SQUARE USI - MAGAZINE - Numero speciale in occasione dei 20 anni dell'USI

Pagina creata da Angelo Cocco
 
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SQUARE USI - MAGAZINE - Numero speciale in occasione dei 20 anni dell'USI
SQUARE
USI – MAGAZINE
                               Quadrimestrale
                               Università della Svizzera italiana
                               numero 20
                               2016
                               www.square.usi.ch

Numero speciale in occasione
dei 20 anni dell’USI
Square, una piazza
internazionale dove
si danno appuntamento
professori, ricercatori,
studenti, laureati e aziende.

Square, ovvero al
quadrato: moltiplicatore
di conoscenze e
competenze tra accademia
e società.
COVER STORY
Il 2016 segna per l’USI la cifra numero venti: ventesimo Dies academicus e venti anni da quel 21 ottobre del 1996 che vide l’inaugurazione dei
corsi. Questo numero speciale di Square, che la sorte vuole sia proprio il ventesimo, da un lato racconta le ragioni e i protagonisti che condus-
sero alla fondazione della nostra Università, dall’altro guarda avanti lungo le traiettorie del suo sviluppo. Un domani suggerito da questa im-
magine di copertina, che svela il volto del nuovo campus di Lugano nel 2020. Perché il futuro nasce dalla memoria.
IMPRESSUM                                RESPONSABILE DELLA         PROGETTO GRAFICO     STAMPA
                                         PUBBLICAZIONE              Alessia Padovan      Tipografia Poncioni SA, Losone
Magazine                                 Servizio comunicazione     Tania Vanetti
quadrimestrale                           e media                                         TIRATURA ANNUA
dell’Università della                                               CARTA                19.000 Copie
Svizzera italiana                        PROGETTO E COORDINAZIONE   Condat Silk FSC
                                         Giovanni Zavaritt                               USCITE
                                                                    FONT                 Inverno, estate, autunno
     Università                          HANNO COLLABORATO          Frutiger LT
     della                               A QUESTO NUMERO            Simoncini Garamond   PER ABBONARSI
     Svizzera
                                         Silvia Cariati                                  GRATUITAMENTE
     italiana
                                         Robin Creti                                     press@usi.ch
                                         Cristina Elia                                   Servizio comunicazione
                                         Dimitri Loringett                               e media dell’Università
                                         Katya Taddei                                    della Svizzera italiana,
ISSN 1664-3321                                                                           via Lambertenghi 10A,
                                                                                         Lugano, Ticino, CH

Partner di distribuzione                 Tipografia partner         Sponsor principale

    CAMERA DI COMMERCIO CANTONE TICINO
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20 2016 I www.square.usi.ch                                                                           3
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                                                          INDICE
                                                          numero 20
                                                          2016

IDEE                         LE STORIE                    COVER                        FATTI                                                                DI PROFILO

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In memoria di                Giorgio Giudici              Questo numero speciale       Il lungo cammino per                                                 L’USI per l’italiano:
Giuseppe Buffi                                            racconta le nostre origini   l’università nella Svizzera                                          l’Istituto di studi italiani
                             Mauro Martinoni              e guarda al nostro futuro.   italiana
Ruth Dreifuss                                                                                                                                               Un sogno
                             Cele Daccò                   Piero Martinoli              20 anni di crescita                                                  chiamato ALaRI
Carole Mazzucchelli                                       Mauro Dell’Ambrogio
                             Albino Zgraggen              Marco Borradori              Volti e momenti che                                                  Ti-EDU: 20 anni
Marco Baggiolini                                          Mario Bianchetti             hanno scritto la nostra                                              al servizio della
                             Philippe Chevrier                                         storia                                                               tecnologia
Mario Botta
                             Cornelio Sommaruga                                        I nostri dottori                                                     La Fondazione per le
Mauro Baranzini                                                                        honoris causa                                                        Facoltà di Lugano:
                             I media 20 anni fa                                                                                                             innovazione e start-up
Eddo Rigotti

Mehdi Jazayeri
IDEE

       Il Ticino delle sfide e delle speranze

       In memoria di Giuseppe Buffi
       All’inizio di ogni anno accademico, stu-           ne di partecipare alla formazione del loro
       dentesse e studenti provenienti da tutta la        contenuto”, diceva il Consigliere di Stato.
       Svizzera e da oltre 100 paesi si presentano
       per l’immatricolazione al campus univer-
       sitario di Lugano, in Via Giuseppe Buffi.          Giuseppe Buffi seppe uscire dal
       Nel 2001, a un anno dalla scomparsa del
                                                          modello-trappola della
       Consigliere di Stato, la via della sede prin-
       cipale dell’Università è stata infatti intitola-   rivendicazione, lanciando forte e
       ta a lui, incidendo così nella memoria della       chiaro il messaggio dell’USI quale
       comunità accademica il debito di gratitu-          “atto d’amore della Svizzera
       dine nei confronti di uno dei suoi “padri          italiana alla Svizzera intera”
       fondatori”.
       Non è tuttavia solo questione di una targa.
       Sono i nostri stessi studenti, professori, ri-     L’abilità di mediazione e il talento di comu-

IDEE   cercatori e collaboratori a incarnare – stu-
       diando, insegnando e lavorando “intorno”
       a quella targa – il retaggio vivente di Giu-
                                                          nicatore di Giuseppe Buffi furono deter-
                                                          minanti. Seppe infatti uscire dal modello-
                                                          trappola della rivendicazione da parte del
       seppe Buffi, di uno dei suoi progetti più          “fratello povero”, lanciando forte e chiaro
       ambiziosi – la creazione dell’USI – e della        il messaggio che l’USI era, al contrario,
       sua esemplare lezione di coraggio politico,        “un atto d’amore della Svizzera italiana alla
       ispirata dal desiderio di dare alla Svizzera       Svizzera intera”, come disse nell’intervento
       italiana più consapevolezza delle proprie          per l’inaugurazione dell’USI il 21 ottobre
       risorse, del proprio genio “latino” e del          1996. Già allora il Consigliere di Stato ve-
       proprio potenziale di sviluppo.                    deva chiaramente le enormi potenzialità
       Buffi era un uomo politico lungimirante,           del nostro progetto universitario e la sua
       che vedeva nell’USI “la scelta del Ticino          importanza per il Cantone e la Svizzera in-
       delle sfide e delle speranze”. E l’USI incar-      tera, cosa che altri iniziano solo ora a com-
       nava davvero – e incarna tuttora – la sfida e      prendere fino in fondo.
       la speranza di una regione di periferia che        Un aneddoto sintetizza particolarmente
       voleva – e vuole – offrire il proprio contribu-    bene la personalità e il carisma di Giusep-
       to al domani di tutti, configurandosi quale        pe Buffi. È accaduto in una seduta della
       terreno di conoscenza, civiltà e memoria e         Conferenza universitaria svizzera, a Berna,
       interpretando così al meglio il proprio de-        il 15 giugno del 2000, solo qualche settima-
       stino di frontiera culturale tra l’Europa del      na prima della sua prematura scomparsa.
       nord e il Mediterraneo. “Si è sempre detto         All’ordine del giorno figurava il riconosci-
       che il nostro Cantone è una regione ponte          mento del Ticino quale cantone universi-
       fra due realtà (culturali, politiche, econo-       tario. Alcuni membri sollevarono qualche
       miche) diverse. Fino a ieri ci siamo limitati      perplessità procedurale e Buffi interven-
       a trasportare pacchi da una parte e dall’al-       ne in modo deciso e senza lasciare spazio
       tra del ponte. Ma ora abbiamo l’ambizio-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch                                                  3

a equivoci, dicendo: “L’Università della        sità per il quartiere di Molino Nuovo”.              gli stessi ticinesi. Una delle preoccupazioni
Svizzera italiana deve essere valutata con                                                           del Consigliere di Stato era infatti la fuga
estremo rigore: non vogliamo in nessun                                                               definitiva dei cervelli: giovani donne e gio-
modo che esista il minimo dubbio che il         L’idea fu quella di trasformare                      vani uomini brillanti che partono per gli
riconoscimento ci venga dato in base alla                                                            studi e non tornano più a causa della man-
                                                il Ticino, grazie alla “spinta”
qualità dell’insegnamento e della ricerca e                                                          canza di prospettive. Nella sua visione l’u-
all’apporto dell’USI al sistema universita-     universitaria, in un                                 niversità doveva nascere anche per questo,
rio svizzero, e non come atto di paternali-     “luogo di opportunità”                               per diventare una delle pietre angolari sulle
smo verso una minoranza”. Questa atten-                                                              quali costruire l’avvenire del Cantone, cre-
zione alla qualità, senza ricerca di favori o   Giuseppe Buffi ha sempre detto chiara-               ando le migliori premesse per permettergli
di scorciatoie, è uno dei valori fondamen-      mente che con l’istituzione dell’USI l’o-            di affermarsi nel contesto confederale e per
tali che il nostro “padre fondatore” ci ha      biettivo non era interrompere il benefico            consentire alle future generazioni di lottare
tramandato e che continuano a ispirare il       flusso di ticinesi verso le università svizzere      ad armi pari con concorrenti sempre più
nostro presente e la pianificazione del no-     ed estere, ma giocare la carta del flusso in         agguerriti in un’economia globalizzata,
stro domani.                                    entrata di studentesse e studenti da tutto           innescando al contempo processi di in-
Agli esordi, un’altra obiezione mossa di        il mondo. E, più in generale, trasformare            novazione e di rigenerazione portatori di
frequente all’università in Ticino era il       il Ticino, grazie alla “spinta” universitaria,       prosperità economica e di sicurezza sociale
rischio del provincialismo, di “un’univer-      in un “luogo di opportunità”, a favore de-           per il nostro territorio e la sua popolazione.

                                                                                    Il 3 ottobre del 1995 il Parlamento ticinese vara la Legge sull’Università.
                                                                                              A sinistra Giuseppe Buffi (foto Archivio del Corriere del Ticino).
IDEE

A pieno titolo tra le Università svizzere

Ruth Dreifuss, già Consigliera federale
Estratti dai discorsi della Consigliera fede-   sione e sentimento che chi ha una meta,        istituzione e nella creazione di strumenti
rale Ruth Dreifuss ai Dies academicus del       trova un cammino. E il suo cammino ci          di gestione conformi alle regole richieste
1997 e del 2000.                                ha portati alla creazione dell’Università      dagli organi universitari svizzeri. Respon-
                                                della Svizzera italiana. Buffi ha sempre       sabilità nazionali, come la cooperazione
Scorrendo un bel libro sul Ticino, ho let-      rivendicato il fatto che l’USI fosse “un       con la Confederazione e con gli altri Can-
to una riflessione di Giovanni Orelli che       atto d’amore della Svizzera italiana alla      toni universitari.
mi sembra illustri bene il percorso che ha      Svizzera intera”: la sua creazione era in-
portato alla creazione di questa Universi-      fatti intesa quale contributo al progresso
tà: “Se è vero che il fondo del pensiero        della conoscenza, a pari dignità culturale     Aprire un’università in Ticino
è sempre un incrocio di strade, il Ticino       e scientifica rispetto alle altre università
                                                                                               non è un atto di chiusura,
ha una posizione privilegiata. Ma è altret-     svizzere. E Berna accolse questo contri-
tanto vero che la ‘natura’ non basta. Non       buto, nella consapevolezza che il Ticino       un ripiegarsi del Cantone su sé
basta l’occasione: occorre che a quella oc-     ha molto da offrire alla Svizzera in que-      stesso. L’USI è la manifestazione
casione si dia una forma”. Il Cantone Tici-     sto campo. È proprio con questo spirito        di una forte volontà di apertura
no ha saputo far fruttare la sua particolare    che la Confederazione e la comunità ac-        e collaborazione
situazione di incrocio di strade – strade       cademica svizzera hanno riconosciuto il
politiche, culturali, economiche –, indivi-     Ticino quale Cantone universitario. Il ri-
duando la via per dotarsi di un’università.     conoscimento a Cantone universitario ha        La creazione dell’USI riflette la volontà di
Fautore di questo importante traguardo è        portato con sé anche molte responsabili-       contribuire al consolidamento dei valori
stato il Consigliere di Stato ticinese Giu-     tà. Responsabilità interne, ad esempio nel     italofoni in Svizzera. È un fatto: l’identità
seppe Buffi, che ci ha mostrato con pas-        consolidamento dell’università in quanto       culturale della Svizzera italiana è una delle
                                                                                               componenti identitarie del nostro Paese,
                                                                                               occorre sostenerla. Aprire un’università
                                                                                               in Ticino non è in alcun modo un atto di
                                                                                               chiusura, un ripiegarsi del Cantone su sé
                                                                                               stesso. Al contrario: l’USI è la manifesta-
                                                                                               zione di una forte volontà di apertura e
                                                                                               collaborazione. Ricordo a questo propo-
                                                                                               sito la metafora del sangallese August von
                                                                                               Gonzenbach per il quale, già nel 1848, il
                                                                                               sistema di formazione elvetico non pote-
                                                                                               va essere simile a uno splendido brillante,
                                                                                               capace di illuminare di luce riflessa solo il
                                                                                               centro della Svizzera. Al contrario: la rete
                                                              La Consigliera federale          di istituti universitari e di ricerca doveva
                                                              Ruth Dreifuss, allora            essere piuttosto una rete di luci intercon-
                                                              Direttrice del Dipartimento      nesse e ripartite giudiziosamente sull’in-
                                                              federale dell’interno, al
                                                              Dies academicus del 1997
                                                                                               sieme del territorio svizzero. Ed ecco che,
                                                              (foto Archivio del Corriere      con la creazione dell’USI, una nuova luce
                                                              del Ticino).                     si è accesa.
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch                                     5

L’USI è come un telaio

Carole Mazzucchelli, laureata dell’USI e tra i primi iscritti del 1996
Carole Mazzucchelli fu tra i primi studenti        la passione con la quale comunicano. Sono         gogliosi di essere presenti e di partecipare a
iscritti all’USI nel 1996, all’Accademia di        per noi delle guide carismatiche. Questo          questo grande progetto che si sta mettendo
architettura. In occasione del primo Dies          insegnamento non viene però subìto pas-           in moto. In questa situazione ci sentiamo
academicus, l’8 marzo dell’anno successivo,        sivamente: tra studenti e università, e tra       dei pionieri, ma di una specie protetta; ci
le fu chiesto di prendere la parola e di farsi     studenti stessi, c’è uno scambio fitto, una       proteggono la qualità dell’insegnamento
portavoce degli studenti. Ecco il testo del suo    comunicazione vivace. Questi sono i fili          che riceviamo e la qualità dell’organizza-
intervento.                                        orizzontali del nostro telaio. Ad esempio         zione dell’università. Tutte le risorse messe
                                                   all’interno dell’Accademia di architettura        in gioco sono infatti valorizzate dall’effi-
Cinque mesi sono già passati dall’inizio dei       dove studio c’è una vita animatissima: si         cienza del sistema.
corsi. Ma l’entusiasmo iniziale non è dimi-        studia, si discute, si fanno progetti, si lavo-
nuito. Anzi. L’atmosfera è sempre effer-           ra di giorno, di notte e anche di domenica,
vescente. L’università è un laboratorio in         si stringono amicizie. Ci si confronta con        Nell’era dell’università di massa,
continua attività che ci trascina, è una fab-      culture diverse. Abbiamo compagni che
                                                                                                     dove il professore si vede solo da
brica di cultura che ci bombarda ogni gior-        vengono da lontano: da tutta Europa, dalla
no di insegnamenti, di riflessioni, di idee.       Russia, dall’America, e c’è sempre qualco-        lontano, abbiamo il privilegio di
Per questo ogni giorno è un’occasione, uno         sa da imparare.                                   avere un contatto diretto con dei
stimolo per riflettere, per liberare la nostra                                                       grandi maestri
fantasia e, in fondo, per conoscere meglio
noi stessi. Einstein diceva: “Per la cultu-        Einstein diceva: «Per la cultura ci               Nell’era dell’università di massa, dove
ra ci sono i libri: all’università si impara a                                                       il professore si vede solo da lontano, ab-
                                                   sono i libri: all’università si
pensare”. Per noi questo è particolarmente                                                           biamo il privilegio di essere in pochi e di
vero. La nostra mente qui non va mai in va-        impara a pensare». Per noi questo                 avere un contatto diretto con dei grandi
canza, perché è troppo curiosa di scoprire         è particolarmente vero; spesso                    maestri. Siamo seguiti costantemente nel
e di capire tutto ciò che la circonda e che        basta una parola, un’immagine                     nostro lavoro e abbiamo grandi mezzi a
le viene proposto. Spesso basta una parola,        per far partire un ragionamento,                  disposizione. Tanti adulti mi hanno detto:
un’immagine per far partire un ragiona-                                                              “vorrei avere avuto la fortuna di frequen-
mento: perché tutto si integra, tutto con-
                                                   perché tutto si integra, tutto                    tare un’università come la tua. Un’univer-
corre a formare un tessuto fitto. L’univer-        concorre a formare un tessuto                     sità che traccia un percorso di qualità per
sità è il telaio che intreccia i fili per creare   fitto. La nostra università è così                la vita e che ti insegna a fare bene ciò che
questo tessuto. I fili verticali rappresentano                                                       ami, a fare bene il tuo lavoro”. Questo mi
la trasmissione del sapere, la comunicazio-        Noi studenti sentiamo di avere un ruolo           dà fiducia per il futuro. Quali sono le no-
ne tra professori e studenti. Rappresentano        attivo nella crescita di questa università, è     stre aspettative? Cito la frase introduttiva
le lezioni, le conferenze, i viaggi, le mostre     un laboratorio sperimentale aperto alle no-       del programma dell’Accademia: è di Sten-
e tutte le occasioni per imparare che ci           stre proposte. La dimensione sperimentale         dhal. Egli dice: “È una vera felicità avere
sono date. A questo livello non c’è solo           aumenta il nostro senso di responsabilità,        per mestiere la propria passione”. Io credo
un passaggio di nozioni, bensì di modi di          perché vogliamo che questa nave sulla qua-        che questa università sia il mezzo giusto
pensare, di esperienze proprie dei nostri          le siamo saliti arrivi a destinazione. Ci ren-    per raggiungere questo obiettivo.
maestri, del loro bagaglio di vita, di lavo-       diamo conto che con noi sta iniziando una
ro, di ricerca. C’è anche il loro entusiasmo       grande avventura. L’apertura dell’universi-
per questa università che hanno voluto e           tà in Ticino è un evento storico, siamo or-
IDEE

Fuori programma

Marco Baggiolini, primo Presidente dell’USI
A una delle prime cerimonie del Dies                                                          all’USI. Lo Swiss Finance Institute nasce
academicus, il Rettore dell’Università di      In occasione del ventesimo                     in quegli anni. Offre un valido program-
Lucerna (fondata, come l’USI, negli anni                                                      ma dottorale in tre sedi coordinate: Luga-
                                               anniversario, voglio presentare tre
Novanta) mi ha salutato con una frase                                                         no, Ginevra/Losanna e Zurigo. Il precoce
indimenticabile: “Voi avete fatto tutto        brevi storie di “evoluzione                    riconoscimento di Lugano anticipa una
nel modo giusto, noi tutto nel modo sba-       creativa”, nate già nel primo                  notevole presenza di dottorandi, assistenti
gliato”. C’è del vero in questa diagnosi:      decennio su iniziativa degli addetti           e giovani docenti all’USI, approdati poi in
le prime Facoltà dell’USI hanno avuto          ai lavori – docenti e studenti                 altre sedi svizzere e in grandi atenei este-
successo sin dall’inizio e una crescita co-                                                   ri, in particolare Oxford, Harvard, Johns
stante, mentre Lucerna ha incontrato dif-
                                               impegnati – con rilevante impatto              Hopkins e North West. Il successo della
ficoltà. Ha però ripreso vigore, dopo alcu-    per la formazione                              finanza, a pochi anni dalla fondazione
ni anni, con nuovi indirizzi formativi: la     e la ricerca scientifica                       dell’USI, non passa inavvertito. Il rino-
Giurisprudenza, che ha attirato numerosi                                                      mato ateneo di San Gallo bandisce sei
studenti, e l’Economia, con prospettive        La Finanza. Pietro Balestra, già docente a     concorsi internazionali per professori di
analoghe. In occasione del ventesimo an-       Ginevra e Digione, è il primo Decano di        finanza. Sono tutti vinti da docenti dell’U-
niversario, voglio presentare tre brevi sto-   Scienze economiche. È coinvolto negli in-      SI, che sembra avere riserve illimitate.
rie di “evoluzione creativa”, nate già nel     segnamenti quantitativi e promuove il set-     Quattro vincitori ancora insegnano all’a-
primo decennio su iniziativa degli addetti     tore della finanza. Stabilisce relazioni con   teneo sul Rosenberg. Alcune rose hanno
ai lavori – docenti e studenti impegnati –     Giovanni Barone Adesi, noto studioso           ancora il profumo dell’USI.
con rilevante impatto per la formazione e      all’Università dell’Alberta, in Canada, che
la ricerca scientifica.                        lascia le Montagne Rocciose per trasferirsi    La Facoltà di scienze informatiche. Nel
                                                                                              2000, anno delle prime lauree, l’Universi-
                                                                                              tà affronta un periodo di crescita e diver-
                                                                                              sificazione. Nel ruolo di Presidente, consi-
                                                                                              dero varie linee di possibile sviluppo e in
                                                                                              particolare due discipline eleganti, dialet-
                                                                                              tiche e di grande richiamo generale: la ma-
                                                                                              tematica e l’informatica. Consulto Mehdi
                                                                                              Jazayeri, direttore del Dipartimento d’in-
                                                                                              formatica alla Technische Universität di
                                                                                              Vienna e docente all’USI, che propende
                                                                                              per l’informatica, che considera attuale e
                                                                                              più promettente per l’USI. “L’informati-
                                                                                              ca – mi dice – è una materia bellissima!
                                                                                              Pervade aree sempre più vaste e rilevanti

                                                                                              Il primo Presidente dell’USI Marco Baggiolini nel
                                                                                              corso del primo Dies academicus, l’8 marzo 1997
                                                                                              (foto Archivio del Corriere del Ticino).
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nella vita di oggi. Ha enormi opportunità        scientifica che ammontano a 45 milioni.         ropa a percorrere con docenti distinti tutti
di crescita, ma fatica ad attirare gli stu-      Nel campo dell’ingegneria del softwa-           i secoli della letteratura italiana, oltre alle
denti migliori. So come risolvere il pro-        re, l’USI è ormai riconosciuta come uno         forme e alle pratiche in cui le Lettere ita-
blema: si deve riformare rigorosamente la        dei maggiori poli mondiali. Con i centri        liane sono tràdite: storia dei generi, storia
didattica adeguandola alle vere necessità        d’informatica del Politecnico di Zurigo,        della critica, storia della lettura, storia dei
della disciplina”. Sono parole dell’unico        di Oxford e di Cambridge, la nostra, gio-       manuali e dell’insegnamento, eccetera. Il
informatico al mondo che ha ottenuto i           vanissima, Facoltà raggiunge i vertici della    Collegio dei docenti si riunisce due volte
due più importanti riconoscimenti per            classifica di Microsoft Academic Alliance.      all’anno per definire i programmi di Ba-
meriti nell’insegnamento dell’informatica:                                                       chelor, Master e Dottorato. Ha funzioni
il Distinguished Educator Award di IEEE          ISI, l’Istituto di studi italiani. L’interes-   consultive per la didattica e per i proget-
TCSE e l’Influential Educator Award di           se per attività di formazione e ricerca in      ti di ricerca e i suoi membri esterni sono
ACM SIGSOFT. Jazayeri intende massi-             Lingua e Letteratura italiana si manifesta      spesso impegnati nell’accompagnamento
mizzare lo sforzo formativo, con una fa-         durante la pianificazione del quadriennio       di singoli dottorandi dell’Istituto. I pri-
coltà e una didattica create apposta per         2004-2007. Matura così l’idea di un Istitu-     mi tre cicli di Master (2007-08, 2008-09,
l’informatica. Il progetto piace al Con-         to di studi italiani, una struttura formativa   2009-10) si segnalano per l’interesse degli
siglio dell’Università, che conclude, con        e scientifica più che opportuna nell’unico      studenti e per la qualità della formazione,
manzoniano accento, “questa facoltà s’ha         ateneo italofono al di fuori d’Italia.          incoraggiando nuovi sviluppi. Nel 2009
da fare”. Due futuri decani, Mehdi Jaza-         Nel 2005, l’Università affida la direzione      debutta il Dottorato dell’ISI e nel 2012 il
yeri e Michele Lanza, e con loro quattro         dell’Istituto di studi italiani a Carlo Os-     Dottorato confederale in Civiltà italiana,
nuovi professori, elaborano il piano didat-      sola, professore di Letterature moder-          diretto dall’ISI e finanziato dalla Confe-
tico per un triennio di Bachelor unico nel       ne dell’Europa neolatina al Collège de          renza universitaria svizzera. È aperto a
suo genere, orientato ai fondamenti della        France, che ne avvia la realizzazione con       dottorandi di Lingua e Letteratura italia-
disciplina: la progettazione, l’architettura     due studiosi da lui scelti, Piero Boitani,      na, Arti e Musica di atenei svizzeri, italiani
del software, la teoria delle tecnologie, la     ordinario di Letterature comparate alla         e di altri paesi. Nel 2012 esordisce anche
modellazione e l’analisi della complessi-        Sapienza di Roma, e Corrado Bologna, or-        il triennio di Bachelor, che completa l’of-
tà, la visione di sistema, la pratica del la-    dinario di Filologia romanza a Roma Tre,        ferta didattica dell’Istituto.
voro di gruppo. Lo studio della teoria è         oltre al Presidente dell’USI. Il gruppo ela-    Il successo è costante e considerevole: da
uno strumento fondante, è regolarmente           bora un percorso formativo orientato alla       12 studenti di Master nel 2007 si giunge a
attualizzato e sistematicamente accompa-         Civiltà italiana e ispirato alle Fine Arts –    160 nel 2015, per il Bachelor, il Master e
gnato dalla pratica della programmazione,        Lettere, Arti e Musica –, il lascito prezioso   il Dottorato. A otto anni dal suo esordio,
con progetti di crescente complessità. Gli       della cultura italiana. I corsi iniziano nel    l’ISI è così il più grande istituto di italia-
studenti imparano ad applicare i concetti        2007 con un biennio di Master.                  nistica in Svizzera. La sua crescita non
acquisiti e ne sperimentano le funzioni.         Docenti di alto profilo scientifico e respi-    avviene a detrimento di altre sedi. Si spie-
I corsi iniziano nel 2004 e nel 2014 l’in-       ro internazionale sono chiamati a Lugano        ga piuttosto con il crescente interesse di
formatica conta all’USI 24 professori, 39        con posizioni di visiting professor. Appar-     studenti della Svizzera italiana e con le
assistenti con dottorato, 122 dottoran-          tengono tutti al Collegio dei docenti, con      esigenze di giovani motivati dall’eccellen-
di e 174 studenti di Bachelor e Master.          il Direttore, i professori di ruolo e alcuni    za e in cerca di un’adeguata risposta ac-
In soli dieci anni, la Facoltà cresce con        giovani docenti, ricercatori e dottorandi       cademica.
enorme successo in otto aree diverse e ot-       che completano il corpo insegnante. Con
tiene finanziamenti esterni per la ricerca       questo modello, l’Istituto è l’unico in Eu-
IDEE

Le sette idee a fondamento dell’Accademia

Mario Botta, Accademia di architettura
1. Per una nuova sintesi. Una scuola           all’impegno ecologico, alla responsabi-         protagonisti del mondo culturale, corri-
universitaria non è solo un luogo del-         lità etica e al rapporto con la memoria         sponde una forte diversità dei linguaggi
la didattica: è anche un luogo chiamato        culturale dei luoghi. Si tratta di un im-       degli architetti responsabili dei singoli
a ospitare la cultura più avanzata di un       pegno che apre incondizionatamente a            atelier di progetto, che negli anni hanno
determinato campo del sapere. Per una          un processo interdisciplinare che vuole         animato il ricco arcipelago internazionale
scuola di nuova fondazione, è opportu-         spingere l’interesse degli architetti ver-      di Mendrisio, dal Portogallo all’Austria,
no che questo ruolo culturale si sposi a       so le frontiere delle differenti discipline.    dall’Irlanda al Sudafrica con basi ben so-
un forte spirito innovativo per diventare                                                      lide in Svizzera e nel nostro Ticino. Ciò
un sismografo privilegiato dei problemi                                                        che balza all’attenzione è l’identità di una
della propria epoca. Quando, negli anni        La nostra è una sintesi                         scuola che dà spazio ai protagonisti delle
Novanta del secolo da poco finito, fu ela-                                                     differenti discipline e dei diversi linguaggi
                                               geo-culturale, che avvicina
borato il progetto per una nuova scuola di                                                     progettuali. La nostra condizione geogra-
architettura come prima facoltà dell’USI,      le tradizioni umanistiche                       fica di frontiera viene così a trasformarsi
ci si interrogò su come farne un autenti-      mediterranee alle tradizioni                    in una condizione di centralità culturale.
co laboratorio della cultura architettoni-     tecniche prevalenti                             4. Un laboratorio dell’internazionalismo
ca. Quali erano le grandi questioni poste      a nord delle Alpi                               critico. All’internazionalità dei docenti
alle discipline progettuali nell’epoca della                                                   corrisponde l’internazionalizzazione degli
postmodernità e della globalizzazione?         3. L’importanza delle personalità. Nel          studenti: Europa occidentale e dell’Est,
Era chiaro come l’Accademia non potes-         nostro tempo, spesso a torto, talvolta a        area mediterranea, America latina, Estre-
se essere soltanto una nuova scuola, ma        ragione, si è diffuso un vero e proprio         mo Oriente (oggi l’Accademia registra
dovesse proporsi come una scuola nuova.        “culto dell’autore”. Agli esordi dell’Acca-     studenti da oltre 40 paesi). Sarebbe tut-
Decidemmo che a caratterizzarla sarebbe        demia abbiamo scelto quindi di far leva         tavia un errore vedere in questo profilo
stata una forte impronta umanistica: una       sulla qualità del corpo docente, garanten-      internazionale il preludio a una sorta di
nuova sintesi tra saperi tecnici e scienze     doci di volta in volta la collaborazione dei    omologazione culturale. Al contrario, la
umane e sociali, tra competenze operative      migliori rappresentanti del dibattito ar-       diversa provenienza degli architetti pro-
e pensiero storico e critico. Avremmo così     chitettonico contemporaneo. Tra i primi         fessori sollecita riflessioni che connettono
ottenuto anche una sintesi geo-culturale,      a formare il gruppo di progettisti figura-      ogni volta la pratica architettonica a pecu-
avvicinando le tradizioni umanistiche me-      rono Galfetti, Zumthor e Koulermos. Per         liari culture e condizioni operative. In tal
diterranee alle tradizioni tecniche preva-     gli insegnamenti di storia e teoria dell’arte   senso possiamo definire l’Accademia un
lenti a nord delle Alpi.                       e dell’architettura vennero chiamati Dal        laboratorio dell’internazionalismo critico
2. La visione interdisciplinare. Gli aspetti   Co, Frampton e Szeemann, cui seguirono          teso a confrontarsi con il “territorio della
contestuali e storici, paesaggistici e so-     altre figure autorevoli: da Bertelli a Rei-     memoria”.
ciali sono temi centrali in una definizio-     chlin, da Gubler a von Moos e Settis, sino      5. Necessità dell’architetto generalista.
ne umanistica della cultura progettuale.       all’attuale gruppo di teorici coordinato da     L’indirizzo pionieristico dell’Accade-
Fin dall’inizio, con Aurelio Galfetti, pri-    Christoph Frank. Per la cultura del terri-      mia ha portato a interrogarsi sulla figura
mo Direttore della scuola, coniammo la         torio abbiamo avuto personalità come Be-        dell’architetto. La denominazione “Acca-
definizione di “architetto territoriale”,      nevolo, Solà-Morales, Rykwert, Jacquard         demia di architettura” è già un modo per
figura di sintesi per un progetto atten-       e Petrella, per la filosofia Cacciari e Agam-   distinguerla dai politecnici di Losanna
to all’impatto sul territorio e alla cura      ben, per la fotografia Basilico e Toscani.      e Zurigo. Rispetto all’attenzione per le
del paesaggio, alla morfologia urbana e        Alla forte interdisciplinarità di questi        competenze tecnico-scientifiche che pre-
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vale nei politecnici, a Mendrisio abbiamo        zione dedicati ai temi del costruire nel già    7. La doppia anima della Svizzera. L’Ac-
immaginato un programma pedagogico               costruito, l’insistenza sulle categorie del     cademia di architettura è nata in un mo-
“controcorrente”: formare una nuova fi-          contestualismo urbano, gli insegnamenti         mento storico in cui il dibattito culturale
gura di architetto generalista che aggior-       di storia e teoria...                           poté trovare terreno fertile nella “doppia
nasse la visione umanistica che per lungo                                                        anima”, locale e internazionale, della Sviz-
tempo ha prevalso soprattutto nell’area          Noi interpretiamo il fatto                      zera. L’impostazione internazionale del
culturale mediterranea. Sulla scorta delle                                                       corpo docente rappresenta uno dei tratti
                                                 architettonico “dal cucchiaio alla
migliori tradizioni disciplinari abbiamo ri-                                                     positivi della Svizzera, paese spesso ten-
tenuto auspicabile far convergere nell’ar-       città”, tenendo vive l’aspirazione              tato di innalzare barriere verso l’esterno,
chitetto odierno abilità composite, che          propria del Movimento Moderno                   ma anche capace di aprirsi alla dimensio-
spaziano dal progetto di costruzione alla        all’opera d’arte totale (Gropius),              ne europea e internazionale. La nascita
cultura del territorio, dall’immaginazione       l’istanza di moralità (Giedion)                 dell’Accademia rappresenta uno dei mo-
plastica al sapere artigiano, dal riuso del                                                      menti in cui la Svizzera mostra al meglio
patrimonio storico all’ideazione di nuovi
                                                 e la valenza etico-sociale                      la sua doppia anima, provinciale e insieme
scenari tipologici. Come ha ricordato Mu-        perseguita da Le Corbusier                      cosmopolita.
thesius, noi interpretiamo il fatto architet-
tonico “dal cucchiaio alla città”, tenendo
vive l’aspirazione propria del Movimento
Moderno all’opera d’arte totale (Gro-
pius), l’istanza di moralità (Giedion) e
la valenza etico-sociale perseguita da Le
Corbusier, ma anche il controllo costrutti-
vo proprio del modo raffinato di Mies van
der Rohe o quello ipersensibile di Scarpa.
6. Territori della memoria. Il colpevole
del degrado delle città e dei paesaggi con-
temporanei è lo smarrimento dei grandi
modelli di insediamento e trasformazione
dello spazio fisico depositati nella nostra
memoria culturale. Da qui l’importanza di
ripartire dalle lezioni che ci vengono dalla
città e dal paesaggio europei. La velocità
delle trasformazioni in atto suggerisce di
confrontarsi con i territori della memoria
                                                                   Mario Botta e Aurelio
come struttura stessa del fatto progettua-                          Galfetti consultano il
le. In Accademia, questo rinnovato rap-                           programma dei corsi, il
porto con il “passato come un amico”,                            21 ottobre del 1996, in
                                                              occasione dell’apertura del
come disse Louis Kahn, è perseguito con
                                                                              primo anno
l’attenzione al riuso del patrimonio archi-                    accademico (foto Archivio
tettonico, i numerosi atelier di progetta-                       del Corriere del Ticino).
IDEE

Rigore e autorevolezza: per Economia
il buon giorno si vide dal mattino
Mauro Baranzini, già Decano e membro del Comitato ordinatore per la Facoltà di scienze economiche
Gli storici dell’economia ci insegnano            e la Scuola Universitaria Professionale         le a quello delle facoltà di economia sviz-
che le rivoluzioni industriali, questi balzi      (SUPSI), la Facoltà di Teologia di Lugano,      zere, sia per favorire la mobilità degli stu-
in avanti della società economica e civile,       il Centro studi bancari di Villa Negroni a      denti sia per formare in modo opportuno
arrivano ogni 60-70 anni e non in modo            Vezia, il Cardiocentro, il Centro Svizzero      le giovani leve che un domani si sarebbero
continuativo. In effetti, affinché ci sia una     di Calcolo, l’IRB, lo IOSI, solo per citare i   ritrovate sul mercato del lavoro ticinese e
vera rivoluzione industriale o dei servizi        più importanti.                                 svizzero in generale. Il gruppo di lavoro
occorre che simultaneamente si verifichi          Affinché tutto questo potesse permettere        riuscì a chiamare a Lugano come docen-
tutta una serie di condizioni favorevoli. È       al nostro Cantone di riscattare secoli di       ti grossi nomi a livello internazionale che
un po’ come l’arrivo dei funghi in autunno:       arretratezza occorrevano uomini politici        diedero un impulso immediato e notevole
occorre che ci sia la giusta temperatura nei      di grande respiro (come il Consigliere di       di grande rigore accademico. Potremmo
boschi, la giusta umidità, magari anche la        Stato Giuseppe Buffi, il Sindaco di Lugano      per esempio menzionare due futuri rettori
luna favorevole, e questa concomitanza di         Giorgio Giudici, il Dottor Giorgio Salva-       dell’Università Bocconi di Milano (Angelo
fattori fa la felicità dei cercatori di funghi.   dè), uomini di cultura determinati (Mario       Provasoli e Guido Tabellini), diversi do-
                                                  Botta, Don Eugenio Corecco, Claudio             centi “di grido” dell’Università Cattolica
                                                  Mésoniat), oltre a un gruppo ristretto di       di Milano e della Bocconi (tra i quali Luigi
Affinché ci sia una vera                          esecutori convinti della rilevanza dell’ope-    Pasinetti, Roberto Scazzieri, Vittorio Coda
                                                  razione (Mauro Martinoni, Renzo Respini,        e il futuro ministro dei Beni culturali e
rivoluzione industriale o dei
                                                  Mauro Dell’Ambrogio, Albino Zgraggen e          Rettore dell’Università Cattolica Lorenzo
servizi occorre che                               diversi altri ancora).                          Ornaghi) e soprattutto studiosi importan-
simultaneamente si verifichi                      Tra le facoltà iniziali non poteva mancare la   ti che insegnavano in università svizzere
una serie di condizioni favorevoli.               Facoltà di scienze economiche. Intanto per-     (Pietro Balestra, Elvezio Ronchetti, Marco
È un po’ come l’arrivo dei funghi                 ché Lugano era pur sempre la terza piazza       Borghi, Alvaro Cencini). La collaborazione
                                                  finanziaria svizzera e non da meno perché       del Prof. Borghi con la Facoltà di scienze
in autunno: occorre che ci sia la                 il paese in quegli anni stava registrando       economiche fu preziosa in quanto egli era
giusta temperatura nei boschi, la                 una forte espansione nel settore non solo       non solo ordinario di diritto all’Università
giusta umidità, magari anche la                   finanziario, ma anche amministrativo in ge-     di Friburgo, ma sedeva anche nel Consiglio
luna favorevole. Questo accadde                   nerale. Il Municipio di Lugano, propulsore      svizzero della scienza.
per il nostro Cantone e per la                    delle due facoltà luganesi, nominò subito       Com’è noto, inizialmente le autorità po-
                                                  un Comitato scientifico nell’attesa di poter    litiche e scientifiche federali rifiutarono il
Svizzera italiana dalla fine degli                presentare alle autorità cantonali e alle au-   progetto ticinese e, in occasione del rien-
anni Ottanta fino all’inizio                      torità accademiche federali un progetto di      tro da una burrascosa riunione avuta con
di questo millennio                               università che unisse le buone qualità delle    la Conferenza dei rettori delle università
                                                  “facoltà sorelle” svizzere e allo stesso tem-   svizzere, l’Onorevole Giuseppe Buffi ebbe
La stessa cosa potremmo dire che è acca-          po un orientamento tipico delle università      a dire che se Berna non ci avesse aiutato
duta per il nostro Cantone e per la Sviz-         commerciali come la Bocconi o l’Universi-       finanziariamente, il Ticino sarebbe parti-
zera italiana dalla fine degli anni Ottanta       tà di San Gallo. Il gruppo di lavoro arrivò     to in ogni caso con la sua Università della
fino all’inizio di questo millennio: improv-      con un piano che soddisfaceva in buona          Svizzera italiana. Il giorno sucecssivo i gior-
visamente sono state realizzate iniziative        parte queste aspettative, ma prevalse, in       nali ticinesi, eravamo nel 1994, recavano il
di ampio respiro culturale e scientifico          seconda battuta, la consapevolezza che era      titolo “Porte chiuse per l’USI a Berna”. La
come l’Università della Svizzera italiana         necessario avere un curriculum molto simi-      bontà del progetto presentato alle autori-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch                                        11

tà federali e soprattutto la qualità dei do-      Lovanio, che – guarda tu i casi della vita       sua autorevolezza, la sua totale avversione
centi chiamati a insegnare a partire dal 21       – conosceva bene almeno due professori           a giochi di nepotismo gli permisero di far
ottobre del 1996 convinse poi le autorità         presenti a Lugano, in particolare Pietro         decollare la Facoltà nel migliore dei modi,
federali ad accoglierci tra le altre università   Balestra e Luigi Pasinetti.                      chiamando a Lugano diversi professori di
svizzere, la qual cosa significava una fonte                                                       levatura internazionale, stimolando i pro-
di finanziamento importante. Tutto questo                                                          fessori e i ricercatori, incitando i giovani
avvenne grazie a due rapporti positivi rila-      Sia per la sua statura scientifica               ben preparati a proseguire nella ricerca;
sciati da una commissione internazionale                                                           senza rinunciare a offrire delle lezioni nel
                                                  internazionale sia per il suo
ad hoc che venne a Lugano e a Mendrisio                                                            campo quantitativo che lo avevano già fat-
a “farci le pulci” e a verificare la qualità      attaccamento al nostro Cantone,                  to apprezzare in atenei americani ed euro-
dell’insegnamento e della ricerca.                Pietro Balestra venne nominato                   pei. Se il buon giorno si vede dal mattino,
Anche in questo contesto le scelte del Co-        dal Comitato scientifico primo                   il contributo nei primi quattro anni della
mitato scientifico delle Facoltà di Lugano        Decano della Facoltà                             Facoltà del Decano Pietro Balestra ha
si rivelarono quanto mai appropriate in                                                            senz’altro tracciato una linea di rigore e di
quanto le commissioni esaminatrici no-            Sia per la sua statura scientifica internazio-   autorevolezza indispensabile per una gio-
minate dalle autorità federali includevano        nale sia per il suo attaccamento al nostro       vane università. Sarebbe poi toccato ai suoi
personaggi di statura internazionale al di        Cantone, Pietro Balestra venne nominato          successori rafforzare questa impostazione.
sopra di ogni sospetto, come ad esempio           dal Comitato scientifico primo Decano
il Prof. Jacques Drèze dell’Università di         della Facoltà (1997-2001). Il suo rigore, la

                                                                                                                            A sinistra il Prof. Pietro
                                                                                                                            Balestra con la
                                                                                                                            Consigliera federale
                                                                                                                            Ruth Dreifuss, in
                                                                                                                            occasione del Dies
                                                                                                                            academicus del 1997.
                                                                                                                            Qui a fianco un mo-
                                                                                                                            mento dell’affollata le-
                                                                                                                            zione di commiato del
                                                                                                                            Prof. Mauro Baranzini,
                                                                                                                            l’11 dicembre 2014,
                                                                                                                            intitolata “Economia
                                                                                                                            e società civile: tra
                                                                                                                            passato sostenibile
                                                                                                                            e un futuro incerto”
                                                                                                                            (foto Ti-press).
IDEE

Fra audacia e responsabilità,
Scienze della comunicazione
Eddo Rigotti, primo Decano della Facoltà di scienze della comunicazione
Percepii la forza delle idee costitutive      nubio inedito e dalle prospettive tuttora         integrabili nel mondo del lavoro. Il nostro
dell’USI prima ancora di arrivare a Luga-     molto stimolanti e non del tutto esplora-         impegno nei loro confronti fu quindi fin
no. Fui infatti chiamato a commentare il      te, arricchito in seguito da un’attenzione        dall’inizio quello di investire nella serietà
progetto di base delineato dal Comitato       importante agli aspetti tecnologici della         della didattica, tenendo sempre in con-
ordinatore, il team di studiosi incaricato    comunicazione.                                    siderazione l’appetibilità dei profili, nel
di impostare le due Facoltà luganesi. In      Su queste basi, allo stesso tempo elemen-         contesto di un mondo professionale che
un incontro tenuto a Palazzo dei congres-     tari ma pionieristiche, la Facoltà mi affi-       iniziava a essere estremamente mutevo-
si, a me spettò di discutere del progetto     dò il compito di primo Decano. “Noi di            le. In secondo luogo, reputavamo essen-
previsto per Scienze della comunicazione,     Comunicazione” introducemmo nello svi-            ziale la responsabilità nei confronti della
accanto al Prof. Luigi Pasinetti che com-     luppo del progetto un ingrediente che re-         comunità scientifica: la Facoltà ambiva
mentò il progetto di Scienze economiche.      puto tuttora indispensabile per chi voglia        dichiaratamente a farsi promotrice di un
In quella circostanza sottolineai alcuni      dar vita a una nuova realtà sociale: il rilievo   nuovo discorso scientifico, di una nuova
aspetti delle proposte formulate dal Co-      della parola “responsabilità”, declinata se-      epistemologia del campo investigato, ca-
mitato per Scienze della comunicazione        condo i tre referenti fondamentali di ogni        pace di produrre ricerca a livello interna-
che si rivelarono poi, anche nel tempo,       istituzione universitaria. Innanzitutto, re-      zionale; una conferma di questo fu senza
preziosi.                                     sponsabilità nei confronti degli studenti,        dubbio la fondazione della rivista Studies
                                              che sono – non bisogna mai dimenticarlo           in Communication Sciences, ma non meno
                                              – i nostri veri e principali “portatori di in-    lo sviluppo di importanti progetti di ricer-
La visione era quella di                      teresse”: nessuno di noi voleva rassegnarsi       ca. In terzo luogo, apparve chiaro come
                                              all’idea di una Facoltà “fabbrica di disoc-       la Facoltà dovesse impegnarsi a favore del
sviluppare un nesso virtuoso tra
                                              cupati”, cioè di intellettuali difficilmente      suo territorio, della sua comunità civile di
gli insegnamenti nell’ambito
aziendale e quelli solitamente
confinati in ambito letterario e
culturale, con un’attenzione
importante anche agli aspetti
tecnologici della comunicazione

In particolare mi colpì l’intento di tenere
strettamente intrecciate due dimensio-
ni che in quegli anni, nel contesto delle
nascenti Scienze della comunicazione,
erano concepite come, se non antitetiche,
sicuramente alternative: la dimensione or-
ganizzativa e quella umanistica. L’ipotesi
era quella di sviluppare un nesso virtuo-
so tra le discipline dell’ambito aziendale
                                                 Eddo Rigotti negli anni
e istituzionale e quelle tradizionalmente        Novanta (Foto Archivio
confinate nel campo umanistico. Un con-          del Corriere del Ticino).
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch                               13

riferimento, in un’accezione di responsa-        scommessa consiste proprio nella valoriz-        fondamentali e che spero continuino a
bilità superiore a quella delle tesi morali-     zazione di questa pluralità, che genera in       essere fonte di ispirazione. La prima è il
stiche o ideologiche: la nostra accezione        chi la studia una naturale propensione a         forte legame con la Facoltà “gemella” di
di responsabilità verso il territorio ispirò     un atteggiamento critico e la ricerca di         scienze economiche: siamo nati insieme
una precisa impostazione della formazio-         una visione di insieme. Multiculturalità,        e insieme siamo cresciuti, sostenendoci a
ne linguistica, ovvero il plurilinguismo. La     in particolare perché nella formazione           vicenda con programmi congiunti a livel-
nostra Facoltà si faceva in questo modo          della faculty non ci siamo chiusi in una         lo di formazione e di ricerca, che hanno
promotrice di uno dei tratti fondanti della      singola prospettiva culturale, ma siamo          saputo sfruttare l’unicità di ciascuna del-
Confederazione, offrendo corsi di lingua         stati capaci di coinvolgere nel proget-          le due facoltà. La seconda è l’importanza
e di cultura sia tedesca sia francese, nella     to – i fatti lo dimostrano – anime illustri      data alla dimensione umanistica: l’Istitu-
convinzione che non ci si potesse appiat-        provenienti da contesti tradizionalmente         to di studi italiani non è semplicemente
tire esclusivamente sull’inglese. Questo         estranei tra loro. La multiculturalità della     “parcheggiato” tra i nostri istituti, ma, a
triplice senso di responsabilità generò un       faculty è condizione indispensabile per la       mio modo di vedere, segna con la sua pre-
proposito complessivo ambizioso, quello          multiculturalità dei curricula e della ricer-    senza proprio l’importanza centrale della
di mettere in luce e sviluppare la ricchezza     ca. Eravamo impegnati a un’apertura sen-         cultura senza la quale gli studi in comuni-
scientifica e professionale del ruolo della      za riserve a ogni ipotesi seria.                 cazione perdono il loro spessore. La terza
comunicazione nei molteplici contesti            In relazione alla comunità civile di riferi-     e ultima costante è una sorta di incorag-
culturali e sociali.                             mento, è per me assai viva la memoria di         giamento ai ricercatori, giovani o navigati
                                                 due personalità prematuramente scom-             che siano, ad ambire a visioni capaci di
                                                 parse che hanno accompagnato e soste-            aprire spazi di indagine nuova e libera,
Su queste basi, allo stesso tempo                nuto la formazione e lo sviluppo della           rifuggendo dalla tentazione delle piccole
                                                 nostra Facoltà, ma che vanno anche sicu-         messe a fuoco.
elementari e pionieristiche,
                                                 ramente considerate tra i padri fondatori
aggiungemmo al progetto una                      di tutta l’Università della Svizzera italiana:
componente che reputo tuttora                    Giuseppe Buffi e Giorgio Salvadè. Oltre          Queste furono (e in parte sono)
molto importante: il rilievo della               ad aver ricoperto ruoli centrali, rispetti-
                                                                                                  le nostre forze. La nostra storia
parola responsabilità                            vamente in quanto direttore del Dipar-
                                                 timento della cultura, dell’educazione           parte da qui: spirito
                                                 e dello sport nel governo cantonale e in         d’impresa nell’intraprendere
A rischio di sembrare utopica, la nostra         quanto municipale responsabile del Dica-         sentieri nuovi, istinto
Facoltà ha osato perseguire una conce-           stero della cultura della Città di Lugano,       di responsabilità e apertura
zione visionaria, puntando a essere inter-       essi seppero ideare e realizzare, ciascuno
disciplinare e multiculturale. Interdisci-       nel suo esecutivo, piste innovative nelle
plinare perché – come indica il plurale          politiche dell’alta formazione e della ri-       Queste sono state (e in parte sono) le no-
con il quale abbiamo voluto designare la         cerca.                                           stre forze. La nostra storia parte da qui:
nostra Facoltà, appunto di Scienze della         Sorretta dall’intelligenza e dalla cordialità    spirito d’impresa nell’intraprendere sen-
comunicazione – non si può pretendere di         di queste e altre figure, la Facoltà riuscì a    tieri nuovi, sentimento di responsabilità
mettere a fuoco il fatto comunicativo con        consolidare la sua immagine nel contesto         e apertura. Credo che possiamo esserne
una sola lente: questo ambito del sapere è       universitario elvetico. Nelle sue politiche      ragionevolmente fieri.
infatti ontologicamente plurale e la nostra      si riconoscono tre costanti che reputo
IDEE

Quei princìpi alla base della nostra informatica

Mehdi Jazayeri, primo Decano della Facoltà di scienze informatiche
La Facoltà di scienze informatiche dell’U-     ziali. Il primo è la teoria: le fondamenta        logie, il cui uso efficace poi richiede spesso
SI nasce da una scommessa: l’obiettivo,        teoriche della disciplina, che sono state         l’elaborazione di nuove teorie.
magari un po’ visionario, del piccolo grup-    gettate nel corso del ventesimo secolo o
po di colleghi che mi ha accompagnato          anche prima, ci permettono ancora oggi di         Abbiamo allestito un programma
nella sua fondazione era di dare un auten-     migliorare le capacità del calcolo automa-
                                                                                                 ispirato a un approccio
tico scossone alla tradizione. Avevamo in      tico e allo stesso tempo di vederne i limiti.
mente di innovare radicalmente il modo         La conoscenza di queste basi da parte degli       ingegneristico, fondato su quattro
stesso di insegnare informatica. Sentivamo     studenti resta dunque per noi centrale. Il        pilastri: la teoria, la tecnologia, il
il bisogno di rispondere in modo nuovo e       secondo pilastro è la tecnologia: l’informa-      pensiero sistemico
migliore alle esigenze del mercato del la-     tica è un settore in perpetua evoluzione,         e il lavoro di squadra
voro. Volevamo evidenziare la bellezza e       caratterizzato da rapidi e profondi cambia-
l’eleganza della disciplina in modo da coin-   menti tecnologici. È quindi importante che        Il terzo pilastro del nostro sistema forma-
volgere nuove generazioni di studenti. Ed      gli studenti siano allenati a questo esercizio    tivo è il cosiddetto Systems thinking, ov-
è così che è nata l’idea – in controtendenza   di dinamismo, che acquisiscano una totale         vero il pensiero sistemico: l’informatica è
rispetto al mercato svizzero ed europeo –      familiarità con gli ultimi ritrovati della tec-   oggi un componente essenziale di molti si-
di creare un nuovo percorso di studi, capa-    nologia, ma anche che imparino ad analiz-         stemi sociali, economici e persino politici.
ce di superare un modello che ormai stava      zarne i difetti e a comprendere le esigenze       Gli studenti devono quindi sviluppare la
perdendo colpi e, soprattutto, studenti.       alla base del cambiamento stesso. Questi          capacità non solo di costruire un artefatto
                                               due princìpi sono strettamente legati: la         tecnologico intelligente e affidabile, ma
                                               teoria infatti aiuta a inventare nuove tecno-     anche di comprenderne la ragion d’essere
Avevamo in mente di innovare
dalle radici il modo stesso di
insegnare la disciplina.
Sentivamo il bisogno di
rispondere in modo nuovo e
migliore alle esigenze del mercato
del lavoro. Avevamo chiara la
necessità di portare alla luce la
bellezza e l’eleganza
della disciplina

Insieme ai primi colleghi, Alexander
Wolf, Antonio Carzaniga, Michele Lanza,
Amy Murphy e Fernando Pedone, abbia-
mo quindi allestito un programma ispira-
to a un approccio ingegneristico fondato
su quattro pilastri che riteniamo essen-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch                                             15

nel contesto del sistema in cui la tecnolo-     proccio sistemico e con l’uso critico delle       della letteratura accademica scandagliata
gia opera.                                      tecnologie più all’avanguardia. L’istituzio-      da Google Scholar, i più di 50 premi scien-
Il quarto e ultimo pilastro è quello della      ne di un atelier impostato in questo modo         tifici attribuiti a ricercatori della Facoltà,
comunicazione e del lavoro di squadra: i        costituisce la vera innovazione apportata         gli oltre 45 milioni ottenuti grazie ai finan-
progetti nel campo tecnologico sono in-         dal nostro progetto formativo all’insegna-        ziamenti competitivi alla ricerca scientifi-
fatti per loro natura interdisciplinari e ri-   mento dell’informatica; un’innovazione            ca, ma soprattutto gli oltre 100 dottorandi
chiedono un grande lavoro di relazione e        amata dagli studenti e apprezzata dalla           provenienti da quasi 30 paesi che anima-
di scambio tra i diversi membri della squa-     comunità scientifica internazionale, che          no i nostri gruppi di ricerca. Una vitalità
dra, che spesso provengono da discipline        l’ha premiata con due tra i più impor-            sulla quale pochi avrebbero investito nel
piuttosto diverse. Il successo dei progetti     tanti riconoscimenti del settore: l’ACM           2004 quando fondammo la Facoltà e che
dipende spesso proprio dalle capacità di        SIGSOFT Influential Educator Award nel            ora caratterizza l’identità stessa di tutta
comunicazione dei singoli e per questo è        2012 e l’IEEE CS TCSE Distinguished               l’Università della Svizzera italiana.
fondamentale che i nostri studenti sappia-      Educator Award nel 2013.
no comunicare idee, problemi e risultati        Come nelle migliori tradizioni accademi-
nel modo più efficace possibile.                che, la forza nell’insegnamento deriva da
Al fine di mettere in pratica concretamen-      e si combina con una spiccata attenzione
te questi quattro princìpi, abbiamo ideato      alla ricerca. Indicativi del grande lavo-        Nelle immagini, da sinistra: il cantiere dell’edificio
                                                                                                 che ospita la Facoltà di scienze informatiche, in uno
il concetto di atelier: ogni semestre, tutti    ro svolto in questo settore sono le oltre
                                                                                                 scatto del 2003; la “sfilata” dei primi professori al Dies
gli studenti sono tenuti ad affrontare un       70mila citazioni raggiunte (solo dal 2008)       academicus del 2004; il Prof. Mehdi Jazayeri nel corso
progetto reale, gestito in team, con un ap-     dai professori della Facoltà all’interno         dello stesso Dies (foto Ti-press).
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