RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - mercoledì 28 novembre 2019

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – mercoledì 28 novembre 2019
(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Carenze di personale: per la Cgil la riforma danneggerà i Comuni (M. Veneto)
In finanziaria 4 milioni in meno per lo sviluppo logistico del porto (Piccolo)
Il ritorno di Beltrame all'Ufficio scolastico. Rosolen: «Da Roma protocollo infranto» (Piccolo)
Ripartiti 2,2 miliardi per il finanziamento della sanità nel 2020 alle nuove Aziende (M. Veneto, 3 art.)
Fincantieri investe nei cantieri Usa Pence: «Qui le navi migliori al mondo» (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 6)
Le nuove povertà crescono in città. Quasi raddoppiati gli utenti Caritas (Piccolo Trieste)
Principe, scatta la Cigs per duecento addetti (Piccolo Trieste e Mv Udine)
Gemona, l'ospedale riorganizza i servizi: 32 posti in più per riabilitazione (M. Veneto Udine)
Infortunio sul lavoro: un operaio rischia di perdere un piede (M. Veneto Udine)
I servizi sociali tornano alla gestione comunale. Oggi il voto in Consiglio (M. Veneto Udine)
Friulia cresce in Maschio Gaspardo. Inaugurata la nuova linea produttiva (M. Veneto Pordenone)
Cresce Friulfruct: boom produttivo, nuovi investimenti e più occupazione (M. Veneto Pordenone)
Voto unanime al matrimonio tra i due Consorzi. Il via entro l'estate (Piccolo Gorizia-Monfalcone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Carenze di personale: per la Cgil la riforma danneggerà i Comuni (M. Veneto)
«Quella approvata dal Consiglio è una riforma che aggraverà gli effetti delle carenze di personale e che
abdica all'obiettivo di rendere più efficiente e sostenibile, attraverso le unioni e la messa in rete dei servizi
erogati, la macchina amministrativa degli enti locali in regione».La Cgil del Friuli Venezia Giulia ribadisce
così il suo giudizio, profondamente negativo, sulla riforma approvata il 14 novembre dal Consiglio
regionale, al centro di un dibattito tenutosi ieri alla presenza del presidente del Consiglio delle autonomie
locali (Cal) del Fvg, il sindaco di San Vito al Tagliamento Antonio Di Bisceglie. A dispetto del titolo, "Esercizio
coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali Fvg", Il disegno di legge "firmato" dall'assessore Roberti e
votato dall'aula decreta, nel giudizio della Cgil, «l'abbandono di un percorso di aggregazione dei piccoli enti
che la precedente riforma, pur con diversi errori e contraddizioni, in particolare nella disciplina e nel
funzionamento delle Uti, aveva avviato».Questa la posizione condivisa da Rossana Giacaz, della segreteria
regionale Cgil, e dalla segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil Fvg Orietta Olivo, che denuncia il
«rischio di un drastico rallentamento, e nei casi più gravi di paralisi, nei servizi di molti comuni, a partire dai
più piccoli, maggiormente esposti agli effetti delle già gravi carenze di personale, destinate ad appesantirsi
ulteriormente nel tempo a causa dei pensionamenti e del mancato turnover».A rallentare la macchina
amministrativa, dicono, c'è anche la gestione stessa del nuovo riassetto organizzativo, con la retromarcia
sulle Uti e l'istituzione di nuovi enti, le rinate comunità montane e quelli di riferimento di area vasta.

In finanziaria 4 milioni in meno per lo sviluppo logistico del porto (Piccolo)
Marco - Mancano 4 milioni al sistema portuale del Friuli Venezia Giulia rispetto a un anno fa. La denuncia
arriva dal Pd, deciso a chiedere di reintrodurre quella cifra in Finanziaria e pronto ad attaccare alzo zero il
centrodestra. «La giunta sta dalla parte del porto solo quando fa comodo», dice il consigliere Roberto
Cosolini. La replica? «Vero, ci sono meno risorse al momento, ma stiamo cercando di recuperarle almeno in
parte», fa sapere l'assessore alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti. Il Pd, sulla questione, interviene con
una nota molto dettagliata. A inizio 2019, ricorda Cosolini, «sono stati stanziati 9,4 milioni nei tre capitoli
per sviluppo di portualità e logistica. Ora lo stanziamento per il 2020 scende a 3,5 milioni, quindi a poco più
di un terzo. L'Autorità portuale poi, in particolare nel capitolo dedicato a implementare la logistica integrata
al porto di Trieste, si trova uno stanziamento di 2 milioni rispetto a un fabbisogno, confermato negli anni, di
ben 6 milioni, fondamentali per gli ottimi risultati che tutti conosciamo. Perché 4 milioni in meno in un
bilancio dove non mancano le risorse?», domanda l'esponente dem. A rispondere è Pizzimenti. Con la
precisazione che, almeno per quel che lo riguarda, le risorse sono in calando. Per questo, spiega, «ho
dovuto partire con un bilancio, per poi puntare a sistemarlo. Mi sono impegnato con D'Agostino e conto di
poter salire da 2 a 4 milioni». Nessuna garanzia, però. Soprattutto sull'assestamento estivo, manovra
servita quest'anno ad aggiungere 2 milioni ai 4 stanziati nella Finanziaria 2019. Il presidente del Porto
conferma il ballo delle cifre. Ma evita le polemiche: «Il taglio mi è noto, ma mi è stato anche detto che in
qualche modo si interverrà. Certo, sono preoccupato perché si tratta degli incentivi all'intermodale, quindi
fondi molto importanti, e che riguardano l'intero sistema portuale, non solo Trieste. Ma confido che nei
prossimi giorni si arriverà a una soluzione. C'è stata una svista? Le motivazioni non mi interessano, conta il
risultato finale».
Il caso, tuttavia, scatena l'opposizione. «Sul sistema portuale del Fvg continuano purtroppo gli imbarazzi
della giunta Fedriga e della maggioranza di centrodestra - affonda Cosolini -. Quella della maggioranza è
una scelta inspiegabile, considerando i risultati del porto, la sua forza trainante rispetto a tutto il sistema
logistico della regione e la fortunata disponibilità delle entrate a disposizione per questo bilancio»...

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Il ritorno di Beltrame all'Ufficio scolastico. Rosolen: «Da Roma protocollo infranto» (Piccolo)
Il giro di valzer al piano alto dell'Ufficio scolastico regionale continua. Dopo Pietro Biasiol, Alida Misso, Igor
Giacomini e Patrizia Pavatti, siamo al quinto dirigente in tre anni. Il ministero ha sostituito infatti Pavatti
con Daniela Beltrame, un ritorno, visto che la dirigente ministeriale aveva già ricoperto il ruolo per un
quinquennio prima di essere trasferita, nel 2014, in Veneto per ricoprire lo stesso incarico. Con l'Usr Fvg
tornato di primo livello era nell'aria che Pavatti, priva dei requisiti, sarebbe stata sostituita, osservano
Adriano Zonta della Cgil e Ugo Previti della Uil - pronti a collaborare con Beltrame, incalzata subito su
organici Ata e insegnanti di sostegno -, ma solitamente i sussurri arrivano prima. Stavolta, invece, la notizia
è un fulmine a ciel sereno. A criticare modalità «molto irrituali» è in particolare l'assessore regionale
all'Istruzione Alessia Rosolen, che non si attendeva un cambio della guardia all'Usr prima che fosse definito
il percorso della regionalizzazione, voluto con forza dalla giunta Fedriga ma congelato dal governo
giallorosso. A diffondere la novità ieri mattina sono stati i segretari regionali della scuola, che hanno fatto
anche trapelare la delusione dell'uscente Pavatti (che si limita a confermare il mancato preavviso). Rosolen
interviene con una corposa nota di Palazzo in cui si evidenzia innanzitutto l'assenza di comunicazioni tra
Roma e Trieste. «Nessun contatto con l'Usr, da mesi lasciato in una condizione di precarietà destabilizzante
e logorante», denuncia l'assessore esprimendo «incredulità e imbarazzo per l'infrazione di qualsiasi
protocollo istituzionale. A questo punto, il percorso è segnato: servono chiarimenti urgenti sull'Usr, sul
ruolo di direttore e sul percorso di regionalizzazione intrapreso nei mesi scorsi e poi misteriosamente
scomparso». Un percorso che Rosolen, confortata dalle recenti dichiarazioni del ministro per gli Affari
regionali Francesco Boccia, intende risollecitare. «L'unica condizione - afferma - è che i rapporti, se non
amichevoli, siano quantomeno contraddistinti dal rispetto che istituzioni e contesto richiedono».Ringraziata
Pavatti «per i risultati e per l'atteggiamento collaborativo, disponibile e irreprensibile sempre dimostrato»,
l'assessore avverte Beltrame: «Chi arriva raccoglie un'eredità pesante, è bene che ci sia la piena
consapevolezza». E incalza il ministero: «Il Fvg è una regione piccola per estensione territoriale ma ha una
popolazione molto tenace e poco propensa a lasciarsi calpestare. La Regione ha investito a bilancio 25
milioni per dare servizi, personale, strumenti alle scuole, agli insegnanti e agli studenti. Noi continuiamo a
lavorare per loro, impegnandoci affinché nessuno a Roma vanifichi quanto fatto». A ringraziare Pavatti e
augurare «buon lavoro» a Beltrame è anche il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli, che si dice però
«stupito dall'irritazione di Rosolen, visto che da settimane si sapeva che Beltrame era nella "short list" dei
candidati, considerato che è una dirigente con sicura conoscenza del territorio e dunque nessuno può
ascrivere questa nomina allo spoiling system politico». La contrapposizione «a priori» con Roma, aggiunge
Shaurli, «è nociva per la regione». M.B.

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Ripartiti 2,2 miliardi per il finanziamento della sanità nel 2020 alle nuove Aziende (M. Veneto)
Elena Del Giudice - Via libera alle linee di gestione per la sanità del Friuli Venezia Giulia nel 2020. Con la
delibera della giunta, che recepisce la proposta dell'assessore alla Salute Riccardo Riccardi, ecco definiti non
solo i "confini" delle nuove Aziende che nasceranno il primo gennaio del prossimo anno (tre Aziende
sanitarie-ospedaliere al posto delle 5 attuali), ma anche la popolazione di riferimento e, quindi, il
finanziamento per le diverse attività.
Asu FC, Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, la più grande sia per estensione geografica, va da
Tarvisio a Lignano, da Palmanova a Latisana, che per popolazione, con 528.791 cittadini residenti. L'Asu GI,
Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, 373 mila 952 residenti, che insiste sul territorio di Gorizia e
Trieste. L'As FO, Azienda sanitaria Friuli occidentale, che presidia l'area pordenonese. Accanto restano i due
Irccs, il Burlo Garofolo di Trieste e il Cro di Aviano, e l'Arcs, Agenzia regionale di coordinamento per la
sanità. La sanità resta la prima voce di spesa del bilancio regionale con un saldo di oltre 2,2 miliardi di euro.
Il riparto tra le diverse aziende è stato effettuato tenendo conto di diversi fattori: la popolazione residente,
la popolazione pesata, la popolazione over 65 e anche la popolazione residente nelle zone di montagna.
Quindi si è tenuto conto dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, sia nazionali che regionali; una quota parte
di finanziamento è legata alla complessità, alla presenza di centri trapianti, di cardiochirurgia, di funzioni
sovraziendali. Il complesso meccanismo di calcolo fa sì che per il 2020 l'Asu Friuli centrale si veda
riconosciuto un finanziamento di 955 milioni di euro, l'Asu Giuliano Isontina di 715 milioni, e l'Azienda
sanitaria Friuli occidentale di 500 milioni di euro. Al Burlo la quota di competenza per il 2020 è di 27 milioni
di euro, al Cro di 21,6 milioni, e all'Arcs 17,9 milioni (parte delle attività finanziate sono riportate in tabella).
Per il triennio 2019-21 le risorse stanziate per investimenti sono di oltre 167 milioni di euro. Ma «il
fabbisogno rappresentato dalle Aziende conferma ulteriori necessità del medesimo ordine di grandezza».
Traducendo: le risorse non sono sufficienti, ne servono altrettanti. Definito il finanziamento, nelle Linee di
gestione sono presenti anche le indicazioni di come governare la spesa che, com'è noto, ogni anno si spinge
sempre più avanti. I "vincoli operativi" colpiscono la farmaceutica, rilevando, nel monitoraggio 2019, un
incremento della spesa ospedaliera. Le Aziende che hanno registrato un incremento in linea con la media,
3.4%, nel 2020 dovranno ridurre dell'1% la spesa registrata nel 2019; quelle che hanno avuto un aumento
superiore, dovranno ridurre la spesa del 2%; chi ha realizzato una riduzione della spesa, dovrà compiere un
ulteriore sforzo dello 0,5%. Per i dispositivi medici la riduzione chiesta alle Aziende è del 3%. Fissato un
vincolo per le prestazioni ambulatoriali: 3,4 pro capite (ad eccezione delle analisi di laboratorio). Le
manutenzioni ordinarie edili e impiantistiche dovranno avere costi non superiori a quelli del 2015.
Confermate anche le indicazioni sulla spending review. In attesa dell'esito del ricorso al decreto Calabria,
restano confermati i vincoli alla spesa per il personale (il livello del 2004 ridotto dell'1,4%). Per quel che
riguarda le azioni sul personale legate al riassetto delle Aziende, deve avvenire «a saldo zero».
«La partita vera si aprirà a gennaio con i neo-direttori»
Aumentano i controlli su strutture per minori anziani e disabili. Prevenzione al top
testi non disponibili

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Fincantieri investe nei cantieri Usa Pence: «Qui le navi migliori al mondo» (Piccolo)
Piercarlo Fiumanò - «É straordinario pensare che gli investimenti di Fincantieri, qui a Marinette, siano
iniziati con una piccolo gruppo di lavoratori e un contratto per la costruzione di cinque chiatte di legno per
la Marina degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Da allora qui sono state progettate e
costruite più di 1.500 navi militari, e sono alcune delle migliori navi al mondo»: il discorso che il
vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence ha pronunciato di fronte ai workers dei cantieri navali
Fincantieri Marinette Marine rappresenta la piena investitura per il gruppo di Giuseppe Bono in Usa. Una
realtà produttiva che per l'amministrazione Trump «gioca un ruolo fondamentale nella difesa nazionale».
Fincantieri si prepara così a investire altri 100 milioni di dollari nel più importante dei tre stabilimenti
statunitensi, l'unico cantiere navale sui Grandi Laghi che costruisce navi per la Marina americana. Altri 30
milioni verranno stanziati dallo stato del Wisconsin. Ad accogliere il vice di Trump c'era Dario Deste,
numero uno della controllata americana di Fincantieri. Pence ha celebrato le navi del gruppo triestino
prodotte in Wisconsin «da lavoratori americani e realizzate con acciaio americano». Nell'America First di
Trump Fincantieri ha già investito 300 milioni di dollari dal 2009 a oggi per modernizzare i tre cantieri
americani (oltre all'impianto di Fmm, ci sono i due siti di Fincantieri Bay Shipbuilding e Fincantieri Ace
Marine, dove si costruiscono le barche per la Guardia costiera americana). E oggi è diventata una simbolo
dell'industria statunitense. Le nuove risorse serviranno fra l'altro a installare a Marinette un syncrolift, una
sorta di ascensore mobile che, calato in acqua, consente il varo della nave senza che venga adagiata
lateralmente. Sono 190 le navi e imbarcazioni di varie dimensioni varate e consegnate alla Us Navy dal
gruppo italiano. E non è escluso che questo ruolo diventi ancora più importante: a metà 2020 dovrà essere
aggiudicata la gara da 19 miliardi di dollari per la fornitura alla stessa Us Navy di 20 fregate multiruolo. E il
gruppo triestino è in prima fila per aggiudicarsi la mega-commessa. L'investimento di 130 milioni è stato
deciso anche - ma non solo - in vista dell'esito della gara.L'amministrazione Trump si prepara a varare
(Congresso permettendo) il più grande budget per la difesa nella storia americana per la cifra monstre di
750 miliardi di dollari ben oltre le richieste del Pentagono. Nei tre stabilimenti sono impiegate
complessivamente 2.500 persone (con un indotto di 35 ditte) che grazie all'investimento aumenteranno di
700 unità. Nella regione dei Grandi Laghi la disoccupazione è solo il 3,3 per cento. Pence si è rivolto nel suo
discorso agli operai Fincantieri del Wisconsin che qui si chiamano Klavers, Skoriks, Kowalski: «Questo
cantiere è una grande famiglia». Ha raccontato la storia di uno di loro, «che ha iniziato qui come saldatore
più di 40 anni fa. In seguito divenne un elettricista. Oggi anche suo figlio Pat lavora fianco a fianco al
padre». E poi quella dell'ex capo della polizia di Marinette: «Ha indossato il badge per 30 anni prima di
entrare in questa azienda come responsabile della sicurezza. E quando lo fece, si unì a quasi una dozzina di
membri della sua famiglia che erano già qui: tutti saldatori e elettricisti. Mi hanno raccontato che una delle
sue figlie ha incontrato il futuro marito in fabbrica». L'amministrazione Trump ha lanciato il Pledge for
America's Workers che punta a creare 15 milioni di opportunità di formazione e apprendistato: Fmm si è
impegnata ad assicurare 3 mila posti di lavoro.-

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CRONACHE LOCALI

Le nuove povertà crescono in città. Quasi raddoppiati gli utenti Caritas (Piccolo Trieste)
Lilli Goriup - Sempre più bisognosi, sempre più insospettabili. La povertà, in città, negli ultimi anni è
cambiata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Se da un lato coloro che si rivolgono alla Caritas
sono quasi raddoppiati, rispetto al 2012, dall'altro non si tratta per forza soltanto di persone senza fissa
dimora: stanno aumentando ad esempio le famiglie che, pur avendo un reddito, non riescono ad arrivare a
fine mese. È la fotografia che emerge dal rapporto Caritas 2019, pubblicato dopo sette anni dalla
precedente edizione e presentato ieri in conferenza stampa. I dati raccolti nel volume si riferiscono al 2018.
L'anno scorso più di 5.200 individui hanno usufruito di uno dei 45 servizi alla persona (tra sportelli d'ascolto,
d'accoglienza e di risposta ai bisogni primari, oltre che alcuni focus mirati) offerti quotidianamente dalla
Fondazione diocesana Caritas Trieste onlus, per un totale di 12.544 colloqui: segno che si tende a tornare,
non limitandosi a chiedere aiuto una tantum. Individui che nel 2012, ad ogni modo, erano 2.900: «Una
crescita significativa, anche se si tiene conto del fatto che nel frattempo i servizi sono raddoppiati - spiega
don Alessandro Amodeo, direttore della Caritas locale -. I poveri sono aumentati. E sono mutate anche le
forme della povertà. Quando sotto un tetto si è in quattro, con un unico stipendio, basta un piccolissimo
imprevisto per non riuscire a farcela. Si tratta di persone che non dormono per strada eppure hanno
bisogno dei nostri servizi». Tornando al 2018, nell'ambito dei medesimi servizi hanno ricevuto supporto 706
minori, di cui il 74% avente meno di dodici anni. A questi si sommano i 115 bambini e adolescenti presenti
nelle strutture di accoglienza diocesane, assieme alle loro famiglie. Negli stessi dodici mesi sono stati serviti
272.039 pasti caldi. Di questi, oltre 100 mila sono andati alla mensa pubblica "Giorgia Monti" di via
dell'Istria, che ogni giorno ne offre in media 276, tra pranzi e cene. Gli altri sono stati confezionati per gli
ospiti della casa di accoglienza "Teresiano" e per quelli di Casa Malala. Nonostante l'impegno della Caritas
nei programmi di gestione dei richiedenti asilo, il fenomeno migratorio non sembra tuttavia incidere più di
tanto sull'attività diocesana. Il 77,4% dei 18 progetti finanziati lo scorso anno ha infatti riguardato residenti
a Trieste: le aree d'intervento sono rappresentate, nell'ordine, da casa, inserimento lavorativo, persone
senza dimora, povertà alimentare, carcere e anziani. Ai richiedenti protezione internazionale è stato invece
destinato il 22,6% dei progetti. Una menzione a parte merita appunto il servizio di inserimento lavorativo,
che non ha scopo meramente assistenziale ma si prefigge di rendere autonoma l'utenza. Nel 2018 vi si sono
rivolti in 130, di cui 20 si sono visti attivare un tirocinio, a seguito dei colloqui, e 27 hanno iniziato un
percorso di formazione professionale. «L'impegno caritativo della Chiesa triestina è perseguito in base a
logiche inclusive - commenta il vescovo Giampaolo Crepaldi -. E il metodo più efficace per fornire risposte
concrete alle persone è quello di una piena collaborazione con le istituzioni». «Trieste ha un grande cuore -
aggiunge l'assessore comunale alle Politiche sociali, Carlo Grilli - ma talvolta fa fatica. Non nel sociale, per
fortuna, dove la capacità di fare rete funziona. Accanto alla povertà finanziaria ci sono tanti nuovi bisogni e
fragilità». -

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Principe, scatta la Cigs per duecento addetti (Piccolo Trieste e Mv Udine)
Massimo Greco - Cassa integrazione straordinaria (Cigs) per tutti i dipendenti che operano nelle realtà
produttive col marchio Principe all'interno del gruppo Kipre-Dukcevich. Sono interessati circa 200 addetti,
più o meno equamente ripartiti tra gli stabilimenti di Trieste e di San Daniele. Sarà applicata a rotazione. A
Trieste non sono compresi nell'ammortizzatore gli amministrativi impegnati nel quartier generale in zona
industriale. Nel primo pomeriggio di ieri l'azienda, attraverso il consulente del lavoro Massimo Iesu, ha
informato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil convocati in via Ressel. Ai sindacalisti non è stato chiarito se
un'analoga richiesta sarà inoltrata anche per gli altri due brand del gruppo, King's e Siamoci. Una prima
ipotesi di utilizzo della Cigs dovrebbe prevedere - secondo il segretario di Flai Cgil Sandra Modesti - tre
giorni alla settimana per chi lavora nei "cotti" triestini e nel prosciuttificio friulano, mentre nel comparto dei
würstel triestini lo stop potrebbe essere anche più lungo. Kipre-Dukcevich presenterà stamane la
documentazione in Regione, poi, come da liturgia, seguirà il cosiddetto esame congiunto condotto insieme
ai sindacati in scala dei Cappuccini.La notizia non ha colto di sorpresa i rappresentanti dei lavoratori, che,
terminato l'incontro con Iesu, hanno aggiornato il personale riunito in assemblea: la nota aziendale del 22
novembre prefigurava chiaramente il ricorso agli ammortizzatori sociali «per gli stabilimenti interessati da
flessioni produttive». A più riprese è stato ribadito che le maggiori criticità del gruppo si concentrano nello
stabilimento triestino.A questo punto il vero prossimo appuntamento con la Dukcevich scoccherà entro la
metà di dicembre, quando - secondo quanto l'azienda ha comunicato - verrà reso noto il futuro proprietario
delle produzioni salumiere. In lizza - è stato ribadito - sono rimasti due fondi finanziari, i cui nomi non sono
stati comunicati ai sindacati. È dunque definitivamente tramontata l'ipotesi "industriale", che aveva quali
candidati Citterio e Beretta. Entrambi i fondi - aveva spiegato l'azienda nella citata nota dello scorso 22 -
stanno effettuando la cosiddetta "due diligence"in merito alle società del gruppo.Lo scorso 31 ottobre era
stata la stessa Sonia Dukcevich a incontrare i sindacati a Domio, dopo che un mese prima era saltato il
piano industriale che avrebbe dovuto avere come perno il fondo Quattro R. Il 22 novembre l'azienda aveva
annunciato che King's aveva ridotto il capitale sociale a 497.000 euro, mentre Principe e Siamoci - dopo
aver azzerato il capitale - lo avevano ricostituito con un aumento rispettivamente di 15 e 6 milioni di euro.

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Gemona, l'ospedale riorganizza i servizi: 32 posti in più per riabilitazione (M. Veneto Udine)
Piero Cargnelutti - Altri 32 posti letto per la riabilitazione cardiologica e neurologica saranno creati
all'ospedale San Michele di Gemona. La direzione sanitaria dell'Azienda 3 ha concluso la progettazione dei
futuri spazi destinati alla riabilitazione cardiologica e neurologica, che troveranno posto al secondo piano
del nosocomio gemonese, dove 32 posti letto saranno aggiunti ai 70 che già sono presenti al San Michele.
La progettualità, che sarà portata a termine nel 2020, sarà presentata il prossimo 2 dicembre dal
commissario dell'azienda Giuseppe Tonutti, agli amministratori del territorio.Dopo l'avvio dell'unità
speciale di assistenza protratta a luglio (Suap), che ha messo a disposizione dieci letti destinati ai malati in
stato vegetativo, si lavora per potenziare ancora di più l'area della riabilitazione: «Alla Suap - spiega
Maurizio Andreatti, direttore sanitario dell'Aas3 - abbiamo iniziato con tre accessi, attivando così un
progetto che era nei piani dal 2012. Ora la predisposizione di ulteriori 32 posti si inserisce nel contesto di
una riorganizzazione degli spazi, in linea con la programmazione regionale, e in sinergia con l'assessorato di
riferimento. La progettazione si chiude a dicembre, e si conta di realizzarla nel 2020: si tratterà di
predisporre non solo i 32 letti, ma anche tutti gli spazi anche sociali, necessari alla
riabilitazione».Attualmente, l'area polifunzionale per le degenze ospita 70 posti, con un tasso di
occupazione dell'80 per cento. L'ospedale San Michele si avvia dunque ad avere un ruolo specifico nella
riabilitazione che, con il progetto che sarà portato a compimento il prossimo anno, sarà potenziata. Come
era già stato annunciato, la Suap lavorerà in collaborazione con l'istituto Gervasutta di Udine quale servizio
che farà parte dell'azienda unica provinciale che entrerà in funzione da gennaio, con la fusione dell'Asuiud e
dell'Azienda 3. «Per il nuovo reparto - spiega ancora il direttore Andreatti - si tratterà di predisporre dei
locali, nell'ambito di una ristrutturazione completa del San Michele in tutte le varie aree. La nuova area
della riabilitazione che abbiamo previsto ci permetterà di intervenire sui flussi, dando risposte a molte
persone che finora non le hanno trovate. Molti di questi utenti, che lavoreremo per intercettare, sono oggi
ubicati in altre strutture non adatte alle loro esigenze, come per esempio le case di riposo», conclude
Andreatti.Nella futura fusione con Udine, la nuova azienda manterrà a Gemona la sede di piazzetta
Portuzza da cui si sposteranno i rappresentanti della direzione, ma resteranno operativi gli uffici. La
direzione sanitaria comunica anche che sono stati nominati recentemente i due nuovi referenti dell'area
veterinaria C e A, Andrea Peresson e Giampaolo Baracetti. A Tolmezzo, invece, entra in servizio il nuovo
primario di medicina Paolo Agostinis, che sostituirà Vito Di Piazza.

Infortunio sul lavoro: un operaio rischia di perdere un piede (M. Veneto Udine)
Viviana Zamarian - È stato investito da un carrello elevatore in movimento guidato da un collega e ora
rischia di perdere il piede sinistro. Il grave infortunio sul lavoro è accaduto ieri mattina, poco prima delle 12,
nello stabilimento della Toppazzini di San Daniele del Friuli, ditta che produce e commercializza imballaggi
in cartone ondulato.L'operaio, P.C., 37 anni di Martignacco, era intento a lavorare all'interno dello
stabilimento quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stato travolto dal mezzo condotto da un
magazziniere di San Daniele, anche lui dipendente della Toppazzini, che si stava muovendo in retromarcia
mentre trasportava dei grandi imballaggi di carta e che non si era accorto della presenza nelle vicinanze
dell'operaio. Tutto è accaduto in pochi istanti.Immediatamente è stato dato l'allarme e sono scattati i
soccorsi da parte del collega e di altri lavoratori in quel momento presenti che per primi si sono precipitati
ad aiutare il 37enne di Martignacco. L'operaio ha riportato una sub amputazione dell'arto inferiore sinistro
all'altezza della caviglia ed è stato prima soccorso in loco dagli operatori del 118 giunti in ambulanza e poi
trasportato con l'elicottero all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine dove è stato sottoposto a
un delicato intervento. Le lesioni sono gravi ma l'uomo non è in pericolo di vita. Nello stabilimento di via
Nazionale nella frazione di Villanova ieri mattina sono giunti i carabinieri di San Daniele, sotto la guida del
comandante Alfredo Scudeler, che procedono per tutti gli accertamenti e le verifiche del caso assieme al
personale ispettivo del dipartimento di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Azienda sanitariaSul
luogo dell'infortunio sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Gemona del Friuli. Del fatto è stata
informata l'autorità giudiziaria.

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I servizi sociali tornano alla gestione comunale. Oggi il voto in Consiglio (M. Veneto Udine)
Paola Beltrame - Torna dopo la parentesi Uti in capo a sindaci e consigli comunali la delega dei servizi sociali
all'Asp Moro. Sono importanti attività per famiglie in difficoltà, minori, disabili e anziani, che l'Azienda per i
servizi alla persona di Codroipo gestisce dal 2008 per gli 11 Comuni dell'Ambito.La relativa convenzione
Asp-Comuni, rinnovata per il prossimo quinquennio, passa in questi giorni nei consigli comunali: in quello di
Codroipo oggi alle 20. Scontata l'approvazione quantomeno dalle maggioranze, in quanto dagli 11 sindaci è
stata analizzata la bozza già ad agosto e analizzata da un gruppo di lavoro ristretto che ha proposto
aggiustamenti alla Regione (che finanza i servizi erogando 3 milioni di euro, mentre 980 mila euro sono
integrati dai Comuni per servizi aggiuntivi).Nessuna sorpresa in vista dunque se non osservazioni che singoli
consiglieri o gruppi vorranno avanzare. A Codroipo la compagine di opposizione Fare comunità si riserva «di
capire ciò che sarà annunciato da Marchetti soprattutto sul regolamento conseguente alla convenzione»:
parole di Maurizio Chiarcossi. Interlocutoria anche la posizione di Alberto Soramel (pure minoranza, Pd),
che riguardo al periodo in cui le competenze ora in capo ai sindaci erano affidate all'Uti «questa fase è stata
criminalizzata senza motivo», osserva.Si chiude così un periodo di faticose incomprensioni fra Comuni
aderenti e no all'Uti, proprio sull'Asp «dove - sottolinea Soramel - persistono opacità nei conti». Anche nel
consiglio precedente, circa il bilancio consolidato del Comune di Codroipo, le minoranze non hanno
mancato di chiedere maggiore trasparenza nei bilanci Asp, che gestisce anche la casa di riposo. Quanto ai
servizi ai Comuni, unanime l'apprezzamento degli enti del Medio Friuli, come osserva il sindaco Pitton di
Talmassons, dove la delega è passata all'unanimità. Così come a Basiliano: «Con un lavoro di anni, tagliata a
misura sulle esigenze del territorio, con possibilità di ampliamento di altri servizi» per il sindaco Del Negro.
Il collega di Varmo, Michelin, sottolinea: «Serietà e professionalità caratterizzano i servizi Asp, impossibile
restarne fuori».

Friulia cresce in Maschio Gaspardo. Inaugurata la nuova linea produttiva (M. Veneto Pordenone)
Massimo Pighin - Friulia consolida la sua presenza in Maschio Gaspardo, azienda leader in Italia nella
produzione di macchine agricole che ha una delle sedi a Morsano al Tagliamento, con un investimento di 5
milioni di euro, cui si affianca l'intervento di Finest sulla partecipata estera Maschio Gaspardo Romania srl
per ulteriori 5 milioni. Friulia conferma dunque il proprio impegno in Maschio Gaspardo, azienda per cui ha
già realizzato tre interventi del valore complessivo di 15 milioni di euro dal 1994 a oggi. Ieri mattina il
presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, la presidente di Friulia, Federica Seganti, e il presidente di
Finest, Alessandro Minon, accompagnati dal presidente di Maschio Gaspardo, Mirco Maschio, sono andati
in visita agli stabilimenti di Morsano al Tagliamento, in cui sono impiegati 350 addetti alla produzione di
macchine seminatrici per il comparto agricolo. Con loro, anche l'assessore regionale alle attività produttive,
Sergio Bini, il consigliere regionale morsanese Alfonso Singh e il sindaco Giuseppe Mascherin. I presidenti
hanno visitato le strutture dell'azienda, che negli ultimi anni ha visto lavori di ristrutturazione finalizzati al
risparmio energetico, grazie all'istallazione di impianti fotovoltaici, sistemi di recupero del calore e di
illuminazione a led che permettono di risparmiare più di 1.800 tonnellate di CO2 l'anno. «Imprese come la
vostra - ha sottolineato Massimiliano Fedriga - sono fondamentali per l'economia e il lavoro del Nordest,
ma anche del nostro Paese. Il ringraziamento della Regione va anche alle maestranze e alle sigle sindacali
che hanno accompagnato il progetto di sviluppo della famiglia e del management».«Teniamo molto a
quest'operazione che ci consente di consolidare la nostra presenza in quello che può essere considerato un
vero e proprio esempio di impresa radicata in Italia, ma votata al commercio estero - ha evidenziato Seganti
-. Il nostro primo intervento in Maschio Gaspardo risale al 1994, anno in cui l'azienda ha acquisito lo
stabilimento di Morsano al Tagliamento». Infine, Maschio. «Siamo contenti del clima di collaborazione che
si è creato Friulia e Veneto Sviluppo. Con questo rafforzamento patrimoniale si è conclusa la prima parte
del piano industriale 2019-2022: possiamo concentrare il nostro impegno nello sviluppo del business
internazionale e nell'innovazione». «Oltre alle finanziarie regionali Friulia, Veneto Sviluppo e Finest, che
hanno contribuito concretamente all'operazione - ha concluso l'ad Luigi De Puppi -, di particolare
importanza è stato il supporto dell'intero tessuto territoriale del nordest, come dimostra anche la vicinanza
offerta da Finint durante tutto il percorso».

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Cresce Friulfruct: boom produttivo, nuovi investimenti e più occupazione (M. Veneto Pordenone)
Guglielmo Zisa - Qualità della produzione in aumento, numeri positivi e sguardo al futuro con nuovi
investimenti per Friulfruct, la più grande cooperativa di melicoltori del Friuli Venezia Giulia i cui soci,
riunitisi in assemblea nella sede della zona industriale di Spilimbergo, hanno approvato all'unanimità il
bilancio del 2019. Una crescita di cui beneficerà lo spilimberghese, con nuovi occupati: si prevede che tra
personale direttamente impiegato alla Friulfruct e nell'indotto si creeranno una settantina di nuovi posti di
lavoro. «Abbiamo chiuso l'anno con un bilancio positivo di 80.553 euro, che saranno reinvestiti nella
cooperativa - ha sottolineato il presidente di Friulfruct, Livio Salvador - . Un risultato frutto anche di un
fatturato di 7 milioni di euro, che ci ha visto vendere le nostre mele di qualità non solo in Italia, per esempio
nella rete di Coop Italia, ma anche all'estero, dove sono molto apprezzate in Europa e nei Paesi arabi.
Abbiamo una costante attenzione al ritorno economico per la nostra base associativa, composta da una
trentina di soci, nei cui meleti stiamo investendo per il rinnovo delle varietà, in modo da privilegiare quelle
sempre più richieste dal mercato».Nell'occasione s'è tracciato un bilancio della raccolta 2019, che si sta
concludendo in questi giorni, con una previsione di tenuta rispetto allo scorso anno. «Un risultato da
sottolineare - ha puntualizzato il direttore di Friulfruct, Armando Paoli - . A causa dell'andamento climatico
della primavera-estate le altre principali aree di produzione europee hanno registrato anche cali del 20, 30
percento, mentre noi con 118 mila quintali siamo in linea con lo scorso anno se non pure di più. Stanno
diventando più fruttiferi i nuovi meli messi a dimora, soprattutto della sempre più richiesta varietà Gala,
piante che garantiscono alta qualità del prodotto. Tre anni fa eravamo a soli 200 ettari di meleti, ora siamo
a 300, puntando entro il 2021 ad arrivare a 360: nessuna cooperativa in Italia è cresciuta in tal modo
nell'ultimo periodo, tanto che prevediamo di raggiungere tra due anni la produzione di oltre 190 mila
quintali di mele». Tale produzione necessiterà di un potenziamento della sede centrale, in cui i soci
conferiscono le mele, conservate in celle frigorifere ad atmosfera controllata. Già con i prossimi mesi si
intende partire con un primo lotto di investimenti per 4 milioni e mezzo di euro che puntano a raddoppiare
l'area di lavorazione con un nuovo capannone.All'assemblea era presente l'assessore regionale Stefano
Zannier, il quale ha confermato la vicinanza della Regione al comparto attraverso la legge 80, il Piano di
sviluppo rurale e altri strumenti finanziari in corso di definizione. Presenti anche Luigi Piccoli e Marco
Bagnariol (rispettivamente presidente e direttore di Confcooperative Pordenone) e l'assessore comunale
spilimberghese Armando Spagnolo. Sono intervenuti pure il presidente dei sindaci revisori Bidoli e il
revisore dei conti Tosolini.

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Voto unanime al matrimonio tra i due Consorzi. Il via entro l'estate (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Giulio Garau - C'è un "sì"unanime alla fusione dei Consorzi di sviluppo economici di Monfalcone e Gorizia.
Ieri la storica giornata di un matrimonio tanto inseguito (soprattutto da Monfalcone), ma naufragato solo
pochi anni fa. L'obiettivo è fare sinergia tra le aree industriali, mettere a fattor comune esperienze e know
how maturato negli anni. E, come ha ribadito il sindaco di Monfalcone, Anna Cisint che con il Comune è il
vero azionista di riferimento del Consorzio di Monfalcone (e avrà peso rilevante anche in futuro) avendo in
mano le maggiori quote, «Dobbiamo fare sistema con Gorizia, insieme saremo una realtà più grande e
troveremo maggiori opportunità, più fondi per attrarre nuovi investitori puntando anche ad allargare le
aree. E faremo sistema con il sistema economico del porto e dell'autoporto Sdag». Un progetto che un
domani coinvolgerà anche l'Ezut di Trieste. Si comincia con la fusione tra i consorzi di Monfalcone e Gorizia
e a questa strategia hanno detto di si entrambe le assemblee. Alle 10 ieri mattina si sono riuniti i soci di
Monfalcone (presenti il 90% delle quote) e c'è stato il voto unanime dei Comuni di Monfalcone, Staranzano,
Ronchi dei Legionari, Romans d'Isonzo, San Canzian d'Isonzo. Mancavano Villesse e Mariano, ma hanno
fatto giungere un messaggio all'assemblea per dire che aderivano. Concorde ovviamente anche la Camera
di commercio della Venezia Giulia e il Consorzio di bonifica della pianura isontina. Alle 12.30, quasi in
contemporanea, si è riunita l'assemblea dei soci del Consorzio di Gorizia che ha deliberato con voto
favorevole della totalità dei soci. Ovvero i Comuni di Gorizia, Savogna d'Isonzo anche qui la Camera di
commercio della Venezia Giulia e Confindustria Venezia Giulia. Non sono in ballo solo le attuali aree
industriali gestite dai due consorzi, ci sono pure quelle nella zona di Villesse accanto all'autostrada che
potrebbero essere utilizzate e sono strategiche. Ma l'idea, come ha ribadito il sindaco Cisint è di lavorare
anche integrando le piattaforme multimodali assieme a porto e autoporti per favorire lo sviluppo. «È una
grande opportunità - ha detto il presidente del Consorzio di Monfalcone Fabrizio Renato Russo - che ci vede
impegnati ad offrire nuove occasioni di crescita per le imprese. Arrivando a un unico interlocutore in grado
di dialogare da un lato con le imprese e dall'altro con una portualità integrata di Trieste e Monfalcone e con
una logistica retroportuale integrata che vede in Gorizia l'offerta crescente di Interporto - Sdag, sarà nostro
compito intercettare i traffici per indurre una crescente trasformazione delle merci nei nostri territori e
utilizzando dei nostri servizi. Il Consorzio di Sviluppo Economico del Monfalconese ha al momento 150
aziende insediate su un'area di 800 ettari». Molto soddisfatto anche il presidente del Consorzio di Gorizia, e
vicepresidente della Camera di commercio Vg, Gianluca Madriz. «Si tratta di una scelta importante, che ha
visto la piena condivisione delle nostre imprese, molte delle quali presenti su mercati internazionali - ha
commentato -, che va nella direzione di una maggiore collaborazione territoriale e un più elevato
potenziale nella creazione di servizi per le aziende. Servizi che devono essere sempre più complessi e
articolati proprio per stare al passo delle richieste provenienti da chi, gli imprenditori, si deve confrontare
quotidianamente con il mercato. Attualmente nel Consorzio goriziano sono presenti 36 imprese che
impiegano complessivamente 798 dipendenti in un'area di circa 85 ettari. Nonostante gli anni di crisi il dato
sui dipendenti è rimasto pressoché invariato poiché le imprese sono fortemente radicate nel territorio». Le
assemblee hanno dato mandato ai rispettivi cda di preparare un progetto congiunto di fusione che dovrà
essere approvato dalle rispettive assemblee dei soci e anche dai due Consigli comunali. Il matrimonio dovrà
essere celebrato entro l'estate.

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