Il Papa a Napoli - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano

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Il Papa a Napoli - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
L’Osservatore
il Settimanale
               Romano
Città del Vaticano, giovedì 27 giugno 2019
anno LXXII, numero 26 (4.000)

                                             Il Papa a Napoli
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il Settimanale                                                                          L’Osservatore Romano
                                                                                                 giovedì 27 giugno 2019

#intervista                                                                                                               2

«C
          rescere nell’amicizia. Una prospettiva sulle re-
          lazioni tra Cina e Santa Sede» è stato il tema
          della conferenza tenuta il 20 giugno presso
          l’Accademia Cinese di scienze sociali, a Pechi-
          no, da padre Antonio Spadaro, direttore de
          «La Civiltà Cattolica». Hanno fatto seguito le
          riflessioni sui contenuti da parte di Wang Mei-
          xiu, professore emerito dell’Istituto delle reli-
          gioni mondiali dell’Accademia; You Bin, pro-
          fessore presso l’Istituto sulla religione
          dell’Università di Minzu; e Zhuo Xinping,
          presidente della «Religious Society of China»
          e ricercatore presso l’Istituto delle religioni
          mondiali dell’Accademia. Ha moderato l’in-
          contro e il successivo dibattito con il pubblico
          Liu Guopeng, professore associato presso il
          medesimo Istituto. Il successivo 23 giugno il
          direttore della rivista dei gesuiti ha dato un’al-
          tra conferenza al “The Beijing Center” presso
          la “Beijing University of International Busi-
          ness and Economics” sulla cultura dell’incon-
          tro nell’era globale. Ricordiamo che egli è cu-
          ratore del volume La Chiesa in Cina. Un futuro
          da scrivere (Milano, Ancora, 2019) che ha la
                                                               conclusione di un processo, ma del suo reale
          prefazione del cardinale Pietro Parolin. «L’O s-
                                                               avvio che dovrà essere implementato in tempi
          servatore Romano» ha chiesto a padre Spada-
          ro quali sono le sue riflessioni circa i rapporti    rapidi. Adesso è il tempo di andare avanti.                Una prospettiva
          tra Cina e Santa Sede alla luce del suo inter-
          vento all’Accademia.                                 Papa Francesco ha più volte espresso sia la sua            sulle relazioni
                                                               ammirazione per la Cina sia il desiderio del supe-
          Il 22 settembre 2018 a Pechino è stato firmato       ramento degli ostacoli a un dialogo solido ed effi-        tra Cina
                                                               cace. Un ostacolo rimosso è stato il permesso di
          un accordo provvisorio tra la Repubblica popolare
                                                               sorvolo del territorio nazionale...
                                                                                                                          e Santa Sede
          cinese e la Santa Sede. Come va letta questa ini-
          ziativa?                                                Il 14 agosto 2014 il volo che portava Papa
             La speranza è che possa contribuire positi-       Francesco in Corea per il suo viaggio apostoli-
          vamente alla vita della Chiesa in Cina, al bene      co ha sorvolato la Cina: per la prima volta un
          del popolo cinese e alla pace nel mondo. Con         Pontefice è stato autorizzato a solcarne i cieli.
          il suo «Messaggio ai cattolici della Cina e alla     Nel telegramma inviato al presidente Xi Jin-
                                                               ping, Francesco ha scritto: «Entrando nello                 L’OSSERVATORE ROMANO
                                                               spazio aereo cinese, estendo i migliori auguri a
                                                               Sua Eccellenza e ai suoi cittadini, e invoco le

Crescere
                                                                                                                           Unicuique suum                Non praevalebunt
                                                               benedizioni divine di pace e benessere sulla                Edizione settimanale in lingua italiana
                                                               nazione». In una storica intervista di France-
                                                               sco Sisci per Asia Times pubblicata il 2 feb-                          Città del Vaticano
                                                                                                                                      ornet@ossrom.va
                                                               braio 2016, il Pontefice, ricordando quel mo-                       www.osservatoreromano.va

                                                               mento, ha affermato: «Quando ho sorvolato la

nell’amicizia
                                                                                                                                      ANDREA MONDA
                                                               Cina per la prima volta, mi hanno detto: “En-                                D irettore
                                                               tro dieci minuti entreremo nello spazio aereo                         GIANLUCA BICCINI
                                                               cinese e manderemo il Suo saluto”. Confesso                                Coordinatore

                                                               di essermi molto emozionato, una cosa che                      PIERO DI D OMENICANTONIO
                                                                                                                                        Progetto grafico
                                                               non mi accade spesso. Mi emozionava l’idea
                                                               di volare sopra tanta cultura e saggezza». Du-                              Redazione
                                                               rante il volo di rientro a Roma, Francesco ha               via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano
          Chiesa universale», il 26 settembre 2018, la vo-                                                                             fax +39 06 6988 3675
                                                               ricordato l’emozione al momento del sorvolo e
          ce più autorevole, lo stesso Papa, ha spiegato
          il significato dell’accordo firmato, assumendo-      il secondo telegramma inviato al Capo di Sta-                         Servizio fotografico

          ne la responsabilità di tutto. Il messaggio è        to cinese: «Desidero rinnovare a lei, Eccellen-              telefono 06 6988 4797
                                                                                                                               photo@ossrom.va
                                                                                                                                                     fax 06 6988 4998
                                                                                                                                                      www.photo.va

          chiaro e toglie ogni possibile dubbio sull’in-       za, e ai suoi cittadini l’assicurazione dei miei
          tenzione e sullo spirito che ha animato Papa         migliori voti, e invoco la divina benedizione                   TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE
                                                                                                                                  L’OSSERVATORE ROMANO
          Francesco nell’incoraggiare e guidare i suoi         sulla sua terra».
                                                                                                                                          Abbonamenti
          collaboratori lungo il cammino di delicate trat-                                                                  Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00).

          tative che hanno portato a questo primo im-          Quali sono stati gli altri suoi interventi più signi-                 telefono 06 6989 9480
                                                                                                                                        fax 06 6988 5164
          portante risultato. Non si tratta certo della        ficativi?                                                                 info@ossrom.va
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                                                                                                   giovedì 27 giugno 2019

#intervista                                                                                                                 3

             Posso proseguire citando il terzo sorvolo,              Trovare soluzioni pastorali realistiche che
          avvenuto durante il ritorno dal viaggio nelle           consentano ai cattolici di vivere la loro fede e
          Filippine, il 18 gennaio 2015. In questa occa-          di proseguire insieme l’opera di evangelizza-
          sione il Papa ha scritto al Presidente, tra l’al-       zione nello specifico contesto cinese. Il cardi-
          tro: «Le assicuro la mia preghiera per lei e per        nal Parolin nella sua intervista al quotidiano
          tutto il popolo della Cina, invocando sopra di          cinese «Global Times» ha avuto un approccio
          voi un’abbondante benedizione di armonia e              molto chiaro: «La Cina e la Santa Sede non
          prosperità». Durante la conferenza stampa in            stanno discutendo sulla teoria dei rispettivi si-
          volo, pochi minuti dopo, Francesco, rispon-             stemi, né vogliono riaprire questioni che ap-
          dendo a una domanda, ha affermato tra l’al-             partengono ormai alla storia. Stiamo invece
          tro: «Se io ho voglia di andare in Cina? Ma             cercando soluzioni pratiche per la vita di per-
          sicuro: domani! Eh, sì. Noi rispettiamo il po-          sone concrete, che desiderano praticare serena-
          polo cinese; soltanto, la Chiesa chiede libertà         mente la loro fede ed offrire un contributo po-
          per la sua missione, per il suo lavoro; nes-            sitivo al proprio Paese». L’accordo dunque è
          sun’altra condizione».                                  di carattere radicalmente ed essenzialmente pa-
                                                                  storale. L’obiettivo è di far sì che la Chiesa
          Il desiderio di un ponte con la Cina, oltre quello      possa meglio predicare il Vangelo senza per-
          «aereo» fortemente simbolico, è stato esplicitato       dersi troppo in conflittualità interne. Per me la
                                                                  parola chiave è fiducia. E sono consapevole
          dal Papa varie volte...
                                                                  che ci vorrà tempo.
             Francesco aveva espresso sia il desiderio di
          andare in Cina sia il desiderio di ripristinare
                                                                  Come operare per costruire un autentico clima di
          rapporti di amicizia. «La Cina — disse rien-
                                                                  fiducia?
          trando dagli Stati Uniti il 27 settembre 2015 —
          è una grande nazione, che apporta al mondo                 La fiducia è una «via» più che una «meta»:
          una grande cultura e tante cose buone. Io ho            una via consapevole che l’unità prevale sul
          detto una volta sull’aereo, tornando dalla Co-          conflitto. I processi di cambiamento non devo-
          rea, che mi piacerebbe tanto andare in Cina.            no bloccarsi in conflitti distruttivi e insupera-
          Io amo il popolo cinese; gli voglio bene. Mi            bili. La fiducia è anche quel giusto mezzo che,
          auguro che ci siano le possibilità di avere buo-        come nel guidare una bicicletta, fa stare in pie-
          ni rapporti, buoni rapporti. Abbiamo contatti,          di e permette, trovando la giusta velocità, di
          ne parliamo… Andare avanti. Per me avere un             andare avanti e di non fermarsi. Nel corso di
          Paese amico come la Cina, che ha tanta cultu-           una recente intervista al «Global Times» il
                                                                  cardinale Pietro Parolin ha detto che ci sono
          ra e tanta possibilità di fare bene, sarebbe una
                                                                  elementi che mostrano un aumento di fiducia
          gioia». Un elemento importante del viaggio in
                                                                  tra le due parti: «Dobbiamo camminare insie-
          Myanmar e Bangladesh del dicembre 2017 è
                                                                  me, perché solo così potremo rimarginare le
          stato proprio il fatto che il Papa sia stato il
                                                                  ferite e le incomprensioni del passato, per mo-
          primo a considerare in maniera esplicita il
                                                                  strare al mondo che anche partendo da posi-
          nuovo ruolo che la Cina vuole svolgere — e sta
                                                                  zioni lontane si possono raggiungere intese
          già svolgendo — nel contesto internazionale.            fruttuose».
          Un dato di fatto che Francesco stesso ha rias-
          sunto, nella conferenza stampa al rientro a Ro-
          ma da Dacca, con queste precise parole: «È              Passando all’attualità, quali sono le principali
          vero che la Cina oggi è una potenza mondiale:           sfide che oggi possono essere individuate?
          se la vediamo da questo lato, può cambiare il              La prima è quella spirituale. La Cina sta
          panorama». Sappiamo bene, del resto, che                cambiando rapidamente e affronta sfide diver-
          non sarebbe possibile pensare alla pace nel             se rispetto al passato. Sappiamo che negli ulti-
          mondo senza considerare il ruolo giocato dalla          mi dieci anni ha conosciuto un’economia in
          Cina.                                                   rapida espansione, che ha attirato l’attenzione
                                                                  della comunità internazionale. In questo cam-
                                                                  biamento economico, la società e il popolo ci-
          All’interno del percorso che ha portato la Cina e
                                                                  nese sono alla ricerca di un senso da dare
          la Santa Sede a incontrarsi per un accordo, alcu-
                                                                  all’esistenza attraverso diverse tradizioni e di-
          ni si sono chiesti se è accettabile cedere l’autorità
                                                                  scipline. La «via cristiana» di questa ricerca è
          per ordinare i vescovi al governo cinese.
                                                                  un tema di attualità nel dibattito sociale, poli-
             Questa domanda non è posta in maniera                tico ed educativo nel Paese. Lo sviluppo e il
          corretta. La Chiesa non cede l’autorità di ordi-        progresso economico infatti non hanno elimi-
          nare i vescovi. La storia della Chiesa è semmai         nato i bisogni spirituali: la fede e la spiritualità
          da considerare anche come la storia della ricer-        contribuiscono in modo significativo alla com-
          ca di accordi con le autorità politiche sulla no-       prensione dell’essere umano, dei suoi valori e
          mina dei vescovi. Persino negli accordi attuali         delle sue aspirazioni. È necessario interrogarsi
          con alcuni Paesi democratici occidentali ci so-         su quali forme di evangelizzazione e di servi-
          no ancora delle regole sul potere di veto del           zio la Chiesa cattolica cinese deve intraprende-
          governo sulla nomina dei vescovi o il diritto di        re per farsi prossima a questa gente che è in
          consultazione o anche di presentazione. Ma              una costante ricerca di senso. Ed è importante
          bisogna ricordare che i dialoghi istituzionali          chiedersi se la Chiesa è pronta ad affrontare
          tra Cina e Santa Sede vanno avanti sin dal              questa sfida.
          1986, cioè da oltre 30 anni: sarebbe un abba-
          glio, dunque immaginare che questi avanza-              Vede altre sfide importanti?
          menti siano legati agli ultimi tempi. Sono
                                                                     Ce ne sono tante, in realtà. Certamente esi-
          semmai una tappa importante in un cammino
                                                                  ste una sfida «politica». La Chiesa cattolica ci-
          fatto di passi molto ponderati da entrambe le           nese, cioè, è chiamata a ridefinire il suo ruolo
          parti. Essi si concretizzano nel riconoscimento         e le sue relazioni con il Partito comunista e
          della piena comunione ai vescovi cinesi ordi-           con la sua ideologia. Questo non significa che
          nati senza mandato pontificio e in un accordo           la Chiesa debba essere sempre d’accordo con
          sul modo di nominare i futuri pastori. France-          la politica e con i valori del Partito, ma piutto-
          sco ha creato una nuova diocesi in territorio           sto che essa deve trovare soluzioni per conti-
          cinese. Certo, non è escluso che ci siano nel           nuare la sua missione e il suo ministero in Ci-
          futuro incomprensioni o problemi da affronta-           na. Soprattutto dopo la firma dell’Accordo
          re. E tuttavia le difficoltà non sono più tali da       Provvisorio, la vita della Chiesa in Cina non
          impedire ai cattolici cinesi di vivere in comu-         può essere vista e intesa come separata dal
          nione tra loro e con il Papa.                           Successore di Pietro, cosa che nessun vescovo

          Qual è l’obiettivo?                                                                       CONTINUA A PAGINA 4
il Settimanale                                                                           L’Osservatore Romano
                                                                                                  giovedì 27 giugno 2019

#intervista                                                                                                                4

          CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 3                              Per riflettere su questo tema può essere utile
                                                                 una considerazione fatta dall’allora cardinale
          o credente cinese desidera. Dobbiamo ricono-           Joseph Ratzinger nella prefazione alla tradu-
          scere che non abbiamo la stessa comprensione           zione cinese del suo libro-intervista Il sale della
          della Chiesa come entità che gode di legittima         terra. Mi fa piacere citarla: «La vera questione
          autonomia politica e amministrativa. E questa          è: può la fede cristiana costituire una risposta
          differenza di comprensione è ciò che dovrem-           duratura, vissuta non soltanto da una mino-
          mo affrontare. È importante superare l’opposi-         ranza in Cina, ma diventare una forza che pla-
          zione di un «o questo o quello» a favore di            smi tutta la Cina? Apparirà un giorno un cri-
          una visione inclusiva: pienamente cinese e pie-        stianesimo asiatico o cinese, così come apparve
          namente cattolica. Ma certamente siamo chia-           un cristianesimo greco e latino, sorto dal suo
          mati a vivere una nuova fase perché il Vangelo         transito dal giudaismo al paganesimo? O come
          sia predicato più efficacemente in Cina.               apparve, nell’epoca tardo antica, un cristianesi-
          Che cosa intende per nuova fase?                       mo germanico, slavo ed europeo?». In questo
                                                                 ambito prende senso la riflessione teologica.
             I cattolici cinesi sanno bene quanto le divi-
                                                                 Nel contesto del confucianesimo e del taoismo
          sioni e le difficoltà nel rapporto con le autorità
                                                                 tradizionali, la teologia cerca di collegare stret-
          civili abbiano rappresentato un peso, renden-          tamente tra loro la grande tradizione del pen-
          do il cammino della Chiesa cattolica in Cina           siero e della sensibilità cinese con il cristianesi-
          ancora oggi arduo. Sono tante le ferite oggi           mo. Anche il cristianesimo va pensato in ter-
          ancora aperte. Non bisogna però permettere             mini cinesi e alla luce della grande filosofia e
          che le ferite condizionino la vita e impedisca-        saggezza cinese.
          no la missione. In Cina c’è una Chiesa viva.
          Le tensioni e le incomprensioni vanno affron-
          tate e con pazienza superate. Non sono le bu-          Oggi si parla molto della «nuova via della seta».
          che lungo una strada che devono fermare il             Può essere una opportunità?
          percorso. Ci sono e ci saranno, ma bisogna                Dobbiamo ricordare che lunga la Via della
          andare avanti per rendere possibile la riconci-        Seta si è svolto un incontro straordinario di di-
          liazione ecclesiale, fondamentale per lo svilup-       verse tradizioni religiose: Cristiani, musulmani,
          po della Chiesa cattolica in Cina.                     zoroastriani e buddisti. Proprio in questo am-
                                                                 biente pluralistico il cristianesimo è stato di-
          Si è parlato della richiesta del governo di una        sposto a entrare in un dialogo fecondo con
          «sinizzazione» del cristianesimo. Che cosa ne pen-     tradizioni culturali e religiose molto diverse da
          sa?                                                    quelle ebraiche e greco-ellenistiche con cui si
                                                                 confrontava all’inizio. Il cristianesimo nell’era
             Poiché la Cina ha caratteristiche proprie, la       Tang lungo la Via della Seta rimase fedele al
          Chiesa cattolica cinese è chiamata a essere pie-
          namente cattolica e pienamente cinese, in mo-
          do da inculturare i suoi insegnamenti e i valori
          del Vangelo. Assumere caratteristiche cinesi si-
          gnifica andare a fondo nel processo di incultu-
          razione. La Chiesa può dialogare con le cultu-
          re e le tradizioni cinesi, con la sua ricca storia
          nell’arte, nella musica, nella letteratura e nella
          poesia. Il presidente Xi Jinping, in un discor-
          so all’Unesco del 2014, aveva lodato il ruolo
          delle religioni nella vita del Paese. Aveva det-
          to: «Nel corso degli ultimi 2000 anni le reli-
          gioni come il Buddismo, l’Islam e il Cristiane-
          simo sono state introdotte in Cina, nutrendo
          la musica, la pittura e la letteratura del Paese».
          Una sfida particolare deriva dal fatto che negli
          ultimi anni la leadership cinese ha ripetuta-
          mente richiesto alle religioni presenti nel terri-
          torio cinese di «sinizzarsi» (zhongguohua).
          Questo tema appare negli interventi del presi-
          dente Xi Jinping a partire dal 2015, ma la sua
          frequenza si è intensificata poco prima e dopo
          il XIX Congresso del Partito comunista nell’ot-
          tobre 2017. Se è chiaro che nessuna religione
          può diventare un mero strumento dell’appara-           Vangelo, assumendo pienamente il vocabolario
          to politico, è anche vero che il contenuto del         buddista e taoista, diventando — senza timore
          compito che il governo chiede di attuare alle          ed esitazione — pienamente cinese: molti secoli
          organizzazioni religiose e ai credenti è lontano       prima di Matteo Ricci. Infatti la presenza dei
          dall’essere chiaramente definito. In un conte-         cristiani in Cina risale a molto prima di quan-
          sto che cambia c’è forse spazio per il confron-        to si pensi: la Chiesa d’Oriente guidata da
          to e l’immaginazione.                                  monaci siriaci era presente già nel VII secolo.
                                                                 Essi hanno dovuto collaborare con i monaci
          Si possono fare riferimenti a situazioni vissute nel   buddisti e taoisti per fornire traduzioni ed
          passato?                                               espressioni adeguate del loro credo. Il dialogo
             Ricordiamo che per il cristianesimo è stato         è andato in entrambe le direzioni. Certamente
          fondamentale abbracciare la propria missione           i testi cristiani dell’epoca sono stati influenzati
          universale, al di là della originaria esperienza e     dal vocabolario taoista e buddista ma, recipro-
          cultura giudaica, e immergersi profondamente           camente, i missionari cristiani hanno probabil-
          nella cultura greca. Questo ha avuto un forte          mente influenzato gli scritti di alcuni maestri
          impatto sullo sviluppo della vita e della mis-         taoisti.
          sione della Chiesa, arrivando poi a trasformare
          il mondo dell’impero romano. Greca non era             È un futuro, quindi, tutto da scrivere?
          solo la cultura dell’impero romano: Aristotele           Papa Francesco ama dire che «il tempo è
          e Platone informavano tutta la cultura che ar-         superiore allo spazio». Cioè, è importante
          rivava da Roma fino alle pendici dell’allora in-       mettere in pratica processi di dialogo e di in-
          valicabile Himalaya.                                   contro, realisticamente e pazientemente, sem-
                                                                 pre animati dalla fiducia e dalla speranza di
          Il cristianesimo è pensato in categorie greche. Che    poter andare oltre. Si tratta di scrivere una pa-
          cosa potrà significare pensarlo in categorie cinesi?   gina della storia.
il Settimanale                                                                                  L’Osservatore Romano
                                                                                                                       giovedì 27 giugno 2019

                        #scaffale                                                                                                               5
                        di DARIO
                        FERTILIO

                                     Un’illustrazione di «Non stancarti di andare»
                                                 (Teresa Radice e Stefano Turconi )

     N
                        on si può commettere l’errore di chiamarle con
                        sufficienza giornalini a fumetti, né trascurare
                        le sezioni che ormai tutte le maggiori librerie e
                        gli inserti culturali dedicano alle graphic novel.
                           La qualità di ciò che propongono soggettisti
                        e disegnatori sollecita una corda sensibile di
                        molti adulti, già divoratori d’avventure iperbo-
                        liche e infantili, ora disponibili a un approccio
                        maturo, eclettico e aperto a disparate forme di
                        intrattenimento. Sia che si voglia classificare la
                        graphic novel tra gli esempi di letteratura per
                        immagini — e il graphic journalism come va-
                        riante ispirata ai reportage d’inchiesta — sia
                        che la si consideri parente della cultura visuale
                        e tridimensionale di ultima generazione, la sua
                        posizione di rilievo oggi è indiscutibile.
                           Se l’informazione è sempre più orizzontale,
                        eterogenea, attratta dal collage e non dalle im-              sazioni che di fatti descritti con pretese di og-
                        postazioni gerarchiche e selettive, anche per-                gettività. Così nella vicenda tragica di Norma
                        ché sollecitata da strumenti virtuali, la graphic             Cossetto, vittima degli infoibamenti nell’Istria
                        novel rappresenta un approdo in fondo tradi-                  del 1943 (Foiba rossa di Emanuele Merlino e
                        zionale e rassicurante; il libro si può maneg-                Beniamino Delvecchio), e ancor più in quella
                        giare, le tavole disegnate offrono sorprese e                 del martire cecoslovacco Jan Palach ricostruita
                        consentono pause di riflessione; e il fumetto in              da Petr Vyoral (pubblicata come la precedente
                        sé, col suo sapore d’infanzia, invita a riscoprire            da Ferrogallico) risaltano al massimo le poten-
                        sensazioni sedimentate nel profondo. Ci si im-                zialità del mezzo. L’obiettivo ambizioso di sto-
                        merge con Teresa Radice e Stefano Turconi in                  rie come queste è coinvolgere tutti i sensi del
                        una Siria diversa da quella raccontata dai me-                lettore: la vista conquistata dal tratto, dai salti
                        dia, dove l'accettazione del diverso è possibile,             temporali, dalle linee che indicano movimento,
                        e padre Dall’Oglio, rapito sei anni fa a Raqqa,               dalla tessitura dei quadri e dai differenti carat-
                        diventa un personaggio di ri-
                        ferimento in Non stancarti di
                        andare (Bao Publishing). Si
        L’obiettivo
         ambizioso
   di queste storie
                        seguono le tracce di giornali-
                        sti noti come Toni Capuozzo
                        nell’Iraq tormentato dal ter-
                        rorismo (La culla del terrore),
                        o Fausto Biloslavo nel dopo
                                                                  Il successo
                                                                  delle «graphic novel»
                        Gheddafi (Libia Kaputt, pub-
è coinvolgere tutti     blicato come il precedente da
 i sensi del lettore    Signs Books). Si ricostruisce
                        con Roberto Battistini la cro-
                        naca criminale degli anni ’70,
                        cui si intreccia una storia vera
                        di redenzione individuale (A
                        caro sangue, 001 Edizioni). In Salvezza (Feltri-              teri; l’udito, attraverso lo sforzo di far vedere i
                        nelli) Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso stabili-                suoni, ma anche i rumori interiori che il lettore
                        scono un contatto diretto con i disperati dei                 ricostruisce nella mente; l’olfatto e il gusto,
                        barconi aggrappati alle navi di salvataggio nel               suggeriti attraverso le linee tratteggiate
                        Mediterraneo, mescolando il grigio dello scon-                nell’aria; il tatto sollecitato dall’identificazione,
                        forto e l’arancione dei salvagente e della spe-               mentre si girano le pagine, con gli ambienti in
                        ranza. Ma forse la graphic novel ottiene il mag-              cui si svolgono le storie. Il che forse significa
                        giore effetto là dove riesce a liberarsi del tutto            tornare al passato, quando si desiderava un li-
                        dagli schemi narrativi tradizionali per abban-                bro con spirito romantico, sperando di vedervi
                        donarsi a un ritmo sincopato, fatto più di sen-               prender forma sogni e desideri.
il Settimanale                                                                       L’Osservatore Romano
                                                                                             giovedì 27 giugno 2019

#congressoeucaristico                                                                                                 6

 N
         on solo i cristiani, anche il mondo intero ha          Non soltanto i cristiani non possono vivere
         tanto bisogno di quell’immenso dono che è           senza l’Eucaristia. Allo stesso tempo, l’Eucari-
         l’Eucaristia. Lo ha ricordato il cardinale segre-   stia è una «risorsa immensa offerta all’esisten-
         tario di Stato, Pietro Parolin, presiedendo mer-    za del mondo». Perché «il mondo stesso di-
         coledì 19 giugno, nella parrocchia di San Gae-      venta migliore se ci sono alcuni che conoscono
         tano Catanoso a Gioia Tauro, la messa conclu-       e vivono l’Eucaristia». E, infatti, «che cosa
         siva del secondo Congresso eucaristico della        viene immesso nelle strutture del mondo, at-
         diocesi di Oppido Mamertina - Palmi che ha          traverso l’Eucaristia, se non una forza di amo-
         avuto per tema «Fratello, per celebrare degna-      re, di perdono e di riconciliazione? E non so-
         mente i santi misteri, va’ prima a riconciliarti,   no proprio l’amore, il perdono e la riconcilia-
         poi torna».                                         zione quelle forze che tengono in piedi il
            Rivolgendosi al vescovo Francesco Milito e       mondo?». Anche se c’è chi pensa che il mon-
         ai tanti presenti ai quali ha portato il «saluto    do sia sostenuto da tanti egoismi, in realtà, ha
         affettuoso» del Santo Padre del quale ha assi-      sottolineato il cardinale, «il mondo sta in piedi
         curato la «vicinanza spirituale a voi e alla vo-    perché ci sono persone che amano davvero,
         stra terra», il porporato ha anche sottolineato     che portano non solo il peso della propria vi-
         come il Pontefice sia ben consapevole di            ta, ma anche il peso della vita degli altri, che
         «quante preoccupazioni, interrogativi e proble-     rinunciano ai propri successi e onori per la-
         mi ci siano nell’animo dei suoi abitanti, ma sa     sciare spazio all’affermazione degli altri e al lo-
         pure quanto profonde siano la fiducia e la for-     ro bene. Se togliamo tutto questo, il mondo
         za d’animo che vi caratterizza».                    diventa un inferno; e quando il mondo diven-
            In questa prospettiva, il cardinale Parolin ha   ta un inferno, scompare il desiderio stesso di
         messo in risalto l’importanza di eventi incen-      vivere e il desiderio di dare vita ad altri». Ecco
         trati «sul mistero dell’Eucaristia e sul suo        dunque perché anche il mondo ha estrema-
         stretto rapporto con la vita». Infatti, ha ag-      mente bisogno dell’Eucaristia. «Non perché —
                                                                          ha osservato Parolin — essa eviden-
                                                                          temente sia l’esclusiva sorgente di
                                                                          amore nel mondo; certamente Dio
                                                                                                                      Il cardinale Parolin
Sorgente immensa                                                          ha messo la capacità e il desiderio
                                                                          di amare in ogni cuore, e l’espe-
                                                                          rienza stessa di nascere, di essere
                                                                          accolto da qualcuno diventa un im-
                                                                          pulso forte che ci spinge ad amare.
                                                                                                                      alla diocesi
                                                                                                                      di Oppido

di amore concreto                                                                                                     Mamertina - Palmi
                                                                          Ma è importante ribadire che di
                                                                          fatto l’Eucaristia è una sorgente
                                                                          immensa di amore concreto». Con
                                                                          l’Eucaristia si innesca un «circolo
                                                                          di amore» che «ci rende ben con-
                                                                          sapevoli dei problemi, delle diffi-
                                                                          coltà economiche e sociali, che og-
         giunto, «non possiamo rimanere indifferenti di      gi voi vi trovate a vivere in questa particolare
         fronte a questo straordinario Sacramento, nel       zona della Calabria, che a volte si manifestano
         quale Gesù ha posto la sua stessa vita come         nel modo più grave e talvolta più drammatico,
         dono per noi. Come non accogliere un tale           anche attraverso il fenomeno delle attività cri-
         dono? Come non rispondere con tutto il desi-        minose e mafiose e le preoccupanti forme di
         derio del nostro cuore? Quando ci accostiamo        omertà e di corruzione che esso genera». In
         all’Eucaristia, esprimiamo col nostro gesto la      questo senso, ha concluso, «infondere fiducia
         disponibilità a ricevere il dono di Gesù per        e speranza nelle nuove generazioni è un com-
         noi, diciamo di sì alla sua volontà di amore e      pito che come Chiesa non possiamo eludere;
         al suo sacrificio di riconciliazione».              sarà la nostra missione in questa amata terra».
il Settimanale                                                                         L’Osservatore Romano
                                                                                                           giovedì 27 giugno 2019

#corpusdomini                                                                                                                       7

Pane spezzato
per una città                                                                                                                       Nel tardo pomeriggio
                                                                                                                                    di domenica 23 giugno,
                                                                                                                                    Papa Francesco
                                                                                                                                    ha raggiunto in automobile
                                                                                                                                    la parrocchia romana

che soffre                                                                                                                          di Santa Maria
                                                                                                                                    Consolatrice a Casal
                                                                                                                                    Bertone, dove ha presieduto
                                                                                                                                    i riti del Corpus Domini,

di degrado
                                                                                                                                    secondo il calendario
                                                                                                                                    liturgico della Chiesa
                                                                                                                                    italiana. Al suo arrivo
                                                                                                                                    ha celebrato la messa —
                                                                                                                                    di cui pubblichiamo

e abbandono
                                                                                                                                    l’omelia — nella piazza
                                                                                                                                    antistante la chiesa
                                                                                                                                    parrocchiale. Al termine
                                                                                                                                    attraverso alcune strade
                                                                                                                                    del quartiere si è snodata
                                                                                                                                    la processione con
                                                                                                                                    il Santissimo Sacramento,
                                                                                                                                    conclusasi nei pressi
                                                                                                                                    del campo sportivo “Roma
                                                                                                                                    sei”, dove il Pontefice
                                                                                                                                    ha impartito la benedizione

    L
                     a Parola di Dio ci aiuta oggi a riscoprire due                                                                 eucaristica.
                     verbi semplici, due verbi essenziali per la vita
                     di ogni giorno: dire e dare.
                        Dire. Melchisedek, nella prima Lettura, dice:
                     «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, e bene-
                     detto sia il Dio altissimo» (Gen 14, 19-20). Il di-
                     re di Melchisedek è benedire. Benedice Abra-           ce, si disprezza, si insulta. Presi da troppa fre-
                     mo, nel quale saranno benedette tutte le fami-         nesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su
                     glie della terra (cfr. Gen 12, 3; Gal 3, 8). Tutto     tutto e tutti. Spesso purtroppo chi grida di
                     parte dalla benedizione: le parole di bene ge-         più e più forte, chi è più arrabbiato sembra
                     nerano una storia di bene. Lo stesso accade            avere ragione e raccogliere consenso. Non la-
                     nel Vangelo: prima di moltiplicare i pani, Ge-         sciamoci contagiare dall’arroganza, non lascia-
                     sù li benedice: «Prese i cinque pani, alzò gli         moci invadere dall’amarezza, noi che mangia-
                     occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li   mo il Pane che porta in sé ogni dolcezza. Il po-
                     spezzò e li dava ai discepoli» (Lc 9, 16). La          polo di Dio ama la lode, non vive di lamente-
                     benedizione fa di cinque pani il cibo per una          le; è fatto per le benedizioni, non per le la-
                     moltitudine: fa sgorgare una cascata di bene.          mentazioni. Davanti all’Eucaristia, a Gesù fat-
                                                                            tosi Pane, a questo Pane umile che racchiude il
                        Perché benedire fa bene? Perché è trasfor-          tutto della Chiesa, impariamo a benedire ciò
                     mare la parola in dono. Quando si benedice,            che abbiamo, a lodare Dio, a benedire e a non
                     non si fa qualcosa per sé, ma per gli altri. Be-       maledire il nostro passato, a donare parole
                     nedire non è dire belle parole, non è usare pa-        buone agli altri.
                     role di circostanza: no; è dire bene, dire con
                     amore. Così ha fatto Melchisedek, dicendo                 Il secondo verbo è dare. Al “dire” segue il
                     spontaneamente bene di Abramo, senza che               “dare”, come per Abramo che, benedetto da
                     questi avesse detto o fatto qualcosa per lui.          Melchisedek, «diede a lui la decima di tutto»
                     Così ha fatto Gesù, mostrando il significato           (Gen 14, 20). Come per Gesù che, dopo aver
                     della benedizione con la distribuzione gratuita        recitato la benedizione, dava il pane perché
                     dei pani. Quante volte anche noi siamo stati           fosse distribuito, svelandone così il significato
                     benedetti, in chiesa o nelle nostre case, quante       più bello: il pane non è solo prodotto di con-
                     volte abbiamo ricevuto parole che ci hanno             sumo, è mezzo di condivisione. Infatti, sor-
           Messa     fatto bene, o un segno di croce sulla fronte…          prendentemente, nel racconto della moltiplica-
                                                                            zione dei pani non si parla mai di moltiplica-
                     Siamo diventati benedetti il giorno del Battesi-
      del vescovo    mo, e alla fine di ogni Messa veniamo bene-            re. Al contrario, i verbi utilizzati sono “spezza-
                     detti. L’Eucaristia è una scuola di benedizione.       re, dare, distribuire” (cfr. Lc 9, 16). Insomma,
        di Roma      Dio dice bene di noi, suoi figli amati, e così ci      non si sottolinea la moltiplicazione, ma la con-
                     incoraggia ad andare avanti. E noi benedicia-          divisione. È importante: Gesù non fa una ma-
 nella parrocchia    mo Dio nelle nostre assemblee (cfr. Sal 68,            gia, non trasforma i cinque pani in cinquemila
                     27), ritrovando il gusto della lode, che libera e      per poi dire: “Adesso distribuiteli”. No. Gesù
 di Santa Maria      guarisce il cuore. Veniamo a Messa con la cer-         prega, benedice quei cinque pani e comincia a
                                                                            spezzarli, fidandosi del Padre. E quei cinque
     Consolatrice    tezza di essere benedetti dal Signore, e uscia-
                     mo per benedire a nostra volta, per essere ca-         pani non finiscono più. Questa non è magia, è
                                                                            fiducia in Dio e nella sua provvidenza.
 a Casal Bertone     nali di bene nel mondo.
                        Anche per noi: è importante che noi Pastori            Nel mondo sempre si cerca di aumentare i
                     ci ricordiamo di benedire il popolo di Dio.            guadagni, di far lievitare i fatturati… Sì, ma
                     Cari sacerdoti, non abbiate paura di benedire,         qual è il fine? È il dare o l’avere? Il condivide-
                     benedire il popolo di Dio; cari sacerdoti, an-         re o l’accumulare? L’“economia” del Vangelo
                     date avanti con la benedizione: il Signore desi-       moltiplica condividendo, nutre distribuendo,
                     dera dire bene del suo popolo, è contento di           non soddisfa la voracità di pochi, ma dà vita
                     far sentire il suo affetto per noi. E solo da be-      al mondo (cfr. Gv 6, 33). Non avere, ma dare è
                     nedetti possiamo benedire gli altri con la stes-       il verbo di Gesù.
                     sa unzione d’amore. È triste invece vedere con            È perentoria la richiesta che Lui fa ai disce-
                     quanta facilità oggi si fa il contrario: si maledi-    poli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9,
il Settimanale                                                                                L’Osservatore Romano
                                                                                                     giovedì 27 giugno 2019

#corpusdomini                                                                                                                 8

        13). Proviamo a immaginare i ragionamenti
        che avranno fatto i discepoli: “Non abbiamo
        pane per noi e dobbiamo pensare agli altri.
        Perché dobbiamo dare loro da mangiare, se lo-
        ro sono venuti ad ascoltare il nostro Maestro?
        Se non hanno portato da mangiare, tornino a
        casa, è un problema loro, oppure ci diano dei
        soldi e compreremo”. Non sono ragionamenti
        sbagliati, ma non sono quelli di Gesù, che non
        sente ragioni: voi stessi date loro da mangiare.
        Ciò che abbiamo porta frutto se lo diamo —
        ecco cosa vuole dire Gesù —; e non importa
        che sia poco o tanto. Il Signore fa grandi cose
        con la nostra pochezza, come con i cinque pa-
        ni. Egli non compie prodigi con azioni spetta-
        colari, non ha la bacchetta magica, ma agisce
        con cose umili. Quella di Dio è un’onnipoten-
        za umile, fatta solo di amore. E l’amore fa
        grandi cose con le piccole cose. L’Eucaristia ce
        lo insegna: lì c’è Dio racchiuso in un pezzetto
        di pane. Semplice, essenziale, Pane spezzato e
        condiviso, l’Eucaristia che riceviamo ci tra-
        smette la mentalità di Dio. E ci porta a dare
        noi stessi agli altri l’antidoto contro il “mi
        spiace, ma non mi riguarda”, contro il “non ho            in gioco. Anche tu, mettiti in gioco. E non sei
        tempo, non posso, non è affare mio”. Contro               solo: hai l’Eucaristia, il Pane del cammino, il
        il guardare dall’altra parte.                             Pane di Gesù. Anche stasera saremo nutriti dal
           Nella nostra città affamata di amore e di cu-          suo Corpo donato. Se lo accogliamo col cuo-
        ra, che soffre di degrado e abbandono, davanti            re, questo Pane sprigionerà in noi la forza
        a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà, a         dell’amore: ci sentiremo benedetti e amati, e
        giovani che stentano a guadagnarsi il pane e              vorremo benedire e amare, a cominciare da
        ad alimentare i sogni, il Signore ti dice: “Tu            qui, dalla nostra città, dalle strade che stasera
        stesso da’ loro da mangiare”. E tu puoi rispon-           percorreremo. Il Signore viene sulle nostre
        dere: “Ho poco, non sono capace per queste                strade per dire-bene, dire bene di noi e per dar-
        cose”. Non è vero, il tuo poco è tanto agli oc-           ci coraggio, dare coraggio a noi. Chiede anche
        chi di Gesù se non lo tieni per te, se lo metti           a noi di essere benedizione e dono.

        Benedizione su un campo di pallone
        Su un assolato e polveroso campo di calcio di             carità contemplativi, che da queste parti con madre
        periferia, di quelli su cui i bambini e i ragazzi delle   Teresa di Calcutta ha fondato oltre venticinque anni
        borgate romane si sbucciano le ginocchia                  fa “Casa Serena” per accogliere i senza fissa dimora.
        rincorrendo un pallone e sognando un futuro               Sul sagrato il Papa ha celebrato la messa alla quale
        migliore, si è conclusa domenica sera la processione      hanno partecipato moltissimi fedeli radunati sul
        del Corpus Domini che Papa Francesco ha                   piazzale antistante. In prima fila, con indosso le
        celebrato a Casal Bertone. Dopo aver scelto lo            tuniche bianche della prima comunione, circa
        scorso anno Ostia Lido al centro di gravi episodi di      quattrocento bambini che quest’anno hanno
        cronaca nera, il vescovo di Roma ha voluto recarsi        ricevuto il sacramento, e le loro famiglie. Accanto a
        stavolta nella parrocchia di Santa Maria                  loro tante religiose, soprattutto missionarie della
        Consolatrice, in una zona popolare nel quadrante          carità con il sari bianco bordato d’azzurro, in
        orientale della città. In un’afosa giornata d’inizio      compagnia di centocinquanta ospiti di “Casa
        estate, Francesco ha trascorso circa due ore              Serena”. In settori riservati anche gli anziani, che
        nell’abitato che come il vicino e più noto San
                                                                  nel quartiere sono veramente tanti, e gli ammalati in
        Lorenzo, fu vittima dei bombardamenti della
                                                                  carrozzella. Poco dietro, gli animatori e i piccoli
        seconda guerra mondiale. Giunto poco dopo le
                                                                  degli oratori estivi in maglia arancione. Molti
        17.30 a bordo di un’utilitaria blu, il Papa è stato
        accolto dal parroco, don Luigi Lani, e dal cardinale      residenti, in prevalenza famiglie di dipendenti delle
        vicario De Donatis. Prima di dirigersi in sagrestia       ferrovie e dell’Atac, hanno seguito la visita papale
        per indossare i paramenti ha salutato i                   dai marciapiedi, attraverso amplificatori di suoni e
        concelebranti, tra i quali gli ausiliari di Roma, i       maxi-schermi, o affacciati dai balconi dei palazzi, su
        parroci delle comunità confinanti e padre Sebastian       cui sventolavano drappi con i colori bianco-gialli
        Vazhakala, superiore generale dei Missionari della        del Vaticano o tovaglie candide, secondo la
                                                                  tradizione che accompagna le solenni processioni
                                                                  del Santissimo corpo e sangue di Gesù.
                                                                  Al termine della celebrazione, mentre veniva
                                                                  eseguito il Pange lingua, il Pontefice ha incensato il
                                                                  Santissimo Sacramento. L’ostensorio è stato quindi
                                                                  preso dal cardinale vicario che, a piedi, sotto un
                                                                  ombrellino portato a mano, ha avviato la
                                                                  processione snodatasi lungo un percorso di 1,2
                                                                  chilometri: passando per via di Casal Bertone, via
                                                                  di Portonaccio e via Latino Silvio, i fedeli hanno
                                                                  pregato e cantato fino a ritrovarsi sul campo di terra
                                                                  rossa dov’era stato allestito l’altare, proprio a pochi
                                                                  passi da “Casa Serena”. Là dove un tempo fa
                                                                  sorgeva la borgata Gordiani, narrata da Moravia e
                                                                  Pasolini. E mentre il sole tramontava alle sue spalle,
                                                                  sugli alberi del parco ricavato negli spazi dell’ex
                                                                  complesso industriale “Snia Viscosa”, il Papa ha
                                                                  indossato il piviale bianco per intonare il Tantum ergo
                                                                  e impartire la solenne benedizione eucaristica ai
                                                                  tantissimi presenti. (gianluca biccini)
il Settimanale                                                                      L’Osservatore Romano
                                                                                                        giovedì 27 giugno 2019

#giovani                                                                                                                         9

    C
                     arissimi giovani,
                     sono molto felice di incontrarvi al termine
                     dell’XI Forum Internazionale dei Giovani, orga-
                     nizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e
                     la Vita con l’obiettivo di promuovere l’attua-
                     zione del Sinodo 2018 sul tema I giovani, la fe-
                     de e il discernimento vocazionale. Mi congratulo
                     con il Cardinale Farrell e tutti i suoi collabora-
                     tori per questa iniziativa, che riconosce in voi,
                     giovani, i primi protagonisti della conversione
                     pastorale tanto auspicata dai padri sinodali.
                     Questa parola “protagonista” non è un gesto
                     di diplomazia e di buona volontà, o sono pro-
                     tagonisti o non sono niente; o stanno davanti
                     al treno o finiranno nell’ultimo vagone, trasci-
                     nati dalla marea. Protagonisti. Voi siete giova-
                     ni in azione in una Chiesa sinodale, e per que-
                     sto avete meditato e riflettuto negli ultimi
                     giorni.
                        Ringrazio il Cardinale Farrell per le sue pa-
                     role, ringrazio te per la lettura della proclama-
                     zione finale e ringrazio il Cardinale Baldisseri,
                     che ha diretto il Sinodo, per la sua presenza.       nei che ancora non conoscono la gioia della            «In un mondo in cui sono
                     Grazie.                                              vita nuova in Gesù.                                    sempre di più le divisioni e
                        Il Documento finale dell’ultima Assemblea            Clèopa e l’altro discepolo, dopo aver incon-        le divisioni portano con sé
                     sinodale riconosce «l’episodio dei discepoli di      trato Gesù, sentirono il bisogno vitale di stare       conflitti e inimicizie, voi
                     Emmaus (cfr. Lc 24, 13-35) come un testo pa-         con la loro comunità. Non è vera gioia se non          dovete essere il messaggio
                     radigmatico, ossia un modello, per compren-          la condividiamo con gli altri. «Com’è bello e          dell’unità». È l’appello
                     dere la missione ecclesiale in relazione alle gio-   com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal       lanciato dal Pontefice
Annunciati i temi    vani generazioni» (n. 4). Quando i due disce-        133, 1). Immagino che siate contenti di aver           ai partecipanti all’XI
                     poli furono seduti a tavola con Gesù, egli           partecipato a questo Forum. E ora che si avvi-         forum internazionale
   delle prossime    «prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò     cina il momento di salutarvi, forse già provate        dei giovani promosso
                                                                                                                                 dal Dicastero per i laici,
         tre Gmg     e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli oc-     una certa nostalgia... E Roma starà più tran-
                                                                                                                                 la famiglia e la vita.
                     chi e lo riconobbero» (Lc 24, 30s). È un caso        quilla. È normale che sia così. Fa parte
                     che abbiate potuto celebrare la solennità del        dell’esperienza umana. Pure i discepoli di Em-         Durante l’udienza svoltasi
                     Corpus Domini proprio nei giorni in cui vi siete     maus non volevano che il loro “ospite miste-           sabato mattina, 22 giugno,
                     riuniti per questo incontro? Non è forse il Si-      rioso” se ne andasse... “Resta con noi”, diceva-       nella Sala Clementina,
                     gnore che vuole aprire i vostri cuori ancora         no, cercando di convincerlo a rimanere con lo-         il Papa ha pronunciato
                                                                                                                                 il discorso che diamo
                                                                                                                                 in una traduzione
                                                                                                                                 dallo spagnolo.

Un messaggio di unità
per un mondo diviso
                     una volta e parlarvi attraverso questo brano         ro. In altri episodi del Vangelo affiora questo
                     del Vangelo?                                         medesimo sentimento. Ricordiamo, per esem-
                        L’esperienza che i discepoli di Emmaus ave-       pio, la trasfigurazione, quando Pietro, Giaco-
                     vano vissuto li spinse irresistibilmente a met-      mo e Giovanni volevano fare delle tende e ri-
                     tersi di nuovo in cammino, nonostante avesse-        manere sul monte. Oppure quando Maria
                                                                          Maddalena incontrò il Risorto e voleva tratte-
                     ro già percorso undici chilometri. Si stava fa-
                                                                          nerlo. Però «il suo Corpo risorto non è un te-
                     cendo buio, ma non hanno più paura di cam-           soro da imprigionare, ma un Mistero da con-
                     minare nella notte, poiché è Cristo che illumi-      dividere» (Documento Finale del Sinodo, 115).
                     na la loro vita. Anche noi, un giorno, abbiamo       Gesù lo incontriamo, soprattutto, nella comu-
                     incontrato il Signore sulla strada della nostra      nità e per le strade del mondo. Quanto più lo
                     vita. E, come i discepoli di Emmaus, siamo           portiamo agli altri, tanto più lo sentiremo pre-
                     chiamati a portare la luce di Cristo nella notte     sente nelle nostre vite. E sono sicuro che voi
                     del mondo. Voi, cari giovani, siete chiamati ad      lo farete, quando ritornerete nei vostri luoghi
                     essere la luce nella notte di tanti vostri coeta-    di origine. Il testo di Emmaus dice che Gesù
il Settimanale                                                                                  L’Osservatore Romano
                                                                                                                                  giovedì 27 giugno 2019

   #giovani                                                                                                                                                10

Verso Lisbona 2022                 ha acceso un fuoco nei cuori dei discepoli (cfr.            in gran parte con il percorso verso la GMG di
                                   Lc 24, 32). Come sapete, il fuoco, per non                  Panamá, che ha avuto luogo soltanto tre mesi
                                   spegnersi, deve espandersi, per non diventare               dopo. Nel mio messaggio ai giovani del 2017
L’annuncio dei temi delle
tre prossime Gmg — quelle
                                   cenere, deve propagarsi. Perciò alimentate e                ho auspicato che ci fosse una grande sintonia
del 2020 e del 2021                diffondete il fuoco di Cristo che è in voi!                 tra queste due vie, affidando questa intenzione
scandiranno il percorso di            Cari giovani, lo ripeto ancora una volta: voi            alla potente intercessione di Maria (cfr. anche
avvicinamento al grande            siete l’oggi di Dio, l’oggi della Chiesa! Non               Documento Preparatorio, III, 5). Ebbene! La
raduno mondiale in                 solamente il futuro, no, l’oggi. O ve la giocate            prossima edizione internazionale della GMG sa-
programma nel 2022 a               oggi, o perderete la partita. Oggi. La Chiesa               rà a Lisbona nel 2022. Per questa tappa del
Lisbona, in Portogallo — ha                                                                    pellegrinaggio intercontinentale dei giovani ho
                                   ha bisogno di voi per essere pienamente sé
caratterizzato l’udienza del
                                   stessa. Come Chiesa, voi siete il Corpo del Si-             scelto come tema: «Maria si alzò e andò in fret-
Papa ai partecipanti al
forum. Come sottolinea il          gnore Risorto presente nel mondo. Vi chiedo                 ta» (Lc 1, 39). Per i due anni precedenti vi in-
Dicastero organizzatore, «il       di ricordare sempre che siete membra di un                  vito a meditare sui brani: Giovane, dico a te, al-
cammino spirituale indicato        unico corpo, di questa comunità. Siete legati               zati! (cfr. Lc 7, 14 e ChV 20) e Alzati! Ti costi-
dal Santo Padre prosegue           gli uni agli altri e da soli non sopravvivrete.             tuisco testimone delle cose che hai visto! (cfr. At
con coerenza la riflessione        Avete bisogno gli uni degli altri per segnare               26, 16). Con ciò, desidero anche questa volta
avviata con l’ultima               veramente la differenza in un mondo sempre                  che ci sia una grande sintonia tra il percorso
Giornata mondiale della            più tentato dalle divisioni. Considerate questo:            verso la GMG di Lisbona e il cammino post-si-
gioventù (2019) e con il
                                   in un mondo in cui sono sempre di più le di-                nodale. Non ignorate la voce di Dio che vi
cammino sinodale, in
particolare con l’esortazione      visioni e le divisioni portano con sé conflitti e           spinge ad alzarvi e seguire le strade che Lui ha
apostolica Christus vivit». Ad     inimicizie, voi dovete essere il messaggio                  preparato per voi. Come Maria ed insieme a
accomunare i tre temi,             dell’unità, che vale la pena di seguire questo              lei, siate ogni giorno i portatori della Sua
infatti, è «l’invito ai giovani    cammino. Solo camminando insieme saremo                     gioia e del suo amore. Maria si alzò e andò in
ad “alzarsi”, a correre per        veramente forti. Con Cristo, Pane di Vita che               fretta e di fretta andò a visitare sua cugina.
vivere la chiamata del             ci dà forza per il cammino, portiamo la luce                Sempre pronti, sempre di fretta, ma non ansio-
Signore e diffondere la            del suo fuoco nelle notti di questo mondo!                  si. Vi chiedo di pregare per me e ora vi bene-
buona notizia, come fece
Maria dopo aver                       Vorrei cogliere l’occasione per farvi un an-             dico. Tutti insieme, ciascuno nella sua lingua,
pronunciato il suo                 nuncio importante. Come sapete, il cammino                  ma tutti insieme preghiamo l’Ave Maria: “Ave
“Eccomi”». Il Dicastero,           di preparazione al Sinodo del 2018 ha coinciso              Maria...”.
inoltre, fa notare che «il
verbo “alzarsi” nel testo
originale di Luca ha anche
il significato di “risorgere”,
“risvegliarsi alla vita”».

                                            Incontro sul tema degli abusi
L’udienza è stata introdotta
dal cardinale prefetto Kevin
Farrell, con la presentazione
al Pontefice dei 250 giovani,
tra i 18 e i 29 anni, che
hanno partecipato
all’incontro in                    Eleonora, Susan, Renate. Dietro questi tre nomi             nella Chiesa, «ha fatto sì che molti sapessero» ma
rappresentanza delle               fittizi si nascondono — forse sarebbe meglio dire si        «nessuno parlasse». E così, ha spiegato, si è
Conferenze episcopali di           rivelano — tre persone concrete, tre storie                 aggiunto dolore a dolore, ingiustizia a ingiustizia:
tutto il mondo e di                                                                            «Si è operato un duplice abuso: agli abusi
                                   tremendamente vere, tre dolori profondi che, grazie
movimenti, associazioni e                                                                      perpetrati si aggiungeva infatti un silenzio che,
                                   alla forza delle vittime, dopo anni di sofferenza
comunità operanti                                                                              inevitabilmente, si è fatto complice dei crimini e ha
                                   sono emersi squarciando il velo del silenzio. Tre
nell’ambito della pastorale                                                                    consentito che essi si moltiplicassero indisturbati».
                                   donne che, appartenenti a diverse associazioni
giovanile. È stato un                                                                          Tanto che gli stessi dati statistici non riescono a
                                   cattoliche di fedeli, proprio lì dove credevano di
momento di confronto e di                                                                      restituire la reale entità del fenomeno, ma sono solo
riflessione alla ricerca di        trovare e vivere la salvezza, sono state vittime di
                                   abusi di potere, di coscienza, sessuali. «In queste         «la punta di un iceberg». Soprattutto va sempre
«idee e ispirazioni» per                                                                       ricordato, ha aggiunto il porporato, che dietro i
realizzare le proposte             esperienze di abuso — spiega una di loro — posso
                                   dire che è stato seminato nella mia anima e nella           numeri e le tabelle che descrivono il fenomeno ci
dell’esortazione Christus vivit                                                                sono le persone: «le persone coinvolte, le vittime e i
nei diversi contesti locali. Al    mia persona intera qualcosa che è dell’ordine della
                                   morte». l confronto con questa tragica realtà ha            loro abusatori, hanno un nome e un cognome, un
saluto del porporato è                                                                         volto, una storia personale e familiare, sociale ed
seguita la testimonianza di        segnato con la sua dura e cruda concretezza
                                   l’incontro annuale del Dicastero per i laici, la            ecclesiale, hanno ferite impresse nella mente, nel
una giovane del Salvador                                                                       cuore, nella carne». In occasione dell’incontro, il
che, parlando a nome di            famiglia e la vita con le associazioni e i movimenti
                                   ecclesiali, che si è svolto lo scorso 13 giugno presso      cardinale ha voluto coinvolgere direttamente le
tutti i partecipanti al forum,                                                                 realtà convocate, ricordando come la piaga degli
ha assicurato al Papa la           la Curia generalizia dei gesuiti. Il Dicastero infatti,
                                                                                               abusi sessuali non risparmi le associazioni di fedeli
volontà della «giovane             ha detto il cardinale prefetto Kevin Farrell,
                                                                                               e i movimenti ecclesiali e invitandoli a farsi carico
Chiesa» di impegnarsi ad           ottemperando al proprio ruolo di vigilanza e
                                                                                               della corresponsabilità ecclesiale che è loro propria.
«ascoltare, discernere,            accompagnamento, si è fatto «interprete della
crescere» per trasformare in       premura e urgenza secondo cui il Santo Padre ci
profondità la vita di              chiede di agire, in tutti i contesti sociali, ecclesiali,
ciascuno, in modo che i            uscendo allo scoperto, guardando in faccia la realtà
giovani diventino                  in modo onesto, chiamandola per nome con
«protagonisti» di una              parresia, procedendo alla necessaria purificazione e
Chiesa che cammina ogni            predisponendo un’adeguata prevenzione». E per
giorno sulle strade della          questo ha convocato oltre un centinaio tra
storia.                            moderatori, responsabili e delegati dei movimenti
                                   ecclesiali e delle associazioni internazionali
                                   riconosciute dalla Santa Sede per riflettere sul tema
                                   «Prevenzione degli abusi sessuali: l’impegno delle
                                   associazioni e dei movimenti ecclesiali». Il tema, ha
                                   sottolineato il porporato all’inizio dei lavori,
                                   «raccoglie una sfida che la Chiesa e la società civile,
                                   dovunque nel mondo, si trovano a dover
                                   fronteggiare». Fondamentali anzitutto, ha spiegato
                                   il cardinale Farrell, sono l’esercizio della verità, la
                                   conoscenza e la consapevolezza di «un crimine
                                   storicamente diffuso in maniera trasversale in tutte
                                   le culture e società», e la volontà di superare la
                                   pericolosa tentazione della sottovalutazione. «Solo
                                   affrontando questo fenomeno, studiandolo, si sta
                                   operando un cambiamento della mentalità e della
                                   sensibilità nell’opinione pubblica»: infatti «fino a
                                   poco tempo fa esso era considerato un tabù e
                                   ancora oggi lo è per molte persone, per molti
                                   cattolici, uomini e donne di Chiesa». Un tabù che,
il Settimanale                                                                         L’Osservatore Romano
                                                                                                giovedì 27 giugno 2019

#medicicattolici                                                                                                         11

          «Curare vuol dire rispettare il dono della vita
          dall’inizio fino alla fine. Non siamo noi
          i proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici
          ne sono i servitori». Lo ha detto Papa Francesco
          ai membri della Federazione internazionale
          delle Associazioni mediche cattoliche, ricevuti
          in udienza nella mattina di sabato 22 giugno,
          nella Sala Regia. Di seguito ampi stralci
          del suo discorso.

 H
          o apprezzato che, in questo vostro incontro,
          abbiate voluto compiere un particolare atto di
          Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, e assi-
          curo la mia preghiera perché esso sia fruttuo-
          so. (...) Le prime comunità cristiane hanno
          spesso presentato il Signore Gesù come un
          “medico”, mettendo in risalto l’attenzione co-
          stante e piena di compassione che Egli aveva
          per quanti soffrivano di ogni genere di malat-
          tia. La sua missione consisteva prima di tutto
          nel farsi vicino alle persone malate o segnate
          da disabilità, specialmente a quelle che a causa
          di ciò erano disprezzate ed emarginate. In
          questo modo Gesù spezza il giudizio di con-
          danna che spesso etichettava il malato come
          peccatore; con questa vicinanza compassione-
          vole, Egli manifesta l’amore infinito di Dio Pa-
          dre per i suoi figli più bisognosi.
             La cura delle persone malate appare pertan-
          to come una delle dimensioni costitutive della
          missione di Cristo; e per questo è rimasta tale
          anche in quella della Chiesa. Nei Vangeli è               Siete chiamati a dare le cure con delicatezza
          evidente il forte legame tra la predicazione di        e rispetto della dignità e dell’integrità fisica e
          Cristo e i gesti di guarigione che Egli compie.        psichica delle persone.
          (...) Importante è anche il modo in cui Gesù si           Siete chiamati ad ascoltare con attenzione,
          prende cura dei malati e dei sofferenti. Egli          per rispondere con parole adeguate, che ac-
          spesso tocca queste persone e si lascia toccare        compagnino i gesti di cura rendendoli più
          da esse, anche nei casi in cui sarebbe proibito.       umani e quindi anche più efficaci.
          (...) Per Gesù, curare vuol dire avvicinarsi alla         Siete chiamati a incoraggiare, a consolare, a
          persona, anche se a volte ci sono alcuni che           rialzare, a dare speranza. Non si può curare ed
          vorrebbero impedirlo, come nel caso del cieco          essere curati senza speranza; in questo siamo
          Bartimeo, a Gerico. (...) Curare vuol dire dare        tutti bisognosi e riconoscenti a Dio, che ci do-
          inizio a un cammino: un cammino di sollievo,           na la speranza. Ma anche riconoscenti verso
          di consolazione, di riconciliazione e di guari-        quanti lavorano nella ricerca medica.
          gione. Quando una certa cura viene data con
                                                                    Negli ultimi cent’anni, i progressi sono stati
          amore sincero per l’altro, si allarga l’orizzonte
                                                                 grandissimi. Vi sono nuove terapie e numerosi
          della persona che viene curata, perché l’essere
                                                                 trattamenti in stato di sperimentazione. Tutte
          umano è uno: è unità di spirito, anima e cor-
                                                                 queste cure erano impensabili nelle generazio-
          po. E questo si vede bene nel ministero di Ge-
                                                                 ni passate. Possiamo e dobbiamo alleviare la
          sù: Egli non guarisce mai una parte, ma tutta
                                                                 sofferenza ed educare ciascuno a diventare più
          la persona, integralmente. (...) Infine, la cura
                                                                 responsabile della propria salute e della salute
          di Gesù coincide con il rialzare la persona e
                                                                 di vicini e parenti. Dobbiamo anche ricordarci
          inviare colui o colei che ha avvicinato e curato.
                                                                 che curare vuol dire rispettare il dono della vi-
          Sono numerosi i malati che, dopo essere stati          ta dall’inizio fino alla fine. Non siamo noi i
          guariti da Cristo, diventano suoi discepoli e          proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici
          seguaci. Dunque, Gesù si avvicina, si prende           ne sono i servitori.
                                                                    La vostra missione è nello stesso tempo una
                                                                 testimonianza di umanità, un modo privilegia-
                                                                 to di far vedere, di far sentire che Dio, nostro        Udienza

Servitori
                                                                 Padre, si prende cura di ogni singola persona,
                                                                 senza distinzione. Egli vuole servirsi per que-         alla Federazione
                                                                 sto anche delle nostre conoscenze, delle nostre
                                                                 mani e del nostro cuore, per curare e guarire           internazionale
                                                                 ogni essere umano, perché ad ognuno egli

della vita
                                                                 vuole dare vita e amore.
                                                                    Questo esige da voi competenza, pazienza,
                                                                 forza spirituale e solidarietà fraterna. Lo stile
                                                                 di un medico cattolico unisce la professionalità
                                                                 alla capacità di collaborazione e al rigore eti-
                                                                 co. E tutto ciò va a beneficio sia dei malati sia
          cura, guarisce, riconcilia, chiama e invia: come       dell’ambiente in cui operate. Molto spesso —
          si vede, quella con le persone oppresse da ma-         lo sappiamo — la qualità di un reparto è data
          lattie e infermità è per Lui una relazione per-        non tanto dalla ricchezza delle strumentazioni
          sonale, ricca, non meccanica, non a distanza.          di cui è dotato, ma dal livello di professionali-
                                                                 tà e di umanità del primario e della squadra
             Ed è a questa scuola di Gesù medico e fra-          dei medici. Questo lo vediamo tutti i giorni,
          tello dei sofferenti che siete chiamati voi medici     tanta gente semplice che va in ospedale: “Io
          credenti in Lui, membri della sua Chiesa.              vorrei andare da quel dottore, da quella dotto-
          Chiamati a farvi vicini a coloro che attraversa-       ressa” — Perché? — Perché sentono la vicinan-
          no momenti di prova a causa della malattia.            za, sentono la dedizione.
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