Che bella giornata! Il cantautore - ilSottosopra

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Che   bella   giornata!   Il
singolo    del    cantautore
pugliese in uscita il 5
giugno
Nel corso degli anni, Stabile, all’anagrafe Marco Murgo,
scrive centinaia di canzoni ma ne condivide solo qualche
decina, sempre in bilico tra la costante ricerca di uno stile
personale e una insopprimibile vocazione alla riservatezza.

Che bella giornata! è il suo singolo di debutto ufficiale e
sarà disponibile in radio e online dal 5 giugno.

«Il brano, scritto durante l’isolamento che ha costretto a
casa milioni di italiani, ha un titolo chiaramente ironico e
allusivo e rappresenta una pagina di diario della vita
quotidiana in questi tempi di quarantena; uno spaccato nudo,
senza filtri, del terremoto esistenziale che l’emergenza ha
prodotto nelle abitudini di ognuno di noi» – racconta Stabile
– «Il testo è incredibilmente realistico ma, nel contempo, non
si limita a dettagliare l’angoscia e le limitazioni di questi
giorni, ma offre metafore ricche di ironia e un finale che
raccoglie e trasmette tutta la speranza di cui abbiamo
bisogno».

Registrato da Alex Di Lascia al PlayStopRecord Studio di
Manfredonia (FG), il brano vede Stabile alla voce e chitarra
acustica, Matteo Grieco alla chitarra elettrica, Michele
Santoro al basso e Alessandro Di Lascia a programmazione,
chitarre e tastiere.
Il cantautore ama fotografare la quotidianità e raccontare
emozioni, con la spontaneità e l’immediatezza tipiche
della canzone d’autore, avvolgendole in atmosfere melodiche e
intimiste che rivelano un ampio spettro di sfumature. Chitarra
e voce: è così che nascono i suoi brani, scritti interamente
da lui, che vedranno la luce nei prossimi mesi.

STABILE, all’anagrafe Marco Murgo, nasce a San Giovanni
Rotondo (FG). Scrive la prima poesia a nove anni e la prima
canzone a tredici. Dopo aver avuto una varietà inaudita di
maestri di chitarra con i quali non è mai riuscito a superare
la seconda lezione, a tredici anni impara a suonare la
chitarra e la batteria da autodidatta. Ha la fortuna di
crescere accanto ad un cugino cultore musicale e collezionista
di vinili che gli impartisce un’educazione musicale
eterogenea, che diviene la base del suo futuro e della sua
identità. Esordisce sui palchi live suonando la chitarra e
cantando, in inglese, con band dell’underground. Dopo aver
ascoltato Bob Dylan, un pomeriggio d’estate, si rende conto
che la canzone d’autore è la forma di espressione artistica ed
esistenziale più consona alla sua indole.

Dopo il sold out di Uto Ughi
ecco il controtenore Maurizio
Di Maio
DOPO IL SOLD OUT DI UTO UGHI, CONTINUA LA RASSEGNA MUSICA
FELIX CON LO SPETTACOLO VOX. VENERDÌ 6 MARZO ALL’AUDITORIUM
SANTA CHIARA

IL CONTROTENORE MAURIZIO DI MAIO E L’APULIA CELLO ENSEMBLE PER
UNO STRAORDINARIO ED AFFASCINANTE CONCERTO

CHE UNISCE SONORITÀ STRUMENTALI E VOCALI

Continua Musica felix 2020, la rassegna che sta registrando il
tutto esaurito ad ogni appuntamento. Ed infatti dopo il sold
out di Uto Ughi al teatro Giordano, si continua con Vox,
quarto appuntamento della kermesse organizzata dalla
Fondazione Apulia felix.

Il fascino coinvolgente delle sonorità del quintetto di
violoncelli, vera e propria tavolozza dell’espressività e
potenzialità del canto, si fonde suggestivamente con
l’incredibile vocalità del controtenore Maurizio Di Maio per
una emozionante celebrazione della “vox” umana. Dal repertorio
barocco a musiche originali di Haendel, Vivaldi, Rossini,
Verdi, fino a trascrizioni di famose arie d’opera, ecco la
proposta intrigante ed innovativa della rassegna.

Sul palco dell’Auditorium Santa Chiara protagonista indiscusso
è Maurizio Di Maio, cantante, attore, tenore e sopranista che
proporrà un concerto suggestivo sia per il programma scelto
che per la formazione: un controtenore e cinque
violoncellisti. L’artista non è nuovo a spettacoli di grande
successo, vantando numerose collaborazioni televisive per la
Rai e Mediaset e diverse produzioni discografiche come corista
di Giorgia, Renato Zero, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Simply
Red, Luciano De Crescenzo, Micheal Bolton.
Con lui sul palco l’Apulia Cello Ensemble, costituito
da Giovanni Astorino, Giuseppe Carabellese, Giovanna D’Amato,
Daniele Miatto e Luciano Tarantino; l’ensemble è formato da
cinque violoncellisti vincitori di concorsi, prime parti in
varie orchestre italiane, docenti nei Conservatori statali e
attivi da anni sia in campo solistico che cameristico in tutto
il mondo.

I sei artisti offriranno al pubblico un concerto dalle
timbriche estremamente raffinate in cui la “voce” dei cinque
violoncelli si sposerà con quella del controtenore per formare
un sestetto dal sound inconfondibile e di raro ascolto.

Musica felix è organizzata dalla Fondazione Apulia Felix Onlus
di Foggia, presieduta dal Prof. Giuliano Volpe, con la
direzione artistica del M° Dino De Palma e del M° Gianna
Fratta, il patrocinio e il contributo della Regione Puglia –
Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, del Comune di
Foggia, del Teatro “Umberto Giordano”, dell’Associazione
Musica Civica e con il sostegno dei soci della Fondazione.

Ingresso con abbonamento o con biglietto in vendita presso
l’Auditorium Santa Chiara (Piazza Santa Chiara, 1 – Foggia)
dalle ore 18.00 di venerdì 6 marzo al costo di 12 euro.
Ingresso ore 19.30 – inizio ore 20.00.

Il biglietto può essere anche prenotato chiamando il numero
3929892331.

Per ulteriori info:
tel.               3929892331                /               e-
mail:infoapuliafelix@gmail.com / sito: www.apuliafelix.org
Per la rassegna Musica Felix
Uto Ughi in concerto
GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO AL TEATRO GIORDANO DI FOGGIA. IL GRANDE
VIRTUOSO A FOGGIA PER UN EVENTO ORGANIZZATO DALLA FONDAZIONE
APULIA FELIX E DAL COMUNE DI FOGGIA

Uto Ughi torna a Foggia dopo otto anni
– nel 2012 fu ospite della rassegna Musica Civica – per il
terzo appuntamento
di Musica
felix 2020. Il concerto, organizzato dalla Fondazione Apulia
felix in
collaborazione con il Comune di Foggia – Assessorato alla
Cultura, si terrà giovedì 27 febbraio al Teatro “U. Giordano”
di Foggia(ingresso ore 19.30, inizio ore 20).

In duo col pianista Leonardo
Bartelloni, Ughi proporrà un programma variegato, con brani di
grande virtuosismo della
tradizione violinistica e un omaggio a Beethoven in occasione
del 250°
anniversario della nascita, con l’interpretazione della Sonata
La Primavera
e della Sonata a Kreutzer. Il concerto sarà oltretutto
un’occasione
importante per poter ascoltare il suono dei suoi meravigliosi
strumenti, uno
Stradivari e un Guarnieri del Gesù, strumenti che il Maestro
interpreta e
valorizza in modo superlativo.

Ughi presenterà il programma
dialogando col pubblico, mettendo così in luce anche le sue
grandi capacità di
divulgatore musicale.

Ritenuto uno dei più rilevanti artisti del mondo, ha
suonato nei principali festival internazionali, con le più
rinomate orchestre
sinfoniche tra cui quella del Concertgebouw di Amsterdam, la
Boston Symphony
Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York
Philharmonic, la Washington
Symphony Orchestra e molte altre.

Il Maestro non limita i suoi interessi alla sola
musica, ma è in prima linea nella vita sociale del Paese, ed
il suo impegno è
volto soprattutto alla salvaguardia del
patrimonio artistico nazionale. In quest’ottica ha fondato il
festival
“Omaggio a Venezia”, al fine di segnalare e raccogliere fondi
per il
restauro dei monumenti storici della città lagunare.

Il festival “Omaggio a Roma” (dal 1999 al
2002) ne raccoglie l’ideale eredità di impegno fattivo,
mirando alla diffusione del grande patrimonio musicale
internazionale: concerti aperti gratuitamente al pubblico ed
alla
valorizzazione dei giovani talenti formatisi nei conservatori
italiani. Tali
ideali sono stati ripresi nel 2003 e attualmente portati
avanti dal festival
“Uto Ughi per Roma” di cui Ughi è ideatore, fondatore e
direttore
artistico. La Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha
nominato Presidente
della Commissione incaricata di studiare una campagna di
comunicazione a favore
della diffusione della musica classica presso il pubblico
giovanile. Il 4
settembre 1997 il Presidente della Repubblica gli ha conferito
l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce
per i suoi meriti artistici.

Musica
felix è organizzata dalla Fondazione Apulia Felix Onlus di
Foggia, presieduta dal Prof.
Giuliano Volpe, con la direzione artistica del M° Dino De
Palma e del M° Gianna
Fratta, il patrocinio e il contributo della Regione Puglia –
Assessorato
all’Industria Turistica e Culturale, del Comune di Foggia, del
Teatro “Umberto
Giordano”, dell’Associazione Musica
Civica e con il sostegno dei soci della Fondazione.

Biglietti in vendita presso gli
uffici della Fondazione Apulia felix (via Napoli, n. 63 e 65)
da martedì 18
febbraio a mercoledì 26 febbraio dalle ore 16.00 alle ore
19.30 tutti i giorni
feriali. Il giorno del concerto, giovedì 27 febbraio, i
biglietti saranno in
vendita presso il botteghino del Teatro “U. Giordano” dalle
ore 18.00 alle ore
19.30. Posto unico € 20.

I biglietti possono
essere prenotati chiamando   i   numeri   3281588160   oppure
3929892331.

Una ricerca sul microbiota
intestinale       per      la
prevenzione, diagnosi e cura
del cancro del colon-retto.
Al Teatro “Giordano” il primo
evento
Un progetto per analizzare il microbiota
intestinale nei pazienti con diagnosi di cancro del colon-
retto, al fine di acquisire
una conoscenza sempre più approfondita della relazione tra
microbiota e
meccanismi correlati alla comparsa e alla progressione
neoplastica e di fornire
nuovi strumenti di prevenzione, diagnosi precoce e cura.

E’ l’iniziativa
promossa dalla Struttura Complessa di Chirurgia Generale
Ospedaliera del
Policlinico di Foggia, diretta dal Dott. Fausto Tricarico, e
sviluppata in
collaborazione con la S.S.V.D. (Struttura Semplice a Valenza
Dipartimentale) di
Biologia Molecolare Oncologica, diretta dalla dott.ssa Iole
Natalicchio, e con
l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano-IEO.

«Per
realizzare questa importante iniziativa scientifica, -
sottolinea il dottor
Tricarico- saranno necessari fondi che contiamo di raccogliere
attraverso una
serie di eventi benefici grazie alla generosità dei nostri
concittadini. Siamo
sicuri che vorranno contribuire ad un progetto che parte dal
Policlinico di
Foggia e, grazie al coordinamento scientifico dell’IEO, potrà
dare un grande
contributo ai numerosi studi che stanno prendendo vita sul
microbiota
intestinale in campo oncologico».

Il
dottor Tricarico ha riunito un comitato organizzatore che si
occuperà di
promuovere ed organizzare gli eventi benefici.

Il primo appuntamento per la raccolta dei
fondi necessari è in programma il 29 febbraio prossimo, alle
ore 20.30, al
Teatro Giordano di Foggia. Si tratta del concerto “Anema e
Core”, di Micky
Sepalone ed Angela Piaf, che per la prima volta saranno
accompagnati sul palco
da 12 elementi di orchestra: i consueti partner della “Canta
Napoli Band”
saranno affiancati da altri musicisti di qualità della nostra
terra che vantano
esperienze con artisti del calibro di Fausto Leali. Uno
spettacolo al tempo
stesso emozionante ed esilarante, nel quale i due cantanti
foggiani
ripercorreranno la storia della canzone classica napoletana,
“sfidandosi”
amichevolmente per ritrovarsi nei loro apprezzati duetti.

L’evento
sarà organizzato dalla Struttura       di   Chirurgia    Generale
Ospedaliera degli “Ospedali
Riuniti di Foggia”, in collaborazione con l’IEO di Milano, il
Club
Unesco di Foggia, i Rotary Club di Capitanata, l’Associazione
“Agata” di
Foggia, la società GAM e la
società ProEventi di San      Severo   e    con   il   patrocinio
dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti di Foggia”, del
Comune di
Foggia-Assessorato alla Cultura e dell’Università degli Studi
di Foggia-Facoltà
di Medicina e Chirurgia.

Si accederà per invito: per informazioni, si
può scrivere a info@mickysepalone.com o telefonare al numero
338.8505556.

Nel corso della serata, saranno anticipate le
tappe successive    del     progetto   e   degli   eventi   benefici
collegati.

PER APPROFONDIRE

IL MICROBIOTA INTESTINALE

Per microbiota intestinale si intende l’insieme dei
microrganismi, dei loro geni e dei loro metaboliti, presenti
nel tratto
gastrointestinale umano. La microflora intestinale svolge
diverse funzioni
benefiche che contribuiscono al mantenimento di uno stato di
salute “buono”
dell’individuo: 1) produzione di vitamine e di metaboliti
tumore-soppressivi,
come gli acidi grassi a catena corta (es. butirrato) ad azione
immunosoppressiva e regolatrice della proliferazione cellulare
e dell’apoptosi;
2) mantenimento della funzione epiteliale di barriera; 3)
azione diretta sulle
cellule del sistema immunitario finalizzata alla prevenzione
dell’infiammazione
e alla riduzione della risposta            cellulare;   4)   azione
competitiva nei confronti
di batteri patogeni.

Grazie allo sviluppo di nuove tecniche di biologia
molecolare è stato possibile identificare e quindi
classificare, i costituenti
del microbiota intestinale.
Nell’individuo adulto, i phyla batterici più rappresentati
sono Firmicutes
72%, Bacteroidetes 20% e Actinobacteria e Proteobacteria
5-8%. Al primo phylum appartengono più di 200 generi diversi,
tra cui
Cocchi, Bacilli e Clostridi, mentre nel secondo sono inclusi
più di 20 generi,
tra cui Bacteroides e Prevotella. Nel gruppo degli
Actinobacteria
ritroviamo i Bifidobatteri, mentre in quello dei
Proteobacteria sono
comprese le Enterobacteriaceae ed Escherichia coli. Nel
complesso, la popolazione microbica intestinale include delle
500 alle 1000

specie differenti e in totale, le cellule batteriche sono 1014,
un
numero 10 volte superiore a quello delle cellule eucariotiche
umane; è per
questo che il microbiota intestinale umano contiene un numero
di geni almeno
100 volte superiore a quello dei geni che costituiscono il
genoma umano e si
può considerare un vero e proprio genoma supplementare per
l’ospite, detto
microbioma.

Il microbiota condiziona la suscettibilità alla
malattia neoplastica, attraverso effetti metabolici e di
modulazione sulla
risposta immunitaria. Sulla base di studi di sequenziamento
metagenomico, un
numero sempre maggiore di neoplasie risulta associato ad una
alterazione nella
composizione del microbiota commensale (disbiosi). I batteri
intestinali
possono esercitare effetti oncogenici o tumore-soppressivi sia
a livello locale
sia a livello sistemico. Il microbiota può influenzare la
predisposizione e la
progressione del cancro attraverso vari meccanismi, come la
modulazione
dell’infiammazione, o l’induzione di danni al DNA attraverso
la produzione di
tossine o di specie reattive dell’ossigeno (ROS).       Alcuni
studi hanno dimostrato che il
microbiota di pazienti affetti da cancro del colon-retto,
rispetto a quello di
individui sani, risulta essere arricchito di batteri patogeni,
opportunisti ed
associati a disordini metabolici come Fusobacterium nucleatum,
Escherichia
coli, Bacteroides fragilis e Enterococcus faecalis. Il
microbiota intestinale è anche in grado di trasformare
componenti bioattivi
presenti nella dieta in metaboliti ad azione preventiva. Ad
esempio, il
butirrato, acido grasso a catena corta derivante dalla
fermentazione delle
fibre solubili, presenta importanti effetti antinfiammatori e
regolatori
sull’espressione dei geni coinvolti nella proliferazione
cellulare e
nell’apoptosi.

Recenti evidenze sottolineano inoltre, la possibilità
di manipolazione del microbiota attraverso l’utilizzo di
probiotici come
adiuvanti per l’immunoterapia oltre all’impiego di molecole ad
azione mirata
sugli enzimi microbici, al fine di migliorare l’efficacia dei
trattamenti
antineoplastici.
IL
PROGETTO

Il carcinoma
del colon-retto (CRC) o adenocarcinoma è una neoplasia
epiteliale maligna molto
frequente nei paesi occidentali, dove è il tumore più
diagnosticato dopo quello
polmonare nell’uomo e quello mammario nella donna.

Nel 2019 in
Italia sono state effettuate oltre 49.000 nuove diagnosi di
CRC mentre i
decessi sono stati circa 20.000. Il CRC colpisce con una
leggera prevalenza il
sesso maschile e la sua incidenza aumenta con l’aumentare
dell’età. La maggior
parte dei carcinomi colo-rettali (circa il 90%) è di origine
sporadica, mentre
circa il 5% è di tipo ereditario ed insorge nel contesto di
varie sindromi
geneticamente determinate (es. la sindrome di Lynch, HNPPC e
la poliposi
adenomatosa familiare, FAP).

Solitamente la
carcinogenesi del CRC è un processo “multistep” che può
evolvere nell’arco di
10 anni e prevede una fase di “iniziazione”, nella quale si ha
la
trasformazione dell’epitelio normale in adenoma, seguita da
una fase di
“promozione” con l’evoluzione da adenoma a cancro. Ogni
trasformazione è
conseguenza dell’accumulo sequenziale di alterazioni genetiche
e epigenetiche
che agiscono sui geni oncosoppressori, sui proto-oncogeni e
sui geni del mismatch
repair, che svolgono un ruolo chiave nei meccanismi di riparo
del DNA.
L’eziologia multifattoriale del CRC suggerisce che fattori
ambientali e
suscettibilità possano avere un ruolo preponderante nella
genesi di questo
tumore. Tra i fattori favorenti ritroviamo una dieta ricca di
grassi animali e
povera di fibre, uno stile di vita sedentario, l’obesità, il
fumo di sigaretta,
un consumo eccessivo di alcool, la presenza di diverticoli del
colon oppure
malattie infiammatorie croniche intestinali, l’età avanzata.
Tra i fattori
protettivi, troviamo una dieta ricca di frutta e verdura, il
consumo di
carboidrati non raffinati, vitamina D e calcio, l’attività
fisica moderata e
regolare, l’assunzione giornaliera di basse dosi di acido
acetilsalicilico per
lunghi periodi.

Una relazione
tra il microbiota intestinale e i tumori del colon-retto è
stata ipotizzata più
volte, soprattutto per il forte legame esistente tra questa
neoplasia e la
dieta. Lo sviluppo di metodiche di biologia molecolare sempre
più efficaci ha
reso possibile uno studio più approfondito del microbiota e ha
messo in
evidenza le differenze che esistono a livello qualitativo tra
la flora
intestinale delle popolazioni a rischio di insorgenza di CRC e
quella delle
popolazioni in cui questo rischio è ridotto.

Il progetto si
propone, quindi, di caratterizzare la composizione del
microbiota
intestinale nei pazienti affetti da cancro del colon-retto
per contribuire alla Ricerca che punta ad intercettare i
segnali predittivi di
malattia e ad attivare percorsi terapeutici precoci.

Oggi l’esame
di screening per il tumore del colon-retto è la ricerca del
sangue occulto nelle feci che molto spesso permette di
rilevare la presenza di
tumore già in fase avanzata. Lo studio della composizione
batterica del
microbiota intestinale potrebbe rappresentare un biomarcatore
precoce di
malattia.

Lo studio prevede
la raccolta di campioni fecali di pazienti con diagnosi di
carcinoma del
colon-retto afferenti e, come dato di confronto, quelli di
individui sani
che rappresentino la composizione “normale” del microbiota.
L’analisi metagenomica
sarà condotta mediante tecniche di sequenziamento massivo
parallelo (Next Generation Sequencing) e successiva
analisi bioinformatica.
L’identificazione di alcuni ceppi batterici noti come
marcatori del
carcinoma, tra cui
il Fusobacterium nucleatum, già
associato alla malattia, consentirebbe una nuova tipologia di
diagnosi
del tumore al colon-retto basato proprio su questi ceppi che
nei malati
risultano modificati rispetto ai controlli.

Nel progetto
saranno impegnati quattro specialisti del Policlinico: la
dott.ssa Iole
Natalicchio, biologo molecolare, che coordinerà lo staff
territoriale; il dott.
Guido Giordano, oncologo; la dott.ssa Francesca Sanguedolce,
anatomopatologa;
il dott. Vincenzo Lizzi, chirurgo.

Sanremo 2020, il vincitore è
Diodato: 11,4 milioni per la
finale e il 60% di share
Diodato con la canzone “Fai Rumore” è il vincitore della
settantesima edizione del festival di Sanremo. Al secondo
posto Francesco Gabbani con “Viceversa”, sul podio anche la
sorpresa Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr”.
La serata finale del Festival di Sanremo è stata seguita in
media ieri su Rai1 da 11 milioni 476mila spettatori con il
60.6% di share. L’anno scorso l’ultima serata del festival
aveva raccolto in media 10 milioni 622mila telespettatori pari
al 56.5%. E’ il miglior risultato dal 2002. La prima parte
della serata finale (dalle 21.32 alle 23.52) ha fatto segnare
13 milioni 638mila
telespettatori con il 56.8%, la seconda (23.57-1.59) 8 milioni
969mila con il 68.8%. Nel 2019 la prima parte dell’ultima
serata di Sanremo aveva raccolto 12 milioni 129mila spettatori
con il 53.1%; la seconda 8 milioni 394mila con il 65.2%.

Grande bottino per Diodato che si aggiudica anche il premio
della critica intitolato a Mia Martini della sala stampa e il
premio della sala stampa Lucio Dalla sezione campioni. Il
cantautore, alla sua terza volta a Sanremo, ha convinto le
giurie con il suo intenso “Fai rumore”, non solo un brano ma
un atto di ribellione che fotografa l’amore nel senso più
ampio possibile e allo stesso tempo un invito ad abbattere i
muri dell’incomunicabilità.

Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo assegnato dalla
commissione musicale va a Rancore con la canzone “Eden”. Il
premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione musicale
va a Tosca con “Ho amato tutto”. Il premio TIMMUSIC,
attribuito al brano in concorso più ascoltato in streaming
sulla piattaforma Tim dedicata alla musica digitale va a
Francesco Gabbani con “Viceversa”.

LA CLASSIFICA FINALE. 1) Diodato 2) Francesco Gabbani 3)
Pinguini Tattici Nucleari 4) Le Vibrazioni 5) Piero Pelù 6)
Tosca 7) Elodie 8) Achille Lauro 9) Irene Grandi 10) Rancore
11) Raphael Gualazzi 12) Levante 13) Anastasio 14) Alberto
Urso 15) Marco Masini 16) Paolo Jannacci 17) Rita Pavone 18)
Michele Zarrillo 19) Enrico Nigiotti 20) Giordana Angi 21)
Elettra Lamborghini 22) Junior Cally 23) Riki.

L’ULTIMA SERATA. Sanremo consacra Amadeus e Fiorello come
coppia da show: il gioco di sponda è riuscito, la complicità
ha spazzato via le polemiche della vigilia, ‘Ciuri’ ha
contagiato ‘Ama’, come dimostra lo sketch iniziale, con
Amadeus travestito da De Filippi per onorare la scommessa
degli ascolti o il ballo lento in attesa dei risultati alla
fine della trasmissione. “I vertici Rai ci hanno proposto di
fare il Sanremo bis: la risposta la daremo alla fine di questa
puntata, la settimana prossima”, annuncia Fiore, tra il serio
e faceto, all’inizio della serata, ironizzando sulla durata
extralarge del festival.

L’apertura è sulle note dell’inno nazionale, perfetto per
suggellare un festival che ha unito ancora una volta l’Italia,
mantenendosi sempre sopra il 50% di share, risultati che non
si vedevano da vent’anni. Fiorello riparte subito dal caso
Bugo-Morgan: “Ieri sera là dietro era peggio di Paura e
delirio a Las Vegas, c’era Rita Pavone che giocava a burraco
con Dua Lipa, Piero Pelù che struccava Achille Lauro… “. Poi
si avvicina a Josè, il figlio di Amadeus in prima fila:
“Quando è iniziato il festival aveva otto anni, oggi ne ha
undici”. E ai vertici Rai: “Non si può fare così, un festival
che dura 600 ore, Sanremo ha fagocitato tutto. Zingaretti,
Salvini, dove siete? Dove state Sardine, Cinque Stelle? Ho
visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini”.

Entra Amadeus in versione De Filippi, con tanto di imitazione
di ‘queen Mary’: i due amici ballano e cantano Un mondo
d’amore di Gianni Morandi. E mentre “da capo al mondo”
arrivano via Twitter i complimenti di Jovanotti, gli ex
ragazzi di via Massena, cresciuti a pane e Radio Deejay,
salutano il loro mentore Claudio Cecchetto.

Per un Ama che diventa performer, un Tiziano Ferro che si
rivela monologhista: “La felicità non è un privilegio, è un
diritto. A 40 anni – sottolinea a due settimane dal compleanno
– penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte
sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato
delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei
deboli. Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il
21 febbraio 1980. Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non
accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40
anni ormai”, scandisce visibilmente emozionato.

C’è   spazio    per    l’ovazione    per   Fiorello.    Re
dell’improvvisazione, durante l’attesa dei risultati fa il
verso ai trapper improvvisando un freestyle con l’autotune e
coinvolgendo anche il direttore di Rai1 Stefano Coletta
(“Questa è la fine della Rai”, commenta lo showman) e una
violinista dell’orchestra che si presta al gioco.

“Questo festival non sarebbe stato così se non avessi avuto
sempre accanto a me il mio amico, da 35 anni, Fiorello”:
Amadeus ringrazia lo showman e parte l’applauso del pubblico
dell’Ariston che si alza in piedi.
Applausi anche in sala stampa. Fiorello ringrazia per la sua
“prima standing ovation a Sanremo” e rivolge un pensiero a
Bruno Martino salutando il figlio Adriano, chitarrista. Un
pensiero anche per Fred Bongusto, prima di cantare ‘Amore
fermati’ e chiamare la standing ovation per l’orchestra.
Colpo di scena a Sanremo
2020, squalificati Morgan e
Bugo: la classifica, Diodato
re della serata
Il verdetto più importante della quarta serata del festival di
Sanremo 2020 è la vittoria tra le Nuove Proposte di Leo
Gassman, figlio dell’attore Alessandro, in una serata lunga e
che celebra in diretta la pace tra Fiorello e Tiziano Ferro,
con tanto di duetto, abbraccio e bacio sulle labbra. Un
spettacolo molto lungo, quello di ieri, con tutti i cantanti
in gara, colpi di scena, imprevisti e il voto della sala
stampa che celebra Diodato.

IL COLPO DI SCENA. C’è un colpo di scena su cui si accendono i
riflettori della serata: la squalifica di Bugo e Morgan. A
esibizione iniziata del brano Sincero, Morgan si interrompe.
Sul palco non c’è Bugo. Il clamoroso abbandono della scena
sarebbe legato alla decisione di Morgan di cambiare il testo
della canzone, rinfacciandogli “la tua brutta figura di ieri
sera”. Dopo lo stop all’esibizione di Bugo e Morgan, tocca a
Fiorello correre ai ripari e lo showman non si perde d’animo.
Prima ammette: “Non ho capito niente di quello che è
successo”. Poi, rivolto ad Amadeus, ironizza: “Proclamiamo il
vincitore stasera, così ce ne andiamo a casa”. E ancora: “Uno
in meno, meglio così”.
Il mancato ritorno sul palco dei due artisti provoca la
squalifica. “Bugo e Morgan non rientrano. Si tratta di
defezione, quindi da regolamento sono squalificati dal
festival di Sanremo”, ha annunciato in diretta Amadeus. “Li
considero due grandi artisti e la loro è una bellissima
canzone, come le altre 23. Spiace che non siano qui a
cantare”.

LO SHOW. Dopo il boom di ascolti della terza serata, quasi 9,9
milioni di media e soprattutto un 54.5% di share che è il più
alto dal 1997, Fiorello torna, ma è costretto a onorare ancora
una volta la scommessa, entrando in scena dalla scalinata
travestito da coniglio del Cantante mascherato. “Sono il
figlio di Milly Carlucci, mi chiamo Coniglio Carlucci. Siamo
una famiglia, siamo i Conigli Tattici Nucleari”. Le sorprese
non sono finite: sotto la testa da coniglio si nasconde la
parrucca di Maria De Filippi “e sotto lo smoking c’è la tutina
di Achille Lauro”. Lo showman scherza con ‘Ama’: “Sembro
Caniggia, oppure uno di Gomorra 3. E’ un festival
straordinario. C’è stato Don Matteo, Il Cantico dei Cantici
con Benigni pazzesco ieri sera, poi Cristiano. Insomma c’è del
vaticanismo qui”. Fa le ‘faccette’ per imitare l’espressione
di CR7 (“Fa la crioterapia, ti mettono dentro un frigorifero
gigante, ti abbattono come una fetta di tonno, entri Baglioni
e esci Benji e Fede”), poi ‘incastra’ l’amico conduttore: “Se
la puntata di stasera andrà bene, tocca a te domani iniziare
con questa parrucca il festival”.
Tiziano Ferro trascina l’Ariston con il medley di L’ultima
notte al mondo, Ti scatterò una foto, L’amore è una cosa
semplice: standing ovation, poi il duetto con Fiorello sulle
note di Finalmente tu, che archivia le tensioni delle ultime
ore tra i due artisti. A suggellare la pace, un bacio che
‘Ciuri’ stampa a sorpresa sulle labbra di Tiziano: “Ti posso
dire? C’è del bacismo!”. Una tendenza che contagia anche
Amadeus: il conduttore raggiunge i genitori in platea, “magari
di festival ne faccio solo uno, vado a dare un bacio a mamma”.
Fiorello è tornato e tornano anche le gag da villaggio
vacanze, come quella sulle difficoltà a fare la pipì a
sessant’anni. Più riuscita la versione swing di Quando quando
quando che – in quota nostalgia – lo showman canta con Tony
Renis direttore d’orchestra d’eccezione.
Le signore del festival sono Antonella Clerici, che ostenta
una mise delle sue, sontuosa, rosso fuoco, in pizzo, ruches di
tulle e strass, e Francesca Sofia Novello, elegante nell’abito
nuvola di tulle nero con la profonda scollatura a cuore.
‘Ama’, ormai sdoganato anche come showman, ironizza sulla sua
gaffe in conferenza stampa e, con una bomboletta spray,
traccia una linea bianca sul palco invitando la fidanzata di
Valentino Rossi a non indietreggiare mai. Poi pulisce il
pavimento con lo spazzolone: “Pippo Baudo mi aveva avvertito:
a Sanremo devi essere pronto a tutto”.

Sprazzi di grande musica internazionale con Dua Lipa: la
superstar di origini albanesi e kosovare porta all’Ariston
Don’t start now, primo singolo estratto dal nuovo album Future
nostalgia. Toccante il video di omaggio a Vincenzo Mollica, il
giornalista del Tg1 memoria storica del festival, che va in
pensione: per lui il saluto di Stefania Sandrelli, Vasco
Rossi, Roberto Benigni, mentre Fiorello lo abbraccia in
platea. A mezzanotte tocca anche a Ghali, per la prima volta
all’Ariston con un medley dei suoi successi: entrata
scenografica con finta caduta per le scale e sul volto la
maschera, uno dei trend di questo festival. Così come il
bacio, e stavolta è Ghali e darlo a Fiorello.

I BIG. Questa la classifica relativa alla quarta serata, con
il voto espresso dalla Giuria della Sala Stampa: 1) Diodato 2)
Francesco Gabbani 3) Pinguini Tattici Nucleari 4) Le
Vibrazioni 5) Piero Pelù 6) Tosca 7) Rancore 8) Elodie 9)
Achille Lauro 10) Irene Grandi 11) Anastasio 12) Raphael
Gualazzi 13) Paolo Jannacci 14) Rita Pavone 15) Levante 16)
Marco Masini 17) Junior Cally 18) Elettra Lamborghini 19)
Giordana Angi 20) Michele Zarrillo 21) Enrico Nigiotti 22)
Riki 23) Alberto Urso. Bugo e Morgan squalificati.

Sanremo      2020,     l’inno
all’amore di Benigni tra le
cover: Tosca incanta, la
classifica della terza serata
Nella serata delle cover il grande protagonista è Roberto
Benigni. Ma sullo sfondo c’è anche la polemica a suo di tweet
con Tiziano Ferro e Fiorello. Benigni porta all’Ariston
l’esegesi del Cantico dei Cantici, vola alto, tra le allegorie
bibliche, spiazzando chi immaginava un monologo politico, e
recita “la canzone delle canzoni, che parla di amore fisico di
due ragazzi che cantano ognuno l’amore per l’altro. Non c’è
canzone più ardente. E’ come avere Imagine o Yesterday dei
Beatles e nessuno l’hai mai fatta in tv”, spiega il premio
Oscar.

Un inno all’amore “che è l’infinito messo alla portata di
ognuno di noi. Non c’è vita umana che almeno per un momento
non sia stata immortale, e lo sapete tutti. Noi che abbiamo
avuto in sorte questo scherzo grandioso di essere al mondo,
ora sappiamo perché, per amore”.
L’ingresso è trionfale, accompagnato dalla banda Canta e
sciuscia. L’ultima volta all’Ariston, nove anni fa, entrò in
scena in sella a un cavallo bianco e celebrò i 150 anni
dell’Unità d’Italia. Stavolta è il 70esimo, e l’occasione per
il premio il regista e attore per citare la “toccatina” a
Pippo Baudo e per ricordare che nel 1980 fu proprio lui a
condurre il festival, “era il trentesimo, quest’anno
raggiungiamo quota 100, Sanremo può andare in pensione”.

L’unica stoccata è per Matteo Salvini: “Allora vinse Toto
Cutugno, eterno secondo che arrivò primo. Ora però è cambiato
il sistema di voto, si può anche citofonare e dire: qui c’è
gente che canta”. Di amore, dice Benigni, “ne facciamo sempre
poco, anche i giovani che ne parlano tanto non è che fanno
tanto all’amore. Sarei per farne di più, anche stasera
all’Ariston, in diretta, tutti a fare l’amore diretti da
Vessicchio e come va va, sarebbe una serata bellissima”. Il
Cantico dei cantici, continua, “parla di amore e di sesso, è
la storia di una coppia, lei e lui che si amano, ma è la
storia di tutte le coppie del mondo, la donna con il suo uomo,
la donna con la sua donna, l’uomo con il suo uomo, addirittura
ogni persona umana che ama per amare”. Dura poco più di
mezz’ora l’intervento del premio Oscar, coraggioso intermezzo
letterario nell’infinita galleria di cover dedicata ai grandi
successi della storia del festival reinterpretati in duetto
dai Big in gara.

La serata si apre con l’omaggio di Amadeus alle vittime
dell’incidente del treno a Lodi. Subito in scena l’energia di
Fausto Leali che ‘presta’ la sua Deborah a Michele Zarrillo,
poi Junior Cally canta Vado al massimo con i Viito, cita le
Sardine e incassa l’apprezzamento di Vasco Rossi. Una delle
due signore del festival stasera è Georgina Rodriguez,
statuaria compagna argentina di Cristiano Ronaldo che,
attesissimo, siede in prima fila. Assente Fiorello (“Ho il
giorno libero, con Benigni divento spettatore”, ha fatto
sapere) tocca ad Amadeus improvvisarsi showman nella gag con
la ‘camiseta’ bianconera nascosta sotto lo smoking di velluto
nero, che però sul retro è nerazzurra, in omaggio alla fede
interista del conduttore. Ma è lo stesso CR7, poi, a
regalargli la sua maglietta della Juve: “Ci sono campioni che
appartengono a tutto il calcio”, commenta Ama. Poi Georgina
non sfigura nel suo primo tango e va a baciare il suo
Cristiano in prima fila. L’altra ‘regina’ è Alketa Vejsiu,
biondissima star della tv albanese, che con parlantina
incontenibile ringrazia l’Italia “esempio di integrazione,
accoglienza, umanismo”.

Il no al femminicidio torna prepotente sul palco con
l’ingresso delle sette ‘pasionarie’, Alessandra Amoroso,
Giorgia, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini,
Elisa ed Emma, ciascuna con un simbolo rosso, al festival per
lanciare il grande live del 19 settembre a Campovolo per
raccogliere fondi per i centri anti violenza. Emozionano
Raphael    Gualazzi    e   Simona    Molinari    nella   loro
reinterpretazione sognante di E se domani, è d’impatto il
binomio tra Anastasio e Pfm che incrociano sensibilità e
generazioni diverse sulle note di Spalle al muro. L’Ariston è
in piedi per Alberto Urso e Ornella Vanoni che pure ha qualche
incertezza nel proporre La voce del silenzio. Ospiti
internazionali Lewis Capaldi, arista rivelazione scozzese, e
Mika, che rende omaggio a Fabrizio De André.

LA CLASSIFICA DELLA SERATA DELLE COVER. Ad aggiudicarsi la
serata dedicata alle cover è Tosca, in omaggio ai 70 anni del
Festival di Sanremo. Dietro all’interprete romana, Piero Pelù
e i Pinguini Tattici Nucleari. Il compito di votare questa
sera era affidato all’Orchestra.
Questa la classifica completa: 1) Tosca 2) Piero Pelù 3)
Pinguini Tattici Nucleari 4) Anastasio 5) Diodato 6) Le
Vibrazioni 7) Paolo Jannacci 8) Francesco Gabbani 8) Rancore
10) Marco Masini 11) Raphael Gualazzi 12) Enrico Nigiotti 13)
Rita Pavone 14) Irene Grandi 15) Michele Zarrillo 16) Achille
Lauro 17) Levante 18) Giordana Angi 19) Elodie 20) Alberto
Urso 21) Junior Cally 22) Riki 23) Elettra Lamborghini 24)
Bugo e Morgan.

Tha  Supreme,   23                           6451          è
l’album d’esordio.
A partire dal 15 novembre 2019, è uscito nei negozi, negli
store digitali e sulle piattaforme streaming, l’album
d’esordio di Tha Supreme, giovane producer e rapper, tra i
protagonisti dell’estate 2019 grazie a Yoshi, hit realizzata
con la partecipazione di Dani Faiv e Fabri Fibra. Il primo
album di Tha Supreme si intitola 23 6451. Il primo lavoro
discografico di Tha Supreme, che verrà pubblicato su etichetta
Sony Music Italia. Considerato il Leet (la sostituzione di
lettere con caratteri non alfabetici, in questo caso, i
numeri) con il quale i titoli delle varie tracce sono stati
scritti, il titolo dell’album d’esordio di Tha Supreme si
potrebbe “tradurre” da 23 6451 a Le Basi (di seguito, trovate
la tracklist dell’album).

Blun7 a Swishland pubblicato l’8 novembre 2019 come quinto
estratto dal primo album in studio 23 645, è già diventata la
canzone più ascoltata di questo album ma anche una delle più
sentite in Italia.

Sanremo 2020, è Fiorello
show: la classifica dei Big
dopo   la  seconda  serata,
Gabbani vola
La seconda serata del festival di Sanremo 2020 è un vero e
proprio Fiorello show. Fa tutto: balla, canta, gioca a tennis,
fa il quinto dei Ricchi e Poveri. Ma non solo: colpisce
all’avvio della trasmissione quando entra in scena dalla scala
vestito da Maria De Filippi.

Più rilassato anche Amadeus, forte di un debutto da oltre 10
milioni di spettatori con uno share del 52.2%, il più alto dal
2005. Sul fronte canzoni è la serata di Francesco Gabbani, che
non solo domina la classifica della seconda serata, ma al
termine delle esibizioni di tutti e 24 gli artisti, 12 martedì
e 12 mercoledì, è in vetta alla graduatoria secondo la
votazione della giuria demoscopica.

LO SPETTACOLO. Il refrain di C’è posta per te in sottofondo,
Fiore apre lo show scendendo dalla scala, tacchi, parrucca
bionda, abitino bon ton nero, l’immancabile caramella in
bocca: deve onorare la promessa fatta ieri sera in caso di
successo di ascolti del festival. “Il problema è una parola
sola: Techetechetè, questa cosa rimarrà per sempre, ma io ho
una famiglia a casa”, ironizza “Sembro Boris Johnson
piastrato”. Ma la sorpresa è la telefonata di ‘queen Mary’: la
signora della tv si presta alla ‘carrambata’, fa i complimenti
ad Amadeus e si lascia doppiare dallo stesso showman per il
classico ‘Benvenuti alla 70/a edizione del festival di
Sanremo’.

Fiorello trasforma l’Ariston in discoteca con Stayin’ Alive,
in campo da tennis per un breve scambio con Nole Djokovic
(“Solo questa racchetta fa il 40%, ride prima di coinvolgere
l’amico sulle note di Terra promessa di Eros Ramazzotti) e poi
canta La classica canzone di Sanremo, “canzone qualunquista,
senza polemica sessista, vagamente ambientalista… da qui
all’eternità, e adesso andiamo a stravincere Sanremo”.

La prima standing ovation della serata è per Fabrizio
Frizzi, che proprio il 5 febbraio avrebbe compiuto 62 anni:
“Sono convinto che se Fabrizio ci fosse stato ancora, questo
70/o festival lo avrebbe presentato lui”, dice commosso
Amadeus mentre arriva sul palco la moglie del conduttore
scomparso, Carlotta Mantovan. Tutti in piedi anche per Massimo
Ranieri e Tiziano Ferro, che duettano e si emozionano sulle
note di Perdere l’amore, e tutti a ballare sul medley dei
Ricchi e Poveri, tornati eccezionalmente nell’originaria
formazione a quattro: un tuffo negli anni ’70-’80 con La prima
cosa bella, Che sarà, Se mi innamoro, Mamma Maria, Sarà perché
ti amo.

Superospiti della serata anche Zucchero – che travolge il
teatro con i rimi da black music tra Spirito nel buio, La
canzone che se ne va e Consapevole libidine – e Gigi
D’Alessio. Il pugno nello stomaco nella seconda serata è la
storia del guerriero Paolo Palumbo, 22enne malato di Sla, che
propone il brano ‘Io sto con Paolo’ presentato alle selezioni
di Sanremo Giovani, e con una voce elettronica racconta la sua
lotta contro la malattia, l’importanza di non arrendersi, lo
straordinario rapporto con il fratello Rosario, invitando
tutti a “continuare dritti per la propria strada”, perché non
esistono sogni irrealizzabili.

Nel ruolo di signore del festival, le giornaliste del Tg1
Laura Chimenti a Emma D’Aquino, elegantissime negli abiti
bianco/nero e argento e finalmente “visibili tutte intere”, e
Sabrina Salerno che – a parte un piccolo ‘incidente’ con un
tacco sulla scala – si sente ancora una ‘sexy girl’ come 35
anni fa quando conobbe Amadeus. E sicuramente lascia esplodere
la sua sensualità Elettra Lamborghini, che accenna il twerking
con la sua Musica (e il resto scompare), scatenando i social.
Gli ospiti si prendono la scena e la gara dei big procede a
rilento.
Ecco il ‘Gigante’ Piero Pelù, Enrico Nigiotti con Baciamo
adesso, Levante con Tikibombom, i Pinguini Tattici Nucleari
che si scatenano con Ringo Starr, una convincente Tosca con Ho
amato tutto. E ancora Francesco Gabbani (Viceversa), Paolo
Jannacci (Voglio parlarti adesso), Rancore (Eden). A chiudere
la gara, Junior Cally (No grazie), Giordana Angi (Come mia
madre), Michele Zarrillo (Nell’estasi e nel fango). Tra i
Giovani passano in semifinale Fasma e Marco Sentieri.

LA CLASSIFICA DELLA SERATA. In base al voto della giuria
demoscopica, composta da 300 persone, la classifica della
seconda serata vede davanti a tutti Francesco Gabbani, a
seguire Piero Pelù, Pinguini Tattici Nucleari, Tosca, Michele
Zarrillo, Levante, Giordana Angi, Paolo Jannacci, Enrico
Nigiotti, Elettra Lamborghini, Rancore, Junior Cally.

LA CLASSIFICA GENERALE. Al termine delle esibizioni di tutti e
24 gli artisti, ecco la prima classifica generale dei Big in
gara al festival di Sanremo, secondo la votazione della giuria
demoscopica. Al primo posto Francesco Gabbani, poi a seguire:
Le Vibrazioni, Piero Pelù, Pinguini Tattici Nucleari, Elodie,
Diodato, Irene Grandi, Tosca, Michele Zarrillo, Levante, Marco
Masini, Alberto Urso, Giordana Angi, Raphael Gualazzi,
Anastasio, Paolo Jannacci, Achille Lauro, Enrico Nigiotti,
Rita Pavone, Riki, Elettra Lamborghini, Rancore, Bugo e
Morgan, Junior Cally.

Sanremo             2020          tra         show         e
denuncia, la classifica della
prima serata: Vibrazioni in
testa
Ironia, denuncia, show e momenti di riflessione. C’è tutto
questo nella prima serata del festival di Sanremo 2020. Si
parte dalla ‘benedizione’ di don Rosario Fiorello, si va
avanti con il pianto a dirotto di Tiziano Ferro nell’omaggio a
Mia Martini, si ascolta l’urlo potente e pacato insieme di
Rula Jebreal contro la violenza sulle donne.
“Buonasera fratelli, c’è bisogno di pace”. Fiorello fa
l’ecumenico entrando dalla platea. La tonaca è quella
originale di don Matteo, “uno dei pochi Matteo che funzionano
in Italia: da solo quest’abito fa il 35%, con me dentro al 40%
ci arriviamo”, ride punzecchiando Renzi e Salvini. Non se ne
abbia papa Francesco: “Santo padre, non disdica il canone”,
scongiura.

Poi torna a modo suo sulle polemiche pre festival: “Amadeus si
è messo contro tutti. Le donne, la politica, la destra, la
sinistra. Salmo, Jovanotti, la Bellucci sono fuggiti neanche
fossero elettori dei Cinque Stelle. Allora qualcuno doveva pur
aiutarlo. Sarò al suo fianco, gli darò qualche consiglio, sarò
il suo Rocco Casalino”. E subito lo mette in allerta sui
rischi che corre: “Questi sono gli attimi che precedono la
fine della tua carriera: ti levano pure i Soliti Ignoti. Ce
l’hai presente il parente misterioso? Quello fai. La gente
cancella i selfie con te. Tu non devi pensare al cast, a
quelli che stanno qua, ma a quelli che hai lasciato a casa.
Era meglio il Festivalbar.

Ricordati: a Sanremo si entra papa e si esce Papeete”, altra
stoccata a Salvini. ‘L’amico del conduttore’, il ‘badante
2.0’, contagia Amadeus facendogli imitare Sandy Marton e
Adriano Celentano e punteggia una serata dalla durata monstre
che decolla con l’omaggio a Mia Mia Martini di Tiziano Ferro,
in lacrime dopo un’interpretazione da brivido di Almeno tu
nell’universo.

Ma il pugno nello stomaco arriva con Rula Jebreal, che non
tradisce le attese con un monologo potentissimo contro il
femminicidio: le domande fatte alle vittime nelle aule di
tribunale sono insopportabili, i numeri in Italia dipingono
una realtà spietata, ma l’invito alle donne è a denunciare, a
“non avere più paura, a essere libere nello spazio e nel
tempo” e agli uomini a “lasciarci essere quello che siamo e
quello che vogliamo essere, diventando complici e compagni”.
La figlia Miral la guarda commossa in platea mentre Rula si
mette a nudo con coraggio raccontando la tragedia della madre
Nadia, suicida dopo essere stata brutalizzata due volte, “a
tredici anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta
al silenzio”.

L’Ariston è in piedi per lei. E’ standing ovation anche per Al
Bano e Romina: introdotti dalla figlia Romina jr, che
trentatré anni fa era nel pancione, trascinano la sala nel
karaoke con Nostalgia canaglia e con un medley sulle note
delle hit La siepe, Ci sarà, Felicità, prima di proporre
l’inedito Raccogli l’attimo scritto da Cristiano Malgioglio,
che gongola in prima fila. Accanto c’è la famiglia di Amadeus,
l’ad Rai Fabrizio Salini, il presidente Marcello Foa, il
direttore di Rai1 Stefano Coletta. Diletta Leotta gioca a fare
la conduttrice sportiva, poi si cimenta anche lei in un
monologo sulla bellezza, “che capita, non è un merito”, e
soprattutto “è un peso che con il tempo ti può far inciampare
se non lo sai portare”, come le ha insegnato nonna Elena, 85
anni, che la guarda ancora bellissima dalla platea.

Sul palco sfilano i primi dodici Big. Achille Lauro conferma
la sua voglia di provocare entrando sul palco con un mantello
di velluto nero che poi lascia cadere, restando in scena con
una tuta aderente nude look per cantare il suo brano-bandiera,
Me ne frego: una citazione, nelle intenzioni dell’artista,
della spoliazione di San Francesco. Irene Grandi si conferma
la ‘ragazza di Vasco’ con Finalmente io, l’applauditissima
Rita Pavone si mangia il palco con Niente (resilienza 74),
Marco Masini è fedele a se stesso con Il confronto, Diodato
convince con Fai rumore, Le Vibrazioni cantano Dov’è
accompagnati dal maestro star Beppe Vessicchio e dal
linguaggio dei segni, Anastasio graffia con Rosso di rabbia.
Poi tocca a Elodie, Alberto Urso, Riki, Raphael Gualazzi, Bugo
e Morgan. E’ tempo di primi verdetti per i Giovani: dopo le
prime due sfide passano in semifinale Tecla Insolia, che con
con 8 marzo canta anche lei la resilienza versione millennial,
e Leo Gassmann con Va bene così (e papà Alessandro tira un
sospiro di sollievo (“…come se avessi partorito 3 gemelli…”).
Ma il verdetto più importante – e più atteso – arriverà
inesorabile domattina con le curve dell’Auditel.

LA CLASSIFICA DELLA PRIMA SERATA. Questa la classifica della
prima serata, in base al voto della giuria demoscopica,
composta da 300 persone: Le Vibrazioni (Dov’è), Elodie
(Andromeda), Diodato (Fai rumore), Irene Grandi (Finalmente
io), Marco Masini (Il confronto), Alberto Urso (Il sole ad
est), Raphael Gualazzi (Carioca), Anastasio (Rosso di Rabbia),
Achille Lauro (Me ne frego), Rita Pavone (Niente – Resilienza
74), Riki (Lo sappiamo entrambi), Bugo e Morgan (Sincero).
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