RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione

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RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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                                                                                                RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

                                                                                                                                                               
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                                                                                                                                                        www.donorione.org
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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   RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

                La rivista è inviata in omaggio a
                benefattori, simpatizzanti e amici e a
                quanti ne facciano richiesta, a nome
                                                                                                                                                                           sommario
                di tutti i nostri poveri e assistiti

                                 RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

                                                                                                                          eDitoriale                                                         3
                                                                                                                          Ei fu: 5 maggio 1821
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                                                                                                                          Don Orione in Argentina
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                                                                                         www.donorione.org

                                                                                                                                                                                             8
                Direzione e amministrazione
                                                                                                                          Padre Giovanni Semeria
                via Etruria, 6 - 00183 Roma
                Tel.: 06 7726781                                                                                          Dal monDo orionino
                Fax: 06 772678279                                                                                         San Luigi Orione e Sant’Antonio di Padova: devozione e sintonia
                E-mail: uso@pcn.net                                                                                                                                                         10
                www.donorione.org                                                                                         100 anni di storia dell'istituto Berna
                                                                                                                          inaugurato il Giardino dei Giusti
                Spedizione in abbonamento
                postale Bergamo
                Registrata dal Tribunale di Roma                                                                          Dossier                                                           15
                n° 13152 del 5/1/1970.                                                                                    i santi "fratelli universali"
                                                                                                             I   ti

                Nostro ccP è 919019 intestato a:
                OPERA DON ORiONE                                                                                          Dal monDo orionino                                                19
                via Etruria, 6 - 00183 Roma                                                                               La festa di S. Luigi Orione
                Direttore responsabile
                Flavio Peloso                                                                                             Pagina missionaria                                                20
                Redazione                                                                                                 All’opera per contrastare l’emergenza cOviD
                Angela ciaccari
                Gianluca Scarnicci
                                                                                                                          angolo giovani                                                    22
                Segreteria di redazione                                                                                   Anno vocazionale Orionino - 2021 - 23 giugno - 2022
                Enza Falso

                Progetto grafico                                                                                          PiCCole suore missionarie Della Carità                            24
                Angela ciaccari                                                                                           La carità è un dono soprannaturale!
                Impianti stampa
                Editrice vELAR - Gorle (BG)
                www.velar.it
                                                                                                                          Diario Di un orionino                                             26
                                                                                                                          Un santo antipatico?
                Fotografie
                Archivio Opera Don Orione
                                                                                                                          in breve                                                          27
                Hanno collaborato:
                Flavio Peloso
                                                                                                                          Notizie flash dal mondo orionino
                Oreste Ferrari
                Paolo clerici - Federica Zanatta                                                                          “sPlenDeranno Come stelle”                                        30
                Marialuisa Ricotti                                                                                        Aloísio Hilário De Pinho
                Matteo Guerrini - Suor M. Tamara Mará
                Giuseppe volponi
                Maria carla Tonelli
                Pierangelo Ondei

                Spedito nel giugno 2021
                                                                                                                      Don orione oggi                             www.donorione.org
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
DO_GIU_2021_Layout 1 31/05/21 16.11 Pagina 3

                                       FLavIO PELOSO
      eDitoriale

      ei Fu: 5 maggio 1821
      Don orione parla di napoleone                                                                                                                                     3

             Ei fu. Siccome immobile,                                  Dal manzoni a Don orione
             dato il mortal sospiro,
             stette la spoglia immemore                                Sono passati 200 anni dalla morte di Napoleone, conse-
             orba di tanto spiro…                                      gnato al mito per le sue imprese belliche e per il suo potere.
      Anch’io, a suo tempo, ho imparato a memoria questa ode           “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”, osserva il Man-
      di Alessandro Manzoni, scritta nel 1821, in occasione della      zoni. Se quella morte fece pensare e riflettere Alessandro
      morte di Napoleone Bonaparte, il 5 maggio 1821, esule            Manzoni, può ancora portare qualche buon pensiero e utile
      nella lontana isola-prigione di Sant’Elena, uno scoglio sper-    insegnamento anche a noi, oggi. così la pensava anche Don
      duto nell’oceano Atlantico, a 1.900 km dalla costa afri-         Orione che visse a metà strada tra il 1821 e il nostro 2021.
      cana. La notizia della morte si diffuse in Europa solo due       Napoleone è personaggio che ritorna più volte nella parola
      mesi dopo. il Manzoni ne fu informato dalla “Gazzetta di         e nella penna di Don Orione, del quale metteva in luce po-
      Milano” del 16 luglio, in un articolo che riferiva anche         tenza e limiti, grandezza e miseria.
      della conversione di Napoleone prima della morte. La no-         in questo centenario dell’illustre stratega e imperatore,
      tizia di una simile morte, solitaria e redenta, di un simile     non ci accoderemo a quanti fanno un mito e un’icona di
      uomo, potente e glorioso, colpì l’animo di Manzoni e lo          forza e di autoaffermazione di “Napoleone e mille altri
      fece pensare e scrivere l’ode di getto, il giorno dopo.          che desolarono la terra e sulle cui orme lasciarono infa-
                                                                       mie, delitti e larghe strisce di sangue!”.
             “Così percossa, attonita
                                                                                                                                        Don orione oggi • giugno 2021

                                                                       Piuttosto, con Don Orione – che sempre cito in corsivo -
             la terra al nunzio sta,                                   meditiamo sulla fugacità della gloria e della potenza ter-
             muta pensando all’ultima                                  rena: “Ricordiamoci di Napoleone Bonaparte, il quale,
             ora dell’uom fatale”.
                                                                       benché fosse il terrore dei sovrani d’Europa e avesse in-
      Nei suoi versi, Manzoni mise in risalto le battaglie e le glo-   nalzato il suo soglio potente e splendido sui troni dei re
      rie di Napoleone, ma anche la sua fragilità umana e la mi-       da lui umiliati, nulla meno… andò a finire i suoi giorni,
      sericordia di Dio.                                               schiavo degli inglesi, relegato sullo scoglio di S. Elena”.
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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                                                                                                                                                      eDitoriale

                                     la reggia e il tristo esilio                 gloria di Marengo”. Alludeva alla             di sublime? Recitate il Pater noster»”.
                                                                                  sconfitta subita di primo mattino e           Napoleone ebbe in grande stima la
                                     La vicenda storica di Napoleone, do-         alla vittoria riportata alla sera dello       Messa, come racconta Don Orione.
                                     minatore dell’Europa “dall’uno all’al-       stesso giorno a Marengo, uno degli            “Esule a Sant’Elena, scrisse più volte al
                                     tro mar”, “tutto ei provò: la gloria, la     eventi più importanti della leggenda          Governatore inglese e a Roma per
                                     fuga e la vittoria, la reggia e il tristo    napoleonica.                                  avere un Sacerdote, raccomandando,
                                     esiglio: due volte nella polvere, due        Spronando a maggiore dinamismo                diceva, la scelta di questo «medico
                                     volte sull’altar”, insegna che “Vanitas      apostolico, Don Orione ricordava:             dell’anima», che richiede una confi-
                                     est honores ambire et in altum statum        “Senza le nostre macchine Giulio Ce-          denza ben più grande che quello del
                                     se extollere: Alessandro il Macedone         sare girava l’Italia, le Gallie, la Britan-   corpo”. “Finalmente fu esaudito, e i
                                     e Carlo V, sui cui stati non tramontava      nia, la Spagna, l’Asia e l’Africa.            sacerdoti Buonavita e Vignali, nel set-
                                     il sole, Napoleone, Saladino… Dante          Napoleone dalla Senna correva alle            tembre del 1819, arrivarono a San-
                                     diceva: che cosa è la fama, un po’ di        piramidi e vi piantava il vessillo impe-      t’Elena. Napoleone diede subito ordini
                                     vento che or vien quinci ed or va            riale! L’uomo si muove!”. E conclu-           perché, al mattino seguente, vi fosse
                                     quindi, e muta nome per mutar di             deva: “Non vi perdete in ciancie, non         la Santa Messa. Qualcuno gli fece os-
                                     lato”.                                       vi perdete in leggerezze, cari figlioli,      servare che non si doveva avere
                                     comparando la grandezza di Napo-             è troppo prezioso il breve tempo              troppo fretta. «Come! - disse Napo-
                                     leone a quella di Gesù e di altri grandi     della vita”. “Posso perdere una batta-        leone - è tanto tempo che sono privo
                                     della storia della chiesa, il nostro         glia, ma non perderò mai un minuto”,          di sì grande fortuna, e non dovrei go-
                                     Santo osservava: “Napoleone fu salu-         diceva di sé Napoleone.                       derne subito, ora che posso averla?»”.
                                     tato l’arbitro di due secoli. Se non che     Quello che forse ha aggiunto al mito          Sempre a riguardo della stima verso la
                                     la cometa di Napoleone aveva una             di Napoleone la nota di eccezionalità         Messa, Don Orione riferisce: “Napo-
                                     coda stillante sangue”. “Nel campo           gloriosa e tragica è il contrasto tra la      leone esaminava un giorno il regola-
                                     civile, gli artefici delle rivoluzioni la-   sua vita travolgente di successi e la         mento interno del celebre Conserva-
                                     sciarono ruine, sciagure dell’umanità,       sua morte avvenuta nella normalità            torio di Ecouen, e visto un articolo che
                                     tutti anche Napoleone. Per questo il         più umana e desolata. Don Orione,             prescriveva alle giovanette educande
                                     Manzoni si chiede «fu vera gloria?» e        non abbagliato dalla fama di Napo-            di assistere alla Messa le domeniche e
                                     lascia a posteri l’ardua sentenza!”.         leone, puntò molto l’attenzione pro-          i giovedì, si fece portare una penna e
                                     indubbiamente, Napoleone fu uomo             prio su quest’ultima fase del declino         corresse di sua mano: ogni giorno!”.
                                     di doti elevate e vincenti. Don Orione       della sua vita scorgendovi importanti         “Napoleone morì di crepacuore sul
                                     ne esaltava l’intraprendenza e la rapi-      luci di grandezza.                            nudo scoglio di S. Elena; tutti i potenti
                                     dità di azione che fecero parte del
                                                                                                                                lasciarono dietro sé lo sfacelo e la de-
       4                             suo successo. Sappiamo come queste           Fede ai trionfi avvezza                       solazione”.
                                     virtù eccelsero anche nello “stratega
                                     della carità” e furono da lui coltivate.     Per esempio, ricordava come Napo-             Era il 5 maggio 1821. Nel pomeriggio
                                     Lamentandosi con i confratelli:              leone, sconfitto e relegato all’isola di      del 3 maggio, l’abate vignali gli aveva
                                     “Abbiamo fatto poco, abbiamo per-            Sant’Elena, ebbe un’apertura alla fede        amministrato l’estrema unzione.
                                     duto molto tempo in ciancie”, citava         cristiana e andava ripetendo “Ho                     Bella immortal! benefica
                                     proprio le parole di Napoleone ai suoi       un’anima sola! Ho un’anima sola!”.                   Fede ai trionfi avvezza!
                                     soldati: “Una battaglia è perduta, ma        Richiamò alcuni aspetti religiosi della              Il Dio che atterra e suscita,
                                     sono le cinque e abbiamo tempo di            sua vita. “Quanto al Pater noster, chi               che affanna e che consola,
                                     guadagnarne un’altra: parole vesper-         non conosce il giudizio che ne diede                 sulla deserta coltrice
                                     tine, che però a Napoleone valsero la        il Napoleone? «Volete qualche cosa                   accanto a lui posò.
     Don orione oggi • giugno 2021
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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                                                                                FLavIO PELOSO
                         il Direttore risPonDe
                                                                                orione.roma@gmail.com

         Il piroscafo "Principe di Udine" su cui viaggiò
         Don Orione diretto in America Latina.

      Don orione in argentina
      Sono un sacerdote argentino in Italia.               Ti voglio dare un continuatore che sia     novembre successivo sul piroscafo in-
      Ho letto che quest’anno si ricordano                 secondo il tuo cuore, io gli risponde-     glese Deseado. Proveniva da Rio de
      i 100 anni dell’arrivo di Don Orione in              rei: Lasciate, o Signore, perché già me    Janeiro e aveva fatto sosta a Montevi-
      Argentina. Penso al coraggio di                      lo avete dato in Don Sterpi”. Nella me-    deo, in Uruguay. A Buenos Aires fu
      quest’uomo che ha lasciato la sua                    desima lettera invitò a “pregare per       ospite degli Scalabriniani.
      Congregazione in Italia per “pren-                   Don Adaglio e per quegli altri nostri      Nei giorni seguenti il vescovo de La
      dere il largo”. Date rilievo a questo                che la Madonna guiderà in questo           Plata, Monsignor Alberti, fin dal primo
      anniversario. Fu un grande evento per                stesso mese in Terra Santa, dove siamo     incontro gli propose di accettare la
      Don Orione e per l’Argentina. Mi può                 stati chiamati dal Patriarca Latino di     chiesa di victoria, nel quartiere ope-                    5
      dire qualche cosa del suo viaggio?                   Gerusalemme, per l’impianto di una         raio delle ferrovie. «Mentre noi -
                                                           vasta Colonia agricola; anche colà an-     scrisse poi mons. Maurilio Silvani che
                        P. Francisco Vazquez               diamo con una speciale benedizione         l’accompagnava - ammiravamo le
                                                           del S. Padre”.                                        belle linee della chiesa, Don

      e   ra da tempo che Don Orione pen-
          sava e programmava di andare in
      America Latina dove c’erano già al-
                                                           Dopo l’emergenza della
                                                           prima guerra mondiale, il
                                                           1921 fu un anno di
                                                                                                                      Orione parve che per-
                                                                                                                          desse la cognizione:
                                                                                                                            lo vedemmo stac-
      cuni suoi figli partiti dall’italia nel              espansione per la con-                                             carsi da noi, con
      1914. il suo viaggio si concretizzò nel              gregazione.                                                         le braccia levate
      1921. Allora era un’impresa ardua at-                il 12 giugno si era                                                  in alto e, come
      traversare l’atlantico. Lo fecero tanti              aperto l’istituto Berna                                              un bimbo, tutto
      emigranti dall’italia, in cerca di pane,             di venezia, Mestre; il                                               festoso, correre,
      e lo fece anche Don Orione, in cerca                 1° luglio, l’istituto di                                            verso l’imma-
      di Anime. il 30 luglio 1921, andò a                  via delle Sette Sale a                                             gine della Ma-
      prendere la benedizione dal Papa Be-                 Roma; il 3 settembre                                              donna      e    poi
      nedetto Xvi, il quale gli concesse il                prese avvio la colonia                                          prostrarsi: “Ma non
      passaporto diplomatico e gli affidò al-              agricola di Deir Rafat, vicino                              vedete? - esclamò - è
      cuni particolari compiti.                            a Gerusalemme.                                          la Madonna della Guar-
      Alla vigilia della partenza, il 3 agosto,            Don Orione salpò dal porto di Genova            dia! Sono venuto in Argentina con
                                                                                                                                                    Don orione oggi • giugno 2021

      scrisse un’appassionata lettera circo-               il 4 agosto 1921, con la nave Principe     l’intenzione di edificare alla Madonna
      lare “da casa Gambaro”, ove era ospi-                di Udine. con lui viaggiavano i confra-    una chiesa: ma la Madonna è stata
      tato. in essa nominò Don carlo Sterpi                telli don Mario Ghiglione e don ca-        più sollecita di me, e me la dà già
      come suo vicario in italia: “Vi affido, a            millo Secco. Arrivò a Rio de Janeiro, in   fatta...». E disse che accettava la
      Don Sterpi, e so di mettervi in buone                Brasile, il 19 agosto, dunque dopo 15      chiesa senza nemmeno pensarci
      mani; abbiate ogni fiducia in lui, che               giorni di mare.                            sopra. iniziò così l’epopea di Don
      ben se la merita. Se Iddio mi dicesse:               in Argentina, Don Orione giunse il 13      Orione in Argentina.
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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                                                        OREStE FERRaRI
                                                                                                     Della nasCita Di Don luigi orione                              D

                                      150 anni CHe Hanno
     6
                                      Cambiato la vita a
                                      molte Persone
                                      la Famiglia Carismatica orionina si prepara a celebrarre
                                      i 150 anni della nascita di san luigi orione.

                                      Q   uando il seminatore lancia il suo
                                          seme nell’aria, non sa di preciso
                                      quanto frutto porterà. Quando im-
                                                                               nome di San Luigi Orione. Eppure l’al-
                                                                               lora parroco, don cattaneo aveva
                                                                               detto alle donne che stupite gli chie-
                                                                                                                         sagio, o magari hanno aperto uno spi-
                                                                                                                         raglio di luce. Forse a chi meno ce
                                                                                                                         l’aspetteremmo, come il giovane che
                                      mettiamo una sostanza nell’acqua di      devano perché le rose davanti all’edi-    anni prima aveva avvelenato sua
                                      un fiume, non sappiamo quante per-       cola della Madonna non appassissero:      madre e da anni girava inquieto in
                                      sone ne riceveranno beneficio o          “chissà, forse la Madonna vuole farci     cerca di pace.
                                      danno. Tutto quello che facciamo ha      una grazia particolare”.                  Quante persone si sono rivolte a lui
                                      conseguenze che vanno ben al di là       E quel seme è cresciuto ed è diven-       con un’ansia nel cuore, o un dolore
                                      degli effetti immediati che possiamo     tato un albero rigoglioso. La storia la   nel corpo e hanno trovato una conso-
                                      valutare con i nostri occhi.             conosciamo bene; quello che non co-       lazione, magari non una soluzione,
      Don orione oggi • giugno 2021

                                      Non avviene così con Dio. Lui pianta     nosciamo e mai conosceremo, è il nu-      ma un incoraggiamento a continuare
                                      un seme e sa esattamente quanti          mero esatto di persone la cui vita è      a sperare e lottare.
                                      frutti la nuova pianta porterà, frutti   cambiata radicalmente a causa di          Nei suoi 68 anni di vita, Don Orione
                                      sparsi nel mondo e nel tempo. È          Don Orione e delle sue opere. Lui pre-    ha aperto molte case in italia, Brasile,
                                      quanto è avvenuto a Pontecurone          dicava e centinaia di persone lo ascol-   Argentina, Uruguay, e molte altre
                                      150 anni fa quando Dio piantò quel       tavano ammirati; chissà a quanti di       sono state aperte dai suoi “Figli e Fi-
                                      seme che oggi conosciamo con il          essi le sue parole hanno creato un di-    glie”, su suo suggerimento o ispirati
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     Della nasCita Di Don luigi orione

      dal suo esempio. Ognuna di esse ogni        diceva che dobbiamo avere “un               stolto di Cristo e vivere e morire della
      giorno ha ricevuto o ancora riceve          cuore senza frontiere perché allar-         stoltezza della carità per i miei fra-
      centinaia di persone che vi abitano, o      gato dalla carità di Cristo”. Dove          telli! Amare sempre e dare la vita can-
      vi lavorano, o vengono a chiedere un        mancano le strutture, dove nessuno è        tando l’Amore! Spogliarmi di tutto!
      aiuto o magari a darne uno. Sono per-       mai andato o vuole andare, dove ci          Seminare la carità lungo ogni sen-
      sone che direttamente o indiretta-          sono veramente gli abbandonati, gli         tiero; seminare Dio in tutti i modi, in
      mente si confrontano con il suo stile       ultimi, lì non si possono fare calcoli e    tutti i solchi; inabissarmi sempre infi-
      di vita, il suo messaggio, qualcuno di      difficilmente riceveremo ricompense         nitamente e volare sempre più alto
      loro, probabilmente, farà quell’espe-       e fama, ma lì veramente potremo fare        infinitamente, cantando Gesù e la
      rienza vitale dell’Amore di Dio, che        quella carità nascosta ma meritoria di      Santa Madonna e non fermarmi mai”.
      cambia per sempre la vita. È la grande      cui Gesù stesso ha detto: “Venite, be-      Giovanni Paolo ii, nel discorso per la
      onda della carità, dell’Amore di Dio,       nedetti dal Padre mio perché ho             beatificazione del nostro fondatore
      che si muove liberamente ed entra           avuto fame e mi avete dato da man-          (26 ottobre 1980), disse: “Dalla sua
      nel profondo dei cuori, tocca quelle        giare …”. Questo è successo a Don           vita, tanto intensa e dinamica, emer-
      corde nascoste che attendono di es-         Orione quando è andato nel nord             gono il segreto e la genialità di don
      sere suonate, e ne nasce la “divina         dell’Argentina, nel chaco, dove altre       Orione: egli si è lasciato solo e sem-
      sinfonia degli spiriti”.                    congregazioni avevano rifiutato l’in-       pre condurre dalla logica serrata
      Noi siamo figli della società moderna,      vito del vescovo locale. Ora proprio lì     dell’amore! Amore immenso e totale
      vogliamo contare le cose, valutare          abbiamo una parrocchia, una scuola,         a Dio, a Cristo, a Maria, alla Chiesa, al
      matematicamente l’impatto sociale           un cottolengo e migliaia di giovani         Papa, e amore ugualmente assoluto
      di ciò che facciamo, l’utilità o meno       che ogni giorno varcano la soglia           all’uomo, a tutto l’uomo, anima e
      del nostro lavoro. Lo Spirito di Dio, in-   della nostra Opera.                         corpo, e a tutti gli uomini, piccoli e
      vece, non vuole catene, non accetta         cosa ha spinto Don Orione a fare            grandi, ricchi e poveri, umili e sa-
      strumenti di misurazione. Lui non agi-      tutto questo? Dove ha trovato il co-        pienti, santi e peccatori, con partico-
      sce secondo i nostri parametri e            raggio? Non comprenderemo mai il            lare bontà e tenerezza verso i
      schemi, ma agisce dove sa che c’è più       segreto racchiuso nell’intimo del suo       sofferenti, gli emarginati, i disperati”.
      bisogno, senza fare calcoli.                cuore ma possiamo coglierne l’al-           Parlava di Don Orione, ma indiretta-
      Penso che Don Orione pensasse nello         tezza mistica nei suoi scritti.             mente stava chiedendo a ciascuno di
      stesso modo. La maggior parte del           Un giorno scrisse: “E vorrei farmi cibo     noi suoi figli: “Qual’ è la logica che
      bene che facciamo non lo conosce-           spirituale per i miei fratelli che hanno    conduce le vostre azioni? chi occupa
      remo mai e non apparirà mai nei no-         fame e sete di verità e di Dio; vorrei      il posto principale nel vostro cuore,
      stri registri, ma non per questo è          vestire di Dio gli ignudi, dare la luce     tanto da poter essere chiamato il vo-          7
      meno prezioso.                              di Dio ai ciechi e ai bramosi di mag-       stro grande amore?”.
      È interessante vedere l’affinità di lin-    gior luce, aprire i cuori alle innumere-    150 anni sono passati e molto è cam-
      guaggio tra Papa Francesco che ci in-       voli miserie umane e farmi servo dei        biato. La storia continua ed ora è
      vita ad andare alle nuove frontiere         servi distribuendo la mia vita ai più in-   nelle nostre mani.
      dell’emarginazione e Don Orione che         digenti e derelitti; vorrei diventare lo
                                                                                                                     Don Orione con le
                                                                                                                  benefattrici a Tortona.

                                                                                                                                            Don orione oggi • giugno 2021
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                                                                                                                    PaOLO CLERICI
                                                                                                                                              stuDi orionini

                                      PaDre giovanni semeria
                                      intellettuale barnabita, oratore e scrittore, uno degli uomini pubblici più in vista
                                      del cattolicesimo italiano della prima metà del XX secolo. giovanni Paolo ii
                                      nel giugno 1984 lo dichiara servo di Dio.

                                      P   adre Giovanni Semeria fu uno
                                          degli uomini pubblici più in vista
                                      del cattolicesimo italiano agli inizi del
                                                                                   teologia, ma l’insorgere delle prime
                                                                                   difficoltà dovute alla sua straordinaria
                                                                                   apertura mentale e a una sensibilità
                                                                                                                              tavano lo stesso mondo cattolico.
                                                                                                                              i primi contatti fra Don Orione e Se-
                                                                                                                              meria avvennero proprio tramite il
                                      sec. XX, straordinaria figura di barna-      spiccatamente moderna, motivarono          giovane Gaspare Goggi che frequen-
                                      bita che ha vissuto e sofferto profon-       il trasferimento a Genova.                 tava le conferenze e la predicazione
                                      damente i drammi sociali, religiosi e        Giunto in Liguria nel 1895, Genova         del barnabita, riferisce al fondatore:
                                      culturali di una delle più travagliate e     conserva di Lui vivida memoria, poi-       “Padre Semeria desidera molto di co-
                                      convulse epoche della storia d’italia e      ché in questa città dispiegò una mul-      noscerla”.
                                      della chiesa.                                tiforme azione culturale e sociale,
                                      Affermatosi come valente e promet-           ispirata ai grandi valori: avviò due
                                                                                                                               i primi contatti fra Don orione e
                                      tente studioso soprattutto in scienze        anni dopo quella “Scuola Superiore di
                                                                                                                               semeria avvennero proprio
                                      bibliche e fornito di singolari doti ora-    Religione” (1897-1907) destinata a
                                                                                                                               tramite il giovane gaspare goggi
                                      torie, gli si apriva un brillante avvenire   studenti e professionisti, che gli per-
                                                                                                                               che frequentava le conferenze e
                                      a Roma dove fu ordinato sacerdote a          mise di aprirne gli interessi culturali
                                                                                                                               la predicazione del barnabita,
                                      soli 23 anni nel 1890 dopo aver con-         alle grandi tematiche bibliche, reli-
                                                                                                                               riferisce al fondatore: “Padre
                                      seguito brillantemente la licenza in         giose e filosofiche che all’epoca agi-
                                                                                                                               semeria desidera molto di
                                                                                                                               conoscerla”.
                                                                                                                              Nell’estate del 1902 i due si incontra-
                                                                                                                              rono, dopo che Padre Semeria l’11
     8                                                                                                                        giugno scriveva a Don Orione: “E fac-
                                                                                                                              ciamo di vederci un poco, una
                                                                                                                              volta!”, alcuni scambi di biglietti sono
                                                                                                                              testimoni degli incontri avvenuti.
                                                                                                                              La crescente notorietà che accompa-
                                                                                                                              gnava la figura del barnabita non
                                                                                                                              sempre giocò a suo favore. L’aver spo-
                                                                                                                              sato la causa della modernità con le
                                                                                                                              conseguenti istanze storiche-critiche,
                                                                                                                              espose Semeria ad un crescendo di
                                                                                                                              sospetti e denunce. Negli anni del
                                                                                                                              modernismo (1905-1909), su Padre
                                                                                                                              Semeria cadono severi sospetti della
                                                                                                                              Santa Sede e ripetuti moniti dei suoi
                                                                                                                              superiori tanto che nel 1908 molti
                                                                                                                              vescovi vietano la sua predicazione
                                                                                                                              nelle loro diocesi.
                                                                                                                              in questi momenti di grande scon-
                                                                                                                              forto scrive a Don Orione: “c’è tanto
                                                                                                                              bisogno di carità! Oh Dio che brutti
      Don orione oggi • giugno 2021

                                                                                                                              momenti di grettezza, di odio an-
                                                                                                                              diamo attraversando! il vangelo del-
                                                                                                                              l’amore, che è il vangelo di Gesù, sta
                                                                                                                              diventando il vangelo della pedante-
                                                                                                                              ria; il vangelo della indulgenza, nel
                                                                                                                              vangelo della severità si trasforma! vi
                                                                                                                              scrivo anch’io con l’animo addolorato
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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      stuDi orionini

                                                     FeDe ProFonDa, granDe mente,
      per quello che succede a me, quanto
      ai carissimi amici miei. Preghiamo a           gran Cuore
                                                     n
      vicenda per noi caro amico, pre-                    asce a caldirodi presso Sanremo il 26 settembre 1867 orfano di padre (morto a
      ghiamo perché alla chiesa spuntino                  Brescia prima della sua nascita). il suo status di orfano lo condizionerà per tutta
      giorni migliori. Quando passate da             la vita dedicandosi proprio all’aiuto di questa categoria. crebbe a Torino dove av-
      Genova? vi vedrei così volentieri”.            viene la sua prima formazione culturale. Nell’agosto 1882 a 15 anni entra nel novi-
      Alla fine di dicembre 1910 la com-             ziato dei chierici regolari di S. Paolo pronunciando i voti religiosi il 22 ottobre 1883.
      missione di vigilanza di Genova dopo           Si trasferì a Roma dove riprese gli studi nel seminario romano, qui il 5 aprile 1890 è
      aver severamente valutato la “que-             ordinato sacerdote. il contatto con l’ambiente romano si rivelò decisivo per la sua
                                                     maturazione intellettuale, si laurea in Lettere alla facoltà della Sapienza nel 1893.
      stione Semeria” giunse alla estreme
                                                     All’attività di insegnante affianca quella di conferenziere che si manifestò come la
      decisone di togliergli la facoltà di pre-
                                                     sua vera vocazione. con il suo impegno di studioso ed oratore si fa esponente del
      dicare. in un momento di prostra-              rinnovamento del pensiero cristiano, assume tra i suoi impegni la questione dei rap-
      zione nel settembre 1912 scrive a              porti Stato e chiesa, il dissidio scienza e fede, la causa dei poveri nelle aree depresse
      Don Orione: “Tibi soli. caro Don               del meridione devastate dalla prima guerra mondiale.
      Orione. vi scrivo in un momento di             Trasferito a Genova nel settembre del 1895, pensa di lavorare alla costruzione di
      desolazione interiore che però si rian-        una cultura religiosa per i laici realizzando una Scuola Superiore di Religione, nel
      noda a parecchi altri momenti d’oscu-          1904 su invito di Mons. Geremia Bonomelli stende un memoriale per l’abolizione
      rità, tenebre, specie in materia               del Non expedit inoltrato a Pio X scavando un solco con gli intransigentisti. Sospet-
      religiosa. Mi aggrappo in questi mo-           tato di condividere idee moderniste nel settembre del 1912 fu esiliato a Bruxelles,
      menti alla fede, per timore di fare uno        successivamente la vita di trincea durante la prima guerra mondiale provano molto
                                                     il barnabita che cade in depressione minandone la salute.
      sproposito, e di dare scandalo…la
                                                     Determinante il suo impegno, sociale e caritativo; dopo aver conosciuto la miseria
      cosa al mondo che temo di più per
                                                     della città di Roma, la sofferenza degli operai, la tragedia della guerra vissuta in trin-
      Dio e per gli uomini. Mi preoccupa in          cea, con tutte le forze si adopera alla ricostruzione e all’assistenza degli orfani. col-
      questi momenti la mia sistemazione,            laborò con Padre Giovanni Minozzi fondando nel 1921 “L’Opera Nazionale per il
      almeno per un certo tempo. Parmi ci            Mezzogiorno d’italia” al fine di offrire una casa ai suoi orfani, gli orfani di guerra,
      vorrebbe un lavoro manuale, accom-             un’educazione e una famiglia. Passa così “dalla carità della scienza alla scienza della
      pagnato intercalato da lavoro intellet-        carità”, senza mai rinnegare i suoi ideali giovanile. Morì il 15 marzo 1931 durante
      tuale di traduzione – dal tedesco o            un viaggio a Sparanise di caserta, per assistere i “suoi orfani”. La sua tomba si trova
      inglese -, la sola forma di attività men-      a Monterosso al Mare nella sua Liguria.
      tale che mi resta. Non vedo altro am-
      biente che qualcuna delle vostre case
      agricole – in calabria è forse meglio       con l’ingresso dell’italia in guerra (24        come quelle del medico, e, più, mi                   9
      per non destare ammirazione nella           maggio 1915), fu nominato – per i               metto nelle mani di Dio”. Per Padre
      gente che mi conosce –, potrei dire la      buoni uffici della figlia carla – dal Ge-       Semeria è questo un periodo dram-
      S. Messa e viceversa essere utilizzato      nerale cadorna cappellano presso il             matico fino a sentire la “terribile ten-
      e guidato in lavori campestri, fuori        comando Supremo ad Udine. Qui Se-               tazione del suicidio” e Don Orione si
      delle ore consacrate allo studio e alla     meria dispiegò una febbrile attività sa-        interessa costantemente di Lui da es-
      preghiera… il lavoro mi svagherebbe         cerdotale e filantropica, provvedendo           sere il punto il riferimento in italia per
      un poco, strappandomi alle idee tor-        non soltanto alle necessità spirituali,         avere notizie del Padre.
      mentatrici da cui sono assediato”.          ma pure a quelle materiali delle                Terminata la guerra l’italia ne era
      Non sappiamo quale riscontro abbia          truppe.                                         uscita vittoriosa ma impoverita e
      avuto questa lettera. Nemmeno un            il 17 dicembre 1915 tornava in Sviz-            padre Semeria nell’ultimo periodo
      mese dopo, nella notte del 21-22 set-       zera dove venne presto ricoverato in            della sua vita si getta nel campo della
      tembre 1912 Padre Semeria partiva,          una clinica di Ginevra con la diagnosi          carità (1924-1931) iniziando prima
      non per un istituto di Don Orione, ma       di “gravissima crisi di psicastenia”.           una colonia pro Orfani di Guerra nel-
      in esilio in una casa del suo Ordine in     Don Orione pur molto impegnato in               l’italia Meridionale e successivamente
      Belgio a Bruxelles. il 10 gennaio 1913      Avezzano per il terremoto della Mar-            con altri centri sempre per orfani.
      scriverà a Don Orione: “Ora sono sca-       sica gli sarà particolarmente vicino. il        Quando a Don Orione giunse la noti-
      raventato fuori del mio paese dove          9 febbraio 1916 Don Orione è a                  zia della morte del padre avvenuta il
      non ho nulla da fare. È l’ozio forzato,     vevey ed è accolto dal Semeria come             15 marzo 1931 volle ricordare
      peggio dei lavori forzati”.                 “un messo della Provvidenza”. Lo                l’amico con un solenne ufficio fune-
                                                                                                                                                  Don orione oggi • giugno 2021

      Due anni dopo si venne a trovare con        stesso giorno scrive alla figlia del Ge-        bre nella Parrocchia di San Michele a
      la mamma per un periodo di vacanza          nerale cadorna: “Ottima carla, Don              Tortona “a suffragio della grande
      in Svizzera, quando scoppiò la              Orione ha avuto il caritatevole pen-            anima di Padre Semeria. L’indimenti-
      Grande Guerra (1914). Non potendo           siero di venirmi a trovare […] Egli mi          cabile figura di questo sacerdote di
      tornare in Belgio, si associò in Ginevra    ha visto, ha parlato con me, io ho po-          Dio dalla fede profonda, dalla grande
      ai Missionari dell’Opera Bonomelli per      tuto parlare con Lui; […] io mi sono            mente, dal gran cuore. Padre degli or-
      l’assistenza agli italiani all’estero e,    messo nelle mani di Don Orione                  fani di guerra”.
RIVISTA MENSILE DELLA PICCOLA OPERA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Don Orione
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                                                                                                           FLavIO PELOSO
                                                                                                                                   Dal monDo orionino

                                      san luigi orione                                                                        Da Fernando ad antonio
                                                                                                                              Nel presentare Sant’Antonio, Don
                                                                                                                              Orione metteva in evidenza la sua

                                      e sant’antonio
                                                                                                                              scelta di povertà e di ardore missiona-
                                                                                                                              rio che lo portò a lasciare i canonici re-
                                                                                                                              golari della Santa croce, a coimbra, tra
                                                                                                                              i quali era entrato all’età di 15 anni, nel

                                      Di PaDova:
                                                                                                                              1210, “in un convento che viveva di
     10                                                                                                                       rendita, non viveva di Provvidenza”,
                                                                                                                              per unirsi ai francescani “spinto dal de-

                                      Devozione e
                                                                                                                              siderio di una vita più povera e da una
                                                                                                                              grande sete di umiltà e di penitenza”.
                                                                                                                              Antonio fu scosso dal sacrificio dei
                                                                                                                              primi cinque frati francescani martiri

                                      sintonia
                                                                                                                              nel Marocco, nel 1219; i loro corpi fu-
                                                                                                                              rono riportati a coimbra, ove Antonio
                                                                                                                              viveva. “Nel vedere e sentire narrare la
                                                                                                                              fede dei Francescani che erano stati
                                                                                                                              condotti al martirio, nel Marocco, volle

                                      D   on Orione fu grande devoto di
                                          Sant’Antonio di Padova, Fernando
                                      Martins de Bulhões, nato a Lisbona il
                                                                                 carità per orfani denominata Opera An-
                                                                                 toniana delle Calabrie. inoltre, pub-
                                                                                 blicò due riviste indirizzate alla
                                                                                                                              ed ottenne di vestire l’abito serafico”
                                                                                                                              ed egli stesso “si sentì trasportato a
                                                                                                                              partire per le missioni”.
                                      15 agosto 1195. Faceva risalire la sua     devozione a Sant’Antonio, una a cuneo        Per esprimere il netto cambiamento di
                                      speciale venerazione verso il Santo a      e una a Reggio calabria. Scrisse molto       vita, decise di mutare il suo nome da
                                      quando, a 13 anni, entrò nel con-          del Santo, mostrando un’ottima cono-         Fernando ad Antonio. “Fatti i voti so-
                                      vento dei frati minori di voghera (Pv),    scenza storica, e da lui prendiamo           lenni chiese subito e ottenne, nell’au-
                                      lasciandolo, dopo solo un anno, per        molti passaggi di questo articolo (in        tunno del 1220, di portare la sua
                                      gracilità di salute.                       corsivo). Ne diffuse la devozione nella      opera in Africa”. Di ritorno dall’Africa
      Don orione oggi • giugno 2021

                                      Durante la sua vita, Don Orione edificò    congregazione e poté scrivere: “San-         per una malattia tropicale, la nave
                                      ben tre santuari dedicati a Sant’Antonio   t’Antonio è dappertutto; sta vegliando       naufragò e Antonio con un suo com-
                                      di Padova: a cuneo, ove c’era una Co-      su tutto; è incaricato di pensare a tutto,   pagno furono soccorsi dai pescatori a
                                      lonia agricola Sant’Antonio; ad Ameno      perché è come fosse della nostra pic-        capo Milazzo e poi accolti nel vicino
                                      (NO), il santuario fungeva da chiesa per   cola Congregazione. È la borsa, è la         convento francescano di Messina.
                                      l’Ospizio Sant’Antonio per anziani; a      mano, è il ministro della Provvidenza        “A Messina esiste tuttora il pozzo di S.
                                      Reggio calabria con l’annessa opera di     del Signore”.                                Antonio: parte del Convento abitato
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     Dal monDo orionino

      da Lui: il sasso, che gli serviva di cu-     turbe immense di popolo, e tutti tra-        di Sant’Antonio. Ai cortigiani Ezzelino
      scino”.                                      scinare dietro di sé, e tutti portare tra    rispose: «Che volete vi dica? Mentre
                                                   le braccia aperte di Cristo. L’Italia        il Frate parlava vedevo dal suo volto
      Dal nascondimento                            dell’età sua e gli oppressi e gli afflitti   uscire tanta luce, che mi empiva di
      alla predicazione                            d’ogni fatta ebbero in lui un araldo in-     terrore e di venerazione»”.
                                                   superabile di pace e di conforto, un in-     Già malato e sofferente, nel giugno
      Al “capitolo delle stuoie” ad Assisi,        signe maestro e propugnatore di vita”.       1231, “Antonio si ritirò a far peni-
      nella primavera del 1221, Antonio                                                         tenza a Camposampiero, perché capì
      vide e ascoltò di persona san France-        teologo e padre provinciale                  che la sua vita era presso a finire e per
      sco d’Assisi. “Finito il Capitolo, il Pro-
                                                   Fu incaricato dell’insegnamento della        per soddisfare la sete di pace e di so-
      vinciale della Romagna, veduto tutto
                                                   teologia e fondò il primo studentato         litudine”. Quando il venerdì 13 giu-
      solo Antonio, che pieno di umiltà si
                                                   teologico francescano a Bologna, nel         gno 1231 si sentì mancare, chiese di
      teneva ultimo, se lo prese con sé. Era
                                                   1223. “Si conserva ancora il biglietto       essere riportato a Padova. Fu traspor-
      profondamente umile, eppure era
                                                   che san Francesco scrisse a lui in quel      tato a Padova su un carro agricolo
      dottissimo”. Antonio fu inviato a Mon-
                                                   tempo. «A frate Antonio, mio ve-             trainato da buoi; quei venti chilometri
      tepaolo, nei pressi di Forlì. “Nella so-
                                                   scovo, frate Francesco augura salute.        di strada romana sono ancora oggi
      litudine di Montepaolo si raccoglie in
      meditazione e preghiera; ma dopo,            Mi piace che tu insegni teologia ai no-      chiamati la “strada del Santo”. Giunse
      come Mosé, discenderà dal monte              stri fratelli, a condizione però che, a      al convento delle clarisse dell’Arcella
      con lo splendore di Dio nell’anima e         causa di tale studio, non si spenga lo       e “Volle essere deposto sulla predella
      nella parola, sicuro ed armato, alla         spirito di santa orazione e devozione,       dell’altare… Era la sera del 13 giugno
      missione alta di fede e di pace che gli      com’è prescritto nella regola»”.             1231”. Spirò sussurrando: “vedo il
      ha dato il Signore”. Don Orione era                                                       mio Signore”. Aveva 36 anni.
      molto sensibile ai santi che univano          Don orione definisce sant’antonio
      contemplazione e missione, fede e             di Padova come “gran taumaturgo”,           il santo dei miracoli
      impegno civile, per questo osservò:           il “santo dei miracoli”.                    “Appena morto, attorno al corpo di
      “Chi più di lui cercò e visse la vita e la
                                                   verso la fine del 1224, su iniziativa di     Sant’Antonio, trasfigurato e bello di
      povertà stessa del popolo? Chi di lui
                                                   Papa Onorio iii, Antonio partì missio-       celeste bellezza, subito si moltiplica-
      più benemerito della pace tra le città
                                                   nario nella Francia meridionale per          rono i miracoli”, ricordava Don
      e castella d’Italia, della cristiana
                                                   convertire i catari e gli Albigesi.          Orione. “I prodigi che seguirono la
      ascensione delle classi più umili.
                                                   Nel 1227, fu nominato ministro provin-       sua morte furono sì grandi che il Papa
      Tempi di divisioni e di odî, tempi di er-
                                                   ciale per l’italia settentrionale; aveva     Gregorio IX sentì di doverlo santifi-
      rori religiosi, di contrasti civili, di                                                                                                    11
                                                   32 anni. L’incarico comportò per Anto-       care subito l’anno dopo”.
      guerre fratricide, incessanti, sangui-
                                                   nio una vita intensa di relazioni e visite   Don Orione definisce sant’Antonio di
      nose, furono quelli che videro San-
      t’Antonio di Padova”.                        ai numerosi conventi dell’italia setten-     Padova come “gran taumaturgo”, il
                                                   trionale; Milano, venezia, Padova -          “santo dei miracoli”. Egli visitò e ce-
                                                   scelta come sua residenza fissa -            lebrò più volte nella basilica del Santo
       Don orione era molto sensibile ai           vicenza, verona, Ferrara; ma anche           perché, a Padova, dal 1923, c’era il
       santi che univano contemplazione            Trento, Brescia, cremona e varese.           suo istituto camerini Rossi per ragazzi
       e missione, fede e impegno civile…          Don Orione apprezzò ed additò ad             orfani. Fu ammirato dell’insigne reli-
      Antonio era dotato di grande umiltà,         esempio il fatto che Antonio di Pa-          quia della lingua e scriveva: “Pochi
      si fece presto stimare per la grande sa-     dova si interessò anche della vita ci-       più di Sant’Antonio si distinsero nel sa-
      pienza e cultura. Le sue valenti doti di     vile, ai problemi sociali che afflig-        pere adoperare la lingua al bene; e la-
      predicatore furono conosciute per la         gevano soprattutto la gente povera,          sciando da parte le prove storiche
      prima volta, il 24 settembre 1222            primo fra tutti quello dei debiti e          della sua sapienza, dottrina, fortezza
      quando, nella cattedrale di Forlì piena      dell’usura. Ricordava come Antonio,          e santità, noi abbiamo il miracolo pe-
      di religiosi e di sacerdoti, egli accettò    nel maggio 1231, si presentò ad Ez-          renne che lo prova: la sua lingua”.
      di predicare per supplire il predicatore     zelino, podestà di verona, che “In           San Luigi Orione additava l’esempla-
      assente: “Risplendette in tutto il suo       pochi giorni aveva fatto uccidere, si        rità di sant’Antonio di Padova ricono-
      fulgore quella lampada di virtù e di         dice, più di 12.000 cittadini, perché        scendo piena consonanza spirituale e
      eloquenza che usciva di sotto il mog-        erano guelfi e ne aveva ancora molti         apostolica. “Impariamo da Sant’Anto-
                                                                                                                                            Don orione oggi • giugno 2021

      gio”. Da quel momento, Antonio iniziò        prigionieri… Antonio lo trovò seduto         nio ad avere grande amore alla re-
      l’apostolato della predicazione. Fu          sopra di un seggio, circondato dai           gola, ad avere petto forte contro le
      chiamato ad Assisi e poi inviato a pre-      suoi sbirri, e gli rimproverò le sue cru-    difficoltà, ad avere desiderio di apo-
      dicare da un posto all’altro. “Seppe         deltà. Tutti si aspettavano che Ezzel-       stolato, e a nutrire una forte devo-
      con illuminata eloquenza, con la san-        lino desse ordine di fare di Antonio         zione alla Madonna, nel desiderio di
      tità e l’olocausto stesso di tutta la sua    ogni peggior governo. Invece, videro         spendere la nostra vita in olocausto di
      giovane vita, imporsi ai potenti e a         Ezzelino atterrito ed umiliato ai piedi      amore a Dio e al prossimo”.
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                                                                                                            FEDERICa Zanatta
                                                                                                                                        Dal monDo orionino

                                          100 anni Di storia
                                          Dell’istituto berna

                                                                                                                                                                         rna.
                                                                                                                                                                   o Be
                                                                                                                                                              Pietr

                                                                                                                                                                   na.
                                                                                                                                                              a Ber
                                                                                                                                                          Mari
     12

                                          la storia dell'istituto berna in mestre (ve) è legata alla figura carismatica del
                                          santo Don luigi orione, che prese a cuore il progetto di due fratelli,
                                          Pietro e maria berna, desiderosi a loro volta di aiutare i giovani orfani del dopoguerra.

                                          n    onostante fosse molto impegnato
                                               nel veneto per aver accettato la di-
                                          rezione degli istituti Manin ed Artigia-
                                                                                       mestiere presso officine artigianali si-
                                                                                       tuate nelle vicinanze, ma dopo qualche
                                                                                       anno, su iniziativa del nuovo direttore
                                                                                                                                   diede spazio alla formazione atletica
                                                                                                                                   dei ragazzi più grandi, chiamando in
                                                                                                                                   aiuto anche qualche sportivo di fama
                                          nelli in venezia, Don Orione non seppe       don Enrico Bariani, si preferì attrezzare   e favorì la nascita di una squadra di cal-
                                          rifiutare il suo aiuto ad una iniziativa a   quali laboratori, alcuni ambienti della     cio che partecipò con molto onore ai
                                          favore di poveri figli del popolo.           barchessa adiacente alla villa Berna e si   campionati giovanili locali. Diede vita
                                          il 13 giugno 1921 l’istituto, veniva uf-     diede origine a corsi di formazione pro-    infine ad una banda musicale che da
                                          ficialmente inaugurato con la benedi-        fessionale. Don Bariani ampliò l’edificio   allora e per lunghi anni, tenne concerti
          Don orione oggi • giugno 2021

                                          zione del vescovo di Treviso, il Beato       dotandolo di refettorio, aule e came-       in piazza e partecipò alle pubbliche
                                          Andrea Giacinto Longhin.                     rate e dell’impianto di riscaldamento.      manifestazioni sia religiose che patriot-
                                                                                       Si preoccupò soprattutto che la comu-       tiche, molto frequenti in quegli anni.
                                          la formazione professionale                  nità dei giovani e dei loro educatori vi-   Occorre dire che la società mestrina
                                                                                       vesse uno spirito di famiglia, secondo le   accolse subito con favore l’opera
                                          All’inizio dell’attività i ragazzi accolti   indicazioni del sistema orionino chia-      svolta dall’istituto Berna e la favorì
                                          nell’istituto furono avviati alle scuole     mato cristiano-paterno.                     con aiuti economici, consigli e con la
                                          pubbliche ed all’apprendimento di un         Sulla scia di altre istituzioni similari,   propria simpatia.
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     Dal monDo orionino

      Terminati i tempi eroici degli inizi, tro-
      vato il giusto spazio nella struttura
      della società locale, l’istituto visse uno
      dei periodi migliori della propria vita.
      Autore della crescita, che portò le
      scuole ad avere oltre seicento alunni
      esterni e una ottantina di interni, fu il
      professor don Attilio Piccardo, suben-
      trato nel 1930 quale direttore del-
      l’istituto. Sollecitato ed aiutato dalle
      autorità scolastiche locali, affiancò ai
      corsi di formazione al lavoro, iniziati
      da don Bariani, la Scuola di Avvia-            Scatto di gruppo dell'inaugurazione il 12 giugno 1921 con Mons. Longhin
      mento Professionale a tipo indu-               (Vescovo di Treviso) e Don Orione.
      striale, ottenendone nel 1939 la
      legalizzazione e consentendone la               si trasferirono nel nuovo edificio. Tor-      spazi rimasti disponibili furono occu-
      frequenza anche ad alunni esterni.              nato nel 1958 alla direzione, don En-         pati dall’incremento dei corsi del cen-
                                                      rico Bariani, nel 1962, fece progettare       tro di Formazione Professionale che
      gli sviluppi del dopoguerra laospitare             costruzione di un nuovo convitto per
                                                                 studenti che, sia che frequen-
                                                                                                    svolge a tutt’oggi un’ampia e artico-
                                                                                                    lata attività, adeguandosi alle esi-
      Nel 1941 aggiunse anche la Scuola tassero le scuole del Berna, sia che fos-                   genze dei richiedenti.
      Tecnica industriale, di durata bien-               sero iscritti ad altre scuole, dovevano    Nel 1976 essendo venuta meno la ne-
      nale, legalizzata nel 1943.                               stare lontani da casa.              cessità di accoglienza di ragazzi orfani
      Durante la seconda                 Per festeggiare            il piano regolatore di Me-      o privi di famiglia, il convitto cessò la
      guerra mondiale, per        l’importante Centenario,              stre predisposto dal co-    sua funzione. con opportune modifi-
      salvare le macchine           il 13 giugno 2021 ci sarà             mune nei primi anni       che, una parte dell’edificio venne mo-
      delle officine dalla     la beneDizione Della targa                   60 aveva previsto       dificata trasformando gli ambienti in
      requisizione da         Commemorativa Dei 100 anni                     una nuova via (via     aule e laboratori per la Scuola Media.
      parte dei tede-          dell’istituto berna, cui faranno              Einaudi) che ta-       Un ulteriore spazio venne attrezzato
      schi, don Attilio      seguito la presentazione del libro              gliava a metà la       per ospitare un piccolo Pensionato
      le trasferì a cam- Don Paolo Clerici, in collaborazione sede di via Manin.                    Studentesco, altri ambienti vennero
      pocroce di Mi-          con il museo del '900 di mestre,              Fu giocoforza ce-       destinati ad attività varie (convegni,
      rano              ed        un convegno sulla scuola                 dere la proprietà,       incontri, conferenze...).
      organizzò l’orario          cattolica a mestre e varie              anche per sopperire       Nel 1996 venne costruita di fronte              13
      in maniera tale che i          altre iniziative lungo il          alle spese di costruzione   all’edificio scolastico una grande pale-
      ragazzi, muniti di bici-            corso dell’anno.          del convitto adiacente          stra, inaugurata con la benedizione del
      clette, fossero in grado di                               alle Scuole Berna. il nuovo         Patriarca card. Marco cé. La struttura
      raggiungere la sede distaccata                    fabbricato, venne completato nel            ampia e modulabile fu completata
      ed effettuare ugualmente le necessa- 1965 e fu inaugurato dal Patriarca                       dalla creazione all’aperto di spazi at-
      rie esercitazioni, consentendo così il card. Giovanni Urbani. Negli stessi                    trezzati per attività sportive quali cal-
      corretto svolgimento dell’anno scola- anni la riforma scolastica prevista                     cio, tennis, basket, pallavolo... Tutte
      stico. Superato senza troppi danni il dalla Legge 1859 del 31/12/1062                         queste strutture sono a disposizione
      periodo della seconda guerra mon- trasformò le diverse Scuole di Avvia-                       degli alunni frequentanti ed anche di
      diale, don Attilio, prevedendo lo svi- mento in Scuole Medie unificate e le                   gruppi sportivi esterni. La vita dell’isti-
      luppo della città e dell’istituto, Scuole Tecniche in istituti Tecnici.                       tuto oggi prosegue con successo. Sicu-
      acquistò un esteso appezzamento di Anche il Berna, conseguentemente,                          ramente si è modificata negli anni
      terreno in via Bissuola per costruirvi modificò la sua offerta formativa.                     adattandosi alle diverse esigenze dei
      una nuova sede per le scuole.                                                                 tempi, ma mantenendo sempre lo spi-
      intanto la crescita del numero degli nuove esigenze e                                         rito di servizio alla formazione dei gio-
      allievi, soprattutto esterni, aveva reso                                                      vani, specie dei meno fortunati, come
      insufficienti gli ambienti ricavati nella
                                                      nuovi successi                                richiesto dai fondatori. La sede di via
      sede di via Manin. Trascorsero però Dal 1974 l’istituto Tecnico industriale                   Bissuola consta di tre grandi edifici cir-
      una decina d’anni prima che nel nonostante gli ottimi risultati conse-                        condati da vasti spazi dedicati al gioco,
      1956, superate le difficoltà del dopo- guiti dovette essere gradualmente                      al parcheggio e ad attività sportive.
                                                                                                                                                  Don orione oggi • giugno 2021

      guerra, si desse inizio alla costruzione chiuso per l’elevato costo di gestione,              L’ istituto comprende la scuola prima-
      in via Bissuola di un fabbricato scola- solo in minima parte coperto dalle                    ria (ex elementare), la scuola secon-
      stico dotato di vasti laboratori e nu- rette versate dagli allievi frequentanti.              daria di primo grado (ex scuola
      merose aule.                                    Per conservare al Berna la caratteri-         media) che, unitamente all’annesso
      il 15 marzo del 1958 l’edificio venne stica di servizio alla gioventù meno                    centro di Formazione Professionale,
      inaugurato dal card. Angelo Roncalli, fortunata, offrendo la possibilità di in-               costituiscono un percorso scolastico
      allora Patriarca di venezia. L’internato serirsi nella società con un lavoro one-             completo del periodo fissato per l’ ob-
      rimase in via Manin, le scuole e i corsi sto e una solida preparazione, gli                   bligo scolastico.
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                                                                                                       MaRIaLuISa RICOttI
                                                                                                                                   Dal monDo orionino

                                      inaugurato
                                                                                                                              senti: dall’ on. Renato Balduzzi, allo
                                                                                                                              scrittore Gabriele Nissim, fondatore di
                                                                                                                              Gariwo; da don Tarcisio vieira, Diret-
                                                                                                                              tore Generale della congregazione

                                      il giarDino
                                                                                                                              Orionina, a Madre M. Mabel Spa-
                                                                                                                              gnuolo, Superiora generale delle Pic-
                                                                                                                              cole Suore Missionarie della carità.

                                      Dei giusti
                                                                                                                              il vescovo Mons. vittorio viola, nell’
                                                                                                                              intervento che ha preceduto la pre-
                                                                                                                              ghiera e la sua solenne benedizione,
                                                                                                                              ha apprezzato il “bellissimo mo-
                                                                                                                              mento” dell’inaugurazione, affer-
                                                                                                                              mando che “l’amore è più forte della
                                                                                                                              morte” e che il profilo delle vite dei
                                                                                                                              Giusti, figure nate dal cuore ardente
                                                                                                                              d’amore di don Orione, ha eviden-
                                                                                                                              ziato che la loro è una testimonianza
                                                                                                                              duratura, una luce che ha sconfitto
                                                                                                                              non solo la tenebra fitta di quegli anni
                                                                                                                              in relazione a coloro che sono stati
                                                                                                                              concretamente aiutati dai Giusti, ma
                                                                                                                              che è anche un insegnamento attua-
                                                                                                                              lissimo, per ciascuno di noi, nella no-
                                                                                                                              stra vita. “Che cosa può nascere da
                                                                                                                              una testimonianza d’amore di un
                                                                                                                              uomo!”…. “la vita è bella, è piena, ac-
                                                                                                                              quista senso, quando viene donata,

                                      s   ette piante, di varie dimensioni,
                                          dal piccolo e giovane viburno fino
                                      alla vigorosa sophora e al grande
                                                                                  biografica dei Giusti, presentando i
                                                                                  loro disegni sul tema degli alberi, rea-
                                                                                  lizzati a scuola, con varie tecniche, in
                                                                                                                              non quando la tratteniamo per
                                                                                                                              noi!”… “Se vogliamo essere felici, ab-
                                                                                                                              biamo una possibilità certa, che è
                                      acero, presenti nell’area verde in-         onore dei Giusti.                           quella di donare la nostra vita nei
     14                               torno al monumento dedicato a San           il Sindaco dott. Rino Feltri ha ricor-      gesti concreti della carità…”.
                                      Luigi Orione, sono state intitolate ri-     dato che l’istituzione del Giardino         Molto significativa, in fianco all’altare,
                                      spettivamente a sette Giusti, tutti reli-   pontecuronese, regolata da apposito         la presenza di molti labari di associa-
                                      giosi/e appartenuti alla congrega-          Statuto, si basa sul modello ideale di      zioni, accanto alle tante bandiere del-
                                      zione del Santo pontecuronese, che          quanto realizzato a Gerusalemme             l’italia, sventolanti insieme a quelle
                                      hanno salvato vite, si sono battuti in      con il Giardino dei Giusti della Shoah      europee. il Giardino dei Giusti è dav-
                                      favore dei diritti umani durante le per-    (Yad vashem), a Erevan con il Giar-         vero un luogo di speranza, perché i
                                      secuzioni e hanno difeso la dignità         dino dei Giusti degli Armeni, a Sara-       Giusti diventano per noi strumenti
                                      della persona, rifiutando di piegarsi ai    jevo con il Giardino dei Giusti della       vivi, anche quando fanno ormai parte
                                      totalitarismi e alle discriminazioni tra    Bosnia, a Milano con il Giardino dei        della Storia, perché ci danno la possi-
                                      esseri umani. Sono gli eroici Don En-       Giusti dell’Umanità del Monte Stella e      bilità di capire cosa significa scegliere
                                      rico Sciaccaluga, Suor M. Stanislaa         in un centinaio circa di altre località     il bene. Nella vita di tutti i giorni, i Giu-
                                      (costanza Bertolotti), don Gaetano          italiane.                                   sti sono i nostri modelli, da cui pren-
                                      Piccinini, Madre croce (Lucrezia Ma-        L’evento, promosso dall’Associazione        dere esempio per orientare le nostre
                                      nente), Don Giuseppe Pollarolo, Don         culturale “il paese di don Orione           azioni.
                                      Giovanbattista Lucarini e Don Lorenzo       APS”, in collaborazione con il co-          Mi piacerebbe che gli insegnanti con-
                                      Nicola.                                     mune, la Biblioteca “Sandro castelli”       dividessero la visione di questo Giar-
                                      Le targhe, con i nomi di queste sette       e la parrocchia di Santa Maria As-          dino come uno spazio intermedio fra
                                      figure esemplari, sono state svelate        sunta, ha avuto il patrocinio di nume-      la scuola e il paese, uno spazio di con-
                                      venerdì mattina, durante l’articolata       rosi enti e associazioni, che l’hanno       divisione. Questo è un luogo potentis-
      Don orione oggi • giugno 2021

                                      cerimonia di inaugurazione, dai ra-         sostenuto con contributi in denaro,         simo per i ragazzi, per trovare nuove
                                      gazzi della classe iii della scuola se-     con il lavoro dei volontari e con la        energie, per far parte del mondo in
                                      condaria di primo grado del paese,          condivisione di momenti di riflessione      modo consapevole, per diventare re-
                                      guidati dalla loro Dirigente dott. Si-      sulle figure dei Giusti dell’ umanità.      sponsabili. È un luogo di pensiero, un
                                      monetta cimento e dalla prof. Ema-          Durante la cerimonia sono stati letti       luogo per gli educatori, un luogo di
                                      nuela Massone. Gli studenti hanno           alcuni messaggi scritti e altri vocali di   elaborazione dei valori che salvano il
                                      svelato le targhe e letto una scheda        autorità impossibilitate ad essere pre-     mondo.
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      Don Orione e
      Annibale Di Francia.

                                                I santi
                                                "fratelli universali"
                                                Sono stati tanti i Santi che, nel corso della loro vita, si sono
                                                spesi per promuovere la fratellanza universale, per non far
                                                sentire nessuno escluso. Tra di loro c'è sicuramente anche
                                                San Luigi Orione, ma il loro modello d'azione è riconducibile
                                                anche ad altre figure, non cattoliche, che hanno comunque
                                                  vissuto, e a volte sacrificato, la propria vita per far sentire
                                                     "fratelli tutti". Ne abbiamo parlato con il prefetto della
                             n. 6                       Congregazione delle cause dei santi, il cardinale
                                                            Marcello Semeraro.
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                                                                                                                                              Card. Marcello Semeraro
                                                                                                                                                     e Papa Francesco.

                                     "L'UMILTÀ
                                     RENDE POSSIBILE
                                     LA FRATELLANZA
                                     UNIVERSALE"
                                     A colloquio con il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione
                                     delle Cause dei Santi.

                                     di MattEO GuERRInI

                                     al termine della sua enciclica “Fratelli tutti”, il Ponte-      La ringrazio per questa domanda, che mi permette di ri-
                                     fice cita in modo particolare due figure che lo hanno           flette e intervenire anche su alcune questioni di termino-
                                     ispirato: San Francesco d’assisi e Charles de Foucauld.         logia. in Fratelli tutti il riferimento è ad alcune figure anche
                                     Sono due modelli incarnati di “fratellanza”, come lo            di santi cristiani – come Francesco d’Assisi e charles de
                                        sono anche tanti altri santi sociali, alcuni citati in-      Foucauld, che lei richiama – in cui la fraternità è più chia-
                                           vece da Benedetto XvI in Deus Caritas Est, come,          ramente collocabile anche all’interno di una fraternità «in-
                                                tra gli altri, Ignazio di Loyola, Giovanni di Dio,   terreligiosa». La categoria di «santi sociali» è stata già
                                                    Giuseppe B. Cottolengo, Giovanni Bosco,          applicata in passato ad alcune figure di santi (particolar-
                                                          teresa di Calcutta. Sono figure che,       mente nel Piemonte) che si dedicarono molto all’evange-
                                                                 ognuna con la propria peculia-      lizzazione e alla cura di persone disagiate sotto molti
     Don orione oggi • maggio 2021

                                                                      rità, possono ancora inse-     aspetti, soprattutto ma non solo economici.
                                                                             gnare tanto, cosa       Oggi la «povertà» è molto cambiata rispetto quella del XiX-
                                                                                      ne pensa?      XX secolo e quindi anche la tipologia della santità deve es-
                                                                                                     sere rimodulata.

                                                                Papa Paolo VI.
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                                                                                                                             Card. Marcello
                                                                                                                                 Semeraro

        anche San Luigi Orione, il nostro fondatore, con la sua vita e il suo insegnamento
        ha incarnato pienamente lo spirito della “Fratelli tutti”. anche lui, infatti, è citato
        con gli altri santi sociali da Benedetto XvI. Si tratta di un modello che ancora oggi
        sarebbe stato all’avanguardia. È d’accordo?
        San Luigi Orione è senz’altro annoverato tra i «santi sociali». La sua ispirazione carismatica
        è senz’altro legata alla figura di altri Santi, come don Bosco e il cottolengo. Nel suo
        “testamento spirituale” si legge una molto simpatica affermazione: «Non è tra le palme
        che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù cristo». È una frase che si
        potrebbe affiancare a quella che egli stesso richiamava quando a ignazio Silone confidava
        di sentirsi «autentico asino di Dio». L’idea ispiratrice di don Bosco e del cottolengo, però,
        don Orione seppe tradurla per attualizzarla in un mutato contesto sociale. Sono stato
        alcuni giorni fa a Messina per ricordare sant’Annibale Maria di Francia. Don Orione e
        lui: santi che si incontrano nella cura di chi ha bisogno. Sono “provvidenze” che
        l’amore del Padre aiuta a stare insieme.

        Don Orione ha anche scritto: “Il nostro cuore dev’essere un altare dove
        continuamente e inestinguibile arda e splenda questo fuoco: il sacro fuoco
        dell’amore di Dio e degli uomini; un altare dove una fiamma salga sino
        al Signore, avvolgendo e portando a Lui i fratelli: i fratelli tutti, di
        qualunque nazionalità siano, di qualunque religione siano, e anche
        i senza religione, dando la preferenza ai più bisognosi, ai più
        abbandonati, ai più sofferenti, ai senza fede, ai senza
        onestà, dai più debosciati, ai reietti da tutti!”.
        In queste parole ritroviamo molto di quello
        che il Papa ha voluto comunicarci
        nell’enciclica.
        Nella sua enciclica il Papa parla di «immensa dignità del povero (n. 187) e scrive pure che «i più deboli, i più poveri
        debbono intenerirci: hanno “diritto“ di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo
        amarli e trattarli» (n.194). Non è questa anche la spiritualità e l’opera sociale svolta e promossa da don Orione? La
        cura per la povertà e per le povertà è essa stessa fratellanza universale, perché la povertà e le povertà sono
        strettamente congiunte alla condizione dell’uomo in quanto tale.

        Papa Francesco fa riferimento anche ad altri “fratelli che non sono cattolici”, citando Martin Luther King,
        Desmond tutu, il Mahatma Gandhi. Significa proprio che le idee alla base della sua enciclica sono davvero
        universali, e non si limitano a un dibattito che interessa solo la Chiesa?
        È esattamente ciò che intendevo dire. La povertà (ogni tipo di povertà) non è classificabile in rapporto a confessioni
        religiose. vorrei richiamare la frase di Terenzio Afro: «Homo sum: humani nihil a me alienum puto», che può così
        essere tradotta: «Sono un essere umano, niente di ciò ch’è umano ritengo estraneo a me». A me pare che la si possa
        rileggere con l’esordio di Gaudium et spes: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei
         poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei
            discepoli di cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore».

                  Parlando del beato Charles de Foucauld, il Papa sottolinea come volesse essere “il fratello universale”
                     e ci riuscì solo identificandosi con gli ultimi. Cosa possiamo fare in concreto nelle nostre vite per
                        riuscire anche noi a diventare fratelli di tutti?
                            Ho letto che subito dopo la sua conversione charles de Foucauld rimase fortemente impressionato
                               dalle parole che il suo confessore aveva detto durante una sua omelia: «Nostro Signore ha
                                   preso l’ultimo posto in modo tale che nessuno ha potuto rapirglielo». Da qui l’impulso per
                                        de Foucauld a scegliere una vita di abbassamento come quella di Gesù. Mi tornano,
                                                                                                                                                                 2021
                                                                                                                                                          maggio2021

                                            allora, alla memoria anche queste parole che san Paolo vi pronunciò durante la
                                                  sua storica visita alle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965: «Non si può essere
                                                                                                                                                  oggi •• giugno

                                                         fratelli, se non si è umili. Ed è l’orgoglio, per inevitabile che possa
                                                                  sembrare, che provoca le tensioni e le lotte del prestigio, del
                                                                                                                                           orione oggi

                                                                          predominio, del colonialismo dell’egoismo; rompe cioè
                                                                                                                                       Don orione

                                                                                  la fratellanza». È l’umiltà che rende possibile
                                                                                        la fratellanza universale.
                                                                                                                                       Don

                                                                          Charles de Foucauld
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