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       Vivi perché Lui è vivo
         Una Pasqua che non dimenticheremo

      Anno XCI
      Numero 4 - Aprile 2020
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         2
      La parola acuta dell’Arcivescovo Mario

      La potenza
      della sua Resurrezione
      Di seguito riportiamo i tratti salienti del “messaggio di speranza” del-
      l’Arcivescovo Delpini per questa inimmaginabile Pasqua
                                                                   Sintesi a cura di Valentina Villa

                on pensavamo che la morte fosse        sorto. La città secolare da tempo ha de-

     N          così vicina. La morte è diventata
                vicina, interessa le persone care,
                le presenze negli ambienti del la-
      voro. La morte vicina suscita domande,
      che sono più ferite che questioni da discu-
                                                       cretato l’assenza di Dio e la sua esclusione
                                                       dalla vita pubblica; ma per i devoti la pre-
                                                       senza di Dio era una sorta di ovvietà. In
                                                       ogni situazione era spontaneo riconoscere
                                                       la presenza reale nell’Eucaristia, l’origine di
      tere: «Sì, lo so che viene la morte, ma non      ogni male e di ogni bene dalla volontà di
      adesso, per favore! Non adesso, ti prego;        Dio, la conferma della sua provvidenza,
      non adesso!». Si intuisce che non basta          l’aspettativa della sua giustizia nel premio
      avere un compito da svolgere per convin-         e nel castigo.
      cere la morte a passare oltre il numero ci-      In questo tempo è molto cambiato l’atteg-
      vico di casa mia. La morte è così vicina e       giamento verso il religioso: ne è nata una
      non ci pensavamo. Rivolgerò più spesso lo        nostalgia per chi non ci pensava più e per-
      sguardo al crocifisso appeso in sala e con       sino quelli che non sanno dove siano le
      più intenso pensiero.                            chiese si sono interessati per sapere se
                                                       siano aperte o chiuse.
      2         Non pensavamo che fosse così dif-      Per i devoti però quello che era ovvio è di-
      ficile riconoscere la presenza del Signore ri-   ventato problematico. L’antica domanda
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      TRA LE GUGLIE
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      che mette alla prova il Signore
      è rinata spontanea: «Il Signore
      è in mezzo a noi sì o no?».
      C’è un bisogno di segni che
      lo dimostrino, un’invocazione
      di esposizioni, processioni,
      consacrazioni: dicono un de-
      siderio di essere confermati
      nella fede da una evidenza,
      da un intervento incontroverti-
      bile. Suonano stonate le cer-
      tezze della città secolare che
      si costruiva orgogliosa e vin-
      cente a prescindere da Dio.                       governato da precetti e minacce, una
      E risultano più fragili le certezze dei devoti    buona abitudine facoltativa, da riservare a
      che devono constatare che «vi è una sorte         qualche festa solenne, a qualche rito di fa-
      unica per tutti: per il giusto e per il malva-    miglia, a qualche domenica insieme per ac-
      gio». Non pensavamo che fosse così diffi-         contentare il bambino. Nelle discussioni
      cile riconoscere la presenza del Risorto,         sembra quasi un segno di maturità profes-
      riconoscere la sua potenza che salva per          sare: «Sì, sono credente, ma a modo mio;
      vie indeducibili, lasciarsi avvolgere dalla sua   sì credente e non praticante». Quando le
      gloria, così diversa da come la immaginano        celebrazioni sono state impedite, sostituite
      gli umani. Siamo allora chiamati a entrare        da trasmissioni televisive, quando ogni
      con fede più semplice e più sapiente nella        prete ha dovuto inventarsi un qualche
      promessa di Gesù, per capire meglio la ri-        modo virtuale per far sentire un segno di
      velazione.                                        premura pastorale, quando catechiste,
                                                        educatori e ministri straordinari hanno rag-
      3      Non pensavamo che fosse così ne-           giunto i “loro ragazzi”, i “loro malati” tramite
      cessario celebrare insieme i santi misteri.       il cellulare, i credenti hanno percepito che
      “Andare a messa”, è sembrato per questi           mancava la cosa più importante. Sì, sono
      decenni dopo la fine di un cristianesimo          gradite la premura, la parola buona, la frase
                                                                                      del Vangelo; sì,
                                                                                      aiuta la proposta
                                                                                      di non perdere
                                                                                      tempo, di ren-
                                                                                      dersi utili in casa
                                                                                      e dove si può.
                                                                                      Sì, tutto vero.
                                                                                      Ma trovarsi per
                                                                                      la celebrazione
                                                                                      della       messa,
                                                                                      cantare,       pre-
                                                                                      gare, stringere le
                                                                                      mani amiche nel
                                                                                      segno          della
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          4

      pace, ricevere la comunione è tutt’altro. Di        «Speriamo che domani sia bel tempo; spe-
      questo sentiamo la mancanza.                        riamo che piova al momento giusto e che
      Quando siamo sospesi sull’abisso del                la vendemmia sia abbondante; speriamo di
      nulla, l’espressione intelligente “credente         vincere il concorso e chiudere il con-
      ma a modo mio, ma non praticante” suona             tratto...».
      ridicola, un divertimento da salotto: per at-       Anzi, di speranza è meglio che parlino i po-
      traversare la tempesta abbiamo bisogno di           veracci; le persone serie elaborano pro-
      un abbraccio, di una comunione reale con            getti, risorse, mettono in bilancio anche la
      Gesù, di stare con Dio. Niente di meno.             voce imprevisti, perché è ragionevole aver
      Poter “andare a Messa” sarebbe il segno             tutto sotto controllo. Si danno da fare, non
      che è tornata la normalità non solo nella li-       si aspettano niente da nessuno, se vuoi
      bertà di movimento, ma nella convinzione            qualche cosa devi conquistartelo. Ma
      che non si tratta di buone abitudini, bensì di      quando irrompe il nemico che blocca tutto,
      una questione di vita o di morte. In questo         allora le certezze vacillano. La percezione
      tempo abbiamo sì provato l’emozione di              del pericolo estremo costringe a una vi-
      pregare insieme in casa, che è possibile,           sione diversa delle cose e a una verifica più
      che unisce, ma anche che non esaurisce il           drammatica di quello che possiamo spe-
      desiderio di incontrare il Signore e di “an-        rare. Nella vita cristiana rassicurata dalla
      dare a Messa”, anzi lo fa crescere. Si deve         buona salute, da un certo benessere, i temi
      raccomandare che nella “chiesa dome-                più importanti sono le raccomandazioni di
      stica” si conservino sempre i riti della pre-       opere buone, di buoni sentimenti, di fedeltà
      ghiera e che ciò aiuti a sentirsi parte della       agli impegni, di pensieri ortodossi. Ma
      Chiesa che ci raduna da tutte le genti.             quando si intuisce che qualcuno in casa
                                                          deve affrontare il pericolo estremo, allora
      4         Non pensavamo che fosse così ne-          l’unica roccia alla quale appoggiarsi può
      cessaria la resurrezione per la nostra spe-         essere solo chi ha vinto la morte. «Ma se
      ranza. Nel linguaggio comune la speranza            Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra
      si è banalizzata a significare un’aspettativa       predicazione, vuota anche la vostra fede»
      fondata su previsioni più o meno attendi-           (1Cor15,14).
      bili, di cui si è, però, sentito parlare da qual-   La nostra Pasqua, vissuta più in casa che
      che titolo sbirciato sfogliando pagine web.         in chiesa, è la cena secondo Giovanni: i
                                                                    suoi segni espressivi sono la la-
                                                                    vanda dei piedi, la rivelazione in-
                                                                    tensa agli amici dei pensieri più
                                                                    profondi, la preghiera più accorata
                                                                    al Padre. La nostra Pasqua que-
                                                                    st’anno rivive quella sera: «La sera
                                                                    di quel giorno, il primo della setti-
                                                                    mana, mentre erano chiuse le
                                                                    porte del luogo dove si trovavano
                                                                    i discepoli per timore dei Giudei,
                                                                    venne Gesù, stette in mezzo e
                                                                    disse loro: “Pace a voi!”». Inco-
                                                                    mincia così una storia nuova.
                                                                    Buona Pasqua!
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      LA PAROLA DEL PARROCO
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      La Chiesa di Bresso nei giorni dell’emergenza

      Una Comunità
      più forte del virus
                  uesti lunghissimi giorni di emer-

      Q
                                                        sant’Ambrogio decise di fondere i calici
                  genza coronavirus sono sem-           della sua Chiesa per riscattare i prigionieri
                  brati un’epoca. È cambiato            dei barbari. E qui c’era un gesto grande di
                  improvvisamente il modo in cui        carità: preservare dal pericolo di un conta-
      intendere se stessi, la vita sociale e, se-       gio i più fragili. Queste limitazioni, accolte,
      gnatamente anche la vita di fede e della          scelte e vissute come gesti di carità ci
      Comunità cristiana.                               hanno reso più cristiani, non meno. Noi
      Abbiamo osservato “con rigore” ogni di-           preti, pur soffrendo, ne siamo orgogliosi, e
      sposizione data dalle istituzioni e dal Ve-       così lo sono i cristiani: avendo visto come
      scovo: crediamo che in questi delicati            si è evoluto il contagio, ora nessuno più
      momenti si debba obbedire con responsa-           osa pensare altrimenti.
      bilità piuttosto che discettare sui provvedi-     Abbiamo inizialmente anche provato l’umi-
      menti. C’erano in campo realtà come               liazione, noi italiani, di vederci chiudere la
      l’Eucaristia e gli oratori, il mondo dell’asso-   porta in faccia da altre nazioni e definiti
      ciazionismo e del volontariato: tutte cose        “quelli che portano malattie”: una lezione
      preziosissime per noi. Sospenderle, chiu-         da imparare, per misurare in futuro le pa-
      derle o limitarle è stato come rimanere           role. Ora siamo tutti sulla stessa barca.
      senza padre, madre, figli e fratelli. Ma ci è     Certo, soffriamo. Condividiamo l’amarezza
      stato chiesto per salvaguardare un bene           tra noi, coi preti del decanato e con il Par-
      comune: la salute di tutti. Soprattutto dei       roco romeno ortodosso che ci ha confi-
      più esposti come gli anziani, i fragili e i po-   dato: “Non ho cuore di non celebrare
      veri. E per questo l’abbiamo fatto.               l’Eucaristia per la mia gente”: sia noi che lui
      I più l’hanno capito. Qualcuno -pochi- al-        celebriamo a porte chiuse, benedicendo il
      l’inizio ha usato il sarcasmo: “Anche i preti     nostro popolo, assente ma sentito più vi-
      hanno paura…” (chi me l’ha detto, al tele-        cino che mai.
      fono, ha risvegliato in me l’animo del lettore    La fantasia della carità si è mossa con
      di Tex: ho trattenuto un gelido “Vieni a dir-     prontezza: segno ne è stato l’utilizzo della
      melo in faccia!” e ho sorvolato…); qualcuno       rete per trasmettere l’Eucaristia ogni
      la bandiera identitaria: “Svendiamo la no-        giorno, per non farci sentire lontani dalla
      stra identità” “Conta più il bar che la           nostra gente, e tener viva la speranza. Per
      chiesa”. Ma non è stato così: una delle           questo, prese tutte le precauzioni, abbiamo
      cose grandi che abbiamo compreso, su-             continuato la presenza per le confessioni
      bito, nell’applicare le limitazioni è stato che   finché abbiamo potuto, curato le relazioni
      la legge di Dio è la carità. “Che cosa si deve    con gli anziani per telefono, benedetto
      intendere per legge di Dio se non la carità,      quotidianamente al cimitero i poveri morti
      per mezzo della quale sempre teniamo pre-         cercando di confortare i loro cari, inviato
      sente nella nostra mente come si debbano          spunti di catechesi per i ragazzi, sistemato
      osservare nella pratica i precetti della vita?”   nelle nostre chiese la strumentazione per
      diceva il papa san Gregorio Magno. Anche          vivere comunque la Quaresima di fraternità,
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                                                              LA PAROLA DEL PARROCO
         6

      con la preghiera in famiglia e con l’aiuto ai    menticati: ne è segno l’allestimento in ora-
      poveri, di cui si fanno carico i nostri mis-     torio san Giuseppe, insieme al Comune,
      sionari in paesi lontani (e provvidenzial-       Croce Rossa e Protezione Civile, di un
      mente più salubri, almeno fino ad oggi..).       campo di generi di prima necessità per le
      Abbiamo creativamente adattato i centri          quasi 300 famiglie che al momento in cui
      nevralgici della Settimana santa a “liturgie     scriviamo ne hanno bisogno settimanal-
      famigliari”, perché nessuno si senta ab-         mente. Un impegno molto esigente, sup-
      bandonato dalla sua Comunità cristiana, e        portato da remoto dall’associazionismo
      non si riduca a semplice spettatore delle        caritativo over 65, e in loco da quello under
      trasmissioni televisive delle celebrazioni pa-   65. Un vero umile esercito di carità, orgo-
      squali, ma metta in atto la sua “attiva par-     glio per la storia di Bresso, con il diacono e
      tecipazione” nei gesti che dicono la nostra      il prete dell’oratorio in prima linea.
      gratitudine, fiducia e ascolto di Dio. Cosa      Abbiamo provato che la nostra gente ci
      inedita, che ci ha chiesto studio, approfon-     vuol bene, che non è morta la pietà né l’in-
      dimento confronto, creatività. Ma di cui         telligenza in tante, tante persone. E nem-
      siamo fieri.                                     meno lo humor, sintomo di sana
      Soprattutto abbiamo coltivato la carità          antropologia. Abbiamo più chiaro che
      verso i poveri locali, che non vanno mai di-     senza relazioni fraterne e senza Eucaristia
                                                                                     che le genera
                                                                                     siamo ampu-
                                                                                     tati: il doloroso
                                                                                     digiuno       pa-
                                                                                     squale suscita
                                                                                     il desiderio e la
                                                                                     gratitudine per
                                                                                     questi preziosi
                                                                                     doni.
                                                                                     Così viviamo
                                                                                     questa        Pa-
                                                                                     squa,       senza
                                                                                     ulivi e liturgie,
                                                                                     ma con fiducia
                                                                                     in Dio e aiutan-
                                                                                     doci, sempre,
                                                                                     tutti, come si
                                                                                     può. Sentiremo
                                                                                     così, intenso, il
                                                                                     sapore della re-
                                                                                     surrezione.

                                                                                     Il prevosto don
                                                                                     Angelo e i preti
                                                                                     della Comunità
                                                                                     pastorale     di
                                                                                     Bresso
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      LA NOSTRA COMUNITÀ
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      Rinati al fonte battesimale
      -------------
      Sposati nel Signore
      ------------
      Bressesi tornati alla casa di Dio,               Lella Michele
      Padre di tutti                                   Leonardi Ilda
                                                       Lipani Salvatore
      Abenante Giuseppe                                Loi Mariarita
      Agostino Salvatore                               Maccarrone Domenico
      Alfieri Luigia                                   Mantovani Angelo
      Annoni Onorina                                   Marchesi Rosa
      Basilio Pietro Paolo                             Michelangeli Alessandro
      Bassani Carla                                    Migliorini Umberto
      Bernardotto Narciso                              Pandolfi Giovanni
      Campana Benito Giuseppe                          Pastrovicchio Miranda
      Cattaneo Giuseppe                                Perna Gaetano
      Cavretti Bruno                                   Peroncini Giovanni Paolo
      Cesarini Cleto                                   Piccinno Antonio
      Ciavarella Antonietta                            Pintus Giovanni
      Ciccolella Rosa Pia                              Prencipe Angela Maria
      Ciulli Cosimo Norberto                           Rella Maria Rosaria
      Civati Angelo                                    Romanelli Serafina
      Cortese Caterina                                 Santori Luigi Gabriele Giuseppe
      Coscia Lorenzo                                   Savino Tomaso
      Da Gradi Maria Luisa                             Sorgato Timoleone
      De Pinto Angela                                  Spiezia Patrizia
      Del Duca Filomena                                Strozzi Ferdinanda
      Del Zenero Alfonso Nicola                        Tavaglione Leonarda
      Della Flora Nerina                               Tresoldi Angelo
      Di Tata Antonio                                  Tresoldi Franco
      Donati Santina                                   Tripodi Pietro
      Fedele Bruno                                     Uccheddu Giuseppe
      Fontana Bruna                                    Varetto Roberto
      Frabetti Giovanna                                Vergato Giuseppe
      Fraschini Mario Luigi                            Vimercati Giorgio
      Galletta Agostino                                Vinacciuoli Miranda
      Garuccio Enzo                                    Zagato Alfredo
      Genchi Carmela                                   Zambelli Alessandro
      Gruppelli Enrichetta                             Zanatti Armando
      Kamel Mohamed                                    Zardus Arianna Maria
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          8

                           INTENZIONI GIÀ FISSATE PER LE S. MESSE
                           E RICORDO DEI DEFUNTI ALLA DOMENICA
        I nostri preti ogni giorno -rigorosamente a porte chiuse- nelle tre parrocchie di
        Bresso celebrano l’Eucaristia ricordando tutto il popolo di Dio; e come sempre
             OGNI GIORNO PREGANO PER I DEFUNTI SECONDO LE INTENZIONI
                           GIÀ FISSATE DAI FAMIGLIARI O DAI LEGATI.
                       ALLA DOMENICA PREGHIAMO PER I NOSTRI CARI,
                                  DEFUNTI NELLA SETTIMANA.

                                   LEGATI DEI MESI DI APRILE E MAGGIO
                                       Parrocchia ss Nazaro e Celso

       APRILE 2020
          14 BERTASI Giuseppe e Maria Grazia
          15 DONZELLI Gino e Carla
          18 CAVENAGO Mario e Peppino                       scaduto nel 2019
              BORTOLETTO Antonio e CASAGRANDE Antonietta
          22 MEANA Giuseppe, Nino e Giuditta, Maddalena e Giuseppe
          24 LOVATI Carlo e SAVINO Claudia
          25 LESMA Adelio
          30 CAVENAGO Battista, Emilia e Rina

       MAGGIO 2020
          2 MEANA Cesare e CAPPELLETTI Irene e Mariangela
          4 VITTORI Guido e DE PONTI Giuseppina
          6 RECALCATI Virginio e ALFIERI Angela
          9 BIANCHI Elena e PAROLINI Enrico
         15 CAVENAGO Maria e Rina
         16 CASSAMAGNAGHI Ines, Carlo e SORMANI Maria
             ANDREONI Enrico e Brigida, CORNO Pietro e Lucia
         18 MAZZOLA Angelo e BIANCHI Maria                  scaduto nel 2019
         21 MAGNI Pierino e Cavenago Melania                scaduto nel 2019
         23 MAZZOLA Enrico, Carolina, Emilia
         25 LOVATI Innocente e Rosa
         26 BIANCHI Erminio
         28 PEREGO Giulio e ANDREONI Giulia
         29 GIUSSANI Carlo e Camilla
         30 ORIANI Vittorio                                 scaduto nel 2019

                                   Parrocchia Madonna della Misericordia
       MAGGIO 2020
         15 BIANCA

                                               Parrocchia san Carlo

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      NOTIZIARIO
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      I Consiglieri pastorali fanno sentire la loro voce

      Scene di vita inedita
      I Consiglieri pastorali raccontano quanto accade a casa e sul lavoro.
      Sensori sempre accesi su ciò che accade.
                                                                           dai Consiglieri Pastorali

      Gratitudine, fiducia, impegno                       ci, che le sue braccia sono sempre aperte
      Vedo positivamente ciò che in Comunità si           all’accoglienza. Graziano
      è messo in pratica per non perdere i con-
      tatti coi fedeli e, in particolare, trovo fonda-
      mentale la presenza in chiesa dei sacerdo-
      ti che corrono il rischio di farsi incontrare per
      essere presenza di Dio, utile soprattutto agli
      anziani e a chi non ha dimestichezza con la
      tecnologia social.
      Rifletto sul privilegio di appartenere ad una
      Nazione come l’Italia, piena di difetti e di pa-
      radossi, ma che sta in piedi grazie a una
      grande collettività di brave persone che oc-
      cupano ruoli di lavoro e di volontariato che
      ha pochi paragoni nel mondo. È tutta que-
      stione di scelta: fare il medico o l’infermie-
      re può essere solo lavoro o anche e so-
      prattutto missione, amore per il prossimo.
      La differenza è enorme. Siamo uno dei po-
      chi luoghi al mondo in cui è presente un ser-
      vizio sanitario pubblico disponibile per tut-
      ti, prima ancora di chiedere quali sono le di-
      sponibilità economiche a sostenere le cure:
      ritengo sia il più alto indice di civiltà.
      Raccolgo segni di speranza attraverso ge-
      sti semplici di fraternità, come la musica dif-
      fusa alle 18 dai balconi e dalle finestre del-
      le nostre case. Noi abbiamo orientato una
      cassa del nostro impianto hi-fi e affidato al
      vento diverse melodie. È stato emozionan-
      te vedere animarsi i palazzi di spettatori in-
      cantati e spezzare con loro il nostro isola-
      mento...Eravamo euforici, l’animo rincuorato
      dallo sguardo all’oltre. Credo sia lo stesso
      sguardo di Dio per cui non c’è mai nulla di
      definitivo nelle vicende umane, anche quel-
      le più terribili, ma occasione per convertir-
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      CONSIGLIO PASTORALE
                                                                                                    11

                                                         Poi i rapporti familiari: a volte sono dati per
                                                         scontati, a volte faticosi ...ora, in questo mo-
                                                         mento dici: Grazie!
                                                         Tutto questo lo fai all’interno dello spazio del-
                                                         la tua casa; inizialmente sei costretto, poi gu-
                                                         sti anche quello spazio che fino allo scorso
                                                         fine settimana ti limitavi solo a pulire senza
                                                         valorizzarlo con il cuore della tua presenza.
                                                         A me sembra che i social, temuti fino a tre
                                                         settimane fa, adesso si stiano facendo
                                                         spazio perché utili a “comunicare”, “evan-
                                                         gelizzare”, “pregare” e tanto altro,
      Mi è bastato poco per dire: grazie!                se fino a ieri si “correva”, con il rischio del
      Mi son chiesta: Ci sarà qualcosa di “bello”,       “fare tante cose” senza coglierne il vero va-
      di “giusto” da scoprire anche in tutto que-        lore, la modalità social non ci riabitui a cor-
      sto trambusto che mi permetta di essere            rere nuovamente in modalità sterile, ri-
      grata e riconoscente per tutto quello che ho       schiando di perdere nuovamente quelle
      attorno, che vivo ogni giorno ma del quale         relazioni umane che stiamo cercando di ri-
      spesso non colgo la bellezza???’ Mi è ba-          prendere in mano. È il momento delle Gran-
      stato poco sforzo per poter dire: “cavolo, ma      di Libertà
      certo!!”                                           Katia
      Mi è bastato poco per dire grazie per la mia
      famiglia! Mi è bastato poco per riscoprire la      Casa polifunzionale e genitori multitasking
      bellezza del lavoro che faccio e dire grazie!      Questa mattina il bagno è diventato una
      Dopo qualche giorno di smarrimento a livello       stanza polifunzionale: nello stesso luogo (ben
      scolastico mi mancavano le relazioni con i         3 metri quadri) si stavano infatti svolgendo
      miei colleghi ma soprattutto mi mancavano          più attività, non che questa sia una cosa inu-
      i miei alunni, in particolare quelli svogliati,    suale quando in 85 metri quadri vivono 6
      quelli che festeggiano quando sei assente,         persone, un uomo e 5 donne. Attività inso-
      che spesso hanno il libro ma il compito a
      casa o hanno fatto il compito ma strana-
      mente non lo trovano in cartella...
      Mi è bastato poco per dire grazie per la scel-
      ta che ho fatto di essere catechista. Mi è ba-
      stato poco per riscoprire il valore dell’ami-
      cizia. Mi è bastato poco per riscoprire la ca-
      pacità di bene che c’è nell’uomo.
      Donatella

      È il momento delle Grandi Libertà
      Personalmente in questo periodo sto pro-
      vando a recuperare i rapporti personali.
      Comincio da quello più importante: la relazione
      con il Signore, alzare gli occhi al cielo e dire
      con il cuore: Signore, per la Tua Gloria!!
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                                                                       CONSIGLIO PASTORALE
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      lite per la normale quotidianità: succedeva
      che mia moglie era diventata la mia par-
      rucchiera e cercava di districarsi nel ta-
      glio dei miei capelli.
      Non sapevo come arrabattarmi in quel
      momento, tra capelli sparsi in giro, forbi-
      ci appuntite pronte a ferirmi e una bam-
      bina da lavare. Se non che sopraggiun-
      ge la mia terza figlia con il tablet in mano
      già a quell’ora, cosa vietatissima in casa
      fino a solo una settimana fa (tablet che pe-
      raltro avevamo nascosto e ora che sem-
      brano strumenti di cui non si possa fare
      a meno, non ci ricordavamo neanche più              noi, come genitori, stiamo cercando di fare
      dove li avevamo messi). “Papà, la maestra           di tutto per colmare questa loro esigenza. Mi
      ci ha già inviato i compiti per oggi, per il fine   chiedo allora come resistere…Mi è utile im-
      settimana e anche quelli per lunedì e mer-          maginare la fine, sognare e pensare a ciò che
      coledì, ma non riesco a vedere questo video         potrà accadere dopo…? Si, a volte. Invece
      sull’ecosistema marino. Mi aiuti?” D’un trat-       delle altre riesco solo a pensare istante per
      to ecco che il bagno si trasforma da salo-          istante, minuto dopo minuto, e fermarmi qui
      ne di bellezza ad aula di scuola.                   e ora. Senza andare oltre. Stefano
      Dentro casa per preservare quell’equilibrio
      e quella parvenza di serenità e certezze che        Richiamati ad un profondo cambiamento
      vogliamo trasmettere alle nostre figlie, io e       Mi ha provocato il brano del Vangelo di Mat-
      mia moglie siamo passati ad assumere più            teo 6, 19–24, che evidenzia come non si
      ruoli, cosa che, diciamocelo, viene partico-        possano servire nello stesso tempo Dio e la
      larmente difficile a noi uomini. Siamo geni-        ricchezza. Certamente non sono tra coloro
      tori, ma dobbiamo essere anche insegnan-            che leggono in quanto sta accadendo una
      ti, poiché crediamo ancora che un concet-           sorta di punizione su questo nostro mondo
      to raccontato a parole e con lo sguardo sia         contemporaneo, ma bensì un invito alla re-
      molto più efficace e capace di essere co-           visione di come ciascuno di noi debba sen-
      municato e trasmesso. Siamo cuochi, sia-            tirsi richiamato ad un profondo cambia-
      mo lavoratori e professionisti che tentano di       mento, alla ricerca di una vita più essenzia-
      operare nel miglior modo possibile per te-          le fatta di incontri, il primo con il Padre e poi
      ner insieme il mondo esterno che si cono-           con tutti i fratelli in particolare coloro che vi-
      sceva fino a qualche settimana fa ed il mon-        vono in solitudine o che sono duramente
      do interno, il proprio mondo personale, le          provati.
      proprie emozioni e il mondo di casa. Di-            Nella storia dell’umanità si sono sussegui-
      ventiamo poi mille altre cose che le avven-         te tante pestilenze, in quelle occasioni il po-
      ture del giorno ci richiedono, parrucchieri, ar-    polo cercava nel contatto diretto con i pa-
      tigiani, donne e uomini delle pulizie, e mol-       stori conforto e consolazione, oggi sono i
      to altro ancora. Dover fare a meno della re-        mezzi di comunicazione ad aiutarci ad es-
      lazione, benzina e motore della mia evolu-          sere Chiesa, comunità che ascolta, prega e
      zione. Sento che questa carenza di relazione        supplica, che cerca di uscire dalla banalità
      sta facendo male anche alle mie figlie e che        dei luoghi comuni. Roberto
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      CONSIGLIO PASTORALE
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                                                             stra fedeltà ed il perdono reciproco. Qui ci
                                                             scambiamo le confidenze più intime, le
                                                             preoccupazioni e le piccole conquiste. Qui
                                                             prendiamo anche le decisioni importanti. Qui
                                                             avviene il dono più “alto” di sé all’altro.
                                                             Qui ci guardiamo negli occhi, ci sfioriamo la
                                                             mano e, abbandonati “cuore sul cuore”, ci
                                                             addormentiamo. Signore, in comunione ti
                                                             portiamo una infinita gratitudine per il tuo
                                                             Amore, Tu ci hai amati per primo! Ti portia-
                                                             mo anche tutti gli sposi che faticano a per-
                                                             severare nella fedeltà. Questa “situazione”,
                                                             seguire la messa sul pc, è stata per noi “l’oc-
                                                             casione” buona per scoprire che in casa no-
                                                             stra, come in tutte le case ci sono tre alta-
                                                             ri. Flora
      I tre altari                                           “Signore, cosa mi chiedi di fare oggi?”
      In questi giorni di digiuno eucaristico i sa-          Dire che è un periodo strano sarebbe un eu-
      cerdoti della nostra comunità celebrano la             femismo. Per me, a quasi vent’anni, abituato
      messa in diretta, trasmettendola sulle pagi-           a stare la maggior parte del tempo fuori casa
      ne aperte di instagram e facebook. Una bel-            dividendosi tra Università, oratorio e amici-
      la occasione per sentirci comunità viva ed             zie, stare dentro le quattro mura di casa è
      orante. Anche noi in famiglia la seguiamo dal          molto difficoltoso.
      pc portatile.                                          Le prime settimane sono state una grande
      Oggi l’altare per la messa è il tavolo della cu-       prova, e non solo per le mille difficoltà di un
      cina. Qui ci incontriamo ogni giorno per i pa-         piccolo spazio abitato da cinque persone
      sti principali, non sempre tutti insieme. Qui,         molto diverse, o per il venir fuori di angosce
      genitori e figli, ci raccontiamo la giornata, il no-   di tutta la famiglia, che con una quotidiani-
      stro lavoro, i nostri impegni, gli incontri fatti…
      Ieri, invece, l’altare è stato il tavolo del sog-
      giorno. Questo tavolo è più grande, qui ci in-
      contriamo nei giorni di festa con i nostri ospi-
      ti. Quante persone hanno condiviso con noi
      il pane: i nonni, gli zii, i cugini, i nipoti, nelle
      ricorrenze di compleanni, anniversari, Natale,
      Pasqua, Battesimi…
      E poi tanti amici... Sono stati tutti un gran-
      de dono con i racconti della loro vita, le loro
      usanze, le loro fatiche... Ecco Signore, oggi
      in comunione portiamo tutti questi amici, uno
      per uno, e anche tutte quelle persone che
      aspettano un invito.
      Infine, l’altare è stato il letto matrimoniale, il
      letto degli sposi. Qui, marito e moglie, reci-
      tiamo le preghiere insieme, rinnoviamo la no-
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                                                        si), e si cerca di vivere più pienamente pos-
                                                        sibile una relazione che da più di due anni
                                                        non è mai stata a distanza. E infine si cer-
                                                        ca di servire la comunità per il poco che è
                                                        chiesto.
                                                        Ora la sfida è imparare ad aprire gli occhi un
                                                        po’ di più e guardare quello che mi è dato
                                                        ogni giorno in famiglia e nella comunità. Un
                                                        esempio che mi sta accompagnando in que-
                                                        ste settimane è successo un paio di setti-
                                                        mane fa mentre preparavo in oratorio gli sca-
                                                        toloni che la protezione civile avrebbe por-
                                                        tato ai bisognosi di Bresso. Il mio lavoro era
                                                        quello di raggruppare i vari scatoloni desti-
                                                        nati a varie vie vicine per facilitare la conse-
                                                        gna. Mi ha stupito guardare in che modo il
      tà attiva come quella di prima venivano un        don Angelo stesse facendo il mio stesso la-
      po’ stemperate. No, la vera sfida è stata         voro, con che cura teneva conto dei biso-
      quella di guardare in faccia quel sentimen-       gni delle varie persone il cui nome era
      to di inutilità che spesso mi assale. “Sono       scritto sulla scatola, o di come addirittura
      qui a sprecare tempo, l’unica cosa che fac-       prevedesse il nome e la via scritti sul pac-
      cio di utile è lavare i piatti, non posso stare   co che gli stavo porgendo. Accorgersi che
      con i miei amici, eccetera” erano tutte fra-      son date a una comunità persone che
      si all’ordine del giorno. Il grande passo che     danno la propria vita per Cristo in questo
      mi sono visto fare è stato trasformare la la-     modo come tutti i nostri preti è una grazia
      mentela, il dubbio in domanda. Ho iniziato        a cui non potrei rinunciare. Marco
      a ritagliarmi dieci minuti durante la gior-
      nata in cui provare a chiedere una sal-
      vezza per questo mio tempo, che
      fosse grande o piccola.
      È sempre una grazia, poi, in un perio-
      do difficile vedere rifiorire la preghiera,
      finché non diventa come in questi
      giorni una domanda secca, diretta: “Si-
      gnore, cosa mi chiedi di fare oggi?” è
      la prima cosa che chiedo al mattino.
      Inizio così a seguire nella mia piccola
      realtà giornaliera il Suo esempio di chi
      si prende sulle spalle la propria Croce,
      seppur piccola. E così si affronta lo stu-
      dio (che per inciso non è mai stato così
      bello come in questi giorni), si conti-
      nuano a vivere le amicizie da lontano
      (nonostante la seccatura di una con-
      nessione lenta che fa perdere intere fra-
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      VITA DELLA COMUNITÀ
                                                                                                     15
      Un campo generi di prima necessità in oratorio san Giuseppe

      Con i fatti di carità,
      insieme si vince ogni male                                                         dalla redazione

                  resso duramente colpita dal Coro-

     B
                                                          Protezione Civile distribuirà porta a porta.
                  navirus reagisce con la carità ope-     Inoltre si rilancia a livello civico Adotta una
                  rosa. Davanti all’emergenza le re-      Famiglia per venire incontro ad esigenze im-
                  altà ecclesiali di assistenza a fami-   mediate. Detto, fatto. Il giorno dopo il primo
      glie in difficoltà (Caritas, san Vincenzo e Mo-     carico è pronto e il lunedì successivo tutta
      vimento per la Vita) devono                                         la macchina è a regime.
      cambiare strategia, e metter-                                       E chi vi lavora?
      si in rete. Il Sindaco Simone                                       È nata una grande sinergia
      Cairo lancia la proposta: un                                        con don Andrea e da lì è sta-
      campo viveri in oratorio san                                        to naturale chiedere l’aiuto dei
      Giuseppe per la distribuzione                                       giovani. I volontari Caritas over
      dei generi di prima necessità                                       65 fanno il lavoro di coordina-
      alle famiglie che chiedono aiu-                                     mento da remoto, sono le
      to; le parrocchie chiamano in                                       preziosissime seconde linee. I
      trincea il diacono Maurizio                                         giovani e adulti under 65, ab-
      Roccella, coordinatore Caritas                                      biamo ricevuto tante disponi-
      del decanato di Bresso. E il                                        bilità, sono divisi in più squa-
      campo parte, subito.                                                dre di lavoro in gruppi di quat-
      Abbiamo chiesto al diacono                                          tro, con mascherina, guanti e
      Maurizio: raccontaci...                             mantenendo la giusta distanza di sicurezza,
      La richiesta è arrivata dal Comune. Giove-          si danno il cambio nei vari giorni della set-
      dì 12 marzo, alla sera, all’aperto e al buio,       timana. Confezionano i pacchi seguendo le
      riunione in oratorio san Giuseppe con il Sin-       indicazioni del call center comunale. Sono
      daco, l’Assessore Dimasi, 2 rappresentan-           coadiuvati da volontari della Protezione Ci-
      ti della Croce Rossa e Protezio-
      ne Civile, il don Andrea per la pa-
      storale giovanile, il parroco: si de-
      cide l’apertura in oratorio di un
      centro di stoccaggio di generi di
      prima necessità per i poveri già
      assistiti dal volontariato Caritas e
      per anziani/famiglie in quarante-
      na impossibilitati a far la spesa.
      Aziende forniranno i generi, por-
      tandoli in oratori; volontari delle
      parrocchie predispongono i pac-
      chetti secondo bisogni e richie-
      ste (se possibili da soddisfare);
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                                                                        VITA DELLA COMUNITÀ
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                                                               la Vita nelle tre parrocchie bressesi di cui
                                                               ci prendiamo carico, aiutiamo tutti nel-
                                                               la stessa modalità.
                                                               E chi paga tutto ciò?
                                                               Innanzitutto abbiamo dato fondo alle
                                                               scorte dei magazzini delle Associazioni,
                                                               grazie anche al fatto che il Banco Ali-
                                                               mentare ha liberalizzato le distribuzioni
                                                               (gli aiuti EU per evitare i furbetti, dove-
                                                               vano essere tutti rendicontati). Poi,
                                                               sempre d’accordo col Comune, per l’ac-
                                                               quisto di viveri stiamo attingendo al
                                                               Fondo Adotta una Famiglia. Conoscia-
                                                               mo questa iniziativa: aperto dopo la cri-
      vile, gente di prima qualità. Ciò che arriva vie-   si del 2008, da allora abbiamo distribuito più
      ne immediatamente confezionato in pacchi            di 500.000 euro raccolti da famiglie bressesi
      e distribuito.                                      che aiutano famiglie bressesi -italiane o di al-
      Bello sapere di giovani al lavoro per gli altri!    tre nazionalità- che si trovano in difficoltà eco-
      Sicuramente lavorare per gli altri è ciò che        nomica per la mancanza di lavoro. Una com-
      rende armoniosa una società. Questo è               missione esamina la situazione, controlla la
      compito educativo anche dell’oratorio che           documentazione e decide il contributo:
      già mette in pratica un’idea concreta di vita       ecco come ha operato. Da 15 giorni il Co-
      di comunità. Ma questa esperienza di cari-          mune ha supportato il rilancio del Fondo e
      tà condivisa con i giovani ci ha fatto capire       in queste settimane abbiamo ricevuto do-
      ancora di più quanto sia importante per una         nazioni per più di 40mila euro. Con questo
      comunità valorizzare i talenti di tutti, anche      abbiamo pagato le prime forniture. Ora
      di chi non svolge un ruolo specifico all’interno    anche il Comune interviene, attingendo ai
      dell’oratorio. La carità è la “porta sempre         contributi inviati ad hoc dal Governo. Tutto
      aperta” che invita ad entrare, magari solo per      è regolarmente documentato.
      il gusto di provare qualcosa di nuovo che aiu-      Un pensiero per finire?
      ti a comprendere il senso del vivere in pie-        Non abbiamo ancora incominciato…La
      nezza, cosa di cui i giovani hanno bisogno.         Carità non finisce mai.
      Credo che valorizzare la dimensione del ser-
      vizio cristiano nelle sue diverse espressioni
      sia una strada percorribile a patto che que-
      sta assuma un carattere permanente, non
      solo all’interno di una comunità educante,
      ma nella vita di tutti i giorni.
      Quanti pacchi preparate?
      Siamo partiti con una decina al giorno in me-
      dia, secondo le richieste ricevute dal comune
      di chi non può uscire di casa; ma sono in
      continuo aumento, di giorno in giorno; inol-
      tre ci sono 210 famiglie precedentemente
      seguite da san Vincenzo e Movimento per
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      VITA DELLA COMUNITÀ
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      Due amici cari ci hanno lasciati nella solitudine di questi giorni

      Enzo e Giorgio,
      ci vedremo lassù!
      Ricordiamo due persone carissime e note,
      che ci hanno lasciato in questi giorni
      e non tutti, forse, hanno saputo
      che sono tornate alla Casa del Padre.

      Giorgio Vimercati                                   gani, a Domenico Meneghetti ed altri ha fon-
      Una presenza che faceva crescere                    dato la Società Sportiva “La Castêla”: pri-
                                                                  ma due squadre, poi tre, quattro, cin-
                                                                  que… E presto sono arrivati anche i
                                                                  risultati: la partecipazione ai cam-
                                                                  pionati del CSI, la vittoria alle selezioni
                                                                  provinciali, la partecipazione alle finali
                                                                  di Roma…
                                                                  Poi nel 1998 ha partecipato attiva-
                                                                  mente alla fondazione della nostra Po-
                                                                  lisportiva Circolo Giovanile Bresso
                                                                  con le sue molteplici attività, svol-
                                                                  gendo sempre un ruolo di primo pia-
                                                                  no.E accanto ai successi sportivi
                                                                  sono arrivati anche dei meritati rico-
                                                                  noscimenti personali: la sua premia-
                  na vita dedicata alla nostra città e

     U
                                                          zione, da parte del cardinale Carlo Maria
                  allo sport bressese, una vita dedi-     Martini quale “miglior allenatore” del CSI; la
                  cata a tanti ragazzi e ragazze,         sua partecipazione alla Consulta delle So-
                  questo è stato il contributo positi-    cietà Sportive affiliate al CSI.
      vo del nostro Giorgio.                              Anche dopo il ritiro dalla attività di allenato-
      Da giovane è stato il portiere della nostra         re e di dirigente, non ha mai fatto mancare
      squadra di calcio dal 1949 al 1970: anco-           il suo contributo ed è sempre stato pronto
      ra oggi i “vecchi” della nostra città ricorda-      a dare una mano nelle varie attività: molti ri-
      no le sue gesta tra i pali e le grandi parate       cordano il suo contributo attivo nella orga-
      che hanno contribuito alla conquista di tro-        nizzazione di momenti festosi, in particola-
      fei, coppe e campionati vari.                       re le mitiche cene, della Polisportiva. E ne-
      Una volta terminato con il calcio non ha di-        gli ultimi anni si è dedicato, come volonta-
      menticato ciò che sapeva fare, e bene, tra          rio, ad organizzare l’attività di pallavolo
      i pali ed ha continuato la sua missione con         presso il carcere di Monza! Grazie Giorgio
      lo sport dedicandosi però alla pallavolo, in        la Polisportiva, l’Oratorio e tutta la comuni-
      particolare alla pallavolo femminile.               tà bressese ti sono profondamente ricono-
      Così nel 1982, insieme a don Tarcisio Fer-          scenti!
      ri, allora assistente dell’Oratorio, a Luigi Ver-                                  Roberto Rossetti
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                                                                       VITA DELLA COMUNITÀ
         18

      Enzo Garuccio                                       “alla gioia del padrone” attraverso il dono to-
      “Bene, servo buono e fedele prendi par-             tale della propria vita e dei propri doni. Chi
      te alla gioia del tuo padrone” (Mt 25,23).          ha conosciuto il nostro Enzino può facil-
                                                          mente riconoscere in lui proprio il profilo di
                                                          questo evangelico servo buono e fedele. Es-
                                                          sere “servi buoni” non vuol dire solo mettersi
                                                          a servizio con disponibilità, ma soprattutto
                                                          riconoscere chi è il vero Signore da servire,
                                                          quello a cui consegnare la vita, con tutte le
                                                          fatiche, i dispiaceri e le gioie che colorano
                                                          l’esistenza. Credo che l’immagine più bel-
                                                          la che avremo di Enzo non sarà quella di lui
                                                          dietro al bancone del bar a preparare caf-
                                                          fè, ma quello di un uomo che riesce a sor-
                                                          ridere sempre e a gioire con tutti nonostante
                                                          le tante sofferenze che portava nel cuore e
                                                          che hanno segnato la sua vita. Per questo
                                                          motivo, carissimo Enzo, vogliamo ancora
                                                          una volta dirti il nostro sincero GRAZIE! Non
                                                          solo per quello che hai fatto, ma soprattut-
                                                          to per l’esempio di fedeltà e di gioia che ci
                                                          fanno desiderare ancora di più di essere an-
                                                          che noi con il Signore della vita. E ora che
              a parabola dei talenti raccontata da

     L
                                                          puoi fare anche tutto ciò che prima ti era im-
              Gesù mette in evidenza come lo sco-         possibile, continua a sorvegliare i nostri ora-
              po della vita di ciascuno sia partecipare   tori e a sollecitare la Provvidenza!!

      Un lutto per don Saulo
      Mentre andiamo a chiu-
      dere questo numero così
      particolare de La Squilla,
      ci giunge la notizia della
      morte della mamma di
      don Saulo Monti, la si-
      gnora Teresa Manzoni.
      Una mamma è sempre
      una mamma, non conta
      l’età. E una mamma che
      ci ha regalato un prete ha
      la riconoscenza e l’affet-
      to di tutti noi. Siamo vi-
      cino al grande dolore di
      don Saulo e alla sua
      grande speranza nella
      Resurrezione.
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      GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI
                                                                                                      19
      Un contributo alla pastorale in questo tempo di quarantena

      Questo è il tempo
      della Grande Libertà
      Tempi in cui abbandonare l’orticello,
      per esprimere sollecitudine verso gli ultimi,
      per raccogliere sfide inedite,
      per esprimere vicinanza e gratitudine
                                                         dal Consiglio dell’Azione Cattolica di Bresso

                 n caro saluto a tutti e grazie per        tidiana e festiva attraverso i social; in chie-

     U           questa opportunità di scambio
                 fraterno.

      Mi sono confrontata con il consiglio di
      Azione Cattolica di Bresso e dalle sollecita-
                                                           sa, in un clima di raccoglimento sottolinea-
                                                           to dalla musica, il materiale disponibile per
                                                           la lettura, la preghiera e la riflessione, la via
                                                           crucis settimanale, l’adorazione della croce,
                                                           i video per i ragazzi… La vicinanza alle fa-
      zioni ricevute sono emerse queste consi-             miglie che vedono morire i loro cari in soli-
      derazioni.                                           tudine, l’accompagnamento al cimitero…
      1) “Per evidenziare buone prassi già mes-            Dai filmati delle celebrazioni emerge anche
      se in atto o da avviare praticamente, os-            un rispetto delle regole imposte che sono di
      servazione di come stiamo effettivamente             buon esempio per tutti: piccoli e grandi.
      operando come Comunità per “non farci por-
      tar via la speranza”.                                2) “La carità operosa e intelligente”
      Innanzitutto sorge tra noi un grande senso           Segno profetico di carità intelligente è l’at-
      di gratitudine verso i nostri sacerdoti che sin      tivazione di un gruppo di lavoro coordinato
      dall’inizio di questa tragica situazione si sono     tra Caritas, associazioni di volontariato,
      adoperati con buone prassi, reinventando-            Comune, Protezione Civile e Croce Rossa,
      si un po’ anche loro, per tenere vivo il sen-        con volontari della comunità.
      so di appartenenza alla comunità e per non           Questa iniziativa è il segno di come, ab-
      farci portar via la speranza: la Messa quo-          bandonati gli “interessi del proprio orticello”
                                                           si possa lavorare insieme per il bene co-
                                                           mune. Un primo passo davvero importan-
                                                           te, un bel segnale per le nostre comunità e
                                                           i nostri concittadini. Tutto nel rispetto delle
                                                           regole per la salvaguardia del bene di cia-
                                                           scuno. Certo, per questo motivo, non pos-
                                                           siamo essere tutti lì presenti a dare il nostro
                                                           contributo, ma tutti possiamo mettere in atto
                                                           con creatività prassi di buon vicinato, un solo
                                                           esempio tra i tanti che si potrebbero fare:
                                                           una telefonata ai condomini anziani, per se-
                                                           gnalare alle autorità preposte eventuali casi
                                                           di bisogno.
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                                                         GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI
        20

                                                                 nitori anche in questa “nuova quoti-
                                                                 dianità”.
                                                                 In tutto questo emerge anche come
                                                                 si possa fare un uso intelligente ed uti-
                                                                 le dei social. Lo stiamo sperimen-
                                                                 tando con la condivisione di mes-
                                                                 saggi, comunicazioni, preghiera. Fac-
                                                                 ciamo tesoro di questo buon uso an-
                                                                 che per i tempi che verranno.

                                                                   Concludiamo affermando che cia-
                                                                   scuno di noi è generato dai rappor-
      3) “Il variegato mondo giovanile che ci in-         ti, dalle relazioni che ha. Non possiamo “sta-
      terpella sempre”                                    re bene” se anche uno solo di noi soffre. Ab-
      In questo momento pensiamo sia neces-               biamo bisogno gli uni degli altri. Oggi più che
      sario, da parte degli educatori, dei catechi-       mai lo stiamo sperimentando. Alla fine sa-
      sti, degli insegnanti, avvicinare con cura e de-    remo giudicati sull’amore. Il nostro arcive-
      licatezza i ragazzi, gli adolescenti ed i gio-      scovo ci dice: “Questo è il tempo della Gran-
      vani, non tanto per portare avanti un pro-          de libertà. La Grande libertà avverte il peso
      gramma, ma per aiutarli a far emergere i sen-       decisivo della scelta” mette in gioco la no-
      timenti, le domande che portano dentro in           stra volontà. Sia davvero così, perché nien-
      questa situazione “straordinaria”, soprattutto      te domani sia più come prima dipende solo
      con chi tra loro è colpito dal dolore o dalla       da noi.
      malattia in famiglia. Ma siamo certi che
      i nostri passi vanno in questa direzio-
      ne.
      Non trascuriamo anche di sottolinea-
      re con loro, l’importanza delle regole
      e del senso civico in un mondo che
      sembrava dirci: “sei libero, fai ciò che
      vuoi!”. Tema che andrebbe ripreso an-
      che con molti adulti! Dietro questi no-
      stri ragazzi ci sono famiglie, genitori,
      come noi, alle prese con una convi-
      venza nuova, prolungata, complessa
      da gestire tra figli, lavoro, preoccupa-
      zioni e per alcune famiglie anche di
      quarantena di malattia e dolore.
      Anche con queste famiglie non deve
      mancare la nostra vicinanza e com-
      prensione, pensiamo in particolare
      alla rete dei gruppi famigliari. Condi-
      videre le difficoltà aiuta a non sentirsi
      soli, a non perdere l’autostima e a tro-
      vare insieme le risorse per essere ge-
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      APPROFONDIAMO
                                                                                                      21
      Le radici, la memoria, la fratellanza e la speranza

      I pilastri
      della ricostruzione                                                                     Alberto Ratti
      Tempi in cui abbandonare l’orticello,
      per esprimere sollecitudine verso gli ultimi,
      per raccogliere sfide inedite,
      per esprimere vicinanza e gratitudine
                              di Alberto Ratti, Membro del Centro studi dell’Azione cattolica italiana

                 ualche giorno fa, in

      Q          un’intervista al quo-
                 tidiano La Stampa,
                 papa Francesco in-
      dicava quattro pilastri portanti
      su cui ricostruire il futuro dopo
      questa emergenza sanitaria: le
      radici, la memoria, la fratel-
      lanza e la speranza.

      Le radici sono le persone che
      ci hanno lasciato, coloro cui
      abbiamo voluto bene e che
      non potremo mai dimenticare,
      che ci accompagneranno in
      forma diversa nel proseguo
      della nostra esistenza.                              tanto due, che sono le facce di una mede-
      Le radici, poi, sono i nostri “nonni”, le per-       sima medaglia: l’istituzione del Servizio Sa-
      sone più anziane e più fragili: dopo questa          nitario Nazionale, una radice salda e ben
      crisi sentiremo ancora più forte il legame           piantata nella terra dei diritti, un vanto per il
      con coloro che sono rimasti e ringrazie-             nostro Paese e per il nostro vivere civile; la
      remo per l’opportunità di sentire ancora le          scelta, poi, non scontata e spesso rimessa
      loro voci, il calore dei loro abbracci, la sag-      in discussione, di un sistema fiscale basato
      gezza antica e sempre nuova che li con-              sulla progressività delle imposte. Chi ha di
      traddistingue. Senza radici si inaridisce e si       più, è giusto che versi di più. Ricordiamoci,
      muore; dobbiamo essere consapevoli di                nel tempo di crisi che c’è e che verrà, del-
      custodire con maggior forza il nostro pas-           l’importanza di pagare tutti, quando possi-
      sato, perché senza di esso non si può pro-           bile, le proprie imposte: è radice impastata
      gredire e migliorare. Fra le radici                  nel terreno dei doveri. È segno di solida-
      permettetemi di inserire anche alcune                rietà e vicinanza con coloro che in queste
      scelte lungimiranti che i nostri legislatori         settimane ci stanno curando senza sosta,
      hanno felicemente compiuto in questi set-            a prescindere da chi siamo e a quale stato
      tanta anni di Repubblica. Ne segnalo sol-            sociale apparteniamo.
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                                                                              APPROFONDIAMO
        22

      La memoria, è il secondo pilastro della
      ricostruzione, affinché non ci si dimen-
      tichi di queste settimane e di questi
      mesi, perché si faccia tesoro degli er-
      rori compiuti, perché si potenzino e mi-
      gliorino alcuni servizi essenziali e alcune
      procedure, perché l’Unione Europea
      non sia più quella che abbiamo cono-
      sciuto in questi ultimi quindici anni, ma
      torni alle sue origini, ad essere solidale
      e lungimirante, ad essere “la nostra
      vera Patria”. Elaborato il lutto di questo
      periodo, forse, verrà anche il momento
      di dirsi che quanto il Coronavirus ha mo-         zioni fra essere umani, come tutti siamo
      mentaneamente bloccato non può e non              fratelli e sorelle, senza distinzioni di lingua,
      deve essere la normalità cui ritornare come       sesso, religione opinioni politiche personali,
      se nulla fosse.                                   condizioni sociali. La fratellanza chiede e
      Cogliamo con favore questo tempo per              promuove solidarietà; la solidarietà cambia
      “fare memoria”, per setacciare e tenere ciò       il mondo e il cuore delle persone. Come cri-
      che è umano e gettare via quello che              stiani non possiamo non farci promotori di
      umano non è. Il sistema economico che             un cambiamento che parta dalle coscienze
      stiamo conoscendo da quarant’anni a que-          e che contribuisca a costruire un’autentica
      sta parte è malato: respinge o annacqua gli       civiltà dell’amore.
      accordi sul clima; se ne frega di investire in
      istruzione, formazione, sanità pubblica, ri-      Ci accompagni infine la speranza, una delle
      cerca, sviluppo; continua a consumare ri-         tre virtù teologali, perché anche nei fran-
      sorse e ad inquinare la natura, rende meno        genti più bui e oscuri della storia, sappiamo
      dignitoso il lavoro; favorisce disugua-           che tutto ha un senso indipendentemente
      glianze, ricchezze sfrenate, povertà asso-        da come andrà a finire. Tante sono le do-
      lute. Abbiamo bisogno di un sussulto di           mande, tante le incertezze, ma dopo la
      responsabilità. Quella che abbiamo co-            notte ci sono sempre l’alba e il giorno;
      struito finora, forse, non era proprio “vera”     dopo il calvario e la croce, sempre la Re-
      normalità. Possiamo puntare a qualcosa di         surrezione. La speranza non delude, la
      migliore, che tenga conto di tutti i fattori in   speranza consola, la speranza sostiene.
      gioco, che si ispiri al paradigma dell’ecolo-     Proviamo in questi giorni a ripensare alle
      gia integrale richiamato da papa France-          circostanze della vita in cui abbiamo già in-
      sco.                                              contrato questa speranza, Cristo, con il
                                                        suo dolce e paterno sguardo, nelle circo-
      Terzo pilastro, la fratellanza fra gli esseri     stanze passate e in quelle presenti, negli
      umani: riscopriamo, ripensando e rimodel-         ospedali, nelle case, nelle carceri, negli
      lando il tempo che ci sta di fronte, come         amici e nei famigliari, nel sorriso e nel sa-
      siano belle e uniche le relazioni, come           luto dei vicini. Il vero Salvatore è lui. Rim-
      siamo tutti uniti da un unico filo rosso che      bocchiamoci le maniche!
      si chiama vita e che si chiama morte, come        Tratto da: http://azionecattolicamilano.it/pi-
      non ci debbano essere differenze o distin-        lastri-della-ricostruzione/
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      OLTRE IL CAMPANILE
                                                                                                         23
      Un interessante reportage dei nostri padri PIME di Asia News

      La pandemia rafforza
      la società civile cinese                                                                       Willy Lam
                                                                      di Willy Lam giornalista e politologo

                 i Jinping ha colto l’occasione per            governo, dal 25 febbraio i contagi importa-

      X          colpire la nascente società civile ci-
                 nese. Il presidente cinese usa la cri-
                 si epidemica per favorire i suoi pro-
      tetti. Intellettuali e attivisti fanno sentire la loro
      voce. Ogni volta che il Partito-Stato com-
                                                               ti dall’estero hanno iniziato a superare quelli
                                                               all’interno del Paese (Oms, 26 febbraio). Al-
                                                               meno da questa prospettiva, sembra che Xi
                                                               abbia recuperato in qualche misura autori-
                                                               tà e prestigio. Tuttavia, intellettuali, giorna-
      mette un errore, offre ai cinesi l’opportuni-            listi, “informatori” e altri membri della società
      tà di emanciparsi.                                       civile hanno insistito sul fatto che se Xi fos-
                                                               se stato più sincero sin dalle fasi iniziali del-
      Hong Kong (AsiaNews) – “Se il regime                     l’epidemia – e se strutture e attrezzature me-
      avesse raccontato la verità sull’epidemia di             diche adeguate fossero state trasportate nel-
      coronavirus, in Cina ci sarebbero state                  l’Hubei in tempi più rapidi – il numero dei casi
      molte meno vittime”. È il pensiero di tanti              in Cina sarebbe stato inferiore ai circa
      esponenti della società civile cinese. Xi Jin-           80mila registrati; e le vittime molto meno del-
      ping ha approfittato della pandemia per fa-              le 3199 riportate il 15 marzo (Economic
      vorire le carriere di alcuni suoi protetti e col-        Times, 15 marzo; Straits Times, 12 marzo).
      pire il dissenso. Gli intellettuali alzano la voce.      Mentre molte parti della Cina sono sotto-
      Xu Zhangrun: “Tutti sono uguali davanti alla             poste a legge marziale, Xi ha colto l’occa-
      pandemia”. Wang Yu: “L’improvvisa morte                  sione per colpire la nascente società civile
      di Li Wenliang ha fatto capire a molti in Cina           cinese. Un folto gruppo di intellettuali ha ri-
      che questo regime teme le persone che di-                schiato la propria sicurezza personale per
      cono la verità”. Il dissenso resiste agli attacchi       elogiare Li Wenliang. Il medico di Wuhan è
      del Partito-Stato. L’analisi del giornalista e           stato tra i primi a mettere in guardia le au-
      politologo Willy Lam.                                    torità dai pericoli dell’infezione polmonare;
      Per gentile concessione della Jamestown                  il 6 febbraio, Li è caduto vittima del Covid-
      Foundation (traduzione a cura di Asia-                   19. Sono scomparsi intellettuali come il fa-
      News).                                                   moso professore di legge Xu Zhangrun, del-
      Introduzione                                             l’università Qinghua, e l’esperto costituzio-
      Secondo i dati forniti dalle autorità di Pe-             nale, e avvocato per i diritti umani, Xu
      chino, la pandemia polmonare ha raggiun-                 Zhiyong.
      to il picco all’inizio di marzo. Il 10
      marzo, il giorno dopo l’unica visita
      ispettiva del presidente Xi Jinping
      a Wuhan (Hubei), le statistiche uf-
      ficiali indicavano che nella città
      epicentro dell’epidemia erano ap-
      parsi solo otto nuovi casi – 15 in
      tutta la Cina. Sempre secondo il
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                                                                             OLTRE IL CAMPANILE
        24

      Anche le riunioni di istituzioni della società       parenza, queste persone si riferivano alle pro-
      civile, come le chiese legalmente ricono-            messe fatte da Sun, secondo cui cibo e al-
      sciute e quelle sotterranee, sono state sop-         tri beni essenziali sarebbero stati messi a di-
      presse per la quarantena. L’apparato poli-           sposizione di ogni famiglia a Wuhan.
      ziesco statale ha anche approfittato del co-         La società civile fa sentire la sua voce
      prifuoco per comminare una condanna di 10            In apparenza, la società civile cinese – in-
      anni a Gui Minhai, il libraio di Hong Kong che       tellettuali, avvocati per i diritti umani e fedeli
      nel 2015 era stato arrestato in Thailandia per       cattolici sotterranei – è repressa con mezzi
      aver pubblicato una serie di libri ritenuti im-      draconiani. Tuttavia, tanti attivisti coraggio-
      barazzanti dall’aristocrazia “rossa” del Par-        si hanno sfidato la censura e l’oppressione
      tito comunista cinese (Pcc). Mentre Gui non          per far sentire la loro voce. Xu Zhangrun e
      ha nulla a che fare con la pandemia, la sua          una dozzina di altri intellettuali hanno fatto cir-
      pesante condanna sembra un avvertimen-               colare sul web un appello: “La libertà di
      to agli intellettuali che osano criticare il         espressione inizia oggi”. Oltre a chiedere un
      trattamento riservato dal Partito ai sosteni-        trattamento adeguato per le vittime della pan-
      tori della libertà di espressione.                   demia, i firmatari hanno invocato l’istituzio-
      Xi Jinping usa la crisi per favorire i suoi pro-     ne di un giorno commemorativo di Li Wen-
      tetti                                                liang, e di una Giornata nazionale per la libertà
      I pionieri della nascente società civile cine-       di espressione. In un articolo intitolato “Un po-
      se si sono anche concentrati sul fatto che           polo arrabbiato non ha più paura”, il professor
      Xi ha approfittato della pandemia per favo-          Xu ha accusato Xi di farsi pubblicità attraverso
      rire le carriere di alcuni funzionari che in pas-    il suo stretto controllo della lotta alla pande-
      sato hanno lavorato con lui nel Zhejiang e           mia. “Il presidente – scrive Xu – non ha ver-
      nel Fujian. Diversi protetti di Xi sono stati pro-   gogna perché le sue parole e ciò che è nel
      mossi durante la lotta contro la pandemia.           suo cuore non corrispondono”.
      Numerosi intellettuali e “cittadini-giornalisti”     Un fondatore dell’influente New Citizen Mo-
      hanno criticato il modo in cui alti funziona-        vement, l’attivista Xu Zhiyong, ha semplice-
      ri come Xi e il vice-premier Sun hanno cer-          mente chiesto a Xi di “farsi da parte. Prima
      cato di guadagnare capitale politico duran-          della sua scomparsa, il 15 febbraio,
      te il loro tour di Wuhan. Solo il 10 marzo,          Xu Zhiyong ha criticato la leadership in un
      quando la situazione sanitaria nella capita-         articolo: “Nei loro cuori non ci sono concet-
      le dell’Hubei si è stabilizzata, Xi ha visitato      ti di giusto e sbagliato; nessuna coscienza;
      la città. Molto è stato detto del fatto che le       nessuna linea di fondo e nessuna natura
      autorità avevano schierato migliaia di agen-         umana.
      ti della Polizia armata del popolo e di quel-        Wang Yu, nota attivista per i diritti umani, ha
      la municipale per “proteggere” il presiden-          detto ai giornali stranieri che “un regime au-
      te. Nel suo giro, Xi ha sempre mantenuto una         toritario è sostenuto da due cose: leggi e vio-
      distanza di sicurezza dagli operatori sanitari       lenza”. Ha inoltre affermato che “l’improvvisa
      e dai normali residenti di Wuhan che avreb-          morte di Li Wenliang ha fatto capire a mol-
      be dovuto incoraggiare e rallegrare.                 ti che questo regime teme le persone che
      Il 5 marzo, mentre Sun visitava il distretto di      dicono la verità”. Secondo Wang, le auto-
      Qingshan tenendosi a distanza dalla popo-            rità sono colpevoli di aver nascosto la pan-
      lazione locale, alcune dozzine di persone che        demia, e anche la morte di Li ha aspetti poco
      vivevano nei piani più alti del quartiere han-       chiari.
      no gridato: “Falso, falso! È tutto falso!”. In ap-   L’attacco più spietato a Xi è venuto dalla
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