UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente

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UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
Maggio 2020 - Anno 14 - Numero 5

Periodico della Parrocchia
di Santa Maria Nascente
Piazza Santa Maria Nascente, 2
20148 Milano
                                                                                        Orario delle S. Messe a Santa Maria Nascente
PREFESTIVO ore 18.30 sabato/vigilie - FESTIVO ore 8.30 - 10.15 - 11.30 - 18.00 - FERIALE ore 8.30 - 18.00

UNA SINGOLARE OCCASIONE
Carissimi parrocchiani
è giunto anche il mese di maggio, qua-
si in un batter d’occhio, senza che ce ne
accorgessimo o meglio senza che le con-
dizioni nelle quali siamo costretti a vivere
di questi tempi ci consentissero di render-
ci conto del suo arrivo… dell’arrivo del
mese di maggio che certo è il mese della
primavera, dei ponti, dei weekend fuori
città… Per noi credenti poi, soprattutto
è il mese che dedichiamo solitamente alla
Madonna attraverso quella tanto bella
quanto semplice preghiera mariana che è
il Santo Rosario. Vi garantisco che non ce
ne siamo dimenticati e che quest’ultimo
particolare in riferimento alla Madonna
non ci è sfuggito e non ci è sfuggito non
solo come gesto della tradizione ma, come                                                                   La targa della posa della prima pietra.
gesto della fede: differenza di linguaggio
non indifferente se pensiamo che dire          indifferente dei 40 anni di consacrazione       vaso e Protaso, di Santa Maria Goretti, di
“gesto della fede” non è semplicemente         della chiesa parrocchiale. Il 31 maggio del     Sant’Ambrogio, San Carlo e di San Do-
un modo di dire, ma significa piuttosto        1980, testimonia la targa esposta all’in-       menico Savio. Alla visita della chiesa da
appellarci alla nostra libertà, quella, per    gresso della chiesa per le mani dell’allora     parte dei fedeli nel giorno anniversario
intenderci che sceglie e decide di come        Arcivescovo Martini, la nostra chiesa ve-       della consacrazione è legata una indul-
utilizzare il tempo, giudicando quindi         niva consacrata. Già da 25 anni vi si cele-     genza di cinquecento giorni alle consuete
che cosa è più importante fare in un de-       brava la santa liturgia essendo stata aperta    condizioni.
terminato momento e con quale atteggia-        al culto, il 5 giugno del 1955 dall’allora      Prima di essere stati confinati nelle nostre
mento farlo, se per dovere, se per interesse   Arcivescovo Montini, poi Paolo VI, oggi         case a causa del coronavirus, già in diverse
personale, se per personale convenienza o      San Paolo VI, ma solo nell’80 la chiesa fu      occasioni ci si era trovati con il consiglio
se davvero ci credo.                           consacrata. Insieme alla chiesa, quel 31        pastorale al fine di sottolineare questa
Oltre a ciò, va anche detto che questo         maggio 1980, in onore della Beata Ver-          importante ricorrenza. Due erano le cose
maggio non sarebbe stato un qualsiasi          gine Maria nascente, venne consacrato           certe, già programmate: al primo posto
maggio per la parrocchia del QT8, giac-        anche l’altare all’interno del quale erano      certamente il fatto che ci saremmo rac-
ché avremmo ricordato l’anniversario non       deposte le reliquie dei santi martiri Ger-      colti a ricordare solennemente questo im-
                                                                                                          don Mario Manzoni - Parroco
                                                                                                                             (continua a pagina 2)

                    Orario delle S. Messe nel Santuario di Lampugnano
                    PREFESTIVO ore 17.30 sabato/vigilie FESTIVO ore 10.00
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
(segue da pag. 1)

portante anniversario nell’azione liturgica,     dà forma ai nostri sguardi
attorno al nostro arcivescovo che aveva          e alle nostre parole. Ver-
dato la sua disponibilità ad essere presente     rebbero non pochi esem-
in parrocchia il sabato 30 maggio alle ore       pi da fare, ma a ciascuno
18.30. La seconda cosa certa consisteva          di noi sarà facile pensare
nel posizionamento del grande lampada-           a quanto taluni rappor-
rio che sarebbe stato definitivamente alle-      ti siano stati e continui-
stito all’interno della chiesa in sostituzione   no ad essere importanti,
dell’attuale provvisorio, collocato in segui-    quasi indispensabili per
to al rifacimento di tutto l’impianto di il-     il vivere quotidiano… ci
luminazione della chiesa. Su possibili altre     si nutre di quei rapporti.
iniziative era rimasta aperta la riflessione.    Non può, questo, non
Visto come si sono messe le cose, riman-         valere con Cristo per chi
deremo certamente ad altra data più fe-          ama Cristo.
lice quanto non potremo realizzare per           Sono convinto che tale
questo mese di maggio. Ritengo però che          intimità con il Mistero
l’impossibilità a realizzare materialmente       non costituisca una al-
quanto si era organizzato o si stava orga-       ternativa ad un lavoro
nizzando debba essere fatta nostra non           attivo di riflessione, ma
certo per piangerci sopra lamentandoci           che ne sia una verifica nel                               La targa della consacrazione della chiesa.
per quel che ci appare essere stato perso,       silenzio contemplativo di
                                                                                                 va nella nostra chiesa per sostarvi perso-
quanto per farla diventare una singola-          fronte all’Eucaristia, cioè di fronte a quel
                                                                                                 nalmente in adorazione davanti al S.S.
re occasione per riflettere sul significato      “TU” che è Cristo. Mi tornano alla mente
                                                                                                 Sacramento!
della presenza di una chiesa all’interno di      e non posso fare a meno di evocare e ri-
                                                                                                 Una seconda suggestione viene a configu-
un territorio, di un paese piuttosto che di      proporre le parole del grande Peguy: “Egli
                                                                                                 rarsi quando si tiene conto che la presen-
un quartiere, e dunque in mezzo ai suoi          è qui. È qui come il primo giorno. È qui
                                                                                                 za di una chiesa (architettonicamente par-
abitanti e per coloro che, per un verso o        tra di noi come il giorno della sua morte.
                                                                                                 lando), nel suo rimandare ai sacramenti
l’altro, la frequentano.                         In eterno è qui tra di noi proprio come
                                                                                                 che vi si celebrano e alla preghiera che in
Cerco di illustrare i termini di quella che      il primo giorno. In eterno tutti i giorni.
                                                                                                 forme differenti vi si innalza a Dio nel suo
ho chiamato “singolare occasione” attraver-      È qui fra di noi in tutti i giorni della sua
                                                                                                 interno, rimanda all’esistenza di una Co-
so alcune suggestioni che affido all’atten-      eternità. Il suo corpo, il suo medesimo
                                                                                                 munità cristiana che in essa si raccoglie.
zione di voi carissimi parrocchiani. La          corpo, pende dalla medesima croce. I suoi
                                                                                                 Appunto la comunità parrocchiale! Essa
prima delle quali sintetizzerei in questa        occhi, i suoi medesimi occhi, tremano per
                                                                                                 non può essere pensata e dunque men
espressione: l’intimità con il Mistero. In-      le medesime lacrime. Il suo sangue, il suo
                                                                                                 che meno rappresentarsi come una sorta
tendo con essa riferirmi al fatto che una        medesimo sangue, sgorga dalle medesime
                                                                                                 di grande amicizia dove tutti si conoscono
chiesa (sto riferendomi a quella fatta di        piaghe. Il suo cuore, il suo medesimo cuo-
                                                                                                 alla perfezione, dove tutti vanno d’amore
mattoni) è luogo della presenza del divino       re, sanguina del medesimo amore. Il me-
                                                                                                 e d’accordo, anzi dove tutti la pensano allo
in quella particolare forma sacramentale         desimo sacrificio fa scorrere il medesimo
                                                                                                 stesso modo, fanno le stesse cose, frequen-
che è l’Eucaristia. Non però una “cosa” ma       sangue”.
                                                                                                 tano le stesse consuetudini e via di questo
una persona, un “TU” con il quale entrare        Una parrocchia ha brillato di uno splen-
                                                                                                 passo. Questa non è la comunità cristiana:
personalmente, ma proprio personalmen-           dore eterno. Ma tutte le parrocchie bril-
                                                                                                 semmai sarebbe una bellissima e piacevo-
te in rapporto ed entrarvi in modo inti-         lano eternamente, perché in tutte le par-
                                                                                                 lissima realtà amicale, ma una amicizia
mo, consapevoli che proprio e solo tale in-      rocchie c’è il corpo di Gesù Cristo. “Lui è
                                                                                                 nasce laddove e quando ci si sceglie preci-
timità dà forma concreta alla nostra vita,       qui, in mezzo a noi”, è la stessa espressione
                                                                                                 samente per una preferenza. Possiamo for-
al nostro modo di porci di fronte al reale,      che accoglieva chi, nei giorni scorsi, entra-
                                                                                                 se dire che quanti frequentiamo la chiesa

                                                                       2
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
di QT8 ci siamo scelti? Se così fosse ci sa-       presente e proprio tale consapevolezza ci       un rapporto che ci è donato diventi dav-
rebbe qualcosa che non funziona, giacché           mobilita al compito di far crescere questa      vero una relazione fruttuosa, che ci colmi
succederebbe che, quando dovesse finire            comunione la quale prenderà forma a par-        di senso e ci faccia percepire pienezza,
la preferenza, uno prende e se ne va via.          tire esclusivamente dall’opera dello Spirito    chiede una nostra fatica. Lo stesso vale per
Dentro una comunità parrocchiale ci si sta         Santo, cioè una forma del tutto inedita e       il dono della fede. Ma, nel caso della fede,
non per scelte o preferenze: anzi, è a volte       del tutto altra rispetto alle nostre aspetta-   in che cosa consiste tale fatica? Non solo
vero il contrario e cioè che, di fatto, ci si      tive e ai nostri pensieri.                      nel ricoprire un ruolo dentro la parrocchia
ritrova con diversa storia, formazione e in-       Da qui la terza riflessione, doverosa per       ma nel vivere la nostra personale vocazio-
dole. E allora quale può essere la ragione         non pensare di starcene con le mani in          ne a partire da quel fascino iniziale che ci
per cui le persone che costituiscono una           mano; la propongo in riferimento alla           ha mosso a seguire Cristo così che quello
comunità parrocchiale stanno insieme se            missione che ci è affidata in quanto bat-       stesso fascino, certo in modalità differenti
non perché il Signore le ha chiamate lì, le        tezzati, di comunicare la nostra fede, senza    da quelle accadute a ciascuno di noi all’i-
ha scelte e per mille differenti ragioni, le       però dimenticare che la fede è un dono e        nizio, attraverso i nostri volti, le nostre
ha chiamate lì in quel luogo? In una co-           che, come tale, non è automatico che dia        parole e le nostre opere, si riproponga e
munità parrocchiale ci si entra e ci si sta        i suoi frutti; un dono per fruttificare deve    accada per coloro che per le strade più
non per una reciproca nostra preferenza,           essere accolto. In altri termini, perché un     differenti, abbiano a imbattersi nella no-
ma per una preferenza di Cristo che ci             dono abbia a dare i suoi frutti fino anche      stra parrocchia. L’ho visto personalmente
mette con persone che non abbiamo scel-            ad autodiffondersi ha bisogno della mia         accadere non poche volte ed è quello che
to, dalle quali non ci sentiamo scelti e che,      fatica. Forse che ogni rapporto che ci è        come pastore di questa parrocchia, mi in-
proprio per questo ci possono essere an-           stato donato, da quello sponsale a quello       teressa più di qualsiasi altra cosa.
che poco congeniali. Se dunque siamo in-           genitoriale, da quello filiale fino a quello
sieme, se dunque cerchiamo di vivere una           amicale, si è sviluppato fruttuosamente                                don Mario Manzoni
comunione è perché c’è Cristo, risorto e           senza che ci mettessimo del nostro? Perché                                           Parroco

SEGUIRE LA MESSA IN TV CON IL PAPA
Un gesto di grande intensità compiuto alle 7 del mattino in un periodo di grande sofferenza.
Il Papa ci ha aiutato moltissimo a vive-
re la Quaresima, la Settimana Santa e
continua ad aiutarci in questo partico-
larissimo momento. La sua presenza è
veramente quella di un padre e ci mostra
con estrema chiarezza la misericordia di
Dio. In questi mesi di singolare sofferen-
za, dove le chiese non possono accogliere
i fedeli per le celebrazioni liturgiche, è
stata data la possibilità di seguire la Mes-
sa quotidiana celebrata nella cappella di
casa Santa Marta. Si è saputo dell’ecce-
zionale risposta a questo appuntamento
che raccoglie un numero imponente di
persone intorno al teleschermo alle 7 del
mattino (si parla di 1.500.000 in media
di ascolti). Il Papa stesso ha ricordato che
                                                                                                           Il Papa mentre celebra l’eucaristia.
                           (continua a pagina 4)

                                                                        3
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
VITA TRA NOI

(segue da pag. 3)

non è questa la vera comunità dei cre-              mazione, attento a cogliere le sfumature            il male più pesante e redime l’uomo e la
denti, perché la comunità è quella reale,           dei comportamenti umani che possono                 società. L’abbiamo visto soprattutto il 27
fisica, tuttavia nel sacrificio della con-          allontanarci dall’annuncio vero di Cristo.          marzo quando il Papa, da solo, portan-
dizione presente è un grande conforto               E lo fa con personale coinvolgimento: gli           do lui la sofferenza di tutti alla Croce di
vivere così l’unità della chiesa, partecipi         errori al tempo di Gesù sono i nostri er-           Cristo, ha compiuto un gesto che nessun
di una comunità ‘virtuale’ ma numero-               rori, i suoi errori e a tutti è necessaria la       capo di stato di oggi potrebbe fare. Ha
sissima: tutti possono insieme ascoltare            misericordia del perdono e della conver-            così testimoniato al mondo intero che
e pregare con il Santo Padre, adorare il            sione.                                              la Chiesa, cioè il luogo della presenza di
Santissimo per 5 minuti alla fine della             Il Santo Padre condivide questo tempo               Cristo, è sempre dalla parte del vero bene
Messa.                                              di incertezza e di sacrificio che stiamo            di tutti.
È un gesto di grande intensità, aiutato             vivendo, si è messo nei nostri panni di             Sul sito della parrocchia ha scritto in pro-
dalla essenzialità della celebrazione che,          esseri umani e di cristiani. A tutti ha det-        posito don Mario: “Solo, affaticato, quasi
in una cornice in cui ogni particolare è            to “io sto con voi” e ai cristiani ha detto         claudicante; fragile… un ‘nulla’ rispetto a
estremamente curato ed estremamente                 “testimoniate che la salvezza è per tutti”,         ciò che si accingeva a fare… un ‘nulla’ di
semplice, favorisce molto la preghiera              non avvitatevi nelle insofferenze, nelle ri-        fronte alla tempesta che sta avvenendo
comune e personale. Le intenzioni che               mostranze, nelle rivendicazioni partico-            ma – pensavo – quella apparente fragilità
precedono la Messa hanno un respiro                 laristiche. Cristo è il bene comune. L’ab-          e quella apparente impotenza nelle quali
universale: ciascuno si sente accolto nel           biamo visto nella Via Crucis del venerdì            non possiamo non riconoscerci, in real-
suo bisogno materiale e spirituale. Nelle           santo, nelle testimonianze in cui la fatica         tà sono segno della grandezza dell’uomo
omelie il Papa commenta tanti passi del             e l’errore dell’uomo si intrecciavano con           che sta davanti a Dio, quando sta davanti
Vangelo con una profonda immedesi-                  la misericordia che cambia in bene anche            a Dio”.

IL COLLOQUIO CON CRISTO
Come nell’Adorazione Eucaristica quel crocifisso in parrocchia ci abbraccia e ci parla.
“Quanta gente, quanti cristiani passano il          ed ora. Pensavo alle piaghe. Non pensavo
tempo guardando il crocifisso… e lì trova-          ai film in costume che lo rappresentavano
no tutto, perché hanno capito, lo Spirito           al suo tempo, ma alle piaghe di oggi: quelle          A S. Maria Nascente
Santo ha fatto capire loro che lì c’è tutta         che gli facciamo vivere ogni giorno. Pensa-
la scienza, tutto l’amore di Dio, tutta la          vo alla cattiveria degli uomini. Più siamo             Dopo lungo tempo son tornato, qui,
saggezza cristiana. ... Guardare il crocifisso      deboli, poveri, feriti e... (a volte) più siamo        davanti, su panca seconda, a destra:
in silenzio, guardare le piaghe, guardare il        cattivi. Aggressivi, rancorosi, ricattatori,           l’altare spoglio è di fronte e la croce
cuore di Gesù, guardare l’insieme: Cristo           prigionieri della nostra aggressività e ranco-         appesa al suo posto, ben in vista.
crocifisso, il Figlio di Dio, annientato, umi-      re, chiusi, asserragliati, a buttar giù olio bol-
liato… per amore”.                                  lente dalle nostre torri come nelle città me-          In cuore un moto d’estrema letizia
A Santa Maria Nascente, davanti al Santis-          dioevali assediate. Pensavo ai poveri poveri           ho avvertito, come effluvio di colma
simo esposto, mi risuonavano queste paro-           e ai poveri ricchi, ai poveri atei e ai poveri         bellezza, insieme a un rilievo pensoso
le dette dal Papa nell’omelia del 22 aprile         cristiani: pensavo al mio dolore per gli uo-           che è nato improvviso su come sia
in Santa Marta.                                     mini che non ci credono e non capiscono                possibile, per un essere umano,
Guardavo il crocifisso, il nostro crocifisso        chi ci crede, pensavo alla mia delusione per           mantenere ben intatto l’equilibrio
con le braccia spalancate in un abbraccio,          quelli che nella Chiesa continuano ad usare            senza ammettere il Signore presente.
ad abbracciarci tutti, come sempre ci ab-           gli stessi metodi di contesa asserragliandosi
braccia il crocifisso, e sotto di lui sull’altare   in città murate, e attaccando per difender-                                    Nino Barbieri
brillava la luce di Cristo vivo presente qui        si. Era un dolore vero, con volti reali che

                                                                           4
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
mi passavano davanti. Pensavo a me stessa
prigioniera del mio rimuginare sulle mie
delusioni e attese tradite.
Intanto il crocifisso guardava me e mi ab-
bracciava dalla croce e il Santissimo mi te-
neva nella sua luce. Mi è sembrato ad un
tratto che sorridesse come gli adulti quan-
do vedono accapigliarsi i bambini. Era
un rimprovero sorridente di chi ti guarda
dall’alto ma anche ti cammina di fianco.
Come a Emmaus: “ Stolti e tardi di cuo-
re...”. Allora sospendendo per un attimo
la litania dei miei lamenti attribuiti ai Suoi
dolori... ho sentito che mi diceva sottovo-
ce: “Si può fare... la tua conversione si può
fare. Tutto da capo, tutto da un’altra parte,
ma si può fare”.
Mi sono fermata... e sono tornata alle pa-
role del Papa: “Il figlio di Dio annientato,
umiliato... per amore”. E ho cominciato a
sentire la sovrabbondanza di quell’amore:
un amore eccedente ogni umiliazione e
ho aperto un po’ meglio le orecchie: “Se
solo tu lasciassi un pertugio alla percezione
del mio amore, alla percezione dell’amore          di debolezza? Dove ha trovato il coraggio?”.    fame che chiede di essere saziata con segni
del Padre, alla percezione del Mistero che         Da dove gli è arrivato il vento dello Spirito   tangibili e riconoscibili, propensa ad esal-
meravigliosamente ti avvolge, ti porta, ti         Santo?                                          tarmi ad ogni apparente temporanea rispo-
implica e chiede di procedere con te... Se         Non è Pietro che ha fatto, che ha trovato il    sta, pronta al lamento ad ogni delusione,
solo per un attimo tu ti accorgessi che ti sto     coraggio, ha concluso il Papa, è Cristo che     devo ogni giorno ritornare a pregare: uscire
accompagnando per via e che ogni giorno            glielo ha promesso e donato: “Io pregherò       dalla mia casa per tornare nella Sua Casa,
ti invito a buttare le reti nel mare pescosissi-   per te, perché la tua fede non venga meno”.     davanti a Cristo crocifisso, a Cristo Risorto.
mo della mia Parola, se tu ti accorgessi della     (Lc 22,31-32). È questo il segreto di Pietro:   Cristo stesso, assediato dalla folla dei 5000
mia presenza in ogni pane spezzato... Se tu        la preghiera di Gesù per lui. Gesù prega        a cui aveva distribuito pani e pesci in sovra
raccogliessi una goccia della mia grazia e del     per Pietro, perché la sua fede non venga        misura, tornava ogni notte a pregare. Se-
mio amore... potresti distribuirne ai 5000         meno e possa confermare nella fede i fratel-    guendo Cristo, Madre Teresa e le sue figlie
affamati senza decidere a priori se sono           li. Gesù prega per Pietro e per ciascuno di     ogni mattina prima di scendere nei bassi-
buoni o cattivi e ne avanzerebbero dodici          noi. Questo chiediamo a Cristo crocifisso,      fondi di Calcutta sostavano a lungo nell’A-
ceste”.                                            a Cristo risorto presente davanti a noi nel     dorazione Eucaristica per uscire nel mondo
“Ah!... Ma io come faccio?”. Ho pensato ai         Santissimo. Gli chiediamo di pregare per        portatrici, missionarie della Sua miseri-
miei alti e bassi, ai momenti di entusiasmo        noi perché la nostra fede non venga meno,       cordia. Ogni giorno portiamo davanti al
in cui Lo seguirei dovunque e ai momen-            perché anche noi, ciascuno di noi possa         Santissimo il dolore umano irredento che
ti di buio totale. Se lo chiedeva anche il         confermare nella fede i fratelli.               ognuno di noi in quel momento, in quel
Papa nell’omelia a Santa Marta il 23 aprile:       E pure, appena esco di chiesa, appena la-       giorno, si trova addosso: lo portiamo a Cri-
“Come ha fatto Pietro così instabile nella         scio la Sua presenza Eucaristica, assediata     sto che nel Suo amore lo redime portando-
sua alternanza tra slanci generosi e cadute        dagli affamati, intrappolata dalla mia stessa   lo al Padre per noi.
                                                                                                                                   Paola Marzoli

                                                                        5
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
VITA TRA NOI

LE COMPOSIZIONI MARIANE DI SATOMI HOTTA
Già ultimate tre delle cinque antifone per la parrocchia di Santa Maria Nascente.

In quest’ora della storia, in cui “fitte te-                                                 sapienza liturgico-musicale che sin dal
nebre si sono addensate […]; si sono im-                                                     Medioevo cristiano, appartengono alla
padronite delle nostre vite” (Papa France-                                                   “traditio ecclesiae” ed hanno costituito
sco, Momento straordinario di preghiera                                                      quella preghiera elevata con fede, che
in tempo di epidemia, Piazza San Pietro,                                                     diviene anche canto, per quanti nel se-
27 marzo 2020), ci sentiamo attraver-                                                        gno stesso della fede ci hanno precedu-
sati da un “silenzio assordante e un vuoto                                                   to. Ad esse si aggiunge inoltre l’antifona
desolante” che apparentemente sembre-                                                        Sub tuum praesidium, il più antico com-
rebbero costituire l’unica e definitiva ri-                                                  ponimento poetico-musicale di devo-
sposta al male che ci attraversa; il cuore                                                   zione cristiana a Maria, Madre di Gesù,
pieno di tristezza, rapito dallo smarri-                                                     risalente al III secolo.
mento e dall’angoscia. Questi sembre-                                                        Rileggendo tale opera, ancora in fase di
rebbero essere i sentimenti del nostro                                                       svolgimento, data la sua vastezza e com-
animo in questi giorni, in cui ci sentia-      Satomi Hotta durante un concerto.             plessità, con uno sguardo di fede, nelle
mo chiamati a ripensare radicalmente           ché l’attività concertistica in cui già ha    circostanze odierne, in cui l’avvento di
la nostra vita, nell’incerta domanda sul       avuto occasione di vedersi coinvolta.         novità è quanto mai necessario, vengono
nostro futuro. Ma, come ci ha ricordato        Proprio a partire dal servizio liturgico,     in mente le bellissime parole del Salmo
nella sua Lettera Pastorale il nostro ar-      in una parrocchia posta sotto il patro-       33, nell’esortazione: “Cantate al Signore
civescovo, “la situazione, per coloro che      cinio della Madre di Dio, e lasciandosi       un canto nuovo, con arte suonate la cetra
sono stati guidati dallo Spirito di Dio, è     ispirare dagli avvenimenti che hanno          e acclamate”. In questo nuovo canto ele-
occasione”.                                    segnato la vita della corale, si colloca il   vato con arte, possiamo a buon diritto
Nella capacità di guardare ad ogni cir-        progetto messo in opera dalla direttri-       vedere raffigurata questa composizione
costanza della vita con speranza, ri-          ce Satomi Hotta che in questi mesi ha         delle antifone mariane, che divengono
manendo tesi ad accogliere i germi di          ultimato la composizione di tre delle         realmente espressione di fede, preghiera
novità, che lo Spirito Santo è in grado        cinque Antifone mariane: Alma Redem-          che, per intercessione di Maria, eleva il
di suscitare nelle nostre vite e nella vita    ptoris Mater, Ave Regina Caelorum e Sal-      nostro animo alla contemplazione della
della Chiesa, sta la ricchezza della nostra    ve Regina. Probabilmente alcuni di noi        Bellezza del Mistero.
fede, nel continuare il cammino con la         le conoscono solo in parte, in quanto
certezza di una Presenza che ci accom-         il loro impiego nella liturgia non è più
pagna, anzi ci precede.                        così frequente; pur rimanendo un au-
In questo travagliato contesto, tali ger-      tentico tesoro da riscoprire e valorizzare,
mi di novità, nella nostra comunità par-       espressione della Verità, di cui la Chiesa
rocchiale, certamente non sono manca-          è testimone nella sua storia bimillenaria.
ti. In particolare, vorrei qui soffermarmi     Satomi Hotta ora si accinge a completa-
su quanto accaduto nella Corale di San-        re le ultime due antifone (Regina Caeli
ta Maria Nascente che, nonostante l’im-        e Sub tuum praesidium) per terminare
posta necessità di un ripensamento del         l’opera.
proprio operare, mai ha visto svilirsi il      Alma Redemptoris Mater, Ave Regina Ca-
desiderio di riprendere e continuare il        elorum, Regina Caeli e Salve Regina sono
cammino sin qui condotto di servizio           forme antifonali semplici, ovvero prive
a Dio, ai fedeli e alla Chiesa, attraverso     del salmo, invocazioni di preghiera alla
l’accompagnamento delle liturgie; non-         Vergine Maria, espressioni di autentica

                                                                       6
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
Non possiamo poi lasciar passare inos-         rendere al Signore la lode a Lui dovuta,
servato un altro dato connotativo di           facciamo nostra l’invocazione mariana
quest’opera, che si esprime nel desiderio      che queste antifone esprimono, affidan-
del compositore di individuare, qua-           do alla Madre di Dio e Madre nostra,
le luogo per la loro prima esecuzione          il cammino della vita ed il nostro futu-
pubblica - prima di essere destinati alla      ro, nella certezza che anche nella prova,
pubblicazione e quindi all’esecuzione          il suo affetto materno non smetta mai
non solo in ambito liturgico, ma anche         di accompagnare, sostenere e guidare i
concertistico - quel medesimo luogo            passi di questa comunità, dei suoi fede-
che ha dato i natali alla loro elaborazio-     li e anche della sua corale, indirizzando
ne, ovvero la nostra chiesa parrocchiale.      ciascuno sulla strada della vita verso la
Con il cuore ricolmo di gratitudine e          vera gioia.
speranza, desiderosi ancora una volta di                               Federico Colombo

A FATIMA SOLO CON IL PENSIERO
La testimonianza di fedeli che da tredici anni si recavano ininterrottamente al Santuario.
Il colloquio con suor Giustina e padre Pedro.
Il 13 maggio 1917 la Madonna appar-            portoghesi è commovente: a migliaia          cristallo, a destra dell’altare, per la mes-
ve a Fatima ai tre pastorelli. Alla piccola    raggiungono Fatima con ogni mezzo            sa solenne. La processione della sera è
Lucia, che Le chiedeva “cosa vuole da          o con lunghi tragitti a piedi. Li muove      accompagnata dal canto mariano “Ave
me?”, in questa prima apparizione ri-          una fede semplice, ma intensa e radicata     Maria-il tredici maggio” intonato in tan-
spose: “Non abbiate paura, non vi faccio       nella loro vita, un vero popolo in cam-      te lingue da tutto il popolo e ad ogni
del male. Sono venuta a chiedervi di ve-       mino.                                        ritornello le candele accese vengono in-
nire qui per sei mesi consecutivi, il giorno   I riti, particolarmente solenni in maggio    nalzate in cielo. La spianata diventa una
13, a questa stessa ora”. Da allora la fede    e in ottobre, hanno inizio la sera del       sola immensa macchia di luce intorno
e la devozione del popolo portoghese e         giorno 12 davanti alla statua della Ma-      alla statua della Madonna che lenta-
non solo, riempiono la spianata davanti        donna con la recita del Santo Rosario,       mente avanza. A notte fonda, al termi-
al santuario durante le celebrazioni in        ogni decina in lingua diversa. Al termi-     ne della Messa, la statua viene riportata
ogni ricorrenza. La partecipazione dei         ne la statua viene prelevata dalla teca di                               (continua a pagina 8)

                                                                                                             Fatima panoramica del piazzale.

                                                                   7
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
VITA TRA NOI

(segue da pag. 7)

in processione nella teca; la spianata è
stipata di fedeli, le candele sono spente,
il silenzio è assoluto e ciascuno si rac-
coglie nella preghiera personale. Nostra
Signora passa illuminata, non è una
semplice statuetta, è una presenza viva
a cui ciascuno sta inviando un pensiero.
Per tutta la notte prosegue la preghie-
ra spontanea dei fedeli in Cappellina
e le celebrazioni riprendono il mattino
successivo con un rito identico a quel-
lo della sera. Dopo la messa solenne la
statuetta viene riportata alla teca; la pro-
cessione è accompagnata da un canto di                                                                                                Fatima la cappella.
saluto (Adeus de Fatima) e ad ogni ritor-      ringraziandoci della fedeltà al gesto; con          canza, nella nostra reclusione domesti-
nello tutti sventolano fazzoletti bianchi.     padre Carlo che ha lasciato l’incarico in           ca, preghiamo Nostra Signora di Fatima
Anche chi, come noi, da anni partecipa         Vaticano per dedicare tutta la sua vita             che immaginiamo sola nel silenzio della
alla cerimonia non riesce a trattenere le      a Nostra Signora come Custode della                 piazza ma, come il Papa che abbiamo vi-
lacrime dalla commozione.                      Cappellina; con padre Geremia che ha                sto in San Pietro nella Preghiera Univer-
Nella nostra famiglia la devozione alla        seguito Lucia per 30 anni e ne è stato il           sale del 28 marzo, circondata dall’affet-
Madonna di Fatima è nata in parroc-            confessore; con suor Giustina dell’Or-              to e dalla preghiera del mondo. Ci viene
chia partecipando al gesto del Rosario         dine delle Oblate di M V di Fatima che              in mente il momento della processione
dei primi cinque sabati del mese che la        normalmente e con grande fervore illu-              notturna quando la statuetta è circon-
Madonna chiese a Lucia per riparare le         strano ai pellegrini l’esposizione perma-           data da una folla immensa ma il silenzio
cinque offese dirette al suo Cuore Imma-       nente “Fatima Luce e Pace”; con tanti               è indescrivibile. Anche in quel momen-
colato. Il 13 maggio rappresenta per noi       pellegrini di tanti paesi con cui condivi-          to non c’è un silenzio vuoto ma c’è tutto
un richiamo per una grazia ricevuta e          diamo la preghiera, le esperienze di vita           l’affetto per la Madonna e per Gesù.
che ci muove da 13 anni a ritornare a          e il desiderio di rincontrarci ogni anno.           Per sentirci almeno virtualmente pre-
Fatima pellegrini riconoscenti e deside-       Purtroppo quest’anno non potremo es-                senti in quel luogo, che per noi è come
rosi di affidare a Nostra Signora tutta la     sere fedeli al nostro annuale gesto. Nella          una seconda casa, abbiamo cercato al-
nostra vita, quella dei familiari e di tanti   forte malinconia di una grande man-                 cune persone legate al Santuario che ci
amici, certi che l’affidamento a Maria
(il Totus tuus di S. Giovanni Paolo II) è
la strada giusta per la nostra conversio-
ne. Un segno concreto di questo sono
sempre state le decine di lettere con le
quali tanti amici nostri e dei nostri figli
hanno consegnato le loro intenzioni alla
Madonna attraverso le nostre mani.
Nella nostra esperienza, questo affida-
mento a Maria è radicato in noi anche
attraverso gli incontri che facciamo a Fa-
tima: con padre Pedro, carmelitano che
ha amministrato l’unzione degli infermi
a suor Lucia e che ogni anno ci attende
                                                                              Chiesetta con statua della Madonna dove si prega e si celebrano le S. Messe.

                                                                  8
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
sono sinceramente care e che ci hanno
aiutato a mantenere vivo il ricordo. In
particolare abbiamo avuto una lunga
telefonata con suor Giustina. “Adesso è
tutto chiuso anche qui e non c’è alcuna
celebrazione - ci ha detto la suora - ma
siamo operose soprattutto con la preghiera
perché è la preghiera l’appello più intenso
di Fatima, come insegnamento all’uomo
contemporaneo di una via per riconoscere
la presenza di Dio. La Madonna, a dire
dell’importanza della preghiera, chiede ai
pastorelli la recita del rosario e questa sua
richiesta è l’unica ripetuta in tutte le sei                                                                                        Le preghiere notturne.
apparizioni”. “C’è poi in questo momento                   glia. È quello a cui assistiamo anche noi     dalla Madonna in una apparizione per
difficile il compito - prosegue la suora - “di             perché certi bisogni e valori per fortuna     riversare nel suo cuore tutte le pene umane
rispondere alle telefonate e alle mail che                 sono universali. Un’altra grazia che ha       perché lei è li per questo e, se nel messaggio
arrivano al santuario da tutto il mondo                    reso felice la suora viene dalla decisione    di Fatima è richiesta l’offerta per la con-
con testimonianze di dolori e prove che i                  della CEI, su proposta e sollecitazione       versione dei peccatori, è suggerita anche
fedeli chiedono di affidare al Cuore Im-                   di tanti fedeli, pellegrini a Fatima, di      la richiesta di intercessione per i bisogni
macolato di Maria”.                                        affidare l’Italia alla protezione della Ma-   propri e dell’intera umanità”.
Suor Giustina ci ha confidato che stan-                    dre di Dio, come segno di salvezza e di       Abbiamo scritto anche a padre Pedro
no assistendo a molte grazie che sono                      speranza, con un momento di preghie-          della Domus Carmeli di Fatima per un
sbocciate in risposta alla pandemia; pri-                  ra nella basilica di Caravaggio venerdì       saluto. Ci ha risposto in modo sintetico
ma fra tutte le testimonianze che ricevo-                  1° maggio alle ore 21. Il gesto era già       (ma è nella sua natura!): “Noi andiamo
no di famiglie che, nella chiusura dome-                   stato fatto all’inizio della pandemia per     avanti. La casa è chiusa e noi siamo den-
stica, hanno rallentato i ritmi frenetici                  28 nazioni dal cardinale Antonio Mar-         tro fino a che tutto torni al normale. La
della vita recuperando il senso del fer-                   to, vescovo di Leiria-Fatima; mancava il      Madre del Signore è con tutti i suoi figli.
marsi (ce lo aveva detto anche il nostro                   nostro Paese. “Il gesto di consacrazione      Alcuni li porta con Lei al cielo”. Che bel-
Arcivescovo in una recente omelia) per                     al Cuore Immacolato di Maria - pro-           lo pensare alla morte non come perdita
ritrovare e consolidare gli affetti in fami-               segue suor Giustina - era stato richiesto     ma come essere presi per mano dalla
                                                                                                         Madonna per salire alla vita che non
                                                                                                         ha fine. Anche in questo è la bellezza di
                                                                                                         Fatima.
                                                                                                         Il messaggio di Fatima è sempre attuale.
                                                                                                         La Madonna invita alla fede, alla peni-
                                                                                                         tenza che è conversione a suo Figlio, alla
                                                                                                         pace, alla preghiera e alla speranza che
                                                                                                         la vita vissuta con Gesù la riempie di
                                                                                                         senso. Benedetto XVI nella sua visita al
                                                                                                         Santuario nel 2010 sosteneva con vigore
                                                                                                         che “ci sbaglieremmo se pensassimo che la
                                                                                                         missione profetica di Fatima sia conclusa”.

                                                                                                            Manuela Ghislandi e Claudio Beretta
Le preghiere notturne davanti alla statua della Madonna.

                                                                               9
UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
VITA TRA NOI

Perché il virus che ci ha colpito porta questo nome
È un anglolatinismo ma la simbologia della corona ha origini antiche
Forse è dal tempo dell’esistenza della mo-         oggetti dall’andamento incurvato. Oltre
narchia che in Italia il termine “corona”          a corona: corno, corolla, cornice, cortina,
non veniva così spesso nominato, anche se          nonché curva e circo. La forma circolare,
attualmente è associato alla parola “virus”.       senza inizio e senza fine, corrispondeva
Nel mondo medico-scientifico si parla or-          simbolicamente a qualcosa in posizione
mai da decenni di coronavirus, causa di al-        “alta”, a somiglianza del sole e della luna.
tre epidemie, ad esempio la “sars”. Già dal        Nell’Egitto antico il faraone era conside-
2010 “Coronavirus” faceva parte del voca-          rato figlio del dio sole e tale credenza era      Coronavirus.
bolario della lingua italiana nell’edizione        espressa da una corona doppia indossata
della Treccani É un cosiddetto anglolatini-        nelle cerimonie o disegnata come un disco
smo in cui i due vocaboli latini si susseguo-      sopra il capo nelle raffigurazioni dei templi
no sulla base della nomenclatura scientifi-        e delle tombe. Fu Nerone ad importare
ca, espressa attualmente in inglese, per cui       dall’Egitto la figura dell’autorità civile
il primo termine funge da aggettivo e il se-       considerata degna di culto, adottando
condo da sostantivo. Le immagini del virus         l’aureola come attribuito imperiale. La
coincidono con una forma rotondeggiante            dimensione sacrale sopravviverà nell’Im-
dell’involucro che, sezionato, corrisponde         pero romano d’oriente, com’è testimoniato
appunto alla sagoma di una corona.                 dal mosaico del sec. VI d.C. della basilica
L’origine del termine ha radici che affon-         ravennate di San Vitale in cui l’imperatore
dano nell’antica lingua indoeuropea in cui         Giustiniano indossa una corona d’oro e ha         Moneta aurea con Augusto laureato recante la scritta
la parola “kor” indica un “girare in tondo”.       il capo circondato da un’aureola. Col pro-        CAESAR AVGVSTVS DIVI F PATER PATRIAE.
Ne è nata una famiglia di parole indicanti         gressivo decadere del potere imperiale, in
                                                   occidente ed in oriente, l’aureola rimarrà
                                                   solo come attributo religioso riservato ai
                                                   santi e alle sante canonizzate.
                                                   L’atto dell’incoronare aveva luogo anche
                                                   nella Grecia antica durante gli agoni atle-
                                                   tici o letterari a designare il vincitore quale
                                                   essere più vicino al livello divino, eccellen-
                                                   te rispetto ai comuni mortali. In questo
                                                   caso la corona era d’alloro, pianta cara ad       Incoronazione di atleta vincitore,
                                                                                                     vaso greco a figure rosse, sec. V a.C.
                                                   Apollo. San Paolo usa un paragone tratto
                                                   dal mondo greco per spiegare come la sua
                                                   esistenza attenda il premio della vita eter-      Nella civiltà romana, invece, la corona
                                                   na: “Ho combattuto la buona battaglia,            d’alloro sarà ornamento dei vincitori delle
                                                   ho terminato la mia corsa, ho conservato          guerre, effigiati incoronati sulle monete, e
                                                   la mia fede. Ora mi resta solo la corona di       così i sovrani di molti regni successivi, che
                                                   giustizia che il Signore, giusto giudice, mi      spesso adotteranno il termine corona per
                                                   consegnerà in quel giorno; e non solo a me        la valuta del proprio regno. Gesù, proprio
                                                   ma anche a tutti coloro che attendono con         mostrando una moneta, pronunciò la frase
                                                   amore la sua manifestazione” (2 Tim. 7-8).        “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio
Ritratto dell’imperatore Giustiniano I, mosaico,
sec.VI, Ravenna, Basilica di San Vitale

                                                                        10
quel che è di Dio”. Ma la regalità di Cristo,               accusare, ingannare e, in senso lato, separa-
al momento della sua Passione, ha cono-                     re, tutti termini che indicano la duplicità
sciuto l’umiliante e doloroso scherno della                 come divisione. Corona del diavolo sono
corona di spine. L’incoronazione dei re ave-                perciò le corna caprine, in riferimento
va il duplice significato di investitura divina             al passo di Mt. 25 in cui Gesù cita beati
e di rito nuziale col suo popolo. Quella di                 e dannati paragonandoli rispettivamente
Cristo, nel dileggio e nella sofferenza fisica,             alle pecore e alle capre, essendo il modo di
ne ha rispettato il senso. Nel matrimonio                   brucare di quest’ultime tale da sradicare dal
ortodosso gli sposi vengono incoronati al di                terreno le radici dell’erba e strappare mor-
sotto di un velo sospeso che simboleggia la                 dendo le gemme delle piante.
presenza dello Spirito Santo, secondo una                   Un’altra corona va infine ricordata, che ci
modalità presente nel rito ambrosiano anti-                 sostiene nell’affrontare le difficoltà e ci so-
co e oggi localmente in alcune parti d’Italia.              spinge alla conversione grazie all’aiuto della
Nella famiglia di parole di cui fa parte coro-              Madonna: il santo Rosario. La sua origine
na è presente il termine “corno”, che negli                 va fatta risalire alla preghiera continua che
animali si riferisce al duplice attributo sul               gli anacoreti in oriente accompagnavano               Antonello da Messina, Ecce homo, 1473 ca.,
capo, soprattutto degli esemplari maschili.                 con una corda chiusa a cerchio su cui ve-                            Piacenza. Museo Civico jpg
Nella simbologia antica l’aspetto duplice                   nivano effettuati più nodi corrispondenti
era considerato negativamente. Il Maligno,                  ciascuno ad una preghiera. Immutata nella
in ebraico, era indicato col termine “sātān”                sua struttura, è ancora in uso tra i monaci
cioè “oppositore”, “colui che contraddice”.                 ortodossi. In occidente gli Ordini mendi-
Nella traduzione dell’A.T. dall’ebraico di-                 canti del sec. XIII, in primis i domenicani,
venterà “diavolo” dal verbo greco “diabal-                  l’hanno arricchita con l’aggiunta di eventi
lein” ossia “calunniare” con i suoi sinonimi:               significativi della vita di Maria e di Gesù
                                                                            e la struttura di Pater, Ave e
                                                                            Gloria che erano le preghie-
                                                                            re comunemente conosciute
                                                                            dal popolo senza istruzione.
                                                                            Così l’amore profano di quel
                                                                                                                     Komboskini, il rosario cristiano ortodosso.
                                                                            tempo che si usava manife-
                                                                            stare col dono di una corona
                                                                            di rose alla propria amata
                                                                            all’inizio di maggio, divenne
                                                                            una corona di preghiere all’a-
                                                                            mata Madre del Salvatore,
                                                                            presso gli Ordini religiosi e
                                                                            poi, sempre più nella Chiesa,
                                                                            un immancabile strumento
                                                                            sulla via della santità.

Beato Angelico, Incoronazione della Vergine,1434-35. Firenze, Uffizi
                                                                                      Emanuele Atanassiu
                                                                                                              Rito della velazione ed incoronazione degli sposi .

                                                                                 11
VITA TRA NOI

OGNUNO IN PRIMA LINEA
La testimonianza di un medico di famiglia di fronte a questa emergenza eccezionale.
Ho 42 anni e sono medico di famiglia a
Milano.                                                                                          servizio del fatto, per esempio, che quan-
All’inizio di questa epidemia, arrivata in                                                       do sono a casa, passo molto più tempo al
modo improvviso e inaspettato, mi sono                                                           telefono per il lavoro, e, pur sapendo che
trovata a chiedermi, a cercare di capire cosa                                                    questo chiede a loro una fatica, non li ho
era chiesto a me in quanto medico, in che                                                        mai sentiti lamentarsi per questo. Credo
modo dovevo contribuire ad affrontare                                                            che a ciascuno sia chiesta, nella specifici-
quella che poi si è rivelata un’emergenza                                                        tà di quello che vive, una conversione, sia
sanitaria di dimensioni assolutamente ec-                                                        che il compito a lui affidato sia assistere i
cezionali.                                                                                       malati, o aiutare i figli a seguire la didattica
Il mio essere medico è molto cambiato                                                            online, o ancora preparare le lezioni (penso
dall’inizio dell’emergenza: la modalità di                                                       a che lavoro stanno facendo gli insegnan-
prossimità a cui eravamo abituati anche coi                                                      ti!), o semplicemente lo stare a casa, con la
nostri pazienti ha dovuto mutare e conti-                                                        fatica che ciò richiede.
nuerà ad essere diversa nei prossimi mesi.                                                       Diversi, in questo periodo, si sono rivol-
Il tipo di rapporto è quindi cambiato, da                                                        ti a me medico dicendo “voi che siete in
più fisico e diretto, a più, purtroppo, spes-                                                    prima linea”, ma ognuno è in prima linea,
so solo telefonico. La “prossimità” che ho                                                       perché a ognuno è chiesto di dare tutto
sempre sperimentato nel mio lavoro, ha                                                           in questa situazione, e dare tutto è essere
apparentemente ceduto il posto a un di-         fiorire intorno a me, tra i miei pazienti: mi    disposto a mettersi nelle braccia di chi fa
stacco, che sembra rendere tutto più dif-       commuove ricevere messaggi solo per sape-        tutto, e di chi, come ci ha ricordato papa
ficile: non poter più visitare se non sotto     re come sto, per augurarmi buona giornata,       Francesco, “sa volgere tutto al bene, per-
un’armatura, non poter stringere la mano o      o per mettersi a disposizione di chi ha più      ché persino dalla tomba fa uscire la vita”
accogliere un paziente che ha bisogno di un     bisogno. La disponibilità di tutti, da subito,   (Veglia Pasquale 11 aprile 2020). Mi sta
confronto, di una rassicurazione e chiedere     mi ha colpito, perché ognuno si è mostrato       accompagnando molto, in questo periodo,
che questo avvenga al telefono, rimandare       pronto ad “obbedire” in un certo senso alla      l’immagine di Papa Francesco, davanti al
tanti aspetti riguardanti il proprio stato di   nuova circostanza.                               crocifisso, che affida il mondo intero, certo
salute non urgenti, ma che siamo sempre         Anche come mamma ho potuto notare                che “non c’è imprevisto, non c’è salita, non
stati abituati ad analizzare con immediatez-    una disponibilità grande dei miei figli nei      c’è notte che non si possano affrontare con
za, chiede a tutti un sacrificio.               miei confronti: loro, senza averne magari        Gesù” (Regina Coeli 26 aprile 2020).
Nonostante questo ho visto tanta umanità        consapevolezza, si stanno mettendo tutti al                                           Irene Valvo

L’INCONTRO TRA MARIA E ELISABETTA
Ricordiamo, attraverso il dipinto di Beato Angelico, la ricorrenza della Festa della Visitazione.

Il 31 maggio ricorre la Festa della Vi-         di Luca (cap. 1 – 39-56) ove l’apostolo          menico di Cortona, Fra’ Giovanni da
sitazione. Vorrei ricordarla con voi at-        racconta che dopo l’annuncio dell’ange-          Fiesole, più noto come Beato Angelico,
traverso l’opera di uno dei protagonisti        lo “Maria si alzò e si mise in viaggio ver-      dipinse la famosa Tavola dell’Annuncia-
dell’arte del quattrocento, il Beato An-        so la montagna e raggiunse in fretta una         zione; fra gli episodi della vita della Ver-
gelico.                                         città di Giuda dove abitava Elisabetta”.         gine rappresentati nella predella, posta
Tutti conosciamo le parole del Vangelo          Per la Chiesa del convento di San Do-            alla base del dipinto, vi è la Visitazione.

                                                                    12
Nel dipinto il frate pittore offre al no-
stro sguardo un paesaggio naturale che
abbraccia quote d’altezza diverse: ap-
pare sul fondo il Lago Trasimeno visto
dall’alto della possente città murata di
Cortona e qui egli ambienta il racconto
di Luca. Sappiamo che Maria si mette
in viaggio con decisione per salire da
Elisabetta; possiamo solo immaginare
le difficoltà del viaggio e lo sconcerto
dei parenti e di Giuseppe di fronte a
questa singolare iniziativa; ma Maria,
giovane ragazza incinta, ha dentro di
sé una grande energia: straordinario è
l’Annuncio che l’ha raggiunta e straor-
dinaria l’attesa di un figlio per Elisabetta.    Maria ed Elisabetta sono lasciate sole        prima di nascere, è fonte di gioia per
Maria dimostra, quindi, la sua sensibili-        al centro del dipinto: Maria sorregge         tutti i presenti. Nel Vangelo Elisabetta
tà e concreta disponibilità nei confronti        con slancio Elisabetta, pare voglia fre-      racconta a Maria che il bambino, sen-
dell’anziana cugina.                             nare il gesto devoto dell’anziana parente     tendola arrivare, ha sussultato nel suo
In primo piano il Beato Angelico pone            dell’inchinarsi, impercettibile, ma sug-      grembo; la traduzione letterale del ver-
il tenerissimo abbraccio tra Maria ed Eli-       gerito, a guardar bene, proprio dall’in-      bo greco è saltellò, danzò, non è il muo-
sabetta. La donna al seguito di Maria ha         crocio delle braccia. In particolare le       versi naturale del feto negli ultimi mesi
ancora un piccolo tratto di salita da com-       mani contribuiscono a rendere la sug-         di gestazione.
piere, e quasi se ne intuisce l’affanno,         gestione del movimento, la scena appa-        Le due donne si guardano: Maria ha
mentre con gesto femminile si trattiene          re immediata e familiare. “Benedetta tu       creduto all’annuncio dell’angelo, Elisa-
la veste; resta, invece, sull’ingresso di casa   fra le donne…”, proclama Elisabetta.          betta ha creduto che sarebbe diventata
la giovane serva di Elisabetta che deve aver     “L’anima mia magnifica il Signore...”,        madre, pur in età avanzata e infatti ri-
colto il giubilo della sua signora, l’affetto    risponde Maria. Non dimentichiamo             sentiamo le parole dell’Angelo “…nulla
e l’incontenibile felicità: lei, invece, sente   gli altri due protagonisti: Giovanni Bat-     è impossibile a Dio“.
il privilegio degli umili, quello di esserci.    tista e Gesù. La presenza di Gesù, ancor
                                                                                                      M. Giovanna Piglionica Malloggi
A CASA CON OTTO FIGLI
La lettera di una mamma sulla certezza che la sua famiglia sia amata dal Signore.

Sono Luisa, volevo raccontarvi l’espe-           in casa per tanto tempo, mi è salita la       parando il Signore in questa particolare
rienza che sto vivendo in questo perio-          paura di tutto quello che sarebbe potuto      circostanza.
do di isolamento forzato, a casa. Sono           succedere stando in 10 nella stessa casa.     Devo dire che mi è proprio chiaro che
mamma di 8 figli, che spaziano in età            Paura? Si... ma ho iniziato a chiedere a      prevale in me ansia e paura quando sono
da 1 anno a 17. Quando a Carnevale               mio marito Andrea e ai nostri figli di        lontana da Lui, quando non sono certa
ho iniziato a capire che saremmo stati           pregare e stare a vedere cosa ci stava pre-
                                                                                                                      (continua a pagina 14)

                                                                    13
VITA TRA NOI

(segue da pag. 13)

di un disegno buono in tutto quello che
succede. Ho la grande grazia di vivere
con un marito e dei figli che mi aiutano
a sollevare lo sguardo con una lettura di
una testimonianza fatta insieme, un ab-
braccio nella stanchezza della giornata,
una decina insieme alla sera; fin da subi-
to, è stato chiaro che avevamo bisogno
tutti di una compagnia carnale di volti
amici e cosi abbiamo dato vita a molti
collegamenti in video conference sia per
confronto e aiuto fra adulti, sia per gio-
care e cantare tutti insieme.
Non mancano litigi e urlate come sem-
pre; non siamo certo una famiglia “ide-
ale”. Però devo dire che sta emergendo
una unità in modo sempre più miraco-
                                                                                                       La famiglia Torlaschi durante la quarantena.
loso, piccoli e grandi fatti che neppure
mi sarei potuta immaginare un mese              compagnia e ci sta mostrando un cam-            no pianto per la paura di cosa poteva
fa. Le mie figlie grandi, Chiara e Anna,        mino che è un bene per noi. La dome-            succedere a Maria... Anna li ha rassicu-
hanno riscoperto i loro fratelli e aven-        nica delle Palme siamo dovuti andare            rati dicendo che Gesù era con loro an-
do l’occasione di passare più tempo con         in pronto soccorso con Maria di 4 anni          che in questo momento e un bene c’è
loro si sono messe in gioco aiutandoli          perché dopo 8 giorni di antibiotico era         anche in questa circostanza. Poi ha pro-
nei lavori per la scuola o per l’asilo e cu-    tornata ancora una febbre molto alta.           posto di pregare insieme con la Messa
cinando insieme. È stata una grazia che         Nonostante i piccoli fossero spaventati         che intanto stava cominciando. Io sono
si porteranno nel cuore anche quando            siamo dovuti andare via in fretta e le no-      tornata dopo un’ora, li ho trovati tutti
sarà finita la quarantena.                      stre due grandi sono rimasti con tutti i        davanti alla Messa in silenzio assoluto!
Un ultimo fatto che mi ha decisamen-            fratelli.                                       Quale carezza più grande mi poteva fare
te commosso e mi ha fatto davvero dire          Solo più tardi Anna, di 15 anni, mi ha          il Signore se non darmi dei figli certi di
che il Signore ci sta veramente facendo         detto che Lucy (11) e Benny (7) aveva-          essere amati da Lui?
                                                                                                                          Luisa Torlaschi

“Alla nostra fede è necessaria la Chiesa”
Stralci delle omelie pronunciate in questa Pasqua dal nostro Arcivescovo.
Abbiamo vissuto il tempo forte della Qua-       lo sguardo su Gesù - e dal nostro Arcivesco-    Abbiamo partecipato, attraverso i mezzi di
resima e della Settimana santa in un con-       vo, Mons. Delpini, che in modo accorato,        comunicazione, alle celebrazioni del triduo
testo inedito come quello caratterizzato        da pastore attento e vigile, talvolta con pa-   pasquale dell’Arcivescovo – come tanti al-
dall’emergenza coronavirus che ci ha visto      role severe, ci ha invitato ad abbandonare      tri momenti delle precedenti settimane
e continua a vederci in totale isolamento e     «le nostre lentezze, il grigiore della nostra   di Quaresima - e ci siamo sentiti accom-
impossibilitati a partecipare alle funzioni     mediocrità, il clima lamentoso e scorag-        pagnati, pur nell’inusuale forma che mai
liturgiche. Siamo stati accompagnati dai        giato che talora si percepisce nelle nostre     avremmo immaginato, a vivere forse con
nostri preti che ci hanno raggiunti in modo     comunità” e a vincere la nostra “resistenza     maggiore consapevolezza, il mistero della
insolito, attraverso strumenti tecnologici di   all’attrattiva di Gesù” per rimanere «sempre    Pasqua di Resurrezione. Le meditazioni di
comunicazione - invitandoci a tenere fisso      lieti nel Signore» (Fil ).                      Mons. Delpini ci hanno particolarmente

                                                                    14
colpito e segnato. Desideriamo pertanto             Una salvezza, insomma, offerta a tutti «per-          gregazione delle Suore di Maria Bambina.
riprenderne alcuni passaggi significativi per       ché avete pregato, vi siete lasciati trafiggere il    Santa Vincenza che amava ripetere “Chi
condividerli con voi, ma soprattutto per            cuore dallo sguardo di Gesù….Proprio per              conosce il Crocifisso sa tutto, chi non lo cono-
fissarli nella memoria, perché possano con-         questo siete stati scelti, chiamati, perché tutti i   sce, non sa niente” e la giovane ebrea Etty
tinuare ad accompagnarci in questo tempo            peccatori, tutti i mediocri, tutti i borbottoni,      Hillesum, morta non ancora trentenne in
così particolarmente gravoso e doloroso per         tutti i vili e i pigri, possano alzare la testa e     Auschwitz: “Mio Dio, sono tempi tanto an-
l’intera comunità umana e perché possano            pensare di poter diventare un testimone, un           gosciosi. Una cosa, però, diventa sempre più
rendere ragione della nostra speranza. Non          missionario, un santo….Proprio questa è la            evidente per me, e cioè che tu non puoi aiu-
intendiamo aggiungere nulla rispetto alle           Chiesa è la comunità che si vuole convertire e        tare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te,
parole così dense dell’arcivescovo, per que-        incamminarsi fiduciosa per una nuova umil-            e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica
sto ci limitiamo a riportare le sue parole.         tà e tenacia nell’annuncio del Vangelo a tutti,       cosa che possiamo salvare di questi tempi, e
Dalla celebrazione della Messa in Coena             fino ai confini della terra. Ecco questa parola       anche l’unica che veramente conti, è un pic-
Domini del Giovedì Santo: 9 aprile 2020             non nasconde che siamo mediocri, parte di             colo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Forse
Il nostro Vescovo ci ha ricordato che, per          una comunità segnata da molte insicurezze,            possiamo anche contribuire a disseppellirti
quanto indegni e mediocri, a noi, testimo-          ma dice che il messaggio che chiama a conver-         dai cuori devastati di altri uomini”.
ni attuali del Risorto, è stata detta una pa-       sione viene da noi. Non siamo perfetti e non          Ancora le poetesse Emily Dickinson e Alda
rola di speranza capace di ridare dignità e         lo saremo domani: siamo peccatori perdonati,          Merini, scomparsa nel 2009, che così espri-
senso alla nostra piccolezza e di riscattarci       ancora disponibili alla Parola che chiama»            meva il suo dolore per la morte di Cristo:
affidandoci un grande compito. «C’è una             Dalla Celebrazione della Passione nel                 “Per coloro che muoiono nel nome tuo, apri
parola per voi, profeti in fuga dalla missione,     Venerdi Santo: venerdi 10 aprile 2020                 le grandi porte del Paradiso e fa’ loro vedere
inadatti e spaventati per l’ostinato desiderio di   “Contemplare la Croce con lo sguardo delle            che la tua mano era fresca e vellutata, come
Dio di salvare, invece che di punire e distrug-     donne”                                                qualsiasi fiore, e che forse loro troppo audaci
gere; profeti addormentanti nel mezzo della         In Duomo, vuoto e silenzioso per la tota-             non hanno capito che il silenzio era Dio e si
tempeste, che dormite profondamente mentre          le assenza dei fedeli, la Celebrazione del-           sono sentiti oppressi da questo silenzio che era
la nave affonda; profeti facili all’invettiva e     la Passione del Signore è stata presieduta            solo una nuvola di canto”.
al risentimento, impenetrabili alle intenzioni      dall’Arcivescovo. Le prime due Letture                700 anni prima di Alda Merini, santa An-
di Dio e allergici alla sua misericordia…..C’è      sono state significativamente proclamate              gela da Foligno, scriveva: “Chiunque vuole
una parola per voi, discepoli mediocri, ottusi      da un medico rianimatrice, Riccarda Rus-              conservare la grazia non deve togliere gli occhi
e smarriti di fronte alle confidenze ultime,        so, e da un infermiere, Alessandro Galazzi,           dell’anima dalla Croce, sia nella gioia sia nel-
al segno del pane e del calice…..incapaci di        entrambi del Policlinico di Milano. Nel-              la tristezza”.
vegliare un’ora accanto al maestro angosciato:      la sua riflessione sulla Passione e Morte                                        (continua a pagina 16)
discepoli maldestri che usate la spada quando       in Croce di Nostro Signore, Gesù Cristo,
la via del Signore è la mitezza; che siete vinti    Monsignor Delpini ha scelto, in particola-
dallo spavento, quando la via del Signore è la      re, di rivolgersi alle donne, attraverso figure
fortezza», ha scandito il Vescovo. Ma, allora,      femminili molto diverse per il loro vissuto,
qual’é la parola che viene rivolta «a destina-      per ciò che fecero e fondarono e per come
tari che hanno tante buone ragioni di sentirsi      morirono. “Le donne di Galilea perseveranti
deludenti?».                                        quando i discepoli sono fuggiti,…..non han-
È la certezza di essere dentro la storia del-       no predicato o scritto Vangeli, ma ci possono
la salvezza. «La vocazione alla conversione è       aiutare a capire per quale via si possa entrare
affidata a voi. (…) Voi siete chiamati a essere     nel mistero…”
i testimoni di Gesù. Proprio voi, chiamati per      Nell’omelia l’Arcivescovo ha citato gli in-
nome con uno sguardo di predilezione, eppure        tensi versi poetici di Maria Luisa Spaziani e
così impermeabili alle parole, così ripiegati su    le parole di Santa Vincenza Gerosa, fonda-
voi stessi».                                        trice con Bartolomea Capitanio della Con-
                                                                                                                                        Monsignor Delpini.

                                                                           15
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