Tokyo La Voce del Leone - Diari di viaggio dal Sol Levante - Roncalli Sarrocchi
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La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi” Anno XIII n° 3 Febbraio 2019 Tokyo Diari di viaggio dal Sol Levante
La Voce del Leone contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone Anno XII n°3 Febbraio 2019 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it IN QUESTO NUMERO: 3-4 Il Giappone in breve 6-7 La geisha 5 Il Giappone in festa 8-9 Il giardinozen Tokyo 10-11 La casa giapponese 2 Editoriale 16-17 Terremoti e tsunami 12-13 Le misteriose porte 18-19 La tecnologia rosse 20 Il Pi Greco Day 14-15 Il fumetto del Sol Levante Le nostre rubriche: Le Grandi Biografie a cura di Le recensioni del Leone a cura di Copertina a cura di Lorenzo De Lucia
Pag. Editoriale Il Giappone mi affascina,sto iniziando a conoscerlo da poco tempo e confesso che la “cosa” mi attizza molto. Navigando sul WEB ho scoperto molte cose e tra le tante sono rimasta sorpresa dal modo di vivere e dal profondo senso della vita che alberga nei cuori di quel popolo così lontano da noi. Mi spiego meglio. I giapponesi,basta osservare i gruppi di turisti che affollano il Bel Paese,sono rispettosi ed educati;vederli compostamente in fila in attesa di entrare nei nostri musei è una cosa che,almeno dal mio punto di vista, appare sorprendente. È solo un esempio il mio,ma penso che possa aiutare a centrare il tema che voglio affrontare. Da che cosa scaturisce quel loro composto agire? La mentalità nipponica su basa su questi presupposti:1. il rispetto delle regole;2. L'onestà;3. l'inesistenza,in Giappone,di minoranze etniche;4. la preponderanza di una classe media;5. La coesione sociale e il basso livello di conflittualità. Analizziamo questi punti. Il rispetto delle regole discende dal fatto che il Giappone è “nazione” da 2000 anni e questo significa che il rispetto della Legge è sentito profondamente da ogni cittadino del “Sol Levante”. L'onestà,a tutto tondo,è nella loro indole più profonda; nessun giapponese penserebbe di appropriarsi di qualcosa che appartiene ad un'altra persona.(ad esempio:in Giappone potete lasciare incustodito ,anche momentaneamente, ciò che avete,bagagli compresi, e qualcuno si preoccuperà di venirvi a cercare per restituirvelo.) Abbiamo detto che non esistono minoranze etniche e che la società nipponica è in gran parte composta dalla classe media,bene !!! Questo significa semplicemente che esiste una coesione sociale e quindi un bassissimo livello di conflittualità,dato che le esigenze ed anche i bisogni sono gli stessi. D'altra parte i giapponesi privilegiano i “rapporti verticali”(giovane-anziano;novizio- esperto; subordinato-superiore e così via). Il popolo giapponese è molto longevo;infatti età media ,secondo i dati del 2015 del_ l' O.M.S.,è di 80 anni per gli uomini e di 86 per le donne,anche se il numero di coloro che raggiungono i 100 anni di vita o li superano è in continuo aumento. Perché? La risposta è tutta in una parola:IKIGAI !! Che cosa significa? Che cos'è questo ikigai? Per dirlo in breve l'IKIGAI è “un motivo per esistere”,è “ciò che piace fare”;insomma l'IKIGAI è “un obiettivo da raggiungere”. Secondo i giapponesi l'IKIGAI è composto da 4 elementi: 1) ciò che ci piace fare; 2) le cose che sappiamo fare bene; 3) le cose per cui ci pagano o per le quali potremmo essere pagati; 4) le cose di cui il Mondo ha bisogno e che possono giovare al “prossimo”. Semplice,no?! È tutto qui !! Basta avere passione,professionalità,vocazione e missione. E allora via! Tutti alla ricerca del nostro IKIGAI e la nostra vita migliorerà all'istante!!!!! Scherzi a parte,questo numero sono certa che vi appassionerà perché il Giappone è veramente pieno di sorprese. BUONA LETTURA !!!! Patrizia Davini
Pag.3 Il Giappone in breve ovvero tutto ciò che è bene sapere Se per caso decideste di fare un viaggio in Giappone, queste informazioni fanno proprio al caso vostro. Per strada In Giappone, si sputa tranquillamente, anche fuori dai locali e sui mezzi pubblici, così come è onorevole sudare molto, che è segno di impegno e sacrificio. Ma i giapponesi sono molto pudichi e quindi soffiarsi il naso o lasciarsi andare ad effusioni amorose in pubblico è considerato scortese e disgustoso. Se siete colpiti da un’improvvisa voglia di snack o bevande gassate potrete sanarla in pochi minuti. Ogni 200 metri, infatti, è presente un distributore automatico. In strada è proibito fumare perché si può correre il rischio di bruciare qualcuno. Si può fumare solo nei punti segnalati, dove sono disponibili dei portacenere. Nonostante ciò si può fumare in bar e ristoranti. Anche mangiare passeggiando è considerato disdicevole (ad eccezione del gelato!) Sui mezzi pubblici È invece normalissimo consumare un pasto portato da casa o acquistato dal venditore che passa tra i corridoi a bordo treno. Sui treni, ed in generale nei mezzi pubblici, è proibito parlare al cellulare, ma non è proibito utilizzarlo per mandare messaggi e navigare su internet. Ciò che conta è non disturbare gli altri con rumori molesti. È inoltre probabile che uno sconosciuto possa addormentarsi sulla nostra spalla ed è pratica comune tollerarlo perché sta facendo “Inemuri” (letteralmente “essere presenti mentre si dorme”): addormentarsi in pubblico, nel bel mezzo di una conferenza, ad esempio, o a scuola o sui mezzi pubblici, non solo è concesso, ma è visto di buon occhio, perché il Giappone è uno dei Paesi in cui si dorme meno e si lavora di più e dormire in pubblico è quasi un segno d’onore, la prova che si è esausti per aver lavorato tanto e che ci si merita un premio. Nelle stazioni poi non è difficile incontrare gli “oshiya”, gli addetti delle ferrovie che “aiutano” le persone a entrare nei treni quando questi sono pieni. I giapponesi sono timidi e non amano essere scortesi, quindi ci pensano i professionisti, con tanto di guanti bianchi, a fare in modo che le persone non arrivino in ritardo a lavoro!
Pag.4 Al ristorante Se avete l’occasione di trovarvi a passare una serata di lavoro e siete stati invitati, sarebbe buona norma accettare non tenendo un comportamento troppo disinvolto, ma mantenendo un certo contegno. I giapponesi ci tengono molto. Insistete per essere voi a pagare, ma se il vostro ospite gradirà farlo lui, promettetegli che quando verrà a trovarvi in Italia, ricambierete con immenso piacere. Inoltre è usanza comune che dopo cena si vada a prendere un caffè. In questo caso dovrete insistere per offrirlo voi. I giapponesi tengono molto all’igiene personale e per questo nei ristoranti sono soliti fornire una salviettina umida e calda per lavarsi le mani prima del pasto. Quando si è a tavola, specialmente nel caso di alcolici, è meglio evitare di versare le bevande nel proprio bicchiere, poiché considerato segno di maleducazione o, peggio, di alcolismo. Meglio lasciare che sia un altro commensale a farlo per noi, restituendo poi il favore. Fare rumore mentre si mangia è un segno che il cibo è delizioso ed è considerato un complimento al cuoco, cosa che da noi è vista come un gesto di maleducazione. Non esiste un ordine di portata dei piatti, e si può mangiare di tutto contemporaneamente. Le bevande vanno assunte esclusivamente prima o dopo i pasti, non bisogna usare le bacchette facendole penetrare nel cibo, e non si gesticola con queste ultime in mano Anche lasciare la mancia potrebbe essere percepito come gesto poco elegante: la cultura nipponica porta tutti, nessuno escluso, a svolgere al meglio il proprio lavoro con l’obiettivo di rendere un buon servizio agli altri, e non certo per guadagnare qualche spicciolo in più. La mancia è un insulto per chi la riceve! Inoltre non si passano i soldi di mano in mano ma si mettono in un vassoio. Una cosa molto importante da tenere a mente è che dobbiamo evitare il numero quattro a tutti i costi! In giapponese questo numero ha una pronuncia simile a quello della parola “morte”, quindi ha un’accezione negativa, suona come un malaugurio. Quindi difficilmente troverete una camera d’albergo, d’ospedale o posto aereo segnalati col numero 4, che non è molto amato neanche nelle numerazioni telefoniche. Caterina Mostacci
Pag. 5 Il Giappone in festa In Giappone,durante l'anno solare, vengono festeggiate 15 feste nazionali, in occasione delle quali scuole e uffici pubblici rimangono chiusi. Vi parlerò di quelle più importanti La festività più importante di tutte è denominata Golden Week , la settimana d’oro, e si festeggia tra la fine di Aprile e l' inizio di Maggio. I festeggiamenti si aprono con la commemorazione del compleanno dell’imperatore Showa e terminano con il Kosovo no ho, la festa dei bambini. Il 1 Maggio, come nel resto del Mondo, si celebra la Festa del Lavoro e tutte le aziende ovviamente restano chiuse. La maggior parte delle festività nazionali cadono soprattutto di lunedì e quando non è così vengono spostate. Il primo gennaio viene chiamato Ganjitsu, ed è la festa più importante perché tutti i parenti si riuniscono per farsi gli auguri di un anno in salute e serenità. In questo giorno viene ringraziato Kami,il dio che protegge i raccolti e dà il benvenuto agli spiriti degli antenati che proteggono la famiglia. Il 3 Febbraio, viene festeggiato il Setsubun; la cerimonia del lancio delle fave,detta Mamemaki, segna l’inizio della Primavera. In questo giorno,le persone vanno al tempio per pregare e chiedere la buona sorte. In ogni famiglia viene scelto il Toshiotoko,ovvero la persona in cui segno zodiacale corrisponde a quello dell’anno in corso o,in mancanza di questo, il capofamiglia. La cerimonia prevede che il prescelto indossi la maschera di un demone e sia tempestato di fave dagli altri componenti della famiglia. Il 3 Marzo viene festeggiato il Festival delle bambole , cioè Hina Matsuri. Questa è un’usanza cinese, perché le bambole si costruivano lì. Al termine della giornata di festa le bambole devono essere riposte e se ciò non viene fatto si crede che questo possa portare sfortuna alle ragazze,facendole restare zitelle. Il 4 Maggio, viene festeggiato il Midori no hi, cioè il giorno verde. In passato questa festa celebrava il compleanno dell’imperatore Showa che regnò in Giappone per 62 anni. Nel 1987 l’imperatore Akihito, dedicò questa giornata alla Natura. Il 31 Dicembre viene festeggiato l' Omisoka, cioè l'ultimo giorno dell'anno. Prima di mezzanotte i templi buddisti in tutto il Paese cominciano a suonare le Joya no Kane ,cioè le campane,che suonano 108 volte, per simboleggiare la purificazione dai 108 bonno,i desideri terreni. Dopodiché può avere inizio il nuovo anno con la ricorrenza del Ganjitsu, e le tante attese Shogatsu, cioè le vacanze di inizio anno. Cristina Klyusyk
Pag. 6 La geisha un'artista che viene dal passato La geisha (in giapponese: 芸者) è un' artista e intrattenitrice giapponese le cui abilità includono varie arti : la Musica, il Canto e la Danza. Le geisha erano molto comuni tra il XVIII e il XIX secolo, ma esistono ancora oggi, benché il loro numero stia progressivamente diminuendo. La loro preparazione è ancora oggi lunga e complessa e prevede vari stadi,ve li raccontiamo brevemente. Le okiya erano rigidamente strutturate; le fanciulle dovevano attraversare varie fasi, prima di diventare maiko e poi geisha vere e proprie, tutto questo sotto la supervisione della "okaa-san" (in giapponese: "mamma"), la proprietaria della casa di geisha. Tradizionalmente le geisha cominciano il loro apprendimento in tenera età. Anche se alcune bambine venivano e vengono ancora vendute da piccole alle “case di geisha” (okiya) , questa non è una pratica comune in quasi nessun distretto del Giappone di oggi. Un tempo intraprendevano questa professione prevalentemente le figlie delle geisha, o comunque quelle ragazze che sceglievano liberamente di farlo. Le ragazze ,nella prima fase di apprendimento, sono chiamate "shikomi" e vengono messe al lavoro come domestiche, alla più piccola shikomi della casa spetta il compito di aspettare che tutte le geisha siano tornate dai loro appuntamenti, talvolta attendendo fino alle due o le tre di notte. Durante questo periodo di apprendistato la shikomi può cominciare, se la okaa-san ovvero la proprietaria della casa di geisha lo ritiene opportuno, a frequentare le classi della scuola per geisha. All’interno della scuola l'apprendista inizia a imparare le varie abilità, ovvero suonare lo shamisen uno strumento musicale giapponese a tre corde, lo shakuhachi o le percussioni, cantare le canzoni, eseguire la danza tradizionale, la maniera di servire le varie bevande ad esempio il sakè o il tè e molte altre cose. Il rituale di formazione ed educazione della geisha nel ventunesimo secolo non è molto diverso da quello di cento anni fa. Quella che è chiamata maiko è la figura che rappresenta al meglio la geisha grazie alle sue acconciature complicate, al trucco e ai kimono che indossa. Infatti nel distretto di Kyoto il significato della parola maiko viene spesso allargato a indicare le geisha in generale.
Pag. 7 Molte volte la geisha viene confusa per prostituta, questo pensiero ha cominciato a diffondersi dal periodo dell'occupazione americana del Giappone e anche nella cultura cinese. Le geisha sono state spesso confuse con le cortigiane di lusso, chiamate oiran. Anche esse portano elaborate acconciature e tingono il viso di bianco proprio come le geisha, un modo per distinguerle è che le oiran, portano l'obi (una cintura a fiocco legata in vita nel kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano a contatto con la schiena. Le geisha sono donne che devono rinunciare alla propria professione per sposarsi. Una vera geisha non viene pagata per rapporti sessuali, anche se può scegliere di avere relazioni con uomini incontrati durante il suo lavoro, sebbene mantenute al di fuori del contesto della sua professione come geisha. E’ stato fatto anche un film intitolato “Memorie di una Geisha” divenuto molto famoso,tratto dalla storia vera della geisha Sayuri Nitta ( Chiyo Sakamoto, lei stessa da bambina). Queste sono le parole con le quali la donna parlava della sua esistenza: «Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi misteri non può sopravvivere. Di certo non ero nata per una vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita ci fui trasportata dalla corrente. La prima volta che seppi che mia madre stava male fu quando mio padre ributtò in mare i pesci. Quella sera soffrimmo la fame, "per capire il vuoto", lui ci disse. Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno, radicata al terreno come un albero sakura. Ma a me diceva che ero come l'acqua: l'acqua si scava la strada attraverso la pietra e, quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco.» Comunque la si pensi, quella della geisha è una tradizione in via d' estinzione anche se ancora oggi è possibile incontrarne qualcuna, soprattutto a Kyoto. Valentina Leo Genny Nebiu
Pag.8 Il giardino Zen un connubio di armonia e tradizione Il giardino giapponese (日本庭园 nihon teien) è un giardino tradizionale che crea paesaggi ideali in miniatura, spesso in un modo altamente astratto e stilizzato. I giardini degli imperatori e dei nobili sono stati progettati per la ricreazione e il piacere estetico, mentre i giardini dei templi buddisti sono stati progettati per uno scopo spirituale e di arte religiosa, riprendendo temi di culto o storie di contemplazione e la discussione filosofica, in particolare con riferimento al mappō. La credenza popolare per cui i giardini giapponesi servano per la meditazione è errata, dato che le pratiche ascetiche buddhiste si svolgono sempre al chiuso, in specifici edifici chiamati zendō (禅堂),quindi le immagini di monaci zen in preghiera davanti ai giardini sono false. I principali stili dei giardini giapponesi sono 4: • .karesansui, giardino secco; • roji, giardino rustico che circonda le case da tè, al cui interno si svolge la cerimonia del cha no yu; • kaiyu-shiki-teien, dove il visitatore può seguire un percorso per vedere paesaggi ricostruiti; • tsubo-niwa, piccolo giardino situato nel cortile ricavato fra le ali dello stesso palazzo. Per secoli i giardini giapponesi si sono sviluppati sotto l'influenza dei giardini cinesi, ma a partire dal Periodo Haein i progettisti giapponesi cominciarono a sviluppare i loro stili, basati su materiali della cultura nazionale. Durante il periodo Edo, dal XVII al XIX secolo, il giardino raggiunse il suo massimo livello e cristallizzò le sue forme in aspetti distinti. Successivamente, a partire dalla fine del XIX secolo, i giardini giapponesi hanno iniziato a modellarsi fondendosi con le influenze occidentali. I primi giardini furono quelli realizzati per il piacere degli imperatori giapponesi e della stessa nobiltà nipponica e se ne parla in diversi brevi passaggi del Nihongi, la prima cronaca della storia giapponese, pubblicata nel 720 d. C. Il giardino cinese ha avuto un'influenza molto forte sui primi giardini giapponesi. Nel 552 d. C. circa il Buddismo fu esportato ufficialmente dalla Cina, attraverso la Corea, in Giappone. Tra il 600 e il 612, l'imperatore giapponese invitò quattro delegazioni alla corte della dinastia cinese Sui.
Pag.9 Tra il 630 e l'838, la corte cinese invitò ,a sua volta, quindici altre delegazioni alla corte della dinastia nipponica Tang. Queste delegazioni composte da più di cinquecento membri ciascuna, tra cui si annoveravano diplomatici, studiosi, studenti, monaci buddisti e traduttori, contribuirono così ad esportare la scrittura cinese, oggetti d'arte e descrizioni dettagliate di giardini cinesi. Nel 794, all'inizio del periodo Heian, se ne registrarono tre diverse tipologie: i giardini di palazzo dei nobili della capitale; i giardini delle ville alla periferia della città e i giardini dei templi. L'architettura dei palazzi, delle dimore e i giardini del periodo Heian seguirono l'esempio la cinese. Case e giardini sono stati allineati su un asse nord-sud, con la residenza a nord e gli edifici cerimoniali e il giardino principale a sud, per quest'ultima direzione erano orientate anche due lunghe ali, come le braccia di una poltrona, con il giardino inserito tra di esse. In questi spazi verdi erano presenti uno o più laghi ,collegati tra loro da ponti e corsi d'acqua tortuosi. Il giardino a sud della residenza imperiale ha una particolare caratteristica,una vasta area vuota di sabbia bianca o di ghiaia. L'imperatore era il sommo sacerdote del Sol Levante e la sabbia bianca rappresentava la purezza. Quello era il luogo nel quale gli dei potevano essere accolti e serviva come area per le cerimonie religiose e le danze in loro onore. Il layout del giardino stesso era strettamente determinato secondo i principi della geomanzia tradizionale cinese, il Feng Shui. La debolezza degli imperatori e la rivalità dei signori della guerra feudali portarono a due guerre civili,la prima nel 1156 e la seconda nel 1159, che distrussero la maggior parte di Kyoto e dei suoi giardini. La capitale fu allora trasferita a Kamakura Kanagawa, e poi nel 1336 tornò nel quartiere Muromachi di Kyoto. Gli imperatori governavano solo di nome, il vero potere era detenuto da un governatore militare, lo shogun. Durante questo periodo, il governo aveva riaperto le relazioni con la Cina interrotte quasi trecento anni prima. I Monaci giapponesi andarono di nuovo a studiare in Cina e monaci cinesi arrivarono in Giappone, tra il periodo Kamakura e il Muromachi, in fuga dalle invasioni mongole portando con loro una nuova forma di Buddhismo chiamata semplicemente Zen o "meditazione". Il primo giardino zen in Giappone venne costruito da un sacerdote cinese nel 1251 a Kamakura. Il Giappone godette da allora di una rinascita della religione, delle arti e in particolare dei giardini. Molti giardini-tempio sono stati costruiti agli inizi di questo periodo, compreso il Kinkaku-ji, il Padiglione d'oro, costruito nel 1398 e il Ginkaku-ji, il Padiglione d'Argento, costruito nel 1482. In qualche modo i giardinieri nipponici seguirono i principi zen della spontaneità, della estrema semplicità e della moderazione, ma mantennero, comunque, altri aspetti tradizionali cinesi; i piani superiori del Padiglione d'Oro erano coperti di foglie d'oro, ed erano circondati da giardini acquatici tradizionali. Pietro Vezzaro
Pag.10 Le complicate regole per costruire una casa In Giappone nulla viene lasciato al caso ed anche la costruzione di una casa,o di un palazzo, richiedono attenzione e rispetto di regole antichissime che si rifanno ai principi del Feng Shui e di questo voglio parlarvi. Il Feng Shui è un'antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell'architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell'astrologia. Attualmente non esiste alcuna prova scientifica delle sue ipotesi. Non esiste una dottrina unificata o testi canonici sul Feng Shui, ma esistono numerose scuole che hanno sviluppato una serie complessa di regole; le due più importanti sono San Yuan Pai e San He Pai. Feng Shui ,letteralmente, significa "vento e acqua", in onore dei due elementi che plasmano la Terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche, più o meno salubri, di un luogo. Secondo il Taoismo esistono due principi generali che guidano lo sviluppo degli eventi naturali; essi sono il Ch'i e l'equilibrio dinamico di Yin e Yang. Lo Yin è il principio umido oscuro e femminile, mentre lo Yang è il principio caldo luminoso e maschile. Nel Feng Shui lo Yin è rappresentato dall'acqua e lo Yang è il vento, inteso forse più come respiro; in fondo acqua e aria sono indispensabili per la vita. Nel Feng Shui l'I Ching (il Libro dei Mutamenti è considerato da Confucio il libro della saggezza ed è utilizzato a livello popolare a scopo divinatorio),viene praticato nel Ba gua (Ba significa otto,gua significa numero. Il significato di ba gua è dunque otto numeri) quando si arreda l'interno di edifici. Una delle principali scuole di pensiero è quella che pone le origini del Feng Shui nell'Astrologia, ed in particolare nel Ki delle 9 stelle, anch'esso basato sui principi di Yin e Yang. Questo oroscopo consta di 9 numeri,associati ai 5 elementi (fuoco, terra, metallo, acqua, legno), ognuno dei quali corrisponde ad una direzione. Il fuoco è associato al Sud, e sta ad indicare la luminosità, la creatività e l'estro, lo spirito. L'acqua è associata al Nord e riguarda il riposo, l'interiorità e i rapporti interpersonali. Il metallo al Nord-Ovest e all'Ovest e riguarda l'organizzazione, le attività finanziarie, gli investimenti. La terra al Nord-Est e al Sud-Ovest e riguarda il governo, il sociale, l'alimentazione e la salute. Il legno all'Est e al Sud-Ovest e riguarda i viaggi, il commercio, le invenzioni e l'informatica. Le origini del Feng Shui, per quanto incerte, appaiono antichissime e sono state scoperte delle tombe risalenti al Neolitico che sembrano seguirne i principi nella costruzione. I progressi nella conoscenza dell'insieme delle arti che concorrono ad esso vengono tradizionalmente attribuiti a sovrani mitici ,quali Fu Hsi e Huang Di. Nei secoli che precedettero i primi imperatori della dinastia Qin il Feng Shui, chiamato Ka Nyu ("studio della Terra"), faceva parte delle arti divinatorie di cui si occupavano consiglieri politici e militari. Altri autori però lo riportano fino ai tempi della dinastia Xia con l'osservazione dei gusci di tartaruga nel quadrato lo shu scoprendo insieme anche l'I Ching, l'astrologia e la numerologia cinese. Questa disciplina trovò una prima sistemazione e definizione organica nel fondamentale
Pag.11 Zang Shu ("Il Libro delle Sepolture") di Guō Pú . L'autore descrive come l'energia del Drago (il Qi) scende dalle montagne, disperdendosi attraverso i venti, e si arresta dinanzi a uno specchio d'acqua, dove si raccoglie e condensa. L'energia vitale benefica è quindi il risultato di un equilibrio di forze, creata dalla presenza di elementi e conformazioni paesaggistiche che creano i presupposti per la "fortuna" di un luogo o edificio. Secondo i sostenitori delle ipotesi del Feng Shui, esisterebbero direzioni più propizie per le varie attività nella casa, nella vita, e nei viaggi ed anche la forma e il colore di mobili e oggetti devono avere assonanze con i 5 elementi o per meglio dire con le cinque fasi di manifestazione del QI. La prima fase (l'acqua) corrisponde all'energia a riposo,in quanto l'acqua se indisturbata è calma e statica;la seconda fase (il legno) rappresenta il potenziale che prima o poi si manifesta,come gli alberi che in Primavera tornano in attività; la terza (il fuoco) rappresenta la capacità di sostenere il livello energetico per lunghi periodi;la quarta fase (il metallo) rappresenta il momento in cui l'energia si condensa; la quinta ed ultima fase energetica (la terra) corrisponde al momento in cui sopraggiunge equilibrio,armonia ed interconnessione fra tra tutti gli altri quattro stati energetici. Facciamo un esempio. Secondo i principi del Feng Shui, una casa per essere ben costruita dovrebbe essere quadrata o rettangolare, senza angoli o parti mancanti e con forma regolare. Dovrebbe avere un drago verde ad Est (delle piante alte che proteggano questo lato), una tigre bianca ad Ovest (possono esservi anche da questa parte delle piante, ma più basse), una tartaruga nera a Nord (una collina o un grosso masso) e la fenice rossa a Sud (può essere anche sotto forma simbolica, ad esempio un sasso con un filo rosso avvolto intorno). La parte sud dell'edificio è la più esposta alla luce ed al calore del Sole (almeno nel nostro emisfero) e quindi è considerata corrispondente al Fuoco e allo Yang. La parte nord della casa è considerata corrispondente all'Acqua e alla carriera. Proprio perché l'acqua corrisponde all'elemento più Yin dell'oroscopo, ed è la direzione più indicata per il riposo. Infatti, uno dei suggerimenti del Feng Shui è dormire con la testa rivolta verso nord e i piedi verso sud. Ogni direzione ha una relazione con un aspetto della vita, famiglia, figli, felicità, amicizia, carriera e fama, aiuto da parte dei genitori, ricchezza e tanto altro ancora. Presso i cinesi ed alcune popolazioni limitrofe (soprattutto in Corea e nel Sudest asiatico) ci si rivolge spesso ad un esperto di questa disciplina per la scelta del terreno su cui edificare, per come orientare la casa e la porta principale in base alla data di nascita del capofamiglia, e per scegliere anche la data di inizio della costruzione e la data di trasferimento della famiglia nella nuova casa. Secondo le tradizioni culturali, un esperto di Feng Shui è ritenuto inoltre in grado di valutare una casa dal punto di vista energetico, e di decidere quali sono i "rimedi" da adottare per armonizzare l'energia all'interno della casa e portare alla famiglia che la abita prosperità e serenità. Le strade di una città, pur essendo diritte, dovrebbero presentare svolte ad angolo retto, perché le strade eccessivamente lunghe e rettilinee secondo le teorie del Feng shui potrebbero convogliare energia venefica; questo stile è presente in molte antiche città in tutto il Mondo, costruite con strade a zig-zag (o anche 'a baionetta') per ostacolare le invasioni. I tetti degli edifici tradizionali possiedono gli angoli girati verso l'alto, mentre nel giardinaggio le siepi percorrono il limite perimetrale per proteggere l'interno dando le basi per gli stili di giardinaggio. Fabrizio Giacomini
Pag.12 Le misteriose “porte rosse” Se vi recate in Giappone in uno dei tanti santuari shintoisti, non potrete fare a meno di notare un misterioso elemento architettonico, simile ad un arco o ad una porta, chiamato torii. I torii sono delle porte che separano una zona profana da una zona sacra (che sia un santuario, un tempio o tombe imperiali). Essi segnano l’ingresso nell’area sacra e per accedervi dovreste, secondo gli shintoisti, attraversare il portale in modo da purificare l’anima e poter poi pregare i kami(gli spiriti) del tempio. Dal punto di vista architettonico, i torii, sono abbastanza semplici; due pali piantati per terra collegati, all’estremità superiore da uno o due travi che possono essere di sezione circolare o quadrata. Ce ne sono di vari stili; di solito sono di colore rosso e il materiale usato è il legno;ma i più moderni possono essere fatti anche d’acciaio o di cemento. Comunque, indipendentemente dallo stile, dal colore e dal materiale, le porte sacre costituiscono, indubbiamente, uno degli elementi di maggior fascino della cultura giapponese. Le origini “Secondo una versione dei miti di Amaterasu (la dea del Sole), quando questa si rinchiuse in una caverna per sfuggire al pestifero fratello Susanoo, causando un'eclissi; le persone,temendo di non rivedere più la luce del Sole, misero su un grosso trespolo di legno per uccelli e tutti i galli della città. Il loro continuo cantare la incuriosì la dea inducendola a sbirciare fuori dalla caverna. Approfittando del varco apertosi, uno degli dèi aprì completamente l'ingresso, spingendo via la roccia e permettendo alla luce del Sole di illuminare ancora la Terra. Quel trespolo divenne il primo torii.” La dea Amaterasu mentre esce dalla caverna
Pag.13 La prima apparizione di queste strutture in Giappone risale al 922, anno a cui risale il primo testo antico in cui sono menzionati, ma le loro origini sono ancora misteriose e incerte. Nonostante vi siano strutture simili in molte altre zone dell’Asia, come, per esempio, in India (i torana dell’architettura buddista e induista), in Cina (p’ai-lou), in Corea (hong-sal mun), in Thailandia, in Nepal e altrove, la ragione e le circostanze per cui questi portali siano stati importati anche in Giappone non sono conosciute. Anche sull’origine del nome, non c’è chiarezza: molti collegano il nome torii al vocabolo giapponese “Tori” (uccello) e quindi, in origine come si può notare dai miti di Amaterasu, il torii sarebbe stato un enorme trespolo per gli uccelli che, secondo lo Scintoismo, sono messaggeri degli dei. Altra ipotesi lo fa derivare dal termine nipponico “tori-iru” (entrare). Come abbiamo detto, i torii si trovano all’entrata dei luoghi sacri e non sempre in numero di uno, ma in gruppi di tre o anche più. Nel grande Tempio dedicato al Dio della Fertilità, o del riso, a Fushimi, ci sono, addirittura migliaia di torii che, messi uno dietro l’altro, formano un tunnel che il pellegrino deve attraversare per purificarsi prima di raggiungere la parte più sacra del tempio. Altro torii famoso, e usato spesso per attirare turisti in Giappone, è la porta che è posta davanti al tempio scintoista di Itsukushima posto sull’isola di Miyajima. La porta sacra, notevole anche dal punto di vista visivo, è posto in modo tale da essere circondato dal mare e quando si verifica l’alta marea sembra sospeso sull’acqua. Queste particolari strutture, non si trovano solo davanti ai templi, ma indicano anche l’accesso alle tombe imperiali, come quella davanti alla tomba dell’Imperatore Showa (Hirohito). Infine non possiamo non citare il grande torii presente sulla strada che porta al santuario dedicato all’Imperatore Meiji, a Tokyo. Andrea Verdiani
Pag.14 Il Fumetto del Sol Levante Manga è un termine giapponese che indica i fumetti di piccolo formato caratterizzati da forti contrasti passionali tra i personaggi. In Giappone il termine indica tutti i fumetti, indipendentemente dal target, dalle tematiche e dalla nazionalità di origine. Il fumetto giapponese include opere in una grande varietà di generi, come avventura, romantico, storico, commedia, fantascienza, fantasy, giallo, horror ed erotico. A partire dagli anni cinquanta il manga è diventato uno dei settori principali nell'industria editoriale giapponese, con un mercato di 406 miliardi di yen nel 2007 e 420 miliardi nel 2009. Benché nata in Giappone, questa forma di intrattenimento è stata esportata e tradotta in tutto il Mondo, con una platea internazionale molto nutrita. In Europa e in Medio Oriente il volume di mercato si attesta sui 250 milioni di dollari, mentre in Nord America nel 2008 era stimato sui 175 milioni. Sono principalmente stampati in bianco e nero, ma non mancano pubblicazioni totalmente a colori meno frequenti di quelle in bianco e nero per via dei costi realizzativi più alti che richiede la colorazione. In Giappone sono tipicamente serializzate su riviste dedicate, contenenti più storie, ognuna delle quali viene presentata con un singolo capitolo per poi essere ripresa nel numero successivo. Se una serie ha successo, i capitoli possono essere raccolti e ristampati in volumi detti tankōbon e la serie può ricevere un adattamento animato dopo o anche durante la sua pubblicazione. Gli autori di manga, mangaka, lavorano tradizionalmente con assistenti nei loro studi e sono associati con un editore per la pubblicazione delle loro opere. Il termine manga, letteralmente "immagini derisorie" fu inizialmente usato alla fine del XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro di illustrazioni Shiji no yukikai di Santō Kyōden, e il Manga hyakujo di Aikawa Minwa, entrambi del 1798; in seguito fu usato da Hokusai, famoso artista giapponese, in Hokusai manga, del 1814 ma il termine non entrò nell'uso comune fino al XX secolo. Rakuten Kitazawa fu il primo disegnatore a utilizzare la parola manga. Altri termini utilizzati in Giappone per indicare i fumetti sono stati toba-e, da Toba Sōjō, artista dell'XI secolo, e punch-e,dalle popolari maschere inglesi Punch e Judy e dalla rivista Punch. I manga, con le loro figure dai tratti spesso infantili (come gli occhi grandi) possono far pensare a un prodotto destinato a bambini e ragazzi. L'origine di questa caratteristica è un prestito culturale che si fa risalire al 1946 quando Osamu Tezuka, famoso autore di fumetti, incominciò a pubblicare le
Pag.15 sue opere, prime fra tutte Mā-chan no nikkichō; grande ammiratore di Walt Disney, ammise di essersi ispirato per realizzare Kimba, il leone bianco (ジャングル 大帝, Jungle Taitei) allo stile del lungometraggio Bambi realizzato da Disney nel 1942 (curiosamente in seguito la Disney, per via di alcune polemiche sulla somiglianza tra Il re leone e Kimba, il leone bianco, ha ammesso di essersi ispirata a sua volta all'opera di Tezuka). Tuttavia, ormai è difficile considerare quanto sopra come un tratto tipico dei manga poiché col tempo altri e numerosi autori hanno presentato stili di disegno molto differenti - come ad esempio Angel Heart oppure Berserk e quello dei tratti infantili non è più una caratteristica dirimente dei manga. La differenza più evidente tra il fumetto giapponese, il manga, e quello occidentale, risiede nelle modalità di narrazione, impaginazione e le modalità di pubblicazione. A differenziare il manga è innanzitutto l'importanza che viene data all'atmosfera, alle emozioni e all'introspezione dei personaggi. Un'ultima curiosità:il manga si legge al contrario,vale a dire dall'ultima pagina con la rilegatura a destra e le vignette,analogamente si leggono da destra verso sinistra e rigorosamente dall'alto verso il basso. Fino agli anni Quaranta del Novecento prevaleva la disposizione verticale,poi in seguito si è scelta quella orizzontale;tuttavia può accadere che le due disposizioni si sovrappongano, rendendo così il percorso di lettura più difficile soprattutto per un lettore occidentale abituato ad una lettura alfabetica. Lorenzo De Lucia
Pag.16 Il Giappone tra terremoti e tsunami In Giappone i terremoti e l'attività sismica hanno una lunga storia, essendo un'area ad alto rischio sismico a causa della sua posizione geografica situata in prossimità dei confini delle maggiori placche tettoniche. Le prime notizie di questi fenomeni risalgono addirittura al 599 d. C. Le isole del Giappone si trovano in una zona vulcanica all'interno della cintura di fuoco del Pacifico. I movimenti oceanici hanno spinto l'arcipelago verso est, formando il Mar del Giappone circa 15 milioni di anni fa. Oggi l'arcipelago giapponese è considerato un arco insulare maturo ed è il risultato di diverse generazioni di subduzione delle placche. Frequenti scosse di terremoto di bassa intensità e occasionali attività vulcaniche si verificano periodicamente in tutte le isole. Terremoti distruttivi, spesso con conseguenti tsunami, si verificano più volte ogni secolo. Il Giappone si trova in prossimità del confine tra 4 placche, dove si incontrano 3 zone di subduzione; due di queste hanno un andamento all’incirca parallelo alla costa giapponese orientale: a sud la placca filippina sub-duce sotto quella euroasiatica, a nord la placca pacifica scorre sotto quella nordamericana. A causa del loro assetto geodinamico le zone di subduzione delle placche sono caratterizzate da eventi sismici frequenti e di energia molto elevata: le coste dell’Oceano Pacifico sono infatti dette "anello di fuoco" a causa dell’intensa attività vulcanica e sismica che vi si genera. Il fondo del Pacifico continua a formarsi lungo le dorsali oceaniche da centinaia di milioni di anni; man mano che si forma si sposta allontanandosi da esse in direzione delle fosse, per venire poi consumato nel processo di subduzione: nelle zone dove una placca scorre sull’altra i forti attriti provocano periodicamente la formazione di grandi fratture (faglie) nelle rocce coinvolte nella subduzione che generano terremoti molto forti e le condizioni di temperatura e pressione provocano la fusione parziale delle stesse e la conseguente risalita di grandi quantità di magma che alimentano i vulcani in superficie. IL MAREMOTO DELL’11 MARZO 2011 Questo evento catastrofico,che ha provocato danni ingentissimi alle centrali nucleari di (Fukushima II) e, in particolare, Fukushima Dai-ichi (Fukushima I), Fukushima Dai-ni è rimasto tristemente famoso soprattutto per le temute conseguenze di una contaminazione dell'ambiente e della popolazione. Adesso analizzerò il fenomeno. La lunghezza della zona di frattura ammontava a 300-400 km, con un movimento relativo prodotto tra i due blocchi a contatto di 10-20 metri . La frattura si era propagata verso l’alto, fino al fondale marino, producendo il suo improvviso movimento verso l’alto che era stato trasmesso alla colonna d’acqua sovrastante generando un forte maremoto.
Pag.17 Quando il movimento generato da un terremoto arriva ad interessare il fondale marino la perturbazione provocata dal suo spostamento si trasmette ad un imponente volume d’acqua: essa, essendo incomprimibile, trasmette con molta efficacia l’energia ricevuta sotto forma di onde dotate di lunghezza e velocità molto elevate (i maremoti, oltre che da terremoti sul fondale marino, possono essere provocati da frane, eruzioni vulcaniche e, per fortuna molto raramente, dalla caduta di meteoriti). Lo spostamento d'acqua crea onde superficiali molto lunghe, tipicamente di qualche centinaio di chilometri e quindi di lungo periodo, qualche decina di minuti in condizioni di mare aperto. Per fare un confronto basti pensare che le normali onde marine (generate dal vento) hanno lunghezze d'onda di pochi metri e un periodo di solo qualche secondo mentre le onde di tempesta hanno lunghezze al massimo di 150 metri e un periodo di una decina di secondi: la lunghezza, l'estensione e il periodo delle onde di un maremoto sono quindi di gran lunga superiori a quelle delle comuni onde marine. Inoltre, in queste ultime solo il volume d'acqua degli strati superficiali dell'oceano è direttamente mosso dal vento, mentre nel maremoto il fenomeno dell'onda coinvolge l'intera colonna d'acqua, dal fondale alla superficie. Le velocità di propagazione delle onde di maremoto al largo è, in genere, di centinaia di chilometri orari, raggiungendo anche valori di 500-1000km/h, con lunghezze d'onda di centinaia di chilometri ed altezze di alcuni centimetri, poco osservabili se non con particolari e apposite strumentazioni. Avvicinandosi alla costa la diminuzione di profondità comporta l’aumento dell’altezza delle onde che acquistano anche capacità di erosione e di trasporto sul fondo a causa dell’attrito con esso: in questo modo possono entrare anche per diversi chilometri sulla terraferma pianeggiante con effetti altamente distruttivi, sia nella fase montante che in quella di risacca. Infatti "tsunami" è una parola giapponese che significa "onda (nami) nel porto (tsu)", in quanto anticamente si osservava che alcune onde diventavano devastanti avvicinandosi alla costa. In estrema sintesi i danni devastanti causati in Giappone dal maremoto possono esser imputati agli elevati valori di altezza e ampiezza dell’onda di tsunami, che hanno permesso alle acque di superare le barriere anti maremoto ,presenti su circa il 40% delle coste giapponesi, e di penetrare con forte energia per diversi chilometri nell’entroterra. I metodi di difesa e di allarme non erano stati quindi calibrati a sopportare un evento di tale intensità; l’energia trasmessa alla colonna d’acqua dal terremoto è stata molto elevata anche a causa della bassa profondità dell’ipocentro (24 km, in confronto al piano di subduzione che può arrivare anche a 600-700 km di profondità). Nicolò Guadagno
Pag.18 La sorprendente tecnologia giapponese Scienza e tecnologia in Giappone sono per lo più concentrate e sviluppate nell'elettronica di consumo, nella robotica e nell'industria automobilistica. Il Giappone è celebre per la sua industria elettronica in tutto il Mondo, e i suoi prodotti elettronici rappresentano una grande quota del mercato mondiale, in confronto alla maggior parte degli altri Paesi. Infatti è una delle nazioni dominanti nel campo della ricerca scientifica e medica ed anche della tecnologia, dei macchinari. Per la ricerca e lo sviluppo, pari a 130 miliardi di dollari e oltre 677.731 ricercatori, detiene il terzo posto assoluto nel panorama mondiale. D'altra parte questa moderna nazione vanta la maggior parte dei premi Nobel per la Scienza in tutto il continente asiatico. La Robotica Ci sono molte varianti della robotica giapponese. Alcuni tipi sono: Robot per l'intrattenimento, Androidi, Robot animali (a quattro zampe), Robot sociali, Robot di protezione e molti altri. Ci sono anche una varietà di caratteristiche per questi robot. Le caratteristiche dei robot sono progressiste, le loro capacità vengono ampliate man mano che la tecnologia progredisce. Quelle dei robot umanoidi giapponesi includono abilità come: battere le palpebre, sorridere o esprimere emozioni affini alla rabbia e alla sorpresa. Ci sono anche i robot destinati a giocare con i bambini che di solito hanno forma di animali e ne riproducono il verso. I cani robot possono ,ad esempio, abbaiare, muovere la coda e in qualche modo correre o giocare con il bambino. Il Giappone impiega oltre un quarto di milione di lavoratori-robot industriali e nei prossimi 15 anni si stima che il numero salga a oltre un milione con i ricavi per la robotica che raggiungeranno i 70 miliardi di dollari entro il 2025. Le possibili applicazioni commerciali dei robot includono qualsiasi tipo di attività possa essere svolta da questi androidi in ambito domestico o industriale. É curioso rilevare che esistono robot sempre più sofisticati con funzioni diverse,;ci sono perfino una “addetta alla reception” , una “guardia giurata” e persino un “insegnante di scuola elementare”. I robot sono anche visti come una soluzione al declino del tasso di natalità e alla contrazione della forza lavoro , un grande problema della società giapponese.
Pag.19 Sebbene il numero di lavoratori che un robot possa sostituire varia secondo il tipo di industria è pur vero che queste “macchine” possono fare il lavoro di diversi operai e quindi possono essere una risposta alla carenza di forza- lavoro della nazione e inciderà pesantemente sui futuri programmi pensionistici e di assistenza sanitaria. Il Paese possiede grandi agglomerati societari internazionali come: Fuji e Sony. Sony, Panasonic, Canon, Fujitsu, Hitachi, Sharp, NEC, Nintendo, Epson e Toshiba che rappresentano alcune delle più note aziende di elettronica del Mondo. Sebbene il numero di lavoratori che un robot possa sostituire varia secondo il tipo di industria è pur vero che queste “macchine” possono fare il lavoro di diversi operai e quindi possono essere una risposta alla carenza di forza- lavoro della nazione e inciderà pesantemente sui futuri programmi pensionistici e di assistenza sanitaria. Il Paese possiede grandi agglomerati societari internazionali come: Fuji e Sony. Sony, Panasonic, Canon, Fujitsu, Hitachi, Sharp, NEC, Nintendo, Epson e Toshiba che rappresentano alcune delle più note aziende di elettronica del Mondo. L' Industria automobilistica Dopo la tragica conclusione della seconda guerra mondiale, l'industria automobilistica giapponese era una realtà davvero poco significativa e spesso controllata dai costruttori americani;ma da allora le cose sono decisamente cambiate. Lo sviluppo di questo settore industriale ha avuto grande successo e verso la metà degli anni Ottanta le imprese nipponiche sono diventate le “numero uno” nel Mondo e producono più veicoli dei concorrenti statunitensi. Attualmente, la produzione all'estero è destinata a un ulteriore e rapido aumento.Nella sola Gran Bretagna infatti, sede privilegiata dell'industria made in Japan, le famosissime case automobilistiche giapponesi producono ogni anno più di un milione di vetture.Paradossalmente la vendita delle automobili giapponesi è maggiore all'estero che in patria, dove è costoso e difficile possederne una. A Tokyo, per esempio, per potersi permettere un'auto bisogna disporre di un parcheggio o di un box.In Giappone inoltre l'auto non viene utilizzata per i lunghi spostamenti ed è considerata al contrario una sorta di status-symbol. Gli undici colossi nipponici del settore automobilistico non si limitano alla produzione in serie, ma riempiono le loro auto di accessori, propongono modelli più sofisticati e ne inventano di personalizzati lanciandosi nella produzione di vetture di lusso per far concorrenza alle grandi produttrici di ammiraglie tedesche. Toyota, Honda, Nissan, Mazda, Mitsubishi, Suzuki e Subaru sono aziende automobilistiche tra le più note al Mondo. Nicolò Guadagno
Pag. 20 Il PI GRECO DAY Sta per partire la seconda edizione del PI GRECO DAY. Anche quest'anno la nostra scuola ha organizzato i festeggiamenti per questa festa particolare. Sono in programma per il 14 marzo prossimo workshop in Aula Magna,sfida on line quiz MIUR,mostra PI GRECO e un bellissimo Torneo di Pallacanestro. Mi sembra che tutto sia pronto per una grande giornata e credo proprio che nessuno degli studenti mancherà l'occasione di divertirsi! Adesso due parole sul PI GRECO DAY e la sua storia. Il primo “Giorno del Л Pi greco” è stato celebrato ufficialmente nell' Exploratorium di San Francisco nel 1988 per iniziativa del fisico americano Larry Shaw, in seguito insignito del titolo di "Principe del Л pi greco". Da quel momento, questa ricorrenza è stata celebrata da milioni di studenti e patiti della Matematica. La data scelta è quella del 14 marzo, perché 3.14 sono le cifre di approssimazione al valore del Л Pi greco secondo la grafia anglosassone. Larry Shaw, il "Principe di Pi", inventò la festa del Pi Day nel 1988 mentre si trovava all' Exploratorium. Durante un ritiro di personale fuori sede nel 1988, iniziò a parlare con un suo collaboratore,Ron Hipschman, dei misteri delle costanti matematiche;infatti secondo lui la cosa migliore del Pi Day è rendere la Matematica più accessibile e divertente per coloro che potrebbero avere dei problemi a scuola. Shaw ebbe l'idea di collegare pi (3.14159 …) che inizia con 3.14, con la data 3/14,dato che negli USA si usa mettere il mese prima del giorno nelle date. Il Pi Day è stato riconosciuto come festa nazionale negli Usa nel 2009 ed è celebrato anche a livello internazionale. Il 2015 è stato un anno speciale perché in cui è stato definito "Pi Day of the Century". LA REDAZIONE
Haiku di Kobayashi Issa Ciliegi in fiore sul far della sera anche quest’oggi è diventato ieri. Mondo di sofferenza: eppure i ciliegi sono in fiore. Nel nostro mondo, anche le farfalle sono stanche sono stanche di vivere. Prendiamo il sentiero paludoso per arrivare alle nuvole. Non piangete, insetti gli amanti, persino le stelle devono separarsi. La Voce del Leone Redazione De Luca J.;De Lucia L.; Ferrara E Gaggelli E.; Giacomini F. Guadagno N.; Klyusyk C.;Leo V. Leoncini M.; Mostacci C.; Nebiu G. Verdiani A.;Vezzaro P. Caporedattore Marco Nesi
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