli, Ischia). ➢ edifici strategici, con dichiarazione di vincolo o marcate dal SIRBEC come facente parte del patrimonio culturale (centri coordinamento soccorsi: Ospedali, stazioni, caserme, prefetture e questure, municipi, sovrintendenze e ministeri, COM, COC). 4.1 La convenzione tra la Regione Lombardia, il Segretariato Regionale per la Lombardia e il Polo Museale Regionale della Lombardia per la condivisione di modalità di intervento negli scenari di rischio in abitati storici in cui sono presenti beni culturali e/o Luoghi della Cultura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT ) Regione Lombardia è tra le prime regioni a firmare un accordo per l’elaborazione di linee guida per condividere, attraverso un tavolo permanente, interventi e modalità operative in scenari di rischio collocati in centri abitati storici o che vedono insistere sedi del Polo museale, beni tutelati e luoghi della cultura del MIBACT. Questa convenzione, il cui schema è stato approvato con DGR n. 2493 del 18 novembre 2019, è stata firmata nel 2019 ed ha validità triennale. La presente convenzione rappresenta un punto di partenza per una efficace e proficua collaborazione anche per la redazione di piani di Protezione Civile atti ad affrontare i rischi sul 21
territorio lombardo, dal punto di vista idrogeologico e sismico, attraverso la conoscenza dell’esposizione del rischio dei beni culturali e delle misure idonee a salvaguardare il patrimonio culturale. Le iniziative e attività, previste riguardano un percorso condiviso col MIBACT di collaborazione nell’ambito della salvaguardia dei beni culturali, comprendente tematiche quali l’individuazione di buone pratiche riguardanti la prevenzione del rischio e la protezione dei beni culturali a partire da casi studio su alcuni luoghi della cultura gestiti dal Polo Museale Regionale della Lombardia, anche in rapporto al costruito circostante e alla salvaguardia della vita umana. La collaborazione tra Regione e Segretariato Regionale del MIBACT riguarda le fasi emergenziali seguenti a calamità naturali e lo scambio di dati e informazioni per coordinare le priorità e l’operatività di intervento negli scenari di rischio che coinvolgono il patrimonio culturale, i centri storici e i tessuti di antica formazione e territori in cui sono presenti beni culturali. Queste attività di coordinamento avverranno attraverso la costituzione di specifico tavolo, anche con la Direzione Generale Autonomia e Cultura, che si riunirà periodicamente con uno specifico ordine del giorno. La convenzione e l’atto di approvazione del suo schema sono consultabili su richiesta come indicato in Premessa. 4.2 Analisi sull’area campione Individuazione dell’area campione selezionata, dove sperimentare alcuni indirizzi operativi. Riportare cartografia con zoom: ➢ dei 57 Comuni in Zona 2 (ampliare l’areale); ➢ dei Beni Culturali rappresentati con simboli diversi in base alle tipologie; ➢ del perimetro dei nuclei storici. 22
Figura 9. Esempio di cartografia derivata dalla sovrapposizione degli strati informativi relativi alla classificazione sismica, alle Architetture storiche del SIRBEC e alle Architetture vincolate del MIBACT. È inoltre utile incrociare l’elenco predisposto dei Beni Culturali, che in caso di sisma richiedono un intervento immediato, secondo i criteri sopra riportati con alcuni fattori legati all’accessibilità riportando: ➢ il picco visite dei beni culturali nell’area campione, riportato nel documento “Numeri Musei” consultabile su richiesta come indicato in Premessa; ➢ gli orari di apertura dei Musei e dei Luoghi della Cultura e qualora ci siano gli elenchi dei visitatori ➢ i flussi di visite (stagionali e annuali) al bene culturale definito di alta priorità (rif. documento “Focus sui 57 comuni classificati in Zona 2”, paragrafo 1.4 turismo). 4.3 Comunicazione del piano La comunicazione passa attraverso politiche di mitigazione dei rischi per gestire il turismo in maniera sostenibile. È necessario coinvolgere le associazioni di categoria, per la creazione di vademecum per la messa in sicurezza degli ospiti nelle strutture alberghiere, ad esempio portandoli in aree di raccolta fuori dagli edifici (aree di attesa e/o di prima accoglienza), informandoli dei pericoli che incombono sul territorio (stralci della comunicazione inserita nei Piani di Protezione Civile Comunali). 4.4 Architetture: esempi virtuosi di buone pratiche Si è pensato di fare un approfondimento su alcuni esempi, verificati sul territorio, attraverso alcuni sopralluoghi mirati. Da attente analisi su alcuni casi studio di seguito riportati sono emersi spunti e buone pratiche da utilizzare e da esportare in altri luoghi e per tipologie affini (centri storici, siti UNESCO e altri luoghi della cultura, ecc.) 4.4.1 Palazzo Te e i Musei Civici di Mantova Da tutta questa serie di analisi ci siamo resi conto che occorre trattare un museo, una biblioteca ecc., come un luogo produttivo, che crea valore per l’intera città. Pertanto, i suoi effetti di attrazione turistica hanno ricadute sull’economia di tutto l’abitato urbano o sull’area metropolitana o comunque su un intorno con un raggio di qualche miglio quadrato creando un buffer, come è da tempo usato per i piani di emergenza esterna delle ARIR, che travalicano i limiti amministrativi (per fare un esempio, il Festival della Letteratura di Mantova appena terminato, per ogni euro investito ha una ricaduta sull’intera cittadinanza di 10 Euro). I Musei Civici di Mantova, (che ha all’interno del sistema Palazzo Te e il Museo della Città di S. Sebastiano), hanno registrato cosa è successo nelle ore successive al sisma del 2012: la città era paralizzata, i luoghi della cultura aspettavano i tecnici del MIBACT per prendere decisioni, impegnati in centinaia di interventi, specie a Palazzo Ducale. 23
Dal MIBACT la sola raccomandazione fu quella di ancorare le quadrerie di maggior pregio al muro, non si erano ancora avviati sopralluoghi atti ad accertare la stabilità delle superfici murarie che fungevano da contenitore delle opere. Di seguito il resoconto frutto dell’intervista rilasciata il giorno 3/10/2017 dal direttore dei Musei civici di Mantova, dott. Stefano Benetti, alla presenza del funzionario del Dipartimento della protezione civile. Il 29 maggio 2012 (data della seconda forte scossa di magnitudo 5.9, dopo la prima del 20 maggio) alle ore 9,00 è scattato il piano di sicurezza, che prevedeva l’evacuazione del palazzo in 2 minuti. È partito il 1° sopralluogo, nel pomeriggio, alla presenza del direttore dei LL.PP. (ricordiamo che tutte le spese c. 100.000 Euro sono state anticipate dal Comune di Mantova e poi rifusi dal commissario; sono inoltre coperti da assicurazione del Comune), del direttore del museo e della restauratrice che era già presente in cantiere, figura di fiducia ed esperienza. La seguente operazione è stata condivisa con la Sovrintendenza di pertinenza (Mantova). Sono risultate danneggiate la Sala Cavalli, le Logge delle Muse, la Sala del Sole e Luna: Sono comparse alcune lesioni sul cornicione. In Sala dei Giganti sono comparse delle lesioni medio-gravi. A Palazzo S. Sebastiano è stato effettuato un uguale sopralluogo, ma si sono riscontrati meno danni. In un secondo tempo si è fatta una mappatura coerente per le lesioni. Il 30 maggio è stato compiuto il lavoro di messa in sicurezza degli apparati decorativi e dei beni mobili, c’è stato il sopralluogo della Soprintendenza di MN. Per le opere mobili è stato raccomandato il fissaggio a parete. Le spese sono state sostenute subito dal Comune, che aveva interesse a riaprire al pubblico. Statue tolte dai basamenti e messe nei depositi Il 31 maggio si è effettuato un 2° sopralluogo, stavolta alla presenza dello strutturista, l’ing. Riva, in accordo telefonico con la Soprintendenza (Brescia), in totale comunione di intenti: non si è attesa la Soprintendenza ma si è chiesto il permesso per effettuare la valutazione di agibilità. Si è quindi proceduto alla verifica di staticità. Si sono visionati tutti i sottotetti e tetti per valutarne l’integrità. Trasmesso l’esito della relazione a BS, non vi è stata mai nessuna interruzione dell’uso delle strutture, ad esclusione delle Fruttiere dove si è ritenuto, a scopo cautelativo chiudere e puntellare per la rimessa a piombo delle murature di facciata. Il 9 ottobre con la conferenza stampa si è conclusa tutta la fase di messa in sicurezza e aperture degli ambienti. Il 4 novembre si è chiuso tutto: interventi e cantiere. Infine, il Giardino Segreto è stato salvato insieme e con l’aiuto della Soprintendenza e Banca Agricola Mantovana. Il direttore ha promosso un laboratorio della conoscenza per mettere in connessione la catalogazione con i documenti d’archivio e auspica che le schede di monitoraggio degli affreschi entrino nella Carta del Rischio. In sintesi: conoscenza, condivisione, autoprotezione è la lezione che va estesa su tutte le politiche di salvaguardia dei BB.CC. : la direzione dei Musei civici di Mantova, forte dei continui contatti con la Sovrintendenza, ha agito in totale autonomia affidandosi alla restauratrice accreditata per gli apparati decorativi e soprattutto allo strutturista di fiducia, che si era già occupato a lungo di diagnostica del complesso monumentale, per farsi certificare l’agibilità e la riapertura al pubblico delle proprie strutture. Da quel momento è partita anche una politica di monitoraggi alla Sala dei Giganti di Giulio Romano a causa dell’apertura di una preoccupante crepa aggravata dalle vibrazioni del vicino rilevato ferroviario. 24
Nell’ultimo anno i dati della Lombardia, tra il dopo-EXPO e con il fatto che con Mantova ha ospitato la Capitale Italiana della Cultura 2016, si è registrato un forte incremento degli ingressi ai Musei. Fra tutti spiccano i dati del Museo di Palazzo Ducale a Mantova (+51% di ingressi). Per saperne di più vedi scheda SIRBEC presentata su LBC all’indirizzo: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN240-00027/?view=ricerca&offset=0 4.4.2 Il Castello di Padenghe (BS) Il bene in questione è frutto delle risultanze emerse durante l’esercitazione del 27 e 28 ottobre 2017 svoltasi nella zona riguardante i Comuni della Valtenesi. Il Castello è in realtà un borgo cintato, un vero e proprio settore urbano dell’abitato di Padenghe. È parsa una tipologia interessante da analizzare anche perché è quella più in sofferenza sia a livello manutentivo, per l’estensione del tessuto di antica formazione, sia per il numero e la rilevanza riscontrata, a livello di regione e a scala nazionale (per la Lombardia vedere lo strato cartografico “Nuclei di antica formazione” del Piano di Governo del Territorio-PGT). Dopo il sisma che ha colpito i borghi del Centro Italia si è accelerato l’iter per approvare una legge ad hoc sul tema del rilancio di questi agglomerati storici, spesso svantaggiati https://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/il-senato-approva-la-legge-realacci-sui-piccoli-comuni Nel corso dell’esercitazione si sono testati una serie di punti su cui interessava fare qualche riflessione. Il caso studio è stato fissato sul Castello di Padenghe (BS) localizzato su un’altura, vista lago di Garda, in Zona classificata 2 per rischio sismico. Il castello in realtà non è altro che una cinta murata dell’anno 1000 circa con all’interno un nucleo di antica formazione disposto su tre fila di abitazioni in sasso. Vi si accede da un arcone ricavato in un’alta torre, al cui fianco vi è un rivellino chiuso con un piccolo spazio pubblico destinato a rappresentazioni e eventi comunali. Per saperne di più vedi scheda Sirbec presentata su LBC all’indirizzo: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/4m010-00219/?view=ricerca&offset=0 L’intero complesso risulta vincolato ai sensi dell’ex 1089/1939 ora assorbito dal Codice dei BB.CC. (come riportato nel “Decreto Castello di Padenghe”, consultabile come riportato in Premessa) Abbiamo constatato che essendo l’accesso alla cinta murata consentito solo attraverso il voltone principale, in caso di crollo, la popolazione, circa 20 abitanti, rimarrebbe intrappolata all’interno del ricetto, costringendo ad un salvataggio dall’alto, con elicotteri. Si è richiesta quindi una valutazione per l’apertura di un varco di emergenza supplementare, come quello effettuato nel vicino castello di Moniga. Dal sopralluogo effettuato si è trovata una breccia aperta, dovuta ad un crollo, in una zona cintata perché privata, ma facilmente raggiungibile dall’interno del ricetto. Ad aggravare la situazione di pericolo si segnala anche un B&B con presenza saltuaria di ospiti, che vanno guidati nelle operazioni di messa in sicurezza. Dal coordinamento con la funzionaria del MIBACT e da quella della Soprintendenza di Brescia si è concordato di agire con le seguenti misure: Le vie di fuga: abbiamo previsto di sollecitare un piano di emergenza per l’evacuazione del nucleo storico come si trattasse di un edificio pubblico. Dovrebbe essere predisposta ad una lettera al Sindaco di Padenghe che invita a pensare ad una redazione di un piano di evacuazione da esporre anche all’ingresso del ricetto, tramite un 25
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