Tokyo La Voce del Leone - Diari di viaggio dal Sol Levante - Roncalli Sarrocchi

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Tokyo La Voce del Leone - Diari di viaggio dal Sol Levante - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
           I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi”

         Anno XIII n° 3 Febbraio 2019

          Tokyo
Diari di viaggio dal Sol Levante
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La Voce del Leone
                            contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone
Anno XII n°3 Febbraio 2019           Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

   IN QUESTO NUMERO:
3-4 Il Giappone in breve                                  6-7 La geisha
 5 Il Giappone in festa                                   8-9 Il giardinozen

                                Tokyo

                                                          10-11 La casa giapponese
   2 Editoriale
16-17 Terremoti e tsunami                                  12-13 Le misteriose porte
18-19 La tecnologia                                       rosse
  20 Il Pi Greco Day                                       14-15 Il fumetto del Sol
                                                          Levante

Le nostre rubriche:

 Le Grandi Biografie     a cura di
 Le recensioni del Leone a cura di
  Copertina                  a cura di Lorenzo De Lucia
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                                          Editoriale

Il Giappone mi affascina,sto iniziando a conoscerlo da poco tempo e confesso che la “cosa”
mi attizza molto. Navigando sul WEB ho scoperto molte cose e tra le tante sono rimasta
sorpresa dal modo di vivere e dal profondo senso della vita che alberga nei cuori di quel
popolo così lontano da noi.
Mi spiego meglio. I giapponesi,basta osservare i gruppi di turisti che affollano il Bel
Paese,sono rispettosi ed educati;vederli compostamente in fila in attesa di entrare nei
nostri musei è una cosa che,almeno dal mio punto di vista, appare sorprendente. È solo un
esempio il mio,ma penso che possa aiutare a centrare il tema che voglio affrontare.
Da che cosa scaturisce quel loro composto agire?
La mentalità nipponica su basa su questi presupposti:1. il rispetto delle regole;2.
L'onestà;3. l'inesistenza,in Giappone,di minoranze etniche;4. la preponderanza di una classe
media;5. La coesione sociale e il basso livello di conflittualità.
Analizziamo questi punti. Il rispetto delle regole discende dal fatto che il Giappone è
“nazione” da 2000 anni e questo significa che il rispetto della Legge                è sentito
profondamente da ogni cittadino del “Sol Levante”. L'onestà,a tutto tondo,è nella loro
indole più profonda; nessun giapponese penserebbe di appropriarsi di qualcosa che
appartiene ad un'altra persona.(ad esempio:in Giappone potete lasciare incustodito ,anche
momentaneamente, ciò che avete,bagagli compresi, e qualcuno si preoccuperà di venirvi a
cercare per restituirvelo.)
Abbiamo detto che non esistono minoranze etniche e che la società nipponica è in gran
parte composta dalla classe media,bene !!! Questo significa semplicemente che esiste una
coesione sociale e quindi un bassissimo livello di conflittualità,dato che le esigenze ed
anche i bisogni sono gli stessi.
D'altra parte i giapponesi privilegiano i “rapporti verticali”(giovane-anziano;novizio-
esperto; subordinato-superiore e così via).
Il popolo giapponese è molto longevo;infatti età media ,secondo i dati del 2015 del_
l' O.M.S.,è di 80 anni per gli uomini e di 86 per le donne,anche se il numero di coloro che
raggiungono i 100 anni di vita o li superano è in continuo aumento. Perché?
La risposta è tutta in una parola:IKIGAI !! Che cosa significa? Che cos'è questo ikigai?
Per dirlo in breve l'IKIGAI è “un motivo per esistere”,è “ciò che piace fare”;insomma
l'IKIGAI è “un obiettivo da raggiungere”.
Secondo i giapponesi l'IKIGAI è composto da 4 elementi: 1) ciò che ci piace fare; 2) le
cose che sappiamo fare bene; 3) le cose per cui ci pagano o per le quali potremmo essere
pagati; 4) le cose di cui il Mondo ha bisogno e che possono giovare al “prossimo”.
Semplice,no?! È tutto qui !! Basta avere passione,professionalità,vocazione e missione.
E allora via! Tutti alla ricerca del nostro IKIGAI e la nostra vita migliorerà all'istante!!!!!
Scherzi a parte,questo numero sono certa che vi appassionerà perché il Giappone è
veramente pieno di sorprese.
BUONA LETTURA !!!!
                                                                   Patrizia Davini
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                             Il Giappone in breve
                        ovvero tutto ciò che è bene sapere

Se per caso decideste di fare un viaggio in Giappone, queste informazioni
fanno proprio al caso vostro.

                                     Per strada

In Giappone, si sputa tranquillamente, anche fuori dai locali e sui mezzi pubblici, così
come è onorevole sudare molto, che è segno di impegno e sacrificio.
Ma i giapponesi sono molto pudichi e quindi soffiarsi il naso o lasciarsi andare ad
effusioni amorose in pubblico è considerato scortese e disgustoso.
Se siete colpiti da un’improvvisa voglia di snack o bevande gassate potrete sanarla in
pochi minuti. Ogni 200 metri, infatti, è presente un distributore automatico.
In strada è proibito fumare perché si può correre il rischio di bruciare qualcuno.
Si può fumare solo nei punti segnalati, dove sono disponibili dei portacenere.
Nonostante ciò si può fumare in bar e ristoranti.
Anche mangiare passeggiando è considerato disdicevole (ad eccezione del gelato!)

                                 Sui mezzi pubblici

È invece normalissimo consumare un pasto portato da casa o acquistato dal venditore
che passa tra i corridoi a bordo treno.
Sui treni, ed in generale nei mezzi pubblici, è proibito parlare al cellulare, ma non è
proibito utilizzarlo per mandare messaggi e navigare su internet.
Ciò che conta è non disturbare gli altri con rumori molesti.
È inoltre probabile che uno sconosciuto possa addormentarsi sulla nostra spalla ed è
pratica comune tollerarlo perché sta facendo “Inemuri” (letteralmente “essere
presenti mentre si dorme”): addormentarsi in pubblico, nel bel mezzo di una
conferenza, ad esempio, o a scuola o sui mezzi pubblici, non solo è concesso, ma è
visto di buon occhio, perché il Giappone è uno dei Paesi in cui si dorme meno e si
lavora di più e dormire in pubblico è quasi un segno d’onore, la prova che si è esausti
per aver lavorato tanto e che ci si merita un premio.
Nelle stazioni poi non è difficile incontrare gli “oshiya”, gli addetti delle ferrovie
che “aiutano” le persone a entrare nei treni quando questi sono pieni.
I giapponesi sono timidi e non amano essere scortesi, quindi ci pensano i
professionisti, con tanto di guanti bianchi, a fare in modo che le persone non arrivino
in ritardo a lavoro!
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                                    Al ristorante
Se avete l’occasione di trovarvi a passare una serata di lavoro e siete stati invitati,
sarebbe buona norma accettare non tenendo un comportamento troppo disinvolto,
ma mantenendo un certo contegno. I giapponesi ci tengono molto.
Insistete per essere voi a pagare, ma se il vostro ospite gradirà farlo lui,
                                                      promettetegli che quando verrà a
                                                      trovarvi in Italia, ricambierete
                                                      con immenso piacere.
                                                      Inoltre è usanza comune che dopo
                                                      cena si vada a prendere un caffè.
                                                      In questo caso dovrete insistere
                                                      per offrirlo voi.
                                                      I giapponesi tengono molto
                                                      all’igiene personale e per questo
                                                      nei ristoranti sono soliti fornire
                                                      una salviettina umida e calda per
lavarsi le mani prima del pasto.
Quando si è a tavola, specialmente nel caso di alcolici, è meglio evitare di versare le
bevande nel proprio bicchiere, poiché considerato segno di maleducazione o, peggio,
di alcolismo. Meglio lasciare che sia un altro commensale a farlo per noi, restituendo
poi il favore.
Fare rumore mentre si mangia è un segno che il cibo è delizioso ed è considerato un
complimento al cuoco, cosa che da noi è vista come un gesto di maleducazione.
Non esiste un ordine di portata dei piatti, e si può mangiare di tutto
contemporaneamente. Le bevande vanno assunte esclusivamente prima o dopo i pasti,
non bisogna usare le bacchette facendole penetrare nel cibo, e non si gesticola con
queste ultime in mano
Anche lasciare la mancia potrebbe essere percepito come gesto poco elegante: la
cultura nipponica porta tutti, nessuno escluso, a svolgere al meglio il proprio lavoro
con l’obiettivo di rendere un buon servizio agli altri, e non certo per guadagnare
qualche spicciolo in più. La mancia è un insulto per chi la riceve!
Inoltre non si passano i soldi di mano in mano ma si mettono in un vassoio.
Una cosa molto importante da tenere a mente è che dobbiamo evitare il numero
quattro a tutti i costi!
In giapponese questo numero ha una pronuncia simile a quello della parola “morte”,
quindi ha un’accezione negativa, suona come un malaugurio.
Quindi difficilmente troverete una camera d’albergo, d’ospedale o posto aereo
segnalati col numero 4, che non è molto amato neanche nelle numerazioni
telefoniche.
                                                                Caterina Mostacci
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                                     Il Giappone in festa
In Giappone,durante l'anno solare, vengono festeggiate 15 feste nazionali, in occasione delle quali
scuole e uffici pubblici rimangono chiusi. Vi parlerò di quelle più importanti
La festività più importante di tutte è denominata Golden Week , la settimana d’oro, e si festeggia
                                                     tra la fine di Aprile e l' inizio di Maggio. I
                                                     festeggiamenti si aprono con la commemorazione
                                                     del compleanno dell’imperatore Showa e terminano
                                                     con il Kosovo no ho, la festa dei bambini.
                                                     Il 1 Maggio, come nel resto del Mondo, si celebra
                                                     la Festa del Lavoro e tutte le aziende ovviamente
                                                     restano chiuse. La maggior parte delle festività
                                                     nazionali cadono soprattutto di lunedì e quando
                                                     non è così vengono spostate. Il primo gennaio viene
                                                     chiamato Ganjitsu, ed è la festa più importante
                                                     perché tutti i parenti si riuniscono per farsi gli
                                                     auguri di un anno in salute e serenità. In questo
                                                     giorno viene ringraziato Kami,il dio che protegge i
raccolti e dà il benvenuto agli spiriti degli antenati che proteggono la famiglia. Il 3 Febbraio, viene
festeggiato il Setsubun; la cerimonia del lancio delle fave,detta Mamemaki, segna l’inizio della
Primavera. In questo giorno,le persone vanno al tempio per pregare e chiedere la buona sorte. In
ogni famiglia viene scelto il Toshiotoko,ovvero la
persona in cui segno zodiacale corrisponde a quello
dell’anno in corso o,in mancanza di questo, il
capofamiglia. La cerimonia prevede che il prescelto
indossi la maschera di un demone e sia tempestato
di fave dagli altri componenti della famiglia. Il 3
Marzo viene festeggiato il Festival delle bambole ,
cioè Hina Matsuri. Questa è un’usanza cinese,
perché le bambole si costruivano lì. Al termine della
giornata di festa le bambole devono essere riposte
e se ciò non viene fatto si crede che questo possa
portare sfortuna alle ragazze,facendole restare
zitelle. Il 4 Maggio, viene festeggiato il Midori no hi, cioè il giorno verde. In passato questa festa
celebrava il compleanno dell’imperatore Showa che regnò in Giappone per 62 anni. Nel 1987
l’imperatore Akihito, dedicò questa giornata alla Natura. Il 31 Dicembre viene festeggiato l'
Omisoka, cioè l'ultimo giorno dell'anno. Prima di mezzanotte i templi buddisti in tutto il Paese
cominciano a suonare le Joya no Kane ,cioè le campane,che suonano 108 volte, per simboleggiare la
purificazione dai 108 bonno,i desideri terreni. Dopodiché può avere inizio il nuovo anno con la
ricorrenza del Ganjitsu, e le tante attese Shogatsu, cioè le vacanze di inizio anno.
                                                                                     Cristina Klyusyk
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                                         La geisha
                            un'artista che viene dal passato

La geisha (in giapponese: 芸者) è un' artista e intrattenitrice giapponese le cui abilità
includono varie arti : la Musica, il Canto e la Danza.
                                                Le geisha erano molto comuni tra il XVIII e il
                                                XIX secolo, ma esistono ancora oggi, benché il
                                                loro numero stia progressivamente diminuendo.
                                                La loro preparazione è ancora oggi lunga e
                                                complessa e prevede vari stadi,ve li raccontiamo
                                                brevemente. Le okiya erano rigidamente
                                                strutturate; le fanciulle dovevano attraversare
                                                varie fasi, prima di diventare maiko e poi geisha
                                                vere e proprie, tutto questo sotto la
                                                supervisione della "okaa-san" (in giapponese:
                                                "mamma"), la proprietaria della casa di geisha.
                                                Tradizionalmente le geisha cominciano il loro
                                                apprendimento in tenera età. Anche se alcune
                                                bambine venivano e vengono ancora vendute da
                                                piccole alle “case di geisha” (okiya) , questa non
                                                è una pratica comune in quasi nessun distretto
                                                del Giappone di oggi. Un tempo intraprendevano
questa professione prevalentemente le figlie delle geisha, o comunque quelle ragazze che
sceglievano liberamente di farlo.
Le ragazze ,nella prima fase di apprendimento, sono chiamate "shikomi" e vengono messe al
lavoro come domestiche, alla più piccola shikomi della casa spetta il compito di aspettare
che tutte le geisha siano tornate dai loro appuntamenti, talvolta attendendo fino alle due o
le tre di notte.
Durante questo periodo di apprendistato la shikomi può cominciare,
se la okaa-san ovvero la proprietaria della casa di geisha lo ritiene
opportuno, a frequentare le classi della scuola per geisha.
All’interno della scuola l'apprendista inizia a imparare le varie
abilità, ovvero suonare lo shamisen uno strumento musicale
giapponese a tre corde, lo shakuhachi o le percussioni, cantare le
canzoni, eseguire la danza tradizionale, la maniera di servire le
varie bevande ad esempio il sakè o il tè e molte altre cose.
Il rituale di formazione ed educazione della geisha nel ventunesimo
secolo non è molto diverso da quello di cento anni fa.
Quella che è chiamata maiko è la figura che rappresenta al meglio
la geisha grazie alle sue acconciature complicate, al trucco e ai
kimono che indossa. Infatti nel distretto di Kyoto il significato
della parola maiko viene spesso allargato a indicare le geisha in
generale.
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Molte volte la geisha viene confusa per prostituta, questo pensiero ha cominciato a
diffondersi dal periodo dell'occupazione americana del Giappone e anche nella cultura
cinese.
Le geisha sono state spesso confuse con le cortigiane di lusso, chiamate oiran.

                                 Anche esse portano elaborate acconciature e tingono il viso
                                 di bianco proprio come le geisha, un modo per distinguerle è
                                 che le oiran, portano l'obi (una cintura a fiocco legata in
                                 vita nel kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano a
                                 contatto con la schiena.
                                 Le geisha sono donne che devono rinunciare alla propria
                                 professione per sposarsi.
                                 Una vera geisha non viene pagata per rapporti sessuali,
                                 anche se può scegliere di avere relazioni con uomini
                                 incontrati durante il suo lavoro, sebbene mantenute al di
                                 fuori del contesto della sua professione come geisha.

E’ stato fatto anche un film intitolato “Memorie di una Geisha” divenuto molto
famoso,tratto dalla storia vera della geisha Sayuri Nitta ( Chiyo Sakamoto, lei stessa da
bambina).
Queste sono le parole con le quali la donna parlava della sua
esistenza:
«Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché
il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi
misteri non può sopravvivere. Di certo non ero nata per una
vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita ci fui
trasportata dalla corrente. La prima volta che seppi che mia
madre stava male fu quando mio padre ributtò in mare i pesci.
Quella sera soffrimmo la fame, "per capire il vuoto", lui ci
disse. Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era
come il legno, radicata al terreno come un albero sakura. Ma
a me diceva che ero come l'acqua: l'acqua si scava la strada attraverso la pietra e,
quando è intrappolata, l'acqua si crea un nuovo varco.»

Comunque la si pensi, quella della geisha è una tradizione in via d' estinzione anche se
ancora oggi è possibile incontrarne qualcuna, soprattutto a Kyoto.

                                                                         Valentina Leo
                                                                         Genny Nebiu
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                                     Il giardino Zen
                            un connubio di armonia e tradizione

Il giardino giapponese (日本庭园 nihon teien) è un giardino tradizionale che crea paesaggi
ideali in miniatura, spesso in un modo altamente astratto e stilizzato. I giardini degli
                                    imperatori e dei nobili sono stati progettati per la
                                    ricreazione e il piacere estetico, mentre i giardini dei
                                    templi buddisti sono stati progettati per uno scopo
                                    spirituale e di arte religiosa, riprendendo temi di culto o
                                    storie di contemplazione e la discussione filosofica, in
                                    particolare con riferimento al mappō.
                                       La credenza popolare per cui i giardini giapponesi
                                      servano per la meditazione è errata, dato che le pratiche
                                      ascetiche buddhiste si svolgono sempre al chiuso, in
                                      specifici edifici chiamati zendō (禅堂),quindi le immagini
                                      di monaci zen in preghiera davanti ai giardini sono false.
I principali stili dei giardini giapponesi sono 4:
•   .karesansui, giardino secco;
•   roji, giardino rustico che circonda le case da tè, al cui interno si svolge la cerimonia del
    cha no yu;
•   kaiyu-shiki-teien, dove il visitatore può seguire un percorso per vedere paesaggi
    ricostruiti;
•   tsubo-niwa, piccolo giardino situato nel cortile ricavato fra le ali dello stesso palazzo.

Per secoli i giardini giapponesi si sono sviluppati sotto l'influenza dei giardini cinesi, ma a
partire dal Periodo Haein i progettisti giapponesi
cominciarono a sviluppare i loro stili, basati su materiali
della cultura nazionale. Durante il periodo Edo, dal XVII al
XIX secolo, il giardino raggiunse il suo massimo livello e
cristallizzò le sue forme in aspetti distinti.
Successivamente, a partire dalla fine del XIX secolo, i
giardini giapponesi hanno iniziato a modellarsi fondendosi
con le influenze occidentali.
I primi giardini furono quelli realizzati per il piacere degli
imperatori giapponesi e della stessa nobiltà nipponica e se
ne parla in diversi brevi passaggi del Nihongi, la prima
cronaca della storia giapponese, pubblicata nel 720 d. C. Il
giardino cinese ha avuto un'influenza molto forte sui primi giardini giapponesi. Nel 552 d. C.
circa il Buddismo fu esportato ufficialmente dalla Cina, attraverso la Corea, in Giappone. Tra
il 600 e il 612, l'imperatore giapponese invitò quattro delegazioni alla corte della dinastia
cinese Sui.
Tokyo La Voce del Leone - Diari di viaggio dal Sol Levante - Roncalli Sarrocchi
Pag.9

Tra il 630 e l'838, la corte cinese invitò ,a sua volta, quindici altre delegazioni alla corte
della dinastia nipponica Tang. Queste delegazioni composte da più di cinquecento membri
ciascuna, tra cui si annoveravano diplomatici, studiosi, studenti, monaci buddisti e
traduttori, contribuirono così ad esportare la scrittura cinese, oggetti d'arte e descrizioni
dettagliate di giardini cinesi. Nel 794, all'inizio del periodo Heian, se ne registrarono tre
diverse tipologie: i giardini di palazzo dei nobili della capitale; i giardini delle ville alla
periferia della città e i giardini dei templi. L'architettura dei palazzi, delle dimore e i
giardini del periodo Heian seguirono l'esempio la cinese. Case e giardini sono stati allineati
su un asse nord-sud, con la residenza a nord e gli edifici cerimoniali e il giardino principale a
                                                         sud, per quest'ultima direzione erano
                                                         orientate anche due lunghe ali, come le
                                                         braccia di una poltrona, con il giardino
                                                         inserito tra di esse. In questi spazi
                                                         verdi erano presenti uno o più laghi
                                                         ,collegati tra loro da ponti e corsi
                                                         d'acqua tortuosi. Il giardino a sud della
                                                         residenza imperiale ha una particolare
                                                         caratteristica,una vasta area vuota di
                                                         sabbia bianca o di ghiaia. L'imperatore
                                                         era il sommo sacerdote del Sol Levante
                                                         e la sabbia bianca rappresentava la
                                                         purezza. Quello era il luogo nel quale gli
dei potevano essere accolti e serviva come area per le cerimonie religiose e le danze in loro
onore. Il layout del giardino stesso era strettamente determinato secondo i principi della
geomanzia tradizionale cinese, il Feng Shui. La debolezza degli imperatori e la rivalità dei
signori della guerra feudali portarono a due guerre civili,la prima nel 1156 e la seconda nel
1159, che distrussero la maggior parte di Kyoto e dei suoi giardini. La capitale fu allora
trasferita a Kamakura Kanagawa, e poi nel 1336 tornò nel quartiere Muromachi di Kyoto. Gli
imperatori governavano solo di nome, il vero potere era detenuto da un governatore militare,
lo shogun. Durante questo periodo, il governo aveva riaperto le relazioni con la Cina
interrotte quasi trecento anni prima. I Monaci giapponesi andarono di nuovo a studiare in
Cina e monaci cinesi arrivarono in Giappone, tra il periodo Kamakura e il Muromachi, in fuga
dalle invasioni mongole portando con loro una nuova forma di Buddhismo chiamata
semplicemente Zen o "meditazione". Il primo giardino zen in Giappone venne costruito da
un sacerdote cinese nel 1251 a Kamakura. Il Giappone godette da allora di una rinascita della
religione, delle arti e in particolare dei giardini. Molti giardini-tempio sono stati costruiti
agli inizi di questo periodo, compreso il Kinkaku-ji, il Padiglione d'oro, costruito nel 1398 e il
Ginkaku-ji, il Padiglione d'Argento, costruito nel 1482. In qualche modo i giardinieri
nipponici seguirono i principi zen della spontaneità, della estrema semplicità e della
moderazione, ma mantennero, comunque, altri aspetti tradizionali cinesi; i piani superiori del
Padiglione d'Oro erano coperti di foglie d'oro, ed erano circondati da giardini acquatici
tradizionali.
                                                                        Pietro Vezzaro
Pag.10

                Le complicate regole per costruire una casa

In Giappone nulla viene lasciato al caso ed anche la costruzione di una casa,o di un palazzo,
richiedono attenzione e rispetto di regole antichissime che si rifanno ai principi del Feng
Shui e di questo voglio parlarvi.
Il Feng Shui è un'antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell'architettura,
affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione
anche aspetti della psiche e dell'astrologia. Attualmente non esiste alcuna prova scientifica
delle sue ipotesi. Non esiste una dottrina unificata o testi canonici sul Feng Shui, ma
esistono numerose scuole che hanno sviluppato una serie complessa di regole; le due più
importanti sono San Yuan Pai e San He Pai.
Feng Shui ,letteralmente, significa "vento e acqua", in onore dei due elementi che
plasmano la Terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche, più o meno salubri,
                                    di un luogo. Secondo il Taoismo esistono due principi
                                    generali che guidano lo sviluppo degli eventi naturali; essi
                                    sono il Ch'i e l'equilibrio dinamico di Yin e Yang.
                                     Lo Yin è il principio umido oscuro e femminile, mentre lo
                                     Yang è il principio caldo luminoso e maschile. Nel Feng Shui
                                     lo Yin è rappresentato dall'acqua e lo Yang è il vento,
                                     inteso forse più come respiro; in fondo acqua e aria sono
                                     indispensabili per la vita. Nel Feng Shui l'I Ching (il Libro
                                     dei Mutamenti è considerato da Confucio il libro della
                                     saggezza ed è utilizzato a livello popolare a scopo
                                     divinatorio),viene praticato nel Ba gua (Ba significa
otto,gua significa numero. Il significato di ba gua è dunque otto numeri) quando si arreda
l'interno di edifici. Una delle principali scuole di pensiero è quella che pone le origini del Feng
Shui nell'Astrologia, ed in particolare nel Ki delle 9 stelle, anch'esso basato sui principi di
Yin e Yang. Questo oroscopo consta di 9 numeri,associati ai 5 elementi (fuoco, terra,
metallo, acqua, legno), ognuno dei quali corrisponde ad una direzione. Il fuoco è associato al
Sud, e sta ad indicare la luminosità, la creatività e l'estro, lo spirito. L'acqua è associata al
Nord e riguarda il riposo, l'interiorità e i rapporti interpersonali. Il metallo al Nord-Ovest e
all'Ovest e riguarda l'organizzazione, le attività finanziarie, gli investimenti. La terra al
Nord-Est e al Sud-Ovest e riguarda il governo, il sociale, l'alimentazione e la salute. Il legno
all'Est e al Sud-Ovest e riguarda i viaggi, il commercio, le invenzioni e l'informatica. Le
origini del Feng Shui, per quanto incerte, appaiono antichissime e sono state scoperte delle
tombe risalenti al Neolitico che sembrano seguirne i principi nella costruzione. I progressi
nella conoscenza dell'insieme delle arti che concorrono ad esso vengono tradizionalmente
attribuiti a sovrani mitici ,quali Fu Hsi e Huang Di. Nei secoli che precedettero i primi
imperatori della dinastia Qin il Feng Shui, chiamato Ka Nyu ("studio della Terra"), faceva
parte delle arti divinatorie di cui si occupavano consiglieri politici e militari. Altri autori però
lo riportano fino ai tempi della dinastia Xia con l'osservazione dei gusci di tartaruga nel
quadrato lo shu scoprendo insieme anche l'I Ching, l'astrologia e la numerologia cinese.
Questa disciplina trovò una prima sistemazione e definizione organica nel fondamentale
Pag.11

Zang Shu ("Il Libro delle Sepolture") di Guō Pú . L'autore descrive come l'energia del
Drago (il Qi) scende dalle montagne, disperdendosi attraverso i venti, e si arresta dinanzi a
uno specchio d'acqua, dove si raccoglie e condensa. L'energia vitale benefica è quindi il
risultato di un equilibrio di forze, creata dalla presenza di elementi e conformazioni
paesaggistiche che creano i presupposti per la "fortuna" di un luogo o edificio. Secondo i
sostenitori delle ipotesi del Feng Shui, esisterebbero direzioni più propizie per le varie
attività nella casa, nella vita, e nei viaggi ed anche la forma e il colore di mobili e oggetti
devono avere assonanze con i 5 elementi o per meglio dire con le cinque fasi di
manifestazione del QI. La prima fase (l'acqua) corrisponde all'energia a riposo,in quanto
l'acqua se indisturbata è calma e statica;la seconda fase (il legno) rappresenta il potenziale
che prima o poi si manifesta,come gli alberi che in Primavera tornano in attività; la terza (il
fuoco) rappresenta la capacità di sostenere il livello energetico per lunghi periodi;la quarta
fase (il metallo) rappresenta il momento in cui l'energia si condensa; la quinta ed ultima
fase energetica (la terra) corrisponde al momento in cui sopraggiunge equilibrio,armonia ed
interconnessione fra tra tutti gli altri quattro stati energetici. Facciamo un esempio.
Secondo i principi del Feng Shui, una casa per essere ben costruita dovrebbe essere
quadrata o rettangolare, senza angoli o parti mancanti e con forma regolare. Dovrebbe
avere un drago verde ad Est (delle piante alte che proteggano questo lato), una tigre bianca
ad Ovest (possono esservi anche da questa parte delle piante, ma più basse), una tartaruga
nera a Nord (una collina o un grosso masso) e la fenice rossa a Sud (può essere anche sotto
forma simbolica, ad esempio un sasso con un filo rosso avvolto intorno). La parte sud
dell'edificio è la più esposta alla luce ed al calore del Sole (almeno nel nostro emisfero) e
quindi è considerata corrispondente al Fuoco e allo Yang. La parte nord della casa è
considerata corrispondente all'Acqua e alla carriera. Proprio perché l'acqua corrisponde
all'elemento più Yin dell'oroscopo, ed è la direzione più indicata per il riposo. Infatti, uno
dei suggerimenti del Feng Shui è dormire con la testa rivolta verso nord e i piedi verso sud.
Ogni direzione ha una relazione con un aspetto della vita, famiglia, figli, felicità, amicizia,
carriera e fama, aiuto da parte dei genitori, ricchezza e tanto altro ancora. Presso i cinesi
ed alcune popolazioni limitrofe (soprattutto in Corea e nel Sudest asiatico) ci si rivolge
spesso ad un esperto di questa disciplina per la scelta del terreno su cui edificare, per
come orientare la casa e la porta principale in base alla data di nascita del capofamiglia, e
per scegliere anche la data di inizio della costruzione e la data di trasferimento della
famiglia nella nuova casa. Secondo le tradizioni culturali, un esperto di Feng Shui è ritenuto
inoltre in grado di valutare una casa dal punto di vista energetico, e di decidere quali sono i
"rimedi" da adottare per armonizzare l'energia all'interno della casa e portare alla famiglia
che la abita prosperità e serenità. Le strade di una città, pur essendo diritte, dovrebbero
presentare svolte ad angolo retto, perché le strade eccessivamente lunghe e rettilinee
secondo le teorie del Feng shui potrebbero convogliare energia venefica; questo stile è
presente in molte antiche città in tutto il Mondo, costruite con strade a zig-zag (o anche 'a
baionetta') per ostacolare le invasioni. I tetti degli edifici tradizionali possiedono gli angoli
girati verso l'alto, mentre nel giardinaggio le siepi percorrono il limite perimetrale per
proteggere l'interno dando le basi per gli stili di giardinaggio.
                                                                       Fabrizio Giacomini
Pag.12

                               Le misteriose “porte rosse”

Se vi recate in Giappone in uno dei tanti santuari shintoisti, non potrete fare a meno di
notare un misterioso elemento architettonico, simile ad un arco o ad una porta, chiamato
torii.
 I torii sono delle porte che separano una zona profana da una zona sacra (che sia un
                                                        santuario, un tempio o tombe imperiali).
                                                        Essi segnano l’ingresso nell’area sacra e
                                                        per accedervi dovreste, secondo gli
                                                        shintoisti, attraversare il portale in
                                                        modo da purificare l’anima e poter poi
                                                        pregare i kami(gli spiriti) del tempio.
                                                        Dal punto di vista architettonico, i torii,
                                                        sono abbastanza semplici; due pali
                                                        piantati per terra collegati, all’estremità
                                                        superiore da uno o due travi che possono
                                                        essere di sezione circolare o quadrata.
 Ce ne sono di vari stili; di solito sono di colore rosso e il materiale usato è il legno;ma i più
 moderni possono essere fatti anche d’acciaio o di cemento. Comunque, indipendentemente
 dallo stile, dal colore e dal materiale, le porte sacre costituiscono, indubbiamente, uno degli
 elementi di maggior fascino della cultura giapponese.

                                            Le origini
“Secondo una versione dei miti di Amaterasu (la dea del Sole), quando questa si rinchiuse in
una caverna per sfuggire al pestifero fratello Susanoo, causando un'eclissi; le
persone,temendo di non rivedere più la luce del Sole, misero su un grosso trespolo di legno
per uccelli e tutti i galli della città. Il loro continuo cantare la incuriosì la dea inducendola
a sbirciare fuori dalla caverna. Approfittando del varco apertosi, uno degli dèi aprì
completamente l'ingresso, spingendo via la roccia e permettendo alla luce del Sole di
illuminare ancora la Terra. Quel trespolo divenne il primo torii.”

                            La dea Amaterasu mentre esce dalla caverna
Pag.13

La prima apparizione di queste strutture in Giappone risale al 922, anno a cui risale il primo
                                                    testo antico in cui sono menzionati, ma le
                                                    loro origini sono ancora misteriose e incerte.
                                                    Nonostante vi siano strutture simili in molte
                                                    altre zone dell’Asia, come, per esempio, in
                                                    India (i torana dell’architettura buddista e
                                                    induista), in Cina (p’ai-lou), in Corea (hong-sal
                                                    mun), in Thailandia, in Nepal e altrove, la
                                                    ragione e le circostanze per cui questi
                                                    portali siano stati importati anche in
                                                    Giappone non sono conosciute. Anche
                                                    sull’origine del nome, non c’è chiarezza: molti
                                                    collegano il nome torii al vocabolo giapponese
“Tori” (uccello) e quindi, in origine come si può notare dai miti di Amaterasu, il torii sarebbe
stato un enorme trespolo per gli uccelli che, secondo lo Scintoismo, sono messaggeri degli
dei. Altra ipotesi lo fa derivare dal termine nipponico “tori-iru” (entrare).
Come abbiamo detto, i torii si trovano all’entrata dei luoghi sacri e non sempre in numero di
uno, ma in gruppi di tre o anche più.
Nel grande Tempio dedicato al Dio della Fertilità, o del riso, a Fushimi, ci sono, addirittura
migliaia di torii che, messi
uno dietro l’altro, formano
un tunnel che il pellegrino
deve attraversare per
purificarsi prima di
raggiungere la parte più
sacra del tempio.
Altro torii famoso, e usato
spesso per attirare turisti
in Giappone, è la porta che
è posta davanti al tempio
scintoista di Itsukushima
posto sull’isola di Miyajima.
La porta sacra, notevole
anche dal punto di vista visivo, è posto in modo tale da essere circondato dal mare e quando
si verifica l’alta marea sembra sospeso sull’acqua. Queste particolari strutture, non si
trovano solo davanti ai templi, ma indicano anche l’accesso alle tombe imperiali, come quella
davanti alla tomba dell’Imperatore Showa (Hirohito). Infine non possiamo non citare il
grande torii presente sulla strada che porta al santuario dedicato all’Imperatore Meiji, a
Tokyo.
                                                                               Andrea Verdiani
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                            Il Fumetto del Sol Levante

Manga è un termine giapponese che indica i fumetti di piccolo formato caratterizzati da
                          forti contrasti passionali tra i personaggi.
                              In Giappone il termine indica tutti i fumetti, indipendentemente
                              dal target, dalle tematiche e dalla nazionalità di origine.
                              Il fumetto giapponese include opere in una grande varietà di
                              generi, come avventura, romantico, storico, commedia,
                              fantascienza, fantasy, giallo, horror ed erotico.
                              A partire dagli anni cinquanta il manga è diventato uno dei
                              settori principali nell'industria editoriale giapponese, con un
                              mercato di 406 miliardi di yen nel 2007 e 420 miliardi nel 2009.
                              Benché nata in Giappone, questa forma di intrattenimento è
                              stata esportata e tradotta in tutto il Mondo, con una platea
                              internazionale molto nutrita.
                              In Europa e in Medio Oriente il volume di mercato si attesta sui
250 milioni di dollari, mentre in Nord America nel 2008 era stimato sui 175 milioni. Sono
principalmente stampati in bianco e nero, ma non mancano pubblicazioni totalmente a colori
meno frequenti di quelle in bianco e nero per via dei costi realizzativi più alti che richiede la
colorazione. In Giappone sono tipicamente serializzate su riviste dedicate, contenenti più
storie, ognuna delle quali viene presentata con un singolo capitolo per poi essere ripresa nel
numero successivo. Se una serie ha successo, i capitoli possono essere raccolti e ristampati
in volumi detti tankōbon e la serie può ricevere un adattamento animato dopo o anche
durante la sua pubblicazione. Gli autori di manga, mangaka, lavorano tradizionalmente con
assistenti nei loro studi e sono associati con un editore per la pubblicazione delle loro opere.
Il termine manga, letteralmente "immagini derisorie" fu inizialmente usato alla fine del
XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro di illustrazioni Shiji no yukikai di Santō
Kyōden, e il Manga hyakujo di Aikawa Minwa, entrambi del 1798; in seguito fu usato da
Hokusai, famoso artista giapponese, in Hokusai manga,
del 1814 ma il termine non entrò nell'uso comune fino al
XX secolo. Rakuten Kitazawa fu il primo disegnatore a
utilizzare la parola manga. Altri termini utilizzati in
Giappone per indicare i fumetti sono stati toba-e, da
Toba Sōjō, artista dell'XI secolo, e punch-e,dalle
popolari maschere inglesi Punch e Judy e dalla rivista
Punch.
I manga, con le loro figure dai tratti spesso infantili
(come gli occhi grandi) possono far pensare a un
prodotto destinato a bambini e ragazzi. L'origine di
questa caratteristica è un prestito culturale che si fa risalire al 1946 quando Osamu
Tezuka, famoso autore di fumetti, incominciò a pubblicare le
Pag.15

sue opere, prime fra tutte Mā-chan no nikkichō; grande ammiratore di Walt Disney, ammise
                                                         di essersi ispirato per realizzare
                                                         Kimba, il leone bianco (ジャングル
                                                         大帝, Jungle Taitei) allo stile del
                                                         lungometraggio Bambi realizzato
                                                         da Disney nel 1942 (curiosamente
                                                         in seguito la Disney, per via di
                                                         alcune polemiche sulla somiglianza
                                                         tra Il re leone e Kimba, il leone
                                                         bianco, ha ammesso di essersi
                                                         ispirata a sua volta all'opera di
                                                         Tezuka).
Tuttavia, ormai è difficile considerare quanto
sopra come un tratto tipico dei manga poiché col
tempo altri e numerosi autori hanno presentato
stili di disegno molto differenti - come ad esempio
Angel Heart oppure Berserk e quello dei tratti
infantili non è più una caratteristica dirimente dei
manga.
 La differenza più evidente tra il fumetto
giapponese, il manga, e quello occidentale, risiede
nelle modalità di narrazione, impaginazione e le
modalità di pubblicazione.
A differenziare il manga è innanzitutto
l'importanza che viene data all'atmosfera, alle
emozioni e all'introspezione dei personaggi.
Un'ultima curiosità:il manga si legge al
contrario,vale a dire dall'ultima pagina con la
rilegatura a destra e le vignette,analogamente si
leggono da destra verso sinistra e rigorosamente
dall'alto verso il basso.
Fino agli anni Quaranta del Novecento prevaleva la
disposizione verticale,poi in seguito si è scelta
quella orizzontale;tuttavia può accadere che le due disposizioni si sovrappongano, rendendo
così il percorso di lettura più difficile soprattutto per un lettore occidentale abituato ad una
lettura alfabetica.

                                                                 Lorenzo De Lucia
Pag.16

                        Il Giappone tra terremoti e tsunami

In Giappone i terremoti e l'attività sismica hanno una lunga storia, essendo un'area ad alto
rischio sismico a causa della sua posizione geografica situata in prossimità dei confini delle
maggiori placche tettoniche. Le prime notizie di questi fenomeni risalgono addirittura al 599
d. C.
Le isole del Giappone si trovano in una zona vulcanica all'interno della cintura di fuoco del
                                        Pacifico. I movimenti oceanici hanno spinto l'arcipelago
                                        verso est, formando il Mar del Giappone circa 15 milioni
                                        di anni fa. Oggi l'arcipelago giapponese è considerato un
                                        arco insulare maturo ed è il risultato di diverse
                                        generazioni di subduzione delle placche. Frequenti
                                        scosse di terremoto di bassa intensità e occasionali
                                        attività vulcaniche si verificano periodicamente in tutte
                                        le isole. Terremoti distruttivi, spesso con conseguenti
                                        tsunami, si verificano più volte ogni secolo.
Il Giappone si trova in prossimità del confine tra 4 placche, dove si incontrano 3 zone di
subduzione; due di queste hanno un andamento all’incirca parallelo alla costa giapponese
orientale: a sud la placca filippina sub-duce sotto quella euroasiatica, a nord la placca pacifica
scorre sotto quella nordamericana. A causa del loro assetto geodinamico le zone di
subduzione delle placche sono caratterizzate da eventi sismici frequenti e di energia molto
elevata: le coste dell’Oceano Pacifico sono infatti dette "anello di fuoco" a causa dell’intensa
attività vulcanica e sismica che vi si genera.
Il fondo del Pacifico continua a formarsi lungo le dorsali oceaniche da centinaia di milioni di
anni; man mano che si forma si sposta allontanandosi da esse in direzione delle fosse, per
venire poi consumato nel processo di subduzione: nelle zone dove una placca scorre sull’altra i
forti attriti provocano periodicamente la formazione di grandi fratture (faglie) nelle rocce
coinvolte nella subduzione che generano terremoti molto forti e le condizioni di temperatura
e pressione provocano la fusione parziale delle stesse e la conseguente risalita di grandi
quantità di magma che alimentano i vulcani in superficie.
                           IL MAREMOTO DELL’11 MARZO 2011
Questo evento catastrofico,che ha provocato danni
ingentissimi alle centrali nucleari di (Fukushima II) e, in
particolare, Fukushima Dai-ichi (Fukushima I), Fukushima
Dai-ni è rimasto tristemente famoso soprattutto per le
temute conseguenze di una contaminazione dell'ambiente e
della popolazione. Adesso analizzerò il fenomeno.
La lunghezza della zona di frattura ammontava a 300-400
km, con un movimento relativo prodotto tra i due blocchi a
contatto di 10-20 metri . La frattura si era propagata verso l’alto, fino al fondale marino,
producendo il suo improvviso movimento verso l’alto che era stato trasmesso alla colonna
d’acqua sovrastante generando un forte maremoto.
Pag.17

Quando il movimento generato da un terremoto arriva ad interessare il fondale marino la
perturbazione provocata dal suo spostamento si trasmette ad un imponente volume d’acqua:
essa, essendo incomprimibile, trasmette con molta efficacia l’energia ricevuta sotto forma
di onde dotate di lunghezza e velocità molto elevate (i maremoti, oltre che da terremoti sul
fondale marino, possono essere provocati da frane, eruzioni vulcaniche e, per fortuna molto
raramente, dalla caduta di meteoriti).

Lo spostamento d'acqua crea onde superficiali molto lunghe, tipicamente di qualche centinaio
di chilometri e quindi di lungo periodo, qualche decina di minuti in condizioni di mare aperto.
Per fare un confronto basti pensare che le normali onde marine (generate dal vento) hanno
lunghezze d'onda di pochi metri e un periodo di solo qualche secondo mentre le onde di
tempesta hanno lunghezze al massimo di 150 metri e un periodo di una decina di secondi: la
lunghezza, l'estensione e il periodo delle onde di un maremoto sono quindi di gran lunga
superiori a quelle delle comuni onde marine. Inoltre, in queste ultime solo il volume d'acqua
degli strati superficiali dell'oceano è direttamente mosso dal vento, mentre nel maremoto il
fenomeno dell'onda coinvolge l'intera colonna d'acqua, dal fondale alla superficie. Le velocità
di propagazione delle onde di maremoto al largo è, in genere, di centinaia di chilometri orari,
raggiungendo anche valori di 500-1000km/h, con lunghezze d'onda di centinaia di chilometri
ed altezze di alcuni centimetri, poco osservabili se non con particolari e apposite
strumentazioni. Avvicinandosi alla costa la diminuzione di profondità comporta l’aumento
dell’altezza delle onde che acquistano anche capacità di erosione e di trasporto sul fondo a
causa dell’attrito con esso: in questo modo possono entrare anche per diversi chilometri sulla
terraferma pianeggiante con effetti altamente distruttivi, sia nella fase montante che in
quella di risacca. Infatti "tsunami" è una parola giapponese che significa "onda (nami) nel
porto (tsu)", in quanto anticamente si osservava che alcune onde diventavano devastanti
avvicinandosi alla costa.
In estrema sintesi i danni devastanti causati in Giappone dal maremoto possono esser
imputati agli elevati valori di altezza e ampiezza dell’onda di tsunami, che hanno permesso
alle acque di superare le barriere anti maremoto ,presenti su circa il 40% delle coste
giapponesi, e di penetrare con forte energia per diversi chilometri nell’entroterra.
I metodi di difesa e di allarme non erano stati quindi calibrati a sopportare un evento di tale
intensità; l’energia trasmessa alla colonna d’acqua dal terremoto è stata molto elevata anche
a causa della bassa profondità dell’ipocentro (24 km, in confronto al piano di subduzione che
può arrivare anche a 600-700 km di profondità).
                                                                      Nicolò Guadagno
Pag.18

                     La sorprendente tecnologia giapponese

Scienza e tecnologia in Giappone sono per lo più concentrate e sviluppate nell'elettronica di
consumo, nella robotica e nell'industria automobilistica.
Il Giappone è celebre per la sua industria elettronica in tutto il Mondo, e i suoi prodotti
elettronici rappresentano una grande quota del mercato mondiale, in confronto alla
maggior parte degli altri Paesi. Infatti è una delle nazioni dominanti nel campo della
ricerca scientifica e medica ed anche della tecnologia, dei macchinari. Per la ricerca e lo
sviluppo, pari a 130 miliardi di dollari e oltre 677.731 ricercatori, detiene il terzo posto
assoluto nel panorama mondiale. D'altra parte questa moderna nazione vanta la maggior
parte dei premi Nobel per la Scienza in tutto il continente asiatico.

                                       La Robotica

Ci sono molte varianti della robotica giapponese. Alcuni tipi sono: Robot per
                                      l'intrattenimento, Androidi, Robot animali (a quattro
                                      zampe), Robot sociali, Robot di protezione e molti altri.
                                      Ci sono anche una varietà di caratteristiche per questi
                                      robot.
                                      Le caratteristiche dei robot sono progressiste, le loro
                                      capacità vengono ampliate man mano che la tecnologia
                                      progredisce.
                                      Quelle dei robot umanoidi giapponesi includono abilità
                                      come: battere le palpebre, sorridere o esprimere
                                      emozioni affini alla rabbia e alla sorpresa.
                                      Ci sono anche i robot destinati a giocare con i bambini
                                      che di solito hanno forma di animali e ne riproducono il
verso. I cani robot possono ,ad esempio, abbaiare, muovere la coda e in qualche modo
correre o giocare con il bambino.
Il Giappone impiega oltre un quarto di milione di lavoratori-robot industriali e nei prossimi 15
anni si stima che il numero salga a oltre un
milione con i ricavi per la robotica che
raggiungeranno i 70 miliardi di dollari entro il
2025.
Le possibili applicazioni commerciali dei
robot includono qualsiasi tipo di attività
possa essere svolta da questi androidi in
ambito domestico o industriale.
É curioso rilevare che esistono robot
sempre più sofisticati con funzioni
diverse,;ci sono perfino una “addetta alla reception” , una “guardia giurata” e persino un
“insegnante di scuola elementare”. I robot sono anche visti come una soluzione al declino del
tasso di natalità e alla contrazione della forza lavoro , un grande problema della società
giapponese.
Pag.19

Sebbene il numero di lavoratori che un robot possa sostituire varia secondo il tipo di
industria è pur vero che queste “macchine” possono fare il lavoro di diversi operai e quindi
possono essere una risposta alla carenza di forza- lavoro della nazione e inciderà
pesantemente sui futuri programmi pensionistici e di assistenza sanitaria.
Il Paese possiede grandi agglomerati societari internazionali come: Fuji e Sony. Sony,
Panasonic, Canon, Fujitsu, Hitachi, Sharp, NEC, Nintendo, Epson e Toshiba che
rappresentano alcune delle più note aziende di elettronica del Mondo.
Sebbene il numero di lavoratori che un robot possa sostituire varia secondo il tipo di
industria è pur vero che queste “macchine” possono fare il lavoro di diversi operai e quindi
possono essere una risposta alla carenza di forza- lavoro della nazione e inciderà
pesantemente sui futuri programmi pensionistici e di assistenza sanitaria.
Il Paese possiede grandi agglomerati societari internazionali come: Fuji e Sony. Sony,
Panasonic, Canon, Fujitsu, Hitachi, Sharp, NEC, Nintendo, Epson e Toshiba che
rappresentano alcune delle più note aziende di elettronica del Mondo.

                               L' Industria automobilistica
Dopo la tragica conclusione della seconda guerra mondiale, l'industria automobilistica
giapponese era una realtà davvero poco significativa e spesso controllata dai costruttori
americani;ma da allora le cose sono decisamente cambiate.
                                                        Lo sviluppo di questo settore
                                                        industriale ha avuto grande successo e
                                                        verso la metà degli anni Ottanta le
                                                        imprese nipponiche sono diventate le
                                                        “numero uno” nel Mondo e producono
                                                        più veicoli dei concorrenti statunitensi.
                                                        Attualmente, la produzione all'estero è
                                                        destinata a un ulteriore e rapido
                                                        aumento.Nella sola Gran Bretagna
                                                        infatti, sede privilegiata dell'industria
made in Japan, le famosissime case automobilistiche giapponesi producono ogni anno più di un
milione di vetture.Paradossalmente la vendita delle automobili giapponesi è maggiore
all'estero che in patria, dove è costoso e difficile possederne una.
A Tokyo, per esempio, per potersi permettere un'auto bisogna disporre di un parcheggio o di
un box.In Giappone inoltre l'auto non viene utilizzata per i lunghi spostamenti ed è
considerata al contrario una sorta di status-symbol.
Gli undici colossi nipponici del settore automobilistico non si limitano alla produzione in serie,
ma riempiono le loro auto di accessori, propongono modelli più sofisticati e ne inventano di
personalizzati lanciandosi nella produzione di vetture di lusso per far concorrenza alle
grandi produttrici di ammiraglie tedesche.
Toyota, Honda, Nissan, Mazda, Mitsubishi, Suzuki e Subaru sono aziende automobilistiche
tra le più note al Mondo.

                                                                        Nicolò Guadagno
Pag. 20

                                Il PI GRECO DAY

Sta per partire la seconda edizione del PI GRECO DAY. Anche quest'anno la nostra
                                                      scuola ha organizzato i
                                                      festeggiamenti per questa festa
                                                      particolare.
                                                      Sono in programma per il 14
                                                      marzo prossimo workshop in Aula
                                                      Magna,sfida on line quiz
                                                      MIUR,mostra PI GRECO e un
                                                      bellissimo Torneo di
                                                      Pallacanestro.
                                                      Mi sembra che tutto sia pronto
                                                      per una grande giornata e credo
                                                      proprio che nessuno degli
studenti mancherà l'occasione di divertirsi!
Adesso due parole sul PI GRECO DAY e la sua storia.
Il primo “Giorno del Л Pi greco” è stato celebrato ufficialmente nell' Exploratorium
di San Francisco nel 1988 per iniziativa del fisico americano Larry Shaw, in seguito
insignito del titolo di "Principe del Л pi greco".
Da quel momento, questa ricorrenza è stata celebrata
da milioni di studenti e patiti della Matematica. La data
scelta è quella del 14 marzo, perché 3.14 sono le cifre
di approssimazione al valore del Л Pi greco secondo la
grafia anglosassone.
Larry Shaw, il "Principe di Pi", inventò la festa del Pi
Day nel 1988 mentre si trovava all' Exploratorium.
Durante un ritiro di personale fuori sede nel 1988, iniziò
a parlare con un suo collaboratore,Ron Hipschman, dei
misteri delle costanti matematiche;infatti secondo lui la
cosa migliore del Pi Day è rendere la Matematica più
accessibile e divertente per coloro che potrebbero
avere dei problemi a scuola.
Shaw ebbe l'idea di collegare pi (3.14159 …) che inizia con 3.14, con la data 3/14,dato
che negli USA si usa mettere il mese prima del giorno nelle date.
Il Pi Day è stato riconosciuto come festa nazionale negli Usa nel 2009 ed è celebrato
anche a livello internazionale. Il 2015 è stato un anno speciale perché in cui è stato
definito "Pi Day of the Century".
                                                              LA REDAZIONE
Haiku di Kobayashi Issa

                        Ciliegi in fiore sul far della sera

                                anche quest’oggi

                                è diventato ieri.

                             Mondo di sofferenza:

                                 eppure i ciliegi

                                     sono in fiore.

                            Nel nostro mondo, anche

                            le farfalle sono stanche

                             sono stanche di vivere.

                                      Prendiamo

                               il sentiero paludoso

                            per arrivare alle nuvole.

                              Non piangete, insetti

                           gli amanti, persino le stelle

                                devono separarsi.

         La Voce del Leone
         Redazione
De Luca J.;De Lucia L.; Ferrara E
   Gaggelli E.; Giacomini F.
 Guadagno N.; Klyusyk C.;Leo V.
Leoncini M.; Mostacci C.; Nebiu G.
   Verdiani A.;Vezzaro P.

     Caporedattore
       Marco Nesi
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