Addio DIEGO, dio del Calcio - New Media ...

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Addio DIEGO, dio del Calcio - New Media ...
Addio DIEGO, dio del Calcio
Muore all’età di 60 anni il grande Diego Armando Maradona, el
pibe de oro, per molti il più grande calciatore di tutti i
tempi, il mito, una leggenda.

A dare la notizia, il quotidiano argentino il Clarin e la
CNN. Riuscito il recente intervento alla testa. Oggi, mentre
era nell’ abitazione di Buenos Aires, Diego è stato però colto
da un arresto cardiaco che lo ha stroncato. Con lui il Napoli
vinse due scudetti; l’Argentina i Mondiali del 1986.

Se ne va in questo dannato 2020, Diego Armando Maradona: il
Pibe   de  Oro   è   stato   stroncato    da  un   arresto
cardiorespiratorio. Aveva appena compiuto 60 anni. La notizia
ha lasciato senza fiato il mondo del calcio, la sua Argentina
e l’Italia intera,

soprattutto Napoli della quale era stato sovrano in campo dal
1984 al 1991.

Si era sentito male nel giorno del suo sessantesimo
compleanno, venerdì 30 ottobre, ed era stato ricoverato in una
clinica a La Plata, poi trasferito alla Olivos di Buenos
Aires. La notizia aveva lasciato sgomenti i tifosi argentini,
tanto che l’ambulanza era stata scortata da un corteo di mezzi
delle forze dell’ordine, mentre i tifosi, con fumogeni
azzurri, continuavano a giungere all’ingresso, dove sono
rimasti per giorni, in supporto del mito del calcio.
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Martedì 3 novembre aveva subito un intervento al cervello per
rimuovere un ematoma subdurale (coagulo di sangue), causato da
un colpo di testa contro il pavimento. Non uno dei suoi
eccezionali contro un pallone.

Operazione tecnicamente riuscita. Era stato infatti dimesso
dall’ospedale di Buenos Aires pochi giorni fa, visto che stava
meglio, e trasferito per la seconda fase del recupero, in
un’abitazione privata nel Nordelta, centro residenziale alle
porte di Buenos Aires, come concordato tra lo staff medico e
la famiglia di Maradona: le figlie e le sorelle insieme all’ex
fidanzata Veronica Ojeda.

Le improvvise complicazioni lo hanno portato alla morte:
fatale è stato un arresto cardiaco sopraggiunto nella giornata
di oggi, 25 novembre, alle ore 12 circa locali – le ore 16 in
Italia – mentre si trovava nella sua abitazione a Tigre,
seguito 24 ore su 24 da un’equipe medica di altissimo livello.
I sanitari che erano con lui hanno cercato di rianimarlo, e
nel frattempo erano in arrivo le ambulanze, su segnalazione
immediata. Ma, quando sono giunte era purtroppo già troppo
tardi: Diego si era già spento.

I suoi sessant’anni erano stati celebrati da tutto il mondo
del calcio, con onori, un’infinità di telefonate e messaggi
auguri, incominciando da tantissimi campioni di ogni sport, di
ieri e di oggi.

Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di
tutti i tempi, ha vinto i Mondiali con l’Argentina nel 1986 –
con cui ha disputato anche la finale di Italia ’90 – due
scudetti con il Napoli – 1987 e 1990 – ed è stato uno dei
campioni più amati in assoluto.

Una storia disseminata di successi, tra trofei vinti e gol
memorabili: in Argentina-Inghilterra alla Mano de Dios, il gol
del secolo segnato pochi minuti dopo, quando scartò sette
giocatori inglesi prima di battere Shilton.
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In squadra pure con il Barcellona e il Siviglia, e in
Argentina con il Boca Juniors e l’Argentinos Juniors.

Quattro Mondiali con la nazionale argentina, della quale è
stato poi allenatore nel 2010, nominato a furor di popolo:
Maradona la portò ai quarti di finale in Sudafrica, quando
l’Albiceleste venne eliminata dalla Germania, e poi Diego fu
esonerato.

In Argentina sono stati proclamati tre giorni di lutto
cittadino.

Napoli è in lacrime per la perdita del suo idolo e verrà
proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria del Pibe
de Oro, come anticipato dall’assessore allo Sport del Comune
di Napoli, Ciro Borriello:

Parole di cordoglio da parte del sindaco Luigi De Magistris,
appena appresa la terribile notizia della fine di Maradona:
“una notizia tragica in un anno pessimo. Maradona è Napoli e
l’amore di Napoli e dei napoletani è viscerale. Oggi per
Napoli è una giornata tristissima. L’abbraccio di tutti i
napoletani per la famiglia, nella consapevolezza che
quest’amore non finirà mai. È stato un amore vero e grande”.

Il Comune partenopeo pensa di intitolare il San Paolo a
Maradona, su proposta del presidente della commissione Sport,
Carmine Sgambati.

Lascia tanti ricordi, una vita di cui la prima parte è stata
costellata da successi, ai limiti dell’incredibile, fino al
1994, quando il mito, ai mondiali americani, venne trovato
positivo all’antidoping.

Poi, la seconda parte, altalenante ma mai più sfolgorante.

… e tanti figli. Ufficialmente, Dalma Nerea e Gianinna Dinorah
avute dalla prima moglie Claudia Villafane; una bambina di
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nome Jana, avuta da Valeria Sabalaìn. Diego Fernando –
l’ultimo – da Veronica Ojeda. Ma soprattutto Diego junior –
identico a papà da giovane – finalmente riconosciuto dopo anni
e anni di pene e di battaglie da parte della mamma, la bella e
combattiva napoletana Cristiana Sinagra, che ebbe col
campionissimo una storia d’amore. Un amore da Diego di fatto
rinnegato con protratti rifiuti a riconoscere un figlio senza
dubbi suo: bastava guardarlo quel ragazzo, per rivedere in lui
Maradona giovanissimo!

Una vicenda triste che gettò un’ombra mai più dissipata sulla
figura del campionissimo: il pubblico, nonostante lo amasse,
restò turbato dalla sua ostinazione a non voler riconoscere il
figlio, finché il test del DNA non confermò ciò che tutti
sapevano e soprattutto vedevano: un figlio uguale al padre. Un
figlio che non poteva più rifiutare.

Ma a lui si può perdonare tutto, proprio tutto, scandali,
colpi di testa e debolezze inclusi. Diego Armando Maradona,
giocatore immenso e unico, praticamente una divinità, anche
sulla via del declino.

Un gitano vagabondo, dalla prima squalifica per doping che ha
segnato per sempre la sua esistenza,     prima costellata di
sfolgoranti successi e incredibili eccessi.

Da allora, tutto cambia. Nel 1994, ancora sotto squalifica, è
a guida della squadra argentina Textil Mandiyù, poi dell’Al-
Wasli (Dubai), del Fujarah (Emirati Arabi), dei Dorados
(Messico). Poi il ritorno in Argentina, alla guida del
Gimnasia La Plata. La presidenza onoraria del club bielorusso,
la Dinamo Brest.

Gli incontri con Fidel Castro, Chavez, Menem, da un lato.
Dall’altro, bulimia, alcol, depressione. Comunque la forza di
rialzarsi, ogni volta. Finché il cuore non ce l’ha fatta più.

Una vita a cicli, dei quali il primo è rimasto drammaticamente
unico e irripetibile. Una leggenda. E leggenda rimane,
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comunque.

Addio Diego. Ci hai fatto sognare davvero.

                                             Teresa Lucianelli

Capelli in Estate: i consigli
dell’esperto
A tu per tu con Emanuele De Cicco, noto hair stylist
napoletano ed esperto nella cura della chioma

Spiaggia, mare, piscina e soprattutto tanto sole, in vacanza
come in città.. al quale non si può sfuggire se non indossando
ampi cappelli.

Come difendere la chioma in estate?

Ce ne parla l’hair stylist napoletano, precisamente vomerese,
Emanuele De Cicco, preferito dalle donne di spettacolo come
dalle manager e in generale dalle donne impegnate che tengono
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particolarmente alla propria immagine e devono essere sempre
in forma perfetta, specializzato nella tutela della
capigliatura, nei trattamenti preventivi e in quelli curativi
tricologici.

“Nella stagione calda è importante rivedere la ‘beauty
routine’ dei capelli perché i raggi uv, il sale, il cloro e la
sabbia tendono a disidratarli e a sfibrarli, soprattutto
quando sono lunghi: la chioma è un patrimonio da tutelare a
qualsiasi età, ancora di più avanti negli anni. Ma una
capigliatura aggredita per anni con tinture e permanenti
troppo forti, tecniche improprie e non salvaguardata con
prodotti efficaci, alla lunga si rovinerà, a volte
irrimediabilmente. Per recuperarla e riportarla alla bellezza
e salute iniziale, occorreranno comunque innanzitutto
competenza specifica, cure mirate, preparazioni di ottima
qualità” avverte   Emanuele.

“I prodotti ad hoc per l’estate? Innanzitutto una buona
protezione solare. Personalmente ne consiglio una di nuova
concezione a base di bava di lumaca e burro di moabi. Per
scongiurare spiacevoli conseguenze e ritrovarsi all’inizio
dell’autunno con dei capelli aridi come la stoppa, sciupati,
spezzati, si devono preferire prodotti in grado di contrastare
i raggi del sole. Inoltre, per completare l’hair routine, va
utilizzato uno shampoo specificamente adatto ai lavaggi
frequenti, ovvero con una formula delicata, magari con gli
stessi ingredienti restitutivi naturali e garantiti” – spiega
e precisa: “è vero che il sole aumenta la produzione di
cheratina, ne favorisce la crescita e li accende con
smaglianti riflessi che rubano la luce al sole, ma è pure vero
che se preso a dosi elevate, come succede ovviamente nella
bella stagione, li danneggia notevolmente, proprio come fa con
la pelle che s’inaridisce visibilmente e invecchia pure”.

“A maggior ragione, se i capelli sono secchi, sottili o
lunghi, e quindi più delicati, bisogna indirizzarsi su
specialità ultranutrienti che riducono al minimo l’impatto
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delle aggressioni estive ed evitano il disastroso e fin troppo
diffuso effetto ‘paglia’. Invece, per il cuoio capelluto
grasso che peggiora col calore, è opportuno un buon
trattamento riequilibrante non aggressivo. Per tutti i tipi di
capelli, altrettanto importante è la maschera che in estate
deve essere restitutiva. E va scelta maggiormente idratante e
nutriente nel dopo colorazione, per quanto questa possa essere
delicata, ammoniaca free, a base di componenti biologici,
ecc.”.

“Proprio per quanto riguarda la colorazione, consiglio formule
ricche di vitamine, in grado di fissare bene i pigmenti nella
fibra capillare e impedire che il colore sbiadisca o viri
verso altre tonalità. Ottima la formula allo yogurt, che dà
risultati eccellenti, senza impoverire le lunghezze, né
irritare il cuoio capelluto: un vero toccasana per la chioma”
– conclude il noto parrucchiere napoletano, invitando clienti
e aspiranti tali a un consulto gratuito presso il suo hair
beauty center di via Salvator Rosa 125 a Napoli, giusto a
pochi metri dall’uscita del metrò collinare.

                                             Teresa Lucianelli
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Campania,     aggiornamenti
Coronavirus: zero positivi
NAPOLI – Ottime le ultime notizie dalla Campania in tema di
Covid: zero positivi su 2485 tamponi effettuati.

Nessun nuovo caso dunque, dovuto al Sars CoV2 è stato
registrato oggi in Campania. Questa è la prima volta
dall’inizio dell’emergenza dovuta al temibile virus che ha
sparso morte e paura nel Mondo.

La regione si prepara ad affrontare con ottimismo il periodo
caldo e può puntare alla sua vocazione turistica, pilastro
fondamentale della sua economia.

Il totale complessivo dei positivi sul territorio campano
resta di 4.822 unità. Sono stati 2.485 i tamponi analizzati
dai centri di riferimento regionali, nella giornata di oggi,
come riferisce l’Unità di crisi della Regione Campania.

I tamponi   complessivamente   analizzati   in   Campania   sono
212.486.

Questi i dati relativi alla giornata odierna, che fanno ben
sperare dunque in un’estate sana e serena per la regione, i
suoi abitanti e i turisti che verranno ospitati, in parte già
in arrivo.

L’Unità di Crisi della Regione Campania, nella consueta nota
ha infatti comunicato che oggi sono stati esaminati
complessivamente 2.485 tamponi. Di questi, nessuno è risultato
positivo.

Qui di seguito, il quadro di sintesi:

Positivi di oggi: 0

Tamponi di oggi: 2.485
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Totale complessivo positivi in Campania: 4.822

Totale complessivo tamponi in Campania: 212.486

In merito alle notizie date oggi da alcuni sindaci, relative a
nuovi positivi, viene precisato nella stessa nota ufficiale
che “si tratta di casi già inseriti nei bollettini precedenti
dell’unità di crisi” e che non sono relativi né a ieri, né a
oggi.

                                             Teresa Lucianelli

Novità Ristorazione: lunedì
riparte l’asporto in Campania
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Dal 4 maggio per pub,
                                          bar    e   pizzerie
                                          consegna in esterno
                                          delle     pietanze.
                                          Determinanti       le
                                          proteste       degli
                                          addetti al settore,
                                          stretti nella morsa
                                          di una grave crisi.
                                          Rimangono     ancora
                                          negate             le
                                          passeggiate,
                                          nonostante         le
                                          innumerevoli proteste
                                          dei cittadini stanchi
                                          di essere trattenuti
                                          ai    domiciliari.
Abolite le fasce orarie per l’uscita; rimane quella tra le 6 e
le 8,30 dedicata all’attività sportiva, pure con corsa veloce,
senza mascherina ma con distanziamento. Napoli Calcio: inviato
al Governo parere favorevole della Regione: allenamenti già da
lunedì. Rimessaggio per le imbarcazioni

Napoli. Via al ripristino del servizio d’asporto per la
Ristorazione, da lunedì prossimo 4 maggio. Le accese proteste
della categoria, hanno influito in maniera notevole sulla
retromarcia del governatore Vincenzo De Luca. Restano vietate
purtroppo le tanto richieste passeggiate, attese come una vera
liberazione dagli abitanti della Campania, esasperati dalla
lunga segregazione. Ecco le notizie odierne dalla Campania, in
base a quanto analizzato e deciso dalla Regione, nel corso di
un incontro con task force e presidenti della Camere di
Commercio di tutte le province territoriali. Il servizio di
asporto, il cui divieto era stato aspramente e ampiamente
contestato, deve essere svolto con prenotazioni telefoniche
oppure online. Il banco vendita va posto all’ingresso
dell’esercizio commerciale. I gestori sono responsabili del
distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders
per il delivery. È obbligatorio l’uso di mascherine e guanti,
per tutto il personale, con drastiche conseguenze nel caso di
mancato rispetto: chiusura per una settimana del locale.
Mascherine obbligatorie anche per i clienti, secondo
l’ordinanza che dal 1 maggio le impone all’uscita di
casa. Vengono eliminate le fasce orarie, come anticipato
nell’ordinanza di eri sera, che consentiva solo le consegne
domiciliari. Pizzerie, ristoranti, pub e tutte le altre
attività che vendono prodotti gastronomici, possono quindi
effettuare servizio di asporto lunedì prossimo, ma devono
garantire che la vendita avvenga nel comune soltanto previa
prenotazione telefonica quanto on line.          Particolare
attenzione alle file in esterno dei locali che vanno
organizzate nel rispetto delle distanze tra i clienti, pure
muniti di mascherina e non è permesso loro l’accesso ai
locali, di consumare nei pressi dell’esercizio. Si prevede che
sostanzialmente ci possa essere rischio per l’area urbana di
Napoli, che ha maggiore densita’ abitativa; diversa e più
tranquilla dovrebbe essere la situazione nelle altre province,
per quanto riguarda il distanziamento. Eliminate inoltre le
fasce orarie in cui era consentita l’uscita dei cittadini, in
conseguenza delle decisioni di oggi. Rimane la fascia oraria
tra le ore 6,00 e le 8,30 del mattino, per tutti coloro che
vogliono svolgere attività sportiva, pure con corsa veloce
(jogging) e senza mascherina, “rispettando comunque il
distanziamento sociale”. “Per quanto riguarda il Napoli
Calcio, è stato già trasmesso al Governo il parere favorevole
della Regione allo svolgimento degli allenamenti purchè
vengano garantite pienamente tutte le esigenza di tutela
sanitaria. Per correttezza di rapporti la Regione ha inteso
inviare preventivamente al Governo questa valutazione,
sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la
ripresa dell’attività già da lunedì”.Sono inoltre “consentite
le attività di manutenzione e rimessaggio e anche la consegna
delle imbarcazioni”, per quanto riguarda il settore nautico.
Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha espresso perplessità
sulla fase 2. “Se si innestano il caos istituzionale voluto e
la frenesia popolare anche giusta dopo due mesi” la situazione
potrebbe divenire “incontrollabile” a Napoli e in tutta
Italia.

                                             Teresa Lucianelli

Anche in Campania pizza e
piatti pronti a domicilio!
                             Da lunedì prossimo, 27 Aprile,
                             cibi cotti a casa. Finalmente il
                             governatore De Luca si decide a
                             firmare una rigida ordinanza
                             della Regione, dopo estenuanti
                             battaglie. Ok per librerie e
                             cartolibrerie

NAPOLI – Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De
Luca, alla fine ha firmato la sospirata ordinanza per la
consegna a domicilio di pizza e cibi pronti da parte dei
locali ristorativi campani, pizzerie in testa, pasticcerie e
bar. Sarà operativa da lunedì prossimo 27 aprile. Il
sostanziale divario in atto, tra le norme vigenti in materia
in Campania rispetto a tutto il resto d’Italia ha suscitato
un’infinità di polemiche e provocato molte inevitabili
discussioni già da prima di Pasqua, soprattutto in
considerazione appunto del gravissima crisi.Tornano dunque i
garzoni a portare i piatti caldi alla porta dei tantissimi
abitanti della Campania che nei giorni scorsi hanno protestato
accanto a ristoratori, pizzaioli, pasticcieri e titolari dei
bar unitamente ai lavoratori di settore e ai giornalisti
specializzati, contro la restrizione rimasta in vigore
unicamente nella nostra regione per decisione del presidente
De Luca. Mai provvedimento fu più odiato dai consumatori della
Regione Felix. È stata una durissima ed un’estenuante
battaglia. Il servizio viene ripristinato ma con severe
restrizioni che potrebbero non rendere fattibile l’apertura al
delivery per tutti. Moltissimi i post sui social in cui gli
utenti hanno chiesto per settimane il ripristino del servizio
a domicilio, che si attendeva già prima di Pasqua. Potrà
arrivare così a casa il simbolo gastronomico per eccellenza di
Napoli: la pizza e con essa i rinomati
piatti della Cucina partenopea e
campana apprezzate dagli avventori di
tutti il Pianeta, e con essi le delizie
di pasticcerie e bar della Regione
Felix per eccellenza. Una trattativa
incredibile per arrivare a ottenere ciò
che era già permesso nelle altre
regioni d’Italia.Viene parzialmente
ripristinato con severi paletti, dal 27
aprile, cioè una settimana prima della
data fatidica del 4 maggio. Le notevoli
limitazioni hanno generato perplessità. Il sevizio a domicilio
permetterà ai titolari di tamponare almeno in minima parte le
gravi perdite economiche che hanno messo in ginocchio il
settore e posti a rischio migliaia di posti di lavoro. Si
ricomincerà a lavorare, presumibilmente con turnazioni o
comunque con organico necessariamente ridotto, per motivi
precauzionali anti contagio e pure perché l’impegno necessario
sarà ovviamente inferiore per la ridotta domanda, giacché
l’attività potrà basare esclusivamente sul delibera. Un
traguardo con effetti positivi ridotti, ma indispensabile per
migliaia di pizzaioli e ristoratori campani, che dopo oltre un
mese di chiusura e mancati incassi, dovranno vedere come fare
reggere una crisi che ha messo a rischio l’occupazione
dipendente quanto le stesse attività e purtroppo probabilmente
costringerà una parte a chiudere i battenti i comunque a
ridimensionare gli organici, facendo altri disoccupati. La
protratta serrata, prima imposta dal Governo e poi pure
prorogata da De Luca ha provocato perdite economiche
fortissime. Ogni giorno che passa, diminuiscono le possibilità
di mantenere il personale. Perciò è fondamentale in questo
settore come negli altri grave e te danneggiati, la
riapertura.Infine, è risultata almeno parzialmente accolta dal
governatore regionale la richiesta dei ristoratori, supportata
da motivate sollecitazioni avanzate dagli organi di categoria,
dopo un’approfondita riunione della task force regionale anti-
Covid19. Questa la risposta alle ripetute garanzie assicurate
stato dagli addetti al settore, vigenti nelle altre regioni
italiane dove la consegna è attiva.Estremamente cauto il
governatore ha chiarito: “è questo un primo passo e un primo
segno di rilancio delle attività economiche, secondo una linea
di responsabilità e di prudenza, che richiede, da parte di
tutti, il rispetto rigoroso delle regole di tutela della
propria e dell’altrui incolumità”. Ha pure aggiunto che “il
provvedimento è articolato in maniera da diluire la mobilità
nel corso della giornata ed evitare assembramenti”. Infine, ha
fermamente intimato che: “sarà fondamentale rispettare tutti i
dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli
inadempienti”. Ma i dispositivi richiesti, particolarmente se
eri, si teme non consentiranno a tutti l’agognata ripresa
dell’attività domiciliare. A protestare per giungere a questo
parziale ma comunque significativi risultato, sono stati gli
addetti ai lavori con un esercito di consumatori, i
giornalisti di settore supportati dalle testate giornalistiche
e blog più seguiti. Polemiche , tra l’altro, proprio da parte
dei consumatori, perché tante panetterie, rimaste regolarmente
                       in funzione durante il periodo
                       d’emergenza, hanno provveduto pure a
                       vendere la pizza, cosa che non avrebbe
                       dovuto accadere, mentre le pizzerie
                       sono state costrette alla chiusura.
                       Eppure il governatore ha continuato ad
                       affermare le sue perplessità a
                       ripristinare la sospirata consegna
                       domiciliare di pizza e piatti pronti,
                       sostenendo la necessità del fermo
                       imposto e motivando il suo diniego con
                       l’indispensabile prudenza dettata dal
timore di non riuscire a contenere il contagio. Nei giorni
scorsi ha manifestato qualche segnale di apertura, supportati
dai dati incoraggianti proprio sul fronte dei contagi, che
hanno contribuito alla decisione presa ora dalla Regione
Campania di attuare la parziale e alquanto limitata ripresa
dell’attività ristorativa, con il solo delivery concesso con
precise e severe che a detta degli addetti al settore
taglierebbe però fuori una parte delle aziende regionali. È il
massimo che le associazioni di categoria sono riuscite a
ottenere, dopo avere portato avanti senza sosta una dura
battaglia per la tutela di migliaia di posti di lavoro a
rischio e per la sopravvivenza delle attività ristorative
regionali. Assicurate le precauzioni sanitarie oltre l’
indispensabile, per un’assoluta sicurezza, laddove, comunque,
va precisato che già di per sé la pizza viene cotta in forno a
temperature altissime così come i dolci e i cibi sono cotti a
calore particolarmente intenso e prevalentemente, a partire da
fritture e soffritti, in olio bollente. Stesso rispetto
d’igiene e garanzia per ristoranti, pasticcerie e bar dove
pure i prodotti sono preparati ad alta temperatura.Assicurato
pure il servizio per librerie e cartolibrerie. Le nuove
disposizioni entrano in vigore dal prossimo lunedì. Si è
giunti all’ individuazione di orari e modalità di prenotazioni
on line e pure per questo settore su è deciso di consentire la
consegna domiciliare.

                                             Teresa Lucianelli

Con il San Carlo, il teatro a
casa tua!
Le più famose opere, i migliori balletti: ecco come goderne
comodamente seduti nel proprio salotto. Iniziativa dell’antico
Lirico napoletano

“Siamo aperti virtualmente solo in maniera temporanea, ma
torneremo presto perchè fino a quando il San Carlo suonerà
dentro e fuori le proprie mura ci sarà speranza per Napoli e
per il Mondo”: la sovrintendente Rosanna Purchia sottolinea la
notevole valenza dell’hashtag #stageathomee dell’iniziativa
congiunta del Teatro di San Carlo, con cui l’antico teatro
partenopeo, sta portando il palcoscenico in tutte le case,
riscuotendo critiche nettamente positive e ampio successi di
pubblico.

“Il Teatro di San Carlo, in questi tempi difficili sente
ancora di più la necessità di rafforzare la propria mission
civile regalando, per quanto possibile, un attimo di
spensieratezza, bellezza, arte, risvegliando in ciascuno,
grazie a quei valori che costituiscono l’identità del nostro
Paese, quel forte senso di comunità necessario a superare
questo momento di difficoltà” – continua la sovrintendente che
afferma pure con fervore: “La nostra attività di Spettacolo
dal vivo è un’attività collettiva fatta con l’uomo e per
l’uomo”.

In nome di questo fondamentale principio, lo storico teatro
partenopeo, pilastro da sempre d’arte e di cultura, dalla fama
secolare, rimane aperto al pubblico in modo virtuale e
continua la sua opera basilare di diffusione della musica, del
canto, della danza d’altissimo livello intrattenendo gli
spettatori e regalando attimi preziosi di coinvolgimento,
all’insegna dell’indiscussa qualità, che assumono un ulteriore
e fondamentale valore in questo particolare periodo, il più
difficile che abbiamo attraversato nella nostra vita
collettiva, fatto di tensioni, di ansie, di sgomento, di
diffusa sofferenza, di profondo dolore.

Dunque,   con   #stageathome   è   possibile   usufruire   di   un
entusiasmante tour virtuale del grande Lirico napoletano,
tramite i canali social del Teatro, quali Facebook, Twitter e
Instagram, rimanendo comodamente seduti nel salotto di casa
propria, dove siamo costretti a rimanere, in osservanza del
provvedimento di emergenza per difenderci dal              nuovo
corinavirus e tutelare la vita nostra e altrui.

È pure possibile leggere molteplici approfondimenti storici,
rivedere, attraverso i link condivisi, gli spettacoli andati
in scena nelle ultime Stagioni, che sono tra l’altro
disponibili anche su piattaforme di libera condivisione quali
Youtube, Rai Play, Opera Vision. Non solo! Sono anche fruibili
contenuti speciali: backstage, interviste, varie info,
curiosità.

Appuntamento fisso sono alle ore 20,00. Ecco il programma
delle prossime trasmissioni in programma nel mese di Aprile:
01 aprile – OPERA Manon Lescaut – di G. Puccini

04 aprile – OPERA Carmen – di G. Bizet

06 aprile – BALLETTO Pulcinella – di I. Stravinsky

08 aprile – BALLETTO La Dame aux Camélias – di C. Davis

Intanto, prosegue il progetto Scuola InCanto, partito dal 14
marzo, sul sito di EuropaInCanto e le relative pagine Facebook
e Twitter: a cadenza giornaliera, appuntamenti di didattica on
line, consente di continuare a condurre il percorso di studi
su “L’elisir d’amore”, tramite contenuti interattivi,
divertenti quanto interessanti, specificamente rivolto a
bambini, ragazzi e anche docenti.

                                             Teresa Lucianelli

Campania: 1.752 casi. Allarme
sociale. Proteste per divieto
ristorazione
Aumentano le richieste di aiuto alimentare. Prorogato lo stop
per bar, pasticcerie, ristoranti e negata nuovamente
l’attività con consegne domiciliari: proteste sui social.
Iniziative solidali per fasce deboli. Da lunedì, mascherine
per farmacisti. Picco settimana prossima, previsti più di
3mila contagi per Domenica delle Palme

In Campania 112 decessi; effettuati 1086 tamponi, positivi:
170 su 1752, 11679 in totale, mentre si attende il picco che
dovrebbe portare a 3mila casi

Allerta per l’ ALLARME SOCIALE nella regione, che monta giorno
dopo giorno: gli episodi di “reati per fame” sono diventati
quotidiani. Parallelamente alla preoccupante crescita delle
richieste al BANCO ALIMENTARE che ha è arrivata al +40%, si
susseguono a ritmo continuo furti delle buste con la spesa, ai
fattorini che consegnano a domicilio per supermercati e pure
ai volontari che aiutano soprattutto gli anziani e le altre
persone che non possono allontanarsi da casa per motivi
conclamati.

CONFERMATO su tutto il territorio regionale lo STOP per la
RISTORAZIONE, bar, pasticcerie, pub, pizzerie e ristoranti
fino al 14 aprile. Proroga del divieto anche con riferimento
alla consegna a domicilio, provvedimento che genera numerose
proteste sui social, fa molto discutere e trova concordi i
titolari delle aziende di settore come la gran parte dei
consumatori. In atto raccolta firme a riguardo, per
sollecitare le autorità a concedere la possibilità di riaprire
le attività ristorative, laboratori e bar con esclusivo
sevizio domiciliare.
Nella nuova ordinanza del governatore De Luca “i supermercati
e gli altri esercizi di vendita di beni di prima necessità
possono effettuare consegne a domicilio soltanto di prodotti
confezionati e da parte di personale protetto con appositi
dispositivi di protezione individuale”. È vietato lo
svolgimento “di fiere e mercati per la vendita al dettaglio,
anche relativi ai generi alimentari”.

Molte FAMIGLIE sono economicamente in DIFFICOLTÀ: la
maggioranza delle aziende sono ferme, come le attività
commerciali, escluse soltanto poche categorie essenziali.
Tutti sono stati costretti a chiudere i battenti per contenere
il contagio e scongiurare una carneficina. Imprenditori
sull’orlo del fallimento. Una situazione davvero drammatica.
Molte le contestazioni a riguardo. In profonda crisi
l’economia della regione e dell’intero Mezzogiorno.
Si trovano nella impossibilità di comprare i generi di prima
necessità moltissimi abitanti: i tantissimi a nero, tutti
coloro che si arrangiavano procurandosi un po’ di euro per
fare la spesa quotidiana; è aumentato spaventosamente di fatto
il numeri degli indigenti.
E giungono ancora notizie dei furti ai negozi di alimentari,
alle farmacie e degli assalti ai supermercati, degli scippi
delle buste con la spesa dalla Sicilia alla Campania, alla
Puglia, e pure in Emilia Romagna e Lombardia e nelle altre
regioni del centro Nord comincia a dilagare il fenomeno dei
reati per fame.
“L’esercito di disperati invisibili si prepara a combattere la
guerra contro la fame” si legge da più parti sui social:
gruppi su Facebook si danno appuntamenti.
La prossima manifestazione sociale, ritenuta da alcuni un
“assalto” darebbe fissata per il 3 aprile prossimo.
Nel Meridione, 4 milioni di persone sopravvivono di SOMMERSO,
prevalentemente appunto lavoro nero che se mantiene da anni la
cosiddetta “pace sociale”, ora sul filo del rasoio, è pure
vero che ha ulteriormente penalizzato il Sud, portando a una
grave e indignitosa condizione di impoverimento. Una
situazione vergognosa per l’Italia e i vari Governi che si
sono succeduti, senza neppure tentare di risolvere a monte il
problema: lavoro! E ancora lavoro che manca. Manovalanza
sfruttata a costi bassissimi anche a Nord e al Sud spesso su
commissione delle aziende settentrionali ed estere. In troppi
casi, questa realtà aberrante ha foraggiato il malaffare, la
malavita organizzata, con risultati sempre più disastrosi.

Per aiutare gli INDIGENTI e gli ANZIANI impossibilitati a
muoversi di casa e comunque per i quali non è consigliabile
uscire perché gli effetti devastanti del virus su loro sono
più pericolosi e spesso mortali, si sono organizzati diversi
comuni della Campania o, almeno, hanno tentato di farlo.
Il sindaco di Portici, tra i tanti, aveva comunicato
nominativi e recapiti telefonici dei negozi di alimentari
disponibili a consegnare la spesa a casa. Servizio di fatto
bloccato con l’obbligo imposto dalla Regione Campania della
consegna solo di frutta e verdura confezionate all’origine: in
pratica tra i tanti esercizi, nessun fruttivendolo può più
effettuarla. In tanti si chiedono “che differenza ci sia tra
l’andare nel negozio, ordinare 3 kg di arance, 1 kg di mele e
2 di patate ecc ricevendo la busta con la spesa dal commesso e
portarla personalmente a casa, e invece riceverla a domicilio
da personale dotato di mascherina?”. Idem per le salumerie,
ecc. Non si contano similari domande sui social, espressione
del malcontento a riguardo.
“Un altro regalo, l’ennesimo danno dei piccoli negozianti”
commentano i titolari di     tante   rivendite   e   moltissimi
cittadini sono con loro.
“Considerato che nei supermercati possono essere venduti i
prodotti freschi da banco, al taglio, praticamente ben poca
differenza, comunque nessuna sostanziale tra i servizi a
domicilio forniti”.
“Piuttosto, i titolari di ristoranti e bar sono
drammaticamente penalizzati, mentre quelli di supermercati e
alimentari si stanno praticamente arricchendo, e con quali
misure sostanziali di prevenzione che non potrebbero essere
adottate anche dai ristoratori, pasticcieri, ecc…?” – si
afferma da più parti.

Sul fronte degli aiuti, comuni, parrocchie particolarmente
attive, associazioni e fondazioni si sono organizzati e su
stanno attrezzando per distribuire panieri acquistati dagli
enti o donati da imprenditori, carrelli solidali con prodotti
vari alimentari a lunga conservazione, raccolte fondi per i
bisognosi.
Continuano a fare notizia le drastiche le recenti
dichiarazioni del governatore regionale DE LUCA che paragona
con concrete motivazioni l’emergenza corinavirus a una guerra
e ha sollecitato l’attenzione di tutti gli abitanti della
regione oltre che degli organi preposti..
“Aumento dei prezzi, corsa all’accaparramento dei beni… sul
mercato farmaci inutili… assalto a forniture che dovevano
arrivare nelle nostre zone”.
E ricorda le forniture diretta in Italia e quelle in Campania,
bloccate alla frontiera o non consegnate in regione. “Il
problema è enorme e drammatico” il presidente chiarisce: “Sono
state prese misure severe che hanno come obiettivo garantire
la principale libertà che è quella di vivere… Ho una sola
riserva: sarebbe stato più efficace prendere misure severe
anche prima: come abbiamo fatto in Campania noi”.
Accesa la polemica con governo e Protezione Civile, con dura
risposta di quest’ultima: “…ho lanciato un appello al governo
per le forniture che non arrivavano e l’ho fatto a voce alta
perché ci sono momenti nei quali bisogna essere diretti”.
“…dobbiamo parlare chiaro in tempo utile. Non preoccuparci se
qualcuno non capisce il tono che usiamo. Abbiamo alzato la
voce per l’emergere di criticità pericolose, per farci
sentire. La Lombardia è la priorità assoluta certo, ma dopo
c’è una seconda priorità: se esplode l’epidemia al Sud sarà un
disastro e crollerà tutto. Quindi aiuto prioritario a quelle
realtà dove la crisi è esplosa, ma nel contempo bisogna fare
assolutamente in modo che non succeda la stessa cosa nel
Mezzogiorno” ha precisato Vincenzo De Luca, confermando
solidarietà a Governo e PC ma sottolineando ulteriormente
l’urgenza dei supporti indispensabili al Sud per salvare vite
umane.
Il governatore stigmatizza inoltre che il materiale inviato
“servirà per 24-48 ore. Servono altre forniture subito” e
aggiunge: “Se c’è un impegno che non può essere mantenuto ci
sia detto!”

Il PICCO dell’emergenza arriverà alla fine della prima
settimana di aprile con più di 3mila contagi in totale, a
quanti previsto dall’Unità di crisi della Regione Campania.
De Luca afferma: “ci stiamo preparando, ce la possiamo fare,
ma servono forniture… per essere pronti quando avremo non
1.700 ma più di 3mila contagi. A condizione che ogni livello
faccia la sua parte” – sottolinea e si espone personalmente
per quanto riguarda la Campania: “Garantisco che ce la
facciamo al netto delle forniture che devono arrivare dal
Governo e dalla Protezione Civile… andrà bene a condizione che
tutti facciano la propria parte fino in fondo” ripete ed
esorta la popolazione: “Cittadini, aiutateci ad aiutarvi”.
Soltanto 15 ventilatori polmonari a fronte di 603 richiesti
per una Regione che conta ben 5,9 milioni di abitanti! Zero
caschi C-PAP dei 1000 richiesti. Guanti, camici per tutelare
il personale medico, paramedico, ausiliari, volontari ecc..?
Quando arriveranno dalla Protezione civile? Per non parlare
dell’invio di mascherine inutili, che ha scatenato la denuncia
del governatore De Luca: gli abitanti della Campania devono
sapere cosa sta accadendo perché non possiamo arrivare senza
armi allo scontro decisivo con il virus!

Nel dettaglio, per quanto riguarda i tamponi effettuati in
Campania, ultimi in ordine di tempo, all’Ospedale Cotugno di
Napoli, ne sono stati esaminati 426 di cui 73 risultati
positivi; Ospedale Ruggi di Salerno: 242 tamponi di cui 16
risultati positivi; Moscati di Aversa: su 25 tamponi, nessun
positivo; Moscati di Avellino: 117 tamponi, di cui 21
positivi; San Paolo di Napoli: 63 tamponi di cui 16 positivi;
Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli:
analizzati 67 tamponi, di cui 13 positivi; Santa Maria della
Pietà di Nola: 62 tamponi di cui 11 positivi; Azienda
ospedaliera San Pio di Benevento: 25 tamponi di cui 10
positivi; Istituto Zooprofilattico Sperimentale del
Mezzogiorno: esaminati 59 tamponi di cui 10 positivi.
Questi gli ultimi dati ufficiali comunicati dall’Unità di
Crisi della Regione Campania
In tema di prevenzione contagio, da lunedì, verranno
consegnate le mascherine di protezione ai farmacisti della
Campania.
Il piano rientra nella necessità di mettere in sicurezza un
servizio essenziale, quale è quello farmaceutico, in cui gli
addetti al banco sono a diretto contatto continuativo con il
pubblico, quindi particolarmente esposti al rischio di
contagio, oltre che alla rapine di cui costituiscono bersaglio
anche e comunque negli ultimi tempi.
Si ricordano in proposito da un lato i numerosi casi di
contagio da Covid-19 registrati in queste settimane e
dall’altro i ripetuti episodi delinquenziali.

                                             Teresa Lucianelli

Covid19: REM, buoni spesa,
fame e reati. Violazioni.
Grave blocco adozioni animali
Reddito di emergenza da 600 euro pure a precari e irregolari,
buoni spesa: i criteri. Indennizzi ai professionisti.
Proteste, rapine e furti di viveri da parte degli indigenti,
soprattutto a Sud. Violazioni decreti: i numeri più recenti.
Per blocco trasporti e staffette: rifugi animali ai limiti
della sopravvivenza, occorre urgentemente cibo e sblocco delle
consegne

FAME e REATI. Si susseguono proteste e tumulati da parte dei
tanti indigenti, furti di generi alimentari nei supermercati,
sottrazioni di carrelli pieni di viveri, scippi in strada
delle buste con la spesa, rapine alle farmacie. Episodi che si
verificano con prevalenza al Sud dove la situazione economica
è particolarmente drammatica e tende ad aggravarsi: tanti
lavoratori sono precari o “a nero”, moltissimi cittadini
vivono alla giornata, parecchi “normalmente” possono fare la
spesa soltanto la sera, dopo avere raggranellato un po’ di
soldi con lavoretti di fortuna, altri abitualmente hanno un
credito di fiducia presso i negozianti per pagare alla fine
del mese, ma non in questa circostanza d’emergenza. Tutte
persone che non riescono a fare la spesa per mangiare. Un
esercito di nullatenenti, letteralmente sul lastrico, ridotti
alla fame, ora che non possono muoversi di casa, non tutelati
dagli aiuti governativi.

Per tamponare le esigenze delle fasce più deboli, sono stati
disposti dal Governo più fondi ai Comuni destinati proprio
agli AIUTI ALIMENTARI per le fasce deboli. Sperando che
vengano individuati realmente i più bisognosi e non vengano
compiuti gli errori già fatti in numerosi casi
nell’attribuzione del reddito di cittadinanza a chi
vistosamente non ne ha alcun bisogno, a scapito di chi
realmente non riesce a mettere il piatto a tavola.

Occorrerebbero controlli attenti, tra l’altro sicuramente più
semplici da effettuare nei piccoli centri “dove tutti si
conoscono” e certe situazioni macroscopiche saltano facilmente
all’occhio. Così come servirebbero valutazioni reali che vanno
oltre l’ISEE.

Dovrebbero essere considerate innanzitutto le entrate
monetarie reali che determinano la possibilità di acquistare
l’indispensabile, in molti casi negato a chi sulla carta
possiede beni per quanto assolutamente inutilizzabili dei
quali allo stato attuale è impossibile disfarsi e per molti
dei quali manca la domanda già da tempo, ma su essi il
cittadino è costretto a pagare comunque tassazioni anche
ingenti.

L’ORDINANZA varata destina maggiori risorse ai Comuni: 4,3
miliardi per finanziare le iniziative di solidarietà
alimentare, aiuti per il Terzo settore.

Il pacchetto di interventi per far fronte all’emergenza
Coronavirus che comprende un REDDITO DI EMERGENZA per tutte le
situazioni lavorative.

È prevista l’attivazione di un Rem, una misura eccezionale in
grado di aiutare le fasce dei lavoratori più deboli e
assolutamente, non un ritocco del reddito di cittadinanza. Una
tantum, un contributo di 600 euro: per realizzarlo dovrebbero
essere stanziati 6 miliardi.

DESTINATARI: non solo i lavoratori a partita Iva, artigiani,
commercianti ecc, anche precari, irregolari, badanti,
babysitter, ecc, coloro che non hanno più il sussidio di
disoccupazione (Naspi o Discoll), stagionali, bagnini,
camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici,
contrattisti a giorni, settimane, massimo qualche mese.

BUONI SPESA: stanziati dal Governo nel Dpcm, 4,3 miliardi di
euro destinati ai Comuni. Di questi, 400 milioni vincolati per
aiutare esclusivamente i cittadini in difficoltà che “non
hanno soldi per fare la spesa”. Si precisa che “la quota del
fondo assegnato a ciascun Comune sarà gestita ed erogata dal
Comune medesimo, privilegiando i criteri di prossimità e
sussidiarietà”.

“Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su CRITERI
nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi
del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti
(33-50%), criteri concordati con l’ANCI: da valutare
l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di
vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT
ma, si badi bene, ultimo dato disponibile aggiornato però al
censimento del 2011, particolare questo da tenere presente.

“Le risorse ricevute da ciascun Comune per la solidarietà
alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto
semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte
dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in
situazione di necessità alimentare… Tali risorse dedicate
potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall’ANCI, con
un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni
defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d’acquisto o
buoni sconto da    parte   di   privati,   di   produttori,   dei
distributori”.

“Si prevede altresì la possibilità da parte dei Comuni di
acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima
necessità senza procedura di gara. Considerato che il FSC non
interessa i comuni del Trentino AA, del Friuli VG e della
Valle d’Aosta, in questi territori, con specifica previsione
nell’ordinanza, le somme sono anticipate dalle Autonomie
speciali per essere ristorate in sede di emanando decreto
legge”.

Dal BANCO ALIMENTARE è stato pure sottolineato che si sta
registrando un forte aumento delle richieste a causa
dell’emergenza sanitaria. Si evidenzia un aumento del 20%
delle richieste di cibo, dovuta all’emergenza sanitaria che
pesa soprattutto sulle famiglie più povere. Secondo il Banco
Alimentare, a livello nazionale vi sarebbe un aumento di
richieste alimentari con punte fino al 40% in alcune regioni
come la CAMPANIA.

“Ci arrivano nuove domande di aiuto anche dai sindaci,
soprattutto dai Comuni del SUD. Ci aspettiamo un’esplosione
del bisogno”, avverte il presidente della Fondazione Giovanni
Bruno.

INDENNIZZO per il mese di marzo di 600 euro a professionisti e
autonomi iscritti alle casse di previdenza private.

Firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo il decreto
interministeriale che fissa le modalità di attribuzione del
fondo per il reddito di ultima istanza. Il bonus deve essere
chiesto alla propria cassa. Verrà erogato a chi ha avuto
redditi fino a 35mila euro o, a coloro che si trovano tra 35 e
50mila e abbiano subito nei primi 3 mesi 2020 cali di attività
di almeno il 33%.

Per quanto concerne l’osservanza delle normative anti-contagio
imposte agli italiani da Governo e Regioni e confermate con
ulteriori proroghe su tutto il territorio nazionale, che
obbligano al divieto di uscire dalla propria abitazione se non
tassativamente motivato da urgenti necessità certificate, su
210.365 controlli effettuati, 3000 persone sono state
denunziate dalle forze dell’Ordine per VIOLAZIONE dei DIVIETI
imposti dai decreti per l’emergenza.

Specificamente   2.783   hanno   violato   le   limitazioni   agli
spostamenti, 86 hanno si sono serviti di false motivazioni.

Sono 50 ad avere commesso un reato che fa maggiormente
riflettere e che più di tutti preoccupa per la gravità delle
possibili conseguenze: hanno violato la quarantena, con
evidente e notevole rischio di contagio per la popolazione.

98.653 le attività commerciali controllate; a seguito di tali
operazioni, sono stati denunciati dalle forze di polizia 72
titolari e chiuse chiuse 31 attività.

È quanto emerge dai più recenti dati del Viminale.

Il problema delle violazione, oltre a ulteriori sollecitazioni
e raccomandazioni da parte dei governanti nei confronti della
cittadinanza, solleva critiche e richieste di elasticità in
alcuni casi di effettiva impellenza, improrogabilità e
assoluta impossibilità a demandare ad altri azioni urgenti,
anche atte a tutelare la salvaguardia della vita di animali,
non sempre previste dalla sommaria normativa emanata. Tra
queste, il problema dell’affido con impossibilità di
consegnare le bestiole adottate – per interruzione dei servizi
appositi di trasporto animali domestici, taxi per animali e
staffette – e conseguente è inevitabile destino a essere
rinchiuse forzatamente in canili, gattili, rifugi, ecc ed
esposte a contagi (oltre che a traumi notevoli e spesso
insuperabili, per un animali abituati in casa) con altissime
probabilità di contrarre malattie inguaribili che ne segnano
la qualità e la durata della vita, purtroppo particolarmente
diffuse soprattutto e non solo tra i quattrozampe, in primis
la cosiddetta aids felina.

Le associazioni animaliste, i volontari e i gruppi di adizione
denunciato l’aggravarsi della situazione, chiedendo
l’immediato ripristino del trasporto animali domestici, quale
urgente necessità, a salvaguardia della loro vita e nel
rispetto dello sforzo di migliaia di volontari impegnati sul
territorio nazionale, che vedono vanificati i loro sforzi e
soprattutto alla luce della situazione di conseguente
sovraffollamento dei rifugi per l’interruzione delle consegne
di affido e adizione, e l’impossibilità a garantire cure e
cibo per tutti. Occorrono aiuti urgentissimi, in primis
forniture di cibo.

Si fa inoltre presente che come vengono trasportate e
consegnate le merci, parimenti potrebbero essere effettuati il
trasporto e le consegne degli animali da compagnia negli
appositi trasportini di sicurezza regolamentari che tutelano
l’incolumità delle bestiole.

                                             Teresa Lucianelli
Italia: +10023 vittime                                   da
Covid19, 92.472 casi
                             Tutti i nuovi dati dei contagi e
                             le notizie per regione e
                             province. L’orientamento dei
                             politici        sull’eventuale
                             protrarsi      dell’emergenza.
                             Scuola:     ancora     sospesa.
                             Disposizioni per gli arrivi in
                             Italia. Chiesa: matrimoni e
                             accesso dei fedeli.

3.651 nuovi contagi in Itala che arrivano a 70.065
complessivi: il Sars CoV2 continua a colpire. 889 deceduti in
più in 24 ore, in totale 10.023 morti. Sono stati dichiarati
guariti 12.384, nelle ultime 24 ore 1.434, cifra record senza
la quale questa sarebbe stata ancora di più un’altra giornata
di tragedia.

3.856 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. In Lombardia
i casi salgono a 39.415, quindi 2.117 in più rispetto a ieri;
5.944 decessi, +542. Registrati meno ricoveri: 11.152 (+15),
svariati i motivi riconducibili a questo dato. Sono 3.856 i
contagiati gravi attualmente in terapia intensiva.
CASI TOTALI di contagio: ecco nei dettagli l’elenco con i
numero di persone trovate positive dal principio
dell’epidemia, inclusi morti e guariti. La variazione indica
il numero dei casi registrati nelle ultime 24 ore.

Campania 1.592 (+138, +9,49%)

Lombardia 39.415 (+2.117, +5,68%)

Emilia-Romagna 12.383 (+791, +6,86)

Veneto 7.930 (+433, +5,78%)

Piemonte 7.671 (+579, +8,16%)

Marche 3.373 (+177, +5,54%)

Liguria 2.822 (+126, +4,67%)

Toscana 3.817 (+367, +10,64%)

Sicilia 1.359 (+109, +8,72%)

Lazio 2.505 (+210, +9,15%)

Friuli Venezia-Giulia 1.436 (+119, +9,04%)

Abruzzo 1.133 (+116, +11,41%)

Puglia 1.458 (+124, +9,3%)

Umbria 969 (+85,+9,62%)

Bolzano 1.109 (+106, +10,57%)

Calabria 555 (+61, +12,35%)

Sardegna 624 (+94, +17,74%)

Valle d’Aosta 511 (+59, +13,05)

Trento 1.505 (+114, 8,2%)
Molise 123 (14, +12,84%)

Basilicata 182 (+31, +20,53%)

Questi i dati per provincia

=Campania:

Napoli 827, Salerno 307, Avellino 193, Caserta 186, Benevento
21

In definizione/aggiornamento: 58

=Lombardia:

Bergamo 8.349, Milano 7.783, Brescia 7.678, Cremona 3.605,
Monza Brianza 2.086, Lodi 2.029, Pavia 1.877, Mantova 1.484,
Lecco 1.316, Como 903, Varese 768, Sondrio 388

In fase di verifica/approvazione: 1.149

=Veneto:

Padova 2.009, Verona 1.754, Treviso 1.359, Vicenza 1.036,
Venezia 1.019, Belluno 367, Rovigo 122

In definizione/aggiornamento: 264

=Emilia-Romagna:

Piacenza 2.390, Reggio Emilia 1.996, Modena 1.922, Parma
1.752, Bologna 1.586, Rimini 1.323, Forlì Cesena 612, Ravenna
521, Ferrara 281

In definizione/aggiornamento: 0

=Toscana:

Firenze 855, Lucca 618, Massa Carrara 470, Pisa 398, Pistoia
298, Arezzo 249, Siena 235, Grosseto 234, Livorno 220, Prato
217
In definizione/aggiornamento: 0

=Piemonte:

Torino 3.658, Alessandria 1.197, Novara 657, Cuneo 558, Biella
399, Vercelli 397, Asti 318, Verbano-Cusio-Ossola 308

In definizione/aggiornamento: 179

=Marche:

Pesaro e Urbino 1.507, Ancona 944, Macerata 457, Fermo 241,
Ascoli Piceno 163

In definizione/aggiornamento: 61

=Liguria:

Genova 879, Imperia 236, La Spezia 234, Savona 219

In definizione/aggiornamento: 1.254

=Lazio:

Roma 1.839, Frosinone 232, Latina 212, Viterbo 144, Rieti 62

In definizione/aggiornamento: 13

=Friuli Venezia Giulia:

Udine 530, Trieste 452, Pordenone 362, Gorizia 85

In definizione/aggiornamento: 7

=Sicilia:

Catania 387, Messina 279, Palermo 232, Enna 168, Siracusa 84,
Trapani 62, Agrigento 58, Caltanisetta 57, Ragusa 32

In definizione/aggiornamento: 0

=Puglia:
Bari 469, Foggia 355, Lecce 239, Brindisi 148, Barletta-
Andria-Trani 96, Taranto 93

In fase di definizione/aggiornamento: 58

=Trentino Alto Adige:

Trento 1.505, Bolzano 1.109

=Abruzzo:

Pescara 512, Teramo 304, Chieti 229, L’Aquila 88

In definizione/aggiornamento: 0

=Umbria:

Terni 213, Perugia 729

Extra regione: 27

=Molise:

Campobasso 97, Isernia 13

In definizione/aggiornamento: 13

=Sardegna:

Sassari 407, Cagliari 97, Nuoro 56, Sud Sardegna 55, Oristano
9

In definizione/aggiornamento: 0

=Valle D’Aosta:

Aosta 511

=Calabria:

Cosenza 154, Reggio di Calabria 140, Catanzaro 118, Crotone
87, Vibo Valentia 39
In definizione/aggiornamento: 2

=Basilicata:

Potenza 106, Matera 76

In definizione/aggiornamento: 0

Nella BERGAMASCA, in 20 giorni 600 morti nelle Rsa.

In provincia di Bergamo è drammatica la situazione delle Rsa e
dei centri diurni: “in soli venti giorni hanno visto oltre 600
decessi su 6.400 posti letto”. In una lettera di richiesta
sostegno, indirizzata all’Ats e alla Regione, si evidenzia:
“mentre scriviamo, la situazione continua ad evolvere in
peggio. Siamo in ginocchio anche sul versante operativo perché
quasi 2mila dei 5mila operatori risultano         assenti   per
malattia, quarantena o isolamento”.

Numeri ancora choccanti: tantissimi decessi, ma il commissario
Angelo Borrelli sostiene che “se non fossero state adottate
misure drastiche di contenimento avremmo ben altri numeri e le
strutture sanitarie già in condizioni critiche sarebbero in
stato drammatico. Sarebbe stata una situazione insostenibile”.
Evidente quanto siano ancora elevati i numeri delle perdite
umane e dei contagi registrati anche oggi.

In LOMBARDIA 39.415 positivi e 5.944 decessi, calano i
ricoveri, i casi di contagio sono 2.117 in più rispetto a
venerdì; i morti +542. 1.319 in terapia intensiva.

Rallenta la crescita dei ricoveri 11.152 (+15), un segnale che
potrebbe essere interpretato come positivo, se ci fosse più
chiarezza sui motivi che lo hanno determinato.
In PIEMONTE, 617 morti per il nuovo corinavirus: 19 i nuovi
decessi. I contagi sono 7.671; 439 i ricoverati in terapia
intensiva. Sale il numero dei guariti: sono 41. Altri 162
sarebbero prossimi alla guarigione in quanto risultati
negativi al primo test di verifica dopo la malattia e in
attesa dell’esito del secondo tampone.

FOGGIA, si è spento stamattina nel Policlinico Riuniti, dove
era ricoverato dal 4 marzo, un operatore sanitario del 118
risultato positivo al Covid19. Aveva 48 anni, era di Rodi
Garganico, non soffriva di patologie pregresse. Apparteneva
alla Sanitaservice.

A PALERMO, un bimbo di tre anni è risultato positivo.

Ci sono voluti tre tamponi per accertare la positività al Sars
CoV2 del bambino di Marsala ricoverato a Palermo all’ospedale
Di Cristina. I tamponi saranno ora eseguiti anche su due
infermieri e un medico entrati in contatto con lui, in
servizio al reparto di Cardiologia pediatrica.

In VATICANO sei casi, il Papa non è coinvolto. Effettuati 170
test: sono risultati tutti negativi. L’iniziativa parte dal
riscontrato due nuovi casi di Covid in Vaticano, che si
aggiungono ai 4 precedenti. Il direttore della Sala stampa
vaticana, Matteo Bruni, precisa: “sono attualmente sei le
persone affette da Covid-19 tra dipendenti della Santa Sede e
cittadini dello Stato della Città del Vaticano. Posso
confermare che non sono coinvolti né il Santo Padre, né i suoi
più stretti collaboratori”. Bruni aggiunge che “sono stati
adottati opportuni provvedimenti di sanificazione e sono stati
effettuati nuovi test, in totale con i precedenti oltre 170,
sui dipendenti della Santa Sede e i residenti della Domus”.
Esito negativo per tutti questi ultimi tamponi.

In VENETO, su autorizzazione Aifa, inizierà la
somministrazione in via precoce, direttamente a casa, ai
malati sintomatici dei farmaci sperimentali contro il
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