PIRLO GATTUSO VS Campioni contro - Rivista Napoli
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Copia gratuita distribuita in edicola con il “Roma” La Città – La Squadra – Gli Eventi Numero 31 del 3 ottobre 2020 PIRLO VSGATTUSO Campioni contro
FRAMMENTI D’AZZURRO È il momento di Osimhen Per Gattuso è arrivata l’ora di decidere tra Meret-Ospina di Giovanni Gaudiano ei punti con otto reti fatte, S nessuna subita e sei marcatori diversi. Questa la situazione dei numeri che contano dopo due par- tite giocate dal Napoli. Cosa significano questi numeri? Come vanno letti pensando alla sta- gione? Sono importanti per la classifica ed anche per gli avversari che gli azzurri hanno incontrato. Nello scorso cam- pionato la squadra azzurra ha lasciato molti punti proprio nei confronti con queste squadre e quindi oggi si può dire che ci sia stato un miglioramento. Per quanto riguarda la stagione non bisogna farsi illusioni, è troppo presto. C’è molto da lavorare, ci sono molti nodi da sciogliere. Lo stesso Gattuso ha onestamente di- daranno battaglia senza escludere Il friulano come il collega novarese del chiarato che se non fosse arrivato con- nessun colpo, soprattutto dopo il pa- Benevento Lorenzo Montipò, al quale tro il Genoa, proprio all’inizio della reggio dei bianconeri all’Olimpico. abbiamo dedicato la copertina della ripresa, il raddoppio avrebbe rivisto lo Per parte nostra in questo numero ab- nostra edizione distribuita nel Sannio, schieramento cercando un maggiore biamo focalizzato la nostra attenzione sono due giovani che alimentano la equilibrio in campo per la sua squa- sul ruolo del portiere, sulla sua im- tradizione della scuola dei portieri ita- dra. Ha ragione il tecnico del Napoli. portanza nell’economia della squadra. liani. Montipò, all’esordio in serie A Attaccare è entusiasmante e segnare L’argomento scelto è legato anche al contro la Sampdoria, ha già pagato lo lo è ancora di più ma la perdita di dualismo venutosi a creare tra Meret- scotto della prima volta senza recare equilibrio, delle misure tra i reparti in Ospina. Anche questo è uno dei punti danni e sappiamo che sta allenandosi campo porta a correre troppi rischi che Gattuso dovrà dirimere quanto da un po’ di tempo per migliorare il soprattutto in difesa. prima. La nostra posizione è chiara da suo gioco palla a terra. Pensiamo sia In ogni caso domani sera allo Stadium tempo ed in questo numero viene av- necessario sostenere questi due gio- ci sarà il primo momento di verifica ad valorata dai pareri di Zoff e del col- vani per le loro qualità professionali e un certo livello. Il Napoli aspetta il lega del “Corriere dello Sport” per la serietà e le qualità morali mo- primo gol di Victor Osimhen. Gattuso Antonio Giordano: non ci sono dubbi, strate sin qui e crediamo che gli stessi e Pirlo saranno di fronte come sulla Meret è il presente ed il futuro per compagni di spogliatoio debbano im- nostra copertina e da vecchi amici si questa squadra. pegnarsi per primi in questo senso. sabato 3 ottobre 2020 3
IN QUESTO NUMERO le storie di Maurizio de Giovanni in televisione ed un’intervista all’autore primo in classifica Numero 31 del 3/10/2020 con “Troppo freddo per Settembre” (da pagina 65 a pagina 69) In copertina Edizione Napoli Edizione Benevento Gattuso allo Stadium Lorenzo Montipò sfida l’amico Pirlo intervistato da “Napoli” (ph Agenzia Mosca) (ph Agenzia Mosca) 37 IlRuizconfronto 57 profili Il NapolI 07 Copertina Intervista ad antonio Giordano vs Bentancur Gianluca lapadula l’attaccante dei Due Mondi di Lorenzo Gaudiano di Marco Boscia di Domenico Sepe 12 Testimone del tempo la carica dei 61 portieri del Napoli 40 l’uomo in più andrea petagna - Il gigante buono 61 RICoRReNZe Ricordando Giancarlo Siani di Mimmo Carratelli di Lorenzo Gaudiano di Ciro Chiaro 17 le SToRIe agorà – Dialogo ragionato sul calcio Dino Zoff: il numero uno di Bruno Marchionibus 42 la stagione di Napoli e Benevento le immagini commentate 65 Il tema I personaggi di de Giovanni a spasso per i vicoli di Napoli di Gianluca Mosca 21 l’approfondimento di Giovanni Gaudiano Il Napoli e la strategia dei portieri 66 Il BeNeVeNTo Maurizio de Giovanni di Francesco Marchionibus 45 appunti in giallorosso “Il romanzo appartiene al suo autore” 24 alessia Il calcio visto dalle donne Bartiromo Benevento gioco e cuore di Lorenzo Gaudiano di Giovanni Gaudiano la CITTà Il rituale familiare e la partita di Marina Topa 47 assalto al Bologna 71 pizzofalcone la collina di parthenope pippo contro Sinisa di Domenico Sepe 27 Un Storie di calcio - Valerio Bacigalupo portiere moderno di Marco Boscia 74 Storie di Napoli per il grande Torino Un belvedere mozzafiato di Giovanni Gaudiano 51 la rivincita Una partita speciale per Inzaghi di Paola Parisi 31 l’aNNIVeRSaRIo la sfida Juventus – Napoli di Salvatore Caiazza 77 le officine di pietrarsa Un primato borbonico all’assalto dei bianconeri di Bruno Marchionibus 53 le storie di copertina Montipò e la sua borsa di Giovanni Gaudiano TeMpI MoDeRNI 34 l’intervista - antonio Matarrese di Gianfranco Coppola piena di guanti di Giovanni Gaudiano 81 la fame emotiva di Ciro Chiaro Redazione Pubblicità, Marketing Hanno collaborato SEGUICI SUL NOSTRO SITO WEB n. 31 del 3 ottobre 2020 Marco Boscia Bruno Marchionibus e Stampa a cura della Pubbli and Managment srl a questo numero www.rivistanapoli.it Salvatore Caiazza Aut. Tribunale di Napoli Via G. D’Annunzio 4 Mimmo Carratelli n. 50 del 8/11/2018 Grafica e Impaginazione San Nicola La Strada (Ce) Ciro Chiaro RIVISTA A DISTRIBUZIONE GRATUITA Mario de Filippis Tel. 0823 330633 Gianfranco Coppola CON IL QUOTIDIANO “ROMA” Francesco Marchionibus Le foto della sezione Posta elettronica: Direttore Responsabile sportiva sono pubbliandmanagment@libero.it Paola Parisi Resta sempre Giovanni Gaudiano Domenico Sepe aggiornato Dell’agenzia Mosca Marina Topa con tutti gli articoli Coordinatore Editoriale Sonia Mosca Consulenza Amministrativa dedicati alla squadra, Rivista Napoli agli eventi ed alla città Lorenzo Gaudiano e Gianluca Mosca Studio Marchionibus “Napoli” sarà nuovamente in edicola con il quotidiano “Roma” sabato 24 ottobre
COPERTINA Antonio Giordano “Vincere a Torino accrescerebbe l’autostima” Le emozionanti vittorie nel 2009 e nel 2018, la fiducia in Gattuso e la scommessa bianconera su Pirlo. Con il giornalista del “Corriere dello Sport” analizziamo la gara di domani sera Servizi di Lorenzo Gaudiano In campo non esistono amicizie Una delle frasi più significative di un’opera antica risa- lente giusto a qualche annetto fa è proprio questa: “Chi guarda un vero amico, in realtà, è come se si guardasse in uno specchio”. Quell’opera è il “De Amicitia” di Cicerone e tale concetto filosofico, pur risalendo al I sec. a.C., conti- nua oggi ad avere un significato morale e un valore fon- damentale per la costruzione dei rapporti personali. Ad esempio Gattuso e Pirlo sono amici oramai da tanti anni grazie alla sfera di cuoio, che ha permesso loro di condividere tante avventure, tanti successi e sicuramente tante discussioni sul terreno di gioco. La trafila delle na- zionali giovanili, i dieci anni al Milan di cui otto in na- zionale maggiore con cui è arrivata l’ultima ed indimenticabile Coppa del Mondo in Germania costitui- scono soltanto una parte di una grande amicizia conti- nuata per fortuna anche al di fuori del terreno di gioco. Al fischio d’inizio però due grandi amici si dimentiche- a partita tra Juventus e Napoli è sempre molto ranno di tutto questo perché il prato verde è un campo di battaglia, sportiva si intende. La concentrazione sarà ri- L sentita dalle rispettive tifoserie. Quest’anno la grande novità riguarda i due allenatori, Pirlo e volta esclusivamente al contenimento e all’annullamento Gattuso, che da ex compagni di squadra al Milan ed in dell’avversario, ma soprattutto al conseguimento del ri- Nazionale si affronteranno per portare a casa i tre punti. sultato finale. È con Antonio Giordano, giornalista del “Corriere dello Dopo ci sarà tutto il tempo per abbracciarsi, scherzare, Sport”, che abbiamo voluto parlare dei due allenatori e prendersi in giro, mangiare qualcosa insieme. Nei 90’ per di questa particolare ed interessante sfida in campo ed i due, Gattuso e Pirlo, il pensiero sarà soltanto uno: vin- in panchina. cere. Che Napoli è quello che abbiamo visto in questi sabato 3 ottobre 2020 7
“ “ Gattuso ha un impegno Pirlo sembrava uno che si ed una dedizione alla piangeva sempre causa unici. Al Napoli sta addosso, ma con tutto dimostrando il suo valore. il rispetto della madre Vederlo al posto era un gran figlio di… di Ancelotti fa sempre Era capace di prendermi effetto, è stata in giro mesi e mesi, stare una svolta con lui era divertente. generazionale Gli ho tirato più cinquine io che Bud Spencer a Terence Hill mesi con Gattuso alla guida? «È una squadra interlocutoria, che ancora deve trovare una sua precisa identità. Ma credo che la cosa importante ora sia capire come far convivere Osimhen e Mertens senza dan- neggiare l’equilibrio tattico dello schieramento». Guardando al recente dibattito su quale modulo sia migliore al momento per il Napoli, crede che sia proprio quello a determinare l’esito di una stagione o c’è bisogno di altro? «Costituisce sicuramente una parte del gioco ma non è de- terminante. Le componenti sono tante: la forza della squadra; l’alchimia tra i giocatori; la capacità dell’allenatore; le com- binazioni; l’ambiente stesso. Il modulo ha un suo valore ma non è un valore assoluto e decisivo». È giusto parlare di nuovo ciclo con un allenatore in scadenza che, a quanto pare, non sarebbe riuscito ad accordarsi col presidente De Laurentiis? «Ritengo sia un falso problema, perché tranquillamente si può avviare un nuovo ciclo con un allenatore in scadenza che rinnova nel corso della stagione. I cicli hanno bisogno di tempo per definirsi, basta poco per capire che si è fatti ancora l’uno per l’altro. Non credo che Gattuso sia in discussione». Passando a Pirlo, cosa riuscirà a dare alla squadra con la sua grande esperienza da giocatore e gli studi al settore tecnico essendo la sua prima avventura in veste di allenatore? 8 sabato 3 ottobre 2020
«Impossibile prevederlo, sappiamo soltanto di essere al cospetto di uno che da giocatore è stato un genio. Si porta die- tro una conoscenza calcistica che è indiscutibile ma adesso per lui, così come per tutti gli altri ex giocatori che diventano al- lenatori, è partita una nuova avventura in cui non dovrà più ragionare per sé all’interno di un contesto di squadra ma do- vrà fare ragionamenti collettivi per guidare un gruppo intero di calciatori. Sono esperienze diverse ma lui è avvantaggiato dal fatto di essere stato a livelli inarrivabili o quasi un cal- ciatore straordinario». Avrebbe mai immaginato che la Juventus affidasse la panchina ad un tecnico sì inesperto ma che al- l’ambiente ha dato un grande contributo visto che il ciclo di vittorie consecutive in campionato è par- tito proprio dal suo acquisto a parametro zero? «Non l’avrebbe immaginato nemmeno Pirlo di diventare allenatore della prima squadra visto che era destinato al- l’Under 23. È un fatto insolito e sorprendente che si porta die- Lippi parla tro qualche piccola incognita. È una traccia nuova che la Ju- ventus si sta dando nell’ultimo periodo, anche se già in passato di Andrea è successo che la società bianconera “rischiasse” con allenatori non fatti e finiti. Siamo tutti un po’ curiosi di vedere cosa possa fare Pirlo in questa nuova veste». e Gennaro Quanto può contare nella gestione di uno spoglia- toio la fama di grande calciatore? «Esistono spesso luoghi comuni nel calcio che Pirlo può ab- battere come ha fatto Zidane al Real Madrid. Sembrava un’incognita ma alla fine il tecnico franco-algerino ha vinto tre Champions consecutive con una grande squadra, dimo- strando grande capacità gestionale. Iniziare con un organico di grande livello è sicuramente un vantaggio ma la fama di grande calciatore non basta». Juventus-Napoli è anche la sfida tra due ex compa- gni di squadra al Milan e in Nazionale, nonché grandi amici al di fuori del campo, che ora siedono Su Pirlo su due panchine rivali. Che sensazione può esserci ad “Tante volte guardavo Pirlo, essendo una guida avere un amico come avversario? in mezzo al campo, e lui mi diceva ‘ok glielo dico’ «Quando comincia una partita, le amicizie vanno messe prima ancora che io gli dicessi cosa volevo che da parte. Immagino che il rapporto tra Gattuso e Pirlo sia riferisse ai compagni. Ha una predisposizione qualcosa di pregnante e concreto. Hanno rappresentato insieme naturale uno dei momenti più belli del calcio italiano, regalando al Paese una soddisfazione indimenticabile. In questi giorni Su Gattuso forse ci avranno anche scherzato un po’ su, pensando l’uno a “Rino è il più grande di tutto il gruppo che vinse come fregare l’altro in senso sportivo. Sarà una partita dal la Coppa del Mondo. È un ragazzo eccezionale, punto di vista calcistico ricca di grandi suggestioni». forse è quello che mi somiglia di più. Non si fissa. Che partita si aspetta tra Juventus e Napoli? Sarà Se vede che qualcosa non quadra, cambia. Si importante anche per capire se il Napoli può ambire ravvede. Anche io ero così ad obiettivi più importanti del quarto posto oppure indipendentemente dal risultato è giusto che l’obiet- sabato 3 ottobre 2020 9
tivo rimanga quello? Lei è per il modulo con cui il Napoli si sentirebbe a «Credo che sia troppo presto per capire, ma al tempo stesso suo agio o a favore di un cambiamento tattico? ritengo che delle indicazioni di carattere psi- «Sono cose a cui può rispondere l’allenatore cologico si potranno avere. Per il Napoli che vede la squadra tutti i giorni. Se uno ha uscire da Torino con una prestazione con- chiara una cosa, è quella che va fatta. Non so se fortante con un risultato magari importante questo Napoli sappia fare solo il 4-3-3, perché può spostare il livello di autostima». a volte ci fossilizziamo su certe tesi. Del Na- Ha qualche ricordo particolare ri- poli di Sarri non è rimasto più nulla. Può guardo a questa sfida? sembrare una ricerca della nostalgia ma anche «Per me sono state sempre belle partite. a Gattuso piace questo modulo. Gli allenatori Questa però sarà una partita diversa perché devono fare quello che sanno fare meglio». il mondo è cambiato ed è giusto che le atten- Per chiudere, una considerazione sul zioni, le emozioni, le paure e la speranza ri- dualismo Meret-Ospina. Da che parte guardino altri aspetti della vita. Dal punto sta? di vista emozionale mi è rimasto impresso il «Se c’è un ruolo in cui i dualismi rischiano famoso 3-2 a Torino nel 2009, per quanto di fare male è quello del portiere. È chiaro però riguarda l’importanza invece l’1 a 0 nel che in un calcio soffocante con partite ogni tre 2018 con gol di Koulibaly. Mentre quella del giorni, perché dopo la sosta si giocherà di con- 2009 è stata una partita fine a se stessa che tinuo, il turnover offre l’opportunità di accon- ha rappresentato la rivincita del tifoso na- tentare tutti i giocatori. Io sospetto che sia un poletano che dopo 23 anni vede realizzare l’aspirazione di dualismo un po’ farlocco, cioè che Gattuso stia aspettando che vincere a Torino, quella del 2018 per una settimana ha la- Meret esploda completamente dal punto di vista tecnico e sciato ipotizzare una rivoluzione che purtroppo non si è più della personalità, anche perché sul piano del talento tra lui ed verificata». Ospina non c’è partita». 10 sabato 3 ottobre 2020
TESTIMONE DEL TEMPO di Mimmo Carratelli Da Pelvi a Meret la carrellata dei portieri azzurri La carica dei 61 Salvo fatali errori e deplorevoli di- menticanze sono 61 i portieri nella storia del Napoli dal 1926 ad oggi. Il milanese Vittorio Pelvi è stato il primo. Hanno lasciato un segno pro- fondo il vercellese Giuseppe Cavanna, il modenese di Bomporto Arnaldo Sentimenti, il bergamasco Giuseppe Casari, il monzese Ottavio Bugatti, il milanese Walter Pontel, il varesino Pacifico Cuman, il lucchese Claudio Bandoni, il friulano Dino Zoff, il luc- chese Pietro Carmignani, il milanese Luciano Castellini, il torinese Clau- dio Garella, il romano Giuliano Giu- 1 liani, il pisano Giovanni Galli, l’ischitano Pino Taglialatela, lo sta- Foto 1 Vittorio pelvi, il primo portiere del Napoli al centro con il cappel- biese Gennaro Iezzo, l’abruzzese lino Morgan De Sanctis, il madrileno Foto 2 Il vercellese Giuseppe Cavanna Pepe Reina, il brasiliano Rafael Ca- Foto 3 Giuseppe (Bepi) Casari mitico portiere del dopoguerra bral Barbosa. E siamo ai portieri di Foto 4 arnaldo Sentimenti (Sentimenti oggi, l’udinese Alex Meret, il colom- II), il modenese amato dai napo- biano David Ospina e Nikita Contini. letani Foto 5 ottavio Bugatti, il gatto volante, 2 per pesaola il più forte portiere in azzurro Il primo “giaguaro” vanna, zio di Piola per parte materna, Foto 6 Claudio Bandoni, tre anni in az- zurro senza saltare una partita e il para rigori cresciuto nella Pro Vercelli. Giocò Foto 7 Dino Zoff, un esempio di capacità Dopo Pelvi (1926-29, di rincalzo Ar- tutta la sua carriera nel Napoli dal e signorilità in campo e fuori mando Favi), apparve Archimede Va- 1929 al 1936. Fu il primo “giaguaro”, leriani di Reggio Emilia (1928-29) e, nomignolo che gli dettero i tifosi na- Marietti e Alfieri. subito dopo, il primo grande portiere poletani. Spesso giocava con una cop- Straordinaria la storia di Arnaldo della storia azzurra, Giuseppe Ca- pola in testa. Portieri di riserva Sentimenti, il secondo dei cinque fra- 12 sabato 3 ottobre 2020
telli Sentimenti che giocarono tutti a calcio. Trascorse a Napoli tutta la sua vita. Abitava in una bella casa al Vo- mero, la collina dove visse per più di sessant’anni, dal 1934 al 1997. Fu un portiere para-rigori. Sposò una napo- letana ed ebbe due figlie, Maria Ro- saria e Luciana. È stato uno dei giocatori più amati della storia del Napoli (1934-43). Con Sentimenti II, i rincalzi furono Mosele, Pipan e Bra- glia. Casari e la parata col sedere 3 Bugatti il preferito da Pesaola Giocarono tra i pali azzurri Giacomo Blason (1940-42), Sergio Chellini Cuman (1959-69), ragazzone di pelle (1946-50) e Francesco Mazzetti chiara, timido, disciplinato, fisico ro- (1950-51) prima dell’arrivo di Giu- busto. Il Napoli lo prese come por- seppe Casari (Morselli e Dreossi i tiere di riserva di Bugatti. rincalzi), mitico portiere degli anni Successivamente fu il secondo di Pon- del dopoguerra al Vomero (1950-53). tel e Bandoni. Ebbe un po’ di spazio Memorabile una parata col sedere nel torneo 1962-63. Cuman rimase a che impedì a Praest di segnare il 3-0 per la Juve favorendo la rimonta del Napoli (3-2). 4 Bruno Pesaola, parlando del calcio dei suoi tempi, ha sempre sostenuto che sua abitazione a Salerno. era stato Ottavio Bugatti (di rincalzo Claudio Bandoni giocò tre campio- Fontanesi), il gatto volante, il portiere nati nel Napoli (1964-67) senza sal- azzurro più forte. Giocò nel Napoli tare una partita. Un beniamino dei otto campionati (1953-61). tifosi azzurri. Fu il portiere della pro- Un eterno secondo è stato Pacifico mozione in serie A nel 1965. Quando Bandoni, col Mantova, tornò da ex ebbe un applauso scrosciante al “San 5 Napoli otto anni totalizzando 28 pre- senze e subendo 27 reti. Un altro por- tiere in seconda del Napoli è stato il brianzolo Riccardo Piscitelli. 7 Pontel e Bandoni prima di Zoff Paolo” e pareggiò il conto con Zoff Di passaggio il milanese Walter Pon- che ne prese il posto: la partita ter- tel (82 gare, 1961-64), morto nel minò con un pareggio a reti inviolate. 6 2003 in un incidente stradale sotto la Dino Zoff arrivò dal Mantova per sabato 3 ottobre 2020 13
giama. Teneva la porta sempre sgom- famosi un suo intervento col sedere e bra di ogni oggetto: non vi lasciava uno in rovesciata per salvare la porta. cadere mai né i guanti, né il cappel- I suoi errori furono definiti “garel- lino. Portava le ginocchiere e i panta- late”. Giuliano Giuliani (1988-90) è loncini imbottiti di gommapiuma. Il stato il portiere del secondo scudetto. suo hobby erano le passeggiate a ca- Vinse anche la Coppa Uefa 1989. vallo in montagna. Giocò sino ai qua- Usava un paio di guanti speciali che si ranta anni. Portiere d’azzardo, faceva venire dalla Germania. Dise- 8 protagonista di parate volanti e spet- gnava capi d’abbigliamento sportivo. 2 Famose le maglie coloratissime che 120 milioni. Diceva: “Le mie sono fece indossare ai portieri Pagliuca, mani grandi di contadino. Sono un Taffarel, Galli, Peruzzi. Per sé dise- uomo dei campi, parlo poco. Da ra- gnò una sgargiante maglia con un gazzo mi sono già sentito un uomo di cerchio sul petto e, dentro, una stella mezza età”. Il suo idolo era il portiere 9 gialla a cinque punte. inglese Gordon Banks. Nel Napoli ri- Giovanni Galli (1990-93) faceva del mase cinque stagioni (1967-72). tacolari, di uscite fulminee e corag- Giocò 143 partite di seguito la- giose sui piedi degli avversari. Fu per sciando che, in panchina, lo guardas- tutti “il giaguaro”. Fiore, Cerciello e sero incantati Cuman e poi Trevisan, Di Fusco furono i suoi “secondi”. i portieri di riserva. Nel campionato Una curiosità su Raffaele Di Fusco, 1970-71 rimase imbattuto dalla casertano di Riardo, eterno “secondo prima giornata per 590 minuti. Fu nel Napoli (1983-85, 1986, 1993-98). ceduto alla Juventus per 320 milioni L’11 giugno 1989, ad Ascoli, Ottavio più Carmignani. Bianchi lo fece giocare centravanti dal 79’ al posto di Careca. Carmignani “mani di fata” e poi “Giaguaro” Castellini Garellik scudetto e parate… Pietro Carmignani detto Gedeone, Giuliani anche l’Uefa 10 giocò nel Napoli cinque campionati in Il portiere del primo scudetto è stato serie A, 144 presenze (1972-77). Lo Claudio Garella (1985-88). Parava piazzamento la sua arma migliore, chiamavano “mani di fata” per la con tutte le parti del corpo. Rimasero freddo e paziente tra i pali. In pan- presa difettosa. Dopo il Napoli andò china, con Sansonetti, fremeva Ta- alla Fiorentina. Nei suoi anni, furono gliatatela che divenne titolare con la portieri di riserva Nardin, Favaro e cessione di Galli al Torino. Pasquale Fiore. Ischitano, cresciuto nel vivaio az- Un personaggio francescano, somi- zurro e ammaestrato da Luciano Ca- gliante proprio a un frate, lungo, stellini, Giuseppe Tagliatela debuttò secco e con la chierica, è stato il pi- nel Napoli a 21 anni, tre partite nella sano Massimo Mattolini (29 pre- stagione ’90-’91, lanciato da Bigon. senze, 1977-78). Poi a Palermo e a Bari a “farsi le ossa”. Luciano Castellini, campione d’Italia Quindi, stagione 1993-94, portiere ti- 1976 col Torino di Pulici e Graziani, tolare azzurro, a 24 anni, con Mar- sbolognato dal club granata a 33 anni cello Lippi allenatore. Otto stagioni dopo otto stagioni, visse a Napoli una nel Napoli (194 partite: 1990-91 e seconda giovinezza giocando in sette 1993-99). Volava tra i pali e fu chia- campionati (1978-85). Alla vigilia 11 mato Batman. delle partite indossava lo stesso pi- Dopo di lui, portieri con poca storia: 14 sabato 3 ottobre 2020
Foto 8 pietro (Gedeone) Carmignani pool (otto anni) prima di arrivare a dalla Juventus nell’affare Zoff Napoli lasciando la squadra azzurra Foto 9 luciano “giaguaro” Castellini, grande longevità e imbattibile tra per una breve parentesi da portiere di i pali riserva al Bayern Monaco, rientrando Foto 10 Giuliano Giuliani, uno scudetto, la a Napoli che ne aveva fatto un idolo coppa e… la sfortuna Foto 11 Claudio Garella, il portiere del (2013-14 e 2015-18). Gli fece da “se- primo scudetto condo” Rafael Cabral Barbosa (2013- Foto 12 Francesco Mancini, il preferito da 18), giunto dal Santos, che divenne Zeman Foto 13 Morgan De Sanctis da giramondo titolare l’anno in cui Reina andò in all’approdo a Napoli Germania avendo come rincalzo il gi- Foto 14 Gennaro Iezzo: tecnica, abnega- gante argentino Mariano Andu- zione e amore per la maglia jar,1,94. In quegli anni giocò una sola partita Luigi Sepe di Torre del Greco, 1,95. 12 E siamo ai giorni nostri con Alex Meret, Ospina, Karnezis e Nikita Luca Mondini (1998-99 e 2000-01), Contini (1,90) che è nato in Ucraina Alessio Bandieri (1999-00), Ferdi- da padre italiano e madre ucraina. nando Coppola (1996-00), Francesco Il ruolo di portiere, dopo l’arrivo di Mancini (2000-03), Alberto Fontana numerosi stranieri (nove su venti, (2001), Marco Storari (2002-03), oggi, in serie A), sta riproponendo Emanuele Manitta (2003-04), Pier- giovani “numeri uno” da Gianluigi luigi Brivio (2003-04). Donnarumma (21 anni) ad Alex Emanuele Belardi di Eboli è stato il Meret (23), ma anche Alessio Cragno primo portiere dell’era De Laurentiis. (26 anni) e Matteo Perin (28), mentre Rimase solo cinque mesi (2004), so- s’affaccia per la prima volta alla ri- stituito da Matteo Gianello, 1,89, ve- 13 ronese di Bovolone (2004-11). la nazionale under 21. Portiere al Si- viglia e al Galatasaray prima di rien- Iezzo dalla A alla C trare in Italia al Napoli (2009-13). Ha per amore di Napoli lasciato il segno del record assoluto Gennaro Iezzo, stabiese, lasciò la di imbattibilità casalinga fra i portieri serie A per giocare col Napoli in serie del Napoli con 799 minuti, superando C. Sei anni in azzurro (2005-11), por- Castellini e Zoff. Con De Sanctis, il tiere della scalata dalla C alla mas- portiere di rincalzo fu Antonio Rosati sima serie. Gli infortuni di Iezzo e di Tivoli. Gianello dettero via libera a Nicolàs Navarro, argentino di rispettabile al- tezza (1,91), primo portiere straniero Il leader spagnolo Reina tra i pali del Napoli (2008-09). Giocò Il dualismo Meret-Ospina 14 solo 22 partite. José Manuel Reina, detto Pepe, figlio Morgan De Sanctis, abruzzese di di Miguel Reina, a sua volta portiere Guardiagrele, delizioso paese in col- dell’Atletico Madrid, è stato il gi- balta della serie A il novarese Lo- lina della provincia di Chieti, 1,90 di gante buono, voluminoso (92 chili) ed renzo Montipò, 24 anni, 1,92, altezza, arrivò dal Siviglia per 1,5 mi- entusiasta, di grande presenza sce- portiere del Benevento, il meno bat- lioni di euro. Nel 1997, la Juventus nica, un leader tra i pali e nello spo- tuto nel campionato cadetti (23 gol in l’aveva preso dal Pescara per 10 mi- gliatoio. Aveva giocato nel 36 partite). Sarà la rivelazione del liardi di lire. Campione d’Europa con Barcellona, nel Villarreal e nel Liver- campionato appena iniziato. sabato 3 ottobre 2020 15
AGORÀ – DIALOGO RAGIONATO SUL CALCIO Dino Zoff Il numero uno dei numeri uno Il capitano dell’Italia Mundial parla del ruolo più difficile e più romantico del calcio, elencando le qualità indispensabili per un portiere ed arrivando al racconto della sua parata più bella Intervista di Bruno Marchionibus E ssenziale e diretto nel rispondere ad ogni do- manda così come era tra i pali nel neutralizzare i tiri avversari, quando riusciva a far sembrare fa- cili anche le parate impossibili, Dino Zoff per i tifosi di tutte le latitudini non è stato solo un portiere, ma il por- tiere. Una carriera irripetibile quella del numero uno friu- lano, capace di alzare la Coppa del Mondo da capitano a 40 anni, ma soprattutto di essere amato e stimato, in un mondo come quello del calcio fatto di rivalità e divisioni, da ogni singolo appassionato al di là dei propri colori e della propria “fede”. Ascoltare Zoff, che da giocatore ha vinto tutto e che da commissario tecnico portò l’Italia a 30 secondi dal vincere l’Europeo, trofeo che egli stesso si era aggiudicato da calciatore, vuol dire ascoltare una leg- genda, ed è al contempo un privilegio ed un’emozione. Ognuna delle sue parole, infatti, è pensata e soppesata, e da ognuna di esse traspaiono chiare la serietà, la compe- tenza e l’amore per il calcio di un uomo che con le sue pa- rate ed il suo modo di essere è entrato a far parte della storia non solo dello sport ma anche del Paese. Chi non ri- corda il francobollo disegnato da Renato Guttuso con le braccia di Zoff che reggono la Coppa del mondo del 1982? Lei, nel suo ruolo, è stato il più forte di tutti. Ma, in generale, quali sono le caratteristiche per essere un buon portiere? «Prima di tutto fisico, coordinazione, forza esplosiva; direi che queste sono qualità basilari per un estremo difensore. Dal tiri, ma bisogna avere la capacità di reagire immediatamente punto di vista tecnico naturalmente è importante avere una senza abbattersi». buona presa, e poi un bravo portiere deve mostrare talento nel Negli ultimi anni si dà sempre più importanza, nella prendere le decisioni giuste. È fondamentale, inoltre, avere un ca- valutazione di un portiere, all’abilità nel gioco con i rattere forte; a volte può capitare di subire due gol su altrettanti piedi. Qual è il suo parere in merito? sabato 3 ottobre 2020 17
«Io credo che la cosa principale per un numero uno sia sa- per stare in porta, avere quindi buone doti di presa e di uscita e possedere un buon tempismo. Ovviamente non sono contrario al fatto che gli estremi difensori sappiano anche giocare con i piedi; questo è sicuramente un quid in più che, però, a mio parere non può essere considerato una componente primaria nel giudizio sul giocatore. Magari al giorno d’oggi si guarda di più al gioco coi piedi perché i portieri vengono impegnati poco dal punto di vi- sta delle parate (ride, ndr)». A Napoli la discriminante del gioco con i piedi sta avendo un peso notevole nelle scelte di mister Gattuso circa il ballottaggio tra Ospina e Meret. Secondo lei un’alternanza tra portieri può essere uno stimolo per i due giocatori o rischia invece di togliergli sicurezze? «Beh, io penso che i portieri devono essere capaci di trovare la sicurezza in tutte le condizioni. Nel caso specifico, tuttavia, Meret, che è un ragazzo con prospettive future ottime, essendo giovane avrebbe più bisogno di giocare in modo da poter fare esperienza». Forse in un ruolo così delicato si è troppo restii a dare non ci sono preclusioni di questo tipo in nessun ruolo. Portieri o spazio ai giovani, tendendo a privilegiare chi l’espe- non portieri, i giocatori rappresentano fin da subito un patri- rienza già ce l’ha? monio delle proprie società e quindi godono di considerazione in «No, onestamente non credo. Secondo me nel calcio attuale qualsiasi ruolo giochino». Tornando a Meret, il ragazzo è ormai stabilmente convocato dal c.t. Mancini. Crede che il numero uno azzurro potrà dire la sua anche in Nazionale o Don- narumma ha qualcosa in più? «Diciamo che Donnarumma nel Milan gioca con continuità ed è titolare fisso da ormai diverse stagioni, di conseguenza ora come ora è un po’ più avanti, ma per il semplice motivo che ha avuto la possibilità di accumulare più esperienza sul campo. Come valore assoluto dei giocatori, ad ogni modo, considero sia Meret che il portiere rossonero due ottimi estremi difensori». Lei è stato capitano sia alla Juve che in Nazionale. Per un portiere, lontano dal centro del gioco, è più diffi- cile portare la fascia? «Sicuramente il fatto di essere relegato in area ed essere spesso lontano dall’azione a volte può complicare le cose quando c’è da intervenire. Consideriamo, però, che un buon portiere è una figura dotata di carisma con qualità di leadership, nonché un soggetto dotato di grande forza morale». E, a proposito di carisma, con il compito di guidare la propria difesa… «Mah, guidare la propria difesa in realtà è un falso problema. Il numero uno guida i “suoi” difensori quando l’azione è lon- tana, mentre quando la palla è nei pressi dell’area, più che al- tro, deve far sentire al reparto la propria presenza e la propria personalità. E i difensori, dal canto loro, devono riporre fidu- cia nel proprio portiere». 18 sabato 3 ottobre 2020
Il Napoli 1969-70. Da sinistra in piedi: Zoff, Zurlini, Nardin, Monticolo, pogliana e Juliano. Accosciati: Bianchi, Vianello, Manservisi, altafini e Canzi Ma quanto è cambiato rispetto ai suoi tempi il ruolo Guardando proprio all’Italia, sempre più squadre della del portiere? nostra Serie A si affidano a estremi difensori stra- «Per quanto riguarda gli aspetti basilari, non credo ci siano nieri… stati grandi cambiamenti. Forse, ad oggi, per un portiere le uscite «Beh, penso dipenda semplicemente dal fatto che il calcio ri- basse presentano maggiori insidie. Gli attaccanti di una volta, sente come tutti i campi della globalizzazione, vive cambiamenti infatti, anche nell’uno contro uno cercavano semplicemente il gol; ed è in continua evoluzione. Ultimamente, per esempio, ci sono quelli attuali, invece, sono molto più smaliziati e spesso partono stati e ci sono ancora tanti portieri brasiliani bravi, il che una già con l’idea di spostare il pallone, trovare lo scontro col numero volta sarebbe stato difficilmente immaginabile». uno avversario e guadagnarsi un calcio di rigore, e questo può Giudica, ad ogni modo, sempre alto il livello dei por- creare non pochi problemi agli estremi difensori». tieri di casa nostra? Un altro fattore che ha complicato la vita dei portieri «Assolutamente, stiamo tornando ad avere una buona scuola. può essere quello relativo ai palloni moderni? I giovani interessanti sono molti, da Donnarumma e Meret di «In realtà i palloni in senso proprio non sono cambiati, in cui abbiamo parlato prima a molti altri ancora. Direi che non quanto la sfera deve essere sempre del peso e delle misure previ- siamo messi per nulla male...». ste; quello che è stato modificato è l’elasticità dell’oggetto. Te- A proposito di questo, circa un anno fa a Coverciano niamo presente che in Inghilterra, per esempio, negli anni ‘70 si è stato inaugurato il corso riservato alla figura del- giocava con dei palloni simili a quelli che abbiamo oggi anche l’allenatore dei portieri. Cosa ne pensa? in Italia». «Come in tutti i settori, è giusto che ad insegnare ci sia qual- cuno davvero esperto di quell’ambito. Negli ultimi tempi, come dicevamo in precedenza, si è riservata grande attenzione a come un portiere gioca con i piedi parlando poco, invece, delle qualità di presa o della bravura nelle uscite alte. Credo sia giu- sto quindi tornare a concentrarsi prima sulle cose basilari e sui fondamentali, che restano l’aspetto più importante». In conclusione, domanda dalla risposta scontata ma inevitabile. La sua parata più bella è quella contro il Brasile? «Certamente quella è una parata che è stata tanto difficile quanto decisiva, e quindi è ricordata in maniera particolare da tanti e anche da me». sabato 3 ottobre 2020 19
L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus Il Napoli e la strategia dei portieri Due primi portieri per Gattuso che stenta a dare fiducia al giovane friulano talentuoso Meret scegliendo il colombiano Ospina per la sua migliore propensione al “gioco con i piedi” nche in questa stagione, come nelle due prece- mento quindi dal punto di vista tecnico ma anche, come A denti, sembra proprio che il Napoli vedrà al- ternarsi tra i pali il “predestinato” Meret e spesso accade per la società azzurra, da quello econo- mico. l’esperto Ospina. Ospina è invece considerato il classico Abilità nel gioco con i piedi, personalità e capacità di “usato sicuro”, un giocatore di espe- guidare la difesa sono le doti che l’allenatore rico- rienza (32 anni) destinato nei piani della nosce al portiere colombiano in contrapposi- società a fare da “chioccia” al collega zione al diffuso riconoscimento di una classe più giovane nonostante non abbia innata, di una cura dei fondamentali, di una nei fondamentali del ruolo il suo grande freddezza e di un’esplosività che punto forte. Per il valore dei il giovane friulano può contrapporre giocatori, e considerando le nel duello per il posto da titolare. cifre in circolazione, anche Si tratta di due portieri di gli ingaggi corrisposti ai grande valore, che formano due estremi difensori (1,8 una tra le migliori cop- mln a Meret e 2,5 mln a pie della Serie A, Ospina) contribuiscono a tanto che la società rendere il loro acquisto un azzurra per assicu- buon affare. rarsene le presta- Alle spalle dei due titolari, zioni ha effettuato due anni fa un che peraltro sono molto investimento importante, prelevando amici e vivono con grande Meret dall’Udinese per 26 milioni in sportività il loro dualismo, un’operazione complessiva con l’ingag- quest’anno il giovane Con- gio anche del greco Karnezis e Ospina tini ha sostituito come terzo dall’Arsenal per 3,5 milioni. portiere il greco Karnezis, ce- Con Alex (che ha 23 anni) il Napoli ha duto al Lille nell’ambito dell’affare Osim- fatto un acquisto valido per il presente hen. ma anche e soprattutto per il futuro, La partenza dell’ex Udinese è stata una assicurandosi uno dei portieri in pro- operazione dettata da esigenze di bilan- spettiva più forti d’Italia e non solo, che cio più che tecniche, visto che oltre a ri- grazie alle sue qualità vedrà crescere ulte- durre lievemente il monte ingaggi riormente anche il proprio valore (stipendio di 0,8 mln per Karnezis e 0,5 di mercato: un ottimo investi- mln per Contini) ha assicurato al Napoli sabato 3 ottobre 2020 21
una discreta plusvalenza (cessione per 5 milioni, nono- stante il greco non abbia praticamente mai giocato, a fronte di un valore residuo a bilancio di circa 0,5 mln). L’avvicendamento nel ruolo di terzo portiere del Na- poli porta con sé anche un altro dato positivo: con Ni- kita Contini (24 anni) ci si affida a un giovane estremo difensore proveniente dal vivaio azzurro, che si è già messo in buona luce nelle serie inferiori (quasi 120 par- tite tra B e C) e che con l’ingresso nella rosa di prima squadra potrà soltanto accrescere la propria cifra tec- nica e il proprio valore di mercato. Si tratta di un aspetto importante, soprattutto se si considera che negli ultimi anni le squadre italiane si sono rivolte sempre più a giocatori stranieri anche per ricoprire il delicatissimo ruolo del portiere, con la con- seguenza che, soprattutto a certi livelli, per i giovani estremi difensori di scuola italiana si sono sempre più ridotte le opportunità di mettersi in mostra. E questo nonostante per storia e tradizione la nostra “scuola” dei portieri sia probabilmente la migliore al mondo. Se inizialmente sono state soprattutto le grandi del no- stro campionato a fare ricorso ai portieri stranieri, quasi sempre di alto livello, oramai quasi tutte le squa- qualitativo delle loro squadre. Spesso però arrivano nel dre schierano, come titolari o come riserve, numeri uno nostro campionato giocatori “normali”, ai quali di certo provenienti da oltreconfine. molti giovani portieri provenienti dai settori giovanili Nello scorso campionato tra le prime sette classificate delle nostre società hanno poco da invidiare. solo Atalanta e Milan hanno avuto tra i pali un titolare Estremi difensori come Gollini, Cragno, Montipò, Au- italiano, il Napoli come sappiamo ha alternato Meret dero e i più esperti Sepe, Silvestri e Cordaz sono l’esem- ed Ospina, mentre la Juventus, l’Inter e le romane si pio lampante di come la scuola italiana possa ancora sono affidate a portieri stranieri. produrre ottimi portieri se ai giovani vengono date fi- Attualmente sui sessanta portieri delle venti compa- ducia e la possibilità di giocare e fare esperienza. gini di serie A ben 24 sono stranieri, e solo in cinque E la scelta della società azzurra di puntare su Meret squadre tutti e tre gli estremi difensori in rosa sono (anche se per ora in alternanza con l’esperto “El pa- italiani. tron” Ospina) va considerata proprio in questa ottica. Tra i portieri acquistati all’estero ci sono grandi cam- Una scelta onerosa, se si pensa che il giovane friulano pioni e ottimi giocatori che possono innalzare il livello del Napoli è il portiere di Serie A che è costato di più, e che testimonia come la società azzurra creda cieca- mente nelle sue potenzialità. Ma anche una scelta ocu- lata, visto che recentemente l’osservatorio calcistico del CIES ha inserito Meret al decimo posto, primo tra gli italiani, nella classifica mondiale dei portieri con il va- lore di mercato più alto. Il futuro insomma inevitabilmente è di Alex e speriamo che lo viva il più a lungo possibile nella nostra squadra per riprendere la tradizione dei grandissimi portieri italiani che hanno vestito la maglia del Napoli e della nazionale, come il campione del mondo Giuseppe Ca- vanna, Ottavio Bugatti, il “Giaguaro” Castellini e so- prattutto l’immenso Dino Zoff. 22 sabato 3 ottobre 2020
IL CALCIO VISTO DALLE DONNE Alessia Bartiromo Il rituale familiare e la partita di calcio “Chi ama non dimentica”, dedicato a Roberto Sosa, è un racconto autobiografico inserito nella raccolta “Interrompo dal San Paolo” di Marina Topa hi ama non dimentica” è il titolo del racconto “C con il quale Alessia Bartiromo, giornalista te- levisiva e della carta stampata, oltre che tele- cronista, ha collaborato alla stesura di “Interrompo dal San Paolo”, curato da Pietro Nardiello, insieme ad altre diciannove donne provenienti da diversi ambienti la- vorativi ma con in comune una vera e propria profes- sione, anche se non prevede pensionamenti: essere tifose del Napoli! L'esperienza ci insegna che l'amore del tifoso per la sua squadra è tra quelli meno suscettibili all'infedeltà e questa affermazione è sostenuta anche dalla testimo- nianza di Alessia: quello per il Napoli è un amore tra- smesso nel DNA da generazioni ed interiorizzato dall'esempio quotidiano degli adulti di famiglia. Anche il suo racconto, come gli altri, testimonia che l'amore per la squadra del cuore di fatto è uno degli strumenti più validi per trasmettere valori essenziali come i sentimenti, il rispetto per la condivisione di ideali e per gli stati emotivi dell'altro, la tradizione, la conoscenza della cultura del popolo di appartenenza. Gli aneddoti di “Interrompo dal San Paolo” sono tutti legati al modo di vivere il calcio nella maggior parte delle famiglie partenopee, vissuti e narrati con animo femminile; leggendoli quasi tutti possiamo ritrovarci nell'elemento autobiografico dell'autrice. Nel racconto 24 sabato 3 ottobre 2020
le vibrazioni a distanza e ne ho un ricordo bellissimo. Mia nonna era meno tifosa della signora Anna, il suo coinvolgi- mento calcistico era legato soprattutto all'amore per i singoli membri della famiglia ed al ruolo che il tifo per il Napoli giocava nell'unità della famiglia stessa. Ricordo poi il diverso modo di vivere la promozione di categoria della squadra: per della Bartiromo, specialmente per le donne non pro- noi giovani era un'esplosione di gioia mentre per i più adulti, prio giovanissime, è facile condividere la consapevo- che avevano vissuto il Napoli di Maradona, non poteva es- lezza del ruolo aggregante del calcio con la figura della sere così». signora Anna, la nonna, e la saggezza nell'utilizzarlo Tra i racconti sentiti su Maradona e la tua cono- con una maestria (perdonino gli uomini) tutta femmi- scenza del Pampa sicuramente un calciatore ar- nile. È dedicato alla sua famiglia e ruota attorno a Ro- gentino rappresentava una garanzia. Per affrontare berto Sosa, l'attaccante argentino che ha segnato il goal i 90 minuti di gioco con serenità, però, è necessa- con il quale il Napoli ha riconquistato la serie B. Con rio anche aver fiducia nel portiere... Da quando hai sensibilità descrive come quel giorno, che per un bam- iniziato a seguire il calcio chi è stato per te il “num- bino al quale è stato negato di andare allo stadio era ber one” dei portieri? destinato a restare nella memoria come uno dei più tri- «Da sempre sono stata molto legata ai portieri del Na- sti della sua vita, grazie all'amorevole intervento della poli. Fin da piccola andavo in curva e lì c'è proprio una vi- nonna riesce a trasformarsi in uno dei ricordi più belli cinanza fisica con il portiere. Nello svolgimento del mio la- ed entusiasmanti. voro ho avuto anche l'opportunità di incontrare in più L'autrice evidenzia un altro elemento importante: occasioni Pino Taglialatela: una persona eccezionale a tutto quanto profonda sia stata l'umiliazione che molti tifosi tondo! Lo considero un simbolo della storia del Napoli ed è hanno vissuto con la retrocessione e quanto sia stato lui il mio “number one”». dignitoso il saper contenere l'esplosione di gioia nel Condividi il dualismo tra Meret e Ospina o credi riavvicinarsi alla serie A. Poteva apparire scontato il ri- che ci dovrebbe essere una gerarchia ben definita? torno nella massima serie per una squadra come il Na- In tal caso su chi dei due punteresti? poli ma di fatto non lo era e «È sicuramente un duali- di sicuro il contenimento del- smo molto particolare che so- l’entusiasmo era un modo per prattutto in Serie A raramente sconfiggere la paura di non abbiamo visto, anche conside- farcela! rando che quasi sempre c'è al- Nel tuo racconto si evince meno una propensione per uno un forte coinvolgimento dei portieri in rosa. Tuttavia emotivo, in quale dei pro- questa alternanza, con Gat- tagonisti incontriamo Ales- tuso, sta proseguendo anche in sia? questo avvio di stagione, col «Io, Alessia, sono il sotto- mister che pare ancora preferire fondo di tutto il racconto. In ogni Ospina per la sua capacità di personaggio ci sono delle sfuma- giocare coi piedi. Sicuramente ture del mio vissuto emotivo in mi dispiace per un giovane di una famiglia meravigliosa, nella talento come Meret che rappre- quale l'unione era alimentata senta il calcio del futuro non molto anche dal rituale domeni- solo del Napoli ma anche della cale scandito dalla partita del Nazionale. Credo che con una Napoli. Sono molto grata ai stagione durante la quale si di- miei familiari ed in particolare a mio nonno per avermi tra- sputeranno tante partite, ad ogni modo, si arriverà ad una smesso questa passione... In realtà i miei nonni non abitavano gerarchia più definita. Chissà, magari schierando, ad esem- nei pressi del San Paolo ma al Vomero; ricordo, però, che dal pio un portiere in campionato ed un altro nelle Coppe, in loro terrazzo vedevamo lo stadio da lontano e vivevamo tutte modo che anche Alex possa avere le sue chances». sabato 3 ottobre 2020 25
STORIE DI CALCIO Valerio Bacigalupo Un portiere moderno per il Grande Torino Una famiglia di sportivi. La passione per il calcio e la capacità di interpretare il ruolo in maniera innovativa. Gloria e scomparsa per il portiere ligure sulla collina di Superga insieme al Grande Torino Servizio di Giovanni Gaudiano a storia dei portieri italiani è piena di nomi di L rilievo. A giusta ragione si è parlato per anni di una rinomata scuola italiana degli estremi di- fensori. Non sono mai mancati campioni capaci di in- terpretare il ruolo ad altissimo livello, elencarli sarebbe una piccola impresa. A cavallo di inizio secolo l’effetto della globalizzazione ha inciso anche su quest’aspetto con tanti stranieri ingaggiati dalle società italiane ma di recente la scuola nazionale ha ripreso a sfornare i suoi talenti creando un ampio serbatoio per le squadre nazionali e la possi- bilità per le società di serie A di sce- Il Grande Torino. In piedi da sinistra: Castigliano, Ballarin, gliere giovani di va- Rigamonti, loik, Maroso, capitan Mazzola. lore e talento Accosciati da sinistra: Bacigalupo, Menti, ossola, internazionale Martelli e Gabetto senza dover passare Ed allora è stato facile pensare a lui, un grande por- le Alpi. tiere che difendeva la porta di una grande squadra: Va- È stato difficile scegliere un portiere del passato per lerio Bacigalupo. La squadra ovviamente era il Grande raccontarne la storia, la carriera ed anche l’eredità per Torino. avvalorare la teoria di un’importante scuola italiana. Come in tutte le storie che si rispettino però ad un certo punto ha prevalso l’aspetto dell’imponderabile, Una famiglia di sportivi dell’imprevisto, della tragedia, quella che trasforma di Mamma Bacigalupo diede la vita a 11 fratelli, 7 maschi solito il bravo professionista in un mito. e 4 femmine. I sette maschietti giocheranno tutti al cal- sabato 3 ottobre 2020 27
cio mentre le sorelle praticheranno comunque lo sport. 160 mila lire, così l’affare si chiude subito. Se fossero nate oggi c’è da giurare che avrebbero cal- Bacigalupo tentenna ma il fratello Manlio lo convince. cato il campo dal manto verde anche le femmine di casa Al giovane dispiace lasciare la sua Vado, la sua fami- Bacigalupo. glia, il suo mare per andare a vivere in una Torino La famiglia viveva a Vado, un fredda e nebbiosa. Alla fine accetta perché il fratello piccolo paese della provincia di gli spiega che il presidente Novo sta ingaggiando i mi- Savona, bagnato dal mare della gliori giocatori sulla piazza per formare una super costa ligure e per questo gli un- squadra. Sarà così. dici fratelli erano tutti dei buoni nuotatori. Calcio e nuoto, sport poveri alla portata di tutti e La mitica squadra di Erbstein quindi a maggior ragione di una Era partito titubante Valerio ma a Torino conosce Da- famiglia numerosa. nilo Martelli e Mario Rigamonti. Diventeranno inse- Valerio era il più piccolo e la sua parabili. Andranno ad abitare insieme e la squadra e vita sportiva fu sempre seguita dal fratello maggiore l’ambiente li chiameranno il “trio Nizza”, dal nome Manlio che aveva giocato anche lui in porta e vinto della strada nella quale c’era la loro abitazione. proprio con il Torino il campionato del 1927-28. Bacigalupo in fondo ha un carattere estroverso, è sim- patico. I tifosi gli si affezionano. Nel frattempo gioca e si afferma. È vero, si tratta di un Il rifiuto all’Argentina portiere spettacolare ma tra le sue qualità ne ha due Con quello che capita ai giorni nostri sentire che que- che lo rendono quasi un numero uno attualissimo: le sto giovane, non molto alto (176 cm) ma atletico ed esplosivo nelle sue parate volutamente spettacolari e attese dalla platea, con quei guanti enormi per le sue mani, rinunziò ad un ricco ingaggio offertogli dall’Ar- gentina che voleva concedergli la nazionalità per farlo giocare nella selección albiceleste potrebbe apparire come una leggenda ma invece si tratta di una storia vera. D’altronde sono rimaste impresse in quelle poche fo- tografie d’archivio consumate dal tempo le sue parate, a Savona gli è stato intitolato lo stadio mentre pochi ricordano che Bacigalupo non accettò quell’ingaggio di 33 milioni, una cifra decisamente importante per quei tempi, per diventare argentino. Il suo destino era un altro e non aveva nulla a che ve- dere con tutti quei sudamericani sbarcati in Europa, fa- cendo il viaggio all’opposto, proprio per giocare al football e guadagnare tanto. Arriva Ferruccio Novo Il suo destino si chiamava Torino. Il presidente dei gra- nata, che sta costruendo anno dopo anno una grande squadra, lo nota durante una partita tra rappresenta- tive regionali. Si presenta al Savona, la società che possedeva il car- tellino del giovane Valerio, e fa un’offerta per quei tempi irrinunziabile per un giovane di quasi 21 anni: 28 sabato 3 ottobre 2020
uscite spericolate a terra sui piedi degli avversari e la capacità di saper giocare con i piedi, qualità richieste A Superga dall’applicazione del Sistema, inventato da Chapman. per riconoscere Bacigalupo, il Grande Torino e la Nazionale quei ragazzi La squadra costruita da Ferruccio Novo è davvero ma- “Era otto giorni che pioveva, gica. Sono quattro gli scudetti che i granata capitanati otto giorni che pioveva! Valerio l’hanno riconosciuto dal fuoriclasse Valentino Mazzola vincono nei quattro perché vicino al suo corpo hanno trovato la tesser anni che precedono la scomparsa. Gol a grappoli, fra- a universitaria e una fotografia con noi due insiem seggio ubriacante, difesa arcigna ma capace di far ri- e. Gli sarà uscita da qualche tasca… Hanno indov partire il centrocampo con un portiere saracinesca. inato che era lui dalla foto” Piedi buoni un po’ ovunque e poi fisicità, preparazione e la conoscenza vera del calcio del tecnico ungherese Sentimenti IV di origini ebraiche Egri Erbstein, capace di sfuggire al- “Se non fosse che li abbiamo visti noi, morti, aiu- l’agguato mortale della deportazione con continui spo- tando nelle operazioni ufficia li di identificazione dei stamenti e documenti falsi ottenuti grazie all’aiuto del cadaveri, ci rifiuteremmo di credere a quanto avve- presidente Novo. nuto. Giuocatori che erano l’orgoglio della nostra In quella squadra Valerio Bacigalupo brilla come il fa- città e dell’Italia sportiva tutt a, ragazzi sani, pieni di moso quarto d’ora del Toro, momento nel quale alla salute, sprizzanti energia da ogni poro, uomini che squadra granata riusciva di sovvertire qualunque par- erano le speranze nostre pe r le lotte cogli stranieri, tita. ridotti in quelle condizioni!” Vittorio Pozzo lo chiama in nazionale e dopo un po’ ne Vittorio Pozzo diventa titolare al posto del famoso Sentimenti IV che in quegli anni giocava con la Juventus. I due saranno davvero amici, nonostante la rivalità, al punto che Ba- cigalupo portava sempre con sé una sua fotografia con Il mito perenne Lucidio Sentimenti che gli sarà trovata vicina proprio Passeranno solo 38 giorni dalla vittoria di Madrid e un dopo il disastro di Superga. nuovo viaggio aereo nella penisola iberica cancellerà di colpo il coraggio, la classe, la temerarietà nelle uscite e la plasticità dei voli, quelli sì, sui manti erbosi di Vale- rio Bacigalupo. Ha da poco compiuto 25 anni. Ha una carriera brillante che lo aspetta in serie A ed in Nazionale. Ha il suo mare che lo aspetta lì nella piccola Vado dove tutti gli vo- gliono bene e aspettano con ansia di vederlo passeg- giare per le stradine vicino al porto per potergli parlare, sorridere con lui. I sogni si sono infranti e il suo ricordo campeggia come i suoi compagni sulla collina di Superga. La gloria e il ricordo non moriranno mai, quel ragazzo agile e potente al tempo stesso, temerario e sorridente, Con lui in porta la nazionale italiana batterà per la capace di volare da un palo all’altro non potrà evitare prima volta nella sua storia le ostiche Furie Rosse spa- il destino, quello stesso destino che tre anni prima della gnole a Madrid con un chiaro 3 a 1, il 27 marzo del sua scomparsa gli aveva concesso qualche anno in più 1949. L’esordio Valerio lo aveva fatto a Bari il 14 di- facendolo uscire illeso da un incidente stradale presso cembre del 1947 con un altro importante 3 a 1 rifilato Savona nel quale era deceduto un suo amico che sedeva questa volta alla nazionale cecoslovacca che aveva in al suo fianco nell’autovettura. squadra quel fuoriclasse di Laszlo Kubala. Ciao Valerio. sabato 3 ottobre 2020 29
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