Protese al futuro, con Maria, donna della speranza

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Protese al futuro, con Maria, donna della speranza
ANNO XLI N° 1 - 2021

PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLE SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA CONGREGAZIONE DI PISTOIA

        “Protese al futuro,
        con Maria, donna
        della speranza”
Protese al futuro, con Maria, donna della speranza
LA GIOIA DELLA PASQUA

             “Fratelli e figli carissimi, non è forse normale che la
         gioia abiti in noi allorché i nostri cuori ne contemplano o ne
   riscoprono, nella fede, i motivi fondamentali? Sì, sarebbe molto strano
       se questa Buona Novella, che suscita l’alleluia della Chiesa, non
  ci desse un aspetto da salvati. La gioia di essere cristiano, strettamente
      unito alla Chiesa, nel Cristo, in stato di grazia con Dio, è davvero
                      capace di riempire il cuore dell’uomo”.
                                 Da Gaudete in Domino di Paolo VI

    “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”,       gioia non potrà mai essere rapita da nessu-
ha detto Gesù. La gioia che nasce dalla vitto-         no. Così i cristiani attraversano la storia an-
ria di Cristo sulla morte, dalla appartenen-           nunciando e comunicando gioia. Una gioia
za alla Chiesa comunità di salvezza, dalla             che non nasce da uno sguardo sommario e
presenza operante dello Spirito Santo nella            superficiale, ma dalla certezza che il male
storia, dalla certezza della vittoria finale. La       un giorno sarà definitivamente sconfitto.
gioia trasmette gioia e rende trasmettitori            Frutto della risurrezione e della vittoria sul-
di gioia. Oltre la vita, oltre la morte, siamo         la morte e sul peccato, nelle sue radici più
incamminati verso l’eternità. Se è vero che            profonde, il cristianesimo è il più grande an-
il cristiano risorgerà, è vero anche che egli          nuncio di gioia che sia mai risuonato sulla
è già risorto. Questa consapevolezza, questa           terra.

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Protese al futuro, con Maria, donna della speranza
ANNO XLI N° 1 - 2021

UN DOCUMENTO CHE SEGNA UN PASSO SIGNIFICATIVO NELLA STORIA DELLA CHIESA

    IL MOTU PROPRIO “SPIRITUS DOMINI”
             PAPA FRANCESCO CON LA MODIFICA DEL CANONE 230
        DEL DIRITTO CANONICO INTRODUCE LA POSSIBILITÀ PER LE DONNE
                 DI ACCEDERE AL LETTORATO E ALL’ACCOLITATO

    Non è certo un caso che il motu proprio
Spiritus Domini di papa Francesco sia stato
reso pubblico nel giorno del Battesimo del
Signore, giorno in cui contempliamo la con-
sacrazione messianica di Gesù da parte del
Padre attraverso lo Spirito Santo, e insieme
anche la nostra, avvenuta nel battesimo e
nella sua confermazione, quando siamo sta-
ti “rivestiti di Cristo”, scrive Paolo in Galati
3, e abbiamo ricevuto una dignità profetica,
sacerdotale e regale che non conosce distin-               Papa Francesco interviene quindi a cor-
zioni, come prosegue l’Apostolo: “non c’è più          reggere un’anomalia, ora che i tempi e la
giudeo o greco, schiavo o libero, maschio o            prassi ecclesiale sono più che maturi. Sono
femmina”.                                              anni ormai, infatti, che sulla scia dell’apertu-
    Il brevissimo documento, infatti, muove            ra alla corresponsabilità dei laici operata dal
un passo importante nella comprensione e               Vaticano II, le donne proclamano le letture
nella ricezione piena da parte della chiesa di         dall’ambone e – assai meno frequentemente
quei versetti della rivelazione, dichiarando           a dire il vero – servono all’altare e distribui-
aperti anche alle donne i ministeri del letto-         scono l’eucarestia, come ministri straordina-
rato e dell’accolitato e superando in poche            ri però: d’ora in avanti, potranno essere as-
righe due millenni di esclusione del sesso             sunte ufficialmente e stabilmente ai ministeri
femminile dall’altare. Già la Lettera Apo-             di lettore e accolito, e non eserciteranno più
stolica in forma di motu proprio Ministeria            il loro servizio in forma privata o tempora-
quaedam (1972) di Paolo VI aveva svincola-             nea, quasi per condiscendenza da parte del
to quelli che ancora si chiamavano “ordini             parroco o del vescovo di turno, magari col
minori” da una funzione puramente prepa-               sottinteso di supplire a una carenza di uomi-
ratoria al sacerdozio ordinato, riaggancian-           ni disponibili.
doli alle loro radici battesimali, e quindi alla           A dispetto dei detrattori di Francesco, che
loro natura di ministeri aperti a “ogni fede-          non mancheranno di gridare allo scanda-
le”. Solo per una distorsione dovuta ai tempi,         lo, o di chi lo vede come un rivoluzionario,
evidentemente allora non ancora maturi, in             questo documento, per quanto innovativo, si
quell’espressione dal significato inequivoca-          colloca dunque in continuità con la storia del
bilmente universale non si fu capaci di leg-           magistero degli ultimi decenni ed è sì un atto
gere l’inclusione delle donne, e il canone 230         di iniziativa papale (questo significa infatti
del Diritto Canonico sancì la possibilità di ac-       motu proprio), ma non per questo rappre-
cedervi solo ai laici di “sesso maschile”.             senta un gesto d’arbitrio o un’innovazione

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Protese al futuro, con Maria, donna della speranza
calata dall’alto: oltre ad essere frutto di un
doveroso ascolto di fermenti e pratiche pre-                “Ho ritenuto opportuno stabilire
senti nel popolo di Dio e delle sollecitazioni              che possano essere istituti come
di “alcune assemblee del sinodo dei vescovi”,               Lettori o Accoliti non solo uomini
come il papa stesso scrive, esso contribuisce
                                                            ma anche donne, nei quali e nelle
a portare alla luce in pienezza qualcosa che
                                                            quali, attraverso il discernimento
era da sempre contenuto nel sacramento che
ci innesta nella vita della Chiesa; qualcosa                dei pastori e dopo una adeguata
che finora era rimasto nascosto ai secoli e               preparazione, la Chiesa riconosce la
ai decenni che ci hanno preceduto. Perché                 ferma volontà di servire fedelmente
il cristianesimo, non dimentichiamolo, non
                                                                Dio e il popolo cristiano”
si fonda su una Scrittura e una Tradizione
compiute e concluse, ma sul dono dello Spi-                   Papa Francesco, Spiritus Domini
rito che promette sempre più profonda com-
prensione di quella Scrittura (Scriptura cre-
scit cum legente) e di quella Tradizione: così         rilancio dei due ministeri, piuttosto neglet-
la Chiesa può rimanere organismo vivente,              ti finora, e dunque un miglioramento nella
e con lei la dottrina, che non muta ma, an-            qualità della partecipazione dei laici alla vita
che grazie ai segni dei tempi, si sviluppa (esce       della Chiesa.
cioè dal viluppo, si distende, si fa sempre più            Si pensi poi anche all’importanza simbo-
chiara, più fedele alla Rivelazione).                  lica che potrà avere, anche solo nell’impatto
    Ecco perché, pur nella continuità con              visivo delle liturgie, la presenza all’altare di
quanto già decretato in Ministeria quaedam,            ministranti donne in bianche vesti o proces-
lo Spiritus Domini può attestare - vi è scritto        sioni d’ingresso aperte da donne che portano
apertamente - uno “sviluppo dottrinale”, ov-           la croce o la Parola.
vero un passo significativo nella storia del-              Quanto alla proclamazione della Parola,
la Chiesa, compiuto grazie al coraggio di un           ordinariamente già svolta spesso da donne,
pontefice che ha deciso di recepire e avallare         occorre sottolineare l’enorme differenza che
tante riflessioni teologiche e una prassi che          c’è tra offrirsi per leggere al bisogno ed esse-
da decenni è accettata in modo pressoché               re invece investite di un ministero stabile: un
universale.                                            servizio occasionale diventa un impegno, che
    Qualcuno potrebbe obiettare che non                obbliga tra l’altro anche ad una specifica ed
cambia poi molto rispetto a quello a cui già           adeguata formazione e non si limita certo al
siamo abituati nelle nostre liturgie. Invece,          momento liturgico. Quello del lettore, ricor-
l’assunzione delle donne ai due ministeri in           da la CEI, è «un ministero di annunciatore, di
questione significa prima di tutto il ricono-          catechista, di educatore alla vita sacramenta-
scimento di un servizio essenziale prestato            le» e secondo le splendide parole dell’antico
da così tante di loro alla comunità ecclesiale         Ambrosiaster (il cui autore anonimo è anno-
e allo stesso tempo le guida a comprendere             verato tra i Padri della Chiesa): “i lettori - e
appieno l’importanza del loro impegno.                 ora possiamo finalmente aggiungere le lettri-
    In secondo luogo, l’apertura al sesso fem-         ci- possono essere considerati/e pastori, per-
minile, di gran lunga il più disponibile ad            ché nutrono il popolo che li ascolta”.
esercitare i propri carismi nella vita delle
nostre comunità, segnerà senza dubbio un                                             Beatrice Iacopini

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ANNO XLI N° 1 - 2021

  A PISTOIA UN ANNO SANTO DEDICATO A SAN GIACOMO. APERTA LA PORTA SANTA

                UNA GRANDE OCCASIONE
              PER RIMETTERSI IN CAMMINO
           IL SENSO DELLA CELEBRAZIONE NELLE PAROLE DEL VESCOVO
                       DURANTE LA MESSA DI APERTURA

    “Nel giorno in cui si ricorda il Battesimo         un nostro fratello e amico. In lui abbiamo un
del Signore nelle acque del Giordano, dia-             grande testimone della fede, fino all’effusio-
mo inizio all’anno santo in memoria dell’a-            ne del sangue. Egli fu infatti il primo degli
postolo San Giacomo il Maggiore, di cui, fin           apostoli a subire il martirio, ucciso di spada
dal 1145 si conserva in questa Cattedrale una          per le mani del re Erode, come ci dice il libro
reliquia del suo corpo, proveniente diretta-           degli Atti.
mente da Santiago di Compostela in Spagna,                Discepolo fedele di Cristo, membro del col-
dono prezioso del vescovo del tempo di quel-           legio apostolico, evangelizzatore, testimone
la città al Santo Vescovo Atto di Pistoia. Aper-       di amore con il dono della propria vita: sono
tosi a Santiago, come da tradizione, il 31 di-         tanti i motivi per sentirci onorati di avere un
cembre, in comunione con quella Chiesa, per            così nobile e grande patrono. Non va dimen-
concessione del Santo Padre Francesco, ab-             ticato poi il forte richiamo alla carità che il
biamo anche noi in questa città, dato avvio a          culto jacobeo porta con sé: infatti, dopo il ri-
quest’anno di grazia, con il suggestivo e signi-       trovamento dei resti mortali dell’apostolo a
ficativo rito dell’apertura della porta santa:         Compostela, si sviluppò un vasto movimento
segno della misericordia, la porta si apre ad          di pellegrini che portò a quella singolare pra-
accogliere chiunque cerchi ristoro per la sua          tica dell’ospitalità e dell’accoglienza che fece
vita, sollievo per la sua anima, energia per           fiorire ospizi, ospedali e luoghi di servizio e
ricominciare a sperare, forza per continuare           carità un po’ dovunque, lungo le antiche vie
a lottare per la giustizia e la pace, riprendere       di comunicazione. La nostra città si onora di
il cammino della vita verso la patria eterna           averlo da secoli come speciale patrono.
del cielo. L’anno santo che abbiamo aperto                L’anno Santo iacobeo si celebra in un tem-
stasera lo celebriamo nella memoria proprio            po davvero particolare e molto critico. La
di lui. L’apostolo San Giacomo il maggiore è           pandemia è stata la sorpresa di questo tem-

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po. Con la pandemia siamo                                                    per riscoprire le proprie ra-
stati messi di fonte al dolo-                                                dici, quelle che hanno segna-
re, alla morte, alla nostra                                                  to la sua storia, conoscere
umana impotenza e insieme                                                    quindi più se stessa e scopri-
grandezza; siamo spinti a                                                    re la bellezza di una maggio-
guardare alle sorti del mon-                                                 re coesione per affrontare i
do e al futuro che vorrem-                                                   problemi economici e sociali
mo. Tutto questo ci costringe                                                dell’oggi. Un anno anche per
ad entrare più in profondità                                                 riprendersi e ritrovare fidu-
nelle cose, a guardare den-                                                  cia.
tro noi stessi, a ripensare a                                                    Con San Giacomo dunque
tutta la nostra vita. E forse                                                ci mettiamo in cammino.
è proprio questo il senso di                                                 Egli il primo apostolo a dare
                                           Altare d’argento e reliquia
un anno santo. Questo anno               di S. Giacomo conservati nella      la vita per Cristo, ci richiama
può essere allora davvero                      cattedrale di Pistoia         alla fedeltà e al coraggio nel
un tempo di ripensamento                                                     seguire Cristo, via, verità e
interiore; un tempo cioè di conversione; per               vita e in Cristo la giustizia e la verità. Come
riporsi le domande di fondo sulla vita; un                 apostolo, andato in missione, forse anche in
tempo anche di potatura sicuramente, per                   Spagna, secondo un’antica tradizione, muo-
buttar via il superfluo e tutte quelle incrosta-           vendosi dalla sua terra, può insegnare all’uo-
zioni che le nostre debolezze e i nostri pec-              mo di oggi a non aver paura dell’ignoto ma
cati ci lasciano addosso; un tempo anche per               ad avere il coraggio di cercare, di andare e
riscoprire il valore del prossimo e per com-               di non arrendersi mai anche di fronte alle
prendere sempre di più che è solo nell’amore               situazioni più difficili della vita. Come culto
che si salva il mondo, imparando a prenderci               concretizzatosi nei secoli, la figura di San Gia-
concreta cura l’uno dell’altro e insieme, della            como ci parla di cammino, del camminare,
casa comune; un tempo infine anche per im-                 dell’essere pellegrini. E quanto è importante
parare a condividere le tante sofferenze che               per l’uomo di oggi riconoscersi come un pel-
questa pandemia ha portato e sta portando                  legrino e un viandante! E quanto è importan-
alla luce.                                                 te per ognuno di noi aprirsi all’accoglienza
    Per la chiesa di Pistoia, si tratta di una             degli altri, viandanti e pellegrini come noi su
grande occasione per rimettersi in cammino.                questa terra!
Non ci siamo fermati in questi anni, però ora                   Quest’anno vogliamo dunque compie-
è giunto il momento di fare il punto per ripar-            re davvero un cammino. Non solo esterio-
tire con un nuovo impegno e la speranza nel                re ma soprattutto interiore che, alla scuola
cuore. Un anno santo dunque per rinnovare                  dell’apostolo Sant’Jacopo ci faccia “pregare,
il nostro rapporto col Signore nell’ascolto più            ripensare e continuare ad amare”. Che ci fac-
attento della sua Parola, con una preghiera                cia innanzitutto pregare di più e più intensa-
più vera e autentica. Un anno per ripensare                mente, ascoltando con maggiore attenzione
tante cose della vita delle nostre comunità,               la parola di Dio e invocando con convinzione
per radicarci sull’essenziale e diventare sem-             il dono dello Spirito Santo; che ci faccia an-
pre più una chiesa che è lievito di speranza               che ripensare a tutta la nostra vita e al nostro
dentro la pasta del mondo.                                 modo essere e di rapportarci con Dio, con gli
    Per la città di Pistoia, credo sia l’occasione         altri, col mondo e con noi stessi; infine che

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ci permetta di continuare ed approfondire
il nostro amore per il prossimo, spingendoci
alla intercessione per i fratelli e le sorelle del
mondo e al servizio generoso e disinteressa-
to del nostro prossimo.
    Allora, carissimi fratelli ed amici: ultreya!
“Più avanti”, “sempre oltre”. Con l’antico e
caratteristico grido dei pellegrini di San Jaco-
po, camminiamo insieme e andiamo avanti
nella via della giustizia, della verità e dell’a-
more”.
                       Fausto Tardelli Vescovo

                  NEL SETTIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL POETA

          DISCEPOLI DEL MAESTRO DANTE
            ISPIRATI DALL’“AUREA CETRA” DELLA LETTERATURA ITALIANA

    L’anno 2021, iniziato quasi dovunque nel
silenzio delle città e in una sorta di tempo-
ranea sospensione del fluire canonico della
vita a causa della situazione che il mondo
intero sta vivendo, rappresenta l’occasione
migliore per scoprire o riscoprire la vita, la
personalità e l’opera di colui che S. Paolo VI,
profondo conoscitore e amante della Com-
media, ha definito “Signore dell’altissimo
canto” in un Motu proprio del 1965: Dante
Alighieri. Quest’anno ricorre infatti il setti-
mo centenario della morte del poeta fioren-
tino, avvenuta il 14 settembre 1321 a seguito
di un’ambasceria diplomatica per conto dei
Da Polenta, signori di Ravenna, presso i quali
Dante ha concluso la propria esperienza ter-
rena di uomo, cittadino, poeta, politico, esu-
le. Le celebrazioni dantesche sono già state
avviate nel 2020, in piena pandemia, attra-
verso l’istituzione del Dantedì, giornata na-
zionale dedicata a Dante, che formalmente
sarà celebrata per la prima volta il 25 marzo
2021, data ipotetica di inizio del viaggio ul-
traterreno descritto nella Commedia, ma in

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molte città e in differenti contesti l’omaggio        teratura medievale, ma i livelli di lettura del
al poeta italiano più celebre è iniziato con          viaggio nei regni oltremondani sono quattro:
ampio anticipo. Le iniziative culturali sorte         letterale, allegorico, morale, anagogico. Sof-
lungo la penisola e diffuse attraverso i mezzi        fermandosi sugli ultimi due, è straordina-
di comunicazione virtuale, il cui impiego si          rio immaginare che Dante attraverso la sua
è reso sempre più necessario a causa della            opera, generata per la quasi totalità a seguito
limitazione degli spostamenti, hanno dimo-            dell’esilio iniziato nel 1302, si sia prefissato
strato, e dimostreranno in modo ancora più            l’obiettivo non solo di raccontare una storia
forte nel corso di questo anno, quanto l’“aura        dai risvolti sorprendenti ma, addirittura, di
cetra” di Dante, espressione che si deve anco-        offrire agli uomini una guida per il corret-
ra una volta a Paolo VI, è in grado di vibra-         to comportamento (livello morale) e per il
re a distanza di secoli e far vibrare l’animo         raggiungimento della beatitudine (livello
del lettore contemporaneo, generando quel-            anagogico). L’autore intende quindi com-
la passione, quell’amore-eros che, secondo            porre, senza incorrere nella blasfemia, un
la definizione platonica, è condizione stessa         “vangelo laico” per l’uomo del suo tempo e
della vera conoscenza.                                di ogni tempo. In merito alla forza catartica
    Accostarsi all’opera di Dante, come a ogni        contenuta nell’opera e alle sue radici profon-
altro monumento della letteratura mondia-             damente cristiane, nel testo già menzionato,
le, dalle tragedie greche ai Four Quartets di         Paolo VI ha affermato: “Dante è nostro, Ci sia
T.S. Eliot, dalle Favole di Esopo al teatro di        lecito ripetere a ragione, e lo affermiamo non
Luigi Pirandello, dalle Epistulae Morales ad          per gloriarci di un tale trofeo per un amore
Lucilium di Seneca ai Canti di Giacomo Leo-           ambizioso e orgoglioso, quanto piuttosto per
pardi, rappresenta una sfida per ogni lettore         ricordare a noi stessi il dovere di riconoscerlo
e, allo stesso tempo, costituisce l’opportuni-        tale, e di esplorare nella sua opera le ricchez-
tà irrinunciabile di penetrare la luce subli-         ze inestimabili della forza e del senso del pen-
me che scaturisce da simili altezze, frutto           siero cristiano, convinti come siamo che solo
dell’intelletto umano. Immergersi nell’opera          chi scava nelle segrete profondità dell’animo
di Dante, a distanza di sette secoli, significa       religioso del sommo poeta può comprendere a
intraprendere il viaggio più importante per           fondo e gustare con pari piacere i meravigliosi
la vita di ogni uomo, quello all’interno della        tesori spirituali nascosti nel poema”.
propria umanità, dei propri sentimenti, della             La lettura della Commedia non permette
propria fede. L’opera più celebre del poeta           solo di scoprire il pensiero e l’esperienza di
fiorentino, la Commedia, che a buon diritto           un singolo uomo ma anche di avvicinarsi con
Giovanni Boccaccio ha definito “Divina”, ri-          straordinaria naturalezza al mosaico delle
battezzandola con il nome con cui oggi è più          fonti letterarie e filosofiche cui l’autore at-
nota, non è infatti solo uno dei pilastri della       tinge come brillanti colori sulla tavolozza di
letteratura mondiale e della lingua italiana,         un pittore. In Dante è possibile scoprire l’a-
meriti già di per sé sufficienti a renderla ne-       more per la cultura classica, testimoniato dai
cessaria al bagaglio formativo di chiunque,           riferimenti a Ovidio, maestro del Medioevo,
ma è molto di più. Dante stesso nell’Episto-          e alle sue Metamorfosi, a Cicerone, il quale
la XIII a Cangrande della Scala, suo patrono          nel De re publica offre un modello di viaggio
durante il periodo veronese, specifica che il         ultraterreno attraverso il Somnium Scipionis,
contenuto dell’opera è sì lo status animarum          e naturalmente al “duca, segnore e maestro”
post mortem, argomento ricorrente nella let-          Virgilio, non solo una fonte ma un vero nume

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tutelare, la Ragione che guida l’uomo-Dante                 In altri luoghi della Commedia la fiamma
verso l’alto, seguendo il naturale desiderio di         dell’ispirazione poetica, quello stesso fuoco
elevarsi a ciò che è sublime. Gli auctores del          che ancora oggi può ardere nell’animo di
poeta fiorentino, i suoi capisaldi a livello po-        chi si lascia affascinare da questa opera, per-
etico e filosofico, sono inoltre Sant’Agostino,         mette a Dante di offrire veri e propri spunti
S. Tommaso d’Aquino, S. Bernardo di Chia-               di riflessione di carattere etico, validi anche
ravalle, Brunetto Latini, maestro negli anni            per l’uomo contemporaneo, che trascendo-
della formazione giovanile, mentre le opere             no i confini della poesia e diventano parola
che costituiscono il vero humus dal quale la            viva, bellezza estetica che genera bellezza
robusta pianta della Commedia prende vita               etica: “Vien dietro a me, e lascia dir le genti:/
spaziano dalla Bibbia (Antico e Nuovo Testa-            sta come torre ferma, che non crolla/ già mai
mento) alla letteratura islamica (Il libro della        la cima per soffiar di venti” (Inf. V, vv. 13-15);
Scala), fino a raggiungere la letteratura me-           “Non è il mondan romore altro ch’un fiato/
dievale irlandese (Visio Tungdali, Visio Al-            di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,/ e
berici). Come è evidente da questa semplice             muta nome perché muta lato” (Pg. XI, vv- 100-
disamina di alcune delle principali fonti di            102); “Apri la mente a quel ch’io ti paleso/ e
ispirazione del capolavoro dantesco, è possi-           fermalvi entro; ché non fa scïenza,/ sanza lo
bile constatare che l’ambizione dell’autore di          ritenere, avere inteso” (Par. V, vv. 40-42); “e
realizzare un’opera in grado di toccare l’ani-          però mal cammina/ qual si fa danno del ben
mo umano e condurlo quasi alla salvezza si              fare altrui” (Par. VI, vv. 131-132). Lo splendo-
è concretizzata in un capolavoro nel quale,             re del dettato dantesco, pur nei suoi aspetti
come notato dal poeta argentino J. L. Borges            talvolta complessi, enigmatici e, per questo,
nei suoi Nove saggi danteschi, nessuna paro-            più affascinanti, offre una veste aulica a pre-
la è scelta e collocata a caso. Dante ha rega-          cetti che affondano le proprie radici nella
lato ai lettori termini quali transumanare e            sapienza antica, della cultura greco-latina,
incielare per indicare l’esperienza di entrare          ma sono sati mutuati da quella cristiana
a contatto con il divino che, in quanto tale, è         perché scoperti a tratti curiosamente com-
ineffabile; ha generato parole come impara-             patibili con il Vangelo. Il testo di papa Paolo
disare per descrivere l’altissimo ruolo di Be-          VI, da cui questa riflessione ha preso avvio,
atrice-Fede, colei che reca beatitudine e ac-           si conclude con una considerazione relativa
compagna la mente umana in Paradiso. Alla               proprio al rapporto tra la bellezza e la veri-
donna che scende nell’Inferno per affidare a            tà, tra la dimensione estetica e quella etica:
Virgilio il compito di guida, prima di ricoprir-        “la bellezza, offrendo alla dottrina il suo or-
lo lei stessa, Dante rivolge parole di amore            namento e la sua veste — ora con la dolcezza
spirituale che ogni innamorato spera di po-             del canto, ora con le immagini dell’arte figu-
ter udire nella vita: “dentro a li occhi suoi ar-       rativa — apre la strada a che i suoi preziosis-
deva un riso/ tal, ch’io pensai co’ miei toccar         simi insegnamenti siano comunicati a molti”.
lo fondo/ de la mia gloria e del mio paradiso”          Accettando di compiere il viaggio insieme al
(Par. XV, vv. 34-36), e ancora “Tu m’hai di ser-        Dante agens, colui che non sa nulla di ciò che
vo tratto a libertate/ per tutte quelle vie, per        lo attende e, come il lettore, gioisce, teme, so-
tutt’ i modi/ che di ciò fare avei la potestate./       gna e spera di fronte alla molteplicità delle
La tua magnificenza in me custodi,/ sì che l’a-         situazioni che gli si presentano lungo il cam-
nima mia, che fatt’ hai sana,/ piacente a te dal        mino, ogni uomo accoglie l’invito a lasciarsi
corpo si disnodi” (Par. XXXI, vv. 85-90).               trasformare, così come il protagonista stesso

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è trasformato nella sua lenta
ascesa verso le sfere celesti.
    Il fine della Commedia,
ancora una volta è chiaro:
condurre gli uomini dall’a-
bisso dell’oscurità infernale
alla luce splendente del Pa-
radiso, passando attraverso
quel fuoco che brucia ma
non consuma, la purificazio-
ne. La storia tuttavia non si
esaurisce in un racconto, per
quanto originale e accatti-
vante, ma si incarna nella
vita di ogni uomo, confida
di condurlo realmente dall’oscurità alla luce,          nostra anima, gli “infiniti stranieri” in noi, fa-
termini nei quali ciascuno può leggere la               cendo della nostra vita una casa accogliente
propria condizione di creatura umana, spes-             in cui possano convivere, in pace, intelligenza
so soggetta al peso schiacciante del buio, ma           e affettività, presente e futuro, desiderio del
sempre anelante a una luce che costituisce il           piacere e attesa della beatitudine”.
termine ultimo di ogni desiderio. La storia di              In un’epoca come quella contemporanea,
Dante diventa quindi la storia di ogni uomo,            segnata dal passaggio attraverso l’oscurità
l’opera diventa vita e lo strumento più effi-           generata da un nemico insidioso, la lettura
cace cui Dante si affida è la carità, intesa nel        della Commedia offre squarci di luce dav-
suo significato etimologico più autentico. Il           vero irrinunciabili a chiunque vi si accosti
pellegrino, l’esule di Firenze, pur segnato da          con il sincero desiderio di scoprire e lasciar-
un carattere animoso, incline alla superbia e           si condurre; l’opera di Dante ha un potere,
all’ira, come da lui stesso confessato nel XII          per così dire, psicagogico, capace di spinge-
canto del Purgatorio, come ha scritto il car-           re l’animo verso traguardi inaspettati. Già
dinale Carlo Maria Martini in un suo inter-             la cultura classica e, nello specifico, il retore
vento del 2000 dedicato proprio a Dante, “Nel           Quintiliano, vissuto nella prima età imperia-
progredire del suo cammino fa continuamen-              le, suggeriva ai suoi discepoli e a tutti coloro
te esperienza di come la carità sia la manife-          che desiderano essere maestri di verità, di
stazione più chiara e visibile della beatitudi-         confidare nel potere psicagogico della paro-
ne. […] Desiderare per gli altri, con la stessa         la, in grado non di confondere e assoggettare,
intensità, quanto desideriamo per noi stessi,           come vorrebbe la retorica deteriore di certa
quasi immedesimandoci: questa è carità, e               demagogia antica e moderna, ma, al contra-
questo è “paradiso”. Mentre in terra l’invidia          rio, di condurre alla verità. In questa ottica le
fa sì che la partecipazione di un maggior nu-           parole di Dante, unite ai suoi contenuti, a una
mero allo stesso bene renda minore la pienez-           storia che diventa “la” storia di ogni uomo,
za di ciascuno, in paradiso amore e beatitudi-          possono fornire una via per rinascere, per
ne si dilatano con l’accrescersi del numero dei         tornare a splendere dopo il tempo del buio
beati. Per giungere a questo occorre unificare,         e dello scoraggiamento. La Commedia riesce
ricondurre all’Uno, le diverse tendenze della           a essere opera di ogni tempo proprio perché,

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pur concepita in seno alla cultura medieva-             pre uguale eppure ogni giorno diverso, che
le, è proiettata nel futuro grazie anche al suo         coinvolge i cuori di studenti e docenti e che si
legame con la sapienza del passato. France-             chiama lezione.
sca Da Polenta e Paolo Malatesta, Pier Delle                Le parole di un testo letterario quale la
Vigne, Ulisse, Ugolino della Gherardesca,               Commedia necessitano, prima di tutto, di
Manfredi di Svevia, Pia dei Tolomei, Matel-             essere lette, fatte vibrare, al fine di gustarne
da, Piccarda Donati, Virgilio e Beatrice sono           a pieno la musicalità e il fascino; quindi il
protagonisti di un’opera divenuta manifesto             lettore che non si accontenta della semplice
dell’umanità intera: attraverso le loro vicen-          parola letta è chiamato a penetrare nel mi-
de le donne e gli uomini di ogni tempo posso-           stero che ogni terzina serba al suo interno,
no arrivare a cogliere l’essenza stessa della           attraversando il livello allegorico, per poi ri-
natura umana e così la Commedia, la Divina              trovarsi, spesso inconsapevolmente, a essere
Commedia, diviene irrinunciabile compagna               trasformato da un concetto, un’immagine,
di questa natura e suo potente baluardo con-            persino una singola parola che giunge come
tro i colpi di ciò che mira a indebolirla.              un bagliore inatteso e per questo estrema-
    In merito al ruolo ricoperto da Dante e             mente efficace. Ecco la potenza catartica e
dalla sua produzione letteraria in ambito               trasformante dell’opera, che richiede, per-
scolastico, è risaputo che il prestigio dell’o-         tanto, di essere analizzata attraverso mo-
pera e i suoi diversi livelli di interpretazione        menti didattici ben definiti per fare breccia
hanno richiesto che gli interventi normativi,           nell’animo di un giovane lettore. Docenti e
già da molti anni, suggerissero l’approfondi-           studenti, maestri e allievi, se sentono nascere
mento della Divina Commedia, unica fra tut-             la scintilla del desiderio, si ritrovano quindi
te le opere della letteratura italiana, anche           sperimentare il vero significato del fare scuo-
quelle ben più estese, nel corso degli ultimi           la: non lasciare che neanche un’ora di lezio-
tre anni della scuola superiore. Il significato         ne trascorra senza generare la magia della
di tale scelta dovrebbe essere legato a quan-           formazione, che naturalmente è sempre
to finora descritto: per permettere all’opera           reciproca; ognuno è contemporaneamente
di vivere e realizzare quella trasformazione            maestro e discepolo. La letteratura e, nello
che il suo autore aveva immaginato si presu-            specifico, la Commedia, troppo spesso accu-
me sia necessario un arco di tempo piuttosto            sata di veicolare un sapere inutile al futuro
esteso, così da poter gustare la bellezza della         di adolescenti che si apprestano a diventare
poesia dantesca in modo pressoché comple-               donne e uomini, diventa maestra di vita e di
to. Questa è la meta ma spesso purtroppo la             verità. Adulti e giovani, senza distinzione, si
nave della conoscenza non riesce neanche a              scoprono discepoli insospettabili del Maestro
superare il porto di partenza: la missione di           Dante, il quale, senza tenere in considerazio-
Dante, prima ancora che del legislatore che             ne il momento storico, trasmette principi e
ne impone lo studio, appare talmente am-                valori quali coerenza, fedeltà, lealtà, umiltà,
biziosa a insegnanti e studenti da risultare            unità e solidarietà, cui l’uomo di ogni tempo
irrealizzabile e pertanto ci si accontenta di           ha bisogno per realizzare la propria essenza
semplici riassunti o centoni dell’opera, per            e scoprirsi quotidianamente parte di un uni-
i quali certamente non occorre dispiegare               verso che è mosso da un’unica forza e reso
le energie migliori, che invece sono sempre             vivo da un’unica anima.
a disposizione in quel frammento di vita,
quel consesso affascinante di anime, sem-                                         Leonardo Pasqualini

                                                   11
LA CONGREGAZIONE VERSO IL XXVII CAPITOLO GENERALE
                 CONVOCAZIONE UFFICIALE

Prot n. 3/21 						                                                Roma, 17 febbraio 2021
Oggetto: Convocazione XXVII Capitolo generale		                    Solennità: 7 Santi Fondatori

							Alle SUORE della CONGREGAZIONE

Carissime,

all’inizio di questa quaresima 2021 che ci vede “impaurite e smarrite” per il protrarsi della situazione
pandemica che ci attanaglia ormai da un anno, siamo chiamate a rinnovare la nostra Fede, Speranza e
Carità.
Con la presente lettera, a seguito di quella di notifica dell’1/08/2020 prot. 13/20 e dopo aver ricevuto il
consenso del Consiglio generale, in conformità a quanto previsto dalle nostre Costituzioni (cf. n. 132),

                                CONVOCO UFFICIALMENTE
         IL XXVII CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DELLE SERVE DI MARIA.

              Luogo e tempo del Capitolo: Roma, Casa generalizia, dal 9 al 22 agosto 2021
                       Tema: Protese al futuro, con Maria, donna della speranza.
                                    Testimoni di amore e di servizio

                                     Icona: Nozze di Cana (Gv 2, 1-11)

Il 9 agosto, con la celebrazione eucaristica “De Spiritu Sancto” presieduta da p. Gottfriedd M. Wolff, priore
generale dei Servi di Maria, avrà inizio il Capitolo generale.
Le nostre Costituzioni affermano che il Capitolo generale «è viva espressione di fratellanza unita nella cari-
tà» (Cost. n.128). Allo stesso tempo, ricordano che il Capitolo ha lo scopo di «garantire l’unità della Con-
gregazione, tutelarne il patrimonio spirituale e promuovere un adeguato rinnovamento che ad esso si
armonizzi» (Cost. n. 135, a).
Nei giorni dal 5 al 7 agosto ci sarà una preparazione spirituale (workshop) condotta da fra Souriraj, osm.
Prepariamoci tutte a questo evento facendo tesoro delle parole dette da papa Francesco nella Messa cele-
brata in San Pietro per la Giornata mondiale della Vita consacrata, il 2 febbraio di quest’anno, con le quali
invitava i consacrati ad avere pazienza.

Che cos’è la pazienza?
È la fortezza d’animo che ci rende capaci di “portare il peso” dei problemi personali e comunitari, ci fa
accogliere la diversità dell’altro, ci fa perseverare nel bene anche quando tutto sembra inutile, ci fa restare
in cammino anche quando il tedio e l’accidia ci assalgono.

                                                      12
Correggio saluta                    LE SUORE MANTELLATE

           TESTIMONI DEL VANGELO
    Quando una comunità religiosa di sorelle       fonda gratitudine per lo straordinario bene
consacrate, impegnate nel prezioso campo           operato e ricevuto.
educativo dell’infanzia, lascia, è sempre un           Le Mantellate Serve di Maria hanno iniziato
momento di comprensibile dolore sia per loro,      la loro presenza a Correggio, presso l’ospedale
ma anche, e soprattutto, per coloro che han-       San Sebastiano, come infermiere, il 25 agosto
no beneficiato di questo dono. Cosi è per la       1948: lì hanno lasciato un caro ricordo per il
scuola d’infanzia “Asilo Recordati”, come viene    loro generoso lavoro, unito alla edificante te-
chiamata comunemente a Correggio. Le suore         stimonianza in ordine all’assistenza dei malati.
Mantellate Serve di Maria, che sono a Correg-      Hanno poi lasciato l’Ospedale il 30 novembre
gio da sessant’anni in questa struttura parroc-    2001: era rimasta unicamente suor Rita Binot-
chiale di San Quirino, dal gennaio prossimo        to come infermiera, la quale nel tempo libe-
cesseranno il loro prezioso, stimato e amato       ro, con la sua inseparabile bici, si recava nelle
servizio alla comunità correggese. Le ragioni      case per la visita e il conforto agli ammalati. I
sono purtroppo ben note e comuni ai nostri         correggesi non hanno poi mai dimenticato suor
giorni: la carenza delle vocazioni e la conse-     Carità e la sua generosità: tutte le notti era im-
guente impossibilità del ricambio del persona-     mancabilmente in servizio presso l’ospedale e
le religioso hanno costretto la Superiora della    ha desiderato restare a Correggio per sempre
Congregazione ad operare questa decisione.         (infatti è sepolta nel cimitero urbano, nell’area
Al sentimento di tristezza, per il fatto che non   riservata ai consacrati). Dal 28 agosto 195O,
dipende dalle nostre volontà, corrisponde un       quando era prevosto Mons. Bruno Corradi, le
naturale senso di grande riconoscenza e pro-       suore hanno iniziato un nuovo servizio come
anche nella didattica, l’ordi-
                                                                       ne interno ed esterno sem-
                                                                       pre ben curato: il rapporto di
                                                                       collaborazione con i genitori.
                                                                       È ben significativo il fatto che
                                                                       c’era un’attenzione, o meglio
                                                                       una preoccupazione, da parte
                                                                       dei genitori per potere iscri-
                                                                       vere i loro figli a questa scuo-
                                                                       la. Una specie di preiscrizione
                                                                       già al momento della nascita,
insegnanti di scuola materna, musica, lavoro,       per il timore poi di non avere il posto al mo-
doposcuola, alla Divina Provvidenza, per pas-       mento opportuno. La presenza delle suore
sare poi, nel 1960, nella nuova e bella struttura   comunicava logicamente sicurezza assieme,
in via Gambara, donata alla parrocchia dalla        naturalmente, al valido e generoso corpo del-
generosità della famiglia Recordati in memo-        le insegnanti, le quali hanno contribuito note-
ria dei genitori, dott. Giovanni e Margherita.      volmente al prestigio di questa istituzione. La
Sono dunque esattamente 60 gli anni nei quali       presenza delle suore Mantellate nella realtà
le suore Serve di Maria operano in continuità       correggese, nel tempo, ha favorito anche il
presso questa realtà educativa della parroc-        sorgere di diverse vocazioni alla vita consa-
chia di San Quirino. E questo è stato un dono       crata confluite poi nella stessa Congregazio-
veramente grande. La testimonianza è un po’         ne: alcune di queste hanno in seguito svolto
particolare, nel senso che è di una persona         compiti di responsabilità nella stessa comunità
che ha osservato, diciamo così, dall’esterno        delle suore Serve di Maria. Nei sessanta anni
senza avere direttamente parte interessata. Il      di attività nella scuola materna sono state pa-
prezioso servizio educativo, però, della scuola     recchie le suore che sono passate e rimaste
materna ha interessato sempre anche le altre        per periodi diversi a Correggio. Ad onore di tut-
parrocchie, oltre a San Quirino, perché vi con-     te voglio ricordare le superiore della comunità
fluivano da sempre i fanciulli delle nostre fa-     del Recordati, dal 1960 ad oggi: suor Scolastica
miglie. Nell’arco di sessant’anni sono passate      del Corno, suor Alda Stefanutti, suor Giacomi-
diverse generazioni e migliaia di piccoli dalla     na Aresi, suor Teresina Tirelli, suor Egista Par-
scuola Recordati. Mi hanno sempre colpito al-       ri, suor Emerenziana Rapazzini, suor Serafina
cuni aspetti che voglio qui ricordare con tutta     Degioanni, suor Marcellina Semenzato, suor
sincerità da osservatore esterno, attento an-       Gemma Oldini, suor Clorinda Crema, suor An-
che alla impressioni e agli apprezzamenti che       gela Anoè e suor Fedele Maragno.
molto spesso coglievo da parte dei genitori dei         Penso anche di poter, in tutta sincerità e
bimbi. Una scuola materna, “la Recordati”, che      verità, attestare che le suore in generale si si-
ho sempre ritenuto di “eccellenza”, senza con       ano trovate bene a Correggio e che ci stavano
questo nulla togliere alla altre scuole.            volentieri. Ciò va anche attribuito sia all’attiva
    L’impegno e la dedizione delle suore nella      e preziosa collaborazione delle famiglie, sia
conduzione era ben visibile per molti aspetti,      alla generosità della gente correggese, che
non ultimo il molto tempo dedicato oltre agli       ha sempre apprezzato la loro opera nell’am-
orari programmati, la cura nell’aggiornamento       bito dell’educazione e formazione umana e
non solo delle strutture (sempre in atto), ma       cristiana. Ora che purtroppo, le ultime due
suore rimaste, le carissime suor Fedele e suor
Elsa, per disposizione superiore, ci lasceranno
per altra destinazione, esprimiamo fraterna e
profonda riconoscenza a loro e a tutte le altre
suore, assicurandole del nostro affetto nella
preghiera e della nostra amicizia cordiale per
il bene compiuto e ricevuto, fiduciosi che que-
                                                             UN PO’ DI STORIA
sto bene sarà anche scritto nel “Libro della Vita
                                                        La Congregazione religiosa delle Suore
dell’Agnello”(Apocalisse 21,27).
                                                    Mantellate Serve di Maria di Pistoia è nata
                                                    il 6 ottobre 1861 a Treppio, un paese in pro-
                          Don Walter Rinaldi
                                                    vincia di Pistoia. Caratteristica propria del-
                                                    la Congregazione, fin dall’inizio, è “l’umile
                                                    servizio, ad imitazione dell’umile Ancella, la
                                                    Vergine Maria, vivendo totalmente la consa-
                                                    crazione a Dio in una comunità apostolica”.
                                                        A Correggio, la prima Comunità di Suo-
                                                    re Mantellate è giunta il 25 agosto 1948,
                                                    per esercitarvi “l’apostolato infermieristico”
                                                    nell’Ospedale “San Sebastiano”.
                                                        Dal 1° settembre 1950,realizzando un
                                                    antico desiderio di Mons. Pietro Tesauri,
                                                    esse assunsero la direzione della “Casa di
                                                    educazione e assistenza Divina Provviden-
                                                    za” nell’edificio ex Albergo Cavour. In quel-
                                                    la casa esse aprirono una scuola materna,
                                                    laboratori di maglieria e di lavori femminili,
                                                    oratorio, doposcuola, catechismo e sala ri-
                                                    trovo per anziani. La scuola materna parroc-
    PENSIERI CHE VENGONO                            chiale si è poi trasferita, nel novembre 1963,
         DAL CUORE                                  nel nuovo edificio di via Gambara, costruito
                                                    per lascito del dottor Giovanni Recordati, al
    La chiusura di una comunità rattrista tut-      quale è dedicata. In conclusione, le Suore
ti perché segna una partenza definitiva. Ci si      Mantellate Serve di Maria, amando la Ma-
chiede: “Con la partenza delle suore cosa ri-       donna e vivendo del suo spirito, in adesio-
mane”? Rimane il grande bene seminato du-           ne umile e concreta al piano di Dio, sono
rante 72 lunghi anni. bene testimoniato con la      sempre andate incontro agli uomini del loro
loro vita spesa per il Signore del cui amore si     tempo “facendo un po’ di bene”, istruendo
sono alimentate per donarlo. Ora le suore ci        ed educando i giovani, assistendo orfani e
passano il testimone! Tocca a noi continuare        malati, studenti ed anziani; sono andate ver-
quell’opera che hanno portato avanti; tocca         so i “poveri” dove questi si trovano, nei paesi
a noi tutti, nel ruolo che abbiamo: insegnan-       e nelle città, in diocesi e regioni vicine e lon-
te, genitore, ausiliario, nonno, fedele di una      tane, con l’apertura e la disponibilità dell’u-
comunità, trasmettere ai nostri piccoli quella      mile Ancella del Signore.
fede e quell’amore che abbiamo ricevuto.                                           Umberto Boghi
DIOCESI DI REGGIO EMILIA

                  IL GRATO RICORDO
        DEL VESCOVO E DEL VICARIO EPISCOPALE
               PER LA VITA CONSACRATA
    Carissimo don Sergio,                             gno a favore dei più piccoli, chiamati attraverso
    a nome del vescovo Massimo ti prego di far        il nostro servizio a crescere “in sapienza, età e
pervenire alle beneamate Suore Mantellate             grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52).
Serve di Maria il grato ricordo in occasione del          Allo stesso tempo, anche se in questo gior-
loro saluto da parte della comunità corregge-         no vogliamo indossare le vesti della gratitudi-
se al termine di una indimenticabile presenza         ne e della festa, non possiamo non interrogarci
che, per lunga parte del secolo scorso fino al        sulla sempre più ridotta presenza di segni elo-
tempo presente, ha segnato permanentemen-             quenti di vita religiosa che non devono man-
te la vita della comunità religiosa e civile della    care nelle nostre comunità cristiane. Il vescovo
vostra città, cosi come è successo nelle comu-        Massimo ci invita a pregare perché nel cuore
nità di S. Martino e a Reggio città nel loro servi-   di tante e tanti giovani risuoni la chiamata del
zio a Villa Verde.                                    Signore Dio a seguirlo nella vita della verginità
    Fare memoria di un così florido ministero si-     consacrata a servizio del Regno. La vita santa
gnifica rendere testimonianza di un apostolato        e feconda di tante Serve di Maria, alcune del-
che ha incontrato tanti volti e storie che sono       le quali figlie della nostra diocesi, che hanno
state introdotte nel mistero della Fede con la        accompagnato con la loro dedizione le vicen-
tenerezza e la misericordia di Maria, che le sue      de di numerose famiglie correggesi, li aiuti a
Serve hanno esercitato con zelo missionario           corrispondere con generosità a tale chiamata,
facendosi prossime non solo ai bambini, ma            perché nella Chiesa risplenda continuamente
a tutti i bisognosi di solidarietà umana. Ricor-      il segno di una profezia che ci ricordi sempre la
diamo con gratitudine il lavoro svolto presso         misura alta della vita cristiana che è la santità.
l’Ospedale nella cura degli infermi dove per              Sicuri della preghiera di intercessione che
lungo tempo le suore sono state accanto ad            queste sorelle continueranno nella loro nuo-
infinite croci per offrire conforto a quanti erano    va missione ad innalzare al Cielo per tutti gli
nell’angustia e nel dolore.                           operatori e le famiglie impegnate nel gravoso
    L’eredità che in questi decenni ci hanno          servizio educativo e per l’intera comunità ec-
lasciato numerose sorelle, che in suor Elsa e         clesiale, assicuriamo insieme al nostro affetto,
suor Fedele vedono le ultime protagoniste di          la nostra più grata benedizione.
una storia tanto preziosa, diventa riferimento
imprescindibile e orizzonte vincolante per co-                          don Alessandro Ravazzini
loro che hanno la responsabilità di raccoglier-             Vicario episcopale per la vita consacrata
ne la testimonianza in in un ininterrotto impe-                       Reggio Emilia, 31 dicembre ‘20
Grazie per il dono grande dato alla nostra Comunità parrocchiale
      di San Quirino di fruire dell’ottimo servizio instancabile e prezioso delle
   SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA sia nell’Ospedale San Sebastiano di
     Correggio (dal 1948 al 2010) che presso la Scuola materna parrocchiale
       “M. e G. RECORDATI” (dai primi anni 50 del secolo scorso fino ad oggi).

                         CRESCIUTE CON VOI
     Era nel secolo scorso quando a 3 anni per la        Grazie suor Fedele e suor Elsa per l’impor-
prima volta abbiamo varcato la soglia di que-        tante supporto nell’organizzazione scolastica
sta scuola e da allora non l’abbiamo mai più         quotidiana, per i preziosi consigli e le vostre
lasciata.                                            preghiere, a partire da suor Marcellina per arri-
     La presenza delle suore Mantellate ha cre-      vare a suor Clorinda che ci ha lasciato per rag-
ato un profondo legame con la fede cristiana:        giungere la casa del Padre lo scorso anno e
chi della nostra generazione non ricorda il sor-     ricordiamo con particolare affetto.
riso di suor Serafina, le sgridate di suor Eme-           Davvero grazie.
renziana i piatti squisiti che ci preparava suor
Olga... Chi non ricorda il mercatino della frutta,                               Stefania ed Elena
il trenino di cemento e le panchine colorate                           (due alunne e ora insegnanti)
che magicamente si trasformavano in gelati...
     Questi ricordi riaffiorano nella memoria e ci
fanno capire l’importanza della presenza del-
le suore Mantellate nella nostra scuola e nella
comunità correggese. Oggi da adulte e da in-
segnanti orgogliose di questa comunità edu-
cativa vogliamo salutare queste figure impor-
tanti che dopo tanti anni di servizio lasciano la
città di Correggio e la nostra comunità.
DAI NONNI della SCUOLA MATERNA
“Margherita e Giovanni RECORDATI”
Di CORREGGIO (RE)

       ATTESTATO DI RINGRAZIAMENTO SPECIALE
                                    CONFERITO A:

                             SUOR FEDELE

per la continua, generosa e preziosa offerta di: PREGHIERE, LAVORO e TEMPO
che ha permesso ai nostri nipoti di vivere meglio e raggiungere più facilmente gli
obiettivi di educazione e di vita cristiana proposti dalla Scuola Materna parrocchiale
“M. e G. RECORDATI” di Correggio.
Grazie di cuore a Te e alla Congregazione delle SUORE MANTELLATE SERVE Dl
MARIA, che presente in Correggio fin dalla fine degli anni “‘40” del secolo scorso,
ha permesso a una miriade di bambini di vivere bene, sia cristianamente che
civilmente, i primi anni della loro vita scolastica usufruendo della competenza
professionale, della comprensione e della pazienza da voi sempre dimostrata!
Questi ringraziamenti vengono spontanei dal cuore di tutti i nonni che, in questi
anni da voi passati a Correggio, hanno potuto apprezzare le vostre qualità specifiche
di bontà, di competenza, di discrezione, di gentilezza e di determinazione.
Per quanto riguarda noi che abbiamo preso questa iniziativa di sentito, sofferto
e doveroso ringraziamento vi assicuriamo che parliamo con cognizione di causa.
Ricordiamo, infatti, con piacere Suor BERARDA nei primi anni ‘50 al tempo del mio
asilo, Suor FABIANA negli anni ‘70 per aver ospitato l’iniziativa di sensibilizzazione
delle popolazioni di Correggio e di Carpi verso Padre ETTORE TURRINI dell’Ordine
dei Servi di Maria per la raccolta fondi per il LEBBROSARIO aperto a MANAUS in
Brasile; poi Suor EMERENZIANA, Suor GRAZIANA e Suor OLGA nei primi anni ‘80
per la frequenza di nostra Figlia Elena; Suor ANGELA e Suor CLARA prima di Voi,
che con nostro grande dispiacere, Suor FEDELE e Suor ELSA ci dovete lasciare.
IL COMMOSSO GRAZIE DI SUOR ELSA E SUOR FEDELE

         “PREGHEREMO SEMPRE PER VOI”

    «Popolo correggese, vi assicuriamo la no-        poi ringraziato le due suore, mentre veniva loro
stra preghiera fino al momento in cui chiude-        consegnato un dono. Visibilmente emozionata
remo gli occhi».                                     ha preso la parola suor Fedele:
    Con queste parole è avvenuto il saluto di            “Qui a Correggio –ha detto- abbiamo tro-
suor Elsa e suor Fedele dalla comunità di Cor-       vato una grande accoglienza e tanto calore.
reggio, dove per molti anni sono state impegna-      Abbiamo ricevuto tantissima attenzione da
te alla scuola d’infanzia Recordati, a contatto      gente che ha il cuore grande come il mare.
con bambini, famiglie, parrocchiani. Ieri mat-       Ringraziamo i dirigenti della scuola, a partire
tina, alla messa nella basilica di San Quirino, è    da Francesco Menozzi, che è stato presidente,
stato dato il saluto alle due religiose della con-   i collaboratori, i genitori, le maestre... Ci hanno
gregazione delle Mantellate Serve di Maria. Alla     consegnato tante letterine con foto dei bam-
fine della celebrazione, il parroco don Sergio       bini che dimostrano il bel rapporto che c’è sta-
Pellati ha letto un messaggio inviato a don Ales-    to tra noi. Vi invitiamo a venirci a trovare nelle
sandro Ravazzini , vicario episcopale per la vita    nostre nuove destinazioni”. Suor Fedele è de-
consacrata, col saluto e il ringraziamento anche     stinata a Sernaglia della Battaglia, sul Piave,
del vescovo Massimo Camisasca. Il parroco ha         mentre suor Elsa viene trasferita a Mestre.

                                                                                       Antonio Lecci
                                                         Da: Il Resto del Carlino, Correggio 07.1.2021

                                                     Hanno saputo dare tanto a tutti in termini
                                                     di impegno, di dedizione e di amore.
                                                     Il nostro saluto non è un commiato,
                                                     ma solo un arrivederci perché l’amore
                                                     seminato resta e produce frutti.
                                                     Sempre.
ESSERE FAMIGLIA INSIEME
    Questo è stato un anno complicato per tutti        insieme. Passare da scuola e sapere che non
senza distinzioni. Un anno che ci ha tenuto di-        mi potrò più fermare a salutarle, a chiacchie-
stanti fisicamente dagli affetti e dalle persone       rare, ad abbracciarle e vederle divertirsi con i
care. Per tutti, ma forse per loro lo è stato ancor    miei figli, mi rattrista molto.
di più, loro che dei nostri figli sono le custodi.                                                 Lisa
Si sono trovate a vivere in una scuola dove non
si sentivano più le voci, le risa e i canti e per
chi, come loro, ha donato la vita per i bambini,
lontane delle proprie famiglie, non credo sia
facile. Seguire Dio e la propria vocazione, per
ridare alle comunità visitate i propri doni e tutto
l’amore di cui si è capaci, non è cosa da tutti. Sì,
quest’anno è stato davvero particolare. Ci sono
mancati i loro gesti d’affetto, le carezza sul vi-
sino dei nostri bimbi all’ingresso della scuola,
il fermarci a scambiare due parole mentre si
esce di fretta per andare al lavoro e per conti-           Vorremmo far sentire il nostro ringrazia-
nuare la nostra giornata. Chi ha avuto la fortuna      mento più grande e affettuoso a suor Fedele
di conoscerle portando i bimbi all’asilo, ne co-       e a suor Elsa, a suor Clorinda che ci guarda dal
nosce certamente l’amore e la dedizione con            paradiso e a suor Angela, a tutta l Congrega-
la quale ogni giorno hanno curato i tanti bimbi,       zione delle suore Mantellate che ci hanno ac-
che hanno frequentato il Recordati. Suor Fe-           compagnato e che ancora porteremo nei no-
dele sempre pronta ad accoglierci all’ingresso,        stri cuori, pensieri e preghiere. Vorremmo che
piena di energia contagiosa, indaffarata tra le        le suore sentissero soprattutto questo nostro
mille cose da fare. Suor Elsa, con l’immanca-          affetto, grandissimo e riconoscente vorrem-
bile grembiule bianco, in attesa dei bambini           mo infine che portassero con loro, però, non
vicino alla cappellina, per accoglierli e salutare     tanto la tristezza che sappiamo condivisa, ma
i genitori con una parola gentile. Pensare che il      la gioia e i sorrisi che hanno regalato ai nostri
prossimo anno non                                      bambini con la gentilezza e l’educazione cri-
le avremo più, ren-                                    stiana che hanno accompagnato i loro gesti, la
de il cuore pesante.                                   certezza che i semi che ci hanno lasciato sono
    Noi, come altre                                    meravigliosi doni scaturiti dalla Buona Novella.
famiglie, abbiamo
avuto il privilegio                                                                 Lucio Costantini
di conoscerle, non
solo come suore,
ma anche per le
splendide persone
che sono e ricordia-
                                                       Siamo stati fortunati perché la venuta
mo tutti gli splendi-                                  di suor Elsa e suor Fedele a Correggio
di momenti vissuti                                     è stato un dono di Dio.
ANNO XLI N° 1 - 2021

Inoltre il Pontefice ha indicato tre ‘luoghi’ in cui la pazienza si concretizza.
• Il primo è la nostra vita personale
“A volte, all’entusiasmo del nostro lavoro non corrisponde il risultato sperato, la nostra semina sembra
non produrre i frutti adeguati, il fervore della preghiera si affievolisce e non siamo più immunizzati
contro l’aridità spirituale”. “Può capitare, nella nostra vita di consacrati, che la speranza si logori a causa
delle aspettative deluse”. “Dobbiamo avere pazienza con noi stessi e attendere fiduciosi i tempi e i modi di Dio:
Egli è fedele alle sue promesse”.
• Il secondo è la vita comunitaria
“Le relazioni umane, specialmente quando si tratta di condividere un progetto di vita e un’attività apo-
stolica, non sono sempre pacifiche. A volte nascono dei conflitti e non si può esigere una soluzione im-
mediata, né si deve giudicare frettolosamente la persona o la situazione: Occorre saper prendere le giuste
distanze, cercare di non perdere la pace, attendere il tempo migliore per chiarirsi nella carità e nella verità”.
“Nelle nostre comunità occorre questa pazienza reciproca: sopportare, cioè portare sulle proprie spalle la
vita del fratello o della sorella, anche le sue debolezze e i suoi difetti”.
• Il terzo è la pazienza nei confronti del mondo
“Abbiamo bisogno di questa pazienza, per non restare prigionieri della lamentela: ‘il mondo non ci ascol-
ta più’, ‘non abbiamo più vocazioni’, ‘viviamo tempi difficili’... A volte succede che alla pazienza con cui
Dio lavora il terreno della storia e del nostro cuore, noi opponiamo l’impazienza di chi giudica tutto
subito. E così perdiamo quella virtù, piccola ma la più bella, la speranza!

Affidiamoci con fiducia all’intercessione di Santa Maria, Vergine Addolorata, Regina dei suoi Servi, delle
nostre Madri Fondatrici, della beata Cecilia Eusepi, dei sette santi Padri Fondatori, nonché della numero-
sa schiera di nostri fratelli santi e beati affinché possiamo vivere questo Capitolo con rinnovato ardore e
totale docilità allo Spirito Santo.

Con affetto.
           Suor M. Rita Merli, msm                                  Suor M. Vittoria De Salvatore, msm
             Segretaria generale                                           Superiora generale

                                     PREGHIERA
                                     Dio Padre                               Dona a noi:
                                     che ci chiami ad essere                 occhi di speranza
                                     testimoni del tuo amore,                e un cuore aperto
                                     Signore Gesù,                           per compiere
                                     che cammini con noi                     la tua volontà
                                     sulle strade del mondo,                 come le nostre Madri,
                                     Spirito Santo,                          sull’esempio di Maria
                                     che sempre ispiri                       donna della Speranza.
                                     il nostro operare,                      Amen

                                     “Protese al futuro con Maria, donna della speranza”
                                     XXVII CAPITOLO GENERALE CONGREGAZIONE DELLE SERVE DI MARIA

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