Mostra Robert Doisneau: Le Temps Retrouvé 29 mar-2 set.2018 Senigallia (AN), Palazzo del Duca
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Mostra Robert Doisneau: Le Temps Retrouvé 29 mar-2 set.2018 Senigallia (AN), Palazzo del Duca Il Comune di Senigallia in collaborazione con ONO arte contemporanea, l’Atelier Robert Doisneau e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi presentano la mostra Robert Doisneau: le Temps Retrouvé una retrospettiva dedicata al celebre fotografo francese, pioniere della fotografia di strada e del reportage, che ha profondamente influenzato la cultura contemporanea fino a diventarne lui stesso simbolo. La mostra racconta il lavoro del fotografo e dell’artista francese, Foto :Atelier Robert Doisneau. attraverso cinquanta dei suoi scatti più iconici, che al tempo stesso mostrano uno spaccato della sua vasta produzione e delle sue tematiche: i bambini, la strada, i luoghi pubblici,
la quotidianità del vivere, ma anche i grandi protagonisti della cultura della metà del XX secolo come Picasso e Prevert, accanto alle botteghe artigiane, le periferie e la campagna. Obiettivo della mostra è quello di mettere in luce l’assoluta contemporaneità di Robert Doisneau, quale precursore delle attuali tendenze della fotografia di moda e pubblicitaria. Nonostante le apparenze, in molti suoi scatti non vi è nulla di casuale e “rubato”, molte infatti erano le immagini pianificate a tavolino fino all’ultimo dettaglio. Immagini che dissimulano una naturalità che in realtà era messa in scena, anticipando così uno stile fotografico assolutamente contemporaneo che sempre più imita il linguaggio diffusosi con l’avvento di Internet e dei social media, dove il quotidiano è sapientemente costruito con una naturalezza solo pretesa, dove alto e basso, formale ed informale si fondono. Foto :Atelier Robert Doisneau. La modernità di Doisneau nasce proprio dalla sua capacità di cogliere l’attimo quotidiano, altrimenti sfuggente nello scorrere veloce del tempo, e di innalzarlo a simbolo, ad icona. La città, spesso la sua Parigi, i suoi abitanti, la strada, i luoghi pubblici, i bar e i ristoranti, diventano per
la prima volta nella storia della fotografia non solo soggetti passivi di una narrazione, ma anche attori di essa. Se oggi diamo per scontato che l’uomo della strada sia protagonista della fotografia, con la sua ironia e la sua autodeterminazione, se celebriamo la street photography come epitome del moderno, e la street culture come espressione più autentica del contemporaneo, tutto questo lo dobbiamo anche a Doisneau come mostrano alcune delle foto esposte quali Café noir et blanc, Joinville le pont, Cour carrée du Louvre o ancora Amour et barbelés, Une femme passe, Hôtel Claridge Paris e anche il ritratto Coco. Doisneau, dopotutto, proveniva dal mondo della grafica e della Foto :Atelier Robert Doisneau. pubblicità, ed è in quest’ambiente che imparò a comporre le immagini nel modo più leggibile per l’occhio. Persino quella che è diventata senza dubbio una delle immagini più famose dell’artista, Le Baiser de l’hôtel de ville, e che a prima vista potrebbe sembrare lo scatto casuale per eccellenza, fu invece posata. Le Baiser de l’hôtel de ville, dunque, è il frutto di un sapiente background artistico; infatti, mentre era intento a realizzare un servizio per la rivista americana “Life”, chiese ad una coppia di passanti di baciarsi per lui,
questi facendolo diedero vita ad una delle immagini più iconiche della storia della fotografia. JEWELLERY METAMORFOSI Sala espositiva Fondazione Carigo – Gorizia Fino al 25 aprile 2018 Trasformare in gioielli gli scarti di lavorazione di altre attività, questo il compito del concorso internazionale sfociato nella mostra in corso negli spazi espositivi della Fondazione Carigo di Gorizia “Jewellery Metamorfosi”, che coinvolge quarantanove artisti provenienti da undici Stati (Italia, Francia, Argentina, Spagna, Brasile, Colombia, Germania, Cile, Olanda, Costa Rica, Stati Uniti), per un totale di cinquantanove opere, esposte in questa grande mostra aperta fino al prossimo 25 aprile (Fondazione Carigo, via Carducci 2). All’importante mostra sul gioiello contemporaneo – che prende spunto dall’incontro fortuito del materiale di scarto con la creatività dell’artista orafo – si aggiunge ora una nuova sezione interamente dedicata alle collezioni della Fondazione Carigo, visibile da venerdì 9 marzo fino alla conclusione dell’esposizione. Si apre quindi l’occasione per ammirare una parte della cospicua raccolta di preziosi proveniente dal Monte di pietà di Gorizia insieme a una selezione di gioielli collezionati dal goriziano Lodovico Mischou, che solo occasionalmente sono stati mostrati al pubblico. Sono oggetti da cui sprigiona un
grande fascino, accentuato in alcuni casi da un’autentica bellezza, frutto dell’impiego di materiali esclusivi e di una pregiata lavorazione.Coprendo un arco di tempo che va dalla seconda metà del XVIII secolo fino ai primi decenni del XX, essi testimoniano non soltanto i modelli di oreficeria diffusi nel territorio goriziano insieme con le inevitabili variazioni del gusto e delle mode, ma sono anche documento di vicende storiche, aspetti culturali e di appartenenza sociale. Sono in particolare quelli provenienti dal Monte di pietà, poi, a caricarsi di ulteriori significati, per il valore affettivo e simbolico che connota spesso questi oggetti e che in mostra è rappresentato dalle fedi nuziali e dai pendenti portaritratto. Inoltre, la presenza nella collezione di gioielli importanti accanto a prodotti di oreficeria borghese e popolare, oltre a più modesti articoli di bigiotteria realizzati in argento, può essere letta come prova che al Monte ricorrevano anche persone benestanti, e che di fronte alla necessità di liquidità immediata la differenza di condizione sociale cessava di esistere. In mostra sono esposte anche alcune creazioni delle maestre merlettaie della Fondazione Scuola Merletti di Gorizia che, grazie all’antica arte del merletto a fuselli, hanno saputo dare un’interpretazione originale a forme e tipologie suggerite dai gioielli del Monte di pietà. Da sabato 17 marzo partono anche i laboratori creativi per bambini Art Creative Bijoux, un laboratorio che, tramite l’utilizzo di materiali e tecniche familiari al bambino, come ritagliare, incollare, manipolare e colorare, arriva alla creazione di bijoux: L’appuntamento è proposto ogni sabato (orario 16-18) su prenotazione per un massimo di 10 bambini. Aperte le iscrizioni presso l’associazione gioiellodentro (cell. 3936010214, info@gioiellodentro.it) La mostra è visitabile fino al 25 aprile nelle giornate di venerdì, sabato e domenica con i seguenti orari: venerdì 10-12; 15.30-18.30 sabato e domenica 9-12; 15.30-18.30
apertura lunedì 2 aprile 9-12; 15.30-18.30. Si chiude con successo giovedì 8 marzo la Festa del dolce tipico e del salato in piazza S. Antonio a Trieste. La giornata sarà dedicata alla Festa della Donna, con mimose in omaggio alle gentili visitatrici Si chiude con successo giovedì 8 marzo la quinta edizione della parata di dolci golosità e specialità tipiche dolciarie locali e da tutta Italia e dall’estero, con una vasta selezione di dolci tradizionali, locali e regionali e prodotti tipici direttamente dalle aziende agricole italiane. Dai più semplici, ma di grande effetto e gusto, ai più originali. Da quelli tradizionali alle nuove creazioni dei Maestri pasticceri e cioccolatieri. Dalle torte alle frittelle fino ai dolci stagionali. Anche con la possibilità di assistere alla loro preparazione dal vivo attraverso dei golosi Show Cooking. Fino all’8 marzo 2018, nella centralissima Piazza S. Antonio a Trieste con orario 9-21 e ingresso libero, sarà insomma un tripudio di dolcissime proposte, rigorosamente artigianali e di squisiti e golosi ingredienti di qualità. A ospitare l’evento, già amatissimo dai triestini e dai sempre più numerosi turisti presenti in città, sarà ancora una volta
un’accogliente tendostruttura riscaldata dove troveranno posto selezionatissimi espositori: sceltissimi Maestri pasticceri e cioccolatieri locali, nazionali e internazionali offriranno al pubblico la possibilità di conoscere e gustare le proprie dolcissime e sfiziose preparazioni. A farle da cornice, saranno alcune eleganti casette di legno. Si andrà dalle frittelle ai dolci tipici del periodo della tradizione locale. E, considerata la particolare concomitanza, non mancheranno nemmeno nel 2018 delle specialissime sorprese dedicate alla Festa della Donna. Saranno presenti anche nella giornata conclusiva i laboratori, le esposizioni, le degustazioni e gli incontri con esperti del settore con nuove e interessanti proposte sull’arte della finissima pasticceria. Ancora fino a domani la struttura ospiterà importanti momenti di approfondimento didattico e culturale e una particolare attenzione sarà rivolta ai bambini. I più piccoli visitatori della kermesse infatti potranno partecipare a varie mini lezioni tenute da maestri pasticceri, assistere alle istruttive fasi della preparazione e lavorazione artigianale dei dolci e potranno degustare le golosissime creazioni di cioccolato come tavolette, ma anche dragées e praline, appena realizzate. Ad un pubblico più adulto saranno invece rivolti percorsi degustativi dedicati ai prodotti delle varie regioni d’Italia. Pensata soprattutto per i più piccoli, la manifestazione darà grande spazio infatti alla parte educativa, finalizzata al coinvolgimento didattico per le scuole, con cenni storici sul cacao e l’illustrazione di tutte le fasi lavorative: dalla raccolta alla trasformazione delle fave di cacao. I bambini potranno partecipare gratuitamente ai Corsi sull’ABC del cioccolato, organizzati all’interno della struttura centrale,
con la presenza di Maestri cioccolatieri. E alla fine, verrà fatto assaggiare loro il cioccolato appena prodotto. Ad un pubblico più adulto saranno invece rivolti i percorsi degustativi con prodotti delle varie regioni d’Italia. Dalla passata edizione, oltre al dolce, l’attesissima manifestazione che precede l’arrivo della primavera si è aperta anche alle proposte del salato, con prodotti tipici provenienti da Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Sardegna, Basilicata e dall’Austria. In una gustosissima esposizione per i palati più golosi, particolare spazio verrà riservato naturalmente alle tipicità locali. Particolarmente coinvolti saranno infatti i produttori e le attività artigianali provinciali, nell’ottica della conservazione e valorizzazione delle tradizioni locali e dei prodotti e ingredienti di alta qualità a chilometro zero. Immutata la filosofia vincente da sempre alla base della rassegna: quella di puntare sulla qualità dei produttori presenti che fanno della passione e della ricerca i due ingredienti principali delle loro sfiziose ricette. In occasione della Festa della Donna, poi, la zona sarà abbellita con piante e fiori di mimosa e l’8 marzo indine le gentili visitatrici riceveranno in omaggio una mimosa. Media partner, Trieste Cafe. PROGRAMMA
Mercoledì 7 marzo Laboratori, esposizioni, degustazioni ed incontri con esperti del settore Giovedì 8 marzo La giornata sarà dedicata alla Festa della Donna, con mimose in omaggio a tutte le gentili visitatrici. Andrea Forliano “A SARAJEVO IL 28 GIUGNO” dal 6 marzo (per le scuole) e dal 9 marzo per tutti al MUSEO DE HENRIQUEZ “Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste – Area Scuola, Educazione, Cultura e Sport, ripropongono al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” lo spettacolo A Sarajevo il 28 giugno, che dopo l’applaudito debutto del 2015 è stato replicato ogni anno con successo nel contesto del museo. Dal 6 al 18 marzo prossimi una nuova serie di rappresentazioni saranno rivolte a scolaresche, turisti e cittadini. A Sarajevo il 28 giugno è tratto dall’omonimo testo di Gilberto Forti: in scena negli affascinanti spazi museali, circondati da reperti storici, reciteranno gli attori della Compagnia del Teatro Stabile regionale. Biglietti in vendita al Politeama Rossetti, al Ticket Point, e prima delle repliche aperte al pubblico (9 –
10 – 11 e 15- 16- 17- 18 marzo) anche in museo. Il Comune regala la visita del Museo: il biglietto è infatti onnicomprensivo di visita e spettacolo”. Ritorna al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” – grazie alla collaborazione fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste – Area Scuola, Educazione, Cultura e Sport – lo spettacolo “A Sarajevo il 28 giugno” di Gilberto Forti nato da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz. Lo spettacolo – produzione del Teatro Stabile regionale – ha debuttato in questo affascinante spazio nel 2015 con molto successo, tanto che è stato richiesto e riproposto ogni anno: dal 6 al 18 marzo 2018 “A Sarajevo il 28 giugno” avrà un’ulteriore tranche di repliche, in parte riservate alle scuole (in orario mattutino), in parte (in orario serale e pomeridiano) aperte a tutti gli interessati. L’iniziativa rappresenta naturalmente un’attrazione storica e turistica in più per i turisti che si trovassero in città, mentre ai cittadini di Trieste offre l’opportunità di ripercorrere da un particolarissimo punto di vista una pagina fondamentale della Storia del Novecento, riscoprendo contestualmente una parte molto rilevante e preziosa del patrimonio museale della città. I biglietti sono già disponibili nei consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale e solo per le repliche aperte al pubblico (quelle del 9 – 10 – 11 e 15- 16- 17- 18 marzo) si potrà acquistare il biglietto anche direttamente al Museo “De
Henriquez” a partire da mezz’ora prima della recita prescelta. A Sarajevo il 28 giugno conquista il pubblico perché possiede una cifra particolare: prevede che gli attori recitino fra le sale e i reperti dell’interessante Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” e fra cimeli, cannoni, carri che sono dei veri e propri “pezzi di storia”, anche gli spettatori si muovono incontrando la Storia e visitando il Museo. Al centro dello spettacolo è infatti l’attentato di Sarajevo, di cui furono vittime l’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia: un gesto crudele che scosse l’Europa, e da cui ebbe origine la Prima guerra mondiale. L’episodio viene raccontato da alcuni testimoni diretti dell’attentato, secondo na modalità drammaturgica che ricorda le “interviste impossibili”: personaggi dell’epoca che in costume storico attendono il pubblico che si muove fra le sale. All’arrivo degli spettatori, questi testimoni iniziano il loro monologare: sono i bravissimi attori della Compagnia Stabile Federica De Benedittis, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Lara Komar, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos. È affascinante la dinamica dello spettacolo: le testimonianze che lo compongono (e tratteggiano l’evento storico dai diversi punti i vista di una donna del popolo, di un ingegnere che studia il percorso dell’Arciduca, di una giovane nobile poi emigrata, del medico che in prigione si occupò di Gavrilo Princip, di un archivista…) sono recitate dagli attori nelle varie sale del Museo contemporaneamente, e ripetute più volte, in modo che ogni spettatore possa seguire tutte le parti di A Sarajevo il 28 giugno.
Quel 28 giugno 1914 due colpi di pistola fecero rullare i tamburi in tutta Europa, e nelle fabbriche si misero all’opera per costruire nuove, impressionanti macchine da guerra. Per un mese, un mese esatto rimasero nascoste, pronte ad entrare in azione e portare via il mondo di ieri, per gettarci nel Moderno. Alcuni compresero quei colpi, altri intuirono qualcosa, altri ancora non si resero conto, non videro le armi nascoste. Il 28 giugno iniziò quel terribile work in progress che il 28 luglio vide il suo primo compimento. Il lavoro di Gilberto Forti e l’intuizione di Paolo Rumiz ci raccontano quel mondo di ieri nel momento in cui inizia la sua svolta finale, attraverso le parole di quelli che, nei tanti paesi, quel mondo e quel momento li avevano vissuti. “Venne dopo molti anni un testimone e poi un altro… Furono ascoltati, e ciascuno offrì la sua versione, con circostanze, nomi, altri dati. Sì, tutti erano testi volontari, giunti da varie parti dell’impero. Benché fossero testi immaginari, pure ognuno di essi era nel vero”. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione fra il Comune di Trieste ed il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, vanta una colonna sonora eseguita dal Quartetto Iris su brani di Johann Strauß figlio e Franz Schubert. La compagnia di interpreti, in due gruppi, si alterna nelle diverse recite, ognuna delle quali comprende quattro testimonianze. I ruoli sono così distribuiti: nel primo gruppo (recite dal 6
all’11 marzo) Emanuele Fortunati (Ing. Szigeti), Ester Galazzi (Frau Magdalena Gobec), Francesco Migliaccio (Dott. Vasič), Maria Grazia Plos (Polyxena Singer); nel secondo gruppo (recite dal 12 al 18 marzo) Federica de Benedittis e Lara Komar (si alternano nel ruolo dell’Archivista Dunkelblatt), Emanuele Fortunati (Ing. Szigeti), Ester Galazzi (Frau Magdalena Gobec), Francesco Migliaccio (Dott. Vasič). Le recite aperte a tutti si terranno: venerdì 9 marzo (ore 21), sabato 10 marzo (ore 19.30), domenica 11 marzo (ore 17), giovedì 15 e venerdì 16 marzo (alle ore 21), sabato 17 marzo (ore 19.30) e domenica 18 (ore 17). I biglietti si possono acquistare in prevendita (a € 15 con riduzione a € 12 per Under 26 e Over 65) presso la Biglietteria del Politeama Rossetti e tutti i punti vendita del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: saranno in vendita i posti ancora disponibili anche al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” a partire da mezz’ora prima dell’orario d’inizio, nelle repliche aperte al pubblico. I possessori di biglietto potranno visitare il museo. Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e al numero 040-3593511. Le mattinée con inizio alle 10.30 (del 6, 7, 8, 12, 14,19, 21 e 22 marzo) restano invece riservate alle scuole. Andrea Forliano
AL via il 10 marzo la DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI MUSICA PER BAMBINI Casa della Musica / Scuola di Musica 55 di Trieste festeggia a brevissimo il decimo traguardo del Festival di Musica per bambini, che debutta il prossimo sabato 10 marzo per proseguire fino al 19 maggio. E al crescere delle candeline crescono anche i partner, sempre più numerosi e prestigiosi, che collaborano alla realizzazione del Festival: insieme al Comune di Trieste, tornano anche quest’anno la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, il Festival Wunderkammer, il Conservatorio di Musica Tartini, l’Immaginario Scientifico, l’Aurora Ensemble e Comunicarte. Tra i nuovi compagni di viaggio sono Rai Radio Kids – che affianca il prezioso intervento ormai consolidato della Sede Rai del Friuli Venezia Giulia, entrambe media partner del Festival, e l’Associazione Internazionale dell’Operetta. Coordinamento e direzione artistica sono come sempre affidati a Gabriele Centis e Vincenzo Stera. Si conferma anche la mission del Festival, quella di orientare i più piccoli e le loro famiglie all’ascolto dei più diversi linguaggi musicali e più in generale espressivi: oltre ai numerosi spettacoli ed incontri, il programma prevede il convegno : “Le esperienze di ascolto nella formazione del bambino”dedicato ad educatori dei nidi, docenti delle scuole dell’infanzia e primaria, musicisti, studenti e laureati in scienze della formazione, studenti del Conservatorio musicale, genitori. Sabato 10 marzo, dunque il debutto con “Una piccola Storia di Jazz”, per bambini dai 4 ai 10 anni, in doppia replica – alle 11 e alle 17 – all’Auditorium di Casa della Musica: uno
spettacolo che unisce la spiritosa narrazione alle più varie forme di swing, blues e tradizione afro americana. Domenica 11 marzo, per entrare nel clima del festival, la Rai – Sede del Friuli Venezia Giulia trasmette la replica de “La musica dello Gnomo Mirtillo” coprodotta e registrata nel 2014. Sabato 17 marzo, ancora in doppia replica (ore 11 e 17), sempre a Casa della Musica, torna la “Storia di una Stella Marina”, prodotto dal Festival di musica per bambini e dal Festival Wunderkammer – mini W, una storia favolosa e visionaria, da ascoltare e guardare insieme, tra pop up in movimento, narrazione e musica dal vivo (per i bambini dai 3 ai 6 anni). Mercoledì 21 marzo, alle 17.30 è il Teatro Stabile Sloveno ad ospitare “Bastiano e Bastiana”, il delizioso Singspiel di Mozart nella versione prodotta per l’occasione dall’Associazione Aurora Ensemble e dall’Associazione Internazionale dell’operetta FVG, dedicata ai bambini (e non solo) dai 5 anni in su. Domenica 8 aprile il Festival torna a Casa della Musica dove, alle 10.30 va in scena “Gomito a gomito”, una produzione Festival Wunderkammer – miniW, che vede due pianiste sedersi e farsi i dispetti suonando musiche di Fauré sullo stesso pianoforte, accompagnate da narrazione e incantevoli pop up (per i bambini tra i 5 e i 10 anni) Domenica 15 aprile un concerto a più voci per i piccolissimi, ancora una produzione di Casa della musica realizzata e guidata dagli insegnanti della Scuola di musica 55 per bambini: “In-canto per te” è dedicato ai bambini tra 0 e 10 mesi. Ninne nanne e filastrocche cantate e danzate e dolci melodie per accogliere le prime capacità dei piccolissimi a sviluppare la propria innata musicalità. Sabato 21 aprile, alle 17 ancora a Casa della Musica, torna il “Circo Nai e Max”, da Carrara, a far sognare i bambini tra 2 e 6 anni (ma anche gli adulti non si annoiano per niente!):
musica originale suonata live dalla fisarmonica e un bizzarro teatro di burattini destano continue sorprese nel raccontare senza parole una storia magica. Sabato 21 aprile all’Immaginario Scientifico i più grandi (dai 7 anni) sono invitati fuori per la Notte Immaginaria – Il suono della scienza: niente genitori, solo bambini e sacchi a pelo, fuori per una notte a godersi il museo, gli esperimenti sonori e merende e colazioni rigorosamente scientifiche. Mercoledì 9 maggio alle 17.30 il Festival è ospite della Sala “Victor de Sabata” del Ridotto del Verdi: “Un’orchestra e un coro per te” illustrano la potenza e la duttilità degli strumenti e delle voci del teatro d’opera a spettatori più o meno piccoli. Grande ritorno sabato 12 maggio alle 11 e alle 17 (Casa della Musica) de “La musica dello Gnomo Mirtillo”, la produzione storica del Festival di Musica per bambini, e ormai un vero classico: il viaggio del piccolo gnomo invisibile attraverso il bosco verso la sua nuova casa. Ultimo appuntamento per il pubblico è quello del 19 maggio con “Percussion”: il Conservatorio Tartini apre le sue porte e rende possibile un incontro dei bambini del festival con i docenti e gli allievi delle classi di percussioni: i timpani, la grancassa, i piatti, la batteria, gli xilofoni e molti altri strumenti saranno spiegati e messi … alla prova. Tra aprile e maggio alcuni degli spettacoli (il calendario è disponibile sul sito www.festivaldimusicaperbambini.com) sono riservati su prenotazione alle scuole. Sabato 14 aprile è la data del convegno “Le esperienze di ascolto nella formazione del bambino” che occuperà l’Auditorium “Marco Sofianopulo” per tutta la mattinata, destinato ad educatori dei nidi, docenti delle scuole dell’infanzia e primaria, musicisti, studenti e laureati in scienze della formazione, studenti del Conservatorio musicale, genitori. Il convegno è patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Friuli Venezia Giulia ed è realizzato
nell’ambito del “Progetto di divulgazione della cultura umanistico musicale rivolta all’area dell’infanzia 0-6” con il contributo della Regione FVG. A concentrarsi sul tema e sui suoi risvolti sull’ambito educativo e dell’apprendimento saranno, unitamente al direttore artistico Vincenzo Stera, ancheEva Orzan, Direttore audiologia e otorinolaringoiatria IRCCS materno infantile “Burlo Garofolo” di Trieste, Roberto Favero, musicologo e saggista, docente di Storia dello Spettacolo e della Musica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano; Franca Mazzoli, Pedagogista e formatore dell’Associazione “QB Quanto Basta” di Bologna, Piero Pieri, programmista e regista Rai sede regionale del Friuli Venezia Giulia e Armando Traverso, direttore artistico di Rai Radio Kids. Tutte le informazioni sul Festival, sui biglietti e sulle prenotazioni sono disponibili in Segreteria di Casa della Musica: tel. 040 307309, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, il giovedì anche dalle 10 alle 12 oppure scrivendo a info@scuoladimusica55.it Andrea Forliano Yuri Temirkanov torna alla Fenice Grossomodo esistono due tipi di direttori d’orchestra: gli sbobinatori più o meno accurati della partitura, i quali puntano innanzitutto a tradurre la pagina in suono mettendo tutti i puntini sulle “i”, e quelli che fanno musica. Yuri Temirkanov appartiene alla seconda categoria, anzi, ne è uno dei più gloriosi vessilliferi. Il grande maestro russo non è
un apostolo della perfezione strumentale, non venera il dettato né la trasparenza, non regala esecuzioni ma vertigini. Se ne ha esperienza nella sezione centrale dell’Allegro moderato dell’Incompiuta di Schubert, un progressivo montare di poesia e furore, un abisso che si spalanca verso l’alto, contro gravità. Come ci riesce? Temirkanov tratta la musica come fosse una gomma plastica nelle sue mani, la strizza e la allenta con un cenno, la addensa pennellando l’aria con le dita della sinistra. Ci si chiede cosa passi per la testa ai primi violini quando si vedono richiamati da quel gesto enigmatico che sollecita al contempo densità e flessibilità. Eppure il risultato è tangibile, così come sono tangibili il colore delle viole, quello degli archi gravi, e la libertà ritmica con cui si sviluppa la musica. Certo l’approccio è quello del “grande vecchio”, perché la sua orchestra è estremamente compatta e drammatica, totalmente disinteressata alle conquiste recenti della prassi storicamente informata – e in certi momenti è anche un po’ pesante – ma sempre in controllo, senza che la mole del suono offuschi mai i piccoli dettagli, non solo strumentali, che sono poi quelli che fanno la differenza tra l’esecuzione normale e quella straordinaria. La magia riesce perché l’Orchestra della Fenice lo segue al millimetro e sa camuffarsi, almeno nel colore, da Filarmonica di San Pietroburgo (benissimo gli archi!). È meno entusiasmante la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore di Sergej Prokof’ev perché qui l’orchestra ci va con i piedi di piombo e qualcosa scappa via, nonostante Temirkanov riesca a raccontare l’ambiguità malata che serpeggia in fondo all’opera, l’apparente trionfalismo ottimistico dietro cui si cela una meccanicità alienante. Il finale di Primo movimento, così cupo e sinistro, è un pugno nello stomaco, una frattura che incrina quel clima di festosità forzosa sempre lì lì per realizzarsi. Però ci sono anche tanti passaggi affrontati con troppa cautela, peccato.
Il pubblico saluta con un entusiasmo inspiegabilmente sbrigativo. Paolo Locatelli © Riproduzione riservata SABATO 10 MAR.”IL VIZIETTO” con i PAPU al TEATRO DELLA CORTE DI OSOPPO (Ud) Sabato 10 marzo i Papu con “Il Vizietto” chiudono il cartellone dei grandi ospiti del Teatro della Corte di Osoppo. Si alzerà il sipario su uno spettacolo ironico e profondo allo stesso tempo in cui si può ridere senza vergogna e divertirsi senza complessi di colpa, grazie alla leggerezza e alla poesia con cui sono trattati temi tanto attuali quanto delicati come
quelli di famiglia, maternità, omosessualità. Sul palco saliranno Andrea Appi e Ramiro Besa, i famosi Papu, attorniati da Alberto Moscatelli, Simonetta Barbon, Valentina Beraldo, Nicolò Gasparetto, Beatrice Niero e Francesca Botti. Il copione, ispirato alla pièce di Jean Poiret del 1973 e poi ripreso nel memorabile film di Édouard Molinaro con Ugo Tognazzi e Michel Serrault nel 1978 racconta dell’ italiano Renato Baldi che vive da vent’anni con il francese Albin, detto Zazà, insieme al quale gestisce, a Saint Tropez, un “night” per travestiti, “La Cage aux Folles”. I due, che non nascondono la loro omosessualità, vivono come marito e moglie. Nel passato dell’italiano, però, c’è stata una brevissima avventura etero-sessuale, dalla quale gli è nato un figlio, Laurent. Un bel giorno, il giovane annuncia al padre e a Zazà – che in quei vent’anni gli ha fatto da madre – l’intenzione di sposare Adrienne, figlia di un importante uomo politico, esponente di un partito che si propone di difendere a tutti i costi l’ordine morale. L’annuncio di Laurent, che da Adrienne è stato presentato ai suoi come figlio di un diplomatico, getta lo scompiglio in Renato e Zazà, costretti a spacciarsi – il giorno in cui i genitori di Adrienne vengono a conoscere i futuri suoceri della figlia – per quel che non sono. Lo spettacolo penetra nel mondo dei ‘diversi’ non soltanto per trarne motivo di divertimento – e questo è assicurato sia
dalla brillantezza dei dialoghi, sia da una serie di spassose trovate – ma anche per mostrare come, al di là di certi aspetti che urtano la sensibilità dei normali, i ‘diversi vivano umanissimi drammi e tormenti che meritano rispetto e comprensione. Biglietto € 12 intero – € 10 ridotto – Info e prenotazioni 04321740499 – 345.3146797 info@anathemateatro.com www.anathemateatro.com La BMC Racing Team vince la Tappa 1 della Tirreno- Adriatico La BMC firma la tripletta La 53^ edizione della Corsa dei Due Mari si è aperta con la vittoria della BMC alla velocità di 57,804km/h kmh. Damiano Caruso è la prima Maglia Azzurra.
Lido di Camaiore, 7 Marzo 2018 – La BMC ha vinto la Tappa 1 della Tirreno-Adriatico NamedSport, la Cronometro a Squadre di Lido di Camaiore di 21,5 km, fermando i cronometri dopo 22’19”, alla media di 57,804 km/h. Seconda la Mitchelton – Scott (22’23”) e terzo il Team Sky (22’28”). Damiano Caruso (BMC Racing Team) è la prima Maglia Azzurra. Per il terzo anno consecutivo, la BMC Racing Team ha vinto la cronosquadre inaugurale della Tirreno-Adriatico con un vantaggio di quattro secondi sulla Mitchelton-Scott e nove secondi sul Team Sky. Per il secondo anno di fila, il siciliano Damiano Caruso veste la prima Maglia Azzurra di leader della Corsa dei Due Mari. RISULTATO FINALE 1 – BMC Racing Team 21.5km in 22’19”, media 57,804 km/h 2 – Mitchelton – Scott a 4″ 3 – Team Sky a 9″ CLASSIFICA GENERALE 1 – Damiano Caruso (BMC Racing Team) 2 – Rohan Dennis (BMC Racing Team) s.t.
3 – Bevin Patrick (BMC Racing Team) s.t. MAGLIE Maglia Azzurra, leader della classifica generale, sponsorizzata da Gazprom – Damiano Caruso (BMC Racing Team) Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da FIAT – Fernando Gaviria (Quick-Step Floors) Maglia Arancione, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Sportful – non assegnata Maglia Verde, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Snello Rovagnati – non assegnata CONFERENZA STAMPA Damiano Caruso, prima Maglia Azzurra, ha dichiarato: “È da tanti anni che andiamo forte alle cronosquadre, è una nostra specialità, ci alleniamo sin dai primi training camp dell’anno. Il nostro spirito di gruppo fa la differenza, lavoriamo insieme per un obiettivo comune, nessuno di noi vuole dimostrare di essere il singolo corridore più forte.
Senza Richie Porte, sono diventato il capitano per la generale alla Tirreno-Adriatico. Punto alla top 10. Forse potrei ambire a qualcosa in più, ma preferisco volare basso visti i grandi nomi in gara. Sulla carta, il percorso di quest’anno sembra più duro che in passato. Siamo qui anche per Greg Van Avermaet, vuole vincere un’altra tappa..” Fernando Gaviria, leader della Classifica dei Giovani, ha dichiarato: “Sono molto felice della prestazione del team, anche se non siamo stati i più forti e non abbiamo vinto la tappa. Adesso abbiamo Bob Jungels in una buona posizione in classifica, lui è il nostro capitano. Sono contento di avere la Maglia Bianca e cercherò di vincere la tappa domani. È una frazione per sprinter e ci sono tanti velocisti forti: Kittel, Cavendish – che è caduto oggi, ma spero stia bene, Ewan… e molti altri. Sono certo che sarà una bella tappa”.
Mark Cavendish, caduto durante la cronosquadre, è giunto al traguardo fuori tempo massimo. STATISTICHE La BMC, con tre successi, diventa il team più vincente nelle cronosquadre della Tirreno: lascia a quota due la Omega-Pharma – Quickstep, che vinse nel 2013 e 2014. La BMC detiene il record per le tre tappe più veloci nella storia della Tirreno: 58,329 km/h nel 2017; 57,804 km/h oggi e 56,947 km/h nel 2016. Gli ultimi tre leader italiani della Tirreno sono tutti usciti dalla cronosquadre: Daniel Oss nel 2016, Damiano Caruso nel 2017 e 2018. Nelle due scorse edizioni, Oss e Caruso non riuscirono a mantenere la maglia alla frazione successiva.
LA TAPPA DI DOMANI Tappa 2 – Camaiore – Follonica 172 km Ritrovo di partenza: Camaiore, Piazza San Bernardino Foglio Firma: 10:40 – 12:00 Incolonnamento e Sfilata: 12:10 Partenza – KM 0: 12:15 (trasferimento 1.400m) Arrivo: Viale Italia, Follonica – 16:15 circa Quartiertappa: Scuola Comunale di Musica B. Bonarelli, Via Argentarola 2, Follonica Percorso Tappa che, a parte i primi chilometri con un GPM (Montemagno) quasi immediato, è interamente pianeggiante fino al circuito finale di Follonica. Si attraversano diverse località delle province di Lucca, Pisa e Livorno come San Giuliano Terme, Cecina e Donoratico. Dopo l’ingresso in provincia di Grosseto si affronta il circuito finale di 8,3 km da ripetere 3 volte. Ultimi km Circuito cittadino su strade mediamente larghe e prevalentemente rettilinee. Nei primi chilometri dopo il
passaggio sull’arrivo si incontrano alcune curve impegnative in sequenza. Nel finale si percorrono due lunghi rettilinei intervallati da un’inversione di marcia su una rotatoria di ampio diametro. Finale su asfalto, carreggiata di 7,5 m. PUNTI D’INTERESSE CAMAIORE Dal blu delle acque del Mar Tirreno al verde delle colline, incorniciate dalle Alpi Apuane: il Comune di Camaiore è un microcosmo dai colori tanto contrastanti quanto armonici, sfumature di un territorio che si estende dal mare alle montagne. Un territorio ricco di sapori e di tradizioni che rispecchiano il modo di essere dei suoi abitanti: forti ma molto affabili, vivaci ed accoglienti. Comune Toscano che comprende un territorio molto variegato, dalla animata costa con il Lido di Camaiore, sino ai paesaggi montani delle Alpi Apuane, passando per la storica frazione di Monteggiori sede di un castello feudale e dalla fortezza di Rotaio. Molto apprezzata per il suo centro storico, la città si anima soprattutto nei mesi estivi quando le attrazioni per i turisti della riviera non mancano. Nei mesi di giugno e luglio ha infatti luogo il Palio cittadino, al quale partecipano i 6 rioni sfidandosi in gare atletiche e conviviali di diverso genere. Gli eventi estivi culminano nel
mese di agosto con le “follie di Ferragosto”, festa che anima la città e il Palio dell’Assunta; quest’ultimo caratterizza storicamente la città e oggi viene rievocato con una sfilata in costume nella quale, le storiche famiglie, sfilano ciascuna con il proprio stemma. La città di Camaiore è altresì nota a sportivi e ciclisti per lo storico “Gran Premio Città di Camaiore” che si svolse dal 1949 sino al 2014, mentre negli ultimi anni la città è “tappa fissa” della Tirreno-Adriatico NamedSport. FOLLONICA Follonica si trova nel cuore dell’omonimo Golfo, nella Maremma Toscana, tra il promontorio di Piombino e Punta Ala, di fronte all’Isola d’Elba. La sua posizione e il suo clima ne fanno una meta ambita per il turismo balneare, sportivo, verde e culturale. Il litorale ha una sabbia bianca e fine, con bassi fondali che degradano lentamente. Infinite le opportunità di divertimento, relax e svago, legate al mare e non, poiche ́ è circondata da un territorio ricco di vegetazione e macchia mediterranea: percorsi di trekking, bike, cavallo, cale mozza ato e oasi faunistiche. Il Golfo di Follonica e le colline circostanti offrono molteplici e diversificati panorami da scoprire, ricchi di storia e bellezza: si passa dal mare azzurro e cristallino alle montagne boscose delle Cornate di Gerfalco e di Montieri. Tra questi due estremi, una varietàdi luoghi, paesi e frazioni, tutti immersi in una natura intatta, con tradizioni, usi e paesaggi. Molto vicino a Follonica sorgono luoghi di grande interesse: dai borghi di Scarlino, Castiglione della Pescaia, Suvereto, alla città medievale di Massa Marittima, ai resti archeologici di Populonia, Vetulonia e Roselle. Il panorama enogastronomico e ̀ altrettanto ricco e variegato: il vino fa da padrone sulla tavola e ben si accompagna ai gusti forti delle pappardelle al cinghiale, piatto principe della Maremma, e a quelli più delicati dei classici a base di pesce, come il cacciucco. COPERTURA TV
I palinsesti della Tappa 2 della Tirreno-Adriatico NamedSport sono disponibili a questo link. LIVE TWEET Ogni giorno potete seguire la Tirreno-Adriatico NamedSport grazie a un live tweet, con tutti gli aggiornamenti dalla corsa, dal profilo twitter ufficiale @TirrenAdriatico – L’hashtag per commentare in diretta con noi è #TirrenoAdriatico #TirrenoAdriatico PHOTO CREDIT: LaPresse – D’Alberto / Ferrari Press Ciclismo RCS Sport OLTRECONFINE 1918/2018, A TORVISCOSA ULTIMA SERATA TRA VITE, STORIE E MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA – venerdì 9 marzo Venerdì 9 marzo al Centro di aggregazione Giovanile incontro con associazioni, scuole e cittadini nel progetto su WW1 promosso da 17 Comuni e curato da Cikale Operose
OLTRECONFINE 1918/2018, A TORVISCOSA ULTIMA SERATA TRA VITE, STORIE E MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA Torviscosa – 07.03.2018 – Ultimo atto nel percorso di ricerca sul territorio di OLTRECONFINE 1918/2018. Venerdì 9 marzo alle 20.30 ultima serata-forum al Centro di aggregazione Giovanile di Torviscosa per raccogliere testimonianze, documenti, racconti familiari e storie nascoste sulla Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia. Sono invitati al confronto associazioni, gruppi organizzati, scuole e cittadini. Oltre al direttore artistico Francesco Accomando, interverranno il sindaco Roberto Fasan per un saluto dell’Amministrazione e come relatori Alessandro De Biasio accompagnato in lettura da Michele De Caro, per l’Associazione culturale Tormenti, e Luciano Patat. Accompagnamenti musicali a cura dell’Associazione Culturale Musica Viva. Dai fatti di Caporetto dell’autunno 1917, con l’arrivo o il ritorno delle truppe austro-ungariche e tedesche, passando per il rovesciamento del fronte e l’armistizio del 4 novembre 1918, fino all’annessione del 1920. È questo l’arco temporale che la terza edizione di OLTRECONFINE percorre nell’anno del centenario della sospirata conclusione di una guerra che si è abbattuta con una violenza brutale sulle aree dei 17 Comuni partecipanti. In ogni Comune viene organizzata una serata- forum pubblica con gli interventi di oltre 20 esperti di storia locale e del direttore artistico nelle vesti di attore, che reciterà alcuni brani tratti da testimonianze. Alle serate sono invitati a contribuire le associazioni, le scuole, i gruppi musicali e i cittadini con suggestioni, ricordi familiari, notizie e memorie indirette. “Il progetto intende raccontare storie di uomini e donne, di città e paesi all’epoca della Grande Guerra nell’idea di recuperare brandelli di storia, anche volutamente o inconsapevolmente dimenticati – evidenzia Giampaolo Fioretti,
presidente dell’associazione Cikale Operose che cura OLTRECONFINE – Per questo cercheremo di coinvolgere, per il terzo anno, associazioni e famiglie nella raccolta di memorie, documenti, diari, fotografie, oggetti legati alla memoria della Grande Guerra”. OLTRECONFINE è un progetto culturale partecipato, con un percorso crescente dal basso che coinvolge i cittadini, le associazioni e le scuole di 17 Comuni del FVG: Palmanova (capofila) e Aiello del Friuli, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Castions di Strada, Chiopris Viscone, Gonars, Medea, Romans d’Isonzo, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria La Longa, Torviscosa, Trivignano Udinese, Villesse, Visco. Tutti territori che, nel 1915, si trovarono “presi in mezzo” dalla guerra, essendo a ridosso o sul confine tra l’Impero Austro-Ungarico e il Regno d’Italia. Info su > www.oltreconfine-ww1.eu MUGGIA TEATRO “HERMADA, STRADA PRIVATA” CHIUDE LA STAGIONE 2017/18 Con un bilancio più che positivo chiude venerdì 9 marzo alle ore 20.30 la stagione 2017/18 di MUGGIA TEATRO, con la direzione artistica di Alessandro Gilleri. A chiudere la stagione 2017/18 di Muggia Teatro sarà il 9 marzo HERMADA, STRADA PRIVATA, di Renato Sarti, con la consulenza di Fabio e Roberto Todero e Lucio Fabi e dell’IRSREC-Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea del Friuli-Venezia Giulia. Con Valentino Mannias e Renato Sarti, scena di Carlo Sala,
musiche di Carlo Boccadoro, disegno luci Luca Grimaldi, produzione Teatro della Cooperativa, Milano con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto Next 2015. Se si guarda fuori dai finestrini posti a sinistra dei vagoni del treno che da Monfalcone porta verso Trieste, si nota una collina larga, è il monte Hermada… Hermada deriva da una parola slovena che significa catasta di legna, il solo pronunciarne il nome dovrebbe far correre un brivido, al pari di quando si sentono nominare il monte San Michele, il monte Grappa o altre località dove si sono combattute battaglie terrificanti, con costi umani spaventosi. A.F.
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