SQUARE USI - MAGAZINE - Numero speciale in occasione dei 20 anni dell'USI
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SQUARE USI – MAGAZINE Quadrimestrale Università della Svizzera italiana numero 20 2016 www.square.usi.ch Numero speciale in occasione dei 20 anni dell’USI
Square, una piazza internazionale dove si danno appuntamento professori, ricercatori, studenti, laureati e aziende. Square, ovvero al quadrato: moltiplicatore di conoscenze e competenze tra accademia e società.
COVER STORY Il 2016 segna per l’USI la cifra numero venti: ventesimo Dies academicus e venti anni da quel 21 ottobre del 1996 che vide l’inaugurazione dei corsi. Questo numero speciale di Square, che la sorte vuole sia proprio il ventesimo, da un lato racconta le ragioni e i protagonisti che condus- sero alla fondazione della nostra Università, dall’altro guarda avanti lungo le traiettorie del suo sviluppo. Un domani suggerito da questa im- magine di copertina, che svela il volto del nuovo campus di Lugano nel 2020. Perché il futuro nasce dalla memoria.
IMPRESSUM RESPONSABILE DELLA PROGETTO GRAFICO STAMPA PUBBLICAZIONE Alessia Padovan Tipografia Poncioni SA, Losone Magazine Servizio comunicazione Tania Vanetti quadrimestrale e media TIRATURA ANNUA dell’Università della CARTA 19.000 Copie Svizzera italiana PROGETTO E COORDINAZIONE Condat Silk FSC Giovanni Zavaritt USCITE FONT Inverno, estate, autunno Università HANNO COLLABORATO Frutiger LT della A QUESTO NUMERO Simoncini Garamond PER ABBONARSI Svizzera Silvia Cariati GRATUITAMENTE italiana Robin Creti press@usi.ch Cristina Elia Servizio comunicazione Dimitri Loringett e media dell’Università Katya Taddei della Svizzera italiana, ISSN 1664-3321 via Lambertenghi 10A, Lugano, Ticino, CH Partner di distribuzione Tipografia partner Sponsor principale CAMERA DI COMMERCIO CANTONE TICINO
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20 2016 I www.square.usi.ch 3 1 SQUARE INDICE numero 20 2016 IDEE LE STORIE COVER FATTI DI PROFILO 2 16 26 36 20 18 16 14 12 10 44 8 6 4 2 0 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 In memoria di Giorgio Giudici Questo numero speciale Il lungo cammino per L’USI per l’italiano: Giuseppe Buffi racconta le nostre origini l’università nella Svizzera l’Istituto di studi italiani Mauro Martinoni e guarda al nostro futuro. italiana Ruth Dreifuss Un sogno Cele Daccò Piero Martinoli 20 anni di crescita chiamato ALaRI Carole Mazzucchelli Mauro Dell’Ambrogio Albino Zgraggen Marco Borradori Volti e momenti che Ti-EDU: 20 anni Marco Baggiolini Mario Bianchetti hanno scritto la nostra al servizio della Philippe Chevrier storia tecnologia Mario Botta Cornelio Sommaruga I nostri dottori La Fondazione per le Mauro Baranzini honoris causa Facoltà di Lugano: I media 20 anni fa innovazione e start-up Eddo Rigotti Mehdi Jazayeri
IDEE Il Ticino delle sfide e delle speranze In memoria di Giuseppe Buffi All’inizio di ogni anno accademico, stu- ne di partecipare alla formazione del loro dentesse e studenti provenienti da tutta la contenuto”, diceva il Consigliere di Stato. Svizzera e da oltre 100 paesi si presentano per l’immatricolazione al campus univer- sitario di Lugano, in Via Giuseppe Buffi. Giuseppe Buffi seppe uscire dal Nel 2001, a un anno dalla scomparsa del modello-trappola della Consigliere di Stato, la via della sede prin- cipale dell’Università è stata infatti intitola- rivendicazione, lanciando forte e ta a lui, incidendo così nella memoria della chiaro il messaggio dell’USI quale comunità accademica il debito di gratitu- “atto d’amore della Svizzera dine nei confronti di uno dei suoi “padri italiana alla Svizzera intera” fondatori”. Non è tuttavia solo questione di una targa. Sono i nostri stessi studenti, professori, ri- L’abilità di mediazione e il talento di comu- IDEE cercatori e collaboratori a incarnare – stu- diando, insegnando e lavorando “intorno” a quella targa – il retaggio vivente di Giu- nicatore di Giuseppe Buffi furono deter- minanti. Seppe infatti uscire dal modello- trappola della rivendicazione da parte del seppe Buffi, di uno dei suoi progetti più “fratello povero”, lanciando forte e chiaro ambiziosi – la creazione dell’USI – e della il messaggio che l’USI era, al contrario, sua esemplare lezione di coraggio politico, “un atto d’amore della Svizzera italiana alla ispirata dal desiderio di dare alla Svizzera Svizzera intera”, come disse nell’intervento italiana più consapevolezza delle proprie per l’inaugurazione dell’USI il 21 ottobre risorse, del proprio genio “latino” e del 1996. Già allora il Consigliere di Stato ve- proprio potenziale di sviluppo. deva chiaramente le enormi potenzialità Buffi era un uomo politico lungimirante, del nostro progetto universitario e la sua che vedeva nell’USI “la scelta del Ticino importanza per il Cantone e la Svizzera in- delle sfide e delle speranze”. E l’USI incar- tera, cosa che altri iniziano solo ora a com- nava davvero – e incarna tuttora – la sfida e prendere fino in fondo. la speranza di una regione di periferia che Un aneddoto sintetizza particolarmente voleva – e vuole – offrire il proprio contribu- bene la personalità e il carisma di Giusep- to al domani di tutti, configurandosi quale pe Buffi. È accaduto in una seduta della terreno di conoscenza, civiltà e memoria e Conferenza universitaria svizzera, a Berna, interpretando così al meglio il proprio de- il 15 giugno del 2000, solo qualche settima- stino di frontiera culturale tra l’Europa del na prima della sua prematura scomparsa. nord e il Mediterraneo. “Si è sempre detto All’ordine del giorno figurava il riconosci- che il nostro Cantone è una regione ponte mento del Ticino quale cantone universi- fra due realtà (culturali, politiche, econo- tario. Alcuni membri sollevarono qualche miche) diverse. Fino a ieri ci siamo limitati perplessità procedurale e Buffi interven- a trasportare pacchi da una parte e dall’al- ne in modo deciso e senza lasciare spazio tra del ponte. Ma ora abbiamo l’ambizio-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 3 a equivoci, dicendo: “L’Università della sità per il quartiere di Molino Nuovo”. gli stessi ticinesi. Una delle preoccupazioni Svizzera italiana deve essere valutata con del Consigliere di Stato era infatti la fuga estremo rigore: non vogliamo in nessun definitiva dei cervelli: giovani donne e gio- modo che esista il minimo dubbio che il L’idea fu quella di trasformare vani uomini brillanti che partono per gli riconoscimento ci venga dato in base alla studi e non tornano più a causa della man- il Ticino, grazie alla “spinta” qualità dell’insegnamento e della ricerca e canza di prospettive. Nella sua visione l’u- all’apporto dell’USI al sistema universita- universitaria, in un niversità doveva nascere anche per questo, rio svizzero, e non come atto di paternali- “luogo di opportunità” per diventare una delle pietre angolari sulle smo verso una minoranza”. Questa atten- quali costruire l’avvenire del Cantone, cre- zione alla qualità, senza ricerca di favori o Giuseppe Buffi ha sempre detto chiara- ando le migliori premesse per permettergli di scorciatoie, è uno dei valori fondamen- mente che con l’istituzione dell’USI l’o- di affermarsi nel contesto confederale e per tali che il nostro “padre fondatore” ci ha biettivo non era interrompere il benefico consentire alle future generazioni di lottare tramandato e che continuano a ispirare il flusso di ticinesi verso le università svizzere ad armi pari con concorrenti sempre più nostro presente e la pianificazione del no- ed estere, ma giocare la carta del flusso in agguerriti in un’economia globalizzata, stro domani. entrata di studentesse e studenti da tutto innescando al contempo processi di in- Agli esordi, un’altra obiezione mossa di il mondo. E, più in generale, trasformare novazione e di rigenerazione portatori di frequente all’università in Ticino era il il Ticino, grazie alla “spinta” universitaria, prosperità economica e di sicurezza sociale rischio del provincialismo, di “un’univer- in un “luogo di opportunità”, a favore de- per il nostro territorio e la sua popolazione. Il 3 ottobre del 1995 il Parlamento ticinese vara la Legge sull’Università. A sinistra Giuseppe Buffi (foto Archivio del Corriere del Ticino).
IDEE A pieno titolo tra le Università svizzere Ruth Dreifuss, già Consigliera federale Estratti dai discorsi della Consigliera fede- sione e sentimento che chi ha una meta, istituzione e nella creazione di strumenti rale Ruth Dreifuss ai Dies academicus del trova un cammino. E il suo cammino ci di gestione conformi alle regole richieste 1997 e del 2000. ha portati alla creazione dell’Università dagli organi universitari svizzeri. Respon- della Svizzera italiana. Buffi ha sempre sabilità nazionali, come la cooperazione Scorrendo un bel libro sul Ticino, ho let- rivendicato il fatto che l’USI fosse “un con la Confederazione e con gli altri Can- to una riflessione di Giovanni Orelli che atto d’amore della Svizzera italiana alla toni universitari. mi sembra illustri bene il percorso che ha Svizzera intera”: la sua creazione era in- portato alla creazione di questa Universi- fatti intesa quale contributo al progresso tà: “Se è vero che il fondo del pensiero della conoscenza, a pari dignità culturale Aprire un’università in Ticino è sempre un incrocio di strade, il Ticino e scientifica rispetto alle altre università non è un atto di chiusura, ha una posizione privilegiata. Ma è altret- svizzere. E Berna accolse questo contri- tanto vero che la ‘natura’ non basta. Non buto, nella consapevolezza che il Ticino un ripiegarsi del Cantone su sé basta l’occasione: occorre che a quella oc- ha molto da offrire alla Svizzera in que- stesso. L’USI è la manifestazione casione si dia una forma”. Il Cantone Tici- sto campo. È proprio con questo spirito di una forte volontà di apertura no ha saputo far fruttare la sua particolare che la Confederazione e la comunità ac- e collaborazione situazione di incrocio di strade – strade cademica svizzera hanno riconosciuto il politiche, culturali, economiche –, indivi- Ticino quale Cantone universitario. Il ri- duando la via per dotarsi di un’università. conoscimento a Cantone universitario ha La creazione dell’USI riflette la volontà di Fautore di questo importante traguardo è portato con sé anche molte responsabili- contribuire al consolidamento dei valori stato il Consigliere di Stato ticinese Giu- tà. Responsabilità interne, ad esempio nel italofoni in Svizzera. È un fatto: l’identità seppe Buffi, che ci ha mostrato con pas- consolidamento dell’università in quanto culturale della Svizzera italiana è una delle componenti identitarie del nostro Paese, occorre sostenerla. Aprire un’università in Ticino non è in alcun modo un atto di chiusura, un ripiegarsi del Cantone su sé stesso. Al contrario: l’USI è la manifesta- zione di una forte volontà di apertura e collaborazione. Ricordo a questo propo- sito la metafora del sangallese August von Gonzenbach per il quale, già nel 1848, il sistema di formazione elvetico non pote- va essere simile a uno splendido brillante, capace di illuminare di luce riflessa solo il centro della Svizzera. Al contrario: la rete La Consigliera federale di istituti universitari e di ricerca doveva Ruth Dreifuss, allora essere piuttosto una rete di luci intercon- Direttrice del Dipartimento nesse e ripartite giudiziosamente sull’in- federale dell’interno, al Dies academicus del 1997 sieme del territorio svizzero. Ed ecco che, (foto Archivio del Corriere con la creazione dell’USI, una nuova luce del Ticino). si è accesa.
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 5 L’USI è come un telaio Carole Mazzucchelli, laureata dell’USI e tra i primi iscritti del 1996 Carole Mazzucchelli fu tra i primi studenti la passione con la quale comunicano. Sono gogliosi di essere presenti e di partecipare a iscritti all’USI nel 1996, all’Accademia di per noi delle guide carismatiche. Questo questo grande progetto che si sta mettendo architettura. In occasione del primo Dies insegnamento non viene però subìto pas- in moto. In questa situazione ci sentiamo academicus, l’8 marzo dell’anno successivo, sivamente: tra studenti e università, e tra dei pionieri, ma di una specie protetta; ci le fu chiesto di prendere la parola e di farsi studenti stessi, c’è uno scambio fitto, una proteggono la qualità dell’insegnamento portavoce degli studenti. Ecco il testo del suo comunicazione vivace. Questi sono i fili che riceviamo e la qualità dell’organizza- intervento. orizzontali del nostro telaio. Ad esempio zione dell’università. Tutte le risorse messe all’interno dell’Accademia di architettura in gioco sono infatti valorizzate dall’effi- Cinque mesi sono già passati dall’inizio dei dove studio c’è una vita animatissima: si cienza del sistema. corsi. Ma l’entusiasmo iniziale non è dimi- studia, si discute, si fanno progetti, si lavo- nuito. Anzi. L’atmosfera è sempre effer- ra di giorno, di notte e anche di domenica, vescente. L’università è un laboratorio in si stringono amicizie. Ci si confronta con Nell’era dell’università di massa, continua attività che ci trascina, è una fab- culture diverse. Abbiamo compagni che dove il professore si vede solo da brica di cultura che ci bombarda ogni gior- vengono da lontano: da tutta Europa, dalla no di insegnamenti, di riflessioni, di idee. Russia, dall’America, e c’è sempre qualco- lontano, abbiamo il privilegio di Per questo ogni giorno è un’occasione, uno sa da imparare. avere un contatto diretto con dei stimolo per riflettere, per liberare la nostra grandi maestri fantasia e, in fondo, per conoscere meglio noi stessi. Einstein diceva: “Per la cultu- Einstein diceva: «Per la cultura ci Nell’era dell’università di massa, dove ra ci sono i libri: all’università si impara a il professore si vede solo da lontano, ab- sono i libri: all’università si pensare”. Per noi questo è particolarmente biamo il privilegio di essere in pochi e di vero. La nostra mente qui non va mai in va- impara a pensare». Per noi questo avere un contatto diretto con dei grandi canza, perché è troppo curiosa di scoprire è particolarmente vero; spesso maestri. Siamo seguiti costantemente nel e di capire tutto ciò che la circonda e che basta una parola, un’immagine nostro lavoro e abbiamo grandi mezzi a le viene proposto. Spesso basta una parola, per far partire un ragionamento, disposizione. Tanti adulti mi hanno detto: un’immagine per far partire un ragiona- “vorrei avere avuto la fortuna di frequen- mento: perché tutto si integra, tutto con- perché tutto si integra, tutto tare un’università come la tua. Un’univer- corre a formare un tessuto fitto. L’univer- concorre a formare un tessuto sità che traccia un percorso di qualità per sità è il telaio che intreccia i fili per creare fitto. La nostra università è così la vita e che ti insegna a fare bene ciò che questo tessuto. I fili verticali rappresentano ami, a fare bene il tuo lavoro”. Questo mi la trasmissione del sapere, la comunicazio- Noi studenti sentiamo di avere un ruolo dà fiducia per il futuro. Quali sono le no- ne tra professori e studenti. Rappresentano attivo nella crescita di questa università, è stre aspettative? Cito la frase introduttiva le lezioni, le conferenze, i viaggi, le mostre un laboratorio sperimentale aperto alle no- del programma dell’Accademia: è di Sten- e tutte le occasioni per imparare che ci stre proposte. La dimensione sperimentale dhal. Egli dice: “È una vera felicità avere sono date. A questo livello non c’è solo aumenta il nostro senso di responsabilità, per mestiere la propria passione”. Io credo un passaggio di nozioni, bensì di modi di perché vogliamo che questa nave sulla qua- che questa università sia il mezzo giusto pensare, di esperienze proprie dei nostri le siamo saliti arrivi a destinazione. Ci ren- per raggiungere questo obiettivo. maestri, del loro bagaglio di vita, di lavo- diamo conto che con noi sta iniziando una ro, di ricerca. C’è anche il loro entusiasmo grande avventura. L’apertura dell’universi- per questa università che hanno voluto e tà in Ticino è un evento storico, siamo or-
IDEE Fuori programma Marco Baggiolini, primo Presidente dell’USI A una delle prime cerimonie del Dies all’USI. Lo Swiss Finance Institute nasce academicus, il Rettore dell’Università di In occasione del ventesimo in quegli anni. Offre un valido program- Lucerna (fondata, come l’USI, negli anni ma dottorale in tre sedi coordinate: Luga- anniversario, voglio presentare tre Novanta) mi ha salutato con una frase no, Ginevra/Losanna e Zurigo. Il precoce indimenticabile: “Voi avete fatto tutto brevi storie di “evoluzione riconoscimento di Lugano anticipa una nel modo giusto, noi tutto nel modo sba- creativa”, nate già nel primo notevole presenza di dottorandi, assistenti gliato”. C’è del vero in questa diagnosi: decennio su iniziativa degli addetti e giovani docenti all’USI, approdati poi in le prime Facoltà dell’USI hanno avuto ai lavori – docenti e studenti altre sedi svizzere e in grandi atenei este- successo sin dall’inizio e una crescita co- ri, in particolare Oxford, Harvard, Johns stante, mentre Lucerna ha incontrato dif- impegnati – con rilevante impatto Hopkins e North West. Il successo della ficoltà. Ha però ripreso vigore, dopo alcu- per la formazione finanza, a pochi anni dalla fondazione ni anni, con nuovi indirizzi formativi: la e la ricerca scientifica dell’USI, non passa inavvertito. Il rino- Giurisprudenza, che ha attirato numerosi mato ateneo di San Gallo bandisce sei studenti, e l’Economia, con prospettive La Finanza. Pietro Balestra, già docente a concorsi internazionali per professori di analoghe. In occasione del ventesimo an- Ginevra e Digione, è il primo Decano di finanza. Sono tutti vinti da docenti dell’U- niversario, voglio presentare tre brevi sto- Scienze economiche. È coinvolto negli in- SI, che sembra avere riserve illimitate. rie di “evoluzione creativa”, nate già nel segnamenti quantitativi e promuove il set- Quattro vincitori ancora insegnano all’a- primo decennio su iniziativa degli addetti tore della finanza. Stabilisce relazioni con teneo sul Rosenberg. Alcune rose hanno ai lavori – docenti e studenti impegnati – Giovanni Barone Adesi, noto studioso ancora il profumo dell’USI. con rilevante impatto per la formazione e all’Università dell’Alberta, in Canada, che la ricerca scientifica. lascia le Montagne Rocciose per trasferirsi La Facoltà di scienze informatiche. Nel 2000, anno delle prime lauree, l’Universi- tà affronta un periodo di crescita e diver- sificazione. Nel ruolo di Presidente, consi- dero varie linee di possibile sviluppo e in particolare due discipline eleganti, dialet- tiche e di grande richiamo generale: la ma- tematica e l’informatica. Consulto Mehdi Jazayeri, direttore del Dipartimento d’in- formatica alla Technische Universität di Vienna e docente all’USI, che propende per l’informatica, che considera attuale e più promettente per l’USI. “L’informati- ca – mi dice – è una materia bellissima! Pervade aree sempre più vaste e rilevanti Il primo Presidente dell’USI Marco Baggiolini nel corso del primo Dies academicus, l’8 marzo 1997 (foto Archivio del Corriere del Ticino).
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 7 nella vita di oggi. Ha enormi opportunità scientifica che ammontano a 45 milioni. ropa a percorrere con docenti distinti tutti di crescita, ma fatica ad attirare gli stu- Nel campo dell’ingegneria del softwa- i secoli della letteratura italiana, oltre alle denti migliori. So come risolvere il pro- re, l’USI è ormai riconosciuta come uno forme e alle pratiche in cui le Lettere ita- blema: si deve riformare rigorosamente la dei maggiori poli mondiali. Con i centri liane sono tràdite: storia dei generi, storia didattica adeguandola alle vere necessità d’informatica del Politecnico di Zurigo, della critica, storia della lettura, storia dei della disciplina”. Sono parole dell’unico di Oxford e di Cambridge, la nostra, gio- manuali e dell’insegnamento, eccetera. Il informatico al mondo che ha ottenuto i vanissima, Facoltà raggiunge i vertici della Collegio dei docenti si riunisce due volte due più importanti riconoscimenti per classifica di Microsoft Academic Alliance. all’anno per definire i programmi di Ba- meriti nell’insegnamento dell’informatica: chelor, Master e Dottorato. Ha funzioni il Distinguished Educator Award di IEEE ISI, l’Istituto di studi italiani. L’interes- consultive per la didattica e per i proget- TCSE e l’Influential Educator Award di se per attività di formazione e ricerca in ti di ricerca e i suoi membri esterni sono ACM SIGSOFT. Jazayeri intende massi- Lingua e Letteratura italiana si manifesta spesso impegnati nell’accompagnamento mizzare lo sforzo formativo, con una fa- durante la pianificazione del quadriennio di singoli dottorandi dell’Istituto. I pri- coltà e una didattica create apposta per 2004-2007. Matura così l’idea di un Istitu- mi tre cicli di Master (2007-08, 2008-09, l’informatica. Il progetto piace al Con- to di studi italiani, una struttura formativa 2009-10) si segnalano per l’interesse degli siglio dell’Università, che conclude, con e scientifica più che opportuna nell’unico studenti e per la qualità della formazione, manzoniano accento, “questa facoltà s’ha ateneo italofono al di fuori d’Italia. incoraggiando nuovi sviluppi. Nel 2009 da fare”. Due futuri decani, Mehdi Jaza- Nel 2005, l’Università affida la direzione debutta il Dottorato dell’ISI e nel 2012 il yeri e Michele Lanza, e con loro quattro dell’Istituto di studi italiani a Carlo Os- Dottorato confederale in Civiltà italiana, nuovi professori, elaborano il piano didat- sola, professore di Letterature moder- diretto dall’ISI e finanziato dalla Confe- tico per un triennio di Bachelor unico nel ne dell’Europa neolatina al Collège de renza universitaria svizzera. È aperto a suo genere, orientato ai fondamenti della France, che ne avvia la realizzazione con dottorandi di Lingua e Letteratura italia- disciplina: la progettazione, l’architettura due studiosi da lui scelti, Piero Boitani, na, Arti e Musica di atenei svizzeri, italiani del software, la teoria delle tecnologie, la ordinario di Letterature comparate alla e di altri paesi. Nel 2012 esordisce anche modellazione e l’analisi della complessi- Sapienza di Roma, e Corrado Bologna, or- il triennio di Bachelor, che completa l’of- tà, la visione di sistema, la pratica del la- dinario di Filologia romanza a Roma Tre, ferta didattica dell’Istituto. voro di gruppo. Lo studio della teoria è oltre al Presidente dell’USI. Il gruppo ela- Il successo è costante e considerevole: da uno strumento fondante, è regolarmente bora un percorso formativo orientato alla 12 studenti di Master nel 2007 si giunge a attualizzato e sistematicamente accompa- Civiltà italiana e ispirato alle Fine Arts – 160 nel 2015, per il Bachelor, il Master e gnato dalla pratica della programmazione, Lettere, Arti e Musica –, il lascito prezioso il Dottorato. A otto anni dal suo esordio, con progetti di crescente complessità. Gli della cultura italiana. I corsi iniziano nel l’ISI è così il più grande istituto di italia- studenti imparano ad applicare i concetti 2007 con un biennio di Master. nistica in Svizzera. La sua crescita non acquisiti e ne sperimentano le funzioni. Docenti di alto profilo scientifico e respi- avviene a detrimento di altre sedi. Si spie- I corsi iniziano nel 2004 e nel 2014 l’in- ro internazionale sono chiamati a Lugano ga piuttosto con il crescente interesse di formatica conta all’USI 24 professori, 39 con posizioni di visiting professor. Appar- studenti della Svizzera italiana e con le assistenti con dottorato, 122 dottoran- tengono tutti al Collegio dei docenti, con esigenze di giovani motivati dall’eccellen- di e 174 studenti di Bachelor e Master. il Direttore, i professori di ruolo e alcuni za e in cerca di un’adeguata risposta ac- In soli dieci anni, la Facoltà cresce con giovani docenti, ricercatori e dottorandi cademica. enorme successo in otto aree diverse e ot- che completano il corpo insegnante. Con tiene finanziamenti esterni per la ricerca questo modello, l’Istituto è l’unico in Eu-
IDEE Le sette idee a fondamento dell’Accademia Mario Botta, Accademia di architettura 1. Per una nuova sintesi. Una scuola all’impegno ecologico, alla responsabi- protagonisti del mondo culturale, corri- universitaria non è solo un luogo del- lità etica e al rapporto con la memoria sponde una forte diversità dei linguaggi la didattica: è anche un luogo chiamato culturale dei luoghi. Si tratta di un im- degli architetti responsabili dei singoli a ospitare la cultura più avanzata di un pegno che apre incondizionatamente a atelier di progetto, che negli anni hanno determinato campo del sapere. Per una un processo interdisciplinare che vuole animato il ricco arcipelago internazionale scuola di nuova fondazione, è opportu- spingere l’interesse degli architetti ver- di Mendrisio, dal Portogallo all’Austria, no che questo ruolo culturale si sposi a so le frontiere delle differenti discipline. dall’Irlanda al Sudafrica con basi ben so- un forte spirito innovativo per diventare lide in Svizzera e nel nostro Ticino. Ciò un sismografo privilegiato dei problemi che balza all’attenzione è l’identità di una della propria epoca. Quando, negli anni La nostra è una sintesi scuola che dà spazio ai protagonisti delle Novanta del secolo da poco finito, fu ela- differenti discipline e dei diversi linguaggi geo-culturale, che avvicina borato il progetto per una nuova scuola di progettuali. La nostra condizione geogra- architettura come prima facoltà dell’USI, le tradizioni umanistiche fica di frontiera viene così a trasformarsi ci si interrogò su come farne un autenti- mediterranee alle tradizioni in una condizione di centralità culturale. co laboratorio della cultura architettoni- tecniche prevalenti 4. Un laboratorio dell’internazionalismo ca. Quali erano le grandi questioni poste a nord delle Alpi critico. All’internazionalità dei docenti alle discipline progettuali nell’epoca della corrisponde l’internazionalizzazione degli postmodernità e della globalizzazione? 3. L’importanza delle personalità. Nel studenti: Europa occidentale e dell’Est, Era chiaro come l’Accademia non potes- nostro tempo, spesso a torto, talvolta a area mediterranea, America latina, Estre- se essere soltanto una nuova scuola, ma ragione, si è diffuso un vero e proprio mo Oriente (oggi l’Accademia registra dovesse proporsi come una scuola nuova. “culto dell’autore”. Agli esordi dell’Acca- studenti da oltre 40 paesi). Sarebbe tut- Decidemmo che a caratterizzarla sarebbe demia abbiamo scelto quindi di far leva tavia un errore vedere in questo profilo stata una forte impronta umanistica: una sulla qualità del corpo docente, garanten- internazionale il preludio a una sorta di nuova sintesi tra saperi tecnici e scienze doci di volta in volta la collaborazione dei omologazione culturale. Al contrario, la umane e sociali, tra competenze operative migliori rappresentanti del dibattito ar- diversa provenienza degli architetti pro- e pensiero storico e critico. Avremmo così chitettonico contemporaneo. Tra i primi fessori sollecita riflessioni che connettono ottenuto anche una sintesi geo-culturale, a formare il gruppo di progettisti figura- ogni volta la pratica architettonica a pecu- avvicinando le tradizioni umanistiche me- rono Galfetti, Zumthor e Koulermos. Per liari culture e condizioni operative. In tal diterranee alle tradizioni tecniche preva- gli insegnamenti di storia e teoria dell’arte senso possiamo definire l’Accademia un lenti a nord delle Alpi. e dell’architettura vennero chiamati Dal laboratorio dell’internazionalismo critico 2. La visione interdisciplinare. Gli aspetti Co, Frampton e Szeemann, cui seguirono teso a confrontarsi con il “territorio della contestuali e storici, paesaggistici e so- altre figure autorevoli: da Bertelli a Rei- memoria”. ciali sono temi centrali in una definizio- chlin, da Gubler a von Moos e Settis, sino 5. Necessità dell’architetto generalista. ne umanistica della cultura progettuale. all’attuale gruppo di teorici coordinato da L’indirizzo pionieristico dell’Accade- Fin dall’inizio, con Aurelio Galfetti, pri- Christoph Frank. Per la cultura del terri- mia ha portato a interrogarsi sulla figura mo Direttore della scuola, coniammo la torio abbiamo avuto personalità come Be- dell’architetto. La denominazione “Acca- definizione di “architetto territoriale”, nevolo, Solà-Morales, Rykwert, Jacquard demia di architettura” è già un modo per figura di sintesi per un progetto atten- e Petrella, per la filosofia Cacciari e Agam- distinguerla dai politecnici di Losanna to all’impatto sul territorio e alla cura ben, per la fotografia Basilico e Toscani. e Zurigo. Rispetto all’attenzione per le del paesaggio, alla morfologia urbana e Alla forte interdisciplinarità di questi competenze tecnico-scientifiche che pre-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 9 vale nei politecnici, a Mendrisio abbiamo zione dedicati ai temi del costruire nel già 7. La doppia anima della Svizzera. L’Ac- immaginato un programma pedagogico costruito, l’insistenza sulle categorie del cademia di architettura è nata in un mo- “controcorrente”: formare una nuova fi- contestualismo urbano, gli insegnamenti mento storico in cui il dibattito culturale gura di architetto generalista che aggior- di storia e teoria... poté trovare terreno fertile nella “doppia nasse la visione umanistica che per lungo anima”, locale e internazionale, della Sviz- tempo ha prevalso soprattutto nell’area Noi interpretiamo il fatto zera. L’impostazione internazionale del culturale mediterranea. Sulla scorta delle corpo docente rappresenta uno dei tratti architettonico “dal cucchiaio alla migliori tradizioni disciplinari abbiamo ri- positivi della Svizzera, paese spesso ten- tenuto auspicabile far convergere nell’ar- città”, tenendo vive l’aspirazione tato di innalzare barriere verso l’esterno, chitetto odierno abilità composite, che propria del Movimento Moderno ma anche capace di aprirsi alla dimensio- spaziano dal progetto di costruzione alla all’opera d’arte totale (Gropius), ne europea e internazionale. La nascita cultura del territorio, dall’immaginazione l’istanza di moralità (Giedion) dell’Accademia rappresenta uno dei mo- plastica al sapere artigiano, dal riuso del menti in cui la Svizzera mostra al meglio patrimonio storico all’ideazione di nuovi e la valenza etico-sociale la sua doppia anima, provinciale e insieme scenari tipologici. Come ha ricordato Mu- perseguita da Le Corbusier cosmopolita. thesius, noi interpretiamo il fatto architet- tonico “dal cucchiaio alla città”, tenendo vive l’aspirazione propria del Movimento Moderno all’opera d’arte totale (Gro- pius), l’istanza di moralità (Giedion) e la valenza etico-sociale perseguita da Le Corbusier, ma anche il controllo costrutti- vo proprio del modo raffinato di Mies van der Rohe o quello ipersensibile di Scarpa. 6. Territori della memoria. Il colpevole del degrado delle città e dei paesaggi con- temporanei è lo smarrimento dei grandi modelli di insediamento e trasformazione dello spazio fisico depositati nella nostra memoria culturale. Da qui l’importanza di ripartire dalle lezioni che ci vengono dalla città e dal paesaggio europei. La velocità delle trasformazioni in atto suggerisce di confrontarsi con i territori della memoria Mario Botta e Aurelio come struttura stessa del fatto progettua- Galfetti consultano il le. In Accademia, questo rinnovato rap- programma dei corsi, il porto con il “passato come un amico”, 21 ottobre del 1996, in occasione dell’apertura del come disse Louis Kahn, è perseguito con primo anno l’attenzione al riuso del patrimonio archi- accademico (foto Archivio tettonico, i numerosi atelier di progetta- del Corriere del Ticino).
IDEE Rigore e autorevolezza: per Economia il buon giorno si vide dal mattino Mauro Baranzini, già Decano e membro del Comitato ordinatore per la Facoltà di scienze economiche Gli storici dell’economia ci insegnano e la Scuola Universitaria Professionale le a quello delle facoltà di economia sviz- che le rivoluzioni industriali, questi balzi (SUPSI), la Facoltà di Teologia di Lugano, zere, sia per favorire la mobilità degli stu- in avanti della società economica e civile, il Centro studi bancari di Villa Negroni a denti sia per formare in modo opportuno arrivano ogni 60-70 anni e non in modo Vezia, il Cardiocentro, il Centro Svizzero le giovani leve che un domani si sarebbero continuativo. In effetti, affinché ci sia una di Calcolo, l’IRB, lo IOSI, solo per citare i ritrovate sul mercato del lavoro ticinese e vera rivoluzione industriale o dei servizi più importanti. svizzero in generale. Il gruppo di lavoro occorre che simultaneamente si verifichi Affinché tutto questo potesse permettere riuscì a chiamare a Lugano come docen- tutta una serie di condizioni favorevoli. È al nostro Cantone di riscattare secoli di ti grossi nomi a livello internazionale che un po’ come l’arrivo dei funghi in autunno: arretratezza occorrevano uomini politici diedero un impulso immediato e notevole occorre che ci sia la giusta temperatura nei di grande respiro (come il Consigliere di di grande rigore accademico. Potremmo boschi, la giusta umidità, magari anche la Stato Giuseppe Buffi, il Sindaco di Lugano per esempio menzionare due futuri rettori luna favorevole, e questa concomitanza di Giorgio Giudici, il Dottor Giorgio Salva- dell’Università Bocconi di Milano (Angelo fattori fa la felicità dei cercatori di funghi. dè), uomini di cultura determinati (Mario Provasoli e Guido Tabellini), diversi do- Botta, Don Eugenio Corecco, Claudio centi “di grido” dell’Università Cattolica Mésoniat), oltre a un gruppo ristretto di di Milano e della Bocconi (tra i quali Luigi Affinché ci sia una vera esecutori convinti della rilevanza dell’ope- Pasinetti, Roberto Scazzieri, Vittorio Coda razione (Mauro Martinoni, Renzo Respini, e il futuro ministro dei Beni culturali e rivoluzione industriale o dei Mauro Dell’Ambrogio, Albino Zgraggen e Rettore dell’Università Cattolica Lorenzo servizi occorre che diversi altri ancora). Ornaghi) e soprattutto studiosi importan- simultaneamente si verifichi Tra le facoltà iniziali non poteva mancare la ti che insegnavano in università svizzere una serie di condizioni favorevoli. Facoltà di scienze economiche. Intanto per- (Pietro Balestra, Elvezio Ronchetti, Marco È un po’ come l’arrivo dei funghi ché Lugano era pur sempre la terza piazza Borghi, Alvaro Cencini). La collaborazione finanziaria svizzera e non da meno perché del Prof. Borghi con la Facoltà di scienze in autunno: occorre che ci sia la il paese in quegli anni stava registrando economiche fu preziosa in quanto egli era giusta temperatura nei boschi, la una forte espansione nel settore non solo non solo ordinario di diritto all’Università giusta umidità, magari anche la finanziario, ma anche amministrativo in ge- di Friburgo, ma sedeva anche nel Consiglio luna favorevole. Questo accadde nerale. Il Municipio di Lugano, propulsore svizzero della scienza. per il nostro Cantone e per la delle due facoltà luganesi, nominò subito Com’è noto, inizialmente le autorità po- un Comitato scientifico nell’attesa di poter litiche e scientifiche federali rifiutarono il Svizzera italiana dalla fine degli presentare alle autorità cantonali e alle au- progetto ticinese e, in occasione del rien- anni Ottanta fino all’inizio torità accademiche federali un progetto di tro da una burrascosa riunione avuta con di questo millennio università che unisse le buone qualità delle la Conferenza dei rettori delle università “facoltà sorelle” svizzere e allo stesso tem- svizzere, l’Onorevole Giuseppe Buffi ebbe La stessa cosa potremmo dire che è acca- po un orientamento tipico delle università a dire che se Berna non ci avesse aiutato duta per il nostro Cantone e per la Sviz- commerciali come la Bocconi o l’Universi- finanziariamente, il Ticino sarebbe parti- zera italiana dalla fine degli anni Ottanta tà di San Gallo. Il gruppo di lavoro arrivò to in ogni caso con la sua Università della fino all’inizio di questo millennio: improv- con un piano che soddisfaceva in buona Svizzera italiana. Il giorno sucecssivo i gior- visamente sono state realizzate iniziative parte queste aspettative, ma prevalse, in nali ticinesi, eravamo nel 1994, recavano il di ampio respiro culturale e scientifico seconda battuta, la consapevolezza che era titolo “Porte chiuse per l’USI a Berna”. La come l’Università della Svizzera italiana necessario avere un curriculum molto simi- bontà del progetto presentato alle autori-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 11 tà federali e soprattutto la qualità dei do- Lovanio, che – guarda tu i casi della vita sua autorevolezza, la sua totale avversione centi chiamati a insegnare a partire dal 21 – conosceva bene almeno due professori a giochi di nepotismo gli permisero di far ottobre del 1996 convinse poi le autorità presenti a Lugano, in particolare Pietro decollare la Facoltà nel migliore dei modi, federali ad accoglierci tra le altre università Balestra e Luigi Pasinetti. chiamando a Lugano diversi professori di svizzere, la qual cosa significava una fonte levatura internazionale, stimolando i pro- di finanziamento importante. Tutto questo fessori e i ricercatori, incitando i giovani avvenne grazie a due rapporti positivi rila- Sia per la sua statura scientifica ben preparati a proseguire nella ricerca; sciati da una commissione internazionale senza rinunciare a offrire delle lezioni nel internazionale sia per il suo ad hoc che venne a Lugano e a Mendrisio campo quantitativo che lo avevano già fat- a “farci le pulci” e a verificare la qualità attaccamento al nostro Cantone, to apprezzare in atenei americani ed euro- dell’insegnamento e della ricerca. Pietro Balestra venne nominato pei. Se il buon giorno si vede dal mattino, Anche in questo contesto le scelte del Co- dal Comitato scientifico primo il contributo nei primi quattro anni della mitato scientifico delle Facoltà di Lugano Decano della Facoltà Facoltà del Decano Pietro Balestra ha si rivelarono quanto mai appropriate in senz’altro tracciato una linea di rigore e di quanto le commissioni esaminatrici no- Sia per la sua statura scientifica internazio- autorevolezza indispensabile per una gio- minate dalle autorità federali includevano nale sia per il suo attaccamento al nostro vane università. Sarebbe poi toccato ai suoi personaggi di statura internazionale al di Cantone, Pietro Balestra venne nominato successori rafforzare questa impostazione. sopra di ogni sospetto, come ad esempio dal Comitato scientifico primo Decano il Prof. Jacques Drèze dell’Università di della Facoltà (1997-2001). Il suo rigore, la A sinistra il Prof. Pietro Balestra con la Consigliera federale Ruth Dreifuss, in occasione del Dies academicus del 1997. Qui a fianco un mo- mento dell’affollata le- zione di commiato del Prof. Mauro Baranzini, l’11 dicembre 2014, intitolata “Economia e società civile: tra passato sostenibile e un futuro incerto” (foto Ti-press).
IDEE Fra audacia e responsabilità, Scienze della comunicazione Eddo Rigotti, primo Decano della Facoltà di scienze della comunicazione Percepii la forza delle idee costitutive nubio inedito e dalle prospettive tuttora integrabili nel mondo del lavoro. Il nostro dell’USI prima ancora di arrivare a Luga- molto stimolanti e non del tutto esplora- impegno nei loro confronti fu quindi fin no. Fui infatti chiamato a commentare il te, arricchito in seguito da un’attenzione dall’inizio quello di investire nella serietà progetto di base delineato dal Comitato importante agli aspetti tecnologici della della didattica, tenendo sempre in con- ordinatore, il team di studiosi incaricato comunicazione. siderazione l’appetibilità dei profili, nel di impostare le due Facoltà luganesi. In Su queste basi, allo stesso tempo elemen- contesto di un mondo professionale che un incontro tenuto a Palazzo dei congres- tari ma pionieristiche, la Facoltà mi affi- iniziava a essere estremamente mutevo- si, a me spettò di discutere del progetto dò il compito di primo Decano. “Noi di le. In secondo luogo, reputavamo essen- previsto per Scienze della comunicazione, Comunicazione” introducemmo nello svi- ziale la responsabilità nei confronti della accanto al Prof. Luigi Pasinetti che com- luppo del progetto un ingrediente che re- comunità scientifica: la Facoltà ambiva mentò il progetto di Scienze economiche. puto tuttora indispensabile per chi voglia dichiaratamente a farsi promotrice di un In quella circostanza sottolineai alcuni dar vita a una nuova realtà sociale: il rilievo nuovo discorso scientifico, di una nuova aspetti delle proposte formulate dal Co- della parola “responsabilità”, declinata se- epistemologia del campo investigato, ca- mitato per Scienze della comunicazione condo i tre referenti fondamentali di ogni pace di produrre ricerca a livello interna- che si rivelarono poi, anche nel tempo, istituzione universitaria. Innanzitutto, re- zionale; una conferma di questo fu senza preziosi. sponsabilità nei confronti degli studenti, dubbio la fondazione della rivista Studies che sono – non bisogna mai dimenticarlo in Communication Sciences, ma non meno – i nostri veri e principali “portatori di in- lo sviluppo di importanti progetti di ricer- La visione era quella di teresse”: nessuno di noi voleva rassegnarsi ca. In terzo luogo, apparve chiaro come all’idea di una Facoltà “fabbrica di disoc- la Facoltà dovesse impegnarsi a favore del sviluppare un nesso virtuoso tra cupati”, cioè di intellettuali difficilmente suo territorio, della sua comunità civile di gli insegnamenti nell’ambito aziendale e quelli solitamente confinati in ambito letterario e culturale, con un’attenzione importante anche agli aspetti tecnologici della comunicazione In particolare mi colpì l’intento di tenere strettamente intrecciate due dimensio- ni che in quegli anni, nel contesto delle nascenti Scienze della comunicazione, erano concepite come, se non antitetiche, sicuramente alternative: la dimensione or- ganizzativa e quella umanistica. L’ipotesi era quella di sviluppare un nesso virtuo- so tra le discipline dell’ambito aziendale Eddo Rigotti negli anni e istituzionale e quelle tradizionalmente Novanta (Foto Archivio confinate nel campo umanistico. Un con- del Corriere del Ticino).
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 13 riferimento, in un’accezione di responsa- scommessa consiste proprio nella valoriz- fondamentali e che spero continuino a bilità superiore a quella delle tesi morali- zazione di questa pluralità, che genera in essere fonte di ispirazione. La prima è il stiche o ideologiche: la nostra accezione chi la studia una naturale propensione a forte legame con la Facoltà “gemella” di di responsabilità verso il territorio ispirò un atteggiamento critico e la ricerca di scienze economiche: siamo nati insieme una precisa impostazione della formazio- una visione di insieme. Multiculturalità, e insieme siamo cresciuti, sostenendoci a ne linguistica, ovvero il plurilinguismo. La in particolare perché nella formazione vicenda con programmi congiunti a livel- nostra Facoltà si faceva in questo modo della faculty non ci siamo chiusi in una lo di formazione e di ricerca, che hanno promotrice di uno dei tratti fondanti della singola prospettiva culturale, ma siamo saputo sfruttare l’unicità di ciascuna del- Confederazione, offrendo corsi di lingua stati capaci di coinvolgere nel proget- le due facoltà. La seconda è l’importanza e di cultura sia tedesca sia francese, nella to – i fatti lo dimostrano – anime illustri data alla dimensione umanistica: l’Istitu- convinzione che non ci si potesse appiat- provenienti da contesti tradizionalmente to di studi italiani non è semplicemente tire esclusivamente sull’inglese. Questo estranei tra loro. La multiculturalità della “parcheggiato” tra i nostri istituti, ma, a triplice senso di responsabilità generò un faculty è condizione indispensabile per la mio modo di vedere, segna con la sua pre- proposito complessivo ambizioso, quello multiculturalità dei curricula e della ricer- senza proprio l’importanza centrale della di mettere in luce e sviluppare la ricchezza ca. Eravamo impegnati a un’apertura sen- cultura senza la quale gli studi in comuni- scientifica e professionale del ruolo della za riserve a ogni ipotesi seria. cazione perdono il loro spessore. La terza comunicazione nei molteplici contesti In relazione alla comunità civile di riferi- e ultima costante è una sorta di incorag- culturali e sociali. mento, è per me assai viva la memoria di giamento ai ricercatori, giovani o navigati due personalità prematuramente scom- che siano, ad ambire a visioni capaci di parse che hanno accompagnato e soste- aprire spazi di indagine nuova e libera, Su queste basi, allo stesso tempo nuto la formazione e lo sviluppo della rifuggendo dalla tentazione delle piccole nostra Facoltà, ma che vanno anche sicu- messe a fuoco. elementari e pionieristiche, ramente considerate tra i padri fondatori aggiungemmo al progetto una di tutta l’Università della Svizzera italiana: componente che reputo tuttora Giuseppe Buffi e Giorgio Salvadè. Oltre Queste furono (e in parte sono) molto importante: il rilievo della ad aver ricoperto ruoli centrali, rispetti- le nostre forze. La nostra storia parola responsabilità vamente in quanto direttore del Dipar- timento della cultura, dell’educazione parte da qui: spirito e dello sport nel governo cantonale e in d’impresa nell’intraprendere A rischio di sembrare utopica, la nostra quanto municipale responsabile del Dica- sentieri nuovi, istinto Facoltà ha osato perseguire una conce- stero della cultura della Città di Lugano, di responsabilità e apertura zione visionaria, puntando a essere inter- essi seppero ideare e realizzare, ciascuno disciplinare e multiculturale. Interdisci- nel suo esecutivo, piste innovative nelle plinare perché – come indica il plurale politiche dell’alta formazione e della ri- Queste sono state (e in parte sono) le no- con il quale abbiamo voluto designare la cerca. stre forze. La nostra storia parte da qui: nostra Facoltà, appunto di Scienze della Sorretta dall’intelligenza e dalla cordialità spirito d’impresa nell’intraprendere sen- comunicazione – non si può pretendere di di queste e altre figure, la Facoltà riuscì a tieri nuovi, sentimento di responsabilità mettere a fuoco il fatto comunicativo con consolidare la sua immagine nel contesto e apertura. Credo che possiamo esserne una sola lente: questo ambito del sapere è universitario elvetico. Nelle sue politiche ragionevolmente fieri. infatti ontologicamente plurale e la nostra si riconoscono tre costanti che reputo
IDEE Quei princìpi alla base della nostra informatica Mehdi Jazayeri, primo Decano della Facoltà di scienze informatiche La Facoltà di scienze informatiche dell’U- ziali. Il primo è la teoria: le fondamenta logie, il cui uso efficace poi richiede spesso SI nasce da una scommessa: l’obiettivo, teoriche della disciplina, che sono state l’elaborazione di nuove teorie. magari un po’ visionario, del piccolo grup- gettate nel corso del ventesimo secolo o po di colleghi che mi ha accompagnato anche prima, ci permettono ancora oggi di Abbiamo allestito un programma nella sua fondazione era di dare un auten- migliorare le capacità del calcolo automa- ispirato a un approccio tico scossone alla tradizione. Avevamo in tico e allo stesso tempo di vederne i limiti. mente di innovare radicalmente il modo La conoscenza di queste basi da parte degli ingegneristico, fondato su quattro stesso di insegnare informatica. Sentivamo studenti resta dunque per noi centrale. Il pilastri: la teoria, la tecnologia, il il bisogno di rispondere in modo nuovo e secondo pilastro è la tecnologia: l’informa- pensiero sistemico migliore alle esigenze del mercato del la- tica è un settore in perpetua evoluzione, e il lavoro di squadra voro. Volevamo evidenziare la bellezza e caratterizzato da rapidi e profondi cambia- l’eleganza della disciplina in modo da coin- menti tecnologici. È quindi importante che Il terzo pilastro del nostro sistema forma- volgere nuove generazioni di studenti. Ed gli studenti siano allenati a questo esercizio tivo è il cosiddetto Systems thinking, ov- è così che è nata l’idea – in controtendenza di dinamismo, che acquisiscano una totale vero il pensiero sistemico: l’informatica è rispetto al mercato svizzero ed europeo – familiarità con gli ultimi ritrovati della tec- oggi un componente essenziale di molti si- di creare un nuovo percorso di studi, capa- nologia, ma anche che imparino ad analiz- stemi sociali, economici e persino politici. ce di superare un modello che ormai stava zarne i difetti e a comprendere le esigenze Gli studenti devono quindi sviluppare la perdendo colpi e, soprattutto, studenti. alla base del cambiamento stesso. Questi capacità non solo di costruire un artefatto due princìpi sono strettamente legati: la tecnologico intelligente e affidabile, ma teoria infatti aiuta a inventare nuove tecno- anche di comprenderne la ragion d’essere Avevamo in mente di innovare dalle radici il modo stesso di insegnare la disciplina. Sentivamo il bisogno di rispondere in modo nuovo e migliore alle esigenze del mercato del lavoro. Avevamo chiara la necessità di portare alla luce la bellezza e l’eleganza della disciplina Insieme ai primi colleghi, Alexander Wolf, Antonio Carzaniga, Michele Lanza, Amy Murphy e Fernando Pedone, abbia- mo quindi allestito un programma ispira- to a un approccio ingegneristico fondato su quattro pilastri che riteniamo essen-
SQUARE USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch 15 nel contesto del sistema in cui la tecnolo- proccio sistemico e con l’uso critico delle della letteratura accademica scandagliata gia opera. tecnologie più all’avanguardia. L’istituzio- da Google Scholar, i più di 50 premi scien- Il quarto e ultimo pilastro è quello della ne di un atelier impostato in questo modo tifici attribuiti a ricercatori della Facoltà, comunicazione e del lavoro di squadra: i costituisce la vera innovazione apportata gli oltre 45 milioni ottenuti grazie ai finan- progetti nel campo tecnologico sono in- dal nostro progetto formativo all’insegna- ziamenti competitivi alla ricerca scientifi- fatti per loro natura interdisciplinari e ri- mento dell’informatica; un’innovazione ca, ma soprattutto gli oltre 100 dottorandi chiedono un grande lavoro di relazione e amata dagli studenti e apprezzata dalla provenienti da quasi 30 paesi che anima- di scambio tra i diversi membri della squa- comunità scientifica internazionale, che no i nostri gruppi di ricerca. Una vitalità dra, che spesso provengono da discipline l’ha premiata con due tra i più impor- sulla quale pochi avrebbero investito nel piuttosto diverse. Il successo dei progetti tanti riconoscimenti del settore: l’ACM 2004 quando fondammo la Facoltà e che dipende spesso proprio dalle capacità di SIGSOFT Influential Educator Award nel ora caratterizza l’identità stessa di tutta comunicazione dei singoli e per questo è 2012 e l’IEEE CS TCSE Distinguished l’Università della Svizzera italiana. fondamentale che i nostri studenti sappia- Educator Award nel 2013. no comunicare idee, problemi e risultati Come nelle migliori tradizioni accademi- nel modo più efficace possibile. che, la forza nell’insegnamento deriva da Al fine di mettere in pratica concretamen- e si combina con una spiccata attenzione te questi quattro princìpi, abbiamo ideato alla ricerca. Indicativi del grande lavo- Nelle immagini, da sinistra: il cantiere dell’edificio che ospita la Facoltà di scienze informatiche, in uno il concetto di atelier: ogni semestre, tutti ro svolto in questo settore sono le oltre scatto del 2003; la “sfilata” dei primi professori al Dies gli studenti sono tenuti ad affrontare un 70mila citazioni raggiunte (solo dal 2008) academicus del 2004; il Prof. Mehdi Jazayeri nel corso progetto reale, gestito in team, con un ap- dai professori della Facoltà all’interno dello stesso Dies (foto Ti-press).
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