COMUNE DI ANZOLA Venerdì, 19 agosto 2016
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COMUNE DI ANZOLA Venerdì, 19 agosto 2016 Cultura e turismo 19/08/2016 Il Resto del Carlino Le bulle de reve' arriva il Cirque Bidon 1 Pubblica Amministrazione 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 GIANNI TROVATI Incentivi «differenziati», la vera sfida da vincere 2 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 GIANNI TROVATI, CLAUDIO TUCCI Renzi: nella stabilità ridurremo ancora le tasse 3 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 GIANNI TROVATI Statali, vale 1,2 miliardi il recupero dell' inflazione 5 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Sui dirigenti i nodi di deroghe e responsabilità 7 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 13 Freddi anche i sindaci: meglio il volontariato 9 19/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 13 AN. MARI Lavoro ai profughi, Lega e Fi all' attacco 11 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 28 GIOVAMBATTISTA PALUMBO Cessioni, non basta il valore 13 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 29 CRISTINA BARTELLI Rimborsi Iva con il turbo, da smaltire il 70% dello stock 14 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 30 GIOVANNI GALLI Debiti p.a. a quota 65 mld 16 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 31 MARCO OTTAVIANO Dal 27 agosto via alle domande per gli incentivi al riciclo dei Raee 18 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 33 STEFANO MANZELLI Rumori estivi, paga l' esercente che non controlla gli avventori 20 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 33 STEFANO MANZELLI Non spetta al primo cittadino la regolazione del traffico 21 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 33 LUIGI OLIVERI Spoils system alla Consulta 22 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 34 MATTEO BARBERO Pareggio di bilancio parziale 24 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 35 lo scadenzario degli enti locali 26 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 35 Oneri, palla al 27 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 36 PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI Fondi dalle regioni per le coste 29 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 36 Horizon 2020, accessibili i premi per le sfide sociali 31 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 36 Per i lavoratori socialmente utili arrivano 38 mln 32 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 37 PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI Gare, ammissioni a ostacoli 33 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 37 L' interdittiva antimafia fa revocare il contratto 35 19/08/2016 Italia Oggi Pagina 37 Vigilanza collaborativa attivata su 56 appalti 36
19 agosto 2016 Il Resto del Carlino Cultura e turismo NOVELLARA Le bulle de reve' arriva il Cirque Bidon È tornato in Italia dopo quindici anni, il Cirque Bidon. Una tournée che sta attraversando l'Emilia Romagna: dopo Cento, Argelato, Anzola, Fiorano e Correggio, oggi il circo itinerante a bordo di carovane trainate da cavalli si ferma a Novellara (Reggio Emilia). La bulle de reve' delizierà e farà divertire gli spettatori fino a lunedì. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
19 agosto 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione L' ANALISI Incentivi «differenziati», la vera sfida da vincere Dopo sei anni abbondanti dalla manovra estiva del 2010 che li ha messi in freezer, i rinnovi dei contratti per i dipendenti pubblici non sono certo materia per soli ragionieri. Numeri e regole, come quelle ricordate in questa pagina, aiutano a definire i contorni della questione, che tocca però alla politica affrontare. Oltre a fermare gli aumenti, che sarebbero stati via via calanti insieme al raffreddamento dell' inflazione, il blocco dei contratti pubblici ha fermato sul nascere gli effetti di quella che si annunciava come una stagione di riforme presto spinta con violenza fuori campo dall' arrivo della crisi di finanza pubblica. Insieme ai rinnovi, sono andati nel congelatore la revisione delle regole per le intese nazionali, allineate ai meccanismi del settore privato, e anche la tanto dibattuta «meritocrazia» che l' allora ministro Renato Brunetta avrebbe voluto introdurre a colpi di legge e che la riforma in cantiere oggi vuole rivedere ridando spazio alla contrattazione. Il risultato è stato quello di congelare, insieme agli stipendi, anche le tante storture che li hanno governati, presentando come sempre accade il conto più salato agli ultimi arrivati. Chi è entrato nella Pa appena prima del blocco, oppure è riuscito a farsi largo più tardi fra i vincoli sempre più rigidi al turn over, si è dovuto adattare alla prospettiva di una "carriera" inevitabilmente piatta, priva dei riconoscimenti piccoli o grandi che altri prima di lui erano riusciti a ottenere, con tanti saluti alla motivazione i dipendenti e per innovare l' amministrazione. Rinnovo dei contratti e riforma del pubblico impiego, su cui si discuterà dalle prossime settimane, hanno allora un compito molto più importante del semplice recupero di qualche arretrato, pur importante. Dovranno trovare le leve giuste per motivare i dipendenti e le strutture migliori, e i mezzi per sostenere le parti dell' amministrazione che più di altre hanno bisogno di nuovi ingressi e risorse. In tutto questo le regole sono importanti, ma ancora più decisive si riveleranno le scelte su come distribuire le risorse limitate. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2
19 agosto 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Renzi: nella stabilità ridurremo ancora le tasse ROMA L' azione di riduzione delle tasse proseguirà nella prossima manovra di Bilancio: lo ha detto ieri il premier, Matteo Renzi, evidenziando che la strada di una continua limatura del fisco, come dimostra l' accordo appena chiuso con Ryanair, con la cancellazione delle tasse aeroportuali, è quella «giusta», anche dal punto di vista della «competitività» del Paese. Il presidente del Consiglio ha ricordato tutti gli interventi sul fronte fiscale fatti dal proprio governo («dagli 80 euro, al Jobs act, all' Irap sul costo del lavoro, passando per Imu e Irap a g r i c o l a , Imu e Tasi p r i m a c a s a e superammortamento») sottolineando come l' ultimo aumento di tasse in Italia abbia riguardato l' Iva fatta lievitare nell' ottobre 2013 «da un governo precedente». Le parole del primo ministro hanno subito acceso il dibattito politico: per il vice presidente M5S della Camera, Luigi Di Maio, «la riduzione di tasse non c' è stata, Renzi la smetta di provocare i cittadini con queste balle. Altrimenti prima o poi se li ritroverà con i forconi sotto Palazzo Chigi»; e anche Matteo Salvini (Lega Nord) ha subito parlato di «propaganda» e di premier «bugiardo». Critiche sono arrivate pure da Renato Brunetta (Fi) che ha aggiunto come in autunno «servirà una manovra monstre da 3040 miliardi». La tasse «sono state ridotte è la replica del responsabile economico del Pd, Filippo Taddei . La pressione fiscale, per la prima volta negli ultimi sei anni, è calata al di sotto del 43% e continuerà a calare». Il governo, in particolare, «ha ridotto di 9,5 miliardi l' Irpef a 10 milioni di lavoratori dipendenti, di 5,5 miliardi l' Irap sul costo del lavoro a 1,5 milioni di imprese, di 3,5 miliardi la Tasi a 18 milioni di proprietari della casa in cui abitano», ha detto il vice ministro dell' Economia, Enrico Zanetti. Del resto, la direzione di marcia non può che essere quella del calo del fisco, spiega Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi: «Solo così si rilanciano fiducia e investimenti». Dibattito agostano a parte, e in attesa di capire come si chiuderà il confronto con l' Europa sul capitolo "flessibilità", e come saranno le nuove stime sul Pil da inserire nel Def, la prossima manovra di Bilancio dovrà necessariamente puntare su crescita e produttività. Sul fronte fiscale, legato al lavoro, è sul tavolo l' ipotesi di proseguire, anche nel 2017, nella decontribuzione per le nuove assunzioni stabili. La misura dovrebbe però andare incontro a un ulteriore decalage: si pensa a uno sgravio per un solo anno (il 2017, appunto), con un' entità del bonus che, al momento, oscilla tra il 20% e il 40%. In rampa di lancio anche la detassazione dei premi di risultato: qui l' asticella dell' incentivo dovrebbe salire fino a 34mila euro di somma incentivata, coinvolgendo anche quadri e una parte della dirigenza non apicale, innalzando il reddito annuo dagli attuali 50mila euro a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3
19 agosto 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Statali, vale 1,2 miliardi il recupero dell' inflazione È il possibile impatto di base dei rinnovi per il 20152017 Equivarrebbe a un aumento medio lordo di 20 euro al mese ROMA Fra i 300 milioni finora messi a disposizione dalla manovra dell' anno scorso e i 7 miliardi chiesti dai sindacati la distanza è siderale, e toccherà al confronto in programma a settembre il compito di trovare un punto d' incontro per far partire davvero il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Oltre che per i conti pubblici, la questione è delicata anche per la politica, soprattutto dopo sei anni di blocco, e da Renzi in giù il Governo ha manifestato in più occasioni l' intenzione di aumentare i fondi destinati al tema, prospettiva ribadita nei giorni scorsi dal viceministro all' Economia Enrico Zanetti anche dopo lo stop alla crescita registrato dall' Istat per il secondo trimestre dell' anno. Ma quanto serve per scrivere le nuove intese nazionali per i tre milioni di dipendenti pubblici italiani? Numeri alla mano, il recupero della scarsa inflazione del periodo porterebbe per il 20152017 un costo poco sopra gli 1,22 miliardi. Per avere le prime indicazioni concrete sull' ordine di grandezza delle cifre in gioco bisogna partire da un paio di questioni tecniche essenziali. La prima si incontra nella sentenza 178/2015 della Corte costituzionale, quella in cui i giudici delle leggi hanno imposto al governo di riaprire la partita contrattuale del pubblico impiego. In quella sentenza la Consulta ha "salvato" il congelamento dei rinnovi realizzato fino ad allora, che del resto era già stato giudicato legittimo in altre pronunce della stessa Corte, ma ha chiarito l' impossibilità di riconfermare ulteriormente lo stop, che altrimenti avrebbe assunto il carattere di misura a tempo indeterminato. Da questa riflessione in punta di diritto discende una conseguenza cruciale per i conti pubblici: la sentenza non impone di recuperare i mancati aumenti del passato, ipotesi che sarebbe costata 35 miliardi secondo i discussi calcoli dell' Avvocatura dello Stato, ma guarda solo al futuro. Un altro gruppo di sentenze, questa volta di tribunale (Reggio Emilia, Bologna e altri), aiuta a individuare il momento da cui scatta l' obbligo del rinnovo: è il 30 luglio del 2015, cioè il giorno successivo alla pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» della sentenza della Consulta. Individuati i confini temporali del rinnovo, si possono avviare i calcoli. In soccorso arrivano le regole fissate dall' intesa siglata da governo e sindacati ormai otto anni fa, e mai applicata finora nel pubblico impiego proprio a causa del blocco intervenuto prima di quello che sarebbe dovuto essere il primo rinnovo triennale. Il riferimento chiave, come accade nel settore privato, è quello dell' Ipca, l' indice dei prezzi al consumo armonizzato calcolato dall' Istat al netto dei prezzi dei beni energetici importati. L' indice serve ad ancorare gli andamenti delle retribuzioni a una dinamica il più possibile vicina a quella del costo della vita reale: in tempi di inflazione anche troppo piatta come quelli attuali, questo meccanismo riduce i costi dei rinnovi contrattuali. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 5
19 agosto 2016 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Riforma Pa. Atteso in Cdm la prossima settimana il decreto attuativo della delega Madia: va sciolta la questione della fase transitoria per i direttori generali Sui dirigenti i nodi di deroghe e responsabilità Slittato in extremis il 10 agosto dopo aver alzato parecchio la temperatura in molti uffici di vertice della pubblica amministrazione, i l decreto che attua la riforma Madia nel capitolo dedicato alla dirigenza è atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana. Il governo appare deciso a confermare l' appuntamento, anche perché è l' ultimo utile prima della scadenza della delega e lo stesso presidente d e l consiglio h a r i b a d i t o d i n o n v o l e r n e lasciare inattuato alcun aspetto, ma la decisione finale va ancora presa sul punto più in discussione: introdurre o meno nel testo una clausola di salvaguardia che eviti di inserire subito nei meccanismi del «ruolo unico» anche i prossimi incarichi dei direttori generali dei ministeri. In realtà, questo è solo l' aspetto di punta di una questione più generale sulle regole di transizione dal vecchio al nuovo regime, e per capirlo è sufficiente ricordare i pilastri della riforma disciplinati dalla bozza di decreto. I d i r i g e n t i d e l l a p u b b l i c a amministrazione saranno inseriti in «ruoli unici» dedicati a Stato, regioni e d enti locali, a cui si affianca quello delle autorità indipendenti; da questi ruoli, in cui gli aspiranti dirigenti del futuro entreranno tramite concorso oppure corsoconcorso, le amministrazioni dovranno pescare per affidare gli incarichi, tramite selezione pubblica. Gli incarichi, e qui si entra nel terreno più delicato, saranno a tempo, di quattro anni rinnovabili una volta sola nel caso di valutazione positiva ottenuta dall' interessato. Per chi resta privo d' incarico sono dolori: cadono tutte le voci accessorie della retribuzione, che valgono dal 40 al 70% della busta paga a seconda dei casi, e lo stipendio di base viene tagliato del 10% per ogni anno passato in parcheggio. Nell' ipotesi limite di assenza di incarichi per sei anni, la prospettiva è il licenziamento, previsto anche per chi durante lo stop non partecipa a un numero minimo di selezioni (l' ipotesi è 10 bandi ogni tre mesi): per evitare l' uscita, il diretto interessato potrà rinunciare alle stellette da dirigente ed essere inquadrato come funzionario. Fin qui i principi base, che si affiancano a meccanismi di taglio (fino all' 80%) per la retribuzione di risultato per i dirigenti che si macchiano della colpa di non «vigilare sul rispetto degli standard qualitativi e quantitativi» del lavoro nei propri uffici. Ad agitare gli uffici, però, c' è prima di tutto la sorte degli incarichi attuali, a partire da quelli di direttore generale. Il loro arrivo alla scadenza naturale non è in discussione, anche perché qualsiasi ipotesi contraria (peraltro mai ventilata espressamente) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7
19 agosto 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Nei Comuni. Il presidente dell' Anci Fassino invoca un piano nazionale per i profughi: andiamo oltre l' emergenza Freddi anche i sindaci: meglio il volontariato Tante perplessità, qualche dissenso, molti distinguo. Non entusiasma i sindaci la proposta del capo dipartimento immigrazione del Viminale, Mario Morcone, di far lavorare i profughi con una retribuzione ridotta. Meglio il volontariato, la formazione, il sostegno all' inserimento lavorativo, come avviene ora. Scontato il "no" dei primi cittadini di centrodestra, che alzano il tiro sull' intero fronte: ieri è scoppiato il caso Bondeno (Ferrara), dove il sindaco leghista Fabio Bergamini ha fatto cancellare dall' albo pretorio del comune gli avvisi per organizzare l' accoglienza. Pordenone e Vicenza levano gli scudi invocando «massima severità». Il presidente Anci Piero Fassino cerca di placare g l i a n i m i s o l l e c i t a n d o u n Piano nazionale profughi «che vada oltre l' emergenza e sia incardinato sul ruolo centrale dei comuni», riconoscendo centralità a Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che con progetti di integrazione accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell' asilo. È atteso a giorni in Gazzetta Ufficiale il Dpcm che semplifica l' adesione alla rete con liste sempre aperte, senza bisogno di indire bandi. Ma Fassino chiede al governo anche la convocazione del tavolo immigrazione che dovrà decidere le ulteriori misure, a partire dagli incentivi ai comuni virtuosi. Sulla questione lavoro, il responsabile welfare e immigrazione di Anci, Luca Pacini, difende il modello Sprar: «Da 15 anni i comuni coinvolti sono impegnati in progetti per garantire ai rifugiati l' apprendimento dell' italiano, il volontariato nelle associazioni, la formazione e l' inserimento lavorativo». «Con regole e modalità che valgono per tutti, nell' ambito del diritto». L' unico atto adottato sin qui è la circolare 14290/2014 inviata dal ministero dell' Interno ai prefetti per coinvolgere i migranti nel volontariato. Il polverone che si sollevò quasi due anni fa ricalca quello odierno: i richiedenti asilo vanno pagati? Se no, si può configurare sfruttamento? «Un piano nazionale gestito dall' Inps potrebbe dare buoni risultati», suggerisce il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Il primo cittadino di Catania, Enzo Bianco, avverte: «La realizzazione potrebbe rivelarsi complessa». Mentre il suo collega dem di Bari, Antonio Decaro, si dice contrario al lavoro retribuito. Di fatto, la retribuzione è cosa rara. È successo ad Asti, nel 2015, grazie a un accordo tra la onlus Piam e l' Ente Parchi. Accade nella locride, modello Riace, ma con una moneta locale che viene convertita in euro dai negozianti. Nella stragrande maggioranza dei casi da Torino a Napoli, da Bari a Pistoia, da Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9
19 agosto 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore
19 agosto 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Immigrazione. Centrodestra compatto contro la proposta del prefetto Morcone di offrire impieghi utili con rimborso spese Lavoro ai profughi, Lega e Fi all' attacco Alfano: ok se danno una mano, ma prima gli italiani E scrive alla Ue: sconcerto per scarse ricollocazioni Sempre il tema immigrazione sotto la lente. Questa volta a scatenare le polemiche è stata la posizione presa da Mario Morcone, prefetto e capo del dipartimento immigrazione, che si è detto favorevole a coinvolgere nel lavoro i migranti «legittimamente sul nostro suolo: i rifugiati o chi ha già presentato la richiesta di asilo», anche con una «retribuzione che potrebbe essere ridotta, per recuperare i costi dell' accoglienza». Morcone è finito sotto il fuoco di fila del centrodestra, con in prima fila la Lega e Fratelli d' Italia, ma anche Forza Italia ha criticato il prefetto. Tanto che è poi intervenuto il ministro dell' Intero Angelino Alfano a correggere il tiro: «Occorre che i profughi diano una mano d' aiuto nelle città in cui vivono, attraverso convenzioni con associazioni di volontariato e realizzando risultati che possano essere di utilità sociale. Ma la regola è che nei lavori si dà sempre e comunque precedenza agli italiani». E la spesa, comunque, «va scomputata dai costi di accoglienza, deve essere a saldo invariato riguardo ai costi per la comunità». In sostanza Alfano si rifà alla circolare del Viminale risalente al novembre 2014 che invitava tutti i prefetti a far svolgere attività di volontariato gratuite ai richiedenti asilo. Una polemica che ha riempito una giornata che ha comunque visto in 11 diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia il recupero di 5 corpi e il salvataggio di 534 migranti, stipati a bordo di due gommoni e di 9 piccole imbarcazioni. Ma ieri Alfano, nella lettera di risposta indirizzata al commissario Ue agli affari interni Dimitri Avramopoulos, ha anche espresso «grande sconcerto» per le scarse ricollocazioni il cui piano è «disatteso dalla maggioranza degli stati membri. Serve un programma europeo di rimpatri», ha aggiunto, mentre «gli impegni assunti dal governo italiano con la road map sono tutti in corso di attuazione», dagli hotspot all' identificazione dei migranti, dalle procedure d' asilo ai rimpatri volontari. Alfano infine ha comunicato che ieri mattina è stato espulso un tunisino di 35 anni che, «con altri soggetti (tra cui l' imam di Andria, rimpatriato il 13 agosto) era stato condannato nel 2015 dalla Corte di Assise d' Appello di Bari per il reato di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Successivamente, il 2 agosto scorso, era stato scarcerato in seguito alla sentenza della Cassazione che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11
19 agosto 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore
19 agosto 2016 Pagina 28 Italia Oggi Pubblica Amministrazione dlgs 147/2015 Cessioni, non basta il valore Per le cessioni di immobili e di aziende, nonché per la costituzione e il trasferimento di diritti reali sugli stessi, l' esistenza di un maggior corrispettivo e della relativa plusvalenza non è presumibile soltanto sulla base del valore, anche se dichiarato, accertato, o definito ai fini dell' imposta d i registro, ovvero delle imposte ipotecaria e catastale. Il dlgs n. 147/2015, che, all' art. 5, comma 3, ha escluso l' automaticità di tale presunzione, è del resto da ritenersi applicabile anche ai giudizi in corso, atteso l' intento interpretativo chiaramente espresso dal legislatore, che, infatti, ha stabilito che solo le disposizioni di cui al comma 1 si applicassero a decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto, nulla prevedendo invece per i commi 2 e 3 e confermandone dunque così la natura interpretativa. Così ha stabilito la Cassazione con l' ordinanza n. 16938 del 10.08.2016. Nel caso di specie l' Agenzia delle entrate proponeva ricorso avverso la sentenza della Ctr, la quale, nell' ambito di una controversia su un avviso di accertamento per maggiore Irpef, dovuta a titolo di plusvalenza conseguita dalla cessione di un terreno avente carattere edificatorio e determinata, ai fini delle imposte di registro e ipocatastali, sulla base del valore concordato in adesione con la società acquirente, aveva confermato la decisione di primo grado, che aveva accolto il ricorso della contribuente. L' amministrazione finanziaria riteneva dunque che la Ctr avesse erroneamente contestato il potere dell' ufficio di quantificare la plusvalenza, relativa alla cessione dell' immobile, facendo riferimento al valore definito ai fini dell' imposta di registro, e presumendo una corrispondenza tra il prezzo percepito per detta cessione e il relativo valore di mercato. GIOVAMBATTISTA PALUMBO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13
19 agosto 2016 Pagina 29 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Obiettivo dell' amministrazione finanziaria per il 2016 Rimborsi Iva con il turbo, da smaltire il 70% dello stock L' Agenzia delle entrate prova a migliorare la performance sui rimborsi Iva ai contribuenti. E nella convenzione 20162018 alza l' asticella della percentuale di smaltimento dei rimborsi dal 60 al 70%. «In tema di rimborsi», si legge nel testo della Convenzione, «l' Agenzia delle entrate sta accelerando le procedure per i rimborsi fiscali e, in convenzione sono previsti due indicatori di efficienza volti a misurare lo smaltimento del magazzino dei rimborsi Iva e imposte dirette pregressi lavorati». In entrambi i casi l' Agenzia, come detto, si pone il risultato per il 2016 di lavorare almeno il 70% dei rimborsi presenti in magazzino. L' Agenzia guidata da Rossella Orlandi non fa, però, il punto sullo stock d' arretrato presente in magazzino. Nella Convezione si prende come riferimento un cronoprogramma di smaltimento per i rimborsi (a esclusione dei rimborsi Ires e Irpef derivanti dalla deducibilità dell' Irap e dai rimborsi Irap professionisti) presenti alla data del 31 dicembre 2015 e non lavorati dagli uffici alla stessa data più i rimborsi chiesti con dichiarazioni presentate entro il 30 giugno 2016 e liquidate definitivamente dal 36bis (cioè presenti nella base dati dei rimborsi) entro la stessa data lavorati tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2016. L' Agenzia indica tra le priorità nel miglioramento della qualità dei servizi ai contribuenti l' attività del rimborso e per questa ragione inserisce un indicatore che misurerà la percentuale delle risorse erogate per i rimborsi a favore dei contribuenti rispetto alle somme stanziate e un altro sulla tempestività nel servizio agli utenti che hanno prenotato un appuntamento presso gli uffici e che sono ricevuti entro 10 minuti dalla prenotazione. Sempre in tema di compliance, e cioè di pacificazione con il contribuente prima di attivare l' accertamento (si veda ItaliaOggi del 17/8/2016) l' Agenzia delle entrate iscrive alla voce dei versamenti spontanei da attività volte a favorire l' emersione dell' effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto 250 milioni per ciascun anno del triennio della convenzione. Entro il 2018 insomma le lettere inviate secondo l' Agenzia spingeranno i versamenti con la dichiarazione integrativa in modo tale da far incassare al fisco 750 milioni di euro. Mentre dagli studi di settore, meccanismo in vista di revisione, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14
19 agosto 2016 Pagina 29 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 30 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Elaborazioni Confartigianato e Cgia su dati della Banca d' Italia e di Intrum justitia Debiti p.a. a quota 65 mld Tempi medi di pagamento alle imprese: 131 giorni Debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni pari a oltre 65 miliardi di euro. E tempi medi di pagamento di 131 giorni, che pongono l' Italia in coda alla classifica dei paesi europei. Questo quanto emerge da alcune elaborazioni condotte su dati di Bankitalia e Intrum justitia da Confartigianato e Cgia Mestre. Secondo i dati raccolti dalla Banca d' Italia, nel 2015 i d e b i t i c o m m e r c i a l i d e l l e amministrazioni pubbliche sono pari al 4,0% del Pil, valutabili in 65,4 miliardi di euro: 34 circa a causa dei ritardi di pagamento e 31 di natura fisiologica. Le risorse messe a disposizione degli enti decentrati nell' ambito di un piano straordinario per il pagamento di debiti pregressi hanno, spiegano da Confartigianato, ridotto il peso dei debiti commerciali di 1,8 punti di Pil tra il massimo del 2012 e 2015. Persiste come si diceva una quota non fisiologica del debito, legata a ritardi e non a dilazioni di pagamento definite contrattualmente, pari all' 1,9% del Pil ed equivalente a 34.364 milioni di euro e che rappresenta più di metà (52,5%) del debito complessivo. L' elevato debito commerciale della p.a. e i relativi tempi di pagamento sono problemi che interessano 647 mila imprese fornitrici, pari al 15,1% delle imprese attive. Proprio sui tempi di pagamenti ci sono però stime diverse. Le ultime valutazioni della Banca d' Italia indicano 115 giorni, in riduzione rispetto ai 120 del 2014. Le ultime analisi condotte dal ministero dell' economia indicano tempi di pagamenti medi di 44 giorni. Una analisi di Confartigianato evidenzia che anche tra i 500 enti pubblici più virtuosi rimane una quota elevata (32,8%) di amministrazioni pubbliche che presenta una deviazione nei tempi di pagamento superiore al 20% al termine di legge. «Secondo Intrum justitia, che monitora annualmente i ritardi di pagamento di tutte le pubbliche amministrazioni d' Europa, l' Italia rimane fanalino di coda nella graduatoria dei 27 paesi Ue», sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell' Ufficio studi della Cgia Mestre, «con un tempo medio di pagamento registrato quest' anno di 131 giorni. Un arco temporale più che doppio rispetto al limite fissato da Bruxelles «. «In Europa», segnala il segretario della Cgia, Renato Mason, «nessun' altra pubblica amministrazione si comporta peggio della nostra. Sebbene negli ultimi anni le cose siano migliorate, il gap con i nostri principali partner economici rimane ancora molto elevato. In Francia, per esempio, i fornitori vengono pagati mediamente dopo 58 giorni, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16
19 agosto 2016 Pagina 30 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione In Gazzetta il decreto del ministero dell' ambiente. Interessati privati ed enti pubblici Dal 27 agosto via alle domande per gli incentivi al riciclo dei Raee Dal 27 agosto è possibile richiedere al ministero dell' ambiente gli incentivi per promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti d i apparecchiature elettriche ed elettroniche (cosiddetto Raee). Possono partecipare all' accesso ai contributi i soggetti pubblici e privati, singoli o associati, operanti nella filiera di gestione dei Raee e istituti universitari e di ricerca. È con il decreto del 25 luglio 2016 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 agosto 2016 n. 188) che vengono disciplinate dal ministero dell' ambiente le misure volte a promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Con avviso pubblico vengono definiti i criteri, le modalità, le procedure per l' accesso ai contributi economici e le risorse stanziate annualmente dalla direzione generale per i rifiuti e l ' inquinamento del ministero dell' ambiente. I contributi economici sono definiti nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio d e l ministero dell' ambiente e della tutela del territorio e del mare e attribuiti previo avviso pubblico con cadenza annuale. Alla procedura di selezione degli interventi provvede la direzione generale per i rifiuti e l' inquinamento del ministero dell' ambiente. Gli interventi per i quali è possibile richiedere i contributi economici sono finalizzati alla massimizzazione della quantità di materia recuperabile o riciclabile in uscita dagli impianti di recupero, riciclaggio e trattamento dei Raee, all' ottimizzazione del consumo energetico dei processi di recupero, riciclaggio e trattamento dei Raee, alla riduzione dei tempi e del numero delle fasi dei processi di recupero, riciclaggio e trattamento dei Raee e alla riduzione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Gli interventi di recupero, riciclaggio e trattamento devono comportare un effettivo incremento del livello tecnologico degli impianti rispetto alle migliori pratiche disponibili allo stato dell' arte del settore. Tali impianti devono essere sono conformi alle disposizioni di cui all' art. 18 del decreto legislativo n. 49 del 2014. Tra gli interventi non sono contemplate le innovazioni tecnologiche riguardanti le attività preliminari al recupero, tra cui la cernita e il deposito. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18
19 agosto 2016 Pagina 31 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Rumori estivi, paga l' esercente che non controlla gli avventori Spetta al barista attivarsi per limitare il disagio dei residenti nel caso in cui i clienti siano troppo rumorosi soffermandosi per strada impedendo il riposo delle persone. Altrimenti potranno scattare delle multe con la sospensione della diffusione sonora o la riduzione dell' orario di apertura del locale. Lo ha evidenziato il Tar Veneto, sez. III, con la sentenza n. 644 del 15 giugno 2016. Un pubblico esercizio posizionato nel centro storico è stato ripetutamente sanzionato per rumori e schiamazzi e per questo motivo il comune ha adottato un' ordinanza di completo silenzio musicale per un mese. Contro questa decisione l' interessato ha proposto ricorso al Tar ma senza successo. Se l' esercente non controlla il comportamento dei suoi clienti che stazionano in strada parlando a voce alta con tanto di musica ad altro volume all' arrivo dei vigili scattano le multe. Poi il dirigente ha facoltà di adottare ulteriori misure sanzionatorie a carico dell' esercente che vanno dalla limitazione della musica alla riduzione anticipata dell' orario di chiusura. Riproduzione riservata inserire 101 foto taglio a cavallo. STEFANO MANZELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20
19 agosto 2016 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Non spetta al primo cittadino la regolazione del traffico La competenza ad adottare provvedimenti relativi alla disciplina della circolazione stradale spetta al dirigente e non al sindaco. Lo ha chiarito il Tar Piemonte, sez. II, con la sentenza n. 1077 del 27 luglio 2016. Nel caso sottoposto all' esame del collegio UN sindaco ha adottato, ai sensi dell' art. 7 del codice stradale, un generico divieto di transito ai mezzi pesanti in ambito comunale. Contro questo provvedimento il titolare di un' attività agricola ubicata nella zona interessata dalla limitazione ha proposto ricorso. Senza entrare nel merito delle altre doglianze avanzate dal ricorrente, i giudici hanno ritenuto di accogliere l' istanza a causa della manifesta incompetenza del sindaco ad emanare ordinanze limitative della circolazione urbana. Secondo l' orientamento ormai consolidato in giurisprudenza queste ordinanze rientrano infatti nella esclusiva competenza del dirigente e pertanto il ricorso è fondato e il provvedimento deve essere annullato. © Riproduzione riservata. STEFANO MANZELLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21
19 agosto 2016 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Ordinanza di rimessione della Cassazione fa tornare d' attualità il dibattito Spoils system alla Consulta Paletti alla decadenza automatica dei dirigenti L' incostituzionalità della decadenza automatica dei dirigenti derivante dall' insediamento di un nuovo vertice politico amministrativo torna d' attualità e mette in seria discussione l' impianto della riforma Madia. La Corte di cassazione, sezione lavoro, con ordinanza 15 luglio 2016, n. 14593 indirettamente entra nel dibattito aperto sulla riforma della dirigenza, sollevando la questione di legittimità costituzionale relativamente all' articolo 9, comma 6, delta legge reg. Friuli Venezia Giulia del 3 marzo 1998, n. 6, nella parte in cui, appunto, dispone la decadenza automatica dei dirigenti dell' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente. La Sezione lavoro fa sue e riprende le motivazioni con le quali la Corte costituzionale esprime da anni un indirizzo giurisprudenziale fortemente contrario agli elementi di spoils system che vìolino l' articolo 97 della Costituzione in tema di accesso agli impieghi pubblici mediante concorsi e, soprattutto, il principio di continuità dell' azione amministrativa. Tale indirizzo, ricorda la Cassazione citando alcune delle sentenze più rilevanti pronunciate dalla Consulta, afferma che meccanismi di decadenza automatica, se riferiti a dirigenti preposti alla direzione di uffici amministrativi per la cui scelta l' ordinamento non attribuisce, in ragione della loro funzioni, rilievo esclusivo o prevalente al criterio della personale adesione del nominato agli orientamenti politici del titolare dell' organo che nomina, pregiudicano la continuità dell' azione amministrativa oltre ad introdurre altri elementi problematici. In primo luogo, la parzialità del dirigente, se scelto in relazione all' orientamento politico; inoltre, la sottrazione del dirigente dichiarato decaduto dalle garanzie del giusto procedimento, a causa del fatto che la decadenza automatica svincola la rimozione del dirigente dall' accertamento oggettivo dei risultati conseguiti. Indirettamente queste affermazioni, ormai pacifiche nella giurisprudenza costituzionale, incidono sulla riforma della dirigenza, in elaborazione frenetica in questi giorni. La legge 124/2015, infatti, pur non prevedendo ipotesi di decadenza automatica dei dirigenti connessa all' insediamento di nuovi organi di governo, di fatto estende a dismisura la lesione del principio di continuità dell' azione amministrativa. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22
19 agosto 2016 Pagina 33 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Per il prossimo triennio spetterà alla legge di bilancio di definirne la rilevanza Pareggio di bilancio parziale Il fondo pluriennale vincolato entra solo dal 2020 Il fondo pluriennale vincolato entrerà nel pareggio di bilancio in modo stabile a partire dal 2020, limitatamente alla quota finanziata da entrate finali (quindi al netto del debito). Per il prossimo triennio, invece, sarà la prossima legge di bilancio a definire la sua rilevanza. È quanto prevede il nuovo comma 1bis inserito dal parlamento nell' art. 9 della legge 243/2012 per raccordare le regole di finanza pubblica con la disciplina dell' armonizzazione contabile. La questione (solo in apparenza tecnica) riguarda il tema (in realtà molto concreto) della copertura delle spese per investimenti che richiedono più anni per essere realizzati. Facciamo l' esempio di una scuola (costo ipotizzato 1 milione) che un comune decida di finanziare nel 2016. Con il precedente ordinamento contabile, l' ente avrebbe potuto impegnare l' intesa somma sul 2016 e gestire i pagamenti dovuti negli anni successivi «a residuo», compatibilmente con i limiti del Patto. Con le nuove regole di bilancio, invece, il problema deve essere affrontato «a monte», ossia prima di partire con i lavori, in un' ottica di programmazione. L' ente oggi deve impegnare la spesa secondo il cronoprogramma dell' opera, accantonando le risorse che serviranno a pagare i futuri stati avanzamento lavori in un fondo ad hoc, che si chiama fondo pluriennale vincolato. Tornando all' esempio della scuola, se il milione di spesa è da spalmare per 300 mila sul 2016 e per 700 mila sul 2017, l' ente dovrà creare un fondo pluriennale vincolato nel 2016 che, riportato sul bilancio 2017, darà copertura alla seconda tranche. Il problema al riguardo è che, in base alle norme vigenti, il fondo pluriennale vincolato non può essere conteggiato nel saldo 2017, generando un «buco» nella programmazione dell' ente che impedisce di appaltare i lavori. Per ovviare, la modifica della legge 243 approvata dalle Camere prevede, al contrario, che il fondo pluriennale vincolato entri nel conteggio, stabilmente a partire dal 2020, per il prossimo triennio entro limiti che saranno definiti dalla prossima legge di bilancio. Al riguardo, il governo ha garantito che, con la manovra autunnale, verranno stanziati gli stessi fondi che l' ultima legge di stabilità ha messo a disposizione, ossia circa 660 milioni annui, creando un tesoretto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24
19 agosto 2016 Pagina 34 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione lo scadenzario degli enti locali G I O V E D Ì 1 S E T T E M B R E Pubblicità istituzionale amministrazioni ed enti pubblici Da oggi e fino al 30 settembre le amministrazioni pubbliche e gli enti pubblici anche economici sono tenuti a dare comunicazione a l l a A g c o m d e l l e s o m m e impegnate per l' acquisto, ai fini di pubblicità istituzionale, di spazi sui mezzi di comunicazione di massa. Dal 2016 è adottato un nuovo modello elettronico di comunicazione ed il termine di invio è differito al 30 settembre 2016. Il nuovo sistema consiste in una piattaforma online, accessibile dal sito web dell' Autorità, che fa riferimento agli elenchi delle Amministrazioni pubbliche e degli Enti pubblici censiti dall' Ipa (Indice delle pubbliche amministrazioni) (art. 41, dlgs 31 luglio 2005, n. 177; delibera n. 4/16/CONS del 14 gennaio 2016). MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRE Ravvedimento entro 90 giorni Ultimo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 giugno 2016 (ravvedimento con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta a un nono della metà minimo, ovvero 1,67%) (dlgs 18/12/1997, n. 472, art. 13 lettera abis); art. 15, comma 1, lett. o), dlgs 158/2015; circolare n. 23/E del 9 giugno 2015). Gli interessi legali dall' 1/1/2015 sono pari allo 0,2% (dm 11/12/2015; G.U. 15/12/2015). VENERDÌ 16 SETTEMRE Iva split payment Gli enti e organismi pubblici nonché le Amministrazioni centrali dello Stato individuate dal dm 5 ottobre 2007 e dal dm 22 ottobre 2008 tenuti al versamento unitario di imposte e contributi tramite F24EP versano l' Iva addebitata in fattura sulle fatture d' acquisto soggette a «scissione dei pagamenti» emesse dal 1° gennaio 2015 e per cui l' Iva è divenuta esigibile nel mese precedente, con il codice 620E (art. 17ter, dpr 633/1972; dm 23/1/2015). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26
19 agosto 2016 Pagina 35 Italia Oggi Pubblica Amministrazione URBANIZZAZIONE/ L' organo per la determinazione/adeguamento Oneri, palla al consiglio Competenza frutto di coerenza sistematica Qual è l' organo competente alla determinazione/adeguamento degli oneri d i urbanizzazione? L' art. 42 del decreto legislativo n. 267/00 stabilisce che il consiglio è l ' o r g a n o d i indirizzo e controllo politicoamministrativo, a cui sono attribuite una serie di competenze elencate in dettaglio nella stessa disposizione normativa. In particolare, la lettera b) prevede in linea generale la competenza del consiglio i n m a t e r i a d i p r o g r a m m i , bilanci, piani territoriali ed urbanistici ecc., mentre la lett. f) assegna a tale organo competenze in materia di istituzione e ordinamento dei tributi, con esclusione della determinazione delle relative aliquote e la disciplina generale delle tariffe per la fruizione dei beni e dei servizi. La giunta comunale, a cui sono assegnate funzioni di tipo esecutivoattuativo, in base al successivo art. 48, comma 2, compie tutti gli atti rientranti ai sensi dell' articolo 107, commi 1 e 2, nelle funzioni degli organi di governo, che non siano riservati dalla legge al consiglio e che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo statuto, del sindaco o degli organi di decentramento; collabora con il sindaco nell' attuazione degli indirizzi generali del consiglio; riferisce annualmente al consiglio sulla propria attività e svolge attività propositive e di impulso nei confronti dello stesso. Circa il caso di specie, il dpr 6 giugno 2001, n. 380, all' art. 16, comma 4, prevede espressamente che l' incidenza degli oneri d i urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con deliberazione del consiglio comunale in base alle tabelle parametriche che la regione definisce per classi di comuni in relazione a una serie di parametri ivi indicati. Il comma 5 del citato art. 16 stabilisce, altresì, che nel caso di mancata definizione delle tabelle parametriche da parte della regione e fino alla definizione delle tabelle stesse, i comuni provvedono, in via provvisoria, sempre con deliberazione del consiglio comunale secondo i parametri di cui al comma 4, fermo restando quanto previsto dal comma 4bis. È evidente, pertanto, che la competenza a determinare gli oneri di urbanizzazione ricade esclusivamente sul consiglio comunale. Riguardo agli aggiornamenti degli oneri d i urbanizzazione primaria e secondaria, il comma 6 del medesimo art. 16 del dpr 6 giugno 2001, n. 380, si limita a stabilire che i «comuni» provvedono ogni cinque anni, in conformità alle relative disposizioni regionali, in relazione ai riscontri e prevedibili costi delle opere di urbanizzazione primaria, secondaria e generale. Il Consiglio di stato, con sentenza n. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 27
19 agosto 2016 Pagina 35 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Sono sei le amministrazioni che hanno bandi operativi. Le scadenze in settembre Fondi dalle regioni per le coste Si punta sul partenariato locale pubblico e privato Non sono solo le aree montane a beneficiare dei fondi comunitari, le Regioni stanno infatti scendendo in campo per favorire lo sviluppo delle aree costiere. Le risorse sono stanziate nell' ambito della nuova programmazione 2014 2020 a valere sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), grazie alle quali le Regioni attuano la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (Clld). Ciascuna Regione con aree costiere ha quindi attuato o attuerà la selezione dei gruppi locali, costituiti da partenariati tra soggetti pubblici e privati, che proporranno i programmi per l' utilizzo dei fondi comunitari. Attualmente sono operativi bandi relativi a sei diverse regioni: Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Sicilia e Toscana. L' obiettivo è favorire la crescita delle aree costiere I fondi intendono sostenere le strategie di sviluppo locale a t t r a v e r s o i l coinvolgimento e la partecipazione attiva del partenariato locale p u b b l i c o e p r i v a t o , l a programmazione dal basso, la progettazione integrata territoriale, l' integrazione multisettoriale degli interventi e la messa in rete dei partenariati locali. L' obiettivo generale dell' operazione è la realizzazione di strategie locali atte a migliorare l' implementazione delle politiche a favore delle aree costiere e, in particolare, di quelle che si stanno spopolando. Tra gli scopi c' è anche la promozione di una maggiore qualità della progettazione locale e la volontà di favorire la partecipazione delle comunità locali ai processi di sviluppo, contribuendo a rafforzare il dialogo tra società civile e istituzioni locali. Altro obiettivo è quello di promuovere il coordinamento tra politiche, strumenti di governance e procedure per accedere ai finanziamenti comunitari. Possono presentare la propria candidatura partenariati già costituiti nell' ambito della programmazione 2007 2013 oppure partenariati di nuova costituzione già costituiti o costituendi. Strategia su tre ambiti La strategia di sviluppo locale viene attuata attraverso Piani di azione locale (Pda) e dovrà concentrarsi prioritariamente su un massimo di tre ambiti di intervento. Gli ambiti sono lo sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agroalimentari, artigianali e manifatturieri, produzioni ittiche), lo sviluppo della filiera dell' energia rinnovabile (produzione e risparmio energia), il turismo sostenibile, nonché cura e tutela del paesaggio, dell' uso Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 29
19 agosto 2016 Pagina 36 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione spazi per gli enti Horizon 2020, accessibili i premi per le sfide sociali I l p r o g r a m m a comunitario H o r i z o n 2 0 2 0 concede premi per le iniziative meritevoli nel campo delle sfide sociali. Anche gli enti locali possono partecipare ed ottenere i premi in denaro previsti da ciascun bando. Attualmente sono accessibili i bandi relativi a sette premi, di cui alcuni particolarmente interessanti per gli enti locali. Un primo bando mette in gioco un montepremi di 750 mila euro a sostegno di soluzioni innovative e creative per il fotovoltaico integrato negli edifici che coniughi tecnologia estetica e fotovoltaica applicata in edifici storici che rappresentano il patrimonio artistico e culturale di una città. Il bando per questo premio rimarrà aperto fino al 26 settembre 2018. Altro bando di particolare interesse premierà un ospedale che ha realizzato un' installazione innovativa combinata di impianti di energia rinnovabile per la produzione di calore ed elettricità, che risulti perfettamente integrata nei propri locali. In questo caso il montepremi è pari a un milione di euro e la scadenza è fissata al 3 aprile 2019. Sono inoltre aperti altri bandi che premiano motori puliti, riduzione delle emissioni di CO2, riduzione della mortalità alla nascita, miglior utilizzo di antibiotici. Per partecipare ai bandi è necessario consultare la normativa e presentare domanda attraverso il Participant Portal all' indirizzo http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html. In generale, i concorsi sono aperti a tutte le persone giuridiche (comprese le persone fisiche) o gruppi di persone giuridiche indipendentemente dalla loro localizzazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31
19 agosto 2016 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione in calabria Per i lavoratori socialmente utili arrivano 38 mln La Regione Calabria ha deciso di riavviare i soggetti riammessi nel bacino Lsu/Lpu in attività socialmente utili e di pubblica utilità, promuovendo una manifestazione di interesse per Enti utilizzatori sul territorio regionale. Gli enti pubblici interessati sono chiamati a dare la disponibilità a procedere all' utilizzo per la durata di 12 mesi, di uno o più di tali lavoratori socialmente utili o di pubblica utilità riammessi nel bacino. Il bando può contare su uno stanziamento di 38 milioni di euro, previsti ai sensi delle leggi regionali n. 31 e n. 32 del 30 dicembre 2015 di approvazione del bilancio d i previsione per gli esercizi 2016 2018. Sono ammessi a partecipare al bando g l i Enti pubblici della Regione Calabria. I lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità possono essere utilizzati per attività di cura della persona, dell' ambiente, del territorio e della natura, dello sviluppo rurale, montano e dell' acquacoltura, del recupero e della riqualificazione degli spazi urbani e dei beni culturali; possono inoltre essere utilizzati nell' a m b i t o d e i servizi tecnici integrati della pubblica amministrazione e dei trasporti e la connessa logistica. Per lo svolgimento di dette attività compete ai soggetti utilizzati, per un impegno settimanale di venti ore, e per non più di 80 ore mensili, un importo mensile di euro 580,14 denominato assegno di utilizzo. Le adesioni dovranno pervenire alla Regione Calabria in busta chiusa alla Regione Calabria Dipartimento n. 7 Sviluppo Economico, Lavoro e Formazione e Politiche Sociali entro e non oltre il termine del 27 agosto 2016. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 32
19 agosto 2016 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Il dato reso noto dell' Authority anticorruzione. Procedimenti in aumento del 35% Gare, ammissioni a ostacoli Il 78% delle sanzioni riguarda irregolarità sui requisiti Il 78% delle sanzioni irrogate dall' Anac a imprese e professionisti partecipanti ad affidamenti pubblici riguarda le dichiarazioni sul possesso dei requisiti di ammissione alla gara, rispetto all' anno precedente i procedimenti sono aumentati del 35%. È questo il dato che segnala l' Autorità nazionale anticorruzione nella relazione presentata al Parlamento nel luglio scorso e relativa all' anno 2015. Il riferimento è ai procedimenti sanzionatori irrogati a seguito della vigilanza concernete lo svolgimento delle procedure di affidamento di contratti pubblici per la quale il numero di procedimenti sanzionatori definiti dall' Autorità nell' anno 2015 è stato pari a 772 (+35% rispetto ai 571 dell' anno 2014). Nella maggior parte dei casi (74,2%), il procedimento è derivato da violazioni dell' art. 38 del Codice dei contratti pubblici (oggi articolo 80 del decreto legislativo 50/2016, il nuovo codice dei contratti pubblici) per falsa dichiarazione sul possesso dei requisiti di ordine generale; mentre solo il 10,5% ha riguardato procedimenti di controllo sul possesso dei requisiti di ordine speciali in base al sorteggio sul 10% degli offerenti e sull' aggiudicatario e secondo classificato (art. 48 del «Codice De Lise», decreto 163/2006) per falsa dichiarazione e il 13,5% gli inadempimenti agli obblighi informativi nei confronti dell' Autorità, di cui all' art. 6, commi 9 e 11, sempre del «Codice De Lise». L' importo complessivo delle sanzioni irrogate nell' anno 2015 è stato pari a 513.000 euro, con una media delle sanzioni, dei procedimenti ex art. 38, di circa 1.800 euro, di entità inferiore rispetto a quello di 2.500 euro per i procedimenti ex art. 48). Valori molto più contenuti delle sanzioni sono stati irrogati per le violazioni degli adempimenti informativi nei confronti dell' Autorità (mediamente 250 euro). Questa rilevante differenza concernente l' entità delle sanzioni si spiega dice l' Anac con la considerazione che le violazioni agli obblighi informativi nei confronti delle stazioni appaltanti, nella prevalenza dei casi, sono state commesse da funzionari o dirigenti pubblici nelle vesti di Rup (Responsabili unici del procedimento), mentre quelle di importo maggiore hanno invece riguardato soggetti che hanno partecipato alle gare e che sono destinatari, in applicazione dell' articolo 6, comma 8, del vecchio Codice, di una sanziona che rimane sempre commisurata al valore del contratto pubblico cui la violazione si riferisce. I procedimenti sanzionatori Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 33
19 agosto 2016 Pagina 37 Italia Oggi
19 agosto 2016 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione L' interdittiva antimafia fa revocare il contratto Una interdittiva antimafia giunta in sede di esecuzione di un contratto obbliga la stazione appaltante alla revoca del contratto; sulla controversia è competente il giudice amministrativo perché l' interdittiva determina l' incapacità originaria a contrattare. Lo precisa il Consiglio di stato, sezione quarta, con la sentenza del 20 luglio 2016 n. 3247 con riferimento a un caso che aveva visto una stazione appaltante procedere alla risoluzione del contratto di appalto di lavori determinata dalla ricezione di una informativa antimafia. I giudici hanno stabilito che se l' informativa antimafia interdittiva sopravviene in corso di esecuzione di un contratto stipulato con la pubblica amministrazione ciò non costituisce una «sopravvenienza» impeditiva dell' ulteriore esecuzione del contratto stipulato, bensì l' accertamento dell' incapacità originaria del privato ad essere parte contrattuale della pubblica amministrazione. Affermato questo principio, la sentenza ne deduce, in primo luogo la competenza del giudice amministrativo e non del giudice ordinario (come sarebbe quando si discute di diritti soggettivi come quelli legati all' esecuzione del contratto) in quanto si recede unilateralmente dal contratto per effetto di una sopravvenuta informativa antimafia interdittiva. In secondo luogo la sentenza afferma la riconduzione del provvedimento di revoca del contratto agli atti che concernono l' affidamento dell' appalto, avvenuto in favore di un soggetto a ciò interdetto, e dunque in difetto dei presupposti necessari per essere destinatario dell' affidamento. Infine i giudici ritengono di dovere anche escludere l' obbligo di invio della comunicazione di avvio del procedimento di revoca dell' atto di affidamento ovvero di recesso dal contratto, «non potendosi l' amministrazione appaltante determinare diversamente (art. 21octies, comma 2, legge n. 241/1990), né potendo, peraltro, la stessa né procedere ad istruttoria e a valutazioni autonome su quanto risultante dall' informativa, né valutare lo stato di esecuzione del contratto, stante il chiaro disposto dell' art. 92, dlgs n. 159/2011. «Quest' ultima norma prevede infatti che l' amministrazione sia costretta all' emanazione di un tipico "atto vincolato" derivante semplicemente dalla ricezione della interdittiva antimafia». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35
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