AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI - Il Discorso
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AL VIA I PREMI AMNESTY 2020 PER LE MIGLIORI CANZONI SUI DIRITTI UMANI Al via i lavori per la 23a edizione del festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” con le prime fasi del Premio Amnesty International Italia nelle sezioni emergenti e big. Il festival, che coniuga musica e diritti umani, è in programma dal 17 al 19 luglio a Rosolina Mare (Rovigo) ed è nato nel 1998 in occasione del 50° Anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Premio Amnesty International Italia sezione Emergenti Per quanto riguarda gli artisti emergenti, è disponibile sul sito www.vociperlaliberta.it il bando di concorso per questa nuova edizione, a cui possono partecipare cantautori e band che abbiano un brano che parli di diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e di qualsiasi genere musicale. La scadenza del bando è fissata per lunedì 4 maggio. Gli artisti che si iscriveranno entro il 16 marzo avranno però la possibilità di partecipare al Premio MEI Musplan: tra tutti gli iscritti che entro quella data avranno caricato il proprio brano in un’ apposita playlist sulla piattaforma musplan.com sarà selezionato il premio semifinalista del concorso di Voci per la libertà da un’apposita commissione. I semifinalisti saranno 8 in totale: oltre al vincitore del Premio MEI Musplan, gli altri 7 saranno selezionati tra tutti gli iscritti dall’organizzazione di Voci per la libertà. Quattro si esibiranno a Rosolina Mare venerdì 17 luglio e quattro il giorno successivo. I migliori cinque accederanno alla finale del 19. Gli artisti (a cui saranno assicurati vitto e alloggio) saranno valutati da una giuria composta da importanti addetti ai lavori e giornalisti, che assegnerà il
Premio Amnesty International Italia per la sezione Emergenti. Il vincitore avrà diritto a molti bonus, come la produzione di un videoclip e, insieme agli altri finalisti, l’inserimento in un album o playlist assieme ai big. Altri bonus saranno man mano definiti. Ad esempio nel 2018 per alcuni dei finalisti ci sono state anche decine di concerti e di laboratori musicali, un tour di 8 date realizzato grazie a NUOVOIMAIE e una comunicazione costante delle varie iniziative. Il bando e altre informazioni a questo link: www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-emergent i Premio Amnesty International Italia sezione Big Dal 2003 Amnesty International Italia e Voci per la libertà premiano una canzone (uscita nell’anno precedente) di un nome affermato della musica italiana sui diritti umani. Negli anni hanno vinto questo premio: Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Subsonica, Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fiorella Mannoia e Frankie Hi-Nrg, Enzo Avitabile e Francesco Guccini, Max e Francesco Gazzè, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada Malanima, Brunori Sas, Roy Paci. Una prima selezione è partita proprio in questi giorni. Tutti possono segnalare all’indirizzo info@vociperlaliberta.it, entro il 15 febbraio 2020, brani che abbiano queste tre caratteristiche: 1) pubblicati tra il 1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019, 2) composti/interpretati da un artista italiano noto, 3) su un tema legato alla Dichiarazione universale dei diritti umani. Tutte le proposte saranno prese in considerazione da uno staff composto da esponenti di Amnesty International Italia e di
Voci per la Libertà, che ne selezionerà 10. Le nomination verranno quindi sottoposte a una giuria di importanti addetti ai lavori (giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, docenti universitari, referenti di Amnesty International Italia e di Voci per la Libertà), che eleggerà tra le candidate il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, 2020. Il vincitore sarà ospite nella nuova edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty” a Rosolina Mare (RO). La storia del premio e altre informazioni a questo link: www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-italia — “RIGOLETTO” IN SCENA AL GIOVANNI DA UDINE VENERDI 24 GENNAIO David Crescenzi dirige l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro Lirico di Modena nel nuovo allestimento coprodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Azienda Teatro del Giglio Udine, 16 gennaio 2020 – Da quell’11 marzo 1851 in cui vide la luce sul palcoscenico del Teatro La Fenice di Venezia, il Rigoletto di Giuseppe Verdi brilla fra le opere liriche più amate e interpretate al mondo. Dramma di passione, tradimento, gelosia e vendetta, la prima opera della trilogia popolare verdiana andrà in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine venerdì 24 gennaio 2020 con inizio alle ore 20.00, nel nuovo allestimento coprodotto da Fondazione Teatro Comunale di
Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Azienda Teatro del Giglio. A dirigere l’Orchestra Filarmonica Italiana e il coro lirico di Modena sarà il maestro David Crescenzi. Composto su richiesta del Teatro La Fenice per l’inaugurazione del carnevale veneziano, il Rigoletto è la prima della cosiddetta trilogia popolare verdiana che comprende anche il Trovatore e la Traviata ed è un’opera che traspira modernità per i temi trattati e per la sua meravigliosa combinazione di ricchezza melodica e potenza drammatica. La vicenda, per la quale il librettista Francesco Maria Piave si ispirò «Le roi s’amuse» di Victor Hugo, ci trasporta alla corte del duca di Mantova, uomo potente e incallito seduttore. Rigoletto, il buffone di corte, lo fiancheggia insensibile al dolore procurato alle fragili vittime di sotterfugi e menzogne, ma viene colpito dalla maledizione del Conte di Monterone, padre umiliato dell’ennesima preda del duca. Dopo aver scoperto che Gilda, l’ingenua figlia che il giullare tiene segretamente nascosta, ama il duca che la corteggia sotto mentite spoglie, Rigoletto trama vendetta ma quando crede di aver trionfato, sarà proprio la musica a svelargli l’orrore peggiore cui un padre affettuoso possa sopravvivere… Per questo nuovo allestimento, che vede la regia di Fabio Sparvoli, troviamo nel ruolo del titolo Devid Cecconi, baritono tra i più affermati della scena operistica odierna che proprio nelle vesti del giullare di corte debuttò al Teatro Verdi di Trieste nel 2006. Oreste Cosimo sarà il duca di Mantova, Ramaz Chikviladze Sparafucile e Daniela Cappiello Gilda. Le scene sono di Giorgio Ricchelli, i costumi di Alessio Rosati, le luci di Vinicio Cheli. «Scritto da Verdi alla soglia dei quarant’anni e da una posizione di operista ormai pienamente affermato – scrive il regista Sparvoli nelle note allo spettacolo - , Rigoletto rappresenta un momento di svolta decisivo sia
nella produzione del compositore che per le sorti del melodramma. Abbandonati i grandi temi di ordine patriottico e risorgimentale, con Rigoletto Verdi concentrò la propria attenzione sulla figura umana, aprendo una strada che proseguirà con le successive Traviata e Trovatore […] Si trattava per Verdi di associare ai toni alti della tragedia non più personaggi aulici ed eroi presi a prestito dalla storia, ma protagonisti di estrazione umile, popolare, appunto: un giullare nel caso di Rigoletto, una prostituta per Traviata, uno zingaro nel Trovatore. A questa scelta di ordine poetico corrispose una questione di genere teatrale: nell’intento di mescolare i due generi della commedia e della tragedia, Versi si entusiasmò all’idea di mettere in musica Le Roi s’amuse di Hugo, un dramma nel quale il contrasto era sottolineato in massimo grado dal fatto che il protagonista era giustappunto un buffone.» La stagione lirica del Teatro Nuovo Giovanni da Udine continuerà il 19 maggio 2020 con uno dei massimi capolavori della storia del Teatro musicale, Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte (1786), che rappresenta la perfetta sintesi tra tradizione melodrammatica italiana e genio mitteleuropeo. Mai ospitata prima sul palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, l’opera è prodotta dalla Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine in sinergia con Danieli & C. Officine Meccaniche SpA, Fondazione Friuli, Associazione Ergonauti, Comune di Udine, Camera di Commercio di Pordenone e Udine, Confartigianato imprese del Friuli Venezia Giulia, CrediFriuli, Lavanderia Adriatica e ProntoAuto. Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. L’acquisto dei biglietti è possibile anche online su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00. Per info:
tel. 0432 248418 e biglietteria@teatroudine.it. Previste speciali riduzioni per i possessori della G- Teatrocard. Abbonamenti per la stagione lirica ancora disponibili. Mvula Sungani Physical Dance, nel circuito ErtFvg dal 22 al 24 gennaio Gemona del Friuli – La Mvula Sungani Physical Dance, una della più apprezzate compagnie italiane di danza contemporanea, sarà nuovamente ospite del circuito ERT nei prossimi giorni con due coreografie che hanno ottenuto grande successo di pubblico e critica nelle scorse stagioni.
Caruso Mercoledì 22 gennaio l’étoile Emanuela Bianchini e i solisti della compagnia saranno al Teatro Sociale di Gemona del Friuli, alle 21, con Caruso: passione 2.0, mentre giovedì 23 gennaio al Teatro Modena di Palmanova (ore 20.45) e venerdì 24 gennaio all’Auditorium Aldo Moro di Cordenons (ore 21) interpreteranno Odyssey Ballet, un classico contemporaneo firmato dal regista italo-africano Mvula Sungani. Caruso: passione 2.0 prende spunto dal brano che Lucio Dalla ha dedicato al celebre tenore napoletano. Lo spettacolo è un
viaggio visivo ed emozionale nel mondo femminile partenopeo liberamente tratto da Passione, docu-film del 2010 firmato da John Turturro, a cui si ispira per sottolineare il messaggio che la multiculturalità è una ricchezza, in particolare quando riesce a generare forme artistiche uniche. Caruso: passione 2.0 vuole essere un omaggio all’Italia, a Napoli, a Sorrento e a due artisti che negli ultimi secoli l’hanno resa grande nel mondo: Enrico Caruso e Lucio Dalla. Arie d’opera con la voce di Enrico Caruso rimasterizzata, canzoni interpretate da Dalla, unite alla musica napoletana contaminata in world music, saranno rese “tridimensionali” grazie alle coreografie di Sungani. Odyssey Ballet è una storia d’amore mediterranea dove emergono chiaramente il tema dell’integrazione del “diverso” e quello dell’emergenza umanitaria dei migranti. L’autore, fortemente stimolato dal proprio vissuto, formula una personale e suggestiva ipotesi: e se l’Odissea di Omero fosse un racconto autobiografico scritto da una donna che pensa al proprio uomo partito per un viaggio della speranza e le protagoniste femminili dell’opera fossero tutte alter-ego della stessa autrice? Potrebbe sembrare un’ipotesi folle eppure questa
teoria è sostenuta da alcuni tra i più importanti esperti in poemi epici e da accreditati letterati del ‘900 come Samuel Butler, Robert Graves e L.G. Pocock. Maggiori informazioni al sito www.ertfvg.it e chiamando l’Ufficio Turistico di Gemona (0432 981441), il Teatro Modena di Palmanova (0432 924148) e il Centro Culturale Aldo Moro di Cordenons (0434 932725). Peic, il video ufficiale del nuovo singolo di Deca, prodotto da Frank Nemola E’ uscito il video ufficiale di “PEIC”, il nuovo singolo di Deca, il cantautore ventiduenne pugliese. Girato a Bologna, presso il Teatro Tivoli. Il video, con la regia di Pier Gabriele Goidanich, racchiude i ricordi suonati e cantati al piano da Deca, proiettati alle sue spalle graficamente sui social. Presenti nel cast l’attrice Cecilia Quartucci e il musicista Frank Nemola. Il brano è stato prodotto da Nemola, da anni storico musicista e trombettista di Vasco Rossi e che vanta collaborazioni con tanti artisti del panorama musicale. Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati innamorati così tanto da farci esplodere il cuore, racconta Deca. “PEIC” infatti è l’acronimo di
“Potrebbe esplodermi il cuore”, brano che tende a sottolineare quanto ancora l’amore possa essere impulso vitale. Il cuore ci porta ad amori giusti o sbagliati; l’amore crea alibi nei confronti del nostro cuore, facendoci credere o vedere anche cose che non vorremmo. E così alla fine tutti gli amori, come scatole cinesi, rimangono lì, per sempre nel nostro cuore. Il suo percorso musicale da anni già consolidato, continua a portare Deca a spingersi sempre in nuove collaborazioni a 360° a partire dal Pop Classico fino ad arrivare al Pop Dance, che lo scorso anno ha sperimentato con i Boostekids col brano “America” distribuito da Sony Music Italy. Il cantautore dice, “anche la scuola di Amici è stata per me un’esperienza artistica a tutto tondo, perché la curiosità di viverla è stata davvero forte”, infatti la carica e l’adrenalina, nonostante l’eliminazione, hanno portato il cantautore alla scrittura di nuovi pezzi, tra i quali “Sento sento sento”, pezzo uscito quest’estate. Il nuovo singolo “PEIC” è disponibile anche in tutti i digital store. Link del video: https://www.youtube.com/watch?v=hPrSknc3jm4 Richard Jewell: recensione del film di Clint Eastwood Con questa sua ottima pellicola, il quasi novantenne Clint Eastwood mette in scena con grande efficacia un altro dei suoi antieroi, ispirandosi a fatti accaduti veramente. Dimostrando
ancora una volta il suo spessore come regista. Richard Jewell, il protagonista che dà il nome alla pellicola, è una guardia di sicurezza che, durante le Olimpiadi estive del 1996 ad Atlanta, in Georgia, scopre uno zaino contenente un ordigno esplosivo in un parco. Il suo intervento evita una strage, e gli fa guadagnare gli onori della cronaca. I media prima lo osannano come un eroe, poi lo accusano di essere il probabile autore dell’attentato, precipitando la sua vita nell’abisso. L’intervento di un avvocato gli permetterà di riabilitarsi. Il film narra quanto accaduto dall’attentato fino al 2007, quando viene scoperto e condannato il vero autore dell’atto criminale. Richard Jewell: un vero antieroe Richard Jewell è un ragazzone sovrappeso, con problemi di
salute, ossessionato dall’ambizione di diventare un poliziotto. Sebbene abbia più di trent’anni, vive ancora con l’anziana madre, alla quale è molto legato. Per alcuni versi incarna molti stereotipi statunitensi: si ingozza di junk food, fatto che è alla base dei suoi problemi fisici, possiede un arsenale e ama le armi, non paga le tasse, è atterrito dall’idea di venire considerato un omosessuale. In evidente sovrappeso, sgraziato nei movimenti e intellettualmente non superdotato, tanto che viene spesso dileggiato dai colleghi, è tuttavia una persona intimamente buona, caratterizzata da un alto senso della giustizia e sempre pronta a mettersi al servizio degli altri. Il suo maniacale senso del dovere e la perfetta conoscenza delle procedure sono i fattori che gli permettono di scoprire la bomba e di salvare molte vite umane. Con un fisico sgraziato e le fattezze di un bambinone, preso in giro da tutti, Richard è nella sua essenza una persona con un cuore d’oro, con un alto senso delle istituzioni e pronto ad affrontare ogni pericolo per proteggere gli altri. Ha pochi amici. Solo l’anziana madre e un avvocato sul viale del tramonto, Watson Bryant, lo stimano veramente. Richard Jewell: un film contro l’abuso di potere delle istituzioni È proprio Bryant che lo mette in guardia, all’inizio del film, dal pericolo di diventare uno stronzo non appena si acquisisce un minimo di potere. Le persone che cercheranno di annientare il protagonista sono il suo opposto: belli fisicamente, brillanti intellettualmente, ma bacati dentro. Kathy Scruggs è una reporter avvenente e spregiudicata, che fiuta subito la ghiotta occasione di creare un caso giornalistico sulle indagini, appena avviate dall’FBI, sul conto di Richard Jewell. In effetti il profilo psicologico del probabile bombarolo di
Atlanta coincide con le caratteristiche di Richard: un maschio frustrato, amante delle armi, in cerca di notorietà per evadere da una vita buia, ai margini della società. Kathy comincia quindi il linciaggio mediatico del protagonista, mettendo in moto un meccanismo perverso che, auto- alimentandosi, rischia di distruggerlo. In questo è aiutata da un agente in carriera, Tom Show, che, in cambio di una prestazione sessuale, spiffera lo stato dell’arte delle indagini dell’FBI alla giornalista, trovandosi subito dopo nell’impellenza di chiudere il caso. Richard sembra essere un capro espiatorio perfetto. Tom tenta quindi di strappargli una confessione falsa, utilizzando mezzi surrettizi. Tom rappresenta infatti un’istituzione, l’FBI, per la quale il protagonista ha una fiducia cieca e quasi disarmante. Il consapevole tentativo di abusare della creduloneria di Richard è vomitevole, ma fallisce, perché in realtà il protagonista è meno sprovveduto di quanto spossa sembrare. L’intervento dell’avvocato Bryant è risolutivo per riabilitare Richard, salvandolo sia dal linciaggio mediatico che dalla sedia elettrica. Le scene finali, ambientate nel 2007, vedono l’avvocato raggiungere il protagonista nella stazione di polizia dove è finalmente riuscito a diventare un agente, per comunicargli che il vero colpevole ha confessato. Richard muore nello stesso anno, per le complicazioni legate al diabete, a solo 44 anni. Richard Jewell: un film da vedere Clint Eastwood ha realizzato una pellicola semplice ma efficace, centrata su pochi personaggi, molto ben tratteggiati. Un plauso va alla splendida interpretazione di Paul Walter Hauser, che ha ci ha regalato un Richard Jewell molto credibile, diviso tra le sue ambiguità interiori e sballottato in un mondo spregiudicato, dove domina l’apparenza, nel quale i fatti possono essere fatti sparire
dalla narrazione mediatica. Il film critica due istituzioni, l’FBI e il mondo dei media, che diventano il simbolo del potere distorto, capace di distruggere cittadini indifesi per soddisfare le becere ambizioni dello stronzo di turno. E lo fa tenendosi alla larga dal politically correct tanto abusato in Italia (basti pensare a due recentissime pellicole nostrane, Tolo Tolo di Checco Zalone e Hammamet di Gianni Amelio). Il risultato è un prodotto altamente godibile, che intrattiene e fa riflettere. Tra l’altro Clint Eastwood si è divertito a mescolare finzione e realtà, utilizzando filmati originali dell’epoca, che vengono trasmessi dalle televisioni in scena. Il vero Richard Jewell convive quindi con quello della finzione cinematografica, sia pure per pochi istanti. Una chicca cinematografica e un omaggio per quello che è stato un vero eroe, purtroppo dimenticato. Perchè Clint Eastwood ha ancora una volta messo al centro l’uomo, con tutte le sue contraddizioni e le sue ambiguità. Un uomo che, nonostante tutto, può trovare dentro di sé risorse impensabili per tirarsi fuori da situazioni apparentemente senza uscita. Diventando un eroe. Senza ricorrere agli effetti speciali dei film della Marvel Cinematic Universe. Bravo Clint. Aspettando il tuo prossimo film… Lunedì 20 gennaio al cinema Centrale RICHARD JEWELL,in versione originale!
EU-CIAK LA FASE FINALE DEL PROGETTO CHE EDUCA I RAGAZZI AL LINGUAGGIO AUDIOVISIVO AL TRIESTE FILM FESTIVAL EU Ciak, è il progetto di educazione all’audiovisivo promosso dall’associazione culturale Alpe Adria Cinema e dal PAG (Progetto Area Giovani) delComune di Trieste con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini. Alpe Adria Cinema è il motore della principale vetrina internazionale espressamente dedicata alle cinematografie dell’Europa centro-orientale degli ultimi 30 anni e osservando i cambiamenti nella società, si è palesata sempre di più l’esigenza didattica ed educativa di far conoscere ed amare il cinema anche alle giovani generazioni, che grazie al web, usufruiscono del prodotto audiovisivo in maniera più individuale che collettiva. Tra le varie attività organizzate da Alpe Adria Cinema all’interno del TSFF, stanno così assumendo sempre più rilevanza e attenzione quelle dedicate ai bambini e ai ragazzi. Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi progetti e attività volti al coinvolgimento di un pubblico giovane, nell’ottica di sviluppare interesse per il settore dell’audiovisivo e del cinema, con un focus particolare sulle aree del centro-est Europa. A queste attività si è affiancata l’iniziativa EU Ciak, un progetto che coinvolge tre classi, terze e quarte, di tre scuole superiori della città di Trieste: l’International School of Trieste, l’Istituto Deledda – M. Fabiani e l’Istituto Nordio. In ciascuna classe è stato proposto un percorso di 6 laboratori per la realizzazione di un cortometraggio sul tema dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea. Ai ragazzi verrà dato ampio spazio di confronto e discussione sul tema scelto grazie a ai materiali informativi messi a disposizione delle classi e alle suggestioni e agli stimoli forniti durante le lezioni. Ad accompagnare gli studenti in questo percorso ci sono stati tre giovani video maker triestini: Giulio Ladini, Fulvio Bullo e Hari Bertoja. «L’esperienza è stata molto stimolante per gli studenti perché a partire dalla formazione iniziale i ragazzi hanno deciso di sviluppare la sceneggiatura dei loro cortometraggi» racconta la referente Carolina Stera di Alpe Adria Cinema «I temi scelti sono stati la libertà di espressione, la discriminazione per motivi di genere e la libera circolazione dei cittadini europei in Europa. Tutti gli studenti hanno poi scelto dei ruoli all interno della troupe cinematografica, chi ha fatto l aiuto regista, chi il fonico, chi l’attore… Ognuno ha quindi potuto immedesimarsi e sperimentare una professione. » Nel corso dei sei giorni di laboratorio, gli studenti sono stati accompagnati nella scrittura di una sceneggiatura e nella creazione e organizzazione di una vera e propria troupe cinematografica in cui ognuno svolge un ruolo preciso, come accade nei set reali. Il risultato sarà un cortometraggio collettivo, in cui l’apporto di ognuno sarà rilevante, riconosciuto e condiviso. Il progetto ha inteso innanzitutto rendere i ragazzi protagonisti di un percorso partecipato e dinamico, in cui loro stessi potessero esprimere idee che poi, grazie al linguaggio audiovisivo e cinematografico, venissero rappresentate nel cortometraggio; il video diviene quindi uno strumento per una sintesi efficace e coinvolgente delle loro idee e del messaggio veicolato. «È stato importante e utile far loro conoscere chi si occupa di questo settore:hanno partecipato ai laboratori in qualità di relatori anche la FVG Film Commission e il regista Thanos
Anastopoulos. È stata un’ esperienza che speriamo possa aver suscitato interesse e curiosità negli studenti e siamo sicuri che la scelta di proiettare i loro cortometraggi sul grande schermo del teatro Miela durante un festival prestigioso come il Trieste Film Festival li renderà orgogliosi e felici di aver partecipato a questa prima edizione di EU Ciak.» Le classi dell’International School of Trieste, Liceo artistico Enrico e Umberto Nordio e Istituto Tecnico G. Deledda – M. Fabiani presenteranno al pubblico i cortometraggi realizzati sabato 18 alle ore 11:00. Il pubblico in sala sarà chiamato a votare il miglior cortometraggio. Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini e la collaborazione del PAG-Progetto Area Giovani del Comune di Trieste. VR DAYS LA REALTÀ VIRTUALE DELLE DONNE AL TSFF di TRIESTE Da tre anni a questa parte il Trieste Film Festival è impegnato ad esplorare le nuove tecnologie in ambito cinematografico e anche in questa trentesima edizione Alpe Adria Cinema promuove il progetto TSFF goes Virtual – VR Days. «La tecnologia ha sempre visto nomi maschili tra le file degli inventori, dei creatori e successivamente dei CEO e amministratori delle grandi aziende tecnologiche» ci racconta il responsabile della sezione VR del TSFF Antonio Giacomin «Poi arrivano i nuovi media immersivi che mettono lo spettatore in un ruolo diverso, lo immergono in un ambiente
nel quale entra e diventa il centro dell’attenzione/azione. E con il nuovo medium espressivo della realtà virtuale tutto ciò viene sperimentato con nuovi contenuti e con nuove modalità di interazione tra storia e spettatore. La narrazione è ancora alla ricerca di un protocollo, di una serie di regole e sensibilità per un nuovo modo di raccontare il mondo e molte donne si sono cimentate in questo nuovo metodo, non solo per immagini, ma soprattutto per esperienze.» In questa terza edizione dei VR Days, promossa da Alpe Adria Cinema e sostenuta da proESOF 2020,vogliamo discutere e capire il ruolo delle donne nei media immersivi, esplorare nuove tecnologie e nuove modalità di storytelling in un panel con Stefania Casini, regista e produttrice, Sara Tirelli, artista visiva e filmmaker e Alessia Sonaglioni dell’European Women’s Audiovisual Network. L’incontro a ingresso libero dal titolo “Donne E Storytelling Nella Realtà Virtuale” si tiene sabato 18 alle ore 17:00 al Cafè Rossetti ed è moderato da Agnese Pietrobon, psicologa e ricercatrice delle tecnologie immersive. Mentre per un’esperienza “fisica”, da sabato 18 a martedì 21 dalle 11:00 alle 19:00 nel foyer del Politeama Rossetti sarà possibile ‘immergersi’ in tre esperienze in VR. La prima è Mare Nostrum. The Nightmare (Stefania Casini, I, 2019, col., 11’), in cui coraggio, speranza, nostalgia, paura, sofferenza, spaesamento scandiscono il viaggio di un giovane migrante di 13 anni. Una live action, un’esperienza a 360° in realtà virtuale che farà provare un turbinio di emozioni, accompagnati da un sound 3D che consentirà di vivere la tragedia in modo molto emotivo. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria www.marenostrum.eventbrite.it. La seconda s’intitola Medusa Act Ii (Sara Tirelli, I – S, 2018, col., 9’) ed è un cortometraggio a 360° sulla crisi contemporanea dell’identità europea e sulle conseguenze che
hanno i grandi flussi di migranti sulla fortezza Europa. Mette in discussione il regresso e la perdita di memoria di una cultura. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria www.medusavrexperience.eventbrite.it La terza è parte del progetto Esterno / Giorno di Casa del Cinema di Trieste e si intitola Set Reali E Visite Virtuali e porta lo spettatore ad immergersi nei set dei più celebri film e serie TV girati in Friuli Venezia Giulia senza doversi muovere. Accompagnati dalla voce dei protagonisti si potrà vivere un’esperienza completamente nuova grazie alla realtà virtuale. L’esperienza è stata realizzata da Antonio Giacomin, immersive video & VR specialist e si potrà fare da sabato 18 a martedì 21 dalle 11:00 alle 19:00 al costo di €15,00 con prenotazione obbligatoria su www.set-reali-visite-virtuali.eventbrite.it Ma ci sarà anche una quarta importante esperienza la cui postazione viene allestita da sabato 18 a martedì 21 dalle 11:00 alle 19:00 presso l’Hotel DoubleTree by Hilton Trieste e si intitola The Key (Céline Tricart, USA, 2019, col., 20’, v.o inglese), un’esperienza interattiva che mescola teatro immersivo e realtà virtuale. Il partecipante prende parte a un viaggio, esplorando dei sogni nei quali deve affrontare sfide e decisioni difficili, compresa l’esperienza della perdita. Il pubblico sperimenterà un viaggio metaforico dal pericolo alla salvezza. The Key è il vincitore del Gran Premio della Giuria per la migliore opera VR immersiva all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. A ingresso libero con prenotazione obbligatoriawww.thekeyvrexperience.eventbrite.it. dal corrispondente
NOMADI Teatro Nuovo Giovanni da Udine martedì 10 marzo 2020 Partite le prevendite! Biglietti online su Ticketone e rivendite autorizzate, alla biglietteria del Teatro (dal 21 gennaio) e presso la sede di Euritmica Note Nuove, la rassegna ideata e curata da Euritmica che mette al centro del suo percorso artistico le trasformazioni della musica moderna, giunge alla quattordicesima edizione e annuncia il primo concerto del cartellone 2020. I Nomadi, un pezzo di storia della musica italiana, suoneranno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine martedì 10 marzo 2020 (inizio alle 20.45), per una tappa dell’interminabile “Tutta la Vita Tour”, iniziato nel’estate 2019, che li sta portando ad esibirsi in tutta Italia! La band, ormai entrata nell’immaginario collettivo di intere generazioni, capitanata da Beppe Carletti, sta festeggiando, con questo tour, l’importante traguardo dei 55 anni di attività. Sono i primi anni 60 quando, tra Modena e Reggio Emilia, Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band, destinata a diventare una leggenda della musica italiana.
“Milleanni” è il titolo dell’ultimo progetto discografico della band, che contiene anche “Ma noi no”, un inedito cantato da Augusto Daolio. In questo progetto e nel live, i Nomadi, la cui lunghissima carriera li pone a pieno titolo tra le band più longeve d’Italia, presentano altri due brani inediti: “L’orizzonte di Damasco” e “Milleanni”, la title track che è stata pubblicata anche come singolo, che Carletti descrive così: «questa canzone è nata da una sinergia unica che ha unito esperienze ed anime differenti. Tutto è iniziato dalla stesura iniziale di un’autrice, cara amica, Lisa Pietrelli, il suo brano ci colpì molto. Iniziammo a lavorarci e a Massimo Vecchi venne l’intuizione di un tema di profonda attualità e scrisse un testo che si “appoggiava” all’idea iniziale. Contemporaneamente chiesi a mia figlia Elena un testo e, a quel punto, successe l’inaspettato, i due testi di Elena e Massimo confluirono in quello che è oggi è la canzone. Il cuore del brano è il pensiero dolce e vibrante che mi scrisse Elena lo scorso anno, in occasione del mio compleanno “…Mio padre ha mille anni. Mille anni dentro, mille davanti. Perché è un Nomade Dentro», oltre a tutte le più belle e conosciutissime canzoni reinterpretate da Yuri Cilloni, nuova ed incisiva voce del gruppo dal 2017. La formazione presente sul palco udinese vede Beppe Carletti alle tastiere, fisarmonica e cori; Cico Falzone alle chitarre e cori; Daniele Campani alla batteria; Massimo Vecchi al basso e voce; Sergio Reggioli al violino, e voce e Yuri Cilloni alla voce. Prevendite online su Ticketone.it e rivendite autorizzate / alla biglietteria del Teatro dal 21 gennaio / presso Euritmica Info: +39 0432 1720214 – www.euritmica.it – stampa@euritmica.it E. L.
DANZA, “GISELLE” AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE SABATO 18GENNAIO 2020 Amore e morte, vendetta e perdono, luce e tenebre. Con il suo fascino eterno, impermeabile al trascorrere del tempo, arriva al Teatro Nuovo Giovanni da Udine il balletto più romantico di sempre, Giselle. A interpretarlo sarà, sabato 18 gennaio con inizio alle 20.45, il Balletto di Maribor, massima Compagnia slovena di balletto, protagonista con successo delle scene dal 1926. Dal 1841, anno in cui debuttò all’Académie Royale de Musique di Parigi, innumerevoli sono state le rappresentazioni di questo straordinario capolavoro dagli infiniti contrasti, considerato una delle più fulgide espressioni del balletto romantico. Protagonista è la dolcissima contadina Giselle, perdutamente innamorata del Conte Albrecht, rivelatosi a lei sotto mentite spoglie e già promesso sposo a una nobile sua pari. Una volta scoperta la crudele realtà, Giselle impazzisce e muore di dolore. Nel secondo atto, la vicenda ci trasporta nel mondo fiabesco e ultraterreno delle Villi, spiriti bellissimi e spietati decisi a condannare Albrecht per il suo tradimento. Ma l’amore e il perdono saranno più forti: il giovane si salverà e Giselle troverà finalmente pace. Protagonista sul palcoscenico il Balletto di Maribor, fondato nel 1926 e dal 2003 è guidato dal direttore artistico Edward Clug, talentuoso danzatore e coreografo rumeno. Nel corso degli ultimi dieci anni, Clug ha portato la Compagnia al successo internazionale presentando spettacoli di danza innovativi e di forte impatto visivo, ospitati nei maggiori
Festival teatrali internazionali. Firma la coreografia, ispirata alla versione originale di Marius Petipa, Rafael Avnikjan, georgiano, attualmente Maître de Ballet alla Scuola del Balletto di Basilea. Recentemente è stato insignito della “Medaglia Anna Pavlova” per l’insegnamento e per i risultati artistici nell’ambito del balletto classico. Per il Balletto di Maribor ha già allestito La Bayadère. La protagonista del balletto, Giselle, sarà interpretata da Catarina De Meneses: entrata nella Compagnia del Balletto di Maribor nella stagione 2008/2009, è da allora protagonista di diversi titoli del repertorio ottocentesco e di creazioni più recenti, dimostrando notevoli e particolarmente apprezzate capacità tecniche e interpretative sia nel balletto classico che nella danza contemporanea. Nel ruolo di Albrecht troveremo invece Ionut Dinita. Entrato nell’ensemble del Balletto Sloveno nella stagione 2017/18, dove ha debuttato nel ruolo di James ne La sylphide, ha ottenuto ottime recensioni da parte della critica e grandi ovazioni dal pubblico. Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine aperta dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì e giorni festivi. L’acquisto dei biglietti è possibile anche online su www.teatroudine.it e www.vivaticket.it, nei punti vivaticket e alla Libreria Feltrinelli di Udine (Via Canciani), il venerdì mattina dalle 9.30 alle 13.00. Per info: tel. 0432 248418 e biglietteria@teatroudine.it. Previste speciali riduzioni per i possessori della G-Teatrocard. BALLETTO DI MARIBOR Fondato nel 1926 e guidato dal 2003 dal danzatore e coreografo rumeno Edward Clug, il Balletto di Maribor accoglie diversi ballerini e coreografi ospiti di chiara fama. Nel corso degli
ultimi dieci anni, Edward Clug ha portato la Compagnia al successo internazionale presentando spettacoli di danza innovativi e di forte impatto visivo. Il Balletto di Maribor si è esibito nei maggiori Festival teatrali internazionali, fra i quali: Jacob’s Pillow Dance Festival (USA), Festival delle notti bianche al Teatro Mariinsky e Dance Open a San Pietroburgo, Festival of Firsts di Pittsburgh, Arts Festival di Singapore, Biarritz Festival in Francia, Dance Festival a Tel Aviv, Festival di Sintra in Portogallo, Festival Des Arts de Saint–Sauveur (Canada), Festival Internazionale di Danza di Seul, Festival Iberoamericano de Teatro de Bogotá. E.L. NOSTALGIA DI DIO 17 GENNAIO ORE 21 AL TEATRO PALAMOSTRE PER LA STAGIONE TEATRO CONTATTO 38 LA DRAMMATURGA LUCIA CALAMARO A UDINE IN ESCLUSIVA REGIONALE CON IL SUO NUOVO TESTO E ULTIMA REGIA NOSTALGIA DI DIO PRESENTATO IN PRIMA ASSOLUTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA E ORA IN SCENA VENERDI’ 17 GENNAIO ORE 21 AL TEATRO PALAMOSTRE PER LA STAGIONE TEATRO CONTATTO 38 Riconosciuta come una delle autrici più prolifiche, affermate, ironiche del panorama drammaturgico italiano, conosciuta, amata e rappresentata ancheEuropa e Sudamerica, Lucia Calamaro presenta in esclusiva regionale venerdì 17 gennaio ore 21 al
Teatro Palamostre per la stagione diContatto 38 del CSS il suo nuovo testo e la sua più recente regia, Nostalgia di Dio, presentati in prima assoluta lo scorso luglio alla Biennale di Venezia e frutto di una coproduzione fra Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro Metastasio di Prato. Nostalgia di Dio è stato composto dalla drammaturga proprio nella nostra Regione, nel corso di una Residenza ospite del progetto Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin, a inizio 2019. Lucia Calamaro torna a Contatto dopo La vita ferma, un testo esilarante e acutissimo su un tema tabù, la morte. Questa volta si avventura a parlarci addirittura di Dio. Con i suoi inconfondibili personaggi un po’ bizzarri, goffi, in difficoltà nella vita, nelle relazioni, negli affetti, nella vita sociale. Personaggi in qualche modo hanno conservato qualcosa di infantile, che si svelano neidialoghi serrati della drammaturga, imbattibile a raccontare le nostre fragilità interiori, decifrate con amorevole ironia. Nostalgia di Dio, quindi, ma anche nostalgia di casa, degli affetti, delle relazioni che resistono al tempo e alle crisi. O forse
no. Perché bisogna sempre fare i conti con le nevrosi, i fallimenti, le diverse aspettative. I protagonisti di Nostalgia di Dio sono: un libero professionista che vorrebbe disperatamente tornare a credere in qualcosa. Anche se da tempo non crede più in niente. Una ex moglie che non se lo vuole riprendere, un’estrosa etnomusicologa intenta a catturare i suoni e i rumori della vita e delle emozioni, un sacerdote che non sa più dare consigli alle anime tormentate, un’ amica del cuore, storica, che prova a tenere connessi i suoi amici, forse a risolverli. Sono Simona, Cecilia, Francesco e Alfredo. Come i nomi degli attori che li interpretano – Alfredo Angelici, Cecilia Di Giuli, Francesco Spaziani, Simona Senzacqua – a segnalare quella prossimità del teatro di Lucia Calamaro con la vita. Come non ci fosse una soluzione di continuità. La nostalgia di Dio, che dà il titolo alla pièce, ha il suo apice nel momento in cui i personaggi, decidono di farsi 7 chiese di Roma in uno di quei pellegrinaggi notturni, tra il
mistico e l’alternativo, organizzati da diverse parrocchie della città. Itinerari spirituali al tramonto, in cui Simona trascina gli amici. “Sono attraversamenti un po’ teneri – racconta Lucia Calamaro – un po’ sfigati, miracolosi e maldestri, che hanno quella natura mista tra visionarietà e viaggio della speranza: come se al sorgere del sole potesse, dovesse, succedere chissà che. O assolutamente niente”. Informazioni e prevendite: Udine, Teatro Palamostre, piazzale Diacono 21, dal lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle 19.30. tel. 0432.506925. Biglietti online sul circuito vivaticket. www.cssudine.it
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