La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core

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La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
La Galleria
Vittorio Emanuele II
     di Milano
  Progetto, costruzione, restauri
                            a cura di
Paolo Gasparoli, Angelo Manenti, Maurizio Pecile, Ornella Selvafolta
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
In copertina
Veduta interna della Galleria Vittorio
Emanuele II dopo il restauro
[© DS Comunicazione]
In quarta di copertina
Veduta esterna della Galleria Vittorio
Emanuele II dopo il restauro
[© Andrea Scuratti]

Progetto grafico                               Ringraziamenti                                     Il volume è stato realizzato      “Mi piacerebbe viverci per sempre”, diceva Mark Twain.
Marcello Francone                              Archivio Storico Banca Intesa Sanpaolo,         grazie al contributo delle imprese
                                               Milano: Barbara Costa, Francesca Pino                                                La Galleria è un concentrato di milanesità: c’è l’eleganza,
Coordinamento redazionale
                                               Archivio Storico Civico Biblioteca
Emma Cavazzini
                                               Trivulziana, Milano: Isabella Fiorentini,
                                                                                                                                    c’è l’innovazione architettonica e tecnologica, c’è il piacere
Redazione                                      Luca Dossena, Barbara Gariboldi                                                      della vita pubblica, della passeggiata tra le vetrine, della
Maria Conconi                                  Cittadella degli Archivi e Archivio Civico
Martina Degl’Innocenti                         di Milano: Francesco Martelli,
                                                                                                                                    discussione in un caffè. C’è il gusto di incontrarsi con stile
Impaginazione
                                               Tommaso Bonfanti                                                                     e c’è l’orgoglio di una grande città che sapeva e sa di essere
                                               Civico Archivio Fotografico, Milano:
Marina Boer
                                               Silvia Paoli, Giuseppina Simmi                                                       una capitale internazionale. Quando l’Amministrazione
Traduzioni                                     Civica Raccolta delle Stampe                                                         Comunale bandì il concorso per la Galleria nel 1860, un
Kathleen Hannan, Elizabeth Burke,              Achille Bertarelli, Milano: Giovanna Mori
Johanna Kreiner, NTL Firenze                   Gabinetto del Sindaco, DS Comunicazione,                                             anno dopo l’annessione al Regno di Sardegna e un anno
                                               Coordinamento e sviluppo progetti
                                               di comunicazione integrata:
                                                                                                                                    prima della proclamazione del Regno d’Italia, volle far fare
Nessuna parte di questo libro può essere
riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma
                                               Giovanni Piacentini, Gianfranco Campari,                                             a Milano un salto nella modernità europea. Vi riuscì grazie
                                               Silvio Barbieri, Giovanni Lucato,
o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico
                                               Pietro Madaschi                                                                      al progetto di Giuseppe Mengoni, che accostava allo stile
o altro senza l’autorizzazione scritta
dei proprietari dei diritti e dell’editore
                                               Gabinetto del Sindaco,                                                               neorinascimentale lombardo uno slancio innovativo uni-
                                               Ufficio Stampa-Redazione Web:
© 2016 Gli autori per i loro testi             Andrea Scuratti                                                                      co tra le “vie commerciali” coperte d’Europa: quello della
e per le foto                                  DCT, Settore Manutenzione: Renato Bont                         e di                  grandiosa volta in ferro e vetro, frutto di uno studio stilisti-
© 2016 Skira editore, Milano                   Marco Introini
Tutti i diritti riservati                      Marialuisa Pogliani                                                                  co e strutturale che fece scuola. Ne risultò un insieme ricco
                                               Martina Galimberti
ISBN: 978-88-572-3364-2
                                               Alessandra Tibiletti
                                                                                                                                    di grazia e di luce: lo stesso che oggi fa tenere, col naso in
Finito di stampare                             3DSurvey Group del Dipartimento A.B.C.                                               su, milioni di visitatori ogni anno da ogni parte del mondo.
nel mese di dicembre 2016                      del Politecnico di Milano: Cristiana Achille,
a cura di Skira editore, Milano                Francesco Fassi                                                                      Oggi il Comune, terminati i lavori di restauro svolti senza
Printed in Italy                                                                                                                    mai chiudere la passeggiata più bella di Milano, è impe-
www.skira.net                                                                                                                       gnato in un lavoro attento di valorizzazione e promozione
                                                                                                                                    della Galleria come cuore dello stile e della vita di una città
                                                                                                                                    unica e sempre più attrattiva. Questo libro ci accompagna
                                                                                                                                    in una storia avvincente fatta di tecnica, di coraggio e di
                                                                                                                                    personalità. Chi ha voluto, progettato e realizzato la Galle-
                                                                                                                                    ria ci ha consegnato un dono prezioso che siamo chiamati
                                                                                                                                    non solo ad ammirare ma anche a conoscere. Per esserne
                                                                                                                                    ancora più fieri.

                                                                                                                                    Giuseppe Sala
                                                                                                                                    Sindaco di Milano
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
Sommario

Abbreviazioni                            13   La galleria coperta di vetro                            Capitolo IV
ACCMi - Cittadella degli Archivi              Antonella Ranaldi                                       Il restauro delle superfici sulla piazza del Duomo
e Archivio Civico, Milano
ACSMi - Archivio Storico Civico                                                                 187   Opere provvisionali, pubblicità e rapporto
                                              Capitolo I                                              con la città nel recupero dell’arco trionfale
Biblioteca Trivulziana, Milano
                                              La storia                                               Angelo Manenti
AMGF - Archivio Mengoni Giuseppe,
Fontanelice                              19   Il progetto e la costruzione della Galleria       191   Il restauro dell’arco trionfale
CAFMi - Civico Archivio Fotografico,          Vittorio Emanuele II: “one of the most
Milano
                                                                                                      Gregorio Pecorelli
                                              magnificent buildings in Europe”
CCMi - Consiglio Comunale, Milano             Ornella Selvafolta                                207   Il restauro della stazione di regolazione
CRSBMi - Civica Raccolta delle Stampe                                                                 degli orologi pubblici della città
Achille Bertarelli, Milano               51   Giuseppe Mengoni: attraverso il suo archivio            Maurizio Pecile, Giuliana Cuomo
                                              tracce del prezzo e del valore di un sogno
                                              Anna-Maria Guccini                                217   Il restauro dei portici settentrionali e meridionali
                                                                                                      Maurizio Pecile, Giuliana Cuomo
                                         67   Gli affacci sulla città.
                                              Genesi e vicende degli ingressi                   229   La Galleria Vittorio Emanuele II restaurata
                                              alla Galleria Vittorio Emanuele II
                                              Monica Aresi                                            Capitolo V
                                                                                                      I prossimi interventi
                                              Capitolo II
                                              Il restauro del complesso                         249   Una fabbrica in continua evoluzione:
                                              della Galleria Vittorio Emanuele II                     i prossimi interventi di restauro
                                                                                                      Maurizio Pecile, Angelo Manenti
                                         85   Stato dell’arte a 150 anni dalla posa
                                              della prima pietra: cronistoria e motivazioni           Conclusioni
                                                                                                257
                                              di un restauro parcellizzato
                                              Angelo Manenti                                    259   Cronologia
                                         91   Dal progetto di restauro conservativo             261   Addetti ai lavori
                                              alla gestione del cantiere di restauro
                                              Maurizio Pecile                                   263   English texts

                                              Capitolo III
                                              Il restauro delle superfici interne
                                              del “Salotto di Milano”
                                        103   La conservazione delle superfici interne
                                              della crociera
                                              Paolo Gasparoli, Fabiana Pianezze
                                        169   I mosaici dell’ottagono
                                              Maurizio Pecile, Maria Fratelli, Giuliana Cuomo
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
Capitolo I
La storia
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
Il progetto e la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II:
“one of the most magnificent buildings in Europe”

Ornella Selvafolta

Incipit: la Galleria Vittorio Emanuele e la nuova              pera di onore e necessità”, dopo più di cinquant’anni di       1. Il Duomo e il
                                                                                                                              tessuto edilizio
piazza del Duomo, “un’opera di onore e necessità”              progetti senza esiti, di realizzazioni mancate e di aspetta-
                                                                                                                              circostante,
per la Milano italiana                                         tive frustrate dai governi stranieri3.                         fotografia di
“Sfarzoso e splendidissimo luogo”, “salone”, “ampio            Il barone Camillo Vacani, autore di una “memoria” letta        Pompeo Pozzi,
                                                                                                                              1865, CAFMi
bazar”, “atrio di palazzo fantastico”: non sembrano es-        il 16 febbraio 1860 all’“Ateneo di Milano”, sintetizzava       LV 1122
servi limiti agli appellativi usati dai giornalisti milanesi   attraverso una tavola comparativa i “molti progetti” che,
nel marzo 1867 per evocare il senso di meraviglioso, di        nei decenni della Restaurazione, avevano affrontato il
agio e ricchezza dell’appena inaugurata Galleria Vitto-        tema del rinnovamento cittadino partendo dal Duomo
rio Emanuele II1. Nonostante mancasse ancora il grande         quale ‘cuore’ monumentale, artistico, simbolico di Mi-
arco d’ingresso dalla piazza del Duomo, la “Gazzetta di        lano4. Le diverse planimetrie elaborate tra gli anni trenta
Milano”, “Il Pungolo”, il “Corriere delle Dame”, o anche       e quaranta che corredavano lo scritto erano accomunate
la più compassata “Perseveranza”, erano concordi nel           dall’intento di ‘nobilitare’ la “sublime mole” della catte-
sottolineare il fascino e il successo di una realizzazione     drale ‘nobilitandone’ l’intorno, aumentando l’area libera
che aveva richiesto un grande impegno finanziario, orga-       davanti al sagrato e conferendo regolarità di impianto e
nizzativo, tecnico e artistico da parte di amministratori      armonia architettonica a uno spazio che era invece ca-
pubblici, imprenditori privati, ingegneri e architetti e,      ratterizzato da una “singolare indisciplina” urbanistica e
non ultimo, dell’intera cittadinanza.                          edilizia, da un “confuso ammasso di vie” e da un tessuto
L’impresa era stata possibile grazie a una condizione di       quasi inestricabile di case ad “altezze diverse”, misere e
“sopravvenuta autonomia”, ovvero grazie alla conqui-           malsane5. La situazione appariva inaccettabile per una
stata indipendenza dall’Austria nel 1859 e alla presa in       città come Milano che, nel panorama preunitario in di-
consegna della città da parte di un “municipio italiano”       venire, ambiva sia a consolidare le proprie credenziali ri-
deciso ad affrontare problemi urbanistici acutamente           sorgimentali, sia a qualificarsi come un polo di modernità
sentiti, ma mai portati a soluzione nei decenni della do-      grazie alla collocazione territoriale rispetto all’Europa,
minazione straniera.                                           allo sviluppo delle reti di comunicazioni, a un prospero e
“Colla libertà venne anche il risveglio della questione        variegato tessuto di attività economiche.
edilizia intorno alla piazza del Duomo”, scrivevano in-        In questo orizzonte di patriottismo e di rinnovamento si
fatti gli ingegneri Gerolamo Chizzolini e Felice Poggi,        inserisce la “questione edilizia” della piazza del Duomo,
evidenziando come la “questione” avesse assunto qua-           della sua facies architettonica e del suo impianto urbani-
si il significato di rinascita civica e di dovere morale nei   stico entro un sistema rinnovato di spazi pubblici e con-
confronti della collettività2. O meglio, come già nel 1857     nessioni viarie dove, come è noto, era compreso anche
aveva affermato l’architetto Fermo Zuccari, fosse “un’o-       il collegamento diretto con piazza della Scala: ovvero la

                                                                                                                                             19
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
2. Piazza                                                                                                                                         stessi promotori di portata “colossale”: per la mole edili-
del Duomo
prima del 1859,
                                                                                                                                                  zia, per il livello altissimo di responsabilità finanziaria, di
fotografo                                                                                                                                         impegni gestionali e legali, per le “numerose e importanti
non identificato,                                                                                                                                 transazioni da compiersi in brevissimo volgere di tem-
CAFMi
FM C 81/3                                                                                                                                         po”, per la necessità di ideare “espedienti […] inusitati
                                                                                                                                                  […], come lotterie, prestiti a premi, emissioni di vaglia
3. Piazza del
Duomo vista                                                                                                                                       […]”8. Non è scopo di questo saggio ripercorrere analiti-
dalla cattedrale                                                                                                                                  camente tali e altri passaggi, quanto piuttosto di mettere
con l’isolato del
Rebecchino e
                                                                                                                                                  in luce alcuni tra gli aspetti più significativi delle fasi pro-
il coperto del                                                                                                                                    gettuali e costruttive.
Figini, fotografia                                                                                                                                Si può partire proprio da uno degli “espedienti” ideati e
Guigoni & Bossi,
1859, CAFMi                                                                                                                                       messi in atto per la sua realizzazione: cioè dalla lotteria        diede risultati poco brillanti rispetto alle aspettative, così   5. Biglietto della
                                                                                                                                                                                                                                                                                      Lotteria Civica
FM B 52                                                                                                                                           “di due milioni di biglietti a 10 lire l’uno”, autorizzata da      che ben altre forme di raccolta di fondi si resero neces-
                                                                                                                                                                                                                                                                                      per la nuova
                                                                                                                                                  decreto reale ed emessa dal Municipio nel gennaio 1860             sarie. Ciò non riduce tuttavia il significato dell’iniziativa    piazza del
                     futura Galleria. Già ipotizzato negli ultimi anni cinquan-   cittadina si recava da Vittorio Emanuele II per rendere         con lo scopo di destinare il ricavo netto alla “formazione         come primo passo concreto verso la realizzazione di un           Duomo, prima
                                                                                                                                                                                                                                                                                      giocata,
                     ta6, il percorso doveva congiungere i due poli più emble-    omaggio al futuro re d’Italia e per offrirgli l’intitolazione   della nuova piazza del Duomo”. In questa occasione, os-            progetto di cui aveva giustamente prefigurato l’impor-           emissione
                     matici del centro, il monumento religioso e il teatro di     della nuova strada quale “incarnazione permanente di in-        servavano i contemporanei, “si pensò sul serio a volere e          tanza. “Dall’ultimo manuale” ai più “raffinati” mestieri         1° gennaio 1860,
                     fama europea, mediante una strada a funzione prevalen-       dipendenza”7, così da affermare le aspirazioni di libertà       fermamente volere questa piazza”9: più che un originale            dell’arte, la piazza del Duomo e la Galleria occuparono          estrazione
                                                                                                                                                                                                                                                                                      1° gennaio 1861,
                     temente commerciale, pensata come un vettore di novità       dei milanesi e, nello stesso tempo, assicurare il più auto-     escamotage, fu quindi un progetto di lavoro delle cui in-          infatti per diversi anni un gran numero di lavoratori, men-      Milano, Archivio
                     e dinamismo, non a discapito, bensì a vantaggio dei mo-      revole sostegno al progetto.                                    tenzioni danno testimonianza i documenti a corredo del             tre è indubbio che il nuovo assetto urbanistico, il decoro       Storico Banca
                     numenti più antichi. Il 28 giugno del 1859, pochi gior-      È questa in estrema sintesi l’origine della Galleria: la sua    “Piano della Lotteria Civica […] con prima estrazione il           delle architetture, l’impegno delle istituzioni e la vitalità    Intesa Sanpaolo

                     ni dopo la decisiva battaglia di Solferino e San Martino     storia è stata più volte scritta, variamente evidenziando       9 gennaio 1861”10. Da essi si percepisce chiaramente l’ur-         del commercio riuscirono a interpretare, con gli strumen-
                     nella seconda guerra di indipendenza, una delegazione        le molteplici sfaccettature di un’opera considerata dagli       genza di un intervento volto non solo a migliorare l’intor-        ti, i modelli culturali e il gusto dell’epoca, le istanze di
                                                                                                                                                  no del “più insigne monumento” di Milano, non solo a               una città appena uscita dal “giogo straniero” e ansiosa di
4. Alcune
proposte per                                                                                                                                      modernizzare il centro della città e la sua trama viaria, ma       conquistare un posto di rilievo nel pase unitario.
la sistemazione                                                                                                                                   anche a promuovere proficue operazioni fondiarie, con
di piazza
del Duomo
                                                                                                                                                  una movimentazione di capitali, di idee e esperienze che           Concorsi e progetti per una “piazza monumentale”,
elaborate nella                                                                                                                                   avrebbero creato nuove occasioni di lavoro, di benessere           per “una via e una splendida sala”11
prima metà                                                                                                                                        e miglioramento sociale.                                           Compiuto il primo passo si procedette per gradi, ma a
del XIX secolo,
tratte da
                                                                                                                                                  Nell’invito rivolto dal sindaco Antonio Beretta alle isti-         onor del vero piuttosto rapidamente, verso la soluzione
C. Vacani,                                                                                                                                        tuzioni e alle “persone agiate della Città”, appartenenti          di un problema estremamente complesso dove si intrec-
Poche parole                                                                                                                                      a quell’élite ambrosiana tradizionalmente incline a soste-         ciarono aspetti legislativi12, decisioni amministrative e
su molti progetti
della Piazza                                                                                                                                      nere iniziative di “pubblico bene e di civico lustro”, si          scelte politiche, interessi pubblici e privati, intenzionalità
del Duomo                                                                                                                                         rimarcava infatti come, dati per scontati gli obiettivi fun-       simboliche ed esigenze funzionali, vicende di concorsi, di
di Milano,
                                                                                                                                                  zionali e di maggior decoro, l’operazione avrebbe richie-          espropri e appalti di non sempre facile gestione e all’ori-
in “Atti
dell’Ateneo                                                                                                                                       sto un’“immensa quantità e varietà dei lavori”, scambi di          gine di diverse occasioni conflittuali. Tra queste intricate
di Milano”,                                                                                                                                       merci e impiego di mano d’opera, “dall’ultimo [lavora-             situazioni la nuova piazza e, per quanto più ci riguarda,
1860, fasc. 1,
                                                                                                                                                  tore] manuale fino al concorso delle raffinate industrie           la Galleria, trovavano una faticosa, ma, alla luce dei ri-
s.n.p.
                                                                                                                                                  e delle belle arti”. Mentre la creazione di nuove strade,          sultati, felice via di mediazione, derivando dal confronto
                                                                                                                                                  la costruzione di “grandiosi fabbricati” e l’apertura di           con la complessità della relazioni empiriche non soltanto
                                                                                                                                                  “nuovi negozi” avrebbero certamente innescato proces-              le condizioni materiali del loro farsi, ma anche sollecita-
                                                                                                                                                  si virtuosi di emulazione e di collaborazione, nella pro-          zioni per ripensare, a volte migliorare, le stesse soluzioni
                                                                                                                                                  spettiva di una città moderna e solidale dove ogni cam-            progettuali.
                                                                                                                                                  biamento avrebbe riverberato effetti benefici sull’intero          Al 1860 risale un concorso di idee aperto a tutta la citta-
                                                                                                                                                  corpo sociale.                                                     dinanza, per la riforma della piazza del Duomo e la sua
                                                                                                                                                  Nonostante la fondatezza di tali argomenti, sappiamo che           connessione con piazza della Scala, indetto dal Municipio
                                                                                                                                                  la lotteria da sola non bastò al finanziamento e anzi che          al fine di vagliare l’opinione pubblica, stimolare l’interes-

20                                                                                                                                                                                                                                                                                                   21
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
6a-b. Dettaglio                                                                                                                                          9. Planimetria
delle piante                                                                                                                                             “per la Nuova
di Milano del                                                                                                                                            Piazza del
1856 e del 1869                                                                                                                                          Duomo in
con la piazza                                                                                                                                            relazione alle sue
del Duomo                                                                                                                                                adiacenze” con
prima e dopo                                                                                                                                             l’indicazione del
gli interventi                                                                                                                                           percorso della
di sistemazione                                                                                                                                          futura Galleria
urbanistica,                                                                                                                                             e i nomi dei
tratte da Pianta                                                                                                                                         commissari,
numerica della                                                                                                                                           allegata al bando
R.a Città di                                                                                                                                             di concorso,
Milano divisa                                                                                                                                            Milano 15
in parrocchie                                                                                                                                            novembre 1860,
e circondarj                                                                                                                                             CRSBMi
1856 incisa da                                                                                                                                           PV m. 8-68
Giuseppe Pezze,
Ronchi, Milano
                   se dei milanesi, offrire loro una palestra di confronto e,           committente di progetti architettonici e urbanistici, posi-
1856; Milano       possibilmente, raccogliere credibili proposte. Tra i settan-         tivamente attivo nella trasformazione della città. La plani-
com’è al giorno    tasei progetti pervenuti “dal più modesto al più licenzio-           metria-guida annessa al bando di concorso prevedeva la
d’oggi 1869,
Ronchi, Milano
                   so, accennanti a tutte le forme e concetti immaginabili”,            completa demolizione del tessuto edilizio preesistente, ivi
1869, proprietà    una commissione, composta da assessori, professionisti,              compresi il “coperto del Figini” e l’isolato del Rebecchi-
privata            artisti, professori dell’Accademia di Belle Arti di Brera,           no, per aprire davanti al Duomo una piazza rettangolare
                   uomini di “censo e cultura”, estrapolò e rielaborò alcuni            lunga più di 100 metri, attorniata da edifici a portici, adat-
                   concetti informatori che vennero inseriti nel programma              ti alle esigenze del “commercio e civile abitazione”, senza
                   di un successivo concorso a premi bandito nel 1861.                  obblighi di stile, ma congruenti con lo scopo e dotati di
                   Aperto ai soli “cultori dell’arte”, ovvero a ingegneri, ar-          linee “euritmiche”13. Per l’impianto viario le linee guida
                   chitetti e artisti, la prova dava inizio alla vera competizio-       principali riguardavano un asse di scorrimento nord-sud
                   ne professionale e stabiliva il ruolo del Municipio come             all’estremità ovest della piazza in direzione della nuova

                   7. Programma a stampa del concorso            8. Planimetria dell’area tra piazza
                   per la “Nuova Piazza del Duomo                del Duomo e piazza della Scala
                   di Milano e la Via [Galleria] Vittorio        con il tracciato della futura “strada
                   Emanuele II”, Milano 1861,                    Vittorio Emanuele” [la Galleria],
                   ASCMi PR c. 1380                              disegnata dall’ingegner architetto
                                                                 Gianluigi Ponti, 31 gennaio 1860,
                                                                 CRSBMi PV m. 16-2

22                                                                                                                                                                      23
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
10. Planimetria                                                                    il momento aperte le due possibilità di passaggio coperto
del progetto
                                                                                   o di strada porticata.
“Dante”
dell’architetto                                                                    Nessuno dei quattro progetti fu proclamato vincitore, ma
Giuseppe                                                                           quello di Mengoni meritò una menzione che gli valse l’in-
Mengoni,
presentato al
                                                                                   vito a partecipare a un ulteriore e definitivo concorso a
concorso del                                                                       inviti, bandito il 7 febbraio 1863 e ristretto a tre soli pro-
1861, tratto da                                                                    fessionisti: Mengoni, il milanese Giuseppe Pestagalli, e il
A. Rondello, La
Galleria Vittorio                                                                  fiorentino Nicolò Matas (rinunciatario perché impegnato
Emanuele II.                                                                       nel completamento della facciata di Santa Croce e nel pro-
Milano 1867-
                                                                                   getto della facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze)16.
1967, Itala Ars,
Milano 1967                                                                        Si confrontarono quindi due sole proposte che, pur assu-
11. “Progetto
                                                                                   mendo gli stessi principi generali, si diversificavano per il
Mengoni per la                                                                     disegno d’insieme, il linguaggio stilistico e la diversa im-
nuova Piazza                                                                       portanza assegnata agli elementi costitutivi del progetto.
del Duomo
Via Vittorio                                                                       Optando per un neorinascimento più ‘ecumenico’ rispetto
Emanuele e                                                                         al bramantesco romantico e con impronte locali del con-
Sistemazione
                                                                                   corrente, proponendo un assetto di piazza più chiaro e
delle via
adiacenti                                                                          geometrico, dando maggior risalto alla galleria di collega-
eseguito per                                                                       mento con piazza della Scala, la soluzione di Mengoni in-
incarico del
                                                                                   terpretava in modo più adeguato le richieste municipali e
Consiglio
Comunale                                                                           come tale vinse il concorso nel settembre 186317.
di Milano ed                                                                       Nei mesi successivi il progetto della Galleria, che ori-
approvato
nelle sedute dei
                    stazione centrale (allora in costruzione) e, per il collega-   ginariamente prevedeva un solo braccio, fu rielabora-
giorni 15 e 16      mento diretto con piazza della Scala, una strada “coper-       to tenendo conto di ulteriori sollecitazioni fino a rag-
settembre 1863”,    ta a vetri” oppure porticata a funzione prevalentemente        giungere, nel settembre 1864, la soluzione definitiva.
Ronchi, Milano
1863, ASCMi         commerciale.                                                   A questa data si configuravano quindi le sue principali
PR c. 1381          Senza entrare in merito alle vicende del concorso e alle       caratteristiche: la pianta a croce formata dall’intersecarsi
                    singole proposte (diciotto complessivamente), basterà          dell’asse longitudinale Duomo-Scala con un nuovo asse
                    indicare come i quattro progetti finalisti seguissero ab-      trasversale, il grande spazio ottagonale nel punto di in-
                    bastanza fedelmente gli orientamenti municipali nel ten-       contro, la copertura in ferro e vetro con centine ad arco
                    tativo di elaborare un quadro di soluzioni realistiche e       ribassato e ampia cupola centrale, gli edifici laterali alti
                    praticabili. “Dante” del bolognese Giuseppe Mengoni,           quattro piani oltre il terreno, l’affaccio sulla piazza del
                    “Ammirazione” del milanese Davide Pirovano, “Alla              Duomo in guisa di monumentale arco di trionfo con ri-
                    nazione Italiana” del veneziano Paolo Urbani, “Temo e          scontro nella nuova testata pensata per la “manica lun-
                    spero” del comasco Gaetano Martignoni, erano infatti           ga” di Palazzo Reale18. Così concepita la Galleria avreb-
                    apprezzati per “la completezza, la ponderatezza di per-        be riunito “i vantaggi e le comodità di una via cogli agi
                    cezione e di idee pratiche” e per un’attenzione alla “fatti-   di un’immensa e splendida sala”, diventando episodio
                    bilità” che avrebbe reso meno problematico il passaggio        emergente del nuovo centro di Milano, con una posi-
                    cruciale dal disegno alla realizzazione14.                     zione di assoluto rilievo nella ‘rappresentazione’ della
                    In questa circostanza si segnalava quindi il nome di Giu-      modernità urbana19.
                    seppe Mengoni, ingegnere-architetto formatosi all’uni-         È bene rimarcare tuttavia che il passaggio commerciale
                    versità di Bologna e alla locale Accademia di Belle Arti15.    coperto in ferro e vetro (di origine francese tardoset-
                    La sua proposta fu considerata “chiara e ragionevole”,         tecentesca) non era una tipologia inedita per Milano
                    sostanzialmente la più “fattibile” anche in ragione di         dove, tra il 1830 e il 1832, era già stata realizzata, su
                    un’aderenza spiccata alle indicazioni del bando, pospet-       progetto dell’architetto Andrea Pizzala, “una galleria
                    tando lo stesso impianto per la piazza e lo stesso tracciato   vetriata alla maniera di quelle di Parigi e di Londra”.
                    per la via di collegamento con la Scala, ma lasciando per      Costruita per i fratelli Giovanni Battista, Vitaliano

24                                                                                                                                                  25
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
12. Icnografia                                                                                                                                         Un contratto per la costruzione della Galleria                   per la sottoscrizione azionaria, pubblicato in “The Solici-
e sezione della
Galleria De
                                                                                                                                                       Approvato definitivamente il progetto con decreto reale          tors’ Journal and Reporter”, si sottolineava che il diritto
Cristoforis                                                                                                                                            il 9 ottobre 1864, restava ancora irrisolto e sempre più         accordato dal Municipio milanese di costruire opere di
a Milano                                                                                                                                               pressante il problema di come concretamente affrontare           grande rilievo “nel centro commerciale di una delle prin-
prograttata
dall’architetto                                                                                                                                        una realizzazione che presupponeva costose operazioni            cipali città d’Europa”, in base a un progetto giudicato
Andrea Pizzala,                                                                                                                                        di acquisizioni ed espropri e un’enorme mole di lavori,          positivamente dal famoso architetto Charles Barry29, rap-
Litografia                                                                                                                                             tra demolizioni e costruzioni, su un’area complessiva di         presentava un’occasione più che favorevole per gli inve-
Vassalli, Milano
1832, CRSBMi                                                                                                                                           35.800 metri quadri, con un investimento di capitali, cal-       stitori, nonché motivo di orgoglio per la partecipazione
PV m. 8-24                                                                                                                                             colato a circa 26 milioni (4 milioni e mezzo per la sola         a un’iniziativa unica e diversa per tipo e qualità da quelle
13. Galleria                                                                                                                                           Galleria), decisamente superiore alle capacità finanziarie       fino ad allora finanziate sul continente30.
De Cristoforis,                                                                                                                                        del Municipio milanese26.                                        Nella storia dell’opera realizzata, di grande rilievo è il con-
incisione di
Alessandro                                                                                                                                             Del tutto insufficiente la lotteria, non abbastanza attrez-      tratto di costruzione (denominato Istromento), stipulato
Angeli e Fratelli                                                                                                                                      zate per un intervento così cospicuo le forze economi-           con atto notarile l’11 gennaio 1865 tra il Municipio e la
Bramati, 1832,      e Luigi De Cristoforis in un’area di loro proprietà in          intensificava la qualità architettonica e urbanistica facen-       che locali, le risorse vennero trovate all’estero tramite gli    City of Milan Improvements Company Limited (indicata
CRSBMi
PV g. 6-37          Corsia dei Servi (oggi corso Vittorio Emanuele)20, fu la        do della “strada coperta”, oltre che un percorso tra due           auspici di Lord Viscount Torrington, “suddito inglese            come “Società”), riguardante piazza del Duomo, la Galle-
                    prima galleria commerciale realizzata in Italia e, a sua        punti nodali del centro, una parte fondamentale del nuo-           da lungo domiciliato in Pallanza” che aveva intravisto           ria e le vie adiacenti31. Quaranta articoli disciplinavano i
                    volta, rientrava in un progetto di investimento fondiario       vo sistema cittadino, luogo qualificato del commercio e            la possibilità di utili profitti nei progetti di trasformazio-   rapporti tra le due parti in termini di responsabilità tec-
                    e rinnovamento edilizio. Grazie al suo percorso interno         di riti sociali, architettura rappresentativa di stili e decori,   ne della città di Milano27. Nel 1864 si costituì a Londra        niche e finanziarie, si specificavano i compiti costruttivi,
                    agli isolati, si moltiplicavano infatti gli affacci commer-     di nuovi materiali e tecnologie costruttive.                       la City of Milan Improvements Company Limited, con               i tempi e metodi di realizzazione, le assegnazioni di pro-
                    ciali e complessivamente aumentavano i profitti, poiché         Tali e altri aspetti erano contemplati nella proposta di           capitali garantiti dalla banca di investimento The Credit        prietà, le quote di rendita sugli investimenti di capitali, le
                    i passages erano “essenzialmente abbellimenti produt-           Mengoni definitivamente approvata, ponendo così fine               Foncier et Immobilier Anglais28. Nell’annuncio ufficiale         ripartizioni dei costi, gli obblighi legali32. Si trattava cioè
                    tivi”, come aveva lucidamente dichiarato l’architetto           a decenni di ipotesi, tentativi, disegni non realizzati, di-
                                                                                                                                                                                                                                                                                          14. Assonometria
                    Pierre-François-Léonard Fontaine, progettista a inizio          scussioni, polemiche, decisioni non prese. “Noi abbiamo                                                                                                                                               dall’alto della
                    Ottocento della celebrata Galerie d’Orléans al Palais           un progetto” – dichiarava orgogliosamente il Consiglio                                                                                                                                                “Nuova Piazza
                    Royal di Parigi21.                                              Comunale – [dove] vediamo brillare le felici reminiscen-                                                                                                                                              del Duomo
                                                                                                                                                                                                                                                                                          ed Adiacenze
                    La nuova attenzione al decoro e ai riti mondani che essa        ze delle epoche splendide dell’architettura italiana, […]                                                                                                                                             secondo il
                    aveva introdotto rispetto agli esempi precedenti, era ser-      fuse in una generale e svariata armonia.”24 Erano com-                                                                                                                                                progetto
                                                                                                                                                                                                                                                                                          dell’Architetto
                    vita da modello per la De Cristoforis, dove “70 splen-          menti entusiastici e venati di retorica celebrativa, del
                                                                                                                                                                                                                                                                                          Cav.re Giuseppe
                    denti botteghe”, un albergo, un ristorante, un caffè e un       tutto comprensibili alla luce delle vicende pregresse, ma                                                                                                                                             Mengoni”,
                    “teatro meccanico” in un ambiente coperto di “nitidi            scarsamente condivisi dal milieu professionale cittadino,                                                                                                                                             disegnata
                                                                                                                                                                                                                                                                                          da G. Landriani
                    cristalli” e riverberante di luci naturali e artificiali, ma-   verosimilmente contrariato che Mengoni, estraneo alla
                                                                                                                                                                                                                                                                                          e L. Burlando,
                    gnificavano la scenografia del “commercio, del capitale         cultura architettonica milanese e lombarda, avesse otte-                                                                                                                                              1865, CRSBMi
                    e dell’industria” quali principali artefici della prosperità    nuto l’incarico più prestigioso del tempo.                                                                                                                                                            PV g. 2-38

                    cittadina22. Con la De Cristoforis il tema borghese e sa-       Scriverà sucessivamente Luca Beltrami, in modo non del
                    lottiero della galleria commerciale aveva quindi fatto il       tutto benevolo, che egli era stato favorito da “circostan-
                    suo ingresso a Milano, ottenendo un grande successo nei         ze singolarmente propizie” e che nell’avvicendarsi dei
                    primi decenni di attività, ma manifestando già qualche          concorsi, dei progetti e delle discussioni, aveva avuto
                    segno di decadenza attorno alla metà del secolo, non di-        la possibilità di “raccogliere, coordinare, assimilare” e
                    versamente dai passages parigini che sembravano avere           rielaborare spunti diversi più abilmente di altri, perché
                    quasi esaurito l’attrattiva della novità.                       dotato di maggiore acume e iniziativa e, soprattutto, di
                    È interessante quindi che nel 1860 si persistesse nella         una “geniale facilità di composizione”25. Come dire che
                    decisione di costruire la Galleria Vittorio Emanuele II:        Mengoni aveva saputo amalgamare le varie idee, le diver-
                    segno di fiducia nelle potenzialità della nuova Milano e        se esperienze e le “felici reminiscenze” della storia in un
                    nella sua capacità non solo di investire sul proprio futu-      progetto d’insieme che, del resto, era il frutto della cultu-
                    ro, ma anche di rivitalizzare una tipologia apparentemen-       ra eclettica, non esente da difetti, ma rappresentativa del
                    te superata. Di fatto il Municipio si rivelò lungimirante in    periodo e in grado di accogliere la pluralità delle esigenze
                    una scelta che, in abbinamento con la nuova piazza23, ne        proprie a un’opera di tanto rilievo.

26                                                                                                                                                                                                                                                                                                     27
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano - Progetto, costruzione, restauri a cura di - Core
15. “Galeries                                                                                                                                                                                                                                                                       16a-b. Pagine
Victor                                                                                                                                                                                                                                                                              dell’Istromento,
Emmanuel à                                                                                                                                                                                                                                                                          contratto di
Milan. Dome                                                                                                                                                                                                                                                                         costruzione
Centrale”,                                                                                                                                                                                                                                                                          della piazza del
sezione                                                                                                                                                                                                                                                                             Duomo e della
sull’ottagono                                                                                                                                                                                                                                                                       Galleria Vittorio
della Galleria,                                                                                                                                                                                                                                                                     Emanuele II
riproduzione                                                                                                                                                                                                                                                                        stipulato tra
fotografica di                                                                                                                                                                                                                                                                      il Municipio
un disegno                                                                                                                                                                                                                                                                          di Milano e la
presentato dalla                                                                                                                                                                                                                                                                    City of Milan
ditta Henri                                                                                                                                                                                                                                                                         Improvements
Joret et Cie                                                                                                                                                                                                                                                                        Company
all’Esposizione                                                                                                                                                                                                                                                                     Limited l’11
Universale di                                                                                                                                                                                                                                                                       gennaio 1865,
Parigi del 1867,                                                                                                                                                                                                                                                                    ASCMi
CAFMi                                                                                                                                                                                                                                                                               PR c. 1382
Albo G 107/38

                   di un accordo di tipo prevalentemente finanziario-ammi-           avrebbe provveduto a integrare gli utili. Nel caso oppo-      disegni depositati e ufficialmente approvati per quanto         valore di scambio rispetto al valore d’uso, ma altrettanto
                   nistrativo dove è comunque possibile leggere ‘in nuce’            sto sarebbe stata la Società a rimborsare il Municipio del    riguardava i fronti dei fabbricati su piazza del Duomo,         utilmente si può riflettere sull’importanza del senso del
                   alcune significative caratteristiche tecniche e formali del-      “sussidio” accordato, secondo un sistema di “reciproci        rispettando altresì dettagliati abachi di materiali (le spese   decoro che, per quanto spesso legato ad aspetti ‘esterio-
                   la Galleria.                                                      compensi” estendibile a un periodo di venti anni.             venivano ripartite con il Municipio); per gli affacci in-       ri’, era vissuto all’epoca come un dovere da parte delle
                   In un quadro di sintesi si può segnalare che: l’esecuzione        “Direttore generale di tutte le costruzioni”, con respon-     terni della Galleria il dovere di rispettare i disegni si ac-   istituzioni e un diritto da parte dei cittadini.
                   dell’intero complesso, conformemente al progetto Men-             sabilità artistiche, tecniche e gestionali, era Giuseppe      compagnava però a una maggiore libertà nella scelta dei         Non è però da trascurare come in tali provvedimenti ri-
                   goni approvato dal Municipio, spettava alla Società in-           Mengoni, indicato come “architetto di comune confi-           materiali e delle tecniche (in questo caso i costi erano to-    siedessero in parte anche i motivi della modesta qualità
                   glese; la stessa diventava proprietaria dei fabbricati della      denza del Municipio e della società”, garante degli inte-     talmente a carico della Società). Si lasciava invece ampia      esecutiva dei fronti interni della Galleria: dovuti, indi-
                   piazza del Duomo e della Galleria, mentre le parti di pas-        ressi di entrambi e investito, quindi, di un ruolo di primo   autonomia (previo accordo con il progettista) sia per la        cavano i contemporanei, a “ragioni di economia” e alla
                   saggio “scoperte o coperte”, i portici, le strade, la piazza, i   piano nell’intera operazione. I tempi di realizzazione fu-    configurazione dei fronti dei fabbricati sui cortili sia per    fretta vertiginosa con cui questi lavori si vollero a com-
                   bracci e l’ottagono della galleria (considerabili come “vie       rono fissati a due anni per l’intera Galleria, a eccezione    la loro distribuzione interna.                                  pimento”33. Tenuta al rispetto dei disegni di progetto e
                   pubbliche”) appartenevano al Municipio. Quest’ultimo              dell’entrata monumentale da piazza del Duomo per la           Da queste clausole appare evidente la preoccupazione            all’impiego di materiali specificati solo per i basamenti
                   si impegnava a espropriare le aree e a cederle successiva-        quale erano concessi altri quattro anni in coordinamento      dell’ente pubblico di salvaguardare la qualità complessi-       e gli stipiti delle botteghe (stucco e granito liscio), la So-
                   mente alla Società a prezzi concordati. Nelle voci di divi-       con i fabbricati della piazza. Nel 1867 la “strada coper-     va delle opere principalmente nei loro valori di facciata       cietà, su cui ricadeva interamente la spesa, mirò al rispar-
                   sione delle spese di costruzione rientravano la copertura         ta” avrebbe dovuto quindi essere aperta e funzionante,        quali componenti primarie degli spazi collettivi. Meglio        mio, utilizzando per lo più cementi, terre cotte e stucco
                   in ferro e vetro e il pavimento della Galleria (da ripartire      pronta a ospitare le prime attività e ad accogliere i cit-    tutelati erano infatti gli affacci su piazza del Duomo ri-      di gesso per gli ornati, economici e rapidi nella lavorazio-
                   esattamente a metà) e parte della decorazione degli edi-          tadini dopo un cantiere che si voleva rapido e efficiente,    spetto a quelli della Galleria, assegnando loro un mag-         ne, ma poco durevoli, ridotti in cattivo stato dopo pochi
                   fici in affaccio sulla piazza del Duomo, sulle pubbliche          vantaggioso per entrambe le parti contraenti.                 giore significato civico e valore rappresentativo rispetto      anni dalla conclusione dell’intera Galleria, nel 1878, e tali
                   vie e sui “risvolti esterni” della Galleria (con quote di         Degni di nota nel contratto e ai fini di questo scritto       alle architetture di una struttura commerciale e “votata        da sollevare precocemente problemi di restauro34.
                   partecipazione da stabilire). Era altresì previsto che qua-       erano inoltre le prescrizioni che coinvolgevano la “veste     al profitto”. Utili considerazioni si potrebbero fare sui       Un destino analogo spettò anche alle superfici dell’arco
                   lora la City of Milan non avesse raggiunto una rendita            architettonica” dell’insieme. Si stabiliva in primo luo-      meccanismi di trasformazione della città ottocentesca e         in affaccio su piazza della Scala: un ‘nodo’ del proget-
                   annua netta del 5% sul capitale impiegato, il Municipio           go l’obbligo della Società di attenersi precisamente ai       sui condizionamenti imposti dal crescere progressivo del        to di non facile soluzione visto lo sbocco obliquo della

28                                                                                                                                                                                                                                                                                                 29
17. Planimetria
con le proprietà
soggette a
esproprio
per secondo
il progetto
di Giuseppe
Mengoni con in
rosso il tracciato
della Galleria,
Milano 3 agosto
1864, ASCMi
PR c. 1340
18. Planimetria
e prospetto
della “quantità e
valore” delle aree
da espropriarsi      Galleria, risolto brillantemente dall’architetto, ma ese-                                                                       21. Planimetria
per la costruzione                                                                                                                                   del primo lotto
della Galleria       guito con materie “tutt’altro che nobili” dove il “gesso,                                                                       di demolizioni
Vittorio             lo stucco, la malta avevano parte preponderante”, tanto                                                                         e prospetto
Emanuele II                                                                                                                                          delle proprietà
                     che a fine secolo si decise per una trasformazione radi-
e delle vie                                                                                                                                          con l’indicazione
adiacenti, Milano    cale adottando nuovi rivestimenti lapidei35. Certamente                                                                         delle quote
13 settembre         non erano manchevolezze di poco conto, eppure, sotto-                                                                           di esproprio
1863, ASCMi                                                                                                                                          e, nei diversi
PR c. 1382
                     lineava con competenza critica l’ingegnere Achille Man-
                                                                                                                                                     colori, della
                     fredini, non compromettevano la qualità complessiva                                                                             destinazione
19. Inizio delle
demolizioni per      del disegno, poiché “il genio” dell’architetto più che nei                                                                      delle aree,
                                                                                                                                                     Milano
la costruzione       dettagli, si era manifestato nelle linee generali, “grandio-                                                                    11 gennaio 1865,
di piazza del
                     se, originali e coraggiose” e nella “esatta percezione del                                                                      ASCMi
Duomo dal lato
meridionale,         risultato scenografico finale”36.                                                                                               PR c. 1384
1865, fotografo      Tornando tuttavia alle disposizioni dell’Istromento, si                                                                         22. Schizzo
non identificato,                                                                                                                                    di Giuseppe
CAFMi
                     può rilevare la preoccupazione e l’urgenza di concilia-
                                                                                                                                                     Mengoni
FM C 372             re gli interessi pubblici con quelli privati, favorendo                                                                         con il percorso
20. Demolizioni      ove possibile sia la qualità sia la rimuneratività dell’in-                                                                     e la distribuzione
                                                                                                                                                     dei palchi
attorno a            vestimento. Su sollecitazione della Società, il Municipio                                                                       per gli invitati
piazza del
Duomo sul lato
                     concordò quindi di costruire un piano sotterraneo con                                                                           alla cerimonia
settentrionale in    magazzini da cedere in affitto, di aggiungere un quarto                                                                         della posa della
corrispondenza                                                                                                                                       prima pietra,
                     piano oltre il terreno rispetto al progetto originario e,                                                                       febbraio-marzo
della futura
Galleria Vittorio
                     successivamente alla stesura del contratto, di ottenere                                                                         1865, ASCMi
Emanuele II,         un ulteriore ultimo livello, situato dietro l’imposta della                                                                     PR c. 1382
1865, fotografia     copertura in ferro e vetro, visibile solo dai cortili interni.   sionale, la maggiore altezza, la “gran mole” e l’“ossatura     23. Testo inserito
Deroche                                                                                                                                              nella prima
& Heyland,           La Galleria aveva quindi raggiunto i cinque piani oltre il       speculativa”, finirono col migliorare la qualità ambientale    pietra della
CAFMi                terreno, era ‘lievitata’ in altezza, volumetria e possibilità    e architettonica della Galleria segnandone anzi, come si       Galleria Vittorio
FM E 081                                                                                                                                             Emanuele II,
                     di utilizzo, in base a una strategia di vantaggi reciproci,      vedrà, il suo carattere più nuovo e distintivo e rivelando
                                                                                                                                                     firmato
                     non sempre resa esplicita pubblicamente, che sollevò nu-         contestualmente come la necessità di negoziare con le di-      da Giuseppe
                     merose critiche e rimostranze37.                                 verse forze in gioco, fosse una parte rilevante, se non una    Mengoni,
                     A causa della “sua gran mole”, la “strada coperta” era           prerogativa del progetto per affrontare il susseguirsi delle   7 marzo 1865,
                                                                                                                                                     ASCMi
                     diventata “la vicina più importuna e screanzata che ebbe         richieste senza arrecare discapito all’idea originaria.        PR c. 1382
                     il Duomo”; mentre la “tirannia del denaro come mezzo e           Iniziate nel 1864 le pratiche di esproprio, il Municipio fu
                     come fine” aveva prodotto una “gretta ossatura specula-          in grado di consegnare le prime aree alla City of Milan
                     tiva”, dove si “ammucchiavano” “ammezzati su botteghe            Improvements Company, entro la fine dello stesso anno
                     e piani su piani”38. Ma è pur vero che la crescita dimen-        affinché si precedesse velocemente alle demolizioni e

30                                                                                                                                                                  31
24. Posa della       costruzioni. Le procedure e l’entità delle trasformazioni          prima stipulare i contratti di affitto […] e ci si potrà ren-
prima pietra
della Galleria
                     sono attestate da numerosi documenti legali, da stime e            dere conto prima di alcuni vantaggiosi dividenti per gli
Vittorio             costi, nonché dai rilievi grafici della situazione esistente       azionisti”. Preannunciava quindi che l’“ampio e impor-
Emanuele II,         che mostrano la fitta trama di costruito e le innumerevole         tante Emporio di Commercio”, sarebbe stato completato
fotografia di
Alessandro           quantità di case destinate a essere irrimediabilmente can-         entro la Pasqua del 1867, ma che nel frattempo si sareb-
Duroni, 7 marzo      cellate dalla città39. I primi due lotti fabbricabili, partendo    bero potute affittare le parti via via finite43.
1865, CAFMi          da piazza della Scala, erano disponibili all’inizio del 1865,      Dalle prospezioni degli utili emergevano, per altro, aspetti
LV 1127
                     così che il 7 marzo un percorso ricavato tra gli edifici at-       interessanti della struttura spaziale dell’“ampio e importan-
                     terrati e quelli ancora da demolire, terminante in un var-         te Emporio di Commercio” la cui redditività, considerata
                     co a forma di ottagono, fu allestito da Mengoni con pal-           per singoli piani (esclusi i sotterranei e gli ammezzati), de-
                     chi, archi e baldacchini per la cerimonia della posa della         cresceva dal livello terreno all’ultimo piano, in base a una
                     prima pietra alla presenza del re Vittorio Emanuele II40.          gerarchia di utili inversamente proporzionale al numero
                                                                                        dei vani e all’addensarsi verso l’alto degli appartamenti44.
                     Nel cantiere della Galleria:                                       La suddivisione interna dei 1260 locali complessivi e “l’am-
                     “un colossale complesso di rialzo”                                 mucchiarsi” progressivo degli “ammezzati su botteghe
                     Dal marzo 1865 al novembre 1867, lavorarono, nel can-              e piani su piani”, erano sì la dimostrazione di un intenso
                     tiere della Galleria, circa mille uomini al giorno in rap-         sfruttamento del suolo, ma anche di una concezione mo-
                     presentanza di tutte le specialità dell’arte edilizia tra ma-      derna della costruzione dove il piano terreno affacciato sul-
                     novali e muratori, falegnami e carpentieri, fabbri e vetrai,       la Galleria era formato da grandi locali, variamente aggre-
                     scalpellini e marmorini, stuccatori e mosaicisti, vernicia-        gabili secondo “le esigenze del commercio”. In altri termini
                     tori e imbiancatori, cui si aggiunsero, nelle fasi finali, i de-   la ‘base’ della costruzione presentava un impianto flessibile
                     coratori e i pittori, i modellatori e gli scultori attivi nella    che aveva radicalmente ridotto l’ingombro dei muri portan-
                     parte “artistica” della Galleria41. Era l’“esercito di lavora-     ti attraverso soluzioni costruttive audaci, ma staticamente
25. Riproduzione     tori” traguardante “dall’ultimo manuale fino al concorso           ineccepibili, visto che su questo spazio sarebbe insistito non
fotografica          delle raffinate industrie e delle belle arti” che, ben prima       solo il peso ordinario dei piani superiori, ma anche quello
del quadro           dell’inizio dei lavori, il Municipio aveva prospettato al          straordinario della copertura in ferro e vetro.
di Domenico
Induno Posa          momento del lancio della lotteria; un “esercito” di uomi-          Per ottenere i vani ampi e aperti al piano terreno erano
della prima pietra   ni e di mansioni operante per diverse ditte appaltatrici42,        state utilizzate sottili colonne in ghisa, in gruppi di due o
della Galleria
                     che richiese una complessa organizzazione logistica e no-          quattro, su cui poggiavano robuste travi in ferro a doppia
di Milano
il 7 marzo 1865      tevoli doti direttive.                                             T che reggevano i muri maestri necessari al sostegno dei
con in basso         A questi compiti Mengoni, come già accennato, seppe                piani superiori45. Si trattava di un sistema che integrava
i nomi
dei personaggi
                     assolvere con efficienza, grazie anche all’aiuto di diversi        struttura muraria e struttura metallica, adatto, come ri-
presenti,            tecnici responsabili dei vari lotti, tra i quali è bene ri-        porteranno i manuali costruttivi degli ultimi decenni del
fotografo non        cordare principalmente l’ingegnere Gerolamo Chizzolini             secolo, agli “organismi complessi” delle “fabbriche mo-
identificato,
CAFMi                (al fianco di Mengoni come direttore delle costruzioni),           derne” provviste di spazi di commercio “comunicanti tra
Albo G 107/2         poi Giovanni Battista Torretta, Felice Poggi, Francesco            loro e di abitazioni nei piani superiori46.
                     Solmi, Mario e Pietro Monti, Virgilio Calegari. Grazie             Gli ingegneri Chizzolini e Poggi ricordavano nel 1885
                     al loro coordinamento e alla loro intesa fu possibile ri-          che, escludendo la copertura e le sue parti accessorie, la
                     spettare la scadenza di due anni prevista dal contratto, in        Galleria aveva richiesto l’impiego di ottantadue tonnella-
                     base a un serrato calendario di lavori, di cui resta traccia       te di ferro e ghisa per i rinforzi murari, serramenti, scale
                     nei rapporti mensili indirizzati da Mengoni alla Società           di collegamento tra negozi e ammezzati segnando anche
                     dove ragguagliava sul procedere del cantiere, ma anche             per questo “un risveglio nell’industria del costruire. […].
                     sulle prospettive di rendita futura. “Mi pregio informar-          Si può quasi assolutamente asserire che prima di quell’e-
                     vi” – scriveva nel General Report dell’agosto 1865 – che           poca un’applicazione di qualche importanza del ferro
                     i lavori sono stati condotti con la massima alacrità nella         nelle travature delle abitazioni civili, nei serramenti ecc.
                     convinzione che sia di massimo interesse […] la rapidi-            non era mai stata fatta […]”47.
                     tà dell’esecuzione […], perché così facendo si potranno            La costruzione della Galleria è documentata da una stra-

32                                                                                                                                                       33
26. Pianta                                                                                                                                                                                                                                                                          28. Sezione
del piano                                                                                                                                                                                                                                                                           degli edifici
terreno della                                                                                                                                                                                                                                                                       della Galleria
Galleria Vittorio                                                                                                                                                                                                                                                                   a est dell’arco
Emanuele II                                                                                                                                                                                                                                                                         di ingresso e
con indicazioni                                                                                                                                                                                                                                                                     fabbricati sul lato
riguardo la                                                                                                                                                                                                                                                                         settentrionale
cerimonia di                                                                                                                                                                                                                                                                        della piazza del
inaugurazione,                                                                                                                                                                                                                                                                      Duomo, disegno
disegno firmato                                                                                                                                                                                                                                                                     firmato
da Giuseppe                                                                                                                                                                                                                                                                         dall’imprenditore
Mengoni                                                                                                                                                                                                                                                                             edile Giorgio
e inoltrato                                                                                                                                                                                                                                                                         Pellini, 28 marzo
al sindaco di                                                                                                                                                                                                                                                                       1870, ASCMi
Milano Giuseppe                                                                                                                                                                                                                                                                     PR c. 1384
Beretta, Milano
10 settembre
1867, ASCMi
PR c. 1382

                    ordinaria serie di fotografie che, registrando momenti e          na anima metallica che a fine lavori sarà nascosta sotto i   fotografie formate da due riprese accostate che mostrano         alla dignità che gli conveniva per le sue qualità resistenti
                    processi destinati a scomparire a opera conclusa, costitui-       rivestimenti di stucchi e di marmi.                          i fabbricati su entrambi i lati della futura strada in una       ed elastiche”50. Così dichiarava nel 1892 Antonio Federi-
                    scono un insostituibile strumento di conoscenza non solo          È sempre grazie alle fotografie che si comprende l’espres-   voluta corrispondenza di azioni, per cui gli edifici si le-      co Jorini, professore di Costruzioni al Politecnico di Mi-
                    per quanto riguarda il ‘manufatto-galleria’, ma anche per         sione usata da Edoardo Malacarne in un libello polemico      gano al terreno e una facciata si lega all’altra tramite una     lano, in uno scritto che, a distanza di due decenni, rende-
                    l’intorno e la città, il lavoro e le tecniche, gli attrezzi e i   del 1867, per cui la Galleria era un “colossale comples-     fitta carpenteria di antenne verticali, correnti e traverse,     va giustizia ai molti pregi tecnici della copertura, alla sua
                    gesti degli uomini48. È grazie alle fotografie che si capisce     so di rialzo”49, intendendone sia la natura utilitaria da    rampe e ponteggi aerei.                                          “leggerezza, chiarezza compositiva e arditezza inusitata”.
                    la dimensione quasi epica di un grande cantiere nel cen-          “Emporio di Commercio”, sia la peculiare caratteristica      Altrettanto significative le immagini riferite ai lavori della   Il progetto complessivo era ancora dovuto a Giuseppe
                    tro antico di Milano e si coglie lo spessore concreto delle       di essere, contemporaneamente, orizzontale e verticale,      copertura: la parte strutturalmente più innovativa e lin-        Mengoni che aveva maturato proficue esperienze in can-
                    trasformazioni, fra le macerie e i detriti, le demolizioni e      strada e parete, percorso ed edificio, vuoto e pieno che     guisticamente più moderna. Era qui che il ferro “appariva        tieri e materiali moderni lavorando, dal 1857 al 1860,
                    gli scavi, le impalcature e i fabbricati. Sono le fotografie      progressivamente, durante i lavori, avevano ‘modellato’      solennemente tra noi come materiale in concorrenza con           nell’Ufficio Tecnico della Società delle Strade Ferrate
                    a rivelare, insieme alle apparecchiature di muri maestri,         gli spazi informi usciti dalle demolizioni. Del loro con-    le classiche strutture murarie e di legno, non più relegato      Lombardo-Venete e dell’Italia Centrale, sotto la dire-
                    archi di scarico, pietre e mattoni, una più esile e moder-        figurarsi ‘simultaneo’ rendono conto alcune suggestive       alle funzioni subordinate di tiranti e di chiavi, ma elevato     zione dell’ingegnere Jean-Louis Protche. Per la messa a
27. Panoramica
con vedute
accostate del
cantiere della
Galleria Vittorio
Emanuele II,
gennaio 1866,
fotografia
Deroche
& Heyland,
CAFMi
FM A 747

34                                                                                                                                                                                                                                                                                                  35
29. Cantiere della                                                                                                                                                           32. Ponteggi per
Galleria Vittorio                                                                                                                                                            la costruzione
Emanuele II                                                                                                                                                                  degli edifici della
dall’ottagono                                                                                                                                                                Galleria Vittorio
verso il Duomo,                                                                                                                                                              Emanuele II,
fotografia                                                                                                                                                                   fotografia
Deroche                                                                                                                                                                      Deroche
& Heyland, 1866,                                                                                                                                                             & Heyland,
CAFMi                                                                                                                                                                        1866, CAFMi
Albo G 107/4                                                                                                                                                                 Albo G 107/19

30. Edifici in       31a-b. Colonnine     punto esecutiva del progetto, per la sua definizione anali-     per i direttori dei lavori sia per le maestranze, ma affronta-
costruzione della    in ghisa e travi
Galleria Vittorio    in ferro al piano
                                          tica, i calcoli e la produzione delle singole componenti, fu    to con “vigorosa iniziativa, vitalità e spirito di progresso”52.
Emanuele II          terreno della        invece fondamentale l’intervento della ditta Henri Joret        Le caratteristiche della copertura sono conosciute gra-
nel braccio          Galleria Vittorio    et Cie di Parigi, specializzata in costruzioni metalliche e     zie a un documento di verifica, da considerare implicito
dall’ottagono        Emanuele II,
verso piazza         fotografie Deroche   detentrice di brevetti per “ponti e passerelle, tettoie per     nell’articolo dell’Istromento che prevedeva la divisione
della Scala visti    & Heyland, 1866,     mercati coperti e stazioni, sistemi speciali di incavallatu-    delle spese a metà al fine di garantire la qualità e la sicu-
dall’esterno lato    CAFMi Albo           re”, nonché “macchine locomobili” per cantieri ferrovia-        rezza di un’opera eccezionale per impegno e prestazio-
ovest, fotografia    G 107/23-24
Deroche                                   ri, usi agricoli e industriali51.                               ni. A lavori ultimati fu quindi redatta una perizia tecnica
& Heyland,                                Bisognava assemblare i pezzi metallici, arrivati direttamen-    per stabilire esattamente l’ammontare e la ripartizione
prima del
                                          te dalla Francia con la ferrovia, necessari a costruire una     degli oneri, corredata da descrizioni analitiche e rappre-
novembre 1866,
CAFMi                                     tettoia con centine ad arco ribassato, larghe 14,50 metri e     sentazioni grafiche dei pezzi, da calcoli dimensionali, da
Albo G 107/14                             uno sviluppo lineare complessivo di circa 192 metri, e con      quantificazioni in termini di peso (che nelle costruzioni
                                          una cupola di 36,98 metri di diametro: il tutto pari a una      metalliche costituiva la voce base per stabilire i costi) e
                                          superficie di circa 6300 metri quadri, per un peso com-         da considerazioni sui sistemi e procedimenti costruttivi53.
                                          plessivo di 350.000 chilogrammi di ferro e ghisa, suddiviso     A parere dell’ingegnere Giuseppe Bianchi (perito di parte
                                          tra segmenti di centine, arcarecci, arconi, terzere, anelli,    municipale) la Società si era mossa con “estrema cautela”,
                                          chiodi, bulloni e tutti i più minuti elementi della costru-     tanto da fare un uso sovrabbondante di materiale e delle
                                          zione in ferro. Iniziato nel gennaio 1867 e completato nel      articolazioni di rinforzo estese dalla copertura alle parti
                                          maggio dello stesso anno, il montaggio, a esclusione della      murarie. Egli contestava quindi una “condizione” statica
                                          posa dei vetri, richiese meno di cinque mesi: un tempo as-      “eccessiva” e troppo costosa, mentre da parte della So-
                                          sai rapido tenendo conto della novità del materiale e di un     cietà, l’ingegnere Aurelio Fusarini rilevava come le solu-
                                          cantiere ‘impostato’ a circa 30 metri di altezza, inedito sia   zioni adottate non solo garantissero la solidità dell’intera

36                                                                                                                                                                                           37
33. Costruzione                                                                                                                                      35a-b. Sezione
della tettoia in                                                                                                                                     longitudinale
ferro nel braccio                                                                                                                                    dell’intera
settentrionale                                                                                                                                       copertura
della Galleria                                                                                                                                       e prospetto di una
Vittorio                                                                                                                                             centina della
Emanuele II,                                                                                                                                         Galleria Vittorio
fotografia                                                                                                                                           Emanuele II,
Deroche                                                                                                                                              Milano
& Heyland,                                                                                                                                           8 novembre 1868,
agosto-dicembre                                                                                                                                      disegni allegati
1866, CAFMi                                                                                                                                          alla perizia
Albo G 107/27                                                                                                                                        degli ingegneri
                                                                                                                                                     Giuseppe Bianchi
                                                                                                                                                     e Aurelio Fusarini,
                                                                                                                                                     23 novembre
                                                                                                                                                     1868, ASCMi
                                                                                                                                                     PR c. 1382

                     compagine, ma ne migliorassero l’estetica consentendo           la Galleria come un vero “cielo di vetro”, senza che la vi-
                     di eliminare i tiranti orizzontali ordinariamente sottesi       sta verso l’alto fosse inframmezzata da un prosaico ordito
                     alle arcate metalliche per stabilizzarne i punti d’imposta:     metallico. Gli specialisti apprezzavano la “leggerezza” e
                     elementi adatti a officine, stazioni, mercati, ma non ad        la “trasparenza compositiva”, la chiara coincidenza tra
                     architetture come la Galleria.                                  funzione, struttura e decorazione, l’ottimizzazione delle
                     Fu quindi grazie alla prudenza dei costruttori (le cui ra-      forze e forme del costruire, mentre i giornalisti, gli scrit-
                     gioni furono infine riconosciute valide anche dall’inge-        tori, i comuni cittadini parlavano di “volta di cristallo”,
                     gnere Bianchi) che la copertura poté ergersi al di sopra        “di immensa e sottile rete”, di “tettoia sonora”. Memora-
                     dei fabbricati e distendersi sopra le strade e la piazza del-   bile tra i brani letterari quello di Luigi Capuana apparso
34. Posa dei vetri                                                                                                                                   36. Personaggi
sulla copertura                                                                                                                                      non identificati
in ferro della                                                                                                                                       osservano la
Galleria Vittorio                                                                                                                                    copertura in
Emanuele II,                                                                                                                                         ferro e vetro
fotografia                                                                                                                                           della Galleria
Deroche                                                                                                                                              Vittorio
& Heyland,                                                                                                                                           Emanuele II,
marzo-maggio                                                                                                                                         fotografo non
1867,                                                                                                                                                identificato,
CAFMi                                                                                                                                                tra giugno 1867
Albo G 107/35                                                                                                                                        e 1870, CAFMi
                                                                                                                                                     LV 1147

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