CANNES UN PALMARÈS CORAGGIOSO MA IMPERFETTO - TITANE: VIAGGIO NEL POSTUMANO TRA HORROR E FAMILY DRAMA - Sale della Comunità
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ISSN 2723-9233 Filmcronache 1/21 CANNES UN PALMARÈS CORAGGIOSO MA IMPERFETTO TITANE: VIAGGIO NEL POSTUMANO TRA HORROR E FAMILY DRAMA NOMADLAND: IL NOMADISMO COME NUOVO PARADIGMA ANTI-CORPORATE MOVIES: CAMPER, ASTRONAVI E ANIMALI
Minari (2020) di L. I. Chung FILMCRONACHE Prima Pagina Rivista trimestrale di cultura cinematografica ANNO XXXIII - N. 155 A APRILE - LUGLIO ppena messa in archivio la 74ª edizione del Festival di Can- N. 1/2021 nes, conclusasi il 17 luglio (due mesi in avanti rispetto al con- sueto periodo di maggio), già appare all’orizzonte, a stretto Registrazione Tribunale giro di calendario, il nuovo appuntamento con la Mostra di Venezia. di Roma n.267/87 del 8-5-1987 Il cui cartellone, annunciato il 26 luglio, per quantità e qualità di titoli Depositato presso il Registro e autori sembra seguire le orme di quello cannense. Dopo i lunghi Pubblico Generale delle opere mesi di pandemia, pur con l’incognita di un rialzo dei contagi dovuto protette l. 633/41 all’incidenza delle varianti del coronavirus, le due principali rassegne Direttore Responsabile: cinematografiche internazionali tracciano la strada per la ripartenza. Una ripartenza che, sulla Croisette, ha dovuto fare i conti con pro- Paolo Perrone tocolli sanitari un po’ disordinati ma che, alla fine, hanno permesso il Coordinamento digital media regolare svolgimento della manifestazione. Tiziana Vox Un concorso strabordante e non esaltante, quello di Cannes 2021, riassunto in due panoramiche distinte ma speculari che, insieme alla Grafica e impaginazione: carrellata sulla Semaine de la critique e la Quinzaine des réalisateurs, Yattagraf Srls compongono l’ossatura critica di questo numero di Filmcronache. Se Direzione e redazione: è vero che il successo della francese Julia Ducournau e del suo con- ANCCI troverso e imperfetto Titane è apparso legato a doppio filo alle scelte Via Aurelia, 796 del presidente di giuria Spike Lee, è altrettanto vero che la Palma d’o- 00165 Roma ro di quest’anno è un’opera conturbante e ipnotica che, in modo pro- Tel. 06.440.2273 vocatorio e originale, si sviluppa come un percorso multisensoriale di segreteria@ancci.it redenzione. Accompagnato, tra i momenti più alti della compétition, www.ancci.it dalla profonda riflessione esistenziale di Drive my car del giapponese Editore: Ryusuke Hamaguchi e dalla radiografia della società contemporanea ANCCI offerta in A Hero dall’iraniano Asghar Farhadi. Via Aurelia, 796 Ma al commento ragionato di Cannes 74 si affiancano, nelle pagine 00165 Roma precedenti, tre saggi che partono dalla vittoria agli Oscar di Nomad- Tel. 06.440.2273 land (mettendo al centro dell’osservazione il nomadismo come nuovo segreteria@ancci.it paradigma) per rintracciare poi quei film che mettono in crisi il mito www.ancci.it dell’american way of life (con la prospettiva di una dimensione alter- Service Provider: nativa alla società dei consumi) e riflettere infine sul quel black cinema TELECOM SPA con sede in Milano che, nelle candidature alle statuette dorate dell’Academy Awards, ha avuto un evidente peso specifico. Sottotitolo generale: Mai Stati Uniti: In copertina: l’America delle minoranze e delle marginalità. Buona lettura. Titane (2021) di Julia Ducournau rrone Paolo Pe SCARICA L’APP di Filmcronache
SOMMARIO 01 PRIMA PAGINA 34 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL CANNES: UN PALMARÈS CORAGGIOSO MA IMPERFETTO di Paolo Perrone 04 AUTOFOCUS I SAGGI IL NOMADISMO COME NUOVO PARADIGMA di Alessandro Cinquegrani 14 AUTOFOCUS I SAGGI STORIE DI CAMPER, ASTRONAVI E ANIMALI di Claudio Gotti e Matteo Marino 48 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL TITANE: TRA HORROR E FAMILY DRAMA, UN VIAGGIO NEL POSTUMANO di Francesco Crispino 24 AUTOFOCUS I SAGGI BLACK CINEMA: DA MINORANZA ALLA NOTTE DEGLI OSCAR 60 di Giuseppe Gariazzo VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL SEMAINE E QUINZAINE: L’ITALIA SUGLI SCUDI di Tiziano Sossi
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI IL NOMADISMO La vittoria agli Oscar di Nomadland: non un film anticapitalista come Capitan Fantastic, non un film sul rifiuto radicale come Into the Wild, nemmeno COME NUOVO un film sulla contrapposizione tra sradicamento e integrazione come Minari. Nel lungometraggio PARADIGMA di Chloé Zhao il conflitto è intimo. E il modello, piuttosto, va ricercato in Nomad: in cammino con Alessandro Cinquegrani Bruce Chatwin di Werner Herzog Nomadland (2020) di C. Zhao 4 film cronache film cronache 5
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Quello che non è Nomadland Pare che Paul Schrader, sceneggiatore di e la migliore attrice protagonista, non è nep- principi anticapitalisti, finché, dopo il suicidio “Siete la generazione dei tre niente: niente capolavori come Taxi Driver e Toro scatena- pure Into the Wild, cioè non è rifiuto radicale. della moglie, e l’incontro della famiglia col lavoro, niente reddito, niente risorse”. Lo di- to, abbia criticato Nomadland perché – dice Nel film di Sean Penn del 2007, un ragazzo mondo consumistico, il castello che aveva ceva il maturo Gordon Gekko di Wall Street 2 – “i personaggi fingono di essere poveri. Se decide di andarsene da una società che non costruito si incrina e rischia di crollare. C’è di Oliver Stone, a una platea di ragazzi. Era il si trattasse di un film sulla povertà vera sareb- lo rappresenta e non gli piace, incarnata da il tentativo di proporre un’alternativa socia- 2010, era finito il tempo, divenuto proverbia- be inguardabile… La povertà vera è cupa, un’autorità parentale oppressiva e falsa e le che presuppone il rifiuto e offre un altro le, in cui poteva dire che «l’avidità è giusta», senza fine e implacabile”. Nomadland non è giunge a vivere (e morire) da solo in Alaska. modello. A un certo punto di Nomadland come affermava in Wall Street del 1987, negli un film sulla povertà, se lo fosse avrebbe la La sua è anche in questo caso una reazione, sembra si possa giungere a questo. Fern anni rampanti del benessere e del godimento rabbia di Ken Loach o la ruvida ironia di Mike un conflitto, per quanto abbia ragioni e con- (Frances McDormand), la protagonista che sfrenato. Nel frattempo è esploso il terrorismo Leigh o persino l’esuberanza di The Duke seguenze individuali, è pur sempre mossa da dopo aver perso il lavoro per la chiusura di internazionale, c’è stata una delle più grandi (2020) di Roger Mitchell, storia di un anzia- un’idea alternativa di società. Restano alcuni un grande stabilimento, vaga per l’America crisi economiche sistemiche della storia del no signore che per ottenere la soppressione paesaggi, alcune vedute di un’America sel- con il suo furgone divenuto la sua casa, fi- capitalismo, le grandi multinazionali del digita- del canone della BBC per gli anziani indigenti vaggia, ma Nomadland non è questo. nisce in un campo con molte altre persone. le si sono impadronite della vita delle persone inglesi, ruba – o così fa credere – un quadro E certamente Nomadland non è Capitan Si ritrovano al tramonto, parlano, rendono il e le aspettative sul futuro delle giovani gene- di grande valore alla National Gallery. Nel film Fantastic, il film del 2016 di Matt Ross, con nomadismo una filosofia. Apparentemente in razioni sono radicalmente mutate (in peggio). si mette in scena il processo che ne segue un grottesco Viggo Mortensen che interpreta quel momento il nomadismo può assumere Quei ragazzi del 2010 ora sono diventati adulti e, sia pure con tono scanzonato e folle, si un padre quanto meno originale, che deci- caratteristiche anticapitalistiche, al di fuori del e sono stanchi di lottare. Sono ai margini, fa- rappresenta la contrapposizione di un uomo de di allevare la propria numerosa famiglia consumismo, ma è un attimo, non avviene: ticano a racimolare qualche soldo per vivere, con il sistema di potere, la lotta – goffa, as- ai margini della società, nei boschi, impar- Nomadland non è neppure questo. ma sono stufi di essere arrabbiati, di prote- surda – contro il sistema. Nomadland non tendo ai propri figli un’educazione fondata su Ragiona dall’interno del sistema anche l’altro stare, di fare crociate. Non è rassegnazione, è un film di protesta: il conflitto manca del apprezzato film di questa stagione: Minari di è piuttosto una presa d’atto, e la voglia di ri- tutto o è soltanto intimo in questa visione più Lee Isaac Chung, prodotto da Brad Pitt, nel tagliarsi un piccolo spazio di serenità, un ‘a recente, più nuova, della marginalità sociale. quale una famiglia coreana si trasferisce in una parte’ al di fuori del tritacarne della logica del Nomadland, fresco vincitore di tre Oscar, ri- casa mobile in Arkansas per inseguire i sogni capitalismo. Così nascono i nomadi. spettivamente per il miglior film, la miglior regia dell’uomo che vuole coltivare la terra e vender- Nomadland (2020) di C. Zhao Minari (2020) di L. I. Chung Captain Fantastic (2016) di M. Ross Into the Wild (2007) di S. Penn 6 film cronache film cronache 7
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI ne i prodotti. I temi sono quelli ai quali siamo abituati: l’ambizione dell’uomo contro il senti- mentalismo della moglie; la mentalità orientale o genericamente immigrata contro quella ame- ricana; il benessere contro la malattia (del figlio, della nonna); il successo contro la marginalità; lo sradicamento contro l’integrazione. In Minari sussiste una struttura binaria che il nomadismo vuole decisamente superare. Perciò Noma- dland non è neppure Minari. Chatwin è il modello Nel 2019 Werner Herzog realizza il film No- mad: in cammino con Bruce Chatwin. Non è propriamente un documentario sullo scrittore, Nel secondo caso, Le vie dei canti racconta è piuttosto un omaggio del regista a un amico dell’indagine condotta da Chatwin in Austra- molto stimato, col quale Herzog aveva stret- lia, presso gli aborigeni, per comprendere to un intenso rapporto soprattutto negli ultimi soprattutto i canti iniziatici e segreti che per anni di vita dello scrittore e nel lungo e tormen- loro rappresentano mappe per orientarsi nel- tato periodo della precoce malattia. È perciò lo spazio. È lo spazio che crea i canti o sono un film intenso, caldo, ricco di un sentimento i canti che creano lo spazio? L’origine di quei autentico e vitale. L’amicizia tra i due si fon- canti è il sogno, la visione oppure la realtà? da, prima che sulla collaborazione del 1987 Nulla si sa con certezza e nulla si deve sa- che portò alla realizzazione del film Cobra ver- pere. È una ritualità sacra che deve restare de dal romanzo Il viceré di Ouidah, anche su preclusa all’uomo occidentale e in generale una convergenza di interessi per i viaggi che a chi non è eletto a conoscerla. Ogni studio, nulla hanno di turistico, ovviamente, ma sono immolato sull’altare spurio della conoscen- esplorazione e conoscenza del mondo. za, è un’eresia perché ne mina la sacralità. Sono due i punti sui quali il film si sofferma Anche la macchina da presa è un’intrusa di più: la Patagonia e l’Australia, oggetti en- e non è facile per Herzog riprendere alcuni trambi di due dei libri più noti di Chatwin, In frammenti di quei canti. Chatwin li rispetta, Patagonia e Le vie dei canti. Nel primo caso ma allo stesso tempo è incuriosito e attirato si parte da uno strano frammento di pelle inevitabilmente da quelle pratiche. che lo scrittore si ritrova in casa e da qui ini- Che cosa lega i dinosauri ai canti degli zia un’indagine che lo porta in Patagonia per aborigeni australiani? Nel nostro mondo, comprendere da dove provenga quel fram- altamente specializzato, ci sono discipline mento. Pare sia la pelle di un antico dino- diversissime che studiano la preistoria e le sauro – un bradipo gigante – rimasta negli comunità umane: la paleontologia e l’antro- stessi ghiacciai nei quali sono stati fatti altri pologia. Sembrano due universi lontanissimi importanti ritrovamenti di creature estinte. e intoccabili, il primo volto a superare il tem- Bruce si innamora delle storie dei dinosauri, po e rivolgersi a un’antichità imperscrutabile, frequenta musei di storia naturale, resta stu- l’altro disteso in uno spazio quasi incolma- pito di fronte a un cumulo d’ossa o a una bile. Con una formula, potremmo dire che caverna millenaria. a legare questi due ambiti è il superamento Nomad: In cammino con Bruce Chatwin (2019) di W. Herzog 8 film cronache film cronache 9
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Nomadland (2020) di C. Zhao del 2007 che porta via l’intera città industriale di Empire nel Nevada, cresciuta attorno alla Gyp- sum Plant e divenuta una città fantasma dopo la sua chiusura nel 2011, dalla quale era necessa- rio emigrare; e la parallela perdita del marito. Par- tendo da un trauma così radicale, il viaggio per ri- conquistare l’armonia con l’universo è più fatico- so, perché si porta dietro il rancore, la delusione, la sofferenza. La crisi si trasforma gradualmente in una risorsa e nel superamento del rancore per la vita. Il nomadismo inizia come necessità e si trasforma poi in una occasione di crescita e di consapevolezza per la protagonista. Nomadland è un piccolo film che segue i più noti stereotipi della narrazione: il viaggio come ricerca di sé e superamento del trauma. In questi termi- ni non aggiunge nulla a quanto si è già visto al cinema migliaia di volte. Ma la meta non è una ricostruzione del sé, o un annullamento di sé nella morte, come pure capita spesso, quanto Minari (2020) di L. I. Chung piuttosto una edificazione altra, un cambio di pa- radigma nella percezione di sé e del mondo. Captain Fantastic (2016) di M. Ross Un nuovo paradigma dell’io e il contatto col Pianeta Terra. Porsi in un luogo che chiamava “casa”, ma era, dice Empire, Nevada: non solo una città industriale, relazione diretta – toccare la loro pelle, le loro Herzog in conversazione con la moglie di ma una città-industria. Tutto gravita attorno al ossa – con creature vissute milioni o alme- Bruce, Elisabeth Chanler, il suo “paesaggio lavoro: la casa, la scuola dei bambini, il tempo no centinaia di migliaia di anni fa, permette dell’anima”. Colline verdi, sinuose, armoni- libero, tutto esiste solo perché (e finché) esiste di superare la contingenza dell’individuo, si- che, e più giù l’abbazia di Llantony Priory, un la fabbrica attorno alle miniere di gesso. Il pa- gnifica percepire la propria esistenza in una edificio gotico, oggi in parte in rovina. In quel- radigma dell’uomo dunque gravita interamente prospettiva totalmente diversa che permette lo spazio diroccato, l’Assoluto si contamina sul lavoro, rispetto al quale le altre componenti uno scarto verso forze più grandi e asso- col tempo e la sacralità che se ne ricava è dell’esistenza risultano ancillari o persino opzio- lute. Con i canti degli aborigeni accade lo ancora più grande, il contatto con un tempo nali. È il paradigma caratteristico di tutto il secon- stesso: il canto generato dalla Terra stessa altro, della natura con la cultura, diviene più do Novecento, quando la crescita economica o divenuto consustanziale ad essa, va al di intenso, come ha dimostrato da tempo il ci- esponenziale concedeva un cieco ottimismo là della contingenza dell’individuo e mette in nema di Andrej Tarkovskij. nella crescita. Il modello capitalista si basava su contatto l’io con la vita del pianeta. La no- Il nomade dunque è questo: non chi vaga questo, e il suo nemico, il modello comunista, si stra minuscola vita costellata di piccolissime senza meta e senza casa per il mondo, ma basava sull’opposizione a questo sistema, met- preoccupazioni – scadenze di lavoro, liti col chi si sente in armonia con esso, mettendo tendo comunque al centro il lavoro. vicino, traffico congestionato… – assume un da parte la propria individualità per raggiun- La crisi economica sistemica, nota come Grande valore altro in relazione a qualcosa di simile gere uno spazio e un tempo altri. Non siamo Recessione, mostrò la fragilità e l’inconsistenza all’eternità e all’assoluto. sicuri che Fern, la protagonista di Nomadland, di questo sistema. L’anziano Gordon Gekko di C’è un terzo polo in questo film, oltre a Pata- ci riesca. Probabilmente il film non raggiunge Wall Street 2 l’aveva visto bene: un tempo l’avidità gonia e Australia, e sono le colline del Galles l’altezza e la complessità dell’opera di Herzog, era un valore, ora diviene la ragione della rovina, dove Chatwin viveva soprattutto negli anni né la profondità di Chatwin. In più Fern parte soprattutto per le giovani generazioni. Ma il suo in cui la malattia gli impediva di viaggiare e da una frattura, o meglio due: la perdita del discorso da cui siamo partiti conteneva un altro limitava perciò il suo nomadismo. Non era lavoro a causa della grande crisi economica messaggio, a suo modo pericoloso: “Il bello della 10 film cronache film cronache 11
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Into the Wild (2007) di S. Penn faccenda – dice con amara ironia – è che nessu- si rivela come un nuovo paradigma che tenta di temente (2019) Hidden Life – La vita nascosta, no è responsabile e crediamo tutti alla stessa favo- uscire da queste strettoie. Se l’etica collettiva è centrato sull’esperienza di Franz Jägerstätter, il la”. Sembra un messaggio positivo, che scuote le dichiarata fallita dall’ormai datato crollo del co- contadino austriaco che dopo l’arrivo del nazismo coscienze, e in parte lo è, ma contiene un’insidia: munismo e dal più recente crollo del capitalismo si rifiuta di combattere in favore di Hitler, metten- ovvero che la collettività è male e che solo la re- con la Grande Recessione, e l’etica individuale do a rischio la vita propria e della propria famiglia. sponsabilità individuale può indicare la direzione. è insufficiente a proporre una vera alternativa, il La sua storia potrebbe avere forti connotati di im- Siamo nel 2010, lo stesso periodo della chiusu- nomadismo prevede che l’io sia messo in re- pegno politico e sociale, ma anche per lui, come ra di Empire. Mentre Gekko vede il crollo del pa- lazione non solo e non tanto con una comuni- per gli altri suoi protagonisti, il regista costruisce radigma basato sul lavoro, non vede che si sta tà circoscritta quanto piuttosto con un’idea più una pasta stilistica estremamente lirica. Rinuncia avvicinando un nuovo spettro: l’individualismo. grande di uomo che stia al di fuori e al di sopra cioè ad enfatizzare i momenti narrativamente più Si diffondono sempre di più i social network che del tempo e dello spazio, e perciò della comuni- forti – l’arresto, il processo, la condanna a morte – rappresentano una abnorme sovraesposizione tà: per questo Chatwin è il modello. preferendo un diffuso spiritualismo come sempre di sé, l’autorità – sia essa politica o scientifica Qualcuno ha criticato il fatto che in Nomadland con accenti vagamente panici. Oltre l’individuali- o medica – perde di significato, sopraffatta da non ci sia una vera presa di posizione sociale smo – Jägerstätter non ha nulla dell’eroe –, oltre un io che pretende di conoscere tutto e che e politica contro Amazon, dove la protagoni- la collettività – nessun manifesto politico, nessuna quindi non ha bisogno degli altri, nel frattempo sta lavora in qualche occasione per racimolare propaganda, nessun discorso –, l’uomo agisce in televisione aumentano i programmi in cui si qualche soldo. Ma questo avrebbe riportato la con un atto di responsabilità filantropica perché esibisce una quotidianità deviata, distorta da ri- parabola del film nell’alveo della protesta sociale il suo io dialoga con una dimensione più ampia, dicoli protagonismi. È l’età del narcisismo, che dalla quale il nomadismo vuole rifuggire. Questo incarnata in questo caso dalla religione, in altri dal- segue quella delle ideologie, della collettività, del non significa però – si badi – sottrarsi alla propria la potenza della Natura, in altri più semplicemente lavoro, ma anche della comunità, dello stare in- responsabilità. dalla Grazia. sieme con obiettivi comuni. Terrence Malick, il principale cantore di questo A un male – tutto è lavoro – segue un altro rapporto intenso tra l’io e il mondo – il mondo, È questo il nuovo paradigma che il nomadi- male – tutto è io –, ed è qui che il nomadismo l’universo, il Pianeta Terra – ha realizzato recen- smo vuole incarnare. Potrebbe essere rac- chiuso e sintetizzato in pochi versi di Um- berto Saba: «Fanciullo, / od altro tu sii che mi ascolti, in pena / viva o in letizia (e più se in pena) apprendi / da chi ha molto sofferto, molto errato, / che ancora esiste la Grazia, e che il mondo / – TUTTO IL MONDO – ha bi- sogno d’amicizia». Errato, cioè viaggiato: come i nomadi 12 film cronache film cronache 13
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Promised Land (2012) di G. Van Sant STORIE DI CAMPER, ASTRONAVI E ANIMALI Claudio Gotti e Matteo Marino Tra dissoluzione collettiva, ritorno alla natura e senso di libertà, molti titoli recenti del cinema statunitense mettono in crisi il mito dell’american way of life, con la prospettiva di una dimensione alternativa alla società dei consumi e alle logiche delle multinazionali. Proponendo, nella visione distopica di una Terra divenuta inospitale, sviluppo sostenibile e decrescita felice. 14 film cronache film cronache 15
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI verità (2000) Erin Brockovich - Forte come la alcuni quanto esaltato da molti), ma è inne- di S. Soderbergh gabile che muova dalla messa in crisi del mito dell’american way of life, la promessa che chiunque, indipendentemente dalle cir- costanze e dal luogo di nascita, possa, in un Paese democratico come gli Stati Uniti, au- mentare significativamente il proprio tenore di vita attraverso la determinazione e il duro lavoro (promessa basata sulla possibilità, rivelatasi fallace o quanto meno pericolosa, di un’espansione produttiva senza limiti). Nel confronto tra questo mito e l’essere umano effettivo, nel cinema statunitense sembra essersi fatta strada da uno-due decenni la prospettiva di una dimensione aliena e alter- nativa alla società dei consumi, e alle logiche delle multinazionali centrate sul profitto, con Promised Land (2012) di G. Van Sant un ritorno alla natura e il recupero di liber- tà perdute. È il caso per esempio del filone anticorporativista, con film molto spesso di P artiamo dal pluripremiato Nomadland, è necessario (Socrate si recava al mercato denuncia o basati su storie vere, finalizzati a che per molti ha segnato il ritorno, solo per sapere di quante cose poteva fare portare alla luce il lato oscuro dello sviluppo dopo tanto tempo, alla casa di chi ama a meno), fanno umili lavori temporanei qua e economico. In uno di questi film, Promi- il cinema, vale a dire la sala: da quella sala là (anche per colossi come Amazon), si con- sed Land di Gus Van Sant (2012), sco- parecchi hanno sperimentato di essere usciti siderano una tribù ma senza vincoli, ognuno viamo di nuovo Frances McDormand cambiati, perché messi in grado di vedere se ne va o ritorna quando vuole. Vivono sui in un ruolo però di segno opposto: qui le cose con altri occhi. Sarà per i paesaggi loro mezzi. “Ci vediamo lungo la strada”, è il lavora per un’azienda senza scrupoli e sconfinati, le molte ellissi, sarà per il profon- loro motto. Una di loro ha un cancro, le han- brilla per spietatezza. La terra in questio- do senso di libertà che il film trasmette pur no dato sei-sette mesi di vita, ma non inten- ne è quella di una cittadina rurale il cui nella sofferenza, sarà per l’assenza di tesi e de passare altro tempo rinchiusa in ospeda- sottosuolo fa gola a una compagnia del giudizi o perché narra esperienze di vita rea- le. “Quest’anno compirò settantacinque anni gas che pare però ottenere la materia li (molti attori sono nomadi che interpretano e credo di aver vissuto bene. Ho visto cose prima non senza contaminare le falde loro stessi), fatto sta che in più punti il film di molte belle in kayak: una famiglia di alci, acquifere. L’attrice è affiancata da Matt Chloé Zhao ci fa commuovere. grossi pellicani bianchi. Una volta, uscendo Damon, che si stabilisce con lei nella A fare da filo conduttore è un personaggio da un’ansa, trovai centinaia di nidi di rondine cittadina per una settimana, il tempo di finzione, la sessantenne Fern (ruolo che è sulla parete di una rupe, con le rondini che di far firmare più contratti possibile agli valso a Frances McDormand il quarto Oscar), volavano tutte intorno e si riflettevano sull’ac- abitanti, costi quel che costi, questo che dopo aver perso il marito e il lavoro du- qua al punto che mi sembrava di volare con il diktat aziendale mentre gli chiudono rante la Grande Recessione (2007-2013), loro. Stavano nascendo i piccoli, i gusci ca- Skype in faccia, segnale che anche lascia la città industriale di Empire, Nevada, devano dai nidi e galleggiavano sull’acqua. lui è una marionetta sacrificabile. Ma che si spopola diventando una città fanta- È stato magnifico, sentivo di aver fatto ab- a quel punto avrà trovato la sua terra sma, e attraversa gli Stati Uniti sul suo furgo- bastanza, la mia vita era completa. Se fossi promessa passando dalla parte dei ne, facendo la conoscenza di altre persone morta in quel momento sarei morta felice”. cittadini con i quali ha anche saputo che, come lei, hanno deciso o sono state Il film non vuole imporre nessun punto di vi- intessere relazioni autentiche. costrette a vivere al di fuori delle convenzioni sta sulle questioni sociali, economiche ed Il bene più prezioso era già stato sociali. Praticano il baratto, prendono il caf- esistenziali di questo nomadismo moderno messo in pericolo in Erin Brockovi- Cattive acque (2020) di T. fè senza zucchero se è finito, in fondo non (uno dei motivi per cui è stato criticato da ch – Forte come la verità di Steven Haynes 16 film cronache film cronache 17
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Soderbergh (2000), storia vera della se- ruzione. Leggetele, e ditemi se dovremmo gretaria precaria di uno studio legale che si restare a girarci i pollici. È questa la ragione è perché beve o prende droghe) e c’è il ver- mette a indagare sulla Pacific Gas & Electric per cui gli americani odiano gli avvocati. Do- sante della vendita, con le telecamere che Company, responsabile di aver contaminato vremmo ‘voler’ inchiodare la DuPont. Che controllano i dipendenti e ricerche di merca- l’acqua con cromo esavalente provocando vadano all’inferno”. Alla fine furono accertati to in totale violazione della privacy. Tutta la tumori ai residenti di Hinkley, California. “To 3.535 casi di malattia da teflon, con risarci- filiera è marcia, è tutto collegato. Il finale, con Erin Brockovich” è diventato un verbo nel menti per 670,7 milioni di dollari. Tuttavia si la musica in primo piano mentre alla fidanza- glossario anglosassone, significa difendere sostiene che il Pfoa sia ormai potenzialmente ta del messicano infortunato viene mostrato una causa senza arrendersi nonostante tutto presente in tutte le specie viventi del pianeta, come in una via crucis il reparto di macel- faccia sembrare il risultato incerto e lontano incluso il 99% degli umani. lazione alla quale è stata destinata, indica anni luce. Ci sono delle costanti in questi film: inqui- chiaramente che non solo le vacche sono Infine Cattive acque di Todd Haynes (2019) namento, danni alla salute pubblica, i vertici carne da macello. racconta dell’avvocato di un prestigioso stu- aziendali sapevano, e tendono a dimostrare L’industria del fast food è presa di mira an- dio legale che, per aver saputo dare ascolto al mondo che lottare non serve. Prendiamo che in Super Size Me di Morgan Spurlock a un povero agricoltore le cui vacche mo- le multinazionali della carne. Fast Food Na- (2004), il documentarista diventato celebre rivano dopo aver bevuto al fiume, si vedrà tion di Richard Linklater (2006) parte dalle per essersi sottoposto a un esperimento: sconvolgere la vita per anni da un colosso voci secondo cui pare esserci merda negli mangiare solo McDonald’s per un mese. della chimica difficilmente incastrabile. Altra hambuger. L’efficacia del film sta nel mettere Conseguenze: aumento di peso, depressio- storia vera (lo scandalo del teflon), un altro in campo tutti gli aspetti del problema gra- ne, letargia, perdita di energia e libido, dipen- Davide contro Golia. Di fronte ai colleghi del zie al montaggio parallelo: c’è l’allevamen- denza. Il Paese dal leggendario way of life protagonista, titubanti per il fatto che l’azien- to intensivo dove le vacche vivono nel loro vanta il tasso di obesità più alto al mondo. da è un ottimo cliente dello studio, il capo stesso letame, c’è l’emigrazione clandestina Un allevamento intensivo, fuori dagli Usa, si non esiterà a prendere posizione. Quella giu- di messicani destinati alla produzione (con le vede anche in Okja (2017), al quale Bong sta: “Qualcuno ha letto le prove che Rob ha donne tranquillamente abusate sul posto di Joon-ho, l’acclamato regista di Parasite, con- raccolto? C’è negligenza intenzionale, cor- lavoro, mentre se qualcuno ha un incidente trappone una suggestiva storia di amicizia Okja (2017) di B. Joon-ho 18 film cronache film cronache 19
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI tra uomo e animale. La diabolicità consiste qui, Gli Stati Uniti sono da sempre una storia tro accarezza un pulcino sulla testa. C’è tut- pur di stuzzicare sempre più il palato dei co- di case. Case dove non ce n’erano, case to in quel momento fondativo: vita a stretto siddetti consumatori, nel creare supermaiali in usurpate, case in movimento. “Sei sempre contatto con la natura, immigrati, ma anche laboratorio, affidarli ancora piccoli ad agricoltori stata sincera e audace. In fondo porti avanti l’attaccamento al profitto che interromperà il esemplari affinché li crescano nel migliore dei una tradizione americana, quella dei pionie- sogno proprio sul nascere, e a cui però il film modi, per poi andarseli a riprendere alla scaden- ri”, dice la sorella a Fern in Nomadland. E contrappone con forza e poesia una delica- za prefissata. Ma l’azienda dovrà vedersela con di pionieri parla First Cow di Kelly Reichardt ta, struggente storia di amicizia. una piccola sudcoreana che con tanto amore (2019), basato sull’incontro tra un cuoco so- Il vivere nomadi nelle foreste è alla base di si è presa cura dell’animale. La casa in cui la litario e taciturno e un cinese errante all’ini- Captain Fantastic di Matt Ross (2016) e Into bambina vive con il nonno in cima a un monte zio del diciannovesimo secolo, entrambi in the Wild – Nella natura selvaggia di Sean Penn si affaccia sulla vallata, non ha porte, e le galli- cerca di fortuna sulla strada verso Ovest. (2007), storia vera di un ragazzo che decide ne entrano ed escono indisturbate. Una natura Presto condividono la stessa catapecchia e di distruggere le carte di credito, lasciare fami- naturalmente super, un paradiso, a cui segue scoprono come realizzare il loro sogno ame- glia e amici, e mettersi in viaggio inseguendo la discesa agli inferi della cattività e del destino ricano: derubare un ricco proprietario terriero il sogno di una vita di povertà ma di assoluta finale dell’enorme animale (somiglia più a un ele- del latte della sua preziosa vacca, la prima libertà dentro paesaggi maestosi. Anche se fante, ha una stazza da grande madre, in effetti e unica del territorio, per fare deliziose frit- pagherà con una tragica, prematura morte è femmina). Iconiche le scene in cui butta all’aria telle da vendere al mercato. “Mi piacerebbe per la sua visione romantica e ingenua del- le auto del traffico cittadino e un grande super- un giorno aprire un hotel per i viaggiatori”, la natura, che invece è indifferente all’uomo, mercato, due simboli del (finto?) benessere che dice il cuoco dal cuore tenero, che parla alla madre, sì, ma prepotente, e che ci accoglie ci si sono ritorti contro. mucca mentre la munge, dispiaciuto che il comunque in grembo nel momento supremo. Sudcoreani trapiantati in America sono invece i compagno non le sia sopravvissuto e che Dal canto suo, Benji, il giovane capo di The componenti della famiglia di Minari di Lee Isaac le abbiano ammazzato il vitello, mentre l’al- East di Zal Batmanglij (2013), appurato che Chung (2020) che per non dover continuare a lavorare in una fabbrica animale (questa volta di polli, e anche qui il film stende un velo pietoso sul fumo nero che esce dalle sue ciminiere) in- segue il sogno di aprire una propria azienda agri- cola non rinunciando alle proprie radici. Radici che, alla progressiva scoperta che la realtà non è come ci si aspettava, alle tensioni coniugali e The East (2013) di Z. Batmanglij al precipitare degli eventi, sapranno resistere in quel prezzemolo del titolo, coltivabile ovunque Super Size Me (2004) di M. Spurlock anche in condizioni impervie, simbolo della re- silienza migrante grazie alla figura della nonna, Oscar alla miglior attrice non protagonista. Altro filo conduttore di questi film è il concetto di casa, declinato in diverse accezioni: è il posto che si lascia, è il posto che si cerca, è il posto vicino al fiume che ti fa ammalare, è il posto che ti salva, è fatta di muri e mattoni ma anche con ma- teriale di riciclo come pneumatici, vetro, lattine, è un camper, è il ricordo di chi amavi, è il progetto con chi ami, è il bene individuale – la casa acqui- stata con tanti sacrifici –, è il bene collettivo e che non ci appartiene – la Terra. In Minari è una casa su ruote, anche se immobile in un campo tutto Firts cow (2019) di K. Reichardt da creare, a partire dal preziosissimo pozzo. 20 film cronache film cronache 21
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI i soldi corrompono tutto e iniziavano a corrompere anche lui, inospitale. Bisogna quindi abbandonarla, met- brucia la propria casa per fondare un gruppo anarchico in un tersi in viaggio su case-astronavi per trovare nascondiglio da cui minacciare le multinazionali che causano un’altra ‘casa’, diventare nomadi. Così in After problemi al pianeta. Sarah Moss (Brit Marling, qui anche sce- Earth, Interstellar, Time Trap, Io, The Midnight neggiatrice), viene incaricata di infiltrarsi nel gruppo e sventare Sky e Chaos Walking. Oggi si invocano svilup- gli attentati annunciati. Ma vivendo in mezzo a loro, comincia a po sostenibile e decrescita felice. È il cambio condividerne gli ideali. “Perché cercano nei cassonetti invece di di paradigma chiesto da Greta, che nel docu- coltivare il proprio cibo?”, le chiede la sua superiore. “Mangiano mentario I Am Greta – Una forza della natura immondizia per principio. Non è cibo marcio, è cibo buono che dice: “Ho la sensazione che tutte le esperienze deve essere buttato via legalmente. Il sistema è corrotto, e la che ho fatto ultimamente siano paragonabili a prova è l’immondizia”. E tira fuori dal bidone una bottiglietta piena qualcosa di onirico, a un sogno, oppure a un d’acqua e una bella mela rossa a cui era stato dato un morso film. Ma uno di quelli surreali, perché la trama solo. “Ha valore. Ho fatto tre pasti completi al giorno con questa”. ha uno sviluppo a tratti inverosimile”. Quello Nel film è confluita un’esperienza reale dei futuri ideatori di The che con occhio realistico ci sembra inverosimi- OA: Zal e Brit hanno attraversato l’America salendo al volo su le o controintuitivo, la fantascienza, che guarda treni merci e in quel periodo si sono uniti a un gruppo di freegani, sempre qualche decennio più avanti per par- attivisti che abbracciano uno stile di vita anticonsumistico e che, lare però del presente, lo porta alle estreme per ridurre gli sprechi, si alimentano solo di scarti altrui. conseguenze, come un invito a darci da fare L’american way of life sembra radicato nel boom economico, (tra qualche anno potrebbe esistere il verbo “to ma ora siamo passati dall’altro lato, alle prese con un’offerta che Greta Thunberg” come esiste “to Erin Brockovi- sempre supera la domanda (ieri c’erano i cimiteri di automobili, ch”), perché la questione ambientale è stretta- oggi quelli di biciclette, non ci stupirebbe vedere tra non molto mente connessa alla casa da proteggere. cimiteri di monopattini), con spreco, emergenza rifiuti, problemi di E ciò che fortemente emerge – in tutti i film che smaltimento, catastrofi ambientali, cambiamenti climatici e alleva- abbiamo preso in esame, di qualsiasi genere menti intensivi che sono diventati delle bombe a orologeria, covo – è anche un altro invito, quello a curare le rela- di nuovi supervirus capaci di fare il ‘salto’ dall’animale all’uomo. zioni umane, la casa immateriale che ci scalda È rimasta l’aria, ma è a rischio anche quella, e alcuni recenti e ci dà protezione e rifugio ovunque andiamo film distopici già la danno per irrespirabile. Se da tempo e da dovunque proveniamo, come ci insegna la fantascienza ci ha abituato a vedere nelle mul- First Cow e come sanciscono le parole di Wil- tinazionali il male (le cosiddette Evil Corp), il to- liam Blake poste a epigrafe: “The bird a nest, pos di turno ora è quello di una Terra diventata the spider a web, man friendship”. Fast Food Nation (2006) di R. Linklater 22 film cronache film cronache 23
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI BLACK CINEMA: DA MINORANZA ALLA NOTTE DEGLI OSCAR Giuseppe Gariazzo Molti film afroamericani sotto i riflettori, da Judas and the black Messiah a One night in Miami, da Ma Rainey’s black bottom a The United States vs. Billie Holiday, da Harriet ad American Skin. Titoli importanti, firme significative e temi pregnanti: l’esplorazione dolorosa del proprio passato, l’affermazione tenace dei propri diritti One night in Miami (2020) di R. King 24 film cronache film cronache 25
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI A l cinema afroamericano il Festival di renza di un altro testo dell’autore, The Home- Arriviamo così ai giorni nostri e a una nuova Soffermiamoci su alcuni di questi film e au- Locarno dedicò nel 2019 la notevole steader, dello stesso anno, ovvero il primo età del cinema afroamericano che ha portato tori. Con due lungometraggi e una serie te- retrospettiva intitolata “Black Light” per lungometraggio diretto da un afroamericano. in primo piano registi emergenti confermando levisiva Barry Jenkins è diventato un cineasta indagare, con percorsi storici e trasversali, Da allora sono trascorsi più di cento anni e il al tempo stesso la forza espressiva di un au- riconosciuto e apprezzato, che possiede un il black cinema nel periodo compreso tra il cinema black ha trovato una pluralità di de- tore e produttore dalla lunga filmografia come suo personale sguardo nel trattare tematiche 1919 e il 2000. Quasi cinquanta opere par- clinazioni, ben individuate anche nella rasse- Spike Lee, sempre attento all’innovazione e complesse come il percorso di formazione tendo da una domanda di fondo: che cosa gna “Black Power – Appunti per una storia alla scoperta di voci fresche da sostenere. sociale e sessuale di un bambino, poi ado- rende black un film? L’origine dei registi, il del cinema afroamericano” organizzata dal Una nuova età che è arrivata a conquistare lescente e adulto, la lotta per i diritti civili negli Paese di provenienza, gli argomenti trattati, Museo nazionale del Cinema di Torino nel Hollywood e gli Oscar e a raggiungere le sale Stati Uniti degli anni Settanta, la tragedia della i personaggi portati sullo schermo? Si videro 2020 che propose, tra gli altri, lavori impre- o, causa la chiusura forzata di esse, molte schiavitù e la ribellione di donne e uomini con- titoli celebri e underground, classici hollywo- scindibili quali Car Wash (1976) di Michael piattaforme digitali. Si pensi al cinema di Bar- tro la segregazione razziale nelle piantagioni di odiani, film sperimentali e militanti, lavori ap- Schultz (film-coreografia per voci, musica e ry Jenkins (Moonlight, Se la strada potesse cotone di metà Ottocento. Moonlight (2016, partenenti a quel fenomeno unico, impostosi colori che ruota attorno a quanto accade in parlare, La ferrovia sotterranea), Shaka King vincitore di tre Oscar) è ormai entrato a far negli Stati Uniti negli anni Settanta, che fu la una stazione di servizio), To Sleep with Anger (Judas and the Black Messiah), Regina King parte dei classici del cinema afroamericano blaxploitation, firmati da cineasti, afroameri- (1990) di Charles Burnett (uno dei massimi cani o bianchi, celebri o dalle filmografie in- cineasti di questa galassia filmica, che qui giustamente dimenticate. inserisce nel presente le radici della cultura L’idea era quella di costruire una “contro- afroamericana), il capolavoro assoluto San- storia” del cinema “nero”. A partire da quel- kofa (1993) dell’etiope Haile Gerima (figura la pietra miliare, per valore storico e artisti- di spicco della diaspora africana negli Sta- co, rappresentata da Within Our Gates del ti Uniti, che mette in cortocircuito l’oggi e il 1919, melodramma sociale e politico di forte periodo della schiavitù), fino a titoli di recen- impatto, primo film di Oscar Micheaux, figura te produzione come Harriet (2019) di Kasi centrale della cultura afroamericana d’inizio Lemmons, uno dei film afroamericani più Novecento, a essere sopravvissuto, a diffe- rilevanti degli ultimi anni. Judas and the Black Messiah (2021) di S. King Due scene di The United States vs. Billie Holiday (2021) di L. Daniels (Quella notte a Miami…), Nate Parker (The Bir- e Chiron – (non) cresciuto dalla madre dro- th of a Nation - Il risveglio di un popolo, Ame- gata, accudito dallo spacciatore Juan e dalla rican Skin), George C. Wolfe (Ma Rainey’s sua fidanzata Teresa, innamorato di un coeta- Black Bottom), Lee Daniels (Precious, The neo – un personaggio che porta dentro di sé Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca, lacerazioni e contrasti in grado di sciogliersi The United States vs. Billie Holiday) e, nel do- solo con il tempo, riconoscendo infine, con cumentario, al regista, produttore, montatore liberazione, la propria identità. Eppure, fin da (di vari film di Spike Lee) Sam Pollard (MLK/ questo suo secondo lungometraggio, Jen- FBI, sulla sorveglianza spietata che l’Fbi mise kins applica a questioni profonde un’idea di in atto contro Martin Luther King fatta riaffiora- cinema basata su vezzi formali che saturano re con inediti materiali declassificati)… le inquadrature, che abbelliscono le immagini, 26 film cronache film cronache 27
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI le avvolgono in una patina che smorza matrioska e un andamento lento e sof- le tensioni. Tale meccanismo estetico o, fuso che non trova però giustificazione, meglio, estetizzante, Jenkins lo ripropo- lasciando fuori campo la passione, l’urlo, ne nei successivi Se la strada potesse la rabbia, la determinazione che abitano parlare (2018) e La ferrovia sotterranea i personaggi. E così accade, enfatiz- (2021), dimostrando che la sua visione zando violenza e crudeltà, nella serie poetica può aderire sia a un prodotto in dieci capitoli La ferrovia sotterranea, per il cinema sia a uno per la televisione. dal romanzo di Whitehead che porta lo Suscita rammarico ancor più perché stesso titolo, ambientato nell’Ottocento Jenkins ha l’ambizione, più che il corag- schiavista dove un uomo e una donna gio, di rendere in immagini due romanzi si avventurano in un viaggio verso la li- di scrittori afroamericani del calibro di bertà dalla Georgia al Nord percorrendo James Baldwin e Colson Whitehead. le cosiddette gallerie, o ferrovie, sotter- Al romanzo omonimo di Baldwin (in- ranee, vale a dire itinerari segreti e luoghi tellettuale eretico della scena culturale di riparo organizzati dagli abolizionisti per afroamericana dagli anni Quaranta agli favorire e coprire la fuga degli schiavi. anni Ottanta cui l’haitiano apolide Raoul Questo tema torna, e con sguardo del Peck, altra figura di potenza trasversa- tutto diverso, consapevole della forza le del cinema contemporaneo black, delle immagini, di una tensione filmica vi- ha ridato visibilità con il seminale I Am brante evidente fin dalle prime inquadra- Not Your Negro, del 2016, film-gesto di ture e sempre mantenuta tale nel corso militanza sovversiva sulle lotte afroame- di una narrazione che copre circa venti ricane storiche, fatto solo di materiali di anni, in Harriet. Anche Kasi Lemmons repertorio, mentre Samuel L. Jackson (che esordì nel 1997 con un altro film-fa- legge brani sulla questione razziale da ro della cinematografia afroamericana, un romanzo non terminato di Baldwin, e La baia di Eva) realizza un’opera d’am- che si chiude con scene di violenze per- bientazione ottocentesca, nella quale si petrate in anni recenti dalla polizia contro specchiano le lotte odierne, per descri- manifestanti neri, a segnare purtroppo vere il personaggio realmente esistito di una linea di sopraffazione mai conclu- Harriet Tubman (nome che la schiava sa - lo si vede tragicamente ancora oggi Minty si dette quando diventò una don- con i tanti casi di omicidio commessi, di na libera), segregata in una piantagione cui quello di George Floyd è solo uno e dotata della facoltà di pre-vedere alcu- dei tanti), Jenkins si è ispirato per Se la ni fatti d’imminente accadimento. Diver- strada potesse parlare. rà una straordinaria e infaticabile lottatri- Storia d’amore e di resistenza nella ce per portare in salvo centinaia di neri Harlem degli anni Settanta, protagoni- dando loro la libertà proprio utilizzando sta tanto la giovane coppia formata da la rete delle gallerie/ferrovie sotterranee. Fonny e Tish quanto le rispettive fami- Lemmons fa respirare le immagini, è glie. Un’unione strappata nel momento sobria anche nel ricorrere a viraggi per in cui Fonny è arrestato e incarcerato visualizzare le visioni di Minty/Harriet, per uno stupro non commesso. Jenkins non trasforma in cliché i personaggi neri costruisce una narrazione che avanza e oppressi e i bianchi oppressori, lavora arretra nel tempo, usando flashback a sulla concretezza dei corpi e dei luoghi, Ma Rainey's Black Bottom (2020) di G. C. Wolfe 28 film cronache film cronache 29
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Harriet (2019) di K. Lemmons Judas and the Black Messiah (2021) di S. King One night in Miami (2020) di R. King Ma Rainey's Black Bottom (2020) di G. C. Wolfe fa venire in mente la densità del cinema di in un film tangibilmente febbrile nel disegnare Fred Hampton è il “Messia nero”, Billy il “Giu- anni), il giocatore di football e poi attore (coin- Steven Spielberg e, nel rappresentare la co- la magnifica ossessione di una donna votata da” che tradisce la propria comunità (e che cidenza, sempre dal 1964) Jim Brown. munità nascosta nei boschi, un’altra comunità a una missione. anni dopo si suicidò, appena trasmessa una Tutti presentati all’inizio nei loro contesti per poi resistente, quella degli uomini-libro del finale Una donna che ha lasciato un segno nella sua intervista televisiva su quei fatti). Non si farli convergere nella stanza per nulla lussuo- di Fahrenheit 451 di François Truffaut. storia dei diritti del popolo afroamericano. E può non pensare, anche se il soggetto è op- sa abitata in quel periodo da Malcolm X, dove Lemmons fa così un film altamente politico, alla quale rende omaggio, pur se in una bat- posto, a BlacKkKlansman di Spike Lee per il si avvierà un lungo botta e risposta su que- costruisce un ritratto femminile memorabile tuta en passant, Shaka King in Judas and ricorso alle strategie dell’infiltrazione al fine di stioni brucianti ruotanti attorno a cosa signifi- con la complicità dell’attrice londinese Cyn- the Black Messiah. Una donna che, un se- smascherare dei nemici. King offre un’ulterio- chi essere militanti nel pensiero e nell’azione. thia Erivo, e, senza alcuna forzatura, in que- colo dopo, fa ancora paura ai bianchi i qua- re variante del cinema afroamericano, più po- Quei quattro leader incarnano posizioni a volte sto discorso sulla presa di coscienza di una li non trovano altro modo se non quello di polare e capace di raggiungere un pubblico parecchio contrastanti che conducono a un donna e di un popolo, fa coesistere cinema disprezzarla, come fa il poliziotto bianco cui ampio, realizza un’ottima ricostruzione d’epo- confronto aspro gestito con entrate e uscite storico, d’avventura (perché i viaggi ripetuti King attribuisce la frase, denigrandola men- ca, unisce intrattenimento e riflessione storica. di scena calibrate e una messa in scena e un che Harriet compie, il primo dei quali a piedi tre è in corso l’assedio alla sede delle Black È rivolto al passato anche Quella notte a montaggio che tengono insieme un materiale arrivando sfinita a destinazione, sono vere e Panthers. Siamo nella Chicago di fine anni Miami… (2020), opera prima dell’attrice Re- altamente incandescente. Ma la scena che proprie immersioni nel picaresco pieno d’in- Sessanta e uno dei leader del movimento è il gina King (che in Se la strada potesse par- più colpisce per la precisione nel cristallizzare convenienti e trappole), western (in fuga tra giovane Fred Hampton. King ne ricostruisce lare offre un’intensa interpretazione nel ruolo il clima dell’epoca sta in uno dei prologhi e pareti rocciose, pistola in mano, Harriet sfida la storia, e un pezzo di Storia, in un film dalla della madre di Tish). Sono ancora gli anni ha per protagonista Jim Brown mentre va a il proprietario terriero bianco), melodramma solida regia dal ritmo sostenuto che si basa Sessanta a essere rivisitati, questa volta par- trovare un conoscente bianco che lo ammira (nella relazione di lei con il marito, poi rispo- su elementi del cinema di genere (gang, po- tendo dall’omonima pièce teatrale di Kemp per la sua carriera sportiva. Quell’uomo non satosi dopo averla creduta morta, e con le liziesco, carcerario, spionaggio) per ripercor- Powers, nonché autore della sceneggiatura. esiterà, però, a chiudergli la porta in faccia: va sorelle, i fratelli e i genitori ancora sotto il gio- rere la guerra senza esclusione di colpi con- Un impianto teatrale radicato nel film, essen- bene ospitare un “negro” sul portico, ma mai go razzista e i cui destini saranno di salvez- dotta dall’Fbi e dal suo capo J. Edgar Hoover do quasi esclusivamente girato nell’interno di fargli varcare la porta di casa. za per alcuni e di morte per altri). Lemmons (un Martin Sheen viscido e diabolico) contro una stanza di motel nel corso di una notte. Vi Si smarca dal passato un altro dei titoli migliori trasporta inoltre il cinema biografico oltre le i militanti delle Black Panthers e, nello spe- si ritrovano quattro personaggi che hanno la- del cinema afroamericano recente, American convenzioni, le didascalie che segnano il cifico, dell’uomo di turno da eliminare con la sciato un’impronta indelebile nella storia afro- Skin (2019), per affondare lo sguardo nella passare degli anni non sono mere scritte ap- forzata complicità del ladro afroamericano americana: Malcolm X, Cassius Clay che sta realtà odierna della quotidiana brutalità contro piccicate bensì parte integrante delle imma- Billy O’Neal costretto, per evitare il carcere, a per diventare Muhammad Ali, il cantante soul gli afroamericani, spesso giovani e ammazza- gini che le accolgono; gioca con la finzione collaborare con i federali infiltrandosi nell’or- Sam Cooke (che proprio alla fine dell’anno in ti. Nell’incipit Nate Parker inserisce immagini radicale, la plasma, la fa diventare credibile ganizzazione rivoluzionaria. cui è ambientato il film, il 1964, morirà a 33 riprese dalla bodycam di un agente che spara 30 film cronache film cronache 31
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Harriet (2019) di K. Lemmons e uccide un ragazzo, come se si trattasse di un documento reale, uno dei tanti che si vedono in televisione e in rete a testimo- nianza di omicidi a freddo contro persone inerti. Parker inquadra subito il contesto e il senso del titolo, l’abisso tra un colore e l’altro della pelle; fa cinema dell’indigna- zione e della ribellione (in ciò unendosi a quello degli altri autori citati), affilato nella forma nel dare corpo alla disperazione di un uomo (Lincoln, interpretato dal regista) il cui figlio è stato ucciso in strada. Un padre che prende in ostaggio il poliziotto autore dell’omicidio per fargli confessare le proprie responsabilità, mentre ogni istante è filma- to da un giovane regista interessato alla storia di Lincoln e che per questo motivo lo intervista e poi segue nella sua ricerca di verità, documentandone le reazioni - con l’intenzione di fare un film da mandare ai festival. Nulla di cinefilo fastidioso, ogni elemen- to è dosato con cura da Parker, discorso metafilmico compreso. Suddiviso in una sorta di capitoli non detti, di blocchi nar- rativi, American Skin conduce a un fina- le tragico e beffardo. Disarmato, il padre esce dal distretto di polizia assediato dalle pattuglie e viene colpito da una pallotto- la in fronte. Sembra di rivedere il finale profetico de La notte dei morti viventi di George A. Romero, quando l’unico so- pravvissuto all’assalto agli zombi, un nero, viene ammazzato in quanto creduto uno di loro. Parker assesta un colpo forte, seguito dalle agghiaccianti news tv che danno notizia della sparatoria e ritraggo- no Lincoln come un possibile terrorista, un attentatore suicida, un uomo malato di mente. Ovvero come, ancora una volta, manipolare mediaticamente un fatto. Con lucidità esemplare, Parker fa un ri- tratto impietoso dello stato delle cose nelle istituzioni di una società che si dico- no democratiche e continuano invece a praticare una discriminazione criminale e intollerabile. Black Lives Matter! 32 film cronache film cronache 33
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL CANNES UN PALMARÈS CORAGGIOSO MA IMPERFETTO Paolo Perrone Il successo della francese Julia Ducournau e del suo controverso Titane è apparso legato a doppio filo alle scelte del presidente di giuria Spike Lee. Un verdetto, in generale, compensativo di orientamenti non allineati e contrassegnato dai troppi raddoppi di premi. La sostanziale inerzia del cinema statunitense in concorso quest’anno sulla Croisette Drive my car (2021) di R. Hamaguchi 34 film cronache film cronache 35
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