VINO NUOVO IN OTRI NUOVI - Le parole di Gesù riportate nei Vangeli suonano - Istituto San Giuseppe ...
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Dorsoduro 1690/A - VE Luglio-Agosto 2017 - anno 18° - n. 121 Editore: Istituto Suore Figlie di S. Giuseppe del Caburlotto, Venezia - Dir. resp. sr. Vilma Piovesana - iscr. al n. 1434 del Reg. stampa del Trib. di VE del 24.9.2002 - Stampa: TIPSE Vittorio Veneto Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TV VINO NUOVO IN OTRI NUOVI L e parole di Gesù riportate nei Vangeli suonano talora enigmatiche. Cosa voleva dire con la lapi- daria sentenza: “Vino nuovo, in otri nuovi”? Disprezzo dei vecchi otri? No, perché non vuole che l’irruenza del vino nuovo li rompa. Disprezzo del vino vecchio? No, perché afferma che chi lo bene lo trova buono. Esaltazione del vino nuo- Un au vo e degli otri nuovi? Sì perché li associa come con- geniali. Ma cosa voleva indicare con gli otri e con il vino? ben Persone? Strutture? Idee? Strategie…? Nel Capitolo Generale, e molto prima, per noi Figlie di S. Giuseppe, oltre ad ascoltare le indicazioni della Chiesa (Per vino nuovo otri nuovi: le sfide della vita consacrata), meditazioni sul tema proposte da esper- ti, meditazione personale, vi fu anche un tentativo di identificare vino e otri in chiave progettuale. Il vino è Gesù, è il Vangelo, è la sana dottrina e la tradizione cristiana cattolica della Chiesa. Vino buono e vino nuovo, il vino che ogni giorno nu- I n occasione del 27° Capitolo generale delle Suore Figlie di S. Giuseppe, sul tema: “Vino nuovo in otri nuovi (Mc 2,23) - Ascoltare per leggere i segni dei tempi e rispondere profetica- tre la vita spirituale, fraterna apostolica dei credenti, mente alle sfide con fedeltà allo Spirito del carisma, Sua Santità delle singole persone, delle piccole e grandi comuni- Papa Francesco rivolge il suo cordiale e beneaugurante pensiero. tà, della Chiesa universale. Egli invoca l’assistenza del Divino Spirito perché codesta Fami- Segue a p. 2 glia religiosa possa continuare la generosa opera al servizio della Chiesa, in speciale dedizione all’educazione delle giovani gene- LA MADRE GENERALE Francesca Lorenzet razioni, particolarmente i poveri o chi è privo di sicuri riferimenti E IL SUO CONSIGLIO per il nuovo sessennio affettivi, sociali, etici, religiosi e culturali. Il Santo Padre formula voti che l’importante assise susciti nuovo fervore spirituale nel perseguire gli ideali di santità e di fedeltà della vita consacrata per vivere con rinnovato vigore il carisma suscitato nel cuore e nella vita del Venerato Fondatore il Bea- to Luigi Caburlotto e rendere attuale nelle diverse situazioni la forza rinnovatrice del Vangelo e, mentre chiede di perseverare nella preghiera a sostegno del suo ministero di successore dell’a- postolo Pietro, per intercessione della Vergine Maria, imparte di cuore alle Sorelle Capitolari l’implorata benedizione apostolica, estendendola volentieri all’intera Famiglia religiosa. Dal Vaticano, 9 luglio 2017 Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato di Sua Santità da sx: sr Simone Pereira de Araujo - sr Paolina Dassie Madre Francesca Lorenzet - sr Caterina Cais - sr Paola Balduit
2 IIn nDDialo ialo ialo VINO NUOVO IN OTRI NUOVI segue tissimi laici che lavorano con noi. In realtà mai nel nostro impegno edu- cativo, in ogni istituzioni in cui abbia- mo operato, noi Figlie di S. Giuseppe siamo state sole. Sempre, proprio per indicazione esperienziale dello stesso nostro Fondatore, abbiamo lavorato con i laici sentendoli collaboratori in- dispensabili ed efficaci. Nel tempo il loro numero è cresciuto in modo espo- nenziale: questo non può non interro- garci. Il Vescovo Corrado Pizziolo ha celebrato la S. Messa di apertura del Capitolo. I laici docenti, educatori, Volonta- ri, collaboratori nei vari settori sono E gli otri siamo noi, vecchi e nuovi ad linguaggio dei piccoli, dei giovani, agenti attivi dell’educare, competenti un tempo. delle giovani donne in situazioni dif- e attenti al clima dei tempi e partecipi Quanto è facile addomesticare su mi- ficili… con noi di una sensibilità spirituale ca- sura il Vangelo e fare di Gesù un Mae- Un modo speciale di leggere vino e rismatica. Avvertiamo il loro e nostro stro e Signore accomodante! otri ci è parso riguardare la trasfusione bisogno di incontrarci proprio su que- Sicché occorre scuoterci e ritrovare del “vino” considerato come carisma sto ponte. Noi religiose siamo porta- ogni giorno la freschezza evangelica educativo ereditato dal Beato Padre trici del carisma, avendolo abbracciato del vivere, la passione carismatica che Luigi e da una storia ormai lunga, ne- come sentiero della nostra vita, dai lai- ci spinge a guardare le nuove genera- gli “otri nuovi” rappresentati dai mol- ci, in cammino formativo condiviso, zioni con sollecitudine educa- possiamo imparare tiva. Abbiamo avvertito un ap- a leggerlo nell’oggi pello cogente a rinnovare otri, a con maggiore novi- svecchiarli, ponendoci in ascol- tà, e a loro possia- to, lasciandoci toccare il cuore mo offrire le ragioni e accendere mente e creatività che ci fanno credere per incrociare efficacemente la che educare sia an- vera sete, i veri appelli, il vero cora e sempre più la frontiera da tenere con ogni energia e passione. una Sorella Un grazie molto speciale al parroco capitolare ARB di Lentiai Don Luca Martorel che ha celebrato quotidianamente la S. Messa e offerto spunti di meditazione sulla Parola. Abbiamo partecipato con gioia alla festa patronale della Madonna del Carmine, nella quale egli ha voluto ripristinare dopo 47 anni la consacrazione del Paese alla S. Vergine. SE PUOI E VUOI AIUTARE LE NOSTRE MISSIONI Puoi rivolgerti alla Comunità delle Figlie di S. Giuseppe che cono- sci, oppure avvalerti di: Missione Filippine - Cod IBAN: IT43O0617502001000000202080 c/c postale n 18939306 Missione Kenya - Cod IBAN: IT76N0617502001000000276880 - c/c postale n 18437301 Missione Brasile - (N.B. per il Brasile i versamenti pro sociale de- vono essere diretti) SANTANDER - BANCA 033 AGENCIA: 0107-PENHA - CONTA: 13-003731-6 INSTITUTO DAS FILHAS DE SÃO JOSÉ - SAN PAOLO - BRASILE - CNPJ: 62 013 552/0001-91
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 3 Il Beato Luigi Caburlotto: nella parola del patriarca Francesco Moraglia Dall’omelia tenuta nella S. Messa nel scolastici ecc. –, per non parlare poi del autorevolezza, non serve il castigo. So- bicentenario della nascita, nella Basilica linguaggio, sono la prova di tutto ciò. prattutto gli educatori, a cominciare dai S. Maria Gloriosa dei Frari – 7 giugno Ore e ore lasciati davanti alla televisione genitori, non devono dimenticare che si 2017, bicentenario della nascita. o interi pomeriggi trascorsi alle prese con addossano non solo la cura della mente Viviamo questa nostra celebrazione videogames o a navigare nella rete fanno degli allievi, ma anche dell’anima e del ormai al termine di un anno scolastico perdere il contatto con la realtà, soprat- cuore, cosa assai delicata, perciò si de- e di attività educativa e formativa, con tutto il gusto delle relazioni umane che vono rivestire di Gesù Cristo. Ecco per- le sue gioie e fatiche che affidiamo alla sono certamente più faticose del comodo ché, per educare, ci vuole non solo com- misericordia del Signore per le mani “navigare in rete” ma che sono in grado petenza ma soprattutto amore gratuito, della Beata Vergine Maria. di far maturare la persona umana nella affetto autentico e disinteressato. In questo contesto è sempre utile tornare fatica di un reale confronto, aiutandola a Non possiamo dimenticare anche un al- all’insegnamento del Caburlotto, reso in esser realmente libera. tro suo prezioso insegnamento: Si può parole e anche in numerose e concrete re- I genitori, oggi più ancora che nel pas- considerare valido un educatore quando alizzazioni che riguardano l’educazione, sato, non possono limitarsi a informare all’intelligenza e alla preparazione asso- questione oggi delicata e urgente. e a trasmettere nozioni ai loro figli ma cia la passione di condurre gli allievi al Nella nostra epoca – detta postmoderna o devono impegnarsi toto corde nell’arte loro perfezionamento. della tarda modernità – i contatti virtuali mai scontata dell’educare; in tal modo Non è un caso, allora, che la figura di attraverso i social e la “rete” hanno, in lasceranno a loro un’eredità che nessun san Giuseppe risulti così fondamentale gran parte, sostituito gli incontri reali fra frangente o sconquasso della vita potrà nella vita e nella spiritualità, oltreché nel le persone, così, la trasmissione di valori mai togliere. metodo educativo, di don Luigi tanto da e della stessa fede risulta non solo pro- Ricordo a me e a voi, carissimi educa- proporlo come riferimento diretto alle blematica ma pure insufficiente. tori, religiose figlie del beato Caburlotto, sue suore – il cui istituto è denominato, Nella trasmissione dei valori e della fede genitori, insegnanti – alcuni pensieri di appunto, “Figlie di S. Giuseppe” – ed siamo, infatti, chiamati a comunicare la don Luigi, lui che fece dell’educazione anche come modello per la vita aposto- realtà di una scelta che è scoperta con dei giovani il cardine del suo agire e della lica e per i compiti educativi: Giuseppe l’altro e a lui va offerta in un incontro sua missione in questa città di Venezia e è in ginocchio davanti al Figlio di Dio, reale; è questo un dovere che oggi gli nel più ampio territorio del nostro Vene- è in umile e rispettoso servizio, pur non educatori e, in modo particolare, i geni- to. rinunciando a fargli da modello, giuda tori hanno nei confronti dei loro allievi Agli educatori, in particolare, egli ricor- ed educatore. Così dev’essere per ogni e dei loro figli. Avere tempo per l’altro da quali siano le sole “armi” necessarie educatore. In ogni bambino, in ogni ra- vuol dire volergli bene. e preziose per educare che – beninteso gazzo in crescita, e in ogni uomo, velato, Gli insegnanti e i genitori – primi educa- – specifica sempre essere un’arte del ma reale, è presente il Figlio di Dio… tori dei loro figli – devono saper tocca- cuore. Tali armi sono dunque: dolcezza, (D. Agasso jr). re il cuore dei loro ragazzi e muoverne discrezione, perseveranza. E in un altro Il beato don Luigi ci ricorda, con la sua le energie più intime affinché possano passo, poi, aggiunge: La virtù distintiva parola, che dobbiamo esser riferimenti reagire ai tanti messaggi – non di rado di un educatore è senza dubbio la pazien- certi per i nostri giovani in quella che è la diseducativi – che ricevono ogni giorno, za. Traspare evidente anche la sua scelta ricerca fondamentale della loro vita: sco- aiutandoli a maturare un sereno spirito e metodo educativo: Solo carità e dolcez- prirne il senso. Ma non si possono aiutare critico e, insieme, a elaborare gli anticor- za conquistano il cuore e persuadono al gli altri a scoprire il senso della propria pi necessari che consentano loro d’esser bene… Se l’educatore associa dolcezza e vita o vocazione se, per primi, noi non liberi e capaci di scelte cristianamente e abbiamo scoperto e non viviamo la no- umanamente mature in una società sem- stra personale vocazione che siamo chia- pre più povera di valori di riferimento. mati a conoscere, amare e testimoniare Per cuore – e siamo in linea col pensiero con semplicità e coerenza. Allora saremo del Caburlotto – non si intendono soltan- loro di aiuto. to i sentimenti e l’emotività, ma il centro Questo è richiesto ai papà, alle mamme, intimo della persona con tutte le sue ri- agli insegnanti, alle religiose e ai preti e sorse di intelligenza, volontà, memoria, questa è la prima domanda che un educa- sentimenti, affetti, fantasia. tore deve porsi ogni giorno incontrando Spetta proprio agli insegnanti e, innan- chi il Signore gli ha posto dinanzi. zitutto, ai genitori muovere il cuore dei Ripeto: possiamo aiutare gli altri a sco- ragazzi, ossia tutte le loro risorse – intel- prire la loro vocazione solo se, per primi, ligenza, volontà, memoria, sentimenti, abbiamo scoperto e viviamo la nostra, affetti, fantasia – affinché non rimangano ossia se la conosciamo, la amiamo e la prigionieri di messaggi inutili, diseduca- testimoniamo con semplicità e coerenza. tivi e vengano “anestetizzati” da un con- tinuo rumore di fondo che li confonde e rende incapaci di aprirsi alla totalità del Icona del Beato Padre Luigi scritta da reale, cadendo in una forma di riduzio- Rosanna Sanguigni (Roma) L’ex allieva ha fatto dono alla sua Scuola Ist. nismo che li conduce a elaborare mondi S. Giuseppe del Caburlotto, Roma, di questa virtuali o a seguire acriticamente l’o- grande e significativa icona nella quale ha pinione dominante. I diktat della moda colto il cuore del carisma educativo che – vestiti, taglio dei capelli, accessori evidentemente ha respirato.
4 In Dialogo Luglio•Agosto 2017 ITALIA, VECCHIA AMATA ITALIA… Il Capitolo generale, che ha un ritmo ordinario di celebrazione ogni sei anni, tra i suoi compiti pone come prioritaria una sosta di riflessione e discernimento sui 6 anni trascorsi, sull’oggi, e in prospettiva del futuro, specialmente quello dei prossimi sei anni. Deside- riamo condividere qualche rapida pennellata sui quattro Paesi in cui le Figlie di S. Giuseppe vivono oggi. ITALIA: un Paese in fatica politica, “... di fronte all’infanzia sof- economica, sociale, religiosa… ferente, non potevo restare a Tra gli indicatori segnaliamo: mancan- guardare, za di lavoro, immigrazioni senza preci- non potevo solo pre- sa progettualità, scarsa cura ambientale, gare... era urgente politica senza chiari riferimenti valoriali, fare qualcosa per corruzione diffusa, sfida della globaliz- ridare gioia e zazione, individualismo scambiato per speranza ai bam- rispetto (se piace è un diritto), vuoto di bini...” etica in politica e non solo. Oggi i Volonta- La legislazione italiana irride i valori cri- Accanto a mamme coraggiose e fragili ri del Fanciullo stiani in tema di famiglia dove si registra e con molti collaboratori alla Mater Dei operano in 4 Case una produzione legislativa contro: unioni un programma promozionale: Amare Nazaret con amo- civili equiparate al matrimonio, divorzio revolezza per la vita nascente e colei che la porta in breve, eutanasia e liberalizzazione delle restituire la sé, accompagnare sorregge e rinforzare gioia di vi- droghe … con stima e rispetto le capacità geni- vere a molti Es. la questione del gender è un attacco alle radici del pensiero cristiano e il mon- toriali delle mamme, aiutandole a co- minori. do cattolico rischia di non accorgersi del- struire con gradualità relazioni affettive la sua pervasività. autentiche, promuovendo la loro digni- Vale la pena interrogarsi sulla ragione tà di donne e madri, la loro autonomia della grande debolezza dei cattolici a la- e il reinserimento nel tessuto sociale… sciarsi confinare in uno spazio ininfluen- te, spesso irriso. Tra queste amorevoli mura guardo ora la mia bambina come “ mia salvezza” La cultura dominante è disposta e ringrazio ogni giorno per aver detto sì a vendere tutto, è individualistica, alla vita . consumistica, vede la tecno scienza Una mamma. come la soluzione di tutti i problemi, ha perso il riferimento a Dio, non senza Un bambino responsabilità ecclesiale di un silen- ha bisogno di zio che sembra assecondare o acco- stringere una modarsi… oggi ci troviamo di fronte mano: all’Ar- una cristianità che ragiona secondo il cobaleno di mondo … Porcia, una co- Cresce l’ateismo tra i giovani: la ge- munità di operatori supportata nerazione adulta ha difficoltà a trasmet- da molti Volontari con passio- tere la fede ai figli. ne educativa, creatività, in rete, con dolce fermezza e lungimi- L’Italia è un Paese “vecchio”: calano le rante speranza si adopera nascite, cresce l’età media. perché bambini e ragaz- Le vocazioni sacerdotali sono in calo co- zi trovino se stessi e stante, quelle religiose in calo ancora più recuperino gli af- grave. fetti familiari... Eppure L’Italia non è tutta qui, ma occorre ripartire dalla fragilità per recuperare I molti volti della scuola progettualità e speranza: occorre, a tutti i livelli e ciascuno nel suo campo, riproporre il cristianesimo nella sua oggettiva radicalità. Occorre ripartire dai giovani, ridare slancio e vitalità a tutte i settori in cui ci lancia il nostro carisma educativo: nella scuola, nelle opere sociali in fa- vore dei minori, delle giovani donne in difficoltà, della famiglia, occorre esse- re presenti nella pastorale parrocchiale, nella vita ecclesiale.
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 5 BRASILE. “Eu te amo meu Brasil!” La Chiesa in Brasile ha promosso un’approfondita analisi per orienta- re con il maggiore realismo la propria pastorale. Emergono molti fronti Vila Matilde, una scuola problematici per la fede cattolica nel grande Paese dell’America latina: di oltre 1000 allievi cresce il relativismo mentre si fa più labile nella gente l’adozione di criteri e valori evangelici nel vivere; la formazione, costrittiva tanto da desiderare libertà dalla famiglia, dalla religione e dalla società; si osserva confusione circa i concetti di sessualità, di famiglia e del matrimonio; sono in atto forti posizioni contro la Chiesa e la verità del Vangelo, negazione della Croce e della sua forza redentrice; pratiche manipolative della vita (em- brioni, aborto, morti assurde…); il pluralismo religioso spesso è segnato da pratiche fondamentaliste basate su emotività e sentimentalismo. Nel contesto cattolico un numero considerevole di persone si allontana dalla comunità ecclesiale; il clero si concentra più in aree ricche piuttosto che là dove c’è bisogno di solidarietà ecclesiale; le comu- il Brasile nità appaiono talora più agenzie di servizi religiosi vomita la corruzione che luoghi di esperienza fraterna della fede … La Chiesa brasiliana si sta interrogando su quale nuova forma di comunità ecclesiale possa rispon- dere al bisogno di oggi e già si è data un itinerario in cinque passaggi: essere Chiesa in stato permanente di missione verso tutte le peri- ferie; Casa dell’iniziazione alla vita cristia- na; Luogo dell’animazione biblica della vita e della pastorale - tutti devono riscoprire il contatto con la Parola di Dio; Comunità di comunità; a servizio della vita in tutte le si- tuazioni. La situazione politica e sociale è molto complessa: dal marzo 2014 si è aperta una radicale investigazione sulla corruzione, in cui sono inquisiti i politici. Scoprire questo male è cosa positiva, ma sconcertante e pro- Santa Rita do Passa Quatro, fondata nel 1927: opera sociale, la banda dei ragazzi, vocatrice di grande indignazione e rivolta sopra la comunità religiosa nel popolo. Questo controllo sta acuendo le relazioni Stato-Chiesa. Anche le istituzioni filantropiche (opere so- ciali) che lo Stato sosteneva, sono oggi considerate “pri- vate” e non più sostenibili: lo Stato non può finanziare la Religione! sicché le nostre opere sociali corrono rischio di insostenibilità. Le comunità brasiliane delle Figlie di S. Giuseppe Il carisma proprio dell’Istituto ha suscitato in Brasile nu- merose e ben frequentate Scuole, dall’Infanzia alle Se- condarie di 2° grado. La crisi delle vocazioni ha ridotto il numero di Sorelle che vi operano direttamente, e quindi le attuali scuole sono dirette da personale laico, mentre le So- relle sono referenti di formazione e di indirizzo educativo. Le comunità religiose si preoccupano specialmente della formazione del personale docente e di collaborazione nel- le scuole e nelle opere sociali e si dedicano alla pastorale nelle realtà parrocchiali e diocesane: accoglienza di gruppi per la catechesi; formazione di educatori e volontari; partecipazione nei gruppi di giovani; pastorale della Salute e nei Consigli Municipali per l’Infanzia e gli adolescenti e per l’Assistenza Sociale; di- rettamente operano con varie iniziative alla cura dei poveri, promuovendo tra la gente un’azione collaborativa.
6 In Dialogo Luglio•Agosto 2017 FILIPPINE. DAUGHTERS OF ST. JOSEPH Qualche aspetto del paese Le comunità religiose sono quattro. Le Filippine sono oggi un Paese in rapi- Le Sorelle Filippine, sono un gruppo gio- da crescita economica, tuttavia non a be- vane, tutte impegnate nella Scuola, anche neficio di tutti, rappresentano un mercato pubblica, dove danno lezione di Religione ambito dai Paesi ricchi e non certo senza cattolica, o dedite a servizi pastorali nelle interessi. E’ anche uno dei Paesi più accul- parrocchie, specialmente nella catechesi, turati dell’Asia (il 95% della popolazione di bambini e giovani, ma anche di adulti è alfabetizzata), gode di un’eccellente tra- (preparazione al matrimonio, visite a ma- dizione universitaria che attira studenti dai lati…). Paesi limitrofi. La formazione accademica delle Sorelle privilegia gli ambiti della teologia, bi- Politica interna blica, missionologia, Counseling … stu- Fino al 2016 il Paese ha goduto di una re- di che orientano al servizio diretto della lativa stabilità, di un programma di edu- persona, lasciando invece ai laici altri Esercizi sportivi … di squadra cazione nella scuola pubblica con sussidio insegnamenti. per i poveri; si sono visti rilevanti miglio- La scuola è senz’altro l’areopago pri- ramenti nelle vie di comunicazione strada- vilegiato delle Sorelle, non fine a se le; è stata messa in atto una politica di lotta stessa, ma come luogo formativo della alla povertà e alla corruzione, di maggiore persona umana in tutte le sue dimen- trasparenza amministrativa. Nell’ultimo sioni. periodo però è scoppiata la rivolta contro la corruzione (le Filippine sono al secondo posto su scala mon- diale): quanto era stato affidato ai politici per creare sviluppo industriale, turistico, lavorativo è stato stornato dai politici stes- si a proprio interesse. Anche le somme stanziate dal Governo e ricevute dall’estero per la rico- struzione dopo le devastazioni causate dai tifoni hanno preso altre vie e non in aiuto ai dise- redati. Per questo la popolazione ha sostenuto l’elezione a Presidente di Rodrigo Du- terte, che non è corrotto, ma ha idee estreme: egli intende Educare a scoprire i propri talenti creare lavoro, lottare contro droga e criminalità, ma usan- do violenza impunita. Anche molti Vescovi l’hanno sostenuto nella sua campagna elettorale, e ora appaiono di- visi, non possono certo soste- Educare alla solidarietà verso i più poveri … nere le frasi, non solo verbali, che egli va pronunciando: Formazione dei docenti… Tra i più poveri con amore per evangelizzare e sostenere il riscatto dall’emarginazione dei più emarginati
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 7 Kenya: un paese in cammino nei giorni festivi a molti altri bambini. La La produzione agricola è una risorsa del scuola permette una attenzione particolare Paese, ma condizionata dalle piogge. Se alla salute e l’accostamento delle famiglie, non cadono, l’aridità oltre a danneggiare i da coinvolgere, cui offrire specifici percor- raccolti provoca mancanza d’acqua per le si di promozione. La visita alle famiglie necessità delle persone. L’acqua è davvero povere costituisce un momento importante un problema complesso che genera guerre di vicinanza alla gente. tribali per il controllo delle risorse idriche L’impegno delle Sorelle nella pastorale e degrado dell’ambiente (erosione del ter- è intenso e molto variegato, partecipano reno, desertificazione, deforestazione). alla formazione nelle comunità cristiane di L’alfabetizzazione si diffonde, ma manca- base e/o gruppo donne cattoliche, si dedi- medici che offrono servizio gratuito alla no adeguati finanziamenti governativi, le cano all’insegnamento della religione nel- popolazione. La gente, avvertita, accorre classi sono fatiscenti e sovraffollate. la scuola primaria governativa. per visite diagnostiche e anche per riceve- Il Kenya è un paese giovane, il 41% della La missione in Kenya è sostenuta da bene- re medicine adeguate. popolazione è sotto i 14 anni. Molti minori fattori italiani, persone semplici che man- Gli stessi medici hanno fornito, special- sono costretti a lavorare, molti sono sfrut- dano dei contributi per i progetti che ogni mente l’ambulatorio di Sirima, di attrezza- tati nel commercio della prostituzione. anno vengono illustrati nella campagna ture di qualità, sicché il centro è ricono- Pesante la criminalità endemica: “Il tri- pro missioni. sciuto anche dalle autorità civili. balismo e la corruzione, dicono i vescovi, Un importante sostegno viene offerto due Un gruppo di volontari ha inoltre cura di minano la pace e la stabilità della nazione o anche tre volte all’anno da un gruppo di dare aiuto alle comunità per le strut- keniana” (Vescovi del Kenya ture della missione e per i Proget- 2017). ti in favore dei poveri. Sono numerose le confessio- ni cristiane: 45% protestanti di varie chiese; 35% cattolici e ortodossi; 11% musulmani i ri- La corruzione un male manenti seguono religioni locali corrosivo denunciato dai antiche o asiatiche. Vescovi Sirima e Olepolos sono i due luoghi in cui vivono le Figlie giovanissime mamme di S. Giuseppe. Sorelle italiane e filippine hanno fatto dell’essere mis- sionarie una priorità e del Kenya un Paese di adozione: consacrate, inviate, incultura- te per servire Dio e i fratelli assumendo gioie e speranze, Giovani in ricerca vocazionale fatiche e sofferenze della gen- te. Il dono grande è stato di veder sorgere in giovani Keniane il desiderio di consacrarsi a Dio e di mettersi con amore e generosità a servizio della loro gente. Le Sorelle stanno accanto alla gente. Han- no cura dei bambini nella scuola, non solo per accostarli all’istruzione, ma anche per assicurare loro un pasto giornaliero, aperto cura dei poveri e della formazione cura della salute e promozione vocazionale Catechesi, lettura della Parola
8 In Dialogo Luglio•Agosto 2017 FESTA DELLA FAMIGLIA A CHIRIGNAGO A ARB RB Nel giornalino parrocchiale La Proposta, si annunciava così: SCUOLA DELL’INFANZIA SACRO CUORE - Domenica 21 maggio i bambini della nostra Scuola dell’Infanzia “Sacro Cuore” animeranno la S. Messa delle 9.30 con i loro canti e la loro spontanea allegria. La celebrazione vuole esprimere il ringraziamento al Signore per l’anno scolastico trascorso ed è la prima fase della festa della famiglia che, a seguire, si terrà presso la nostra Scuola. Durante la festa i nostri bambini si esibiranno con danze, canti e poesie; successivamente ci sarà la consegna del “diploma” ai più grandi ed un grande pic-nic. Insomma, una grande giornata di festa APERTA A TUTTI! Vi aspettiamo! E, dalle foto che ci sono giunte, dobbiamo pensare che gli in- vitati sono accorsi e che i genitori si sono messi in gioco con i loro bambini. Mestre, Scuola L. Caburlotto: Caburlottiadi e… approfondimento della Costituzione italiana! Ogni anno la Scuola Luigi Caburlotto di Mestre dedica al Beato protettore Alcune rime degli alunni di 2ª le “Olimpoadi” interne, e naturalmente le chiama “Caburlottiadi”. Bisogna Ins. Anna Ilaria Pedrali dire che è festa e che gli atleti si danno arie da acrobati. Tra le acrobazie Tutti sono uguali in un paese di amici di quest’anno viene da collocare gli elaborati sulla Costituzione italiana delle tutti son felici. classi 2^ e 4^-5^ Primaria. Uno in ppt l’altro in mp4. Un bambino è bianco, g (a fian- Hanno studiato i 12 articoli fondamentali, li hanno tradotti in slogan un bambino è nero, co una dimostrazione), li hanno cantati, mimati.ati. u un bambino è arancione Meritano non solo encomio, ma una diretta ta tu tutti cantano una canzone: visualizzazione (rivolgersi alla direzione della la canzone della felicità Scuola stessa!). c contro la diversità. La creatività delle insegnati, la freschezza a N Nell’intelligenza interpretativa dei ragazzi fanno ben passare e n non c’è preferenza. valori di civiltà da custodire e vivere non soloo O Ogni città oggi, ma sempre. h ha la sua personalità. O Ogni persona è uguale ssenza essere banale. In Intelligenza non è preferenza, p perché anche se tutti diversi siamo amore e amicizia ci doniamo. Di una persona non conta la pelle perché son tutte belle. Il colore non c’entra niente con la bontà della gente. Pelle rossa pelle blu il razzismo non lo voglio più. L’Italia ha un grande amoree salva tutti quelli che hanno un grande cuore. L’aspetto non conta, tutti possono vivere in armonia, perché è più bello stare in compagnia.
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 9 GIUBILEI D’ARGENTO E D’ORO 2017 Prima festa: sr EmiliaSimion Una grande tappa 50 anni di vita Religiosa. Rin- grazio il Signore, il Padre Fondatore, la famiglia Religiosa, i miei familiari che mi sono stati vici- ni, attenti ad ogni avvenimento. L’anniversario ricorreva il 19 Marzo, festa di S. Giuseppe, ma fu impossibile a causa di malat- tia. La comunità di Mestre è stata meravigliosa, nell’accompagnarmi negli imprevisti della mia salute. Nel giorno giubilare, ho ricevuto doni speciali: il sacramento dell’unzione degli In- fermi e la reliquia del Beato Padre Fondatore, Da sx: Sr Emilia, sr Carla, sr Caterina, sr Irma, sr Savina proprio grazia su grazia! L’ho pregato assidua- mente e continuo a farlo, così: Fa’ qualcossa in pì, non solo per me ma anche per la mia fami- Sr Carla Borga, attualmente operante nostra Famiglia religiosa. La memoria glia religiosa che mi è stata tutta presente con la in Kenya, si trovava in Italia per il Capi- dello scorrere degli anni di vita consa- preghiera. tolo generale, bella opportunità per far crata a Dio, non è mai solitaria. Viviamo Le Sorelle hanno coinvolto insegnanti, persona- partecipare a questa festa giubilare di nella storia e siamo portatori di una storia le, genitori e bambini, a Mestre come a Caorle. 25°, la sua mamma e i suoi famigliari. grande: quella sacra, quella dell’umanità, Questa solidarietà mi è stata prezioso sostegno Con le Sorelle presenti che celebrano del nostro popolo, della nostra famiglia, nell’affrontare l’intervento chirurgico. Sono nell’anno il 50°, abbiamo ricordato le as- quella personale in cui tutte le “storie” di davvero grata e obbligata, come pure ai medi- senti per ragioni di salute, sr Ermanna e fondono in una unità originale. E così ab- ci per la loro premura. Il Signore ha guidato le sr Lidia. biamo voluto esaltare altri giubilei: 160 loro mani. So bene che la Madonna è una sola, e Unire questa festa giubilare alla preghie- dal riconoscimento episcopale della no- tuttavia mi è piaciuto invocarla sotto tutti i titoli ra di tutta la famiglia religiosa in apertura stra Famiglia religiosa, 90 dal riconosci- del 27° Capitolo generale, e nel 120° mento pontificio e dalla prima missione con i quali è onorata nei più diversi Santuari che anno della morte del Beato Fondatore, in Brasile, 25 dalla missione nelle Filip- ho conosciuto. Come pure ho invocato S. Giu- è stata una coincidenza che ha toccato pine, 15 dalla missione in Kenya per lo- seppe, specie nei mercoledì, giorno che gli è de- il cuore e che fa crescere in tutte noi la dare insieme Dio e professare la ferma dicato. Tutto era preoccupante, gioia dell’appartenenza a questa speranza che dalla sua grazia che ha ma la preghiera ha prevalso. Ora benedetto e condotto i passi del nostro mi trovo nella comunità di San Si fa pastello di turchese procedere nella storia, ci apra nuovi sen- Giuseppe a Spinea per la conva- e il cuore ha palpiti tieri e faccia di noi otri nuovi per il vino lescenza. Ringrazio di cuore il nuovo che è il suo Volto manifestato in che fanno tremare medico Stevanato Francesco, il quest’oggi della storia. di inconsapevoli tremori, servizio del personale infermie- prendimi ancora per mano ristico e le care Sorelle. come all’inizio I miei familiari hanno rimandato e conducimi all’alba la festa per festeggiare insieme il di quel giorno 50°, ma ora, avendo saputo che che non conosce tramonto. tutto procede bene, hanno desi- Sr Teresia derato riproporla per l’11 giu- gno nella parrocchia di Santa Bertilla a Spinea. Purtroppo, nel frattempo, è mancato il fratello Giovanni che tanto desiderava essere presente. Sicuramente lo sarà dal cielo assieme a tutti i miei cari defunti. Sr Emilia Le festeggiate - sr Carla con i famigliari L’appuntamento venne fissato in Chiesa nella domenica della SS. Trinità. Don Marcello ha sottolineato più volte il valore della vita dona- ta nella Chiesa e per fratelli. A rendere speciale l’incontro il clima di intensa unità. C’erano pa- renti stretti di sr Emilia, ma anche cugini, ami- che d’infanzia e di giovinezza, Madri e Sorelle di Mestre e della Casa San Giuseppe. Poi ci siamo avviati per un momento conviviale che è stato sereno, bello e gioioso anche perché ha permesso di ritrovarsi con persone che non si vedevano da tempo. Suor Emilia ringrazia nuo- vamente il Signore e chiede che ricompensi tutti con la sua consolazione. nipote Anna
L’Amico del Popolo A VODO DI CADORE PER 90ANNI 15 GIUGNO 2017 - N. 24 GRAZIE, SUORE, GRAZIE A TUTTE VOI CHE SIETE PASSATE PER VODO! VODO Appena diffusa la notizia che le Suore entro l’anno avrebbero lasciato la Scuola Dopo 90 anni lasciano d’Infanzia di Vodo, giunse la seguente testimonianza che abbiamo custodito le Figlie di S. Giuseppe fino ad oggi, quando l’evento si sta per compiere. Domenica 29 gennaio 2017 Don Gianni ha ufficialmente annunciato in chiesa la triste notizia relativa alla Scuola dell’Infanzia Santa Lucia di Vodo-Borca: “… con il 31 agosto ’17 terminerà il servi- zio delle Suore Figlie di San Giuseppe del 2006, Lucia Talamini con Madre Francesca, beato Caburlotto nella Scuola dell’Infan- Superiora generale, nella festa degli 80 anni zia del nostro paese. Le motivazioni sono dell’Asilo. multiple, innanzitutto il calo del numero però, erano ancora qui e tanto hanno aiutato dei bambini iscritti e la difficoltà nel ricam- e mediato per favorire l’integrazione dei VODO - L’asilo nel 1954. Da sinistra madre Alessia supe- riora, madre Antonilla, don Pietro Rizzardi e madre Emma. Duecento anni fa, il 7 giugno 1817, nasceva a Ve- bio delle attuali suore non più giovani…” bambini, prima delle due comunità di Vodo La mia prima reazione è stata una stretta e di Borca, poi dei figli di immigrati, che si nezia Luigi Caburlotto, da una famiglia dedita alla navigazione: il padre era gondoliere e barcaioli erano anche i parenti della madre. Frequentò gli studi nella scuola dei Padri Cavanis ed entrò successivamente allo stomaco, perché la triste notizia inte- sono inseriti nei nostri paesi di montagna: la nel Seminario patriarcale di Venezia. Ordinato sacer- ressa e colpisce l’intera, sia pur piccola, co- Scuola dell’Infanzia è sempre stata aperta munità di Vodo. Un piccolo paese di mon- a tutti. Nel frattempo è continuata da parte dote nel 1842, fu assegnato come aiutante del parroco di S. Giacomo dell’Orio. Per sei anni svolse un’intensa attività pastorale: si preoccupò delle condizioni socia- li dei parrocchiani, proponendosi come obiettivo pri- tagna, che si sta impoverendo sempre più: delle nostre suore l’educazione cristiana mario l’aiuto all’infanzia abbandonata del sestiere di non è tanto l’aspetto economico l’indice dei bimbi più grandicelli attraverso il della povertà che lo attanaglia, quanto e an- catechismo, la guida in diversi momenti Santa Croce. Venezia, già dal 1815, all’indomani del Congresso di Vienna, era stata occupata dall’Austria. Per il giovane sacerdote e per la città erano anni difficili. Alcuni decenni dopo, il fermento patriottico, cor più lo spopolamento lento e continuo, a di preghiera comunitaria, il conforto sotto la guida di Daniele Manin e di Niccolò Tom- cui si accompagna la graduale scomparsa per gli anziani infermi, che aspettavano di importanti punti di riferimento. E le no- volentieri la visita delle suore per ricevere maseo, nel 1848 sfociò nella guerra contro l’Austria: la popolazione si impoverì ancora di più. Assediata dal nemico, Venezia per un anno intero fu costretta a privazioni infinite e fu colpita da epidemie. Anche stre suore nel paese di Vodo sono state un la Comunione insieme ad un pensiero di l’anziano parroco di S. Giacomo dell’Orio ne fu con- insostituibile punto di riferimento per ben riflessione sulla Parola di Dio. Le stesse tagiato e morì. Così don Luigi Caburlotto fu ordinato parroco proprio lì, per volere dei parrocchiani. Nel novantun anni! maestre della Scuola Primaria di Vodo in Fin dal 1926 le Figlie di San Giuseppe numerose occasioni hanno potuto condivi- 1850 egli aprì una scuola popolare per le ragazze più povere della città. In breve, le insegnanti volon- tarie che lo aiutavano in quell’opera si costituirono in istituto religioso di suore, per le quali don Luigi sono state attive testimoni dell’evoluzione dere con le suore molteplici considerazioni scrisse la Regola, trasfor- della società vodese: hanno affrontato con su aspetti educativi e formativi, trovando le famiglie di Vodo gli anni della ricostru- spesso risposte autentiche nell’azione ca- mandole così in Figlie di Dal 1926 la presenza S. Giuseppe. Negli anni successivi, egli fondò l’I- delle Figlie di S. Giuseppe stituto Manin (1857) e un zione materiale e spirituale tra le due guer- rismatica del Beato Luigi Caburlotto, un nuovo collegio nell’antica re, quando i bambini erano numerosi, le esempio di grande educatore per ogni tem- ragazze desiderose d’imparare dalle suore po e ogni età scolare. Ceneda (oggi parte di Vit- torio Veneto), per le ragazze bisognose. Don Luigi Caburlotto influenzò con il suo stile educativo anche diversi istituti pubblici, per questo nel 1881 gli furono non solo il rammendo e il ricamo, mentre Quante volte ho sentito dire, frequentando affidati a Venezia anche l’orfanotrofio maschile dei le mamme erano ancora occupate preva- i paesi limitrofi: siete fortunati voi a Vodo lentemente nei lavori agricoli e pastorali e i ad avere ancora le suore…È doloroso ora Gesuati e quello femminile delle Terese, sostituendo gli insegnanti laici con le suore Figlie di S. Giuseppe. L’eco della sua opera apostolica fu così grande che nel 1923 anche il parroco di Vodo, don Achille Ron- papà andavano all’estero in cerca di lavoro. chiudersi in una lamentosa constatazione: zon, aprì un asilo, coadiuvato da un comitato di per- Sono seguiti i difficili anni della Seconda le suore non ci saranno più, le decisioni Guerra Mondiale con l’occupazione tede- sono state prese. Questo dolore profondo sone di Vodo, Peaio e Vinigo, in una casa privata a Chiarediego, borgata da poco ricostruita dopo il sca e il periodo del dopoguerra, in cui tante per la perdita di una presenza cara al paese bombardamento e l’incendio del novembre 1917. L’in- segnamento fu affidato inizialmente a due laiche, che vennero sostituite nel 1926 proprio dalle suore famiglie hanno ripreso la strada dell’emi- riflette spontaneamente un altrettanto grazione, lasciando spesso i figli in paese profondo sentimento di riconoscenza da Figlie di S. Giuseppe. Dopo l’edificazione del grande complesso scuola-asilo, inaugurato il 22 ottobre 1929, ai nonni e anche all’azione educativa delle parte dell’intera popolazione: tutti noi l’attività delle suore si spostò dalla casa privata alla nuova struttura. Le Figlie di S. Giuseppe, presenti in paese da più di 90 anni, lo lasceranno tra breve per raggiunti li- suore, i più piccoli all’asilo e i più grandi- ricordiamo quanto le suore hanno seminato miti di età e saranno trasferite altrove: la continuità celli a dottrina, al momento ricreativo del in oltre novant’anni di lavoro e dedizione dopo-dottrina e all’ora di canto nel coro e quanti frutti abbiamo raccolto dal loro didattica per la scuola dell’infanzia verrà affidata a insegnanti laiche. La funzione pastorale delle suo- re in tanti anni ha trovato ampio spazio nella vita parrocchiale. costante impegno religioso, formativo e sociale e religiosa della comunità. La loro opera di apostolato non è mai venuta meno, perché esse sono Finché pure Vodo ha conosciuto il boom sociale. economico, grazie al turismo e alle fabbri- Come spesso accade, si danno per scontate state aperte al dialogo con la gente, all’incontro, alla condivisione di momenti significativi, nello spirito del loro fondatore: «Educare e prendersi cura della vita». che d’occhiali. tante cose, cosicché ci si rende conto d’aver In tante occasioni le suore sono state uno strumen- to attivo di aggregazione sociale tra le persone non È stato facile inebriarsi, ma assai complicato avuto un tesoro quando questo non c’è più. affrontare la crisi economica che ne è Grazie, suore, grazie a tutte voi che siete solo di Vodo, ma anche dei paesi limitrofi di Borca e San Vito. seguita … portando con sé anche quel passate per Vodo! Perdonateci per quan- Abitare in montagna, dove spesso si convive con la solitudine e con tanti disagi, non sempre è facile: le Figlie di S. Giuseppe hanno saputo portare un confor- graduale spopolamento, che ha determinato to non abbiamo saputo riconoscere… Vi la repentina diminuzione del numero dei aspettiamo in vacanza, nei mesi estivi! to, un sorriso, un consiglio per affrontare le molteplici sfaccettature del vivere quotidiano. Ci auguriamo che per loro non sia un addio, ma un arrivederci. Michele Moretta bambini nelle scuole del territorio. Le suore, Lucia Talamini
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 11 MEMORIE PER GLI 80 ANNI DELL´ “ASILO” DI VODO di sr Alice Talamini, Vodese doc! A Vodo di Cadore dieci anni fa si sono alzare le seggioline e riporle in voluti festeggiare gli 80 anni della Scuola ordine, spolverare i banchi... d’Infanzia, in quell’occasione, dal Brasile, Ci insegnava che nella vita bi- sr Alice Talamini scriveva i suoi ricordi, sogna affrontare il sacrificio. che vennero presentati alla popolazione, Ricordo ancora il canto mimato: con slide la sera precedente la festa. Farà “Balzar dal letto, d´inverno é piacere sia alla popolazione di Vodo, sia brutto, ed è noioso lavarsi tutto, l legna era una fe- alle Consorelle riascoltarne i tratti princi- andare a scuola infagottati, col s Si rompeva la sta! pali. naso rosso e i piè gelati. “ “routine” lasciando Eppur la mamma non si com- i giochi consueti Non so quanti eravamo all´Asilo negli anni muove, dice: son queste le prime p per incominciare 1932-´35. Ricordo solo che desideravo prove l gara a chi faceva la tanto assaggiare la “polenta e zucher” che e se da bravo le vincerai, forte p in fretta il giro più Puppi (del Longo) portava per merenda. italiano diventerai!” dal cortile alla soffitta col carico di legna Io ho frequentato “l´Asilo nuovo”, ma c´era, La Madre Camilla pur “grassottella”, dan- che Madre Camilla sapientemente dosava prima, “l´Asilo vecio”, una casa di famiglia zava e saltellava graziosamente, animando alle forze e all´età. che tuttora esiste a Chiarediego. Di questo le nostre ricreazioni: “giro, giro tondo”, la Nel periodo della scuola elementare e parlavano le mie sorelle che ricordavano, “bella biscia”, le “belle figlie di Madama nell´adolescenza frequentavo l´asilo solo la con affetto e stima, le prime Suore arriva- Doré, “la jata orba”, “Piero pagnoca”, il domenica pomeriggio. Lá, noi bambine, ci te a Vodo, fra esse la Madre Gaetanina, “treno in galleria”... incontravamo, dopo la “Dottrina”, per le ri- una persona, dicevano, straordinaria per il Gli unici attrezzi erano i cerchi di legno unioni dell´Azione Cattolica: delle Benia- tratto, la discrezione e l´abilità nel ricamo; (che non giravano sulla ghiaia), qualche mine prima e poi delle Aspiranti. Poi c´era suor Fabiana era ricordata per la sua bontà palla, una corda per saltare. Ma la nostra il tempo del gioco che cambiava secondo le e semplicità dai “suoi” bambini d´asilo, fra creatività si sbizzarriva con i sassolini del stagioni. La tombola, la pulce, lo shanghai i quali mio fratello Matteo; e suor Leonia, cortile. Si faceva il “campanon”, le stra- d´inverno, palla avvelenata o palla a schia- la solerte cuciniera. de, gli spazi privati che chiamavamo casa, vi o altri giochi di movimento nella buona Nel mio tempo di asilo, c´erano la Ma- scuola, bottega. Conoscevamo solo la “la stagione. Facevamo anche qualche passeg- dre Camilla, la Madre Adele e la Madre bottega dei Briche” e nella “nostra” ven- giata, a Peaio, alla grotta della Madonna Narcisa. Quest´ultima raccontava che il devamo sassolini o mucchietti di terra... Ci a Vinigo, via Ronco, al Mulino “vecio” e giorno del mio battesimo mi aveva posato “visitavano” ogni giorno dal ponte del fie- perfino a San Vito, andata e ritorno a piedi, sull´altare della cappellina e mi aveva con- nile, Filippo e Maria dei Michiei. per salutare le suore dell´altra comunità. Il sacrato alla Madonna. Madre Adele era la maestra della scuola di gruppetto di ragazze era sempre abbastanza Madre Camilla, maestra d´asilo, col canto lavoro e addestrava un gruppo di ragazze, numeroso. Le suore conversavano con noi ci educava il sentimento religioso. Ci por- non solo di Vodo, ma anche di Vinigo, Pe- interessandosi alla nostra vita di famiglia, tava a pregare nella cappellina al mattino e aio e Borca, nel ricamo, nel taglio e cucito, di scuola, di lavoro. Arrivò presto il tem- a mezzogiorno. nel filet e in altre specialità. po di guerra: giugno 1940! E arrivarono i Fu lei che mi preparò alla prima Comunio- Per il riposo del pomeriggio non avevamo dolori, le ristrettezze, i pericoli. Le notizie ne a solo cinque anni! lettucci o materassini, dormivamo con la che circolavano fra noi erano sempre più Ci educava al rispetto e all´aiuto reciproco, testa appoggiata sul banco e madre Adele tristi: fratelli al fronte, parenti morti o feriti all´ordine e alla precisione. Ricordo an- passava tra i banchi sgranando la corona o dispersi o al di là delle linee di combat- cora i lavoretti di tessitura con striscioline del rosario… timento, in Belgio, in Olanda, in Francia, di carta colorata, o di intreccio di raffia in Madre Narcisa ci preparava la minestra: con i quali non si poteva comunicare. piccoli oggetti di legno: seggioline, culle, “bianca” di patate, cipolla e riso, “rossa” Frequentare una scuola fuori del paese, per carrozzine… Voleva che i lavoretti fosse- con pomodoro, “istruttiva” con pasta in esempio la Scuola d´Arte di Cortina, era ro perfetti e puliti! Ci formava al senso di forma di lettere o numeri... c´era la mine- divenuto pericoloso. In questo frangente le responsabilità, assegnandoci alcuni servizi: stra di “cicolata”, il passato di fagioli e “su- suore riaprirono la scuola di lavoro per le b bioti”. adolescenti e le giovani e, con intuito edu- P Portavamo da casa la “meren- cativo, inventarono “il teatro”, anche per d nella sportina: “peta”, “fri- da” alleviare il peso di una condizione che im- to toles”, “Zopes”, “pan e onto e pediva di vivere la gioia e, in certo grado, la z zucher”, “polenta e zucher”, spensieratezza propria della nostra età. “ “piere frite”... Madre Narcisa Le suore che si avvicendarono in questi c chiamava a turno le bambi- anni coprendo i ruoli di maestre d´asilo, di n per asciugare le scodelle ne maestre di lavoro, di cuciniere ecc. sono e i cucchiai e ci premiava per molte e sarebbe lungo, o impossibile ricor- il servizio con un biscotto di darle tutte. Venne a Vodo la sorella gemel- q quelli fatti da lei. Un sapore in- la di Madre Camilla, Madre Agata, anche d dimenticabile!!! lei con bella voce, e insegnava il canto di Q Quando arrivava il carico della Chiesa. continua a pag. 12
12 In Dialogo Luglio•Agosto 2017 Cittadinanza onoraria di Vodo di Cadore alle suore “nobile” - direbbe il nostro Padre Figlie di San Giuseppe Luigi Caburlotto - “l´educazione della mente e del cuore dei di Alessandra Segafreddo bambini, dei giovani”, perché in Il Corriere delle Alpi “l´educazione è arte del cuore” ed VODO DI CADORE. All’ordine delle suore delle è la strada per l´evangelizzazione, Figlie di San Giuseppe verrà conferita la cittadi- per l´annuncio dell´amore di Dio nanza onoraria del comune di Vodo. La decisione Padre per l´Uomo. è stata presa all’unanimità dal consiglio comuna- le con il voto sul regolamento per il conferimento segue da pag. 11 dell’onorificenza. Il 12 agosto a Vodo le suore, che hanno istituito la Madre Eliana, maestra di scuola dell’infanzia e ne hanno curato la gestione lavoro, Madre Antidia, che anche didattica per 91 anni, diverranno cittadine chiamavamo “la Madre bela” onorarie. Si terrà un consiglio comunale con la [viva, allegra, lucidissima consegna della cittadinanza e poi sarà celebrata la fino ai 106 anni], molto ri- m messa. Al termine alla scuola dell’infanzia verrà cordata e amata a Vodo che svelata una targa con la quale il comune ha deciso divenne quasi la sua secon- di intitolare la materna all’ordine religioso che tan- da patria. Madre Eufemia, fu tto si è speso per la comunità. maestra d´asilo in tempo di L Le suore da 91 anni sono a Vodo e dal 1983 si sono guerra nel periodo più cruciale occupate all’asilo anche dei bambini di Borca. «Le della Resistenza quando fu fat- suore della congregazione Figlie di San Giuseppe to prigioniero anche il nostro lasceranno il paese al termine dell’anno scolasti- cappellano, Don Raffaele But- co in corso a causa della mancanza di nuove vo- tol. Madre Battistina e altre ancora… cazioni» spiega il sindaco Domenico Belfi, «che Vicino a queste persone nacque la mia non permette la prosecuzione della loro attività in vocazione. avvenire. Già l’anno scorso l’ordine religioso ci Mi piace ancora ricordare Madre aveva comunicato l’intenzione di smettere l’attivi- Emma e la sua originalità accattivan- tà, che poi, su richiesta del comitato direttivo della te, maestra d´asilo col “metodo del scuola dell’infanzia di Vodo e Borca di Cadore, era cuore”, come spiegava al Direttore di- stata prorogata fino al mese di luglio di quest’an- dattico Gemo Dal Col, e questi si con- no. Abbiamo ritenuto di concedere alle nostre vinceva della bontà ed efficacia di tale suore questo riconoscimento e di porre una targa metodo; Madre Alessia, Madre Antida, all’asilo affinché la loro memoria resti per sempre. Madre Regina e tante altre umili sorel- Le religiose per Vodo sono sempre state un punto le … di riferimento, non solo per la scuola dell’infanzia, Madre Antonilla, Madre Bernarda che per l’aiuto che hanno dato alle famiglie, ma per per tanti anni ha pregato, offerto e sof- tutta la comunità. Sempre disponibili alle funzioni ferto, amando con sensibilità cadori- religiose, ad aiutare gli anziani, a confortare le per- na la gente di Vodo. Madre Carola, sone. Lasceranno un grande vuoto nella nostra co- adottata dalla gente di Vodo per la munità. Per dimostrare loro la nostra riconoscenza sua allegria e semplicità, Madre Cri- abbiamo voluto organizzare questa cerimonia. Le stina sempre sorridente, suor Emilia proposte sono state comunicate all’ordine religio- e suor Riccarda pure molto amata e so che ha espresso in via preliminare il proprio stimata. gradimento». Le suore presenti ora, Suor Alberta e suor Floriana… Il 12 agosto sarà festa grande a Vodo; verranno Non si celebrano gli 80 anni di una chiamati tutti gli ex amministratori, tutti coloro che istituzione, ma delle persone che in hanno collaborato con le religiose, i bambini che essa hanno speso la vita per una causa sono cresciuti con i loro insegnamenti. La messa sarà cantata dal coro parrocchiale e poi si terrà un rinfresco all’asilo. Favorevoli all’iniziativa anche i consiglieri di minoranza. «Trovo giusto che tutti assieme ringraziamo le suore Figlie di San Giu- seppe» dichiara il capogruppo Gianluca Masolo, «e spiace che non ci siano più vocazioni. Abbiamo avuto la fortuna di avere questa istituzione per 91 anni. Siamo riusciti a costruire l’immobile, e bi- sogna augurarsi che la scuola dell’infanzia possa andare avanti anche senza le suore».
Luglio•Agosto 2017 In Dialogo 13 UNA CRESIMA E UNA PRIMA COMUNIONE SPECIALI in SAN GIACOMO DELL’ORIO, Venezia Venezia - Ist. S. Giuseppe FESTA DI FINE ANNO A kiko, una giovane giappo- nese, alcuni mesi fa incon- tra alcune Suore Figlie di San Il 9 giugno presso la scuola San Giuseppe Caburlotto di Venezia si è Giuseppe del Caburlotto nella svolta la rappresentazione dei bam- Basilica di S. Marco, durante la bini delle tre sezioni della scuola Santa Messa domenicale. Forse dell’Infanzia. era la prima volta che entrava in I bambini hanno iniziato con una par- una chiesa cattolica. Interessata e te corale, cantando in italiano ed in- incuriosita, segue la celebrazione glese testi imparati durante le lezioni imitando tutti i gesti liturgici che di musica e di inglese svoltesi duran- vede fare dalle Suore. Nasce una te l’anno scolastico. spontanea simpatia, tanto che, I piccoli hanno dedicato la loro can- invitata in Istituto accetta volen- meva la gioia e la riconoscenza con deli- zone ai loro genitori, un canto d’a- tieri e inizia a frequentarle. cati ed espressivi inchini. Era il linguag- more che ha emozionato e commosso E’ una studentessa del Conservatorio di gio che poteva usare per manifestare il tutti i presenti. Venezia. Senza capire molto, inizia la suo sentirsi membro effettivo della Chie- I bambini della seconda si sono esibi- sua giornata con la Santa Messa, deside- sa Cattolica. ti con il mimo della famosa canzone rosa di fare “quello che fanno le Suore”. La Comunità di San Giacomo ha prepa- della tradizione veneziana “Mariet- Giorno dopo giorno s’impegna ad impa- rato un momento conviviale per ringra- ta monta in gondola”. I maschietti, rare le preghiere, a dare significato ai se- ziare il Signore di questo dono e tutti si vestiti da gondolieri, invitavano le gni, finché esprime il desiderio di essere sono sentiti arricchiti, anche le Suore, Mariette a un giro nella loro gondo- inserita nella Chiesa Cattolica. che hanno voluto accoglierla con un la, che gli stessi bambini avevano re- Fatte alcune ricerche, don Paolo Ferraz- pranzo festoso assieme ai due concele- alizzato nell’ultimo mese scolastico zo, Parroco di S. Giacomo dell’Orio (fe- branti, mons Orlando Barbaro e don Pa- a conclusione del progetto didattico lice coincidenza, successore attuale del olo Ferrazzo. annuale “Venezia e le sue tradizioni”. beato don Luigi Caburlotto, Fondatore E’ un dono per la Chiesa, è uno stimolo Il programma si è conclusa con l’u- delle Figlie di S. Giuseppe) riscontra che per ciascuno di noi che ne facciamo parte scita della terza sezione. I bambini, la giovane era già stata battezzata nella da tanti anni: l’entusiasmo della neofita aiutati dalla classe V Primaria, hanno Chiesa Protestante. ci stimola a rinnovare il nostro grazie al raccontato il libro: L’albero alfabeto Mancavano altri passi per l’inserimen- Signore per averci gratuitamente scelti a di Leo Lionni. to: il sacramento dell’Eucaristia e quello far parte della Sua grande Famiglia. Questo racconto nasce dal progetto della Cresima. La giovane intraprende continuità che la sezione dei verdi con entusiasmo la preparazione che lo Le Sorelle della comunità della scuola d’infanzia ha svolto in- stesso don Paolo e sr Sharon curano o con sieme agli alunni della Primaria. incontri settimanali. La rappresentazione è stata allietata Con il passare del tempo nel- in chiusura dalla consegna dei diplo- la giovane cresce il desiderio e mi e dai saluti ai piccoli dottori che una comprensibile emozione per sono cresciuti fino ad essere pronti quello che sta avvenendo nel- ad entrare nella Primaria. la sua vita: essere integrata nella Tantissimi auguri di buon cammino Chiesa Cattolica e poter, finalmen- dalle loro maestre, dalle Sorelle della te, accostarsi all’eucaristia comee Comunità e da tutti i collaboratori. fanno le Suore! Il giorno scelto è la festa del Corpus us Domini! Akiko non aveva accanto i genitori ri o parenti, ma la comunità parrocchia- hia- le di S. Giacomo e delle Suore, la sua “nuova” famiglia. E’ stata una festa di intensa partecipazio- ne in particolare nel momento dell’am- ministrazione della Cresima da parte di mons. Orlando Barbaro, responsabile dell’Ufficio per il Culto Divino, sia al momento della sua prima Comunione. Con lo stile gentile di giapponese espri-
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