2021 LA CHIESA DEL "NOI" - Fondazione Migrantes
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni 2021 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021 LA CHIESA DEL “NOI” PRESS
sommario PRESS 2021 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021 Editoriale Rivista di informazione e di collegamento della Fondazione Migrantes La Chiesa del ‘noi’, cattolica 3 Anno XLII - Numero 9 settembre 2021 Mons. Gian Carlo Perego Direttore responsabile Ivan Maffeis Primo Piano Direttore Giovanni De Robertis Esserci per ogni persona migrante 4 Caporedattore Raffaele Iaria Raffaele Iaria Mondo Migrantes PRESS 2021 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XLII - NUMERO 9 SETTEMBRE 2021 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni Nel segno della carità e dell’accoglienza 7 Andrea Musacci Mons. Cantisani e le migrazioni 9 L’emigrazione “mi ha cambiato” 11 LA CHIESA DEL “NOI” Direzione e Redazione Immigrati Fondazione Migrantes Via Aurelia 796 - 00165 Roma Dall’aiuto al singolo allo sguardo plurale… 12 Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Arianna Cocchi segreteria@migrantes.it Tendere la mano 14 r.iaria@migrantes.it Nicoletta Di Benedetto www.migrantes.it I Lemmi dell’immigrazione 16 Autorizzazione del Tribunale di Roma Luca Insalaco n. 17475 del 13.12.1978 Il profugo Antonio… 17 Contributo stampa 2021 Nicoletta Di Benedetto Italia: 6,00 Euro Estero: 12,00 Euro Rifugiati e richiedenti asilo Un numero: 0,70 Euro I primi 10 anni 19 ISSN 0391-5492 Mirtha Sozzi Poste Italiane S.p.A. Protezione internazionale… 20 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Studenti Internazionali art. 1, comma 2, DCB Roma Talent… 22 C.C.P. n. 000088862008 Nicoletta Bazzoffi intestato a Migrantes - Migranti Press Italiani nel Mondo Via Aurelia, 796 - 00165 Roma IBAN: IT76X0760103200000088862008 Dopo il Covid, urgente voltare pagina 24 Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Renato Zilio segreteria@migrantes.it www.migrantes.it Da modella a pittrice 26 Nicoletta Di Benedetto C.C.B. n. 100000010845 intestato a Fondazione Migrantes CC Stampa Rom e Sinti Bonifico bancario Un “vero rom” 28 c/o Banca Prossima S.p.A. Mirko Dalla Torre Filiale 05000 - Milano IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 Penelope 31 BIC: BCITITMX Anna Piuzzi Archivio fotografico Fondazione Migrantes Fieranti e circensi Iscritto alla Il circo ad Albano 33 Federazione Italiana Settimanali Cattolici Il pifferaio buono di Hamelin 34 MigrantiPress percepisce i contributi pubblici all’editoria. Silvia Guidi MigrantiPress, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settima- nali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina News Migrazioni 38 Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunica- zione Commerciale. Segnalazioni librarie 40 Progetto grafico, impaginazione e stampa Ufficio nazionale per i problemi giuridici - CEI www.taueditrice.com Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza 41 Alessandro Pertici
1 EDITORIALE 1 La Chiesa del ‘noi’, cattolica Mons. Gian Carlo Perego* N ell’enciclica Lumen fidei, la prima encicli- alto lo pagano coloro che più facilmente posso- ca di Papa Francesco, iniziata da papa Be- no diventare gli altri, gli stranieri, i migranti, gli nedetto XVI, ritroviamo un passaggio in emarginati, che abitano le periferie esistenziali». cui si legge come una caratteristica della fede Le migrazioni per la Chiesa sono una provoca- sia portarci «al di là del nostro ‘io’ isolato ver- zione a non indebolire la cattolicità, per ciascu- so l’ampiezza della comunione» (L.F. 4). Questa no di noi ad essere ‘cattolici’, cioè aperti, capaci caratteristica della fede di costruire un ‘noi’ Papa di riconoscere gli altri come fratelli e sorelle, di Francesco la riprende nell’enciclica Fratelli tutti e affermare concretamente la dignità di ogni per- nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Mi- sona e di vivere la fraternità come stile. I fedeli grante e del Rifugiato 2021, dove si afferma non cattolici – scrive ancora Papa Francesco – «sono solo che la fede è fondata sul ‘noi’, sulla comu- chiamati, ciascuno a partire dalla propria comu- nione, ma anche che la fede è impegno a crea- nità in cui vive, affinché la Chiesa diventi sem- re «un noi sempre più grande». Pertanto il ‘noi’ pre più inclusiva». Un impegno all’inclusione è a fondamento non solo della fede, ma anche che da ecclesiale deve diventare anche impegno della speranza e della carità: caratterizza l’abito e progetto politico, per una nuova città, per un cristiano, la nostra responsabilità e i nostri pro- nuovo mondo. «Oggi, e sempre di più, ci sono getti. E il ‘noi’ ecclesiale – ci ricorda ancora Papa persone ferite. L’inclusione o l’esclusione di chi Francesco - non è impoverito, ma arricchito dal- soffre lungo la strada – leggiamo nell’enciclica la ricchezza della diversità che i mondi migran- Fratelli tutti - definisce tutti i progetti economi- ti ci fanno incontrare, e riceve una nota nuova, ci, politici, sociali e religiosi. Ogni giorno ci tro- quella della cattolicità, dell’universalità. Il Papa sembra ricordarci che il rifiuto, i muri, l’abban- viamo davanti alla scelta di essere buoni sama- dono, i respingimenti, il disprezzo, le violen- ritani oppure viandanti indifferenti che passano ze non solo impoveriscono il ‘noi’ del mondo, a distanza» (F.T. 69). La Giornata Mondiale del ma impoveriscono anche il ‘noi della fede, che Migrante e del Rifugiato diventi, quest’anno, per sua natura è cattolica. La fede è ferita tutte le una tappa per una Chiesa comunione e una cit- volte che hanno il sopravvento i nazionalismi – tà più inclusiva, una tappa nella costruzione di come ci ha insegnato la storia del Novecento -, un mondo fraterno che vede la responsabilità di tutte le volte che ha il sopravvento l’individua- tutti. E preghiamo il Signore, con le parole di lismo o l’autoreferenzialità nella vita ecclesiale Papa Francesco, perché «la nostra terra possa di- e sociale. «Il tempo presente – scrive Papa Fran- ventare, così come Tu l’hai creata, la Casa comu- cesco nel Messaggio riprendendo la ‘Fratelli tut- ne di tutti i fratelli e le sorelle». ■ ti’ – ci mostra che il ‘noi’ voluto da Dio è rotto e frammentato, ferito e sfigurato… E il prezzo più *Presidente Cemi e Migrantes 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 3 1
11 EDITORIALE PRIMO PIANO 1 1 Esserci per ogni persona migrante Qualsiasi sia la direzione del suo andare e il passaporto in suo possesso Intervista con il card. Bassetti Raffaele Iaria «V erso un ‘noi’ sempre più grande» è il segnato, impegnandoci a ogni livello per com- titolo scelto da Papa Francesco per il battere il virus dell’individualismo, che genera suo messaggio per la Giornata mon- processi di disgregazione e ci rende incapaci di diale del Migrante e del Rifugiato che si cele- disegnare un futuro degno per tutti». brerà domenica 26 settembre. Il richiamo evi- dente è all’enciclica “Fratelli tutti”, perché alla Ogni uomo e donna, dovunque si trovi, è fine non ci siano più ‘gli altri’, ma solo un ‘noi’ membro della società. Questo non sempre universale. Il papa invita a «camminare insieme è realizzato anche in Italia. Come accogliere verso un noi sempre più grande, a ricomporre nella Chiesa per non escludere nessuno? la famiglia umana, per costruire assieme il no- «Innanzitutto mettendo al centro la persona stro futuro di giustizia e di pace, assicurando che umana, che è creatura fatta a immagine e somi- nessuno rimanga escluso». glianza di Dio, a prescindere dalla sua condizio- In Italia le celebrazioni ufficiali della Giornata si ne sociale, dalla provenienza e dal colore della svolgeranno quest’anno nelle Marche su inizia- pelle. In secondo luogo, sconfiggendo la pau- tiva della Commissione Cei per le Migrazioni e ra che paralizza, fa perdere la speranza, porta a della Fondazione Migrantes. Nelle Marche an- stare sulla difensiva: avere paura significa chiu- che la celebrazione eucaristica nazionale. dersi, alzare muri, togliere terreno a quel “noi sempre più grande” di cui parla il Papa. Infine, Il messaggio di papa Francesco è un invi- bisogna ricordare che l’inclusione non è solo to rivolto a tutti. Cosa significa per la Chiesa una questione sociale, progettuale, educativa italiana? ma è un fatto che affonda le sue radici nella mi- «È un appello a pensarci sempre più come fa- stica e nell’umanesimo cristiano. Nessuno può miglia umana, vedendo in ciascuno – soprattut- dirsi cristiano se esclude il proprio fratello». to negli ultimi e nei bisognosi – un fratello. La pandemia ci ha ricordato, in modo inequivoca- Che vuol dire una Chiesa che esce all’incontro bile, che nessuno si salva da solo e che, come senza pregiudizi e paure? dice il Papa, siamo tutti sulla stessa barca», dice «È una Chiesa del Vangelo sine glossa, che è ca- in questa intervista il card. Gualtiero Bassetti, pace di uscire da sé stessa, dalle proprie zone di presidente della Conferenza Episcopale Italiana: comfort per andare a curare chi è ferito, a cer- «dobbiamo fare tesoro di quello che questa ter- care chi è smarrito, a sorreggere chi ha bisogno ribile prova che stiamo ancora vivendo ci ha in- di aiuto. Proprio come il Buon Samaritano che 1 4 1 migrantiPRESS 1 910settembre ottobre 2020 2021
1 PRIMO PIANO 1 non ha avuto paura di avvicinarsi all’altro, di chinarsi su di lui e di farsi prossimo al giudeo La paura paralizza, ferito, andando oltre qualsiasi barriera storica e fa perdere la speranza, culturale. Gesù ci invita a fare lo stesso, a supe- rare la diffidenza per farci vicini a chiunque si porta a stare trovi in difficoltà». sulla difensiva: Come essere vicini a chi oggi soffre a causa di guerra e povertà che arrivano sulle nostre avere paura significa coste? chiudersi, alzare muri, «Dobbiamo imparare a riconoscere in chi arriva sulle nostre coste, a volte dopo essere stato strap- togliere terreno a quel pato alla morte in mare, il volto di Cristo. Biso- gna scrollarsi di dosso il pregiudizio che porta “noi sempre più grande” a etichettare il migrante come un problema o, peggio ancora, un nemico che viene a toglierci di cui parla qualcosa, un usurpatore, un’insidia. Chi scappa dalla guerra, dalla fame, dalla violenza è un fra- papa Francesco tello e sulla nostra capacità di amarlo, accoglier- lo, proteggerlo saremo giudicati. Tra le opere di giustizia infatti vi è anche quella dell’accoglien- za nei confronti degli stranieri». Qualche mese fa altre famiglie sono giunte dalla Giordania, in fuga dalla martoriata Siria, dall’I- La Chiesa italiana è impegnata anche sul fron- raq e dal Pakistan dove hanno subito una feroce te dei “corridoi umanitari”… persecuzione religiosa in quanto cristiani con- «Tra gli ultimi corridoio umanitari della CEI vertiti. Sono solo le ultime, in ordine di tem- sono giunte in Italia, 43 profughi dal Niger. po, di una serie di operazioni umanitarie che 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 5 1
1 PRIMO PIANO 1 la Chiesa che è in Italia, insieme al Governo e viandanti fatti della stessa carne umana, come all’Unhcr, ha voluto assicurare in questi anni a figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, tante persone e famiglie che si trovano in con- ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle dizione di particolare vulnerabilità. Attraverso il sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, lavoro della Chiesa Italiana sul territorio è stato tutti fratelli”. Il sacerdote per primo deve esse- possibile trasferire in sicurezza oltre mille pro- re capace di condividere, di stare con gli altri, di fughi dalla Turchia, Giordania, Etiopia e Niger. mettere sé stesso a servizio del prossimo. Non Può sembrare una goccia in mezzo al mare, di c’è evangelizzazione senza fraternità». fronte al grande bisogno di sicurezza che si regi- stra in tutto il mondo, ma si tratta di uno sforzo Lei recentemente ha inviato un messaggio, at- capace di cambiare il paradigma dell’immigra- traverso Rai Italia, ai nostri emigrati italiani: zione nel nostro Paese e in Europa». come la Chiesa segue questa “porzione di po- polo di Dio”? Come formare i sacerdoti su questi temi? «Come una mamma che ha cura dei suoi fi- «Don Primo Mazzolari, grande sacerdote del gli, anche di quelli che abitano lontano, così la Novecento, in uno dei suoi scritti, ricordava che Chiesa è vicina ai tanti italiani – circa 5,5 milio- “si cerca per la Chiesa un uomo capace di vivere ni – che vivono all’estero attraverso i missionari, insieme agli altri, di lavorare insieme, di piange- i religiosi e le religiose, i laici che dedicano il loro re insieme, di ridere insieme, di amare insieme, tempo e le loro energie nelle Missioni Cattoli- di sognare insieme”. “Insieme” è la parola chia- che di Lingua Italiana coordinati dalla Fondazio- ve, l’orizzonte che deve guidare il pensiero e l’a- ne Migrantes. La cura di ogni persona migrante, zione di ogni cristiano e, dunque, dei sacerdoti. qualsiasi sia la direzione del suo andare e il pas- “Sogniamo – dice Papa Francesco nell’Encicli- saporto in suo possesso, è sempre doverosa». ■ ca Fratelli tutti – come un’unica umanità, come Intervista a cura di Raffaele Iaria 1 6 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 MONDO MIGRANTES 1 Nel segno della carità e dell’accoglienza Mons. Perego nuovo presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes Andrea Musacci U no stile di vita rinnovato per vivere la città Bakhita”, gruppo di rifugiati, richiedenti asi- del presente e costruire la città di domani lo e migranti, che incontra poi durante la festa nel segno della carità e dell’accoglienza. in arcivescovado. Una settimana dopo, la visi- L’attenzione alle donne e agli uomini migran- ta a Casa Betania, struttura cittadina per l’acco- ti da parte di mons. Gian Carlo Perego, eletto glienza di donne e bambini migranti. «Il futuro presidente della Commissione Cei per le Mi- – commenta in questa occasione – nasce dalla grazioni e della Fondazione Migrantes nell’ulti- capacità di riconoscere l’altro, dalla condivisio- ma assemblea dei vescovi italiani, non è venu- ne. Si costruisce sempre con l’altro, mai da soli». ta meno nel suo impegno come arcivescovo di Una problematica, quella dell’accoglienza, sem- Ferrara-Comacchio. Il 3 giugno 2017, giorno del pre legata al tema della sicurezza, che «nasce an- suo ingresso nella nuova diocesi, mons. Perego che da un’organizzazione urbana che non lasci viene accolto fuori dalla Cattedrale dall’“Emilia- fuori nessun luogo». Una cura particolare riba- Romagna’s Brothers and Sisters S. Josephine dita dall’arcivescovo pochi giorni dopo, in occa- 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 7 1
1 MONDO MIGRANTES 1 granti. «Se per ogni persona il destino è la ri- Mons. Gian Carlo Perego surrezione e la vita, come credenti potremmo accettare di abbandonare alla morte tanti nostri fratelli e sorelle?», riflette nella Messa per la Fe- Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, è stato eletto nuovo sta dell’Assunta del 2018, celebrata a Pomposa. presidente della Commissione per le Mi- «Il porto non è il luogo da cui guardare la città, grazioni della Conferenza Episcopale Ita- ma è il luogo da cui si guarda il mare e chi arri- liana e della Fondazione Migrantes. va dal mare». «Oggi, purtroppo, siamo abituati L’elezione è avvenuta durante l’Assemblea a vedere e a denunciare immagini di un deserto, Generale dei vescovi italiani che si è svolta tappa di un cammino, di una fuga dalla morte a Roma dal 24 al 27 maggio scorso. Mons. Perego, già Direttore generale del- da parte di donne e uomini, che diventa luogo la Fondazione Migrantes, sostituisce mons. della tratta degli esseri umani, della violenza e Guerino Di Tora. Nato a Vailate (Cr), il 25 degli stupri: non rifugio, ma tomba». Immagini novembre 1960, Mons. Perego viene ordi- che «purtroppo rischiamo di non vedere, distrat- nato sacerdote nel 1984. ti da interessi che la politica orienta altrove». Negli anni 1986-1994 è tra i fondatori e Nel dicembre 2019, intervenendo a Ferrara alla animatori a Cremona del Centro studi sul disagio e l’emarginazione giovanile, segue presentazione della mostra “Luoghi comuni. la nascita della cooperativa dei servizi per Uno sguardo sulla città” organizzata dalla co- l’accoglienza degli immigrati, con un’at- operativa CIDAS, commenta: «È fondamentale tenzione particolare ai richiedenti asilo, differenziare volti e storie: progetti come i vostri rifugiati o in protezione temporanea. sono molto importanti per valorizzare le capa- Dal 2002 al 2006 è stato chiamato a Roma cità delle persone migranti, che possono rappre- dalla Caritas Italiana come Responsabile dell’Area nazionale. Nel 2009 è stato nomi- sentare un vero e proprio tesoro capace già di nato direttore generale della Fondazione trasformare le nostre città». Migrantes. Una carica che ricopre fino al Poche settimane dopo, in occasione della Fe- al 2017 quando papa Francesco lo nomina sta della Sacra Famiglia, mons. Perego riflette arcivescovo di Ferrara-Comacchio. (R.Iaria) sul cammino riguardante «i lavoratori migranti, studenti, che dall’Italia sempre più raggiungono altri Paesi e di migranti di altri paesi, lavoratori sione della Solennità del Corpus Domini: «Gli e famiglie, studenti, richiedenti asilo e rifugiati, infermi, i carcerati, i migranti sono tre catego- che raggiungono l’Italia e l’Europa o altri Paesi rie di persone alle quali guardare con una prefe- del mondo». «Questo mondo in mobilità ci ri- renza nelle nostre comunità anche a partire dal cordano i Magi e la famiglia di Nazareth. È un dono dell’Eucaristia», riflette nell’omelia. mondo che ha bisogno e chiede protezione, an- Una relazione, quella con le persone migranti, geli che possano accompagnare le persone e le mai scontata ma inevitabile nella nostra quoti- famiglie perché non diventino vittime». dianità. «Le migrazioni ci fanno incontrare nel Senza giustizia, infatti – ha commentato lo scor- mondo del lavoro, della scuola, del tempo li- so settembre in occasione della Giornata mon- bero», ovunque, «persone che hanno un’altra diale dei migranti e rifugiati - «il cammino dei esperienza culturale e religiosa. Pertanto diven- migranti è segnato da discriminazioni, sfrutta- ta importante la condivisione in parrocchia con mento, abbandono. Senza giustizia le famiglie persone di altre religioni o chiese, o che non cre- dei migranti non trovano casa, non vengono ri- dono, di momenti di festa e di conoscenza. Non spettate, non vengono considerate». «Le migra- abbiate paura di incontrare le persone!», è il for- zioni oggi sono luoghi in cui siamo chiamati a te messaggio di mons. Perego nella sua prima rinnovare il nostro stile di vita cristiano e in cui Lettera pastorale «Immagini di Chiesa» del di- esercitare carità e giustizia». «Purtroppo, invece, cembre 2017. le migrazioni diventano spesso terreno di scon- Incontro che può essere facilitato dalla cono- tro ideologico», «dove la vita e la dignità delle scenza delle storie di sofferenza vissute dai mi- persone vengono umiliate». ■ 1 8 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 MONDO MIGRANTES 1 Mons. Cantisani e le migrazioni Un ricordo di don Antonino Denisi D ovendo tracciare un ricordo dell’arcivesco- Mons. Cantisani in quegli anni ha presieduto la vo mons. Antonio Cantisani, primo pre- delegazione Migrantes italiana agli incontri bi- sidente della Fondazione Migrantes, non- laterali delle Chiese europee alla pastorale mi- ché consultore del Pontificio Consiglio della gratoria dei rispettivi paesi ad Einsiedeln per la pastorale per i migranti e gli itineranti, mi viene Svizzera, a Bruxelles per il Belgio, a Francofor- spontaneo parafrasare l’espressione napoletana: te per la Germania, ecc. Ha ideato e promosso i “I figli sono un pezzo di cuore”. Perché Mons. convegni dei Missionari Cattolici Italiani (MCI) Cantisani il cuore l’ha donato intero al mon- nelle regioni di partenza dei migranti. Ricordo do delle migrazioni, e non soltanto durante gli quello dei 150 Missionari della Germania a Co- anni citati. panello (CZ) sul tema: A servizio del Vangelo con Ne parlo per esperienza diretta, perché al suo gli emigrati calabresi, durante il quale in una do- fianco ho operato nel settore della pastorale mi- menica di maggio del 1984, 60 Missionari han- no celebrato l’Eucaristia con i parroci ed i fa- gratoria della Chiesa italiana ed europea. migliari degli emigrati in altrettanti paesi della Negli anni infatti in cui ha esplicato il suo man- Calabria. Nel 1987 è stata la volta di quelli del- dato siamo stati nel 1989 a Buenos Aires per un la Svizzera a Paola (CS) sul tema In Calabria alle convegno su “El patrimonio religioso de la co- origini di una storia e di una fede. lectividad italiana en Argentina”. Relazionando Non avendo spazio per riportare qualche bra- sul tema “Pastorale migratoria e della pietà po- no degli interventi del Presule di origine lucana, polare nelle Chiese del Mezzogiorno” ha dichia- mi limiterò a citare un passaggio dell’interven- rato al giornale L’Eco dei calabresi: «Ho detto in to alla Prima Conferenza Regionale dell’Emigra- che modo la chiesa italiana vuole agire per con- zione Calabrese (27 ottobre 1983) anche perché cretizzare un rapporto più costruttivo con voi, sottolinea l’impegno per una pastorale migrato- perché v’inseriate in maniera sempre più piena ria storica incarnata nel tempo e nella dimen- nella Chiesa, con la vostra ricchezza spirituale, sione socio-culturale e economico-politica, oltre con la vostra autentica identità, per arricchire che etico-religiosa. questa Chiesa, per fare questo Paese sempre più Rivolgendo la parola ai 500 emigrati convenu- accogliente». ti dai cinque continenti ed alla presenza del- 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 9 1
1 MONDO MIGRANTES 1 Chi era L’Arcivescovo mons. Antonio Cantisa- la loro originale identità». Mons. ni, morto lo scorso 1 luglio a Catan- Cantisani aggiungeva che quando zaro ha «accompagnato la nascita e si «danno sacerdoti o altri operatori i primi anni di vita della Fondazione pastorali ad un’altra Chiesa per que- Migrantes con passione e intelligen- sto specifico settore dell’emigrazio- za per oltre un decennio». Così lo ha ne, si aiuta la Chiesa particolare di ricordato mons. Gian Carlo Perego, accoglienza ad essere autenticamen- presidente della Commissione Cei te Chiesa: una Chiesa la cui unità si per le Migrazioni e della Fondazione arricchisce della diversità, una Chiesa Migrantes. Anche al termine del suo in cui l’unico Dio può essere lodato mandato mons. Cantisani – aggiun- in ogni lingua e in ogni cultura; una ge il presule – ha “continuato a seguire la vita Chiesa che – già al suo sol esistere – è più chia- e l’azione pastorale della Migrantes con sug- ro segno e fermento di pace tra i popoli». gerimenti e interventi, aiutando l’episcopato Nato il 2 novembre 1926 a Lauria (Potenza), italiano ad aprirsi al nuovo tema dell’immigra- già Diocesi di Policastro Bussentino, ora di Tur- zione. I suoi testi dedicati alla pastorale del- si-Lagonegro, mons Cantisani è stato ordinato le migrazioni rimangono ancora importanti sacerdote il 16 giugno 1949. Eletto arcivesco- per costruire nelle nostre comunità cristiane e vo di Rossano il 18 novembre 1971, riceve l’Or- nella vita sociale una ‘cultura dell’incontro’”. dinazione Episcopale a Sapri il 27 dicembre Mons. Cantisani è stato il primo Presidente 1971 ed entra in diocesi il 16 gennaio 1972. della Commissione CEI per le Migrazioni, elet- Dal 7 aprile 1979 Vescovo di Cariati (unita in to durante la XXV assemblea generale della pari data “aeque principaliter” all’Arcidioce- CEI. In quell’assemblea il presule, come riferi- si di Rossano). Nel 1980 viene chiamato alla sce “Migranti-Press” (allora agenzia stampa), guida della diocesi di Catanzaro e Vescovo di la necessità di «mandare sacerdoti anche in Squillace. Inizia il ministero episcopale: a Ca- quel particolare settore che è l’emigrazione». I tanzaro il 20 settembre 1980, nella Diocesi di vescovi – aggiungeva – «ci chiedono sacerdoti Squillace il 27 settembre 1980. Dal 30 settem- perché aiutino i nostri emigrati a crescere nel- bre 1986 Arcivescovo di Catanzaro-Squillace. la fede ad inserirsi nella Chiesa di arrivo con (Raffaele Iaria) Mons. Antonio Cantisani, morto lo scorso 1 luglio a Catanzaro, all’età di 94 anni, ha accompagnato la nascita e i primi anni di vita della Fondazione Migrantes con passione e intelligenza per oltre un decennio le rappresentanze istituzionali di ogni ambito ti i vescovi della Calabria i quali, in occasione della regione, mons. Cantisani così si esprime- di questa conferenza, hanno voluto rivolgere a va: «È questa un’occasione per dire agli emigra- tutti gli emigrati un messaggio con il quale si ti che noi siamo al loro fianco per condividere leva alta la voce per chiedere l’attenzione della drammi, angosce, problemi, speranze, per dire classe politica ai problemi degli emigrati, spe- che la Chiesa continuerà a fare la sua parte. Dico cie in questo momento in cui gli emigrati sono la Chiesa in quanto oltre il mio personale salu- minacciati dallo spettro della disoccupazione e to parlo come Presidente della Conferenza Epi- purtroppo da una xenofobia non troppo laten- scopale per l’emigrazione e porto il saluto di tut- te». ■ 1 10 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 MONDO MIGRANTES 1 L’emigrazione “mi ha cambiato” Don Silvano Ridolfi ricorda mons. Cantisani M ons. Antonio Cantisani è benemeri- Alfredo Maria Garsia. In tutti quegli anni l’ar- to anche, e direi particolarmente, per civescovo Cantisani, assieme ai Confratelli Ve- la passione e l’attenzione alla pastora- scovi ed assistito dagli uffici operativi, ha gui- le di emigrazione nella quale è approdato per dato verso importanti attuazioni normative: lo decisione assembleare dei Vescovi italiani nel ri- Statuto UCEI, il Regolamento dei Missionari di ordino pastorale ed organizzativo delle molte Emigrazione, le Convenzioni tra Vescovi (o Pro- Commissioni Episcopali tra cui la CEMIT (Com- vinciali) di partenza e quelli di accoglienza, il missione Episcopale per le Migrazioni Italiane e Direttorio pastorale delle Migrazioni, l’istituzio- il Turismo) in successione al Vescovo Gaetano ne di una “Cassa di integrazione” tra missiona- Bonicelli dopo il laborioso inizio del 1965 con ri di emigrazione, Va ricordato per meglio com- il compianto Vescovo Albino Mensa. D’altronde prendere la mole di lavoro l’ampio spettro di l’emigrazione italiana anche in Europa era di- competenza della Commissione e dell’ Ufficio venuta preponderatamente meridionale e l’arci- Migrantes: migrazioni interne, emigrazione, im- vescovo di Catanzaro e Squillace la conosceva migrazione apostolato del mare e aeroportuale, bene per la forte componente calabrese. Per il Rom e Sinti, circensi, profughi, turismo (questo triennio successivo 1985-1988 l’assemblea dei fino al 1986). E ci sono gli incontri nazionali Vescovi italiani riformò le numerose Commis- ed europei, i rapporti bilaterali tra Commissio- sioni episcopali distinguendo tra “Commissioni ni Episcopali e le pubblicazioni da seguire, i col- episcopali” e “Commissioni ecclesiali” rispetti- legamenti con organismi civili ed ecclesiali da vamente “organo” ed “organismo” della CEI in curare. Infine anche i viaggi di visita all’estero base alla materia di cui dovevano avere cura. Le per promuovere contatti di sostegno e di collo- Commissioni episcopali erano composte di soli quio diretto con gli operatori pastorali. Stupisce Vescovi e quelle ecclesiali di Vescovi e laici del quindi come l’arcivescovo di una diocesi impe- settore. Le migrazioni divennero “organismo ec- gnativa come Catanzaro e Squillace abbia potu- clesiale” e tale rimasero fino al 2000 quando ri- to seguire tutto questo lavoro con serenità, in- tornarono “episcopali” in seguito anche al mu- telligenza ed affetto. Ricordo un lungo viaggio tamento del loro Ufficio CEI operativo - l’UCEI in USA in cui l’ho accompagnato come direttore (Ufficio Centrale per l’Emigrazione Italiana) dal dell’Ufficio operativo ad incontrare le maggiori 1965 divenuto “Fondazione Migrantes” compo- comunità italiane e le Autorità religiose e civili sta di sacerdoti e laici - sempre al servizio della locali. Mi ha impressionato il clima di cordiali- Commissione episcopale e sotto la presidenza tà che sapeva suscitare, la grande disponibilità al di Commissione ed Ufficio Migrantes di mons. dialogo ed all’ascolto oltre alla prudenza nelle Cantisani ininterrottamente fino al 1995 quan- promesse, che mai ha poi disatteso. E mi confi- do gli subentra il Vescovo di Caltanisetta, mons. dò: “Sai, l’emigrazione mi ha cambiato”. ■ 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 11 1
1 IMMIGRATI 1 Dall’aiuto al singolo allo sguardo plurale… Generare accoglienza e integrazione Arianna Cocchi «V erso un Noi sempre più grande» è il “guardarsi al plurale”, accogliendo al suo inter- chiaro orizzonte verso il quale Papa no, curandosi della persona nel suo complesso Francesco ha indirizzato il cammi- e aiutando il singolo impattando la comunità. no di tutte quelle piccole e grandi realtà come “You are christian, help me!”: Dullal Ghosh, con la Cooperativa Sophia - Impresa Sociale che la- in mano fazzoletti e accendini, grida ad una vorano per integrare coloro che sono lasciati ai macchina che passa. Al suo interno c’è Marco margini, “gli altri” che abitano le periferie esi- Ruopoli, presidente di Sophia, che risponden- stenziali. La Giornata Mondiale del Migrante e do all’appello si assume la responsabilità di un del Rifugiato 2021 trova Sophia impegnata nel giovanissimo migrante proveniente dal Bangla- 1 12 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1 Creare per chi è in difficoltà un lavoro che riesca a impattare positivamente su tutta la comunità desh che oggi è parte del “noi” della coopera- Questi stessi principi hanno permesso a Sophia tiva. Dullal è socio e protagonista principale di di creare per chi è in difficoltà un lavoro che rie- un progetto educativo sul tema dell’immigrazio- sca a impattare positivamente su tutta la comu- ne attraverso il quale ha già raccontato, insieme nità. «Non voglio che altri ragazzi fanno come a Sophia, a più di 8000 studenti cosa si nascon- me». Sono le parole di Mamady, emigrato ir- de dietro il volto di chi incontrano al semafo- regolarmente a 17 anni senza sapere nulla del ro cambiando la loro percezione del fenomeno viaggio e senza dire nulla alla madre. Con lui, migratorio nel suo complesso. Sophia ha dato il via a “Educare senza Confi- Il lavoro regolare, la lingua e una casa sono le ni” in Guinea, progetto educativo sui rischi del- esigenze primarie di molti giovani migranti che la migrazione irregolare rivolto agli studenti di fanno i conti con sfruttamento, lavoro in nero quei paesi dove è forte la spinta ad emigrare. e situazioni abitative fatiscenti. Con il progetto «Basta ascoltare le parole di chi arriva per capi- “Creare Valore Attraverso l’Integrazione” sono re che c’è un problema di informazione a mon- stati modellati dei percorsi di integrazione indi- te: Mamady ha subito una terribile prigionia in viduali sulle necessità di ognuno: Sophia ha cre- ato una nuova area di lavoro dove molti giovani Libia, una durissima traversata per il deserto, migranti si sono potuti formare mentre regola- senza contare il viaggio in mare». Marco Ruo- rizzavano la propria posizione in Italia. Attraver- poli racconta come dalla preoccupazione di Ma- so il dialogo, la flessibilità e il lavorare-insieme, mady sia nato un progetto che gli ha permesso è stato possibile offrire ai giovani un aiuto “sta- di rientrare valorizzando la sua esperienza per i bile”, che non si limitasse ad alcuni aspetti, ma giovani che vogliono partire. Il “noi” per Sophia che prendesse in considerazione i numerosi fat- diventa “più grande” lasciandosi «arricchire dal- tori che ostacolano un percorso di integrazione. la diversità del dono di ciascuno». ■ 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 13 1
1 IMMIGRATI 1 Tendere la mano La storia di una donna africana mamma in affido di un bambino italiano Nicoletta Di Benedetto F orse solo chi l’ha pro- forse già delineato se fos- vato in prima persona se rimasta nella sua ter- può capire effettiva- ra di origine ma che lei ha mente che cosa significhi provato a riscrivere impe- essere aiutato nei momen- gnandosi. Tenacia e buona ti in cui ci si sente sconfit- volontà saranno state fon- to o abbandonato, pertan- damentali, ma sicuramente to restituire con un gesto determinante sarà stato an- di solidarietà ciò di cui si è che l’incontro con persone beneficiato viene dal cuo- che hanno creduto in lei. re. Fare del bene, tendere Oggi Yodit può ritenersi la mano verso chi ne ha bi- una donna fortunata, in Si- sogno, essere disponibili e cilia ha avuto modo di co- aprirsi agli altri, gesti stra- struirsi una vita e un futuro ordinari che possono assu- professionale perché è una mere valore inestimabile per la persona che li psicologa e una mediatrice culturale e da ven- riceve. ti anni è responsabile di uno Sprar. A Palermo, Si sarà sentito senza dubbio fortunato France- città multietnica per eccellenza per quel retaggio sco quando Yodit ha deciso di occuparsi di lui. di culture diverse che ne hanno scritta la storia Francesco è un bambino siciliano di 7 anni, e innescato il senso dell’accoglienza nei suoi cit- con un’infanzia difficile determinata dal con- tadini, con eccezioni che non mancano neanche testo familiare in cui viveva prima di essere ac- in un luogo come questo, Yodit ha trovato il suo colto assieme ai suoi fratelli in una comunità di habitat naturale, la sua Patria senza rinnegare le Palermo. sue origini. Un caso che ha fatto notizia in Italia in quan- L’incontro con il piccolo Francesco sarà stato si- to Yodit Abbraha è una donna africana, di pel- curamente emozionante e unico. C’è stato qual- le scura che ha deciso di prendersi cura come cosa che l’ha spinta a chiedere l’affidamento. Ha mamma in affido di un bimbo di pelle chiara. Il subito capito che quel bambino triste che non primo caso in un Paese in cui ci si loda di esse- sorrideva aveva bisogno di affetto, di sentirsi re la culla della civiltà, del diritto, della cultura. amato e al sicuro come ogni altro piccolo del- Yodit è nata in Eritrea, oggi ha 46 anni e vive a la terra. La donna ha raccontato al sito eritrea- Palermo, ma aveva solo 11 anni, era una bam- eritrea.com «Era assente e chiuso in sé stesso, bina e povera quando la sua famiglia negli anni nei primi tempi non mi sono accorta neanche Settanta fuggì dalla città di Asmara per questio- del colore dei suoi occhi. Un giorno ho scoper- ni politiche e si rifugiò in Sicilia. Un destino to che erano verde smeraldo e ad un certo pun- 1 14 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1 Forse solo chi l’ha provato in prima persona può capire effettivamente che cosa significhi essere aiutato nei momenti in cui ci si sente sconfitto o abbandonato, pertanto restituire con un gesto di solidarietà ciò di cui si è beneficiato viene dal cuore to è scattato un legame che cresce ogni giorno durante i quali il bambino potrà rientrare nella di più». Così nel 2018 Yodit fa il grande pas- sua famiglia o rimanere con Yodit. Questo sta- so di chiedere l’affidamento, il percorso è sta- to si potrebbe trasformare anche in una vera e to lungo e tortuoso, non solo per l’espletamen- propria adozione, a tal proposito dice: «Solo il to delle pratiche, ma anche per il pensiero che futuro ci darà le risposte». Per il momento non la tormentava, come lei stessa ha raccontato: «Il ci vuole pensare perché l’esperienza dell’affido è piccolo avrebbe accettato una mamma nera?». una cosa meravigliosa, afferma: «Quello che si L’affido per legge prevede un tempo di due anni, riceve è molto più di quello che si dà». ■ FAI LA TUA OFFERTA CON LA MODALITÀ CHE PREFERISCI Con carta di credito: chiama il N. Verde 800-825000 o vai su unitineldono.it Con versamento sul conto corrente Uniti per il bene di tutti postale n. 57803009; potrai utilizzare il bollettino che troverai nel pieghevole in parrocchia Con bonifico bancario sull’IBAN IT 90 G 05018 03200 000011610110 a favore dell’Istituto centrale SOSTIENI Sostentamento Clero, con causale “Erogazioni liberali art. 46 L.222/85” LA TUA Altri IBAN su unitineldono.it COMUNITÀ La parrocchia è il cuore pulsante della comunità, il luogo dove ogni fedele trova CON UN’OFFERTA conforto, fiducia, sostegno. Il parroco è il suo punto di riferimento: CHE AIUTA anche grazie a lui, la comunità è viva, unita e partecipe. IL PARROCO Dona la tua offerta: anche piccola, E TUTTI I contribuirà ad assicurare il giusto sostentamento mensile per tutti SACERDOTI i sacerdoti italiani. Anche per il tuo parroco. Scopri il nuovo sito unitineldono.it 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 15 1
1 IMMIGRATI 1 I Lemmi dell’immigrazione Rifugiato Luca Insalaco I termini relativi al fenomeno migratorio, come sappiamo, non sono interscambiabi- li. Ad ogni vocabolo, infatti, corrisponde una diversa condizione giuridica del soggetto a cui ci si riferisce. Così, per fare un esempio, un ri- chiedente asilo non potrà mai essere definito “migrante irregolare” (o peggio ancora “clande- stino”, termine da bandire dal nostro vocabola- rio). Un altro termine che per la sua specificità non può essere come utilizzato in forma sino- nimica è quello di rifugiato. Come abbiamo già ni territoriali del Ministero dell’Interno, a segui- visto, il nostro ordinamento attua e regola il di- to di colloquio individuale. In caso di riconosci- ritto d’asilo attraverso due forme di protezione mento dello status di rifugiato il beneficiario sarà internazionale: lo status di rifugiato e la prote- titolare di un permesso di soggiorno della dura- zione sussidiaria. ta di cinque anni, rinnovabile ad ogni scadenza. Per trovare la definizione di rifugiato occorre La definizione generale di rifugiato sopra citata fare riferimento all’art.1 della Convenzione di è stata richiamata dalle direttive comunitarie re- Ginevra del 1951, secondo la quale rifugiato è golanti la materia (ricordiamo, tra queste, la Di- chi: «Temendo a ragione di essere perseguitato rettiva 2004/83/CE del 29 aprile 2004 e la Diret- per motivi di razza, religione, nazionalità, ap- tiva 2005/85/CE dell’1 dicembre 2005), a loro partenenza ad un determinato gruppo sociale o volta recepite nel nostro ordinamento attraver- per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal so i relativi decreti attuativi (in primo luogo, il Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n.251 e causa di questo timore, avvalersi della protezio- il Decreto Legislativo 28 gennaio 2008, n.25). ne di questo Paese; oppure che, non avendo una Il diritto dell’Unione Europea ha profondamen- cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui te mutato l’assetto legislativo italiano in mate- aveva residenza abituale a seguito di siffatti av- ria di asilo. Fino all’adozione delle direttive, in- venimenti, non può o non vuole ritornarvi per fatti, il nostro sistema normativo poggiava sulla il timore di cui sopra». previsione dell’art. 10, comma 3, della Costitu- Una persona, dunque, la cui vicenda rientri nella zione. Le disposizioni comunitarie succedutesi fattispecie prevista dalla Convenzione di Gine- negli anni, invece, hanno introdotto standard vra potrà ottenere lo status di rifugiato. Per far- minimi comuni a tutti gli Stati membri con rife- lo, tuttavia, dovrà prima formalizzare la propria rimento ai presupposti e alle procedure per il ri- domanda di protezione internazionale, che sarà conoscimento della protezione e al relativo con- valutata e decisa dalle competenti commissio- tenuto. ■ 1 16 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 IMMIGRATI 1 Il profugo Antonio… …e l’asceta Francesco da Paola uniti a San Marco Argentano Nicoletta Di Benedetto Q uest’anno ricorrono Ottocento anni dall’approdo di sant’Antonio di Padova in Italia. Come sia arrivato in Sicilia a Capo Milazzo se ne è parlato su questo giornale nel numero di Aprile. La nave su cui viaggiava per una forte mareggiata fu scaraventata sulla spiag- gia e così Fernando Martins de Bulhões, nato a Lisbona, appartenente ai canonici agostiniani, si ritrovò naufrago in una terra straniera. Ed è pro- prio dalla Sicilia che parte il viaggio di Fernando prima che diventasse Antonio di Padova, frate francescano venerato in tutto il mondo. Siamo nel 1221 e Francesco di Assisi, che mo- rirà nel 1226, convoca nella cittadina umbra il primo “Capitolo delle Stuoie”. Il canonico por- toghese si era spostato da Capo Milazzo e aveva trovato accoglienza dai frati minori di Messina. Da questi apprende la notizia, così si mette in viaggio per andare a conoscere il “Poverello di Questo complesso è associato indissolubilmen- Assisi”. Nel risalire la Penisola molte sono le fer- te a sant’Antonio di Padova e a san Francesco da mate che segneranno il cammino del Santo pa- Paola. Due figure importanti dell’ordine france- dovano, tappe più o meno ancora oggi ricordate scano; il primo portoghese il cui approdo in Ita- per i luoghi che lo ospitarono. lia da naufrago segnò per sempre la sua vita, il In Calabria diversi sono i posti che ricordano il secondo nato in zona, a Paola, cittadina il cui suo passaggio, ma a San Marco Argentano, cen- toponimo aggiunto al proprio nome lo conno- tro collinare in provincia di Cosenza, c’è una ta tra la schiera dei seguaci del Santo di Assisi. doppia storia che lega il luogo al francescanesi- Due persone non contemporanee, Antonio di mo. Qui si trova la chiesa della Riforma, o Com- Padova era nato nel 1195, Francesco Martolilla, plesso di Sant’Antonio, costituito dalla chiesa e poi detto da Paola, era nato nel 1416; anche le dal convento, è uno degli esempi più antichi in storie di conversione sono diverse ma che nella stile francescano presenti nella regione, anche se località calabrese si fondono nello spirito della rimane ben poco perché nei secoli la chiesa è sta- regola francescana. Francesco da Paola è il San- ta molto rimaneggiata. Eccetto il portico, il cam- to Patrono della Calabria, eppure il passaggio panile a vela e il coro ligneo, oggi ad accoglie- del Santo di Padova ha lasciato un solco pro- re il visitatore è uno stile prettamente barocco. fondo nella memoria di questa terra tanto che 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 17 1
1 IMMIGRATI 1 il nome Antonio ricopre pagine e pagine dei re- avere un figlio promettendo di mandarlo a servi- gistri anagrafici. Il passaggio del Taumaturgo di zio dai frati. Una notte il piccolo Francesco fece Padova a San Marco Argentano è documentato un sogno in cui san Francesco gli diceva di ricor- dalla Vita Secunda di fra Giuliano da Spira. Nella dare ai genitori il voto fatto. E fu così che il Fran- chiesa, come scrive lo studioso Antonio Modaf- cesco ancora bambino intraprese un cammino fari, sul Messaggero di Sant’Antonio, c’è un’imma- che lo porterà alla santità. gine miracolosa che sarebbe apparsa per volon- Antonio e Francesco due personalità diverse ma tà di sant’Antonio in ricordo del suo passaggio con un unico obbiettivo: imprimere le loro orme in quel luogo. Ed ecco l’attribuzione del posto nel cammino della fede seguendo l’esempio del anche al Santo di Padova. Invece san Francesco “Poverello di Assisi”. Il primo viaggiatore e pre- da Paola fu ospite del convento per un anno dal 1429 al 1430; qui vestì l’abito votivo francesca- dicatore, l’altro asceta tutto ritiro e preghiera, ma no e da qui partì la sua conversione. La presenza ambedue nel nome e nello spirito della povertà del piccolo Francesco in questo convento – ave- e della carità francescana. Il Complesso di San va soli 12 anni quando vi mise piede – è lega- Marco Argentano nel 1571 fu affidato ai padri ta al voto fatto dalla madre che, già avanti con Conventuali, poi agli Osservanti e infine ai Ri- l’età, chiese a san Francesco di Assisi la grazia di formati da cui deriva il nome della chiesa. ■ 1 18 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 I primi 10 anni L’Ossservatorio permanente “Vie di Fuga” a servizio del mondo dei rifugiati Mirtha Sozzi V ie di fuga compie dieci anni. In questo 2021 l’Osservatorio permanente sul dirit- to di asilo celebra un importante traguar- do: 10 anni di monitoraggio, informazione e racconti sul mondo dei rifugiati. Nato nel 2011, con le Primavere arabe che sono già un pezzo di storia Vie di fuga è cresciuto pas- sando di “emergenza” in “emergenza”, di decre- to in decreto, di notizia in notizia dalle frontie- re d’Italia e d’Europa, di dato in dato da leggere e capire, fino agli ultimi mesi che hanno porta- to in replica l’ennesima “emergenza” di migran- ti morti e dispersi e di salvataggi nelle acque del Mar Mediterraneo. Partito dentro l’ufficio Migrantes di Torino e con Un decennio nel quale i rifugiati e gli sfollati il supporto della Fondazione Migrantes, per con- nel mondo non hanno fatto che aumentare. Un tinuare il lavoro di gruppo che si era appena con- quinquennio, l’ultimo, in cui l’Europa ha serra- cluso con la pubblicazione del libro d’inchiesta to sempre di più le sue porte (anche questo sarà La frontiera addosso del giornalista Luca Rastello. storia) e in cui l’Italia, a un certo punto, ha in- Vie di fuga ha collaborato alle varie edizioni del terrotto con politiche fallimentari un faticoso Rapporto sulla protezione internazionale in Italia, percorso verso un vero sistema d’asilo e di ac- frutto della collaborazione fra ANCI, Caritas Ita- coglienza: politiche che oggi si stanno rivelan- liana, Cittalia, Fondazione Migrantes e UNHCR do quanto mai difficili da recuperare, come di- e poi del report su Il diritto d’asilo della Fondazio- mostra il monitoraggio sull’applicazione del DL ne Migrantes. 130, pensato per sanare una situazione che ave- Oggi il sito si presenta ai lettori con un essenzia- va escluso e marginalizzato migliaia di cittadini le restyling di grafica e di contenuti che ha quattro stranieri ma che non ha ancora portato nessun semplici obiettivi: offrire news veramente “a tut- cambiamento. to campo” nella parte alta dell’homepage; dare Insomma un compleanno nel quale non c’è maggiore respiro all’ “oasi” di creatività e di pen- molto da festeggiare ma che vuole essere un siero intelligente che trova spazio nella sezione momento di condivisione con tutti coloro che Libri, film & C.; rendere visivamente più leggi- portano nel campo dell’asilo politico una voce bili i testi; e rendere più fruibili e a portata di diversa. Vie di fuga è una piccola redazione che mano i contenuti principali del sito, ora conden- cerca di leggere il significato dei fatti oltre la re- sati in otto sezioni tutte ben visibili e raggiungi- torica, le parole vuote e le strumentalizzazioni bili in homepage, senza bisogno di ricerche e di ma che soprattutto vuole continuare a dare spa- clic. Sotto le News, le Buone pratiche e i Dati e zio a quelle esperienze, proposte e progetti che a ricerche, e sotto ancora Libri, film & C., le Schede questi fatti non si arrendono. Paese, Normativa, Le storie e Io studio. ■ 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 19 1
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 Protezione internazionale… …dalle Commissioni ai tribunali una tutela sempre più incerta L a tutela dei richiedenti asilo? In questi ulti- La ricercatrice ha studiato gli esiti e la “perfor- mi anni si è mossa in un territorio dai con- mance” dell’intero sistema italiano di valuta- fini sempre più incerti. Mentre loro, i richie- zione dei richiedenti asilo, dalle Commissioni denti, «raramente» hanno ricevuto attenzione territoriali ai ricorsi giurisdizionali presso i Tri- «in quanto soggetti attivi del proprio destino». bunali, le corti d’Appello e la Cassazione fra il Sono le conclusioni a cui giunge un contributo 2016 e il 30 giugno 2020. L’anno di partenza, il di Monia Giovannetti, socia ASGI, pubblicato su ’16, è il primo che consente lo studio di dati at- Questione Giustizia. tendibili sui ricorsi in sede giurisdizionale. 1 20 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1 © Siciliani-Gennari/SIR In questi quasi cinque anni, le Commissioni ter- ritoriali hanno esaminato poco meno di 386 Uno studio sugli esiti mila richiedenti asilo, riconoscendo una qual- e la “performance” che forma di protezione (status di rifugiato, dell’intero sistema protezione sussidiaria, protezione umanitaria o “speciale”) al 32% di loro, cioè a meno di 125 italiano di valutazione mila persone. dei richiedenti asilo, Ma nello stesso periodo gli organi giudiziari hanno ricevuto ben 269 mila ricorsi in materia. dalle Commissioni «Seguendo la traiettoria degli esiti e tracciando territoriali ai ricorsi il passaggio dalla fase amministrativa a quel- la giurisdizionale – calcola Giovannetti –, pos- giurisdizionali presso siamo ragionevolmente pensare che siano state i Tribunali, le corti complessivamente 182 mila le persone alle qua- d’Appello e la Cassazione li è stato riconosciuto un titolo volto alla pro- tezione e tutela nell’arco di tempo considerato (il 47,3% dei casi esaminati in Commissione)». «Questo rischio di maggior precarizzazione lega- Se a questi si somma una stima sugli oltre 143 to ai non riconoscimenti è andato aumentando mila casi ancora pendenti al 30 giugno 2020, – spiega Giovannetti – a seguito dell’abolizione considerando i tassi di accoglimento registra- del permesso umanitario. Del resto, purtroppo è ti nel periodo «potremmo giungere a ipotizzare “naufragato” anche il tentativo, da parte dei go- che coloro i quali giungeranno ad avere un tito- verni dell’ultimo quinquennio, di velocizzare i lo di soggiorno per protezione e dintorni saran- percorsi di valutazione dei richiedenti asilo, sia no il 59% (ovvero sei su 10)». in sede di Commissione territoriale sia, soprat- Tutto questo ha però un risvolto dai contorni tutto, giudiziaria. pesanti. Dei 386 mila richiedenti esaminati in Così “è indiscutibile che il limbo nel quale ver- Commissione territoriale fra 2016 e 2020, alla sano i richiedenti in attesa della definizione del- fine ben 157 mila rimarranno senza un per- lo status giuridico crea difficoltà e incertezze sul messo di soggiorno, «in condizioni di vulnera- proprio percorso di integrazione lavorativa e so- bilità e precarietà socio-economica, anche a se- ciale e ne condiziona l’interazione con le oppor- guito e conclusione dell’iter amministrativo e tunità presenti sul territorio». ■ giurisdizionale». (Mirtha Sozzi) 9 settembre 2021 1 migrantiPRESS 1 21 1
1 STUDENTI INTERNAZIONALI 1 Talent… …Tu al Centro… Nicoletta Bazzoffi D ue Studentesse internazionali universita- rie formatrici, protagoniste di una delle attività del progetto Talent – Tu Al Centro, vincitore del Bando Nessuno Escluso 2, pro- mosso e finanziato da Fondazione CR di Firenze e da Il Cuore si Scioglie, con il patrocinio del Co- mune. Il progetto vede la positiva collaborazio- ne fra il Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira” e la Cooperativa Arca, in qualità di part- ner e si concluderà a novembre 2021. Il percorso multidisciplinare rivolto a un grup- po di minori, composto da ragazze e da ragazzi, residenti in due strutture di accoglienza (Nuova Casa Sassuolo e Il Mandorlo), ha dato un origi- nale supporto educativo, psicologico e affettivo ai minori presenti nelle strutture. Un’offerta for- Quali temi avete trattato? mativa ricca di numerose attività, dal potenzia- «Abbiamo parlato di responsabilità civica, di mento della lingua italiana, all’alfabetizzazione bullismo, di cyber bullismo e di tutto ciò che si informatica, dalla riflessione sul corretto utiliz- lega alla sfera dei Social, delle dinamiche delle zo dei nuovi media, all’educazione civica. Al fake news, della ricchezza dell’identità di ciascu- centro la valorizzazione delle potenzialità ine- no come membro del corpo sociale e dell’im- spresse dei giovani ospiti delle case, per favorire portanza di avere Sogni e guardare lontano con il superamento delle criticità scolastiche e l’in- l’impegno nel presente». tegrazione nella comunità territoriale, attraver- so l’autostima e la percezione di appartenenza. È emerso l’aspetto dell’interculturalità? «L’incontro con questi adolescenti provenienti «Non esplicitamente, ma come un fatto di inte- da paesi diversi, segnati da esperienze di vita im- razione naturale, implicito nell’esperienza rela- pegnative e dure – dice Kaaj Tshikalandand, del- zionale che stavamo vivendo. Tutti noi, sia i ra- la R.D. Congo, studentessa UNIFI di Economia gazzi, come gli educatori, avevamo percorsi di dello Sviluppo e mediatrice culturale - timoro- vita atipici, rispetto all’italiano medio e ciascu- si per il futuro che li attende con il raggiungi- no era parte di minoranze. Sandra, donna bra- mento della maggiore età, è stato per me una siliana e io, donna nera eravamo nei nostri col- bellissima sorpresa. Con la dottoressa brasiliana loqui, conseguenza, non causa... Noi due siamo Sandra Rodrigues, ci siamo trovate di fronte un state molto stimolate dalle ragazze e dai ragaz- gruppo attento e interessato, con tanta voglia di zi. Ci preparavamo gli argomenti da trattare, ma raccontare, di porre e di porsi domande, di esse- poi rimanevamo spiazzati dalla ricchezza dei re ascoltati». loro stimoli culturali, dovuti alle loro esperienze 1 22 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2021
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