VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani

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VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
VIAGGIO D'ISTRUZIONE
IN BOSNIA-ERZEGOVINA
Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento

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VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
BOSNIA-ERZEGOVINA
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                                                                                                              Associazione Trentino con i Balcani

                                                                              Racconti, impressioni e fotografie       luoghi, storie e persone. Il tutto per
                                                                              di un viaggio. Un viaggio prepara-       un’esperienza nuova e diversa:
                                                                              to, un viaggio atteso, un viaggio        perché il viaggio non lo fanno solo
                                                                              contestato. Un viaggio che ha su-        i luoghi e i testimoni, ma le persone
                                                                              scitato emozioni, anche se discor-       che al viaggio partecipano, con le
                                                                              danti. Un viaggio che ha stupito, un     loro uniche particolarità, curiosità,
                                                                              viaggio che ha colpito. Un viaggio       attenzioni.
                                                                              che ha cambiato le percezioni. Un
                                                                              viaggio che non si dimentica in          Quattro sono gli incontri pre-par-
                                                                              fretta, un viaggio che ha lasciato       tenza organizzati presso la scuola:
                                                                              un segno. Un viaggio di gruppo,
                                                                              ma anche un viaggio molto perso-             1. I contesti balcanici e la disso-
                                                                              nale.                                    luzione della ex-Jugoslavia – inter-
                                                                                                                       vento di Davide Sighele di
                                                                              Questo libretto raccoglie racconti:      Osservatorio Balcani e Caucaso
                                                                              racconti delle giornate di viaggio,      Transeuropa;
                                                                              impressioni, curiosità, emozioni rie-
                                                                              laborate e tradotte in pensieri e in         2. Sarajevo ieri e oggi – inter-
                                                                              scritti.                                 vento di Marco Abram di Osserva-
                                                                                                                       torio    Balcani     e    Caucaso
                                                                              Questi scritti nascono da un pro-        Transeuropa;
                                                                              getto dell’Associazione Trentino
                                                                              con i Balcani Onlus a cui hanno             3. I fatti di Srebrenica – interven-
                                                                              aderito la 4^G scientifico e la 4^L      to di Francesco Filippi dell’Associa-
                                                                              scientifico del Liceo Da Vinci di        zione Deina;
     Per le fotografie che accompagnano i testi e l'immagine in copertina     Trento. Il viaggio, organizzato a fine
          si ringraziano Giacomo Bosco, Giulia Biasetto e Teresa Morandini.   marzo 2018, ha coinvolto 35 stu-            4. La cooperazione tra Trentino
                                                                              denti e 4 professori accompagnati        e Balcani – intervento di Maurizio
                                                                              da 2 rappresentanti di ATB. Un for-      Camin di ATB.
                                                                              mat, quello che è stato proposto,
                                                                              consolidato negli anni precedenti:       È seguito il viaggio in Bosnia-Erze-
                                                                              4 incontri di formazione pre-parten-     govina attraverso le città di Mostar,
                                                                              za a preparare un viaggio di quat-       Sarajevo e Srebrenica, dove gli stu-
                                                                              tro intense giornate per conoscere       denti hanno potuto ascoltare im-

Viaggio d'istruzione in BiH - 2018                                                                                                                     3
VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
portanti testimonianze non solo di       lavoro finale, ha preservato l’origi-
chi ha vissuto il periodo della guer-    nalità dei testi per lasciare spazio
ra, ma anche di giovani che con la       alle impressioni di chi ha conosciu-
loro energia e determinazione svol-      to, vissuto e si è lasciato coinvolge-
gono un ruolo fondamentale nella         re e appassionare da questi territori
creazione di una nuova società,          per la prima volta.
determinata a riscoprire i valori del-
la convivenza multietnica e multi-       Chiude il libretto l’intervento di Te-
religiosa e della pace.                  resa Morandini, volontaria dell’As-      “Si issino le vele che il tempo di partire è giunto, insieme a nuovi volti,
                                         sociazione Trentino con i Balcani        ma anche con nuovi compagni di avventura che ormai da molti anni
Il percorso si è concluso con due        che ha accompagnato il viaggio,          solcano con noi le vie dei Balcani. I Balcani, terra lacerata dal passato,
momenti di rielaborazione dell’e-        e ha voluto raccontare questo suo        vede il Trentino presente da molti anni, un Trentino che non vuol cadere
sperienza, da cui sono stati raccolti    primo incontro con la Bosnia-Erze-       in semplificanti scelte di campo nel trovare facili colpevoli,
anche i testi che seguono. ATB, nel      govina.                                  ma che vuole riunire e costruire, tessitore di relazioni.”
revisionare i testi e confezionare il                                             Così si apre il programma di ATB dove si inserisce questo viaggio.

                                                                                  Come più volte abbiamo raccontato, noi non siamo un’agenzia viaggi,
                                                                                  ma crediamo nei viaggi, nella possibilità di far incontrare e di incontrare
                                                                                  persone e nell’importanza del far conoscere luoghi e le persone
                                                                                  che li abitano. Su questo si fonda il nostro lavoro che,
            Grazie agli studenti e agli insegnanti, alle famiglie e alla scuola   forse un po’ banalmente, chiamiamo cooperazione decentrata
                    che hanno deciso di affidarsi a noi in questo progetto.       e quotidianamente si rafforza anche grazie a Voi e alla Vostra voglia
        Grazie per aver deciso di incontrare da vicino la Bosnia-Erzogovina       di conoscere, viaggiare e incontrare. Si rafforza e cresce all’interno
                 e per esservi aperti ai racconti di chi abbiamo incontrato.      delle classi, non solo nello studiare la storia e quanto la storia
                                                                                  ci ha dolorosamente raccontato, ma anche quanto questa
                     Grazie ha chi ha voluto raccontare questa esperienza:        possa trasformarsi e diventare, se attualizzata,
              a chi ha deciso di firmare quanto ha scritto, a chi ha preferito    esperienza positiva e formativa.
           rimanere anonimo. Grazie per aver condiviso le vostre emozioni.
                                                                                  Allora non è un arrivederci, ma un invito a camminare insieme
           Un sentito grazie a Faris Focak - insuperabile guida e traduttore,     in differenti modi per costruire un Trentino più accogliente
        grandissimo supporto per l’organizzazione del viaggio, alle Madri di      in un’Europa pacifica, senza muri.
                Srebrenica - che ci hanno avvicinato alla cultura bosniaca
          attraverso la loro deliziosa cucina tradizionale, a Dzenana Dedic
            e agli youth workers dell’ADL di Mostar, a Dzile - guida e futuro
                 di Srebrenica, ai giovani dell’Associazione Youth for Peace                                                                     Laura Bettini
   e al Gen. Divjak – insuperabile umorista anche nei momenti più delicati.                                    Presidente Associazione Trentino con i Balcani
                          Grazie a tutti i formatori che con impegno e cuore
                hanno raccontato e fatto conoscere la Bosnia-Erzegovina.

   Grazie a Teresa Morandini per aver percorso con noi questo cammino.
                       Grazie allo staff di ATB per l’impegno professionale
  ma anche e soprattutto per la voglia di incontrare e camminare insieme
                   in questo viaggio che ci porta tra le genti balcaniche.

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VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
PRIMO GIORNO                                                    sentano una mano e gli altri sono
                                                                                  recisi come simbolo di morte.
                                                                                                                           ritrovo per le persone, ora invece è
                                                                                                                           abbandonato a se stesso e chi ci si
                                                                                                                           reca per visitarlo può essere preso

               E VISITA A MOSTAR                                                  Successivamente ci siamo diretti
                                                                                  verso un cimitero per le prime vitti-
                                                                                  me della guerra in Bosnia-Erzegovi-
                                                                                                                           di mira e allontanato da alcune
                                                                                                                           persone del posto. Ci risulta assur-
                                                                                                                           do e inconcepibile che un memo-
                            Alessandro Jachemet, Giorgia Biasioli,                na iniziata nel 1992. Ci siamo stupiti   riale possa essere diventato un
                         Alice Peruzzi, Irene Fellin, Alice Visintainer           del fatto che più cimiteri costeg-       luogo di odio e divisione, questo è
                                                                                  giassero la strada senza alcun tipo      segno di come la società sia anco-
La mattina del 20 marzo 2018 sia-         abbiamo cercato un posto dove           di divisione dal marciapiede, per        ra segnata da quanto successo.
mo partiti insieme alla classe 4^L        poter mangiare. Ci siamo subito         noi questo è molto strano e ci sem-
del Liceo scientifico Leonardo da         resi conto che il marco bosniaco,       bra quasi irrispettoso, ma per loro      Mentre passeggiavamo e ci dirige-
Vinci di Trento, per il lungo, stan-      la moneta locale, ha un potere          probabilmente è un modo per sen-         vamo verso altri luoghi, abbiamo
cante ma affascinante viaggio d’i-        d’acquisto molto inferiore rispetto     tire vicini e ancora presenti i propri   notato all’entrata di un parco, un
struzione alla scoperta della             all’euro.                               cari.                                    cartello di divieto molto particola-
Bosnia–Erzegovina attraverso testi-                                                                                        re, diverso da ciò che siamo abi-
monianze ed esperienze personali.         Alle 15:00 siamo partiti per il tour    Siamo arrivati poi al memoriale per      tuati: esso imponeva l’impossibilità
                                          guidato organizzato dall’ONG            i partigiani jugoslavi della Seconda     di usare armi da fuoco. In aggiunta
I lunghi tempi di percorrenza, il         Agenzia della Democrazia Locale -       guerra mondiale. Questo monu-            a questo, come bravata è stata
buio, i controlli alle frontiere e la     ADL durante il quale abbiamo visi-      mento era un punto di incontro e di      cancellata la linea rossa di divieto.
scomodità del mezzo di trasporto          tato la città di Mostar accompa-
sono stati per noi motivo di riflessio-   gnati da due guide locali. La prima
ne. Infatti ci è stato possibile capi-    ci descriveva i monumenti dal pun-
re, seppure solo parzialmente, il         to di vista storico culturale, mentre
disagio provato dagli abitanti di         la seconda ce ne illustrava gli
quei luoghi durante il periodo dei        aspetti architettonici.
conflitti quando cercavano di fug-
gire o comunque di svolgere attivi-       Questo per noi è stato il primo in-
tà della vita quotidiana.                 contro con la cultura bosniaca. Il
                                          primo monumento che abbiamo
Siamo arrivati a Mostar nel primo         visto è stato costruito in memoria
pomeriggio. Una volta sistemati           delle persone morte durante la se-
nell’hotel, situato al confine tra la     conda guerra mondiale. È un fiore
città musulmana e quella cristiana,       con 10 petali, 5 di questi rappre-

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VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
All’interno del parco è presente          na e quella a maggioranza musul-
una statua di Bruce Lee: unico sim-       mana. Il ponte rappresenta la vo-
bolo che ha trovato il consenso di        lontà di voler ricostruire un
tutte le parti per testimoniare la lot-   equilibrio nella popolazione.
ta universale contro le ingiustizie.
                                          Una volta finito il tour siamo andati
Poco distante dal parco è situata         alla sede dell’ONG dove una re-
una scuola in cui gli studenti sono       sponsabile ci ha parlato dell’orga-
divisi in classi in base all’apparte-     nizzazione. Questa opera a Mostar
nenza nazionale per seguire pro-          da 14 anni e il suo scopo è suppor-
grammi scolastici diversi; questo         tare il processo di democratizzazio-
modello viene chiamato “due               ne e di contatto interculturale tra le
scuole sotto lo stesso tetto” ed è        due comunità della città partendo
stato ideato in periodo post-bellico      dai giovani e collaborando con le
ma è tuttora in vigore. Questo è un       istituzioni.
altro segno del fatto che ci sono
ancora aspetti del conflitto degli        In seguito, per salutarci e farci co-
anni 90 che devono essere affron-         noscere qualcosa di tipico del po-
tati e rielaborati dalla popolazione.     sto, le due guide ci hanno portato
                                          in una bottega dove, dopo una
Come ultimo luogo ci siamo recati         breve lezione su come prepararlo,
sul ponte di Mostar, già simbolo          ci è stato servito il caffè turco.
della città, ma con ancora mag-
gior significato dopo essere stato        Dopo una doccia veloce abbiamo
abbattuto e ricostruito in quanto si      cenato in un ristorante che serviva
voleva separare le due parti della        piatti tipici a base di carne e verdu-
città, quella a maggioranza cristia-      re.

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MERCOLEDÌ 21 MARZO
                                         2018 - SARAJEVO
                                                                                                         Viola Cioffi

                                     Prima giornata a Sarajevo.                   Per prima la Moschea.

                                     Siamo giunti nella capitale della            Fu costruita nel 1532 su ordinanza
                                     Bosnia-Erzegovina intorno a mezzo-           del governatore ottomano Gazi-
                                     giorno; dopo essere passati in hotel         Husrev Beg che attuò una politica
                                     e aver consumato un rapido pran-             estremamente tollerante e si spese
                                     zo nel centro storico della città ab-        molto per migliorare e modernizza-
                                     biamo incontrato alcuni giovani              re la città. Fece costruire infatti an-
                                     volontari dell’associazione “Youth           che l’ospedale e i bagni pubblici.
                                     for Peace”.
                                                                                  In seguito la Chiesa cattolica.
                                     “Youth for Peace” si occupa,
                                     come ci è stato poi spiegato esau-           Eretta per il capo della diocesi, ar-
                                     stivamente nell’incontro serale, di          civescovo Joseph Stadler nel 1887,
                                     aiutare la popolazione (quindi i di-         è in stile pseudo moresco. Sul suo
                                     versi gruppi religiosi) a tornare a          perimetro si possono vedere due
                                     quello stato di “convivenza biologi-         “rose di Sarajevo” che sono piccoli
                                     ca” (quindi naturale) che caratte-           crateri formati dalle mine, ricoperti,
                                     rizzava la città prima della guerra.         cerchiati e colorati di rosso.

                                     Nel pomeriggio ci siamo concen-              Nel giro di poco siamo arrivati alla
                                     trati sulla multi-religiosità della città;   Chiesa ortodossa.
                                     abbiamo visitato 4 diversi luoghi di
                                     culto all’interno dei quali siamo sta-       Costruita nel 1539 per gli arcangeli
                                     ti guidati da persone appartenenti           Michele e Gabriele è una delle più
                                     a quella particolare realtà che ci           antiche dei Balcani. A Sarajevo
                                     hanno informato adeguatamente                oggi i serbi sono pochi, tuttavia
                                     sia sulla storia che sulle caratteristi-     molti vengono anche da fuori per
                                     che della propria comunità.                  visitare questo luogo; ma non sono
                                                                                  gli unici: infatti capita spesso che a

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VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
prescindere dalla religione di ap-       sua rilevanza e che tuttavia non è
partenenza vengano persone a re-         mai stata riconosciuta come la
citare preghiere (in particolare         “quarta etnia” componente la
verso i bambini e le donne incinte       multietnicità della Bosnia-Erzegovi-
[Si narra che se una donna sterile o     na. Gli ebrei non subiscono alcuna
malata passa sotto un tavolo su cui      violenza o discriminazione, però
è posta la bara di un bambino, tro-      sono soggetti ad una limitazione
va la guarigione. ndr.]).                nell’ambito pubblico, in particola-
                                         re politico (non potendo ricoprire
Infine la Sinagoga (che però non         cariche).
era accessibile a causa dei lavori
di restauro).                            Infine.

Questa, in seguito a provvedimenti       Un concetto logico ma allo stesso
presi nel periodo della Seconda          tempo brillante esposto da uno dei
guerra mondiale, in particolare, è       volontari mi ha particolarmente
rimasta l’unica Sinagoga della cit-      colpita proprio per la sua banalità.
tà a disposizione dei fedeli.            Il ragazzo sosteneva che Sarajevo
                                         rappresenta un paradigma, poi-
In un sala un giovane ci ha raccon-      ché se nella città dove la convi-
tato la storia a partire dal 1492 del-   venza “biologica” era qualcosa di
la comunità ebraica e quindi della       naturale, fa molta fatica a ristabilir-
sua nascita (dopo che i fedeli furo-     si, come ci si può aspettare la
no cacciati dalla Spagna).               pace nel mondo, ovvero la pace
                                         tra popolazioni naturalmente abi-
È stato interessante soprattutto per-    tuate a distinguersi le une dalle al-
ché si parla di una comunità che         tre?
nel corso della storia ha avuto la

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COMMENTO
                                   SU SARAJEVO
Il primo giorno trascorso a Saraje-          Da una Chiesa cattolica a una or-
vo, a mio parere, è stato uno dei            todossa, questa, più piccola e mo-
più belli della gita. Infatti, grazie        desta risultava meno attraente
alla visita dei luoghi di culto e agli       confrontata ai luoghi di culto pre-
incontri con l’associazione “Youth           cedenti, tuttavia le spiegazioni del-
for Peace”, è stato il giorno in cui         la guida e la visita al museo delle
abbiamo potuto apprendere di                 reliquie l’hanno resa piuttosto inte-
più sulla situazione attuale del Pae-        ressante.
se che abbiamo visitato. Questo ci
ha permesso di capire più a fondo            Per ultima, ma non per importanza,
le dinamiche sociali tra le varie co-        la Sinagoga. Questa non è stato
munità presenti in Bosnia- Erzegovi-         possibile visitarla a causa di alcuni
na.                                          lavori di ristrutturazione. Dunque la
                                             spiegazione è risultata piuttosto di-
La visita dei luoghi di culto guidata        versa dalle altre e invece di con-
dai volontari dell’associazione              centrarsi sulla descrizione dell’am-
“Youth for Peace” è iniziata alla            biente interno si è sviluppata mag-
Moschea; questa ci è stata presen-           giormente seguendo la storia e la
tata da un volontario musulmano              fondazione di questo luogo di cul-
che quindi ce ne ha potuto spie-             to.
gare in dettaglio la storia e la fun-
zione delle varie aree al suo                Infine la sera si è tenuto un incontro
interno. Inoltre personalmente ri-           molto interessante con i volontari di
tengo la presentazione della Mo-             “Youth for Peace” che, tramite un
schea la più ben fatta e completa.           esperimento, ci hanno fatto ragio-
                                             nare su come funzionano le dina-
Successivamente ci siamo spostati            miche sociali nei Paesi con grandi
alla Chiesa cattolica che, sempre            diversità etniche al loro interno.
a mio parere, nonostante la man-
canza di una spiegazione all’altez-
za della precedente, risultava la
più bella alla vista. Infatti lo stile mo-
resco in armonia con alcuni ele-
menti tipicamente occidentali le
conferiva un fascino particolare.

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QUATTRO VOCI                                             tamente una spiegazione di ciò
                                                                                   che accadde quell’11 luglio, ha
                                                                                   trovato la risposta nel perdono, per
                                                                                                                           nuova vita. Ci preparano un buo-
                                                                                                                           nissimo pranzo tipico bosniaco e
                                                                                                                           anche se non riusciamo a comuni-

                          RACCONTANO                                               niente scontato, che gli ha dato la
                                                                                   forza di tornare nella sua città. E
                                                                                   questo è ciò che colpisce: l’im-
                                                                                                                           care, i loro sorrisi e il loro affetto ci
                                                                                                                           fanno sentire a casa.

                            SREBRENICA                                             menso amore per la sua terra e la
                                                                                   forza di volontà di un uomo che
                                                                                   racconta la sua storia con il sorriso
                                                                                                                           Srebrenica oggi è una piccola cit-
                                                                                                                           tadina che fatica a rialzarsi. Tanti
                                                                                                                           sono andati, ma tanti altri sono ri-
                                                                                   sulle labbra.                           masti; c’è il custode del memoria-
Srebrenica, enclave sicura per tan-       t’anni fa.                                                                       le, Dzile, le Madri di Srebrenica; i
ti musulmani durante la guerra in                                                  Srebrenica ha le sue “Madri”,           loro sogni, la loro speranza e la vo-
Jugoslavia.                               Nella fabbrica di Potočari, sede         un’associazione fondata dalla           glia si ricominciare, di ricostruire la
                                          dell’ONU in tempi di guerra, è stata     donne di Srebrenica che durante il      Bosnia-Erzegovina multietnica, bel-
Srebrenica, 11 luglio 1995. Il conflit-   allestita una mostra di foto e rac-      conflitto hanno perso dei loro cari;    la perché diversa.
to raggiunge il culmine delle atro-       conti; vediamo anche un video            insieme cercano di costruirsi una
cità: 8372 vittime, per la maggior        che mostra i momenti salienti del
parte uomini e ragazzi musulmani,         conflitto, che proseguì indisturbato
uccisi per il semplice fatto di essere    sotto gli occhi dell’Europa e delle
bosgnacchi: pulizia etnica, ecco di       Nazioni unite.
cosa si tratta.
                                          Srebrenica, tante incomprensioni e
L’uomo perde ogni componente              rancori; mentre alcune vittime non
di umanità, di empatia, ripetendo         sono state ancora identificate,
lo stesso errore che, pochi anni pri-     gran parte dei serbi nega ancora il
ma, in altre circostanze, aveva por-      massacro. Ma come si può dubita-
tato allo sterminio di 6.000.000 di       re delle parole di Dzile? E dello
ebrei.                                    sguardo delle Madri di Srebrenica?

Srebrenica, un memoriale e una di-        Scappato dal massacro, Dzile tra-
stesa di lapidi bianche, dove ripo-       scorre due mesi nel bosco, insegui-
sano 6930 vittime, mentre altre non       to dai serbi; con lui c’è un
sono state ancora identificate.           ragazzino di tredici anni, con il qua-
“Non ci fermeremo finché non ci           le condivide quest’esperienza stra-
saranno tutte” dice il custode.           ziante che li legherà molto.

Camminiamo in silenzio. Mentre la         Dopo essersi ricostruito una vita in
domanda “perché?” martella ripe-          Svizzera sente il bisogno di tornare;
tutamente in testa; non scorrono          insieme alla paura dei cani infatti,
numeri come al telegiornale, bensì        che lo accompagnò durante quei
tombe, una vicino all’altra, tanti        mesi di sopravvivenza, svanisce an-
giovani, tante vite e altrettanti so-     che l’odio nei confronti dei serbi.
gni spezzati quell’11 luglio di ven-      Forse anche lui, cercando dispera-

Viaggio d'istruzione in BiH - 2018                                                                                                                          17
VIAGGIO D'ISTRUZIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA - Marzo 2018 - Liceo Da vinci Trento - Associazione Trentino con i Balcani
Srebrenica riposa al sole, sotto la
pioggia e la neve, silenziosa; ma
ha tanto da raccontare e conti-
                                                                              SREBRENICA
nuerà a farlo.

In questo viaggio non siamo soli, ci
                                                                              MEMORIALE
accompagna Faris. La sua è una
testimonianza che offre una pro-
spettiva diversa; durante l’assedio      Scesi dall’autobus abbiamo subito
di Sarajevo, infatti, era un bambino     notato l’immenso prato ricoperto di
di poco più di tre anni.                 lapidi e lì vicino i nomi di tutte le
                                         persone massacrate dai soldati del-
La sua fortuna, se così si può dire, è   l’esercito della Repubblica serba di
stata quella di vivere la guerra con     Bosnia-Erzegovina. Tra i nomi c’era-
meno consapevolezza, con gli oc-         no anche ragazzini di quattordici e
chi di un bambino che vuole gio-         tredici anni. Le vittime ritrovate
care. Grazie a suo fratello              sono 8372, ma si stima un numero
maggiore trascorre un’infanzia feli-     molto maggiore di caduti durante il
ce nonostante la violenza del con-       genocidio più vicino al nostro Pae-
flitto e la perdita di suo padre; ora    se e più dimenticato. A distanza di
però è cresciuto e cerca anche lui       20 anni dalla fine della guerra i col-
di capire uno dei conflitti più assur-   pevoli non ammettono ancora l’e-
di della storia. Accompagna ra-          videnza e negano la strage.
gazzi come noi per renderli              Questo fatto è un chiaro esempio
consapevoli, lasciare loro tante do-     di come l’odio etnico sia sopravvis-
mande e spunti per riflettere, per       suto e persista ancora. Odio che si
trasmettere loro la voglia di rico-      è formato da un giorno all’altro.
minciare, affinché non sia vana ma
possa porre fine a tragedie simili.

“Non esiste amore non corrisposto;
c’è sempre amore, espresso in
modi diversi”. Oltre a tanto rancore
e indignazione per ciò che l’uomo
è stato in grado di fare, torno a
casa con questa frase di Dzile. Mi
ritengo davvero fortunata di aver
potuto incontrare persone come
loro e di portarmi dentro un pezzet-
to delle loro storie.

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SREBRENICA                                      SREBRENICA
                                                                                CON I MIEI OCCHI
Dopo aver visitato il memoriale        formaggio) un piatto tradizionale              Ci sarebbero tante parole adatte
commemorativo di Srebrenica, ci        della gastronomia turca. Infine,               a descrivere la mia esperienza al
siamo recati presso una casa tipica    hanno portato un vassoio con tre               memoriale di Srebrenica, un’infini-
bosniaca nella quale le sette Madri    torte tipiche, accompagnate da                 tà di immagini che rimandano a
di Srebrenica, donne che hanno         caffè turco, bevanda apprezzata                quel luglio 1995, quando in questa
avuto la sfortuna di perdere figli e   dai bosniaci.                                  piccola città della Bosnia-Erzegovi-
mariti nella strage accaduta nel                                                      na si è rotto qualcosa. Si è frantu-
1995 in questa città, ci hanno alle-   Come ricordo della giornata, ci                mato il sogno di vita di oltre 8.000
stito un pranzo caratteristico del     hanno dato la possibilità di com-              persone che a causa dell’inganno
posto. Questo per accoglierci,         prare delle spille prodotte a mano             e della violenza, sono arrivate al
coinvolgerci e mostrarci la loro       da loro, a forma di fiore con undici           capolinea della morte. Tuttavia per
quotidianità.                          petali; ogni petalo simboleggia                me Srebrenica è bianco. Bianco
                                       una vedova inginocchiata davanti               come il cielo impietoso che sovra-
Siamo stati ospitati in una cucina     alla tomba.                                    sta quella moltitudine di capitelli, le
calda e confortevole, in cui le don-                                                  parole gelate da un freddo profon-
ne hanno avuto la possibilità di cu-   Durante la permanenza le Madri ci              damente interiore, le lacrime che
cinarci un pranzo delizioso che        hanno fatto compagnia, la diffe-               mi rigavano il volto. Attraversando
comprendeva: come primo un             renza di lingue non ha ostacolato              le numerose viuzze che portano
brodo di verdura e carne; per se-      la comunicazione, per questo il                alle tombe e leggendo le età e le
condo, invece, spezzatino, patate,     contatto visivo e espressivo (sorrisi,         persone che rappresentano mi
riso, insalata, burek (con carne e     ecc) è stato fondamentale.                     sentivo come parte integrante di
                                                                                      quel ricordo, nonostante non neghi
                                                                                      che prima della partenza non ne
                                                                                      conoscessi neanche l’esistenza.
                                                                                      Dentro di me sentivo un vuoto co-
                                                                                      stante che lasciava spazio ad
                                                                                      emozioni forti e a un panorama ter-
                                                                                      ribile.

                                                                                      La visita alla fabbrica e al museo
                                                                                      non hanno alleggerito il mio stato
                                                                                      d’animo. Mi rimane impressa la te-
                                                                                      stimonianza di una madre lì riporta-
                                                                                      ta che aveva perso due figli e che
                                                                                      aspettava ogni giorno di vederli
                                                                                      tornare. Mi domando…fino a che

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punto può spingersi il dolore?              ca un po’ dalla realtà in cui noi vi-
                                            viamo ora, forse anche perché
Il pranzo con le Madri di Srebrenica        sembrava surreale. Dzile con paro-
è stato un momento molto più con-           le ordinate e il tono pacato con cui
viviale e tranquillo. La forza e l’al-      si raccontava mi ha mostrato la
truismo di questo donne mi ha               sua grandezza, di un uomo che è
affascinato tantissimo. Loro, che           riuscito a sopravvivere a terribili
hanno vissuto la sofferenza e la            atrocità, alla fame, al freddo pur di
morte, sono riuscite a tramutare            rimanere fedele ai suoi valori. Un
questo in un aiuto per gli altri met-       bosniaco convinto che ama la sua
tendosi pienamente a disposizione.          terra e che non la cambierebbe
                                            per nulla al mondo.
Infine la storia di Dzile non riuscirei a
descriverla. Forse perché si distac-

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SREBRENICA
                                     Davide Piffer, Ettore Trentinaglia

Freddo, tanta neve che continua a         pi, al nostro interlocutore non andò
cadere e una cittadina spenta, an-        così facilmente però. Iniziò a na-       della Repubblica serba di Bosnia-        più accadute tragedie del genere,
cora visibilmente logorata dal con-       scondersi tra gli alberi cerando di      Erzegovina, riuscì finalmente a rag-     ma così non è stato. Quel luogo
flitto sanguinoso che si è consumato      non farsi vedere dai soldati serbi e     giungere la città di Tuzla che era       doveva essere una zona protetta,
nei boschi adiacenti, questo è quel-      soprattutto dai cani, che lo spa-        sotto il controllo delle Nazioni unite   presidiata dall’organizzazione cre-
lo che abbiamo visto appena scesi         ventano a morte. Durante questo          seguendo i corpi distesi a terra dei     ata apposta per evitare special-
dal pullman a Srebrenica. La nostra       lungo periodo si sostentò con tutto      suoi compagni che avevano intra-         mente genocidi del genere e inve-
guida ci aveva vissuto, era molto di-     il possibile, quello che la natura of-   preso il suo stesso cammino. Da lì si    ce l’hanno lasciato accadere da-
versa un tempo, ci ha detto, le stra-     friva, ma la carne in scatola no,        trasferì poi in Svizzera, dove iniziò    vanti ai loro occhi. Ora le scuse non
de ora desolate prima erano piene         quella la voleva conservare. Nono-       una nuova vita con la sua attuale        servono a nulla perché appunto
di turisti e le case diroccate poste      stante si trovasse immerso nella di-     moglie. Il caso vuole che proprio        come ci ha detto il custode del
più in alto, invece, ville lussuose.      sumanità più totale lui aveva un         un suo vicino di casa avesse origini     memoriale: “Possono le scuse por-
                                          desiderio, questa guerra gli aveva       serbe, aveva un grande rancore           tare indietro la mia famiglia”?
Una tranquilla cittadina termale          tolto molto, e quel manzo che na-        verso il suo popolo, cercava quindi
che è stata trafitta e tradita, la        scondeva nello zaino lo avrebbe          ogni pretesto possibile per arrivare     C’è la necessità di agire, far cono-
neve cade sulle ferite ancora             usato per non morire di fame se          alle mani con lui. Riuscì a raggiun-     scere tutto questo, perché anche se
aperte di questo borgo, ma non            fosse stato ferito. Perché se proprio    gere la tanto sperata discussione        in forma e dimensioni differenti, av-
basta per coprirle e nasconderle.         avesse dovuto morire lo avrebbe          animata dopo un po’ di tempo,            venimenti simili accadono tutt’ora o
Era l’11 luglio 1995 quando la no-        fatto con lo stomaco colmo. Men-         ma lì si accorse di una cosa fonda-      magari accadranno se non faccia-
stra guida poco più che ventenne          tre vagava incontrò anche un ra-         mentale e molto importante, che          mo in modo da evitarlo. È facile na-
ha dovuto fare una scelta molto           gazzo e un vecchio, anche loro           non tutti i serbi erano complici di      scondersi dietro delle scuse, tipo:
difficile e sofferta. Sapeva che pro-     sopravvissuti, da quel momento la        quello che è successo. Il suo ranco-     “Ma cosa posso fare da solo?” op-
babilmente se fosse restato sareb-        luce che vedeva in fondo al tunnel       re allora diminuì a tal punto che        pure “Eh, ma sono cose lontane da
be morto, non voleva morire, non          iniziò a intensificarsi, non era più     decise di tornare a vivere a Srebre-     qui”. Una cosa è certa però, se nes-
così giovane e sicuramente non in         solo, e quando scoprì che il ragaz-      nica, nella città che rappresenta        suno inizia a impegnarsi seriamente,
un modo così inutile. Allora lasciò       zo aveva fatto una scorpacciata          tutta la sua vita. Adesso lui è tra i    le cose non potranno mai cambiare.
tutto e partì, smise di scrivere lette-   con il cibo che tanto gli premeva        maggiori promotori del tentativo di
re alla sua attuale ragazza che era       la sua reazione fu solamente una ri-     far tornare questa cittadina allo        “Non mi avete fatto niente, non mi
serba, prese una scatola di carne e       sata, come a indicare che forse          splendore di un tempo.                   avete tolto niente, questa è la mia
iniziò a camminare in fila indiana        era veramente quasi tutto finito. Ed                                              vita che va avanti oltre tutto oltre la
con altre 15.000 persone per circa        era proprio così dopo due mesi           Ad oggi però purtroppo Srebrenica        gente. Non mi avete fatto niente,
50 km in direzione Tuzla. Un primo        passati a nascondersi tra i boschi,      resta la più orrenda delle promesse      non avete avuto niente, perché tut-
gruppo di 3.000 persone riuscì ad         sperando ogni giorno di non essere       non mantenute, dopo la Shoah             to va oltre le vostre stupide guerre”.
arrivare a destinazione senza intop-      trovato dalle armate dell’esercito       avevano detto che non sarebbero

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ANIME                           ra più in confusione, forse perché
                                                                              non credevo di poter avere a che
                                                                              fare con una situazione tale.
                                                                                                                        rendi conto fino in fondo e questo
                                                                                                                        perché certe cose non si possono
                                                                                                                        capire fin quando non si provano

                                            BIANCHE                           Nonostante la presenza di altri 40
                                                                              compagni, per me, ormai ridotta
                                                                                                                        sulla propria pelle.

                                                                                                                        Il tempo cronologico trascorreva
                                                                              ad un ammasso di brividi e scon-          velocemente ma quello psicologi-
                                                                              certo, non esisteva niente e nessu-       co si è fermato. Era come essere
Vuoto. Freddo. Silenzio. Tre parole   di Potočari nei pressi di Srebrenica.   no se non 6.504 lapidi bianche            immersi in un’altra realtà. Faccio
dominano la mia mente e si acco-                                              collocate su una distesa di prato         qualche altro passo attraversando
stano in un ordine sparso lascian-    Mi sento spaesata, confusa e            innevato in un equilibrio e in un’ar-     quelle stradine che separavano
domi vagare in un oblio senza fine.   smarrita.                               monia stupefacente, lapidi che            chi ancora una vita la aveva da
Un loop che viene e va. Non riesco                                            rappresentano e che sono diven-           chi invece ne era stato privato.
a pensare ad altro se non a queste    Non riesco a trovare un posto per       tate il simbolo dell’anima di uomini,
tre sensazioni quando mi trovo al     ciò che provo all’interno dei miei      donne e bambini ormai scomparsi.          Ma su quelle steli c’era un’altra in-
centro del piazzale del Memoriale     pensieri e questo mi manda anco-                                                  cisione, per tutte la stessa, scoprii
                                                                              Mi faccio coraggio e decido di af-        dopo che erano i versi finali del co-
                                                                              frontare quello che mi si presenta        rano, una preghiera dedicata a
                                                                              davanti.                                  tutte le vittime.

                                                                              Bastano pochi passi per far sì che il     In quel rispettabile silenzio, dopo
                                                                              mio corpo si pietrifichi nuovamen-        aver perso la voce e aver lasciato
                                                                              te, il mio sguardo cade sulla data        da parte la mia storia per farne en-
                                                                              incisa su una di quelle steli candi-      trare un’altra, faccio sì che le vite
                                                                              de…1989-1995, ciò significa una           di quelle persone prendano la for-
                                                                              vita spezzata di soli sei anni.           ma di un ricordo dentro di me.

                                                                              Non ci sono le parole giuste per          Poi mi volto per l’ultima volta verso
                                                                              esprimere la potenza degli uragani        quella distesa di ANIME BIANCHE
                                                                              che ti travolgono in momenti              imprigionate. E per un’ultima volta
                                                                              come questi. Cominci a pensare            sento vuoto, freddo, silenzio.
                                                                              che potevi esserci anche tu e la
                                                                              tua famiglia, realizzi che non sono       Forse ho detto “ultima volta” trop-
                                                                              cose accadute secoli prima, ma al         po presto però, perché entrata
                                                                              contrario, sono fatti che si sono ve-     nella vecchia fabbrica di batterie
                                                                              rificati quando negli stessi istanti la   di fronte al Memoriale con la con-
                                                                              gente nel resto del mondo era im-         vinzione di riscaldarmi un po’ ven-
                                                                              mersa nella propria innocente e           go di nuovo spiazzata e la
                                                                              monotona quotidianità, ignara di          temperatura del mio corpo scen-
                                                                              quel che succedeva. Ti rendi con-         de ulteriormente.
                                                                              to che anche chi sapeva non è
                                                                              stato in grado di evitare quella tra-     Siamo invitati a visitare quell’enor-
                                                                              gedia. Ti rendi conto ma non te ne        me capannone che nei giorni del

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genocidio era diventato luogo di          Alla conclusione del video sono
raccolta di tutti i cittadini musulma-    sconvolta, le mani e le gambe tre-
ni in attesa che il loro destino venis-   manti. Il viso bagnato dalle lacri-
se compiuto, luogo che invece             me.
oggi viene usato come museo.
                                          Questa sensazione di sconcerto
Ci sono delle gigantografie, ritagli      persiste in me anche quando ci
di scritte e disegni che sembrano         danno la possibilità di disporre di
rappresentare quasi delle provo-          altri audio e video che testimonia-
cazioni e poi sul lato opposto ritratti   no ulteriormente quei terribili fatti.
di persone immerse nella loro di-
sperazione, istantanee di momenti         Ho un vuoto alla pancia che mi
drammatici accompagnate dal-              porterò fino alla fine di questa gior-
l’oscurità del male umano. Ebbene         nata passata a vivere una delle
sì, stiamo assistendo a ciò che l’uo-     esperienze più forti che io abbia
mo per l’ennesima volta è stato in        mai provato.
grado di fare. Distruggere e an-
nientare se stesso accecato dal           Grazie per avermi dato questa oc-
suo egoismo.                              casione di confronto.

Un altro colpo al cuore. Un altro         Grazie per far sì che ciò che succe-
brivido. Un altro boccone amaro           de attorno a noi ogni giorno non
da buttare giù.                           venga dimenticato, perché io
                                          quelle anime bianche non le di-
Non so ancora quanto sono in gra-         menticherò mai.
do di resistere.

E poi l’ennesima pugnalata.

Ci mostrano un video che docu-
menta i momenti più strazianti di
quella fatidica giornata e tra quel-
le truci immagini ricordo bene
quella di un padre in lacrime che
sotto la minaccia dei soldati dell’e-
sercito serbo-bosniaco è costretto
a chiamare il figlio nascosto nel
bosco, come ricordo quella di al-
cuni uomini bosniaci costretti a tra-
scinare i corpi ormai esangui e
ancora caldi dei propri compagni
prima di fare la loro stessa fine.

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L'ESERCITO DI PIETRA
                                                    - LA NEVE
                                         CADE SU SREBRENICA
                                                                               Matteo Merler, Massimo Ermon

                                     La neve cade su Srebrenica, è mat-           venti anni fa c'erano gli olandesi e
                                     tina. Il paese è immerso nel silenzio e      le Nazioni unite. Erano lì per proteg-
                                     guarda la sua vallata, immerso nel           gere, confortare ed evitare che
                                     ricordo di quello che fu. Da un po'          l'Esercito serbo facesse del male ai
                                     ormai si respira un'aria diversa, da         civili rifugiati nell'enclave di Srebre-
                                     più di vent'anni. Mancano le case,           nica. Un esercito a guardia, che
                                     le strutture, mancano le terme.              guardia non fece. Oggi, invece, a
                                     Mancano le famiglie, gli amici, le           Potočari resta un altro esercito, a
                                     persone che ormai non ci sono più.           vegliare sulla città. Non di carne,
                                                                                  ma un esercito di pietra, che gior-
                                     Parlare di guerra è sempre difficile,        no e notte guarda Srebrenica, per-
                                     specialmente se non la si è vissuta.         ché questo esercito non si sveglierà
                                     Può essere sbagliato, irrispettoso,          mai più. Sono più di 6.000 lapidi,
                                     magari addirittura inappropriato,            tutte musulmane. Non sono soldati,
                                     sicuramente scomodo. Sentir par-             ma uomini, donne e bambini co-
                                     lare di guerra è però un bisogno,            muni, che ora sono trasformati in
                                     specialmente se non la si è vissuta.         pietra, condannati a restare per
                                     Dimentichiamo tutte le nostre fortu-         sempre a fare la guardia. Non sono
                                     ne e le nostre comodità, ciò che             neanche al completo. Ne manca-
                                     abbiamo avuto in eredità, se que-            no oltre duemila, per completare il
                                     sto non ci è mai stato tolto. La neve        reggimento. 8.372.
                                     cade su di noi e sulle nostre memo-
                                     rie, e rischia di coprire tutto, e af-       Continua a cadere la neve su Sre-
                                     fondarlo nell'ignoranza e nel rifiuto        brenica. Copre la terra, la storia, le
                                     di ammettere il passato. Ed è per            case e le vite di quelli che non ci
                                     questo che bisogna farlo.                    sono più, soltanto perché sembra-
                                                                                  vano diversi, perché erano un'altra
                                     Cade la neve su Potočari, la vec-            parte di un'unica nazione. Soltanto
                                     chia fabbrica di Srebrenica. Là, ol-         perché erano a casa. Se nella
                                     tre ai macchinari e ai capannoni,            Croazia abitano i croati, e nella

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la volontà e l'egoismo di pochi, la       fende, che consegna nelle mani
                                                                                       voglia di potere e di espansione          dei nemici, che stabilisce che,
                                                                                       dell'uomo sono riusciti a prevalere       dopo la guerra, la città di Srebreni-
                                                                                       sull'unità, su quella bellissima diffe-   ca rimanga nella parte serba della
                                                                                       renza che era unica al mondo? Gli         Bosnia-Erzegovina. La giustizia che
                                                                                       uomini ancora non riescono a capi-        lascia che la neve cada sulle pro-
                                                                                       re che il destino di quelli che non       prie azioni, per coprirle per sempre.
                                                                                       riescono a riconoscere nell'altro,
                                                                                       nel prossimo, nel diverso un vantag-      Che diritto ha un uomo di trasfor-
                                                                                       gio da scoprire e da sfruttare per        mare in pietra un altro uomo? Che
                                                                                       arricchirsi, ma non a discapito degli     diritto ha di trasformarlo in cenere,
                                                                                       altri, è semplicemente quello di di-      fumo, ossa, che diritto ha di ferma-
                                                                                       struggere se stessi. Alla fine però       re la sua vita senza alcun motivo?
Serbia abitano i serbi, nella Bosnia-    qualcosa di molto diverso. Vedono             trionfa sempre la giustizia. Vero? La     Che destino hanno quelli che ven-
Erzegovina non abitano solo i bo-        gli stessi boschi, ora ricolmi di silen-      giustizia rappresentata dagli olan-       gono dimenticati, coperti dalla
sgnacchi. La Bosnia-Erzegovina è         zio, da dove migliaia di uomini mu-           desi, dai Caschi blu, dal servizio di     neve, che non vogliono essere
bella perché è diversa dicevano.         sulmani formarono una colonna                 protezione fornito proprio da chi la      scritti, ascoltati, raccontati?
Prima della guerra non si guarda-        infinita, la marcia della morte per           guerra così l'ha già vissuta e che
va, non interessava da quale parte       scappare dall’esercito della Re-              non vuole che si ripeta, mai. La giu-     La neve cade su Srebrenica, a notte
si venisse, dove si volesse stare. La    pubblica serba di Bosnia-Erzegovi-            stizia che cede a negoziazioni con        fonda, sono tutti a dormire. Soltanto
diversità era una ricchezza da col-      na. Uomini, perché erano loro che             chi vuole torturare, uccidere, elimi-     delle figure, in lontananza, vegliano
tivare, ed era quella che rendeva il     dovevano essere sterminati, per-              nare chi sta sotto la sua custodia, la    sulla città: un esercito di pietra, che
Paese così bello e unico, all'interno    ché agli occhi di quei militari sono i        giustizia che si rende partecipe di       sotto la neve, fa da custode e da
della Jugoslavia. La diversità è         maschi a trasmettere la stirpe, a             quello che cerca di evitare, la giu-      guardiano della memoria.
però una bellezza fragile, di vetro.     continuare la discendenza che,                stizia che non controbatte, non di-
Se una parte decide che non vuo-         nella loro nuova terra, vogliono
le stare con le altre, la diversità si   cancellare. Una coda lunga tre
tramuta in diffidenza, odio, violen-     giorni, separati dalle proprie donne
za e morte. Innecessariamente.           e dai propri figli, che sono invece su
                                         degli autobus serbi che li stanno
Cade la neve anche sui boschi in-        portando chissà dove. In quei bo-
torno a Srebrenica, un tempo ricchi      schi, tra gli aghi di pino, il silenzio e i
di natura, vita. Sono i boschi delle     funghi i serbi organizzano agguati,
acque termali della città, quelli che    setacciano coi cani e uccidono
un tempo portavano turisti, movi-        centinaia di persone, che marcia-
mento e ricchezza. Era facile vive-      vano verso la vita, marciando verso
re, a Srebrenica. Affittando la casa     la morte. Soltanto pochi scampe-
per pochi mesi guadagnavi bene,          ranno dall'esercito di pietra.
addirittura da comprare una bella
BMW, di quelle che se sei un bosnia-     Cade la neve su Srebrenica, è or-
co vero non puoi farne a meno.           mai sera, e le domande che ven-
Oggi le terme però non ci sono più,      gono spontanee sono molte.
e i pochi turisti vengono per vedere     Davvero era necessario? Davvero

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VENERDÌ
                           23 MARZO 2018
Il nostro ultimo giorno di permanen-       il prossimo. Molte sono ancora oggi
za in Bosnia-Erzegovina è trascorso        le persone che soffrono di disturbi
nella città di Sarajevo.                   post traumatici e che tramite que-
                                           sta associazione cercano di ripren-
Al mattino abbiamo incontrato il           dersi.
Generale di origine serba Jovan Di-
vjak che ci ha parlato della sua           Il generale ha raccontato parte
esperienza. Lasciato l’esercito Ju-        della sua vita, dei Paesi che ha visi-
goslavo, scelse di combattere nel-         tato e dei tragici anni della guerra.
le file dell’esercito della Bosnia-        Molte le sofferenze psicologiche,
Erzegovina per difenderla dall’ag-         oltreché fisiche, nel veder patire la
gressione esterna.                         gente. In quegli anni Divjak cerca-
                                           va di dare supporto morale ai citta-
Ai tempi della guerra si era trovato       dini, e di motivarli, per far capire
nella difficile posizione di essere ac-    loro che non erano soli.
cusato di tradimento dai serbi e di
poter essere sospettato dai bosnia-        Due furono i protagonisti della so-
ci. Divjak ha pagato caro questa           pravvivenza della città: gli uomini
scelta sul piano personale passan-         che la difendevano, e le donne
do un mese in carcere, oltre ad            che contribuivano con il loro rego-
aver subito un attentato, riceven-         lare sostegno, a organizzare il rifor-
do varie minacce.                          nimento di viveri e il soccorso dei
                                           feriti.
Ha fondato nel 1994 l’associazione
denominata “Obrazovanje Gradi              L’amore del Generale Divjak per la
BiH” l’Educazione costruisce la Bo-        Bosnia-Erzegovina non può essere
snia-Erzegovina, che ha lo scopo di        messo in discussione e neppure il
ricostruire scuole, infrastrutture e       suo comportamento e la sua par-
parti della città distrutte durante la     tecipazione in prima persona alla
guerra, della quale è attualmente          guerra. A Sarajevo, nei luoghi pub-
presidente. Quest’associazione si          blici, si vedono ancora le sue foto-
basa soprattutto sul volontariato,         grafie. La gente lo ammira per: lo
infatti tre sono i dipendenti, gli altri   sforzo di equità e chiarezza; il ten-
collaboratori sono semplici cittadi-       tativo di essere super partes e di
ni che si mettono a disposizione per       soffocare odi e risentimenti; la sua

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generosità; il suo amore per Saraje-
vo e lo rispetta per il suo passato e
per il presente.

Al termine dell’incontro siamo an-
dati a visitare ciò che rimane del
tunnel che collegava, passando
sotto l’aeroporto, la città di Saraje-
vo con l’esterno. Questo è un altro
esempio della fatica e della forza
d’animo impiegata dai civili per
cercare una via di fuga e la salvez-
za!

Percorrendo i venti metri, che sono
stati conservati, ci siamo resi conto
delle difficoltà incontrate sia du-
rante la usa realizzazione che nel
suo utilizzo infatti, anche se ben co-
struito, è angusto e si passa una
persona alla volta. Per attraversar-
lo senza battere la testa o farsi ve-
nire mal di schiena si spingeva su
binari, tutt’ora visibili, un vagoncino
pieno di merci come se ci si trovas-
se in una miniera.

Nonostante il tunnel sia stato di
grande aiuto, durante il periodo
della guerra per i sarajevesi, molti
sono ancora i cittadini che ne
ignorano l’esistenza.

Nel pomeriggio ci siamo divisi in
gruppi ognuno dei quali aveva
una busta con vari punti particolari
della città da scoprire e visitare per
mettere a confronto i fatti storici
con l’attualità.

Viaggio d'istruzione in BiH - 2018        37
IN UNA PAROLA,                                              colpi di mortaio è qualcosa che
                                                                                  scuote chi, per la prima volta, visita
                                                                                  luoghi colpiti da guerre più o meno
                                                                                                                            secondo due programmi scolastici,
                                                                                                                            uno per i croati e uno per i musul-
                                                                                                                            mani, perpetrando così la suddivi-

                              HVALA!                                              lontane. A est i musulmani, a ovest
                                                                                  i croati. Insito nel concetto di “li-
                                                                                  nea rossa” vi è il senso di divisione
                                                                                                                            sione sin dalle elementari e via via
                                                                                                                            fino all’Università. L’obiettivo princi-
                                                                                                                            pale dell’Agenzia della Democra-
                                                                                  della città e della popolazione che       zia Locale (ADL) è proprio cercare
                                                      Teresa Morandini            però è messo da parte almeno in           di superare questa concezione at-
Durante le ore del ritorno, vedevo      1° giorno – martedì 20 marzo              uno dei cimiteri rimasti “misti” an-      traverso la formazione di giovani, i
già chiaramente formarsi nella mia                                                che durante l’imperversare della          più penalizzati dalla situazione, la-
mente frasi e pensieri sui giorni ap-   Dopo aver viaggiato tutta la notte        belligeranza. Lì, tutte insieme, si ve-   vorando assieme alle autorità lo-
pena trascorsi in Bosnia-Erzegovina     abbiamo raggiunto la nostra prima         dono croci, mezzelune e qualche           cali, alle ONG e alla società civile.
con il viaggio d’istruzione delle       meta. Mostar, capoluogo dell’Erze-        stella di David. Un fatto del tutto       L’impegno quotidiano dell’ADL
classi 4^G e 4^L del Liceo Da Vinci     govina, prende il suo nome dal Sta-       normale per Mostar prima del ’92,         cerca di ripristinare una “comunità
di Trento. Riuscivo ad immaginarmi,     ri Most, ossia il ponte vecchio           dove si celebravano il più alto nu-       comune”, unendo le due anime di
il lunedì, davanti alla tastiera del    divenuto uno dei simboli della rico-      mero di matrimoni misti fra serbo-        Mostar. “Democracy is everywhere
mio pc in compagnia di una tazza        struzione postbellica della cittadi-      croati e bosniaci musulmani di tut-       and nowhere here in Mostar” dice
di tè, che avrebbe tentato di sosti-    na. Infatti il ponte, che unisce le       ta la Bosnia-Erzegovina. Queste           la referente ADL, a tutt’oggi impe-
tuire il bosanska kahva, il caffè bo-   due sponde del fiume Narenta, nel         percentuali oggi stanno lentamen-         gnata nello sviluppo della piatta-
sniaco che in quei giorni era stata     novembre del 1993 viene distrutto         te risollevandosi, anche se la convi-     forma Art-Dialogue-Architecture,
una costante. Eppure, di fronte alla    da una serie bombardamenti, in            venza fra le comunità si è                finalizzata al dialogo fra giovani
pagina bianca, il temuto blocco         seguito alla ristrutturazione è riaper-   trasformata in separazione. Di fat-       mostaresi della parte vecchia e di
dello scrittore faceva la sua com-      to al passaggio solo nel 2004. Giunti     to, il sistema educativo è pensato        quella nuova della città.
parsa. Tentando di abbozzare            in città, la nostra guida Alma sce-
qualche riflessione sensata, ho do-     glie sapientemente i punti salienti
vuto rinunciare: come riuscire a        da visitare, alternando nozioni di
riassumere in poche righe i cinque      storia e architettura ai personali ri-
giorni trascorsi fra Mostar e Saraje-   cordi di una Mostar prima e dopo
vo? Ma, soprattutto, come tra-          la caduta della Jugoslavia.
smettere – e allo stesso tempo
sbrogliare – la matassa di sensazio-    Abbiamo dunque iniziato risalendo
ni via a via creatasi dopo i diversi    la “vecchia linea di fuoco”, il bule-
incontri in terra balcanica?            var che divideva in due fronti la cit-
                                        tà, lungo i quali croati e musulmani
Ebbene, come sempre, un vero            si fronteggiavano violentemente
blocco dello scrittore (anche se im-    durante tutti i tre anni del conflitto.
provvisato) si supera scrivendo,        La caratteristica che più risalta del
non è una novità. Dunque, è quello      Bulevar Narodne Revolucije, il “Via-
che cercherò di fare, descrivendo       le della rivoluzione nazionale”, è
a parole le immagini, le percezioni     l’alternanza di edifici moderni, stori-
e i profumi della Bosnia-Erzegovina.    ci e di costruzioni che portano an-
                                        cora oggi i segni degli scontri:
                                        l’intonaco delle case distrutto dai

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Per le vie di pietra bianca del cen-         2° giorno – mercoledì 21 marzo            Dopo aver allineato negli appositi       diverse opere d’arte famose d’ispi-
tro antico di Mostar ci si potrebbe                                                    scaffali le nostre calzature, come       razione sacra.
perdere ma il nostro ultimo appun-           A tre ore da Mostar, nel bel mezzo        da abitudine, entriamo nella Mo-
tamento ci attende. Dopo così                di una valle circondata dalle mon-        schea Gazi Husrev-BEG. In questo         La nostra ultima visita ci porta sulla
tante emozioni, nulla di più rigene-         tagne, si apre la capitale della Bo-      luogo ascoltiamo le parole dell’i-       riva sinistra del fiume Miljacka, che
rante fa al caso nostro come un              snia-Erzegovina,      Sarajevo.      Il   mam che, raccontando l’origine           attraversiamo grazie a uno dei
caffè alla bosniaca. Incontriamo il          soprannome “Gerusalemme d’Eu-             dell’edificio, spiega l’intreccio del-   nove ponti dislocati in tutta la città,
giovane gestore del “Café de                 ropa” deriva dalla co-presenza in         la sua storia con quella della città     in compagnia di una fitta neve che
Alma” che ci spiega le differenze            città delle tre confessioni monotei-      e del ruolo passato ma anche at-         inizia a scendere nuovamente su
fra i vari tipi di caffè e, nel farlo, non   ste: islam, ebraismo e cristianesimo      tuale della religione musulmana.         tutto il paesaggio. Oggi a Sarajevo
può che trasmetterci la sua voglia           cattolico e serbo-ortodosso. Per          Prima di uscire, un ultimo momento       la Sinagoga ashkenazita è l’unica
di tramandare l’antica tradizione            capire a fondo questa sua peculia-        regalatoci, è l’ascolto di un estrat-    funzionante, in quanto Kal Grande
del rito del caffè. Proprio così, un         rità diamo inizio al tour del centro      to di preghiera dal Corano; un           – la sinagoga della comunità
rito. Infatti in Bosnia-Erzegovina,          con il supporto di Youth for Peace,       canto che arriva dritto nel profon-      ebraica sefardita – venne distrutta
come in tutta la zona balcanica e            associazione di giovani sarajevesi        do dell’anima, anche se in una lin-      definitivamente in seguito ad un
turca, l’espresso esiste ma non è            provenienti da diversi gruppi etnici      gua a noi sconosciuta; tali parole       attacco nazi-fascista nel ’41. Diver-
raccomandato perché “il caffè è              e religiosi, che in passato sono arri-    che non devono essere necessa-           samente, la struttura della sinago-
la tua storia, un tuo momento e              vati anche allo scontro.                  riamente comprese per avere un           ga Ascenah che risale al 1902 è
può durare anche ore; sei tu a de-                                                     significato.                             riuscita a superare quasi indenne
ciderne il tempo e le quantità. Non          Questo particolare giro si snoda fra                                               tutti i vari bombardamenti. Purtrop-
è qualcosa di veloce e marginale”.           quattro luoghi religiosi di Sarajevo,     Proseguendo poi lungo il viale prin-     po, dentro il tempio, le magnifiche
                                             uno per ogni culto.                       cipale, giungiamo alle porte della       decorazioni sono coperte dai lavo-
                                                                                       Cattedrale del Sacro Cuore, di co-       ri di ristrutturazione dello stabile e
                                                                                       struzione recente rispetto al tipo di    non potendola visitare ulteriormen-
                                                                                       duomo a cui siamo abituati. Termi-       te, il rabbino ci intrattiene con un
                                                                                       nata nel 1889, la cattedrale riceve      interessante racconto sull’ebrai-
                                                                                       la preghiera secondo il rito cattoli-    smo nei Balcani.
                                                                                       co per lo più della popolazione
                                                                                       croata di Sarajevo.                      Terminato l’incontro i fiocchi di
                                                                                                                                neve hanno ormai rivestito tutto;
                                                                                       La nostra terza tappa, in rappre-        strade, ponti e case si riescono a
                                                                                       sentanza del culto serbo-ortodos-        distinguere solo grazie alle luci sof-
                                                                                       so, è stata affidata alla Vecchia        fuse, che timidamente delineano
                                                                                       Chiesa Ortodossa degli Arcangeli         un profilo quasi magico. Nel con-
                                                                                       Gabriele e Michele. L’aspetto mol-       cludere le attività con i volontari di
                                                                                       to semplice all’esterno non rispec-      Youth for Peace, un laboratorio in-
                                                                                       chia la ricchezza iconoclastica          terattivo su pregiudizi e stereotipi ci
                                                                                       che attende l’interno della chieset-     ha permesso di capirne il funziona-
                                                                                       ta. Rispolverando le fondamentali        mento al fine di prevenire i loro ef-
                                                                                       differenze fra il cristianesimo catto-   fetti negativi. “Tutti abbiamo
                                                                                       lico e ortodosso, veniamo condotti       pregiudizi, ci permettono di affron-
                                                                                       nel piccolo museo adiacente              tare situazioni nuove; quello che
                                                                                       dove possiamo anche ammirare             dobbiamo evitare è che questi

Viaggio d'istruzione in BiH - 2018                                                                                                                              41
condizionino negativamente le no-          recentemente, quelle di cui si sono        sue associate aprono le porte delle     sua immagine. Le fonti termali sono
stre azioni. Non dobbiamo fermarci         riusciti a ritrovare i resti anche a di-   loro abitazioni favorendo momenti       rimaste, ma non ci sono hotel che
alle apparenze, bensì dobbiamo             stanza di tanto tempo. Infatti, l’e-       di convivialità in compagnia di un      possano ospitare i turisti; turisti che
favorire la conoscenza reciproca”.         sercito che si è macchiato di questi       vero pranzo bosniaco. Oltre ai tan-     non arrivano perché non vi sono in-
E, in fin dei conti è proprio questo il    crimini non solo ha ucciso, ma ha          tissimi manicaretti, cucinati con i     frastrutture. “Un circolo vizioso che
lavoro di Youth for Peace: impara-         anche scorporato i resti, dissemi-         prodotti da loro stesse coltivati, le   si sarebbe potuto spezzare, con
re dalle differenze, capirle per           nandoli in tutto il territorio circo-      Madri fanno molto di più. Portano       l’intervento di un imprenditore di-
creare una società pacifica con il         stante. Questo, ai sopravvissuti, ha       avanti un messaggio importante di       sposto ad investire, ma che ha visto
supporto di tutti i giovani di Saraje-     reso estremamente difficile l’indivi-      speranza e di forza, rappresentan-      bloccato il proprio progetto in se-
vo, senza distinzioni.                     duazione e la sepoltura dei propri         do la ripresa ma allo stesso tempo      guito ad alcuni ripensamenti del-
                                           cari, e ancora oggi operazioni di          la memoria: “don’t forget”. Ecco        l’amministrazione locale. Motivo?
                                           questo tipo sono in corso. “Finché         una risposta ai miei tanti interroga-   L’assunzione di mano d’opera era
                                           tutti non troveranno pace, non ci          tivi.                                   prevista per tutti. Senza distinzioni
3° giorno – giovedì 22 marzo               fermeremo” sono le parole del re-                                                  etnico-religiose”, ci riferisce Dzile. A
                                           ferente del Museo del memoriale            Nel pomeriggio raggiungiamo il          riprova di questo si trova, alle pen-
Proprio la metà del nostro viaggio         di Potočari, lui stesso uno dei super-     centro di Srebrenica e, grazie a Dzi-   dici della fonte termale, lo schele-
corrisponde alle ultime due tappe,         stiti del genocidio. Il suo puntuale       le, ne ripercorriamo la prosperità      tro di mattoni rossi e calce grigia.
forse quelle a più forte impatto           resoconto sui fatti di quei giorni del-    che aveva vissuto nel passato. Una      La testimonianza di Dzile non si fer-
emotivo. Prima, la visita al memo-         l’estate ’95 viene accompagnato            cittadina termale conosciuta in tut-    ma e continua svelando la sua sto-
riale di Potočari e poi alla cittadina     da video, audio e filmati originali        ta la Jugoslavia, con un’economia       ria    personale.     Un      racconto
di Srebrenica, nel territorio della Re-    che ci mostrano l’apice della bru-         basata sul turismo, dove gli immo-      toccante, coinvolgente e commo-
publika Srpska (Repubblica Serba           talità e della cattiveria raggiunti        bili avevano costi molto elevati.       vente in ogni singolo episodio.
di Bosnia-Erzegovina) a poche ore          dall’essere umano. Una doccia              Ovviamente, successivamente al          Quello che però ricordo con preci-
di distanza da Sarajevo.                   fredda. Questo senso di disorienta-        massacro, Srebrenica ha mutato la       sione è la fine della narrazione di
                                           mento permane anche durante la
Alle porte del paesino di monta-           visita fra le varie ricostruzioni audio-
gna noto per il massacro avvenuto          visive che spiegano approfondita-
nel luglio del 1995, si estende il cimi-   mente gli avvenimenti. Vedere,
tero monumentale a ricordo della           sentire, immaginare. Come si è arri-
carneficina che uccise più di 8000         vati a tanto?
persone. Un elenco infinito veden-
dolo inciso nelle diverse lastre di        La mia mente viene invasa da tanti
marmo, disposte a semicerchio. Le          “se” e tanti “ma”, che solitamente
vittime del genocidio di Srebrenica        con la storia non vanno mai d’ac-
ad opera dell’esercito guidato da          cordo.
Ratko Mladić sono quasi tutti bo-
sgnacchi. Lo si deduce perché, sul-        Con ancora tanti dubbi e doman-
le collinette tutt’attorno, la distesa     de ci incamminiamo alla volta del-
delle stele rivela un’incisione del        le “Madri di Srebrenica”, una realtà
Corano e la tipica mezzaluna. Si           associativa che nasce in seguito al
riescono a distinguere alcuni inserti      conflitto bosniaco e che riunisce le
verdi, in questa miriade di lapidi         donne di Srebrenica. Promuoven-
bianche: sono le persone sepolte           do iniziative di sensibilizzazione, le

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