"É Parole Ca nun dice" - il nuovo singolo dei SoulBahia è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali

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"É Parole Ca nun dice" - il nuovo singolo dei SoulBahia è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali
“É Parole Ca nun dice” – il
nuovo singolo dei SoulBahia è
ora disponibile su tutte le
piattaforme digitali
 Il nuovo singolo dei SoulBahia “É Parole Ca nun dice”
    è disponibile su tutte le piattaforme digitali

Il brano, finalista al Festival di Napoli 2020, nasce dalla
continua ricerca dell’autore, Genny Esposito, di testi in
lingua napoletana e sonorità moderne senza mai distaccarsi
dalle origini e senza mai piegarsi ai cliché di autori che
senza innovazione, propongono i soliti testi che parlano
d’amore.

Il dialetto napoletano e ̀ la lingua importante e musicale,
scelta per dare voce a delle emozioni profonde che nascono
quando un animo sensibile non riesce ad esprimersi, a trovare
le parole adatte per creare un contatto con gli altri. Le
parole che creano vuoti e le parole che colmano dei vuoti. La
musica pensa a tutto il resto.

Un arrangiamento curato ed evocativo, accompagnato da una
"É Parole Ca nun dice" - il nuovo singolo dei SoulBahia è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali
chitarramelodicaedaunaritmicachesi
arricchisce con la voce di
Emanuele, una voce carica
di     emozione          che     con
dolcezza e vigore, ti
trasporta nell’atmosfera di
un brano che affronta la
tematica sempre attuale
della       d i f f i c o l t à  di
comunicazione, in un gioco
di armoniosi falsetti.

Il brano interamente autoprodotto, nasce dall’incontro di
Emanuele Matrullo e Genny Esposito che si interseca bene con
la loro passione consolidata nel gruppo Soulbahia, progetto
musicale nato dieci anni fa da un’idea di Genny Esposito. Un
progetto che propone un repertorio con un sound dai ritmi
latini con radici partenopee che fonde l’anima del soul /pop
con un mix di sonorità brasiliane, reggae, salsa, r&b, etc…,
arricchito da mash-up tra i classici della canzone autorale
italiana/napoletana e internazionale dagli anni ‘40 ad oggi.

Per visualizzare il video : https://youtu.be/vezIP4QhQMk

                                                 Guendy Furlan

PREMIO HEMINGWAY 2021, IN
PROGRAMMA DAL 24 AL 26 GIUGNO
NEI 60 ANNI DALLA MORTE DEL
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GRANDE SCRITTORE

     SIGLATO L’ACCORDO TRIENNALE COMUNE DI LIGNANO –
 FONDAZIONE PORDENONELEGGE, CATEGORIA SPECIALE 2021 PER
                     “L’OSPITALITA'”

LIGNANO, 27 marzo 2021 – Il Premio Hemingway, e i suoi
promotori, scommettono sul futuro, con la messa a fuoco delle
prossime tre edizioni – quelle 2021, 2022 e 2023 – attraverso
un accordo triennale di collaborazione siglato dal sindaco di
Lignano Luca Fanotto e dal Presidente di Fondazione
Pordenonelegge Michelangelo Agrusti.

L’edizione 2021 del Premio Hemingway, nel 60° anniversario
dalla scomparsa del grande autore statunitense (2 luglio
1961), è già in calendario da giovedì 24 a sabato 26 giugno,
come sempre a Lignano Sabbiadoro. Sono confermate le quattro
categorie portanti del Premio, quattro “angoli visuali” della
poliedrica personalità di Ernest Hemingway: Letteratura,
Avventura del Pensiero, Testimone del nostro tempo,
Fotografia. Con l’aggiunta di una quinta categoria, “Omaggio
Ernest Hemingway all’Ospitalità lignanese”, un “unicum” 2021
che permetterà di portare a Lignano anche uno dei vincitori
del Premio Hemingway 2020, e di “saldare” così la frattura con
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il territorio di un’edizione celebrata solo in via digitale, a
causa dell’emergenza coronavirus.

«Ringrazio il Presidente Agrusti per essere a fianco della
Città di Lignano Sabbiadoro con la Fondazione Pordenonelegge
per promuovere la cultura sul nostro territorio – ha
dichiarato il Sindaco della Città di Lignano Sabbiadoro, avv.
Luca Fanotto – Cultura e turismo sono infatti un binomio molto
importante, che oggi vanno di pari passo, valorizzandosi
reciprocamente. Oggi i turisti manifestano esigenze sempre più
articolate, cercando durante la loro vacanza anche momenti di
approfondimento e confronto culturale. Lungo le sue 36
edizioni il Premio Hemingway ha da sempre cercato di
raggiungere questi obiettivi, permettendo di veicolare il
nome, l’immagine e la conoscenza della nostra Località per il
tramite di intellettuali, giornalisti, scrittori e molti altri
personaggi illustri, che hanno onorato con la loro presenza la
nostra Città, come fece Ernest Hemingway». «L’accordo – ha
voluto sottolineare il Presidente Agrusti – ci proietta,
speriamo, oltre il lungo anno pandemico che ha complicato e
compresso le iniziative legate alla cultura, allo spettacolo e
al turismo. Contiamo di imprimere una svolta già a partire
dalla imminente edizione 2021: siamo al lavoro per garantire
la presenza a Lignano dei vincitori, e per verificare la
fruizione degli eventi da parte del pubblico, in sicurezza e
con la piena ottemperanza alle norme previste, compatibilmente
con il contesto sanitario generale, qualora l’evoluzione della
situazione potesse permetterlo».

Il Comune di Lignano organizza dal 1986 il Premio Hemingway,
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per custodire e promuovere il
legame del grande scrittore
statunitense       con     la
penisola friulana tra
Venezia e Trieste, che
Hemingway amava definire
‘la    piccola      Florida
d’Italia’. Dal 2014 il Comune ha avviato una collaborazione
con Fondazione Pordenonelegge che cura gli aspetti artistici e
organizzativi del Premio. Proprio “alla luce dei positivi
riscontri”, il Comune intende proseguire nella sinergia per
implementare la vocazione culturale quale “vetrina” del Friuli
Venezia Giulia, in rapporto all’intero territorio regionale”.
Fondazione Pordenonelegge inserirà un evento specifico
dedicato al Premio Hemingway nel cartellone annuale della
Festa del Libro in settembre.

E si è riunita anche la Giuria del Premio Hemingway,
presieduta dallo scrittore Alberto Garlini, curatore di
pordenonelegge, e composta anche da Gian Mario Villalta,
Direttore artistico pordenonelegge, dallo storico della
fotografia Italo Zannier, dal sindaco del Comune di Lignano
Sabbiadoro Luca Fanotto e dall’Assessore alla Cultura Tiziana
Gibelli in rappresentanza della Regione autonoma Friuli
Venezia Giulia «Stiamo definendo la rosa dei vincitori 2021 e
il lavoro è a buon punto – spiega Alberto Garlini – Siamo
felici di gettare il cuore oltre l’ostacolo e guardare alla
37^ edizione del Premio Hemingway: in un momento difficile
anche solo per la calendarizzazione degli eventi culturali,
prima ancora della loro organizzazione, speriamo di poter dare
un segnale forte di speranza e fiducia al territorio e al
pubblico della cultura. Così come agli operatori turistici, in
vista di un’estate che ci auguriamo più serena e più generosa
di iniziative culturali realizzabili anche in presenza».
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«Giunto quest’anno alla 37^ edizione – rileva l’Assessore
Regionale alla Cultura Tiziana Gibelli – il Premio Hemingway
rappresenta un appuntamento fisso degli eventi estivi di
Lignano. Una tradizione che, proprio per questo, non può e non
deve essere interrotta a causa della pandemia da covid-19.
Ringrazio il Comune di Lignano e la Fondazione Pordenonelegge
che si sono messi subito al lavoro non solo per portare avanti
l’iniziativa, ma anche per cercare di trovare tutte le forme
possibili per poterla realizzare. In quest’ottica si colloca
anche la nuova categoria “Ospitalità” introdotta quest’anno,
che consentirà di portare nella località balneare uno dei
vincitori dell’edizione dello scorso anno che si era svolta in
modalità digitale. Un segnale di ripartenza e di fiducia nel
futuro che auspichiamo ci possa portare quanto prima a quella
normalità che davamo per scontata e che ora tanto ci manca».

L’autore israeliano David Grossman per la Letteratura,
l’astronauta Samantha Cristoforetti nella sezione Testimone
del nostro tempo, lo storico Alessandro Barbero per
l’Avventura del pensiero e l’artista Guido Guidi per la
Fotografia sono i vincitori dell’ultima edizione 2020 del
Premio Hemingway, promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro
con il sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività
Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, in
collaborazione con Fondazione Pordenonelegge. Numerosissimi i
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protagonisti della cultura italiana e internazionale chiamati
in questi anni a ritirare il Premio Hemingway: fra gli altri
gli scrittori Luis Sepúlveda, Annie Ernaux, Emmanuel Carrère,
Zadie Smith, Aharon Appelfeld e Abraham Yehoshua, i saggisti
Zygmunt Bauman, Richard Sennett, Slavoj Žižek, Massimo
Cacciari, Antonio Damasio, Eva Cantarella e Massimo Recalcati,
i giornalisti Lilli Gruber, Federico Rampini, Corrado Augias,
i fotografi George Tatge, William Dalrymple, Nino Migliori,
Luca Campigotto e Francesca Della Toffola, oltre alla
giornalista e autrice TV Franca Leosini, vincitrice nel 2019
del Premio Speciale Città di Lignano “Dentro la cronaca,
dentro la vita”.

Info: premiohemingway.it

Volpe&Sain

LO STORICO DELLA FOTOGRAFIA
GABRIELE CHIESA SI RACCONTA
AL CRAF
    L’incontro è in programma in diretta lunedì 29 marzo alle
              19.00 sulla pagina Facebook del Centro

      Lo storico della fotografia Gabriele
                     Chiesa
              si racconta al Craf
Tema del talk saranno i processi fotografici storici e il
 collezionismo. L’intervista è a cura del Direttore del Craf
    Alvise Rampini e della responsabile del laboratorio di
                  restauro Eugenia Di Rocco

Spilimbergo, 25 marzo 2021 – Nuovo atteso appuntamento lunedì
29 marzo alle 19 per tutti gli appassionati di fotografia:
ospite del CRAF, in diretta online sulla pagina Facebook del
Centro, sarà infatti Gabriele Chiesa intervistato dal
direttore Alvise Rampini e dalla responsabile del laboratorio
di restauro Eugenia Di Rocco: “Un grandissimo storico della
fotografia che ci mostrerà in diretta alcuni magnifici
esemplari della sua raccolta personale – afferma Alvise
Rampini –. Con lui parleremo di tecniche e di conservazione
della fotografia, specie delle fotografie di famiglia che
tutti possediamo”.

Folgorato all’età di 8 anni dalla visione di diapositive a
colori
    (“ferraniacolor
                 invertibile”)
                            lette
                               attraverso
la luce di una lampada da
tavolo ha poi conseguito una
laurea in scienze politiche,
indirizzo sociale, con una
tesi rivelatrice su Uso e
funzione sociale dell’album di
famiglia. Afferma di sentirsi
felicemente investito dal
ruolo di “custode di memorie
per educazione familiare”:
«Conservo le fotografie di
famiglia – racconta -, dei
miei avi e mi sento in dovere
di       risparmiare              dalla
dispersione e dalla distruzione anche quelle di perfetti
sconosciuti».

Insegnante per 40 anni, Gabriele Chiesa oggi si occupa, a
tempo pieno, di studi e ricerche nell’ambito della fotografia,
con particolare riferimento agli aspetti linguistici e
storici. È, tra le altre cose, autore di contributi ICPAL
relativi alle antiche tecniche fotografiche e alla
valorizzazione delle immagini d’epoca, fondatore del Gruppo
Ricerca Immagine, curatore culturale della Fondazione Negri,
docente alla ImageAcademy e ai Seminars/Courses di fotografia
presso l’Università degli Studi di Brescia. Ha pubblicato
“Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia Positivi unici e
processi antichi nel ritratto fotografico”, “Come vedo
l’immagine” e “Dagherrotipi firmati”. È membro fondatore di
Experimental and Alternative Photography Project di Verona,
socio onorario a vita del Museo Nazionale della Fotografia di
Brescia e dell’associazione Fotonomia di Firenze, infine
fondatore e animatore di Phototrace.

“L’incontro sarà virtuale ma ci auguriamo davvero di poter
ospitare presto Gabriele Chiesa al CRAF – conclude Alvise
Rampini – per una visita al nostro prezioso archivio”.

26   marzo    –   L’Istituto
italiano di Cultura di New
York e il Teatro Stabile del
Friuli     Venezia    Giulia
collaborano con un video a
M’Illumino di Meno
        Venerdì 26 marzo 2021 su www.stanzeitaliane.it

“M’illumino di meno” è la Giornata del risparmio energetico e
degli stili di vita sostenibili lanciata dalla trasmissione
radiofonica Caterpillar e da RAI Radio2 nel 2005: l’edizione
2021 torna venerdì 26 marzo ed «è dedicata al “Salto di
specie”, l’evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che
dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla
pandemia».

L’Istituto Italiano di Cultura di New York diretto da Fabio
Finotti insieme al Rossetti – Teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia diretto da Paolo Valerio partecipano
all’iniziativa con un video che invita a riscoprire la luce
delle stelle evocandola tramite testi, poesia, musica e
immagini, e a intrattenere un rapporto più responsabile e
moderno con l’energia elettrica, un “salto di specie” da
compiere nei comportamenti quotidiani per limitare il consumo
di energia elettrica in favore di uno stile di vita
sostenibile, non una rinuncia ma una conquista.
Sotto la volta celeste che decora il soffitto del Politeama
Rossetti, Emanuele Fortunati e Francesco Migliaccio, attori
della Compagnia dello Stabile, leggono “Per riveder le
stelle”, un testo scritto da Finotti che, dalla “rivoluzione”
nelle città alla fine Ottocento che cominciano a impiegare
l’energia elettrica per illuminare le grandi architetture,
invita a riflettere sulla bellezza della luce naturale delle
stelle, ascoltando i versi di Giacomo Leopardi (Canto di un
pastore errante nell’Asia) e di Théodore de Banville (Odes
Funambulesques), e alcuni brani musicali fra cui quelli di
Francesco Guccini, B3N, Francesco De Gregori e Respighi.

Il video sarà condiviso sui social e sulle pagine web delle
due istituzioni che lo hanno realizzato insieme per questa
iniziativa lanciata da RAI Radio2 che annualmente raccoglie
migliaia di adesioni.

In particolare, “Per riveder le stelle. Una serata tra musiche
e poesie, abbassando le luci” sarà pubblicato sulla nuova
piattaforma dell’Istituto Italiano di Cultura di New York
www.stanzeitaliane.it aprendo la Stoà – cioè il portico, luogo
d’incontro, passaggio e sguardo dall’interno verso l’esterno e
viceversa – una delle “Stanze” che compongono questo nuovo
palazzo virtuale per la promozione e diffusione della cultura
italiana nel mondo. Un modo per non fermarsi ma rilanciare
grazie alle possibilità offerte dal digitale, aggregando e
coordinando una rete di contatti in grado di far sentire
l’Italia e i suoi tesori sempre vicini anche a migliaia di
chilometri di distanza.

Fabio Finotti ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dopo
essere entrato nell’Università italiana a Trieste, ha vinto la Cattedra
Mariano DiVito all’University of Pennsylvania che nel 2019 lo ha nominato
Professor Emeritus. È membro

dell’Accademia   Olimpica      di   Vicenza   e   Presidente   Internazionale
dell’AISLLI-Unesco (Associazione Internazionale per gli Studi di Lingua e
Letteratura Italiana). Nel 2021 è stato nominato Direttore per chiara
fama dell’Istituto di Cultura di New York.

Gli 82 Istituti Italiani di Cultura (IIC) nel mondo sono organi del
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
(MAECI). Promuovono all’estero l’immagine dell’Italia e la sua cultura
umanistica e scientifica e collaborano con le principali istituzioni
culturali del paese in cui operano. Sostengono corsi di lingua e cultura
italiana; gestiscono un’efficiente rete di biblioteche; creano contatti
tra gli operatori culturali italiani e stranieri; facilitano il dialogo
tra le culture fondato sui principi della democrazia.

L’IIC di New York è stato istituito ufficialmente nel 1961, ma ha le sue
radici già nel 1956 con le attività culturali promosse dal Consolato. Ha
sede in una palazzina neo-georgiana del 1919 situata al 686 di Park
Avenue. La palazzina, progettata dagli architetti W.A. Delano & C.H.
Aldrich, è collegata da una terrazza al Consolato Italiano. La biblioteca
dell’Istituto, dedicata a Lorenzo Da Ponte, è attualmente costituita da
più di trentamila volumi.

Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, fondato nel 1954 è uno dei
più antichi Teatri Stabili italiani, e fra i Teatri Stabili pubblici è
riconosciuto come uno dei più prestigiosi e importanti. Attualmente è
diretto da Paolo Valerio, mentre ne è presidente Francesco Granbassi. Il
Teatro ha sede a Trieste, al Politeama Rossetti – edificio costruito nel
1878 in stile eclettico – che è un teatro storico, ma per propria natura
adatto ad ospitare una notevole varietà di generi spettacolari diversi
anche grazie agli interventi di modernizzazione tecnica delle prestazioni
del palcoscenico effettuate negli anni. Questa è una grande potenzialità
per lo Stabile. L’attività si articola su due sale: la Sala Bartoli – con
128 posti, spazio dedicato soprattutto alla drammaturgia contemporanea –
e la sala del Politeama Rossetti -“Sala Assicurazioni Generali”) – che
con la sua capienza di 1530 spettatori è a tutti gli effetti uno dei più
grandi spazi dedicati alla prosa d’Italia e d’Europa. L’attività del
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è finalizzata alla promozione e
alla diffusione della cultura e dell’arte teatrale, sulla scorta dei
grandi teatri pubblici italiani ed europei. Dalla fondazione ad oggi al
Teatro Stabile sono passati più di trecento spettacoli di produzione e
migliaia di spettacoli ospiti: da sempre infatti la programmazione in
sede si intreccia ad una fondamentale attività di produzione di
spettacoli nuovi che vengono circuitati in tutto il territorio nazionale
e spesso anche all’estero. In oltre 60 anni di storia al Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia hanno lavorato registi, scenografi, musicisti e
attori di assoluto prestigio. Elencarli tutti sarebbe impossibile, un
viaggio nella storia del teatro italiano attraverso Maestri indimenticati
come Memo Benassi, Cesco Baseggio, Paola Borboni, Vittorio Gassman, e
grandi protagonisti della scena attuale da Gabriele Lavia a Franco
Branciaroli, da Massimo De Francovich, a Piera Degli Esposti, Giulia
Lazzarini, e lo stesso fra i registi selezionati in un carnet prezioso
che annovera da Luchino Visconti a Luigi Squarzina, da Sandro Bolchi ad
Aldo Trionfo e Giuseppe Patroni Griffi. Molti sono stati gli ospiti di
assoluto prestigio italiano e internazionale anche nel mondo della Danza
e del Musical: da Roberto Bolle alla compagnia di Matthew Bourne, al
Ballet Preljocaj dal musical “Cats” di Webber a “Chicago” e a “Mamma Mia”
presentati spesso in esclusiva nazionale e sempre nelle pregevoli
edizioni originali per lo UK tour.

“EARTH    HOUR  2021”   IL
27/3/2021 IL MEETING PLACE
TIARE SHOPPING
EARTH HOUR 2021”
IL TIARE SHOPPING PARTECIPA ALLA PIÙ GRANDE MOBILITAZIONE
MONDIALE CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI PROMOSSA DAL WWF
E INVITA TUTTI A FARE ALTRETTANTO, SPEGNENDO PER UN’ORA LE
LUCI DI CASE, SEDI ISTITUZIONALI E IMPRESE
Il cambiamento climatico in atto sta mettendo a rischio il
Pianeta come lo conosciamo e la vita delle specie che lo
abitano. La causa principale dell’accelerazione del
cambiamento è l’attività umana e solo intervenendo sulla
componente antropica potranno essere evitate le conseguenze
più catastrofiche.
Per contribuire alla riflessione sull’importanza che il
cambiamento nelle abitudini quotidiane può avere e per
stimolare ognuno a fare la propria parte, a partire dai propri
visitatori, il Meeting Place Ingka Centers Tiare Shopping di
Villesse (GO) anche quest’anno aderisce all’Earth Hour (Ora
della Terra), la più grande mobilitazione mondiale sul tema
del cambiamento climatico, promossa dal WWF, che invita tutti
– cittadini, istituzioni e imprese – a spegnere le luci per
un’ora. Per questo motivo, le insegne luminose del Tiare
Shopping saranno spente dalle 20.00 alle 21.00 di sabato 27
marzo 2021.
Il gesto del Meeting Place è solo una delle azioni concrete
che testimoniano l’impegno quotidiano del Tiare Shopping per
la promozione della cultura della sostenibilità, per il
rispetto dell’ambiente e per contribuire a un futuro migliore.
Dalla prima edizione dell’Earth Hour, svoltasi solo a Sidney
nel 2007, l’ “appuntamento con il buio” ha via via coinvolto
tutto il Pianeta e ha visto lo spegnimento di luoghi simbolici
come il Colosseo a Roma, il Cristo Redentore di Rio de
Janeiro, la Tour Eiffel a Parigi, palazzi istituzionali e
insegne commerciali. L’evento ha catalizzato l’attenzione
anche delle Istituzioni, come dimostrano la Medaglia del
Presidente della Repubblica Italiana, conferita nel 2020, e i
patrocini del Senato della Repubblica, della Camera dei
Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di
ANCI.

Tutti          i         dettagli           dell’iniziativa
su: http://www.oradellaterra.org/ e www.tiareshopping.com

Fieste  de                   Patrie:              video
dell’ARLeF                     sul                senso
d’identità dei friulani
Protagonisti alcuni giovani che vivono a New York, Parigi, Los
 Angeles, ma non hanno mai perso il loro legame con il Friuli

«In ogni parte del mondo, la nostra aquila ci tiene sempre
uniti». È questa la frase di chiusura scelta per il nuovo
video con cui l’Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane – ARLeF ha
deciso di celebrare il 3 aprile, Fieste de Patrie dal Friûl.
Un filmato che, in meno di due minuti, accompagna gli
spettatori in un vero e proprio giro del mondo: Udine, New
York, Parigi, Los Angeles e poi di nuovo il Friuli, con le sue
meravigliose                                        montagne
(https://www.youtube.com/watch?v=H_-xi1UPcm0). Il filo rosso
che conduce da un luogo all’altro del globo è Lei, la bandiera
del Friuli: uno dei simboli inconfondibili di questa terra,
oltre che la settima più antica d’Europa.

Il video, per la regia di Giorgio Milocco (Quasar), ci fa
vedere scorci di vita quotidiana soprattutto dei giovani
friulani che si trovano a vivere lontani dalla terra
d’origine, alla quale restano però uniti da un legame potente
e indissolubile. «Un video breve e intenso – ha spiegato il
presidente dell’ARLeF, Eros Cisilino – che riesce a narrare
bene l’importanza delle radici, della storia e delle relazioni
famigliari. Anche se lontani fisicamente, i suoi protagonisti
sono vicini al Friuli, e questo legame è metaforicamente
rappresentato proprio dalla bandiera della Patrie», la celebre
aquila dorata su campo azzurro.

L’origine della bandiera risale ai tempi dello Stato
patriarcale, che governò il Friuli dal 1077 al 1420 e istituì
uno dei primi Parlamenti d’Europa (e la Fieste si riferisce
proprio all’istituzione di quello Stato, il 3 aprile 1077).
L’esemplare più celebre e antico del vessillo (XIV secolo) si
può ammirare ancora oggi al Museo del Duomo di Udine. La
bandiera friulana è stata ufficialmente riconosciuta con la
legge regionale 27 del 2001.

La manifestazione principale della Fieste, inizialmente
programmata per l’11 aprile a Udine, sarà invece rimandata.
Una decisione sofferta ma inevitabile, quella presa di
concerto fra l’ARLeF e il Comune di Udine. L’appuntamento è
per settembre, in occasione di Friuli Doc. «Anche quest’anno
festeggeremo la Fieste de Patrie dal Friûl in modalità
“virtuale” – ha concluso Eros Cisilino -. L’impennata nella
curva dei contagi ci ha imposto, per il secondo anno
consecutivo, di cambiare i nostri piani. Abbiamo però deciso
di fare un regalo a tutti i friulani, con questo video.
Inoltre, nelle scorse settimane, è stata effettuata la
distribuzione della bandiera a tutti i Comuni friulani che ne
hanno fatto richiesta. Le Amministrazioni potranno così
spiegare le bandiere il prossimo 3 aprile, colorando di
azzurro e giallo i luoghi simbolo del Friûl. Un invito che
naturalmente ARLeF rivolge anche a tutti i friulani».

CARLO SGORLON, IL SUO FRIULI:
CON     PORDENONELEGGE      E
PROMOTURISMO
UDINE – «Il Friuli di Sgorlon c’è, non c’è e “si dice”».
Parola dell’autrice Martina Delpiccolo, guida d’eccezione del
terzo “Viaggio digitale” 2021 organizzato nell’ambito del
progetto   “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla
scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”, promosso
da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione Friuli
Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG. “Mito e epica: il Friuli
di Carlo Sgorlon” titola l’escursione digitale sulle tracce
del grande scrittore, in programma sabato 27 marzo, dalle
10 su Facebook e Youtube di pordenonelegge – e successivamente
sui canali di PromoTurismoFVG. Un modo per gustare i luoghi e
le suggestioni letterarie che hanno generato: il format, che
da molti anni Fondazione Pordenonelegge ha sviluppato sul
campo, con il 2020 pandemico si è riconvertito in piccole full
immersion digitali che cercano di custodire e trasmettere il
piacere del viaggio. Ma sempre nel segno dell’accessibilità:
i viaggi online sono realizzati anche in LIS (Lingua Italiana
dei segni). Gli itinerari si possono ritrovare tutti sul
canale Youtube di pordenonelegge e sul sito turismofvg.it
Info e dettagli pordenonelegge.it

CARLO SGORLON E MOGLIE

Il Friuli di Sgorlon c’è nella realtà biografica, c’è a Udine
e nella vicina campagna di Cassacco dove lo scrittore nacque,
e poi nei luoghi storici che sono stati rievocati, epicamente.
Non c’è nella misura in cui questa realtà evapora in mito,
negli archetipi di Jung, in luoghi inventati universali, senza
tempo e sempre stati. E poi c’è il Friuli popolare del si
dice, del tramandare, ci sono le dicerie, le credenze e
superstizioni, le magie e le leggende di questa civiltà
arcaica contadina e sacra». Ecco dunque che il viaggio alla
(ri)scoperta di Carlo Sgorlon parte dalle scuole elementari di
Cassacco, dove l’autore venne alla luce nel 1930: quasi una
predestinazione, perché maestri furono il nonno, la mamma e la
moglie di Sgorlon, e lui stesso fu insegnante per molti anni
all’Istituto Zanon di Udine. Il luogo natale di Carlo Sgorlon
è l’attuale Biblioteca di Cassacco, e in quelle campagne lo
scrittore spesso amava pedalare, fra Raspano e
Martinazzo. L’itinerario sgorloniano metterà a fuoco Cassacco,
dove è ambientato “Prime di sere”, così come Udine dove è
ambientato il romanzo “La Contrada”, e altri luoghi rievocati
storicamente nelle sue opere sono il Vajont de “L’ultima
valle”, Porzus de “La malga di Sîr”, la Carnia de “L’armata
dei fiumi perduti”. E seguendo il filo rosso della narrativa
di Sgorlon ci sono ancora Porzûs e naturalmente la Carnia, e
poi Tricesimo e Reana che appartengono anche al suo vissuto, e
molti    episodi    e   motivi    che   l’autore    trasferì
dal Torre al Tagliamento. «Viaggiare nel Friuli di Sgorlon
significa andare in cerca di luoghi

                                 MARTINA DELPICCOLO

mitizzati o dai nomi inventati. Questo Friuli mitico – ricorda
Martina Delpiccolo – ha ispirato anche il lamento dello
scrittore”, confidato nell’autobiografia: perché si sentiva
figlio del Friuli, ma sapeva bene di non essere figlio unico e
aveva la sensazione di non essere completamente “capito” dal
Friuli, nonostante i tanti premi e riconoscimenti».

Udine è ancora oggi legata in modo indissolubile alla campagna
circostante, che rifornisce le sue osterie di vini pregiati e
le sue trattorie di specialità del territorio. Parti da qui
per scoprire la vera anima del territorio, una vasta area che
spazia dalle Alpi al mare Adriatico e custodisce senza
contraddizioni castelli e borghi rurali, cantine e musei. Si
possono scoprire anche i suoni curiosi di una lingua
millenaria, rimasta invariata per secoli: il friulano è ancora
oggi utilizzato per la comunicazione familiare, ma è anche
lingua letteraria ed è riconosciuto e tutelato dall’Unione
europea come lingua minoritaria. In Friuli Venezia Giulia è in
ottima compagnia, perché qui da noi le lingue minoritarie
utilizzate sono ben tre: oltre al friulano, si parlano anche
lo sloveno e il tedesco, talvolta in varianti peculiari. La
presenza di lingue provenienti da tutti e tre i grandi ceppi
linguistici europei (latino, germanico e slavo) rappresenta un
caso unico in Europa che rende questo territorio speciale
anche dal punto di vista linguistico e culturale.

Iniziati i lavori di restauro
della Cappella della Madonna
di Vitaleta
Tra le più fotografate e visitate della Val d’Orcia, la
Cappella della Madonna di Vitaleta è un piccolo gioiello
incastonato tra due filari di cipressi, nelle vicinanze di San
Quirico d’Orcia. Di antica origine, la leggenda narra che nel
punto esatto in cui sorge la chiesa, Maria apparve a una
pastorella e le suggerì di invitare i fedeli a recarsi in una
bottega di Firenze dove avrebbero trovato la statua da porre
nella chiesa di Vitaleta.

Nel 1553 la statua della Vergine di Andrea della Robbia, oggi
conservata nella chiesa della Madonna di Vitaleta a San
Quirico d’Orcia venne posta qua. A causa di una grave siccità
che colpì la zona nel 1779, la Madonna venne trasferita a San
Quirico nella chiesa Collegiata. Nel 1861, per una serie di
scosse sismiche, la Cappella della Madonna di Vitaleta subì un
progressivo abbandono fino a quando, nel 1884, fu
riprogettata,     sia   internamente     che   esternamente,
dall’architetto senese Giuseppe Partini. Il culto della
Madonna si sviluppò talmente tanto che fu indetta, ogni prima
domenica di Settembre, una festa in suo onore.

Patrimonio dell’UNESCO, la cappella è oggi di proprietà
dell’Ing. Pasquale Forte, imprenditore visionario che già a
metà degli anni ’90 ha dato vita a Podere Forte, azienda
biologica e biodinamica, centro di un attento recupero della
tradizione contadina e vitivinicola valdorciana, dove la punta
di diamante è data dalla produzione di vini.

L’intervento di restauro, di tipo conservativo vuole ridare
nuova anima a questo luogo ineguagliabile e così poetico,
affinché possa essere di nuovo accessibile, in condizioni di
massima sicurezza, a chi vorrà visitarla e a chi vorrà
sceglierla per coronare il proprio sogno d’amore. Un progetto
di intervento sia esterno che interno nel rispetto della
semplicità che la contraddistingue.

La chiusura dei lavori, salvo ritardi, è prevista per maggio e
saranno eseguiti sotto la tutela delle “Belle Arti”.

Stanno iniziando inoltre i lavori per la realizzazione del
“Ristoro Vitaleta”, luogo di incontro gourmet per tutti quei
visitatori che, dopo aver ammirato l’incanto della chiesa e
del paesaggio che si staglia attorno, vorranno concedersi una
sosta gustando le eccellenze di Podere Forte: i salumi di
Cinta Senese di allevamento certificato biologico, i mieli
biologici, l’olio extra vergine di oliva biologico e
biodinamico Terre di Siena D.O.P, il pane fresco realizzato
con la semola di grano duro Senatore Cappelli di agricoltura
biologica e biodinamica, il tutto accompagnato dai grandi vini
Podere Forte.    A questi prodotti si aggiungeranno quelli
tipici, biologici ed altamente selezionati tra le eccellenze
Toscane.

La degna conclusione di una giornata all’insegna della
bellezza.
Syntagma chiude al Museo
Etnografico    del   Friuli
venerdì 26 marzo on-line su
udimus.it

Sebastiano Zorza

Si conclude a Palazzo Giacomelli di Udine, sede del Museo
Etnografico del Friuli, l’edizione 2021 di “Syntagma,
itinerari d’arte musicale”, format originale ideato e condotto
dal musicologo Alessio Screm, dedicato all’iconografia
musicale nelle collezioni dei musei udinesi. Venerdì 26 marzo
verranno pubblicati sulla web tv del comune di Udine
(udimus.it) e sui canali social di Syntagma, le ultime tre
puntate girate in alta qualità e interessate a presentare, tra
curiosità storiche, testimonianze ed altri aneddoti, il
patrimonio strumentale e di tradizione propri della musica e
del ballo in Friuli.
Si conoscerà la spinetta del 1563 di Domenico da Pesaro, tra
gli strumenti più antichi conservati in regione, un salterio
del   XVII   secolo,   fisarmoniche,
clarinetti di fattura friulana e altri
strumenti come la cïtira e la bünkula
di tradizione resiana. Si scopriranno
inoltre affreschi a tema musicale sul
soffitto del salone nobile, altri
elementi legati alla musica, come gli
intarsi dei mobili d’arte di Brusconi,
dettagli a tema in altri manufatti e
ancora musica nelle più varie
accezioni, come nei giochi e nelle
usanze di una volta.

Ospite a fine di ogni puntata il brillante fisarmonicista
Sebastiano Zorza che si esibirà tra brani di musica antica,
popolare e contemporanea. La serie Syntagma 2021, conta in
totale dodici video che si possono visualizzare sul sito
udimus e sull’omonimo canale YouTube del progetto.

PORDENONE: TEATRO VERDI 4X4:
AL VIA domani, GIOVEDì 25
MARZO LE LEZIONI-CONCERTO
PORDENONE- Al via domani, giovedì 25 marzo la prima delle
quattro lezioni-concerto ideate da Maurizio Baglini per il
progetto Teatro Verdi, partito lunedì con il primo
appuntamento di prosa: “I quattro elementi in musica. Acqua,
Aria, Terra, Fuoco” sarà disponibile dalle ore 16.00 sul
rinnovato       sito      del     Teatro       Verdi      di
Pordenone (www.teatroverdipordenone.it), un portale tutto
nuovo per accedere alla programmazione culturale del Verdi, un
sito web friendly e responsive che accorcia i tempi nella
ricerca delle informazioni, presenta contenuti arricchiti e
una pagina streaming on-demand con proposte sempre
disponibili.

In questa speciale guida all’ascolto, il pianista e consulente
musicale del Verdi ha voluto accanto a sé quattro giovani
interpreti provenienti da tutta Italia, tutti di età compresa
tra i 19 e i 23 anni: «Questa scelta per me è il simbolo di
ciò che il Verdi di Pordenone promuove da molti anni – spiega
Baglini – ovvero una reale valorizzazione dei giovani, per
fare del Teatro di Pordenone la mecca dei giovani artisti». Il
primo appuntamento è la puntata “Acqua”: l’acqua, fonte della
vita, dalla sorgente giunge fino al mare, superando gli
ostacoli che incontra nel suo cammino: si addentra nelle
profondità della terra, è presente nell’aria, è l’elemento che
costituisce i corpi. Per l’occasione Baglini sarà affiancato
da Ilaria Cavalleri al pianoforte. In programma musiche
di Franz Liszt (Les jeux d’eaux à la Villa d’Este, da Années
de pèlerinage III, S.163) e Claude Debussy (L’isle joyeuse).

I quattro momenti di divulgazione e ascolto sono impreziositi
anche dalle suggestioni visive di paesaggi del nostro
territorio appositamente selezionate da PromoTurismo
FVG (come Il torrente Arzino, la Laguna di Grado, Marano
Lagunare, i Laghi di Fusine, Fontanone di Goriuda a
Chiusaforte, …).

Teatro Verdi 4×4 è il nuovo progetto realizzato con il
sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di
Pordenone e Fondazione Friuli con cui il Verdi di Pordenone ha
ha voluto ancora rispondere con un pieno di attività al
prolungamento dello stop agli eventi dal vivo: la platea
rimane vuota, ma il suo palcoscenico vive, ospitando nuovi
protagonisti e nuovi, appassionanti racconti, tra musica,
parole e immagini. Ad alternarsi, ogni lunedì e giovedì per
quattro settimane, le lezioni-concerto di Baglini sugli
elementi e i talks sul teatro curati dall’esperto di teatro
contemporaneo Roberto Canziani. Lunedì 29 marzo, sempre alle
16.00, l’incontro sulla Scrittura nel teatro.
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