AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA
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Introduzione Agrigento è una città con una storia lunga 2600 anni, che attraversa i secoli segnando le tappe delle antiche civiltà: da quella dei greci a quella dei fenici, da quella romana a quella bizantina, da quella berbera a quella normanna, fino alle influenze spagnole, borboniche, tra mito, filosofia, arte, letteratura e poesia. Sono tappe segnate nel linguaggio e nei costumi, nelle tradizioni e nell’arte culinaria, nella musica, nell’agricoltura, nella pastorizia, nell’artigianato, ma soprattutto nel modo di considerare l’accoglienza del “forestiero”, ritenendo la contaminazione dell’alterità, rispetto alla propria identità, una straordinaria risorsa culturale. Agrigento è stato centro del pensiero scientifico ellenico. Qui è nato, ha vissuto e ha insegnato uno dei più importanti scienziati dell’antichità: Empedocle, fondamentale per la nascita del pensiero filosofico e scientifico della civiltà occidentale. Qui sono nati e hanno vissuto alcuni tra i più grandi esponenti della letteratura del Novecento: Luigi Pirandello, drammaturgo di fama mondiale, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934; Leonardo Sciascia, scrittore, drammaturgo, giornalista siciliano tra i più amati dal pubblico italiano e internazionale; Andrea Camilleri, scrittore, saggista, sceneggiatore e regista, è amato dal grande pubblico televisivo per essere il papà del commissario Montalbano. La famiglia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ebbe legami profondi con il feudo di Gibidolce, descritto nel “Gattopardo” e ancor oggi la torre campanaria della Cattedrale di Agrigento conserva gelosamente la lettera del diavolo, ovvero la lettera scritta dalla venerabile Suor Maria Crocifissa, al secolo Isabella Tomasi, la “beata Corbera” del romanzo, ritenuto una pietra miliare della letteratura italiana. Il poeta Salvatore Quasimodo visse gli anni dell’infanzia ad Aragona Caldare e Comitini, seguendo il padre che era capostazione delle Ferrovie1. La Valle dei Templi è un Parco archeologico e paesaggistico di 13 mila ettari con uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico, dichiarata nel 1997 dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”. In essa si conserva il giardino incantato della Kolymbetra, autentico gioiello archeologico e agricolo della Valle dei Templi, una sorta di Eden in cui svettano limoni, mandarini e aranci di antiche varietà, irrigati secondo le tecniche della tradizione araba. A sud lo sguardo si perde sul Mar Mediterraneo, scenario dalle suggestioni straordinarie dalla riserva di Punta Bianca fino alla Scala dei Turchi, falesia di marna bianca dai forti contrasti cromatici, ove, secondo la leggenda, durante le invasioni moresche che imperversarono nel '500, i turchi (così erroneamente chiamati) approdarono inerpicandosi sui gradoni naturali di questo fronte roccioso. Un Mediterraneo che è anche frontiera d’Europa, contesto delle migrazioni attraverso il Canale di Sicilia: con la vicina isola di Lampedusa (AG), la città dei Templi assurge a terra di confine (con un destino legato alle sorti dei migranti, alla gestione dell’accoglienza ai rifugiati, 1 I luoghi vissuti dagli autori sono tappa della Strada degli Scrittori di cui al paragrafo relativo al Festival della Strada degli Scrittori. 2
all’assistenza sanitaria e ai numerosi salvataggi estremi in mare), nonché a luogo d’approdo e di salvezza, verso un mondo migliore. Questa è anche la terra in cui l’interculturalità si realizza ogni giorno, dagli eventi musicali all’artigianato, dalla preparazione di cibi e bevande alla vera e propria attività di integrazione culturale e sociale, attuando un processo che vede uno scambio continuo di esperienze in totale armonia e in una prospettiva di crescita comune. E’ questa anche la terra del cardinale Francesco Montenegro, attuale presidente della Fondazione "Migrantes" e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, scelto da papa Bergoglio per i suoi vibranti appelli in favore dei migranti. E’ questa la città del “Santo nero” San Calogero2, festeggiato ogni anno nel mese di luglio, dalla prima alla seconda domenica con l’enfasi che si riserva al patrono, che è invece San Gerlando, con una devozione totale, assoluta. E’ la terra di San Gerlando di Besançon3, vescovo di Agrigento dopo l’epoca musulmana (829- 1086), periodo in cui le comunità religiose vissero in armonia e tolleranza. È anche la terra così descritta dal geografo Idrīsī, (in arabo: يلقصلاسيردإنبهللادبعنبادمحمنبدمحمهللادبعوبأ, che la descrisse popolosa, nobilissima, frequentata molto da stranieri che vanno e vengono. Qui fu la leggendaria reggia di Kokalos, e poi Akragas, che per la musa di Pindaro fu “la più bella fra le città dei mortali, sede di Persefone”. CRITICITA’ e CONTROTENDENZA - Agrigento è il capoluogo di una provincia che viene indicata dalle classifiche annuali del “Sole24ore” quale ultima in una classifica determinata sulla base di specifici parametri. La crisi economica globale ha determinato effetti anche in un’area svantaggiata quale il Meridione d’Italia, e in modo particolare in Sicilia e nell’area dell’Agrigentino. Per “Italia Oggi” Agrigento è all'82°posto, con un primato nazionale per minor tasso di microcriminalità. Secondo i dati Istat 2014, nella provincia di Agrigento, su una popolazione di 448.831 persone e una forza lavoro di 152mila unità, gli occupati sono stati 113mila. Le persone in cerca di occupazione, invece, sono state 39mila. L'ultima edizione del rapporto della Fondazione Migrantes pone la provincia di Agrigento quale capofila rispetto all'emigrazione in Sicilia: a fronte di 698.764 emigrati, 146.913 sono originari di questo territorio, 2 mila in più dello scorso anno. Alto è il dato degli iscritti per nascita (ovvero coloro che sono venuti al mondo in altre nazioni), che sono il 30 % del totale. Quanto al fenomeno dell’immigrazione, a fronte di un 2,4% di residenti, si assiste ad un aumento costante degli sbarchi (oltre 170mila persone sono arrivate sulle coste italiane nel 2014, 76 mila al 1° gennaio 2015 sono quelle accolte in strutture di prima e seconda accoglienza e occorre dare risposta ad altre 22 mila richieste di asilo). La popolazione del Comune si attesta a 59.714 abitanti (2014). Agrigento ha un reddito pro capite 2 V. a pag. 25 3 V. a pag. 26 3
per abitante di € 19.519 (2013), che scende, in provincia, fino a poco più di 10 mila euro pro capite in Comuni come Cianciana, cittadina in cui, tuttavia, si è verificato un fenomeno immigratorio dal nord Europa, proprio per il basso costo delle case e della vita, i ritmi lenti a contatto con la natura e la possibilità di reperire facilmente produzioni locali e cibi sani. La mancanza di lavoro e la scarsità di prospettive occupazionali presso il commercio, l’industria, l’artigianato e il terziario, ha indotto molti giovani a tentare iniziative di piccola impresa nei settori dei servizi di somministrazione cibi e bevande, e, in modo particolare, nel turismo, con la trasformazione di piccole unità abitative in b&b o case vacanze. I dati della Camera di Commercio evidenziano, rispetto al tasso di crescita annuale per comparto, un unico dato positivo nel turismo e nei servizi. Il Turismo ad Agrigento registra, nel 2014, 219.161 arrivi, 391.521 presenze, con una permanenza media in giorni di 1,78 (in linea con la media di Città d’Arte come Firenze che si attesta intorno a 1,80 ), mentre nel 2013 ha toccato quota 2,01. Di questi totali va considerato che 127.864 sono gli arrivi di stranieri, 219.029, invece, le presenze. Non sono contemplate, in tali dati, le presenze in case-vacanze o altre piccole strutture ricettive, che pure sono in continua crescita. Mediamente la Valle dei Templi registra ogni anno la presenza di circa 600 mila visitatori. Il Giardino della Kolymbetra assiste a un trend di crescita pari a +70%. La controtendenza determinata dai giovani che non intendono lasciare la loro terra e che, dopo un periodo di studio fuori dalla Sicilia o all’estero, ritengono di poter spendere le proprie energie e capacità per investire ad Agrigento, è il segno non soltanto di una nuova sensibilità, che si manifesta sotto forma di associazionismo o di continuo confronto e dibattito su dinamiche socio-culturali, ma anche di una percezione di positività e di ottimismo che è conseguenza di stimoli provenienti da esperienze localizzate (ma di grande impatto a livello internazionale come Farm Cultural Park4), le quali puntano a valorizzare le eccellenze e le potenzialità e a concentrare l’attenzione, su una rilettura dei dati della qualità della vita secondo modelli differenti da quelli imposti dal mondo globalizzato. OPPORTUNITÀ E SOSTENIBILITÀ - La candidatura di Agrigento muove i passi proprio da una nuova percezione e dalla necessità di leggere le trasformazioni di un territorio, in una logica integrata, slegata dalle dinamiche del reddito. Solo la definizione di cosa è realmente “sviluppo” consente di dare una risposta a quali siano i fattori più incidenti su esso, di delineare le ricadute di progetti specifici e settoriali, come quello di “Agrigento capitale della Cultura”, di idee e iniziative su territorio, identità e culture immateriali incluse. 4 Il blog britannico Purple Travel ha collocato Favara e Farm Cultural Park al 6° posto al mondo come meta turistica per gli amanti dell'arte contemporanea. 4
Superata l'arida visione del PIL, quale unico elemento esemplificativo della condizione reale di un territorio, lo standard di vita pensiamo che si possa misurare attraverso una visione globale del benessere, che integra gli aspetti economici a quelli legati ai valori della vita umana, alle relazioni sociali, alle risorse naturali, alla preservazione dell’ambiente. E’ il concetto di “sviluppo” più che quello di “crescita”, a rappresentare il vero paradigma da perseguire per i territori, dove singole persone, imprese, e comunità locali sono stimolate a ricreare la propria vita, il loro istinto per l’innovazione, l’amore per la propria identità. Due parole possono scardinare le certezze dei numeri semplici e la rigidità dei modelli tecnocratici: la parola “qualità”5 e la parola “eccellenza”. Entrambe detengono un valore differenziale che può appartenere ai grandi soggetti che nel mercato mondiale hanno una posizione forte, ma può appartenere altrettanto a tutti coloro che hanno il senso dell’unicità, che hanno l’orgoglio della propria intelligenza, che sanno elaborare, sapere, costruire cose nuove. E’ su questo terreno che Agrigento vuole misurarsi, essere comparata alle altre città del Paese e verificare la velocità del miglioramento. L’obiettivo è far emergere la distribuzione del benessere percepito, le modalità, le cause che stanno alla base del cambiamento; vogliamo evidenziare cosa induce sviluppo, cosa rappresenta per Agrigento l’essere comparata, non sulla scala del reddito netto pro capite, ma per la serenità e consapevolezza della propria condizione di stabilità ed equilibrio tra risorse naturali e umane e le necessità della vita quotidiana. La sostenibilità dello sviluppo è un concetto esprimibile in maniera più complessa di un indice lineare: i 3 elementi che la determinano, la sfera ambientale, sociale e economica, non sono da sommare matematicamente, quanto piuttosto centri di una stessa realtà che, per l’ottimale condizione di un territorio, devono trovarsi in perfetto bilanciamento. INFRASTRUTTURE - La città di Agrigento si avvale dell’area portuale di Porto Empedocle, struttura prettamente mercantile e del comparto della Pesca con una discreta flotta peschereccia, la cui attività è legata ad una piccola industria ittico-conserviera. Da un paio di anni, grazie ad alcuni interventi strutturali e alle politiche sul turismo, è anche approdo di navi da crociera. Porto Empedocle garantisce anche i collegamenti navali giornalieri con Lampedusa, in estate anche con un aliscafo. Tra gli altri porti di rilievo in provincia vanno segnalati quelli di Sciacca e di Licata. La rete autostradale, un tempo fortemente deficitaria, è stata potenziata dalla realizzazione di un 5 Markus Hilgert, direttore del Vorderasiatisches Museum di Berlino (con cui si è attivata un’intensa collaborazione in prospettiva delle celebrazioni dei 2600 anni di storia della città nel 2020) sostiene che “ad Agrigento è possibile un'unica esperienza, ovvero è possibile passeggiare nel giardino della Kolymbetra, attraversare un parco paesaggistico tra i reperti della Valle dei Templi e infine conoscere 2600 anni di storia documentati dalle stratificazioni delle civiltà che si sono susseguite stabilendosi dalla Valle fino al colle di Girgenti” (La Sicilia, 22/10/2014). 5
progetto di raddoppio della SS640 Agrigento-Caltanissetta per il raccordo con la A29 Catania- Palermo e da un altro progetto di realizzazione di una superveloce a doppia corsia del tratto a maggiore percorrenza della SS189 Agrigento-Palermo. Queste grandi opere sono in corso di realizzazione e saranno completate nel 2016. Agrigento può essere oggi raggiunta dall’aeroporto di Catania in un’ora e mezza, dallo scalo aeroportuale di Palermo in poco meno di due ore e lo stesso tempo è necessario per percorrere la strada per gli aeroporti di Trapani e di Comiso. Inoltre, lo scalo di Pozzallo, in provincia di Ragusa, consente l’arrivo di turisti dall’isola di Malta tramite il catamarano della Virtu Ferries. Agrigento è dotata di un eliporto in contrada Consolida e uno a San Leone e di un’avio-pista per piccoli velivoli privati in contrada Burraiti. Le Ferrovie garantiscono servizi da e per Palermo, Caltanissetta e Catania. Dalla stazione di Termini Imerese o da Catania partono i treni per Roma, Milano, Torino. Il servizio di trasporti su gomma garantisce con più ditte il collegamento con le province siciliane e gli aeroporti. Inoltre esistono servizi diretti per Napoli, Roma, il Belgio, la Germania. Un treno turistico, denominato “trenino della Valle” realizzato da Fondazione Ferrovie dello Stato con l’associazione Ferrovie Kaos assicura servizi per turisti dalla stazione di Agrigento Bassa o da Agrigento centrale verso il tempio di Vulcano/Giardino della Kolymbetra e Porto Empedocle, dove sarà attiva tra poco, oltre alla stazione centrale, anche una fermata in prossimità del porto, a servizio dei crocieristi. E’ in elaborazione il Piano urbano della mobilità con la previsione di realizzazione, previo finanziamento, di scale mobili e/o ascensori per agevolare la mobilità pedonale da e per il centro storico6. PROGRAMMAZIONE E CONCERTAZIONE – La città di Agrigento ha avviato il primo processo di pianificazione nel 2002 con la concertazione del PIT (Piano Integrato Territoriale a cui hanno partecipato stakeholder, enti, istituzioni, associazioni, ordini professionali) al fine di individuare le strategie di sviluppo del territorio. In seguito, gli obiettivi sono stati ripensati, discussi e trasfusi nel Piano Strategico 2006-2016 e poi nel PISU-2012 (Piano integrato di sviluppo urbano). L’impalcatura complessiva del PISU è rappresentata dal Piano Strategico di Agrigento, la cui versione definitiva è stata approvata dalla Regione Siciliana il 04/09/2008 e dall’amministrazione comunale di Agrigento il 10.11.2008 (Deliberazione di G.M. n. 97). Da esso discende la definizione delle tre Vision per Agrigento 2020 (Agrigento - Città d’arte storia e natura; Agrigento - Città d’Europa; Agrigento - Ponte verso il Mediterraneo) quali migliori scenari desiderati, che muovono dalla lettura critica dei punti di forza e di debolezza che caratterizzano il territorio, nonché delle opportunità e delle sfide che segneranno il suo futuro. LA RIGENERAZIONE DEL CENTRO STORICO – E’ esperienza degli ultimi dieci anni un graduale processo di recupero degli spazi del centro storico che, dopo la frana del 1966 (che aveva interessato la zona dell’Addolorata e determinato le giustamente impietose analisi della relazione 6 V. pag. 34 6
Martuscelli), sembrava invece essere destinato a un inesorabile declino. Se già dal 2003-2004 sono cominciati gli investimenti privati di recupero di edifici (in gran parte fatiscenti, per destinarli a propria abitazione, contribuendo ad un progressivo ripopolamento) è anche vero che la svolta nella sensibilizzazione al recupero degli spazi storici della città è stata determinata da più fattori, tra cui: - la forza traente dell’iniziativa di Farm Cultural Park7 nel centro storico di Favara, la nascita di numerose attività produttive ad esso correlate (pub, pizzerie, ristoranti, trattorie, alberghi e b&b, nonché il fermento culturale sviluppato al Castello Chiaramontano e in piazza Cavour con concerti, mostre, fiere, esposizioni…), e l’effetto emulazione che ha prodotto anche ad Agrigento e Porto Empedocle; - la forza propulsiva del Mudia8 (Museo diocesano di Agrigento) con l’Arcidiocesi di Agrigento, guidata dal Cardinale Montenegro, realtà aperta alla città e al coinvolgimento delle associazioni e dei giovani, in direzione del recupero delle tradizioni (la rielaborazione della festa del Santo patrono con il corteo storico, la riscoperta della storia medievale della città, la vivacità di un’offerta culturale in continua evoluzione, la valorizzazione degli Itinerari di Arte&Fede, l’esaltazione della centralità della Cattedrale, nonostante i noti problemi strutturali, autentico tesoro di arte e di storia). - La forza impetuosa dei giovani delle associazioni culturali e dei collettivi che hanno conquistato sempre più spazi fisici e culturali nel centro cittadino, dal Rabato al Colle di Girgenti, trasformandoli in luoghi di aggregazione e di eventi: il fenomeno può essere letto come la conquista di uno spazio politico, rispondente all’esigenza prepotente di determinare il futuro della città intesa come polis e come agorà, in cui dal confronto e dalle contaminazioni può evolvere una filosofia che riconsideri il rapporto tra identità individuale e identità collettiva. - La forza spontanea di nuove imprese turistiche: la nascita di alcuni esercizi pubblici turistico-ricreativi e culturali e lo sviluppo dei bed & breakfast (da sei posti letto nel 2005 a oltre mille in pochi anni) hanno rappresentato un segnale di svolta decisivo verso la vocazione turistica, ma hanno anche contribuito al ripopolamento di un’area in cui i ritmi di vita sono a dimensione d’uomo, in cui i silenzi sono interrotti dai rintocchi delle campane, e dove la “lettura” della rete di stradine e scalinate ricorda le pagine di “Novelle per un anno”, o de “I 7 http://www.farm-culturalpark.com/ 8 http://www.museodiocesanoag.it/ 7
vecchi e i giovani”, e dove la ricostruzione è viva e autentica, spontanea di lenzuola stese, di gatti che corrono sui tetti, di profumi di cucina che si disperdono nei cortili. Nulla di artificioso ricostruito a beneficio dei turisti, ma una dimensione “vitale”, con le sue imperfezioni e la sua singolarità. Per questo è nato alcuni anni fa il Laboratorio Vallicaldi9, una vera e propria fabbrica di idee e di azioni (costituita da associazioni di giovani agrigentini, artisti, architetti, intellettuali), che ha recuperato una delle aree più malfamate di Agrigento, riuscendo a dar vita ad un luogo destinato alla musica, all’arte, alla poesia, al teatro, al dibattito, in cui la condivisione con la residente comunità africana (per lo più senegalese) si realizza anche attraverso la preparazione e la consumazione di cibi di varie etnie. Con la stessa finalità si sono attivate iniziative di rivitalizzazione e recupero ambientale nel quartiere di Santa Croce10 (divenuto perfino set cinematografico), e nell’area tra la via Neve e l’ex Cinema Ambra, per iniziativa di CulturArt e Rudere Project, con attività di animazione, esposizioni, concerti, rassegne cinematografiche, mercatini vintage e molto altro ancora. Non meno interessante è stata l’attività di rivitalizzazione e recupero della limitrofa Porto Empedocle, dov’è la casa dello scrittore Andrea Camilleri, un comune in cui la vivacità delle associazioni locali e le attività di recupero del centro storico e della zona del porto, dalla Torre di Carlo V, con le sue esposizioni permanenti e temporanee, e la via Roma, con le sue trattorie e i suoi caffè (luoghi ampiamente descritti nelle opere di Camilleri e in particolare nei gialli della saga di Montalbano come i luoghi di Vigata), attraggono gente da ogni dove. Anche questo percorso positivo di rinascita produce effetti su Agrigento e si riverbera in uno scambio continuo di esperienze e di stimoli. L’elemento determinante di questo risveglio del centro agrigentino, un risveglio sia socio- economico che culturale, è dunque la presenza dei giovani, indiscussi protagonisti, che hanno deciso di non lasciare questa terra e di dare inizio a un’impresa fondata sull’abbandono dei vecchi schemi. Da questo percorso di crescita e di conoscenza, di esperienza e di nuova consapevolezza delle proprie capacità e del proprio humus, nasce la candidatura, che coagula le migliori energie di giovani, di associazioni, enti, istituzioni, condensate in tante iniziative innovative per un anno intero di cultura, che rilanci un messaggio al mondo di un futuro possibile che abbia come centro l’uomo. 9 https://www.facebook.com/pages/Nonsostare/598689326818234 10 V. pag. 31 Rigenerazione urbana 8
CONSAPEVOLEZZA – Questo percorso di consapevolezza si traduce in una forza travolgente che può rideterminare il futuro di questa terra nel contesto del Mediterraneo, in cui sperimentare un nuovo modello di vita. La dimensione ridotta di questa realtà, rispetto alle grandi città che si affacciano sul Mediterraneo, può essere considerata un modello, da cui apprendere spinte vitali, scala di valori e capacità di resistenza e, più propriamente, di resilienza. Parliamo di consapevolezza del valore delle proprie radici, delle potenzialità intrinseche del territorio, del suo patrimonio storico e culturale, del suo patrimonio ambientale e immateriale. Tutto ciò può consentire di essere protagonisti del futuro, poiché non basta avere un enorme e inestimabile patrimonio culturale, ma occorre saperlo fruire e farlo fruire valorizzandolo. Sono questi i principi base dell’economia di un turismo responsabile e sostenibile, ma anche di un nuovo modo di pensare al futuro dell’uomo, che non può e non deve essere legato indissolubilmente ai valori attuali dell’economia mondiale. ”Viviamo in un’epoca di crisi del sistema economico internazionale, di fallimento dei protocolli finanziari, ed occorre un cambio radicale di priorità, regole e valori che siano in grado di alimentare un "nuovo umanesimo" che sappia guidare l’economia. Nel dibattito globale generato dallo tsunami finanziario e dal progressivo downgrading dei bilanci degli Stati, il Mediterraneo può essere in grado di proporre un modello di futuro. Un nuovo capitalismo con meno finanza, meno diseguaglianze, meno ingiustizia sociale. Un nuovo modello di capitalismo meno distruttivo e più centrato sui bisogni dei cittadini, capace di agire sul benessere dovrà essere non solo immaginato, ma anche reso concreto, tradotto in opzioni politiche e indecisioni organizzative, si deve trasferire alle forme di governance, si deve tradurre in modelli produttivi e deve riallineare l’etica pubblica con i comportamenti privati”11. Affrontare il modello di sviluppo significa parlare in maniera concreta di risorse naturali e di patrimoni culturali, di nuovi distretti produttivi transnazionali, del ruolo innovativo delle città. Agricoltura e Paesaggio, Beni culturali e Turismo, Energia e Trasporti, Formazione e Città sono le risorse su cui intende scommettere Agrigento. DALLE SINERGIE AI CAPITALI REALI - Le novità e le quotidiane emergenze del mondo arabo, naturalmente, hanno avuto una ricaduta sull'Europa. Il problema delle immigrazioni è un problema europeo e nazionale, prima che siciliano. L'esodo biblico che, in particolare dal 2011, investe le nostre coste impone l'adozione di politiche d'accoglienza adeguate di cui l'Unione Europea deve essere il principale attore. Agrigento-frontiera d’Europa è luogo marginale del problema, ma è Da “Re-immaginare il capitalismo per un modello di futuro del Mediterraneo” (Maurizio Carta) 11 9
centrale nella sua capacità di proporsi garante delle differenze e sintesi in un superamento radicale del sistema dell’accoglienza e dell’integrazione, attraverso parametri diversi di convivenza e di scambio. Agrigento attinge alla sua storia millenaria di popolazioni e culture diverse e torna ad essere, nel Mediterraneo, luogo di centralità di popolazioni e culture, ma anche di beni e servizi, di idee e tensioni etiche, di visioni politiche e di ambizioni sociali. Un luogo in cui scambiare non solo beni materiali, ma capace di riconnettere in un grande progetto i “capitali reali” che potranno alimentare un nuovo modello di futuro: il capitale territoriale delle qualità, il capitale culturale delle identità, il capitale umano delle capacità, il capitale sociale delle comunità, il capitale produttivo delle competitività. Su tali basi questa proposta si avvale di un’intesa raggiunta con le associazioni, con enti e istituzioni quali il Parco della Valle dei Templi12, i Comuni di Porto Empedocle, Favara e Lampedusa, il Polo Universitario, l’Arcidiocesi, Farm Cultural Park, il Fai-Delegazione di Agrigento13, la Soprintendenza ai Beni Culturali, il Museo archeologico regionale Pietro Griffo, il Consorzio Arca (Università di Palermo), Legambiente, Ecclesia Viva, Laboratorio Vallicaldi, LabMura, associazione NonSostare, Artificio, Federturismo Sicilia, la Rete Distrettuale di oltre 200 Associazioni, con il coordinamento del Distretto Turistico Regionale Valle dei Templi14, attraverso tavoli di confronto che convergono sulla consapevolezza, tra punti di forza e debolezza, di potersi candidare ad essere capitale italiana culturale delle differenze, dove con questo termine s’intendono tutte quelle qualità e quei valori che sono determinati da secoli di stratificazioni culturali e dalla convivenza con le popolazioni immigrate. Ma non solo: Agrigento per alcune sue eccellenze territoriali è meta riconosciuta a livello internazionale nel campo artistico, letterario, archeologico e paesaggistico. I flussi variegati di visitatori che provengono dal mondo (non determinando un turismo di massa, ma mantenendosi circoscritto a certi target) garantiscono una vivacità culturale in termini di relazioni e di apertura alle esperienze. PERCHÉ AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2016/2017 - La candidatura nasce dalla consapevolezza da parte del tessuto istituzionale, sociale ed economico, del valore di un grande patrimonio culturale (materiale ed immateriale), espresso, non attraverso processi autoreferenziali e autocelebrativi, ma da un sentire comune e da riconoscimenti di livello nazionale e internazionale, patrimonio, che può e deve divenire il motore della crescita economico-sociale grazie ad opportune azioni integrate di valorizzazione e fruizione, da interventi di rigenerazione urbana e da una concentrazione delle risorse (pubbliche e private) sui temi dello sviluppo turistico culturale. E’ vero anche che la città ha coscienza dei limiti, in termini di servizi e infrastrutture, nonché di essere realtà deficitaria di quei parametri che consentono di determinare oggi la qualità 12 http://www.parcovalledeitempli.it/ 13 http://www.visitfai.it/giardinodellakolymbethra/ 14 http://www.visitvalledeitempli.it/ 10
della vita in termini di PIL, di reddito pro capite e di produzione d’impresa. Questa proposta è la sintesi dello sforzo collettivo che si concreta in modo spontaneo da tempo unendo associazioni e istituzioni nell’idea di sviluppo della città e nel nuovo sentire, manifestato soprattutto dalle giovani generazioni. Agrigento ha un ruolo di comunità la cui grandezza nella storia non è scritta nel nome delle forza e della ricchezza, ma in quello della cultura e del suo umanesimo, che sono un patrimonio straordinario per un nuovo rinascimento Mediterraneo. Finalità dichiarata della candidatura è la riscoperta delle comuni radici mediterranee e del ruolo della città nel contesto mediterraneo. La candidatura di Agrigento a Capitale italiana della cultura è stata accolta con un entusiasmo e una gioia estesa a tutto il territorio della provincia e oltre. Sin da subito si è delineato lo scenario inclusivo che avrebbe caratterizzato il percorso di ideazione del programma culturale che può essere parte di un progetto strategico per il Sud e per l'Italia intera. Declinare il futuro – I tre pilastri – Il futuro, da oggi al 2020, si declina attraverso tre direttrici: l’integrazione tra culture, la cultura millenaria, l’innovazione sociale. Agrigento e la Sicilia sono “cerniera felice” tra Islam e Occidente (Sicilia ed Islam: quel magico “Giardino-Paradiso” in mezzo al Mediterraneo, in cui la rosa ed il salsabil si uniscono in un fecondo e felice matrimonio")15, in un contesto culturale di integrazione che dalla storia giunge ai nostri giorni e che vide fiorire l’isola nelle scienze giuridiche e teologiche dell'Islam, come nella lingua araba, nell’arte, nella scienza e nella cultura in genere. Agrigento, città dalla cultura millenaria, esprime oggi un enorme potenziale in termini di turismo culturale, attraverso il suo patrimonio archeologico, architettonico, monumentale, artistico e paesaggistico. Le nuove generazioni esprimono e convogliano straordinarie energie in direzione dell’innovazione sociale, attraverso processi di rigenerazione urbana, di progetti culturali e creativi, a forte impatto sociale, rivolti al benessere individuale e collettivo e allo sviluppo civile ed economico (secondo nuovi modelli) della comunità. Tutto ciò si realizza attraverso tre pilastri: - il riconoscimento della centralità della Sicilia, quale luogo di integrazione e di incontro, di scambio culturale e di linguaggi (per conoscere, esprimere, interagire, crescere) attraverso il cibo, la moda, lo sport16, la danza, la poesia, l’arte, le fedi religiose; - il potenziamento delle politiche di sviluppo del turismo culturale, sulla base della storia millenaria della città e del suo patrimonio storico-culturale, accogliendo le istanze dei nuovi 15 Art Report Sicilia - Investor Research – MPS . 16 Lo sport è inteso nel suo ruolo formativo per la convivenza pacifica, secondo i principi di libertà e lealtà 11
“pellegrini”17, dei viaggiatori Fit18 e del turismo esperienziale19; - l’innesto delle nuove generazioni nei processi di sviluppo socio-culturale e di rigenerazione urbana, attraverso un’invasione dilagante sul territorio e capace di fondere esperienze e travalicare le frontiere delle differenze tra popoli e civiltà per proiettarsi verso il mondo con una nuova identità e un nuovo “pensiero”. Laboratorio di differenze - La storia di Agrigento e la sua collocazione ne fanno già un territorio privilegiato per affrontare temi come la moltiplicazione delle nuove cittadinanze, il complicato mosaico delle differenze, la diffusione delle comunità volontarie, le richieste di riconoscimento in una società socio-diversa e molteplice. Agrigento capitale delle differenze è parte riconosciuta nella gestione dei fenomeni migratori e nella composizione delle diversità culturali, anche per i continui sbarchi di migranti nelle contigue Lampedusa e Porto Empedocle. Gli immigrati sono sempre più diversificati anche sotto il profilo dello status legale e dei diritti di cui possono godere. La loro partecipazione alla vita politica e sociale, a partire dalle città in cui abitano, è insieme un dato di fatto e un obiettivo da perseguire, se si vuole scongiurare il pericolo della separatezza e dell'antagonismo. L’identità è infatti l’esito, indefinibile a priori, di un processo evolutivo nel tempo; è il prodotto di una narrazione urbana continua. Agrigento è realtà plurale, per eccellenza. L’identità sociale e urbana che si costituisce localmente è in realtà plurima, esito dell’interazione di soggetti e processi diversi, che sono a loro volta portatori e produttori di identità diverse. Sperimentazione permanente e pervasiva - Agrigento si candida a sede permanente di un laboratorio per la nascita di un nuovo modello di futuro: un modello di qualità della vita, in cui la multiculturalità è il motore di sviluppo. Un progetto di confronto continuo che ha nella lingua il suo medium: lingua intesa come gusto e come linguaggio. Gusto, perché ha il suo alveo principale nel cibo, quale strumento di relazione, di aggrega- zione, di identità e di conoscenza, perché i sapori e gli odori delle cucine internazionali raccontano la storia e le culture delle società. Il cibo in Sicilia è anche biodiversità, è tradizione, è sostenibilità, è anche il paradosso tra sovrabbondanza e privazione: tutti temi che saranno affrontati dalle comu- nità internazionali all’Expo di Milano. L’attenzione all’alimentazione presuppone anche il rispetto per tutto ciò che è lecito per alcune culture (il cibo kosher, il cibo halal) o salutare come il cibo bio, o degno di attenzione, per chi ha necessità di reperire alimenti particolari per via di intolleranze o allergie alimentari20. Linguaggio nella sua accezione più generale, inteso come un "sistema simbolico di comuni- cazione", perché è attraverso i codici di linguaggio che riusciamo a connetterci con le persone, che 17 V. pag. 28 18 FIT, sigla con cui si designano i viaggiatori indipendenti 19 Dalla cultura millenaria della Valle dei Templi, al Giardino della Kolymbetra, dal Colle di Girgenti, a Farm Cultural Park, fino alla Strada degli Scrittori 20 V. pag. 16 12
sviluppiamo le nostre culture, che distinguiamo le diversità delle espressioni letterarie, artistiche, architettoniche e musicali. Inoltre nella lingua, nell’arte, nella musica, nell’architettura, nel life style, ritroviamo radici comuni o differenze, riscopriamo le tracce di influenze culturali stratificate attraverso i secoli o riusciamo a superare le barriere del comunicare attraverso codici non verbali condivisi. Il rispetto della risorsa diversità va considerato quale condizione imprescindibile per una nuova armonia di convivenza: non un ritorno alle origini, ma una proiezione su nuove prospettive che hanno la loro forza nel paradigma di un confronto concreto e autentico tra la soluzione delle emergenze e il convogliamento delle esperienze positive da cui scaturiscono le molteplici e perfino contrastanti risorse culturali. Il principio che muove questa proposta si connette ed anticipa i temi dell’Expo 2020 di Dubai “Connecting Minds, Creating the Future”, offrendo un'opportunità alla cit- tà di stringere concreti legami con Dubai per nuove occasioni di promozione e sviluppo. Città “sensibile” - Agrigento intende proiettarsi al mondo come città dell’identità sensibile nella quale emergono nuovi modelli di cittadinanza. Una città che interpreta nella sua dimensione locale e identitaria le riflessioni internazionali più avanzate sul concetto di “Sentient City”: una “Città Sensibile”, basata su un ecosistema tecnologico/sociale dove la conoscenza, le azioni collettive e le interazioni tra persone e spazi sono potenziate dalle nuove possibilità offerte dall’ibridazione fisico- digitale. Agrigento intende applicare direttamente allo spazio urbano quanto imparato dalla rete, permettendo ai cittadini di utilizzare la sfera digitale per comunicare e auto-organizzarsi, gestendo e trasformando collettivamente lo spazio che abitano (esperienze di coworking e di fab-lab, centro di contaminazione dei saperi)21 Agrigento sta dimostrando di volere modificare una tendenza in atto da troppi decenni, impostata sui valori di mercato attribuiti. Il successo della rigenerazione urbana è intrinsecamente legato alla capacità della città di promuovere la creatività e attrarre professionisti di talento facendo perno, tra le altre cose, anche sulle risorse culturali che la contraddistinguono. Le esperienze di rigenerazione del quartiere di “via Boccerie” ad opera di alcune associazioni e collettivi (laboratorio Vallicaldi) saranno trasfuse nell’iniziativa di recupero di due aree del centro storico (da Palazzo Tomasi – ex cine Ambra a Piazza Santa Croce) dove si insedieranno residenze e laboratori open per artisti ed artigiani. In proiezione di Agrigento capitale, dall’Arcidiocesi, in collaborazione con le associazioni culturali, saranno potenziati i percorsi culturali che dalla Valle dei Templi conducono al Centro storico: obiettivo è rileggere l'elemento comune “terra” e “territorio”, attraverso la valorizzazione delle espressioni architettoniche e urbanistiche che hanno lasciato il segno del passaggio di uomini, con “credo” diverso. Il tema è la ricerca della “verità”, attraverso la peculiare cultura del territorio: la presenza dei greci, del cristianesimo, dell'islamismo, degli ebrei (Sophia, Logos, Dabar, Qur’an), ma accomunati dall'unità della Rivelazione, che ha permeato la città con tracce culturali che vanno 21 V. pag. 15 13
dal linguaggio a stili di vita, dai profumi e odori fino al gusto e alle sonorità. Città Aperta e permeabile alle nuove tecnologie - Agrigento aspira a divenire capitale italiana di una cultura inclusiva e accessibile, che promuove l’integrazione, valorizzando tutte le istanze delle diversità. Sul fronte dell'innovazione va segnalata l'attivazione da parte del Distretto turistico Valle dei Templi, di iniziative di fablab, coworking, crowdfunding ed incubatori d’impresa nel settore turistico, in collaborazione con esperti, da anni impegnati nel mondo dell’innovazione sociale ed imprenditoriale (è in corso un tour informativo nelle ultime classi delle scuole superiori e presso il polo universitario il 28 marzo, che si concluderà l'8 maggio). Il laboratorio di coworking sarà attivato nel mese di giugno nella sede del Distretto con la cooperazione del Consorzio Arca, costola dell'Università di Palermo e finalizzato all'incubazione d'impresa. Il coworking è già realtà a Farm Cultural Park e si avvale della collaborazione di animatori italiani e stranieri, tra cui alcune eccellenze agrigentine. L’esigenza dell’inclusione è anche al centro della proposta culturale che il Parco Archeologico offre da alcuni anni e che si organizza intorno al tema dell’Archeologia Pubblica. Essere aperti, nel caso specifico, vuol dire lavorare sul concetto di trasparenza e di messa in condivisione. Il Parco ha programmato un grande progetto di Archeologia Pubblica e di Open Data 22, che si propone di realizzare, in linea con le tendenze più attuali, la divulgazione e disseminazione dei dati della ricerca archeologica realizzata in passato, in corso di realizzazione e che verrà effettuata in futuro. Città ospitale per un “turismo relazionale”- La città attraverso iniziative progettuali in corso, su iniziativa del Distretto Turistico Valle dei Templi, si propone non solo di rafforzare l’offerta turistica e migliorare le condizioni infrastrutturali di mobilità e di accoglienza, ma anche di proporre modelli di fruizione basati sulla ricerca di esperienze autentiche e rilevanti per persone che non siano semplici turisti “mordi e fuggi” ma dei “cittadini temporanei” interessati a mantenere una relazione nel tempo e nello spazio con il territorio e i suoi abitanti. L’idea di ospitalità diffusa nasce da una crescente richiesta di soggiorni in contesti urbani dove poter vivere a contatto con i residenti, usufruendo al tempo stesso di normali servizi alberghieri, e consentendo una rigenerazione del centro storico. Fenomeno analogo è in corso a Farm Cultural Park, in un’area che è stata riqualificata con la trasformazione di piccole abitazioni, altrimenti destinate all’abbandono e all’incuria, oltreché in gallerie d’arte contemporanea, in residenze per artisti provenienti da tutto il mondo. Agrigento, inoltre, propone percorsi spirituali ed esperenziali (gli “Itinerari di Arte & Fede” nel centro storico e quelli naturalistici al Giardino della Kolymbetra e nei luoghi meno battuti all’interno del Parco della Valle dei Templi, quali l’area del santuario di Demetra o di Porta II, e il Museo del Mandorlo Vivente con oltre 300 specie di mandorli). La città 22 V. pag. 19 14
punta anche “sul binomio Sicilia-Unesco” facendo leva sul richiamo forte dell’esperienza culturale. L’interesse per itinerari alternativi ha prodotto23 l’acquisto di seconde case da parte di stranieri anche in località lontane dalla costa. Infine per chi ama la cultura c’è anche la Strada degli Scrittori24. In un momento in cui il concetto di turismo si sta evolvendo sempre più verso un’idea di viaggio come esperienza personale e relazionale, Agrigento propone percorsi tematici e personalizzati in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza. L’innovazione sociale Agrigento Capitale della Cultura non è un mero elenco di eventi con finalità e temi specifici. È il combustibile necessario alla macchina di sviluppo, già in moto, che si basa sull’innovazione sociale. Ha lo scopo, cioè, di ampliare e consolidare una fitta tela di singole iniziative, sorretta dalle capacità che ha ciascuno di produrre un’idea e trasformarla in un’attività creativa e culturale avente un fine collettivo condiviso: la creazione e il rafforzamento di un orgoglio collettivo, un rinnovamento generale della città, che parta dalla conoscenza della nostre origini, della nostra storia e del loro grande valore. A tale scopo, ideale presupposto è la creazione di luoghi di incontro e di "laboratori", nonché l’integrazione con le nuove tecnologie, in particolare, quelle digitali, per garantire la produzione di contenuti più differenziati e innovativi. Di fondamentale impulso è l'esperienza della Farm Cultural Park che, nella vicina città di Favara, ha messo in moto un meccanismo di coinvolgimento a vari livelli della popolazione e di giovani volontari provenienti da tutte le parti del mondo. Non solo arte e creatività, ma la voglia di ripensare nuovi modelli di abitare, stare insieme, lavorare, sviluppare idee. Obiettivo è far diventare Agrigento, entro il 2017, Città laboratorio di sperimentazione di nuovi processi di integrazione e valorizzazione in cui incubare talento e creatività, rendere accessibile a tutti l'arte e la cultura, essere aperti e recettivi ad ogni innovazione e opportunità e riconoscere il valore del merito e dell'eccellenza. I “luoghi eletti” sono stati individuati nel centro storico di Agrigento, laddove già sono in atto percorsi di riappropriazione e di rigenerazione ad opera di associazioni culturali e di imprese che operano nel turismo (B&b, pub, trattorie, luoghi di ritrovo), quali, l'area intorno all'ex cine Ambra ed al palazzo Tomasi e la zona di Santa Croce. Il programma culturale Il programma culturale proposto nasce dalla collaborazione tra cittadini, associazioni, istituzioni locali e protagonisti della scena culturale nazionale e internazionale. Assecondando la vocazione naturale di una comunità sempre più multiculturale, è stato redatto un programma strutturato su più 23 V. Cianciana 24 V. Strada degli scrittori 15
livelli. Glocal-pedia – Centro di Contaminazione dei Saperi – E’ prevista la fondazione di un Centro dei Saperi, inteso come Centro di Contaminazione Culturale: una piattaforma su cui costruire una banca dati su storia, luoghi, personaggi, discipline, arti, letteratura, in cui ciascuno può far confluire informazioni attraverso l’analogo sistema di wikipedia: una sorta di wikipedia glocale25 attorno al territorio agrigentino (come modello prototipo emulabile e replicabile), in cui aprire un confronto tra i saperi e al contempo avviare un’enciclopedia on line espandibile all’infinito, costruita sulla base di lemmi e di sentimenti, di esperienze e conoscenze, realizzando concretamente l’incontro tra culture, ovverosia riproponendo virtualmente quel crocevia di popoli e culture che ha visto protagonista nei secoli la città; un’enciclopedia che recupera segmenti culturali altrimenti perduti o non facilmente fruibili grazie al contributo di volontari. Come wikipedia, sarà multilingue e gratuita, un’enciclopedia partecipata e libera e accessibile da ogni parte del mondo. In fase di start up, del Comitato Scientifico fanno parte tra gli altri: Giuseppe Taibi, ideatore del progetto, ricercatore ad Harvard e imprenditore agrigentino, Nita Sturiale, professore associato del Massachusetts College of Art and Design, che collabora con Farm Cultural Park, Angela Bellia, agrigentina, ricercatrice presso Institute of Fine Arts dell'Università di New York, Gaetano Cipolla, professore Emerito della St. John's University, Rosamaria Piccione, filologa, Università di Torino. Considerata la diffusione e l’evoluzione degli smartphones e di altri mobile devices, si terrà conto della necessità di fornire, per l’accesso alle informazioni del wikipedia glocale, anche tecnologie più avanzate, come la realtà aumentata: un’applicazione per iPhones o Android consentirà di osservare luoghi reali della città così come apparivano in dipinti, in litografie, in foto antiche. Ciò sarà possibile attraverso un sistema di georeferenziazione della posizione dell’utente grazie alla quale l’applicazione potrà fornire le immagini storiche, che ovviamente saranno caricate dagli utenti. Una volta sul posto, si potrà visionare l’immagine storica attraverso lo schermo del dispositivo, cliccando come se si volesse fotografare e scegliendo l’opzione della visualizzazione in 3D, cosicché si potrà ammirare in sovrapposizione esatta la fotografia storica all’immagine reale. Il Centro di Contaminazione dei Saperi avrà sede ad Agrigento e per la sua realizzazione non sono necessari investimenti economici significativi. L’iniziativa è stata accolta positivamente e molti si sono offerti volontari per implementare i contenuti, partecipando alla costituzione della rete. Life Style – La contaminazione culturale ed esperienziale nel cibo ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE SULLA DIETA MEDITERRANEA - Il modello alimentare mediterraneo è profondamente legato ai saperi della Magna Grecia, al pensiero eleatico di Parmenide e di Zenone, a quella filosofia presocratica di cui fu massimo esponente Empedocle di Agrigento, e a quel concetto di sacralità del cibo, che è proprio di uno stile di vita riferito per 25 Glocale inteso come valori e contenuti locali, la cui condivisione è globale 16
millenni ad archetipi di armonia, bellezza e piacere. Nella storia i Paesi del Mediterraneo hanno attribuito un ruolo fondamentale alle colture tradizionali e oggi la strada per lo sviluppo passa attraverso i prodotti locali (commercio e produzione industriale agroalimentare), e rappresenta per un turismo più “selettivo” un forte polo di attrazione. In questo contesto, la divulgazione, la proposizione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea sono punti focali. Tanti gli aspetti condivisibili: socialità, cultura, storia e tradizione, salute e benessere. La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO ha iscritto nel 2010 la Dieta Mediterranea, intesa quale stile di vita olistico, nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Tale importante riconoscimento consente di accreditare quel meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale. La Dieta mediterranea si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo non è mai stato un confine per la Sicilia, ma un orizzonte mobile, che guarda all’Europa, all’Africa e al Medio Oriente. Inoltre, i turisti contemporanei vogliono esperienze autentiche e guardano con crescente interesse ai prodotti che vengono visti come "biologici", "sostenibili", "ecologici", "verdi". Il progetto si propone, dunque, di divulgare, promuovere, tutelare e valorizzare quel patrimonio di cultura, tradizione e stili di vita, che è rappresentato dalla Dieta Mediterranea - e quindi dai prodotti che contraddistinguono l’agricoltura dei Paesi del Mediterraneo - realizzando la prima Esposizione internazionale della Dieta Mediterranea. La Fiera sarà inaugurata, nel periodo dell’anno più favorevole dal punto di vista climatico (presumibilmente ad ottobre), ed avrà la durata di una settimana. Saranno esposti prodotti agricoli e vitivinicoli, caseari, dell’agroalimentare e della pesca delle due sponde del Mediterraneo; le associazioni locali dei produttori, le associazioni ambientaliste o i privati avranno a disposizione stand per la divulgazione di singole eccellenze del territorio dal punto di vista naturalistico, così come le rappresentanze delle massime autorità locali dell’Agricoltura, dell’Industria, dell’Artigianato, del Commercio, del Turismo con i loro singoli progetti o i report sulle attività realizzate; l’artigianato connesso alla produzione alimentare e alla pesca. Nel corso della settimana saranno proposte degustazioni a tema, ogni volta diverse, delle specialità gastronomiche legate alla nostra tradizione Mediterranea. Sarà, altresì, allestito uno spazio per la sperimentazioni dei sapori della cucina maghrebina, greca e del medio Oriente, con la possibilità di confrontare gli “stili di vita” halal e kosher e le numerose analogie e “contaminazioni”, quali, ad esempio, la nota e saporita pietanza del couscous, in tutte le sue varianti a seconda delle località di produzione, o il ricorso ad ingredienti, aromi o riti comuni. Per rispondere alle richieste crescenti del turismo esigente, del turismo creativo ed esperienziale, saranno proposti degli stage di cucina rivolti al pubblico e al mondo della ristorazione con grandi chef ed esperti nutrizionisti. Laboratori tematici offriranno la possibilità di conoscere da vicino luoghi, produttori e colture. Si potrà imparare a distinguere le erbe 17
spontanee, le erbe mediche ed aromatiche, i funghi, le diverse colture della dieta Mediterranea anche nelle sue diverse specie. Saranno organizzate visite guidate presso aziende agricole, vigneti, frantoi, cantine; saranno effettuate gite in mare con la sperimentazione diretta della pesca nel Mediterraneo (ricciole, dentici, palamite, tonnetti, barracuda, lampughe, saraghi e così via); sarà data la possibilità di effettuare anche la pesca subacquea a persone più esperte, ma anche Rock fishing, Beach Ledgering, e altro. Ulteriori proposte di sperimentazione consisteranno negli itinerari tematici per sottolineare le tre qualificazioni della Dieta Mediterranea: Piacere, Benessere e Cultura. Sarà promossa la possibilità di scambio e gemellaggio tra le comunità internazionali delle associazioni slow food con l’intento di rafforzare una rete, che potrà anche avere un suo luogo identificativo in un sito web dedicato, a cui potranno aderire ristoratori grandi e piccoli di entrambe le comunità. saranno avviati contatti con partner eccellenti come Federalimentare, Fiere di Parma (CIBUS) Salone del gusto di Torino, Gambero Rosso, Slow Food, Eataly, Accademia italiana della cucina. Lyfe Style – La contaminazione nelle sonorità etniche LA FESTA DEI SUONI - La musica è il mezzo più efficace per la comunicazione, l’aggregazione e l’integrazione fra le persone, perché valorizza le identità e le differenti caratteristiche di ogni popolo e favorisce la “contaminazione” culturale. Ogni cultura, infatti, possiede un linguaggio musicale proprio e specifico, fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti, forme. Questi, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche ambientali. Tali realtà riescono, però, attraverso la musica a “sincronizzarsi” con altre per la capacità insita che compete loro di far comprendere e recepire appieno sensazioni ed emozioni, esercitando così una forte funzione sociale e di aggregazione. La musica è un linguaggio universale, una realtà che consente di comunicare, di gettare “ponti” verso gli altri ed, insieme, di esprimere se stessi, i diversi sentimenti e momenti della propria vita e della propria anima. Agrigento darà vita ad un EtnoFestival capace di trasfondere energia e passione in un’esperienza collettiva, mescolata alla storia e ai suoi protagonisti: dai momenti folk, con la riproposizione di gesti, simboli, ritmi, fino all’esibizione dei gruppi musicali che sono impegnati da anni a tutela della tradizione, siciliana e agrigentina in particolare, della poesia, di sonorità, di ritmi, di filastrocche e scioglilingua. I Dioscuri e i Demetrika, sono solo un esempio locale di come attraverso i canti e le musiche popolari è possibile riscoprire la memoria di un patrimonio culturale immateriale che altrimenti potrebbe perdersi nel tempo. Saranno, pertanto coinvolti tutti gli artisti custodi e ricercatori di tradizioni popolari musicali per dar vita ad una vera e propria meticolosa attività di ricerca antropologica. A questi momenti musicali, come già realizzato con l’annuale appuntamento “Extra” o con i Concerti di Natale, saranno chiamati a partecipare al Festival i gruppi di musicisti costituiti tra le comunità immigrate, cosicché da realizzare un momento di comunione tra le diverse etnie attraverso le loro più spontanee e antiche espressioni culturali. Infine tra gli ospiti dell’EtnoFestival non potranno 18
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