LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery

Pagina creata da Jessica Pinna
 
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LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
Manolo

Valdés   LE FORME DEL TEMPO
         / THE SHAPES OF TIME
LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
Manolo

    Valdés   LE FORME DEL TEMPO
             / THE SHAPES OF TIME

             a cura di / edited by Gabriele Simongini

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LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
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LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
Dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021   Mostra e catalogo a cura di                            Testi in catalogo di      Si ringraziano
                                                        Museo di Palazzo Cipolla – Roma          Gabriele Simongini                                     Gabriele Simongini        Rosa e Manolo Valdés
                                                                                                                                                        Kosme de Barañano         Regina Valdés Montalva
                                                                                                 Progettazione espositiva                                                         I prestatori delle opere
                                                        Mostra promossa da                       BC Progetti di Alessandro Baldoni e Giuseppe Catania   Revisione editoriale
                                                                                                 con Francesca Romana Mazzoni                           Manfredi Nicolò Maretti

                      LE FORME DEL TEMPO                                                         Progetto immagine coordinata e grafica di mostra       Progetto grafico
                      / THE SHAPES OF TIME                                                       Angela Scatigna                                        Lorenzo Feliciani

                                                        Presidente                               Verifiche conservative delle opere
                                                        Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele       Fabiola Jatta
                                                                                                 Laura Cibrario
                                                        Direttore generale
                                                        Prof.ssa Alessandra Taccone              Ufficio stampa
                                                                                                 Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
                                                        Realizzata da                            Arthemisia
                                                                                                 Comin & Partners

                                                                                                 Allestimento
                                                                                                 Tagi 2000 Srl
                                                        Amministratore unico
                                                        Giovanni Le Rose                         Assicurazione
                                                                                                 Broker Ufficiale
                                                        In collaborazione con                    P.L. Ferrari
                                                                                                 A Member of the Lockton Group of Companies

                                                                                                 Impianti d’illuminazione
                                                                                                 GPCR Srl
© Manfredi Edizioni, 2020                               Presidente
© Gabriele Simongini, 2020                              Stefano Contini
© Manolo Valdés by SIAE, 2020                                                                    Impianti Audio e video
© Equipo CrÓnica by SIAE, 2020                                                                   Euphon
© Diego Velázquez by Museo del Prado, 2020              Direttore generale
© Jusepe De Ribera by Museo del Prado, 2020             Riccarda Grasselli Contini
© Francisco de Zurbaràn by Museo del Prado, 2020                                                 Grafica di mostra
                                                                                                 Pubblilaser Srl
La società POEMA Spa è a disposizione                   Con il supporto tecnico di
del Kunsthistorisches Museum di Vienna
per i diritti dell'opera La Infanta Margarita Teresa    COMEDIARTING                             Biglietteria
con vestito azzurro di Diego Velázquez                                                           GRT Roma
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dei proprietari dei diritti e dell’editore.                                                      Vigilanza
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The POEMA Spa society is prepared to fulfil
copyright duties for the artwork La Infanta Margarita
Teres con vestito azzurro by Diego Velázquez            Presidente                               Sistemi di sicurezza
belonging to the Kunsthistorisches Museum of Wien       Iole Siena                               Metrovox
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No part of this book may be reproduced                  Segreteria organizzativa                 Coordinamento Sicurezza in fase di esecuzione CSE
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electronic means, mechanical or other,
without the written permission of the owners
of the rights and the publisher.

ISBN 979-12-80049-03-2
LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
Sommario / Contents
Introduzione                           10
    Introduction                        11
    di / by Emmanuele F. M. Emanuele

Le forme del tempo                      13
    The shapes of time                  19
    di / by Gabriele Simongini

Manolo Valdés a Roma                   26
   Manolo Valdés in Rome               34
    di / by Kosme de Barañano

Opere                                  43
   Works                               43

Mio caro Manolo                        172
   My dear Manolo                      173
    di / by Stefano Contini

Biografia                              174
    Biography                          175

Apparati                               179
   Apparatus                           179
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Introduzione   Le opere di Valdés, siano esse dipinti o sculture, sono percorse         Introduction   Paintings or sculptures, Valdés’s works are full of a disrup-
               da una forza e una vitalità dirompenti, trasmesse dalla sapiente                        tive force and vitality that the artist conveys through skil-
               lavorazione che l’artista fa dei materiali più vari, alcuni persino                     ful workmanship of the most varied materials, some even
               assemblati e creati da lui stesso, fino a comunicare allo sguardo                       assembled by himself, transmitting an almost tactile sensa-
               quasi una sensazione tattile.                                                           tion to the eye of the beholder.
                     Noto al grande pubblico per i suoi ritratti femminili, l’artista                        Best-known to the general public for his female portrai-
               trae spunto dai più celebri capolavori della storia dell’arte per                       ts, the artist draws inspiration from the most famous
               reinterpretarli in maniera assolutamente attuale: il linguaggio                         masterpieces in art history, reinterpreting them in an abso-
               visivo di indubbio impatto, l’attenzione alla materia e la predi-                       lutely modern way. Valdés’ high-impact visual language,
               lezione per le opere in grande scala sono solo alcuni dei tratti                        attention to materials and a predilection for large-scale
               caratteristici di Valdés, che rendono il suo stile immediatamente                       works are just some of his hallmarks, rendering his style
               riconoscibile da parte dell’osservatore.                                                immediately-recognizable.
                     Del suo lavoro, io personalmente apprezzo, in particolare,                              What I personally appreciate about his work is, in a
               proprio l’attitudine ad attingere in maniera del tutto trasparente                      completely transparent and natural way, his ability to draw
               e naturale al repertorio artistico del passato per riproporlo in                        on the artistic repertoire of the past and repurpose it into
               chiave contemporanea, a conferma della mia convinzione che                              a contemporary rendition. This merely confirms my convi-
               l’arte è un fluire ininterrotto, un dialogo costante tra i grandi di                    ction that art is an uninterrupted flow, a constant dialogue
               ieri e di oggi, e che non ha dunque senso racchiuderla in periodi                       between the greats of yesterday and today; how little sense
               rigidi ed impermeabili tra loro.                                                        it makes to straitjacket it into rigid, impermeable periods.
                     L’opera di Valdés è in questo senso una revisione conti-                                For this reason, Valdés’s work is a continuous revision of
               nua del passato, un mosaico che si compone di centinaia di                              the past, a mosaic made up of hundreds of tesserae, of repre-
               tessere, una rappresentazione che nasce dall’accumulazione e                            sentation created from an accumulation and appropriation of
               dall’appropriazione di tante altre immagini saldamente entrate                          many other images that have firmly entered collective visual
               nella nostra cultura visiva, di reminiscenze di tutte le civiltà e                      culture, of reminiscences from all civilizations and all times
               di tutti i tempi (dalle icone della pittura spagnola, alle sculture                     (from the icons of Spanish painting to equestrian sculptu-
               equestri, fino ai modelli di epoca rinascimentale, soltanto per                         res and Renaissance period models to name just a few). All
               fare qualche esempio): attitudine, questa, che ne amplia sensi-                         of this is an aptitude that considerably broadens his ability
               bilmente la capacità di intercettare i gusti degli spettatori e lo                      to intercept viewers’ tastes, making him the all-round artist
               rende un artista a tutto tondo, perfetto interprete del nostro                          he is today, a perfect interpreter of our society and our time.
               tempo e della nostra società.                                                                 I would like to conclude with a reflection I believe to be
                     Desidero concludere con una riflessione che reputo dove-                          apposite, given the dramatic and unprecedented times we
               rosa, strettamente legata al periodo drammatico e senza prece-                          are living through. Allocating space to events such as this
               denti che stiamo vivendo: dare spazio ad eventi come questa                             exhibition is especially important at a historical moment
               mostra è ancora più importante in un momento storico qual è                             like now, when we are challenged by the health emergen-
               quello attuale, afflitto dall’emergenza sanitaria e dalla conse-                        cy, a serious economic downturn and social crises rippling
               guente grave crisi economica e sociale che ha colpito il nostro                         across the whole world.
               mondo. Ad esse, oltre che con interventi significativi di sostegno                            In addition to significant humanitarian support for the
               umanitario verso i più bisognosi, mi prodigo per dare risposta                          neediest, I strive to respond to these challenges in part throu-
               anche attraverso l’arte e la cultura, che considero – come spesso                       gh art and culture, which, as I have often had occasion to
               amo ripetere – gli unici veri asset del nostro Paese, in grado di                       note, are I believe Italy’s sole true assets, capable of allevia-
               contribuire ad alleviare la penosa condizione esistenziale in                           ting the painful existential circumstances in which many
               cui si trovano i nostri concittadini.                                                   people find themselves.

               Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele                                           Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele
12             Presidente Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale                    13             President, Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
Testo Critico Simongini        Le forme del tempo
                               “La vita stessa è una citazione.
                               L’originale è infedele alla traduzione”
                               								J. L. Borges

                               “Il passato non viene distrutto dal presente,
                               ma sopravvive in esso come forza latente”
                               								E. Wind

                               “A Roma il tempo si disintegra”, amava dire Henry James          come il Ritratto di Maria Anna d’Austria (1652-53) del Museo
                               con una riflessione fulminante che coglie perfettamente          del Prado di Madrid e La Infanta Margarita Teresa con vesti-
                               l’anima della Città Eterna. Così, per forza di cose, proprio     to azzurro (1659) del Kunsthistoriches Museum di Vienna.
                               qui doveva prima o poi arrivare Manolo Valdés, il gioco-         Da quei capolavori Valdés estrae, geometrizzandola e rivi-
                               liere del tempo lineare disintegrato e poi trasformato in        talizzandola con le lacerazioni e imperfezioni della mate-
                               opere dalla natura ibrida, essendo nuove ed antiche senza        ria e dello scorrere dei secoli, una sorta di forma archetipa,
                               soluzione di continuità. Del resto, a Roma è comunque lo         una “forma del tempo” (per parafrasare George Kubler) che
                               spazio a sorreggere quel tempo polverizzato e curiosamen-
                               te proprio qui, dove tutto è possibile, i quadri e le sculture
                               di Valdés esposti nel Museo di Palazzo Cipolla, nella mostra
                               nata dalla volontà di un mecenate e filantropo dalla voca-
                               zione umanistica come Emmanuele F. M. Emanuele in
                               sinergia con la Galleria d’Arte Contini di Venezia, posso-
                               no dialogare idealmente e sorprendentemente, sia pur a
                               distanza, anche con alcuni capolavori di Diego Velázquez,
                               il sommo connazionale con cui l’artista contemporaneo si
                               confronta da vari decenni, capolavori per di più collocati a
                               poche centinaia di metri dalla sede della mostra: il Ritratto
                               di Juan de Córdoba (o Autoritratto; 1649-1650) dei Musei
                               Capitolini, Rissa tra soldati presso l’ambasciata di Spagna
                               (1630) della Galleria Pallavicini e soprattutto il Ritratto di
                               Innocenzo X (1650) della Galleria Doria Pamphilj. Del resto,
                               tutto il percorso di Valdés, che torna a Roma con una perso-
                               nale dopo ben 25 anni (Galleria Il Gabbiano, 1995), trasfor-
                               ma la storia dell’arte in energia radiante, perennemente
                               vitale, così come ne scriveva da par suo Walter Benjamin:
                               “In questo senso, una storia dell’arte degna di questo nome,
                               è una storia dell’arte che si espone ogni volta al rischio di
                               un vortice, di una frattura o di uno strappo. Essa è innanzi-
                               tutto anacronismo - ciò che può rendere giustizia al pote-
                               re di sopravvivenza presente nelle immagini e alla loro
                               complessa stratificazione temporale. Il passato esiste ed
                               è al lavoro appassionatamente nelle cose, in tutte le cose,
                               talvolta come lutto o fantasma che non smette di ritornare
                               e perseguitarci nel presente. Perché in fondo l’arte, la gran-
                               de arte, è sempre contemporanea”. E lo stesso Valdés ama
                               dire: “Noi costruiamo su ciò che la storia dell’arte ha messo
                               nelle nostre mani. Essa per me è una magnifica scusa per
                               raccontare altro, per fare un discorso più ampio sulla vita
                               umana”. Lo vediamo bene, ad esempio, nelle sculture delle
                               serie Infanta Margarita e Reina Mariana, opere che danno           D. Velázquez, Ritratto di Maria Anna d’Austria, 1652-53,
14                        15   corpo plastico ad alcuni celeberrimi quadri di Velázquez           olio su tela, cm 231 x 131, Madrid, Museo del Prado
LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
diventa emblema figurale di un suo lungo e libero cammi-            solo e non tanto per la citazione di forme e figure, quanto                            un’opera come Matisse como pretexto senza il tempo fra           (nelle due versioni, rispettivamente, del 1909, conservata
Le forme del tempo

                                                                                                                                                           Gabriele Simongini
                     no nella storia dell’arte, dal seicento all’informale e all’im-     soprattutto per quell’intreccio fra realtà ed illusione, per                           lui e me, senza un cambiamento di scala e di materia,            al Museum of Modern Art di New York e del 1910, all’Er-
                     magine pop fino all’installazione contemporanea nelle               quel gioco con la verità e con le apparenze, che costitu-                              senza un’esperienza. Dipingere è continuare a sommare,           mitage di San Pietroburgo), attraverso la trasformazio-
                     metropoli (sue grandi sculture sono state collocate a New           iscono il cuore di quel capolavoro (talmente potente da                                accumulare, tutto si mescola. Ci sono artisti che credo-         ne realizzata da Valdés nel 1987, perde i suoi colori rilas-
                     York, Madrid, Parigi, Valencia, Monte Carlo, ecc.) destina-         indurre, fra gli altri, Picasso a realizzarne 44 versioni fra                          no che annulleranno tutto ciò che li precede con la loro         santi e sembra farsi carico simbolicamente anche della
                     ta a portare gioia e meraviglia. Valdés, con le sue citazioni       l’agosto e il dicembre del 1957) e del barocco spagnolo                                opera, ma può darsi che ciò che ci precede annulli tutti         tragica pesantezza degli eventi storici successivi alla sua
                     e i suoi dialoghi storico-artistici, sembra mettere in pratica      ma anche del lavoro stesso del protagonista della mostra                               noi, tutto è mescolato, niente ha messo fine a niente”. In       originaria realizzazione, fra cui, in primis, le due guerre
                     queste riflessioni di Arshile Gorky: “Nell’arte la tradizione       a Palazzo Cipolla. Non siamo forse sorpresi dalla tridi-                               questo senso Valdés incarna perfettamente il principio           mondiali. Nell’opera esposta in mostra, le figure danzan-
                     è la grandiosa danza corale della bellezza e del pathos, in         mensionalità scultorea acquisita quasi per magia da                                    indiscutibile che la vera arte nasce per emulazione, che         ti non sono più sospese fra cielo e terra, come nel capo-
                     cui molte diverse epoche si tengono per mano unite in uno           figure e personaggi prima “condannati” alla bidimen-                                   ogni artista nasce da qualche altro artista, in una peren-       lavoro del francese, ma emergono da un magma terroso
                     sforzo comune, e al tempo stesso ognuna offre il proprio            sionalità della tela? E non c’è un continuo ribaltamento                               ne trasmissione in divenire di esperienze nel tempo. E           che si fa consistenza di tempo e memoria configurandosi
                     contributo peculiare e individuale all’evento collettivo;           di ruoli nei valori plastici attribuiti alla pittura con la sua                        sotto questo punto di vista tornano alla mente le parole         anche come una sorta di materia primordiale da cui può
                     ognuna di loro perde qualsiasi significato se il cerchio delle      strabordante matericità e in quelli pittorici dati spesso                              di Henri Bergson ne L’evoluzione creatrice: “La durata è         scaturire una possibile rinascita. Anche in opere quali
                     mani viene spezzato. Per questo ritengo che la tradizione,          alla scultura tramite l’importanza del colore (modula-                                 l’incessante progredire del passato che intacca l’avveni-        Ribera como pretexto e Zurbarán como pretexto, entrambe
                     ossia il legame delle epoche passate con la presente, sia           to ed esaltato dal sapiente connubio di materie e patine                               re e che, progredendo, si accresce. E poiché si accresce         del 1988, i quadri strepitosi (rispettivamente il Martirio de
                     così importante per l’arte; il solista può emergere solo dopo       diverse, ad esempio) oppure nella sorprendente “mate-                                  continuamente, il passato si conserva indefinitamen-             San Felipe di Ribera, del 1639 e il Cristo crocifisso, con un
                     aver preso parte alla danza corale”. Gli artisti del passa-         rializzazione” plastica del disegno in opere di notevoli                               te. La memoria non è la facoltà di classificar ricordi in        pittore di Zurbarán, del 1650 circa) che hanno acceso la
                     to più o meno lontano diventano per Valdés interlocutori            dimensioni ma dall’estrema leggerezza visiva e poetica                                 un cassetto o di scriverli su di un registro. Non c’è regi-      miccia dell’immaginazione di Valdés vengono trasfigura-
                     con cui intrattenere un contatto quotidiano, a cui rendere          quali El dibujo como pretexto III, Alambres I e Alambres II?                           stro, non c’è cassetto; anzi, a rigor di termini, non si può     ti in immagini universali della sofferenza e della violenza,
                     omaggio e che ampliano lo spazio polifonico del suo lavo-           E il pretesto della citazione, con la sua aura gloriosa, non è                         parlare di essa come di una “facoltà”: giacché una facoltà       sia tramite la scelta di concentrarsi esclusivamente sulle
                     ro. A proposito delle citazioni, completamente trasforma-           animato senza posa nel passaggio dal dettaglio/frammen-                                funziona in modo intermittente, quando vuole o quando            vittime, escludendo i personaggi secondari, sia attraverso
                     te, di Maestri antichi (da Rogier van der Weyden a Cranach          to al suo ingigantimento e non viene spesso alleggerito e                              può, mentre l’accumularsi del passato su se stesso conti-        l’inquietudine esistenziale della materia.
                     e Dürer, da Velázquez a Rubens e Zurbarán, da El Greco a            quasi capovolto nel sorriso dello spirito ludico di Valdés?                            nua senza tregua. In realtà, il passato si conserva da se                Da homo faber che con le proprie mani cura
                     Ribera e Rembrandt) e del XIX-XX secolo (Goya, Manet,               D’altro canto, solo una profonda consuetudine dell’artista                             stesso, automaticamente. Esso ci segue, tutt’intero, in          personalmente la polifonia tecnica delle sue opere
                     Picasso, Léger, Matisse, Torres García, Lichtenstein, ecc.),        con il sommo capolavoro di Velázquez e con il percorso                                 ogni momento: ciò che abbiamo sentito, pensato, volu-            (come un sarto ha usato ago e filo per fissare insieme
                     vari esegeti dell’opera di Valdés hanno usato definizio-            pittorico del geniale sivigliano poteva portare alla libertà                           to sin dalla prima infanzia è là, chino sul presente che         frammenti di tela e di tessuto, oppure sa trasformar-
                     ni collegate soprattutto con la letteratura, dalla “poetica         quasi sfrontata e giocosa di un’opera come Las meninas II                              esso sta per assorbire in sé, incalzante alla porta della        si in falegname con chiodi, scalpello e sega circolare e
                     della traduzione” di cui ha parlato Kosme de Barañano alla          (2011), che in realtà è una rivisitazione di Picasso che copia                         coscienza, che vorrebbe lasciarlo fuori”. Il pittore e scul-     via discorrendo) Valdés mette in pratica quel “rituale
                     “parodia” chiamata in causa da Silvia Pegoraro, solo per fare       Velázquez, o alla spiazzante e irriverente decostruzione                               tore spagnolo risponde elegantemente alla tirannia di un         della materia” di cui ha parlato José Manuel Caballero
                     due esempi. Eppure, per capire davvero l’inesausto viaggio          della Reina Mariana (1982), in legno e ferro, realizzata poco                          sistema dell’arte basato sul pregiudizio del “nuovo ad ogni      Bonald: “lì si fondono tutte le premesse estetiche dell’ar-
                     dell’artista spagnolo nella storia dell’arte, è necessario dare     dopo la fine dell’avventura del gruppo Equipo Crónica.                                 costo” dimostrando che il “nuovo” ha radici originarie e         tista e, perché no, dell’artigiano… La materia è la sostan-
                     un ruolo prioritario al valore del visibile e all’atto del vedere           Su questa via Valdés, nel legame osmotico fra                                  non banalmente originali. Egli sa bene che le Muse sono          za, ma anche il tema”. Del resto, l’artista stesso in un’in-
                     da cui secondo lui prende origine l’idea stessa del dipinge-        pittura e scultura che si scambiano ruoli e identità, porta                            figlie di Mnemosyne, la dea della memoria. Così Valdés           tervista a “Prestige” del 2017 aveva detto: “I must create
                     re. E proprio per questo l’opera-matrice, di capitale impor-        avanti la sfida di innestare un’immagine nuova su una                                  fa parte della schiera di coloro che, per parafrasare Marc       something for which the materials are dominant, the
                     tanza per l’inesausto andirivieni di Valdés nel labirinto           preesistente e si interroga costantemente sul modo di                                  Fumaroli, lavorano come “l’ape virgiliana, che elabora           subject is an excuse”. Lo stesso soggetto cambia comple-
                     della storia dell’arte, è Las Meninas (1656) di Velázquez, non      raggiungere questo obiettivo: “come riuscire a cambiare                                per altri un miele colto da mille fiori esterni e anteriori      tamente nel passaggio da una materia all’altra: pensia-
                                                                                         codice a un quadro di Matisse per trasformarlo in qual-                                a lei” al contrario del “ragno moderno, che si nutre delle       mo, solo per fare un esempio, alla Infanta Margarita o
                                                                                         cosa di diverso? Come dipingerlo in un altro modo, come                                proprie viscere”. Con le sue opere egli ha creato una            alla Reina Mariana realizzate di volta in volta in legno,
                                                                                         fare lo stesso ma in maniera diversa da come lo avrebbe                                sorta di Macchina artistica del Tempo, capace di “torna-
                                                                                         fatto il suo creatore?” A tal proposito, ha notato Kosme de                            re” nel passato e di modificarlo, facendo nascere un altro
                                                                                         Barañano, “Valdés vi riesce adottando un cambiamento                                   universo e realizzando per via intuitiva un sorprenden-
                                                                                         di sintassi, o un cambiamento di codice che presuppone                                 te parallelismo con la teoria scientifica post-relativisti-
                                                                                         un cambiamento di morfologia (di scala, di dimensione)                                 ca chiamata Open Quantum Relativity che ipotizza due
                                                                                         e soprattutto di significato”. È come se l’immagine prele-                             frecce del tempo, una rivolta verso il futuro ed una indi-
                                                                                         vata da Valdés nel passato più o meno recente si fosse                                 rizzata verso il passato. Ma soprattutto Valdés cambia
                                                                                         trasformata recependo i mutamenti dell’arte successiva                                 profondamente, di volta in volta, l’uso stesso della mate-
                                                                                         fino ad approdare in una nuova veste davanti a noi, con                                ria e delle materie, ovvero l’essenza stessa dell’esistenza
                                                                                         i buchi e le lacerazioni impressi da questo lungo viag-                                concreta dell’opera nella processualità che l’ha generata.
                                                                                         gio nel tempo. L’artista stesso ha precisato bene questa                               Nelle stratificazioni a palinsesto che, in particolare nelle
                                                                                         trasformazione: “Dal XVII secolo ad oggi sono successe                                 opere degli anni ottanta e della prima metà dei novan-
                                                                                         molte cose e quelle cose si rispecchiano anche nei miei                                ta, cancellano i volti e le identità delle figure tratte dalla
                                                                                         quadri. Sicuramente non potrei fare una testa che nel                                  storia dell’arte, la materia diventa il correlativo oggettivo
                                                                                         Seicento fu dipinta a grandezza naturale e farla diven-                                del tempo e della memoria con il suo accumularsi inin-
                                                                                         tare alta due metri senza che il Pop mi avesse insegna-                                terrotto di ricordi. Proprio l’idea bergsoniana di mate-
                                                                                         to a farlo. Con il Pop ho imparato che quelle grandi scale                             ria/memoria viene unita da Valdés con gli echi memo-
                                                                                         avevano un impatto ma anche altri mi hanno insegnato                                   riali della storia dell’arte, in un cortocircuito spiazzante
                                                                                         altre cose”. E in un’occasione diversa ha aggiunto: “L’arte                            ma colmo di intensità. Potremmo dire, forzando un po’
                       D. Velázquez, Las Meninas, 1656, olio su tela, cm 318 x 276,
                                                                                         di ogni epoca ha sempre elementi del passato, si susse-                                la mano, che nelle sue opere memoria e storia dell’ar-             Equipo Crónica, La rendición de Torrejón, 1971, acrilico su tela,
    16                 Madrid, Museo del Prado                                           gue ed è una somma permanente. Non posso concepire                    17               te si materializzano, letteralmente. La Danza di Matisse           cm 200 x 200, Barcellona, Fundació Suñol
LE FORME DEL TEMPO / THE SHAPES OF TIME - Contini Art Gallery
marmo, bronzo, alabastro, ecc. E in generale, anche se            o accatastarli in pile; Manolo Valdés li scolpisce, li ordina
Le forme del tempo

                     riconosciamo l’immagine della citazione di partenza,              e li colloca contro il muro come un finto bibliotecario – un
                     siamo sempre sorpresi, spiazzati, dal nuovo mistero,              falegname e un boscaiolo bibliofilo. Ricavando impossi-
                     dall’imprevista vitalità immaginativa che il quadro e la          bili libri dal legno, ciò che egli fa è celebrare la semplice,
                     scultura di Valdés portano con sé. Oltre tutto, va sotto-         magica forma del libro, […]”. Sì, il segreto della ricerca di
                     lineato che egli è uno dei pochi artisti ad aver indivi-          Valdés sta nel culto della forma purificata da ogni utilità o
                     duato molto precocemente il cuore della propria ricer-            convenienza, una meta-forma in metamorfosi che attra-
                     ca, perché già all’inizio degli anni sessanta, appena             versa il tempo storico e poi ne esce per entrare nel tempo
                     ventenne, ha abbracciato la figurazione, il dialogo con           dell’arte, fra memoria ed immaginazione: come ha scritto
                     i grandi Maestri spagnoli e il profondo interesse per la          Jean Louis Curtis in Lectures en libertè, “nella ricerca non
                     materia. Il riferimento alla storia dell’arte è stato porta-      c’è tempo passato o presente. Vi è solo un tempo senza
                     to avanti in chiave pop e con profonde istanze socio-po-          passato e senza futuro. Il tempo proprio della creazione
                     litiche nel decisivo periodo di Equipo Crónica, dal 1964          artistica”. Il tempo di Manolo Valdés.
                     al 1981, tanto che non di rado il riferimento alle figure
                     di Velázquez (ad esempio il Ritratto del Conte duca de            Gabriele Simongini
                     Olivares) veniva messo in relazione con la Spagna auto-
                     ritaria e repressiva del regime franchista. Tanto più
                     oggi, nell’accelerazione del virtuale, in un mondo piatto,
                     levigato e digitale, le opere di Valdés permettono invece
                     di esercitare l’esperienza della materia nella sua imper-
                     fezione vitale e la loro fisicità diventa una risposta forte
                     alla pervasiva smaterializzazione. Di fronte ad una sua
                     scultura ma anche davanti ad un quadro è inevitabi-
                     le provare il desiderio irrefrenabile di toccarli, perché         RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI
                     le opere di Valdés accendono letteralmente il fuoco del           W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica,
                     senso tattile e della percezione aptica. E in questi ulti-        Giulio Einaudi editore, Torino 1966 (prima edizione originale 1936).
                     mi anni, dopo aver usato per tanto tempo tessuti colo-            H. Bergson, L’evoluzione creatrice, Biblioteca Universale Rizzoli,
                     rati cuciti sulla tela di juta, l’artista ha cercato proprio      Milano 2012 (prima edizione originale 1907).
                     attraverso un ulteriore cambiamento tecnico di porta-             J.M. Caballero Bonald, Valdés: ritual de la materia. Manolo Valdés,
                     re direttamente lo spettatore all’interno del quadro e di         Galerìa Marlborough, Madrid, 1993.
                     aprire quest’ultimo al mondo esterno tramite pezzi di             J.-L. Curtis, Lectures en libertè, Flammarion, Parigi 1991.
                     specchio che vengono incastonati nella tela insieme a
                                                                                       K. de Barañano, Valdés, la radura, in catalogo mostra Manolo Valdés.
                     tavole di legno dai colori molto diversi. Ancora una volta        Il perenne retaggio dell’arte (a cura di S.Parmiggiani), Reggio Emilia,
                     ecco emergere lo scambio di ruoli fra realtà ed illusione.        Palazzo Magnani, 2 aprile- 22 maggio 2005; Siena, Palazzo Pubblico,
                     Le immagini vanno incontro ad un ulteriore processo di            Magazzini del Sale, 8 luglio – 21 agosto 2005; Centre Cultural Fontana
                     frantumazione sintonizzata sulla velocità percettiva dei          d’Or de la Fundaciò Caixa de Girona, 2 settembre – 9 ottobre 2005,
                                                                                       Skira, Milano 2005.
                     nostri tempi ma vengono ricondotte ad unità attraverso
                     linee spesse e pur saettanti.                                     K. de Barañano, Manolo Valdés. I dettagli luminosi, catalogo della
                                                                                       mostra, Venezia, Galleria d’arte Contini, 9 maggio – 30 novembre 2017,
                             In mostra sono esposte anche diverse opere in
                                                                                       Edizioni Contini Galleria d’arte, Venezia 2017.
                     cui Valdés si svincola dal “d’après” per concentrarsi sulla
                                                                                       K. de Barañano, Manolo Valdés poetica della traduzione, catalogo
                     presenza potente degli oggetti più svariati, depurati dalla
                                                                                       della mostra, Pietrasanta, Piazza del Duomo, Chiesa e Chiostro
                     edonistica superficialità della Pop Art e trasformati in          di Sant’Agostino, 16 giugno – 30 settembre 2018, Edizioni Contini
                     apparizioni quasi misteriose: Cafetera blanca sobre fondo         Galleria d’arte, 2018.
                     negro (1994), El frasco de perfume sobre fondo negro (1995),      M. Fumaroli, Le api e i ragni. La disputa degli Antichi e dei Moderni,
                     Reloj II (1998), Two Grey Cones (2006), White Diamond             Adelphi, Milano 2005 (prima edizione originale 2001).
                     (2007) e l’eccezionale Libreria del 2001. In quest’ultima,        A. Gorky, Lettere alla sorella Vartoosh, in V.Birolli, La Scuola di New York,
                     l’emblema monumentale della sapienza umana rivela nei             Abscondita, Milano 2007 (prima edizione originale 1978).
                     ripiani sconnessi e traballanti una sua fragilità e la carta
                                                                                       G.Kubler, La forma del tempo, Giulio Einaudi editore, Torino 1976
                     dei libri è riportata ad una delle sue matrici originarie, il     (prima edizione originale 1962).
                     legno degli alberi. In questo caso, l’opera stessa sembra
                                                                                       A. McNay, Manolo Valdés: ‘I only like apples if they look like Cezanne’s
                     nascere infatti da un’analisi concettuale che rimanda             apples!’, intervista pubblicata in www.studiointernational.com,
                     all’etimologia del latino “liber”, dall’antica radice slava       21 giugno 2016.
                     “lubu” (corteccia), riferibile alla sottile pellicola di cellu-   J. Molins, Il museo immaginario di Manolo Valdés, in catalogo mostra
                     losa tra la corteccia e la polpa di certi alberi adatta, prima    Manolo Valdés (a cura di R.Chiappini), Locarno, Museo Casa Rusca,
                     che il papiro la soppiantasse, a farne materiale per la scrit-    14 aprile- 6 ottobre 2019.
                     tura. Così, inutilizzabili ed illeggibili, quei volumi porta-     A. Muñoz Molina, La libreria di legno, in catalogo mostra
                     no con sé l’invito ad una sorta di riappacificazione fra          Manolo Valdés. Il perenne retaggio dell’arte, cit.
                     natura, arte e cultura. Come ha scritto Antonio Muñoz             F. Pirani, Manolo Valdés, multipli con l’ossessione di Velázquez,
    18               Molina, “Noi possiamo scrivere libri, ammassarli lontano          “L’Unità”, 12 aprile 2002.
The shapes of time
          “Life itself is a quotation.
          The original is unfaithful to the translation”
          								 J. L. Borges

          “The past is not destroyed by the present,
          but survives in it as a latent force.”
          								 E. Wind

          “Rome is a place within which time disintegrates”,               Portrait of Mariana of Austria (1652-53) from the Museo
          Henry James used to say: an illuminating observation             del Prado in Madrid and Infanta Margarita Teresa in a
          that perfectly grasps the soul of the Eternal City. Sooner       Blue Dress (1659) from the Kunsthistoriches Museum in
          or later, Rome was bound to become a destination for             Vienna. Valdés draws a sort of archetypal shape from
          Manolo Valdés, an artist who juggles with disintegra-            these masterpieces, which he geometrizes and revi-
          ted linear time, converting it into hybrid works that are        talizes through the tears and imperfections of matter
          simultaneously new and ancient. Besides, in Rome it is           and the flow of the centuries. This “shape of time” (to
          space that supports all this pulverized time and, curiou-
          sly enough, it is here – where everything is possible – that
          Valdés’ paintings and sculptures can establish a surpri-
          sing, ideal dialogue – if only at a distance – with some
          of Diego Velázquez’s masterpieces. The artist has been
          engaging with his distinguished fellow countryman
          for decades. His own works are now on display in the
          Palazzo Cipolla museum, as part an exhibition conceived
          by Emmanuele F.M. Emanuele, a patron and philanthro-
          pist with a humanistic spirit, in synergy with the Galleria
          Contini of Venice. Velázquez’s masterpieces are mostly
          located a few hundred metres away from the exhibition
          venue: Portrait of Juan de Córdoba (or Self-Portrait; 1649-
          1650) in the Musei Capitolini, Soldiers Fighting Outside
          the Spanish Embassy (1630) in the Galleria Pallavicini, and
          especially Portrait of Innocence X (1650) in the Galleria
          Doria Pamphilj. Twenty-five years have passed since
          Valdés’ last solo exhibition in Rome. The artist’s career
          illustrates his ability to transform art history into radiant,
          ever-vital energy, as described by Walter Benjamin: “In
          this respect, an art history worthy of its name is an art
          history that is constantly exposed to the risk of a vortex,
          a fracture, or tear. It is primarily an anachronism – what
          can do justice to the power to survive present in images
          and to their complex temporal stratification. The past
          exists and is passionately at work in things, all things, at
          times as a loss or ghost that keeps coming back to haunt
          us in the present. Ultimately, art – great art – is always
          contemporary.” Valdés himself is fond of saying: “We
          build on what art history has put into our hands. For me
          this is a splendid excuse to discuss something else, to
          talk about human life more generally.” This is evident,
          for example, in the sculptures from the Infanta Margarita
          and Reina Mariana series, works that lend plastic shape            D. Velázquez, Ritratto di Maria Anna d’Austria, 1652-53,
20   21   to some celebrated paintings by Velázquez such as the              oil on canvas, cm 231 x 131, Madrid, Museo del Prado
quote George Kubler) becomes a central emblem of his              matrix for Valdés’ constant comings-and-goings throu-                                 impact, but others have taught me other things.” On a            with art historical echoes and recollections, creating a
The shapes of time

                                                                                                                                                        Gabriele Simongini
                     long and free journey across art history, from the 17th           gh the labyrinth of art history is Velázquez’s Las Meninas                            different occasion he added: “The art of every age always        bewildering yet very intense short-circuit. Stretching
                     century to Art Informel, Pop images, and contempo-                (1656). This is not only, or not so much, the case in terms                           contains elements of the past, it follows it and repre-          things a little, we might say that memory and art history
                     rary installations in big cities (sculptures by the artist        of the evoking of its shapes and figures, but rather, and                             sents a permanent summary. I cannot conceive a work              literally dematerialize in his works. In the transforma-
                     have been installed in New York, Madrid, Paris, Valencia,         especially, because of the interplay between reality and                              such as Matisse como pretexto apart from the time betwe-         tion of Matisse’s Dance that Valdés accomplished in
                     and Monte Carlo, among other places) – a journey desti-           illusion, between truth and appearance, that constitutes                              en him and me, without a change of scale and matter,             1987, the painting (in both versions: that of 1909 at the
                     ned to bring joy and wonder. Through his tributes and             the heart of this masterpiece (a work so compelling that                              without an experience. To paint is to continue to add, to        New York Museum of Modern Art and that of 1910 at the
                     art-historical dialogues, Valdés seems to be putting into         Picasso created 44 versions of it between August and                                  accumulate – everything is mixed. Some artists believe           Saint Petersburg Hermitage) loses its soothing colours
                     practice the following considerations by Arshile Gorky:           December 1957) and of Spanish Baroque, as well as of the                              that through their work they will erase everything that          and seems to symbolically take on the tragic weight of
                     “The tradition of art is the grand group dance of beau-           very oeuvre of the artist featured at Palazzo Cipolla. How                            came before, but what comes before us may well erase             the historical events that followed its original execution
                     ty and pathos in which the many individual centuries              can one not be struck by the sculptural three-dimen-                                  us all – everything is mixed, nothing has brought an             – most notably, two world wars. In the work on display,
                     join hands in the effort and thereby communicate their            sional quality acquired, almost by magic, by figures and                              end to anything.” In this respect, Valdés perfectly embo-        the dancing figures are no longer suspended between
                     particular contributions to the whole event just as in our        characters hitherto “condemned” to the bidimensiona-                                  dies the unquestionable principle that true art springs          heaven and earth, as in the French painter’s masterpie-
                     dances of Van. They can however be rendered inadequa-             lity of the canvas? And is it not the case that a constant                            from emulation, that every artist is born from another           ce, but emerge from an earthy magma that lends consi-
                     te if the linking hands are broken. For this reason, I feel       role-reversal occurs between the plastic values assigned                              artist, through the unending transmission of experien-           stency to time and memory, emerging as a sort of primor-
                     that tradition, namely the related ages of the past and           to painting, with its pronounced tactile quality, and the                             ces across time. This idea brings Henri Bergson’s words          dial matter from which a possible rebirth can spring.
                     present, are so important for art. The soloist can emer-          pictorial values often assigned to sculpture, for instan-                             in Creative Evolution to mind: “Duration is the conti-           Likewise, in works such as Ribera como pretexto and
                     ge only after having participated in the group dance.”            ce through the importance given to colour (moulded                                    nuous progress of the past which gnaws into the future           Zurbarán como pretexto, both from 1988, two remarkable
                     For Valdés, artists from a more or less distant past beco-        and brought out by skilfully combining different mate-                                and which swells as it advances. And as the past grows           paintings (respectively, Ribera’s Martyrdom of Saint Philip,
                     me interlocutors with whom to engage on a daily basis;            rials and textures, for example), or the striking plastic                             without ceasing, so also there is no limit to its preserva-      1639, and Zurbarán’s The Crucified Christ with a Painter, c.
                     they are individuals worthy of homage who broaden the             ‘materialization’ of drawing in large-size yet visually                               tion. Memory, as we have tried to prove, is not a faculty of     1650), which fired Valdés’ imagination, are transfigured
                     polyphonic space of his own works. With regard to his             light and poetic, works such as El dibujo como pretexto                               putting away recollections in a drawer, or of inscribing         into universal images of suffering and violence. This is
                     tributes to the works both of old masters (Rogier van der         III, Alambres I, and Alambres II? Is the pretext of a tribute,                        them in a register. There is no register, no drawer; there       achieved both through the choice to focus exclusively on
                     Weyden, Cranach, Dürer, Velázquez, Rubens, Zurbarán,              with its glorious aura, not constantly nourished through                              is not even, properly speaking, a faculty, for a faculty         the victims, leaving out secondary characters, and throu-
                     El Greco, Ribera, Rembrandt...) and 19th-20th century             the transition from a detail/fragment to its enlargement,                             works intermittently, when it will or when it can, whilst        gh the existential restlessness of the matter.
                     ones (Goya, Manet, Picasso, Léger, Matisse, Torres                and often made lighter and almost reversed through the                                the piling up of the past upon the past goes on without                  Valdés is a homo faber who arranges the technical
                     García, Lichtenstein...), which he completely transforms,         smile of Valdés’ playful spirit? On the other hand, only                              relaxation. In reality, the past is preserved by itself, auto-   polyphony of his works with his own hands (like a tailor,
                     various critics have used definitions chiefly drawn from          the artist’s profound familiarity with Velázquez’s master-                            matically. In its entirety, probably, it follows us at every     the artist has used a needle and threat to bind together
                     the literary sphere – from Kosme de Barañano’s “poeti-            piece and with the brilliant Sevillian painter’s career                               instant; all that we have felt, thought and willed from our      fragments of canvas and fabric – just as he is capable of
                     cs of translation” to Silvia Pegoraro’s idea of “parody”, to      could lead to the almost impudent and playful freedom of                              earliest infancy is there, leaning over the present which        turning into a carpenter, using nails, chisels, a circular
                     mention only a couple of examples. However, in order to           a work like Las meninas II (2011), which is actually a retel-                         is about to join it, pressing against the portals of consciou-   saw, and so on). As such, he enacts the kind of “ritual of
                     truly understand the Spanish artist’s ongoing journey             ling of Picasso that copies Velázquez, or to the bewilde-                             sness that would fain leave it outside.” The Spanish pain-       matter” that José Manuel Caballero Bonald talks about:
                     across art history, it is necessary to assign a primary role      ring and irreverent deconstruction of Reina Mariana                                   ter and sculptor elegantly responds to the tyranny of            “all the artistic premises of the artist, and indeed of the
                     to visibility and to the act of seeing, which in his view         (1982), a wood and iron sculpture created just after the                              an art system based on the prejudice of “novelty at any          craftsman, merge there … Matter is the substance, but
                     lies at the origin of the very idea of painting. Precisely        break-up of the Equipo Crónica group.                                                 cost”, by showing that “novelty” has primary, rather than        also the theme.” Besides, the artist himself, in a 2017
                     for this reason, the work constituting the fundamental                    Following this path, through the mutually influen-                            merely original, roots. He is well aware of the fact that        interview for Prestige, stated: “I must create something
                                                                                       tial link between painting and sculpture, which exchan-                               the Muses are the daughters of Mnemosyne, the goddess            for which the materials are dominant, the subject is an
                                                                                       ge roles and identities, Valdés pursues the challenge                                 of memory. Valdés, then, ranks among those who – to              excuse.” The same subject changes completely through
                                                                                       of grafting a new image onto a pre-existing one. He is                                paraphrase Marc Fumaroli – operate like “Virgil’s bee,
                                                                                       constantly addressing the question of how to attain this                              which develops for others a honey gathered from a thou-
                                                                                       goal: “How to change the code of a Matisse painting so as                             sand flowers that are external and anterior to it”, by
                                                                                       to turn it into something different? How to paint it in a                             contrast to the “modern spider, which feeds on its own
                                                                                       different way, how to do the same thing, only in a diffe-                             innards”. Through his works, Valdés has created a sort of
                                                                                       rent way from how the creator of the painting would have                              artistic Time Stain, capable of ‘returning’ to the past and
                                                                                       done it?” In this regard, Kosme de Barañano has obser-                                of changing it, engendering another universe and intu-
                                                                                       ved: “Valdés succeeds in this through a change of syntax,                             itively establishing a striking parallel with the post-re-
                                                                                       or a change of code that entails a change of morpholo-                                lativistic scientific theory known as Open Quantum
                                                                                       gy (of scale, of dimension), and especially of meaning.” It                           Relativity, which posits two time arrows: one directed
                                                                                       is as though the image extracted from the more or less                                towards the future and the other towards the past. Most
                                                                                       recent past by Valdés had transformed itself by incor-                                importantly, in each case Valdés profoundly changes the
                                                                                       porating the changes of later art, ultimately reaching us                             very use of matter and of materials, which is to say the
                                                                                       in a new guise, with the gaps and tears left by this long                             very essence of the concrete existence of his work within
                                                                                       journey across time. The artist himself has explained this                            the process that has generated it. In the systematic stra-
                                                                                       transformation as follows: “Many things have happened                                 tifications which, particularly in the artist’s works from
                                                                                       since the 17th century, and those things are also reflected                           the 1980s and the first half of the 1990s, erase the faces
                                                                                       in my paintings. Certainly, I could not paint a head that                             and identities of figures drawn from art history, matter
                                                                                       was painted in full scale in the 17th century and make it                             becomes the objective correlative of time and of memory,
                       D. Velázquez, Las Meninas, 1656, oil on canvas, cm 318 x 276,   two meters tall, if Pop hadn’t taught me to do so. Through                            with its endless accumulation of remembrances. Valdés              Equipo Crónica, La rendición de Torrejón, 1971, acrylic on canvas,
    22                 Madrid, Museo del Prado                                         Pop I have learned that those large scales too had an                23               combines the very (Bergsonian?) idea of matter/memory              cm 200 x 200, Barcelona, Fundació Suñol
the transition from one material to another: consider–         write books, gather them in scattered fashion or in piles;
The shapes of time

                     to take but one example – the various versions of Infanta      Manolo Valdés sculpts them, orders them, and sets them
                     Margarita and Reina Mariana executed in wood, marble,          against a wall like a faux librarian – a bibliophile carpen-
                     bronze, alabaster, and so on. Generally speaking, even         ter or woodsman. By drawing impossible books from
                     when we recognize the image to which the artist is paying      wood, what he does is celebrate the simple, magical form
                     homage, we are always surprised and bewildered by the          of the book […].” Indeed, the secret to Valdés’ research
                     new mystery, by the unexpected imaginative liveliness          lies in form stripped of all usefulness or convenience, as
                     conveyed by Valdés’ painting or sculpture. Moreover, it        a metamorphosing meta-form that extends across histo-
                     must be noted that he is among the few artists to have         rical time and then leaves it in order to enter the time of
                     identified the core of his research early on: already by       art, at the crossroads between memory and the imagina-
                     the early 1960s, when he was just over twenty, he embra-       tion. As Jean-Louis Curtis writes in Lectures en liberté, “in
                     ced figuration, dialogue with leading Spanish masters,         research there is no past or present time. There is only a
                     and a deep interest in matter. He explored references          time with no past and no future. The time of artistic crea-
                     to art history from a Pop perspective and in connection        tion.” The time of Manolo Valdés.
                     to profound socio-political concerns during his crucial
                     Equipo Crónica period, between 1964 and 1981. Indeed,          Gabriele Simongini
                     references to Velázquez’s figures (for instance, the
                     Portrait of the Count-Duke of Olivares) were frequently put
                     in relation to the authoritarian and repressive Spain of
                     the Francoist regime. Today, in a flat, smooth and digital
                     world marked by the acceleration of virtuality, Valdés’
                     works instead make it possible to experience matter in
                     its vital imperfection. The physicality of these works
                     becomes a response to the world’s pervasive demateria-
                     lization. When facing a sculpture or even a painting by
                     the artist, one inevitably feels an urge to touch it, since
                     all of Valdés’ works literally spark the fire of tactile and   SELECT BIBLIOGRAPHY
                     haptic perception. In recent years, after having long used     W. Benjamin, The Work of Art in the Age of Mechanical Reproduction,
                     colourful fabrics sewn to jute canvas, through a further       London 2008 (1st original ed. 1936).
                     technical change the artist has sought to bring specta-        H. Bergson, Creative Evolution, New York 2008 (1st original ed. 1907).
                     tors directly inside his paintings and to open up the latter
                                                                                    J. M. Caballero Bonald, Valdés: ritual de la materia. Manolo Valdés,
                     to the external world by setting mirror fragments in the
                                                                                    Madrid 1993.
                     canvas, along with wooden tablets of different colours.
                     Once again, what emerges is a role reversal between            J. L. Curtis, Lectures en liberté, Paris 1991.

                     reality and illusion. Images undergo a further process         K. de Barañano, Valdés, la radura, in Manolo Valdés. Il perenne retaggio
                     of fragmentation attuned to the perceptual speed of our        dell’arte, exhib. cat. (Reggio Emilia, Palazzo Magnani, 2 April – 22 May
                                                                                    2005; Siena, Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale,
                     time, while ultimately being brought back to unity throu-      8 July – 21 August 2005; Centre Cultural Fontana d’Or de la Fundaciò
                     gh thick yet darting lines.                                    Caixa de Girona, 2 September – 9 October 2005), S. Parmiggiani,
                             On display are also different works in which           ed., Milan 2005.
                     Valdés breaks free from what is ‘d’après’ in order to focus    K. de Barañano, Manolo Valdés. I dettagli luminosi, exhib. cat. (Venice,
                     on the compelling presence of a wide range of objects,         Galleria d’arte Contini, 9 May – 30 November 2017), Venice 2017.
                     stripped from the hedonistic superficiality of Pop Art         K. de Barañano, Manolo Valdés poetica della traduzione, exhib. cat.
                     and turned into almost mysterious apparitions: Cafetera        (Pietrasanta, Piazza del Duomo, Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino,
                     blanca sobre fondo negro (1994), El frasco de perfume sobre    16 June – 30 September 2018), Venice 2018.
                     fondo negro (1995), Reloj II (1998), Two Grey Cones (2006),    M. Fumaroli, Le api e i ragni. La disputa degli Antichi e dei Moderni,
                     White Diamond (2007), and the remarkable Libreria of           Milan 2005 (1st original ed. 2001).
                     2001. In the last of these works, the monumental emblem        A. Gorky, Lettere alla sorella Vartoosh, in V. Birolli, La Scuola di New York,
                     of human knowledge reveals a degree of fragility throu-        Milan 2007 (1st original ed. 1978).
                     gh its disjointed and wobbly shelves, and the paper of the     G. Kubler, The Shape of Time, Yale 1962 (1st original ed. 1962).
                     books is led back to one of its original matrices, wood. In
                                                                                    A. McNay, Manolo Valdés: ‘I only like apples if they look like Cezanne’s
                     this case, the work itself seems to spring from a concep-      apples!’, interview published on www.studiointernational.com,
                     tual analysis that points to the etymology of the Latin        21 June 2016.
                     word “liber”, cognate with the Slavic root “lubu” (bark),      J. Molins, Il museo immaginario di Manolo Valdés, in Manolo Valdés,
                     which refers to the thin cellulose film found betwe-           exhib. cat. (Locarno, Museo Casa Rusca, 14 April – 6 October 2019),
                     en the bark and the pulp of certain trees, and which –         R. Chiappini, ed., Locarno 2019.
                     before it was replaced with papyrus – was used to craft        A. Muñoz Molina, La libreria di legno, in Manolo Valdés.
                     writing material. These unusable and unreadable books          Il perenne retaggio dell’arte, cit.
                     thus call for the reconciliation of nature, art, and cultu-    F. Pirani, Manolo Valdés, multipli con l’ossessione di Velázquez,
    24               re. As Antonio Muñoz Molina has written, “We can               in L’Unità, 12 April 2002.
26   27
Manolo Valdés a Roma                                                                                                                                   4. I dipinti con oggetti, come foglie o vasi, che si rifanno a    Figuration Narrative, con la mostra di Télémaque, Fol-
Manolo Valdés a Roma

                                                                                                                                                          Kosme de Barañano
                                                                                                                                                                              Eduard Manet, al mondo greco-romano o semplicemente               dès e Rancillac, intitolata “Mythologie Quotidienne”4. Si
                                                                                                                                                                              al Pop contemporaneo, come nel caso di semplici gelati.           tratta in entrambi i casi di movimenti nati in contrappo-
                                                                                                                                                                                                                                                sizione al Pop americano. Valdés si interessa alla pittura
                                                                                                                                                                              5. Le sculture in legno, come le immagini della Reina Ma-         come mezzo di comunicazione e come strumento critico
                       La presente mostra antologica che Roma dedica a Mano-            una mostra antologica dal titolo “Valdés. Il perenne retag-                           riana (1982) e le opere ispirate al costruttivismo di Fer-        non solo per quanto riguarda la politica, ma anche in ri-
                       lo Valdés (1942) non è la prima dell’artista in Italia. Il suo   gio dell’arte” presso il Palazzo Magnani di Reggio Emilia. A                          nand Léger; la Librería in 4 moduli del 1996, o l’enorme          ferimento alla stessa storia dell’arte. È alla ricerca di un
                       amore per il nostro Paese, per la sua storia, per gli artisti    quarant’anni dalla sua prima esposizione, l’artista si ritro-                         trompe-l’œil in stile Francesco Pianta della Scuola di San        nuovo tipo di figurazione, impegnato nella realtà del suo
                       del passato e del presente e anche per le sue mostre ha          va così a inaugurare una mostra con ventisei grandi dipin-                            Rocco a Venezia.                                                  tempo e attratto dall’ironia del Pop statunitense. La pittu-
                       inizio diversi anni fa, prima ancora della fondazione di         ti, ventotto sculture e ventidue disegni, cui si aggiungono                                                                                             ra di Valdés è legata alla materia pittorica; non solo al de-
                       Equipo Crónica nel 1965. È il 1964, infatti, quando un Val-      le quarantacinque incisioni della sezione dedicata alla                               6. Le sculture in bronzo: questa materia ha accompa-              sign, al fumetto o alla battuta veloce, in linea con Arroyo
                       dés appena ventiduenne partecipa a Rimini alla mostra            grafica, allestita a Palazzo dei Principi di Correggio. Nei                           gnato Valdés nelle sue sperimentazioni più audaci e mul-          (1937-2018) o Gilles Aillaud (1928-2005), ma nel solco de-
                       “España libre”, esponendo insieme ad altri artisti con-          mesi di luglio e agosto, quando la mostra arriva ai Magaz-                            tiformi, dalle meninas alle dame a cavallo, fino alle varie       gli italiani della Nuova Figurazione, come Antonio Recal-
                       temporanei, tra cui gli spagnoli Eduardo Arroyo, Rafael          zini del Sale di Siena, Valdés viene anche chiamato a rea-                            tipologie di maschere e ai giochi formali sulla falsariga         cati (1938) o Valerio Adami (1935), che esporrà a Palazzo
                       Canogar, Antoni Clavé, Antonio Saura e Antoni Tàpies.            lizzare il manifesto per il nuovo Palio.                                              dei disegni di Alberto Giacometti.                                Strozzi, nel 1963 nell’ambito della mostra “La Nuova Fi-
                       Un anno dopo, nel 1965, viene selezionato per il “Premio                 Nel 2017 organizza con la Galleria d'Arte Contini                                                                                               gurazione”. In ognuno di questi casi, si tratta di artisti che
                       Lissone Internazionale per la Pittura” al Palazzo del Cen-       di Venezia la mostra “Manolo Valdés. I dettagli lumino-                               La mostra ripercorre la carriera individuale di Manolo            hanno apprezzato l’Informale, rendendo la figura umana
                       tro del Mobile di Milano. Il Premio Lissone è un riconosci-      si” (9 maggio–30 novembre 2017), e nell’estate del 2018                               Valdés, dai primi anni Ottanta a oggi. Dopo le prime ope-         protagonista indiscussa del loro lavoro e sottoponendola
                       mento dedicato alle arti figurative organizzato nel capo-        presenta “Valdés. Poetica della Traduzione” al Museo dei                              re materiche e le sculture che rivelano un allontanamen-          a ogni tipo di sperimentazione5.
                       luogo lombardo dal 1946 al 1967. Tra i critici invitati a far    bozzetti e per le strade di Pietrasanta. Secondo le fonti                             to dallo stile di Velázquez, la mostra segue altri percorsi               In questi dipinti degli anni Ottanta, tuttavia, Val-
                       parte della giuria spiccano Giulio Carlo Argan, Giuseppe         municipali, durante il primo mese più di 15.000 perso-                                tematici, relativi soprattutto agli ultimi dieci anni: i ri-      dés cerca una qualità tattile attraverso il colore applicato
                       Marchiori, Franz Roh, Marco Valsecchi e Christian Zer-           ne visitano la mostra, che vede ben 33 opere dell’artista                             tratti, le nature morte (i flaconi di profumo, ecc.), le varia-   a impasto, forti pennellate di bianco e argento che evoca-
                       vos1. Valdés è fortemente sostenuto dagli storici e critici      esposte per le vie del centro storico.                                                zioni su Matisse, le maschere africane, la critica (dall’in-      no Velázquez; toni serici e direzioni della luce e dei rifles-
                       dell’arte Giulio Carlo Argan (1909-1992) e Luciano Cara-                 Nella piazza principale, ai piedi della cattedrale di                         terno) della Storia dell’Arte. Seguendo lo schema dei sei         si che diventano, qui, densità di pigmento − al punto da
                       mel (1935) e proprio durante quel viaggio in Italia nasce        San Martino, vengono collocate cinque enormi teste alte                               capitoli sopra citati, analizziamo le chiavi con cui Manolo       interpretare il bordo ingioiellato che decora l’infanta con
                       l’idea di dipingere insieme a Solbes2.                           dai tre ai cinque metri: teste coronate da anelli di bron-                            Valdés sviluppa il proprio linguaggio pittorico e plastico,       un’energica linea nera diagonale.
                               Sempre nel 1965 Valdés viene selezionato per il          zo, come nel caso di Irene (2006), ma anche da spine di                               tra l’Informale e il Pop, che lo rende una delle voci più ori-            Tanto nella scultura quanto nella pittura e in quei
                       “Premio internazionale per l’incisione” a Biella. In que-        ottone come in Clio dorada (2017), felci come in Doble                                ginali della scena artistica internazionale.                      riferimenti alla sua storia, Valdés ha il dono della magia,
                       sta occasione è appoggiato dal critico Luigi Carluccio           imagen (2016) o ali di alluminio, come nel caso di Mari-                                                                                                grazie al quale può dare vita a un’immagine come fosse
                       (1911-1981), noto per le sue mostre alla Galleria d’arte mo-     posas (2015). La chiesa centrale di Sant’Agostino, al cui                             1. I dipinti del 1984-1989, generalmente su tela di juta.         un prestigiatore. A tal proposito il pittore Antonio Saura
                       derna di Torino alla fine degli anni Sessanta e che morirà       ingresso sono posizionate due grandi sculture a cavallo                               Un periodo che si è di fatto esteso fino al 1993, con opere       trent’anni fa scriveva:
                       poi a San Paolo mentre era impegnato nell’organizzazio-          un Caballero (2005) e una Dama (2005) − ospita invece                                 che guardano alla pittura spagnola tradizionale: ai temi                  “Vibrazione nelle solitarie presenze di volti dimen-
                       ne della Biennale. In quello stesso anno, Valdés espone          dipinti come Blue head (2016) e il dipinto Dama a caballo                             del Crocifisso o dei Santi Martiri, come la versione del          ticati: uno spazio piatto, semplice e volutamente monoto-
                       alla Galleria Il Centro di Torino e nella Sala Comunale di       en azul (2017). Insieme a questi, sono esposti alcuni ritrat-                         Cristo in Zurbaràn como pretexto (1988) e quella di san           no, incornicia e racchiude le fuggitive catture sui bordi,
                       Reggio Emilia. Già come Equipo Crónica nel 1966 por-             ti frontali ispirati a Matisse e delle sculture in alluminio                          Bartolomeo in Ribera como pretexto (1988). Altrettanto            eccessivamente ravvicinate, fissate in un istante dalla
                       ta il suo lavoro alla Sala Comunale di Ferrara e nel 1968        che hanno per soggetto il Caballero (2012) e ricordano                                degna di nota, la variazione di Las meninas II, del 2011:         progressiva pulizia a cui vengono costrette dalle mani del
                       alle gallerie L’Agrifoglio di Milano e Il Girasole di Roma       l’eroico ritratto di Filippo IV, la natura morta di legno e                           una copia o rivisitazione non di Velázquez ma di Picasso          prestigiatore. Un altro passo e il bottone diventerebbe un
                       − dove presenta per la prima volta opere della serie La          resina Blue Table (2016) e l’iconico busto di Lillie (2016). La                       che copia Velázquez, con il cane in primo piano, esegui-          volto. Un passo in meno e l’eroe della storia tornerebbe
                       Recuperación (incentrata sulla pittura spagnola del Siglo        mostra di Roma raccoglie diversi aspetti della variegata                              to “a risparmio”. Alcuni personaggi come l’Infanta Doña           alla crisalide, alla sua urna dorata e cristallina”. Le mani
                       de Oro) – oltre a esporre nel contesto di “Pluralità Viva”,      produzione di questo artista:                                                         Margarita X fanno parte della serie Las meninas, e ripren-        di quello stesso mago toccheranno presto anche il mondo
                       a Martinengo.                                                                                                                                          dono un tema che era già stato oggetto di attenzione da           delle tre dimensioni passando così alla scultura.
                               Nel 1976 prende parte alla 37° Biennale di Venezia,      1. I dipinti del 1984-89 su tela di juta con soggetti ispirati                        parte dell’Equipo Crónica nel 1965 e che continuerà a
                       organizzando con altri artisti spagnoli la mostra “España.       alla pittura tradizionale spagnola come Caballero antiguo                             esserlo per Valdés fino a oggi. Questo ritratto dell’Infanta      2. I ritratti all’italiana, o parafrasi della grande pittura
                       Vanguardia Artística y Realidad Social, 1936-1976”, nel          del 1984, El Conde Duque de Olivares I del 1989 (tecnica                              Doña Margarita de Austria fu dipinto intorno al 1660 da           del Rinascimento, come quella di Francesco d’Este (1991),
                       Padiglione Centrale3. Negli ultimi anni si è tornato a scri-     mista su tela); e soprattutto il dipinto di Infanta Margarita                         Juan Bautista Martínez del Mazo, discepolo e genero di            Retrato de una joven (1992) o Perfil con imágenes de Sonia
                       vere molto su questa mostra, soprattutto in riferimento          del 1993 (tecnica mista su legno 148 x 103 cm) che apre la                            Velázquez, al quale l’opera, oggi conservata nel Museo            Delaunay I (1997). Sono tutti dipinti su tela di juta, con
                       alla partecipazione di Tomás Llorèns, Luis de Pablo e            strada alla scultura: la figura sta emergendo in forma di                             del Prado, fu attribuita per lungo tempo.                         soggetti ritratti di profilo, rivolti in direzioni diverse. Il
                       José Luis Alexanco. Nessuno, tuttavia, ha citato Manolo          altorilievo.                                                                          La serie de Las meninas nasce ai tempi di Equipo Crón-            lungo collo della donna sul broccato bordeaux, o l’uomo
                       Valdés, che era lì, e conserva ancora un vivido ricordo di                                                                                             ica, dalla ricerca di una nuova figurazione iniziata già          con cappello che gli copre le orecchie su sfondo blu sono
                       quell’esperienza.                                                2. I ritratti all’italiana, o parafrasi della grande pittura                          un anno prima della formazione del movimento, quando              temi che si ripeteranno in Valdés come variazioni nella
                               Dopo la morte del collega Rafael Solbes nel 1981,        del Rinascimento, come quello di Francesco d’Este (1991),                             Valdés si reca per la prima volta in Italia, poco dopo esse-      prima decade degli anni 2000. Tre di queste rielabora-
                       Valdés continua a lavorare da solo a Valencia per alcuni         il Retrato de una joven (1992), e l’opera intitolata Perfil con                       re stato a Parigi. Lì ha modo di confrontarsi con le idee         zioni, a olio e collage, sono datate 2012-2014: un ritratto
                       anni, fino a quando nel 1989 si trasferisce a New York dove      imágenes de Sonia Delaunay I (1997).                                                  del Nouveau Realisme, un movimento che nel critico                di profilo, uno frontale e uno di tre quarti incorniciato da
                       inaugura il suo studio e continua a sperimentare nuove                                                                                                 Pierre Restany riconosce il proprio portavoce.                    strisce arancioni e toppe ocra, intitolati rispettivamente
                       forme di espressione artistica. Nel 1999 viene scelto, in-       3. I nudi e le teste di Matisse, che abbracciano vari perio-                                  Un’altra fonte di ispirazione importante per Val-         Perfil de dama con marco, 2012, Retrato sobre fondo verde,
                       sieme a Esther Ferrer, come rappresentante della Spagna          di dell’attività di Valdés, dal 1995 a oggi; in particolare,                          dés è il gruppo della Nouvelle Figuration – nome coniato          2012 e Retrato de una dama, 2014. La pittura di Valdés par-
                       alla 48° Biennale di Venezia (che ha luogo dal 13 giugno al      le parafrasi di nudi femminili, ritratti, raffigurazioni di                           dal critico Michel Ragon, che ha accompagnato il movi-            te dal dettaglio, dal frammento, da un microcosmo reso
                       7 novembre di quell’anno). Forte della sua fama personale        danze e un certo tipo di nature morte.                                                mento fino al 1964, prima di passare il testimone al col-         abitabile. Da un lato è un’immagine accattivante, dall’al-
    28                 – Valdés lavora da solo dal 1982 –, nell’aprile 2005 presenta                                                                         29               lega Gérald Gassiot-Talabot, portavoce ideologico della           tro trasmette l’inquietudine di un tema o un gesto mate-
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