MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes

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MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni

                                                                                                                                                           2015
                                                                                                                                                             MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 4 APRILE 2015

MIGRAZIONI ED EXPO
                                                                                                                                                                                                                                     PRESS
MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes
sommario

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        PRESS
                                                                    2015
                                                                                                                                                                                                                                                                                                MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 4 APRILE 2015

Editoriale                                                          Rivista di informazione e di collegamento
                                                                    della Fondazione Migrantes
Una Chiesa che accoglie e cammina                               3   Anno XXXVII - Numero 4 Aprile 2015
Gian Carlo Perego
                                                                    Direttore responsabile
                                                                    Ivan Maffeis
Primo piano
                                                                    Direttore
Un “prestito” della “Speranza”                                  4   Gian Carlo Perego
Andrea La Regina
                                                                    Caporedattore
Immigrati                                                           Raffaele Iaria
Dal Ghana agli scout di Cosenza                                 6

                                                                                                                                                                                                                                                                                        PRESS
Raffaele Iaria                                                                                                       2015
                                                                                                                                                                                                                MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XXXVII - NUMERO 4 APRILE 2015

                                                                    Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni
La pedagogia dell’intercultura                                  8
Claudia Camicia

I care                                                         10
Irene Agnes

Dall’inferno della Nigeria all’amore di una famiglia           12                                                                                                                                         MIGRAZIONI ED EXPO
Elena De Pasquale

Una chiesa ortodossa a Moncalieri                              13   Direzione e Redazione
Simona Paula Dobrescu                                               Fondazione Migrantes
                                                                    Via Aurelia 796 - 00165 Roma
La casa di Tatà                                                15   Tel. 06.6617901
Antonio La Monica                                                   Fax 06.66179070
                                                                    segreteria@migrantes.it
                                                                    r.iaria@migrantes.it
Rifugiati e richiedenti asilo                                       www.migrantes.it
Dublino II e III, ritorno a Fiumicino…                         17   Autorizzazione del Tribunale di Roma
Giovanni Godio                                                      n. 17475 del 13.12.1978
                                                                    Contributo stampa 2015
Studenti Internazionali                                             Italia:  21,00 Euro
La storia di Handam                                            19   Estero: 31,00 Euro
Alessandro Zabban e Maurizio Certini                                         (via aerea 52,00 Euro)
                                                                    Un numero: 4,00 Euro
Italiani nel Mondo                                                  Poste Italiane S.p.A.
                                                                    Spedizione in abbonamento postale
Ritorno in Germania da parroco                                 21   D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
Fra Antonio Gelsomino                                               art. 1, comma 2, DCB Roma
Le migrazioni ed Expo                                          23   C.C.P. n. 000088862008
Nicoletta Di Benedetto                                              intestato a
                                                                    Migrantes - Migranti Press
42 anni in missione                                            25   Via Aurelia, 796 - 00165 Roma
                                                                    IBAN: IT76X0760103200000088862008
                                                                    Tel. 06.6617901
Rom e Sinti                                                         Fax 06.66179070
Perché continuiamo ad aver paura dello zingaro?                27   segreteria@migrantes.it
Mirko Dalla Torre                                                   www.migrantes.it

Lontano dai pregiudizi c’è una comunità silenziosa,                 C.C.B. n. 100000010845
                                                                    intestato a
operosa e piena di speranza                                    29   Fondazione Migrantes CC Stampa
                                                                    Bonifico bancario
Fieranti e circensi                                                 c/o Banca Prossima S.p.A.
                                                                    Filiale 05000 - Milano
Gli artisti dell’Orfei a Beltiglio per ricevere i sacramenti   31   IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845
Marianna D’Alessio                                                  BIC: BCITITMX

News Migrazioni                                                32                                                                                                                                               Iscritto alla
                                                                                                                                                                                                                Federazione Italiana Settimanali Cattolici
                                                                    Progetto grafico e impaginazione
Segnalazioni librarie                                          33
                                                                    www.taueditrice.com
Osservatorio giuridico-legislativo della CEI                        Stampa: Litograftodi Srl (PG)
Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza        34
Alessandro Pertici
MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes
1 EDITORIALE 1

Una Chiesa che
accoglie e cammina
Gli immigrati cattolici in Italia verso
il Convegno di Firenze
Gian Carlo Perego

L
     a Chiesa in Italia, popolo in cammino, “cresce”         che papa Francesco indica quale missione della Chie-
     anche grazie al mondo della mobilità umana e            sa nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (n.
     delle migrazioni. Negli ultimi venticinque anni         24) e una delle strade che guidano il cammino della
in Italia, tra i 5 milioni di immigrati, di diversa fede     Chiesa in Italia verso il Convegno ecclesiale naziona-
religiosa e confessione cristiana, sono arrivati circa 1     le di Firenze. Uscendo dal proprio Paese – per ragioni
milione di fedeli cattolici. Fedeli di tradizioni diver-     economiche o forzate -, e arrivando in tante periferie
se (latina, bizantina, siromalabarese, siromalanca-          delle nostre città, i migranti cattolici portano con sé la
rese, copti, armeni, caldei…), di ogni continente, di        ricchezza di una tradizione di fede, una storia di evan-
molte nazionalità (almeno 80). Sono fedeli che nella         gelizzazione segnata da vecchi e nuovi martiri, una
nostra comunità abbiamo conosciuto come lavorato-            comunicazione della fede essenziale e immediata, la
ri della terra, nelle nostre famiglie, in azienda e nel-     cura dei sacramenti come ‘segni dell’amore di Dio’
le industrie, nei servizi: purtroppo talora sottopagati,     che accompagna ovunque il suo popolo, una religio-
sfruttati, privati anche di diritti fondamentali come        sità popolare intensa. Fratelli della fede da non avere
quello della giusta retribuzione, del riposo, della si-      paura di incontrare e ascoltare, con cui camminare in-
curezza. Questo popolo nuovo di fedeli lo abbiamo            sieme, “non aggiungendo qualche gesto di attenzione,
incontrato anche nelle scuole, dove almeno 150.000           ma ripensando insieme, se occorre, i nostri stessi mo-
degli 800.000 studenti sono cattolici: una realtà di         delli dell’abitare, del trascorrere il tempo libero, del
confronto significativo anche nell’ora di insegnamen-        festeggiare, del condividere” – come ci ricorda la Trac-
to della religione cattolica, che spesso arrivano a fre-     cia verso il Convegno ecclesiale nazionale di Firen-
quentare numerosi anche i nostri Oratori, nei campi          ze (p.50). In una storia di Chiesa sinodale che, come
di gioco come nelle attività di formazione catechisti-       mai, anche attraverso la presenza dei migranti, ha as-
ca. Alcuni fedeli cattolici, armeni, copti erano anche       sunto un respiro ‘cattolico’. La traduzione in diverse
tra i 170.000 che hanno attraversato il Mediterraneo         lingue – inglese, francese, spagnolo, rumeno, ucraino,
nel 2014 e tra i 35.000 che hanno continuato ad attra-       ungherese, albanese… - della sintesi della Traccia per
versarlo in questi primi mesi del 2015. Alcuni di loro,      il cammino verso il 5° Convegno ecclesiale naziona-
come hanno dimostrato alcune immagini e i racconti           le di Firenze e la pubblicazione sul sito ufficiale del
dei superstiti, hanno trovato la loro morte soprattut-       Convegno, raccoglie la sfida dell’accoglienza di fratel-
to nei drammatici naufragi del 3 ottobre 2013 e del          li e sorelle di altre Chiese, per costruire una ‘Chiesa di
19 aprile di quest’anno: un dramma che provoca le            Chiese’ (Tillard) in Italia, educata all’interculturalità
nostre coscienze e le apre anche alle ingiustizie che        e al dialogo religioso, che con fede, speranza e carità,
provocano sofferenza, violenze e morte in tanti nostri       continuamente trasfigurata dalle Beatitudini evange-
fratelli ‘più piccoli’. “La Parola cammina” (D.V. 13)        liche, sappia scrivere una pagina nuova, interecclesia-
anche attraverso i piedi, le strade, i viaggi dei migranti   le e interetnica, della storia della Chiesa in Italia. La
cattolici, riuniti in 750 comunità nelle nostre diocesi      storia di un nuovo umanesimo che si nutre di un’e-
e seguiti da 1500 preti: loro meglio di ogni altro – an-     sperienza di fede aperta al mondo, concreto, plura-
che perché provati dalla fame, dalla guerra, dalla per-      le e integrale, impastato di trascendenza, ‘insaporita’
secuzione politica e religiosa, dai disastri ambientali      dall’unzione dello Spirito: che contribuisce oggi al ‘di
– interpretano il verbo ‘uscire’, una delle parole chiavi    più’ dello sguardo cristiano sull’uomo e sul creato. ■

                                                                                           4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 3 1
MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes
1 PRIMO PIANO 1

Un “prestito”
della “Speranza”
Una iniziativa di accesso al credito promossa
dalla Chiesa Italiana
Andrea La Regina

D’
         ascolto delle famiglie                                        e le imprese per un totale di
         e dei piccoli impren-                                         26.000.000 di euro e che ha
         ditori in presenza di                                         visto come referenti locali le
una restrizione del credito, ci                                        Caritas diocesane che hanno
fa capire quanto sia impor-                                            usato questo strumento e al-
tante un accesso al credito per                                        tri già operativi sul territorio.
guardare con speranza al fu-                                           Sembrava che un accesso al cre-
turo. Ma l’ascolto poi richiede                                        dito non fosse la misura adat-
uno strumento concreto, ed è                                           ta di fronte a una crisi struttu-
per questo che è stato rilancia-                                       rale, ma alla fine si può dire di
to il prestito della speranza 3.0                                      aver vinto una scommessa in-
che assicura un fondo di garan-                                        traprendendo la strada del pre-
zia di 25.000.000 e, attraverso                                        stito che dà dignità, autonomia
le Caritas diocesane, permette                                         e che è fortemente responsabi-
alla famiglie di accedere a un                                         lizzante, nonché utilizza risorse
prestito fino a 7.500 Euro da                                          per una platea molto ampia di
restituire in cinque anni al tas-                                      famiglie e attività economiche.
so del 2,5% e agli imprenditori                                        Anche perché ad oggi l’83% dei
fino a 25.000 al tasso del 4,6%. L’accordo è stato   prestiti è in rimborso, il 14% è stato escusso e
stipulato tra la Conferenza Episcopale Italiana e    il 3% estinto essendo il prestito da restituire in
Banca Intesa, con un moltiplicatore 4 cioè fino      cinque anni.
a 100.000.000.                                       In questi ultimi anni anche i dati dei centri di
La Chiesa Italiana già nel 2009 di fronte all’ag-    ascolto delle Caritas davano in aumento la per-
gravarsi della crisi economico-finanziaria e del-    centuale degli italiani, e anche per il prestito
la sua ripercussione sull’economia reale delle       della speranza, a conclusione delle prime due
famiglie e sull’aumento vertiginoso della disoc-     fasi, il 79,8 di quelli che ne hanno usufruito
cupazione, riteneva di promuovere, con un fon-       sono cittadini italiani e il 20,2 di cittadinanza
do di garanzia di 30.000.000 di euro, l’accesso      non italiana. Anche perché il primo target era
al credito agevolato delle famiglie con un accor-    rappresentato dalle famiglie e solo in seguito le
do sottoscritto con Abi e aperto alla collabora-     micro imprese, con una percentuale molto più
zione delle banche italiane.                         esigua. Per pratiche erogate il 46,3 italiani e il
Il prestito della speranza è un’iniziativa nazio-    50,7 non italiani e così tra le pratiche respinte
nale di accesso al credito che negli anni scor-      (circa il 50% di quelle inserite il 38,6 italiani e il
si ha realizzato 4.500 crediti per le famiglie       36,4 non italiani.

1 4 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
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1 PRIMO PIANO 1

L’iniziativa era e ancora è una risposta concreta       venienti da altre nazioni trovano maggiore dif-
alla crisi e conserva tutta la sua validità con l’o-    ficoltà nell’integrazione sociale ed economica,
biettivo di favorire una nuova modalità di so-          dall’altra con l’ausilio del credito potrebbero
stegno alla condizione di vulnerabilità econo-          mettere a frutto le potenzialità anche imprendi-
mica e sociale di alcune categorie di persone e         toriali che sono capaci di esprimere.
famiglie. Si è inteso valorizzare il principio del-     Oggi i cittadini italiani e stranieri, proprio a par-
la responsabilità personale e di libera iniziati-       tire dalla loro situazione possono recarsi alle
va, facendo leva su risorse proprie e con la con-       Caritas diocesane e nell’ascolto costruire un per-
cessione di finanziamenti agevolati, sostenere le       corso che partendo dal proprio progetto di vita
necessità economiche transitorie delle famiglie         possano, con il sostegno e l’accompagnamento,
e promuovere nuove iniziative imprenditoriali.          iniziare anche nuove attività e coniugare la soli-
Le Caritas, attraverso la propria rete territoriale,    darietà con la sostenibilità.
garantiscono le finalità di carattere ecclesiale, so-   Il percorso prevede la collaborazione con opera-
lidaristico e sussidiario; svolgono attività di in-     tori volontari dell’associazione Vobis che assicu-
contro e di ascolto dei potenziali beneficiari ve-      rano la presa in carico e che fanno da interfaccia
rificando la sussistenza dei requisiti.                 con le filiali della banca. Il rientro è previsto in
Molte volte i dati presentati dai vari centri di ri-    cinque anni con un anno di preammortamento.
cerca tendono a dare letture diverse degli stessi       Quindi il prestito della speranza non è solo uno
dati, anche perché partono da presupposti diver-        strumento tecnico-economico, ma vuole esse-
si. Vi è però un osservatorio privilegiato che sono     re un percorso che partendo dal capitale uma-
i centri di ascolto che rimarcano il fatto che gli      no della persona e delle sue idee si concretizza
immigrati in questa crisi hanno per primi patito        in un progetto di lavoro che, insieme al credito,
la perdita del lavoro e conseguentemente l’esclu-       rappresenta il modo vero di promuovere dignità
sione economica e sociale, per cui, una parte di        e responsabilità. ■
essi hanno chiesta il prestito della speranza.
I segnali, però, sono contrastanti, perché se da        Per maggiori informazioni:
una parte assistiamo al fatto che i cittadini pro-      www.ilprestitodellasperanza.it

   La storia di una famiglia marocchina
   Quattromila e cinquecento sono state le fa-
   miglie italiane che in quattro anni ad oggi
   hanno usufruito di un particolare sostegno
   da parte della Conferenza Episcopale Italia-
   na attraverso il “Prestito della Speranza”.
   Una iniziativa che è ripartita da alcune set-
   timane. La valutazione e selezione delle ri-
   chieste di accesso al prestito verrà gestita in
   stretta sinergia dalla Banca Intesa San Paolo
   con gli uffici diocesani e l’associazione Vobis,
   una rete di 300 volontari presenti sul territo-
   rio italiano. Ed è stato proprio uno di questi       letteria. La moglie era casalinga. Uno dei figli,
   volontari, un ex dipendente dell’Istituto ban-       maggiorenne, studiava all’Università di Lec-
   cario, a raccontare la storia di una famiglia        ce ed aveva chiesto la cittadinanza italiana.
   di origine marocchina, residente in Puglia,          Una famiglia umile con alcuni problemi fi-
   che lo scorso anno ha usufruito del Prestito.        nanziari dopo una malattia del capofa-
   Il volontario ha incontrato la famiglia – com-       miglia che faceva di tutto, però, per non
   posta da cinque persone – in una parrocchia.         far mancare nulla ai figli e alla moglie.
   Il marito faceva l’ambulante e girava per tutti      A questa famiglia è stato erogato un prestito
   i paesi della zona per vendere prodotti di pel-      pari a 6.000 euro.

                                                                                  4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 5 1
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Dal Ghana
agli scout
di Cosenza
A Pasqua il battesimo
nella nuova Chiesa
di Mendicino
Raffaele Iaria

U
       n giovane minore non accompagnato è sta-         averlo aiutato a scappare dal suo Paese ed oggi
       to scelto dal parroco di Mendicino (Cs) per      per la sua vita in Italia.
       essere il primo battezzato della nuova chie-     Dal suo Paese, ha raggiunto la Libia insieme ad
sa dedicata a Gesù Salvatore. Proviene dal Sene-        altre persone in un cassone di un camion: “era-
gal. Lo chiameremo Francesco per ragioni di si-         vamo stipati come sardine, dovevamo provve-
curezza e oggi vive in un centro di accoglienza         dere personalmente anche al pranzo e ai viveri.
per rifugiati calabrese. Dopo il suo arrivo in Italia   Nello zaino avevo messo dei biscotti, dell’acqua,
è stato in Sicilia e in Sardegna. E’ arrivato nel no-   e qualche altra cibaria presa all’orfanotrofio. Li
stro Paese dopo l’uccisione del padre per mano          feci bastare per le due settimane di viaggio”. Da
violenta e la morte della mamma. Affidato, nel          lì per l’Italia su un barcone. “Non ci fecero por-
suo Paese, alle cure di un orfanotrofio gestito da
                                                        tare nessuna cibaria, solo acqua e poi ci fecero
suore è fuggito per avere una vita nuova.
“Mio padre, per quanto mi ricordi disse che vo-
levano il sangue dei suoi familiari, ma non era
morale venderlo. Più sangue si portava, più si
                                                           Catecumeni nelle diocesi
guadagnava. Lui però voleva guadagnare onesta-             italiane
mente, voleva vivere solo con il frutto del suo la-
voro”, ha detto il ragazzo a don Enzo Gabrieli,            Nella Veglia pasquale sono stati centinaia,
il parroco di Mendicino che lo ha accolto nel-             nelle parrocchie e nelle diocesi, gli stranieri
                                                           che vivono in Italia e che hanno chiesto di
la sua parrocchia, lo ha seguito attraverso alcuni         essere battezzati e che, dopo un periodo
catechisti e collaboratori parrocchiali. Oggi fre-         di catecumenato, hanno ricevuto il batte-
quenta la comunità, si è integrato e fa parte del          simo.
gruppo Scout della parrocchia mentre continua              Provengono dall’Asia, all’Africa, dall’Ame-
a vivere nel centro Sprar.                                 rica Latina e anche dall’Europa. A Milano,
                                                           solo per fare alcuni esempi, su 144 nuovi
Aveva paura di vivere in Senegal: “sapevo che
                                                           battezzati il 70% è di origine straniera con
cercavano anche me”. Ha attraversato quindi il             una maggioranza di albanesi, cinesi, ivo-
Niger e la Libia ed è arrivato nel nostro Paese            riani e peruviani. A Roma 55 i catecume-
per ricostruirsi una vita nuova, avere una fami-           ni stranieri provenienti da diversi Paesi. La
glia “se Dio vorrà”. E il nome di Dio è sempre             maggioranza – 15 – proviene dall’Albania.
                                                           A Torino 38 dei nuovi battezzati sono stra-
sulla bocca di questo ragazzo che ogni giorno
                                                           nieri: 15 sono argentini.
ringrazia il Signore per tutto. Lo ringrazia per

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                                                        La storia di Victoire
                                                        “Anche per me, il
                                                        battesimo di Victorie
                                                        è un dono grande,
                                                        un’emozione – parla
                                                        don Roberto Falconi,
                                                        parroco di Ponte Nos-
                                                        sa. Ricordo quando
                                                        mi chiese la Bibbia in
                                                        italiano “per impara-
                                                        re la lingua e per leg-
                                                        gerla con mia figlia”,
                                                        mi disse. Quando gliela regalai, fu felicis-
                                                        sima. Aveva proprio la gioia di ricevere la
                                                        Parola del Signore”.
                                                        Victorie ha 38 anni ed è originaria della Co-
                                                        sta d’Avorio. Da 11 anni vive in Italia, pre-
                                                        cisamente a Ponte Nossa, dove abita con la
                                                        sua famiglia. La notte di Pasqua, Victorie e
                                                        sua figlia Sara di 9 anni sono state battez-
                                                        zate. “Sono molto contenta”: “Felice anche
                                                        di averlo ricevuto insieme a mia figlia”. “La
partire indicandoci solo la direzione”, racconta        fede è molto importante per me, è impor-
Francesco: “partimmo con un mare calmo ma               tante per la mia anima – spiega. Sono cre-
                                                        sciuta in una famiglia cattolica e in Costa
nella notte ci furono le prime difficoltà. Un fred-
                                                        d’Avorio avevo fatto catechesi per due anni,
do pungente, il vento ci tagliava la faccia e ci ri-    cammino che mi avrebbe portato al battesi-
paravamo uno con l’altro. Poi cominciarono le           mo, ma non avevo terminato”. Ha ricomin-
onde che ci sballottavano da una parte all’al-          ciato l’anno scorso a Ponte Nossa, seguendo
                                                        un percorso accompagnata da una coppia
tra. Io cominciai a pregare. Dicevo solo: Gesù...       di catechisti. “Pur avendo sempre vissuto
Gesù. Nient’altro. Avevo paura di morire. Mi            nella fede cattolica, ha il desiderio di dare
sentivo spacciato. Sembrava che la barca si stes-       compimento a questo cammino”, commen-
se spezzando. L’altro barcone dove era salito il        ta don Roberto. “Anche quando ero in Afri-
                                                        ca – spiega Victoire -, sentivo che mi man-
mio amico non so che fine abbia fatto. Poi arri-        cava qualcosa, mi sentivo come se fossi a
varono le navi dei militari italiani e per noi fu la    metà. Adesso non è più così: ho letto la Bib-
salvezza. Non mi interessava se mi arrestavano          bia, che leggo anche con mia figlia, ho tro-
ma volevo tornare a terra, volevo mangiare. In-         vato Cristo, il suo amore e mi ha cambiato
                                                        la vita”. Un incontro che le ha permesso an-
vece fui trattato bene. Appena arrivati in Sicilia      che di tornare in chiesa: “Volevo sentire la
ci fecero mangiare, ci vestirono, ci visitarono al-     Parola di Dio, ma prima avevo timore, non
cuni medici. Poi mi mandarono in Sardegna ma            mi sentivo accolta. Poi, grazie a mio marito
                                                        che mi spingeva ad andare e grazie alle per-
non so dire altro. Alla fine arrivai qui in Cala-       sone fantastiche che ho incontrato tra cui il
bria”. Francesco ringrazia gli italiani e i calabresi   don, la mia madrina e i catechisti, ora vado
per l’accoglienza: “grazie perché mi volete bene.       sempre in chiesa senza paura, ma serena e
Pure io ve ne voglio. Scusate, anche a nome di          libera”. La serenità è presente anche in fa-
                                                        miglia perché “Cristo è al centro della mia
tanti miei fratelli, se abbiamo scelto di venire        famiglia e lo sento anche nella comunità”.
qui in Italia, ma voi non potete immaginare che         “Quando parla di Dio si illumina come il
significa vivere senza mangiare, in continuo pe-        sole – spiega Stefania, madrina al battesimo
ricolo di vita. Dove la tua vita non vale nulla se      – Ha una fede enorme e anche se non se ne
                                                        rende conto, ne dà testimonianza”. “Anche
non sei in qualche banda di violenti. Noi sia-          la comunità sta partecipando – afferma don
mo uomini come voi. Vogliamo solo un futuro”.           Roberto – Ricordo il battesimo e chiedo di
E l’invito a ringraziare Dio perché noi viviamo         pregare per lei. Inoltre, ho chiesto di soste-
                                                        nere il progetto della Diocesi per la Costa
in una nazione libera e democratica mentre ne-
                                                        d’Avorio: un gesto che va nel segno della
gli occhi si legge, spiega don Gabrieli, il peso di     comunione”.
quelle “ferite interiori che si porta”. ■

                                                                               4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 7 1
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La pedagogia
dell’intercultura
Interazione, empatia, decentramento,
transitività cognitiva
Claudia Camicia

T
       utti coloro che lavorano con la propria cre-    ne interculturale sono: l’interazione, l’empatia,
       atività dentro al laboratorio aperto dell’in-   il decentramento, la transitività cognitiva.
       terculturalità, assecondano quella “origine     Oltre alla pubblicazione di libri per l’ambito in-
progettuale” dell’educazione interculturale che        terculturale, ci sono valide riviste per bambini e
il pedagogista Duccio Demetrio rintraccia in Ita-      ragazzi, con vocazione cattolica. Segnaliamo PM
lia fin dal 1989.                                      Piccolo Missionario, E vai! Un mondo ti aspetta, Il
L’educazione interculturale implica il raggiungi-      Ponte d’Oro, Italia Missionaria. Queste pubblica-
mento dei seguenti obiettivi (tratti da La scuola      zioni mensili, con ottime rubriche di testimo-
incontra l’altro di Antonio Nanni):

• la conoscenza e la comprensione dei processi
  attraverso i quali si sono costruite le culture
  che si incontrano durante l’esperienza;
                                                          Laboratorio
• l’elaborazione e il possesso individuale e col-
                                                          La lettura della rivista in classe sarà essen-
  lettivo di valori basilari per il rispetto della        ziale per far cogliere al bambino ciò che
  propria storia e di quella comune;                      è diverso dal suo mondo e suggerire di
• l’interiorizzazione di conoscenze di capacità           trasferirlo all’interno del suo sistema co-
                                                          gnitivo. L’esperienza si concretizza infatti
  metodologiche che facciano vivere l’intelligen-
                                                          quando il bambino percepisce che nella
  za del confronto e della interazione;                   narrazione dell’altra cultura c’è un pen-
• l’atteggiamento solidale nei riguardi di ogni           siero divergente che può, se vuole, acco-
  persona.                                                gliere. Partendo da un ingrediente di cui si
                                                          parla (nella fiaba o nella ricetta) analizzare
                                                          la produzione agricola di quella nazione,
L’interculturalità è una prospettiva pedagogica           come il clima condizioni la scelta delle col-
innovativa che già da qualche anno viene prati-           tivazioni, il motivo o la necessità di sceglie-
cata grazie a molte iniziative individuali, locali,       re alcune spezie e ingredienti base per l’a-
a volte nazionali. Possiamo affermare con Lu-             limentazione quotidiana.
ciano Amatucci che l’educazione interculturale            TARGET: bambini di scuola primaria.
affonda le sue radici nell’educazione civica intesa       OBIETTIVO: le abitudini alimentari non
nel senso più ampio di formazione dell’uomo e del         sono dettate da capricci bensì da necessità
cittadino”. Gli elementi strutturali dell’educazio-       e opportunità.

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MIGRAZIONI ED EXPO 2015 - Fondazione Migrantes
1 IMMIGRATI 1

nianze e di conoscenza di altre culture, dan-         altro. Lo strumento della rivista mette d’accordo
no anche spazio alla comunicazione tra lettori.       le esigenze di sviluppo delle abilità di base del
L’intento è di costruire un pensiero critico e di     bambino e quelle culturali, inoltre mira a crea-
cogliere il messaggio, a volte veicolato anche at-    re un’esperienza per favorire l’interiorizzazione
traverso la storia del fumetto. I valori su cui im-   collettiva e condivisa. Lo scopo di questa lettura
perniare una vita attiva e una cittadinanza con-      è di sollecitare il bambino a osservare l’alterità e
sapevole rispecchiano quelli dell’educazione          a considerare l’altro come “dono” e come possi-
cattolica. La rivista trimestrale per bambini (5-     bilità di rinnovamento della propria identità. ■
11 anni) 5perché si propone la mission dell’in-
terculturalità e propone ogni volta tre culture a     www.5xk.it, www.bandapm.it, www.evai.org,
confronto con fiabe, proverbi, ricette, canzoni e     www.italiamissionaria.it, www.missioitalia.it

                                                                                4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 9 1
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I care
Territorio e Scuola
insieme per la formazione

Irene Agnes

A
       Sesto Fiorentino si è tenuto il convegno
       “I care. Territorio e Scuola insieme per la
       formazione”, come momento di verifica
di un percorso educativo rivolto all’integrazio-
ne degli alunni di recente immigrazione, soste-
nuto dalla Fondazione Carlo Marchi di Firenze
e dallo stesso Comune. Il Centro Internazionale
Studenti Giorgio La Pira ne è stato promotore.
Ne parliamo con il direttore del Centro Mauri-        Inoltre il rapporto Scuola-Territorio è non solo
zio Certini.                                          rapporto con l’Ente Locale (che ha una fonda-
                                                      mentale funzione di indirizzo e di orientamen-
Perché questo titolo?                                 to, di sostegno, valorizzazione e coordinamen-
I care! Questa frase (la famosa frase di Kennedy)     to), ma è relazione con le tante e diverse agenzie
è a noi cara perché scritta sulla porta della scuo-   educative, formali o informali, presenti. L’im-
la di Barbiana, con tutto ciò che dal punto di vi-    portanza di operare insieme è infatti l’elemento
sta educativo e innovativo Barbiana ha compor-        chiave che consente di fare un salto di qualità,
tato. Significa interesse per, che vuol dire anche    costruendo nel tempo un coordinamento forte
partecipazione dei cittadini, percorso di civiltà.    e un approccio sempre collaborativo tra i sog-
Territorio e Scuola … insieme. Non si può se-         getti che hanno al centro del proprio interesse
parare. C’è come una osmosi. La nostra Scuola         gli stessi ragazzi.
non è apprendimento astratto, avulso dal con-
testo umano in cui è inserita. Vive in un preci-      Nel 2014 avete operato all’interno di due scuo-
so territorio, che ha una sua storia e si alimenta    le medie inferiori per il sostegno della lingua
dello stesso humus; allo stesso tempo essa offre      italiana come Lingua Seconda e della mate-
al territorio cose nuove.                             matica, inserendovi nel percorso programma-
                                                      to. Quest’anno allargherete l’intervento anche
Lei vuol dire che l’Educazione è allora, anzi-        alle elementari e al primo biennio delle supe-
tutto, buona relazione interpersonale. Si cre-        riori...
sce bene se si cura la relazione e c’è buona tra-     …Gli interventi sono stati bene inseriti nella
smissione dei saperi e successo scolastico se         programmazione scolastica e i nostri docenti
si cura la relazione?                                 hanno lavorato a stretto contatto con gli inse-
Certamente. La Scuola “Buona” è Comunità Edu-         gnanti della scuola. Ciò ha portato risultati si-
cante, cioè buona relazione con tutte le compo-       gnificativi, come l’ammissione di tutti i ragazzi
nenti interne, con le famiglie e col Territorio.      “stranieri” all’esame di terza media e l’iscrizione

1 10 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
Ma non Le sembra che la necessità di interven-
                                                      ti esterni, così incerti, legati a progetti estem-
                                                      poranei e a bandi, mostri la debolezza della
                                                      nostra Scuola?
                                                      La presenza di alunni non parlanti italiano è or-
                                                      mai strutturale e occorrono risposte adeguate.
                                                      Abbiamo voluto mostrare che è possibile otte-
                                                      nere buoni risultati. Che è possibile realizzare
                                                      “buone pratiche” che si fondino sulla collabo-
                                                      razione. Il tempo dell’emergenza è finito; gli
                                                      alunni stranieri nelle scuole italiane superano,
                                                      in media, il 7% (a Sesto Fiorentino abbiamo il
                                                                        16%): vanno visti come una ri-
                                                                       sorsa per la Scuola e per il Pae-
                                                                       se e la buona Politica deve porsi
                                                                       con serietà obiettivi di inclusio-
                                                                      ne e di prevenzione della disper-
                                                                      sione scolastica.

                                                                         Il Governo si sta impegnando in
                                                                        questa direzione?
                                                                        Il Disegno di Legge sulla Buo-
                                                                       na Scuola attualmente in esame,
                                                                       è un segnale importante; presenta
                                                                      senz’altro elementi positivi di inno-
di alcuni al liceo. Il nostro
                                                                      vazione, ma allo stesso tempo pro-
Progetto ha anche previsto
                                                                      pone elementi discutibili. Occor-
momenti di formazione
                                                                     re che i docenti, i genitori gli allievi
per i docenti, i quali spes-
                                                                     adolescenti, conoscano e riflettano
so si sentono imprepara-
                                                                     con oggettività, perché è questo il
ti di fronte ad alunni che
                                                                    tempo per costruire bene e insieme
non parlano l’italiano e che giungo-
                                                                   la nuova Riforma, nello spirito alto
no da altri Paesi.
                                                      della Costituzione Italiana; perché la Buona
                                                      Scuola non sia uno slogan, ma tenga conto del
Lei diceva che la famiglia va coinvolta. Come
                                                      percorso virtuoso fatto almeno dall’inizio degli
ci siete riusciti?
                                                      anni Settanta, anche in termini di partecipazio-
È fondamentale che la famiglia interagisca bene
                                                      ne democratica. I giochi non sono ancora con-
con la scuola. Qui emerge una nuova figura di
                                                      clusi; spetta al Parlamento e al Governo, ma an-
operatore scolastico. È il mediatore culturale. La
                                                      che all’opinione pubblica pronunciarsi. Ma per
Mediatrice o il Mediatore è spesso il primo pun-
                                                      questo occorre conoscere, seguire l’iter, avere gli
to affettivamente caldo nella relazione del bam-
                                                      occhi aperti su quello che sta accadendo. Intan-
bino o pre-adolescente di nuova immigrazione
                                                      to, facciamo nostro l’auspicio rivolto al Conve-
con la scuola; talvolta è percepito come la pri-
                                                      gno dal Sottosegretario all’Istruzione, Gabriele
ma àncora di sicurezza. E lo è spesso anche per
                                                      Toccafondi: “(…) la necessaria Riforma denomi-
le famiglie che non conoscono bene le dinami-
                                                      nata Buona Scuola necessita investimenti importan-
che della scuola italiana. Peraltro il Mediatore
                                                      ti e necessita il recupero e la valorizzazione di ciò che
è figura che può orientare anche verso l’inclu-
                                                      in questi anni è stato fatto con successo, sul piano
sione delle stesse famiglie nel Territorio, tramite
                                                      dell’accoglienza e dell’innovazione; con l’impegno di
l’associazionismo di gruppi giovanili, sportivi,
                                                      singoli docenti, di scuole, amministrazioni locali, del
educativi.
                                                      privato sociale”. ■
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Dall’inferno della
Nigeria all’amore
di una famiglia
La storia della piccola Glory
Elena De Pasquale

I
   segni delle violenze e delle torture subite non    accolta dal calore della famiglia. Non è stato
   sono visibili ad “occhio nudo”, perché le vere     semplice per Glory riuscire ad aprire una picco-
   cicatrici sono nascoste tra le pieghe del cuore    la parte del suo cuore a coloro che, immediata-
e delle mente. La piccola Glory proviene da un        mente, sono riusciti ad intercettarne i bisogni,
paese, la Nigeria, in cui bambine ed adolescenti      cercando di lenire il più possibile il dolore di-
vengono “sacrificate” in nome di una battaglia        pinto nei suoi profondi occhi di bambina inna-
politico-religiosa che ogni giorno miete decine       turalmente costretta a diventare adulta.
di vittime. Il gruppo militante islamista “Boko       La permanenza al centro Ahmed, seppure breve
Haram”, infatti, sta utilizzando quasi esclusiva-     e seppur frutto di un errore burocratico che ne
mente donne come attentatrici suicide, una tat-       ha rallentato l’immediato trasferimento in una
tica che distingue questa organizzazione da ogni      comunità femminile, ha consentito alla picco-
altro gruppo estremista.
                                                      la nigeriana di imboccare finalmente la strada
Come spiegato da Elizabeth Pearson, un’esperta
                                                      giusta, ma soprattutto l’ha aiutata a conoscere e
presso il Nigeria Security Network, l’attentato al
                                                      scoprire amore, fiducia e affetto.
mercato di Maiduguri, a gennaio, è stato solo un
                                                      L’assistenza e il supporto psicologico fornito
esempio di come Boko Haram stia utilizzando
                                                      nella struttura di prima accoglienza di Messina,
donne, ma soprattutto, bambine, per compiere
                                                      hanno fatto sì che la piccola Glory non sia rien-
degli attacchi. Nel 2014, l’85% di tutti gli atten-
tatori suicidi di sesso femminile ha agito in Ni-     trata nella schiera di quei minori stranieri non
geria: solo dallo scorso giugno, 20 donne hanno       accompagnati che, in mancanza di un adeguato
preso parte a 16 attacchi suicidi.                    sostegno e tutela giuridica, finiscono per allon-
Un’immagine di inumana crudeltà che potreb-           tanarsi dalle strutture in cui vengono accolti. Se-
be anche stare alla base del lungo viaggio affron-    condo gli ultimi dati disponibili, al momento
tato da Glory e conclusosi lo scorso 26 dicembre      risultano irreperibili il 23,1% dei Misna registra-
con lo sbarco al porto di Messina. Un viaggio         ti al loro arrivo in Italia, percentuale che sale al
iniziato per allontanarsi da una realtà di guerra     25,4% quando si parla delle ragazze. In partico-
e terrore, ma purtroppo costellato da altrettan-      lare, dei 9.337 minori segnalati nel nostro Pae-
ta paura e violenza. Come quella, fisica, subita      se, 693 sono bambine e ragazze, 176 delle quali
e confessata dalla piccola nigeriana, oggi fortu-     sono scomparse e non possono più essere pro-
natamente protetta in una comunità e a breve          tette da abusi, violenze e sfruttamento. ■

1 12 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
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Una chiesa ortodossa
a Moncalieri
Simona Paula Dobrescu*

N
       ei mesi scorsi è stata inaugurata ufficial-    architettura tradizionale in legno, è stato neces-
       mente la nuova chiesa in legno di Mon-         sario apprendere processi e metodi di realizza-
       calieri, che è diventata così il primo luogo   zione, motivo per il quale, l’architetto è dovuto
romeno di culto ortodosso edificato sul territo-      andare in Romania per poterli seguire per poi,
rio italiano. Il progetto, sostenuto dal sacerdote    realizzare il progetto in Italia.
e parroco ortodosso del posto Marius Floricu, è       La chiesa fa parte di un complesso più ampio,
stato condiviso dalle autorità locali, è diventato    chiamato Centro di culto per la religione orto-
realtà per la gioia della numerosa comunità ro-       dossa a Moncalieri e comprende una porta tra-
mena presente nelle zone di Moncalieri, Niche-        dizionale del Maramureş, un altare estivo, una
lino e Torino Sud.                                    sala riunioni e una casa parrocchiale con sala
Costruita integralmente in legno di abete e quer-     polifunzionale.
cia dal miglior fabbro-falegname di Sighetul          All’inaugurazione hanno partecipato circa quat-
Marmaţiei, Dorel Petrovan, la chiesa si eviden-       trocento fedeli, numerosi volontari della comu-
zia non solo grazie alla ricchezza del dettaglio e    nità, le autorità locali, i rappresentanti consolari
alla bellezza rustica, ma anche agli alti standard    ed i consiglieri romeni eletti a Verbania e Ciriè.
di funzionalità.                                      Il nastro inaugurale è stato tagliato dal sindaco
Per Andrea Cavalieri, architetto italiano che ha      Roberta Meo e dal vescovo mons. Siluan Span
preso parte alla costruzione di una chiesa simi-      della Diocesi ortodossa romena d’Italia.
le, è motivo di orgoglio e un segno del destino,      Le parti componenti del luogo di culto prefab-
perché il progetto si è realizzato nei posti dove     bricate in Maramureş sono state portate e assem-
ha trascorso la propria infanzia. Trattandosi di      blate nel rispetto delle leggi locali. Il campanile

                                                                              4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 13 1
1 IMMIGRATI 1

alto 25 metri è diventato un punto di riferimen-      viaggia in questa regione può ancora ammira-
to culturale, architettonico e anche turistico del-   re gli abiti popolari, le famose camicie ricamate,
la città e della comunità romena che conta più        gli impianti vecchi come il mulinello per lavare
di 3.000 membri, ha detto il sindaco, Roberta         i tessuti pesanti o le feste di Pasqua che fanno
Meo.                                                  parte di un universo inalterato come la civiltà
La chiesa di legno di Moncalieri è dedicata ai        del legno.
“40 martiri di Sebaste”, ricordati il 9 marzo, se-    Dalle mani degli artigiani locali, nel secolo XIII,
condo il calendario ortodosso. Altri luoghi di        nacque lo stile gotico di Maramureş, il quale si
culto tradizionali, fuori i confini della Romania     riflette nelle chiese dipinte e le porte monumen-
si trovano solo in Francia e Svizzera.                tali, accuratamente scolpite con modelli specifi-
Raramente si trova un posto in Europa dove le         ci – tra cui il sole e l’albero della vita.
antiche tradizioni siano tanto rispettate come        Otto delle famose chiese di legno di quercia o
nel Nord-Ovest della Romania, dove i costumi e        abete, con le torri che tendono a raggiungere il
l’universo domestico sono inalterati.                 cielo, sono comprese nel patrimonio mondia-
Nella terra storica di Maramureş, il tempo sem-       le dell’UNESCO e fanno parte dei circuiti turi-
bra essersi fermato: la gente si veste ancora come    stici. ■
i loro antenati di quasi duemila anni fa. Chi                             *Teologa e mediatrice interculturale

1 14 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
1 IMMIGRATI 1

La casa
di Tatà
30 metri quadrati di
Mali in Sicilia

Antonio La Monica

S
      entirsi a casa anche a migliaia di chilome-     La sua risposta è stata immediata ed è stata un
      tri di distanza dal proprio paese non è faci-   regalo bellissimo”.
      le. Specie per chi la propria casa l’ha dovu-   Il ragazzo alto e forte si mette in azione. Fabbri-
ta abbandonare per costrizione e non per scelta;      ca i mattoni ad uno ad uno.
per chi, profugo, ha visto abbattere in un istan-     “Ci vorrà una settimana – promette ai suoi nuovi
te sogni e persone e con essi il progetto di una      amici il giovane maliano – e la casa sarà pronta”.
vita. Anche Tatà aveva un progetto e non era cer-     Tatà rispetta i tempi della commissione. “Ho pre-
to quello di fuggire dal Mali per arrivare, a soli    parato uno stampo in legno per i mattoni – rac-
19 anni, in provincia di Ragusa.                      conta – poi ho usato come materiale la terra, l’ac-
Il primo momento in cui Tatà, dall’alto dei suoi      qua e la paglia. Li ho fatti seccare al sole e li ho
due metri, capisce di potersi sentire a casa anche    posizionati per formare il muro della mia casa.
qui in Italia si materializza in Stefano Solarino,    Poi, ho preparato un lungo tappeto di paglia le-
un ragazzo come lui, di appena pochi anni più         gata con i materiali trovati in giro. Con delle can-
                                                      ne di bambù, ho fatto la struttura del tetto, l’ho
grande. È tra i coordinatori del Centro di prima
                                                      coperta con la paglia e l’ho montata sul muro”.
accoglienza che si trova a Comiso ed è gestito
                                                      Un tetto che, simbolicamente, lo protegge dal-
dalla Fondazione San Giovanni Battista in colla-
                                                      la naturale paura di chi ha affrontato “il viag-
borazione con la cooperativa Rel-Azioni.
                                                      gio”. Un ricordo ancora vivo: “Ho lasciato il Mali
Tatà è venuto qui dal Mali nel 2014, anno se-
                                                      – spiega – per via della guerra. Nel mio paese
gnato dalla crisi economica. La sua preghiera è
                                                      ci sono due gruppi belligeranti: Musjas e Mnila.
stampata nel permesso di soggiorno, che ormai         Uno di questi due gruppi ha ucciso mia madre
sogna ogni notte. Un permesso che gli permet-         al gran mercato della mia città di origine. Ho ab-
terebbe di restare a Comiso per ricostruire una       bandonato la scuola al nono anno, perché alcu-
vita. Questa la sua missione e per concretizzarla     ni membri del gruppo militare vanno nelle scuo-
bisogna partire da una casa che non è facile tro-     le a sequestrare i ragazzi più forti per combattere
vare. Una possibile risposta  giunge proprio da       il governo”. Tatà non vuole combattere. Tatà vuo-
Stefano, il nuovo amico italiano. È lui che vede      le vivere e non uccidere. Dunque scappa.
su un sito internet alcune immagini di tipiche        Il racconto della sua migrazione parla di un pri-
costruzioni abitative del Mali. “Gli ho chiesto –     mo ingresso in Algeria, dove resta quattro mesi.
racconta Stefano – come vivesse in quel tipo di       “Un giorno – afferma – ho incontrato un poli-
struttura e come si costruivano le case in Mali.      ziotto algerino che mi ha chiesto il passaporto.

                                                                              4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 15 1
1 IMMIGRATI 1

Ho provato a spiegare che non avevo nulla di         ni in mare aspettando la grande nave italiana”.
simile e che per via della guerra ho dovuto ab-      La “grande nave italiana”, per fortuna, è arriva-
bandonare il mio paese senza documenti, però         ta. “Siamo arrivati a Pozzallo il 10 giugno 2014”.
il giudice mi obbliga a lasciare il paese entro 15   È una frase pronunciata tutta d’un fiato. È la ri-
giorni”. Inevitabile il passaggio in Libia, zona     nascita che vivono tutti i migranti al momento
d’ombra nella quale si nascondono, in tragica        dell’approdo. È un respiro, un pianto, un grido,
evidenza, maltrattamenti di ogni genere.             che è gioia e dolore insieme. Dunque, il feudo di
“In Libia – spiega il giovane maliano – ho lavo-     Canicarao è il luogo di prima accoglienza, per co-
rato per 11 mesi per diverse persone. Un giorno,     struire una prima “casa” e piantare nuove radici.
dopo aver lavorato, chiesi al datore di lavoro di    Oggi Tatà è ospite presso il progetto del siste-
essere pagato. Mi rispose chiamando la polizia e     ma per richiedenti asilo e rifugiati “Farsi pros-
denunciando il fatto che non avevo documenti”.       simo”. Un progetto gestito sempre dalla Fonda-
Le sbarre di un carcere chiudono ancora una          zione San Giovanni Battista. A pochi chilometri
volta lo spazio della speranza. “In prigione fui     dalla sua “casa” si trova l’attuale centro di acco-
accoltellato e mi pugnalarono nel fianco. Ho         glienza. Un sogno che si realizza in questa terra
trascorso sei mesi lì, sopportando violenze ogni     di frontiera, dove il suono delle campane dei Ve-
mattina. In prigione i militari mi dicevano che      spri incrocia le preghiere di chi verso La Mecca
tutti potevano partire verso l’Europa e che sta-     trova il proprio riferimento. Al crocevia di diffe-
vano preparando la barca, senza pagare nien-         renti afflati spirituali e culturali si trova oggi an-
te. Quando siamo partiti, eravamo 115 persone        che Tatà. Qui è la sua casa. Da qui i passi verso il
nell’imbarcazione e siamo rimasti per 3 gior-        suo prossimo destino. ■   

1 16 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1

Dublino II e III,
ritorno a Fiumicino…
…ogni riferimento è “casuale”
                                                         I L SISTEMA D UBLINO
Giovanni Godio                                                 E L ’I TALIA :
                                                     UN RAPPORTO IN BILICO

F
      ar ritornare i “Dubliners” in Italia? Vuol dire
      affidarli ancora alle mille casualità di un si-
      stema di accoglienza insufficiente che, per
giunta, non ha ancora un piano di accoglienza
specifico, malgrado questi rinvii siano migliaia
ogni anno. È arrivata a questa conclusione una
recente ricerca dal titolo Il sistema Dublino e l’Ita-
lia: un rapporto in bilico, pubblicata dall’Asgi (As-
sociazione studi giuridici sull’immigrazione).
Al centro dell’indagine c’è il regolamento euro-
peo “di Dublino”, la cui regola base (e la più
contestata) stabilisce che il Paese dell’Ue tenuto
a esaminare una richiesta d’asilo è quello in cui
il richiedente ha messo piede per la prima volta:
se il richiedente viene fermato in un altro Paese
dell’Unione, può essere rimandato indietro.

Prima all’aeroporto…
La casualità che segna i trasferimenti in Italia a
norma del regolamento inizia subito, appena
scesa la scaletta dell’aereo. In particolare i ricer-
catori dell’Asgi hanno studiato il “caso Fiumici-
no”. Ai servizi di questo valico di frontiera in un
anno, dal settembre 2013 al settembre 2014, in
applicazione al regolamento “Dublino” in ver-
sione II e poi III (questa seconda versione è en-
trata in vigore nel 2014) sono arrivati almeno                                     Con il supporto di:
2.000 richiedenti asilo o persone già in possesso         di persone, essendo pensate solo per accogliere
di uno status di protezione.                              momentaneamente i passeggeri in transito”.
“Coloro che vengono rinviati in Italia rischia-
no di rimanere per più giorni in aeroporto –              … e poi in “orbita”
ha rilevato l’associazione di studi giuridici –, in       Ma è solo l’inizio. Perché il Belpaese, ad oggi,
strutture assolutamente inadatte all’accoglienza          non ha un piano nazionale di “distribuzione”

                                                                                4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 17 1
1 RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO 1

dei “dublinanti” nei centri di ac-                                          ria). Nel loro caso l’abbandono
coglienza sul territorio. “La ca-                                           al momento del loro rientro sul
sualità è del tutto evidente nel       I L SISTEMA D UBLINO                 territorio è “sistematico”, an-
caso dei richiedenti protezione –            E L ’I TALIA :                 che se a essere respinte in Italia
denuncia il report dell’Asgi –.       UN RAPPORTO IN BILICO
                                                                            sono famiglie o persone in si-
Al momento dell’uscita dall’ae-                                             tuazione di particolare fragilità.
roporto possono essere destina-
ti a centri che garantiscono stan-                                          Un sistema da riformare
dard idonei, ma pure a centri
inadeguati all’accoglienza di ri-                                           I ritorni “di Dublino” mettono,
chiedenti asilo”, anche se questi                                           ancora una volta, il dito nel-
sono in situazione di “vulnera-                                             la piaga delle numerose debo-
bilità”.                                                                    lezze dell’accoglienza “all’ita-
“La casualità del sistema può                                               liana”. Ma va anche detto che
anche portare a situazioni in                                               il “sistema Dublino” continua
cui i richiedenti asilo “rinviati”                                          a presentare, a livello europeo,
                                                    Con il supporto di:

si trovino privi di accoglienza”                                            squilibri e rigidezze. Squilibri
tout court. “In alcuni casi riman-                                          e rigidezze che ad aprile, a Bru-
gono ‘in orbita’ anche per molti                                            xelles, hanno spinto l’autore-
mesi, senza che la loro procedura di protezione           vole European Council on Refugees and Exiles
venga riattivata e senza una qualsiasi forma di           (Ecre) a chiedere all’Ue una maggiore flessibili-
accoglienza e di orientamento sociale e legale”.          tà. Il Consiglio europeo ha promesso di recente
La casualità diventa purtroppo certezza quando            di accrescere “la solidarietà interna” fra i Paesi
i “Dubliners” hanno già uno status di protezio-           membri. Ma per ora la riforma del “Dublino III”
ne (rifugiati, protezione sussidiaria o umanita-          è tutt’altro che all’ordine del giorno. ■

1 18 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
1 STUDENTI INTERNAZIONALI 1

La storia di Handam
Dallo Yemen in Italia per studiare e…non solo

Alessandro Zabban e Maurizio Certini

H
      amdam è un giovane yemenita. In Italia
      da 10 anni per motivi di studio.
      “L’inserimento in un mondo sconosciuto
è stato difficile, anche come studente”, ci spiega
in questa intervista: “tutto era diverso. Fonda-
mentale è stato l’incontro con tanti amici italia-
ni che mi hanno compreso, sostenuto, aiutato a
uscire dall’isolamento e dato fiducia. L’italiano
l’ho appreso bene nei corsi del Centro Interna-
zionale La Pira di Firenze, a cui sono molto le-
gato, e poi all’Università di Siena. Sono legato
alle mie origini e accolgo ciò che di buono e di
bello mi offre il luogo dove vivo, integrando le
tante cose positive di entrambe le culture. Oggi,
il mio pensiero è sempre rivolto al mio Paese, ai
genitori, alla famiglia costretta nella precarietà a
lasciare la capitale”.

La tua vita professionale?
                                                       “Dello Yemen si parla troppo poco. C’è stata
“Lavoro in un’azienda aerospaziale toscana, ma         una rivolta giovanile, proprio come in altri paesi
seguo anche la mia passione per la ‘mediazione         arabi. Alla fase in cui a condurre la contestazio-
inteculturale’: lo sento come un dovere impor-         ne erano i giovani e gli studenti, si è sovrapposta
tante verso tanti ragazzi che arrivano in Italia di-   un’altra con dinamiche di morte. E’ tragico, sia-
sorientati e han bisogno di un ‘ponte’ per comu-
                                                       mo dentro a una trappola e i primi responsabi-
nicare e farsi capire, di superare in certi casi la
                                                       li siamo noi yemeniti; non la popolazione, ma
paura, per aiutarli a immaginare la bellezza del
                                                       tanti politici. Poi ci sono gli interessi delle po-
mondo unito. Ho anche un’altra passione, l’in-
                                                       tenze vicine, in particolare Arabia Saudita e Iran.
segnamento della lingua araba”.
                                                       Lo Yemen si trova anche in posizione geopoliti-
La situazione politica nello Yemen è comples-          ca strategica, vicina a molti Paesi destabilizzati
sa. I ribelli Houthi hanno occupato la Capita-         come l’Etiopia e la Somalia ed è al centro di un
le. Il presidente ha abbandonato la città e sta        grosso traffico di armi”.
continuando la lotta con truppe rimaste fe-
deli. Ma ci sono anche altre fazioni in campo          Il conflitto, a tuo parere, è legato a interessi po-
e Al Quada sta rafforzando la sua presenza…            litici e di potere e non è una guerra religiosa?

                                                                               4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 19 1
1 STUDENTI INTENAZIONALI 1

“Sì. Se si seguisse veramente la propria religio-       care consenso; la gran parte della popolazione
ne, si risolverebbero molti problemi: la tolle-         Yemenita rifiuta Al Quaeda, le sue logiche, i suoi
ranza, il rispetto dell’altro, la condivisione, l’at-   crimini”.
tenzione al povero, sono alla base delle nostre
fedi. Molti miei concittadini pensano che l’Ara-        Intravedi un futuro di pace per lo Yemen?
bia ci stia aiutando con i suoi bombardamenti           “Oggi la situazione è tragica: migliaia di mor-
ma non c’è un obiettivo chiaro e nessuna bom-
                                                        ti e feriti, privazioni, mancanza di materie pri-
ba anche se definita intelligente porta la pace”.
                                                        me. Siamo nel tunnel e non si vede l’uscita. I
                                                        ribelli Houthi che controllano la capitale e va-
Le proteste contro il Presidente erano legittime?
                                                        rie zone sostenuti dall’Iran, non potranno mai
“Legittime, ma non sagge. Un desiderio di ven-          avere un ruolo assoluto di guida, perché sono
detta quasi fanatico. Io non sono un sostenito-         una minoranza sciita in un Paese a prevalenza
re dell’ex Presidente, ma abbiamo già sofferto          sunnita. Ma hanno diritto di vivere e di far par-
troppo, basta con le guerre!”.                          te dello Stato. La soluzione deve venire dallo Ye-
                                                        men stesso, non dalle pressioni esterne, ci vuole
La tua speranza è la pacificazione nazionale…           il dialogo; ognuna delle fazioni rinunci a parte
“Non credo che il fondamentalismo in Yemen              delle proprie aspirazioni per formare un gover-
avrà mai un ruolo importante. Al Quaeda è un            no di unità nazionale e dare allo Stato una nuo-
gruppo criminale che sfrutta la religione per cer-      va struttura”. ■

1 20 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
1 ITALIANI NEL MONDO 1

Ritorno in Germania
da parroco
I primi mesi tra gli italiani di fra Antonio Gelsomino
Fra Antonio Gelsomino

È
     dal primo ottobre 2014 che mi ritrovo ad      dire grazie al Signore che, attraverso il bene pla-
     essere a servizio, come parroco, di una Co-   cido del ministro provinciale, mi ha reso possi-
     munità cattolica italiana in Germania, ed     bile questo desiderio, dandomi la possibiltà di
esattamente in Dreieich (a soli 12 km da Fran-     mettere a frutto questa mia specifica vocazione.
coforte). Sono molto legato alla terra dove ora    È bello constatare che tutto ciò accade dopo tre-
vivo, anche perché ci sono nato nel 1971 (esat-    dici anni di servizio sacerdotale in Italia, i quali
tamente a Pforzheim). È lì che ho vissuto i miei   coincidono temporalmente (tredici) con la mia
primi 13 anni di vita. Il desiderio di venire in   prima permanenza qui in Germania. Avrò, quin-
Germania è maturato da un po’ di tempo, ma         di, l’opportunità di “restituire” alla Germania
quest’anno si è finalmente concretizzato. Devo     ciò che essa stessa ha dato a me in abbondanza.

                                                                           4 aprile 2015   1 migrantiPRESS 1 21 1
1 ITALIANI NEL MONDO 1

Sono forse l’unico, oltre ai pochissimi giovani, a
tornare nella terra natale (verso la quale la mia
famiglia è dovuta migrare) per servirla, ora, da
sacerdote. È un’esperienza molto bella, ma che
comunque non è esente da difficoltà. In questa
mia esperienza sento molto la presenza spiritua-
le dei confratelli della mia provincia ofm (Frati
Minori), nonostante io mantenga, ugualmente,
dei buoni rapporti anche con i frati della provin-
cia tedesca.
Per la comunità celebro la messa feriale nella
Missione Cattolica Italiana il martedì e il giove-
dì (alle ore 19) e il sabato (alle ore 18,15), e                       Dreieich

quella domenicale in una chiesa della comuni-
tà parrocchiale tedesca. Nel tempo di Quaresi-
ma la messa del martedì è stata sostituita dalla
“Lectio Divina” che ha trovato nella gente della
comunità che vi partecipa un riscontro più che
positivo, anche perché viene meditata la litur-
gia della parola della domenica. Il sabato, co-
munque, risulta essere il giorno più impegnati-
vo della settimana, dato che nella Mci si tiene il    conoscenza della lingua e della cultura di que-
catechismo dalle ore 17 e si è intrapreso un cam-     sto Paese ha svolto un ruolo alquanto impor-
mino coi ragazzi del post-cresima. I rapporti con     tante nel mio inserimento qui sul territorio. La
la vicaria ed alcuni rappresentanti laici della co-   comunità è costituita da molte famiglie, giovani
munità tedesca sono abbastanza buoni, al pun-         in particolar modo, ed il lavoro pastorale non
to tale che in più di qualche occasione sono sta-     manca. Inoltre ho avuto modo di partecipare a
to invitato a sostituire il parroco tedesco per la    degli esercizi spirituali, organizzati dalla delega-
messa domenicale. Le celebrazioni eucaristiche        zione delle Missioni Cattoliche Italiane in Ger-
per la comunità italiana sono prevalentemen-          mania e Scandinavia, durante i quali ho avuto
te celebrate in lingua italiana, ma capita a volte    l’opportunità di arricchirmi dal punto di vista
(su richiesta da parte della coppia o dei genitori    formativo, ma anche di fare nuove conoscenze
del battezzando) che la liturgia venga svolta in      con i missionari ed alcuni laici impegnati nelle
due lingue. Devo anche ammettere, però, che la        Mci nei due Paesi. ■

1 22 1 migrantiPRESS 1   4 aprile 2015
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