LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI - I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA - Pacini Medicina
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ANNO NUMERO I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI
ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE Anno V – Numero 1 – 2018 Direttore Scientifico Franca Marangoni Direttore Responsabile Patrizia Alma Pacini © Copyright by Nutrition Foundation of Italy e Pacini Editore Srl Coordinamento redazionale Cecilia Ranza L'Editoriale 3 La scarsa rilevanza clinica del concetto di “food addiction” Franca Marangoni Il tema 4 Food addiction: un concetto di limitata Redazione validità e utilità clinica NFI - Nutrition Foundation of Italy Riccardo Dalle Grave Viale Tunisia 38 - 20124 Milano Tel. 02 76006271 - 02 83417795 Fax 02 76003514 L’intervista all’esperto di Cecilia Ranza 13 info@nutrition-foundation.it Proantocianidine, i flavonoidi della dieta che riducono Grafica Pacini Editore Srl il rischio di tumore prostatico Via Gherardesca 1 • 56121 PISA Risponde Marta Rossi Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300 info@pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it Periodico mensile – Testata iscritta presso il Registro pubblico La Scheda 16 degli Operatori della Comunicazione (Pacini Editore Srl iscrizione n. 6269 del 29/08/2001) Le Apiacee (o Ombrellifere)
L'Editoriale La scarsa rilevanza clinica del concetto di “food addiction” Franca Marangoni Direttore Scientifico AP&B E siste una vera dipendenza da cibo? Il “accendono” nelle vere dipendenze), non siano quesito divide gli esperti, ormai da molti però confermate dall’esperienza clinica e dai più anni e ha maggiore rilevanza pratica di recenti studi, e vadano quindi considerate, nella quanto si potrebbe immaginare. Se il rapporto migliore delle ipotesi, di limitata rilevanza pratica. che ci lega con gli alimenti che prediligiamo, tal- volta fino a “perdere il controllo” (come capita Nell’intervista, Marta Rossi, dell’Università di Mi- per esempio alle persone soggette al fenome- lano, ci parla invece della relazione tra le proan- no della “abbuffata”) è effettivamente di dipen- tocianidine, reperibili in molti vegetali e in bevan- denza, va gestito, almeno nei casi francamente de di uso comune come il caffè, il vino, il tè e il patologici, in modo concettualmente analogo a rischio di tumore della prostata. quanto si fa nelle tossicodipendenze. E l’obesità, L’occasione è la pubblicazione di un lavoro tutto e il suo trattamento, assumerebbero connotati italiano che, utilizzando la metodologia degli studi del tutto nuovi. caso-controllo, ha documentato come un elevato Ci parla dell’argomento Riccardo Dalle Grave, apporto di questi composti riduca in modo sensi- Responsabile dell’Unità di Riabilitazione Nutri- bile (dal 25 al 30%) l’incidenza del cancro prosta- zionale della Casa di Cura Villa Garda, Garda, tico, e specie delle forme meno favorevoli sul pia- uno dei massimi esperti del settore: con argo- no prognostico. In linea con le crescenti evidenze mentazioni chiare e consequenziali ci mostra che associano i composti a struttura polifenolica come le ipotesi alla base del concetto della con la riduzione del rischio di importanti patologie “food addiction”, anche se confortate da alcuni degenerative: uno stimolo in più a consumare le interessanti dati di natura neuro-funzionale (l’at- fonti di queste interessanti molecole. tivazione di vie neuronali simili a quelle che si Buona lettura! 3
Il tema I limiti del concetto di food addiction emergono dalle differenze tra uso di sostanze e consumo di cibo Food addiction: un concetto di limitata validità e utilità clinica Riccardo Dalle Grave Unità Funzionale di Riabilitazione Nutrizionale – Casa di Cura Villa Garda (Garda – VR) I primi resoconti scientifici che hanno usato Più recentemente è stato proposto che questi il termine “addiction” facendo riferimento al alimenti potrebbero essere implicati nello svi- cibo, e in particolare alla cioccolata, risalgono luppo dell’epidemia globale dell’obesità 4 e di al 1890 1. Il termine “food addiction” è stato però alcuni disturbi dell’alimentazione che si caratte- coniato solo nel 1956 da Theron Randolph per rizzano per la presenza di ricorrenti episodi di descrivere il consumo, simile a quello che si os- abbuffata 5. serva nel disturbo da uso di sostanze, di alcuni Questa ipotesi ha portato i sostenitori del mo- alimenti come il mais, il frumento, il caffè, il latte, dello della food addiction a raccomandare alla le uova e le patate 2. politica sanitaria di emanare leggi per regolare la disponibilità dei cibi considerati “additivi” e di Rispetto a questa descrizione originale, oggi identificare e trattare le persone che potrebbero l’attenzione si è spostata verso gli alimenti pro- soffrire di dipendenza da cibo 6. cessati ricchi di zuccheri e grassi che, secondo i sostenitori della modello della food addiction, La proposta dell’esistenza della food addiction avrebbero proprietà che favoriscono lo sviluppo ha stimolato numerose ricerche e discussioni della dipendenza in alcuni soggetti vulnerabili 3. nella letteratura scientifica, ma i dati disponibili 4
sono controversi e l’opinione di clinici e ricerca- marcatori di dipendenza nei confronti del consu- tori è divisa. Scopo di questo articolo è fornire un mo di cibi ricchi di grassi e zuccheri. aggiornamento sintetico della validità e dell’utili- Lo strumento è basato su 25 item, che valutano tà clinica del modello della food addiction appli- la presenza dei sette criteri sintomatici per la cato in particolare ai disturbi dell’alimentazione dipendenza da sostanze, definiti dal DSM-IV- e all’obesità. TR: tolleranza, astinenza, perdita di controllo, desiderio e fallimenti, tempo speso, rinuncia ad Che cos’è il modello attività sociali, lavorative o ricreative importan- ti, uso continuato nonostante le conseguenze della food addiction persistenti. Secondo il modello della food addiction gli epi- Due dei 25 item valutano la presenza di danno sodi di alimentazione in eccesso sono il risultato clinico significativo, o disagio, derivante dall’ali- di un processo fisiologico sotteso, equivalente a mentazione in eccesso 9. Una diagnosi dicoto- quello responsabile dell’alcolismo. Le persone mica di dipendenza da cibo si applica quando con food addiction sarebbero biologicamen- sono presenti almeno tre criteri sintomatici e un te vulnerabili a certi alimenti (tipicamente danno clinico significativo. In alternativa, può zuccheri e grassi) e, diventando dipendenti da essere calcolato un punteggio dei sintomi da 1 essi, sarebbero incapaci di controllare la quanti- a 7 per misurare la gravità della sintomatologia presente. tà della loro assunzione. Poiché la vulnerabilità è determina biologicamente, ne consegue che Una recente revisione, che ha valutato 40 studi chi è affetto dalla “malattia” food addiction non sperimentali sugli esseri umani pubblicati dopo può mai guarire, ma piuttosto deve imparare ad il 2009, ha concluso che il punto non ancora accettarla e ad aggiustare la sua vita per poterla chiarito è se gli individui che soddisfano i crite- gestire. ri YFAS per la diagnosi di food addiction siano veramente dipendenti dal cibo e se sperimenti- Non c’è comunque accordo tra i sostenito- no un danno clinico significativo nelle aree del ri del modello della food addiction, se esso benessere psicologico e della qualità della vita, sia una dipendenza da una sostanza, come il come accade nei disturbi da uso di sostanze cli- disturbo da uso di alcool, oppure una dipenden- nicamente riconosciuti 10. za comportamentale, come il disturbo da gioco La revisione ha evidenziato che una diagnosi po- d’azzardo, recentemente inserito nel Manua- sitiva di food addiction determinata dalla YFAS le Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali si associa positivamente con l’indice di massa (DSM-5) all’interno della categoria diagnostica corporea (BMI) e gli episodi di abbuffata (pur con dei disturbi da uso di sostanze 7. Alcuni autori, qualche eccezione), mentre i dati disponibili sulla infatti, affermando che l’evidenza attuale dell’esi- capacità della YFAS di valutare una relazione tra stenza di cibi con proprietà tali da creare dipen- danno clinico significativo e assunzione di cibo denza sono scarse, hanno sostenuto l’esisten- sono scarsi. za di un comportamento alimentare additivo, e hanno proposto di usare il termine “eating Gli autori della revisione sottolineano inoltre addiction” 8 . che avere valutato la cosiddetta food addiction con la sola YFAS introduce la possibilità di un Valutare la food addiction: argomento circolare. Vale a dire: alla domanda: la Yale Food Addiction Scale “Perché questa persona è dipendente da cibo?”, la risposta è “Perché ha un punteggio elevato La Yale Food Addiction Scale, o YFAS, è una alla YFAS”. Ma alla domanda “Perché questa scala self-report sviluppata per identificare le persona ha punteggio elevato alla YFAS?”, la persone che hanno più probabilità di esibire dei risposta è “Perché è dipendente dal cibo”. 5
Infine, sottolineano che definire la cosiddetta re i meccanismi sottostanti o ottimizzare il trat- food addiction con gli stessi criteri del distur- tamento. bo da uso di sostanze è controverso: infatti, a differenza delle sostanze stupefacenti o del Differenze gioco d’azzardo, il cibo e l’atto del mangiare Come è stato accennato, esistono importanti dif- sono essenziali per la sopravvivenza degli ferenze tra gli episodi di abbuffata e il disturbo esseri umani 10. da uso di sostanze. 1. Gli episodi di abbuffata non implicano il Episodi di abbuffata consumo di particolari classi di alimen- ti 12. Se l’episodio di abbuffata fosse una e uso di sostanze forma di dipendenza dovrebbe essere ca- Nell’ambito dell’alimentazione, il comportamento ratterizzato dal desiderio e dal consumo di che più di altri ha fatto ipotizzare una dipendenza specifici alimenti. Questo però non accade dal cibo è sicuramente l’abbuffata. Indubbiamen- nelle persone con bulimia nervosa e disturbo te gli episodi di abbuffata e l’uso di sostanze da binge-eating, dove l’aspetto caratteristico hanno molte caratteristiche in comune, ma le dell’episodio di abbuffata, come specificato differenze sono altrettanto rilevanti e il lega- dai criteri diagnostici del DSM-5 7, è la quan- me tra i due comportamenti è non specifico. tità di cibo assunta non quello che viene mangiato. Similitudini 2. Gli individui con disturbi dell’alimentazio- Le principali similitudini tra gli episodi di abbuffa- ne cercano costantemente di evitare l’e- ta e il disturbo da uso di sostanze sono 11: pisodio di abbuffata. Avviene invece il con- • il craving (cioè il desiderio intenso o la spinta) trario nel trattamento del disturbo da uso di ad adottare il comportamento; sostanze, in cui una delle maggiori difficoltà è • la sensazione di perdita di controllo nei con- motivare gli individui a evitare l’uso della so- fronti del comportamento; stanza 11. • la preoccupazione nei confronti del compor- 3. Gli individui che si abbuffano spesso adot- tamento; tano una dieta ferrea per perdere peso, • l’uso del comportamento per mitigare la ten- che aumenta però la vulnerabilità a epi- sione e le emozioni negative; sodi di abbuffata 11. Al contrario, gli individui • la negazione della gravità del problema; con disturbo da uso di sostanze e di alcool • il tentativo di mantenere il problema segreto; non sono vulnerabili all’abuso della sostanza • la persistenza del comportamento nonostan- quando cercano di non assumerla 13. te i suoi effetti dannosi; 4. Il disturbo da binge-eating è causato • i frequenti e ripetuti insuccessi nel tentativo di dall’interazione di numerosi fattori di ri- sospendere il comportamento schio sociali e psicologici, non esclusi- vamente relati alla nutrizione 14. Questo Come sottolineato da Fairburn 11, queste simi- indicherebbe che gli episodi di abbuffata sa- litudini sono parziali e, sebbene alcune siano rebbero più una modalità usata per modulare rilevanti per il trattamento (per esempio l’uso le emozioni negative e lo stress piuttosto che del comportamento per alleviare la tensione e la conseguenza della dipendenza nei con- le emozioni negative), non significa che i mec- fronti del cibo. canismi sottostanti ai comportamenti legati all’assunzione di cibo e di sostanze stupefa- Relazione non specifica centi siano gli stessi 11. Focalizzarsi esclusiva- La relazione tra episodi di abbuffata e uso di so- mente sulle similitudini, inoltre, non permette stanze non è specifica 12: infatti, sebbene il tasso di fare emergere alcune importanti differenze di uso di sostanze e di alcool negli individui che che potrebbero essere fondamentali per capi- si abbuffano sia più elevato rispetto alla popo- 6
lazione, esso è però simile a quello di individui pensa (coinvolgendo i nuclei amigdala, insula con altri disturbi psichiatrici 15. Allo stesso modo, e striato), i modelli che emergono dagli studi di il tasso di episodi di abbuffata è più elevato negli confronto tra individui con obesità (ed episodi di individui con disturbo da uso di alcool e sostan- abbuffata) e soggetti di controllo mostrano am- ze, ma è simile a quello degli individui con altri pia variabilità e inconsistenza 18. disturbi psichiatrici 11. Modalità temporali e meccanismi Anche la presenza di uso di sostanze nei fami- di base: implicazioni terapeutiche liari degli individui che si abbuffano non è supe- riore a quella osservata in altri disturbi psichia- Diverso decorso temporale della ricaduta trici 11. Infine, sebbene sia stato osservato che i I disturbi da uso di sostanze, l’obesità e i distur- problemi alimentari precedano l’abuso di alcool bi dell’alimentazione hanno modalità di ricadu- (insorgono cioè a un’età più precoce), i dati sul ta uniformi, ma sorprendentemente diverse nel trattamento indicano che i pazienti che interrom- tempo 12. Nei disturbi da uso di sostanze il pono gli episodi di abbuffata non li sostituiscono tasso di ricaduta si riduce dopo che è stata con l’abuso di alcool 16. ottenuta l’astinenza iniziale: ne deriva che la quantità di tempo di astinenza accumulato può Dagli studi neurobiologici essere la variabile chiave, che modella la curva emergono dati inconsistenti di recidiva. In altre parole, “l’astinenza sostiene l’astinenza”. Alcuni ricercatori, per chiarire il legame tra as- Infatti, nei disturbi da uso di nicotina, eroina e sunzione di cibo in eccesso e l’uso di sostanze, alcool, la maggior parte dei pazienti ricade pre- hanno condotto studi neurobiologici di confronto, cocemente dopo la conclusione del trattamen- tra soggetti con obesità e normopeso. I risultati tos; ma, tra coloro che riescono a mantenersi in appaiono però inconsistenti. astinenza, il tasso di ricaduta nel tempo si riduce Nel 2001 uno studio con la tomografia a emis- in modo molto significativo. sione di positroni (PET), in un gruppo di soggetti con obesità, ha dimostrato una riduzione dei re- Accade il contrario nel trattamento compor- cettori D2R della dopamina presenti nel nucleo tamentale dell’obesità: infatti il tasso di per- striato, negativamente correlata con l’IMC (Indi- dita di peso iniziale è rapido, poi lentamente ce di Massa Corporea) 17: questo dato potrebbe diminuisce e raggiunge il picco circa sei mesi indicare uno stato di “deficit di ricompensa”, che dopo l’inizio del trattamento. Da questo punto in indurrebbe una maggiore assunzione di cibo per poi il peso è gradualmente recuperato. I disturbi ottenere lo stesso livello di ricompensa percepito dell’alimentazione trattati con la terapia co- dai soggetti di peso normale. gnitivo comportamentale, invece, mostrano Il disegno dello studio, basato su osservazioni un sostanziale mantenimento dei migliora- cross-sectional, non spiega però se i cambia- menti ottenenuti 12. menti dei recettori siano una causa, o una con- seguenza dell’obesità. Inoltre, studi successivi Queste osservazioni sottolineano le differenze sui recettori D2R nei soggetti con obesità hanno fondamentali tra obesità e disturbi dell’alimenta- prodotto risultati inconsistenti 18. zione, contrariamente a quanto proposto dal modello della food addiction. Suggeriscono In modo simile, sebbene gli studi di neuroima- inoltre l’esistenza di meccanismi del tutto diversi ging che esplorano le risposte del cervello agli (biologici, psicologici o sociali), responsabili del stimoli alimentari e relativi al cibo nelle persone mantenimento, della remissione e della ricadu- di peso normale abbiano mostrato un’attivazione ta nel disturbo da uso di sostanze, piuttosto che ampiamente coerente nel circuito della ricom- nell’obesità, o nei disturbi dell’alimentazione 12. 7
Meccanismi di mantenimento che non adottano regole dietetiche estreme dell’episodio di abbuffata e rigide); La teoria cognitivo comportamentale trans- c) se l’episodio di abbuffata è seguito dal vomito diagnostica, che ha attualmente il maggio- autoindotto, o dall’uso di altri comportamen- re supporto empirico, sostiene che il nucleo ti di compenso, questi tendono a mantenere psicopatologico centrale dei disturbi dell’a- gli episodi di abbuffata, perché le persone hanno la convinzione che tali comportamenti limentazione è l’eccessiva valutazione del siano efficaci nel prevenire l’assorbimento di peso e della forma del corpo, cioè la valutazio- calorie e, di conseguenza, allentano il control- ne di sé influenzata in modo predominante dal lo dell’alimentazione perché viene meno un peso, della forma del corpo e dal loro controllo 19. importante deterrente dell’alimentazione in eccesso (cioè la paura d’ingrassare). La maggior parte delle caratteristiche dei disturbi dell’alimentazione deriva da questa psicopatolo- Meccanismi di mantenimento gia nucleare: un esempio è l’adozione di regole dell’alimentazione edonica nell’obesità dietetiche estreme e rigide che, secondo la te- Secondo alcuni autori, l’uso del modello della oria, svolgono un ruolo chiave nello sviluppo food addiction, oltre a stigmatizzare l’individuo e nel mantenimento degli episodi di abbuf- (nel DSM-5 si usa il termine disturbo da uso di fata. Le persone con disturbi dell’alimentazio- sostanze per evitare che accada questo), è una ne hanno infatti la tendenza a reagire in modo forma di medicalizzazione non necessaria dell’a- negativo ed estremo (spesso dicotomico) alla limentazione eccessiva edonica 20. quasi inevitabile rottura di queste regole: anche Negli individui con obesità che mangiano una piccola trasgressione tende a essere inter- in eccesso per gratificarsi non è, infatti, ne- pretata come la prova di scarso autocontrollo e cessario adottare il modello della food addiction debolezza personale. La risposta a questa per- per spiegare il loro comportamento; esso può cepita mancanza di autocontrollo è un tempo- derivare dal “processo di apprendimento di abi- raneo abbandono dello sforzo di restringere tudini” non innate, che si sviluppa attraverso l’alimentazione, che sfocia nell’episodio di processi edonici normali (non patologici), in abbuffata. Quest’ultimo mantiene la psicopato- un ambiente alimentare denso di energia e logia nucleare, intensificando le preoccupazioni culturalmente permissivo 20. di essere incapaci di controllare il peso, la forma del corpo e l’alimentazione, incoraggia un’ulterio- Due processi sembrano particolarmente impli- re restrizione dietetica e aumenta così il rischio cati nell’acquisizione e nella persistenza di abi- di ulteriori episodi di abbuffata. tudini alimentari disfunzionali 21. Il primo è l’apprendimento basato sull’esito Inoltre, tre ulteriori processi contribuiscono dell’azione (per esempio il piacere che comporta a mantenere gli episodi di abbuffata: l’assunzione di alcuni cibi): definito anche “con- a) le difficoltà della vita e i cambiamenti emotivi dizionamento strumentale o operante”, questa associati aumentano la probabilità che le per- forma di apprendimento coinvolge specifiche vie sone con disturbi dell’alimentazione rompano neurali come l’amigdala, lo striato ventrale (il nu- le loro regole dietetiche rigide ed estreme; cleo accumbens) e la corteccia orbito frontale. b) poiché l’episodio di abbuffata migliora tem- poraneamente il tono dell’umore e distrae Il secondo è quello dello stimolo-risposta, chia- dai problemi, esso può diventare un mezzo mato anche “condizionamento classico”. Si svi- disfunzionale per far fronte a queste diffi- luppa quando uno stimolo non condizionato (per coltà (è un meccanismo spesso implicato esempio un’emozione, un momento della giorna- nel mantenimento degli episodi di abbuffata ta, o un’attività) è associato ripetutamente con negli individui con disturbi da binge-eating, l’assunzione di determinati alimenti e coinvolge 8
strutture neurali differenti lo striato dorso laterale copatologia specifica (per esempio l’eccessiva (il caudato/putamen) e la corteccia prefrontale valutazione del peso e della forma del corpo), dorso laterale. assente nei disturbi da uso di sostanze. Va anche sottolineato che, sebbene alcuni cibi Il considerare l’alimentazione eccessiva e incon- attivino attività neurali comuni a quelle delle trollata come una dipendenza avrebbe ripercus- sostanze stupefacenti, nessuna evidenza ha sioni inevitabili sulla terapia. Il trattamento non ancora dimostrato che esista una sensibiliz- farmacologico della food addiction, infatti, do- zazione neurale al cibo 20. vrebbe essere basato sull’approccio che Alcolisti Il meccanismo sarebbe addirittura contrario: Anonimi e altri gruppi simili applicano per aiuta- la stimolazione intensa determinata dalle sostan- re le persone con problemi di alcol: il cosiddetto ze stupefacenti, che eccede di molto quella otte- programma dei 12 passi. nuta da qualsiasi cibo, sembra essere la causa L’approccio, come mostrato nella Tabella a pa- della disfunzione del sistema della ricompensa gina 10, differisce in modo sostanziale dalla te- naturale (inclusa la sensibilizzazione dei neuroni rapia cognitivo comportamentale dei disturbi della dopamina mesolimbica coinvolti nel pro- dell’alimentazione (CBT-ED), raccomandata cesso del desiderio), piuttosto che la mera atti- dalle linee guida del National Institute for vazione delle vie del desiderio. Care and Health (NICE) del 2017 per il tratta- Ecco perché la dipendenza da sostanze diven- mento di tutte le forme di disturbi dell’alimenta- ta così compulsiva e persistente, indipenden- zione negli adulti e negli adolescenti 26 . temente dal piacere (e dai danni) che la loro Queste linee guida, che riflettono le nuove evi- assunzione comporta 22. Nello stesso tempo, denze sostanziali emerse nel decennio prece- questo significa che un alimento in grado di atti- dente, si sono concentrate sui risultati di studi vare il sistema della ricompensa non può esse- clinici controllati, ma hanno anche considerato re classificato automaticamente come sostanza l’esperienza degli utenti, dei familiari, dei ricerca- che crea dipendenza 20. tori e dei medici. Quali implicazioni per il trattamento Inoltre, per quanto riguarda il trattamento non Dal momento che la dipendenza è considerata farmacologico dell’obesità, non esistono dati una malattia del cervello 23, è stato proposto di sull’efficacia a lungo termine dei trattamenti ba- inserire la food addiction e l’obesità nel DSM-5, sati sull’approccio di 12 passi. Diversi sono inve- ma la proposta e stata scoraggiata 24 e non ac- ce i riscontri della terapia cognitivo comporta- cettata.7 L’obesità oggi è infatti considerata mentale, che aiuta il paziente ad affrontare un disturbo ereditabile neurocomportamen- gli ostacoli ambientali, cognitivi ed emotivi tale, molto sensibile alle condizioni ambien- della perdita e del mantenimento del peso27: tali 25. i dati infatti indicano la sua efficacia nell’in- Allo stesso modo, i disturbi dell’alimentazione durre una duratura perdita di peso, fino a 8 che hanno tra le loro espressioni psicopatologi- anni dall’inizio del trattamento 28 . che gli episodi di abbuffata (cioè la bulimia ner- vosa e il disturbo da binge-eating), pur essendo Dal momento che la food addiction è consi- classificati dal DSM-5 come malattie mentali, derata una malattia del cervello, ricorrendo a non sono stati inclusi nella categoria diagnosti- farmaci usati nel disturbo da uso di sostanze ca del disturbo da uso di sostanze, ma in quella dovremmo poter contare su un trattamento ri- dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione solutivo. Un farmaco recentemente approvato perché, come chiarito in precedenza, derivano in Italia (naltrexolone cloroidrato + buproprione dall’interazione di numerosi fattori di rischio so- cloroidrato), che utilizza gli stessi principi attivi ciali e psicologici e non da fattori esclusivamente impiegati nel trattamento del disturbo da uso di relati alla nutrizione; inoltre presentano una psi- oppiacei e di nicotina, è stato infatti messo alla 9
Differenze tra l’approccio basato sui 12 passi e la terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione (CBT-ED) Programma dei 12 passi CBT-ED Il disturbo è una malattia che non guarisce mai La guarigione completa è raggiunta dalla maggior parte delle persone (dato confermato da studi a lungo termine di follow-up della bulimia nervosa e del disturbo da binge-eating) È fondamentale l’astinenza immediata dagli episodi L’immediata cessazione degli episodi di abbuffata di abbuffata (i partecipanti identificati come astinen- non è realistica (la sospensione delle abbuffate è ti sono lodati, mentre a quelli non astinenti è data raggiunta gradualmente, con l’interruzione dei mec- poca possibilità di parlare – a volte è chiesto loro di canismi di mantenimento identificati) lasciare il gruppo) Per raggiungere l’astinenza è necessario evitare L’eliminazione dei cibi non va incoraggiata (i dati anche l’assunzione dei cibi considerati dannosi, che clinici e della ricerca indicano infatti che proprio il stimolano gli episodi di abbuffata tentativo di non mangiare questi alimenti favorisce gli episodi di abbuffata) Modalità di pensiero del “tutto o nulla”: si è in La modalità di pensiero “tutto o nulla” è un problema controllo o fuori dal controllo; i cibi sono salutari o che va affrontato (il trattamento incoraggia a consi- dannosi; si è astinenti o non astinenti derare una singola perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione come una scivolata – lapse – e non una ricaduta – relapse – da cui si può imparare per affrontare con successo, in futuro, una simile situazione ad alto rischio. Le modalità di pensiero “tutto o nulla” sono implicate nel mantenimento degli episodi di abbuffata) prova in quattro studi, a confronto con placebo, • Queste differenze spiegano perché preoccu- ma con effetti limitati: il calo ponderale ottenuto pa la possibile adozione, nei disturbi dell’ali- era compreso tra 3,7 e 8,1%, rispetto all’1,3 e al mentazione, di un trattamento basato sul mo- 4,1% del placebo 29. dello della food addiction. Questo approccio, Lo sviluppo di farmaci efficaci per la perdi- infatti, avendo implicazioni terapeutiche che ta di peso rappresenta, infatti, una sfida che contraddicono esplicitamente la terapia co- siamo molto lontani da poter vincere, data la gnitivo comportamentale (CBT-ED), attual- complessità dei meccanismi che regolano l’in- mente raccomandata per i pazienti adulti e troito di cibo, il dispendio energetico e il mante- adolescenti, affetti da disturbi dell’alimenta- nimento dell’obesità. zione26, potrebbe allontanare questi soggetti da terapie di provata efficacia. Conclusioni • Per quanto riguarda l’obesità, un alimento in grado di attivare il sistema della ricompensa • Nonostante la presenza di molte similitudi- non può essere classificato come sostanza ni tra gli episodi di abbuffata osservati nelle che crea dipendenza, anche se la ricerca persone con disturbi dell’alimentazione e il di- neurobiologica ha rilevato elementi comuni sturbo da uso di sostanze, esistono differenze nei processi di ricompensa cerebrale. fondamentali che riguardano la psicopatolo- • L’alimentazione in eccesso, riportata da al- gia, l’epidemiologia e i fattori di rischio. cune persone con obesità, può essere in- 10
fatti spiegata come acquisizione di abitudini 5 Treasure J, Leslie M, Chami R, et al. Are trans determinate dall’attivazione di processi edo- diagnostic models of eating disorders fit for pur- nici normali (non patologici), in un ambiente pose? A consideration of the evidence for food alimentare denso di energia e culturalmente addiction. Eur Eat Disord Rev 2018. permissivo. 6 Carter A, Hendrikse J, Lee N, et al. The Neuro- • È indispensabile inoltre sottolineare che, tra biology of “Food Addiction” and Its Implications l’obesità e il disturbo da uso di sostanze, esi- for Obesity Treatment and Policy. Annu Rev Nutr stono differenze fondamentali, come il de- 2016;36:105-28. corso temporale della ricaduta e gli esiti del 7 American Psychiatric Association. Diagnostic and trattamento. Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5). • Sostenere il concetto di eating addiction Washinton, DC: American Psychiatric Association (comportamento alimentare additivo), in al- 2013. ternativa a quello di food addiction, appare 8 Hebebrand J, Albayrak O, Adan R, et al. “Eating altrettanto problematico, perché si corre il ri- addiction”, rather than “food addiction”, better schio di usare il termine “addiction” per qual- captures addictive-like eating behavior. Neurosci siasi comportamento ripetitivo e abitudinario, Biobehav Rev 2014;47:295-306. come guardare la televisione, praticare l’atti- vità sessuale, fare shopping. 9 Gearhardt AN, Corbin WR, Brownell KD. Prelimi- • Utilizzare in modo allargato e onnicompren- nary validation of the Yale Food Addiction Scale. sivo la parola “addiction” potrebbe indurre la Appetite 2009;52:430-6. maggior parte delle persone ad affermare di 10 Long CG, Blundell JE, Finlayson G. A system- essere dipendente da qualcosa 12. atic review of the application and correlates of • L’attuazione di interventi preventivi di salu- YFAS-diagnosed ‘Food Addiction’ in humans: are te pubblica, tali da creare un ambiente che eating-related ‘addictions’ a cause for concern or permetta, alla maggior parte degli individui, empty concepts? Obes Facts 2015;8:386-401. di adottare un’alimentazione salutare e uno 11 Fairburn CG. Overcomimg bing eating (second stile di vita attivo è fondamentale. Si tratta di edition). New York: Guilford Press 2013. un obbiettivo prioritario, che prescinde dall’e- 12 Wilson GT. Eating disorders, obesity and addic- sclusione del modello della food addiction tion. Eur Eat Disord Rev 2010;18:341-51. nella genesi e nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. 13 Benton D. The plausibility of sugar addiction and its role in obesity and eating disorders. Clin Nutr 2010;29:288-303. Bibliografia 14 Fairburn CG, Doll HA, Welch SL, et al. Risk 1 Meule A. Back by popular demand: a narrative factors for binge eating disorder: a communi- review on the history of food addiction research. ty-based, case-control study. Arch Gen Psychia- Yale J Biol Med 2015;88:295-302. try 1998;55:425-32. 2 Randolph TG. The descriptive features of food 15 Kushner MG, Sher KJ, Beitman BD. The relation addiction: addictive eating and drinking. Q J Stud between alcohol problems and the anxiety disor- Alcohol 1956;17:198-224. ders. Am J Psychiatry 1990;147:685-95. 3 Schulte EM, Avena NM, Gearhardt AN. Which 16 Karacic M, Wales JA, Arcelus J, et al. Changes foods may be addictive? The roles of process- in alcohol intake in response to transdiagnostic ing, fat content, and glycemic load. PLoS One cognitive behaviour therapy for eating disorders. 2015;10:e0117959. Behav Res Ther 2011;49:573-7. 4 Leigh SJ, Morris MJ. The role of reward circuitry 17 Wang GJ, Volkow ND, Logan J, et al. Brain dopa- and food addiction in the obesity epidemic: an mine and obesity. Lancet 2001;357:354-7. update. Biol Psychol 2018;131:31-42. 18 Ziauddeen H, Farooqi IS, Fletcher PC. Obesity 11
and the brain: how convincing is the addiction itable neurobehavioral disorder that is highly model? Nat Rev Neurosci 2012;13:279-86. sensitive to environmental conditions. Diabetes 19 Fairburn CG. Cognitive Behavior Therapy and 2008;57:2905-10. Eating Disorders. New York: Guilford Press 2008. 26 NICE. Eating disorders: recognition and treat- 20 Finlayson G. Food addiction and obesity: unnec- ment (NG69). London: National Institute for Clini- essary medicalization of hedonic overeating. Nat cal Excellence 2017. Rev Endocrinol 2017;13:493-8. 27 Dalle Grave R, Sartirana M, El Ghoch M, et al. Per- 21 Graybiel AM. Habits, rituals, and the evaluative sonalized multistep cognitive behavioral therapy brain. Annu Rev Neurosci 2008;31:359-87. for obesity. Diabetes, Metabolic Syndrome and 22 Robinson TE, Berridge KC. The neural basis of drug Obesity: Targets and Therapy 2017;10:195-206. craving: an incentive-sensitization theory of addic- 28 Eight-year weight losses with an intensive lifestyle tion. Brain Res Brain Res Rev 1993;18:247-91. intervention: the look AHEAD study. Obesity (Sil- 23 Leshner AI. Addiction is a brain disease, and it ver Spring) 2014;22:5-13. matters. Science 1997;278:45-7. 29 Ali KF, Shukla AP, Aronne LJ. Bupropion-SR plus 24 Marcus MD, Wildes JE. Obesity: is it a mental dis- naltrexone-SR for the treatment of mild-to-mod- order? Int J Eat Disord 2009;42:739-53. erate obesity. Expert Rev Clin Pharmacol 25 O’Rahilly S, Farooqi IS. Human obesity: a her- 2016;9:27-34. 12
L’intervista all’esperto di Cecilia Ranza Fonti principali: tutti i vegetali più colorati, oltre a cereali, legumi, vino, tè e cioccolato Proantocianidine, i flavonoidi della dieta che riducono il rischio di tumore prostatico Risponde Marta Rossi Dipartimento di Scienze Cliniche e Salute della Comunità, Università di Milano N el quadro generale dei flavonoidi, com- DOMANDA: Quali sono stati i presupposti posti ben noti per le loro generali pro- della vostra analisi? prietà antinfiammatorie, antiproliferative RISPOSTA: Avevamo ben presenti i dati di uno e antimutageniche, la classe delle proantociani- studio prospettico statunitense (il CPS II), con- dine fa storia a sé, grazie ai dati che associano dotto su oltre 43 mila uomini di 70 anni in media, una loro adeguata assunzione, tramite la dieta, in cui si era dimostrata l’associazione tra apporto a una significativa riduzione del rischio di carci- di proantocianidine e riduzione del rischio di car- noma prostatico. cinoma prostatico più grave, con elevato Glea- Ma il panorama è più complesso, vasto e pro- son score (il punteggio specifico che classifica mettente, come spiega Marta Rossi, del Dipar- la gravità del tumore n.d.r.). In vitro, inoltre, que- timento di Scienze Cliniche e Salute della Co- sta classe di flavonoidi agisce sulle cellule can- munità, Università di Milano, co-firmataria di uno cerose prostatiche, soprattutto su quelle legate studio caso-controllo, tutto italiano, appena pub- alla produzione ormonale. blicato su Cancer Causes and Control, nel quale trova piena conferma l’azione protettiva di questi Dal canto nostro, avevamo a disposizione i dati nutrienti. raccolti nello studio caso-controllo, condotto tra il 13
1991 e il 2002 dall’Istituto “Mario Negri” nell’area nel secondo gruppo, con un’assunzione media di Milano, nelle province di Pordenone, Gorizia di 346,4 mg di proantocianidine al giorno, il ri- e Latina e nell’area di Napoli, in cui si valutava il schio di carcinoma prostatico risulta ridotto del rapporto tra le abitudini alimentari (ovvero la fre- 20% rispetto al primo gruppo, con apporti minimi quenza di consumo dei diversi gruppi di alimenti) e considerato come riferimento; nel terzo gruppo e il rischio di carcinoma prostatico. Questo stu- (468,4 mg di proantocianidine al giorno) il rischio dio aveva fornito i livelli di consumo per 78 tra si riduce ulteriormente rispetto al primo aumen- alimenti e bevande e a 5 bevande alcoliche. ta, raggiungendo il 28%. Con l’analisi attuale abbiamo tradotto i consumi Si tratta di differenze robuste, statisticamente in apporti medi di proantocianidine, utilizzando la significative e che considerano tutti i possibili banca dati del Dipartimento USA per l’Agricoltu- fattori confondenti: età, peso, abitudine al fumo, ra (USDA database). scolarità, storia familiare di tumore prostatico, at- tività fisica, assunzione di alcol e in ultimo, ma D.: Qual è il profilo dei soggetti coinvolti nel- non per importanza, l’apporto quotidiano di ener- lo studio? gia totale. R.: Lo studio aveva raccolto i dati di 1.294 sog- getti (46-74 anni), con carcinoma prostatico ap- Questo è il secondo studio ad aver dimostrato pena diagnosticato e classificato secondo gra- l’associazione inversa tra livelli di assunzione di vità (Gleason score inferiore o superiore a 7). proantocianidine e rischio di tumore alla prosta- Come controlli, sono stati coinvolti 1.451 uomini ta; il rischio diminuisce soprattutto per i tumori della stessa fascia d’età, ricoverati per patologie di maggior gravità, a ulteriore conferma dell’at- non oncologiche, non ormonali e non ricondu- tività antimutagenica e antiproliferativa di questi cibili alle abitudini alimentari: traumi, problemi composti. ortopedici, disturbi odontoiatrici, otorinolaringo- Guardando alla realtà italiana, aver analizzato i iatrici, o dermatologici. dati di oltre 1.200 casi di tumore (e di oltre 1.400 controlli) è un punto di forza. Non dimentichiamo D.: Quali sono gli alimenti a maggior conte- poi che, in Italia, mantenere nell’arco dell’anno nuto di proantocianidine? Quali sono i più un buon apporto di proantocianidine è facile, consumati secondo i vostri dati? grazie alla varietà di verdura, frutta, legumi, ce- R.: Quasi tutti i vegetali molto colorati sono fonte reali e bevande. di proantocianidine; inoltre i legumi e, tra le be- vande, il tè e il vino (non a caso, le proantociani- D.: Oltre ai dati sulla salute prostatica, qua- dine sono note anche come tannini condensati). li sono le conoscenze attuali sul ruolo delle Nella nostra analisi, valutando le frequenze set- proantocianidine nel contrastare il rischio timanali di consumo e le porzioni dichiarate, il oncologico? maggior apporto di proantocianidine deriva da R.: I dati sulla prostata sono tra i più incorag- mele, pere, vino, legumi, cereali, pesche, albi- gianti, anche se non conclusivi; costituiscono cocche, prugne e cioccolato, cioè da alimenti però un’ottima base per nuove ricerche in grado comunemente consumati nel nostro Paese. di consolidare l’evidenza scientifica. Un secondo filone riguarda le interazioni con D.: Quali sono i risultati della vostra analisi? l’apparato digerente: ci sono già dati suggestivi Quali i punti di forza? per quanto riguarda la protezione nei confronti R.: È fondamentale anzitutto sottolineare che i del tumore del colon-retto, ma anche dello sto- risultati emersi dalla nostra analisi si riferiscono maco e del pancreas. al consumo di alimenti nella loro interezza. Da non trascurare è anche il ruolo nei confronti Abbiamo suddiviso i soggetti in tre gruppi, se- del rischio oncologico polmonare di fumatrici ed condo l’apporto di proantocianidine, confrontan- ex-fumatrici in menopausa: i dati incoraggianti di doli poi in base al rischio di carcinoma prostatico: uno studio statunitense su oltre 34 mila donne 14
tra i 55 e i 69 anni meriterebbero di avere un dine con gli alimenti e rischio di sviluppare un seguito. tumore prostatico, che sembra particolarmente marcata per le forme con esordio più grave. Inoltre: l’interesse suscitato dalla conoscenza In attesa di riscontri definitivi, possiamo comun- del coinvolgimento del microbiota nel benesse- que suggerire una maggiore attenzione alle scel- re e nella salute sta dando frutti anche in que- te dei cibi da consumare tutti i giorni. Nel caso sto settore. In letteratura, emerge sempre più delle proantocianidine, sappiamo per esempio chiaramente un ruolo dei batteri di vari organi e che tra le migliori fonti vi sono le mele. tessuti nella prevenzione di alcune malattie on- cologiche, presumibilmente tramite un effetto di È un’ottima notizia, perché si tratta di frutti che interazione con i metaboliti di alcuni antiossidanti ci accompagnano per tutto l’autunno e l’inverno nell’apparato digerente. Sto per esempio condu- fino alla primavera, con varietà talmente appeti- cendo uno studio finanziato da AIRC che indaga tose da soddisfare qualunque palato. il possibile utilizzo di alcuni batteri circolanti nel sangue come marker di tumore del colon-retto. Secondo le nostre analisi, sarebbero sufficienti Tornando alla prostata, a questo punto è logico un paio di mele al giorno per assumere più di ipotizzare che l’interazione tra i metaboliti delle 300 mg di proantocianidine. I suggerimenti a proantocianidine e il microbiota possa influire questo punto sono due: utilizzare questi frutti anche sull’evoluzione di questo tumore. come spezzafame/merenda, o per completare la sazietà di un pasto che ha già fornito proteine e D.: In conclusione? lipidi; lavare accuratamente la buccia, che non R.: La nostra analisi rafforza l’evidenza di un’as- dovrebbe essere scartata, perché è lì che si con- sociazione inversa tra apporto di proantociani- centra la maggior parte di flavonoidi. 15
La Scheda Le Apiacee (o Ombrellifere) Che cosa sono La famiglia delle Apiacee, note anche come Ombrellifere, conta circa 3000 specie, che crescono nelle zone temperate: molte sono edibili, altre soltanto ornamentali, alcune velenose (per esempio la Cicuta). Nella Tabella sono riportate le caratteristiche nutrizionali delle specie di più comune consumo in Italia: finocchio, sedano e carota. Della famiglia fanno parte però anche le erbe prezzemolo, aneto e coriandolo e i semi di finocchio selvatico, molto popolari nella cucina nordica. Che cosa contengono Le specie commestibili I principali nutrienti presenti delle Ombrellifere ap- in 100 g di finocchi, carote e sedano portano fibre, minerali, vitamine e antiossidanti Finocchi Carote Sedano (flavonoidi, carotenoidi, crudi crude crudo luteina). 100 g 100 g 100 g Le concentrazioni mag- Energia totale kcal 31 41 16 giori di questi compo- Acqua g 90,21 88,29 95,43 nenti si rilevano nelle Fibre g 3,1 2,8 1,6 erbe, che però vengono Proteine vegetali g 1,24 0,93 0,69 Carboidrati g 7,30 9,58 2,97 consumate a dosi ben inferiori rispetto alle al- Potassio mg 414 320 260 tre ombrellifere. Sodio mg 45 69 80 Calcio mg 49 33 40 Sedano e prezzemolo Fosforo mg 50 35 24 sono le principali fon- Ferro mg 0,73 = 0,20 ti alimentari di flavoni Zinco mg 0,20 0,24 0,13 (luteolina e apigenina), Magnesio mg 17 12 11 composti simili ai flavo- Vitamina C mg 12 5,9 3,1 noli ma meno diffusi in Niacina mg 0,64 0,70 0,320 natura. Vitamina B6 mg 0,047 0,12 0,074 Nella medicina tradi- Vitamina B2 mg 0,032 0,04 0,057 zionale orientale sono Vitamina B1 mg 0,010 0,04 0,021 ampiamente utilizzati i Folati totali mcg 27 10 36 semi di sedano, la cui Vitamina E mg = 0,66 0,27 componente lipidica Retinolo eq. mcg 48 835 22 (15%) è ricca di acidi Vitamina K mcg 62,8 13,2 29,3 grassi insaturi. Fonte: Modif. da USDA Che cosa bisogna sapere Il finocchio è ben noto per le sue proprietà digestive, carminative e diuretiche, per l’ottimo contenuto di flavonoidi e, grazie all’apporto di fibre, per l’effetto saziante. I semi di finocchio selvatico (cumino) sono molto apprezzati per l’aroma deciso e inconfondibile. Le comuni carote arancioni sono il risultato di incroci condotti in Olanda (XVI-XVII secolo) tra la varietà gialla e quella viola scuro, in onore della dinastia Orange: questa varietà è ricca di pro-vitamina A, quella viola apporta antocianidine e flavonoidi e la carota gialla fornisce luteina. 16
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