A Santa Marta messe per i malati di coronavirus - L'Osservatore Romano il Settimanale
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 12 marzo 2020 anno LXXIII, numero 11 (4.035) A Santa Marta messe per i malati di coronavirus
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #letteredaldirettore 2 Il tempo giusto H o incontrato un amico che qualche giorno fa è qui la domanda: e se questa sciagura dell’epi- andato a vedere la mostra di Raffaello per i demia fosse un’occasione per ripensare non so- 500 anni dalla sua morte e mi ha detto che è lo a come godere della bellezza e dell’arte ma stata una bellissima esperienza, perché i visita- anche alla vita nella sua complessità, a come tori, divisi in gruppi ristretti, hanno potuto stare, da esseri pienamente umani, al mondo? godere dei tempi e degli spazi “giusti”, più Papa Francesco di recente ha spesso invitato lenti i primi e più dilatati i secondi, per ap- la società occidentale a “rallentare”, anche a L’OSSERVATORE ROMANO prezzare l’arte del sommo pittore urbinate e ha fermarsi, ad avere uno sguardo sul mondo e concluso: «ho visto una mostra così come do- sugli altri più “poetico”, cioè contemplativo, Unicuique suum Non praevalebunt veva essere anche prima». Quel “prima”, evi- libero e gratuito. Parlare quindi di Raffaello e dentemente collegato all’epidemia, mi ha fatto di come godere della bellezza artistica non è Edizione settimanale in lingua italiana riflettere: perché com’era “prima”? Cioè fino a qualcosa di superfluo in questi drammatici Città del Vaticano qualche giorno fa, come funzionava la visita tempi di epidemia globale, ma è invece andare ornet@ossrom.va www.osservatoreromano.va ad una mostra, ad un museo? Funzionare è il all’essenziale, equivale a porci la domanda su temine appropriato, cioè tutto doveva “funzio- come si vive, nel tempo e nel mondo, l’avven- ANDREA MONDA D irettore nare” in termini di risultati, di numeri: si do- tura dell’esistenza umana. Ricordandoci maga- veva raggiungere il massimo successo che era GIANLUCA BICCINI ri quello che Romano Guardini affermava es- Coordinatore stabilito dalla quantità dei biglietti venduti, sere caratteristica propria dell’opera d’arte: che PIERO DI D OMENICANTONIO degli accessi, del numero dei visitatori. Un po’ non ha uno scopo ma un senso. Così è per la Progetto grafico come sulla rete: il numero delle visualizzazioni vita: se la riduciamo al perseguimento di uno è il criterio dominante. Tutto questo rischiava scopo rischiamo di perderne tutto il senso e Redazione via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano di ANDREA MONDA di portare non al godimento ma al consumo. così anche tutto il godimento. Il Vangelo ce lo fax +39 06 6988 3675 La “fruizione” dell’opera d’arte era imparenta- ricorda: bisogna avere il coraggio di rinnegare ta con lo “sfruttamento” più che col godimen- Servizio fotografico se stessi, di perdere la propria vita. È la logica telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 to e con la fruttuosità dell’esperienza che ri- paradossale del dono e dell’amore per cui dare photo@ossrom.va www.photo.va schiava di rimanere superficiale a causa della non vuol dire perdere ma anzi vivere piena- massificazione a cui era improntata. TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE mente e rimanere fedeli alla propria chiamata, L’OSSERVATORE ROMANO Ha ragione il mio amico: è una questione di significa infine vivere un’esistenza in cui la no- Abbonamenti tempo e di spazio, di tempi e spazi “giusti”. stra gioia sia piena e il nostro frutto rimanga. Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). L’uomo, la sua vita, sono strettamente collega- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 ti alla questione del tempo e dello spazio, da A . M. info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #carceri 3 Le meditazioni dei detenuti di Padova per la Via Crucis del Venerdì santo S ono state affidate alla parrocchia della casa di reclusione “Due Palazzi” di Padova le medita- zioni per la Via Crucis che si svolge tradizio- nalmente al Colosseo nel Venerdì Santo. È sta- to lo stesso Francesco a renderlo noto in una lettera indirizzata al direttore del «Mattino di Padova» e pubblicata sul quotidiano veneto nell’edizione di martedì 10 marzo. «Ho scelto il carcere — spiega il Pontefice — per fare in modo che, anche stavolta, fossero gli ultimi a dettarci il passo». Scritte per la prima volta da detenuti, le ri- flessioni sulle quattordici stazioni sono «un’opera corale» che unisce «i vari volti» della realtà carceraria: il cappellano, don Mar- co Pozza, le vittime, gli internati, gli agenti di polizia penitenziaria, i volontari, le famiglie di chi è ristretto, i magistrati di sorveglianza, i funzionari pedagogici, la Chiesa, gli innocenti a volte accusati ingiustamente. Insomma, un autentico «caleidoscopio di situazioni», in cui — chiarisce Francesco — «è sempre forte il ri- schio» di raccontare «un particolare a scapito dell’insieme», mentre al contrario «la risurre- zione di un uomo non è mai opera di un sin- golo, ma di una comunità che lavora alleando- si assieme». «Commosso» alla lettura dei testi, il Papa confida di essersi sentito «partecipe» delle sto- rie raccontate e al contempo «fratello di chi ha sbagliato e di chi accetta di mettersi accanto a loro per riprendere la risalita dalla scarpata». E pur consapevole «che non è semplice armo- nizzare giustizia e misericordia», Francesco fa notare che però «laddove questo riesce, il gua- dagno è a favore di tutta la società». Da qui il ringraziamento alla parrocchia del penitenzia- rio e «a tutte le persone che operano a favore di questo mondo ristretto: Dio benedica — è il suo augurio — il buon cuore di chi sfida l’in- differenza con la tenerezza». Francesco motiva anche la scelta di scrivere a Paolo Possamai, che dirige il giornale pado- L’annuncio vano, per far giungere — davanti «alla soffe- renza di questi giorni» provocata dall’epide- del Pontefice mia di covid-19 — «una carezza simbolica». Anzitutto alla città “capitale europea del vo- in una lettera lontariato 2020” in tutte le sue componenti: anche un’occasione per vedere di che cosa so- sia «la società civile», sia «le comunità cristia- no capaci gli uomini e le donne di buona vo- a un quotidiano ne» che la abitano «con i loro sacerdoti e con lontà», come «chi, in questi giorni, si sta im- il vescovo»; e in secondo luogo estendendo pegnando oltre il dovuto: il personale medico locale questa “carezza” a tutte le altre città italiane e e paramedico innanzitutto», il cui lavoro unito di altri Paesi «che condividono questo mo- a «un forte senso di responsabilità e di colla- mento e, contemporaneamente, stanno dando borazione con le apposite autorità competenti, al mondo testimonianza di buona volontà». diventa un valore aggiunto di cui il mondo ha estremo bisogno». Del resto, proprio l’Italia sperimenta in mo- do particolare «la sofferenza e la morte» a In modo particolare Papa Francesco elogia causa del coronavirus, ed è per questo che egli «il buon cuore della gente veneta: siate orgo- intende manifestare «vicinanza umana» e assi- gliosi della vostra storia e responsabili di tutto curare la propria «preghiera», perché — ag- il bene seminato da chi vi ha preceduto». In- giunge — «anche in questi momenti Dio ci sta fatti, conclude adoperando una metafora mol- parlando. Spetta all’uomo saper cogliere, den- to efficace, «se immagino la carità come fosse tro a questa voce, una guida per continuare a un romanzo, allora ci sono dei capitoli bellissi- costruire, quaggiù, un pezzettino del regno di mi che sono stati scritti a Padova e poi messi a Dio». Inoltre «questa situazione di pericolo, è disposizione di tutti».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #catechesi 4 L’udienza generale di mercoledì 11 marzo ha avuto uno svolgimento particolare, condizionato dalle misure adottate per contenere il rischio di diffusione del Covid-19. In diretta video Papa Francesco ha tenuto la catechesi — dedicata alla quarta Beatitudine: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati» (Matteo 5, 6) — nella Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano; senza avere contatti diretti con i pellegrini che hanno però potuto ascoltare la sua riflessione, sentire la sua vicinanza e ricevere la sua benedizione — rivolta in particolare agli ammalati — attraverso i collegamenti radiotelevisivi e i social media. Come in ogni appuntamento del mercoledì, le parole e i saluti del Pontefice sono stati rilanciati dai lettori in francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, arabo, polacco oltre che in italiano. L’udienza si è aperta con la lettura di alcuni versetti del salmo 119. Ecco il testo della catechesi. C ari fratelli e sorelle, buongiorno! giustizia di cui ci parla il Signore è ancora più Nell’udienza di oggi continuiamo a meditare profonda del legittimo bisogno di giustizia la luminosa via della felicità che il Signore ci umana che ogni uomo porta nel suo cuore. ha consegnato nelle Beatitudini, e giungiamo Nello stesso “discorso della montagna”, po- alla quarta: «Beati quelli che hanno fame e sete co più avanti, Gesù parla di una giustizia più della giustizia perché saranno saziati» (Mt 5, 6). grande del diritto umano o della perfezione Abbiamo già incontrato la povertà nello spi- personale, dicendo: «Se la vostra giustizia non rito e il pianto; ora ci confrontiamo con un ul- supererà quella degli scribi e dei farisei, non teriore tipo di debolezza, quella connessa con entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5, 20). E la fame e la sete. Fame e sete sono bisogni pri- questa è la giustizia che viene da Dio (cfr 1 mari, riguardano la sopravvivenza. Questo va Cor 1, 30). sottolineato: qui non si tratta di un desiderio Nelle Scritture troviamo espressa una sete generico, ma di un’esigenza vitale e quotidia- più profonda di quella fisica, che è un deside- na, come il nutrimento. rio posto alla radice del nostro essere. Un Sal- Ma cosa significa avere fame e sete di giusti- mo dice: «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora zia? Non stiamo certo parlando di coloro che ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la vogliono vendetta, anzi, nella beatitudine pre- mia carne, come terra deserta, arida, senz’ac- cedente abbiamo parlato di mitezza. Certa- qua» (Sal 63,2). I Padri della Chiesa parlano mente le ingiustizie feriscono l’umanità; la so- di questa inquietudine feconda che abita nel cietà umana ha urgenza di equità, di verità e cuore dell’uomo. Sant’Agostino dice: «Ci hai di giustizia sociale; ricordiamo che il male su- fatti per te, Signore, e il nostro cuore non tro- Parlando delle Beatitudini il Pontefice In ascolto rilancia l’urgenza della vera giustizia del grido dei poveri bito dalle donne e dagli uomini del mondo va pace finché non riposa in te» (Le confessioni, giunge fino al cuore di Dio Padre. Quale pa- 1,1.5). C’è una sete interiore, una fame interio- dre non soffrirebbe per il dolore dei suoi figli? re, una inquietudine... Le Scritture parlano del dolore dei poveri e In ogni cuore, perfino nella persona più degli oppressi che Dio conosce e condivide. corrotta e lontana dal bene, è nascosto un ane- Per aver ascoltato il grido di oppressione ele- lito verso la luce, anche se si trova sotto mace- vato dai figli d’Israele — come racconta il libro rie di inganni e di errori, ma c’è sempre la sete dell’Esodo (cfr 3, 7-10) — Dio è sceso a libera- della verità e del bene, che è la sete di Dio. È re il suo popolo. Ma la fame e la sete della lo Spirito Santo che suscita questa sete: è Lui
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #catechesi 5 l’acqua viva che ha plasmato la nostra polvere, sarà delusa; una sete che, se assecondata, sarà è Lui il soffio creatore che le ha dato vita. saziata e andrà sempre a buon fine, perché Per questo la Chiesa è mandata ad annun- corrisponde al cuore stesso di Dio, al suo San- ciare a tutti la Parola di Dio, impregnata di to Spirito che è amore, e anche al seme che lo Spirito Santo. Perché il Vangelo di Gesù Cri- Spirito Santo ha seminato nei nostri cuori. sto è la più grande giustizia che si possa offri- Che il Signore ci dia questa grazia: di avere re al cuore dell’umanità, che ne ha un bisogno questa sete di giustizia che è proprio la voglia vitale, anche se non se ne rende conto (Cfr. di trovarlo, di vedere Dio e di fare il bene agli Catechismo della Chiesa Cattolica, 2017: «La altri. grazia dello Spirito Santo ci conferisce la giu- stizia di Dio. Unendoci mediante la fede e il Battesimo alla passione e alla risurrezione di Cristo, lo Spirito ci rende partecipi della sua vita»). Ad esempio, quando un uomo e una donna si sposano hanno l’intenzione di fare qualcosa di grande e bello, e se conservano viva questa sete troveranno sempre la strada per andare avanti, in mezzo ai problemi, con l’aiuto della Grazia. Anche i giovani hanno questa fame, e non la devono perdere! Bisogna proteggere e alimentare nel cuore dei bambini quel deside- rio di amore, di tenerezza, di accoglienza che esprimono nei loro slanci sinceri e luminosi. Ogni persona è chiamata a riscoprire cosa conta veramente, di cosa ha veramente biso- gno, cosa fa vivere bene e, nello stesso tempo, cosa sia secondario, e di cosa si possa tranquil- lamente fare a meno. Gesù annuncia in questa beatitudine — fame e sete di giustizia — che c’è una sete che non Il Papa chiede l’impegno di tutti per combattere il virus e ringrazia la comunità del carcere di Padova per i testi della Via Crucis L’epidemia non faccia dimenticare i profughi siriani Con un pensiero e una preghiera del tutto Saludo cordialmente a los fieles de soffrono incertezze sulle proprie malat- particolari il Papa si è rivolto, al termine lengua española. Pidamos al Señor Jesús tie. Ringrazio di cuore il personale ospe- dell’udienza generale, a quanti stanno que nunca nos haga faltar el agua viva daliero, i medici, le infermiere e gli in- vivendo in prima linea l’epidemia del del Evangelio, única capaz de saciar fermieri, i volontari che in questo mo- coronavirus, esortando a un impegno nuestra sed de Dios, y nos conceda tam- mento tanto difficile sono accanto alle comune tutte le persone di buona volontà. bién su Espíritu Santo para poder cum- persone che soffrono. Ringrazio tutti i Senza dimenticare la tragedia dei profughi plir la voluntad del Padre, con un cora- cristiani, tutti gli uomini e le donne di zón lleno del amor de Dios y bien dis- buona volontà che pregano per questo siriani «al confine tra Grecia e Turchia» e puesto al servicio de los hermanos. Que momento, tutti uniti, qualsiasi sia la tra- la comunità del carcere di Padova che ha Dios los bendiga. dizione religiosa alla quale appartengo- preparato le meditazioni per la Via Crucis no. Grazie di cuore per questo sforzo. del Venerdì santo. In conclusione il vescovo Saluto tutti i fedeli di lingua porto- Ma non vorrei che questo dolore, questa di Roma ha guidato la recita del «Pater ghese, augurandovi di imparare a saziare epidemia tanto forte ci faccia dimentica- Noster» e ha impartito la benedizione la nostra sede di Dio attraverso i sacra- re i poveri siriani, che stanno soffrendo apostolica. Ecco le parole del Pontefice. menti, la preghiera e le opere di miseri- al confine tra Grecia e Turchia: un po- cordia. Su di voi e sulle vostre comunità polo sofferente da anni. Devono fuggire Saluto cordialmente i fedeli di lingua scenda la benedizione del Signore. dalla guerra, dalla fame, dalle malattie. francese. Cari fratelli e sorelle, noi ab- Non dimentichiamo i fratelli e le sorelle, Saluto i fedeli di lingua araba! Cari biamo una sete che non sarà delusa, una fratelli e sorelle, la quaresima è un’occa- tanti bambini, che stanno soffrendo lì. sete che sarà soddisfatta perché viene sione per essere rafforzati nella nostra dal cuore stesso di Dio, dallo Spirito fede. Per questo non dobbiamo dubita- Saluto con affetto voi, cari fratelli e Santo che è amore. Chiediamo al Signo- re, la fede in Gesù ci rafforza sempre. Il sorelle di lingua italiana. Vi incoraggio re la grazia della fame e della sete di più Signore vi benedica tutti e vi protegga ad affrontare ogni situazione, anche la giustizia, amore e fratellanza nel nostro sempre dal maligno! più difficile, con fortezza, responsabilità mondo. Dio vi benedica! e speranza. Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Saluto i fedeli di lingua inglese colle- La Quaresima ci incoraggia a contem- Anche vorrei ringraziare la parrocchia gati attraverso i mezzi di comunicazione plare la passione di Cristo e a fissare lo del carcere “Due Palazzi” di Padova: sguardo sulla Sua Croce. Un’occasione grazie tante. Ieri ho ricevuto la stesura sociale. Nel nostro cammino quaresimale particolare per fare questo sia per voi la della Via Crucis, che voi avete fatto per verso la Pasqua, su di voi e sulle vostre partecipazione agli esercizi spirituali, al- il prossimo Venerdì Santo. Grazie per famiglie invoco la gioia e la pace del Si- aver lavorato insieme tutti, tutta la co- gnore Gesù Cristo. Dio vi benedica! le celebrazioni della Via Crucis e alle al- tre funzioni quaresimali. Questi momen- munità del carcere. Grazie per la pro- Un cordiale saluto rivolgo ai fratelli e ti di spiritualità vi permettano di com- fondità delle vostre meditazioni. alle sorelle di lingua tedesca. Nel nostro prendere la croce che ciascuno porta e vi aiutino nella conversione e nello speri- Rivolgo ora un particolare saluto ai cuore dobbiamo sempre avere una “san- giovani, agli anziani, ai malati e agli mentare la Divina misericordia. Sia lo- ta inquietudine” nella ricerca del vero sposi novelli. Possiate vivere questo tem- dato Gesù Cristo. bene che è Dio. Aiutiamo gli altri a sen- po quaresimale con lo sguardo fisso su tire la sete di Dio. È Lui che dona pace In questo momento, vorrei rivolgermi Gesù che ha sofferto ed è risorto, rice- e felicità al nostro cuore. A tutti un a tutti gli ammalati che hanno il virus e vendo dal suo Spirito consolazione e buon cammino quaresimale. che soffrono la malattia, e ai tanti che mitezza.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #esercizispirituali 6 MERCOLEDÌ MATTINA, 4 MARZO smarrimento». E, «al tempo stesso, la — consiste non nel rimproverare, accu- notte è il luogo del mistero, dove Dio si sando di viltà, incoerenza, ingratitudine, Niente paura manifesta». Ma c’è anche l’«aspetto del stoltezza; e nemmeno nell’abbandonare i Oggi «la gente ha paura perché si sente cammino che, però, si presenta come pavidi scegliendo solo quelli più corag- essere di polvere»: l’antidoto contro una traversata, cioè come una strada che giosi, considerando chi ha paura inadat- questa paura non è «un contentino» ca- fa passare, come nell’evento pasquale, to all’impresa spirituale». Ma sta librato su generici «valori umani», ma è attraverso una strettoia e come tale an- nell’esercitare «il ministero dell’incorag- solo e soltanto la Parola di Dio che ir- cora incute paura e anche rifiuto». In giamento che consiste nella parola che rompe nella storia degli uomini e li in- fin dei conti, ha aggiunto il predicatore, infonde fiducia» e non si basa certo sui coraggia concretamente, indicando la «sono tematiche che parlano del cuore «valori umani». rotta per «la traversata notturna», senza umano, del processo di coloro che sono Quindi «la missione dell’uomo di Dio scorciatoie o bacchette magiche. Soprat- nel dubbio, intimoriti, e quindi chiedo- — ha spiegato — è dare forza a chi è in- tutto «nel momento in cui si sperimenta no il soccorso della Parola di Dio, certo, infondendo coraggio mediante la la difficoltà o, addirittura, il disastro». dell’uomo che il Signore ha suscitato fede in Dio, facendo cioè che il cuore Non hanno perso una briciola di attuali- per far compiere questo passaggio». confidi nel Signore, nella sua presenza e tà i testi tratti dal libro dell’Esodo (14, 1- Attualizzando il testo dell’Esodo, pa- nel suo intervento. È questa la parola di 31) e dal Vangelo di Matteo (14, 22-32) dre Bovati ha fatto presente che «l’idea consolazione, che non ha niente a che che il gesuita Pietro Bovati ha ripropo- di Dio» non è quella della scorciatoia vedere con un semplice “contentino” nel sto, attualizzandoli con profonda vivaci- facile: «il cammino è lungo e, anzi, ap- momento in cui si sperimenta la difficol- tà, nella quinta meditazione degli eserci- parentemente contraddittorio», con tan- tà o addirittura il disastro». zi spirituali per la Curia romana ad to di «retromarcia» e «trabocchetto» ri- Ariccia. spetto al «viaggio di liberazione» ritenu- Del resto, ha riaffermato il predicato- to in discesa. Può accadere persino, ha re, «il potere dato a Mosè non è un po- «L’intento generale di questa giornata rilevato il predicatore, che il «processo tere magico, non è una bacchetta magica di preghiera — ha confidato il predicato- di liberazione risulti come un inganno, che fa ciò che piace a chi la maneggia; il re — è di accogliere il senso spirituale di una specie di trappola» che porta alla potere divino conferito al profeta realiz- alcuni racconti» della Scrittura, «traen- protesta. E lo si vede proprio nella vi- za eventi prodigiosi perché essi in primo do indicazioni che ci aiutino nella mis- sione che il Signore ci ha affidato con la cenda di Mosè. luogo sono mediazioni di salvezza per nostra chiamata sacerdotale e con la In realtà, «la gente ha paura perché si gli altri, per gli indifesi; sono finalizzati chiamata di responsabilità nella Chie- sente essere di polvere, è come l’erba del al solo bene dei poveri: quindi è un po- tere di amore, misericordioso». Anche nel capitolo 14 di Matteo si parla di «una traversata del mare com- piuta camminando sulle acque» e «di una barca minacciata dalla tempesta». Ecco che «ritorna il tema della traversa- ta, del pericolo, della notte, della paura e dell’intervento del Salvatore: i discepo- li sono soli, spaventati, e quando vedo- Le meditazioni no Gesù che viene loro incontro, sul fi- nire della notte, camminando sul mare, del teologo gesuita questo, invece di rassicurarli, accentua il loro sgomento e la paura perché riten- Pietro Bovati gono di fare un’esperienza ingannevole e terrificante, come quella quando appa- re un fantasma, che è segno di morte». Gesù, per prima cosa, li incoraggia: «Non abbiate paura». Lo stesso è chia- mato a fare oggi chi testimonia l’amore di Dio: «Entrare nelle case per dire: “so- no io che vi voglio bene, che vi porto la consolazione del Signore”, con la conso- lazione con cui noi stessi siamo stati consolati». Matteo racconta di Gesù che «cammi- na sulle acque e chiede a Pietro di fare la stessa esperienza: figura, appunto, del discepolo e dell’intera Chiesa chiamata ad andare verso il Signore vincendo la paura, vincendo le forze di morte che vogliono sommergere la creatura uma- sa». Il gesuita ha fatto notare, anzitutto, campo, un soffio effimero: è l’esperienza na». E «chi è mediatore nella storia farà «come nell’agire di Dio venga implicato di ogni uomo». Ma, in questa situazio- ciò che ha fatto Gesù, chiamando la e promosso l’intervento del “servo di ne, «è vissuta proprio come delusione, gente perché possa coraggiosamente D io”: questo titolo è dato a Mosè alla come il venir meno di una promessa re- camminare sui flutti e facendo, quindi, fine del capitolo 34 del Deuteronomio e ligiosa, sacra, promulgata da Dio e dai fare l’esperienza della possibilità e della descrive, appunto, Mosè come la perso- suoi testimoni: si erano incamminati in realtà della vittoria della vita sulle insi- na obbediente e anche coraggiosa, doci- una via promettente che, in realtà, si ri- die e le violenze del male». le e al tempo stesso attivo strumento di vela uno stato peggiore di quello prece- «Questo è un ministero prima di tutto docilità per gli altri». Mosè «è offerto a dente» Tanto da dire: «meglio uno misericordioso — ha riconosciuto padre noi come modello da imitare» e la sua schiavo vivo che una persona libera, ma Bovati — perché è il cammino che porta «esemplarità rifulge in maniera molto uccisa». verso la vita». Ma «è misericordioso an- chiara anche nel capitolo 14 dell’Eso- Un «sentire» che, ha fatto presente il che perché sorregge chi ha poca fede, do». predicatore, «capita anche alla nostra chi vacilla, chi ha paura di soccombere». «Abbiamo dato a questo nostro in- gente, per la quale la proposta evangeli- Dunque, ha insistito il predicatore, «noi contro il titolo di “traversata notturna”», ca è percepita come un orientamento di nel racconto vediamo la mano del Cri- ha ricordato padre Bovati, sottolineando falliti o di incoscienti e chi tenta di per- sto, figura della mano potente di Dio che questo «è applicato sia al testo correre la strada sente timore, scoraggia- che si protende verso l’uomo di poca fe- dell’Esodo sia al testo di Matteo». In mento, molte volte delusione perché de salvandolo dalle onde e portando la particolare, ha proseguito, «attraverso la non vede i vantaggi promessi». pace a lui e all’intera barca, così che tut- parola “notte” siamo chiamati a entrare In questa situazione «il primo, fonda- ti possano accedere alla confessione di in una prospettiva di oscurità che com- mentale servizio dell’uomo di Dio — ha lode dicendo: davvero Tu sei il Figlio di porta dimensioni di inquietudine, di rilanciato padre Bovati indicando Mosè D io!».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #esercizispirituali 7 «Ma questo braccio teso verso il brac- nella prova il suo popolo perché maturi stro di Dio è chiamato a svolgere?». cio debole dell’incerto, dell’incredulo, nella fede e insieme suscita gli uomini Senza dubbio, ha affermato il gesuita, del debole — ha avvertito il predicatore capaci di aiutare coloro che stanno sotto «oggi, in una società malata, ferita, ab- — è compito anche della carità apostoli- la prova, come nel caso di Mosè. Egli bandonata, di fronte a necessità urgenti ca, perché questo è il cammino della fi- ascolta il grido dei sofferenti, anche se e dolorose, il sacerdote è sollecitato a gura “esodale”: che il braccio di Mosè espresso malamente e se le richieste del- prestazioni molteplici. Tuttavia ciò non diventi il braccio del servitore di Dio, la sua gente lo mettono in difficoltà per- deve far perdere di vista l’essenziale». che possa dare, come ministro dell’Altis- ché lui stesso non sa come rispondere. Padre Bovati ha indicato anzitutto «la simo, salvezza alla storia umana». Ma ascolta perché Dio fa così. «Anche preghiera» che, «oltre a essere la condi- In conclusione il predicatore ha sug- le nostre preghiere sono sempre molto zione dell’ascolto di Dio che rende pos- gerito di «riprendere il salmo 124 come imperfette e soprattutto il grido della sibile la predicazione come autentica te- preghiera di lode per il Signore che ci povera gente, molte volte è scomposto». stimonianza, è essa stessa ministero apo- libera, che salva: Lui è il creatore, Mosè allora invoca con fede il Signore stolico nella sua natura di accoglienza, all’opera però nella storia; Lui è il Si- nella preghiera che vince la tentazione e riconoscenza della grazia». E «la Scrit- gnore, e se non fosse “Colui che è” noi viene esaudito. tura ci offre un modello di questo mini- saremmo periti nelle acque profonde. Il predicatore ha quindi introdotto un stero permanente di intercessione nel Li- Ma le acque non ci hanno sommerso: il nuovo concetto: nel racconto biblico si bro dell’Esodo — ha spiegato il predica- laccio si è spezzato e noi siamo libera- dice che «in quel luogo il Signore impo- tore — proprio con la figura di Mosè, ti». se al popolo una legge e un ordinamen- mediatore non solo della Parola di Dio, to. «Questo sta a significare — ha chiari- ma anche mediatore di grazia per un to il predicatore — che nell’atto stesso popolo in costante pericolo di perdersi». del soccorso, va inculcato il rapporto Mosè «prega continuamente e la sua MERCOLEDÌ POMERIGGIO obbediente con il Signore». Nell’amare, preghiera è efficace e salvifica». 4 MARZO dunque, si insegna ad amare, «nell’ope- Attualizzando «il ministero orante di Operare il bene ra di misericordia corporale si fa anche Mosè», com’è presentato «nel racconto opera di misericordia spirituale, si rag- del capitolo 17 dell’Esodo, in un conte- Nel racconto dell’Esodo, il deserto è giunge il cuore delle persone, mettendo sto di pericolo», padre Bovati ha sugge- il luogo della provvidenza. Lo spazio in loro nella condizione di credere in Dio e rito come linea della meditazione, ap- cui il Signore «si rivela come il Dio di operare come Dio vuole, cioè punto, l’espressione «lotta e preghiera». dell’alleanza con Israele, il Dio buono e nell’amore». Ci troviamo davanti a «un episodio in- fedele, e al tempo stesso, come il sovra- solito per l’Esodo: il presentarsi di un Infine padre Bovati ha guardato al no onnipotente a cui sono sottoposte combattimento che deve respingere un passo evangelico del giudizio finale. tutte le forze cosmiche». Nel pomerig- popolo nemico, Amalek». Il testo, ha Tutto il giudizio è incentrato su una co- gio padre Pietro Bovati ha proseguito la avvertito il predicatore, va letto «nel suo sa sola: sull’aiuto o sul mancato aiuto riflessione quaresimale, giunta alla sesta valore parabolico, in modo da trarne un nei confronti dei piccoli bisognosi. Dun- tappa, citando un passo biblico che se insegnamento su come colui che nella que c’è una concretezza del fare, che esi- da un lato mostra il Signore «quale arte- comunità è sacerdote e guida deve agire ge di occuparsi di un corpo sofferente, fice della storia della salvezza», dall’al- nell’affrontare il nemico, colui che insi- ma anche del cuore del sofferente. Nel tro «non sottolinea abbastanza un altro dia la vita del popolo di Dio». Mosè ha più piccolo, dice il Vangelo, c’è Gesù aspetto importante e cioè il libero espri- a che fare con «un avversario subdolo ma, si è chiesto il predicatore, «come è mersi degli uomini, il loro assenso o la che aggredisce i più deboli della carova- possibile vedere che noi soccorriamo loro ribellione nei confronti di Dio. Ma na, quelli che restano nelle retrovie per- Dio stesso quando ci prendiamo cura senza la componente dell’attività umana ché stanchi, un nemico che approfitta di dei piccoli? Come i nostri occhi di carne — ha fatto notare il teologo gesuita — la un popolo sfinito». possono davvero vedere che è così?». storia assume un’immagine deformata Ma noi «come oggi viviamo il rappor- «nella quale Dio opera sì mirabilmen- Quindi ha concluso: «È senza vedere che noi amiamo, senza gloria, senza to con Amalek e chi è oggi Amalek?» è te», però l’uomo rischia di essere ridotto la questione concreta proposta da padre «a puro oggetto passivo». «Paradossal- onore, nel dono di sé fino a morire, c’è la pienezza del bene, c’è la benedizione Bovati. «La Chiesa cristiana, fin dai suoi mente, quindi, per esaltare Dio nella sua primi momenti, ha subito attacchi, per- opera, si viene così ad annientare il ver- del Padre della vita». (Adriana Masotti) secuzioni, ostracismi e violenze mortali». tice stesso della creazione, costituto Nella storia «il nemico della Chiesa ha dall’uomo libero e artefice del suo desti- preso variegate sembianze, talvolta quel- no, perché creato a immagine e somi- GIOVEDÌ MATTINA, 5 MARZO le del potere politico e giudiziario, tal- glianza di Dio». volta quelle di falsi profeti che hanno Annunciato il tema Lotta e preghiera I testi biblici sono complessi e spesso seminato odio e derisione contro le con- del prossimo complementari, ha affermato padre Bo- «Lotta e preghiera» sembra quasi il vinzioni e il modo di vivere dei cristiani. Sinodo dei vescovi vati, e molti di essi mostrano invece co- titolo di un film. E hanno davvero il sa- E ciò continua anche ai nostri giorni, me il Signore nel suo agire tiene conto pore cinematografico le incalzanti storie sotto forme persecutorie» più o meno delle resistenze degli uomini e desidera bibliche che padre Pietro Bovati ha trat- evidenti. Una persecuzione, ha denun- «Per una Chiesa sinodale: teggiato nella settima meditazione degli sempre suscitare una risposta, non si im- ciato, che ha note di «inaudita virulenza comunione, partecipazione e pone e desidera un rapporto con la crea- esercizi spirituali per la Curia romana ad anche nel nostro mondo, nell’intento di missione»: sarà questo il tura «addirittura di cooperazione, di Ariccia. Con una chiave di lettura: la demolire l’intera compagine della Chie- tema della XVI assemblea generale ordinaria del collaborazione coraggiosa», tanto che Chiesa è sotto violento attacco, aperta- sa, attaccando chi è più debole nella fe- Sinodo dei vescovi che il dall’uomo dipende in un certo senso il mente e subdolamente, ma la risposta de, scarsamente attrezzato dal punto di Papa ha indetto nel mese di realizzarsi dell’azione salvifica di Dio sta appunto nel connubio tra testimo- vista spirituale per accettare il confronto, ottobre del 2022. Ad nelle vicende umane. I 40 anni trascorsi nianza sul campo e preghiera autentica. il disprezzo, l’emarginazione». annunciarlo è stato, lo nel deserto stanno a significare l’intera Senza stancarsi, senza rassegnarsi e mai Ecco che, ha affermato, «il nostro scorso 7 marzo, il cardinale esistenza, il deserto è rappresentazione da soli, e per di più con un’arma segre- Amalek ha forme accattivanti per molti Lorenzo Baldisseri, della nostra terra, dove l’uomo soffre, ta: quella fede che sì, davvero, sposta le e attacca subdolamente chi non è prepa- segretario generale del ma dove Dio si rivela e lo fa «nell’agire montagne. «La giornata di oggi è dedi- rato. Enormi forze ideologiche e finan- Sinodo dei vescovi. proprio dei suoi servi». Padre Bovati ha cata a meditare sull’impegno personale ziarie, coalizzate per favorire interessi di ribadito un punto fondamentale: «Biso- che il Signore richiede a ciascuno di noi, parte, sono diventate minacciose e usano gna assumere responsabilmente in obbe- in funzione della vocazione ricevuta, del tutti i mezzi, dall’informazione distorta dienza il compito di operare il bene co- dono di grazia, con i doveri connessi a a ritorsioni economiche, per distruggere me se le nostre mani fossero le mani di questa grazia» ha fatto presente il predi- ciò che Cristo ha fondato». Certo, ha ri- Dio». Ciò si realizza quando il servo di catore, ricordando che «ogni forma di lanciato padre Bovati, «la roccia su cui è Dio vive la duplice virtù dell’ascolto: trascuratezza, di pigrizia, equivale a edificata la Chiesa resisterà al male, non l’ascolto della voce di Dio e l’ascolto del malvagità e disprezzo nei confronti di però senza la nostra attiva partecipazio- grido della gente a lui affidata. D io». ne di fede e la preghiera». Il deserto, ha spiegato il predicatore, È «dunque a coloro che il Signore ha «Fuori metafora e pensando a ciò che «è figura della vita». È un tempo che consacrato con l’unzione sacerdotale che ci è oggi richiesto per combattere la può diventare tentazione, «è il nostro oggi va rivolta la domanda: qual è il pri- tempo, il tempo dell’uomo». Dio mette mo, fondamentale servizio che il mini- CONTINUA A PAGINA 8
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #esercizispirituali 8 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 tura del salmo 121, «la preghiera non è che l’orante chiede», o «impertinente» semplice recitazione, non consiste nella perché sembra «suggerire che il Signore buona battaglia del Regno di Dio — ha formalità delle labbra: se il cuore non non si ricordi del bene da compiere». affermato il predicatore, presentando la aderisce al mistero di Dio la preghiera è Però, ha osservato il predicatore, la figura di Giosuè che scende in battaglia vana. Però una preghiera anche debole, Scrittura insegna che «Dio esaudisce — dobbiamo interrogarci con quali stru- sincera e umile, se è appello a quella prima che la richiesta giunga alle labbra, menti affrontiamo chi, con l’inganno e forza divina che può essere solo nel Si- Lui sa quello di cui abbiamo bisogno». la violenza, ostacola il bene. Forse alcu- gnore, è l’arma potente che ci è data per Dobbiamo comunque chiedere, ha esor- ne armi sono desuete, inadatte, insuffi- collaborare all’avvento del Regno». tato, «perché così prendiamo coscienza cienti. La preparazione culturale nelle delle nostre necessità», «sperimentiamo scienze umane e scienze religiose deve il bisogno», presentiamo a Lui «le no- essere oggetto di doveroso discernimen- stre ferite, le nostre sofferenze, così che to se non si vuole essere ingenui e irre- GIOVEDÌ POMERIGGIO ci sia dato di sentire la sua compassio- sponsabili di fronte a una aggressiva on- 5 MARZO ne», di «gustare» il suo amore «che data di dottrine e pratiche contrarie al ascolta ed esaudisce». Vangelo, in presenza di falsi profeti ». Il pastore vegli L’intercessione, quindi, «guarda il Inoltre «le istituzioni tradizionali ritenu- su chi è più fragile volto di Dio» e assiste a un «mutamen- te utili richiedono forse cambiamenti co- Più c’è peccato, più si moltiplica la to»: il passaggio «dall’ira alla misericor- raggiosi». Per questo, ha riconosciuto, misericordia di Dio. È la riflessione di dia», alla «tenerezza», cosicché si operi «la formazione umana e spirituale dei padre Bovati nell’ottava meditazione de- un «cambiamento radicale» nel proprio chierici e dei laici appare oggi una prio- gli esercizi spirituali. Il segretario della cuore. La preghiera di intercessione — rità apostolica». Pontificia commissione biblica si è sof- ha rimarcato padre Bovati — esprime Con efficacia padre Bovati ha delinea- fermato sul tema dell’intercessione, inte- una «progressiva docilità del mediatore to il profilo di Mosè in preghiera, con sa come «quell’intervento di soccorso nell’accogliere l’infinita bontà di Dio» e, «lo sguardo verso Dio, non perché si di- amorevole» che è esercitato verso perso- accogliendola in sé, diventa «testimone sinteressi della battaglia, ma perché vuo- ne bisognose «di perdono e di riconci- e strumento di quella misericordia». le indirizzarla alla più completa vittoria. liazione con Dio». Si tratta, ha spiegato L’intercessione, insomma, vede «l’emer- Mosè sul monte rappresenta la forza se- il predicatore, del «ministero più spiri- gere di un desiderio di Dio di salvare greta che conduce l’esercito al trionfo: tuale» sia perché ha per oggetto un bi- l’uomo», affinché nel mondo «tutti pos- l’immersione in Dio è la condizione in- sogno e una finalità che «toccano il cuo- sano essere attirati dalla luce della mise- dispensabile perché il combattimento re», «il segreto della persona», sia per- ricordia beneficiando del medesimo per- sulla terra abbia successo». Sì, «la vitto- ché «più di ogni altro» presuppone una dono». ria si ottiene con le braccia alzate, con il «vera familiarità con Dio», dato che si L’intercessore «ottiene da Dio» la mi- gesto tradizionale dell’orante: l’esito del- rivolge a chi è «spiritualmente in diffi- sericordia nella sua preghiera: da qui la guerra non è nelle mani del guerriero, coltà perché è nel peccato». mette in atto una serie di «azioni», Giosuè, ma in quello di Mosè che invo- I sacerdoti, ha ricordato padre Bovati, «modalità», «atteggiamenti» e «opera- ca Dio». Con un’annotazione sono chiamati al «ministero della ricon- zioni» che sono necessari «per far sì che sull’«aspetto della fatica di chi sta con le ciliazione», esercitandolo nel sacramen- i peccatori accedano al dono della mise- mani alzate, una spossatezza diversa da to, che va vissuto con «impegno», «de- ricordia divina». Per illustrare il proces- quella dei combattenti eppure reale». Ed dicazione» e «amore». Il servizio della so «concreto» di esercizio della miseri- è con «umiltà che Mosè si fa aiutare per misericordia, ha precisato, investe inoltre cordia divina «mediata dal suo mini- realizzare la sua missione dai sacerdoti, «l’esistenza di un’intera comunità», «di stro» e «attuato con il perdono», il pre- Aronne e Cur, che sorreggono le braccia chiunque nella Chiesa in preghiera» si dicatore ripropone il discorso di Gesù dell’uomo di Dio». Insomma, «ognuno renda «disponibile all’esercizio profetico nel capitolo 18 del Vangelo di Matteo. è indispensabile, ma è nella comunione, della riconciliazione». Il gesuita ha invi- Parte dall’attenzione «al piccolo», cioè espressione orante dell’alleanza tra fra- tato a prendere in esame il capitolo 32 la persona vulnerabile, fragile, debole telli e con Dio, che la preghiera è effica- dell’Esodo, versetti 7-14, ribadendo che che non deve essere disprezzata. «Colui ce, anche perché esprime l’amore, la so- il peccato «è conosciuto solo veramente che ha responsabilità nella Chiesa» è lidarietà, l’unità, nell’identico servizio nella preghiera, nell’incontro faccia a chiamato ad avere un «atteggiamento per tutto il popolo di Dio». Il suggeri- faccia con il Signore»: è guardando il paterno», con attenzione a «chi è più mento, dunque, è di non pensare allo suo volto, è «ascoltando la sua voce» piccolo». In questi giorni, ha riflettuto «sdoppiamento tra preghiera e contem- che si comprende «la gravità del pecca- padre Bovati, in cui è «più che mai at- plazione da una parte e combattimento to», come atto «contro Dio» e contro tuale la problematica degli abusi su mi- e azione dall’altra». gli «altri». Il peccatore, peraltro, «non nori», su persone «fragili», si fa «più Il passo del Vangelo di Matteo (17, si rende conto di quello che ha fatto», acuta e necessaria» la sollecitudine «dei 14-21) «parla di combattimento con sata- per ignoranza, per superficialità o «per grandi», chiamati a «difendere, promuo- na» ha proseguito Padre Bovati, indi- una terribile assuefazione al male», vere e edificare i piccoli». Ma anche nel- cando la figura del «ragazzo che è in quando si è «prigionieri di vizi compul- la parabola della pecora smarrita, ha preda a pulsioni che non sa controllare sivi» che impediscono «decisioni sensa- proseguito, Gesù indica «il venire meno ed è il simbolo della persona sofferente te». della attiva responsabilità del pastore, e indifesa, in grave pericolo perché pri- Chi prega, proprio intuendo la «peri- del grande che doveva badare al picco- vo di quelle risorse che permetterebbero colosità» del peccato, percepisce «guar- lo». Ha mancato di «vigilanza», di «cu- a lui di aderire al bene». Accanto a lui dando e ascoltando» il Signore il biso- ra personale», di attenzione «premuro- «c’è il padre, testimone della sofferenza gno che Dio stesso ha di «fare miseri- sa». La «fragilità del piccolo si coniuga del figlio»: per salvarlo si rivolge ai di- cordia». È guardando il Signore che ci con l’incuria del pastore», ma questo scepoli «che il Signore aveva dotato del- si sente «chiamati a un amore per il «non determina l’esito infelice della pa- la potenzialità di scacciare i demoni e di peccatore visto con gli occhi» di Dio. rabola, anzi è proprio l’occasione per at- guarire da ogni forma di male». Eppure L’orante, «proprio perché guarda il vol- tivare l’iniziativa del pastore che va a in questo episodio, ha fatto notare il to» del Signore, è portato «a immedesi- cercare la pecora smarrita». Cioè «fa ri- predicatore, «i discepoli del Signore non marsi» col peccatore, finendo col «por- tornare il peccatore». Il cercare la peco- ottengono nulla, la loro attività è senza tare su di sé il male altrui», sull’esempio ra smarrita, ha chiarito il predicatore, si efficacia, il loro intervento manca di di Cristo. «La preghiera che fa com- spiega nel medesimo passo evangelico, quella forza spirituale per combattere lo prendere la gravità del peccato» e il quando Pietro chiede al Signore quante spirito del male». Ed è questo «l’enigma «dovere urgente» di soccorrere tale pec- volte debba perdonare il fratello in caso del racconto: perché l’efficacia viene a cato «introduce, sollecita e promuove» di peccato contro di lui. Gesù — ricorda mancare? Perché il potere, pure dato, è una «speciale preghiera verso il Signo- — fa emergere la responsabilità sia del senza risultato? Gesù parla della man- re», quella «di intercessione». Nei testi peccatore, sia della persona offesa. «Il canza di fede, di “generazione incredula biblici, spiega il teologo, «la preghiera cercare il fratello che si è smarrito si rea- e perversa”». Padre Bovati ha spiegato che l’intercessore rivolge a Dio è una lizza secondo questo testo di Matteo che a mancare «non è solo la preghie- «domanda», una «supplica» affinché il con l’esercizio del dialogo», del parlare, ra». La questione, infatti, è se i discepoli Signore perdoni. A ben vedere, aggiun- dell’intraprendere un «processo gradua- «hanno almeno un briciolo di fede». ge, ogni richiesta a Dio appare «impro- le» che convinca il peccatore passando Del resto, ha concluso invitando alla let- pria», come se Dio dovesse fare «quello dal «colloquio personale» al «coinvolgi-
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 12 marzo 2020 #esercizispirituali 9 mento di testimoni», di «mediatori che il primo usa un imperativo: «fa’ salire». «tutto ciò va sottoposto a un’intuizione avvalorino il desiderio di riconciliazione Il che «può essere fastidioso solo se è spirituale di ordine profetico che sappia e lo favoriscano», fino al coinvolgimento pensato semplicemente come la volontà riconoscere ciò che Dio vuole, ciò che «dell’intera comunità». La finalità con- di un altro; ma quando il comando è Dio ha già posto in una determinata seguita dalla missione riconciliatrice, sot- promulgato dalla bocca dell’amico, dal persona, magari anche a sua insaputa, tolinea il teologo, si «rende visibile» Dio di amore, se viene compreso nella perché sia preparata al compito che il nella preghiera comunitaria. Il Salvatore sua verità», allora esso «illumina, rende Signore le affiderà». È lo stesso Mosè, realizza la sua missione proprio perché i sapienti, incoraggia, promuove la vita del resto, a formulare la richiesta «di sa- pastori sono «mediatori», «uniscono» la del credente, perché è come una strada per riconoscere colui che Dio ha scelto», comunità. spalancata, una porta che si apre sul mi- così come egli stesso «è stato scelto per- Quando l’apostolo Pietro domanda: stero dell’amore». Inoltre, ha proseguito sonalmente e conosciuto per nome», «Quante volte devo perdonare il mio il predicatore, «il comando divino è sebbene «forse lui non si sarebbe scelto fratello?», Gesù sprona «a non stancar- sempre proporzionato all’uomo perché è per nulla». si», rendendo dunque in un certo senso possibile, anzi facile da compiere, non Attualizzando la riflessione, il predica- «permanente» il «ministero della ricon- perché l’ordine che Dio vuole sia senza tore ha poi parlato del percorso che il ciliazione». Il numero “70 volte 7” viene fatica né sacrificio; ma perché chi dà pastore deve seguire per portare le greg- compreso come «moltiplicazione», quasi l’ordine promette la sua presenza, dà il gi ai pascoli eterni: «in un tempo di che a ogni limite si debba contrapporre potere, la grazia, lo spirito» per adem- cambiamenti, di difficoltà, di incertezze un «inimmaginabile superamento», «più pierlo. Di più: l’espressione salire riman- come quello odierno — ha detto — è c’è peccato più si moltiplica la miseri- da da un lato a «un processo continuo», quanto mai necessario saper trovare la cordia». Pietro è nella Chiesa il testimo- a «un movimento di liberazione che non via adatta a ciò che Dio vuole oggi». ne di questa misericordia. Di lui infatti si concluderà mai finché saremo su que- Con una certezza: che «la via giusta» è si ricorda il peccato del «rinnegamen- sta terra»; e dall’altro «indica che c’è quella «tracciata dai comandamenti, che to», si ricorda il suo pianto, il suo ravve- sempre un processo di elevazione»; che sono come pietre miliari, delineano il dimento «così che la sua esperienza di- non costa solo “fatica”, ma è anche sentiero, illuminano il percorso», pro- venti l’emblema della Chiesa e di ogni «promozione, esaltazione, andare verso prio come Mosè «che ha ricevuto la To- cristiano che perdonato diventa artefice qualcosa di più elevato». rah, l’ha anche scritta, poi l’ha comuni- di perdono». (Giada Aquilino) Un ulteriore elemento individuato dal cata e spiegata al popolo dopo essere segretario della Pontificia commissione stato ripetutamente all’ascolto del Si- biblica rimanda al fatto che Mosè non gnore sulla santa montagna». Ecco allo- domanda al Signore «ricompense, né se- ra che torna il tema del «discernimen- VENERDÌ MATTINA, 6 MARZO gni, né promesse» per sé, ma «chiede to», cui il biblista ha aggiunto l’aggetti- Discernimento e profezia solo di essere strumento. È come un vo «pratico» per indicare «quella capa- profeta che ogni volta deve essere istrui- cità sapienziale di natura profetica — do- Cristo è presente dove i discepoli ob- to dal Signore per compiere giorno do- nata da Dio nella preghiera — di ricono- bediscono al suo mandato, «non restan- po giorno la sua missione». E in questo scere nel concreto, nelle circostanze do prigionieri nel loro piccolo ovile, ma il pastore ha il dovere di «saper ricono- complicate della storia, nell’oggi, nella andando a portare l’irraggiamento della scere e promuovere nel comune ministe- varietà delle persone, dei momenti, le grazia nel mondo». Un «compito sovru- ro le persone che Dio ha eletto e consa- priorità da seguire; riconoscere quindi in mano, affidato a uomini che hanno fatto crato, ha inviato; così da essere poi lui a ogni realtà ciò che Dio vuole». E per fa- esperienza della loro fragilità» e che scegliere chi è stato scelto da Dio e po- re ciò, ha raccomandato, «non basta la «possono assumere questa missione solo ter consacrare chi è stato santificato da conoscenza teorica o una competenza perché Gesù dice loro: “Io sono con voi Dio, cioè dotato dello Spirito per il mi- nelle scienze teologiche. È necessario un tutti i giorni fino alla fine dei tempi”». nistero». Dunque, ha chiarito il predica- dono spirituale, non comunicato una È questa la conclusione a cui è giunto tore, Mosè «ha fin dall’inizio compreso volta per sempre, ma “distillato” giorno padre Pietro Bovati nella nona e ultima la necessità» di avere «dei collaboratori: dopo giorno per aiutare le persone a meditazione offerta ai partecipanti agli per andare dal faraone deve essere ac- scegliere la via che è stata indicata, per esercizi spirituali per la Curia romana compagnato da Aronne; per celebrare il aiutare il pastore a condurre sulle vie nella Casa Divin Maestro ad Ariccia. trionfo del Signore sul mare deve coin- «La presenza di Dio» è stato il tema buone». Dunque, si tratta di «un dono volgere la voce e i tamburelli di Miriam; affrontato dal segretario della Pontificia spirituale e come tale è intrinsecamente per vincere Amalek deve attivare Gio- commissione biblica a chiusura di que- amoroso, non si presenta come la prete- suè, ma anche Aronne e Cur per soste- sto itinerario settimanale che era iniziato sa del dotto, del competente, che sa nere le sue mani», e «per amministrare nel pomeriggio di domenica scorsa, 1° sempre tutto», ma è «la consapevolezza la giustizia, con le sue innumerevoli esi- marzo. Ispirandosi a letture tratte dal utile del discepolo che è stato istruito genze, deve fare ricorso a un collegio di capitolo 33 del libro dell’Esodo (7-17), dal Signore». giudici, così che nella suddivisione dei dal Vangelo di Matteo (28, 16-20) e dal compiti sia possibile portare il peso di Infine padre Bovati ha esortato a me- salmo 90, il predicatore ha esordito sot- tanta responsabilità e attivare anche una ditare gli ultimi versetti del capitolo 28 tolineando che «il Signore è presente sinodalità, cioè un’unità di intenti, una del Vangelo di Matteo, dedicati all’in- nella nostra vita, è l’Emmanuele per noi, collaborazione verso il medesimo obiet- contro di Gesù Risorto con i suoi apo- e ci accompagna nel nostro cammino». tivo». E «una tale compartecipazione di stoli. Egli chiede agli undici di tornare E il primo a capirlo è stato Mosè, esem- molti all’unica missione non evidenzia in Galilea, nel luogo dove si è originata plare nel guidare Israele facendo «vede- solo l’atteggiamento sapienziale» di chi la loro vocazione, per rivivere la fede re che è da Dio, dal rapporto con Lui, «capisce che se non si vuole soccombere «che forse ancora adesso è vacillante» in obbedienza, che si riceve come grazia bisogna farsi aiutare, e nemmeno che il dopo la sua crocifissione. Ma, ha fatto la capacità di condurre il popolo». In fatto di essere in più renda la cosa mi- notare il gesuita, non si tratta di «un proposito padre Bovati si è detto consa- gliore, perché, si dice nel proverbio “la procedimento nostalgico», quanto piut- pevole «che Gesù ha raccomandato di corda a tre capi è più resistente”». Al tosto di capire «il dono fondatore che pregare nel segreto senza esibizione» e contrario, intercedere affinché «altri ven- consiste nel seguire Gesù, essere con anche «che la preghiera non deve mai gano coinvolti nella stessa missione, fa Lui, vivere della sua parola e del suo diventare spettacolo e men che meno emergere, quale religiosa testimonianza, amore». Inoltre, li manda in una «terra autocelebrazione». Tuttavia — ha fatto che è Dio solo a essere il principio unico di confine, la Galilea delle nazioni», fa- notare — «essere un esempio luminoso è della salvezza, la cui presenza invisibile cendoli «uscire dal ghetto glorioso ma un dovere»; con l’avvertenza che «que- è attestata proprio dalla rinuncia di anche orgoglioso di Gerusalemme per sta esemplarità è veritiera quando non ognuno a essere l’unico operatore di be- portarli alle frontiere» e inviarli a «fare ha di mira il plauso fatto all’uomo, ma ne». Ecco allora l’importanza capitale discepoli in tutte le nazioni». Infatti al contrario, l’adorazione di Dio», attra- del discernimento: «non sono certo i cri- «Cristo ha sparso il suo sangue per la verso un “irraggiamento spirituale” che teri mondani di amicizia, simpatia, affi- moltitudine». E ora, come «pastore su- «viene proprio da chi prega, perché atti- nità culturale o quant’altro, né una sem- premo delle pecore, promuove pastori i ra, porta gli uomini ad amare Dio». plice considerazione di qualità oggettive suoi discepoli» per «una prosecuzione, Soffermandosi poi sui termini del col- nel campo intellettuale o pratico che as- una dilatazione della sua opera di amo- loquio tra il Signore e Mosè nel brano sicurano competenza, efficienza, affida- re», ha argomentato il predicatore termi- meditato, padre Bovati ha osservato che bilità». Ma, ha spiegato padre Bovati, nando la sua riflessione.
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