Protese al futuro, con Maria, donna della speranza
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ANNO XLI N° 1 - 2021 PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLE SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA CONGREGAZIONE DI PISTOIA “Protese al futuro, con Maria, donna della speranza”
LA GIOIA DELLA PASQUA “Fratelli e figli carissimi, non è forse normale che la gioia abiti in noi allorché i nostri cuori ne contemplano o ne riscoprono, nella fede, i motivi fondamentali? Sì, sarebbe molto strano se questa Buona Novella, che suscita l’alleluia della Chiesa, non ci desse un aspetto da salvati. La gioia di essere cristiano, strettamente unito alla Chiesa, nel Cristo, in stato di grazia con Dio, è davvero capace di riempire il cuore dell’uomo”. Da Gaudete in Domino di Paolo VI “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”, gioia non potrà mai essere rapita da nessu- ha detto Gesù. La gioia che nasce dalla vitto- no. Così i cristiani attraversano la storia an- ria di Cristo sulla morte, dalla appartenen- nunciando e comunicando gioia. Una gioia za alla Chiesa comunità di salvezza, dalla che non nasce da uno sguardo sommario e presenza operante dello Spirito Santo nella superficiale, ma dalla certezza che il male storia, dalla certezza della vittoria finale. La un giorno sarà definitivamente sconfitto. gioia trasmette gioia e rende trasmettitori Frutto della risurrezione e della vittoria sul- di gioia. Oltre la vita, oltre la morte, siamo la morte e sul peccato, nelle sue radici più incamminati verso l’eternità. Se è vero che profonde, il cristianesimo è il più grande an- il cristiano risorgerà, è vero anche che egli nuncio di gioia che sia mai risuonato sulla è già risorto. Questa consapevolezza, questa terra. 2
ANNO XLI N° 1 - 2021 UN DOCUMENTO CHE SEGNA UN PASSO SIGNIFICATIVO NELLA STORIA DELLA CHIESA IL MOTU PROPRIO “SPIRITUS DOMINI” PAPA FRANCESCO CON LA MODIFICA DEL CANONE 230 DEL DIRITTO CANONICO INTRODUCE LA POSSIBILITÀ PER LE DONNE DI ACCEDERE AL LETTORATO E ALL’ACCOLITATO Non è certo un caso che il motu proprio Spiritus Domini di papa Francesco sia stato reso pubblico nel giorno del Battesimo del Signore, giorno in cui contempliamo la con- sacrazione messianica di Gesù da parte del Padre attraverso lo Spirito Santo, e insieme anche la nostra, avvenuta nel battesimo e nella sua confermazione, quando siamo sta- ti “rivestiti di Cristo”, scrive Paolo in Galati 3, e abbiamo ricevuto una dignità profetica, sacerdotale e regale che non conosce distin- Papa Francesco interviene quindi a cor- zioni, come prosegue l’Apostolo: “non c’è più reggere un’anomalia, ora che i tempi e la giudeo o greco, schiavo o libero, maschio o prassi ecclesiale sono più che maturi. Sono femmina”. anni ormai, infatti, che sulla scia dell’apertu- Il brevissimo documento, infatti, muove ra alla corresponsabilità dei laici operata dal un passo importante nella comprensione e Vaticano II, le donne proclamano le letture nella ricezione piena da parte della chiesa di dall’ambone e – assai meno frequentemente quei versetti della rivelazione, dichiarando a dire il vero – servono all’altare e distribui- aperti anche alle donne i ministeri del letto- scono l’eucarestia, come ministri straordina- rato e dell’accolitato e superando in poche ri però: d’ora in avanti, potranno essere as- righe due millenni di esclusione del sesso sunte ufficialmente e stabilmente ai ministeri femminile dall’altare. Già la Lettera Apo- di lettore e accolito, e non eserciteranno più stolica in forma di motu proprio Ministeria il loro servizio in forma privata o tempora- quaedam (1972) di Paolo VI aveva svincola- nea, quasi per condiscendenza da parte del to quelli che ancora si chiamavano “ordini parroco o del vescovo di turno, magari col minori” da una funzione puramente prepa- sottinteso di supplire a una carenza di uomi- ratoria al sacerdozio ordinato, riaggancian- ni disponibili. doli alle loro radici battesimali, e quindi alla A dispetto dei detrattori di Francesco, che loro natura di ministeri aperti a “ogni fede- non mancheranno di gridare allo scanda- le”. Solo per una distorsione dovuta ai tempi, lo, o di chi lo vede come un rivoluzionario, evidentemente allora non ancora maturi, in questo documento, per quanto innovativo, si quell’espressione dal significato inequivoca- colloca dunque in continuità con la storia del bilmente universale non si fu capaci di leg- magistero degli ultimi decenni ed è sì un atto gere l’inclusione delle donne, e il canone 230 di iniziativa papale (questo significa infatti del Diritto Canonico sancì la possibilità di ac- motu proprio), ma non per questo rappre- cedervi solo ai laici di “sesso maschile”. senta un gesto d’arbitrio o un’innovazione 3
calata dall’alto: oltre ad essere frutto di un doveroso ascolto di fermenti e pratiche pre- “Ho ritenuto opportuno stabilire senti nel popolo di Dio e delle sollecitazioni che possano essere istituti come di “alcune assemblee del sinodo dei vescovi”, Lettori o Accoliti non solo uomini come il papa stesso scrive, esso contribuisce ma anche donne, nei quali e nelle a portare alla luce in pienezza qualcosa che quali, attraverso il discernimento era da sempre contenuto nel sacramento che ci innesta nella vita della Chiesa; qualcosa dei pastori e dopo una adeguata che finora era rimasto nascosto ai secoli e preparazione, la Chiesa riconosce la ai decenni che ci hanno preceduto. Perché ferma volontà di servire fedelmente il cristianesimo, non dimentichiamolo, non Dio e il popolo cristiano” si fonda su una Scrittura e una Tradizione compiute e concluse, ma sul dono dello Spi- Papa Francesco, Spiritus Domini rito che promette sempre più profonda com- prensione di quella Scrittura (Scriptura cre- scit cum legente) e di quella Tradizione: così rilancio dei due ministeri, piuttosto neglet- la Chiesa può rimanere organismo vivente, ti finora, e dunque un miglioramento nella e con lei la dottrina, che non muta ma, an- qualità della partecipazione dei laici alla vita che grazie ai segni dei tempi, si sviluppa (esce della Chiesa. cioè dal viluppo, si distende, si fa sempre più Si pensi poi anche all’importanza simbo- chiara, più fedele alla Rivelazione). lica che potrà avere, anche solo nell’impatto Ecco perché, pur nella continuità con visivo delle liturgie, la presenza all’altare di quanto già decretato in Ministeria quaedam, ministranti donne in bianche vesti o proces- lo Spiritus Domini può attestare - vi è scritto sioni d’ingresso aperte da donne che portano apertamente - uno “sviluppo dottrinale”, ov- la croce o la Parola. vero un passo significativo nella storia del- Quanto alla proclamazione della Parola, la Chiesa, compiuto grazie al coraggio di un ordinariamente già svolta spesso da donne, pontefice che ha deciso di recepire e avallare occorre sottolineare l’enorme differenza che tante riflessioni teologiche e una prassi che c’è tra offrirsi per leggere al bisogno ed esse- da decenni è accettata in modo pressoché re invece investite di un ministero stabile: un universale. servizio occasionale diventa un impegno, che Qualcuno potrebbe obiettare che non obbliga tra l’altro anche ad una specifica ed cambia poi molto rispetto a quello a cui già adeguata formazione e non si limita certo al siamo abituati nelle nostre liturgie. Invece, momento liturgico. Quello del lettore, ricor- l’assunzione delle donne ai due ministeri in da la CEI, è «un ministero di annunciatore, di questione significa prima di tutto il ricono- catechista, di educatore alla vita sacramenta- scimento di un servizio essenziale prestato le» e secondo le splendide parole dell’antico da così tante di loro alla comunità ecclesiale Ambrosiaster (il cui autore anonimo è anno- e allo stesso tempo le guida a comprendere verato tra i Padri della Chiesa): “i lettori - e appieno l’importanza del loro impegno. ora possiamo finalmente aggiungere le lettri- In secondo luogo, l’apertura al sesso fem- ci- possono essere considerati/e pastori, per- minile, di gran lunga il più disponibile ad ché nutrono il popolo che li ascolta”. esercitare i propri carismi nella vita delle nostre comunità, segnerà senza dubbio un Beatrice Iacopini 4
ANNO XLI N° 1 - 2021 A PISTOIA UN ANNO SANTO DEDICATO A SAN GIACOMO. APERTA LA PORTA SANTA UNA GRANDE OCCASIONE PER RIMETTERSI IN CAMMINO IL SENSO DELLA CELEBRAZIONE NELLE PAROLE DEL VESCOVO DURANTE LA MESSA DI APERTURA “Nel giorno in cui si ricorda il Battesimo un nostro fratello e amico. In lui abbiamo un del Signore nelle acque del Giordano, dia- grande testimone della fede, fino all’effusio- mo inizio all’anno santo in memoria dell’a- ne del sangue. Egli fu infatti il primo degli postolo San Giacomo il Maggiore, di cui, fin apostoli a subire il martirio, ucciso di spada dal 1145 si conserva in questa Cattedrale una per le mani del re Erode, come ci dice il libro reliquia del suo corpo, proveniente diretta- degli Atti. mente da Santiago di Compostela in Spagna, Discepolo fedele di Cristo, membro del col- dono prezioso del vescovo del tempo di quel- legio apostolico, evangelizzatore, testimone la città al Santo Vescovo Atto di Pistoia. Aper- di amore con il dono della propria vita: sono tosi a Santiago, come da tradizione, il 31 di- tanti i motivi per sentirci onorati di avere un cembre, in comunione con quella Chiesa, per così nobile e grande patrono. Non va dimen- concessione del Santo Padre Francesco, ab- ticato poi il forte richiamo alla carità che il biamo anche noi in questa città, dato avvio a culto jacobeo porta con sé: infatti, dopo il ri- quest’anno di grazia, con il suggestivo e signi- trovamento dei resti mortali dell’apostolo a ficativo rito dell’apertura della porta santa: Compostela, si sviluppò un vasto movimento segno della misericordia, la porta si apre ad di pellegrini che portò a quella singolare pra- accogliere chiunque cerchi ristoro per la sua tica dell’ospitalità e dell’accoglienza che fece vita, sollievo per la sua anima, energia per fiorire ospizi, ospedali e luoghi di servizio e ricominciare a sperare, forza per continuare carità un po’ dovunque, lungo le antiche vie a lottare per la giustizia e la pace, riprendere di comunicazione. La nostra città si onora di il cammino della vita verso la patria eterna averlo da secoli come speciale patrono. del cielo. L’anno santo che abbiamo aperto L’anno Santo iacobeo si celebra in un tem- stasera lo celebriamo nella memoria proprio po davvero particolare e molto critico. La di lui. L’apostolo San Giacomo il maggiore è pandemia è stata la sorpresa di questo tem- 5
po. Con la pandemia siamo per riscoprire le proprie ra- stati messi di fonte al dolo- dici, quelle che hanno segna- re, alla morte, alla nostra to la sua storia, conoscere umana impotenza e insieme quindi più se stessa e scopri- grandezza; siamo spinti a re la bellezza di una maggio- guardare alle sorti del mon- re coesione per affrontare i do e al futuro che vorrem- problemi economici e sociali mo. Tutto questo ci costringe dell’oggi. Un anno anche per ad entrare più in profondità riprendersi e ritrovare fidu- nelle cose, a guardare den- cia. tro noi stessi, a ripensare a Con San Giacomo dunque tutta la nostra vita. E forse ci mettiamo in cammino. è proprio questo il senso di Egli il primo apostolo a dare Altare d’argento e reliquia un anno santo. Questo anno di S. Giacomo conservati nella la vita per Cristo, ci richiama può essere allora davvero cattedrale di Pistoia alla fedeltà e al coraggio nel un tempo di ripensamento seguire Cristo, via, verità e interiore; un tempo cioè di conversione; per vita e in Cristo la giustizia e la verità. Come riporsi le domande di fondo sulla vita; un apostolo, andato in missione, forse anche in tempo anche di potatura sicuramente, per Spagna, secondo un’antica tradizione, muo- buttar via il superfluo e tutte quelle incrosta- vendosi dalla sua terra, può insegnare all’uo- zioni che le nostre debolezze e i nostri pec- mo di oggi a non aver paura dell’ignoto ma cati ci lasciano addosso; un tempo anche per ad avere il coraggio di cercare, di andare e riscoprire il valore del prossimo e per com- di non arrendersi mai anche di fronte alle prendere sempre di più che è solo nell’amore situazioni più difficili della vita. Come culto che si salva il mondo, imparando a prenderci concretizzatosi nei secoli, la figura di San Gia- concreta cura l’uno dell’altro e insieme, della como ci parla di cammino, del camminare, casa comune; un tempo infine anche per im- dell’essere pellegrini. E quanto è importante parare a condividere le tante sofferenze che per l’uomo di oggi riconoscersi come un pel- questa pandemia ha portato e sta portando legrino e un viandante! E quanto è importan- alla luce. te per ognuno di noi aprirsi all’accoglienza Per la chiesa di Pistoia, si tratta di una degli altri, viandanti e pellegrini come noi su grande occasione per rimettersi in cammino. questa terra! Non ci siamo fermati in questi anni, però ora Quest’anno vogliamo dunque compie- è giunto il momento di fare il punto per ripar- re davvero un cammino. Non solo esterio- tire con un nuovo impegno e la speranza nel re ma soprattutto interiore che, alla scuola cuore. Un anno santo dunque per rinnovare dell’apostolo Sant’Jacopo ci faccia “pregare, il nostro rapporto col Signore nell’ascolto più ripensare e continuare ad amare”. Che ci fac- attento della sua Parola, con una preghiera cia innanzitutto pregare di più e più intensa- più vera e autentica. Un anno per ripensare mente, ascoltando con maggiore attenzione tante cose della vita delle nostre comunità, la parola di Dio e invocando con convinzione per radicarci sull’essenziale e diventare sem- il dono dello Spirito Santo; che ci faccia an- pre più una chiesa che è lievito di speranza che ripensare a tutta la nostra vita e al nostro dentro la pasta del mondo. modo essere e di rapportarci con Dio, con gli Per la città di Pistoia, credo sia l’occasione altri, col mondo e con noi stessi; infine che 6
ANNO XLI N° 1 - 2021 ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressa- to del nostro prossimo. Allora, carissimi fratelli ed amici: ultreya! “Più avanti”, “sempre oltre”. Con l’antico e caratteristico grido dei pellegrini di San Jaco- po, camminiamo insieme e andiamo avanti nella via della giustizia, della verità e dell’a- more”. Fausto Tardelli Vescovo NEL SETTIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL POETA DISCEPOLI DEL MAESTRO DANTE ISPIRATI DALL’“AUREA CETRA” DELLA LETTERATURA ITALIANA L’anno 2021, iniziato quasi dovunque nel silenzio delle città e in una sorta di tempo- ranea sospensione del fluire canonico della vita a causa della situazione che il mondo intero sta vivendo, rappresenta l’occasione migliore per scoprire o riscoprire la vita, la personalità e l’opera di colui che S. Paolo VI, profondo conoscitore e amante della Com- media, ha definito “Signore dell’altissimo canto” in un Motu proprio del 1965: Dante Alighieri. Quest’anno ricorre infatti il setti- mo centenario della morte del poeta fioren- tino, avvenuta il 14 settembre 1321 a seguito di un’ambasceria diplomatica per conto dei Da Polenta, signori di Ravenna, presso i quali Dante ha concluso la propria esperienza ter- rena di uomo, cittadino, poeta, politico, esu- le. Le celebrazioni dantesche sono già state avviate nel 2020, in piena pandemia, attra- verso l’istituzione del Dantedì, giornata na- zionale dedicata a Dante, che formalmente sarà celebrata per la prima volta il 25 marzo 2021, data ipotetica di inizio del viaggio ul- traterreno descritto nella Commedia, ma in 7
molte città e in differenti contesti l’omaggio teratura medievale, ma i livelli di lettura del al poeta italiano più celebre è iniziato con viaggio nei regni oltremondani sono quattro: ampio anticipo. Le iniziative culturali sorte letterale, allegorico, morale, anagogico. Sof- lungo la penisola e diffuse attraverso i mezzi fermandosi sugli ultimi due, è straordina- di comunicazione virtuale, il cui impiego si rio immaginare che Dante attraverso la sua è reso sempre più necessario a causa della opera, generata per la quasi totalità a seguito limitazione degli spostamenti, hanno dimo- dell’esilio iniziato nel 1302, si sia prefissato strato, e dimostreranno in modo ancora più l’obiettivo non solo di raccontare una storia forte nel corso di questo anno, quanto l’“aura dai risvolti sorprendenti ma, addirittura, di cetra” di Dante, espressione che si deve anco- offrire agli uomini una guida per il corret- ra una volta a Paolo VI, è in grado di vibra- to comportamento (livello morale) e per il re a distanza di secoli e far vibrare l’animo raggiungimento della beatitudine (livello del lettore contemporaneo, generando quel- anagogico). L’autore intende quindi com- la passione, quell’amore-eros che, secondo porre, senza incorrere nella blasfemia, un la definizione platonica, è condizione stessa “vangelo laico” per l’uomo del suo tempo e della vera conoscenza. di ogni tempo. In merito alla forza catartica Accostarsi all’opera di Dante, come a ogni contenuta nell’opera e alle sue radici profon- altro monumento della letteratura mondia- damente cristiane, nel testo già menzionato, le, dalle tragedie greche ai Four Quartets di Paolo VI ha affermato: “Dante è nostro, Ci sia T.S. Eliot, dalle Favole di Esopo al teatro di lecito ripetere a ragione, e lo affermiamo non Luigi Pirandello, dalle Epistulae Morales ad per gloriarci di un tale trofeo per un amore Lucilium di Seneca ai Canti di Giacomo Leo- ambizioso e orgoglioso, quanto piuttosto per pardi, rappresenta una sfida per ogni lettore ricordare a noi stessi il dovere di riconoscerlo e, allo stesso tempo, costituisce l’opportuni- tale, e di esplorare nella sua opera le ricchez- tà irrinunciabile di penetrare la luce subli- ze inestimabili della forza e del senso del pen- me che scaturisce da simili altezze, frutto siero cristiano, convinti come siamo che solo dell’intelletto umano. Immergersi nell’opera chi scava nelle segrete profondità dell’animo di Dante, a distanza di sette secoli, significa religioso del sommo poeta può comprendere a intraprendere il viaggio più importante per fondo e gustare con pari piacere i meravigliosi la vita di ogni uomo, quello all’interno della tesori spirituali nascosti nel poema”. propria umanità, dei propri sentimenti, della La lettura della Commedia non permette propria fede. L’opera più celebre del poeta solo di scoprire il pensiero e l’esperienza di fiorentino, la Commedia, che a buon diritto un singolo uomo ma anche di avvicinarsi con Giovanni Boccaccio ha definito “Divina”, ri- straordinaria naturalezza al mosaico delle battezzandola con il nome con cui oggi è più fonti letterarie e filosofiche cui l’autore at- nota, non è infatti solo uno dei pilastri della tinge come brillanti colori sulla tavolozza di letteratura mondiale e della lingua italiana, un pittore. In Dante è possibile scoprire l’a- meriti già di per sé sufficienti a renderla ne- more per la cultura classica, testimoniato dai cessaria al bagaglio formativo di chiunque, riferimenti a Ovidio, maestro del Medioevo, ma è molto di più. Dante stesso nell’Episto- e alle sue Metamorfosi, a Cicerone, il quale la XIII a Cangrande della Scala, suo patrono nel De re publica offre un modello di viaggio durante il periodo veronese, specifica che il ultraterreno attraverso il Somnium Scipionis, contenuto dell’opera è sì lo status animarum e naturalmente al “duca, segnore e maestro” post mortem, argomento ricorrente nella let- Virgilio, non solo una fonte ma un vero nume 8
ANNO XLI N° 1 - 2021 tutelare, la Ragione che guida l’uomo-Dante In altri luoghi della Commedia la fiamma verso l’alto, seguendo il naturale desiderio di dell’ispirazione poetica, quello stesso fuoco elevarsi a ciò che è sublime. Gli auctores del che ancora oggi può ardere nell’animo di poeta fiorentino, i suoi capisaldi a livello po- chi si lascia affascinare da questa opera, per- etico e filosofico, sono inoltre Sant’Agostino, mette a Dante di offrire veri e propri spunti S. Tommaso d’Aquino, S. Bernardo di Chia- di riflessione di carattere etico, validi anche ravalle, Brunetto Latini, maestro negli anni per l’uomo contemporaneo, che trascendo- della formazione giovanile, mentre le opere no i confini della poesia e diventano parola che costituiscono il vero humus dal quale la viva, bellezza estetica che genera bellezza robusta pianta della Commedia prende vita etica: “Vien dietro a me, e lascia dir le genti:/ spaziano dalla Bibbia (Antico e Nuovo Testa- sta come torre ferma, che non crolla/ già mai mento) alla letteratura islamica (Il libro della la cima per soffiar di venti” (Inf. V, vv. 13-15); Scala), fino a raggiungere la letteratura me- “Non è il mondan romore altro ch’un fiato/ dievale irlandese (Visio Tungdali, Visio Al- di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,/ e berici). Come è evidente da questa semplice muta nome perché muta lato” (Pg. XI, vv- 100- disamina di alcune delle principali fonti di 102); “Apri la mente a quel ch’io ti paleso/ e ispirazione del capolavoro dantesco, è possi- fermalvi entro; ché non fa scïenza,/ sanza lo bile constatare che l’ambizione dell’autore di ritenere, avere inteso” (Par. V, vv. 40-42); “e realizzare un’opera in grado di toccare l’ani- però mal cammina/ qual si fa danno del ben mo umano e condurlo quasi alla salvezza si fare altrui” (Par. VI, vv. 131-132). Lo splendo- è concretizzata in un capolavoro nel quale, re del dettato dantesco, pur nei suoi aspetti come notato dal poeta argentino J. L. Borges talvolta complessi, enigmatici e, per questo, nei suoi Nove saggi danteschi, nessuna paro- più affascinanti, offre una veste aulica a pre- la è scelta e collocata a caso. Dante ha rega- cetti che affondano le proprie radici nella lato ai lettori termini quali transumanare e sapienza antica, della cultura greco-latina, incielare per indicare l’esperienza di entrare ma sono sati mutuati da quella cristiana a contatto con il divino che, in quanto tale, è perché scoperti a tratti curiosamente com- ineffabile; ha generato parole come impara- patibili con il Vangelo. Il testo di papa Paolo disare per descrivere l’altissimo ruolo di Be- VI, da cui questa riflessione ha preso avvio, atrice-Fede, colei che reca beatitudine e ac- si conclude con una considerazione relativa compagna la mente umana in Paradiso. Alla proprio al rapporto tra la bellezza e la veri- donna che scende nell’Inferno per affidare a tà, tra la dimensione estetica e quella etica: Virgilio il compito di guida, prima di ricoprir- “la bellezza, offrendo alla dottrina il suo or- lo lei stessa, Dante rivolge parole di amore namento e la sua veste — ora con la dolcezza spirituale che ogni innamorato spera di po- del canto, ora con le immagini dell’arte figu- ter udire nella vita: “dentro a li occhi suoi ar- rativa — apre la strada a che i suoi preziosis- deva un riso/ tal, ch’io pensai co’ miei toccar simi insegnamenti siano comunicati a molti”. lo fondo/ de la mia gloria e del mio paradiso” Accettando di compiere il viaggio insieme al (Par. XV, vv. 34-36), e ancora “Tu m’hai di ser- Dante agens, colui che non sa nulla di ciò che vo tratto a libertate/ per tutte quelle vie, per lo attende e, come il lettore, gioisce, teme, so- tutt’ i modi/ che di ciò fare avei la potestate./ gna e spera di fronte alla molteplicità delle La tua magnificenza in me custodi,/ sì che l’a- situazioni che gli si presentano lungo il cam- nima mia, che fatt’ hai sana,/ piacente a te dal mino, ogni uomo accoglie l’invito a lasciarsi corpo si disnodi” (Par. XXXI, vv. 85-90). trasformare, così come il protagonista stesso 9
è trasformato nella sua lenta ascesa verso le sfere celesti. Il fine della Commedia, ancora una volta è chiaro: condurre gli uomini dall’a- bisso dell’oscurità infernale alla luce splendente del Pa- radiso, passando attraverso quel fuoco che brucia ma non consuma, la purificazio- ne. La storia tuttavia non si esaurisce in un racconto, per quanto originale e accatti- vante, ma si incarna nella vita di ogni uomo, confida di condurlo realmente dall’oscurità alla luce, nostra anima, gli “infiniti stranieri” in noi, fa- termini nei quali ciascuno può leggere la cendo della nostra vita una casa accogliente propria condizione di creatura umana, spes- in cui possano convivere, in pace, intelligenza so soggetta al peso schiacciante del buio, ma e affettività, presente e futuro, desiderio del sempre anelante a una luce che costituisce il piacere e attesa della beatitudine”. termine ultimo di ogni desiderio. La storia di In un’epoca come quella contemporanea, Dante diventa quindi la storia di ogni uomo, segnata dal passaggio attraverso l’oscurità l’opera diventa vita e lo strumento più effi- generata da un nemico insidioso, la lettura cace cui Dante si affida è la carità, intesa nel della Commedia offre squarci di luce dav- suo significato etimologico più autentico. Il vero irrinunciabili a chiunque vi si accosti pellegrino, l’esule di Firenze, pur segnato da con il sincero desiderio di scoprire e lasciar- un carattere animoso, incline alla superbia e si condurre; l’opera di Dante ha un potere, all’ira, come da lui stesso confessato nel XII per così dire, psicagogico, capace di spinge- canto del Purgatorio, come ha scritto il car- re l’animo verso traguardi inaspettati. Già dinale Carlo Maria Martini in un suo inter- la cultura classica e, nello specifico, il retore vento del 2000 dedicato proprio a Dante, “Nel Quintiliano, vissuto nella prima età imperia- progredire del suo cammino fa continuamen- le, suggeriva ai suoi discepoli e a tutti coloro te esperienza di come la carità sia la manife- che desiderano essere maestri di verità, di stazione più chiara e visibile della beatitudi- confidare nel potere psicagogico della paro- ne. […] Desiderare per gli altri, con la stessa la, in grado non di confondere e assoggettare, intensità, quanto desideriamo per noi stessi, come vorrebbe la retorica deteriore di certa quasi immedesimandoci: questa è carità, e demagogia antica e moderna, ma, al contra- questo è “paradiso”. Mentre in terra l’invidia rio, di condurre alla verità. In questa ottica le fa sì che la partecipazione di un maggior nu- parole di Dante, unite ai suoi contenuti, a una mero allo stesso bene renda minore la pienez- storia che diventa “la” storia di ogni uomo, za di ciascuno, in paradiso amore e beatitudi- possono fornire una via per rinascere, per ne si dilatano con l’accrescersi del numero dei tornare a splendere dopo il tempo del buio beati. Per giungere a questo occorre unificare, e dello scoraggiamento. La Commedia riesce ricondurre all’Uno, le diverse tendenze della a essere opera di ogni tempo proprio perché, 10
ANNO XLI N° 1 - 2021 pur concepita in seno alla cultura medieva- pre uguale eppure ogni giorno diverso, che le, è proiettata nel futuro grazie anche al suo coinvolge i cuori di studenti e docenti e che si legame con la sapienza del passato. France- chiama lezione. sca Da Polenta e Paolo Malatesta, Pier Delle Le parole di un testo letterario quale la Vigne, Ulisse, Ugolino della Gherardesca, Commedia necessitano, prima di tutto, di Manfredi di Svevia, Pia dei Tolomei, Matel- essere lette, fatte vibrare, al fine di gustarne da, Piccarda Donati, Virgilio e Beatrice sono a pieno la musicalità e il fascino; quindi il protagonisti di un’opera divenuta manifesto lettore che non si accontenta della semplice dell’umanità intera: attraverso le loro vicen- parola letta è chiamato a penetrare nel mi- de le donne e gli uomini di ogni tempo posso- stero che ogni terzina serba al suo interno, no arrivare a cogliere l’essenza stessa della attraversando il livello allegorico, per poi ri- natura umana e così la Commedia, la Divina trovarsi, spesso inconsapevolmente, a essere Commedia, diviene irrinunciabile compagna trasformato da un concetto, un’immagine, di questa natura e suo potente baluardo con- persino una singola parola che giunge come tro i colpi di ciò che mira a indebolirla. un bagliore inatteso e per questo estrema- In merito al ruolo ricoperto da Dante e mente efficace. Ecco la potenza catartica e dalla sua produzione letteraria in ambito trasformante dell’opera, che richiede, per- scolastico, è risaputo che il prestigio dell’o- tanto, di essere analizzata attraverso mo- pera e i suoi diversi livelli di interpretazione menti didattici ben definiti per fare breccia hanno richiesto che gli interventi normativi, nell’animo di un giovane lettore. Docenti e già da molti anni, suggerissero l’approfondi- studenti, maestri e allievi, se sentono nascere mento della Divina Commedia, unica fra tut- la scintilla del desiderio, si ritrovano quindi te le opere della letteratura italiana, anche sperimentare il vero significato del fare scuo- quelle ben più estese, nel corso degli ultimi la: non lasciare che neanche un’ora di lezio- tre anni della scuola superiore. Il significato ne trascorra senza generare la magia della di tale scelta dovrebbe essere legato a quan- formazione, che naturalmente è sempre to finora descritto: per permettere all’opera reciproca; ognuno è contemporaneamente di vivere e realizzare quella trasformazione maestro e discepolo. La letteratura e, nello che il suo autore aveva immaginato si presu- specifico, la Commedia, troppo spesso accu- me sia necessario un arco di tempo piuttosto sata di veicolare un sapere inutile al futuro esteso, così da poter gustare la bellezza della di adolescenti che si apprestano a diventare poesia dantesca in modo pressoché comple- donne e uomini, diventa maestra di vita e di to. Questa è la meta ma spesso purtroppo la verità. Adulti e giovani, senza distinzione, si nave della conoscenza non riesce neanche a scoprono discepoli insospettabili del Maestro superare il porto di partenza: la missione di Dante, il quale, senza tenere in considerazio- Dante, prima ancora che del legislatore che ne il momento storico, trasmette principi e ne impone lo studio, appare talmente am- valori quali coerenza, fedeltà, lealtà, umiltà, biziosa a insegnanti e studenti da risultare unità e solidarietà, cui l’uomo di ogni tempo irrealizzabile e pertanto ci si accontenta di ha bisogno per realizzare la propria essenza semplici riassunti o centoni dell’opera, per e scoprirsi quotidianamente parte di un uni- i quali certamente non occorre dispiegare verso che è mosso da un’unica forza e reso le energie migliori, che invece sono sempre vivo da un’unica anima. a disposizione in quel frammento di vita, quel consesso affascinante di anime, sem- Leonardo Pasqualini 11
LA CONGREGAZIONE VERSO IL XXVII CAPITOLO GENERALE CONVOCAZIONE UFFICIALE Prot n. 3/21 Roma, 17 febbraio 2021 Oggetto: Convocazione XXVII Capitolo generale Solennità: 7 Santi Fondatori Alle SUORE della CONGREGAZIONE Carissime, all’inizio di questa quaresima 2021 che ci vede “impaurite e smarrite” per il protrarsi della situazione pandemica che ci attanaglia ormai da un anno, siamo chiamate a rinnovare la nostra Fede, Speranza e Carità. Con la presente lettera, a seguito di quella di notifica dell’1/08/2020 prot. 13/20 e dopo aver ricevuto il consenso del Consiglio generale, in conformità a quanto previsto dalle nostre Costituzioni (cf. n. 132), CONVOCO UFFICIALMENTE IL XXVII CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DELLE SERVE DI MARIA. Luogo e tempo del Capitolo: Roma, Casa generalizia, dal 9 al 22 agosto 2021 Tema: Protese al futuro, con Maria, donna della speranza. Testimoni di amore e di servizio Icona: Nozze di Cana (Gv 2, 1-11) Il 9 agosto, con la celebrazione eucaristica “De Spiritu Sancto” presieduta da p. Gottfriedd M. Wolff, priore generale dei Servi di Maria, avrà inizio il Capitolo generale. Le nostre Costituzioni affermano che il Capitolo generale «è viva espressione di fratellanza unita nella cari- tà» (Cost. n.128). Allo stesso tempo, ricordano che il Capitolo ha lo scopo di «garantire l’unità della Con- gregazione, tutelarne il patrimonio spirituale e promuovere un adeguato rinnovamento che ad esso si armonizzi» (Cost. n. 135, a). Nei giorni dal 5 al 7 agosto ci sarà una preparazione spirituale (workshop) condotta da fra Souriraj, osm. Prepariamoci tutte a questo evento facendo tesoro delle parole dette da papa Francesco nella Messa cele- brata in San Pietro per la Giornata mondiale della Vita consacrata, il 2 febbraio di quest’anno, con le quali invitava i consacrati ad avere pazienza. Che cos’è la pazienza? È la fortezza d’animo che ci rende capaci di “portare il peso” dei problemi personali e comunitari, ci fa accogliere la diversità dell’altro, ci fa perseverare nel bene anche quando tutto sembra inutile, ci fa restare in cammino anche quando il tedio e l’accidia ci assalgono. 12
Correggio saluta LE SUORE MANTELLATE TESTIMONI DEL VANGELO Quando una comunità religiosa di sorelle fonda gratitudine per lo straordinario bene consacrate, impegnate nel prezioso campo operato e ricevuto. educativo dell’infanzia, lascia, è sempre un Le Mantellate Serve di Maria hanno iniziato momento di comprensibile dolore sia per loro, la loro presenza a Correggio, presso l’ospedale ma anche, e soprattutto, per coloro che han- San Sebastiano, come infermiere, il 25 agosto no beneficiato di questo dono. Cosi è per la 1948: lì hanno lasciato un caro ricordo per il scuola d’infanzia “Asilo Recordati”, come viene loro generoso lavoro, unito alla edificante te- chiamata comunemente a Correggio. Le suore stimonianza in ordine all’assistenza dei malati. Mantellate Serve di Maria, che sono a Correg- Hanno poi lasciato l’Ospedale il 30 novembre gio da sessant’anni in questa struttura parroc- 2001: era rimasta unicamente suor Rita Binot- chiale di San Quirino, dal gennaio prossimo to come infermiera, la quale nel tempo libe- cesseranno il loro prezioso, stimato e amato ro, con la sua inseparabile bici, si recava nelle servizio alla comunità correggese. Le ragioni case per la visita e il conforto agli ammalati. I sono purtroppo ben note e comuni ai nostri correggesi non hanno poi mai dimenticato suor giorni: la carenza delle vocazioni e la conse- Carità e la sua generosità: tutte le notti era im- guente impossibilità del ricambio del persona- mancabilmente in servizio presso l’ospedale e le religioso hanno costretto la Superiora della ha desiderato restare a Correggio per sempre Congregazione ad operare questa decisione. (infatti è sepolta nel cimitero urbano, nell’area Al sentimento di tristezza, per il fatto che non riservata ai consacrati). Dal 28 agosto 195O, dipende dalle nostre volontà, corrisponde un quando era prevosto Mons. Bruno Corradi, le naturale senso di grande riconoscenza e pro- suore hanno iniziato un nuovo servizio come
anche nella didattica, l’ordi- ne interno ed esterno sem- pre ben curato: il rapporto di collaborazione con i genitori. È ben significativo il fatto che c’era un’attenzione, o meglio una preoccupazione, da parte dei genitori per potere iscri- vere i loro figli a questa scuo- la. Una specie di preiscrizione già al momento della nascita, insegnanti di scuola materna, musica, lavoro, per il timore poi di non avere il posto al mo- doposcuola, alla Divina Provvidenza, per pas- mento opportuno. La presenza delle suore sare poi, nel 1960, nella nuova e bella struttura comunicava logicamente sicurezza assieme, in via Gambara, donata alla parrocchia dalla naturalmente, al valido e generoso corpo del- generosità della famiglia Recordati in memo- le insegnanti, le quali hanno contribuito note- ria dei genitori, dott. Giovanni e Margherita. volmente al prestigio di questa istituzione. La Sono dunque esattamente 60 gli anni nei quali presenza delle suore Mantellate nella realtà le suore Serve di Maria operano in continuità correggese, nel tempo, ha favorito anche il presso questa realtà educativa della parroc- sorgere di diverse vocazioni alla vita consa- chia di San Quirino. E questo è stato un dono crata confluite poi nella stessa Congregazio- veramente grande. La testimonianza è un po’ ne: alcune di queste hanno in seguito svolto particolare, nel senso che è di una persona compiti di responsabilità nella stessa comunità che ha osservato, diciamo così, dall’esterno delle suore Serve di Maria. Nei sessanta anni senza avere direttamente parte interessata. Il di attività nella scuola materna sono state pa- prezioso servizio educativo, però, della scuola recchie le suore che sono passate e rimaste materna ha interessato sempre anche le altre per periodi diversi a Correggio. Ad onore di tut- parrocchie, oltre a San Quirino, perché vi con- te voglio ricordare le superiore della comunità fluivano da sempre i fanciulli delle nostre fa- del Recordati, dal 1960 ad oggi: suor Scolastica miglie. Nell’arco di sessant’anni sono passate del Corno, suor Alda Stefanutti, suor Giacomi- diverse generazioni e migliaia di piccoli dalla na Aresi, suor Teresina Tirelli, suor Egista Par- scuola Recordati. Mi hanno sempre colpito al- ri, suor Emerenziana Rapazzini, suor Serafina cuni aspetti che voglio qui ricordare con tutta Degioanni, suor Marcellina Semenzato, suor sincerità da osservatore esterno, attento an- Gemma Oldini, suor Clorinda Crema, suor An- che alla impressioni e agli apprezzamenti che gela Anoè e suor Fedele Maragno. molto spesso coglievo da parte dei genitori dei Penso anche di poter, in tutta sincerità e bimbi. Una scuola materna, “la Recordati”, che verità, attestare che le suore in generale si si- ho sempre ritenuto di “eccellenza”, senza con ano trovate bene a Correggio e che ci stavano questo nulla togliere alla altre scuole. volentieri. Ciò va anche attribuito sia all’attiva L’impegno e la dedizione delle suore nella e preziosa collaborazione delle famiglie, sia conduzione era ben visibile per molti aspetti, alla generosità della gente correggese, che non ultimo il molto tempo dedicato oltre agli ha sempre apprezzato la loro opera nell’am- orari programmati, la cura nell’aggiornamento bito dell’educazione e formazione umana e non solo delle strutture (sempre in atto), ma cristiana. Ora che purtroppo, le ultime due
suore rimaste, le carissime suor Fedele e suor Elsa, per disposizione superiore, ci lasceranno per altra destinazione, esprimiamo fraterna e profonda riconoscenza a loro e a tutte le altre suore, assicurandole del nostro affetto nella preghiera e della nostra amicizia cordiale per il bene compiuto e ricevuto, fiduciosi che que- UN PO’ DI STORIA sto bene sarà anche scritto nel “Libro della Vita La Congregazione religiosa delle Suore dell’Agnello”(Apocalisse 21,27). Mantellate Serve di Maria di Pistoia è nata il 6 ottobre 1861 a Treppio, un paese in pro- Don Walter Rinaldi vincia di Pistoia. Caratteristica propria del- la Congregazione, fin dall’inizio, è “l’umile servizio, ad imitazione dell’umile Ancella, la Vergine Maria, vivendo totalmente la consa- crazione a Dio in una comunità apostolica”. A Correggio, la prima Comunità di Suo- re Mantellate è giunta il 25 agosto 1948, per esercitarvi “l’apostolato infermieristico” nell’Ospedale “San Sebastiano”. Dal 1° settembre 1950,realizzando un antico desiderio di Mons. Pietro Tesauri, esse assunsero la direzione della “Casa di educazione e assistenza Divina Provviden- za” nell’edificio ex Albergo Cavour. In quel- la casa esse aprirono una scuola materna, laboratori di maglieria e di lavori femminili, oratorio, doposcuola, catechismo e sala ri- trovo per anziani. La scuola materna parroc- PENSIERI CHE VENGONO chiale si è poi trasferita, nel novembre 1963, DAL CUORE nel nuovo edificio di via Gambara, costruito per lascito del dottor Giovanni Recordati, al La chiusura di una comunità rattrista tut- quale è dedicata. In conclusione, le Suore ti perché segna una partenza definitiva. Ci si Mantellate Serve di Maria, amando la Ma- chiede: “Con la partenza delle suore cosa ri- donna e vivendo del suo spirito, in adesio- mane”? Rimane il grande bene seminato du- ne umile e concreta al piano di Dio, sono rante 72 lunghi anni. bene testimoniato con la sempre andate incontro agli uomini del loro loro vita spesa per il Signore del cui amore si tempo “facendo un po’ di bene”, istruendo sono alimentate per donarlo. Ora le suore ci ed educando i giovani, assistendo orfani e passano il testimone! Tocca a noi continuare malati, studenti ed anziani; sono andate ver- quell’opera che hanno portato avanti; tocca so i “poveri” dove questi si trovano, nei paesi a noi tutti, nel ruolo che abbiamo: insegnan- e nelle città, in diocesi e regioni vicine e lon- te, genitore, ausiliario, nonno, fedele di una tane, con l’apertura e la disponibilità dell’u- comunità, trasmettere ai nostri piccoli quella mile Ancella del Signore. fede e quell’amore che abbiamo ricevuto. Umberto Boghi
DIOCESI DI REGGIO EMILIA IL GRATO RICORDO DEL VESCOVO E DEL VICARIO EPISCOPALE PER LA VITA CONSACRATA Carissimo don Sergio, gno a favore dei più piccoli, chiamati attraverso a nome del vescovo Massimo ti prego di far il nostro servizio a crescere “in sapienza, età e pervenire alle beneamate Suore Mantellate grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Serve di Maria il grato ricordo in occasione del Allo stesso tempo, anche se in questo gior- loro saluto da parte della comunità corregge- no vogliamo indossare le vesti della gratitudi- se al termine di una indimenticabile presenza ne e della festa, non possiamo non interrogarci che, per lunga parte del secolo scorso fino al sulla sempre più ridotta presenza di segni elo- tempo presente, ha segnato permanentemen- quenti di vita religiosa che non devono man- te la vita della comunità religiosa e civile della care nelle nostre comunità cristiane. Il vescovo vostra città, cosi come è successo nelle comu- Massimo ci invita a pregare perché nel cuore nità di S. Martino e a Reggio città nel loro servi- di tante e tanti giovani risuoni la chiamata del zio a Villa Verde. Signore Dio a seguirlo nella vita della verginità Fare memoria di un così florido ministero si- consacrata a servizio del Regno. La vita santa gnifica rendere testimonianza di un apostolato e feconda di tante Serve di Maria, alcune del- che ha incontrato tanti volti e storie che sono le quali figlie della nostra diocesi, che hanno state introdotte nel mistero della Fede con la accompagnato con la loro dedizione le vicen- tenerezza e la misericordia di Maria, che le sue de di numerose famiglie correggesi, li aiuti a Serve hanno esercitato con zelo missionario corrispondere con generosità a tale chiamata, facendosi prossime non solo ai bambini, ma perché nella Chiesa risplenda continuamente a tutti i bisognosi di solidarietà umana. Ricor- il segno di una profezia che ci ricordi sempre la diamo con gratitudine il lavoro svolto presso misura alta della vita cristiana che è la santità. l’Ospedale nella cura degli infermi dove per Sicuri della preghiera di intercessione che lungo tempo le suore sono state accanto ad queste sorelle continueranno nella loro nuo- infinite croci per offrire conforto a quanti erano va missione ad innalzare al Cielo per tutti gli nell’angustia e nel dolore. operatori e le famiglie impegnate nel gravoso L’eredità che in questi decenni ci hanno servizio educativo e per l’intera comunità ec- lasciato numerose sorelle, che in suor Elsa e clesiale, assicuriamo insieme al nostro affetto, suor Fedele vedono le ultime protagoniste di la nostra più grata benedizione. una storia tanto preziosa, diventa riferimento imprescindibile e orizzonte vincolante per co- don Alessandro Ravazzini loro che hanno la responsabilità di raccoglier- Vicario episcopale per la vita consacrata ne la testimonianza in in un ininterrotto impe- Reggio Emilia, 31 dicembre ‘20
Grazie per il dono grande dato alla nostra Comunità parrocchiale di San Quirino di fruire dell’ottimo servizio instancabile e prezioso delle SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA sia nell’Ospedale San Sebastiano di Correggio (dal 1948 al 2010) che presso la Scuola materna parrocchiale “M. e G. RECORDATI” (dai primi anni 50 del secolo scorso fino ad oggi). CRESCIUTE CON VOI Era nel secolo scorso quando a 3 anni per la Grazie suor Fedele e suor Elsa per l’impor- prima volta abbiamo varcato la soglia di que- tante supporto nell’organizzazione scolastica sta scuola e da allora non l’abbiamo mai più quotidiana, per i preziosi consigli e le vostre lasciata. preghiere, a partire da suor Marcellina per arri- La presenza delle suore Mantellate ha cre- vare a suor Clorinda che ci ha lasciato per rag- ato un profondo legame con la fede cristiana: giungere la casa del Padre lo scorso anno e chi della nostra generazione non ricorda il sor- ricordiamo con particolare affetto. riso di suor Serafina, le sgridate di suor Eme- Davvero grazie. renziana i piatti squisiti che ci preparava suor Olga... Chi non ricorda il mercatino della frutta, Stefania ed Elena il trenino di cemento e le panchine colorate (due alunne e ora insegnanti) che magicamente si trasformavano in gelati... Questi ricordi riaffiorano nella memoria e ci fanno capire l’importanza della presenza del- le suore Mantellate nella nostra scuola e nella comunità correggese. Oggi da adulte e da in- segnanti orgogliose di questa comunità edu- cativa vogliamo salutare queste figure impor- tanti che dopo tanti anni di servizio lasciano la città di Correggio e la nostra comunità.
DAI NONNI della SCUOLA MATERNA “Margherita e Giovanni RECORDATI” Di CORREGGIO (RE) ATTESTATO DI RINGRAZIAMENTO SPECIALE CONFERITO A: SUOR FEDELE per la continua, generosa e preziosa offerta di: PREGHIERE, LAVORO e TEMPO che ha permesso ai nostri nipoti di vivere meglio e raggiungere più facilmente gli obiettivi di educazione e di vita cristiana proposti dalla Scuola Materna parrocchiale “M. e G. RECORDATI” di Correggio. Grazie di cuore a Te e alla Congregazione delle SUORE MANTELLATE SERVE Dl MARIA, che presente in Correggio fin dalla fine degli anni “‘40” del secolo scorso, ha permesso a una miriade di bambini di vivere bene, sia cristianamente che civilmente, i primi anni della loro vita scolastica usufruendo della competenza professionale, della comprensione e della pazienza da voi sempre dimostrata! Questi ringraziamenti vengono spontanei dal cuore di tutti i nonni che, in questi anni da voi passati a Correggio, hanno potuto apprezzare le vostre qualità specifiche di bontà, di competenza, di discrezione, di gentilezza e di determinazione. Per quanto riguarda noi che abbiamo preso questa iniziativa di sentito, sofferto e doveroso ringraziamento vi assicuriamo che parliamo con cognizione di causa. Ricordiamo, infatti, con piacere Suor BERARDA nei primi anni ‘50 al tempo del mio asilo, Suor FABIANA negli anni ‘70 per aver ospitato l’iniziativa di sensibilizzazione delle popolazioni di Correggio e di Carpi verso Padre ETTORE TURRINI dell’Ordine dei Servi di Maria per la raccolta fondi per il LEBBROSARIO aperto a MANAUS in Brasile; poi Suor EMERENZIANA, Suor GRAZIANA e Suor OLGA nei primi anni ‘80 per la frequenza di nostra Figlia Elena; Suor ANGELA e Suor CLARA prima di Voi, che con nostro grande dispiacere, Suor FEDELE e Suor ELSA ci dovete lasciare.
IL COMMOSSO GRAZIE DI SUOR ELSA E SUOR FEDELE “PREGHEREMO SEMPRE PER VOI” «Popolo correggese, vi assicuriamo la no- poi ringraziato le due suore, mentre veniva loro stra preghiera fino al momento in cui chiude- consegnato un dono. Visibilmente emozionata remo gli occhi». ha preso la parola suor Fedele: Con queste parole è avvenuto il saluto di “Qui a Correggio –ha detto- abbiamo tro- suor Elsa e suor Fedele dalla comunità di Cor- vato una grande accoglienza e tanto calore. reggio, dove per molti anni sono state impegna- Abbiamo ricevuto tantissima attenzione da te alla scuola d’infanzia Recordati, a contatto gente che ha il cuore grande come il mare. con bambini, famiglie, parrocchiani. Ieri mat- Ringraziamo i dirigenti della scuola, a partire tina, alla messa nella basilica di San Quirino, è da Francesco Menozzi, che è stato presidente, stato dato il saluto alle due religiose della con- i collaboratori, i genitori, le maestre... Ci hanno gregazione delle Mantellate Serve di Maria. Alla consegnato tante letterine con foto dei bam- fine della celebrazione, il parroco don Sergio bini che dimostrano il bel rapporto che c’è sta- Pellati ha letto un messaggio inviato a don Ales- to tra noi. Vi invitiamo a venirci a trovare nelle sandro Ravazzini , vicario episcopale per la vita nostre nuove destinazioni”. Suor Fedele è de- consacrata, col saluto e il ringraziamento anche stinata a Sernaglia della Battaglia, sul Piave, del vescovo Massimo Camisasca. Il parroco ha mentre suor Elsa viene trasferita a Mestre. Antonio Lecci Da: Il Resto del Carlino, Correggio 07.1.2021 Hanno saputo dare tanto a tutti in termini di impegno, di dedizione e di amore. Il nostro saluto non è un commiato, ma solo un arrivederci perché l’amore seminato resta e produce frutti. Sempre.
ESSERE FAMIGLIA INSIEME Questo è stato un anno complicato per tutti insieme. Passare da scuola e sapere che non senza distinzioni. Un anno che ci ha tenuto di- mi potrò più fermare a salutarle, a chiacchie- stanti fisicamente dagli affetti e dalle persone rare, ad abbracciarle e vederle divertirsi con i care. Per tutti, ma forse per loro lo è stato ancor miei figli, mi rattrista molto. di più, loro che dei nostri figli sono le custodi. Lisa Si sono trovate a vivere in una scuola dove non si sentivano più le voci, le risa e i canti e per chi, come loro, ha donato la vita per i bambini, lontane delle proprie famiglie, non credo sia facile. Seguire Dio e la propria vocazione, per ridare alle comunità visitate i propri doni e tutto l’amore di cui si è capaci, non è cosa da tutti. Sì, quest’anno è stato davvero particolare. Ci sono mancati i loro gesti d’affetto, le carezza sul vi- sino dei nostri bimbi all’ingresso della scuola, il fermarci a scambiare due parole mentre si esce di fretta per andare al lavoro e per conti- Vorremmo far sentire il nostro ringrazia- nuare la nostra giornata. Chi ha avuto la fortuna mento più grande e affettuoso a suor Fedele di conoscerle portando i bimbi all’asilo, ne co- e a suor Elsa, a suor Clorinda che ci guarda dal nosce certamente l’amore e la dedizione con paradiso e a suor Angela, a tutta l Congrega- la quale ogni giorno hanno curato i tanti bimbi, zione delle suore Mantellate che ci hanno ac- che hanno frequentato il Recordati. Suor Fe- compagnato e che ancora porteremo nei no- dele sempre pronta ad accoglierci all’ingresso, stri cuori, pensieri e preghiere. Vorremmo che piena di energia contagiosa, indaffarata tra le le suore sentissero soprattutto questo nostro mille cose da fare. Suor Elsa, con l’immanca- affetto, grandissimo e riconoscente vorrem- bile grembiule bianco, in attesa dei bambini mo infine che portassero con loro, però, non vicino alla cappellina, per accoglierli e salutare tanto la tristezza che sappiamo condivisa, ma i genitori con una parola gentile. Pensare che il la gioia e i sorrisi che hanno regalato ai nostri prossimo anno non bambini con la gentilezza e l’educazione cri- le avremo più, ren- stiana che hanno accompagnato i loro gesti, la de il cuore pesante. certezza che i semi che ci hanno lasciato sono Noi, come altre meravigliosi doni scaturiti dalla Buona Novella. famiglie, abbiamo avuto il privilegio Lucio Costantini di conoscerle, non solo come suore, ma anche per le splendide persone che sono e ricordia- Siamo stati fortunati perché la venuta mo tutti gli splendi- di suor Elsa e suor Fedele a Correggio di momenti vissuti è stato un dono di Dio.
ANNO XLI N° 1 - 2021 Inoltre il Pontefice ha indicato tre ‘luoghi’ in cui la pazienza si concretizza. • Il primo è la nostra vita personale “A volte, all’entusiasmo del nostro lavoro non corrisponde il risultato sperato, la nostra semina sembra non produrre i frutti adeguati, il fervore della preghiera si affievolisce e non siamo più immunizzati contro l’aridità spirituale”. “Può capitare, nella nostra vita di consacrati, che la speranza si logori a causa delle aspettative deluse”. “Dobbiamo avere pazienza con noi stessi e attendere fiduciosi i tempi e i modi di Dio: Egli è fedele alle sue promesse”. • Il secondo è la vita comunitaria “Le relazioni umane, specialmente quando si tratta di condividere un progetto di vita e un’attività apo- stolica, non sono sempre pacifiche. A volte nascono dei conflitti e non si può esigere una soluzione im- mediata, né si deve giudicare frettolosamente la persona o la situazione: Occorre saper prendere le giuste distanze, cercare di non perdere la pace, attendere il tempo migliore per chiarirsi nella carità e nella verità”. “Nelle nostre comunità occorre questa pazienza reciproca: sopportare, cioè portare sulle proprie spalle la vita del fratello o della sorella, anche le sue debolezze e i suoi difetti”. • Il terzo è la pazienza nei confronti del mondo “Abbiamo bisogno di questa pazienza, per non restare prigionieri della lamentela: ‘il mondo non ci ascol- ta più’, ‘non abbiamo più vocazioni’, ‘viviamo tempi difficili’... A volte succede che alla pazienza con cui Dio lavora il terreno della storia e del nostro cuore, noi opponiamo l’impazienza di chi giudica tutto subito. E così perdiamo quella virtù, piccola ma la più bella, la speranza! Affidiamoci con fiducia all’intercessione di Santa Maria, Vergine Addolorata, Regina dei suoi Servi, delle nostre Madri Fondatrici, della beata Cecilia Eusepi, dei sette santi Padri Fondatori, nonché della numero- sa schiera di nostri fratelli santi e beati affinché possiamo vivere questo Capitolo con rinnovato ardore e totale docilità allo Spirito Santo. Con affetto. Suor M. Rita Merli, msm Suor M. Vittoria De Salvatore, msm Segretaria generale Superiora generale PREGHIERA Dio Padre Dona a noi: che ci chiami ad essere occhi di speranza testimoni del tuo amore, e un cuore aperto Signore Gesù, per compiere che cammini con noi la tua volontà sulle strade del mondo, come le nostre Madri, Spirito Santo, sull’esempio di Maria che sempre ispiri donna della Speranza. il nostro operare, Amen “Protese al futuro con Maria, donna della speranza” XXVII CAPITOLO GENERALE CONGREGAZIONE DELLE SERVE DI MARIA 13
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