Il Papa a Napoli - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 27 giugno 2019 anno LXXII, numero 26 (4.000) Il Papa a Napoli
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #intervista 2 «C rescere nell’amicizia. Una prospettiva sulle re- lazioni tra Cina e Santa Sede» è stato il tema della conferenza tenuta il 20 giugno presso l’Accademia Cinese di scienze sociali, a Pechi- no, da padre Antonio Spadaro, direttore de «La Civiltà Cattolica». Hanno fatto seguito le riflessioni sui contenuti da parte di Wang Mei- xiu, professore emerito dell’Istituto delle reli- gioni mondiali dell’Accademia; You Bin, pro- fessore presso l’Istituto sulla religione dell’Università di Minzu; e Zhuo Xinping, presidente della «Religious Society of China» e ricercatore presso l’Istituto delle religioni mondiali dell’Accademia. Ha moderato l’in- contro e il successivo dibattito con il pubblico Liu Guopeng, professore associato presso il medesimo Istituto. Il successivo 23 giugno il direttore della rivista dei gesuiti ha dato un’al- tra conferenza al “The Beijing Center” presso la “Beijing University of International Busi- ness and Economics” sulla cultura dell’incon- tro nell’era globale. Ricordiamo che egli è cu- ratore del volume La Chiesa in Cina. Un futuro da scrivere (Milano, Ancora, 2019) che ha la conclusione di un processo, ma del suo reale prefazione del cardinale Pietro Parolin. «L’O s- avvio che dovrà essere implementato in tempi servatore Romano» ha chiesto a padre Spada- ro quali sono le sue riflessioni circa i rapporti rapidi. Adesso è il tempo di andare avanti. Una prospettiva tra Cina e Santa Sede alla luce del suo inter- vento all’Accademia. Papa Francesco ha più volte espresso sia la sua sulle relazioni ammirazione per la Cina sia il desiderio del supe- Il 22 settembre 2018 a Pechino è stato firmato ramento degli ostacoli a un dialogo solido ed effi- tra Cina cace. Un ostacolo rimosso è stato il permesso di un accordo provvisorio tra la Repubblica popolare sorvolo del territorio nazionale... e Santa Sede cinese e la Santa Sede. Come va letta questa ini- ziativa? Il 14 agosto 2014 il volo che portava Papa La speranza è che possa contribuire positi- Francesco in Corea per il suo viaggio apostoli- vamente alla vita della Chiesa in Cina, al bene co ha sorvolato la Cina: per la prima volta un del popolo cinese e alla pace nel mondo. Con Pontefice è stato autorizzato a solcarne i cieli. il suo «Messaggio ai cattolici della Cina e alla Nel telegramma inviato al presidente Xi Jin- ping, Francesco ha scritto: «Entrando nello L’OSSERVATORE ROMANO spazio aereo cinese, estendo i migliori auguri a Sua Eccellenza e ai suoi cittadini, e invoco le Crescere Unicuique suum Non praevalebunt benedizioni divine di pace e benessere sulla Edizione settimanale in lingua italiana nazione». In una storica intervista di France- sco Sisci per Asia Times pubblicata il 2 feb- Città del Vaticano ornet@ossrom.va braio 2016, il Pontefice, ricordando quel mo- www.osservatoreromano.va mento, ha affermato: «Quando ho sorvolato la nell’amicizia ANDREA MONDA Cina per la prima volta, mi hanno detto: “En- D irettore tro dieci minuti entreremo nello spazio aereo GIANLUCA BICCINI cinese e manderemo il Suo saluto”. Confesso Coordinatore di essermi molto emozionato, una cosa che PIERO DI D OMENICANTONIO Progetto grafico non mi accade spesso. Mi emozionava l’idea di volare sopra tanta cultura e saggezza». Du- Redazione rante il volo di rientro a Roma, Francesco ha via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano Chiesa universale», il 26 settembre 2018, la vo- fax +39 06 6988 3675 ricordato l’emozione al momento del sorvolo e ce più autorevole, lo stesso Papa, ha spiegato il significato dell’accordo firmato, assumendo- il secondo telegramma inviato al Capo di Sta- Servizio fotografico ne la responsabilità di tutto. Il messaggio è to cinese: «Desidero rinnovare a lei, Eccellen- telefono 06 6988 4797 photo@ossrom.va fax 06 6988 4998 www.photo.va chiaro e toglie ogni possibile dubbio sull’in- za, e ai suoi cittadini l’assicurazione dei miei tenzione e sullo spirito che ha animato Papa migliori voti, e invoco la divina benedizione TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO Francesco nell’incoraggiare e guidare i suoi sulla sua terra». Abbonamenti collaboratori lungo il cammino di delicate trat- Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). tative che hanno portato a questo primo im- Quali sono stati gli altri suoi interventi più signi- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 portante risultato. Non si tratta certo della ficativi? info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #intervista 3 Posso proseguire citando il terzo sorvolo, Trovare soluzioni pastorali realistiche che avvenuto durante il ritorno dal viaggio nelle consentano ai cattolici di vivere la loro fede e Filippine, il 18 gennaio 2015. In questa occa- di proseguire insieme l’opera di evangelizza- sione il Papa ha scritto al Presidente, tra l’al- zione nello specifico contesto cinese. Il cardi- tro: «Le assicuro la mia preghiera per lei e per nal Parolin nella sua intervista al quotidiano tutto il popolo della Cina, invocando sopra di cinese «Global Times» ha avuto un approccio voi un’abbondante benedizione di armonia e molto chiaro: «La Cina e la Santa Sede non prosperità». Durante la conferenza stampa in stanno discutendo sulla teoria dei rispettivi si- volo, pochi minuti dopo, Francesco, rispon- stemi, né vogliono riaprire questioni che ap- dendo a una domanda, ha affermato tra l’al- partengono ormai alla storia. Stiamo invece tro: «Se io ho voglia di andare in Cina? Ma cercando soluzioni pratiche per la vita di per- sicuro: domani! Eh, sì. Noi rispettiamo il po- sone concrete, che desiderano praticare serena- polo cinese; soltanto, la Chiesa chiede libertà mente la loro fede ed offrire un contributo po- per la sua missione, per il suo lavoro; nes- sitivo al proprio Paese». L’accordo dunque è sun’altra condizione». di carattere radicalmente ed essenzialmente pa- storale. L’obiettivo è di far sì che la Chiesa Il desiderio di un ponte con la Cina, oltre quello possa meglio predicare il Vangelo senza per- «aereo» fortemente simbolico, è stato esplicitato dersi troppo in conflittualità interne. Per me la parola chiave è fiducia. E sono consapevole dal Papa varie volte... che ci vorrà tempo. Francesco aveva espresso sia il desiderio di andare in Cina sia il desiderio di ripristinare Come operare per costruire un autentico clima di rapporti di amicizia. «La Cina — disse rien- fiducia? trando dagli Stati Uniti il 27 settembre 2015 — è una grande nazione, che apporta al mondo La fiducia è una «via» più che una «meta»: una grande cultura e tante cose buone. Io ho una via consapevole che l’unità prevale sul detto una volta sull’aereo, tornando dalla Co- conflitto. I processi di cambiamento non devo- rea, che mi piacerebbe tanto andare in Cina. no bloccarsi in conflitti distruttivi e insupera- Io amo il popolo cinese; gli voglio bene. Mi bili. La fiducia è anche quel giusto mezzo che, auguro che ci siano le possibilità di avere buo- come nel guidare una bicicletta, fa stare in pie- ni rapporti, buoni rapporti. Abbiamo contatti, di e permette, trovando la giusta velocità, di ne parliamo… Andare avanti. Per me avere un andare avanti e di non fermarsi. Nel corso di Paese amico come la Cina, che ha tanta cultu- una recente intervista al «Global Times» il cardinale Pietro Parolin ha detto che ci sono ra e tanta possibilità di fare bene, sarebbe una elementi che mostrano un aumento di fiducia gioia». Un elemento importante del viaggio in tra le due parti: «Dobbiamo camminare insie- Myanmar e Bangladesh del dicembre 2017 è me, perché solo così potremo rimarginare le stato proprio il fatto che il Papa sia stato il ferite e le incomprensioni del passato, per mo- primo a considerare in maniera esplicita il strare al mondo che anche partendo da posi- nuovo ruolo che la Cina vuole svolgere — e sta zioni lontane si possono raggiungere intese già svolgendo — nel contesto internazionale. fruttuose». Un dato di fatto che Francesco stesso ha rias- sunto, nella conferenza stampa al rientro a Ro- ma da Dacca, con queste precise parole: «È Passando all’attualità, quali sono le principali vero che la Cina oggi è una potenza mondiale: sfide che oggi possono essere individuate? se la vediamo da questo lato, può cambiare il La prima è quella spirituale. La Cina sta panorama». Sappiamo bene, del resto, che cambiando rapidamente e affronta sfide diver- non sarebbe possibile pensare alla pace nel se rispetto al passato. Sappiamo che negli ulti- mondo senza considerare il ruolo giocato dalla mi dieci anni ha conosciuto un’economia in Cina. rapida espansione, che ha attirato l’attenzione della comunità internazionale. In questo cam- biamento economico, la società e il popolo ci- All’interno del percorso che ha portato la Cina e nese sono alla ricerca di un senso da dare la Santa Sede a incontrarsi per un accordo, alcu- all’esistenza attraverso diverse tradizioni e di- ni si sono chiesti se è accettabile cedere l’autorità scipline. La «via cristiana» di questa ricerca è per ordinare i vescovi al governo cinese. un tema di attualità nel dibattito sociale, poli- Questa domanda non è posta in maniera tico ed educativo nel Paese. Lo sviluppo e il corretta. La Chiesa non cede l’autorità di ordi- progresso economico infatti non hanno elimi- nare i vescovi. La storia della Chiesa è semmai nato i bisogni spirituali: la fede e la spiritualità da considerare anche come la storia della ricer- contribuiscono in modo significativo alla com- ca di accordi con le autorità politiche sulla no- prensione dell’essere umano, dei suoi valori e mina dei vescovi. Persino negli accordi attuali delle sue aspirazioni. È necessario interrogarsi con alcuni Paesi democratici occidentali ci so- su quali forme di evangelizzazione e di servi- no ancora delle regole sul potere di veto del zio la Chiesa cattolica cinese deve intraprende- governo sulla nomina dei vescovi o il diritto di re per farsi prossima a questa gente che è in consultazione o anche di presentazione. Ma una costante ricerca di senso. Ed è importante bisogna ricordare che i dialoghi istituzionali chiedersi se la Chiesa è pronta ad affrontare tra Cina e Santa Sede vanno avanti sin dal questa sfida. 1986, cioè da oltre 30 anni: sarebbe un abba- glio, dunque immaginare che questi avanza- Vede altre sfide importanti? menti siano legati agli ultimi tempi. Sono Ce ne sono tante, in realtà. Certamente esi- semmai una tappa importante in un cammino ste una sfida «politica». La Chiesa cattolica ci- fatto di passi molto ponderati da entrambe le nese, cioè, è chiamata a ridefinire il suo ruolo parti. Essi si concretizzano nel riconoscimento e le sue relazioni con il Partito comunista e della piena comunione ai vescovi cinesi ordi- con la sua ideologia. Questo non significa che nati senza mandato pontificio e in un accordo la Chiesa debba essere sempre d’accordo con sul modo di nominare i futuri pastori. France- la politica e con i valori del Partito, ma piutto- sco ha creato una nuova diocesi in territorio sto che essa deve trovare soluzioni per conti- cinese. Certo, non è escluso che ci siano nel nuare la sua missione e il suo ministero in Ci- futuro incomprensioni o problemi da affronta- na. Soprattutto dopo la firma dell’Accordo re. E tuttavia le difficoltà non sono più tali da Provvisorio, la vita della Chiesa in Cina non impedire ai cattolici cinesi di vivere in comu- può essere vista e intesa come separata dal nione tra loro e con il Papa. Successore di Pietro, cosa che nessun vescovo Qual è l’obiettivo? CONTINUA A PAGINA 4
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #intervista 4 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 3 Per riflettere su questo tema può essere utile una considerazione fatta dall’allora cardinale o credente cinese desidera. Dobbiamo ricono- Joseph Ratzinger nella prefazione alla tradu- scere che non abbiamo la stessa comprensione zione cinese del suo libro-intervista Il sale della della Chiesa come entità che gode di legittima terra. Mi fa piacere citarla: «La vera questione autonomia politica e amministrativa. E questa è: può la fede cristiana costituire una risposta differenza di comprensione è ciò che dovrem- duratura, vissuta non soltanto da una mino- mo affrontare. È importante superare l’opposi- ranza in Cina, ma diventare una forza che pla- zione di un «o questo o quello» a favore di smi tutta la Cina? Apparirà un giorno un cri- una visione inclusiva: pienamente cinese e pie- stianesimo asiatico o cinese, così come apparve namente cattolica. Ma certamente siamo chia- un cristianesimo greco e latino, sorto dal suo mati a vivere una nuova fase perché il Vangelo transito dal giudaismo al paganesimo? O come sia predicato più efficacemente in Cina. apparve, nell’epoca tardo antica, un cristianesi- Che cosa intende per nuova fase? mo germanico, slavo ed europeo?». In questo ambito prende senso la riflessione teologica. I cattolici cinesi sanno bene quanto le divi- Nel contesto del confucianesimo e del taoismo sioni e le difficoltà nel rapporto con le autorità tradizionali, la teologia cerca di collegare stret- civili abbiano rappresentato un peso, renden- tamente tra loro la grande tradizione del pen- do il cammino della Chiesa cattolica in Cina siero e della sensibilità cinese con il cristianesi- ancora oggi arduo. Sono tante le ferite oggi mo. Anche il cristianesimo va pensato in ter- ancora aperte. Non bisogna però permettere mini cinesi e alla luce della grande filosofia e che le ferite condizionino la vita e impedisca- saggezza cinese. no la missione. In Cina c’è una Chiesa viva. Le tensioni e le incomprensioni vanno affron- tate e con pazienza superate. Non sono le bu- Oggi si parla molto della «nuova via della seta». che lungo una strada che devono fermare il Può essere una opportunità? percorso. Ci sono e ci saranno, ma bisogna Dobbiamo ricordare che lunga la Via della andare avanti per rendere possibile la riconci- Seta si è svolto un incontro straordinario di di- liazione ecclesiale, fondamentale per lo svilup- verse tradizioni religiose: Cristiani, musulmani, po della Chiesa cattolica in Cina. zoroastriani e buddisti. Proprio in questo am- biente pluralistico il cristianesimo è stato di- Si è parlato della richiesta del governo di una sposto a entrare in un dialogo fecondo con «sinizzazione» del cristianesimo. Che cosa ne pen- tradizioni culturali e religiose molto diverse da sa? quelle ebraiche e greco-ellenistiche con cui si confrontava all’inizio. Il cristianesimo nell’era Poiché la Cina ha caratteristiche proprie, la Tang lungo la Via della Seta rimase fedele al Chiesa cattolica cinese è chiamata a essere pie- namente cattolica e pienamente cinese, in mo- do da inculturare i suoi insegnamenti e i valori del Vangelo. Assumere caratteristiche cinesi si- gnifica andare a fondo nel processo di incultu- razione. La Chiesa può dialogare con le cultu- re e le tradizioni cinesi, con la sua ricca storia nell’arte, nella musica, nella letteratura e nella poesia. Il presidente Xi Jinping, in un discor- so all’Unesco del 2014, aveva lodato il ruolo delle religioni nella vita del Paese. Aveva det- to: «Nel corso degli ultimi 2000 anni le reli- gioni come il Buddismo, l’Islam e il Cristiane- simo sono state introdotte in Cina, nutrendo la musica, la pittura e la letteratura del Paese». Una sfida particolare deriva dal fatto che negli ultimi anni la leadership cinese ha ripetuta- mente richiesto alle religioni presenti nel terri- torio cinese di «sinizzarsi» (zhongguohua). Questo tema appare negli interventi del presi- dente Xi Jinping a partire dal 2015, ma la sua frequenza si è intensificata poco prima e dopo il XIX Congresso del Partito comunista nell’ot- tobre 2017. Se è chiaro che nessuna religione può diventare un mero strumento dell’appara- Vangelo, assumendo pienamente il vocabolario to politico, è anche vero che il contenuto del buddista e taoista, diventando — senza timore compito che il governo chiede di attuare alle ed esitazione — pienamente cinese: molti secoli organizzazioni religiose e ai credenti è lontano prima di Matteo Ricci. Infatti la presenza dei dall’essere chiaramente definito. In un conte- cristiani in Cina risale a molto prima di quan- sto che cambia c’è forse spazio per il confron- to si pensi: la Chiesa d’Oriente guidata da to e l’immaginazione. monaci siriaci era presente già nel VII secolo. Essi hanno dovuto collaborare con i monaci Si possono fare riferimenti a situazioni vissute nel buddisti e taoisti per fornire traduzioni ed passato? espressioni adeguate del loro credo. Il dialogo Ricordiamo che per il cristianesimo è stato è andato in entrambe le direzioni. Certamente fondamentale abbracciare la propria missione i testi cristiani dell’epoca sono stati influenzati universale, al di là della originaria esperienza e dal vocabolario taoista e buddista ma, recipro- cultura giudaica, e immergersi profondamente camente, i missionari cristiani hanno probabil- nella cultura greca. Questo ha avuto un forte mente influenzato gli scritti di alcuni maestri impatto sullo sviluppo della vita e della mis- taoisti. sione della Chiesa, arrivando poi a trasformare il mondo dell’impero romano. Greca non era È un futuro, quindi, tutto da scrivere? solo la cultura dell’impero romano: Aristotele Papa Francesco ama dire che «il tempo è e Platone informavano tutta la cultura che ar- superiore allo spazio». Cioè, è importante rivava da Roma fino alle pendici dell’allora in- mettere in pratica processi di dialogo e di in- valicabile Himalaya. contro, realisticamente e pazientemente, sem- pre animati dalla fiducia e dalla speranza di Il cristianesimo è pensato in categorie greche. Che poter andare oltre. Si tratta di scrivere una pa- cosa potrà significare pensarlo in categorie cinesi? gina della storia.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #scaffale 5 di DARIO FERTILIO Un’illustrazione di «Non stancarti di andare» (Teresa Radice e Stefano Turconi ) N on si può commettere l’errore di chiamarle con sufficienza giornalini a fumetti, né trascurare le sezioni che ormai tutte le maggiori librerie e gli inserti culturali dedicano alle graphic novel. La qualità di ciò che propongono soggettisti e disegnatori sollecita una corda sensibile di molti adulti, già divoratori d’avventure iperbo- liche e infantili, ora disponibili a un approccio maturo, eclettico e aperto a disparate forme di intrattenimento. Sia che si voglia classificare la graphic novel tra gli esempi di letteratura per immagini — e il graphic journalism come va- riante ispirata ai reportage d’inchiesta — sia che la si consideri parente della cultura visuale e tridimensionale di ultima generazione, la sua posizione di rilievo oggi è indiscutibile. Se l’informazione è sempre più orizzontale, eterogenea, attratta dal collage e non dalle im- sazioni che di fatti descritti con pretese di og- postazioni gerarchiche e selettive, anche per- gettività. Così nella vicenda tragica di Norma ché sollecitata da strumenti virtuali, la graphic Cossetto, vittima degli infoibamenti nell’Istria novel rappresenta un approdo in fondo tradi- del 1943 (Foiba rossa di Emanuele Merlino e zionale e rassicurante; il libro si può maneg- Beniamino Delvecchio), e ancor più in quella giare, le tavole disegnate offrono sorprese e del martire cecoslovacco Jan Palach ricostruita consentono pause di riflessione; e il fumetto in da Petr Vyoral (pubblicata come la precedente sé, col suo sapore d’infanzia, invita a riscoprire da Ferrogallico) risaltano al massimo le poten- sensazioni sedimentate nel profondo. Ci si im- zialità del mezzo. L’obiettivo ambizioso di sto- merge con Teresa Radice e Stefano Turconi in rie come queste è coinvolgere tutti i sensi del una Siria diversa da quella raccontata dai me- lettore: la vista conquistata dal tratto, dai salti dia, dove l'accettazione del diverso è possibile, temporali, dalle linee che indicano movimento, e padre Dall’Oglio, rapito sei anni fa a Raqqa, dalla tessitura dei quadri e dai differenti carat- diventa un personaggio di ri- ferimento in Non stancarti di andare (Bao Publishing). Si L’obiettivo ambizioso di queste storie seguono le tracce di giornali- sti noti come Toni Capuozzo nell’Iraq tormentato dal ter- rorismo (La culla del terrore), o Fausto Biloslavo nel dopo Il successo delle «graphic novel» Gheddafi (Libia Kaputt, pub- è coinvolgere tutti blicato come il precedente da i sensi del lettore Signs Books). Si ricostruisce con Roberto Battistini la cro- naca criminale degli anni ’70, cui si intreccia una storia vera di redenzione individuale (A caro sangue, 001 Edizioni). In Salvezza (Feltri- teri; l’udito, attraverso lo sforzo di far vedere i nelli) Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso stabili- suoni, ma anche i rumori interiori che il lettore scono un contatto diretto con i disperati dei ricostruisce nella mente; l’olfatto e il gusto, barconi aggrappati alle navi di salvataggio nel suggeriti attraverso le linee tratteggiate Mediterraneo, mescolando il grigio dello scon- nell’aria; il tatto sollecitato dall’identificazione, forto e l’arancione dei salvagente e della spe- mentre si girano le pagine, con gli ambienti in ranza. Ma forse la graphic novel ottiene il mag- cui si svolgono le storie. Il che forse significa giore effetto là dove riesce a liberarsi del tutto tornare al passato, quando si desiderava un li- dagli schemi narrativi tradizionali per abban- bro con spirito romantico, sperando di vedervi donarsi a un ritmo sincopato, fatto più di sen- prender forma sogni e desideri.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #congressoeucaristico 6 N on solo i cristiani, anche il mondo intero ha Non soltanto i cristiani non possono vivere tanto bisogno di quell’immenso dono che è senza l’Eucaristia. Allo stesso tempo, l’Eucari- l’Eucaristia. Lo ha ricordato il cardinale segre- stia è una «risorsa immensa offerta all’esisten- tario di Stato, Pietro Parolin, presiedendo mer- za del mondo». Perché «il mondo stesso di- coledì 19 giugno, nella parrocchia di San Gae- venta migliore se ci sono alcuni che conoscono tano Catanoso a Gioia Tauro, la messa conclu- e vivono l’Eucaristia». E, infatti, «che cosa siva del secondo Congresso eucaristico della viene immesso nelle strutture del mondo, at- diocesi di Oppido Mamertina - Palmi che ha traverso l’Eucaristia, se non una forza di amo- avuto per tema «Fratello, per celebrare degna- re, di perdono e di riconciliazione? E non so- mente i santi misteri, va’ prima a riconciliarti, no proprio l’amore, il perdono e la riconcilia- poi torna». zione quelle forze che tengono in piedi il Rivolgendosi al vescovo Francesco Milito e mondo?». Anche se c’è chi pensa che il mon- ai tanti presenti ai quali ha portato il «saluto do sia sostenuto da tanti egoismi, in realtà, ha affettuoso» del Santo Padre del quale ha assi- sottolineato il cardinale, «il mondo sta in piedi curato la «vicinanza spirituale a voi e alla vo- perché ci sono persone che amano davvero, stra terra», il porporato ha anche sottolineato che portano non solo il peso della propria vi- come il Pontefice sia ben consapevole di ta, ma anche il peso della vita degli altri, che «quante preoccupazioni, interrogativi e proble- rinunciano ai propri successi e onori per la- mi ci siano nell’animo dei suoi abitanti, ma sa sciare spazio all’affermazione degli altri e al lo- pure quanto profonde siano la fiducia e la for- ro bene. Se togliamo tutto questo, il mondo za d’animo che vi caratterizza». diventa un inferno; e quando il mondo diven- In questa prospettiva, il cardinale Parolin ha ta un inferno, scompare il desiderio stesso di messo in risalto l’importanza di eventi incen- vivere e il desiderio di dare vita ad altri». Ecco trati «sul mistero dell’Eucaristia e sul suo dunque perché anche il mondo ha estrema- stretto rapporto con la vita». Infatti, ha ag- mente bisogno dell’Eucaristia. «Non perché — ha osservato Parolin — essa eviden- temente sia l’esclusiva sorgente di amore nel mondo; certamente Dio Il cardinale Parolin Sorgente immensa ha messo la capacità e il desiderio di amare in ogni cuore, e l’espe- rienza stessa di nascere, di essere accolto da qualcuno diventa un im- pulso forte che ci spinge ad amare. alla diocesi di Oppido di amore concreto Mamertina - Palmi Ma è importante ribadire che di fatto l’Eucaristia è una sorgente immensa di amore concreto». Con l’Eucaristia si innesca un «circolo di amore» che «ci rende ben con- sapevoli dei problemi, delle diffi- coltà economiche e sociali, che og- giunto, «non possiamo rimanere indifferenti di gi voi vi trovate a vivere in questa particolare fronte a questo straordinario Sacramento, nel zona della Calabria, che a volte si manifestano quale Gesù ha posto la sua stessa vita come nel modo più grave e talvolta più drammatico, dono per noi. Come non accogliere un tale anche attraverso il fenomeno delle attività cri- dono? Come non rispondere con tutto il desi- minose e mafiose e le preoccupanti forme di derio del nostro cuore? Quando ci accostiamo omertà e di corruzione che esso genera». In all’Eucaristia, esprimiamo col nostro gesto la questo senso, ha concluso, «infondere fiducia disponibilità a ricevere il dono di Gesù per e speranza nelle nuove generazioni è un com- noi, diciamo di sì alla sua volontà di amore e pito che come Chiesa non possiamo eludere; al suo sacrificio di riconciliazione». sarà la nostra missione in questa amata terra».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #corpusdomini 7 Pane spezzato per una città Nel tardo pomeriggio di domenica 23 giugno, Papa Francesco ha raggiunto in automobile la parrocchia romana che soffre di Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone, dove ha presieduto i riti del Corpus Domini, di degrado secondo il calendario liturgico della Chiesa italiana. Al suo arrivo ha celebrato la messa — di cui pubblichiamo e abbandono l’omelia — nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Al termine attraverso alcune strade del quartiere si è snodata la processione con il Santissimo Sacramento, conclusasi nei pressi del campo sportivo “Roma sei”, dove il Pontefice ha impartito la benedizione L a Parola di Dio ci aiuta oggi a riscoprire due eucaristica. verbi semplici, due verbi essenziali per la vita di ogni giorno: dire e dare. Dire. Melchisedek, nella prima Lettura, dice: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, e bene- detto sia il Dio altissimo» (Gen 14, 19-20). Il di- re di Melchisedek è benedire. Benedice Abra- ce, si disprezza, si insulta. Presi da troppa fre- mo, nel quale saranno benedette tutte le fami- nesia, non ci si contiene e si sfoga rabbia su glie della terra (cfr. Gen 12, 3; Gal 3, 8). Tutto tutto e tutti. Spesso purtroppo chi grida di parte dalla benedizione: le parole di bene ge- più e più forte, chi è più arrabbiato sembra nerano una storia di bene. Lo stesso accade avere ragione e raccogliere consenso. Non la- nel Vangelo: prima di moltiplicare i pani, Ge- sciamoci contagiare dall’arroganza, non lascia- sù li benedice: «Prese i cinque pani, alzò gli moci invadere dall’amarezza, noi che mangia- occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li mo il Pane che porta in sé ogni dolcezza. Il po- spezzò e li dava ai discepoli» (Lc 9, 16). La polo di Dio ama la lode, non vive di lamente- benedizione fa di cinque pani il cibo per una le; è fatto per le benedizioni, non per le la- moltitudine: fa sgorgare una cascata di bene. mentazioni. Davanti all’Eucaristia, a Gesù fat- tosi Pane, a questo Pane umile che racchiude il Perché benedire fa bene? Perché è trasfor- tutto della Chiesa, impariamo a benedire ciò mare la parola in dono. Quando si benedice, che abbiamo, a lodare Dio, a benedire e a non non si fa qualcosa per sé, ma per gli altri. Be- maledire il nostro passato, a donare parole nedire non è dire belle parole, non è usare pa- buone agli altri. role di circostanza: no; è dire bene, dire con amore. Così ha fatto Melchisedek, dicendo Il secondo verbo è dare. Al “dire” segue il spontaneamente bene di Abramo, senza che “dare”, come per Abramo che, benedetto da questi avesse detto o fatto qualcosa per lui. Melchisedek, «diede a lui la decima di tutto» Così ha fatto Gesù, mostrando il significato (Gen 14, 20). Come per Gesù che, dopo aver della benedizione con la distribuzione gratuita recitato la benedizione, dava il pane perché dei pani. Quante volte anche noi siamo stati fosse distribuito, svelandone così il significato benedetti, in chiesa o nelle nostre case, quante più bello: il pane non è solo prodotto di con- volte abbiamo ricevuto parole che ci hanno sumo, è mezzo di condivisione. Infatti, sor- Messa fatto bene, o un segno di croce sulla fronte… prendentemente, nel racconto della moltiplica- zione dei pani non si parla mai di moltiplica- Siamo diventati benedetti il giorno del Battesi- del vescovo mo, e alla fine di ogni Messa veniamo bene- re. Al contrario, i verbi utilizzati sono “spezza- detti. L’Eucaristia è una scuola di benedizione. re, dare, distribuire” (cfr. Lc 9, 16). Insomma, di Roma Dio dice bene di noi, suoi figli amati, e così ci non si sottolinea la moltiplicazione, ma la con- incoraggia ad andare avanti. E noi benedicia- divisione. È importante: Gesù non fa una ma- nella parrocchia mo Dio nelle nostre assemblee (cfr. Sal 68, gia, non trasforma i cinque pani in cinquemila 27), ritrovando il gusto della lode, che libera e per poi dire: “Adesso distribuiteli”. No. Gesù di Santa Maria guarisce il cuore. Veniamo a Messa con la cer- prega, benedice quei cinque pani e comincia a spezzarli, fidandosi del Padre. E quei cinque Consolatrice tezza di essere benedetti dal Signore, e uscia- mo per benedire a nostra volta, per essere ca- pani non finiscono più. Questa non è magia, è fiducia in Dio e nella sua provvidenza. a Casal Bertone nali di bene nel mondo. Anche per noi: è importante che noi Pastori Nel mondo sempre si cerca di aumentare i ci ricordiamo di benedire il popolo di Dio. guadagni, di far lievitare i fatturati… Sì, ma Cari sacerdoti, non abbiate paura di benedire, qual è il fine? È il dare o l’avere? Il condivide- benedire il popolo di Dio; cari sacerdoti, an- re o l’accumulare? L’“economia” del Vangelo date avanti con la benedizione: il Signore desi- moltiplica condividendo, nutre distribuendo, dera dire bene del suo popolo, è contento di non soddisfa la voracità di pochi, ma dà vita far sentire il suo affetto per noi. E solo da be- al mondo (cfr. Gv 6, 33). Non avere, ma dare è nedetti possiamo benedire gli altri con la stes- il verbo di Gesù. sa unzione d’amore. È triste invece vedere con È perentoria la richiesta che Lui fa ai disce- quanta facilità oggi si fa il contrario: si maledi- poli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9,
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #corpusdomini 8 13). Proviamo a immaginare i ragionamenti che avranno fatto i discepoli: “Non abbiamo pane per noi e dobbiamo pensare agli altri. Perché dobbiamo dare loro da mangiare, se lo- ro sono venuti ad ascoltare il nostro Maestro? Se non hanno portato da mangiare, tornino a casa, è un problema loro, oppure ci diano dei soldi e compreremo”. Non sono ragionamenti sbagliati, ma non sono quelli di Gesù, che non sente ragioni: voi stessi date loro da mangiare. Ciò che abbiamo porta frutto se lo diamo — ecco cosa vuole dire Gesù —; e non importa che sia poco o tanto. Il Signore fa grandi cose con la nostra pochezza, come con i cinque pa- ni. Egli non compie prodigi con azioni spetta- colari, non ha la bacchetta magica, ma agisce con cose umili. Quella di Dio è un’onnipoten- za umile, fatta solo di amore. E l’amore fa grandi cose con le piccole cose. L’Eucaristia ce lo insegna: lì c’è Dio racchiuso in un pezzetto di pane. Semplice, essenziale, Pane spezzato e condiviso, l’Eucaristia che riceviamo ci tra- smette la mentalità di Dio. E ci porta a dare noi stessi agli altri l’antidoto contro il “mi spiace, ma non mi riguarda”, contro il “non ho in gioco. Anche tu, mettiti in gioco. E non sei tempo, non posso, non è affare mio”. Contro solo: hai l’Eucaristia, il Pane del cammino, il il guardare dall’altra parte. Pane di Gesù. Anche stasera saremo nutriti dal Nella nostra città affamata di amore e di cu- suo Corpo donato. Se lo accogliamo col cuo- ra, che soffre di degrado e abbandono, davanti re, questo Pane sprigionerà in noi la forza a tanti anziani soli, a famiglie in difficoltà, a dell’amore: ci sentiremo benedetti e amati, e giovani che stentano a guadagnarsi il pane e vorremo benedire e amare, a cominciare da ad alimentare i sogni, il Signore ti dice: “Tu qui, dalla nostra città, dalle strade che stasera stesso da’ loro da mangiare”. E tu puoi rispon- percorreremo. Il Signore viene sulle nostre dere: “Ho poco, non sono capace per queste strade per dire-bene, dire bene di noi e per dar- cose”. Non è vero, il tuo poco è tanto agli oc- ci coraggio, dare coraggio a noi. Chiede anche chi di Gesù se non lo tieni per te, se lo metti a noi di essere benedizione e dono. Benedizione su un campo di pallone Su un assolato e polveroso campo di calcio di carità contemplativi, che da queste parti con madre periferia, di quelli su cui i bambini e i ragazzi delle Teresa di Calcutta ha fondato oltre venticinque anni borgate romane si sbucciano le ginocchia fa “Casa Serena” per accogliere i senza fissa dimora. rincorrendo un pallone e sognando un futuro Sul sagrato il Papa ha celebrato la messa alla quale migliore, si è conclusa domenica sera la processione hanno partecipato moltissimi fedeli radunati sul del Corpus Domini che Papa Francesco ha piazzale antistante. In prima fila, con indosso le celebrato a Casal Bertone. Dopo aver scelto lo tuniche bianche della prima comunione, circa scorso anno Ostia Lido al centro di gravi episodi di quattrocento bambini che quest’anno hanno cronaca nera, il vescovo di Roma ha voluto recarsi ricevuto il sacramento, e le loro famiglie. Accanto a stavolta nella parrocchia di Santa Maria loro tante religiose, soprattutto missionarie della Consolatrice, in una zona popolare nel quadrante carità con il sari bianco bordato d’azzurro, in orientale della città. In un’afosa giornata d’inizio compagnia di centocinquanta ospiti di “Casa estate, Francesco ha trascorso circa due ore Serena”. In settori riservati anche gli anziani, che nell’abitato che come il vicino e più noto San nel quartiere sono veramente tanti, e gli ammalati in Lorenzo, fu vittima dei bombardamenti della carrozzella. Poco dietro, gli animatori e i piccoli seconda guerra mondiale. Giunto poco dopo le degli oratori estivi in maglia arancione. Molti 17.30 a bordo di un’utilitaria blu, il Papa è stato accolto dal parroco, don Luigi Lani, e dal cardinale residenti, in prevalenza famiglie di dipendenti delle vicario De Donatis. Prima di dirigersi in sagrestia ferrovie e dell’Atac, hanno seguito la visita papale per indossare i paramenti ha salutato i dai marciapiedi, attraverso amplificatori di suoni e concelebranti, tra i quali gli ausiliari di Roma, i maxi-schermi, o affacciati dai balconi dei palazzi, su parroci delle comunità confinanti e padre Sebastian cui sventolavano drappi con i colori bianco-gialli Vazhakala, superiore generale dei Missionari della del Vaticano o tovaglie candide, secondo la tradizione che accompagna le solenni processioni del Santissimo corpo e sangue di Gesù. Al termine della celebrazione, mentre veniva eseguito il Pange lingua, il Pontefice ha incensato il Santissimo Sacramento. L’ostensorio è stato quindi preso dal cardinale vicario che, a piedi, sotto un ombrellino portato a mano, ha avviato la processione snodatasi lungo un percorso di 1,2 chilometri: passando per via di Casal Bertone, via di Portonaccio e via Latino Silvio, i fedeli hanno pregato e cantato fino a ritrovarsi sul campo di terra rossa dov’era stato allestito l’altare, proprio a pochi passi da “Casa Serena”. Là dove un tempo fa sorgeva la borgata Gordiani, narrata da Moravia e Pasolini. E mentre il sole tramontava alle sue spalle, sugli alberi del parco ricavato negli spazi dell’ex complesso industriale “Snia Viscosa”, il Papa ha indossato il piviale bianco per intonare il Tantum ergo e impartire la solenne benedizione eucaristica ai tantissimi presenti. (gianluca biccini)
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #giovani 9 C arissimi giovani, sono molto felice di incontrarvi al termine dell’XI Forum Internazionale dei Giovani, orga- nizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita con l’obiettivo di promuovere l’attua- zione del Sinodo 2018 sul tema I giovani, la fe- de e il discernimento vocazionale. Mi congratulo con il Cardinale Farrell e tutti i suoi collabora- tori per questa iniziativa, che riconosce in voi, giovani, i primi protagonisti della conversione pastorale tanto auspicata dai padri sinodali. Questa parola “protagonista” non è un gesto di diplomazia e di buona volontà, o sono pro- tagonisti o non sono niente; o stanno davanti al treno o finiranno nell’ultimo vagone, trasci- nati dalla marea. Protagonisti. Voi siete giova- ni in azione in una Chiesa sinodale, e per que- sto avete meditato e riflettuto negli ultimi giorni. Ringrazio il Cardinale Farrell per le sue pa- role, ringrazio te per la lettura della proclama- zione finale e ringrazio il Cardinale Baldisseri, che ha diretto il Sinodo, per la sua presenza. nei che ancora non conoscono la gioia della «In un mondo in cui sono Grazie. vita nuova in Gesù. sempre di più le divisioni e Il Documento finale dell’ultima Assemblea Clèopa e l’altro discepolo, dopo aver incon- le divisioni portano con sé sinodale riconosce «l’episodio dei discepoli di trato Gesù, sentirono il bisogno vitale di stare conflitti e inimicizie, voi Emmaus (cfr. Lc 24, 13-35) come un testo pa- con la loro comunità. Non è vera gioia se non dovete essere il messaggio radigmatico, ossia un modello, per compren- la condividiamo con gli altri. «Com’è bello e dell’unità». È l’appello dere la missione ecclesiale in relazione alle gio- com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal lanciato dal Pontefice Annunciati i temi vani generazioni» (n. 4). Quando i due disce- 133, 1). Immagino che siate contenti di aver ai partecipanti all’XI poli furono seduti a tavola con Gesù, egli partecipato a questo Forum. E ora che si avvi- forum internazionale delle prossime «prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò cina il momento di salutarvi, forse già provate dei giovani promosso dal Dicastero per i laici, tre Gmg e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli oc- una certa nostalgia... E Roma starà più tran- la famiglia e la vita. chi e lo riconobbero» (Lc 24, 30s). È un caso quilla. È normale che sia così. Fa parte che abbiate potuto celebrare la solennità del dell’esperienza umana. Pure i discepoli di Em- Durante l’udienza svoltasi Corpus Domini proprio nei giorni in cui vi siete maus non volevano che il loro “ospite miste- sabato mattina, 22 giugno, riuniti per questo incontro? Non è forse il Si- rioso” se ne andasse... “Resta con noi”, diceva- nella Sala Clementina, gnore che vuole aprire i vostri cuori ancora no, cercando di convincerlo a rimanere con lo- il Papa ha pronunciato il discorso che diamo in una traduzione dallo spagnolo. Un messaggio di unità per un mondo diviso una volta e parlarvi attraverso questo brano ro. In altri episodi del Vangelo affiora questo del Vangelo? medesimo sentimento. Ricordiamo, per esem- L’esperienza che i discepoli di Emmaus ave- pio, la trasfigurazione, quando Pietro, Giaco- vano vissuto li spinse irresistibilmente a met- mo e Giovanni volevano fare delle tende e ri- tersi di nuovo in cammino, nonostante avesse- manere sul monte. Oppure quando Maria Maddalena incontrò il Risorto e voleva tratte- ro già percorso undici chilometri. Si stava fa- nerlo. Però «il suo Corpo risorto non è un te- cendo buio, ma non hanno più paura di cam- soro da imprigionare, ma un Mistero da con- minare nella notte, poiché è Cristo che illumi- dividere» (Documento Finale del Sinodo, 115). na la loro vita. Anche noi, un giorno, abbiamo Gesù lo incontriamo, soprattutto, nella comu- incontrato il Signore sulla strada della nostra nità e per le strade del mondo. Quanto più lo vita. E, come i discepoli di Emmaus, siamo portiamo agli altri, tanto più lo sentiremo pre- chiamati a portare la luce di Cristo nella notte sente nelle nostre vite. E sono sicuro che voi del mondo. Voi, cari giovani, siete chiamati ad lo farete, quando ritornerete nei vostri luoghi essere la luce nella notte di tanti vostri coeta- di origine. Il testo di Emmaus dice che Gesù
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #giovani 10 Verso Lisbona 2022 ha acceso un fuoco nei cuori dei discepoli (cfr. in gran parte con il percorso verso la GMG di Lc 24, 32). Come sapete, il fuoco, per non Panamá, che ha avuto luogo soltanto tre mesi spegnersi, deve espandersi, per non diventare dopo. Nel mio messaggio ai giovani del 2017 L’annuncio dei temi delle tre prossime Gmg — quelle cenere, deve propagarsi. Perciò alimentate e ho auspicato che ci fosse una grande sintonia del 2020 e del 2021 diffondete il fuoco di Cristo che è in voi! tra queste due vie, affidando questa intenzione scandiranno il percorso di Cari giovani, lo ripeto ancora una volta: voi alla potente intercessione di Maria (cfr. anche avvicinamento al grande siete l’oggi di Dio, l’oggi della Chiesa! Non Documento Preparatorio, III, 5). Ebbene! La raduno mondiale in solamente il futuro, no, l’oggi. O ve la giocate prossima edizione internazionale della GMG sa- programma nel 2022 a oggi, o perderete la partita. Oggi. La Chiesa rà a Lisbona nel 2022. Per questa tappa del Lisbona, in Portogallo — ha pellegrinaggio intercontinentale dei giovani ho ha bisogno di voi per essere pienamente sé caratterizzato l’udienza del stessa. Come Chiesa, voi siete il Corpo del Si- scelto come tema: «Maria si alzò e andò in fret- Papa ai partecipanti al forum. Come sottolinea il gnore Risorto presente nel mondo. Vi chiedo ta» (Lc 1, 39). Per i due anni precedenti vi in- Dicastero organizzatore, «il di ricordare sempre che siete membra di un vito a meditare sui brani: Giovane, dico a te, al- cammino spirituale indicato unico corpo, di questa comunità. Siete legati zati! (cfr. Lc 7, 14 e ChV 20) e Alzati! Ti costi- dal Santo Padre prosegue gli uni agli altri e da soli non sopravvivrete. tuisco testimone delle cose che hai visto! (cfr. At con coerenza la riflessione Avete bisogno gli uni degli altri per segnare 26, 16). Con ciò, desidero anche questa volta avviata con l’ultima veramente la differenza in un mondo sempre che ci sia una grande sintonia tra il percorso Giornata mondiale della più tentato dalle divisioni. Considerate questo: verso la GMG di Lisbona e il cammino post-si- gioventù (2019) e con il in un mondo in cui sono sempre di più le di- nodale. Non ignorate la voce di Dio che vi cammino sinodale, in particolare con l’esortazione visioni e le divisioni portano con sé conflitti e spinge ad alzarvi e seguire le strade che Lui ha apostolica Christus vivit». Ad inimicizie, voi dovete essere il messaggio preparato per voi. Come Maria ed insieme a accomunare i tre temi, dell’unità, che vale la pena di seguire questo lei, siate ogni giorno i portatori della Sua infatti, è «l’invito ai giovani cammino. Solo camminando insieme saremo gioia e del suo amore. Maria si alzò e andò in ad “alzarsi”, a correre per veramente forti. Con Cristo, Pane di Vita che fretta e di fretta andò a visitare sua cugina. vivere la chiamata del ci dà forza per il cammino, portiamo la luce Sempre pronti, sempre di fretta, ma non ansio- Signore e diffondere la del suo fuoco nelle notti di questo mondo! si. Vi chiedo di pregare per me e ora vi bene- buona notizia, come fece Maria dopo aver Vorrei cogliere l’occasione per farvi un an- dico. Tutti insieme, ciascuno nella sua lingua, pronunciato il suo nuncio importante. Come sapete, il cammino ma tutti insieme preghiamo l’Ave Maria: “Ave “Eccomi”». Il Dicastero, di preparazione al Sinodo del 2018 ha coinciso Maria...”. inoltre, fa notare che «il verbo “alzarsi” nel testo originale di Luca ha anche il significato di “risorgere”, “risvegliarsi alla vita”». Incontro sul tema degli abusi L’udienza è stata introdotta dal cardinale prefetto Kevin Farrell, con la presentazione al Pontefice dei 250 giovani, tra i 18 e i 29 anni, che hanno partecipato all’incontro in Eleonora, Susan, Renate. Dietro questi tre nomi nella Chiesa, «ha fatto sì che molti sapessero» ma rappresentanza delle fittizi si nascondono — forse sarebbe meglio dire si «nessuno parlasse». E così, ha spiegato, si è Conferenze episcopali di rivelano — tre persone concrete, tre storie aggiunto dolore a dolore, ingiustizia a ingiustizia: tutto il mondo e di «Si è operato un duplice abuso: agli abusi tremendamente vere, tre dolori profondi che, grazie movimenti, associazioni e perpetrati si aggiungeva infatti un silenzio che, alla forza delle vittime, dopo anni di sofferenza comunità operanti inevitabilmente, si è fatto complice dei crimini e ha sono emersi squarciando il velo del silenzio. Tre nell’ambito della pastorale consentito che essi si moltiplicassero indisturbati». donne che, appartenenti a diverse associazioni giovanile. È stato un Tanto che gli stessi dati statistici non riescono a cattoliche di fedeli, proprio lì dove credevano di momento di confronto e di restituire la reale entità del fenomeno, ma sono solo riflessione alla ricerca di trovare e vivere la salvezza, sono state vittime di abusi di potere, di coscienza, sessuali. «In queste «la punta di un iceberg». Soprattutto va sempre «idee e ispirazioni» per ricordato, ha aggiunto il porporato, che dietro i realizzare le proposte esperienze di abuso — spiega una di loro — posso dire che è stato seminato nella mia anima e nella numeri e le tabelle che descrivono il fenomeno ci dell’esortazione Christus vivit sono le persone: «le persone coinvolte, le vittime e i nei diversi contesti locali. Al mia persona intera qualcosa che è dell’ordine della morte». l confronto con questa tragica realtà ha loro abusatori, hanno un nome e un cognome, un saluto del porporato è volto, una storia personale e familiare, sociale ed seguita la testimonianza di segnato con la sua dura e cruda concretezza l’incontro annuale del Dicastero per i laici, la ecclesiale, hanno ferite impresse nella mente, nel una giovane del Salvador cuore, nella carne». In occasione dell’incontro, il che, parlando a nome di famiglia e la vita con le associazioni e i movimenti ecclesiali, che si è svolto lo scorso 13 giugno presso cardinale ha voluto coinvolgere direttamente le tutti i partecipanti al forum, realtà convocate, ricordando come la piaga degli ha assicurato al Papa la la Curia generalizia dei gesuiti. Il Dicastero infatti, abusi sessuali non risparmi le associazioni di fedeli volontà della «giovane ha detto il cardinale prefetto Kevin Farrell, e i movimenti ecclesiali e invitandoli a farsi carico Chiesa» di impegnarsi ad ottemperando al proprio ruolo di vigilanza e della corresponsabilità ecclesiale che è loro propria. «ascoltare, discernere, accompagnamento, si è fatto «interprete della crescere» per trasformare in premura e urgenza secondo cui il Santo Padre ci profondità la vita di chiede di agire, in tutti i contesti sociali, ecclesiali, ciascuno, in modo che i uscendo allo scoperto, guardando in faccia la realtà giovani diventino in modo onesto, chiamandola per nome con «protagonisti» di una parresia, procedendo alla necessaria purificazione e Chiesa che cammina ogni predisponendo un’adeguata prevenzione». E per giorno sulle strade della questo ha convocato oltre un centinaio tra storia. moderatori, responsabili e delegati dei movimenti ecclesiali e delle associazioni internazionali riconosciute dalla Santa Sede per riflettere sul tema «Prevenzione degli abusi sessuali: l’impegno delle associazioni e dei movimenti ecclesiali». Il tema, ha sottolineato il porporato all’inizio dei lavori, «raccoglie una sfida che la Chiesa e la società civile, dovunque nel mondo, si trovano a dover fronteggiare». Fondamentali anzitutto, ha spiegato il cardinale Farrell, sono l’esercizio della verità, la conoscenza e la consapevolezza di «un crimine storicamente diffuso in maniera trasversale in tutte le culture e società», e la volontà di superare la pericolosa tentazione della sottovalutazione. «Solo affrontando questo fenomeno, studiandolo, si sta operando un cambiamento della mentalità e della sensibilità nell’opinione pubblica»: infatti «fino a poco tempo fa esso era considerato un tabù e ancora oggi lo è per molte persone, per molti cattolici, uomini e donne di Chiesa». Un tabù che,
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 27 giugno 2019 #medicicattolici 11 «Curare vuol dire rispettare il dono della vita dall’inizio fino alla fine. Non siamo noi i proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici ne sono i servitori». Lo ha detto Papa Francesco ai membri della Federazione internazionale delle Associazioni mediche cattoliche, ricevuti in udienza nella mattina di sabato 22 giugno, nella Sala Regia. Di seguito ampi stralci del suo discorso. H o apprezzato che, in questo vostro incontro, abbiate voluto compiere un particolare atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, e assi- curo la mia preghiera perché esso sia fruttuo- so. (...) Le prime comunità cristiane hanno spesso presentato il Signore Gesù come un “medico”, mettendo in risalto l’attenzione co- stante e piena di compassione che Egli aveva per quanti soffrivano di ogni genere di malat- tia. La sua missione consisteva prima di tutto nel farsi vicino alle persone malate o segnate da disabilità, specialmente a quelle che a causa di ciò erano disprezzate ed emarginate. In questo modo Gesù spezza il giudizio di con- danna che spesso etichettava il malato come peccatore; con questa vicinanza compassione- vole, Egli manifesta l’amore infinito di Dio Pa- dre per i suoi figli più bisognosi. La cura delle persone malate appare pertan- to come una delle dimensioni costitutive della missione di Cristo; e per questo è rimasta tale anche in quella della Chiesa. Nei Vangeli è Siete chiamati a dare le cure con delicatezza evidente il forte legame tra la predicazione di e rispetto della dignità e dell’integrità fisica e Cristo e i gesti di guarigione che Egli compie. psichica delle persone. (...) Importante è anche il modo in cui Gesù si Siete chiamati ad ascoltare con attenzione, prende cura dei malati e dei sofferenti. Egli per rispondere con parole adeguate, che ac- spesso tocca queste persone e si lascia toccare compagnino i gesti di cura rendendoli più da esse, anche nei casi in cui sarebbe proibito. umani e quindi anche più efficaci. (...) Per Gesù, curare vuol dire avvicinarsi alla Siete chiamati a incoraggiare, a consolare, a persona, anche se a volte ci sono alcuni che rialzare, a dare speranza. Non si può curare ed vorrebbero impedirlo, come nel caso del cieco essere curati senza speranza; in questo siamo Bartimeo, a Gerico. (...) Curare vuol dire dare tutti bisognosi e riconoscenti a Dio, che ci do- inizio a un cammino: un cammino di sollievo, na la speranza. Ma anche riconoscenti verso di consolazione, di riconciliazione e di guari- quanti lavorano nella ricerca medica. gione. Quando una certa cura viene data con Negli ultimi cent’anni, i progressi sono stati amore sincero per l’altro, si allarga l’orizzonte grandissimi. Vi sono nuove terapie e numerosi della persona che viene curata, perché l’essere trattamenti in stato di sperimentazione. Tutte umano è uno: è unità di spirito, anima e cor- queste cure erano impensabili nelle generazio- po. E questo si vede bene nel ministero di Ge- ni passate. Possiamo e dobbiamo alleviare la sù: Egli non guarisce mai una parte, ma tutta sofferenza ed educare ciascuno a diventare più la persona, integralmente. (...) Infine, la cura responsabile della propria salute e della salute di Gesù coincide con il rialzare la persona e di vicini e parenti. Dobbiamo anche ricordarci inviare colui o colei che ha avvicinato e curato. che curare vuol dire rispettare il dono della vi- Sono numerosi i malati che, dopo essere stati ta dall’inizio fino alla fine. Non siamo noi i guariti da Cristo, diventano suoi discepoli e proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici seguaci. Dunque, Gesù si avvicina, si prende ne sono i servitori. La vostra missione è nello stesso tempo una testimonianza di umanità, un modo privilegia- to di far vedere, di far sentire che Dio, nostro Udienza Servitori Padre, si prende cura di ogni singola persona, senza distinzione. Egli vuole servirsi per que- alla Federazione sto anche delle nostre conoscenze, delle nostre mani e del nostro cuore, per curare e guarire internazionale ogni essere umano, perché ad ognuno egli della vita vuole dare vita e amore. Questo esige da voi competenza, pazienza, forza spirituale e solidarietà fraterna. Lo stile di un medico cattolico unisce la professionalità alla capacità di collaborazione e al rigore eti- co. E tutto ciò va a beneficio sia dei malati sia cura, guarisce, riconcilia, chiama e invia: come dell’ambiente in cui operate. Molto spesso — si vede, quella con le persone oppresse da ma- lo sappiamo — la qualità di un reparto è data lattie e infermità è per Lui una relazione per- non tanto dalla ricchezza delle strumentazioni sonale, ricca, non meccanica, non a distanza. di cui è dotato, ma dal livello di professionali- tà e di umanità del primario e della squadra Ed è a questa scuola di Gesù medico e fra- dei medici. Questo lo vediamo tutti i giorni, tello dei sofferenti che siete chiamati voi medici tanta gente semplice che va in ospedale: “Io credenti in Lui, membri della sua Chiesa. vorrei andare da quel dottore, da quella dotto- Chiamati a farvi vicini a coloro che attraversa- ressa” — Perché? — Perché sentono la vicinan- no momenti di prova a causa della malattia. za, sentono la dedizione.
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