UNA SINGOLARE OCCASIONE - Parrocchia S. Maria Nascente
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Maggio 2020 - Anno 14 - Numero 5 Periodico della Parrocchia di Santa Maria Nascente Piazza Santa Maria Nascente, 2 20148 Milano Orario delle S. Messe a Santa Maria Nascente PREFESTIVO ore 18.30 sabato/vigilie - FESTIVO ore 8.30 - 10.15 - 11.30 - 18.00 - FERIALE ore 8.30 - 18.00 UNA SINGOLARE OCCASIONE Carissimi parrocchiani è giunto anche il mese di maggio, qua- si in un batter d’occhio, senza che ce ne accorgessimo o meglio senza che le con- dizioni nelle quali siamo costretti a vivere di questi tempi ci consentissero di render- ci conto del suo arrivo… dell’arrivo del mese di maggio che certo è il mese della primavera, dei ponti, dei weekend fuori città… Per noi credenti poi, soprattutto è il mese che dedichiamo solitamente alla Madonna attraverso quella tanto bella quanto semplice preghiera mariana che è il Santo Rosario. Vi garantisco che non ce ne siamo dimenticati e che quest’ultimo particolare in riferimento alla Madonna non ci è sfuggito e non ci è sfuggito non solo come gesto della tradizione ma, come La targa della posa della prima pietra. gesto della fede: differenza di linguaggio non indifferente se pensiamo che dire indifferente dei 40 anni di consacrazione vaso e Protaso, di Santa Maria Goretti, di “gesto della fede” non è semplicemente della chiesa parrocchiale. Il 31 maggio del Sant’Ambrogio, San Carlo e di San Do- un modo di dire, ma significa piuttosto 1980, testimonia la targa esposta all’in- menico Savio. Alla visita della chiesa da appellarci alla nostra libertà, quella, per gresso della chiesa per le mani dell’allora parte dei fedeli nel giorno anniversario intenderci che sceglie e decide di come Arcivescovo Martini, la nostra chiesa ve- della consacrazione è legata una indul- utilizzare il tempo, giudicando quindi niva consacrata. Già da 25 anni vi si cele- genza di cinquecento giorni alle consuete che cosa è più importante fare in un de- brava la santa liturgia essendo stata aperta condizioni. terminato momento e con quale atteggia- al culto, il 5 giugno del 1955 dall’allora Prima di essere stati confinati nelle nostre mento farlo, se per dovere, se per interesse Arcivescovo Montini, poi Paolo VI, oggi case a causa del coronavirus, già in diverse personale, se per personale convenienza o San Paolo VI, ma solo nell’80 la chiesa fu occasioni ci si era trovati con il consiglio se davvero ci credo. consacrata. Insieme alla chiesa, quel 31 pastorale al fine di sottolineare questa Oltre a ciò, va anche detto che questo maggio 1980, in onore della Beata Ver- importante ricorrenza. Due erano le cose maggio non sarebbe stato un qualsiasi gine Maria nascente, venne consacrato certe, già programmate: al primo posto maggio per la parrocchia del QT8, giac- anche l’altare all’interno del quale erano certamente il fatto che ci saremmo rac- ché avremmo ricordato l’anniversario non deposte le reliquie dei santi martiri Ger- colti a ricordare solennemente questo im- don Mario Manzoni - Parroco (continua a pagina 2) Orario delle S. Messe nel Santuario di Lampugnano PREFESTIVO ore 17.30 sabato/vigilie FESTIVO ore 10.00
(segue da pag. 1) portante anniversario nell’azione liturgica, dà forma ai nostri sguardi attorno al nostro arcivescovo che aveva e alle nostre parole. Ver- dato la sua disponibilità ad essere presente rebbero non pochi esem- in parrocchia il sabato 30 maggio alle ore pi da fare, ma a ciascuno 18.30. La seconda cosa certa consisteva di noi sarà facile pensare nel posizionamento del grande lampada- a quanto taluni rappor- rio che sarebbe stato definitivamente alle- ti siano stati e continui- stito all’interno della chiesa in sostituzione no ad essere importanti, dell’attuale provvisorio, collocato in segui- quasi indispensabili per to al rifacimento di tutto l’impianto di il- il vivere quotidiano… ci luminazione della chiesa. Su possibili altre si nutre di quei rapporti. iniziative era rimasta aperta la riflessione. Non può, questo, non Visto come si sono messe le cose, riman- valere con Cristo per chi deremo certamente ad altra data più fe- ama Cristo. lice quanto non potremo realizzare per Sono convinto che tale questo mese di maggio. Ritengo però che intimità con il Mistero l’impossibilità a realizzare materialmente non costituisca una al- quanto si era organizzato o si stava orga- ternativa ad un lavoro nizzando debba essere fatta nostra non attivo di riflessione, ma certo per piangerci sopra lamentandoci che ne sia una verifica nel La targa della consacrazione della chiesa. per quel che ci appare essere stato perso, silenzio contemplativo di va nella nostra chiesa per sostarvi perso- quanto per farla diventare una singola- fronte all’Eucaristia, cioè di fronte a quel nalmente in adorazione davanti al S.S. re occasione per riflettere sul significato “TU” che è Cristo. Mi tornano alla mente Sacramento! della presenza di una chiesa all’interno di e non posso fare a meno di evocare e ri- Una seconda suggestione viene a configu- un territorio, di un paese piuttosto che di proporre le parole del grande Peguy: “Egli rarsi quando si tiene conto che la presen- un quartiere, e dunque in mezzo ai suoi è qui. È qui come il primo giorno. È qui za di una chiesa (architettonicamente par- abitanti e per coloro che, per un verso o tra di noi come il giorno della sua morte. lando), nel suo rimandare ai sacramenti l’altro, la frequentano. In eterno è qui tra di noi proprio come che vi si celebrano e alla preghiera che in Cerco di illustrare i termini di quella che il primo giorno. In eterno tutti i giorni. forme differenti vi si innalza a Dio nel suo ho chiamato “singolare occasione” attraver- È qui fra di noi in tutti i giorni della sua interno, rimanda all’esistenza di una Co- so alcune suggestioni che affido all’atten- eternità. Il suo corpo, il suo medesimo munità cristiana che in essa si raccoglie. zione di voi carissimi parrocchiani. La corpo, pende dalla medesima croce. I suoi Appunto la comunità parrocchiale! Essa prima delle quali sintetizzerei in questa occhi, i suoi medesimi occhi, tremano per non può essere pensata e dunque men espressione: l’intimità con il Mistero. In- le medesime lacrime. Il suo sangue, il suo che meno rappresentarsi come una sorta tendo con essa riferirmi al fatto che una medesimo sangue, sgorga dalle medesime di grande amicizia dove tutti si conoscono chiesa (sto riferendomi a quella fatta di piaghe. Il suo cuore, il suo medesimo cuo- alla perfezione, dove tutti vanno d’amore mattoni) è luogo della presenza del divino re, sanguina del medesimo amore. Il me- e d’accordo, anzi dove tutti la pensano allo in quella particolare forma sacramentale desimo sacrificio fa scorrere il medesimo stesso modo, fanno le stesse cose, frequen- che è l’Eucaristia. Non però una “cosa” ma sangue”. tano le stesse consuetudini e via di questo una persona, un “TU” con il quale entrare Una parrocchia ha brillato di uno splen- passo. Questa non è la comunità cristiana: personalmente, ma proprio personalmen- dore eterno. Ma tutte le parrocchie bril- semmai sarebbe una bellissima e piacevo- te in rapporto ed entrarvi in modo inti- lano eternamente, perché in tutte le par- lissima realtà amicale, ma una amicizia mo, consapevoli che proprio e solo tale in- rocchie c’è il corpo di Gesù Cristo. “Lui è nasce laddove e quando ci si sceglie preci- timità dà forma concreta alla nostra vita, qui, in mezzo a noi”, è la stessa espressione samente per una preferenza. Possiamo for- al nostro modo di porci di fronte al reale, che accoglieva chi, nei giorni scorsi, entra- se dire che quanti frequentiamo la chiesa 2
di QT8 ci siamo scelti? Se così fosse ci sa- presente e proprio tale consapevolezza ci un rapporto che ci è donato diventi dav- rebbe qualcosa che non funziona, giacché mobilita al compito di far crescere questa vero una relazione fruttuosa, che ci colmi succederebbe che, quando dovesse finire comunione la quale prenderà forma a par- di senso e ci faccia percepire pienezza, la preferenza, uno prende e se ne va via. tire esclusivamente dall’opera dello Spirito chiede una nostra fatica. Lo stesso vale per Dentro una comunità parrocchiale ci si sta Santo, cioè una forma del tutto inedita e il dono della fede. Ma, nel caso della fede, non per scelte o preferenze: anzi, è a volte del tutto altra rispetto alle nostre aspetta- in che cosa consiste tale fatica? Non solo vero il contrario e cioè che, di fatto, ci si tive e ai nostri pensieri. nel ricoprire un ruolo dentro la parrocchia ritrova con diversa storia, formazione e in- Da qui la terza riflessione, doverosa per ma nel vivere la nostra personale vocazio- dole. E allora quale può essere la ragione non pensare di starcene con le mani in ne a partire da quel fascino iniziale che ci per cui le persone che costituiscono una mano; la propongo in riferimento alla ha mosso a seguire Cristo così che quello comunità parrocchiale stanno insieme se missione che ci è affidata in quanto bat- stesso fascino, certo in modalità differenti non perché il Signore le ha chiamate lì, le tezzati, di comunicare la nostra fede, senza da quelle accadute a ciascuno di noi all’i- ha scelte e per mille differenti ragioni, le però dimenticare che la fede è un dono e nizio, attraverso i nostri volti, le nostre ha chiamate lì in quel luogo? In una co- che, come tale, non è automatico che dia parole e le nostre opere, si riproponga e munità parrocchiale ci si entra e ci si sta i suoi frutti; un dono per fruttificare deve accada per coloro che per le strade più non per una reciproca nostra preferenza, essere accolto. In altri termini, perché un differenti, abbiano a imbattersi nella no- ma per una preferenza di Cristo che ci dono abbia a dare i suoi frutti fino anche stra parrocchia. L’ho visto personalmente mette con persone che non abbiamo scel- ad autodiffondersi ha bisogno della mia accadere non poche volte ed è quello che to, dalle quali non ci sentiamo scelti e che, fatica. Forse che ogni rapporto che ci è come pastore di questa parrocchia, mi in- proprio per questo ci possono essere an- stato donato, da quello sponsale a quello teressa più di qualsiasi altra cosa. che poco congeniali. Se dunque siamo in- genitoriale, da quello filiale fino a quello sieme, se dunque cerchiamo di vivere una amicale, si è sviluppato fruttuosamente don Mario Manzoni comunione è perché c’è Cristo, risorto e senza che ci mettessimo del nostro? Perché Parroco SEGUIRE LA MESSA IN TV CON IL PAPA Un gesto di grande intensità compiuto alle 7 del mattino in un periodo di grande sofferenza. Il Papa ci ha aiutato moltissimo a vive- re la Quaresima, la Settimana Santa e continua ad aiutarci in questo partico- larissimo momento. La sua presenza è veramente quella di un padre e ci mostra con estrema chiarezza la misericordia di Dio. In questi mesi di singolare sofferen- za, dove le chiese non possono accogliere i fedeli per le celebrazioni liturgiche, è stata data la possibilità di seguire la Mes- sa quotidiana celebrata nella cappella di casa Santa Marta. Si è saputo dell’ecce- zionale risposta a questo appuntamento che raccoglie un numero imponente di persone intorno al teleschermo alle 7 del mattino (si parla di 1.500.000 in media di ascolti). Il Papa stesso ha ricordato che Il Papa mentre celebra l’eucaristia. (continua a pagina 4) 3
VITA TRA NOI (segue da pag. 3) non è questa la vera comunità dei cre- mazione, attento a cogliere le sfumature il male più pesante e redime l’uomo e la denti, perché la comunità è quella reale, dei comportamenti umani che possono società. L’abbiamo visto soprattutto il 27 fisica, tuttavia nel sacrificio della con- allontanarci dall’annuncio vero di Cristo. marzo quando il Papa, da solo, portan- dizione presente è un grande conforto E lo fa con personale coinvolgimento: gli do lui la sofferenza di tutti alla Croce di vivere così l’unità della chiesa, partecipi errori al tempo di Gesù sono i nostri er- Cristo, ha compiuto un gesto che nessun di una comunità ‘virtuale’ ma numero- rori, i suoi errori e a tutti è necessaria la capo di stato di oggi potrebbe fare. Ha sissima: tutti possono insieme ascoltare misericordia del perdono e della conver- così testimoniato al mondo intero che e pregare con il Santo Padre, adorare il sione. la Chiesa, cioè il luogo della presenza di Santissimo per 5 minuti alla fine della Il Santo Padre condivide questo tempo Cristo, è sempre dalla parte del vero bene Messa. di incertezza e di sacrificio che stiamo di tutti. È un gesto di grande intensità, aiutato vivendo, si è messo nei nostri panni di Sul sito della parrocchia ha scritto in pro- dalla essenzialità della celebrazione che, esseri umani e di cristiani. A tutti ha det- posito don Mario: “Solo, affaticato, quasi in una cornice in cui ogni particolare è to “io sto con voi” e ai cristiani ha detto claudicante; fragile… un ‘nulla’ rispetto a estremamente curato ed estremamente “testimoniate che la salvezza è per tutti”, ciò che si accingeva a fare… un ‘nulla’ di semplice, favorisce molto la preghiera non avvitatevi nelle insofferenze, nelle ri- fronte alla tempesta che sta avvenendo comune e personale. Le intenzioni che mostranze, nelle rivendicazioni partico- ma – pensavo – quella apparente fragilità precedono la Messa hanno un respiro laristiche. Cristo è il bene comune. L’ab- e quella apparente impotenza nelle quali universale: ciascuno si sente accolto nel biamo visto nella Via Crucis del venerdì non possiamo non riconoscerci, in real- suo bisogno materiale e spirituale. Nelle santo, nelle testimonianze in cui la fatica tà sono segno della grandezza dell’uomo omelie il Papa commenta tanti passi del e l’errore dell’uomo si intrecciavano con che sta davanti a Dio, quando sta davanti Vangelo con una profonda immedesi- la misericordia che cambia in bene anche a Dio”. IL COLLOQUIO CON CRISTO Come nell’Adorazione Eucaristica quel crocifisso in parrocchia ci abbraccia e ci parla. “Quanta gente, quanti cristiani passano il ed ora. Pensavo alle piaghe. Non pensavo tempo guardando il crocifisso… e lì trova- ai film in costume che lo rappresentavano no tutto, perché hanno capito, lo Spirito al suo tempo, ma alle piaghe di oggi: quelle A S. Maria Nascente Santo ha fatto capire loro che lì c’è tutta che gli facciamo vivere ogni giorno. Pensa- la scienza, tutto l’amore di Dio, tutta la vo alla cattiveria degli uomini. Più siamo Dopo lungo tempo son tornato, qui, saggezza cristiana. ... Guardare il crocifisso deboli, poveri, feriti e... (a volte) più siamo davanti, su panca seconda, a destra: in silenzio, guardare le piaghe, guardare il cattivi. Aggressivi, rancorosi, ricattatori, l’altare spoglio è di fronte e la croce cuore di Gesù, guardare l’insieme: Cristo prigionieri della nostra aggressività e ranco- appesa al suo posto, ben in vista. crocifisso, il Figlio di Dio, annientato, umi- re, chiusi, asserragliati, a buttar giù olio bol- liato… per amore”. lente dalle nostre torri come nelle città me- In cuore un moto d’estrema letizia A Santa Maria Nascente, davanti al Santis- dioevali assediate. Pensavo ai poveri poveri ho avvertito, come effluvio di colma simo esposto, mi risuonavano queste paro- e ai poveri ricchi, ai poveri atei e ai poveri bellezza, insieme a un rilievo pensoso le dette dal Papa nell’omelia del 22 aprile cristiani: pensavo al mio dolore per gli uo- che è nato improvviso su come sia in Santa Marta. mini che non ci credono e non capiscono possibile, per un essere umano, Guardavo il crocifisso, il nostro crocifisso chi ci crede, pensavo alla mia delusione per mantenere ben intatto l’equilibrio con le braccia spalancate in un abbraccio, quelli che nella Chiesa continuano ad usare senza ammettere il Signore presente. ad abbracciarci tutti, come sempre ci ab- gli stessi metodi di contesa asserragliandosi braccia il crocifisso, e sotto di lui sull’altare in città murate, e attaccando per difender- Nino Barbieri brillava la luce di Cristo vivo presente qui si. Era un dolore vero, con volti reali che 4
mi passavano davanti. Pensavo a me stessa prigioniera del mio rimuginare sulle mie delusioni e attese tradite. Intanto il crocifisso guardava me e mi ab- bracciava dalla croce e il Santissimo mi te- neva nella sua luce. Mi è sembrato ad un tratto che sorridesse come gli adulti quan- do vedono accapigliarsi i bambini. Era un rimprovero sorridente di chi ti guarda dall’alto ma anche ti cammina di fianco. Come a Emmaus: “ Stolti e tardi di cuo- re...”. Allora sospendendo per un attimo la litania dei miei lamenti attribuiti ai Suoi dolori... ho sentito che mi diceva sottovo- ce: “Si può fare... la tua conversione si può fare. Tutto da capo, tutto da un’altra parte, ma si può fare”. Mi sono fermata... e sono tornata alle pa- role del Papa: “Il figlio di Dio annientato, umiliato... per amore”. E ho cominciato a sentire la sovrabbondanza di quell’amore: un amore eccedente ogni umiliazione e ho aperto un po’ meglio le orecchie: “Se solo tu lasciassi un pertugio alla percezione del mio amore, alla percezione dell’amore di debolezza? Dove ha trovato il coraggio?”. fame che chiede di essere saziata con segni del Padre, alla percezione del Mistero che Da dove gli è arrivato il vento dello Spirito tangibili e riconoscibili, propensa ad esal- meravigliosamente ti avvolge, ti porta, ti Santo? tarmi ad ogni apparente temporanea rispo- implica e chiede di procedere con te... Se Non è Pietro che ha fatto, che ha trovato il sta, pronta al lamento ad ogni delusione, solo per un attimo tu ti accorgessi che ti sto coraggio, ha concluso il Papa, è Cristo che devo ogni giorno ritornare a pregare: uscire accompagnando per via e che ogni giorno glielo ha promesso e donato: “Io pregherò dalla mia casa per tornare nella Sua Casa, ti invito a buttare le reti nel mare pescosissi- per te, perché la tua fede non venga meno”. davanti a Cristo crocifisso, a Cristo Risorto. mo della mia Parola, se tu ti accorgessi della (Lc 22,31-32). È questo il segreto di Pietro: Cristo stesso, assediato dalla folla dei 5000 mia presenza in ogni pane spezzato... Se tu la preghiera di Gesù per lui. Gesù prega a cui aveva distribuito pani e pesci in sovra raccogliessi una goccia della mia grazia e del per Pietro, perché la sua fede non venga misura, tornava ogni notte a pregare. Se- mio amore... potresti distribuirne ai 5000 meno e possa confermare nella fede i fratel- guendo Cristo, Madre Teresa e le sue figlie affamati senza decidere a priori se sono li. Gesù prega per Pietro e per ciascuno di ogni mattina prima di scendere nei bassi- buoni o cattivi e ne avanzerebbero dodici noi. Questo chiediamo a Cristo crocifisso, fondi di Calcutta sostavano a lungo nell’A- ceste”. a Cristo risorto presente davanti a noi nel dorazione Eucaristica per uscire nel mondo “Ah!... Ma io come faccio?”. Ho pensato ai Santissimo. Gli chiediamo di pregare per portatrici, missionarie della Sua miseri- miei alti e bassi, ai momenti di entusiasmo noi perché la nostra fede non venga meno, cordia. Ogni giorno portiamo davanti al in cui Lo seguirei dovunque e ai momen- perché anche noi, ciascuno di noi possa Santissimo il dolore umano irredento che ti di buio totale. Se lo chiedeva anche il confermare nella fede i fratelli. ognuno di noi in quel momento, in quel Papa nell’omelia a Santa Marta il 23 aprile: E pure, appena esco di chiesa, appena la- giorno, si trova addosso: lo portiamo a Cri- “Come ha fatto Pietro così instabile nella scio la Sua presenza Eucaristica, assediata sto che nel Suo amore lo redime portando- sua alternanza tra slanci generosi e cadute dagli affamati, intrappolata dalla mia stessa lo al Padre per noi. Paola Marzoli 5
VITA TRA NOI LE COMPOSIZIONI MARIANE DI SATOMI HOTTA Già ultimate tre delle cinque antifone per la parrocchia di Santa Maria Nascente. In quest’ora della storia, in cui “fitte te- sapienza liturgico-musicale che sin dal nebre si sono addensate […]; si sono im- Medioevo cristiano, appartengono alla padronite delle nostre vite” (Papa France- “traditio ecclesiae” ed hanno costituito sco, Momento straordinario di preghiera quella preghiera elevata con fede, che in tempo di epidemia, Piazza San Pietro, diviene anche canto, per quanti nel se- 27 marzo 2020), ci sentiamo attraver- gno stesso della fede ci hanno precedu- sati da un “silenzio assordante e un vuoto to. Ad esse si aggiunge inoltre l’antifona desolante” che apparentemente sembre- Sub tuum praesidium, il più antico com- rebbero costituire l’unica e definitiva ri- ponimento poetico-musicale di devo- sposta al male che ci attraversa; il cuore zione cristiana a Maria, Madre di Gesù, pieno di tristezza, rapito dallo smarri- risalente al III secolo. mento e dall’angoscia. Questi sembre- Rileggendo tale opera, ancora in fase di rebbero essere i sentimenti del nostro svolgimento, data la sua vastezza e com- animo in questi giorni, in cui ci sentia- Satomi Hotta durante un concerto. plessità, con uno sguardo di fede, nelle mo chiamati a ripensare radicalmente ché l’attività concertistica in cui già ha circostanze odierne, in cui l’avvento di la nostra vita, nell’incerta domanda sul avuto occasione di vedersi coinvolta. novità è quanto mai necessario, vengono nostro futuro. Ma, come ci ha ricordato Proprio a partire dal servizio liturgico, in mente le bellissime parole del Salmo nella sua Lettera Pastorale il nostro ar- in una parrocchia posta sotto il patro- 33, nell’esortazione: “Cantate al Signore civescovo, “la situazione, per coloro che cinio della Madre di Dio, e lasciandosi un canto nuovo, con arte suonate la cetra sono stati guidati dallo Spirito di Dio, è ispirare dagli avvenimenti che hanno e acclamate”. In questo nuovo canto ele- occasione”. segnato la vita della corale, si colloca il vato con arte, possiamo a buon diritto Nella capacità di guardare ad ogni cir- progetto messo in opera dalla direttri- vedere raffigurata questa composizione costanza della vita con speranza, ri- ce Satomi Hotta che in questi mesi ha delle antifone mariane, che divengono manendo tesi ad accogliere i germi di ultimato la composizione di tre delle realmente espressione di fede, preghiera novità, che lo Spirito Santo è in grado cinque Antifone mariane: Alma Redem- che, per intercessione di Maria, eleva il di suscitare nelle nostre vite e nella vita ptoris Mater, Ave Regina Caelorum e Sal- nostro animo alla contemplazione della della Chiesa, sta la ricchezza della nostra ve Regina. Probabilmente alcuni di noi Bellezza del Mistero. fede, nel continuare il cammino con la le conoscono solo in parte, in quanto certezza di una Presenza che ci accom- il loro impiego nella liturgia non è più pagna, anzi ci precede. così frequente; pur rimanendo un au- In questo travagliato contesto, tali ger- tentico tesoro da riscoprire e valorizzare, mi di novità, nella nostra comunità par- espressione della Verità, di cui la Chiesa rocchiale, certamente non sono manca- è testimone nella sua storia bimillenaria. ti. In particolare, vorrei qui soffermarmi Satomi Hotta ora si accinge a completa- su quanto accaduto nella Corale di San- re le ultime due antifone (Regina Caeli ta Maria Nascente che, nonostante l’im- e Sub tuum praesidium) per terminare posta necessità di un ripensamento del l’opera. proprio operare, mai ha visto svilirsi il Alma Redemptoris Mater, Ave Regina Ca- desiderio di riprendere e continuare il elorum, Regina Caeli e Salve Regina sono cammino sin qui condotto di servizio forme antifonali semplici, ovvero prive a Dio, ai fedeli e alla Chiesa, attraverso del salmo, invocazioni di preghiera alla l’accompagnamento delle liturgie; non- Vergine Maria, espressioni di autentica 6
Non possiamo poi lasciar passare inos- rendere al Signore la lode a Lui dovuta, servato un altro dato connotativo di facciamo nostra l’invocazione mariana quest’opera, che si esprime nel desiderio che queste antifone esprimono, affidan- del compositore di individuare, qua- do alla Madre di Dio e Madre nostra, le luogo per la loro prima esecuzione il cammino della vita ed il nostro futu- pubblica - prima di essere destinati alla ro, nella certezza che anche nella prova, pubblicazione e quindi all’esecuzione il suo affetto materno non smetta mai non solo in ambito liturgico, ma anche di accompagnare, sostenere e guidare i concertistico - quel medesimo luogo passi di questa comunità, dei suoi fede- che ha dato i natali alla loro elaborazio- li e anche della sua corale, indirizzando ne, ovvero la nostra chiesa parrocchiale. ciascuno sulla strada della vita verso la Con il cuore ricolmo di gratitudine e vera gioia. speranza, desiderosi ancora una volta di Federico Colombo A FATIMA SOLO CON IL PENSIERO La testimonianza di fedeli che da tredici anni si recavano ininterrottamente al Santuario. Il colloquio con suor Giustina e padre Pedro. Il 13 maggio 1917 la Madonna appar- portoghesi è commovente: a migliaia cristallo, a destra dell’altare, per la mes- ve a Fatima ai tre pastorelli. Alla piccola raggiungono Fatima con ogni mezzo sa solenne. La processione della sera è Lucia, che Le chiedeva “cosa vuole da o con lunghi tragitti a piedi. Li muove accompagnata dal canto mariano “Ave me?”, in questa prima apparizione ri- una fede semplice, ma intensa e radicata Maria-il tredici maggio” intonato in tan- spose: “Non abbiate paura, non vi faccio nella loro vita, un vero popolo in cam- te lingue da tutto il popolo e ad ogni del male. Sono venuta a chiedervi di ve- mino. ritornello le candele accese vengono in- nire qui per sei mesi consecutivi, il giorno I riti, particolarmente solenni in maggio nalzate in cielo. La spianata diventa una 13, a questa stessa ora”. Da allora la fede e in ottobre, hanno inizio la sera del sola immensa macchia di luce intorno e la devozione del popolo portoghese e giorno 12 davanti alla statua della Ma- alla statua della Madonna che lenta- non solo, riempiono la spianata davanti donna con la recita del Santo Rosario, mente avanza. A notte fonda, al termi- al santuario durante le celebrazioni in ogni decina in lingua diversa. Al termi- ne della Messa, la statua viene riportata ogni ricorrenza. La partecipazione dei ne la statua viene prelevata dalla teca di (continua a pagina 8) Fatima panoramica del piazzale. 7
VITA TRA NOI (segue da pag. 7) in processione nella teca; la spianata è stipata di fedeli, le candele sono spente, il silenzio è assoluto e ciascuno si rac- coglie nella preghiera personale. Nostra Signora passa illuminata, non è una semplice statuetta, è una presenza viva a cui ciascuno sta inviando un pensiero. Per tutta la notte prosegue la preghie- ra spontanea dei fedeli in Cappellina e le celebrazioni riprendono il mattino successivo con un rito identico a quel- lo della sera. Dopo la messa solenne la statuetta viene riportata alla teca; la pro- cessione è accompagnata da un canto di Fatima la cappella. saluto (Adeus de Fatima) e ad ogni ritor- ringraziandoci della fedeltà al gesto; con canza, nella nostra reclusione domesti- nello tutti sventolano fazzoletti bianchi. padre Carlo che ha lasciato l’incarico in ca, preghiamo Nostra Signora di Fatima Anche chi, come noi, da anni partecipa Vaticano per dedicare tutta la sua vita che immaginiamo sola nel silenzio della alla cerimonia non riesce a trattenere le a Nostra Signora come Custode della piazza ma, come il Papa che abbiamo vi- lacrime dalla commozione. Cappellina; con padre Geremia che ha sto in San Pietro nella Preghiera Univer- Nella nostra famiglia la devozione alla seguito Lucia per 30 anni e ne è stato il sale del 28 marzo, circondata dall’affet- Madonna di Fatima è nata in parroc- confessore; con suor Giustina dell’Or- to e dalla preghiera del mondo. Ci viene chia partecipando al gesto del Rosario dine delle Oblate di M V di Fatima che in mente il momento della processione dei primi cinque sabati del mese che la normalmente e con grande fervore illu- notturna quando la statuetta è circon- Madonna chiese a Lucia per riparare le strano ai pellegrini l’esposizione perma- data da una folla immensa ma il silenzio cinque offese dirette al suo Cuore Imma- nente “Fatima Luce e Pace”; con tanti è indescrivibile. Anche in quel momen- colato. Il 13 maggio rappresenta per noi pellegrini di tanti paesi con cui condivi- to non c’è un silenzio vuoto ma c’è tutto un richiamo per una grazia ricevuta e diamo la preghiera, le esperienze di vita l’affetto per la Madonna e per Gesù. che ci muove da 13 anni a ritornare a e il desiderio di rincontrarci ogni anno. Per sentirci almeno virtualmente pre- Fatima pellegrini riconoscenti e deside- Purtroppo quest’anno non potremo es- senti in quel luogo, che per noi è come rosi di affidare a Nostra Signora tutta la sere fedeli al nostro annuale gesto. Nella una seconda casa, abbiamo cercato al- nostra vita, quella dei familiari e di tanti forte malinconia di una grande man- cune persone legate al Santuario che ci amici, certi che l’affidamento a Maria (il Totus tuus di S. Giovanni Paolo II) è la strada giusta per la nostra conversio- ne. Un segno concreto di questo sono sempre state le decine di lettere con le quali tanti amici nostri e dei nostri figli hanno consegnato le loro intenzioni alla Madonna attraverso le nostre mani. Nella nostra esperienza, questo affida- mento a Maria è radicato in noi anche attraverso gli incontri che facciamo a Fa- tima: con padre Pedro, carmelitano che ha amministrato l’unzione degli infermi a suor Lucia e che ogni anno ci attende Chiesetta con statua della Madonna dove si prega e si celebrano le S. Messe. 8
sono sinceramente care e che ci hanno aiutato a mantenere vivo il ricordo. In particolare abbiamo avuto una lunga telefonata con suor Giustina. “Adesso è tutto chiuso anche qui e non c’è alcuna celebrazione - ci ha detto la suora - ma siamo operose soprattutto con la preghiera perché è la preghiera l’appello più intenso di Fatima, come insegnamento all’uomo contemporaneo di una via per riconoscere la presenza di Dio. La Madonna, a dire dell’importanza della preghiera, chiede ai pastorelli la recita del rosario e questa sua richiesta è l’unica ripetuta in tutte le sei Le preghiere notturne. apparizioni”. “C’è poi in questo momento glia. È quello a cui assistiamo anche noi dalla Madonna in una apparizione per difficile il compito - prosegue la suora - “di perché certi bisogni e valori per fortuna riversare nel suo cuore tutte le pene umane rispondere alle telefonate e alle mail che sono universali. Un’altra grazia che ha perché lei è li per questo e, se nel messaggio arrivano al santuario da tutto il mondo reso felice la suora viene dalla decisione di Fatima è richiesta l’offerta per la con- con testimonianze di dolori e prove che i della CEI, su proposta e sollecitazione versione dei peccatori, è suggerita anche fedeli chiedono di affidare al Cuore Im- di tanti fedeli, pellegrini a Fatima, di la richiesta di intercessione per i bisogni macolato di Maria”. affidare l’Italia alla protezione della Ma- propri e dell’intera umanità”. Suor Giustina ci ha confidato che stan- dre di Dio, come segno di salvezza e di Abbiamo scritto anche a padre Pedro no assistendo a molte grazie che sono speranza, con un momento di preghie- della Domus Carmeli di Fatima per un sbocciate in risposta alla pandemia; pri- ra nella basilica di Caravaggio venerdì saluto. Ci ha risposto in modo sintetico ma fra tutte le testimonianze che ricevo- 1° maggio alle ore 21. Il gesto era già (ma è nella sua natura!): “Noi andiamo no di famiglie che, nella chiusura dome- stato fatto all’inizio della pandemia per avanti. La casa è chiusa e noi siamo den- stica, hanno rallentato i ritmi frenetici 28 nazioni dal cardinale Antonio Mar- tro fino a che tutto torni al normale. La della vita recuperando il senso del fer- to, vescovo di Leiria-Fatima; mancava il Madre del Signore è con tutti i suoi figli. marsi (ce lo aveva detto anche il nostro nostro Paese. “Il gesto di consacrazione Alcuni li porta con Lei al cielo”. Che bel- Arcivescovo in una recente omelia) per al Cuore Immacolato di Maria - pro- lo pensare alla morte non come perdita ritrovare e consolidare gli affetti in fami- segue suor Giustina - era stato richiesto ma come essere presi per mano dalla Madonna per salire alla vita che non ha fine. Anche in questo è la bellezza di Fatima. Il messaggio di Fatima è sempre attuale. La Madonna invita alla fede, alla peni- tenza che è conversione a suo Figlio, alla pace, alla preghiera e alla speranza che la vita vissuta con Gesù la riempie di senso. Benedetto XVI nella sua visita al Santuario nel 2010 sosteneva con vigore che “ci sbaglieremmo se pensassimo che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. Manuela Ghislandi e Claudio Beretta Le preghiere notturne davanti alla statua della Madonna. 9
VITA TRA NOI Perché il virus che ci ha colpito porta questo nome È un anglolatinismo ma la simbologia della corona ha origini antiche Forse è dal tempo dell’esistenza della mo- oggetti dall’andamento incurvato. Oltre narchia che in Italia il termine “corona” a corona: corno, corolla, cornice, cortina, non veniva così spesso nominato, anche se nonché curva e circo. La forma circolare, attualmente è associato alla parola “virus”. senza inizio e senza fine, corrispondeva Nel mondo medico-scientifico si parla or- simbolicamente a qualcosa in posizione mai da decenni di coronavirus, causa di al- “alta”, a somiglianza del sole e della luna. tre epidemie, ad esempio la “sars”. Già dal Nell’Egitto antico il faraone era conside- 2010 “Coronavirus” faceva parte del voca- rato figlio del dio sole e tale credenza era Coronavirus. bolario della lingua italiana nell’edizione espressa da una corona doppia indossata della Treccani É un cosiddetto anglolatini- nelle cerimonie o disegnata come un disco smo in cui i due vocaboli latini si susseguo- sopra il capo nelle raffigurazioni dei templi no sulla base della nomenclatura scientifi- e delle tombe. Fu Nerone ad importare ca, espressa attualmente in inglese, per cui dall’Egitto la figura dell’autorità civile il primo termine funge da aggettivo e il se- considerata degna di culto, adottando condo da sostantivo. Le immagini del virus l’aureola come attribuito imperiale. La coincidono con una forma rotondeggiante dimensione sacrale sopravviverà nell’Im- dell’involucro che, sezionato, corrisponde pero romano d’oriente, com’è testimoniato appunto alla sagoma di una corona. dal mosaico del sec. VI d.C. della basilica L’origine del termine ha radici che affon- ravennate di San Vitale in cui l’imperatore dano nell’antica lingua indoeuropea in cui Giustiniano indossa una corona d’oro e ha Moneta aurea con Augusto laureato recante la scritta la parola “kor” indica un “girare in tondo”. il capo circondato da un’aureola. Col pro- CAESAR AVGVSTVS DIVI F PATER PATRIAE. Ne è nata una famiglia di parole indicanti gressivo decadere del potere imperiale, in occidente ed in oriente, l’aureola rimarrà solo come attributo religioso riservato ai santi e alle sante canonizzate. L’atto dell’incoronare aveva luogo anche nella Grecia antica durante gli agoni atle- tici o letterari a designare il vincitore quale essere più vicino al livello divino, eccellen- te rispetto ai comuni mortali. In questo caso la corona era d’alloro, pianta cara ad Incoronazione di atleta vincitore, vaso greco a figure rosse, sec. V a.C. Apollo. San Paolo usa un paragone tratto dal mondo greco per spiegare come la sua esistenza attenda il premio della vita eter- Nella civiltà romana, invece, la corona na: “Ho combattuto la buona battaglia, d’alloro sarà ornamento dei vincitori delle ho terminato la mia corsa, ho conservato guerre, effigiati incoronati sulle monete, e la mia fede. Ora mi resta solo la corona di così i sovrani di molti regni successivi, che giustizia che il Signore, giusto giudice, mi spesso adotteranno il termine corona per consegnerà in quel giorno; e non solo a me la valuta del proprio regno. Gesù, proprio ma anche a tutti coloro che attendono con mostrando una moneta, pronunciò la frase amore la sua manifestazione” (2 Tim. 7-8). “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio Ritratto dell’imperatore Giustiniano I, mosaico, sec.VI, Ravenna, Basilica di San Vitale 10
quel che è di Dio”. Ma la regalità di Cristo, accusare, ingannare e, in senso lato, separa- al momento della sua Passione, ha cono- re, tutti termini che indicano la duplicità sciuto l’umiliante e doloroso scherno della come divisione. Corona del diavolo sono corona di spine. L’incoronazione dei re ave- perciò le corna caprine, in riferimento va il duplice significato di investitura divina al passo di Mt. 25 in cui Gesù cita beati e di rito nuziale col suo popolo. Quella di e dannati paragonandoli rispettivamente Cristo, nel dileggio e nella sofferenza fisica, alle pecore e alle capre, essendo il modo di ne ha rispettato il senso. Nel matrimonio brucare di quest’ultime tale da sradicare dal ortodosso gli sposi vengono incoronati al di terreno le radici dell’erba e strappare mor- sotto di un velo sospeso che simboleggia la dendo le gemme delle piante. presenza dello Spirito Santo, secondo una Un’altra corona va infine ricordata, che ci modalità presente nel rito ambrosiano anti- sostiene nell’affrontare le difficoltà e ci so- co e oggi localmente in alcune parti d’Italia. spinge alla conversione grazie all’aiuto della Nella famiglia di parole di cui fa parte coro- Madonna: il santo Rosario. La sua origine na è presente il termine “corno”, che negli va fatta risalire alla preghiera continua che animali si riferisce al duplice attributo sul gli anacoreti in oriente accompagnavano Antonello da Messina, Ecce homo, 1473 ca., capo, soprattutto degli esemplari maschili. con una corda chiusa a cerchio su cui ve- Piacenza. Museo Civico jpg Nella simbologia antica l’aspetto duplice nivano effettuati più nodi corrispondenti era considerato negativamente. Il Maligno, ciascuno ad una preghiera. Immutata nella in ebraico, era indicato col termine “sātān” sua struttura, è ancora in uso tra i monaci cioè “oppositore”, “colui che contraddice”. ortodossi. In occidente gli Ordini mendi- Nella traduzione dell’A.T. dall’ebraico di- canti del sec. XIII, in primis i domenicani, venterà “diavolo” dal verbo greco “diabal- l’hanno arricchita con l’aggiunta di eventi lein” ossia “calunniare” con i suoi sinonimi: significativi della vita di Maria e di Gesù e la struttura di Pater, Ave e Gloria che erano le preghie- re comunemente conosciute dal popolo senza istruzione. Così l’amore profano di quel Komboskini, il rosario cristiano ortodosso. tempo che si usava manife- stare col dono di una corona di rose alla propria amata all’inizio di maggio, divenne una corona di preghiere all’a- mata Madre del Salvatore, presso gli Ordini religiosi e poi, sempre più nella Chiesa, un immancabile strumento sulla via della santità. Beato Angelico, Incoronazione della Vergine,1434-35. Firenze, Uffizi Emanuele Atanassiu Rito della velazione ed incoronazione degli sposi . 11
VITA TRA NOI OGNUNO IN PRIMA LINEA La testimonianza di un medico di famiglia di fronte a questa emergenza eccezionale. Ho 42 anni e sono medico di famiglia a Milano. servizio del fatto, per esempio, che quan- All’inizio di questa epidemia, arrivata in do sono a casa, passo molto più tempo al modo improvviso e inaspettato, mi sono telefono per il lavoro, e, pur sapendo che trovata a chiedermi, a cercare di capire cosa questo chiede a loro una fatica, non li ho era chiesto a me in quanto medico, in che mai sentiti lamentarsi per questo. Credo modo dovevo contribuire ad affrontare che a ciascuno sia chiesta, nella specifici- quella che poi si è rivelata un’emergenza tà di quello che vive, una conversione, sia sanitaria di dimensioni assolutamente ec- che il compito a lui affidato sia assistere i cezionali. malati, o aiutare i figli a seguire la didattica Il mio essere medico è molto cambiato online, o ancora preparare le lezioni (penso dall’inizio dell’emergenza: la modalità di a che lavoro stanno facendo gli insegnan- prossimità a cui eravamo abituati anche coi ti!), o semplicemente lo stare a casa, con la nostri pazienti ha dovuto mutare e conti- fatica che ciò richiede. nuerà ad essere diversa nei prossimi mesi. Diversi, in questo periodo, si sono rivol- Il tipo di rapporto è quindi cambiato, da ti a me medico dicendo “voi che siete in più fisico e diretto, a più, purtroppo, spes- prima linea”, ma ognuno è in prima linea, so solo telefonico. La “prossimità” che ho perché a ognuno è chiesto di dare tutto sempre sperimentato nel mio lavoro, ha in questa situazione, e dare tutto è essere apparentemente ceduto il posto a un di- fiorire intorno a me, tra i miei pazienti: mi disposto a mettersi nelle braccia di chi fa stacco, che sembra rendere tutto più dif- commuove ricevere messaggi solo per sape- tutto, e di chi, come ci ha ricordato papa ficile: non poter più visitare se non sotto re come sto, per augurarmi buona giornata, Francesco, “sa volgere tutto al bene, per- un’armatura, non poter stringere la mano o o per mettersi a disposizione di chi ha più ché persino dalla tomba fa uscire la vita” accogliere un paziente che ha bisogno di un bisogno. La disponibilità di tutti, da subito, (Veglia Pasquale 11 aprile 2020). Mi sta confronto, di una rassicurazione e chiedere mi ha colpito, perché ognuno si è mostrato accompagnando molto, in questo periodo, che questo avvenga al telefono, rimandare pronto ad “obbedire” in un certo senso alla l’immagine di Papa Francesco, davanti al tanti aspetti riguardanti il proprio stato di nuova circostanza. crocifisso, che affida il mondo intero, certo salute non urgenti, ma che siamo sempre Anche come mamma ho potuto notare che “non c’è imprevisto, non c’è salita, non stati abituati ad analizzare con immediatez- una disponibilità grande dei miei figli nei c’è notte che non si possano affrontare con za, chiede a tutti un sacrificio. miei confronti: loro, senza averne magari Gesù” (Regina Coeli 26 aprile 2020). Nonostante questo ho visto tanta umanità consapevolezza, si stanno mettendo tutti al Irene Valvo L’INCONTRO TRA MARIA E ELISABETTA Ricordiamo, attraverso il dipinto di Beato Angelico, la ricorrenza della Festa della Visitazione. Il 31 maggio ricorre la Festa della Vi- di Luca (cap. 1 – 39-56) ove l’apostolo menico di Cortona, Fra’ Giovanni da sitazione. Vorrei ricordarla con voi at- racconta che dopo l’annuncio dell’ange- Fiesole, più noto come Beato Angelico, traverso l’opera di uno dei protagonisti lo “Maria si alzò e si mise in viaggio ver- dipinse la famosa Tavola dell’Annuncia- dell’arte del quattrocento, il Beato An- so la montagna e raggiunse in fretta una zione; fra gli episodi della vita della Ver- gelico. città di Giuda dove abitava Elisabetta”. gine rappresentati nella predella, posta Tutti conosciamo le parole del Vangelo Per la Chiesa del convento di San Do- alla base del dipinto, vi è la Visitazione. 12
Nel dipinto il frate pittore offre al no- stro sguardo un paesaggio naturale che abbraccia quote d’altezza diverse: ap- pare sul fondo il Lago Trasimeno visto dall’alto della possente città murata di Cortona e qui egli ambienta il racconto di Luca. Sappiamo che Maria si mette in viaggio con decisione per salire da Elisabetta; possiamo solo immaginare le difficoltà del viaggio e lo sconcerto dei parenti e di Giuseppe di fronte a questa singolare iniziativa; ma Maria, giovane ragazza incinta, ha dentro di sé una grande energia: straordinario è l’Annuncio che l’ha raggiunta e straor- dinaria l’attesa di un figlio per Elisabetta. Maria ed Elisabetta sono lasciate sole prima di nascere, è fonte di gioia per Maria dimostra, quindi, la sua sensibili- al centro del dipinto: Maria sorregge tutti i presenti. Nel Vangelo Elisabetta tà e concreta disponibilità nei confronti con slancio Elisabetta, pare voglia fre- racconta a Maria che il bambino, sen- dell’anziana cugina. nare il gesto devoto dell’anziana parente tendola arrivare, ha sussultato nel suo In primo piano il Beato Angelico pone dell’inchinarsi, impercettibile, ma sug- grembo; la traduzione letterale del ver- il tenerissimo abbraccio tra Maria ed Eli- gerito, a guardar bene, proprio dall’in- bo greco è saltellò, danzò, non è il muo- sabetta. La donna al seguito di Maria ha crocio delle braccia. In particolare le versi naturale del feto negli ultimi mesi ancora un piccolo tratto di salita da com- mani contribuiscono a rendere la sug- di gestazione. piere, e quasi se ne intuisce l’affanno, gestione del movimento, la scena appa- Le due donne si guardano: Maria ha mentre con gesto femminile si trattiene re immediata e familiare. “Benedetta tu creduto all’annuncio dell’angelo, Elisa- la veste; resta, invece, sull’ingresso di casa fra le donne…”, proclama Elisabetta. betta ha creduto che sarebbe diventata la giovane serva di Elisabetta che deve aver “L’anima mia magnifica il Signore...”, madre, pur in età avanzata e infatti ri- colto il giubilo della sua signora, l’affetto risponde Maria. Non dimentichiamo sentiamo le parole dell’Angelo “…nulla e l’incontenibile felicità: lei, invece, sente gli altri due protagonisti: Giovanni Bat- è impossibile a Dio“. il privilegio degli umili, quello di esserci. tista e Gesù. La presenza di Gesù, ancor M. Giovanna Piglionica Malloggi A CASA CON OTTO FIGLI La lettera di una mamma sulla certezza che la sua famiglia sia amata dal Signore. Sono Luisa, volevo raccontarvi l’espe- in casa per tanto tempo, mi è salita la parando il Signore in questa particolare rienza che sto vivendo in questo perio- paura di tutto quello che sarebbe potuto circostanza. do di isolamento forzato, a casa. Sono succedere stando in 10 nella stessa casa. Devo dire che mi è proprio chiaro che mamma di 8 figli, che spaziano in età Paura? Si... ma ho iniziato a chiedere a prevale in me ansia e paura quando sono da 1 anno a 17. Quando a Carnevale mio marito Andrea e ai nostri figli di lontana da Lui, quando non sono certa ho iniziato a capire che saremmo stati pregare e stare a vedere cosa ci stava pre- (continua a pagina 14) 13
VITA TRA NOI (segue da pag. 13) di un disegno buono in tutto quello che succede. Ho la grande grazia di vivere con un marito e dei figli che mi aiutano a sollevare lo sguardo con una lettura di una testimonianza fatta insieme, un ab- braccio nella stanchezza della giornata, una decina insieme alla sera; fin da subi- to, è stato chiaro che avevamo bisogno tutti di una compagnia carnale di volti amici e cosi abbiamo dato vita a molti collegamenti in video conference sia per confronto e aiuto fra adulti, sia per gio- care e cantare tutti insieme. Non mancano litigi e urlate come sem- pre; non siamo certo una famiglia “ide- ale”. Però devo dire che sta emergendo una unità in modo sempre più miraco- La famiglia Torlaschi durante la quarantena. loso, piccoli e grandi fatti che neppure mi sarei potuta immaginare un mese compagnia e ci sta mostrando un cam- no pianto per la paura di cosa poteva fa. Le mie figlie grandi, Chiara e Anna, mino che è un bene per noi. La dome- succedere a Maria... Anna li ha rassicu- hanno riscoperto i loro fratelli e aven- nica delle Palme siamo dovuti andare rati dicendo che Gesù era con loro an- do l’occasione di passare più tempo con in pronto soccorso con Maria di 4 anni che in questo momento e un bene c’è loro si sono messe in gioco aiutandoli perché dopo 8 giorni di antibiotico era anche in questa circostanza. Poi ha pro- nei lavori per la scuola o per l’asilo e cu- tornata ancora una febbre molto alta. posto di pregare insieme con la Messa cinando insieme. È stata una grazia che Nonostante i piccoli fossero spaventati che intanto stava cominciando. Io sono si porteranno nel cuore anche quando siamo dovuti andare via in fretta e le no- tornata dopo un’ora, li ho trovati tutti sarà finita la quarantena. stre due grandi sono rimasti con tutti i davanti alla Messa in silenzio assoluto! Un ultimo fatto che mi ha decisamen- fratelli. Quale carezza più grande mi poteva fare te commosso e mi ha fatto davvero dire Solo più tardi Anna, di 15 anni, mi ha il Signore se non darmi dei figli certi di che il Signore ci sta veramente facendo detto che Lucy (11) e Benny (7) aveva- essere amati da Lui? Luisa Torlaschi “Alla nostra fede è necessaria la Chiesa” Stralci delle omelie pronunciate in questa Pasqua dal nostro Arcivescovo. Abbiamo vissuto il tempo forte della Qua- lo sguardo su Gesù - e dal nostro Arcivesco- Abbiamo partecipato, attraverso i mezzi di resima e della Settimana santa in un con- vo, Mons. Delpini, che in modo accorato, comunicazione, alle celebrazioni del triduo testo inedito come quello caratterizzato da pastore attento e vigile, talvolta con pa- pasquale dell’Arcivescovo – come tanti al- dall’emergenza coronavirus che ci ha visto role severe, ci ha invitato ad abbandonare tri momenti delle precedenti settimane e continua a vederci in totale isolamento e «le nostre lentezze, il grigiore della nostra di Quaresima - e ci siamo sentiti accom- impossibilitati a partecipare alle funzioni mediocrità, il clima lamentoso e scorag- pagnati, pur nell’inusuale forma che mai liturgiche. Siamo stati accompagnati dai giato che talora si percepisce nelle nostre avremmo immaginato, a vivere forse con nostri preti che ci hanno raggiunti in modo comunità” e a vincere la nostra “resistenza maggiore consapevolezza, il mistero della insolito, attraverso strumenti tecnologici di all’attrattiva di Gesù” per rimanere «sempre Pasqua di Resurrezione. Le meditazioni di comunicazione - invitandoci a tenere fisso lieti nel Signore» (Fil ). Mons. Delpini ci hanno particolarmente 14
colpito e segnato. Desideriamo pertanto Una salvezza, insomma, offerta a tutti «per- gregazione delle Suore di Maria Bambina. riprenderne alcuni passaggi significativi per ché avete pregato, vi siete lasciati trafiggere il Santa Vincenza che amava ripetere “Chi condividerli con voi, ma soprattutto per cuore dallo sguardo di Gesù….Proprio per conosce il Crocifisso sa tutto, chi non lo cono- fissarli nella memoria, perché possano con- questo siete stati scelti, chiamati, perché tutti i sce, non sa niente” e la giovane ebrea Etty tinuare ad accompagnarci in questo tempo peccatori, tutti i mediocri, tutti i borbottoni, Hillesum, morta non ancora trentenne in così particolarmente gravoso e doloroso per tutti i vili e i pigri, possano alzare la testa e Auschwitz: “Mio Dio, sono tempi tanto an- l’intera comunità umana e perché possano pensare di poter diventare un testimone, un gosciosi. Una cosa, però, diventa sempre più rendere ragione della nostra speranza. Non missionario, un santo….Proprio questa è la evidente per me, e cioè che tu non puoi aiu- intendiamo aggiungere nulla rispetto alle Chiesa è la comunità che si vuole convertire e tare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, parole così dense dell’arcivescovo, per que- incamminarsi fiduciosa per una nuova umil- e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica sto ci limitiamo a riportare le sue parole. tà e tenacia nell’annuncio del Vangelo a tutti, cosa che possiamo salvare di questi tempi, e Dalla celebrazione della Messa in Coena fino ai confini della terra. Ecco questa parola anche l’unica che veramente conti, è un pic- Domini del Giovedì Santo: 9 aprile 2020 non nasconde che siamo mediocri, parte di colo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Forse Il nostro Vescovo ci ha ricordato che, per una comunità segnata da molte insicurezze, possiamo anche contribuire a disseppellirti quanto indegni e mediocri, a noi, testimo- ma dice che il messaggio che chiama a conver- dai cuori devastati di altri uomini”. ni attuali del Risorto, è stata detta una pa- sione viene da noi. Non siamo perfetti e non Ancora le poetesse Emily Dickinson e Alda rola di speranza capace di ridare dignità e lo saremo domani: siamo peccatori perdonati, Merini, scomparsa nel 2009, che così espri- senso alla nostra piccolezza e di riscattarci ancora disponibili alla Parola che chiama» meva il suo dolore per la morte di Cristo: affidandoci un grande compito. «C’è una Dalla Celebrazione della Passione nel “Per coloro che muoiono nel nome tuo, apri parola per voi, profeti in fuga dalla missione, Venerdi Santo: venerdi 10 aprile 2020 le grandi porte del Paradiso e fa’ loro vedere inadatti e spaventati per l’ostinato desiderio di “Contemplare la Croce con lo sguardo delle che la tua mano era fresca e vellutata, come Dio di salvare, invece che di punire e distrug- donne” qualsiasi fiore, e che forse loro troppo audaci gere; profeti addormentanti nel mezzo della In Duomo, vuoto e silenzioso per la tota- non hanno capito che il silenzio era Dio e si tempeste, che dormite profondamente mentre le assenza dei fedeli, la Celebrazione del- sono sentiti oppressi da questo silenzio che era la nave affonda; profeti facili all’invettiva e la Passione del Signore è stata presieduta solo una nuvola di canto”. al risentimento, impenetrabili alle intenzioni dall’Arcivescovo. Le prime due Letture 700 anni prima di Alda Merini, santa An- di Dio e allergici alla sua misericordia…..C’è sono state significativamente proclamate gela da Foligno, scriveva: “Chiunque vuole una parola per voi, discepoli mediocri, ottusi da un medico rianimatrice, Riccarda Rus- conservare la grazia non deve togliere gli occhi e smarriti di fronte alle confidenze ultime, so, e da un infermiere, Alessandro Galazzi, dell’anima dalla Croce, sia nella gioia sia nel- al segno del pane e del calice…..incapaci di entrambi del Policlinico di Milano. Nel- la tristezza”. vegliare un’ora accanto al maestro angosciato: la sua riflessione sulla Passione e Morte (continua a pagina 16) discepoli maldestri che usate la spada quando in Croce di Nostro Signore, Gesù Cristo, la via del Signore è la mitezza; che siete vinti Monsignor Delpini ha scelto, in particola- dallo spavento, quando la via del Signore è la re, di rivolgersi alle donne, attraverso figure fortezza», ha scandito il Vescovo. Ma, allora, femminili molto diverse per il loro vissuto, qual’é la parola che viene rivolta «a destina- per ciò che fecero e fondarono e per come tari che hanno tante buone ragioni di sentirsi morirono. “Le donne di Galilea perseveranti deludenti?». quando i discepoli sono fuggiti,…..non han- È la certezza di essere dentro la storia del- no predicato o scritto Vangeli, ma ci possono la salvezza. «La vocazione alla conversione è aiutare a capire per quale via si possa entrare affidata a voi. (…) Voi siete chiamati a essere nel mistero…” i testimoni di Gesù. Proprio voi, chiamati per Nell’omelia l’Arcivescovo ha citato gli in- nome con uno sguardo di predilezione, eppure tensi versi poetici di Maria Luisa Spaziani e così impermeabili alle parole, così ripiegati su le parole di Santa Vincenza Gerosa, fonda- voi stessi». trice con Bartolomea Capitanio della Con- Monsignor Delpini. 15
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