Addio DIEGO, dio del Calcio - New Media ...
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Addio DIEGO, dio del Calcio Muore all’età di 60 anni il grande Diego Armando Maradona, el pibe de oro, per molti il più grande calciatore di tutti i tempi, il mito, una leggenda. A dare la notizia, il quotidiano argentino il Clarin e la CNN. Riuscito il recente intervento alla testa. Oggi, mentre era nell’ abitazione di Buenos Aires, Diego è stato però colto da un arresto cardiaco che lo ha stroncato. Con lui il Napoli vinse due scudetti; l’Argentina i Mondiali del 1986. Se ne va in questo dannato 2020, Diego Armando Maradona: il Pibe de Oro è stato stroncato da un arresto cardiorespiratorio. Aveva appena compiuto 60 anni. La notizia ha lasciato senza fiato il mondo del calcio, la sua Argentina e l’Italia intera, soprattutto Napoli della quale era stato sovrano in campo dal 1984 al 1991. Si era sentito male nel giorno del suo sessantesimo compleanno, venerdì 30 ottobre, ed era stato ricoverato in una clinica a La Plata, poi trasferito alla Olivos di Buenos Aires. La notizia aveva lasciato sgomenti i tifosi argentini, tanto che l’ambulanza era stata scortata da un corteo di mezzi delle forze dell’ordine, mentre i tifosi, con fumogeni azzurri, continuavano a giungere all’ingresso, dove sono rimasti per giorni, in supporto del mito del calcio.
Martedì 3 novembre aveva subito un intervento al cervello per rimuovere un ematoma subdurale (coagulo di sangue), causato da un colpo di testa contro il pavimento. Non uno dei suoi eccezionali contro un pallone. Operazione tecnicamente riuscita. Era stato infatti dimesso dall’ospedale di Buenos Aires pochi giorni fa, visto che stava meglio, e trasferito per la seconda fase del recupero, in un’abitazione privata nel Nordelta, centro residenziale alle porte di Buenos Aires, come concordato tra lo staff medico e la famiglia di Maradona: le figlie e le sorelle insieme all’ex fidanzata Veronica Ojeda. Le improvvise complicazioni lo hanno portato alla morte: fatale è stato un arresto cardiaco sopraggiunto nella giornata di oggi, 25 novembre, alle ore 12 circa locali – le ore 16 in Italia – mentre si trovava nella sua abitazione a Tigre, seguito 24 ore su 24 da un’equipe medica di altissimo livello. I sanitari che erano con lui hanno cercato di rianimarlo, e nel frattempo erano in arrivo le ambulanze, su segnalazione immediata. Ma, quando sono giunte era purtroppo già troppo tardi: Diego si era già spento. I suoi sessant’anni erano stati celebrati da tutto il mondo del calcio, con onori, un’infinità di telefonate e messaggi auguri, incominciando da tantissimi campioni di ogni sport, di ieri e di oggi. Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, ha vinto i Mondiali con l’Argentina nel 1986 – con cui ha disputato anche la finale di Italia ’90 – due scudetti con il Napoli – 1987 e 1990 – ed è stato uno dei campioni più amati in assoluto. Una storia disseminata di successi, tra trofei vinti e gol memorabili: in Argentina-Inghilterra alla Mano de Dios, il gol del secolo segnato pochi minuti dopo, quando scartò sette giocatori inglesi prima di battere Shilton.
In squadra pure con il Barcellona e il Siviglia, e in Argentina con il Boca Juniors e l’Argentinos Juniors. Quattro Mondiali con la nazionale argentina, della quale è stato poi allenatore nel 2010, nominato a furor di popolo: Maradona la portò ai quarti di finale in Sudafrica, quando l’Albiceleste venne eliminata dalla Germania, e poi Diego fu esonerato. In Argentina sono stati proclamati tre giorni di lutto cittadino. Napoli è in lacrime per la perdita del suo idolo e verrà proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria del Pibe de Oro, come anticipato dall’assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello: Parole di cordoglio da parte del sindaco Luigi De Magistris, appena appresa la terribile notizia della fine di Maradona: “una notizia tragica in un anno pessimo. Maradona è Napoli e l’amore di Napoli e dei napoletani è viscerale. Oggi per Napoli è una giornata tristissima. L’abbraccio di tutti i napoletani per la famiglia, nella consapevolezza che quest’amore non finirà mai. È stato un amore vero e grande”. Il Comune partenopeo pensa di intitolare il San Paolo a Maradona, su proposta del presidente della commissione Sport, Carmine Sgambati. Lascia tanti ricordi, una vita di cui la prima parte è stata costellata da successi, ai limiti dell’incredibile, fino al 1994, quando il mito, ai mondiali americani, venne trovato positivo all’antidoping. Poi, la seconda parte, altalenante ma mai più sfolgorante. … e tanti figli. Ufficialmente, Dalma Nerea e Gianinna Dinorah avute dalla prima moglie Claudia Villafane; una bambina di
nome Jana, avuta da Valeria Sabalaìn. Diego Fernando – l’ultimo – da Veronica Ojeda. Ma soprattutto Diego junior – identico a papà da giovane – finalmente riconosciuto dopo anni e anni di pene e di battaglie da parte della mamma, la bella e combattiva napoletana Cristiana Sinagra, che ebbe col campionissimo una storia d’amore. Un amore da Diego di fatto rinnegato con protratti rifiuti a riconoscere un figlio senza dubbi suo: bastava guardarlo quel ragazzo, per rivedere in lui Maradona giovanissimo! Una vicenda triste che gettò un’ombra mai più dissipata sulla figura del campionissimo: il pubblico, nonostante lo amasse, restò turbato dalla sua ostinazione a non voler riconoscere il figlio, finché il test del DNA non confermò ciò che tutti sapevano e soprattutto vedevano: un figlio uguale al padre. Un figlio che non poteva più rifiutare. Ma a lui si può perdonare tutto, proprio tutto, scandali, colpi di testa e debolezze inclusi. Diego Armando Maradona, giocatore immenso e unico, praticamente una divinità, anche sulla via del declino. Un gitano vagabondo, dalla prima squalifica per doping che ha segnato per sempre la sua esistenza, prima costellata di sfolgoranti successi e incredibili eccessi. Da allora, tutto cambia. Nel 1994, ancora sotto squalifica, è a guida della squadra argentina Textil Mandiyù, poi dell’Al- Wasli (Dubai), del Fujarah (Emirati Arabi), dei Dorados (Messico). Poi il ritorno in Argentina, alla guida del Gimnasia La Plata. La presidenza onoraria del club bielorusso, la Dinamo Brest. Gli incontri con Fidel Castro, Chavez, Menem, da un lato. Dall’altro, bulimia, alcol, depressione. Comunque la forza di rialzarsi, ogni volta. Finché il cuore non ce l’ha fatta più. Una vita a cicli, dei quali il primo è rimasto drammaticamente unico e irripetibile. Una leggenda. E leggenda rimane,
comunque. Addio Diego. Ci hai fatto sognare davvero. Teresa Lucianelli Capelli in Estate: i consigli dell’esperto A tu per tu con Emanuele De Cicco, noto hair stylist napoletano ed esperto nella cura della chioma Spiaggia, mare, piscina e soprattutto tanto sole, in vacanza come in città.. al quale non si può sfuggire se non indossando ampi cappelli. Come difendere la chioma in estate? Ce ne parla l’hair stylist napoletano, precisamente vomerese, Emanuele De Cicco, preferito dalle donne di spettacolo come dalle manager e in generale dalle donne impegnate che tengono
particolarmente alla propria immagine e devono essere sempre in forma perfetta, specializzato nella tutela della capigliatura, nei trattamenti preventivi e in quelli curativi tricologici. “Nella stagione calda è importante rivedere la ‘beauty routine’ dei capelli perché i raggi uv, il sale, il cloro e la sabbia tendono a disidratarli e a sfibrarli, soprattutto quando sono lunghi: la chioma è un patrimonio da tutelare a qualsiasi età, ancora di più avanti negli anni. Ma una capigliatura aggredita per anni con tinture e permanenti troppo forti, tecniche improprie e non salvaguardata con prodotti efficaci, alla lunga si rovinerà, a volte irrimediabilmente. Per recuperarla e riportarla alla bellezza e salute iniziale, occorreranno comunque innanzitutto competenza specifica, cure mirate, preparazioni di ottima qualità” avverte Emanuele. “I prodotti ad hoc per l’estate? Innanzitutto una buona protezione solare. Personalmente ne consiglio una di nuova concezione a base di bava di lumaca e burro di moabi. Per scongiurare spiacevoli conseguenze e ritrovarsi all’inizio dell’autunno con dei capelli aridi come la stoppa, sciupati, spezzati, si devono preferire prodotti in grado di contrastare i raggi del sole. Inoltre, per completare l’hair routine, va utilizzato uno shampoo specificamente adatto ai lavaggi frequenti, ovvero con una formula delicata, magari con gli stessi ingredienti restitutivi naturali e garantiti” – spiega e precisa: “è vero che il sole aumenta la produzione di cheratina, ne favorisce la crescita e li accende con smaglianti riflessi che rubano la luce al sole, ma è pure vero che se preso a dosi elevate, come succede ovviamente nella bella stagione, li danneggia notevolmente, proprio come fa con la pelle che s’inaridisce visibilmente e invecchia pure”. “A maggior ragione, se i capelli sono secchi, sottili o lunghi, e quindi più delicati, bisogna indirizzarsi su specialità ultranutrienti che riducono al minimo l’impatto
delle aggressioni estive ed evitano il disastroso e fin troppo diffuso effetto ‘paglia’. Invece, per il cuoio capelluto grasso che peggiora col calore, è opportuno un buon trattamento riequilibrante non aggressivo. Per tutti i tipi di capelli, altrettanto importante è la maschera che in estate deve essere restitutiva. E va scelta maggiormente idratante e nutriente nel dopo colorazione, per quanto questa possa essere delicata, ammoniaca free, a base di componenti biologici, ecc.”. “Proprio per quanto riguarda la colorazione, consiglio formule ricche di vitamine, in grado di fissare bene i pigmenti nella fibra capillare e impedire che il colore sbiadisca o viri verso altre tonalità. Ottima la formula allo yogurt, che dà risultati eccellenti, senza impoverire le lunghezze, né irritare il cuoio capelluto: un vero toccasana per la chioma” – conclude il noto parrucchiere napoletano, invitando clienti e aspiranti tali a un consulto gratuito presso il suo hair beauty center di via Salvator Rosa 125 a Napoli, giusto a pochi metri dall’uscita del metrò collinare. Teresa Lucianelli
Campania, aggiornamenti Coronavirus: zero positivi NAPOLI – Ottime le ultime notizie dalla Campania in tema di Covid: zero positivi su 2485 tamponi effettuati. Nessun nuovo caso dunque, dovuto al Sars CoV2 è stato registrato oggi in Campania. Questa è la prima volta dall’inizio dell’emergenza dovuta al temibile virus che ha sparso morte e paura nel Mondo. La regione si prepara ad affrontare con ottimismo il periodo caldo e può puntare alla sua vocazione turistica, pilastro fondamentale della sua economia. Il totale complessivo dei positivi sul territorio campano resta di 4.822 unità. Sono stati 2.485 i tamponi analizzati dai centri di riferimento regionali, nella giornata di oggi, come riferisce l’Unità di crisi della Regione Campania. I tamponi complessivamente analizzati in Campania sono 212.486. Questi i dati relativi alla giornata odierna, che fanno ben sperare dunque in un’estate sana e serena per la regione, i suoi abitanti e i turisti che verranno ospitati, in parte già in arrivo. L’Unità di Crisi della Regione Campania, nella consueta nota ha infatti comunicato che oggi sono stati esaminati complessivamente 2.485 tamponi. Di questi, nessuno è risultato positivo. Qui di seguito, il quadro di sintesi: Positivi di oggi: 0 Tamponi di oggi: 2.485
Totale complessivo positivi in Campania: 4.822 Totale complessivo tamponi in Campania: 212.486 In merito alle notizie date oggi da alcuni sindaci, relative a nuovi positivi, viene precisato nella stessa nota ufficiale che “si tratta di casi già inseriti nei bollettini precedenti dell’unità di crisi” e che non sono relativi né a ieri, né a oggi. Teresa Lucianelli Novità Ristorazione: lunedì riparte l’asporto in Campania
Dal 4 maggio per pub, bar e pizzerie consegna in esterno delle pietanze. Determinanti le proteste degli addetti al settore, stretti nella morsa di una grave crisi. Rimangono ancora negate le passeggiate, nonostante le innumerevoli proteste dei cittadini stanchi di essere trattenuti ai domiciliari. Abolite le fasce orarie per l’uscita; rimane quella tra le 6 e le 8,30 dedicata all’attività sportiva, pure con corsa veloce, senza mascherina ma con distanziamento. Napoli Calcio: inviato al Governo parere favorevole della Regione: allenamenti già da lunedì. Rimessaggio per le imbarcazioni Napoli. Via al ripristino del servizio d’asporto per la Ristorazione, da lunedì prossimo 4 maggio. Le accese proteste della categoria, hanno influito in maniera notevole sulla retromarcia del governatore Vincenzo De Luca. Restano vietate purtroppo le tanto richieste passeggiate, attese come una vera liberazione dagli abitanti della Campania, esasperati dalla lunga segregazione. Ecco le notizie odierne dalla Campania, in base a quanto analizzato e deciso dalla Regione, nel corso di un incontro con task force e presidenti della Camere di Commercio di tutte le province territoriali. Il servizio di asporto, il cui divieto era stato aspramente e ampiamente contestato, deve essere svolto con prenotazioni telefoniche oppure online. Il banco vendita va posto all’ingresso dell’esercizio commerciale. I gestori sono responsabili del
distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery. È obbligatorio l’uso di mascherine e guanti, per tutto il personale, con drastiche conseguenze nel caso di mancato rispetto: chiusura per una settimana del locale. Mascherine obbligatorie anche per i clienti, secondo l’ordinanza che dal 1 maggio le impone all’uscita di casa. Vengono eliminate le fasce orarie, come anticipato nell’ordinanza di eri sera, che consentiva solo le consegne domiciliari. Pizzerie, ristoranti, pub e tutte le altre attività che vendono prodotti gastronomici, possono quindi effettuare servizio di asporto lunedì prossimo, ma devono garantire che la vendita avvenga nel comune soltanto previa prenotazione telefonica quanto on line. Particolare attenzione alle file in esterno dei locali che vanno organizzate nel rispetto delle distanze tra i clienti, pure muniti di mascherina e non è permesso loro l’accesso ai locali, di consumare nei pressi dell’esercizio. Si prevede che sostanzialmente ci possa essere rischio per l’area urbana di Napoli, che ha maggiore densita’ abitativa; diversa e più tranquilla dovrebbe essere la situazione nelle altre province, per quanto riguarda il distanziamento. Eliminate inoltre le fasce orarie in cui era consentita l’uscita dei cittadini, in conseguenza delle decisioni di oggi. Rimane la fascia oraria tra le ore 6,00 e le 8,30 del mattino, per tutti coloro che vogliono svolgere attività sportiva, pure con corsa veloce (jogging) e senza mascherina, “rispettando comunque il distanziamento sociale”. “Per quanto riguarda il Napoli Calcio, è stato già trasmesso al Governo il parere favorevole della Regione allo svolgimento degli allenamenti purchè vengano garantite pienamente tutte le esigenza di tutela sanitaria. Per correttezza di rapporti la Regione ha inteso inviare preventivamente al Governo questa valutazione, sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la ripresa dell’attività già da lunedì”.Sono inoltre “consentite le attività di manutenzione e rimessaggio e anche la consegna delle imbarcazioni”, per quanto riguarda il settore nautico. Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha espresso perplessità
sulla fase 2. “Se si innestano il caos istituzionale voluto e la frenesia popolare anche giusta dopo due mesi” la situazione potrebbe divenire “incontrollabile” a Napoli e in tutta Italia. Teresa Lucianelli Anche in Campania pizza e piatti pronti a domicilio! Da lunedì prossimo, 27 Aprile, cibi cotti a casa. Finalmente il governatore De Luca si decide a firmare una rigida ordinanza della Regione, dopo estenuanti battaglie. Ok per librerie e cartolibrerie NAPOLI – Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla fine ha firmato la sospirata ordinanza per la consegna a domicilio di pizza e cibi pronti da parte dei locali ristorativi campani, pizzerie in testa, pasticcerie e bar. Sarà operativa da lunedì prossimo 27 aprile. Il
sostanziale divario in atto, tra le norme vigenti in materia in Campania rispetto a tutto il resto d’Italia ha suscitato un’infinità di polemiche e provocato molte inevitabili discussioni già da prima di Pasqua, soprattutto in considerazione appunto del gravissima crisi.Tornano dunque i garzoni a portare i piatti caldi alla porta dei tantissimi abitanti della Campania che nei giorni scorsi hanno protestato accanto a ristoratori, pizzaioli, pasticcieri e titolari dei bar unitamente ai lavoratori di settore e ai giornalisti specializzati, contro la restrizione rimasta in vigore unicamente nella nostra regione per decisione del presidente De Luca. Mai provvedimento fu più odiato dai consumatori della Regione Felix. È stata una durissima ed un’estenuante battaglia. Il servizio viene ripristinato ma con severe restrizioni che potrebbero non rendere fattibile l’apertura al delivery per tutti. Moltissimi i post sui social in cui gli utenti hanno chiesto per settimane il ripristino del servizio a domicilio, che si attendeva già prima di Pasqua. Potrà arrivare così a casa il simbolo gastronomico per eccellenza di Napoli: la pizza e con essa i rinomati piatti della Cucina partenopea e campana apprezzate dagli avventori di tutti il Pianeta, e con essi le delizie di pasticcerie e bar della Regione Felix per eccellenza. Una trattativa incredibile per arrivare a ottenere ciò che era già permesso nelle altre regioni d’Italia.Viene parzialmente ripristinato con severi paletti, dal 27 aprile, cioè una settimana prima della data fatidica del 4 maggio. Le notevoli limitazioni hanno generato perplessità. Il sevizio a domicilio permetterà ai titolari di tamponare almeno in minima parte le gravi perdite economiche che hanno messo in ginocchio il settore e posti a rischio migliaia di posti di lavoro. Si ricomincerà a lavorare, presumibilmente con turnazioni o comunque con organico necessariamente ridotto, per motivi
precauzionali anti contagio e pure perché l’impegno necessario sarà ovviamente inferiore per la ridotta domanda, giacché l’attività potrà basare esclusivamente sul delibera. Un traguardo con effetti positivi ridotti, ma indispensabile per migliaia di pizzaioli e ristoratori campani, che dopo oltre un mese di chiusura e mancati incassi, dovranno vedere come fare reggere una crisi che ha messo a rischio l’occupazione dipendente quanto le stesse attività e purtroppo probabilmente costringerà una parte a chiudere i battenti i comunque a ridimensionare gli organici, facendo altri disoccupati. La protratta serrata, prima imposta dal Governo e poi pure prorogata da De Luca ha provocato perdite economiche fortissime. Ogni giorno che passa, diminuiscono le possibilità di mantenere il personale. Perciò è fondamentale in questo settore come negli altri grave e te danneggiati, la riapertura.Infine, è risultata almeno parzialmente accolta dal governatore regionale la richiesta dei ristoratori, supportata da motivate sollecitazioni avanzate dagli organi di categoria, dopo un’approfondita riunione della task force regionale anti- Covid19. Questa la risposta alle ripetute garanzie assicurate stato dagli addetti al settore, vigenti nelle altre regioni italiane dove la consegna è attiva.Estremamente cauto il governatore ha chiarito: “è questo un primo passo e un primo segno di rilancio delle attività economiche, secondo una linea di responsabilità e di prudenza, che richiede, da parte di tutti, il rispetto rigoroso delle regole di tutela della propria e dell’altrui incolumità”. Ha pure aggiunto che “il provvedimento è articolato in maniera da diluire la mobilità nel corso della giornata ed evitare assembramenti”. Infine, ha fermamente intimato che: “sarà fondamentale rispettare tutti i dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli inadempienti”. Ma i dispositivi richiesti, particolarmente se eri, si teme non consentiranno a tutti l’agognata ripresa dell’attività domiciliare. A protestare per giungere a questo parziale ma comunque significativi risultato, sono stati gli addetti ai lavori con un esercito di consumatori, i giornalisti di settore supportati dalle testate giornalistiche
e blog più seguiti. Polemiche , tra l’altro, proprio da parte dei consumatori, perché tante panetterie, rimaste regolarmente in funzione durante il periodo d’emergenza, hanno provveduto pure a vendere la pizza, cosa che non avrebbe dovuto accadere, mentre le pizzerie sono state costrette alla chiusura. Eppure il governatore ha continuato ad affermare le sue perplessità a ripristinare la sospirata consegna domiciliare di pizza e piatti pronti, sostenendo la necessità del fermo imposto e motivando il suo diniego con l’indispensabile prudenza dettata dal timore di non riuscire a contenere il contagio. Nei giorni scorsi ha manifestato qualche segnale di apertura, supportati dai dati incoraggianti proprio sul fronte dei contagi, che hanno contribuito alla decisione presa ora dalla Regione Campania di attuare la parziale e alquanto limitata ripresa dell’attività ristorativa, con il solo delivery concesso con precise e severe che a detta degli addetti al settore taglierebbe però fuori una parte delle aziende regionali. È il massimo che le associazioni di categoria sono riuscite a ottenere, dopo avere portato avanti senza sosta una dura battaglia per la tutela di migliaia di posti di lavoro a rischio e per la sopravvivenza delle attività ristorative regionali. Assicurate le precauzioni sanitarie oltre l’ indispensabile, per un’assoluta sicurezza, laddove, comunque, va precisato che già di per sé la pizza viene cotta in forno a temperature altissime così come i dolci e i cibi sono cotti a calore particolarmente intenso e prevalentemente, a partire da fritture e soffritti, in olio bollente. Stesso rispetto d’igiene e garanzia per ristoranti, pasticcerie e bar dove pure i prodotti sono preparati ad alta temperatura.Assicurato pure il servizio per librerie e cartolibrerie. Le nuove disposizioni entrano in vigore dal prossimo lunedì. Si è giunti all’ individuazione di orari e modalità di prenotazioni
on line e pure per questo settore su è deciso di consentire la consegna domiciliare. Teresa Lucianelli Con il San Carlo, il teatro a casa tua! Le più famose opere, i migliori balletti: ecco come goderne comodamente seduti nel proprio salotto. Iniziativa dell’antico Lirico napoletano “Siamo aperti virtualmente solo in maniera temporanea, ma torneremo presto perchè fino a quando il San Carlo suonerà dentro e fuori le proprie mura ci sarà speranza per Napoli e per il Mondo”: la sovrintendente Rosanna Purchia sottolinea la notevole valenza dell’hashtag #stageathomee dell’iniziativa congiunta del Teatro di San Carlo, con cui l’antico teatro partenopeo, sta portando il palcoscenico in tutte le case, riscuotendo critiche nettamente positive e ampio successi di pubblico. “Il Teatro di San Carlo, in questi tempi difficili sente ancora di più la necessità di rafforzare la propria mission civile regalando, per quanto possibile, un attimo di
spensieratezza, bellezza, arte, risvegliando in ciascuno, grazie a quei valori che costituiscono l’identità del nostro Paese, quel forte senso di comunità necessario a superare questo momento di difficoltà” – continua la sovrintendente che afferma pure con fervore: “La nostra attività di Spettacolo dal vivo è un’attività collettiva fatta con l’uomo e per l’uomo”. In nome di questo fondamentale principio, lo storico teatro partenopeo, pilastro da sempre d’arte e di cultura, dalla fama secolare, rimane aperto al pubblico in modo virtuale e continua la sua opera basilare di diffusione della musica, del canto, della danza d’altissimo livello intrattenendo gli spettatori e regalando attimi preziosi di coinvolgimento, all’insegna dell’indiscussa qualità, che assumono un ulteriore e fondamentale valore in questo particolare periodo, il più difficile che abbiamo attraversato nella nostra vita collettiva, fatto di tensioni, di ansie, di sgomento, di diffusa sofferenza, di profondo dolore. Dunque, con #stageathome è possibile usufruire di un entusiasmante tour virtuale del grande Lirico napoletano, tramite i canali social del Teatro, quali Facebook, Twitter e Instagram, rimanendo comodamente seduti nel salotto di casa propria, dove siamo costretti a rimanere, in osservanza del provvedimento di emergenza per difenderci dal nuovo corinavirus e tutelare la vita nostra e altrui. È pure possibile leggere molteplici approfondimenti storici, rivedere, attraverso i link condivisi, gli spettacoli andati in scena nelle ultime Stagioni, che sono tra l’altro disponibili anche su piattaforme di libera condivisione quali Youtube, Rai Play, Opera Vision. Non solo! Sono anche fruibili contenuti speciali: backstage, interviste, varie info, curiosità. Appuntamento fisso sono alle ore 20,00. Ecco il programma delle prossime trasmissioni in programma nel mese di Aprile:
01 aprile – OPERA Manon Lescaut – di G. Puccini 04 aprile – OPERA Carmen – di G. Bizet 06 aprile – BALLETTO Pulcinella – di I. Stravinsky 08 aprile – BALLETTO La Dame aux Camélias – di C. Davis Intanto, prosegue il progetto Scuola InCanto, partito dal 14 marzo, sul sito di EuropaInCanto e le relative pagine Facebook e Twitter: a cadenza giornaliera, appuntamenti di didattica on line, consente di continuare a condurre il percorso di studi su “L’elisir d’amore”, tramite contenuti interattivi, divertenti quanto interessanti, specificamente rivolto a bambini, ragazzi e anche docenti. Teresa Lucianelli Campania: 1.752 casi. Allarme sociale. Proteste per divieto ristorazione Aumentano le richieste di aiuto alimentare. Prorogato lo stop per bar, pasticcerie, ristoranti e negata nuovamente l’attività con consegne domiciliari: proteste sui social.
Iniziative solidali per fasce deboli. Da lunedì, mascherine per farmacisti. Picco settimana prossima, previsti più di 3mila contagi per Domenica delle Palme In Campania 112 decessi; effettuati 1086 tamponi, positivi: 170 su 1752, 11679 in totale, mentre si attende il picco che dovrebbe portare a 3mila casi Allerta per l’ ALLARME SOCIALE nella regione, che monta giorno dopo giorno: gli episodi di “reati per fame” sono diventati quotidiani. Parallelamente alla preoccupante crescita delle richieste al BANCO ALIMENTARE che ha è arrivata al +40%, si susseguono a ritmo continuo furti delle buste con la spesa, ai fattorini che consegnano a domicilio per supermercati e pure ai volontari che aiutano soprattutto gli anziani e le altre persone che non possono allontanarsi da casa per motivi conclamati. CONFERMATO su tutto il territorio regionale lo STOP per la RISTORAZIONE, bar, pasticcerie, pub, pizzerie e ristoranti fino al 14 aprile. Proroga del divieto anche con riferimento alla consegna a domicilio, provvedimento che genera numerose proteste sui social, fa molto discutere e trova concordi i titolari delle aziende di settore come la gran parte dei consumatori. In atto raccolta firme a riguardo, per sollecitare le autorità a concedere la possibilità di riaprire le attività ristorative, laboratori e bar con esclusivo sevizio domiciliare. Nella nuova ordinanza del governatore De Luca “i supermercati e gli altri esercizi di vendita di beni di prima necessità possono effettuare consegne a domicilio soltanto di prodotti confezionati e da parte di personale protetto con appositi dispositivi di protezione individuale”. È vietato lo svolgimento “di fiere e mercati per la vendita al dettaglio, anche relativi ai generi alimentari”. Molte FAMIGLIE sono economicamente in DIFFICOLTÀ: la maggioranza delle aziende sono ferme, come le attività
commerciali, escluse soltanto poche categorie essenziali. Tutti sono stati costretti a chiudere i battenti per contenere il contagio e scongiurare una carneficina. Imprenditori sull’orlo del fallimento. Una situazione davvero drammatica. Molte le contestazioni a riguardo. In profonda crisi l’economia della regione e dell’intero Mezzogiorno. Si trovano nella impossibilità di comprare i generi di prima necessità moltissimi abitanti: i tantissimi a nero, tutti coloro che si arrangiavano procurandosi un po’ di euro per fare la spesa quotidiana; è aumentato spaventosamente di fatto il numeri degli indigenti. E giungono ancora notizie dei furti ai negozi di alimentari, alle farmacie e degli assalti ai supermercati, degli scippi delle buste con la spesa dalla Sicilia alla Campania, alla Puglia, e pure in Emilia Romagna e Lombardia e nelle altre regioni del centro Nord comincia a dilagare il fenomeno dei reati per fame. “L’esercito di disperati invisibili si prepara a combattere la guerra contro la fame” si legge da più parti sui social: gruppi su Facebook si danno appuntamenti. La prossima manifestazione sociale, ritenuta da alcuni un “assalto” darebbe fissata per il 3 aprile prossimo. Nel Meridione, 4 milioni di persone sopravvivono di SOMMERSO, prevalentemente appunto lavoro nero che se mantiene da anni la cosiddetta “pace sociale”, ora sul filo del rasoio, è pure vero che ha ulteriormente penalizzato il Sud, portando a una grave e indignitosa condizione di impoverimento. Una situazione vergognosa per l’Italia e i vari Governi che si sono succeduti, senza neppure tentare di risolvere a monte il problema: lavoro! E ancora lavoro che manca. Manovalanza sfruttata a costi bassissimi anche a Nord e al Sud spesso su commissione delle aziende settentrionali ed estere. In troppi casi, questa realtà aberrante ha foraggiato il malaffare, la malavita organizzata, con risultati sempre più disastrosi. Per aiutare gli INDIGENTI e gli ANZIANI impossibilitati a muoversi di casa e comunque per i quali non è consigliabile
uscire perché gli effetti devastanti del virus su loro sono più pericolosi e spesso mortali, si sono organizzati diversi comuni della Campania o, almeno, hanno tentato di farlo. Il sindaco di Portici, tra i tanti, aveva comunicato nominativi e recapiti telefonici dei negozi di alimentari disponibili a consegnare la spesa a casa. Servizio di fatto bloccato con l’obbligo imposto dalla Regione Campania della consegna solo di frutta e verdura confezionate all’origine: in pratica tra i tanti esercizi, nessun fruttivendolo può più effettuarla. In tanti si chiedono “che differenza ci sia tra l’andare nel negozio, ordinare 3 kg di arance, 1 kg di mele e 2 di patate ecc ricevendo la busta con la spesa dal commesso e portarla personalmente a casa, e invece riceverla a domicilio da personale dotato di mascherina?”. Idem per le salumerie, ecc. Non si contano similari domande sui social, espressione del malcontento a riguardo. “Un altro regalo, l’ennesimo danno dei piccoli negozianti” commentano i titolari di tante rivendite e moltissimi cittadini sono con loro. “Considerato che nei supermercati possono essere venduti i prodotti freschi da banco, al taglio, praticamente ben poca differenza, comunque nessuna sostanziale tra i servizi a domicilio forniti”. “Piuttosto, i titolari di ristoranti e bar sono drammaticamente penalizzati, mentre quelli di supermercati e alimentari si stanno praticamente arricchendo, e con quali misure sostanziali di prevenzione che non potrebbero essere adottate anche dai ristoratori, pasticcieri, ecc…?” – si afferma da più parti. Sul fronte degli aiuti, comuni, parrocchie particolarmente attive, associazioni e fondazioni si sono organizzati e su stanno attrezzando per distribuire panieri acquistati dagli enti o donati da imprenditori, carrelli solidali con prodotti vari alimentari a lunga conservazione, raccolte fondi per i bisognosi.
Continuano a fare notizia le drastiche le recenti dichiarazioni del governatore regionale DE LUCA che paragona con concrete motivazioni l’emergenza corinavirus a una guerra e ha sollecitato l’attenzione di tutti gli abitanti della regione oltre che degli organi preposti.. “Aumento dei prezzi, corsa all’accaparramento dei beni… sul mercato farmaci inutili… assalto a forniture che dovevano arrivare nelle nostre zone”. E ricorda le forniture diretta in Italia e quelle in Campania, bloccate alla frontiera o non consegnate in regione. “Il problema è enorme e drammatico” il presidente chiarisce: “Sono state prese misure severe che hanno come obiettivo garantire la principale libertà che è quella di vivere… Ho una sola riserva: sarebbe stato più efficace prendere misure severe anche prima: come abbiamo fatto in Campania noi”. Accesa la polemica con governo e Protezione Civile, con dura risposta di quest’ultima: “…ho lanciato un appello al governo per le forniture che non arrivavano e l’ho fatto a voce alta perché ci sono momenti nei quali bisogna essere diretti”. “…dobbiamo parlare chiaro in tempo utile. Non preoccuparci se qualcuno non capisce il tono che usiamo. Abbiamo alzato la voce per l’emergere di criticità pericolose, per farci sentire. La Lombardia è la priorità assoluta certo, ma dopo c’è una seconda priorità: se esplode l’epidemia al Sud sarà un disastro e crollerà tutto. Quindi aiuto prioritario a quelle realtà dove la crisi è esplosa, ma nel contempo bisogna fare assolutamente in modo che non succeda la stessa cosa nel Mezzogiorno” ha precisato Vincenzo De Luca, confermando solidarietà a Governo e PC ma sottolineando ulteriormente l’urgenza dei supporti indispensabili al Sud per salvare vite umane. Il governatore stigmatizza inoltre che il materiale inviato “servirà per 24-48 ore. Servono altre forniture subito” e aggiunge: “Se c’è un impegno che non può essere mantenuto ci sia detto!” Il PICCO dell’emergenza arriverà alla fine della prima
settimana di aprile con più di 3mila contagi in totale, a quanti previsto dall’Unità di crisi della Regione Campania. De Luca afferma: “ci stiamo preparando, ce la possiamo fare, ma servono forniture… per essere pronti quando avremo non 1.700 ma più di 3mila contagi. A condizione che ogni livello faccia la sua parte” – sottolinea e si espone personalmente per quanto riguarda la Campania: “Garantisco che ce la facciamo al netto delle forniture che devono arrivare dal Governo e dalla Protezione Civile… andrà bene a condizione che tutti facciano la propria parte fino in fondo” ripete ed esorta la popolazione: “Cittadini, aiutateci ad aiutarvi”. Soltanto 15 ventilatori polmonari a fronte di 603 richiesti per una Regione che conta ben 5,9 milioni di abitanti! Zero caschi C-PAP dei 1000 richiesti. Guanti, camici per tutelare il personale medico, paramedico, ausiliari, volontari ecc..? Quando arriveranno dalla Protezione civile? Per non parlare dell’invio di mascherine inutili, che ha scatenato la denuncia del governatore De Luca: gli abitanti della Campania devono sapere cosa sta accadendo perché non possiamo arrivare senza armi allo scontro decisivo con il virus! Nel dettaglio, per quanto riguarda i tamponi effettuati in Campania, ultimi in ordine di tempo, all’Ospedale Cotugno di Napoli, ne sono stati esaminati 426 di cui 73 risultati positivi; Ospedale Ruggi di Salerno: 242 tamponi di cui 16 risultati positivi; Moscati di Aversa: su 25 tamponi, nessun positivo; Moscati di Avellino: 117 tamponi, di cui 21 positivi; San Paolo di Napoli: 63 tamponi di cui 16 positivi; Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli: analizzati 67 tamponi, di cui 13 positivi; Santa Maria della Pietà di Nola: 62 tamponi di cui 11 positivi; Azienda ospedaliera San Pio di Benevento: 25 tamponi di cui 10 positivi; Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: esaminati 59 tamponi di cui 10 positivi. Questi gli ultimi dati ufficiali comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Campania
In tema di prevenzione contagio, da lunedì, verranno consegnate le mascherine di protezione ai farmacisti della Campania. Il piano rientra nella necessità di mettere in sicurezza un servizio essenziale, quale è quello farmaceutico, in cui gli addetti al banco sono a diretto contatto continuativo con il pubblico, quindi particolarmente esposti al rischio di contagio, oltre che alla rapine di cui costituiscono bersaglio anche e comunque negli ultimi tempi. Si ricordano in proposito da un lato i numerosi casi di contagio da Covid-19 registrati in queste settimane e dall’altro i ripetuti episodi delinquenziali. Teresa Lucianelli Covid19: REM, buoni spesa, fame e reati. Violazioni. Grave blocco adozioni animali Reddito di emergenza da 600 euro pure a precari e irregolari, buoni spesa: i criteri. Indennizzi ai professionisti. Proteste, rapine e furti di viveri da parte degli indigenti, soprattutto a Sud. Violazioni decreti: i numeri più recenti.
Per blocco trasporti e staffette: rifugi animali ai limiti della sopravvivenza, occorre urgentemente cibo e sblocco delle consegne FAME e REATI. Si susseguono proteste e tumulati da parte dei tanti indigenti, furti di generi alimentari nei supermercati, sottrazioni di carrelli pieni di viveri, scippi in strada delle buste con la spesa, rapine alle farmacie. Episodi che si verificano con prevalenza al Sud dove la situazione economica è particolarmente drammatica e tende ad aggravarsi: tanti lavoratori sono precari o “a nero”, moltissimi cittadini vivono alla giornata, parecchi “normalmente” possono fare la spesa soltanto la sera, dopo avere raggranellato un po’ di soldi con lavoretti di fortuna, altri abitualmente hanno un credito di fiducia presso i negozianti per pagare alla fine del mese, ma non in questa circostanza d’emergenza. Tutte persone che non riescono a fare la spesa per mangiare. Un esercito di nullatenenti, letteralmente sul lastrico, ridotti alla fame, ora che non possono muoversi di casa, non tutelati dagli aiuti governativi. Per tamponare le esigenze delle fasce più deboli, sono stati disposti dal Governo più fondi ai Comuni destinati proprio agli AIUTI ALIMENTARI per le fasce deboli. Sperando che vengano individuati realmente i più bisognosi e non vengano compiuti gli errori già fatti in numerosi casi nell’attribuzione del reddito di cittadinanza a chi vistosamente non ne ha alcun bisogno, a scapito di chi realmente non riesce a mettere il piatto a tavola. Occorrerebbero controlli attenti, tra l’altro sicuramente più semplici da effettuare nei piccoli centri “dove tutti si conoscono” e certe situazioni macroscopiche saltano facilmente all’occhio. Così come servirebbero valutazioni reali che vanno oltre l’ISEE. Dovrebbero essere considerate innanzitutto le entrate monetarie reali che determinano la possibilità di acquistare
l’indispensabile, in molti casi negato a chi sulla carta possiede beni per quanto assolutamente inutilizzabili dei quali allo stato attuale è impossibile disfarsi e per molti dei quali manca la domanda già da tempo, ma su essi il cittadino è costretto a pagare comunque tassazioni anche ingenti. L’ORDINANZA varata destina maggiori risorse ai Comuni: 4,3 miliardi per finanziare le iniziative di solidarietà alimentare, aiuti per il Terzo settore. Il pacchetto di interventi per far fronte all’emergenza Coronavirus che comprende un REDDITO DI EMERGENZA per tutte le situazioni lavorative. È prevista l’attivazione di un Rem, una misura eccezionale in grado di aiutare le fasce dei lavoratori più deboli e assolutamente, non un ritocco del reddito di cittadinanza. Una tantum, un contributo di 600 euro: per realizzarlo dovrebbero essere stanziati 6 miliardi. DESTINATARI: non solo i lavoratori a partita Iva, artigiani, commercianti ecc, anche precari, irregolari, badanti, babysitter, ecc, coloro che non hanno più il sussidio di disoccupazione (Naspi o Discoll), stagionali, bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici, contrattisti a giorni, settimane, massimo qualche mese. BUONI SPESA: stanziati dal Governo nel Dpcm, 4,3 miliardi di euro destinati ai Comuni. Di questi, 400 milioni vincolati per aiutare esclusivamente i cittadini in difficoltà che “non hanno soldi per fare la spesa”. Si precisa che “la quota del fondo assegnato a ciascun Comune sarà gestita ed erogata dal Comune medesimo, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà”. “Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su CRITERI nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti
(33-50%), criteri concordati con l’ANCI: da valutare l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT ma, si badi bene, ultimo dato disponibile aggiornato però al censimento del 2011, particolare questo da tenere presente. “Le risorse ricevute da ciascun Comune per la solidarietà alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in situazione di necessità alimentare… Tali risorse dedicate potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall’ANCI, con un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d’acquisto o buoni sconto da parte di privati, di produttori, dei distributori”. “Si prevede altresì la possibilità da parte dei Comuni di acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza procedura di gara. Considerato che il FSC non interessa i comuni del Trentino AA, del Friuli VG e della Valle d’Aosta, in questi territori, con specifica previsione nell’ordinanza, le somme sono anticipate dalle Autonomie speciali per essere ristorate in sede di emanando decreto legge”. Dal BANCO ALIMENTARE è stato pure sottolineato che si sta registrando un forte aumento delle richieste a causa dell’emergenza sanitaria. Si evidenzia un aumento del 20% delle richieste di cibo, dovuta all’emergenza sanitaria che pesa soprattutto sulle famiglie più povere. Secondo il Banco Alimentare, a livello nazionale vi sarebbe un aumento di richieste alimentari con punte fino al 40% in alcune regioni come la CAMPANIA. “Ci arrivano nuove domande di aiuto anche dai sindaci, soprattutto dai Comuni del SUD. Ci aspettiamo un’esplosione del bisogno”, avverte il presidente della Fondazione Giovanni
Bruno. INDENNIZZO per il mese di marzo di 600 euro a professionisti e autonomi iscritti alle casse di previdenza private. Firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo il decreto interministeriale che fissa le modalità di attribuzione del fondo per il reddito di ultima istanza. Il bonus deve essere chiesto alla propria cassa. Verrà erogato a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, a coloro che si trovano tra 35 e 50mila e abbiano subito nei primi 3 mesi 2020 cali di attività di almeno il 33%. Per quanto concerne l’osservanza delle normative anti-contagio imposte agli italiani da Governo e Regioni e confermate con ulteriori proroghe su tutto il territorio nazionale, che obbligano al divieto di uscire dalla propria abitazione se non tassativamente motivato da urgenti necessità certificate, su 210.365 controlli effettuati, 3000 persone sono state denunziate dalle forze dell’Ordine per VIOLAZIONE dei DIVIETI imposti dai decreti per l’emergenza. Specificamente 2.783 hanno violato le limitazioni agli spostamenti, 86 hanno si sono serviti di false motivazioni. Sono 50 ad avere commesso un reato che fa maggiormente riflettere e che più di tutti preoccupa per la gravità delle possibili conseguenze: hanno violato la quarantena, con evidente e notevole rischio di contagio per la popolazione. 98.653 le attività commerciali controllate; a seguito di tali operazioni, sono stati denunciati dalle forze di polizia 72 titolari e chiuse chiuse 31 attività. È quanto emerge dai più recenti dati del Viminale. Il problema delle violazione, oltre a ulteriori sollecitazioni e raccomandazioni da parte dei governanti nei confronti della cittadinanza, solleva critiche e richieste di elasticità in
alcuni casi di effettiva impellenza, improrogabilità e assoluta impossibilità a demandare ad altri azioni urgenti, anche atte a tutelare la salvaguardia della vita di animali, non sempre previste dalla sommaria normativa emanata. Tra queste, il problema dell’affido con impossibilità di consegnare le bestiole adottate – per interruzione dei servizi appositi di trasporto animali domestici, taxi per animali e staffette – e conseguente è inevitabile destino a essere rinchiuse forzatamente in canili, gattili, rifugi, ecc ed esposte a contagi (oltre che a traumi notevoli e spesso insuperabili, per un animali abituati in casa) con altissime probabilità di contrarre malattie inguaribili che ne segnano la qualità e la durata della vita, purtroppo particolarmente diffuse soprattutto e non solo tra i quattrozampe, in primis la cosiddetta aids felina. Le associazioni animaliste, i volontari e i gruppi di adizione denunciato l’aggravarsi della situazione, chiedendo l’immediato ripristino del trasporto animali domestici, quale urgente necessità, a salvaguardia della loro vita e nel rispetto dello sforzo di migliaia di volontari impegnati sul territorio nazionale, che vedono vanificati i loro sforzi e soprattutto alla luce della situazione di conseguente sovraffollamento dei rifugi per l’interruzione delle consegne di affido e adizione, e l’impossibilità a garantire cure e cibo per tutti. Occorrono aiuti urgentissimi, in primis forniture di cibo. Si fa inoltre presente che come vengono trasportate e consegnate le merci, parimenti potrebbero essere effettuati il trasporto e le consegne degli animali da compagnia negli appositi trasportini di sicurezza regolamentari che tutelano l’incolumità delle bestiole. Teresa Lucianelli
Italia: +10023 vittime da Covid19, 92.472 casi Tutti i nuovi dati dei contagi e le notizie per regione e province. L’orientamento dei politici sull’eventuale protrarsi dell’emergenza. Scuola: ancora sospesa. Disposizioni per gli arrivi in Italia. Chiesa: matrimoni e accesso dei fedeli. 3.651 nuovi contagi in Itala che arrivano a 70.065 complessivi: il Sars CoV2 continua a colpire. 889 deceduti in più in 24 ore, in totale 10.023 morti. Sono stati dichiarati guariti 12.384, nelle ultime 24 ore 1.434, cifra record senza la quale questa sarebbe stata ancora di più un’altra giornata di tragedia. 3.856 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. In Lombardia i casi salgono a 39.415, quindi 2.117 in più rispetto a ieri; 5.944 decessi, +542. Registrati meno ricoveri: 11.152 (+15), svariati i motivi riconducibili a questo dato. Sono 3.856 i contagiati gravi attualmente in terapia intensiva.
CASI TOTALI di contagio: ecco nei dettagli l’elenco con i numero di persone trovate positive dal principio dell’epidemia, inclusi morti e guariti. La variazione indica il numero dei casi registrati nelle ultime 24 ore. Campania 1.592 (+138, +9,49%) Lombardia 39.415 (+2.117, +5,68%) Emilia-Romagna 12.383 (+791, +6,86) Veneto 7.930 (+433, +5,78%) Piemonte 7.671 (+579, +8,16%) Marche 3.373 (+177, +5,54%) Liguria 2.822 (+126, +4,67%) Toscana 3.817 (+367, +10,64%) Sicilia 1.359 (+109, +8,72%) Lazio 2.505 (+210, +9,15%) Friuli Venezia-Giulia 1.436 (+119, +9,04%) Abruzzo 1.133 (+116, +11,41%) Puglia 1.458 (+124, +9,3%) Umbria 969 (+85,+9,62%) Bolzano 1.109 (+106, +10,57%) Calabria 555 (+61, +12,35%) Sardegna 624 (+94, +17,74%) Valle d’Aosta 511 (+59, +13,05) Trento 1.505 (+114, 8,2%)
Molise 123 (14, +12,84%) Basilicata 182 (+31, +20,53%) Questi i dati per provincia =Campania: Napoli 827, Salerno 307, Avellino 193, Caserta 186, Benevento 21 In definizione/aggiornamento: 58 =Lombardia: Bergamo 8.349, Milano 7.783, Brescia 7.678, Cremona 3.605, Monza Brianza 2.086, Lodi 2.029, Pavia 1.877, Mantova 1.484, Lecco 1.316, Como 903, Varese 768, Sondrio 388 In fase di verifica/approvazione: 1.149 =Veneto: Padova 2.009, Verona 1.754, Treviso 1.359, Vicenza 1.036, Venezia 1.019, Belluno 367, Rovigo 122 In definizione/aggiornamento: 264 =Emilia-Romagna: Piacenza 2.390, Reggio Emilia 1.996, Modena 1.922, Parma 1.752, Bologna 1.586, Rimini 1.323, Forlì Cesena 612, Ravenna 521, Ferrara 281 In definizione/aggiornamento: 0 =Toscana: Firenze 855, Lucca 618, Massa Carrara 470, Pisa 398, Pistoia 298, Arezzo 249, Siena 235, Grosseto 234, Livorno 220, Prato 217
In definizione/aggiornamento: 0 =Piemonte: Torino 3.658, Alessandria 1.197, Novara 657, Cuneo 558, Biella 399, Vercelli 397, Asti 318, Verbano-Cusio-Ossola 308 In definizione/aggiornamento: 179 =Marche: Pesaro e Urbino 1.507, Ancona 944, Macerata 457, Fermo 241, Ascoli Piceno 163 In definizione/aggiornamento: 61 =Liguria: Genova 879, Imperia 236, La Spezia 234, Savona 219 In definizione/aggiornamento: 1.254 =Lazio: Roma 1.839, Frosinone 232, Latina 212, Viterbo 144, Rieti 62 In definizione/aggiornamento: 13 =Friuli Venezia Giulia: Udine 530, Trieste 452, Pordenone 362, Gorizia 85 In definizione/aggiornamento: 7 =Sicilia: Catania 387, Messina 279, Palermo 232, Enna 168, Siracusa 84, Trapani 62, Agrigento 58, Caltanisetta 57, Ragusa 32 In definizione/aggiornamento: 0 =Puglia:
Bari 469, Foggia 355, Lecce 239, Brindisi 148, Barletta- Andria-Trani 96, Taranto 93 In fase di definizione/aggiornamento: 58 =Trentino Alto Adige: Trento 1.505, Bolzano 1.109 =Abruzzo: Pescara 512, Teramo 304, Chieti 229, L’Aquila 88 In definizione/aggiornamento: 0 =Umbria: Terni 213, Perugia 729 Extra regione: 27 =Molise: Campobasso 97, Isernia 13 In definizione/aggiornamento: 13 =Sardegna: Sassari 407, Cagliari 97, Nuoro 56, Sud Sardegna 55, Oristano 9 In definizione/aggiornamento: 0 =Valle D’Aosta: Aosta 511 =Calabria: Cosenza 154, Reggio di Calabria 140, Catanzaro 118, Crotone 87, Vibo Valentia 39
In definizione/aggiornamento: 2 =Basilicata: Potenza 106, Matera 76 In definizione/aggiornamento: 0 Nella BERGAMASCA, in 20 giorni 600 morti nelle Rsa. In provincia di Bergamo è drammatica la situazione delle Rsa e dei centri diurni: “in soli venti giorni hanno visto oltre 600 decessi su 6.400 posti letto”. In una lettera di richiesta sostegno, indirizzata all’Ats e alla Regione, si evidenzia: “mentre scriviamo, la situazione continua ad evolvere in peggio. Siamo in ginocchio anche sul versante operativo perché quasi 2mila dei 5mila operatori risultano assenti per malattia, quarantena o isolamento”. Numeri ancora choccanti: tantissimi decessi, ma il commissario Angelo Borrelli sostiene che “se non fossero state adottate misure drastiche di contenimento avremmo ben altri numeri e le strutture sanitarie già in condizioni critiche sarebbero in stato drammatico. Sarebbe stata una situazione insostenibile”. Evidente quanto siano ancora elevati i numeri delle perdite umane e dei contagi registrati anche oggi. In LOMBARDIA 39.415 positivi e 5.944 decessi, calano i ricoveri, i casi di contagio sono 2.117 in più rispetto a venerdì; i morti +542. 1.319 in terapia intensiva. Rallenta la crescita dei ricoveri 11.152 (+15), un segnale che potrebbe essere interpretato come positivo, se ci fosse più chiarezza sui motivi che lo hanno determinato.
In PIEMONTE, 617 morti per il nuovo corinavirus: 19 i nuovi decessi. I contagi sono 7.671; 439 i ricoverati in terapia intensiva. Sale il numero dei guariti: sono 41. Altri 162 sarebbero prossimi alla guarigione in quanto risultati negativi al primo test di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo tampone. FOGGIA, si è spento stamattina nel Policlinico Riuniti, dove era ricoverato dal 4 marzo, un operatore sanitario del 118 risultato positivo al Covid19. Aveva 48 anni, era di Rodi Garganico, non soffriva di patologie pregresse. Apparteneva alla Sanitaservice. A PALERMO, un bimbo di tre anni è risultato positivo. Ci sono voluti tre tamponi per accertare la positività al Sars CoV2 del bambino di Marsala ricoverato a Palermo all’ospedale Di Cristina. I tamponi saranno ora eseguiti anche su due infermieri e un medico entrati in contatto con lui, in servizio al reparto di Cardiologia pediatrica. In VATICANO sei casi, il Papa non è coinvolto. Effettuati 170 test: sono risultati tutti negativi. L’iniziativa parte dal riscontrato due nuovi casi di Covid in Vaticano, che si aggiungono ai 4 precedenti. Il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, precisa: “sono attualmente sei le persone affette da Covid-19 tra dipendenti della Santa Sede e cittadini dello Stato della Città del Vaticano. Posso confermare che non sono coinvolti né il Santo Padre, né i suoi più stretti collaboratori”. Bruni aggiunge che “sono stati adottati opportuni provvedimenti di sanificazione e sono stati effettuati nuovi test, in totale con i precedenti oltre 170, sui dipendenti della Santa Sede e i residenti della Domus”. Esito negativo per tutti questi ultimi tamponi. In VENETO, su autorizzazione Aifa, inizierà la somministrazione in via precoce, direttamente a casa, ai malati sintomatici dei farmaci sperimentali contro il
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