AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso

Pagina creata da Benedetta Fava
 
CONTINUA A LEGGERE
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020
PER LE MIGLIORI CANZONI SUI
DIRITTI UMANI
Al via i lavori per la 23a edizione del festival “Voci per la
Libertà – Una canzone per Amnesty” con le prime fasi del
Premio Amnesty International Italia nelle sezioni emergenti e
big. Il festival, che coniuga musica e diritti umani, è in
programma dal 17 al 19 luglio a Rosolina Mare (Rovigo) ed è
nato nel 1998 in occasione del 50° Anniversario della
Dichiarazione universale dei diritti umani.

Premio Amnesty International Italia sezione Emergenti

Per quanto riguarda gli artisti emergenti, è disponibile sul
sito www.vociperlaliberta.it il bando di concorso per questa
nuova edizione, a cui possono partecipare cantautori e band
che abbiano un brano che parli di diritti umani, in qualsiasi
lingua o dialetto e di qualsiasi genere musicale. La scadenza
del bando è fissata per lunedì 4 maggio.

Gli artisti che si iscriveranno entro il 16 marzo avranno però
la possibilità di partecipare al Premio MEI Musplan: tra tutti
gli iscritti che entro quella data avranno caricato il proprio
brano in un’ apposita playlist sulla piattaforma musplan.com
sarà selezionato il premio semifinalista del concorso di Voci
per la libertà da un’apposita commissione.

I semifinalisti saranno 8 in totale: oltre al vincitore del
Premio MEI Musplan, gli altri 7 saranno selezionati tra tutti
gli iscritti dall’organizzazione di Voci per la libertà.
Quattro si esibiranno a Rosolina Mare venerdì 17 luglio e
quattro il giorno successivo. I migliori cinque accederanno
alla finale del 19. Gli artisti (a cui saranno assicurati
vitto e alloggio) saranno valutati da una giuria composta da
importanti addetti ai lavori e giornalisti, che assegnerà il
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
Premio Amnesty International Italia per la sezione Emergenti.

Il vincitore avrà diritto a molti bonus, come la produzione di
un videoclip e, insieme agli altri finalisti, l’inserimento in
un album o playlist assieme ai big. Altri bonus saranno man
mano definiti. Ad esempio nel 2018 per alcuni dei finalisti ci
sono state anche decine di concerti e di laboratori musicali,
un tour di 8 date realizzato grazie a NUOVOIMAIE e una
comunicazione costante delle varie iniziative.

Il    bando     e    altre     informazioni       a    questo
link: www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-emergent
i

Premio Amnesty International Italia sezione Big

Dal 2003 Amnesty International Italia e Voci per la libertà
premiano una canzone (uscita nell’anno precedente) di un nome
affermato della musica italiana sui diritti umani. Negli anni
hanno vinto questo premio: Daniele Silvestri, Ivano Fossati,
Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Subsonica,
Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fiorella
Mannoia e Frankie Hi-Nrg, Enzo Avitabile e Francesco Guccini,
Max e Francesco Gazzè, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada
Malanima, Brunori Sas, Roy Paci.

Una prima selezione è partita proprio in questi giorni. Tutti
possono segnalare all’indirizzo info@vociperlaliberta.it,
entro il 15 febbraio 2020, brani che abbiano queste tre
caratteristiche:

1) pubblicati tra il 1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019,

2) composti/interpretati da un artista italiano noto,

3) su un tema legato alla Dichiarazione universale dei diritti
umani.

Tutte le proposte saranno prese in considerazione da uno staff
composto da esponenti di Amnesty International Italia e di
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
Voci per la Libertà, che ne selezionerà 10. Le nomination
verranno quindi sottoposte a una giuria di importanti addetti
ai lavori (giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi,
docenti universitari, referenti di Amnesty International
Italia e di Voci per la Libertà), che eleggerà tra le
candidate il Premio Amnesty International Italia, sezione Big,
2020. Il vincitore sarà ospite nella nuova edizione di “Voci
per la Libertà – Una canzone per Amnesty” a Rosolina Mare
(RO).

La storia del premio e altre informazioni a questo
link: www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-italia

—

“RIGOLETTO”   IN  SCENA   AL
GIOVANNI DA UDINE VENERDI 24
GENNAIO
David Crescenzi dirige l’Orchestra     Filarmonica Italiana e il
Coro Lirico di Modena nel nuovo         allestimento coprodotto
dalla Fondazione Teatro Comunale di    Modena, Fondazione Teatro
Comunale di Ferrara e Azienda Teatro   del Giglio

Udine, 16 gennaio 2020 – Da quell’11 marzo 1851 in cui vide la
luce sul palcoscenico del Teatro La Fenice di Venezia,
il Rigoletto di Giuseppe Verdi brilla fra le opere liriche più
amate e interpretate al mondo. Dramma di passione, tradimento,
gelosia e vendetta, la prima opera della trilogia popolare
verdiana andrà in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine
venerdì 24 gennaio 2020 con inizio alle ore 20.00, nel nuovo
allestimento coprodotto da Fondazione Teatro Comunale di
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Azienda Teatro
del Giglio. A dirigere l’Orchestra Filarmonica Italiana e il
coro lirico di Modena sarà il maestro David Crescenzi.

Composto su richiesta del Teatro La Fenice per l’inaugurazione
del carnevale veneziano, il Rigoletto è la prima della
cosiddetta trilogia popolare verdiana che comprende anche il
Trovatore e la Traviata ed è un’opera che traspira modernità
per i temi trattati e per la sua meravigliosa combinazione di
ricchezza melodica e potenza drammatica.

La vicenda, per la quale il librettista Francesco Maria Piave
si ispirò «Le roi s’amuse» di Victor Hugo, ci trasporta alla
corte del duca di Mantova, uomo potente e incallito seduttore.
Rigoletto, il buffone di corte, lo fiancheggia insensibile al
dolore procurato alle fragili vittime di sotterfugi e
menzogne, ma viene colpito dalla maledizione del Conte di
Monterone, padre umiliato dell’ennesima preda del duca. Dopo
aver scoperto che Gilda, l’ingenua figlia che il giullare
tiene segretamente nascosta, ama il duca che la corteggia
sotto mentite spoglie, Rigoletto trama vendetta ma quando
crede di aver trionfato, sarà proprio la musica a svelargli
l’orrore peggiore cui un padre affettuoso possa sopravvivere…

Per questo nuovo allestimento, che vede la regia di Fabio
Sparvoli,   troviamo    nel  ruolo   del   titolo  Devid
Cecconi, baritono tra i più affermati della scena operistica
odierna che proprio nelle vesti del giullare di corte debuttò
al Teatro Verdi di Trieste nel 2006. Oreste Cosimo sarà il
duca di Mantova, Ramaz Chikviladze Sparafucile e Daniela
Cappiello Gilda. Le scene sono di Giorgio Ricchelli, i costumi
di Alessio Rosati, le luci di Vinicio Cheli.

«Scritto da Verdi alla soglia dei quarant’anni e da una
posizione di operista ormai pienamente affermato – scrive il
regista    Sparvoli   nelle    note   allo   spettacolo    -
, Rigoletto rappresenta un momento di svolta decisivo sia
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
nella produzione del compositore che per le sorti del
melodramma. Abbandonati i grandi temi di ordine patriottico e
risorgimentale, con Rigoletto Verdi concentrò la propria
attenzione sulla figura umana, aprendo una strada che
proseguirà con le successive Traviata e Trovatore […] Si
trattava per Verdi di associare ai toni alti della tragedia
non più personaggi aulici ed eroi presi a prestito dalla
storia, ma protagonisti di estrazione umile, popolare,
appunto: un giullare nel caso di Rigoletto, una prostituta
per Traviata, uno zingaro nel Trovatore. A questa scelta di
ordine poetico corrispose una questione di genere teatrale:
nell’intento di mescolare i due generi della commedia e della
tragedia, Versi si entusiasmò all’idea di mettere in musica Le
Roi s’amuse di Hugo, un dramma nel quale il contrasto era
sottolineato in massimo grado dal fatto che il protagonista
era giustappunto un buffone.»

La stagione lirica del Teatro Nuovo Giovanni da Udine
continuerà il 19 maggio 2020 con uno dei massimi capolavori
della storia del Teatro musicale, Le Nozze di Figaro di
Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte
(1786), che rappresenta la perfetta sintesi tra tradizione
melodrammatica italiana e genio mitteleuropeo. Mai ospitata
prima sul palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine,
l’opera è prodotta dalla Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da
Udine   in   sinergia    con   Danieli    &   C.   Officine
Meccaniche SpA, Fondazione Friuli, Associazione Ergonauti,
Comune di Udine, Camera di Commercio di Pordenone e
Udine, Confartigianato imprese del Friuli Venezia Giulia,
CrediFriuli, Lavanderia Adriatica e ProntoAuto.

Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal
martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. L’acquisto dei
biglietti        è       possibile        anche        online
su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti
vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via
Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00. Per info:
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
tel. 0432 248418 e biglietteria@teatroudine.it. Previste
speciali   riduzioni   per   i  possessori    della   G-
Teatrocard. Abbonamenti per la stagione lirica ancora
disponibili.

Mvula Sungani Physical Dance,
nel circuito ErtFvg dal 22 al
24 gennaio
Gemona del Friuli – La Mvula Sungani Physical Dance, una della
più apprezzate compagnie italiane di danza contemporanea, sarà
nuovamente ospite del circuito ERT nei prossimi giorni con due
coreografie che hanno ottenuto grande successo di pubblico e
critica nelle scorse stagioni.
AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
Caruso

Mercoledì 22 gennaio l’étoile Emanuela Bianchini e i solisti
della compagnia saranno al Teatro Sociale di Gemona del
Friuli, alle 21, con Caruso: passione 2.0, mentre giovedì 23
gennaio al Teatro Modena di Palmanova (ore 20.45) e venerdì 24
gennaio all’Auditorium Aldo Moro di Cordenons (ore 21)
interpreteranno Odyssey Ballet, un classico contemporaneo
firmato dal regista italo-africano Mvula Sungani.

Caruso: passione 2.0 prende spunto dal brano che Lucio Dalla
ha dedicato al celebre tenore napoletano. Lo spettacolo è un
viaggio visivo ed emozionale nel mondo femminile partenopeo
liberamente tratto da Passione, docu-film del 2010 firmato da
John Turturro, a cui si ispira per sottolineare il messaggio
che la multiculturalità è una ricchezza, in particolare quando
riesce a generare forme artistiche uniche. Caruso: passione
2.0 vuole essere un omaggio all’Italia, a Napoli, a Sorrento e
a due artisti che negli ultimi secoli l’hanno resa grande nel
mondo: Enrico Caruso e Lucio Dalla. Arie d’opera con la voce
di Enrico Caruso rimasterizzata, canzoni interpretate da
Dalla, unite alla musica napoletana contaminata in world
music, saranno rese “tridimensionali” grazie alle coreografie
di Sungani.

Odyssey Ballet è una storia d’amore mediterranea dove emergono
chiaramente il tema dell’integrazione del “diverso” e quello
dell’emergenza umanitaria dei migranti. L’autore, fortemente
stimolato dal proprio vissuto, formula una personale e
suggestiva ipotesi: e se l’Odissea di Omero fosse un racconto
autobiografico scritto da una donna che pensa al proprio uomo
partito per un viaggio della speranza e le protagoniste
femminili dell’opera fossero tutte alter-ego della stessa
autrice? Potrebbe sembrare un’ipotesi folle eppure questa
teoria è sostenuta da alcuni tra i più importanti esperti in
poemi epici e da accreditati letterati del ‘900 come Samuel
Butler, Robert Graves e L.G. Pocock.

Maggiori informazioni al sito www.ertfvg.it e chiamando
l’Ufficio Turistico di Gemona (0432 981441), il Teatro Modena
di Palmanova (0432 924148) e il Centro Culturale Aldo Moro di
Cordenons (0434 932725).

Peic, il video ufficiale del
nuovo   singolo   di   Deca,
prodotto da Frank Nemola
E’ uscito il video ufficiale di “PEIC”, il nuovo singolo di
Deca, il cantautore ventiduenne pugliese.
Girato a Bologna, presso il Teatro Tivoli.
Il video, con la regia di Pier Gabriele Goidanich, racchiude i
ricordi suonati e cantati al piano da Deca, proiettati alle
sue spalle graficamente sui social.
Presenti nel cast l’attrice Cecilia Quartucci e il musicista
Frank Nemola.
Il brano è stato prodotto da Nemola,
da   anni   storico     musicista    e
trombettista di Vasco Rossi e che
vanta collaborazioni con tanti artisti
del panorama musicale.
Tutti noi, almeno una volta nella
vita, siamo stati innamorati così
tanto da farci esplodere il cuore,
racconta Deca.
“PEIC” infatti è l’acronimo di
“Potrebbe esplodermi il cuore”, brano
che tende a sottolineare quanto ancora l’amore possa essere
impulso vitale.
Il cuore ci porta ad amori giusti o sbagliati; l’amore crea
alibi nei confronti del nostro cuore, facendoci credere o
vedere anche cose che non vorremmo.
E così alla fine tutti gli amori, come scatole cinesi,
rimangono lì, per sempre nel nostro cuore.
Il suo percorso musicale da anni già consolidato, continua a
portare Deca a spingersi sempre in nuove collaborazioni a 360°
a partire dal Pop Classico fino ad arrivare al Pop Dance, che
lo scorso anno ha sperimentato con i Boostekids col brano
“America” distribuito da Sony Music Italy.
Il cantautore dice, “anche la scuola di Amici è stata per me
un’esperienza artistica a tutto tondo,
perché la curiosità di viverla è stata davvero forte”, infatti
la carica e l’adrenalina, nonostante l’eliminazione,
hanno portato il cantautore alla scrittura di nuovi pezzi, tra
i quali “Sento sento sento”, pezzo uscito quest’estate.
Il nuovo singolo “PEIC” è disponibile anche in tutti i digital
store.

Link del video: https://www.youtube.com/watch?v=hPrSknc3jm4

Richard Jewell: recensione
del film di Clint Eastwood

Con questa sua ottima pellicola, il quasi novantenne Clint
Eastwood mette in scena con grande efficacia un altro dei suoi
antieroi, ispirandosi a fatti accaduti veramente. Dimostrando
ancora una volta il suo spessore come regista.

Richard Jewell, il protagonista che dà il nome alla pellicola,
è una guardia di sicurezza che, durante le Olimpiadi estive
del 1996 ad Atlanta, in Georgia, scopre uno zaino contenente
un ordigno esplosivo in un parco. Il suo intervento evita una
strage, e gli fa guadagnare gli onori della cronaca.

I media prima lo osannano come un eroe, poi lo accusano di
essere il probabile autore dell’attentato, precipitando la sua
vita nell’abisso. L’intervento di un avvocato gli permetterà
di riabilitarsi. Il film narra quanto accaduto dall’attentato
fino al 2007, quando viene scoperto e condannato il vero
autore dell’atto criminale.

Richard Jewell: un vero antieroe

Richard Jewell è un ragazzone sovrappeso, con problemi di
salute, ossessionato dall’ambizione di diventare un
poliziotto. Sebbene abbia più di trent’anni, vive ancora con
l’anziana madre, alla quale è molto legato. Per alcuni versi
incarna molti stereotipi statunitensi: si ingozza di junk
food, fatto che è alla base dei suoi problemi fisici, possiede
un arsenale e ama le armi, non paga le tasse, è atterrito
dall’idea di venire considerato un omosessuale.

In evidente sovrappeso, sgraziato nei movimenti e
intellettualmente non superdotato, tanto che viene spesso
dileggiato dai colleghi, è tuttavia una persona intimamente
buona, caratterizzata da un alto senso della giustizia e
sempre pronta a mettersi al servizio degli altri. Il suo
maniacale senso del dovere e la perfetta conoscenza delle
procedure sono i fattori che gli permettono di scoprire la
bomba e di salvare molte vite umane.

Con un fisico sgraziato e le fattezze di un bambinone, preso
in giro da tutti, Richard è nella sua essenza una persona con
un cuore d’oro, con un alto senso delle istituzioni e pronto
ad affrontare ogni pericolo per proteggere gli altri. Ha pochi
amici. Solo l’anziana madre e un avvocato sul viale del
tramonto, Watson Bryant, lo stimano veramente.

Richard Jewell: un film contro l’abuso di potere
delle istituzioni
È proprio Bryant che lo mette in guardia, all’inizio del film,
dal pericolo di diventare uno stronzo non appena si acquisisce
un minimo di potere. Le persone che cercheranno di annientare
il protagonista sono il suo opposto: belli fisicamente,
brillanti intellettualmente, ma bacati dentro.

Kathy Scruggs è una reporter avvenente e spregiudicata, che
fiuta subito la ghiotta occasione di creare un caso
giornalistico sulle indagini, appena avviate dall’FBI, sul
conto di Richard Jewell.

In effetti il profilo psicologico del probabile bombarolo di
Atlanta coincide con le caratteristiche di Richard: un maschio
frustrato, amante delle armi, in cerca di notorietà per
evadere da una vita buia, ai margini della società. Kathy
comincia quindi il linciaggio mediatico del protagonista,
mettendo in moto un meccanismo perverso che, auto-
alimentandosi, rischia di distruggerlo.

In questo è aiutata da un agente in carriera, Tom Show, che,
in cambio di una prestazione sessuale, spiffera lo stato
dell’arte delle indagini dell’FBI alla giornalista, trovandosi
subito dopo nell’impellenza di chiudere il caso. Richard
sembra essere un capro espiatorio perfetto. Tom tenta quindi
di strappargli una confessione falsa, utilizzando mezzi
surrettizi. Tom rappresenta infatti un’istituzione, l’FBI, per
la quale il protagonista ha una fiducia cieca e quasi
disarmante. Il consapevole tentativo di abusare della
creduloneria di Richard è vomitevole, ma fallisce, perché in
realtà il protagonista è meno sprovveduto di quanto spossa
sembrare. L’intervento dell’avvocato Bryant è risolutivo per
riabilitare Richard, salvandolo sia dal linciaggio mediatico
che dalla sedia elettrica.

Le scene finali, ambientate nel 2007, vedono l’avvocato
raggiungere il protagonista nella stazione di polizia dove è
finalmente riuscito a diventare un agente, per comunicargli
che il vero colpevole ha confessato. Richard muore nello
stesso anno, per le complicazioni legate al diabete, a solo 44
anni.

Richard Jewell: un film da vedere
Clint Eastwood ha realizzato una pellicola semplice ma
efficace, centrata su pochi personaggi, molto ben
tratteggiati. Un plauso va alla splendida interpretazione di
Paul Walter Hauser, che ha ci ha regalato un Richard Jewell
molto credibile, diviso tra le sue ambiguità interiori e
sballottato in un mondo spregiudicato, dove domina
l’apparenza, nel quale i fatti possono essere fatti sparire
dalla narrazione mediatica.

Il film critica due istituzioni, l’FBI e il mondo dei media,
che diventano il simbolo del potere distorto, capace di
distruggere cittadini indifesi per soddisfare le becere
ambizioni dello stronzo di turno. E lo fa tenendosi alla larga
dal politically correct tanto abusato in Italia (basti pensare
a due recentissime pellicole nostrane, Tolo Tolo di Checco
Zalone e Hammamet di Gianni Amelio).

Il risultato è un prodotto altamente godibile, che intrattiene
e fa riflettere. Tra l’altro Clint Eastwood si è divertito a
mescolare finzione e realtà, utilizzando filmati originali
dell’epoca, che vengono trasmessi dalle televisioni in scena.
Il vero Richard Jewell convive quindi con quello della
finzione cinematografica, sia pure per pochi istanti. Una
chicca cinematografica e un omaggio per quello che è stato un
vero eroe, purtroppo dimenticato.

Perchè Clint Eastwood ha ancora una volta messo al centro
l’uomo, con tutte le sue contraddizioni e le sue ambiguità. Un
uomo che, nonostante tutto, può trovare dentro di sé risorse
impensabili per tirarsi fuori da situazioni apparentemente
senza uscita. Diventando un eroe. Senza ricorrere agli effetti
speciali dei film della Marvel Cinematic Universe. Bravo
Clint. Aspettando il tuo prossimo film…

Lunedì 20 gennaio al cinema Centrale                RICHARD
JEWELL,in versione originale!
EU-CIAK LA FASE FINALE DEL
PROGETTO CHE EDUCA I RAGAZZI
AL LINGUAGGIO AUDIOVISIVO AL
TRIESTE FILM FESTIVAL
EU Ciak, è il progetto di educazione all’audiovisivo promosso
dall’associazione culturale Alpe Adria Cinema e dal PAG
(Progetto Area Giovani) delComune di Trieste con il sostegno
della Fondazione Pietro Pittini.

Alpe Adria Cinema è il motore della principale vetrina
internazionale espressamente dedicata alle cinematografie
dell’Europa centro-orientale degli ultimi 30 anni e osservando
i cambiamenti nella società, si è palesata sempre di più
l’esigenza didattica ed educativa di far conoscere ed amare il
cinema anche alle giovani generazioni, che grazie al web,
usufruiscono del prodotto audiovisivo in maniera più
individuale che collettiva. Tra le varie attività organizzate
da Alpe Adria Cinema all’interno del TSFF, stanno così
assumendo sempre più rilevanza e attenzione quelle dedicate ai
bambini e ai ragazzi. Negli ultimi anni sono stati sviluppati
diversi progetti e attività volti al coinvolgimento di un
pubblico giovane, nell’ottica di sviluppare interesse per il
settore dell’audiovisivo e del cinema, con un focus
particolare sulle aree del centro-est Europa.

A queste attività si è affiancata l’iniziativa EU Ciak, un
progetto che coinvolge tre classi, terze e quarte, di
tre scuole superiori della città di Trieste: l’International
School of Trieste, l’Istituto Deledda – M. Fabiani e
l’Istituto Nordio. In ciascuna classe è stato proposto un
percorso di 6 laboratori per la realizzazione di un
cortometraggio sul tema dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea. Ai ragazzi verrà dato ampio spazio di confronto e
discussione sul tema scelto grazie a ai materiali informativi
messi a disposizione delle classi e alle suggestioni e agli
stimoli forniti durante le lezioni. Ad accompagnare gli
studenti in questo percorso ci sono stati tre giovani video
maker triestini: Giulio Ladini, Fulvio Bullo e Hari Bertoja.

«L’esperienza è stata molto stimolante per gli studenti perché
a partire dalla formazione iniziale i ragazzi hanno deciso di
sviluppare la sceneggiatura dei loro cortometraggi» racconta
la referente Carolina Stera di Alpe Adria Cinema «I temi
scelti sono stati la libertà di espressione, la
discriminazione per motivi di genere e la libera circolazione
dei cittadini europei in Europa. Tutti gli studenti hanno poi
scelto dei ruoli all interno della troupe cinematografica, chi
ha fatto l aiuto regista, chi il fonico, chi l’attore… Ognuno
ha quindi potuto      immedesimarsi    e   sperimentare   una
professione. »

Nel corso dei sei giorni di laboratorio, gli studenti sono
stati accompagnati nella scrittura di una sceneggiatura e
nella creazione e organizzazione di una vera e propria troupe
cinematografica in cui ognuno svolge un ruolo preciso, come
accade nei set reali. Il risultato sarà un cortometraggio
collettivo, in cui l’apporto di ognuno sarà rilevante,
riconosciuto e condiviso.

Il progetto ha inteso innanzitutto rendere i ragazzi
protagonisti di un percorso partecipato e dinamico, in cui
loro stessi potessero esprimere idee che poi, grazie al
linguaggio audiovisivo e cinematografico, venissero
rappresentate nel cortometraggio; il video diviene quindi uno
strumento per una sintesi efficace e coinvolgente delle loro
idee e del messaggio veicolato.

«È stato importante e utile far loro conoscere chi si occupa
di questo settore:hanno partecipato ai laboratori in qualità
di relatori anche la FVG Film Commission e il regista Thanos
Anastopoulos. È stata un’ esperienza che speriamo possa aver
suscitato interesse e curiosità negli studenti e siamo sicuri
che la scelta di proiettare i loro cortometraggi sul grande
schermo del teatro Miela durante un festival prestigioso come
il Trieste Film Festival li renderà orgogliosi e felici di
aver partecipato a questa prima edizione di EU Ciak.»

Le classi dell’International School of Trieste, Liceo
artistico Enrico e Umberto Nordio e Istituto Tecnico G.
Deledda – M. Fabiani presenteranno al pubblico i cortometraggi
realizzati sabato 18 alle ore 11:00. Il pubblico in sala sarà
chiamato a votare il miglior cortometraggio. Il progetto è
stato realizzato con il sostegno della Fondazione Pietro
Pittini e la collaborazione del PAG-Progetto Area Giovani del
Comune di Trieste.

VR DAYS LA REALTÀ VIRTUALE
DELLE   DONNE AL  TSFF  di
TRIESTE
Da tre anni a questa parte il Trieste Film Festival è
impegnato ad esplorare le nuove tecnologie in ambito
cinematografico e anche in questa trentesima edizione Alpe
Adria Cinema promuove il progetto TSFF goes Virtual – VR Days.

«La tecnologia ha sempre visto nomi maschili tra le file degli
inventori, dei creatori e successivamente dei CEO e
amministratori delle grandi aziende tecnologiche» ci racconta
il responsabile della sezione VR del TSFF Antonio Giacomin
«Poi arrivano i nuovi media immersivi che mettono lo
spettatore in un ruolo diverso, lo immergono in un ambiente
nel quale entra e diventa il centro dell’attenzione/azione. E
con il nuovo medium espressivo della realtà virtuale tutto ciò
viene sperimentato con nuovi contenuti e con nuove modalità di
interazione tra storia e spettatore. La narrazione è ancora
alla ricerca di un protocollo, di una serie di regole e
sensibilità per un nuovo modo di raccontare il mondo e molte
donne si sono cimentate in questo nuovo metodo, non solo per
immagini, ma soprattutto per esperienze.»

In questa terza edizione dei VR Days, promossa da Alpe Adria
Cinema e sostenuta da proESOF 2020,vogliamo discutere e capire
il ruolo delle donne nei media immersivi, esplorare nuove
tecnologie e nuove modalità di storytelling in un panel con
Stefania Casini, regista e produttrice, Sara Tirelli, artista
visiva e filmmaker e Alessia Sonaglioni dell’European Women’s
Audiovisual Network. L’incontro a ingresso libero dal titolo
“Donne E Storytelling Nella Realtà Virtuale” si tiene sabato
18 alle ore 17:00 al Cafè Rossetti ed è moderato da Agnese
Pietrobon,   psicologa   e   ricercatrice   delle   tecnologie
immersive.

Mentre per un’esperienza “fisica”, da sabato 18 a martedì 21
dalle 11:00 alle 19:00 nel foyer del Politeama Rossetti sarà
possibile ‘immergersi’ in tre esperienze in VR. La prima
è Mare Nostrum. The Nightmare (Stefania Casini, I, 2019, col.,
11’), in cui coraggio, speranza, nostalgia, paura, sofferenza,
spaesamento scandiscono il viaggio di un giovane migrante di
13 anni. Una live action, un’esperienza a 360° in realtà
virtuale che farà provare un turbinio di emozioni,
accompagnati da un sound 3D che consentirà di vivere la
tragedia in modo molto emotivo. Ingresso libero con
prenotazione obbligatoria www.marenostrum.eventbrite.it.

La seconda s’intitola Medusa Act Ii (Sara Tirelli, I – S,
2018, col., 9’) ed è un cortometraggio a 360° sulla crisi
contemporanea dell’identità europea e sulle conseguenze che
hanno i grandi flussi di migranti sulla fortezza Europa. Mette
in discussione il regresso e la perdita di memoria di una
cultura.      Ingresso      libero      con    prenotazione
obbligatoria www.medusavrexperience.eventbrite.it

La terza è parte del progetto Esterno / Giorno di Casa del
Cinema di Trieste e si intitola Set Reali E Visite Virtuali e
porta lo spettatore ad immergersi nei set dei più celebri film
e serie TV girati in Friuli Venezia Giulia senza doversi
muovere. Accompagnati dalla voce dei protagonisti si potrà
vivere un’esperienza completamente nuova grazie alla realtà
virtuale. L’esperienza è stata realizzata da Antonio Giacomin,
immersive video & VR specialist e si potrà fare da sabato 18 a
martedì 21 dalle 11:00 alle 19:00 al costo di €15,00 con
prenotazione                               obbligatoria
su www.set-reali-visite-virtuali.eventbrite.it

Ma ci sarà anche una quarta importante esperienza la cui
postazione viene allestita da sabato 18 a martedì 21 dalle
11:00 alle 19:00 presso l’Hotel DoubleTree by Hilton Trieste e
si intitola The Key (Céline Tricart, USA, 2019, col., 20’, v.o
inglese), un’esperienza interattiva che mescola teatro
immersivo e realtà virtuale. Il partecipante prende parte a un
viaggio, esplorando dei sogni nei quali deve affrontare sfide
e decisioni difficili, compresa l’esperienza della perdita. Il
pubblico sperimenterà un viaggio metaforico dal pericolo alla
salvezza. The Key è il vincitore del Gran Premio della Giuria
per la migliore opera VR immersiva all’ultima Mostra del
Cinema di Venezia. A ingresso libero con prenotazione
obbligatoriawww.thekeyvrexperience.eventbrite.it.

dal corrispondente
NOMADI Teatro Nuovo Giovanni
da Udine martedì 10 marzo
2020

Partite le prevendite!

Biglietti online su Ticketone e rivendite autorizzate, alla
biglietteria del Teatro (dal 21 gennaio) e presso la sede di
Euritmica

                     Note Nuove, la rassegna ideata e curata
                     da Euritmica che mette al centro del suo
                     percorso artistico le trasformazioni
                     della musica moderna, giunge alla
                     quattordicesima edizione e annuncia il
                     primo concerto del cartellone 2020.
                     I Nomadi, un pezzo di storia della
                     musica italiana, suoneranno al Teatro
                     Nuovo Giovanni da Udine martedì 10 marzo
                     2020 (inizio alle 20.45), per una tappa
                     dell’interminabile “Tutta la Vita Tour”,
                     iniziato nel’estate 2019, che li sta
portando ad esibirsi in tutta Italia!

La band, ormai entrata nell’immaginario collettivo di intere
generazioni, capitanata da Beppe Carletti, sta festeggiando,
con questo tour, l’importante traguardo dei 55 anni di
attività.

Sono i primi anni 60 quando, tra Modena e Reggio Emilia, Beppe
Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band,
destinata a diventare una leggenda della musica italiana.
“Milleanni” è il titolo dell’ultimo progetto discografico
della band, che contiene anche “Ma noi no”, un inedito cantato
da Augusto Daolio.

In questo progetto e nel live, i Nomadi, la cui lunghissima
carriera li pone a pieno titolo tra le band più longeve
d’Italia, presentano altri due brani inediti: “L’orizzonte di
Damasco” e “Milleanni”, la title track che è stata pubblicata
anche come singolo, che Carletti descrive così: «questa
canzone è nata da una sinergia unica che ha unito esperienze
ed anime differenti. Tutto è iniziato dalla stesura iniziale
di un’autrice, cara amica, Lisa Pietrelli, il suo brano ci
colpì molto. Iniziammo a lavorarci e a Massimo Vecchi venne
l’intuizione di un tema di profonda attualità e scrisse un
testo    che   si   “appoggiava”    all’idea    iniziale.
Contemporaneamente chiesi a mia figlia Elena un testo e, a
quel punto, successe l’inaspettato, i due testi di Elena e
Massimo confluirono in quello che è oggi è la canzone. Il
cuore del brano è il pensiero dolce e vibrante che mi scrisse
Elena lo scorso anno, in occasione del mio compleanno “…Mio
padre ha mille anni. Mille anni dentro, mille davanti. Perché
è un Nomade Dentro», oltre a tutte le più belle e
conosciutissime canzoni reinterpretate da Yuri Cilloni, nuova
ed incisiva voce del gruppo dal 2017.

La formazione presente sul palco udinese vede Beppe Carletti
alle tastiere, fisarmonica e cori; Cico Falzone alle chitarre
e cori; Daniele Campani alla batteria; Massimo Vecchi al basso
e voce; Sergio Reggioli al violino, e voce e Yuri Cilloni
alla voce.

Prevendite online su Ticketone.it e rivendite autorizzate /
alla biglietteria del Teatro dal 21 gennaio / presso Euritmica

Info:            +39              0432               1720214
– www.euritmica.it   –    stampa@euritmica.it

E. L.
DANZA, “GISELLE” AL TEATRO
NUOVO  GIOVANNI   DA  UDINE
SABATO 18GENNAIO 2020
Amore e morte, vendetta e perdono, luce e tenebre. Con il suo
fascino eterno, impermeabile al trascorrere del tempo, arriva
al Teatro Nuovo Giovanni da Udine il balletto più romantico di
sempre, Giselle. A interpretarlo sarà, sabato 18 gennaio con
inizio alle 20.45, il Balletto di Maribor, massima Compagnia
slovena di balletto, protagonista con successo delle scene dal
1926.

Dal 1841, anno in cui debuttò all’Académie Royale de Musique
di Parigi, innumerevoli sono state le rappresentazioni di
questo straordinario capolavoro dagli infiniti contrasti,
considerato una delle più fulgide espressioni del balletto
romantico. Protagonista è la dolcissima contadina Giselle,
perdutamente innamorata del Conte Albrecht, rivelatosi a lei
sotto mentite spoglie e già promesso sposo a una nobile sua
pari. Una volta scoperta la crudele realtà, Giselle impazzisce
e muore di dolore. Nel secondo atto, la vicenda ci trasporta
nel mondo fiabesco e ultraterreno delle Villi, spiriti
bellissimi e spietati decisi a condannare Albrecht per il suo
tradimento. Ma l’amore e il perdono saranno più forti: il
giovane si salverà e Giselle troverà finalmente pace.

Protagonista sul palcoscenico il Balletto di Maribor, fondato
nel 1926 e dal 2003 è guidato dal direttore artistico Edward
Clug, talentuoso danzatore e coreografo rumeno. Nel corso
degli ultimi dieci anni, Clug ha portato la Compagnia al
successo internazionale presentando spettacoli di danza
innovativi e di forte impatto visivo, ospitati nei maggiori
Festival teatrali internazionali.

Firma la coreografia, ispirata alla versione originale di
Marius Petipa, Rafael Avnikjan, georgiano, attualmente Maître
de Ballet alla Scuola del Balletto di Basilea. Recentemente è
stato insignito della “Medaglia Anna Pavlova” per
l’insegnamento e per i risultati artistici nell’ambito del
balletto classico. Per il Balletto di Maribor ha già allestito
La Bayadère.

La protagonista del balletto, Giselle, sarà interpretata da
Catarina De Meneses: entrata nella Compagnia del Balletto di
Maribor nella stagione 2008/2009, è da allora protagonista di
diversi titoli del repertorio ottocentesco e di creazioni più
recenti, dimostrando notevoli e particolarmente apprezzate
capacità tecniche e interpretative sia nel balletto classico
che nella danza contemporanea.

Nel ruolo di Albrecht troveremo invece Ionut Dinita. Entrato
nell’ensemble del Balletto Sloveno nella stagione 2017/18,
dove ha debuttato nel ruolo di James ne La sylphide, ha
ottenuto ottime recensioni da parte della critica e grandi
ovazioni dal pubblico.

Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal
martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì e
giorni festivi. L’acquisto dei biglietti è possibile anche
online su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti
vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via
Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00. Per info:
tel. 0432 248418 e biglietteria@teatroudine.it. Previste
speciali riduzioni per i possessori della G-Teatrocard.

BALLETTO DI MARIBOR

Fondato nel 1926 e guidato dal 2003 dal danzatore e coreografo
rumeno Edward Clug, il Balletto di Maribor accoglie diversi
ballerini e coreografi ospiti di chiara fama. Nel corso degli
ultimi dieci anni, Edward Clug ha portato la Compagnia al
successo internazionale presentando spettacoli di danza
innovativi e di forte impatto visivo. Il Balletto di Maribor
si è esibito nei maggiori Festival teatrali internazionali,
fra i quali: Jacob’s Pillow Dance Festival (USA), Festival
delle notti bianche al Teatro Mariinsky e Dance Open a San
Pietroburgo, Festival of Firsts di Pittsburgh, Arts Festival
di Singapore, Biarritz Festival in Francia, Dance Festival a
Tel Aviv, Festival di Sintra in Portogallo, Festival
Des Arts de Saint–Sauveur (Canada), Festival Internazionale
di Danza di Seul, Festival Iberoamericano de Teatro de Bogotá.

E.L.

NOSTALGIA DI DIO 17 GENNAIO
ORE 21 AL TEATRO PALAMOSTRE
PER   LA   STAGIONE  TEATRO
CONTATTO 38
LA DRAMMATURGA LUCIA CALAMARO A UDINE
IN ESCLUSIVA REGIONALE
CON IL SUO NUOVO TESTO E ULTIMA REGIA
NOSTALGIA DI DIO
PRESENTATO IN PRIMA ASSOLUTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA
E ORA IN SCENA VENERDI’ 17 GENNAIO ORE 21
AL TEATRO PALAMOSTRE PER LA STAGIONE TEATRO CONTATTO 38

Riconosciuta come una delle autrici più prolifiche, affermate,
ironiche del panorama drammaturgico italiano, conosciuta,
amata e rappresentata ancheEuropa e Sudamerica, Lucia Calamaro
presenta in esclusiva regionale venerdì 17 gennaio ore 21 al
Teatro Palamostre per la stagione diContatto 38 del CSS il suo
nuovo testo e la sua più recente regia, Nostalgia di Dio,
presentati in prima assoluta lo scorso luglio alla Biennale di
Venezia e frutto di una coproduzione fra Teatro Stabile
dell’Umbria e Teatro Metastasio di Prato.
Nostalgia di Dio è stato composto dalla drammaturga proprio
nella nostra Regione, nel corso di una Residenza ospite del
progetto Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa
Manin,               a             inizio               2019.

Lucia Calamaro torna a Contatto dopo La vita ferma, un testo
esilarante e acutissimo su un tema tabù, la morte. Questa
volta si avventura a parlarci addirittura di Dio. Con i suoi
inconfondibili personaggi un po’ bizzarri, goffi, in
difficoltà nella vita, nelle relazioni, negli affetti, nella
vita sociale. Personaggi in qualche modo hanno conservato
qualcosa di infantile, che si svelano neidialoghi serrati
della drammaturga, imbattibile a raccontare le nostre
fragilità interiori, decifrate con amorevole ironia. Nostalgia
di Dio, quindi, ma anche nostalgia di casa, degli affetti,
delle relazioni che resistono al tempo e alle crisi. O forse
no. Perché bisogna sempre fare i conti con le nevrosi, i
fallimenti, le diverse aspettative.

I protagonisti di Nostalgia di Dio sono: un libero
professionista che vorrebbe disperatamente tornare a credere
in                                                qualcosa.

                                                        Anche
se da tempo non crede più in niente. Una ex moglie che non se
lo vuole riprendere, un’estrosa etnomusicologa intenta a
catturare i suoni e i rumori della vita e delle emozioni, un
sacerdote che non sa più dare consigli alle anime tormentate,
un’ amica del cuore, storica, che prova a tenere connessi i
suoi amici, forse a risolverli. Sono Simona, Cecilia,
Francesco e Alfredo. Come i nomi degli attori che li
interpretano – Alfredo Angelici, Cecilia Di Giuli, Francesco
Spaziani, Simona Senzacqua – a segnalare quella prossimità del
teatro di Lucia Calamaro con la vita. Come non ci fosse una
soluzione di continuità.

La nostalgia di Dio, che dà il titolo alla pièce, ha il suo
apice nel momento in cui i personaggi, decidono di farsi 7
chiese di Roma in uno di quei pellegrinaggi notturni, tra il
mistico e l’alternativo, organizzati da diverse parrocchie
della città. Itinerari spirituali al tramonto, in cui Simona
trascina gli amici.
“Sono attraversamenti un po’ teneri – racconta Lucia Calamaro
– un po’ sfigati, miracolosi e maldestri, che hanno quella
natura mista tra visionarietà e viaggio della speranza: come
se al sorgere del sole potesse, dovesse, succedere chissà che.
O assolutamente niente”.

Informazioni e prevendite: Udine, Teatro Palamostre, piazzale
Diacono 21, dal lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle 19.30.
tel. 0432.506925. Biglietti online sul circuito vivaticket.
www.cssudine.it
Puoi anche leggere