LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI - I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA - Pacini Medicina

Pagina creata da Paola Valente
 
CONTINUA A LEGGERE
LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI - I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA - Pacini Medicina
ANNO   NUMERO

I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO
LA SALUTE DELLA PROSTATA

                              LA SCHEDA:
                LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI
LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI - I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA - Pacini Medicina
ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE

                                                                                  Anno V – Numero 1 – 2018

 Direttore Scientifico
 Franca Marangoni

 Direttore Responsabile
 Patrizia Alma Pacini

 © Copyright by
 Nutrition Foundation of Italy e Pacini Editore Srl

 Coordinamento redazionale
 Cecilia Ranza
                                                                   L'Editoriale                                    3
                                                                   La scarsa rilevanza clinica
                                                                   del concetto di “food addiction”
                                                                   Franca Marangoni

                                                                   Il tema                                         4
                                                                   Food addiction:
                                                                   un concetto di limitata
Redazione                                                          validità e utilità clinica
NFI - Nutrition Foundation of Italy                                Riccardo Dalle Grave
Viale Tunisia 38 - 20124 Milano
Tel. 02 76006271 - 02 83417795
Fax 02 76003514                                                    L’intervista all’esperto di Cecilia Ranza       13
info@nutrition-foundation.it
                                                                   Proantocianidine, i flavonoidi
                                                                   della dieta che riducono
Grafica
Pacini Editore Srl                                                 il rischio di tumore prostatico
Via Gherardesca 1 • 56121 PISA                                     Risponde Marta Rossi
Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300
info@pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it

Periodico mensile – Testata iscritta presso il Registro pubblico
                                                                   La Scheda                                       16
degli Operatori della Comunicazione (Pacini Editore Srl
iscrizione n. 6269 del 29/08/2001)                                 Le Apiacee (o Ombrellifere)
LA SCHEDA: LE OMBRELLIFERE COMMESTIBILI - I FLAVONOIDI CHE PROTEGGONO LA SALUTE DELLA PROSTATA - Pacini Medicina
L'Editoriale

                              La scarsa rilevanza clinica
                         del concetto di “food addiction”
                                                                                     Franca Marangoni
                                                                                Direttore Scientifico AP&B

E
        siste una vera dipendenza da cibo? Il         “accendono” nelle vere dipendenze), non siano
        quesito divide gli esperti, ormai da molti    però confermate dall’esperienza clinica e dai più
        anni e ha maggiore rilevanza pratica di       recenti studi, e vadano quindi considerate, nella
quanto si potrebbe immaginare. Se il rapporto         migliore delle ipotesi, di limitata rilevanza pratica.
che ci lega con gli alimenti che prediligiamo, tal-
volta fino a “perdere il controllo” (come capita      Nell’intervista, Marta Rossi, dell’Università di Mi-
per esempio alle persone soggette al fenome-          lano, ci parla invece della relazione tra le proan-
no della “abbuffata”) è effettivamente di dipen-      tocianidine, reperibili in molti vegetali e in bevan-
denza, va gestito, almeno nei casi francamente        de di uso comune come il caffè, il vino, il tè e il
patologici, in modo concettualmente analogo a         rischio di tumore della prostata.
quanto si fa nelle tossicodipendenze. E l’obesità,    L’occasione è la pubblicazione di un lavoro tutto
e il suo trattamento, assumerebbero connotati         italiano che, utilizzando la metodologia degli studi
del tutto nuovi.                                      caso-controllo, ha documentato come un elevato
Ci parla dell’argomento Riccardo Dalle Grave,         apporto di questi composti riduca in modo sensi-
Responsabile dell’Unità di Riabilitazione Nutri-      bile (dal 25 al 30%) l’incidenza del cancro prosta-
zionale della Casa di Cura Villa Garda, Garda,        tico, e specie delle forme meno favorevoli sul pia-
uno dei massimi esperti del settore: con argo-        no prognostico. In linea con le crescenti evidenze
mentazioni chiare e consequenziali ci mostra          che associano i composti a struttura polifenolica
come le ipotesi alla base del concetto della          con la riduzione del rischio di importanti patologie
“food addiction”, anche se confortate da alcuni       degenerative: uno stimolo in più a consumare le
interessanti dati di natura neuro-funzionale (l’at-   fonti di queste interessanti molecole.
tivazione di vie neuronali simili a quelle che si     Buona lettura!		          		                       

                                                                                                          3
Il tema

      I limiti del concetto
      di food addiction
      emergono dalle differenze
      tra uso di sostanze
      e consumo di cibo

Food addiction:
un concetto di limitata
validità e utilità clinica
Riccardo Dalle Grave
Unità Funzionale di Riabilitazione Nutrizionale – Casa di Cura Villa Garda (Garda – VR)

I
   primi resoconti scientifici che hanno usato            Più recentemente è stato proposto che questi
   il termine “addiction” facendo riferimento al          alimenti potrebbero essere implicati nello svi-
   cibo, e in particolare alla cioccolata, risalgono      luppo dell’epidemia globale dell’obesità 4 e di
al 1890 1. Il termine “food addiction” è stato però       alcuni disturbi dell’alimentazione che si caratte-
coniato solo nel 1956 da Theron Randolph per              rizzano per la presenza di ricorrenti episodi di
descrivere il consumo, simile a quello che si os-         abbuffata 5.
serva nel disturbo da uso di sostanze, di alcuni          Questa ipotesi ha portato i sostenitori del mo-
alimenti come il mais, il frumento, il caffè, il latte,   dello della food addiction a raccomandare alla
le uova e le patate 2.                                    politica sanitaria di emanare leggi per regolare
                                                          la disponibilità dei cibi considerati “additivi” e di
Rispetto a questa descrizione originale, oggi             identificare e trattare le persone che potrebbero
l’attenzione si è spostata verso gli alimenti pro-        soffrire di dipendenza da cibo 6.
cessati ricchi di zuccheri e grassi che, secondo
i sostenitori della modello della food addiction,         La proposta dell’esistenza della food addiction
avrebbero proprietà che favoriscono lo sviluppo           ha stimolato numerose ricerche e discussioni
della dipendenza in alcuni soggetti vulnerabili 3.        nella letteratura scientifica, ma i dati disponibili

4
sono controversi e l’opinione di clinici e ricerca-    marcatori di dipendenza nei confronti del consu-
tori è divisa. Scopo di questo articolo è fornire un   mo di cibi ricchi di grassi e zuccheri.
aggiornamento sintetico della validità e dell’utili-   Lo strumento è basato su 25 item, che valutano
tà clinica del modello della food addiction appli-     la presenza dei sette criteri sintomatici per la
cato in particolare ai disturbi dell’alimentazione     dipendenza da sostanze, definiti dal DSM-IV-
e all’obesità.                                         TR: tolleranza, astinenza, perdita di controllo,
                                                       desiderio e fallimenti, tempo speso, rinuncia ad
Che cos’è il modello                                   attività sociali, lavorative o ricreative importan-
                                                       ti, uso continuato nonostante le conseguenze
della food addiction                                   persistenti.
Secondo il modello della food addiction gli epi-       Due dei 25 item valutano la presenza di danno
sodi di alimentazione in eccesso sono il risultato     clinico significativo, o disagio, derivante dall’ali-
di un processo fisiologico sotteso, equivalente a      mentazione in eccesso 9. Una diagnosi dicoto-
quello responsabile dell’alcolismo. Le persone         mica di dipendenza da cibo si applica quando
con food addiction sarebbero biologicamen-             sono presenti almeno tre criteri sintomatici e un
te vulnerabili a certi alimenti (tipicamente           danno clinico significativo. In alternativa, può
zuccheri e grassi) e, diventando dipendenti da         essere calcolato un punteggio dei sintomi da 1
essi, sarebbero incapaci di controllare la quanti-     a 7 per misurare la gravità della sintomatologia
                                                       presente.
tà della loro assunzione. Poiché la vulnerabilità
è determina biologicamente, ne consegue che
                                                       Una recente revisione, che ha valutato 40 studi
chi è affetto dalla “malattia” food addiction non
                                                       sperimentali sugli esseri umani pubblicati dopo
può mai guarire, ma piuttosto deve imparare ad
                                                       il 2009, ha concluso che il punto non ancora
accettarla e ad aggiustare la sua vita per poterla
                                                       chiarito è se gli individui che soddisfano i crite-
gestire.
                                                       ri YFAS per la diagnosi di food addiction siano
                                                       veramente dipendenti dal cibo e se sperimenti-
Non c’è comunque accordo tra i sostenito-
                                                       no un danno clinico significativo nelle aree del
ri del modello della food addiction, se esso
                                                       benessere psicologico e della qualità della vita,
sia una dipendenza da una sostanza, come il
                                                       come accade nei disturbi da uso di sostanze cli-
disturbo da uso di alcool, oppure una dipenden-        nicamente riconosciuti 10.
za comportamentale, come il disturbo da gioco          La revisione ha evidenziato che una diagnosi po-
d’azzardo, recentemente inserito nel Manua-            sitiva di food addiction determinata dalla YFAS
le Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali       si associa positivamente con l’indice di massa
(DSM-5) all’interno della categoria diagnostica        corporea (BMI) e gli episodi di abbuffata (pur con
dei disturbi da uso di sostanze 7. Alcuni autori,      qualche eccezione), mentre i dati disponibili sulla
infatti, affermando che l’evidenza attuale dell’esi-   capacità della YFAS di valutare una relazione tra
stenza di cibi con proprietà tali da creare dipen-     danno clinico significativo e assunzione di cibo
denza sono scarse, hanno sostenuto l’esisten-          sono scarsi.
za di un comportamento alimentare additivo,
e hanno proposto di usare il termine “eating           Gli autori della revisione sottolineano inoltre
addiction” 8 .                                         che avere valutato la cosiddetta food addiction
                                                       con la sola YFAS introduce la possibilità di un
Valutare la food addiction:                            argomento circolare. Vale a dire: alla domanda:
la Yale Food Addiction Scale                           “Perché questa persona è dipendente da cibo?”,
                                                       la risposta è “Perché ha un punteggio elevato
La Yale Food Addiction Scale, o YFAS, è una            alla YFAS”. Ma alla domanda “Perché questa
scala self-report sviluppata per identificare le       persona ha punteggio elevato alla YFAS?”, la
persone che hanno più probabilità di esibire dei       risposta è “Perché è dipendente dal cibo”.

                                                                                                          5
Infine, sottolineano che definire la cosiddetta          re i meccanismi sottostanti o ottimizzare il trat-
food addiction con gli stessi criteri del distur-        tamento.
bo da uso di sostanze è controverso: infatti,
a differenza delle sostanze stupefacenti o del           Differenze
gioco d’azzardo, il cibo e l’atto del mangiare           Come è stato accennato, esistono importanti dif-
sono essenziali per la sopravvivenza degli               ferenze tra gli episodi di abbuffata e il disturbo
esseri umani 10.                                         da uso di sostanze.
                                                         1. Gli episodi di abbuffata non implicano il
Episodi di abbuffata                                        consumo di particolari classi di alimen-
                                                            ti 12. Se l’episodio di abbuffata fosse una
e uso di sostanze                                           forma di dipendenza dovrebbe essere ca-
Nell’ambito dell’alimentazione, il comportamento            ratterizzato dal desiderio e dal consumo di
che più di altri ha fatto ipotizzare una dipendenza         specifici alimenti. Questo però non accade
dal cibo è sicuramente l’abbuffata. Indubbiamen-            nelle persone con bulimia nervosa e disturbo
te gli episodi di abbuffata e l’uso di sostanze             da binge-eating, dove l’aspetto caratteristico
hanno molte caratteristiche in comune, ma le                dell’episodio di abbuffata, come specificato
differenze sono altrettanto rilevanti e il lega-            dai criteri diagnostici del DSM-5 7, è la quan-
me tra i due comportamenti è non specifico.                 tità di cibo assunta non quello che viene
                                                            mangiato.
Similitudini                                             2. Gli individui con disturbi dell’alimentazio-
Le principali similitudini tra gli episodi di abbuffa-      ne cercano costantemente di evitare l’e-
ta e il disturbo da uso di sostanze sono 11:                pisodio di abbuffata. Avviene invece il con-
• il craving (cioè il desiderio intenso o la spinta)        trario nel trattamento del disturbo da uso di
   ad adottare il comportamento;                            sostanze, in cui una delle maggiori difficoltà è
• la sensazione di perdita di controllo nei con-            motivare gli individui a evitare l’uso della so-
   fronti del comportamento;                                stanza 11.
• la preoccupazione nei confronti del compor-            3. Gli individui che si abbuffano spesso adot-
   tamento;                                                 tano una dieta ferrea per perdere peso,
• l’uso del comportamento per mitigare la ten-              che aumenta però la vulnerabilità a epi-
   sione e le emozioni negative;                            sodi di abbuffata 11. Al contrario, gli individui
• la negazione della gravità del problema;                  con disturbo da uso di sostanze e di alcool
• il tentativo di mantenere il problema segreto;            non sono vulnerabili all’abuso della sostanza
• la persistenza del comportamento nonostan-                quando cercano di non assumerla 13.
   te i suoi effetti dannosi;                            4. Il disturbo da binge-eating è causato
• i frequenti e ripetuti insuccessi nel tentativo di        dall’interazione di numerosi fattori di ri-
   sospendere il comportamento                              schio sociali e psicologici, non esclusi-
                                                            vamente relati alla nutrizione 14. Questo
Come sottolineato da Fairburn 11, queste simi-              indicherebbe che gli episodi di abbuffata sa-
litudini sono parziali e, sebbene alcune siano              rebbero più una modalità usata per modulare
rilevanti per il trattamento (per esempio l’uso             le emozioni negative e lo stress piuttosto che
del comportamento per alleviare la tensione e               la conseguenza della dipendenza nei con-
le emozioni negative), non significa che i mec-             fronti del cibo.
canismi sottostanti ai comportamenti legati
all’assunzione di cibo e di sostanze stupefa-            Relazione non specifica
centi siano gli stessi 11. Focalizzarsi esclusiva-       La relazione tra episodi di abbuffata e uso di so-
mente sulle similitudini, inoltre, non permette          stanze non è specifica 12: infatti, sebbene il tasso
di fare emergere alcune importanti differenze            di uso di sostanze e di alcool negli individui che
che potrebbero essere fondamentali per capi-             si abbuffano sia più elevato rispetto alla popo-

6
lazione, esso è però simile a quello di individui       pensa (coinvolgendo i nuclei amigdala, insula
con altri disturbi psichiatrici 15. Allo stesso modo,   e striato), i modelli che emergono dagli studi di
il tasso di episodi di abbuffata è più elevato negli    confronto tra individui con obesità (ed episodi di
individui con disturbo da uso di alcool e sostan-       abbuffata) e soggetti di controllo mostrano am-
ze, ma è simile a quello degli individui con altri      pia variabilità e inconsistenza 18.
disturbi psichiatrici 11.
                                                        Modalità temporali e meccanismi
Anche la presenza di uso di sostanze nei fami-          di base: implicazioni terapeutiche
liari degli individui che si abbuffano non è supe-
riore a quella osservata in altri disturbi psichia-     Diverso decorso temporale della ricaduta
trici 11. Infine, sebbene sia stato osservato che i     I disturbi da uso di sostanze, l’obesità e i distur-
problemi alimentari precedano l’abuso di alcool         bi dell’alimentazione hanno modalità di ricadu-
(insorgono cioè a un’età più precoce), i dati sul       ta uniformi, ma sorprendentemente diverse nel
trattamento indicano che i pazienti che interrom-       tempo 12. Nei disturbi da uso di sostanze il
pono gli episodi di abbuffata non li sostituiscono      tasso di ricaduta si riduce dopo che è stata
con l’abuso di alcool 16.                               ottenuta l’astinenza iniziale: ne deriva che la
                                                        quantità di tempo di astinenza accumulato può
Dagli studi neurobiologici                              essere la variabile chiave, che modella la curva
emergono dati inconsistenti                             di recidiva.
                                                        In altre parole, “l’astinenza sostiene l’astinenza”.
Alcuni ricercatori, per chiarire il legame tra as-      Infatti, nei disturbi da uso di nicotina, eroina e
sunzione di cibo in eccesso e l’uso di sostanze,        alcool, la maggior parte dei pazienti ricade pre-
hanno condotto studi neurobiologici di confronto,       cocemente dopo la conclusione del trattamen-
tra soggetti con obesità e normopeso. I risultati       tos; ma, tra coloro che riescono a mantenersi in
appaiono però inconsistenti.                            astinenza, il tasso di ricaduta nel tempo si riduce
Nel 2001 uno studio con la tomografia a emis-           in modo molto significativo.
sione di positroni (PET), in un gruppo di soggetti
con obesità, ha dimostrato una riduzione dei re-        Accade il contrario nel trattamento compor-
cettori D2R della dopamina presenti nel nucleo          tamentale dell’obesità: infatti il tasso di per-
striato, negativamente correlata con l’IMC (Indi-       dita di peso iniziale è rapido, poi lentamente
ce di Massa Corporea) 17: questo dato potrebbe          diminuisce e raggiunge il picco circa sei mesi
indicare uno stato di “deficit di ricompensa”, che      dopo l’inizio del trattamento. Da questo punto in
indurrebbe una maggiore assunzione di cibo per          poi il peso è gradualmente recuperato. I disturbi
ottenere lo stesso livello di ricompensa percepito      dell’alimentazione trattati con la terapia co-
dai soggetti di peso normale.                           gnitivo comportamentale, invece, mostrano
Il disegno dello studio, basato su osservazioni         un sostanziale mantenimento dei migliora-
cross-sectional, non spiega però se i cambia-           menti ottenenuti 12.
menti dei recettori siano una causa, o una con-
seguenza dell’obesità. Inoltre, studi successivi        Queste osservazioni sottolineano le differenze
sui recettori D2R nei soggetti con obesità hanno        fondamentali tra obesità e disturbi dell’alimenta-
prodotto risultati inconsistenti 18.                    zione, contrariamente a quanto proposto dal
                                                        modello della food addiction. Suggeriscono
In modo simile, sebbene gli studi di neuroima-          inoltre l’esistenza di meccanismi del tutto diversi
ging che esplorano le risposte del cervello agli        (biologici, psicologici o sociali), responsabili del
stimoli alimentari e relativi al cibo nelle persone     mantenimento, della remissione e della ricadu-
di peso normale abbiano mostrato un’attivazione         ta nel disturbo da uso di sostanze, piuttosto che
ampiamente coerente nel circuito della ricom-           nell’obesità, o nei disturbi dell’alimentazione 12.

                                                                                                          7
Meccanismi di mantenimento                                che non adottano regole dietetiche estreme
dell’episodio di abbuffata                                e rigide);
La teoria cognitivo comportamentale trans-             c) se l’episodio di abbuffata è seguito dal vomito
diagnostica, che ha attualmente il maggio-                autoindotto, o dall’uso di altri comportamen-
re supporto empirico, sostiene che il nucleo              ti di compenso, questi tendono a mantenere
psicopatologico centrale dei disturbi dell’a-             gli episodi di abbuffata, perché le persone
                                                          hanno la convinzione che tali comportamenti
limentazione è l’eccessiva valutazione del
                                                          siano efficaci nel prevenire l’assorbimento di
peso e della forma del corpo, cioè la valutazio-
                                                          calorie e, di conseguenza, allentano il control-
ne di sé influenzata in modo predominante dal
                                                          lo dell’alimentazione perché viene meno un
peso, della forma del corpo e dal loro controllo 19.
                                                          importante deterrente dell’alimentazione in
                                                          eccesso (cioè la paura d’ingrassare).
La maggior parte delle caratteristiche dei disturbi
dell’alimentazione deriva da questa psicopatolo-       Meccanismi di mantenimento
gia nucleare: un esempio è l’adozione di regole        dell’alimentazione edonica nell’obesità
dietetiche estreme e rigide che, secondo la te-
                                                       Secondo alcuni autori, l’uso del modello della
oria, svolgono un ruolo chiave nello sviluppo
                                                       food addiction, oltre a stigmatizzare l’individuo
e nel mantenimento degli episodi di abbuf-
                                                       (nel DSM-5 si usa il termine disturbo da uso di
fata. Le persone con disturbi dell’alimentazio-
                                                       sostanze per evitare che accada questo), è una
ne hanno infatti la tendenza a reagire in modo         forma di medicalizzazione non necessaria dell’a-
negativo ed estremo (spesso dicotomico) alla           limentazione eccessiva edonica 20.
quasi inevitabile rottura di queste regole: anche      Negli individui con obesità che mangiano
una piccola trasgressione tende a essere inter-        in eccesso per gratificarsi non è, infatti, ne-
pretata come la prova di scarso autocontrollo e        cessario adottare il modello della food addiction
debolezza personale. La risposta a questa per-         per spiegare il loro comportamento; esso può
cepita mancanza di autocontrollo è un tempo-           derivare dal “processo di apprendimento di abi-
raneo abbandono dello sforzo di restringere            tudini” non innate, che si sviluppa attraverso
l’alimentazione, che sfocia nell’episodio di           processi edonici normali (non patologici), in
abbuffata. Quest’ultimo mantiene la psicopato-         un ambiente alimentare denso di energia e
logia nucleare, intensificando le preoccupazioni       culturalmente permissivo 20.
di essere incapaci di controllare il peso, la forma
del corpo e l’alimentazione, incoraggia un’ulterio-    Due processi sembrano particolarmente impli-
re restrizione dietetica e aumenta così il rischio     cati nell’acquisizione e nella persistenza di abi-
di ulteriori episodi di abbuffata.                     tudini alimentari disfunzionali 21.
                                                       Il primo è l’apprendimento basato sull’esito
Inoltre, tre ulteriori processi contribuiscono         dell’azione (per esempio il piacere che comporta
a mantenere gli episodi di abbuffata:                  l’assunzione di alcuni cibi): definito anche “con-
a) le difficoltà della vita e i cambiamenti emotivi    dizionamento strumentale o operante”, questa
   associati aumentano la probabilità che le per-      forma di apprendimento coinvolge specifiche vie
   sone con disturbi dell’alimentazione rompano        neurali come l’amigdala, lo striato ventrale (il nu-
   le loro regole dietetiche rigide ed estreme;        cleo accumbens) e la corteccia orbito frontale.
b) poiché l’episodio di abbuffata migliora tem-
   poraneamente il tono dell’umore e distrae           Il secondo è quello dello stimolo-risposta, chia-
   dai problemi, esso può diventare un mezzo           mato anche “condizionamento classico”. Si svi-
   disfunzionale per far fronte a queste diffi-        luppa quando uno stimolo non condizionato (per
   coltà (è un meccanismo spesso implicato             esempio un’emozione, un momento della giorna-
   nel mantenimento degli episodi di abbuffata         ta, o un’attività) è associato ripetutamente con
   negli individui con disturbi da binge-eating,       l’assunzione di determinati alimenti e coinvolge

8
strutture neurali differenti lo striato dorso laterale   copatologia specifica (per esempio l’eccessiva
(il caudato/putamen) e la corteccia prefrontale          valutazione del peso e della forma del corpo),
dorso laterale.                                          assente nei disturbi da uso di sostanze.

Va anche sottolineato che, sebbene alcuni cibi           Il considerare l’alimentazione eccessiva e incon-
attivino attività neurali comuni a quelle delle          trollata come una dipendenza avrebbe ripercus-
sostanze stupefacenti, nessuna evidenza ha               sioni inevitabili sulla terapia. Il trattamento non
ancora dimostrato che esista una sensibiliz-             farmacologico della food addiction, infatti, do-
zazione neurale al cibo 20.                              vrebbe essere basato sull’approccio che Alcolisti
Il meccanismo sarebbe addirittura contrario:             Anonimi e altri gruppi simili applicano per aiuta-
la stimolazione intensa determinata dalle sostan-        re le persone con problemi di alcol: il cosiddetto
ze stupefacenti, che eccede di molto quella otte-        programma dei 12 passi.
nuta da qualsiasi cibo, sembra essere la causa           L’approccio, come mostrato nella Tabella a pa-
della disfunzione del sistema della ricompensa           gina 10, differisce in modo sostanziale dalla te-
naturale (inclusa la sensibilizzazione dei neuroni       rapia cognitivo comportamentale dei disturbi
della dopamina mesolimbica coinvolti nel pro-            dell’alimentazione (CBT-ED), raccomandata
cesso del desiderio), piuttosto che la mera atti-        dalle linee guida del National Institute for
vazione delle vie del desiderio.                         Care and Health (NICE) del 2017 per il tratta-
Ecco perché la dipendenza da sostanze diven-             mento di tutte le forme di disturbi dell’alimenta-
ta così compulsiva e persistente, indipenden-            zione negli adulti e negli adolescenti 26 .
temente dal piacere (e dai danni) che la loro            Queste linee guida, che riflettono le nuove evi-
assunzione comporta 22. Nello stesso tempo,              denze sostanziali emerse nel decennio prece-
questo significa che un alimento in grado di atti-       dente, si sono concentrate sui risultati di studi
vare il sistema della ricompensa non può esse-           clinici controllati, ma hanno anche considerato
re classificato automaticamente come sostanza            l’esperienza degli utenti, dei familiari, dei ricerca-
che crea dipendenza 20.                                  tori e dei medici.

Quali implicazioni per il trattamento                    Inoltre, per quanto riguarda il trattamento non
Dal momento che la dipendenza è considerata              farmacologico dell’obesità, non esistono dati
una malattia del cervello 23, è stato proposto di        sull’efficacia a lungo termine dei trattamenti ba-
inserire la food addiction e l’obesità nel DSM-5,        sati sull’approccio di 12 passi. Diversi sono inve-
ma la proposta e stata scoraggiata 24 e non ac-          ce i riscontri della terapia cognitivo comporta-
cettata.7 L’obesità oggi è infatti considerata           mentale, che aiuta il paziente ad affrontare
un disturbo ereditabile neurocomportamen-                gli ostacoli ambientali, cognitivi ed emotivi
tale, molto sensibile alle condizioni ambien-            della perdita e del mantenimento del peso27:
tali 25.                                                 i dati infatti indicano la sua efficacia nell’in-
Allo stesso modo, i disturbi dell’alimentazione          durre una duratura perdita di peso, fino a 8
che hanno tra le loro espressioni psicopatologi-         anni dall’inizio del trattamento 28 .
che gli episodi di abbuffata (cioè la bulimia ner-
vosa e il disturbo da binge-eating), pur essendo         Dal momento che la food addiction è consi-
classificati dal DSM-5 come malattie mentali,            derata una malattia del cervello, ricorrendo a
non sono stati inclusi nella categoria diagnosti-        farmaci usati nel disturbo da uso di sostanze
ca del disturbo da uso di sostanze, ma in quella         dovremmo poter contare su un trattamento ri-
dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione       solutivo. Un farmaco recentemente approvato
perché, come chiarito in precedenza, derivano            in Italia (naltrexolone cloroidrato + buproprione
dall’interazione di numerosi fattori di rischio so-      cloroidrato), che utilizza gli stessi principi attivi
ciali e psicologici e non da fattori esclusivamente      impiegati nel trattamento del disturbo da uso di
relati alla nutrizione; inoltre presentano una psi-      oppiacei e di nicotina, è stato infatti messo alla

                                                                                                             9
Differenze tra l’approccio basato sui 12 passi e la terapia cognitivo
comportamentale dei disturbi dell’alimentazione (CBT-ED)

             Programma dei 12 passi                                             CBT-ED
Il disturbo è una malattia che non guarisce mai           La guarigione completa è raggiunta dalla maggior
                                                          parte delle persone (dato confermato da studi a
                                                          lungo termine di follow-up della bulimia nervosa e
                                                          del disturbo da binge-eating)
È fondamentale l’astinenza immediata dagli episodi        L’immediata cessazione degli episodi di abbuffata
di abbuffata (i partecipanti identificati come astinen-   non è realistica (la sospensione delle abbuffate è
ti sono lodati, mentre a quelli non astinenti è data      raggiunta gradualmente, con l’interruzione dei mec-
poca possibilità di parlare – a volte è chiesto loro di   canismi di mantenimento identificati)
lasciare il gruppo)
Per raggiungere l’astinenza è necessario evitare          L’eliminazione dei cibi non va incoraggiata (i dati
anche l’assunzione dei cibi considerati dannosi, che      clinici e della ricerca indicano infatti che proprio il
stimolano gli episodi di abbuffata                        tentativo di non mangiare questi alimenti favorisce
                                                          gli episodi di abbuffata)
Modalità di pensiero del “tutto o nulla”: si è in         La modalità di pensiero “tutto o nulla” è un problema
controllo o fuori dal controllo; i cibi sono salutari o   che va affrontato (il trattamento incoraggia a consi-
dannosi; si è astinenti o non astinenti                   derare una singola perdita di controllo nei confronti
                                                          dell’alimentazione come una scivolata – lapse – e non
                                                          una ricaduta – relapse – da cui si può imparare per
                                                          affrontare con successo, in futuro, una simile
                                                          situazione ad alto rischio. Le modalità di pensiero
                                                          “tutto o nulla” sono implicate nel mantenimento
                                                          degli episodi di abbuffata)

prova in quattro studi, a confronto con placebo,          •   Queste differenze spiegano perché preoccu-
ma con effetti limitati: il calo ponderale ottenuto           pa la possibile adozione, nei disturbi dell’ali-
era compreso tra 3,7 e 8,1%, rispetto all’1,3 e al            mentazione, di un trattamento basato sul mo-
4,1% del placebo 29.                                          dello della food addiction. Questo approccio,
Lo sviluppo di farmaci efficaci per la perdi-                 infatti, avendo implicazioni terapeutiche che
ta di peso rappresenta, infatti, una sfida che                contraddicono esplicitamente la terapia co-
siamo molto lontani da poter vincere, data la                 gnitivo comportamentale (CBT-ED), attual-
complessità dei meccanismi che regolano l’in-                 mente raccomandata per i pazienti adulti e
troito di cibo, il dispendio energetico e il mante-           adolescenti, affetti da disturbi dell’alimenta-
nimento dell’obesità.                                         zione26, potrebbe allontanare questi soggetti
                                                              da terapie di provata efficacia.
Conclusioni                                               •   Per quanto riguarda l’obesità, un alimento in
                                                              grado di attivare il sistema della ricompensa
•    Nonostante la presenza di molte similitudi-              non può essere classificato come sostanza
     ni tra gli episodi di abbuffata osservati nelle          che crea dipendenza, anche se la ricerca
     persone con disturbi dell’alimentazione e il di-         neurobiologica ha rilevato elementi comuni
     sturbo da uso di sostanze, esistono differenze           nei processi di ricompensa cerebrale.
     fondamentali che riguardano la psicopatolo-          •   L’alimentazione in eccesso, riportata da al-
     gia, l’epidemiologia e i fattori di rischio.             cune persone con obesità, può essere in-

10
fatti spiegata come acquisizione di abitudini        5
                                                              Treasure J, Leslie M, Chami R, et al. Are trans
    determinate dall’attivazione di processi edo-             diagnostic models of eating disorders fit for pur-
    nici normali (non patologici), in un ambiente             pose? A consideration of the evidence for food
    alimentare denso di energia e culturalmente               addiction. Eur Eat Disord Rev 2018.
    permissivo.                                          6
                                                              Carter A, Hendrikse J, Lee N, et al. The Neuro-
•   È indispensabile inoltre sottolineare che, tra            biology of “Food Addiction” and Its Implications
    l’obesità e il disturbo da uso di sostanze, esi-          for Obesity Treatment and Policy. Annu Rev Nutr
    stono differenze fondamentali, come il de-                2016;36:105-28.
    corso temporale della ricaduta e gli esiti del       7
                                                              American Psychiatric Association. Diagnostic and
    trattamento.
                                                              Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5).
•   Sostenere il concetto di eating addiction
                                                              Washinton, DC: American Psychiatric Association
    (comportamento alimentare additivo), in al-
                                                              2013.
    ternativa a quello di food addiction, appare         8
                                                              Hebebrand J, Albayrak O, Adan R, et al. “Eating
    altrettanto problematico, perché si corre il ri-
                                                              addiction”, rather than “food addiction”, better
    schio di usare il termine “addiction” per qual-
                                                              captures addictive-like eating behavior. Neurosci
    siasi comportamento ripetitivo e abitudinario,
                                                              Biobehav Rev 2014;47:295-306.
    come guardare la televisione, praticare l’atti-
    vità sessuale, fare shopping.                        9
                                                              Gearhardt AN, Corbin WR, Brownell KD. Prelimi-
•   Utilizzare in modo allargato e onnicompren-               nary validation of the Yale Food Addiction Scale.
    sivo la parola “addiction” potrebbe indurre la            Appetite 2009;52:430-6.
    maggior parte delle persone ad affermare di          10
                                                              Long CG, Blundell JE, Finlayson G. A system-
    essere dipendente da qualcosa 12.                         atic review of the application and correlates of
•   L’attuazione di interventi preventivi di salu-            YFAS-diagnosed ‘Food Addiction’ in humans: are
    te pubblica, tali da creare un ambiente che               eating-related ‘addictions’ a cause for concern or
    permetta, alla maggior parte degli individui,             empty concepts? Obes Facts 2015;8:386-401.
    di adottare un’alimentazione salutare e uno          11
                                                              Fairburn CG. Overcomimg bing eating (second
    stile di vita attivo è fondamentale. Si tratta di         edition). New York: Guilford Press 2013.
    un obbiettivo prioritario, che prescinde dall’e-     12
                                                              Wilson GT. Eating disorders, obesity and addic-
    sclusione del modello della food addiction
                                                              tion. Eur Eat Disord Rev 2010;18:341-51.
    nella genesi e nel mantenimento dei disturbi
    dell’alimentazione e dell’obesità.             
                                                         13
                                                              Benton D. The plausibility of sugar addiction and
                                                              its role in obesity and eating disorders. Clin Nutr
                                                              2010;29:288-303.

Bibliografia
                                                         14
                                                              Fairburn CG, Doll HA, Welch SL, et al. Risk
1
    Meule A. Back by popular demand: a narrative              factors for binge eating disorder: a communi-
    review on the history of food addiction research.         ty-based, case-control study. Arch Gen Psychia-
    Yale J Biol Med 2015;88:295-302.                          try 1998;55:425-32.
2
    Randolph TG. The descriptive features of food
                                                         15
                                                              Kushner MG, Sher KJ, Beitman BD. The relation
    addiction: addictive eating and drinking. Q J Stud        between alcohol problems and the anxiety disor-
    Alcohol 1956;17:198-224.                                  ders. Am J Psychiatry 1990;147:685-95.
3
    Schulte EM, Avena NM, Gearhardt AN. Which
                                                         16
                                                              Karacic M, Wales JA, Arcelus J, et al. Changes
    foods may be addictive? The roles of process-             in alcohol intake in response to transdiagnostic
    ing, fat content, and glycemic load. PLoS One             cognitive behaviour therapy for eating disorders.
    2015;10:e0117959.                                         Behav Res Ther 2011;49:573-7.
4
    Leigh SJ, Morris MJ. The role of reward circuitry
                                                         17
                                                              Wang GJ, Volkow ND, Logan J, et al. Brain dopa-
    and food addiction in the obesity epidemic: an            mine and obesity. Lancet 2001;357:354-7.
    update. Biol Psychol 2018;131:31-42.                 18
                                                              Ziauddeen H, Farooqi IS, Fletcher PC. Obesity

                                                                                                              11
and the brain: how convincing is the addiction              itable neurobehavioral disorder that is highly
     model? Nat Rev Neurosci 2012;13:279-86.                     sensitive to environmental conditions. Diabetes
19
     Fairburn CG. Cognitive Behavior Therapy and                 2008;57:2905-10.
     Eating Disorders. New York: Guilford Press 2008.       26
                                                                 NICE. Eating disorders: recognition and treat-
20
     Finlayson G. Food addiction and obesity: unnec-             ment (NG69). London: National Institute for Clini-
     essary medicalization of hedonic overeating. Nat            cal Excellence 2017.
     Rev Endocrinol 2017;13:493-8.                          27
                                                                 Dalle Grave R, Sartirana M, El Ghoch M, et al. Per-
21
     Graybiel AM. Habits, rituals, and the evaluative            sonalized multistep cognitive behavioral therapy
     brain. Annu Rev Neurosci 2008;31:359-87.                    for obesity. Diabetes, Metabolic Syndrome and
22
     Robinson TE, Berridge KC. The neural basis of drug          Obesity: Targets and Therapy 2017;10:195-206.
     craving: an incentive-sensitization theory of addic-   28
                                                                 Eight-year weight losses with an intensive lifestyle
     tion. Brain Res Brain Res Rev 1993;18:247-91.               intervention: the look AHEAD study. Obesity (Sil-
23
     Leshner AI. Addiction is a brain disease, and it            ver Spring) 2014;22:5-13.
     matters. Science 1997;278:45-7.                        29
                                                                 Ali KF, Shukla AP, Aronne LJ. Bupropion-SR plus
24
     Marcus MD, Wildes JE. Obesity: is it a mental dis-          naltrexone-SR for the treatment of mild-to-mod-
     order? Int J Eat Disord 2009;42:739-53.                     erate obesity. Expert Rev Clin Pharmacol
25
     O’Rahilly S, Farooqi IS. Human obesity: a her-              2016;9:27-34.

12
L’intervista all’esperto
di Cecilia Ranza

     Fonti principali: tutti i vegetali
     più colorati, oltre a cereali,
     legumi, vino, tè e cioccolato

Proantocianidine, i flavonoidi
della dieta che riducono
il rischio di tumore prostatico
Risponde Marta Rossi
Dipartimento di Scienze Cliniche e Salute della Comunità, Università di Milano

N
        el quadro generale dei flavonoidi, com-        DOMANDA: Quali sono stati i presupposti
        posti ben noti per le loro generali pro-       della vostra analisi?
        prietà antinfiammatorie, antiproliferative     RISPOSTA: Avevamo ben presenti i dati di uno
e antimutageniche, la classe delle proantociani-       studio prospettico statunitense (il CPS II), con-
dine fa storia a sé, grazie ai dati che associano      dotto su oltre 43 mila uomini di 70 anni in media,
una loro adeguata assunzione, tramite la dieta,        in cui si era dimostrata l’associazione tra apporto
a una significativa riduzione del rischio di carci-    di proantocianidine e riduzione del rischio di car-
noma prostatico.                                       cinoma prostatico più grave, con elevato Glea-
Ma il panorama è più complesso, vasto e pro-           son score (il punteggio specifico che classifica
mettente, come spiega Marta Rossi, del Dipar-          la gravità del tumore n.d.r.). In vitro, inoltre, que-
timento di Scienze Cliniche e Salute della Co-         sta classe di flavonoidi agisce sulle cellule can-
munità, Università di Milano, co-firmataria di uno     cerose prostatiche, soprattutto su quelle legate
studio caso-controllo, tutto italiano, appena pub-     alla produzione ormonale.
blicato su Cancer Causes and Control, nel quale
trova piena conferma l’azione protettiva di questi     Dal canto nostro, avevamo a disposizione i dati
nutrienti.                                             raccolti nello studio caso-controllo, condotto tra il

                                                                                                          13
1991 e il 2002 dall’Istituto “Mario Negri” nell’area    nel secondo gruppo, con un’assunzione media
di Milano, nelle province di Pordenone, Gorizia         di 346,4 mg di proantocianidine al giorno, il ri-
e Latina e nell’area di Napoli, in cui si valutava il   schio di carcinoma prostatico risulta ridotto del
rapporto tra le abitudini alimentari (ovvero la fre-    20% rispetto al primo gruppo, con apporti minimi
quenza di consumo dei diversi gruppi di alimenti)       e considerato come riferimento; nel terzo gruppo
e il rischio di carcinoma prostatico. Questo stu-       (468,4 mg di proantocianidine al giorno) il rischio
dio aveva fornito i livelli di consumo per 78 tra       si riduce ulteriormente rispetto al primo aumen-
alimenti e bevande e a 5 bevande alcoliche.             ta, raggiungendo il 28%.
Con l’analisi attuale abbiamo tradotto i consumi        Si tratta di differenze robuste, statisticamente
in apporti medi di proantocianidine, utilizzando la     significative e che considerano tutti i possibili
banca dati del Dipartimento USA per l’Agricoltu-        fattori confondenti: età, peso, abitudine al fumo,
ra (USDA database).                                     scolarità, storia familiare di tumore prostatico, at-
                                                        tività fisica, assunzione di alcol e in ultimo, ma
D.: Qual è il profilo dei soggetti coinvolti nel-       non per importanza, l’apporto quotidiano di ener-
lo studio?                                              gia totale.
R.: Lo studio aveva raccolto i dati di 1.294 sog-
getti (46-74 anni), con carcinoma prostatico ap-        Questo è il secondo studio ad aver dimostrato
pena diagnosticato e classificato secondo gra-          l’associazione inversa tra livelli di assunzione di
vità (Gleason score inferiore o superiore a 7).         proantocianidine e rischio di tumore alla prosta-
Come controlli, sono stati coinvolti 1.451 uomini       ta; il rischio diminuisce soprattutto per i tumori
della stessa fascia d’età, ricoverati per patologie     di maggior gravità, a ulteriore conferma dell’at-
non oncologiche, non ormonali e non ricondu-            tività antimutagenica e antiproliferativa di questi
cibili alle abitudini alimentari: traumi, problemi      composti.
ortopedici, disturbi odontoiatrici, otorinolaringo-     Guardando alla realtà italiana, aver analizzato i
iatrici, o dermatologici.                               dati di oltre 1.200 casi di tumore (e di oltre 1.400
                                                        controlli) è un punto di forza. Non dimentichiamo
D.: Quali sono gli alimenti a maggior conte-            poi che, in Italia, mantenere nell’arco dell’anno
nuto di proantocianidine? Quali sono i più              un buon apporto di proantocianidine è facile,
consumati secondo i vostri dati?                        grazie alla varietà di verdura, frutta, legumi, ce-
R.: Quasi tutti i vegetali molto colorati sono fonte    reali e bevande.
di proantocianidine; inoltre i legumi e, tra le be-
vande, il tè e il vino (non a caso, le proantociani-    D.: Oltre ai dati sulla salute prostatica, qua-
dine sono note anche come tannini condensati).          li sono le conoscenze attuali sul ruolo delle
Nella nostra analisi, valutando le frequenze set-       proantocianidine nel contrastare il rischio
timanali di consumo e le porzioni dichiarate, il        oncologico?
maggior apporto di proantocianidine deriva da           R.: I dati sulla prostata sono tra i più incorag-
mele, pere, vino, legumi, cereali, pesche, albi-        gianti, anche se non conclusivi; costituiscono
cocche, prugne e cioccolato, cioè da alimenti           però un’ottima base per nuove ricerche in grado
comunemente consumati nel nostro Paese.                 di consolidare l’evidenza scientifica.
                                                        Un secondo filone riguarda le interazioni con
D.: Quali sono i risultati della vostra analisi?        l’apparato digerente: ci sono già dati suggestivi
Quali i punti di forza?                                 per quanto riguarda la protezione nei confronti
R.: È fondamentale anzitutto sottolineare che i         del tumore del colon-retto, ma anche dello sto-
risultati emersi dalla nostra analisi si riferiscono    maco e del pancreas.
al consumo di alimenti nella loro interezza.            Da non trascurare è anche il ruolo nei confronti
Abbiamo suddiviso i soggetti in tre gruppi, se-         del rischio oncologico polmonare di fumatrici ed
condo l’apporto di proantocianidine, confrontan-        ex-fumatrici in menopausa: i dati incoraggianti di
doli poi in base al rischio di carcinoma prostatico:    uno studio statunitense su oltre 34 mila donne

14
tra i 55 e i 69 anni meriterebbero di avere un           dine con gli alimenti e rischio di sviluppare un
seguito.                                                 tumore prostatico, che sembra particolarmente
                                                         marcata per le forme con esordio più grave.
Inoltre: l’interesse suscitato dalla conoscenza          In attesa di riscontri definitivi, possiamo comun-
del coinvolgimento del microbiota nel benesse-           que suggerire una maggiore attenzione alle scel-
re e nella salute sta dando frutti anche in que-         te dei cibi da consumare tutti i giorni. Nel caso
sto settore. In letteratura, emerge sempre più           delle proantocianidine, sappiamo per esempio
chiaramente un ruolo dei batteri di vari organi e        che tra le migliori fonti vi sono le mele.
tessuti nella prevenzione di alcune malattie on-
cologiche, presumibilmente tramite un effetto di
                                                         È un’ottima notizia, perché si tratta di frutti che
interazione con i metaboliti di alcuni antiossidanti
                                                         ci accompagnano per tutto l’autunno e l’inverno
nell’apparato digerente. Sto per esempio condu-
                                                         fino alla primavera, con varietà talmente appeti-
cendo uno studio finanziato da AIRC che indaga
                                                         tose da soddisfare qualunque palato.
il possibile utilizzo di alcuni batteri circolanti nel
sangue come marker di tumore del colon-retto.            Secondo le nostre analisi, sarebbero sufficienti
Tornando alla prostata, a questo punto è logico          un paio di mele al giorno per assumere più di
ipotizzare che l’interazione tra i metaboliti delle      300 mg di proantocianidine. I suggerimenti a
proantocianidine e il microbiota possa influire          questo punto sono due: utilizzare questi frutti
anche sull’evoluzione di questo tumore.                  come spezzafame/merenda, o per completare la
                                                         sazietà di un pasto che ha già fornito proteine e
D.: In conclusione?                                      lipidi; lavare accuratamente la buccia, che non
R.: La nostra analisi rafforza l’evidenza di un’as-      dovrebbe essere scartata, perché è lì che si con-
sociazione inversa tra apporto di proantociani-          centra la maggior parte di flavonoidi.           

                                                                                                         15
La Scheda
Le Apiacee (o Ombrellifere)
Che cosa sono
„„La famiglia delle Apiacee, note anche come Ombrellifere, conta circa 3000 specie, che crescono nelle
  zone temperate: molte sono edibili, altre soltanto ornamentali, alcune velenose (per esempio la Cicuta).
  Nella Tabella sono riportate le caratteristiche nutrizionali delle specie di più comune consumo in Italia:
  finocchio, sedano e carota. Della famiglia fanno parte però anche le erbe prezzemolo, aneto e coriandolo
  e i semi di finocchio selvatico, molto popolari nella cucina nordica.

Che cosa contengono
„„Le specie commestibili                                    I principali nutrienti presenti
  delle Ombrellifere ap-                               in 100 g di finocchi, carote e sedano
  portano fibre, minerali,
  vitamine e antiossidanti                                           Finocchi          Carote          Sedano
  (flavonoidi, carotenoidi,                                            crudi           crude            crudo
  luteina).                                                            100 g            100 g           100 g
„„Le concentrazioni mag-         Energia totale kcal                     31               41               16
  giori di questi compo-         Acqua g                               90,21            88,29            95,43
  nenti si rilevano nelle        Fibre g                                 3,1              2,8              1,6
  erbe, che però vengono         Proteine vegetali g                    1,24             0,93             0,69
                                 Carboidrati g                          7,30             9,58             2,97
  consumate a dosi ben
  inferiori rispetto alle al-    Potassio mg                           414              320              260
  tre ombrellifere.              Sodio mg                               45               69               80
                                 Calcio mg                              49               33               40
„„Sedano e prezzemolo
                                 Fosforo mg                             50               35               24
  sono le principali fon-        Ferro mg                              0,73               =              0,20
  ti alimentari di flavoni       Zinco mg                              0,20             0,24             0,13
  (luteolina e apigenina),       Magnesio mg                            17               12               11
  composti simili ai flavo-
                                 Vitamina C mg                           12              5,9              3,1
  noli ma meno diffusi in        Niacina mg                             0,64            0,70             0,320
  natura.                        Vitamina B6 mg                        0,047            0,12             0,074
„„Nella medicina tradi-          Vitamina B2 mg                        0,032            0,04             0,057
  zionale orientale sono         Vitamina B1 mg                        0,010            0,04             0,021
  ampiamente utilizzati i        Folati totali mcg                       27              10                36
  semi di sedano, la cui         Vitamina E mg                           =              0,66             0,27
  componente         lipidica    Retinolo eq. mcg                       48              835               22
  (15%) è ricca di acidi         Vitamina K mcg                        62,8             13,2             29,3
  grassi insaturi.               Fonte: Modif. da USDA

Che cosa bisogna sapere
     Il finocchio è ben noto per le sue proprietà digestive, carminative e diuretiche, per l’ottimo contenuto di
     flavonoidi e, grazie all’apporto di fibre, per l’effetto saziante. I semi di finocchio selvatico (cumino) sono
     molto apprezzati per l’aroma deciso e inconfondibile.
     Le comuni carote arancioni sono il risultato di incroci condotti in Olanda (XVI-XVII secolo) tra la varietà
     gialla e quella viola scuro, in onore della dinastia Orange: questa varietà è ricca di pro-vitamina A, quella
     viola apporta antocianidine e flavonoidi e la carota gialla fornisce luteina.

16
Puoi anche leggere