2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes

Pagina creata da Claudia Marchi
 
CONTINUA A LEGGERE
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni

                                                                                                                                                            2021
                                                                                                                                                              MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021

LA CHIESA DEL “NOI”
                                                                                                                                                                                                                                       PRESS
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
sommario

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     PRESS
                                                               2021
                                                                                                                                                                                                                                                                                            MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021

Editoriale                                                     Rivista di informazione e di collegamento
                                                               della Fondazione Migrantes
La Chiesa del ‘noi’, cattolica                             3   Anno XLII - Numero 9 settembre 2021
Mons. Gian Carlo Perego
                                                               Direttore responsabile Ivan Maffeis
Primo Piano                                                    Direttore Giovanni De Robertis
Esserci per ogni persona migrante                          4   Caporedattore Raffaele Iaria
Raffaele Iaria

Mondo Migrantes

                                                                                                                                                                                                                                                                                    PRESS
                                                                                                                                2021
                                                                                                                                                                                                           MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021

                                                               Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni
Nel segno della carità e dell’accoglienza                  7
Andrea Musacci

Mons. Cantisani e le migrazioni                            9
L’emigrazione “mi ha cambiato”                            11
                                                                                                                                                                                                     LA CHIESA DEL “NOI”

                                                               Direzione e Redazione
Immigrati                                                      Fondazione Migrantes
                                                               Via Aurelia 796 - 00165 Roma
Dall’aiuto al singolo allo sguardo plurale…               12   Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070
Arianna Cocchi                                                 segreteria@migrantes.it
Tendere la mano                                           14   r.iaria@migrantes.it
Nicoletta Di Benedetto                                         www.migrantes.it

I Lemmi dell’immigrazione                                 16   Autorizzazione del Tribunale di Roma
Luca Insalaco                                                  n. 17475 del 13.12.1978

Il profugo Antonio…                                       17   Contributo stampa 2021
Nicoletta Di Benedetto                                         Italia:  6,00 Euro
                                                               Estero: 12,00 Euro
Rifugiati e richiedenti asilo                                  Un numero: 0,70 Euro

I primi 10 anni                                           19   ISSN 0391-5492
Mirtha Sozzi
                                                               Poste Italiane S.p.A.
Protezione internazionale…                                20   Spedizione in abbonamento postale
                                                               D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
Studenti Internazionali                                        art. 1, comma 2, DCB Roma

Talent…                                                   22   C.C.P. n. 000088862008
Nicoletta Bazzoffi                                             intestato a
                                                               Migrantes - Migranti Press
Italiani nel Mondo                                             Via Aurelia, 796 - 00165 Roma
                                                               IBAN: IT76X0760103200000088862008
Dopo il Covid, urgente voltare pagina                     24   Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070
Renato Zilio                                                   segreteria@migrantes.it
                                                               www.migrantes.it
Da modella a pittrice                                     26
Nicoletta Di Benedetto                                         C.C.B. n. 100000010845
                                                               intestato a
                                                               Fondazione Migrantes CC Stampa
Rom e Sinti                                                    Bonifico bancario
Un “vero rom”                                             28   c/o Banca Prossima S.p.A.
Mirko Dalla Torre                                              Filiale 05000 - Milano
                                                               IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845
Penelope                                                  31   BIC: BCITITMX
Anna Piuzzi
                                                               Archivio fotografico Fondazione Migrantes
Fieranti e circensi
                                                                                                                                                                                                                 Iscritto alla
Il circo ad Albano                                        33                                                                                                                                                     Federazione Italiana Settimanali Cattolici
Il pifferaio buono di Hamelin                             34            MigrantiPress percepisce i contributi pubblici all’editoria.
Silvia Guidi                                                            MigrantiPress, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settima-
                                                                        nali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina
News Migrazioni                                           38   Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunica-
                                                               zione Commerciale.

Segnalazioni librarie                                     40   Progetto grafico, impaginazione e stampa

Ufficio nazionale per i problemi giuridici - CEI               www.taueditrice.com
Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza   41
Alessandro Pertici
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 EDITORIALE 1

La Chiesa del ‘noi’,
cattolica
Mons. Gian Carlo Perego*

N
         ell’enciclica Lumen fidei, la prima encicli-   alto lo pagano coloro che più facilmente posso-
         ca di Papa Francesco, iniziata da papa Be-     no diventare gli altri, gli stranieri, i migranti, gli
         nedetto XVI, ritroviamo un passaggio in        emarginati, che abitano le periferie esistenziali».
cui si legge come una caratteristica della fede         Le migrazioni per la Chiesa sono una provoca-
sia portarci «al di là del nostro ‘io’ isolato ver-     zione a non indebolire la cattolicità, per ciascu-
so l’ampiezza della comunione» (L.F. 4). Questa         no di noi ad essere ‘cattolici’, cioè aperti, capaci
caratteristica della fede di costruire un ‘noi’ Papa    di riconoscere gli altri come fratelli e sorelle, di
Francesco la riprende nell’enciclica Fratelli tutti e   affermare concretamente la dignità di ogni per-
nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Mi-          sona e di vivere la fraternità come stile. I fedeli
grante e del Rifugiato 2021, dove si afferma non        cattolici – scrive ancora Papa Francesco – «sono
solo che la fede è fondata sul ‘noi’, sulla comu-       chiamati, ciascuno a partire dalla propria comu-
nione, ma anche che la fede è impegno a crea-           nità in cui vive, affinché la Chiesa diventi sem-
re «un noi sempre più grande». Pertanto il ‘noi’
                                                        pre più inclusiva». Un impegno all’inclusione
è a fondamento non solo della fede, ma anche
                                                        che da ecclesiale deve diventare anche impegno
della speranza e della carità: caratterizza l’abito
                                                        e progetto politico, per una nuova città, per un
cristiano, la nostra responsabilità e i nostri pro-
                                                        nuovo mondo. «Oggi, e sempre di più, ci sono
getti. E il ‘noi’ ecclesiale – ci ricorda ancora Papa
                                                        persone ferite. L’inclusione o l’esclusione di chi
Francesco - non è impoverito, ma arricchito dal-
                                                        soffre lungo la strada – leggiamo nell’enciclica
la ricchezza della diversità che i mondi migran-
                                                        Fratelli tutti - definisce tutti i progetti economi-
ti ci fanno incontrare, e riceve una nota nuova,
                                                        ci, politici, sociali e religiosi. Ogni giorno ci tro-
quella della cattolicità, dell’universalità. Il Papa
sembra ricordarci che il rifiuto, i muri, l’abban-      viamo davanti alla scelta di essere buoni sama-
dono, i respingimenti, il disprezzo, le violen-         ritani oppure viandanti indifferenti che passano
ze non solo impoveriscono il ‘noi’ del mondo,           a distanza» (F.T. 69). La Giornata Mondiale del
ma impoveriscono anche il ‘noi della fede, che          Migrante e del Rifugiato diventi, quest’anno,
per sua natura è cattolica. La fede è ferita tutte le   una tappa per una Chiesa comunione e una cit-
volte che hanno il sopravvento i nazionalismi –         tà più inclusiva, una tappa nella costruzione di
come ci ha insegnato la storia del Novecento -,         un mondo fraterno che vede la responsabilità di
tutte le volte che ha il sopravvento l’individua-       tutti. E preghiamo il Signore, con le parole di
lismo o l’autoreferenzialità nella vita ecclesiale      Papa Francesco, perché «la nostra terra possa di-
e sociale. «Il tempo presente – scrive Papa Fran-       ventare, così come Tu l’hai creata, la Casa comu-
cesco nel Messaggio riprendendo la ‘Fratelli tut-       ne di tutti i fratelli e le sorelle». ■
ti’ – ci mostra che il ‘noi’ voluto da Dio è rotto e
frammentato, ferito e sfigurato… E il prezzo più                                  *Presidente Cemi e Migrantes

                                                                                  9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 3 1
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
11 EDITORIALE
    PRIMO PIANO
              1 1

Esserci per ogni
persona migrante
Qualsiasi sia la direzione del suo andare
e il passaporto in suo possesso
Intervista con il card. Bassetti
Raffaele Iaria

«V
            erso un ‘noi’ sempre più grande» è il       segnato, impegnandoci a ogni livello per com-
            titolo scelto da Papa Francesco per il      battere il virus dell’individualismo, che genera
            suo messaggio per la Giornata mon-          processi di disgregazione e ci rende incapaci di
diale del Migrante e del Rifugiato che si cele-         disegnare un futuro degno per tutti».
brerà domenica 26 settembre. Il richiamo evi-
dente è all’enciclica “Fratelli tutti”, perché alla     Ogni uomo e donna, dovunque si trovi, è
fine non ci siano più ‘gli altri’, ma solo un ‘noi’     membro della società. Questo non sempre
universale. Il papa invita a «camminare insieme         è realizzato anche in Italia. Come accogliere
verso un noi sempre più grande, a ricomporre            nella Chiesa per non escludere nessuno?
la famiglia umana, per costruire assieme il no-         «Innanzitutto mettendo al centro la persona
stro futuro di giustizia e di pace, assicurando che     umana, che è creatura fatta a immagine e somi-
nessuno rimanga escluso».                               glianza di Dio, a prescindere dalla sua condizio-
In Italia le celebrazioni ufficiali della Giornata si   ne sociale, dalla provenienza e dal colore della
svolgeranno quest’anno nelle Marche su inizia-          pelle. In secondo luogo, sconfiggendo la pau-
tiva della Commissione Cei per le Migrazioni e          ra che paralizza, fa perdere la speranza, porta a
della Fondazione Migrantes. Nelle Marche an-            stare sulla difensiva: avere paura significa chiu-
che la celebrazione eucaristica nazionale.              dersi, alzare muri, togliere terreno a quel “noi
                                                        sempre più grande” di cui parla il Papa. Infine,
Il messaggio di papa Francesco è un invi-               bisogna ricordare che l’inclusione non è solo
to rivolto a tutti. Cosa significa per la Chiesa        una questione sociale, progettuale, educativa
italiana?                                               ma è un fatto che affonda le sue radici nella mi-
«È un appello a pensarci sempre più come fa-            stica e nell’umanesimo cristiano. Nessuno può
miglia umana, vedendo in ciascuno – soprattut-          dirsi cristiano se esclude il proprio fratello».
to negli ultimi e nei bisognosi – un fratello. La
pandemia ci ha ricordato, in modo inequivoca-           Che vuol dire una Chiesa che esce all’incontro
bile, che nessuno si salva da solo e che, come          senza pregiudizi e paure?
dice il Papa, siamo tutti sulla stessa barca», dice     «È una Chiesa del Vangelo sine glossa, che è ca-
in questa intervista il card. Gualtiero Bassetti,       pace di uscire da sé stessa, dalle proprie zone di
presidente della Conferenza Episcopale Italiana:        comfort per andare a curare chi è ferito, a cer-
«dobbiamo fare tesoro di quello che questa ter-         care chi è smarrito, a sorreggere chi ha bisogno
ribile prova che stiamo ancora vivendo ci ha in-        di aiuto. Proprio come il Buon Samaritano che

1 4 1 migrantiPRESS 1   910settembre
                            ottobre 2020
                                     2021
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 PRIMO PIANO 1

non ha avuto paura di avvicinarsi all’altro, di
chinarsi su di lui e di farsi prossimo al giudeo
                                                       La paura paralizza,
ferito, andando oltre qualsiasi barriera storica e     fa perdere la speranza,
culturale. Gesù ci invita a fare lo stesso, a supe-
rare la diffidenza per farci vicini a chiunque si      porta a stare
trovi in difficoltà».
                                                       sulla difensiva:
Come essere vicini a chi oggi soffre a causa
di guerra e povertà che arrivano sulle nostre
                                                       avere paura significa
coste?                                                 chiudersi, alzare muri,
«Dobbiamo imparare a riconoscere in chi arriva
sulle nostre coste, a volte dopo essere stato strap-   togliere terreno a quel
pato alla morte in mare, il volto di Cristo. Biso-
gna scrollarsi di dosso il pregiudizio che porta       “noi sempre più grande”
a etichettare il migrante come un problema o,
peggio ancora, un nemico che viene a toglierci         di cui parla
qualcosa, un usurpatore, un’insidia. Chi scappa
dalla guerra, dalla fame, dalla violenza è un fra-
                                                       papa Francesco
tello e sulla nostra capacità di amarlo, accoglier-
lo, proteggerlo saremo giudicati. Tra le opere di
giustizia infatti vi è anche quella dell’accoglien-
za nei confronti degli stranieri».                     Qualche mese fa altre famiglie sono giunte dalla
                                                       Giordania, in fuga dalla martoriata Siria, dall’I-
La Chiesa italiana è impegnata anche sul fron-         raq e dal Pakistan dove hanno subito una feroce
te dei “corridoi umanitari”…                           persecuzione religiosa in quanto cristiani con-
«Tra gli ultimi corridoio umanitari della CEI          vertiti. Sono solo le ultime, in ordine di tem-
sono giunte in Italia, 43 profughi dal Niger.          po, di una serie di operazioni umanitarie che

                                                                             9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 5 1
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 PRIMO PIANO 1

la Chiesa che è in Italia, insieme al Governo e       viandanti fatti della stessa carne umana, come
all’Unhcr, ha voluto assicurare in questi anni a      figli di questa stessa terra che ospita tutti noi,
tante persone e famiglie che si trovano in con-       ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle
dizione di particolare vulnerabilità. Attraverso il   sue convinzioni, ciascuno con la propria voce,
lavoro della Chiesa Italiana sul territorio è stato   tutti fratelli”. Il sacerdote per primo deve esse-
possibile trasferire in sicurezza oltre mille pro-    re capace di condividere, di stare con gli altri, di
fughi dalla Turchia, Giordania, Etiopia e Niger.      mettere sé stesso a servizio del prossimo. Non
Può sembrare una goccia in mezzo al mare, di          c’è evangelizzazione senza fraternità».
fronte al grande bisogno di sicurezza che si regi-
stra in tutto il mondo, ma si tratta di uno sforzo    Lei recentemente ha inviato un messaggio, at-
capace di cambiare il paradigma dell’immigra-         traverso Rai Italia, ai nostri emigrati italiani:
zione nel nostro Paese e in Europa».                  come la Chiesa segue questa “porzione di po-
                                                      polo di Dio”?
Come formare i sacerdoti su questi temi?              «Come una mamma che ha cura dei suoi fi-
«Don Primo Mazzolari, grande sacerdote del            gli, anche di quelli che abitano lontano, così la
Novecento, in uno dei suoi scritti, ricordava che     Chiesa è vicina ai tanti italiani – circa 5,5 milio-
“si cerca per la Chiesa un uomo capace di vivere      ni – che vivono all’estero attraverso i missionari,
insieme agli altri, di lavorare insieme, di piange-   i religiosi e le religiose, i laici che dedicano il loro
re insieme, di ridere insieme, di amare insieme,      tempo e le loro energie nelle Missioni Cattoli-
di sognare insieme”. “Insieme” è la parola chia-      che di Lingua Italiana coordinati dalla Fondazio-
ve, l’orizzonte che deve guidare il pensiero e l’a-   ne Migrantes. La cura di ogni persona migrante,
zione di ogni cristiano e, dunque, dei sacerdoti.     qualsiasi sia la direzione del suo andare e il pas-
“Sogniamo – dice Papa Francesco nell’Encicli-         saporto in suo possesso, è sempre doverosa». ■
ca Fratelli tutti – come un’unica umanità, come
                                                                               Intervista a cura di Raffaele Iaria

1 6 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 MONDO MIGRANTES 1

Nel segno della carità
e dell’accoglienza
Mons. Perego nuovo presidente della Commissione
Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes
Andrea Musacci

U
       no stile di vita rinnovato per vivere la città   Bakhita”, gruppo di rifugiati, richiedenti asi-
       del presente e costruire la città di domani      lo e migranti, che incontra poi durante la festa
       nel segno della carità e dell’accoglienza.       in arcivescovado. Una settimana dopo, la visi-
L’attenzione alle donne e agli uomini migran-           ta a Casa Betania, struttura cittadina per l’acco-
ti da parte di mons. Gian Carlo Perego, eletto          glienza di donne e bambini migranti. «Il futuro
presidente della Commissione Cei per le Mi-             – commenta in questa occasione – nasce dalla
grazioni e della Fondazione Migrantes nell’ulti-        capacità di riconoscere l’altro, dalla condivisio-
ma assemblea dei vescovi italiani, non è venu-          ne. Si costruisce sempre con l’altro, mai da soli».
ta meno nel suo impegno come arcivescovo di             Una problematica, quella dell’accoglienza, sem-
Ferrara-Comacchio. Il 3 giugno 2017, giorno del         pre legata al tema della sicurezza, che «nasce an-
suo ingresso nella nuova diocesi, mons. Perego          che da un’organizzazione urbana che non lasci
viene accolto fuori dalla Cattedrale dall’“Emilia-      fuori nessun luogo». Una cura particolare riba-
Romagna’s Brothers and Sisters S. Josephine             dita dall’arcivescovo pochi giorni dopo, in occa-

                                                                               9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 7 1
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 MONDO MIGRANTES 1

                                                      granti. «Se per ogni persona il destino è la ri-
   Mons. Gian Carlo Perego                            surrezione e la vita, come credenti potremmo
                                                      accettare di abbandonare alla morte tanti nostri
                                                      fratelli e sorelle?», riflette nella Messa per la Fe-
   Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di
   Ferrara-Comacchio, è stato eletto nuovo            sta dell’Assunta del 2018, celebrata a Pomposa.
   presidente della Commissione per le Mi-            «Il porto non è il luogo da cui guardare la città,
   grazioni della Conferenza Episcopale Ita-          ma è il luogo da cui si guarda il mare e chi arri-
   liana e della Fondazione Migrantes.                va dal mare». «Oggi, purtroppo, siamo abituati
   L’elezione è avvenuta durante l’Assemblea          a vedere e a denunciare immagini di un deserto,
   Generale dei vescovi italiani che si è svolta
                                                      tappa di un cammino, di una fuga dalla morte
   a Roma dal 24 al 27 maggio scorso.
   Mons. Perego, già Direttore generale del-          da parte di donne e uomini, che diventa luogo
   la Fondazione Migrantes, sostituisce mons.         della tratta degli esseri umani, della violenza e
   Guerino Di Tora. Nato a Vailate (Cr), il 25        degli stupri: non rifugio, ma tomba». Immagini
   novembre 1960, Mons. Perego viene ordi-            che «purtroppo rischiamo di non vedere, distrat-
   nato sacerdote nel 1984.                           ti da interessi che la politica orienta altrove».
   Negli anni 1986-1994 è tra i fondatori e
                                                      Nel dicembre 2019, intervenendo a Ferrara alla
   animatori a Cremona del Centro studi sul
   disagio e l’emarginazione giovanile, segue         presentazione della mostra “Luoghi comuni.
   la nascita della cooperativa dei servizi per       Uno sguardo sulla città” organizzata dalla co-
   l’accoglienza degli immigrati, con un’at-          operativa CIDAS, commenta: «È fondamentale
   tenzione particolare ai richiedenti asilo,         differenziare volti e storie: progetti come i vostri
   rifugiati o in protezione temporanea.              sono molto importanti per valorizzare le capa-
   Dal 2002 al 2006 è stato chiamato a Roma
                                                      cità delle persone migranti, che possono rappre-
   dalla Caritas Italiana come Responsabile
   dell’Area nazionale. Nel 2009 è stato nomi-        sentare un vero e proprio tesoro capace già di
   nato direttore generale della Fondazione           trasformare le nostre città».
   Migrantes. Una carica che ricopre fino al          Poche settimane dopo, in occasione della Fe-
   al 2017 quando papa Francesco lo nomina            sta della Sacra Famiglia, mons. Perego riflette
   arcivescovo di Ferrara-Comacchio. (R.Iaria)        sul cammino riguardante «i lavoratori migranti,
                                                      studenti, che dall’Italia sempre più raggiungono
                                                      altri Paesi e di migranti di altri paesi, lavoratori
sione della Solennità del Corpus Domini: «Gli         e famiglie, studenti, richiedenti asilo e rifugiati,
infermi, i carcerati, i migranti sono tre catego-     che raggiungono l’Italia e l’Europa o altri Paesi
rie di persone alle quali guardare con una prefe-     del mondo». «Questo mondo in mobilità ci ri-
renza nelle nostre comunità anche a partire dal       cordano i Magi e la famiglia di Nazareth. È un
dono dell’Eucaristia», riflette nell’omelia.          mondo che ha bisogno e chiede protezione, an-
Una relazione, quella con le persone migranti,        geli che possano accompagnare le persone e le
mai scontata ma inevitabile nella nostra quoti-       famiglie perché non diventino vittime».
dianità. «Le migrazioni ci fanno incontrare nel       Senza giustizia, infatti – ha commentato lo scor-
mondo del lavoro, della scuola, del tempo li-         so settembre in occasione della Giornata mon-
bero», ovunque, «persone che hanno un’altra           diale dei migranti e rifugiati - «il cammino dei
esperienza culturale e religiosa. Pertanto diven-     migranti è segnato da discriminazioni, sfrutta-
ta importante la condivisione in parrocchia con       mento, abbandono. Senza giustizia le famiglie
persone di altre religioni o chiese, o che non cre-   dei migranti non trovano casa, non vengono ri-
dono, di momenti di festa e di conoscenza. Non        spettate, non vengono considerate». «Le migra-
abbiate paura di incontrare le persone!», è il for-   zioni oggi sono luoghi in cui siamo chiamati a
te messaggio di mons. Perego nella sua prima          rinnovare il nostro stile di vita cristiano e in cui
Lettera pastorale «Immagini di Chiesa» del di-        esercitare carità e giustizia». «Purtroppo, invece,
cembre 2017.                                          le migrazioni diventano spesso terreno di scon-
Incontro che può essere facilitato dalla cono-        tro ideologico», «dove la vita e la dignità delle
scenza delle storie di sofferenza vissute dai mi-     persone vengono umiliate». ■

1 8 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 MONDO MIGRANTES 1

Mons.
Cantisani
e le
migrazioni
Un ricordo di don
Antonino Denisi

D
       ovendo tracciare un ricordo dell’arcivesco-    Mons. Cantisani in quegli anni ha presieduto la
       vo mons. Antonio Cantisani, primo pre-         delegazione Migrantes italiana agli incontri bi-
       sidente della Fondazione Migrantes, non-       laterali delle Chiese europee alla pastorale mi-
ché consultore del Pontificio Consiglio della         gratoria dei rispettivi paesi ad Einsiedeln per la
pastorale per i migranti e gli itineranti, mi viene   Svizzera, a Bruxelles per il Belgio, a Francofor-
spontaneo parafrasare l’espressione napoletana:       te per la Germania, ecc. Ha ideato e promosso i
“I figli sono un pezzo di cuore”. Perché Mons.        convegni dei Missionari Cattolici Italiani (MCI)
Cantisani il cuore l’ha donato intero al mon-         nelle regioni di partenza dei migranti. Ricordo
do delle migrazioni, e non soltanto durante gli       quello dei 150 Missionari della Germania a Co-
anni citati.                                          panello (CZ) sul tema: A servizio del Vangelo con
Ne parlo per esperienza diretta, perché al suo        gli emigrati calabresi, durante il quale in una do-
fianco ho operato nel settore della pastorale mi-     menica di maggio del 1984, 60 Missionari han-
                                                      no celebrato l’Eucaristia con i parroci ed i fa-
gratoria della Chiesa italiana ed europea.
                                                      migliari degli emigrati in altrettanti paesi della
Negli anni infatti in cui ha esplicato il suo man-
                                                      Calabria. Nel 1987 è stata la volta di quelli del-
dato siamo stati nel 1989 a Buenos Aires per un
                                                      la Svizzera a Paola (CS) sul tema In Calabria alle
convegno su “El patrimonio religioso de la co-
                                                      origini di una storia e di una fede.
lectividad italiana en Argentina”. Relazionando
                                                      Non avendo spazio per riportare qualche bra-
sul tema “Pastorale migratoria e della pietà po-      no degli interventi del Presule di origine lucana,
polare nelle Chiese del Mezzogiorno” ha dichia-       mi limiterò a citare un passaggio dell’interven-
rato al giornale L’Eco dei calabresi: «Ho detto in    to alla Prima Conferenza Regionale dell’Emigra-
che modo la chiesa italiana vuole agire per con-      zione Calabrese (27 ottobre 1983) anche perché
cretizzare un rapporto più costruttivo con voi,       sottolinea l’impegno per una pastorale migrato-
perché v’inseriate in maniera sempre più piena        ria storica incarnata nel tempo e nella dimen-
nella Chiesa, con la vostra ricchezza spirituale,     sione socio-culturale e economico-politica, oltre
con la vostra autentica identità, per arricchire      che etico-religiosa.
questa Chiesa, per fare questo Paese sempre più       Rivolgendo la parola ai 500 emigrati convenu-
accogliente».                                         ti dai cinque continenti ed alla presenza del-

                                                                             9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 9 1
2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
1 MONDO MIGRANTES 1

   Chi era
   L’Arcivescovo mons. Antonio Cantisa-                         la loro originale identità». Mons.
   ni, morto lo scorso 1 luglio a Catan-                        Cantisani aggiungeva che quando
   zaro ha «accompagnato la nascita e                           si «danno sacerdoti o altri operatori
   i primi anni di vita della Fondazione                        pastorali ad un’altra Chiesa per que-
   Migrantes con passione e intelligen-                         sto specifico settore dell’emigrazio-
   za per oltre un decennio». Così lo ha                        ne, si aiuta la Chiesa particolare di
   ricordato mons. Gian Carlo Perego,                           accoglienza ad essere autenticamen-
   presidente della Commissione Cei                             te Chiesa: una Chiesa la cui unità si
   per le Migrazioni e della Fondazione                         arricchisce della diversità, una Chiesa
   Migrantes. Anche al termine del suo                          in cui l’unico Dio può essere lodato
   mandato mons. Cantisani – aggiun-                            in ogni lingua e in ogni cultura; una
   ge il presule – ha “continuato a seguire la vita   Chiesa che – già al suo sol esistere – è più chia-
   e l’azione pastorale della Migrantes con sug-      ro segno e fermento di pace tra i popoli».
   gerimenti e interventi, aiutando l’episcopato      Nato il 2 novembre 1926 a Lauria (Potenza),
   italiano ad aprirsi al nuovo tema dell’immigra-    già Diocesi di Policastro Bussentino, ora di Tur-
   zione. I suoi testi dedicati alla pastorale del-   si-Lagonegro, mons Cantisani è stato ordinato
   le migrazioni rimangono ancora importanti          sacerdote il 16 giugno 1949. Eletto arcivesco-
   per costruire nelle nostre comunità cristiane e    vo di Rossano il 18 novembre 1971, riceve l’Or-
   nella vita sociale una ‘cultura dell’incontro’”.   dinazione Episcopale a Sapri il 27 dicembre
   Mons. Cantisani è stato il primo Presidente        1971 ed entra in diocesi il 16 gennaio 1972.
   della Commissione CEI per le Migrazioni, elet-     Dal 7 aprile 1979 Vescovo di Cariati (unita in
   to durante la XXV assemblea generale della         pari data “aeque principaliter” all’Arcidioce-
   CEI. In quell’assemblea il presule, come riferi-   si di Rossano). Nel 1980 viene chiamato alla
   sce “Migranti-Press” (allora agenzia stampa),      guida della diocesi di Catanzaro e Vescovo di
   la necessità di «mandare sacerdoti anche in        Squillace. Inizia il ministero episcopale: a Ca-
   quel particolare settore che è l’emigrazione». I   tanzaro il 20 settembre 1980, nella Diocesi di
   vescovi – aggiungeva – «ci chiedono sacerdoti      Squillace il 27 settembre 1980. Dal 30 settem-
   perché aiutino i nostri emigrati a crescere nel-   bre 1986 Arcivescovo di Catanzaro-Squillace.
   la fede ad inserirsi nella Chiesa di arrivo con    (Raffaele Iaria)

Mons. Antonio Cantisani, morto lo scorso 1 luglio
a Catanzaro, all’età di 94 anni, ha accompagnato la
nascita e i primi anni di vita della Fondazione Migrantes
con passione e intelligenza per oltre un decennio

le rappresentanze istituzionali di ogni ambito        ti i vescovi della Calabria i quali, in occasione
della regione, mons. Cantisani così si esprime-       di questa conferenza, hanno voluto rivolgere a
va: «È questa un’occasione per dire agli emigra-      tutti gli emigrati un messaggio con il quale si
ti che noi siamo al loro fianco per condividere       leva alta la voce per chiedere l’attenzione della
drammi, angosce, problemi, speranze, per dire         classe politica ai problemi degli emigrati, spe-
che la Chiesa continuerà a fare la sua parte. Dico    cie in questo momento in cui gli emigrati sono
la Chiesa in quanto oltre il mio personale salu-      minacciati dallo spettro della disoccupazione e
to parlo come Presidente della Conferenza Epi-        purtroppo da una xenofobia non troppo laten-
scopale per l’emigrazione e porto il saluto di tut-   te». ■

1 10 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 MONDO MIGRANTES 1

L’emigrazione
“mi ha cambiato”
Don Silvano Ridolfi ricorda mons. Cantisani

M
          ons. Antonio Cantisani è benemeri-          Alfredo Maria Garsia. In tutti quegli anni l’ar-
          to anche, e direi particolarmente, per      civescovo Cantisani, assieme ai Confratelli Ve-
          la passione e l’attenzione alla pastora-    scovi ed assistito dagli uffici operativi, ha gui-
le di emigrazione nella quale è approdato per         dato verso importanti attuazioni normative: lo
decisione assembleare dei Vescovi italiani nel ri-    Statuto UCEI, il Regolamento dei Missionari di
ordino pastorale ed organizzativo delle molte         Emigrazione, le Convenzioni tra Vescovi (o Pro-
Commissioni Episcopali tra cui la CEMIT (Com-         vinciali) di partenza e quelli di accoglienza, il
missione Episcopale per le Migrazioni Italiane e      Direttorio pastorale delle Migrazioni, l’istituzio-
il Turismo) in successione al Vescovo Gaetano         ne di una “Cassa di integrazione” tra missiona-
Bonicelli dopo il laborioso inizio del 1965 con       ri di emigrazione, Va ricordato per meglio com-
il compianto Vescovo Albino Mensa. D’altronde         prendere la mole di lavoro l’ampio spettro di
l’emigrazione italiana anche in Europa era di-        competenza della Commissione e dell’ Ufficio
venuta preponderatamente meridionale e l’arci-        Migrantes: migrazioni interne, emigrazione, im-
vescovo di Catanzaro e Squillace la conosceva         migrazione apostolato del mare e aeroportuale,
bene per la forte componente calabrese. Per il        Rom e Sinti, circensi, profughi, turismo (questo
triennio successivo 1985-1988 l’assemblea dei         fino al 1986). E ci sono gli incontri nazionali
Vescovi italiani riformò le numerose Commis-          ed europei, i rapporti bilaterali tra Commissio-
sioni episcopali distinguendo tra “Commissioni        ni Episcopali e le pubblicazioni da seguire, i col-
episcopali” e “Commissioni ecclesiali” rispetti-      legamenti con organismi civili ed ecclesiali da
vamente “organo” ed “organismo” della CEI in          curare. Infine anche i viaggi di visita all’estero
base alla materia di cui dovevano avere cura. Le      per promuovere contatti di sostegno e di collo-
Commissioni episcopali erano composte di soli         quio diretto con gli operatori pastorali. Stupisce
Vescovi e quelle ecclesiali di Vescovi e laici del    quindi come l’arcivescovo di una diocesi impe-
settore. Le migrazioni divennero “organismo ec-       gnativa come Catanzaro e Squillace abbia potu-
clesiale” e tale rimasero fino al 2000 quando ri-     to seguire tutto questo lavoro con serenità, in-
tornarono “episcopali” in seguito anche al mu-        telligenza ed affetto. Ricordo un lungo viaggio
tamento del loro Ufficio CEI operativo - l’UCEI       in USA in cui l’ho accompagnato come direttore
(Ufficio Centrale per l’Emigrazione Italiana) dal     dell’Ufficio operativo ad incontrare le maggiori
1965 divenuto “Fondazione Migrantes” compo-           comunità italiane e le Autorità religiose e civili
sta di sacerdoti e laici - sempre al servizio della   locali. Mi ha impressionato il clima di cordiali-
Commissione episcopale e sotto la presidenza          tà che sapeva suscitare, la grande disponibilità al
di Commissione ed Ufficio Migrantes di mons.          dialogo ed all’ascolto oltre alla prudenza nelle
Cantisani ininterrottamente fino al 1995 quan-        promesse, che mai ha poi disatteso. E mi confi-
do gli subentra il Vescovo di Caltanisetta, mons.     dò: “Sai, l’emigrazione mi ha cambiato”. ■

                                                                           9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 11 1
1 IMMIGRATI 1

Dall’aiuto al singolo
allo sguardo plurale…
Generare accoglienza e integrazione
Arianna Cocchi

«V
           erso un Noi sempre più grande» è il       “guardarsi al plurale”, accogliendo al suo inter-
           chiaro orizzonte verso il quale Papa      no, curandosi della persona nel suo complesso
           Francesco ha indirizzato il cammi-        e aiutando il singolo impattando la comunità.
no di tutte quelle piccole e grandi realtà come      “You are christian, help me!”: Dullal Ghosh, con
la Cooperativa Sophia - Impresa Sociale che la-      in mano fazzoletti e accendini, grida ad una
vorano per integrare coloro che sono lasciati ai     macchina che passa. Al suo interno c’è Marco
margini, “gli altri” che abitano le periferie esi-   Ruopoli, presidente di Sophia, che risponden-
stenziali. La Giornata Mondiale del Migrante e       do all’appello si assume la responsabilità di un
del Rifugiato 2021 trova Sophia impegnata nel        giovanissimo migrante proveniente dal Bangla-

1 12 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1

                                                        Creare per chi è
                                                        in difficoltà un lavoro
                                                        che riesca a impattare
                                                        positivamente su tutta
                                                        la comunità

desh che oggi è parte del “noi” della coopera-          Questi stessi principi hanno permesso a Sophia
tiva. Dullal è socio e protagonista principale di       di creare per chi è in difficoltà un lavoro che rie-
un progetto educativo sul tema dell’immigrazio-         sca a impattare positivamente su tutta la comu-
ne attraverso il quale ha già raccontato, insieme       nità. «Non voglio che altri ragazzi fanno come
a Sophia, a più di 8000 studenti cosa si nascon-        me». Sono le parole di Mamady, emigrato ir-
de dietro il volto di chi incontrano al semafo-         regolarmente a 17 anni senza sapere nulla del
ro cambiando la loro percezione del fenomeno            viaggio e senza dire nulla alla madre. Con lui,
migratorio nel suo complesso.                           Sophia ha dato il via a “Educare senza Confi-
Il lavoro regolare, la lingua e una casa sono le
                                                        ni” in Guinea, progetto educativo sui rischi del-
esigenze primarie di molti giovani migranti che
                                                        la migrazione irregolare rivolto agli studenti di
fanno i conti con sfruttamento, lavoro in nero
                                                        quei paesi dove è forte la spinta ad emigrare.
e situazioni abitative fatiscenti. Con il progetto
                                                        «Basta ascoltare le parole di chi arriva per capi-
“Creare Valore Attraverso l’Integrazione” sono
                                                        re che c’è un problema di informazione a mon-
stati modellati dei percorsi di integrazione indi-
                                                        te: Mamady ha subito una terribile prigionia in
viduali sulle necessità di ognuno: Sophia ha cre-
ato una nuova area di lavoro dove molti giovani         Libia, una durissima traversata per il deserto,
migranti si sono potuti formare mentre regola-          senza contare il viaggio in mare». Marco Ruo-
rizzavano la propria posizione in Italia. Attraver-     poli racconta come dalla preoccupazione di Ma-
so il dialogo, la flessibilità e il lavorare-insieme,   mady sia nato un progetto che gli ha permesso
è stato possibile offrire ai giovani un aiuto “sta-     di rientrare valorizzando la sua esperienza per i
bile”, che non si limitasse ad alcuni aspetti, ma       giovani che vogliono partire. Il “noi” per Sophia
che prendesse in considerazione i numerosi fat-         diventa “più grande” lasciandosi «arricchire dal-
tori che ostacolano un percorso di integrazione.        la diversità del dono di ciascuno». ■

                                                                              9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 13 1
1 IMMIGRATI 1

Tendere la mano
La storia di una donna africana
mamma in affido di un bambino italiano
Nicoletta Di Benedetto

F
     orse solo chi l’ha pro-                                                   forse già delineato se fos-
     vato in prima persona                                                     se rimasta nella sua ter-
     può capire effettiva-                                                     ra di origine ma che lei ha
mente che cosa significhi                                                      provato a riscrivere impe-
essere aiutato nei momen-                                                      gnandosi. Tenacia e buona
ti in cui ci si sente sconfit-                                                 volontà saranno state fon-
to o abbandonato, pertan-                                                      damentali, ma sicuramente
to restituire con un gesto                                                     determinante sarà stato an-
di solidarietà ciò di cui si è                                                 che l’incontro con persone
beneficiato viene dal cuo-                                                     che hanno creduto in lei.
re. Fare del bene, tendere                                                     Oggi Yodit può ritenersi
la mano verso chi ne ha bi-                                                    una donna fortunata, in Si-
sogno, essere disponibili e                                                    cilia ha avuto modo di co-
aprirsi agli altri, gesti stra-                                                struirsi una vita e un futuro
ordinari che possono assu-                                                     professionale perché è una
mere valore inestimabile per la persona che li           psicologa e una mediatrice culturale e da ven-
riceve.                                                  ti anni è responsabile di uno Sprar. A Palermo,
Si sarà sentito senza dubbio fortunato France-           città multietnica per eccellenza per quel retaggio
sco quando Yodit ha deciso di occuparsi di lui.          di culture diverse che ne hanno scritta la storia
Francesco è un bambino siciliano di 7 anni,              e innescato il senso dell’accoglienza nei suoi cit-
con un’infanzia difficile determinata dal con-           tadini, con eccezioni che non mancano neanche
testo familiare in cui viveva prima di essere ac-        in un luogo come questo, Yodit ha trovato il suo
colto assieme ai suoi fratelli in una comunità di        habitat naturale, la sua Patria senza rinnegare le
Palermo.                                                 sue origini.
Un caso che ha fatto notizia in Italia in quan-          L’incontro con il piccolo Francesco sarà stato si-
to Yodit Abbraha è una donna africana, di pel-           curamente emozionante e unico. C’è stato qual-
le scura che ha deciso di prendersi cura come            cosa che l’ha spinta a chiedere l’affidamento. Ha
mamma in affido di un bimbo di pelle chiara. Il          subito capito che quel bambino triste che non
primo caso in un Paese in cui ci si loda di esse-        sorrideva aveva bisogno di affetto, di sentirsi
re la culla della civiltà, del diritto, della cultura.   amato e al sicuro come ogni altro piccolo del-
Yodit è nata in Eritrea, oggi ha 46 anni e vive a        la terra. La donna ha raccontato al sito eritrea-
Palermo, ma aveva solo 11 anni, era una bam-             eritrea.com «Era assente e chiuso in sé stesso,
bina e povera quando la sua famiglia negli anni          nei primi tempi non mi sono accorta neanche
Settanta fuggì dalla città di Asmara per questio-        del colore dei suoi occhi. Un giorno ho scoper-
ni politiche e si rifugiò in Sicilia. Un destino         to che erano verde smeraldo e ad un certo pun-

1 14 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1

  Forse solo chi l’ha provato in prima persona può capire
  effettivamente che cosa significhi essere aiutato nei
  momenti in cui ci si sente sconfitto o abbandonato,
  pertanto restituire con un gesto di solidarietà ciò di cui
  si è beneficiato viene dal cuore
  to è scattato un legame che cresce ogni giorno           durante i quali il bambino potrà rientrare nella
  di più». Così nel 2018 Yodit fa il grande pas-           sua famiglia o rimanere con Yodit. Questo sta-
  so di chiedere l’affidamento, il percorso è sta-         to si potrebbe trasformare anche in una vera e
  to lungo e tortuoso, non solo per l’espletamen-          propria adozione, a tal proposito dice: «Solo il
  to delle pratiche, ma anche per il pensiero che          futuro ci darà le risposte». Per il momento non
  la tormentava, come lei stessa ha raccontato: «Il        ci vuole pensare perché l’esperienza dell’affido è
  piccolo avrebbe accettato una mamma nera?».              una cosa meravigliosa, afferma: «Quello che si
  L’affido per legge prevede un tempo di due anni,         riceve è molto più di quello che si dà». ■

                                                                                 FAI LA TUA OFFERTA
                                                                                 CON LA MODALITÀ
                                                                                 CHE PREFERISCI
                                                                                  Con carta di credito: chiama il N. Verde
                                                                                    800-825000 o vai su unitineldono.it
                                                                                  Con versamento sul conto corrente

      Uniti per il bene di tutti                                                    postale n. 57803009; potrai utilizzare
                                                                                    il bollettino che troverai nel pieghevole
                                                                                    in parrocchia
                                                                                  Con bonifico bancario sull’IBAN
                                                                                    IT 90 G 05018 03200 000011610110
                                                                                    a favore dell’Istituto centrale

SOSTIENI                                                                            Sostentamento Clero, con causale
                                                                                    “Erogazioni liberali art. 46 L.222/85”
LA TUA                                                                              Altri IBAN su unitineldono.it

COMUNITÀ
                                     La parrocchia è il cuore pulsante della
                                     comunità, il luogo dove ogni fedele trova

CON UN’OFFERTA
                                     conforto, fiducia, sostegno.
                                     Il parroco è il suo punto di riferimento:
CHE AIUTA                            anche grazie a lui, la comunità è viva,
                                     unita e partecipe.
IL PARROCO                           Dona la tua offerta: anche piccola,

E TUTTI I
                                     contribuirà ad assicurare il giusto
                                     sostentamento mensile per tutti

SACERDOTI
                                     i sacerdoti italiani.
                                     Anche per il tuo parroco.                   Scopri il nuovo sito unitineldono.it

                                                                                 9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 15 1
1 IMMIGRATI 1

I Lemmi
dell’immigrazione
Rifugiato
Luca Insalaco

I
    termini relativi al fenomeno migratorio,
    come sappiamo, non sono interscambiabi-
    li. Ad ogni vocabolo, infatti, corrisponde una
diversa condizione giuridica del soggetto a cui
ci si riferisce. Così, per fare un esempio, un ri-
chiedente asilo non potrà mai essere definito
“migrante irregolare” (o peggio ancora “clande-
stino”, termine da bandire dal nostro vocabola-
rio). Un altro termine che per la sua specificità
non può essere come utilizzato in forma sino-
nimica è quello di rifugiato. Come abbiamo già        ni territoriali del Ministero dell’Interno, a segui-
visto, il nostro ordinamento attua e regola il di-    to di colloquio individuale. In caso di riconosci-
ritto d’asilo attraverso due forme di protezione      mento dello status di rifugiato il beneficiario sarà
internazionale: lo status di rifugiato e la prote-    titolare di un permesso di soggiorno della dura-
zione sussidiaria.                                    ta di cinque anni, rinnovabile ad ogni scadenza.
Per trovare la definizione di rifugiato occorre       La definizione generale di rifugiato sopra citata
fare riferimento all’art.1 della Convenzione di       è stata richiamata dalle direttive comunitarie re-
Ginevra del 1951, secondo la quale rifugiato è        golanti la materia (ricordiamo, tra queste, la Di-
chi: «Temendo a ragione di essere perseguitato        rettiva 2004/83/CE del 29 aprile 2004 e la Diret-
per motivi di razza, religione, nazionalità, ap-      tiva 2005/85/CE dell’1 dicembre 2005), a loro
partenenza ad un determinato gruppo sociale o         volta recepite nel nostro ordinamento attraver-
per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal     so i relativi decreti attuativi (in primo luogo, il
Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a     Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n.251 e
causa di questo timore, avvalersi della protezio-     il Decreto Legislativo 28 gennaio 2008, n.25).
ne di questo Paese; oppure che, non avendo una        Il diritto dell’Unione Europea ha profondamen-
cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui      te mutato l’assetto legislativo italiano in mate-
aveva residenza abituale a seguito di siffatti av-    ria di asilo. Fino all’adozione delle direttive, in-
venimenti, non può o non vuole ritornarvi per         fatti, il nostro sistema normativo poggiava sulla
il timore di cui sopra».                              previsione dell’art. 10, comma 3, della Costitu-
Una persona, dunque, la cui vicenda rientri nella     zione. Le disposizioni comunitarie succedutesi
fattispecie prevista dalla Convenzione di Gine-       negli anni, invece, hanno introdotto standard
vra potrà ottenere lo status di rifugiato. Per far-   minimi comuni a tutti gli Stati membri con rife-
lo, tuttavia, dovrà prima formalizzare la propria     rimento ai presupposti e alle procedure per il ri-
domanda di protezione internazionale, che sarà        conoscimento della protezione e al relativo con-
valutata e decisa dalle competenti commissio-         tenuto. ■

1 16 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1

Il profugo
Antonio…
…e l’asceta Francesco da Paola
uniti a San Marco Argentano
Nicoletta Di Benedetto

Q
        uest’anno ricorrono Ottocento anni
        dall’approdo di sant’Antonio di Padova in
        Italia. Come sia arrivato in Sicilia a Capo
Milazzo se ne è parlato su questo giornale nel
numero di Aprile. La nave su cui viaggiava per
una forte mareggiata fu scaraventata sulla spiag-
gia e così Fernando Martins de Bulhões, nato a
Lisbona, appartenente ai canonici agostiniani, si
ritrovò naufrago in una terra straniera. Ed è pro-
prio dalla Sicilia che parte il viaggio di Fernando
prima che diventasse Antonio di Padova, frate
francescano venerato in tutto il mondo.
Siamo nel 1221 e Francesco di Assisi, che mo-
rirà nel 1226, convoca nella cittadina umbra il
primo “Capitolo delle Stuoie”. Il canonico por-
toghese si era spostato da Capo Milazzo e aveva
trovato accoglienza dai frati minori di Messina.
Da questi apprende la notizia, così si mette in
viaggio per andare a conoscere il “Poverello di        Questo complesso è associato indissolubilmen-
Assisi”. Nel risalire la Penisola molte sono le fer-   te a sant’Antonio di Padova e a san Francesco da
mate che segneranno il cammino del Santo pa-           Paola. Due figure importanti dell’ordine france-
dovano, tappe più o meno ancora oggi ricordate         scano; il primo portoghese il cui approdo in Ita-
per i luoghi che lo ospitarono.                        lia da naufrago segnò per sempre la sua vita, il
In Calabria diversi sono i posti che ricordano il      secondo nato in zona, a Paola, cittadina il cui
suo passaggio, ma a San Marco Argentano, cen-          toponimo aggiunto al proprio nome lo conno-
tro collinare in provincia di Cosenza, c’è una         ta tra la schiera dei seguaci del Santo di Assisi.
doppia storia che lega il luogo al francescanesi-      Due persone non contemporanee, Antonio di
mo. Qui si trova la chiesa della Riforma, o Com-       Padova era nato nel 1195, Francesco Martolilla,
plesso di Sant’Antonio, costituito dalla chiesa e      poi detto da Paola, era nato nel 1416; anche le
dal convento, è uno degli esempi più antichi in        storie di conversione sono diverse ma che nella
stile francescano presenti nella regione, anche se     località calabrese si fondono nello spirito della
rimane ben poco perché nei secoli la chiesa è sta-     regola francescana. Francesco da Paola è il San-
ta molto rimaneggiata. Eccetto il portico, il cam-     to Patrono della Calabria, eppure il passaggio
panile a vela e il coro ligneo, oggi ad accoglie-      del Santo di Padova ha lasciato un solco pro-
re il visitatore è uno stile prettamente barocco.      fondo nella memoria di questa terra tanto che

                                                                            9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 17 1
1 IMMIGRATI 1

il nome Antonio ricopre pagine e pagine dei re-        avere un figlio promettendo di mandarlo a servi-
gistri anagrafici. Il passaggio del Taumaturgo di      zio dai frati. Una notte il piccolo Francesco fece
Padova a San Marco Argentano è documentato             un sogno in cui san Francesco gli diceva di ricor-
dalla Vita Secunda di fra Giuliano da Spira. Nella     dare ai genitori il voto fatto. E fu così che il Fran-
chiesa, come scrive lo studioso Antonio Modaf-         cesco ancora bambino intraprese un cammino
fari, sul Messaggero di Sant’Antonio, c’è un’imma-     che lo porterà alla santità.
gine miracolosa che sarebbe apparsa per volon-
                                                       Antonio e Francesco due personalità diverse ma
tà di sant’Antonio in ricordo del suo passaggio
                                                       con un unico obbiettivo: imprimere le loro orme
in quel luogo. Ed ecco l’attribuzione del posto
                                                       nel cammino della fede seguendo l’esempio del
anche al Santo di Padova. Invece san Francesco
                                                       “Poverello di Assisi”. Il primo viaggiatore e pre-
da Paola fu ospite del convento per un anno dal
1429 al 1430; qui vestì l’abito votivo francesca-      dicatore, l’altro asceta tutto ritiro e preghiera, ma
no e da qui partì la sua conversione. La presenza      ambedue nel nome e nello spirito della povertà
del piccolo Francesco in questo convento – ave-        e della carità francescana. Il Complesso di San
va soli 12 anni quando vi mise piede – è lega-         Marco Argentano nel 1571 fu affidato ai padri
ta al voto fatto dalla madre che, già avanti con       Conventuali, poi agli Osservanti e infine ai Ri-
l’età, chiese a san Francesco di Assisi la grazia di   formati da cui deriva il nome della chiesa. ■

1 18 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1

I primi 10 anni
L’Ossservatorio permanente “Vie di Fuga”
a servizio del mondo dei rifugiati
Mirtha Sozzi

V
       ie di fuga compie dieci anni. In questo
       2021 l’Osservatorio permanente sul dirit-
       to di asilo celebra un importante traguar-
do: 10 anni di monitoraggio, informazione e
racconti sul mondo dei rifugiati.
Nato nel 2011, con le Primavere arabe che sono
già un pezzo di storia Vie di fuga è cresciuto pas-
sando di “emergenza” in “emergenza”, di decre-
to in decreto, di notizia in notizia dalle frontie-
re d’Italia e d’Europa, di dato in dato da leggere
e capire, fino agli ultimi mesi che hanno porta-
to in replica l’ennesima “emergenza” di migran-
ti morti e dispersi e di salvataggi nelle acque del
Mar Mediterraneo.                                        Partito dentro l’ufficio Migrantes di Torino e con
Un decennio nel quale i rifugiati e gli sfollati         il supporto della Fondazione Migrantes, per con-
nel mondo non hanno fatto che aumentare. Un              tinuare il lavoro di gruppo che si era appena con-
quinquennio, l’ultimo, in cui l’Europa ha serra-         cluso con la pubblicazione del libro d’inchiesta
to sempre di più le sue porte (anche questo sarà         La frontiera addosso del giornalista Luca Rastello.
storia) e in cui l’Italia, a un certo punto, ha in-      Vie di fuga ha collaborato alle varie edizioni del
terrotto con politiche fallimentari un faticoso          Rapporto sulla protezione internazionale in Italia,
percorso verso un vero sistema d’asilo e di ac-          frutto della collaborazione fra ANCI, Caritas Ita-
coglienza: politiche che oggi si stanno rivelan-         liana, Cittalia, Fondazione Migrantes e UNHCR
do quanto mai difficili da recuperare, come di-          e poi del report su Il diritto d’asilo della Fondazio-
mostra il monitoraggio sull’applicazione del DL          ne Migrantes.
130, pensato per sanare una situazione che ave-          Oggi il sito si presenta ai lettori con un essenzia-
va escluso e marginalizzato migliaia di cittadini        le restyling di grafica e di contenuti che ha quattro
stranieri ma che non ha ancora portato nessun            semplici obiettivi: offrire news veramente “a tut-
cambiamento.                                             to campo” nella parte alta dell’homepage; dare
Insomma un compleanno nel quale non c’è                  maggiore respiro all’ “oasi” di creatività e di pen-
molto da festeggiare ma che vuole essere un              siero intelligente che trova spazio nella sezione
momento di condivisione con tutti coloro che             Libri, film & C.; rendere visivamente più leggi-
portano nel campo dell’asilo politico una voce           bili i testi; e rendere più fruibili e a portata di
diversa. Vie di fuga è una piccola redazione che         mano i contenuti principali del sito, ora conden-
cerca di leggere il significato dei fatti oltre la re-   sati in otto sezioni tutte ben visibili e raggiungi-
torica, le parole vuote e le strumentalizzazioni         bili in homepage, senza bisogno di ricerche e di
ma che soprattutto vuole continuare a dare spa-          clic. Sotto le News, le Buone pratiche e i Dati e
zio a quelle esperienze, proposte e progetti che a       ricerche, e sotto ancora Libri, film & C., le Schede
questi fatti non si arrendono.                           Pae­se, Normativa, Le storie e Io studio. ■

                                                                                9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 19 1
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1

Protezione
internazionale…
…dalle Commissioni ai tribunali
una tutela sempre più incerta

L
    a tutela dei richiedenti asilo? In questi ulti-   La ricercatrice ha studiato gli esiti e la “perfor-
    mi anni si è mossa in un territorio dai con-      mance” dell’intero sistema italiano di valuta-
    fini sempre più incerti. Mentre loro, i richie-   zione dei richiedenti asilo, dalle Commissioni
denti, «raramente» hanno ricevuto attenzione          territoriali ai ricorsi giurisdizionali presso i Tri-
«in quanto soggetti attivi del proprio destino».      bunali, le corti d’Appello e la Cassazione fra il
Sono le conclusioni a cui giunge un contributo        2016 e il 30 giugno 2020. L’anno di partenza, il
di Monia Giovannetti, socia ASGI, pubblicato su       ’16, è il primo che consente lo studio di dati at-
Questione Giustizia.                                  tendibili sui ricorsi in sede giurisdizionale.

1 20 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1

                                                                                                                      © Siciliani-Gennari/SIR
In questi quasi cinque anni, le Commissioni ter-
ritoriali hanno esaminato poco meno di 386
                                                    Uno studio sugli esiti
mila richiedenti asilo, riconoscendo una qual-      e la “performance”
che forma di protezione (status di rifugiato,       dell’intero sistema
protezione sussidiaria, protezione umanitaria o
“speciale”) al 32% di loro, cioè a meno di 125      italiano di valutazione
mila persone.                                       dei richiedenti asilo,
Ma nello stesso periodo gli organi giudiziari
hanno ricevuto ben 269 mila ricorsi in materia.
                                                    dalle Commissioni
«Seguendo la traiettoria degli esiti e tracciando   territoriali ai ricorsi
il passaggio dalla fase amministrativa a quel-
la giurisdizionale – calcola Giovannetti –, pos-
                                                    giurisdizionali presso
siamo ragionevolmente pensare che siano state       i Tribunali, le corti
complessivamente 182 mila le persone alle qua-      d’Appello e la Cassazione
li è stato riconosciuto un titolo volto alla pro-
tezione e tutela nell’arco di tempo considerato
(il 47,3% dei casi esaminati in Commissione)».      «Questo rischio di maggior precarizzazione lega-
Se a questi si somma una stima sugli oltre 143      to ai non riconoscimenti è andato aumentando
mila casi ancora pendenti al 30 giugno 2020,        – spiega Giovannetti – a seguito dell’abolizione
considerando i tassi di accoglimento registra-      del permesso umanitario. Del resto, purtroppo è
ti nel periodo «potremmo giungere a ipotizzare      “naufragato” anche il tentativo, da parte dei go-
che coloro i quali giungeranno ad avere un tito-    verni dell’ultimo quinquennio, di velocizzare i
lo di soggiorno per protezione e dintorni saran-    percorsi di valutazione dei richiedenti asilo, sia
no il 59% (ovvero sei su 10)».                      in sede di Commissione territoriale sia, soprat-
Tutto questo ha però un risvolto dai contorni       tutto, giudiziaria.
pesanti. Dei 386 mila richiedenti esaminati in      Così “è indiscutibile che il limbo nel quale ver-
Commissione territoriale fra 2016 e 2020, alla      sano i richiedenti in attesa della definizione del-
fine ben 157 mila rimarranno senza un per-          lo status giuridico crea difficoltà e incertezze sul
messo di soggiorno, «in condizioni di vulnera-      proprio percorso di integrazione lavorativa e so-
bilità e precarietà socio-economica, anche a se-    ciale e ne condiziona l’interazione con le oppor-
guito e conclusione dell’iter amministrativo e      tunità presenti sul territorio». ■
giurisdizionale».                                                                                    (Mirtha Sozzi)

                                                                          9 settembre 2021   1 migrantiPRESS 1 21 1
1 STUDENTI INTERNAZIONALI 1

Talent…
…Tu al Centro…
Nicoletta Bazzoffi

D
       ue Studentesse internazionali universita-
       rie formatrici, protagoniste di una delle
       attività del progetto Talent – Tu Al Centro,
vincitore del Bando Nessuno Escluso 2, pro-
mosso e finanziato da Fondazione CR di Firenze
e da Il Cuore si Scioglie, con il patrocinio del Co-
mune. Il progetto vede la positiva collaborazio-
ne fra il Centro Studenti Internazionali “Giorgio
La Pira” e la Cooperativa Arca, in qualità di part-
ner e si concluderà a novembre 2021.
Il percorso multidisciplinare rivolto a un grup-
po di minori, composto da ragazze e da ragazzi,
residenti in due strutture di accoglienza (Nuova
Casa Sassuolo e Il Mandorlo), ha dato un origi-
nale supporto educativo, psicologico e affettivo
ai minori presenti nelle strutture. Un’offerta for-    Quali temi avete trattato?
mativa ricca di numerose attività, dal potenzia-       «Abbiamo parlato di responsabilità civica, di
mento della lingua italiana, all’alfabetizzazione      bullismo, di cyber bullismo e di tutto ciò che si
informatica, dalla riflessione sul corretto utiliz-    lega alla sfera dei Social, delle dinamiche delle
zo dei nuovi media, all’educazione civica. Al          fake news, della ricchezza dell’identità di ciascu-
centro la valorizzazione delle potenzialità ine-       no come membro del corpo sociale e dell’im-
spresse dei giovani ospiti delle case, per favorire    portanza di avere Sogni e guardare lontano con
il superamento delle criticità scolastiche e l’in-     l’impegno nel presente».
tegrazione nella comunità territoriale, attraver-
so l’autostima e la percezione di appartenenza.        È emerso l’aspetto dell’interculturalità?
«L’incontro con questi adolescenti provenienti         «Non esplicitamente, ma come un fatto di inte-
da paesi diversi, segnati da esperienze di vita im-    razione naturale, implicito nell’esperienza rela-
pegnative e dure – dice Kaaj Tshikalandand, del-       zionale che stavamo vivendo. Tutti noi, sia i ra-
la R.D. Congo, studentessa UNIFI di Economia           gazzi, come gli educatori, avevamo percorsi di
dello Sviluppo e mediatrice culturale - timoro-        vita atipici, rispetto all’italiano medio e ciascu-
si per il futuro che li attende con il raggiungi-      no era parte di minoranze. Sandra, donna bra-
mento della maggiore età, è stato per me una           siliana e io, donna nera eravamo nei nostri col-
bellissima sorpresa. Con la dottoressa brasiliana      loqui, conseguenza, non causa... Noi due siamo
Sandra Rodrigues, ci siamo trovate di fronte un        state molto stimolate dalle ragazze e dai ragaz-
gruppo attento e interessato, con tanta voglia di      zi. Ci preparavamo gli argomenti da trattare, ma
raccontare, di porre e di porsi domande, di esse-      poi rimanevamo spiazzati dalla ricchezza dei
re ascoltati».                                         loro stimoli culturali, dovuti alle loro esperienze

1 22 1 migrantiPRESS 1   9 settembre 2021
Puoi anche leggere