AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA

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AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA
AGRIGENTO
    CAPITALE ITALIANA

          DELLA

   CULTURA 2016 o 2017

PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA

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AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA
Introduzione

Agrigento è una città con una storia lunga 2600 anni, che attraversa i secoli segnando le tappe delle
antiche civiltà: da quella dei greci a quella dei fenici, da quella romana a quella bizantina, da quella
berbera a quella normanna, fino alle influenze spagnole, borboniche, tra mito, filosofia, arte,
letteratura e poesia. Sono tappe segnate nel linguaggio e nei costumi, nelle tradizioni e nell’arte
culinaria, nella musica, nell’agricoltura, nella pastorizia, nell’artigianato, ma soprattutto nel modo di
considerare l’accoglienza del “forestiero”, ritenendo la contaminazione dell’alterità, rispetto alla
propria identità, una straordinaria risorsa culturale. Agrigento è stato centro del pensiero scientifico
ellenico. Qui è nato, ha vissuto e ha insegnato uno dei più importanti scienziati dell’antichità:
Empedocle, fondamentale per la nascita del pensiero filosofico e scientifico della civiltà
occidentale. Qui sono nati e hanno vissuto alcuni tra i più grandi esponenti della letteratura del
Novecento: Luigi Pirandello, drammaturgo di fama mondiale, Premio Nobel per la Letteratura nel
1934; Leonardo Sciascia, scrittore, drammaturgo, giornalista siciliano tra i più amati dal pubblico
italiano e internazionale; Andrea Camilleri, scrittore, saggista, sceneggiatore e regista, è amato dal
grande pubblico televisivo per essere il papà del commissario Montalbano. La famiglia di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa ebbe legami profondi con il feudo di Gibidolce, descritto nel “Gattopardo”
e ancor oggi la torre campanaria della Cattedrale di Agrigento conserva gelosamente la lettera del
diavolo, ovvero la lettera scritta dalla venerabile Suor Maria Crocifissa, al secolo Isabella Tomasi, la
“beata Corbera” del romanzo, ritenuto una pietra miliare della letteratura italiana. Il poeta Salvatore
Quasimodo visse gli anni dell’infanzia ad Aragona Caldare e Comitini, seguendo il padre che era
capostazione delle Ferrovie1.
La Valle dei Templi è un Parco archeologico e paesaggistico di 13 mila ettari con uno straordinario
patrimonio monumentale e paesaggistico, dichiarata nel 1997 dall’Unesco “patrimonio mondiale
dell’umanità”. In essa si conserva il giardino incantato della Kolymbetra, autentico gioiello
archeologico e agricolo della Valle dei Templi, una sorta di Eden in cui svettano limoni, mandarini e
aranci di antiche varietà, irrigati secondo le tecniche della tradizione araba.
A sud lo sguardo si perde sul Mar Mediterraneo, scenario dalle suggestioni straordinarie dalla
riserva di Punta Bianca fino alla Scala dei Turchi, falesia di marna bianca dai forti contrasti
cromatici, ove, secondo la leggenda, durante le invasioni moresche che imperversarono nel '500, i
turchi (così erroneamente chiamati) approdarono inerpicandosi sui gradoni naturali di questo fronte
roccioso. Un Mediterraneo che è anche frontiera d’Europa, contesto delle migrazioni attraverso il
Canale di Sicilia: con la vicina isola di Lampedusa (AG), la città dei Templi assurge a terra di
confine (con un destino legato alle sorti dei migranti, alla gestione dell’accoglienza ai rifugiati,
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I luoghi vissuti dagli autori sono tappa della Strada degli Scrittori di cui al paragrafo relativo al
    Festival della Strada degli Scrittori.
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all’assistenza sanitaria e ai numerosi salvataggi estremi in mare), nonché a luogo d’approdo e di
    salvezza, verso un mondo migliore. Questa è anche la terra in cui l’interculturalità si realizza ogni
    giorno, dagli eventi musicali all’artigianato, dalla preparazione di cibi e bevande alla vera e propria
    attività di integrazione culturale e sociale, attuando un processo che vede uno scambio continuo di
    esperienze in totale armonia e in una prospettiva di crescita comune. E’ questa anche la terra del
    cardinale Francesco Montenegro, attuale presidente della Fondazione "Migrantes" e presidente
    della Commissione episcopale per le migrazioni, scelto da papa Bergoglio per i suoi vibranti appelli
    in favore dei migranti.
    E’ questa la città del “Santo nero” San Calogero2, festeggiato ogni anno nel mese di luglio, dalla
    prima alla seconda domenica con l’enfasi che si riserva al patrono, che è invece San Gerlando, con
    una devozione totale, assoluta.
    E’ la terra di San Gerlando di Besançon3, vescovo di Agrigento dopo l’epoca musulmana (829-
    1086), periodo in cui le comunità religiose vissero in armonia e tolleranza. È anche la terra così
    descritta dal geografo Idrīsī, (in arabo: ‫يلقصلاسيردإنبهللادبعنبادمحمنبدمحمهللادبعوبأ‬, che la
    descrisse popolosa, nobilissima, frequentata molto da stranieri che vanno e vengono. Qui fu la
    leggendaria reggia di Kokalos, e poi Akragas, che per la musa di Pindaro fu “la più bella fra le città
    dei mortali, sede di Persefone”.
CRITICITA’ e CONTROTENDENZA - Agrigento è il capoluogo di una provincia che viene indicata
    dalle classifiche annuali del “Sole24ore” quale ultima in una classifica determinata sulla base di
    specifici parametri. La crisi economica globale ha determinato effetti anche in un’area svantaggiata
    quale il Meridione d’Italia, e in modo particolare in Sicilia e nell’area dell’Agrigentino. Per “Italia
    Oggi” Agrigento è all'82°posto, con un primato nazionale per minor tasso di microcriminalità.
    Secondo i dati Istat 2014, nella provincia di Agrigento, su una popolazione di 448.831 persone e
    una forza lavoro di 152mila unità, gli occupati sono stati 113mila. Le persone in cerca di
    occupazione, invece, sono state 39mila. L'ultima edizione del rapporto della Fondazione Migrantes
    pone la provincia di Agrigento quale capofila rispetto all'emigrazione in Sicilia: a fronte di 698.764
    emigrati, 146.913 sono originari di questo territorio, 2 mila in più dello scorso anno. Alto è il dato
    degli iscritti per nascita (ovvero coloro che sono venuti al mondo in altre nazioni), che sono il 30 %
    del totale. Quanto al fenomeno dell’immigrazione, a fronte di un 2,4% di residenti, si assiste ad un
    aumento costante degli sbarchi (oltre 170mila persone sono arrivate sulle coste italiane nel 2014, 76
    mila al 1° gennaio 2015 sono quelle accolte in strutture di prima e seconda accoglienza e occorre
    dare risposta ad altre 22 mila richieste di asilo).
    La popolazione del Comune si attesta a 59.714 abitanti (2014). Agrigento ha un reddito pro capite

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per abitante di € 19.519 (2013), che scende, in provincia, fino a poco più di 10 mila euro pro capite
    in Comuni come Cianciana, cittadina in cui, tuttavia, si è verificato un fenomeno immigratorio dal
    nord Europa, proprio per il basso costo delle case e della vita, i ritmi lenti a contatto con la natura e
    la possibilità di reperire facilmente produzioni locali e cibi sani.
    La mancanza di lavoro e la scarsità di prospettive occupazionali presso il commercio, l’industria,
    l’artigianato e il terziario, ha indotto molti giovani a tentare iniziative di piccola impresa nei settori
    dei servizi di somministrazione cibi e bevande, e, in modo particolare, nel turismo, con la
    trasformazione di piccole unità abitative in b&b o case vacanze. I dati della Camera di Commercio
    evidenziano, rispetto al tasso di crescita annuale per comparto, un unico dato positivo nel turismo e
    nei servizi.
    Il Turismo ad Agrigento registra, nel 2014, 219.161 arrivi, 391.521 presenze, con una permanenza
    media in giorni di 1,78 (in linea con la media di Città d’Arte come Firenze che si attesta intorno a
    1,80 ), mentre nel 2013 ha toccato quota 2,01. Di questi totali va considerato che 127.864 sono gli
    arrivi di stranieri, 219.029, invece, le presenze. Non sono contemplate, in tali dati, le presenze in
    case-vacanze o altre piccole strutture ricettive, che pure sono in continua crescita. Mediamente la
    Valle dei Templi registra ogni anno la presenza di circa 600 mila visitatori. Il Giardino della
    Kolymbetra assiste a un trend di crescita pari a +70%.
    La controtendenza determinata dai giovani che non intendono lasciare la loro terra e che, dopo un
    periodo di studio fuori dalla Sicilia o all’estero, ritengono di poter spendere le proprie energie e
    capacità per investire ad Agrigento, è il segno non soltanto di una nuova sensibilità, che si manifesta
    sotto forma di associazionismo o di continuo confronto e dibattito su dinamiche socio-culturali, ma
    anche di una percezione di positività e di ottimismo che è conseguenza di stimoli provenienti da
    esperienze localizzate (ma di grande impatto a livello internazionale come Farm Cultural Park4), le
    quali puntano a valorizzare le eccellenze e le potenzialità e a concentrare l’attenzione, su una
    rilettura dei dati della qualità della vita secondo modelli differenti da quelli imposti dal mondo
    globalizzato.
OPPORTUNITÀ E SOSTENIBILITÀ - La candidatura di Agrigento muove i passi proprio da una
    nuova percezione e dalla necessità di leggere le trasformazioni di un territorio, in una logica
    integrata, slegata dalle dinamiche del reddito. Solo la definizione di cosa è realmente “sviluppo”
    consente di dare una risposta a quali siano i fattori più incidenti su esso, di delineare le ricadute di
    progetti specifici e settoriali, come quello di “Agrigento capitale della Cultura”, di idee e
    iniziative su territorio, identità e culture immateriali incluse.

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        Il blog britannico Purple Travel ha collocato Favara e Farm Cultural Park al 6° posto al mondo
    come meta turistica per gli amanti dell'arte contemporanea.

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Superata l'arida visione del PIL, quale unico elemento esemplificativo della condizione reale di un
     territorio, lo standard di vita pensiamo che si possa misurare attraverso una visione globale del
     benessere, che integra gli aspetti economici a quelli legati ai valori della vita umana, alle relazioni
     sociali, alle risorse naturali, alla preservazione dell’ambiente. E’ il concetto di “sviluppo” più che
     quello di “crescita”, a rappresentare il vero paradigma da perseguire per i territori, dove singole
     persone, imprese, e comunità locali sono stimolate a ricreare la propria vita, il loro istinto per
     l’innovazione, l’amore per la propria identità.
     Due parole possono scardinare le certezze dei numeri semplici e la rigidità dei modelli tecnocratici:
     la parola “qualità”5 e la parola “eccellenza”. Entrambe detengono un valore differenziale che può
     appartenere ai grandi soggetti che nel mercato mondiale hanno una posizione forte, ma può
     appartenere altrettanto a tutti coloro che hanno il senso dell’unicità, che hanno l’orgoglio della
     propria intelligenza, che sanno elaborare, sapere, costruire cose nuove. E’ su questo terreno che
     Agrigento vuole misurarsi, essere comparata alle altre città del Paese e verificare la velocità
     del miglioramento.
     L’obiettivo è far emergere la distribuzione del benessere percepito, le modalità, le cause che
     stanno alla base del cambiamento; vogliamo evidenziare cosa induce sviluppo, cosa rappresenta
     per Agrigento l’essere comparata, non sulla scala del reddito netto pro capite, ma per la serenità e
     consapevolezza della propria condizione di stabilità ed equilibrio tra risorse naturali e umane e le
     necessità della vita quotidiana. La sostenibilità dello sviluppo è un concetto esprimibile in maniera
     più complessa di un indice lineare: i 3 elementi che la determinano, la sfera ambientale, sociale e
     economica, non sono da sommare matematicamente, quanto piuttosto centri di una stessa realtà
     che, per l’ottimale condizione di un territorio, devono trovarsi in perfetto bilanciamento.
INFRASTRUTTURE - La città di Agrigento si avvale dell’area portuale di Porto Empedocle, struttura
     prettamente mercantile e del comparto della Pesca con una discreta flotta peschereccia, la cui
     attività è legata ad una piccola industria ittico-conserviera. Da un paio di anni, grazie ad alcuni
     interventi strutturali e alle politiche sul turismo, è anche approdo di navi da crociera. Porto
     Empedocle garantisce anche i collegamenti navali giornalieri con Lampedusa, in estate anche con
     un aliscafo. Tra gli altri porti di rilievo in provincia vanno segnalati quelli di Sciacca e di Licata. La
     rete autostradale, un tempo fortemente deficitaria, è stata potenziata dalla realizzazione di un

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         Markus Hilgert, direttore del Vorderasiatisches Museum di Berlino (con cui si è attivata un’intensa
          collaborazione in prospettiva delle celebrazioni dei 2600 anni di storia della città nel 2020)
          sostiene che “ad Agrigento è possibile un'unica esperienza, ovvero è possibile passeggiare nel
          giardino della Kolymbetra, attraversare un parco paesaggistico tra i reperti della Valle dei
          Templi e infine conoscere 2600 anni di storia documentati dalle stratificazioni delle civiltà che si
          sono susseguite stabilendosi dalla Valle fino al colle di Girgenti” (La Sicilia, 22/10/2014).
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progetto di raddoppio della SS640 Agrigento-Caltanissetta per il raccordo con la A29 Catania-
    Palermo e da un altro progetto di realizzazione di una superveloce a doppia corsia del tratto a
    maggiore percorrenza della SS189 Agrigento-Palermo. Queste grandi opere sono in corso di
    realizzazione e saranno completate nel 2016. Agrigento può essere oggi raggiunta dall’aeroporto di
    Catania in un’ora e mezza, dallo scalo aeroportuale di Palermo in poco meno di due ore e lo stesso
    tempo è necessario per percorrere la strada per gli aeroporti di Trapani e di Comiso. Inoltre, lo scalo
    di Pozzallo, in provincia di Ragusa, consente l’arrivo di turisti dall’isola di Malta tramite il
    catamarano della Virtu Ferries. Agrigento è dotata di un eliporto in contrada Consolida e uno a San
    Leone e di un’avio-pista per piccoli velivoli privati in contrada Burraiti. Le Ferrovie garantiscono
    servizi da e per Palermo, Caltanissetta e Catania. Dalla stazione di Termini Imerese o da Catania
    partono i treni per Roma, Milano, Torino. Il servizio di trasporti su gomma garantisce con più ditte
    il collegamento con le province siciliane e gli aeroporti. Inoltre esistono servizi diretti per Napoli,
    Roma, il Belgio, la Germania. Un treno turistico, denominato “trenino della Valle” realizzato da
    Fondazione Ferrovie dello Stato con l’associazione Ferrovie Kaos assicura servizi per turisti dalla
    stazione di Agrigento Bassa o da Agrigento centrale verso il tempio di Vulcano/Giardino della
    Kolymbetra e Porto Empedocle, dove sarà attiva tra poco, oltre alla stazione centrale, anche una
    fermata in prossimità del porto, a servizio dei crocieristi. E’ in elaborazione il Piano urbano della
    mobilità con la previsione di realizzazione, previo finanziamento, di scale mobili e/o ascensori per
    agevolare la mobilità pedonale da e per il centro storico6.
PROGRAMMAZIONE E CONCERTAZIONE – La città di Agrigento ha avviato il primo processo di
    pianificazione nel 2002 con la concertazione del PIT (Piano Integrato Territoriale a cui hanno
    partecipato stakeholder, enti, istituzioni, associazioni, ordini professionali) al fine di individuare le
    strategie di sviluppo del territorio. In seguito, gli obiettivi sono stati ripensati, discussi e trasfusi nel
    Piano Strategico 2006-2016 e poi nel PISU-2012 (Piano integrato di sviluppo urbano).
    L’impalcatura complessiva del PISU è rappresentata dal Piano Strategico di Agrigento, la cui
    versione definitiva è stata approvata dalla Regione Siciliana il 04/09/2008 e dall’amministrazione
    comunale di Agrigento il 10.11.2008 (Deliberazione di G.M. n. 97). Da esso discende la definizione
    delle tre Vision per Agrigento 2020 (Agrigento - Città d’arte storia e natura; Agrigento - Città
    d’Europa; Agrigento - Ponte verso il Mediterraneo) quali migliori scenari desiderati, che
    muovono dalla lettura critica dei punti di forza e di debolezza che caratterizzano il territorio, nonché
    delle opportunità e delle sfide che segneranno il suo futuro.
LA RIGENERAZIONE DEL CENTRO STORICO – E’ esperienza degli ultimi dieci anni un graduale
    processo di recupero degli spazi del centro storico che, dopo la frana del 1966 (che aveva
    interessato la zona dell’Addolorata e determinato le giustamente impietose analisi della relazione

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Martuscelli), sembrava invece essere destinato a un inesorabile declino. Se già dal 2003-2004 sono
cominciati gli investimenti privati di recupero di edifici (in gran parte fatiscenti, per destinarli a
propria abitazione, contribuendo ad un progressivo ripopolamento) è anche vero che la svolta nella
sensibilizzazione al recupero degli spazi storici della città è stata determinata da più fattori, tra cui:
      -   la forza traente dell’iniziativa di Farm Cultural Park7 nel centro storico di Favara, la nascita
      di numerose attività produttive ad esso correlate (pub, pizzerie, ristoranti, trattorie, alberghi e
      b&b, nonché il fermento culturale sviluppato al Castello Chiaramontano e in piazza Cavour con
      concerti, mostre, fiere, esposizioni…), e l’effetto emulazione che ha prodotto anche ad
      Agrigento e Porto Empedocle;
      -   la forza propulsiva del Mudia8 (Museo diocesano di Agrigento) con l’Arcidiocesi di
      Agrigento, guidata dal Cardinale Montenegro, realtà aperta alla città e al coinvolgimento delle
                                                                     associazioni     e      dei   giovani,      in
                                                                     direzione del recupero delle tradizioni
                                                                     (la rielaborazione della festa del Santo
                                                                     patrono con il corteo storico, la
                                                                     riscoperta della storia medievale della
                                                                     città, la vivacità di un’offerta culturale
                                                                     in     continua         evoluzione,          la
                                                                     valorizzazione        degli   Itinerari      di
                                                                     Arte&Fede,           l’esaltazione        della
                                                                     centralità della Cattedrale, nonostante
      i noti problemi strutturali, autentico tesoro di arte e di storia).
      -   La forza impetuosa dei giovani delle associazioni culturali e dei collettivi che hanno
      conquistato sempre più spazi fisici e culturali nel centro cittadino, dal Rabato al Colle di
      Girgenti, trasformandoli in luoghi di aggregazione e di eventi: il fenomeno può essere letto
      come la conquista di uno spazio politico, rispondente all’esigenza prepotente di determinare il
      futuro della città intesa come polis e come agorà, in cui dal confronto e dalle contaminazioni
      può evolvere una filosofia che riconsideri il rapporto tra identità individuale e identità collettiva.
      -   La forza spontanea di nuove imprese turistiche: la nascita di alcuni esercizi pubblici
      turistico-ricreativi e culturali e lo sviluppo dei bed & breakfast (da sei posti letto nel 2005 a oltre
      mille in pochi anni) hanno rappresentato un segnale di svolta decisivo verso la vocazione
      turistica, ma hanno anche contribuito al ripopolamento di un’area in cui i ritmi di vita sono a
      dimensione d’uomo, in cui i silenzi sono interrotti dai rintocchi delle campane, e dove la
      “lettura” della rete di stradine e scalinate ricorda le pagine di “Novelle per un anno”, o de “I
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    http://www.farm-culturalpark.com/
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    http://www.museodiocesanoag.it/
                                                                                                                  7
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vecchi e i giovani”, e dove la ricostruzione è viva e autentica, spontanea di lenzuola stese, di
         gatti che corrono sui tetti, di profumi di cucina che si disperdono nei cortili. Nulla di artificioso
         ricostruito a beneficio dei turisti, ma una dimensione “vitale”, con le sue imperfezioni e la sua
         singolarità.
Per questo è nato alcuni anni fa il Laboratorio Vallicaldi9, una vera e propria fabbrica di idee e di
azioni (costituita da associazioni di giovani agrigentini, artisti, architetti, intellettuali), che ha
recuperato una delle aree più malfamate di Agrigento, riuscendo a dar vita ad un luogo destinato alla
musica, all’arte, alla poesia, al teatro, al dibattito, in cui la condivisione con la residente comunità
africana (per lo più senegalese) si realizza anche attraverso la preparazione e la consumazione di cibi
di varie etnie. Con la stessa finalità si sono attivate iniziative di rivitalizzazione e recupero ambientale
nel quartiere di Santa Croce10 (divenuto perfino set cinematografico), e nell’area tra la via Neve e l’ex
Cinema Ambra, per iniziativa di CulturArt e Rudere Project, con attività di animazione, esposizioni,
concerti, rassegne cinematografiche, mercatini vintage e molto altro ancora. Non meno interessante è
stata l’attività di rivitalizzazione e recupero della limitrofa Porto Empedocle, dov’è la casa dello
scrittore Andrea Camilleri, un comune in cui la vivacità delle associazioni locali e le attività di
recupero del centro storico e della zona del porto, dalla Torre di Carlo V, con le sue esposizioni
permanenti e temporanee, e la via Roma, con le sue trattorie e i suoi caffè (luoghi ampiamente descritti
nelle opere di Camilleri e in particolare nei gialli della saga di Montalbano come i luoghi di Vigata),
attraggono gente da ogni dove.         Anche questo percorso positivo di rinascita produce effetti su
                                                          Agrigento e si riverbera in uno scambio continuo
                                                          di esperienze e di stimoli.
                                                          L’elemento determinante di questo risveglio del
                                                          centro agrigentino, un risveglio sia socio-
                                                          economico che culturale, è dunque la presenza
                                                          dei giovani, indiscussi protagonisti, che hanno
                                                          deciso di non lasciare questa terra e di dare
                                                          inizio a un’impresa fondata sull’abbandono dei
                                                          vecchi schemi. Da questo percorso di crescita e
                                                          di conoscenza, di esperienza e di nuova
   consapevolezza delle proprie capacità e del proprio humus, nasce la candidatura, che coagula le
   migliori energie di giovani, di associazioni, enti, istituzioni, condensate in tante iniziative
   innovative per un anno intero di cultura, che rilanci un messaggio al mondo di un futuro possibile
   che abbia come centro l’uomo.

   9
       https://www.facebook.com/pages/Nonsostare/598689326818234
   10
        V. pag. 31 Rigenerazione urbana
                                                                                                            8
AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA
CONSAPEVOLEZZA – Questo percorso di
                                                       consapevolezza     si   traduce   in   una   forza
                                                       travolgente che può rideterminare il futuro di
                                                       questa terra nel contesto del Mediterraneo, in cui
                                                       sperimentare un nuovo modello di vita. La
                                                       dimensione ridotta di questa realtà, rispetto alle
                                                       grandi città che si affacciano sul Mediterraneo,
    può essere considerata un modello, da cui apprendere spinte vitali, scala di valori e capacità di
    resistenza e, più propriamente, di resilienza. Parliamo di consapevolezza del valore delle proprie
    radici, delle potenzialità intrinseche del territorio, del suo patrimonio storico e culturale, del suo
    patrimonio ambientale e immateriale. Tutto ciò può consentire di essere protagonisti del futuro,
    poiché non basta avere un enorme e inestimabile patrimonio culturale, ma occorre saperlo fruire e
    farlo fruire valorizzandolo. Sono questi i principi base dell’economia di un turismo responsabile e
    sostenibile, ma anche di un nuovo modo di pensare al futuro dell’uomo, che non può e non deve
    essere legato indissolubilmente ai valori attuali dell’economia mondiale. ”Viviamo in un’epoca di
    crisi del sistema economico internazionale, di fallimento dei protocolli finanziari, ed occorre un
    cambio radicale di priorità, regole e valori che siano in grado di alimentare un "nuovo umanesimo"
    che sappia guidare l’economia. Nel dibattito globale generato dallo tsunami finanziario e dal
    progressivo downgrading dei bilanci degli Stati, il Mediterraneo può essere in grado di proporre un
    modello di futuro. Un nuovo capitalismo con meno finanza, meno diseguaglianze, meno ingiustizia
    sociale. Un nuovo modello di capitalismo meno distruttivo e più centrato sui bisogni dei cittadini,
    capace di agire sul benessere dovrà essere non solo immaginato, ma anche reso concreto, tradotto in
    opzioni politiche e indecisioni organizzative, si deve trasferire alle forme di governance, si deve
    tradurre in modelli produttivi e deve riallineare l’etica pubblica con i comportamenti privati”11.
    Affrontare il modello di sviluppo significa parlare in maniera concreta di risorse naturali e di
    patrimoni culturali, di nuovi distretti produttivi transnazionali, del ruolo innovativo delle città.
    Agricoltura e Paesaggio, Beni culturali e Turismo, Energia e Trasporti, Formazione e Città sono le
    risorse su cui intende scommettere Agrigento.
DALLE SINERGIE AI CAPITALI REALI - Le novità e le quotidiane emergenze del mondo arabo,
    naturalmente, hanno avuto una ricaduta sull'Europa. Il problema delle immigrazioni è un problema
    europeo e nazionale, prima che siciliano. L'esodo biblico che, in particolare dal 2011, investe le
    nostre coste impone l'adozione di politiche d'accoglienza adeguate di cui l'Unione Europea deve
    essere il principale attore. Agrigento-frontiera d’Europa è luogo marginale del problema, ma è

     Da “Re-immaginare il capitalismo per un modello di futuro del Mediterraneo” (Maurizio Carta)
    11

                                                                                                         9
AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA - CULTURA 2016 o 2017 PRIMO DOSSIER di CANDIDATURA
centrale nella sua capacità di proporsi garante delle differenze e sintesi in un superamento radicale
   del sistema dell’accoglienza e dell’integrazione, attraverso parametri diversi di convivenza e di
   scambio. Agrigento attinge alla sua storia millenaria di popolazioni e culture diverse e torna ad
   essere, nel Mediterraneo, luogo di centralità di popolazioni e culture, ma anche di beni e servizi, di
   idee e tensioni etiche, di visioni politiche e di ambizioni sociali. Un luogo in cui scambiare non solo
   beni materiali, ma capace di riconnettere in un grande progetto i “capitali reali” che potranno
   alimentare un nuovo modello di futuro: il capitale territoriale delle qualità, il capitale culturale delle
   identità, il capitale umano delle capacità, il capitale sociale delle comunità, il capitale produttivo
   delle competitività.
   Su tali basi questa proposta si avvale di un’intesa raggiunta con le associazioni, con enti e istituzioni
   quali il Parco della Valle dei Templi12, i Comuni di Porto Empedocle, Favara e Lampedusa, il Polo
   Universitario, l’Arcidiocesi, Farm Cultural Park, il Fai-Delegazione di Agrigento13, la
   Soprintendenza ai Beni Culturali, il Museo archeologico regionale Pietro Griffo, il Consorzio Arca
   (Università di Palermo), Legambiente, Ecclesia Viva, Laboratorio Vallicaldi, LabMura,
   associazione NonSostare, Artificio, Federturismo Sicilia, la Rete Distrettuale di oltre 200
   Associazioni, con il coordinamento del Distretto Turistico Regionale Valle dei Templi14, attraverso
   tavoli di confronto che convergono sulla consapevolezza, tra punti di forza e debolezza, di potersi
   candidare ad essere capitale italiana culturale delle differenze, dove con questo termine
   s’intendono tutte quelle qualità e quei valori che sono determinati da secoli di stratificazioni
   culturali e dalla convivenza con le popolazioni immigrate. Ma non solo: Agrigento per alcune sue
   eccellenze territoriali è meta riconosciuta a livello internazionale nel campo artistico, letterario,
   archeologico e paesaggistico. I flussi variegati di visitatori che provengono dal mondo (non
   determinando un turismo di massa, ma mantenendosi circoscritto a certi target) garantiscono una
   vivacità culturale in termini di relazioni e di apertura alle esperienze.
PERCHÉ AGRIGENTO CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2016/2017 - La candidatura
   nasce dalla consapevolezza da parte del tessuto istituzionale, sociale ed economico, del valore di un
   grande patrimonio culturale (materiale ed immateriale), espresso, non attraverso processi
   autoreferenziali e autocelebrativi, ma da un sentire comune e da riconoscimenti di livello nazionale
   e internazionale, patrimonio, che può e deve divenire il motore della crescita economico-sociale
   grazie ad opportune azioni integrate di valorizzazione e fruizione, da interventi di rigenerazione
   urbana e da una concentrazione delle risorse (pubbliche e private) sui temi dello sviluppo turistico
   culturale. E’ vero anche che la città ha coscienza dei limiti, in termini di servizi e infrastrutture,
   nonché di essere realtà deficitaria di quei parametri che consentono di determinare oggi la qualità

   12
      http://www.parcovalledeitempli.it/
   13
      http://www.visitfai.it/giardinodellakolymbethra/
   14
      http://www.visitvalledeitempli.it/
                                                                                                          10
della vita in termini di PIL, di reddito pro capite e di produzione d’impresa. Questa proposta è la
sintesi dello sforzo collettivo che si concreta in modo spontaneo da tempo unendo associazioni e
istituzioni nell’idea di sviluppo della città e nel nuovo sentire, manifestato soprattutto dalle giovani
generazioni.
Agrigento ha un ruolo di comunità la cui grandezza nella storia non è scritta nel nome delle forza e
della ricchezza, ma in quello della cultura e del suo umanesimo, che sono un patrimonio
straordinario per un nuovo rinascimento Mediterraneo. Finalità dichiarata della candidatura è la
riscoperta delle comuni radici mediterranee e del ruolo della città nel contesto mediterraneo.
La candidatura di Agrigento a Capitale italiana della cultura è stata accolta con un entusiasmo e una
gioia estesa a tutto il territorio della provincia e oltre. Sin da subito si è delineato lo scenario
inclusivo che avrebbe caratterizzato il percorso di ideazione del programma culturale che può essere
parte di un progetto strategico per il Sud e per l'Italia intera.
Declinare il futuro – I tre pilastri – Il futuro, da oggi al 2020, si declina attraverso tre direttrici:
l’integrazione tra culture, la cultura millenaria, l’innovazione sociale.
Agrigento e la Sicilia sono “cerniera felice” tra Islam e Occidente (Sicilia ed Islam: quel magico
“Giardino-Paradiso” in mezzo al Mediterraneo, in cui la rosa ed il salsabil si uniscono in un
fecondo e felice matrimonio")15, in un contesto culturale di integrazione che dalla storia giunge ai
nostri giorni e che vide fiorire l’isola nelle scienze giuridiche e teologiche dell'Islam, come nella
lingua araba, nell’arte, nella scienza e nella cultura in genere.
Agrigento, città dalla cultura millenaria, esprime oggi un enorme potenziale in termini di turismo
culturale, attraverso il suo patrimonio archeologico, architettonico, monumentale, artistico e
paesaggistico.
Le nuove generazioni esprimono e convogliano straordinarie energie in direzione dell’innovazione
sociale, attraverso processi di rigenerazione urbana, di progetti culturali e creativi, a forte
impatto sociale, rivolti al benessere individuale e collettivo e allo sviluppo civile ed economico
(secondo nuovi modelli) della comunità.
Tutto ciò si realizza attraverso tre pilastri:
-         il riconoscimento della centralità della Sicilia, quale luogo di integrazione e di incontro,
di scambio culturale e di linguaggi (per conoscere, esprimere, interagire, crescere) attraverso il cibo,
la moda, lo sport16, la danza, la poesia, l’arte, le fedi religiose;
-         il potenziamento delle politiche di sviluppo del turismo culturale, sulla base della storia
millenaria della città e del suo patrimonio storico-culturale, accogliendo le istanze dei nuovi

15
     Art Report Sicilia - Investor Research – MPS .
16
  Lo sport è inteso nel suo ruolo formativo per la convivenza pacifica, secondo i principi di libertà e
lealtà
                                                                                                     11
“pellegrini”17, dei viaggiatori Fit18 e del turismo esperienziale19;
-       l’innesto delle nuove generazioni nei processi di sviluppo socio-culturale e di
rigenerazione urbana, attraverso un’invasione dilagante sul territorio e capace di fondere
esperienze e travalicare le frontiere delle differenze tra popoli e civiltà per proiettarsi verso il mondo
con una nuova identità e un nuovo “pensiero”.
Laboratorio di differenze - La storia di Agrigento e la sua collocazione ne fanno già un territorio
privilegiato per affrontare temi come la moltiplicazione delle nuove cittadinanze, il complicato
mosaico delle differenze, la diffusione delle comunità volontarie, le richieste di riconoscimento in
una società socio-diversa e molteplice. Agrigento capitale delle differenze è parte riconosciuta nella
gestione dei fenomeni migratori e nella composizione delle diversità culturali, anche per i continui
sbarchi di migranti nelle contigue Lampedusa e Porto Empedocle. Gli immigrati sono sempre più
diversificati anche sotto il profilo dello status legale e dei diritti di cui possono godere. La loro
partecipazione alla vita politica e sociale, a partire dalle città in cui abitano, è insieme un dato di
fatto e un obiettivo da perseguire, se si vuole scongiurare il pericolo della separatezza e
dell'antagonismo. L’identità è infatti l’esito, indefinibile a priori, di un processo evolutivo nel
tempo; è il prodotto di una narrazione urbana continua. Agrigento è realtà plurale, per eccellenza.
L’identità sociale e urbana che si costituisce localmente è in realtà plurima, esito dell’interazione di
soggetti e processi diversi, che sono a loro volta portatori e produttori di identità diverse.
Sperimentazione permanente e pervasiva - Agrigento si candida a sede permanente di un
laboratorio per la nascita di un nuovo modello di futuro: un modello di qualità della vita, in cui la
multiculturalità è il motore di sviluppo. Un progetto di confronto continuo che ha nella lingua il suo
medium: lingua intesa come gusto e come linguaggio.
       Gusto, perché ha il suo alveo principale nel cibo, quale strumento di relazione, di aggrega-
zione, di identità e di conoscenza, perché i sapori e gli odori delle cucine internazionali raccontano
la storia e le culture delle società. Il cibo in Sicilia è anche biodiversità, è tradizione, è sostenibilità,
è anche il paradosso tra sovrabbondanza e privazione: tutti temi che saranno affrontati dalle comu-
nità internazionali all’Expo di Milano. L’attenzione all’alimentazione presuppone anche il rispetto
per tutto ciò che è lecito per alcune culture (il cibo kosher, il cibo halal) o salutare come il cibo bio,
o degno di attenzione, per chi ha necessità di reperire alimenti particolari per via di intolleranze o
allergie alimentari20.
       Linguaggio nella sua accezione più generale, inteso come un "sistema simbolico di comuni-
cazione", perché è attraverso i codici di linguaggio che riusciamo a connetterci con le persone, che

17
   V. pag. 28
18
   FIT, sigla con cui si designano i viaggiatori indipendenti
19
   Dalla cultura millenaria della Valle dei Templi, al Giardino della Kolymbetra, dal Colle di
Girgenti, a Farm Cultural Park, fino alla Strada degli Scrittori
20
   V. pag. 16
                                                                                                          12
sviluppiamo le nostre culture, che distinguiamo le diversità delle espressioni letterarie, artistiche,
architettoniche e musicali. Inoltre nella lingua, nell’arte, nella musica, nell’architettura, nel life
style, ritroviamo radici comuni o differenze, riscopriamo le tracce di influenze culturali stratificate
attraverso i secoli o riusciamo a superare le barriere del comunicare attraverso codici non verbali
condivisi. Il rispetto della risorsa diversità va considerato quale condizione imprescindibile per una
nuova armonia di convivenza: non un ritorno alle origini, ma una proiezione su nuove prospettive
che hanno la loro forza nel paradigma di un confronto concreto e autentico tra la soluzione delle
emergenze e il convogliamento delle esperienze positive da cui scaturiscono le molteplici e perfino
contrastanti risorse culturali. Il principio che muove questa proposta si connette ed anticipa i temi
dell’Expo 2020 di Dubai “Connecting Minds, Creating the Future”, offrendo un'opportunità alla cit-
tà di stringere concreti legami con Dubai per nuove occasioni di promozione e sviluppo.
Città “sensibile” - Agrigento intende proiettarsi al mondo come città dell’identità sensibile nella
quale emergono nuovi modelli di cittadinanza. Una città che interpreta nella sua dimensione locale
e identitaria le riflessioni internazionali più avanzate sul concetto di “Sentient City”: una “Città
Sensibile”, basata su un ecosistema tecnologico/sociale dove la conoscenza, le azioni collettive e le
interazioni tra persone e spazi sono potenziate dalle nuove possibilità offerte dall’ibridazione fisico-
digitale. Agrigento intende applicare direttamente allo spazio urbano quanto imparato dalla rete,
permettendo ai cittadini di utilizzare la sfera digitale per comunicare e auto-organizzarsi, gestendo e
trasformando collettivamente lo spazio che abitano (esperienze di coworking e di fab-lab, centro di
contaminazione dei saperi)21
Agrigento sta dimostrando di volere modificare una tendenza in atto da troppi decenni, impostata
sui valori di mercato attribuiti. Il successo della rigenerazione urbana è intrinsecamente legato alla
capacità della città di promuovere la creatività e attrarre professionisti di talento facendo perno, tra
le altre cose, anche sulle risorse culturali che la contraddistinguono. Le esperienze di rigenerazione
del quartiere di “via Boccerie” ad opera di alcune associazioni e collettivi (laboratorio Vallicaldi)
saranno trasfuse nell’iniziativa di recupero di due aree del centro storico (da Palazzo Tomasi – ex
cine Ambra a Piazza Santa Croce) dove si insedieranno residenze e laboratori open per artisti ed
artigiani.
In proiezione di Agrigento capitale, dall’Arcidiocesi, in collaborazione con le associazioni culturali,
saranno potenziati i percorsi culturali che dalla Valle dei Templi conducono al Centro storico:
obiettivo è rileggere l'elemento comune “terra” e “territorio”, attraverso la valorizzazione delle
espressioni architettoniche e urbanistiche che hanno lasciato il segno del passaggio di uomini, con
“credo” diverso. Il tema è la ricerca della “verità”, attraverso la peculiare cultura del territorio: la
presenza dei greci, del cristianesimo, dell'islamismo, degli ebrei (Sophia, Logos, Dabar, Qur’an),
ma accomunati dall'unità della Rivelazione, che ha permeato la città con tracce culturali che vanno
21
     V. pag. 15
                                                                                                     13
dal linguaggio a stili di vita, dai profumi e odori fino al gusto e alle sonorità.
Città Aperta e permeabile alle nuove tecnologie - Agrigento aspira a divenire capitale italiana di
una cultura inclusiva e accessibile, che promuove l’integrazione, valorizzando tutte le istanze delle
diversità.
Sul fronte dell'innovazione va segnalata l'attivazione da parte del Distretto turistico Valle dei
Templi, di iniziative di fablab, coworking, crowdfunding ed incubatori d’impresa nel settore
turistico, in collaborazione con esperti, da anni impegnati nel mondo dell’innovazione sociale ed
imprenditoriale (è in corso un tour informativo nelle ultime classi delle scuole superiori e presso il
polo universitario il 28 marzo, che si concluderà l'8 maggio). Il laboratorio di coworking sarà
attivato nel mese di giugno nella sede del Distretto con la cooperazione del Consorzio Arca, costola
dell'Università di Palermo e finalizzato all'incubazione d'impresa. Il coworking è già realtà a Farm
Cultural Park e si avvale della collaborazione di animatori italiani e stranieri, tra cui alcune
eccellenze agrigentine.
L’esigenza dell’inclusione è anche al centro della proposta culturale che il Parco Archeologico offre
da alcuni anni e che si organizza intorno al tema dell’Archeologia Pubblica. Essere aperti, nel caso
specifico, vuol dire lavorare sul concetto di trasparenza e di messa in condivisione. Il Parco ha
programmato un grande progetto di Archeologia Pubblica e di Open Data 22, che si propone di
realizzare, in linea con le tendenze più attuali, la divulgazione e disseminazione dei dati della
ricerca archeologica realizzata in passato, in corso di realizzazione e che verrà effettuata in futuro.
Città ospitale per un “turismo relazionale”- La città attraverso iniziative progettuali in corso, su
iniziativa del Distretto Turistico Valle dei Templi, si propone non solo di rafforzare l’offerta
turistica e migliorare le condizioni infrastrutturali di mobilità e di accoglienza, ma anche di
proporre modelli di fruizione basati sulla ricerca di esperienze autentiche e rilevanti per persone
che non siano semplici turisti “mordi e fuggi” ma dei “cittadini temporanei” interessati a
mantenere una relazione nel tempo e nello spazio con il territorio e i suoi abitanti. L’idea di
ospitalità diffusa nasce da una crescente richiesta di soggiorni in contesti urbani dove poter vivere a
contatto con i residenti, usufruendo al tempo stesso di normali servizi alberghieri, e consentendo
una rigenerazione del centro storico. Fenomeno analogo è in corso a Farm Cultural Park, in un’area
che è stata riqualificata con la trasformazione di piccole abitazioni, altrimenti destinate
all’abbandono e all’incuria, oltreché in gallerie d’arte contemporanea, in residenze per artisti
provenienti da tutto il mondo. Agrigento, inoltre, propone percorsi spirituali ed esperenziali (gli
“Itinerari di Arte & Fede” nel centro storico e quelli naturalistici al Giardino della Kolymbetra e nei
luoghi meno battuti all’interno del Parco della Valle dei Templi, quali l’area del santuario di
Demetra o di Porta II, e il Museo del Mandorlo Vivente con oltre 300 specie di mandorli). La città

22
     V. pag. 19
                                                                                                          14
punta anche “sul binomio Sicilia-Unesco” facendo leva sul richiamo forte dell’esperienza culturale.
L’interesse per itinerari alternativi ha prodotto23 l’acquisto di seconde case da parte di stranieri
anche in località lontane dalla costa. Infine per chi ama la cultura c’è anche la Strada degli
Scrittori24. In un momento in cui il concetto di turismo si sta evolvendo sempre più verso un’idea di
viaggio come esperienza personale e relazionale, Agrigento propone percorsi tematici e
personalizzati in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza.

L’innovazione sociale
Agrigento Capitale della Cultura non è un mero elenco di eventi con finalità e temi specifici. È il
combustibile necessario alla macchina di sviluppo, già in moto, che si basa sull’innovazione
sociale. Ha lo scopo, cioè, di ampliare e consolidare una fitta tela di singole iniziative, sorretta dalle
capacità che ha ciascuno di produrre un’idea e trasformarla in un’attività creativa e culturale
avente un fine collettivo condiviso: la creazione e il rafforzamento di un orgoglio collettivo, un
rinnovamento generale della città, che parta dalla conoscenza della nostre origini, della nostra
storia e del loro grande valore. A tale scopo, ideale presupposto è la creazione di luoghi di
incontro e di "laboratori", nonché l’integrazione con le nuove tecnologie, in particolare, quelle
digitali, per garantire la produzione di contenuti più differenziati e innovativi. Di fondamentale
impulso è l'esperienza della Farm Cultural Park che, nella vicina città di Favara, ha messo in moto
un meccanismo di coinvolgimento a vari livelli della popolazione e di giovani volontari provenienti
da tutte le parti del mondo. Non solo arte e creatività, ma la voglia di ripensare nuovi modelli di
abitare, stare insieme, lavorare, sviluppare idee. Obiettivo è far diventare Agrigento, entro il 2017,
Città laboratorio di sperimentazione di nuovi processi di integrazione e valorizzazione in cui
incubare talento e creatività, rendere accessibile a tutti l'arte e la cultura, essere aperti e recettivi ad
ogni innovazione e opportunità e riconoscere il valore del merito e dell'eccellenza. I “luoghi eletti”
sono stati individuati nel centro storico di Agrigento, laddove già sono in atto percorsi di
riappropriazione e di rigenerazione ad opera di associazioni culturali e di imprese che operano nel
turismo (B&b, pub, trattorie, luoghi di ritrovo), quali, l'area intorno all'ex cine Ambra ed al palazzo
Tomasi e la zona di Santa Croce.

Il programma culturale
Il programma culturale proposto nasce dalla collaborazione tra cittadini, associazioni, istituzioni
locali e protagonisti della scena culturale nazionale e internazionale. Assecondando la vocazione
naturale di una comunità sempre più multiculturale, è stato redatto un programma strutturato su più

23
     V. Cianciana
24
     V. Strada degli scrittori
                                                                                                         15
livelli.
Glocal-pedia – Centro di Contaminazione dei Saperi – E’ prevista la fondazione di un
Centro dei Saperi, inteso come Centro di Contaminazione Culturale: una piattaforma su cui
costruire una banca dati su storia, luoghi, personaggi, discipline, arti, letteratura, in cui ciascuno può
far confluire informazioni attraverso l’analogo sistema di wikipedia: una sorta di wikipedia
glocale25 attorno al territorio agrigentino (come modello prototipo emulabile e replicabile), in cui
aprire un confronto tra i saperi e al contempo avviare un’enciclopedia on line espandibile
all’infinito, costruita sulla base di lemmi e di sentimenti, di esperienze e conoscenze, realizzando
concretamente l’incontro tra culture, ovverosia riproponendo virtualmente quel crocevia di popoli e
culture che ha visto protagonista nei secoli la città; un’enciclopedia che recupera segmenti culturali
altrimenti perduti o non facilmente fruibili grazie al contributo di volontari. Come wikipedia, sarà
multilingue e gratuita, un’enciclopedia partecipata e libera e accessibile da ogni parte del mondo. In
fase di start up, del Comitato Scientifico fanno parte tra gli altri: Giuseppe Taibi, ideatore del
progetto, ricercatore ad Harvard e imprenditore agrigentino, Nita Sturiale, professore associato del
Massachusetts College of Art and Design, che collabora con Farm Cultural Park, Angela Bellia,
agrigentina, ricercatrice presso Institute of Fine Arts dell'Università di New York, Gaetano Cipolla,
professore Emerito della St. John's University, Rosamaria Piccione, filologa, Università di Torino.
Considerata la diffusione e l’evoluzione degli smartphones e di altri mobile devices, si terrà conto
della necessità di fornire, per l’accesso alle informazioni del wikipedia glocale, anche tecnologie
più avanzate, come la realtà aumentata: un’applicazione per iPhones o Android consentirà di
osservare luoghi reali della città così come apparivano in dipinti, in litografie, in foto antiche. Ciò
sarà possibile attraverso un sistema di georeferenziazione della posizione dell’utente grazie alla
quale l’applicazione potrà fornire le immagini storiche, che ovviamente saranno caricate dagli
utenti. Una volta sul posto, si potrà visionare l’immagine storica attraverso lo schermo del
dispositivo, cliccando come se si volesse fotografare e scegliendo l’opzione della visualizzazione in
3D, cosicché si potrà ammirare in sovrapposizione esatta la fotografia storica all’immagine reale. Il
Centro di Contaminazione dei Saperi avrà sede ad Agrigento e per la sua realizzazione non sono
necessari investimenti economici significativi. L’iniziativa è stata accolta positivamente e molti si
sono offerti volontari per implementare i contenuti, partecipando alla costituzione della rete.
Life Style – La contaminazione culturale ed esperienziale nel cibo
ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE SULLA DIETA MEDITERRANEA - Il modello
alimentare mediterraneo è profondamente legato ai saperi della Magna Grecia, al pensiero eleatico
di Parmenide e di Zenone, a quella filosofia presocratica di cui fu massimo esponente Empedocle di
Agrigento, e a quel concetto di sacralità del cibo, che è proprio di uno stile di vita riferito per

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     Glocale inteso come valori e contenuti locali, la cui condivisione è globale
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millenni ad archetipi di armonia, bellezza e piacere. Nella storia i Paesi del Mediterraneo hanno
attribuito un ruolo fondamentale alle colture tradizionali e oggi la strada per lo sviluppo passa
attraverso i prodotti locali (commercio e produzione industriale agroalimentare), e rappresenta per
un turismo più “selettivo” un forte polo di attrazione. In questo contesto, la divulgazione, la
proposizione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea sono punti focali. Tanti gli aspetti
condivisibili: socialità, cultura, storia e tradizione, salute e benessere. La quinta sessione del
Comitato Intergovernativo dell’UNESCO ha iscritto nel 2010 la Dieta Mediterranea, intesa quale
stile di vita olistico, nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Tale importante
riconoscimento consente di accreditare quel meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione
naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale. La Dieta
mediterranea si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo
sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità
del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo non è mai stato un confine per la Sicilia, ma un orizzonte
mobile, che guarda all’Europa, all’Africa e al Medio Oriente. Inoltre, i turisti contemporanei
vogliono esperienze autentiche e guardano con crescente interesse ai prodotti che vengono visti
come "biologici", "sostenibili", "ecologici", "verdi". Il progetto si propone, dunque, di divulgare,
promuovere, tutelare e valorizzare quel patrimonio di cultura, tradizione e stili di vita, che è
rappresentato dalla Dieta Mediterranea - e quindi dai prodotti che contraddistinguono l’agricoltura
dei Paesi del Mediterraneo - realizzando la prima Esposizione internazionale della Dieta
Mediterranea. La Fiera sarà inaugurata, nel periodo dell’anno più favorevole dal punto di vista
climatico (presumibilmente ad ottobre), ed avrà la durata di una settimana. Saranno esposti prodotti
agricoli e vitivinicoli, caseari, dell’agroalimentare e della pesca delle due sponde del Mediterraneo;
le associazioni locali dei produttori, le associazioni ambientaliste o i privati avranno a disposizione
stand per la divulgazione di singole eccellenze del territorio dal punto di vista naturalistico, così
come    le   rappresentanze    delle   massime     autorità   locali   dell’Agricoltura,   dell’Industria,
dell’Artigianato, del Commercio, del Turismo con i loro singoli progetti o i report sulle attività
realizzate; l’artigianato connesso alla produzione alimentare e alla pesca. Nel corso della settimana
saranno proposte degustazioni a tema, ogni volta diverse, delle specialità gastronomiche legate alla
nostra tradizione Mediterranea. Sarà, altresì, allestito uno spazio per la sperimentazioni dei sapori
della cucina maghrebina, greca e del medio Oriente, con la possibilità di confrontare gli “stili di
vita” halal e kosher e le numerose analogie e “contaminazioni”, quali, ad esempio, la nota e saporita
pietanza del couscous, in tutte le sue varianti a seconda delle località di produzione, o il ricorso ad
ingredienti, aromi o riti comuni. Per rispondere alle richieste crescenti del turismo esigente, del
turismo creativo ed esperienziale, saranno proposti degli stage di cucina rivolti al pubblico e al
mondo della ristorazione con grandi chef ed esperti nutrizionisti. Laboratori tematici offriranno la
possibilità di conoscere da vicino luoghi, produttori e colture. Si potrà imparare a distinguere le erbe
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spontanee, le erbe mediche ed aromatiche, i funghi, le diverse colture della dieta Mediterranea
anche nelle sue diverse specie. Saranno organizzate visite guidate presso aziende agricole, vigneti,
frantoi, cantine; saranno effettuate gite in mare con la sperimentazione diretta della pesca nel
Mediterraneo (ricciole, dentici, palamite, tonnetti, barracuda, lampughe, saraghi e così via); sarà
data la possibilità di effettuare anche la pesca subacquea a persone più esperte, ma anche Rock
fishing, Beach Ledgering, e altro. Ulteriori proposte di sperimentazione consisteranno negli itinerari
tematici per sottolineare le tre qualificazioni della Dieta Mediterranea: Piacere, Benessere e Cultura.
Sarà promossa la possibilità di scambio e gemellaggio tra le comunità internazionali delle
associazioni slow food con l’intento di rafforzare una rete, che potrà anche avere un suo luogo
identificativo in un sito web dedicato, a cui potranno aderire ristoratori grandi e piccoli di entrambe
le comunità. saranno avviati contatti con partner eccellenti come Federalimentare, Fiere di Parma
(CIBUS) Salone del gusto di Torino, Gambero Rosso, Slow Food, Eataly, Accademia italiana della
cucina.
Lyfe Style – La contaminazione nelle sonorità etniche
LA FESTA DEI SUONI - La musica è il mezzo più efficace per la comunicazione, l’aggregazione
e l’integrazione fra le persone, perché valorizza le identità e le differenti caratteristiche di ogni
popolo e favorisce la “contaminazione” culturale. Ogni cultura, infatti, possiede un linguaggio
musicale proprio e specifico, fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti,
forme. Questi, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche
ambientali. Tali realtà riescono, però, attraverso la musica a “sincronizzarsi” con altre per la
capacità insita che compete loro di far comprendere e recepire appieno sensazioni ed emozioni,
esercitando così una forte funzione sociale e di aggregazione. La musica è un linguaggio universale,
una realtà che consente di comunicare, di gettare “ponti” verso gli altri ed, insieme, di esprimere se
stessi, i diversi sentimenti e momenti della propria vita e della propria anima. Agrigento darà vita ad
un EtnoFestival capace di trasfondere energia e passione in un’esperienza collettiva, mescolata alla
storia e ai suoi protagonisti: dai momenti folk, con la riproposizione di gesti, simboli, ritmi, fino
all’esibizione dei gruppi musicali che sono impegnati da anni a tutela della tradizione, siciliana e
agrigentina in particolare, della poesia, di sonorità, di ritmi, di filastrocche e scioglilingua. I
Dioscuri e i Demetrika, sono solo un esempio locale di come attraverso i canti e le musiche popolari
è possibile riscoprire la memoria di un patrimonio culturale immateriale che altrimenti potrebbe
perdersi nel tempo. Saranno, pertanto coinvolti tutti gli artisti custodi e ricercatori di tradizioni
popolari musicali per dar vita ad una vera e propria meticolosa attività di ricerca antropologica. A
questi momenti musicali, come già realizzato con l’annuale appuntamento “Extra” o con i Concerti
di Natale, saranno chiamati a partecipare al Festival i gruppi di musicisti costituiti tra le comunità
immigrate, cosicché da realizzare un momento di comunione tra le diverse etnie attraverso le loro
più spontanee e antiche espressioni culturali. Infine tra gli ospiti dell’EtnoFestival non potranno
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