LA TENDA - Centro La Tenda

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LA TENDA - Centro La Tenda
LA TENDA
                             CONVERSANDO ... CONVERSANDO                                  3
                             Il valore politico della identità

                             A PROPOSITO DI ...                                           5
                             Il movimento del volontariato: un pò di storia
                             Il movimento delle comunità terapeutiche

                             APPROFONDIMENTI                                              11
                             L’auto aiuto
                             “Finestra di Johari”

                             CRONACHE EMOTIVE                                             16
                             Educare al futuro

                             LETTO PER VOI                                                17
                             Le parole di economia civile
                             Oltre Dio alla scoperta dell’uomo

                             LA “PAROLA” DELLA DOMENICA                                   22
                             Cerchio
                             Il Pastore e il Mercenario

                             DOC in Direzione Ostinata e Consapevole                      26
                             La riforma del terzo settore

                             DAL TERRITORIO                                               28
                             Primo corso sull’affido familiare
                             Affido di prossimità

Rivista di formazione, cultura
e approfondimenti
del caos
centro studi
e formazione                                       MAGGIO 2021 N.
de La Tenda
Salerno

                                                                              www.caosinforma.it
LA TENDA - Centro La Tenda
Direttore Responsabile
Mario Scannapieco

Segreteria di redazione
Anna Palumbo                                      N. 143
Gruppo redazionale                             MAGGIO 2021
Maria Luisa Giannattasio
Lucia Lamberti                 Il particolare periodo storico che stiamo
Gianna Metallo                 vivendo ci suggerisce di riscoprire per
Anna Palumbo                   riaffermarle con maggiore consapevo-
Mario Scannapieco              lezza le radici della nostra identità, di
                               gruppo, di associazione.
                               Dalle diverse sfide, dal disagio sociale
                               ed economico, reso ancor più drammati-
                               co dagli esiti della pandemia che ha col-
                               pito la nostra civiltà possiamo ricavare
                               gli stimoli per interrogarci e per raffor-
Editore                        zare l’identità della nostra proposta.
Associazione La Tenda          Il tema dell’identità, peraltro riguarda
Centro di Solidarietà          anche ciascuna delle Aree in cui si
Direzione e redazione          declina il nostro Centro.
Via C. Capone n.59 - Salerno
caos@centrolatenda.it
Tel. 089 481820
Registrazione
Tribunale di Salerno
n. 27/2010 del 19/07/2010
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maggio 2021                                                                 caosinforma n. 143

                                            CONVERSANDO... CONVERSANDO...

   IL VALORE POLITICO DELLA IDENTITA’

Il numero scorso di caosinforma era
dedicato alle nuove dipendenze comporta-
mentali, un tema quanto mai attuale ma
anche sintomatico di una grave sofferenza
sociale, le cui radici sono riconducibili a
 problematiche più profonde.
Esse, come dicemmo, chiamano in causa,
evidentemente, quella cultura che avevamo
definita, nel numero scorso, “liquida” para-
frasando Bauman.
Con questa espressione intendevamo riferir-
ci alla eccessiva fluidità di un sistema socia-
le, caratterizzato dal fatto che non si fa in
tempo a condividere un sistema di regole e
di valori, che ne avanza velocemente un
altro.
Una realtà sociale nella quale finisce per            In questo modo nascono e dilagano nuovi
prevalere la ricerca di un appagamento                disagi, nuove patologie, fra cui anche le cita-
narcisistico, effimero, poco impegnativo,             te dipendenze comportamentali, molto spes-
socialmente riconosciuto ma proprio per               so determinate proprio dallo spostamento
questo seducente e pericoloso.                        della propria percezione di inadeguatezza o
E in cui si rischia di adottare un atteggia-          su oggetti o atteggiamenti massificati, sul
mento di sostanziale disimpegno dal ruolo             perseguimento di un’immagine “di consu-
attivo che una realtà come la nostra deve             mo”, funzionale al sistema che ha prodotto
avere nella società.                                  il disagio.
Di fronte al futuro, infatti, il rischio è che        Con questo numero si caosinforma
prevalga scelte vita vaghe e indefinite.              vogliamo quindi riconoscere, riconsiderare
influenzate dalla precarietà della prospettiva        il tema cruciale, ancorché impegnativo,
temporale, povera di orientamenti e di pro-           dell’identità.
getti.                                                In realtà la democrazia ha bisogno di valori
I giovani, in particolare, sembrano assai             che vengono dal vissuto e che non hanno a
poco interrogati dalle difficili domande rela-        che fare con il sistema politico, ma questi
tive al significato, al valore, alla direzione        valori personali non bastano senza il soste-
della loro vita. Laddove, finiscono per cre-          gno di regole formali.
scere non più attraverso il conflitto tra il sé       Che è come dire che le buone intenzioni non
e l'altro, bensì nel conflitto tra il sé reale e il   bastano e che occorre costruire insieme dei
sé ideale.                                            codici di comportamento collettivo.
                                                                                                  3
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caosinforma n.143                                                                 maggio 2021

In questo numero vogliamo soffermarci,             grossa crisi del sistema politico attuale, da
allora, sulla dimensione politica, costituiva      una patologica burocratizzazione dei servizi,
di tale identità.                                  sempre più evidente a chi opera a più a
Se infatti, l’interesse e l’impegno politico è     stretto contatto con gli Enti pubblici.
sempre più raro e più debole, e l’adesione ad      Ciò, a maggior ragione determina una perdi-
un credo religioso, viene evitata o al contra-     ta di interesse per la politica soprattutto nei
rio vissuta in maniera eccessivamente rigida       giovani mentre per gli adulti, considerando
e sganciata dalla concretezza dell’impegno         la minoranza dedita alla politica, rischia di
per il prossimo, la vita associata rischia di      diventare un fenomeno simile al tifo calcisti-
perdere la propria capacità attrattiva e le        co: si seguono i partiti e i politici come se
stesse persone rischiano di vivere uno stato       fossero squadre e giocatori nello stadio.
di permanente sospensione.                         È la prova ulteriore di una più profonda crisi
È il caso allora di riflettere anche sulla         di fiducia nelle virtù della politica che ha
necessità di un’azione politica a largo raggio     perso ogni carattere di sacralità.
che punti al rafforzamento della cultura di        Ma è anche un segnale di grave pericolo,
servizio e delle radici spirituali che hanno       laddove rinunciando all’investimento di
caratterizzato il nostro Centro sin dalla sua      risorse valoriali, ispirate alla creazione di
nascita (se non prima!).                           una società più giusta e solidale, si lascia
Ovvero sulle radici nel volontariato, da cui è     campo libero ad una politica priva di riferi-
nato il nostro Centro e che rappresenta            menti valoriali .
l’anima irrinunciabile della nostra esperienza     E che vengano erosi quegli spazi di svilup-
associativa.                                       po che un terzo settore, da sempre in cam-
Il nostro Centro, infatti, come noto, è sorto      mino, ha saputo creare.
proprio per promuovere lo sviluppo sociale e                                 Mario Scannapieco
consentire alle persone più fragili di scoprire
e sviluppare le risorse ppersonali di ciascuno
per realizzare un proprio progetto di vita.
L’Area territoriale, in particolare, privilegia
l’attivazione delle risorse socio politiche del
territorio al fine di prevenire il disagio,
cogliendone prima possibile i segnali, pro-
vando contestualmente a costruire occasioni
di sviluppo a livello socio-territoriale. Quella
territoriale è dunque una dimensione
costitutiva della nostra proposta resa sempre
più inderogabile dalla constatazione di una

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maggio 2021                                                             caosinforma n.143

                                A PROPOSITO DI ...

     IL MOVIMENTO DEL VOLONTARIATO:
             UN PO' DI STORIA

Il volontariato è un fenomeno caratteristico che inizia a manifestarsi negli anni sessanta
come la espressione di una attività spontanea, originale e insostituibile che si sviluppa
parallelamente all'impegno tipico dello Stato e delle istituzioni pubbliche, con l'obiettivo
di promuovere quei soggetti che ancora non sono cittadini a pieno diritto. Volontari sono
coloro che lottano per ridisegnare le relazioni tra lo Stato e la Società con l'obiettivo di
raggiungere una progressiva umanizzazione tra le strutture e i cittadini. Questo fenomeno
è rilevante non solo per la sua espansione quantitativa, ma anche per la sua evoluzione
qualitativa. Parallelamente alle attività tradizionali del volontariato, si diffondono inizia-
tive legate alla espansione del fenomeno di alienazione e alla nascita di nuove necessità
 socio-culturali.

Il volontariato si propone come
una delle molteplici possibili rispo-
ste alle istanze di migliorare quali-
tativamente l'esistenza umana
intervenendo nel campo civile, nel
socio-assistenziale e nel socio-cul-
turale. In questo modo i volontari
esprimono una nuova fede nell'uo-
mo indipendentemente del ruolo
sociale che disimpegna, un deside-
rio di superare l'individualismo,
una volontà di creare forme di soli-
darietà dentro le quali si pone in
evidenza una dimensione gratuita
dell'azione, un rifiuto all'eccesso di
burocrazia che corrode le istituzio-
ni.                                             significa escludere la possibilità che il
Il volontariato occupa uno spazio della         Volontariato lavori e collabori con Enti e
domanda sociale spesso ignorata dalle pub-      Servizi pubblici né che rifiuti una qualsiasi
bliche istituzioni.                             forma di collaborazione.
Si colloca in una terza dimensione rispetto     Come la valorizzazione del privato sociale
allo Stato e alla legge di Mercato, dimensio-   non deve significare o tramutarsi in privatiz-
ne che si configura in termini di autonomia     zazione del settore pubblico.
di fronte a queste due realtà. Questo non       L'autonomia è il segno distintivo del

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Volontariato, in più la sua definizione mette       particolare dimensione costituita dagli altri
in rilievo alcune caratteristiche che lo carat-     con i loro problemi e le loro angosce. Non
terizzano, cioè i valori: solidarietà, condivi-     sempre l'impegno volontario può essere la
sione e gratuità.                                   semplice proiezione della propria professio-
Solidarietà significa apertura e accoglienza di     ne: nell'impegno volontario occorre prepara-
ogni essere umano al di là della cultura,           zione, studio e professionalità. Non basta
religione o etnia, senza giudizi o pre-giudizi      dare e dare generosamente, bisogna sempre
legati al ruolo e alla professione, semplice-       verificare che il dono raggiunga il segno,
mente perché è un essere umano, quindi di           ottenga il risultato voluto: bisogna saper
capacità di superare qualunque tipo di distin-      capire i bisogni ma anche saper trovare gli
zione vicina e lontana.                             strumenti più adatti per farvi fronte, dare
Condivisione significa "dividere con" chiun-        agli interventi quel minimo di organizzazio-
que inciampa nel tuo cammino ciò che hai            ne che ne garantisca la continuità e l'effica-
sia in termini di beni materiali che in termi-      cia.
ni di beni culturali, sociali e spirituali: non è   Cultura della solidarietà significa la ricerca e
limitato al superfluo.                              il dibattito culturale sui temi della vita civile
Gratuità significa ''gratuità delle prestazio-      in cui si esercita l'azione sociale dei cittadi-
ni", continuità e consistenza, significa libertà    ni. Dibattito che comprende non solo i temi
dalla remunerazione economica ma anche              della socialità ma si intreccia con quelli del-
dalla gratificazione poiché questa e già insita     l'economia, della scienza, della psicologia
nella scelta valoriale.                             collettiva.
                                                    La solidarietà sociale ha bisogno di un servi-
II volontariato si muove in una cultura di          zio imparziale e aperto a tutti che valorizzi e
solidarietà e non con gesti occasionali, e un       aiuti le potenzialità di ciascuno, che renda
costume di vita basato sulla convinzione che        possibili sempre nuove esperienze, che dia
per dare un senso compiuto all' esistenza non       voce ai nuovi bisogni, che colleghi il volon-
basta fare il proprio dovere, ma occorre saper      tariato con la realtà del mondo.
prestare costante attenzione ai bisogni degli       II ruolo del volontariato si esprime in forme
altri come individui e come comunità. Si            diverse: di anticipazione per rispondere ai
interroga di continuo su quel che si può fare       nuovi bisogni o a bisogni antichi che si riaf-
per rimuovere le condizioni di disagio in cui       facciano; di integrazione alle attività dei ser-
vivono singole persone e gruppi; su quel che        vizi pubblici o del privato sociale; di stimolo
si può fare per migliorare le condi-zioni di        alle istituzioni pubbliche e private; di azione
vita della comunità.                                politica per la promozione di leggi e di isti-
Educazione alla solidarietà è prima di tutto        tuzioni adatte e a garantire la tutela dei ceti
sensibilità, attitudine a cogliere con imme-        più deboli.
diatezza le necessità degli altri, non solo         Deve essere quindi chiaro che la supplenza
quelle che si manifestano in modo vistoso, e        del volontariato alle manchevolezze della
poi ad agire, fare.                                 pubblica istituzione è impropria perché i ser-
Educazione alla solidarietà e attitudine a          vizi fondamentali sono anzitutto un diritto
introdurre costantemente tra i criteri ispirato-    del cittadino.
ri delle proprie scelte, quella
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maggio 2021                                                               caosinforma n.143

II volontariato non ha né le possibilità né il     II volontariato riafferma il concetto globale
compito per garantire questi diritti, se mai ha    di salute e la priorità della prevenzione che
il compito di rivendicarne l'applicazione. II      diviene componente essenziale della politica
volontariato deve si ispira a precisi valori,      sociale. Questa a sua volta appare come
civili e spirituali, contribuendo al raggiungi-    investimento produttivo che perciò ha biso-
mento di conseguenti obiettivi.                    gno di risorse adeguate in funzione sia del
L'uomo in quanto persona è il centro dell'at-      benessere della persona e della comunità
tività politica e dei servizi sociali e pertanto   locale sia di una migliore finalizzazione
anche delle attività di volontariato.              della spesa L'integrazione fra pubblico e
Ogni persona, in qualsiasi condizione socia-       privato nel rispetto delle reciproche compe-
le, e dotata di risorse e di capacità, va quindi   tenze e autonomie non deve tanto realizzarsi
aiutata a riconoscerle, ad appropriarsene e ad     intorno alle istituzioni ma intorno ai proble-
esprimerle per sè e per gli altri. Per promuo-     mi della popolazione.
vere l'esercizio di tali diritti vanno superate
le tendenze assistenzialistiche nei confronti      Infatti pubblico e privato sono al servizio
dei cittadini più svantaggiati, ma sono inve-      della comunità.
ce da sviluppare le iniziative volte alla tutela
della famiglia e dei gruppi primari, mediante
strutture e servizi che favoriscono l'educa-
zione, la partecipazione, l'inserimento socia-
le.

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caosinforma n.143                                                                  maggio 2021

                  IL MOVIMENTO DELLE
                COMUNITA' TERAPEUTICHE
                      un po' di storia
Il termine Comunità Terapeutica (CT), rife-      d’Inghilterra, il cui obiettivo era “la rinascita
rendoci alle scarse ma precise informazioni      spirituale della umanità”. Originariamente
giunte fino a noi, risale a più di duemila anni  chiamata First Century Christian Fellowship
fa. Philo Judaeus descriveva con le seguenti     (associazione cristiana del primo secolo), nel
parole l'attività terapeutica di una di queste   1900 cambiò la sua denominazione in Moral
nei dintorni di Alessandria d’Egitto: “...       Group, perseguiva uno stile di vita più fede-
curano le anime che si trovano sotto il domi-    le all’ideale cristiano, si incontrava varie
nio di terribili e quasi incurabili infermità di volte a settimana per leggere e commentare
piaceri e appetiti, paure e dolori, avidità e    la Bibbia e promettersi gli uni agli altri di
pazzia...”                                       essere più onesti. Dopo circa 10 – 15 anni,
                                                 si scoprì che il 25% dei suoi membri erano
Già a quel tempo la comunità con                 ex alcolisti. Un gruppo di questi iniziò a riu-
caratteristiche terapeutiche era utilizzata per nirsi negli stati Uniti d’America per condivi-
curare quei mali verso i quali la medicina       dere l’impegno e lo sforzo di restare sobri:
tradizionale si rivelava inefficace. Molto       in questo modo nacque il primo gruppo di
tempo dopo, le prime comunità cristiane, con Alcolisti Anonimi (AA) che con il tempo si
la solidarietà la condivisione dei beni e il     sarebbe convertito nel più grande gruppo di
mutuo aiuto davano testimonianza di un           auto-aiuto del mondo. Nel 1958, Charles
modo alternativo di vivere i rapporti umani. Dederich e un piccolo gruppo di ex AA,
Le comunità monastiche perseguivano con le decisero di vivere insieme per aiutarsi di più
stesse modalità i medesimi obiettivi anche se nella ricerca di uno stile di vita alternativo.
con motivazioni ultraterrene. Vi troviamo gli Così lasciarono AA e iniziarono a Santa
stessi elementi: vita in comune, condivi-        Monica (in California) la prima
sione dei beni, il mutuo aiuto, funzioni         CT Synanon. Adottarono un sistema terapeu-
distinte ma senza gerarchie, le regole gene- tico molto direttivo immerso in una atmosfe-
rate dall’interno del gruppo per facilitare e ra quasi carismatica. Già nei primi tempi
rispettare il raggiungimento degli obiettivi     accolsero anche alcuni giovani che stavano
comuni.                                          tentendo di uscire dalla dipendenza della
Così la riforma protestante era un movimen- droga, così quella che era iniziata come una
to di protesta all’interno della chiesa cattoli- CT per ex-alcolisti, si apriva a coloro che
ca del tempo contro il deteriorarsi della vita e usavano ed erano dipendenti da altre sostan-
testimonianza cristiana cercando di riporta-re ze stupefacenti
alle origini delle prime chiese lo stile di vita Questa esperienza si affermò rapidamente,
delle comunità ecclesiali.                       dando vita ad altre simili che partendo dai
Nel 1860 nasce a Oxford una organizzazione
religiosa, in alternativa e critica alla Chiesa

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concetti basilari, migliorarono e perfeziona-     ti mentali. Lo psichiatra scozzese Maxwell
rono il modello. Daytop Village ne costitui-      Jones, lavorando durante l'ultimo conflitto
sce l'esempio più significativo: Msr William      mondiale nell'ospedale Maudsley di Londra,
B. O'Brien che insieme a David Deitch nel         e poi in quelli di Henderson e Dingleton, dal
1963 iniziò con un piccolo gruppo di tossi-       1945 al 1969 trasformò il lavoro tradizionale
codipendenti alla periferia di New York           dell'ospedale psichiatrico in una CT residen-
quello che poi sarebbe diventato un pro-          ziale. Utilizzava lo stesso personale di una
gramma terapeutico molto articolato . Nel         clinica psichiatrica convenzionale e come
1967 ci fu una rottura tra i professionali tra-   terapia praticava la psicoterapia individuale
dizionali e i professionali non-tradizionali      e di gruppo che si insegnava a quel tempo,
(ex residenti) all'interno del programma e        però tentando di eliminare il più possibile
non riuscendo a trovare una soluzione all'in-     l'uso dei farmaci coinvolgendo gli stessi
tegrazione, i primi furono messi alla porta.      "pazienti" nello svolgimento della terapia .
Con il moltiplicarsi delle iniziative nel nord    Questo modello fu trasferito in Norvegia e in
America, l'esperienza attraversò l'Atlantico e    Svezia dove fu applicato con i tossicodipen-
iniziarono a svilupparsi nel nord Europa,         denti ma con scarsi risultati in quanto questi
soprattutto in Inghilterra, Olanda e Belgio,      ultimi hanno bisogno inizialmente di un
quindi Svezia, Germania. Infine l'esperienza      approccio più direttivo che non era contem-
arriva in Italia dove gli operatori preparati     plato nella CT democratica.
nella stessa scuola di formazione, danno un       Uno studioso di psicologia, Hobart 0.
nuovo impulso al movimento con la ripropo-        Mowrer insoddisfatto con la psicoanalisi,
sta in Spagna, nell'America Latina, in Asia e     prese a studiare il fenomeno della CT sco-
in Africa. E' molto importante menzionare         prendo punti comuni in tutti i tipi i quali
nel campo psichiatrico l'esperienza della         confermavano ad alcune delle sue ipotesi.
comunità cosiddetta "democratica" per mala-       “Emarginazione” e “rinnovamento” sono le

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caratteristiche fondamentali dell’Oxford          i membri sono alla pari.
Group: protesta contro la chiusura della          Anzi l'accento viene posto sull'individuo nel
Chiesa che così non dava risposte alle esi-       gruppo o nella comunità come il vero ha
genze di vita comunitaria dei credenti e          protagonista dell'azione terapeutica, che ha
quindi proposta di un nuovo stile.                abbastanza chiaro cosa di cui ha bisogno ma
Altro punto in comune è I' "onestà". "Vieni       da solo si rende incapace di perseguire.
dentro del gruppo e parla di te, non di politi-   Quindi il valore del mutuo aiuto o auto-
ca, né del lavoro o di altre cose, ma di quelle   aiuto.
che dentro di te provocano paura e dolore"        Altro punto in comune è il valore della “reli-
(Synanon). Questa onestà davanti al gruppo        giosità”. Tutti questi gruppi, e altri di cui
è un valore molto antico, la possiamo incon-      non parliamo qui, sono capaci di rigenerare
trare nelle prime comunità cristiane ed era       e mobilitare l'energia spirituale delle persone
chiamata exomologesi: confessione aperta in       affinchè trovino il coraggio necessario per
gruppo o anche autorivelazione. Altro punto       affrontare e perseguire gli obiettivi proposti:
che emerge è l’abbandono, nella relazione         reintegrare le persone con se stesse, col
terapeutica, della posizione classica verticale   gruppo, con la comunità, con la società, con
“dottore – paziente”. Le interazioni che si       Dio. Queste comunità sono capaci di creare
stabiliscono tra le persone rompendo la rigi-     l'ambiente e offrire gli strumenti perché ogni
da struttura del ruolo, hanno maggiori possi-     individuo abbia la libertà necessaria per
bilità di dare aiuto. Tutti i diversi fenomeni    andare alla ricerca della propria fonte e quin-
comunitari, sia che si occupano di trascen-       di rispondere in maniera adeguata alla pro-
denza, sia che si occupano di curare malattie     pria dimensione spirituale e alle necessità di
mentali, sia di alcool o di droga, o di altri     questa.
malesseri umani, nascono con una esigenza
di democraticità, senza ruoli strutturati, dove

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                                    APPROFONDIMENTI

                                L'AUTO-AIUTO
Auto-Aiuto significa aiutare qualcuno ad             da una persona o da Dio. E' e deve essere il
aiutare se stesso, cioè aiutare a riprendere un      padrone del suo destino e lotterà fino all’ulti-
processo di crescita personale e sociale.            mo per conservare questa posizione. La spiri-
Aiutare una persona a riflettere, analizzare la      tualità costituisce una sfida all'attitudine stes-
propria situazione, confrontarsi con essa,           sa dell'alcolista con la sua esigenza di sotto-
vedere fino a che punto può essere soddisfa-         missione. Però, e questo è basilare, se l'alco-
cente, e alla fine decidere cosa vuole fare è        lista può accettare veramente la presenza di
un processo spesso fastidioso e doloroso, ma         un Potere superiore a se stesso, allora con
l'unico efficace.                                    questo passo trascendente modifica il più
                                                     profondo della sua struttura interiore".
Auto-aiuto significa:                                Umiltà. La natura di questa esperienza è arri-
1- Ascoltare ciò che una persona vuole               vare a sentirsi totalmente umile per poter
comunicare                                           accettare che fuori di se esiste qualcosa più
2 - Condividere i suoi problemi e sentimenti         grande e più forte che ama e protegge.
senza emettere alcun tipo di giudizio                Questo risveglio spirituale conduce ad abban-
3 – Offrirsi di fare da specchio alla situazio-      donare la confidenza nella propria onnipoten-
ne della persona                                     za e ad accettare l'aiuto esterno.
4 – Aiutare la persona a prendere coscienza          Quando il "drogato" abbandona i sentimenti
delle difficoltà e del loro perché                   vendicativi e aggressivi verso se stesso e la
5 - Lasciare che la persona decida libera-           vita, si ritrova inondato da sensazioni inedite:
mente ciò che è veramente appropriato alla           l'amore, l'amicizia e una soddisfazione serena
sua situazione e se è necessario appoggiarla         vanno a rimpiazzare la irritabilità e il caos
nella sua decisione: solidarietà e supporto          interiore. Con questa nuova forma di essere e
senza interferire nel processo decisionale.          stare nella vita non esiste più la imperiosa
 L' Auto-Aiuto libera una energia capace di          necessità di bere o annientarsi con altre
portare la persona, anche la più incallita, fuori    sostanze.
dalla sua dipendenza: questa energia proviene        Toccare il fondo. Per la "teologia di A.A.",
da una esperienza spirituale. Spiritualità. Dice     come dice Gregory Bateson, questo passo è
Harry Tiebout, psichiatra che ha studiato il         di grande importanza per il processo di recu-
meccanismo terapeutico degli AA, che “la             pero e se non si produce sarà moIto difficile
caratteristica dell’alcolista tipico è un            accettare veramente l'aiuto che riscatta. Sono
sentimento egocentrico dominato dalla                diversi i disastri che possono far toccare il
sensazione di onnipotenza che cerca in tutti i       fondo a una persona: accidenti diversi, un
modi di mantenere la sua integrità interiore.        attacco di delirium tremens per un alcolista,
Anche se questo è presente in altri disordini        un coma per un tossicodipendente, una dia-
emozionali, si presenta in forma quasi pura in       gnosi senza speranza, etc.
tutti gli alcolisti. Interiormente l’alcolista non
accetta di essere controllato
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Il fondo è diverso per persone diverse e            e ora. Solo per oggi, domani, se ci sarà,
qualcuno può morire prima di toccarlo.              spero di fare in modo che sia migliore di
Anche se possibile che una persona tocchi il        oggi.
fondo molte volte, è chiaro che non è inevi-        Fede sì, religione no. E' una esperienza spiri-
tabile anche se è un attimo di panico favore-       tuale e non una chiesa. La vita spirituale non
vole per il cambio. Molte volte qualche             è una teoria intellettuale: si deve vivere.
"amico", un parente "affettuoso" tira fuori da      Talvolta quello spirituale è il compito più
questo attimo di panico la persona perchè           arduo, durerà tutta la vita per potersi svilup-
ritorni al suo orgoglio e alla sua droga.           pare totalmente. Consiste in un vero atto di
Questa lo porterà a toccare il fondo più disa-      abbandono, profondamente implicato nel
strosamente la prossima volta, ammesso che          processo terapeutico che porta al recupero.
ci sarà una prossima volta, occasione matura        L'individualità sfidante è un sentimento di
per operare un cambiamento decisivo.                grandiosità vicino alla megalomania sono
Vivere un giorno alla volta. Restare nell'oggi      caratteristiche ripetitive nella personalità
è difficile per chiunque, però realmente tutto      compulsiva. Se questi meccanismi non ven-
ciò che possiede un essere umano è l'oggi,          gono fermati, l’esperienza dell’abbandono
queste 24 ore che stanno trascorrendo.              non avverrà e si chiuderà la strada verso la
Vivere "ieri" è doloroso e vivere "domani"          crescita e la maturazione. Nelle altre espe-
riempie di ansia.                                   rienze dolorose iI vissuto non è tanto deva-
L’auto-aiuto propone di condividere l’espe-         stante e per questa stessa ragione non spinge
rienza (il passato), il vigore (il presente) e la   tanto drammaticamente verso il recupero.
speranza (il futuro) ma pone l'accento sul qui

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Recuperarsi significa uscire dal fango, ripa- dizione nella quale la persona lasciò di con-
rare i disastri compiuti e iniziare a vivere con sumare la sostanza che la incatenava o di
la gente e se necessario contro la gente. Ma praticare la condotta che la rendeva disgra-
c'è una distinzione tra i concetti di cura e      ziata, però si mostra risentita e piena di
recupero.                                         sfide. Discute, litiga spesso e si vede irritata
E' possibile curarsi un raffreddore ma non        come se le avessero tolto il giocattolo favori-
una malattia cronica. Questa esigerà, in          to invece di avervi rinunciato volontariamen-
forma costante, non ripetere gli errori del       te.
passato per non rischiare una ricaduta. La        Ha detto "sì" in superficie ma continua
filosofia dell'Auto-Aiuto insegna che si pro- dicendo "no" interiormente e questo le crea
duce all’intorno del recupero una concatena- molte colpe perché non si tratta di una vera
zione che causa ed effetto nel seguente ordi- accettazione.
ne: toccare il fondo dà alla persona coscienza Raggiungere il recupero quindi è un lungo
di vulnerabilità e permette di trattare nuova- processo fatto di piccoli successi e passi
mente con l'io; quindi è possibile l'abbando- avanti, ma anche di ristagni e retrocessioni.
no, consistente in un vero e umile atto di        Il "recuperato" non si è trasformato in un
resa, per arrivare all’accettazione, tappa dove santo: ha lasciato di soffrire e far
la persona è capace di digerire l'aiuto che       soffrire.Tantomeno si è trasformato istanta-
riceve, oltre a cooperare e mostrarsi ricettivo neamente in un servitore generoso; trasmette
con gli altri. II risultato finale consiste in un la sua esperienza e appoggio perché in que-
grado variabile di pace conseguenza della         sto stesso gesto sta ottenendo materia e stru-
fine delle lotte e divisioni interiori. Bisogna menti per il proprio recupero. Come dicono
distinguere il recupero come somma di tutto molti, l'auto-aiuto sarebbe in realtà una
il processo anteriore dell'astinenza, dalla con- forma di "egoismo cooperativo".

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                     “FINESTRA DI JOHARI”
Noi comunichiamo sempre. Comunichiamo       L’essere umano ha mille sfaccettature e tanti
con parole, con gesti, con il corpo, con un aspetti della propria personalità di cui è con-
rossore che ci tradisce anche quando non    sapevole e altrettanti di cui non ne è a cono-
vogliamo far vedere un imbarazzo che pro-   scenza o che ha rimosso. A proposito di que-
viamo.                                      sti diversi IO che sono presenti in noi, negli
                                            anni 50, Joseph Luth e Harry Ingham, psico-
Volenti o nolenti comunichiamo: possiamo logi americani, hanno messo a punto un
parlare francamente ma anche tra le righe o modello che illustra e aiuta a comprendere
manipolando oppure omettendo. Possiamo      come funzioniamo noi e la nostra comunica-
anche cascare dalle nuvole quando qualcuno zione interpersonale. La Finestra di Johari”
ci dice che siamo fatti in un tal modo che  (chiamata così per le iniziali dei loro nomi)
assolutamente non ci riconosciamo e         ci permette di analizzare noi stessi (e gruppi
possiamo anche stupirci quando qualche      di persone) attraverso una “finestra” compo-
nostro talento ci si rivela quando ci lan-  sta di quattro quadranti della nostra persona-
ciamo in nuove avventure.                   lità come dalla seguente figura:

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Il primo quadrante viene chiamato “Io              Secondo questo modello, per un miglior rap-
Aperto o Area Pubblica” ed è quella parte          porto interpersonale, l’ideale sarebbe espan-
di noi di cui siamo consapevoli e che anche        dere al massimo l’Io aperto o area pubblica,
gli altri conoscono di noi. Nell’Io aperto si      andando a diminuire le altre tre zone.
svolge la nostra comunicazione più diretta,        L’espansione dell’area pubblica va fatta
spontanea, efficace e congrua. Nell’area           riducendo le altre aree.
pubblica comunichiamo con fiducia mutua            Il feedback e l’ascolto sincero delle altre
creatività, abbiamo meno rischi di errori di       persone in relazione a noi stessi è la chiave
interpretazione e spendiamo meno energia           per fare chiarezza su aspetti di noi che non
perché avviene tutto di forma naturale. IO         conosciamo e che risiedono nel nostro punto
SO e DICO                                          cieco. Chiedere o comunque avere (anche
                                                   quando non richiesto) un parere su di noi
Il secondo quadrante chiamato “Io Cieco o          dalle persone con cui ci rapportiamo, è sicu-
Punto Cieco” è quella nostra parte che non         ramente un’opportunità per crescere in auto
conosciamo ma che gli altri riescono a vede-       consapevolezza e diminuire l’Io cieco.
re di noi. Il nostro punto cieco è frutto di una   Per espandere l’Io aperto in modo che vada
comunicazione trapelata che esce fuori a           ad occupare spazio del quadrante dell’Io
nostra “insaputa”. In questo ambito, spesso        segreto, l’unico modo è esporsi e condivide-
quando qualcuno ci dice di essere in quel          re i propri lati del carattere. Non più nascon-
modo che non riconosciamo, stabiliamo una          dersi ma aprirsi.
comunicazione critica, autoritaria che spesso      L’Io inconscio invece si rivela in varie occa-
può generare ostilità. IO NON SO e DICO.           sioni: attraverso l’osservazione degli altri (e
                                                   in questo caso va ad aumentare il punto
                                                   cieco), con un insight individuale o durante
“Io Segreto o Facciata” è il terzo quadran-        dinamiche e discussioni di gruppi dove
te. Qui conosciamo lati del nostro carattere       emergono aspetti fino allora ignoti a noi e
che gli altri non vedono perché deliberata-        agli altri. Uscire dalla propria zona di com-
mente decidiamo di non renderli pubblici.          fort e sperimentarsi in nuovi ambiti può farci
Scegliamo di nascondere la nostra personali-       scoprire talenti e attitudini inaspettate. Tutta
tà per paura di rifiuto, diffidenza, vergogna,     l’area inconscia è un mondo da scoprire.
riservatezza o manipolazione. Ovviamente in        La finestra di Johari è una matrice che mette
questa area la comunicazione è trattenuta.         in evidenza questi vari livelli di consapevo-
IO SO ma NON DICO.                                 lezza presenti in tutti noi e allo stesso tempo
                                                   è un ottimo strumento per fare chiarezza di
L’ultimo quadrante è “L’Io Inconscio o             dei nostri comportamenti e atteggiamenti che
Area Ignota”. Questa è l’area del potenziale       mettiamo in atto quando siamo in intera-
inesplorato, dei talenti nascosti, della creati-   zione con l’altro. Aprendo la nostra area
vità repressa, della paura dei rischi, dei fatti   pubblica agli altri, miglioriamo la nostra
rimossi. In questa area le informazioni non        comunicazione e i rapporti interpersonali che
sono conosciute né da noi né dagli altri.          diventano più fluidi, diminuendo così quella
NON SO e NON DICO.                                 sensazione di isolamento che spesso
                                                   proviamo.

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     CRONACHE EMOTIVE

                       EDUCARE AL FUTURO
Un obiettivo inderogabile è quello di educare
al futuro. L’attività educativa ha
indubbiamente la funzione di trasmettere la
cultura comunitaria e di adattare i giovani alla
realtà attuale.

Le più belle pagine della storia
dell’educazione mostrano pure un’altra faccia
dell’attività educativa, quella che decifra il
passato e coopera alla creazione di una nuova
realtà ancora allo stato nascente. Secondo
alcuni questa seconda modalità di educare si
raccomanda particolarmente nello stato
presente, attraversato per un verso da una
vasta serie di bisogni ed aspirazioni nuove.

A livello di conoscenza l’educazione dovreb-
be integrare il sapere disciplinare attorno ai
grandi problemi dell’uomo e del suo essere al
mondo, superando l’orizzonte di una con-
cezione scientifica e pragmatistica dell’istru-
zione.
“Apprendere per comprendere” potrebbe
                                                   Apprendere a vedere la realtà “altrimenti”
essere lo slogan di una istruzione e di una
                                                   dovrebbe essere la meta di quell’atteggia-
educazione aperta al futuro. Essa inoltre
                                                   mento di pensiero, che rende liberi da visio-
dovrebbe incitare ad adottare un nuovo stile
                                                   ni deterministiche dell’esistenza e che appel-
di pensiero che sappia andare oltre la
                                                   la all’azione ed alla responsabilità umana per
superficie del reale e giungere a quei livelli
                                                   le sorti del mondo. Esso aiuterebbe a far
profondi della vita, dove nascono le nuove
                                                   superare gli schemi imposti alla nostra vita
forze e sbocciano i nuovi programmi di vita,
                                                   individuale e quelli che noi imponiamo a noi
dove si forzano i limiti del presente e ci si
                                                   stessi; libererebbe dalle catene della routine,
avventura nell’ “estraneità inattesa” del
                                                   della ripetizione, del funzionamento superfi-
futuro. Ciò comporta di conseguenza la
                                                   ciale ed aprirebbe a nuove e più qualificate
necessità di andare oltre la logica di una
                                                   forme di azione: ovviamente con senso di
ricerca limitata alle contatazioni empiriche,
                                                   gradualità e di misura.
dando aggio alle categorie del potenziale e
del possibile, della creatività o dello “stato
nascente”.

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                                   LETTO PER VOI

         LE PAROLE DI ECONOMIA CIVILE

E, sempre a proposito di identità, non possi-
mo non citare le parole che aiutano a
defini-re la nostra realtà dal punto di vista
econo-mico sosciale. Utoilizziamo a tal fine
la defi-nizione dei vocaboli economici
fornata da Stefano Zamagni, ex presidente
dell'Agenzia per il terzo settore, apprezzato
in tutto il mondo per i suoi studi in materia
di econo-mia sociale e che dal 27 marzo
2019 è pre-sidente della Pontificia
accademia delle scienze sociali                 bene totale (ad es. il PIL nazionale) conven-
                                                ga “annullare” il bene (o benessere) di qual-
                                                cuno a condizione che il guadagno di benes-
Bene Comune                                     sere di qualcuno altro aumenti in misura suf-
Cosa si nasconde dietro l’espressione bene ficiente per più che compensarlo.
comune? Un modo semplice, ma efficace, Non così, invece, con una moltiplicazione:
di afferrare il significato di bene comune è    l’annullamento anche di un solo fattore azze-
quello di porlo al confronto col concetto di ra l’intero prodotto.
bene totale.                                    Detto in altri termini, quella del bene comu-
Mentre il bene totale può essere                ne è una logica che non ammette sostituibi-
metaforicamente reso con l’immagine di          lità (ovvero trade off): non si può sacrificare
una sommatoria, i cui addendi                   il bene di qualcuno – quale che ne sia la
rappresentano i beni individuali (o dei         situazione di vita o la configurazione sociale
gruppi sociali di cui è formata la società), il – per migliorare il bene qualcun altro e ciò
bene comune è piuttosto paragonabile ad         per la fondamentale ragione che quel qualcu-
una moltiplicazione, i cui fattori              no è pur sempre una persona umana!
rappresentano i beni dei singoli indi-vidui (o Per la logica del bene totale, invece, quel
gruppi).                                        qualcuno è un individuo, cioè un soggetto
Immediato è il senso della metafora: in una identificato da una particolare funzione di
sommatoria se anche alcuni degli addendi si utilità e le utilità – come si sa – si possono
annullano, la somma totale resta comunque tranquillamente sommare (o confrontare),
positiva. Anzi, può addirittura accadere che perché non hanno volto, cioè identità, né sto-
se l’obiettivo è quello di massimizzare il      ria.

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Crisi                                              muovere mediante un supplemento di pen-
Due sono i tipi di crisi che, grosso modo, è       siero e soprattutto la testimonianza delle
possibile identificare nella storia delle nostre   opere. Così è stato quando Benedetto, lan-
società: dialettica l’una, entropica l’altra.      ciando il suo celebre “ora et labora”, inaugu-
Dialettica è la crisi che nasce da un conflitto    rò la nuova era, quella delle cattedrali.
fondamentale che prende corpo entro una
determinata società e che contiene, al pro-        Economia civile
prio interno, i germi o le forze del proprio       L’espressione “economia civile” compare
superamento.                                       per la prima volta nel lessico politico-econo-
Esempi storici e famosi di crisi dialettica        mico nel 1753, anno in cui l’Università di
sono quelli della rivoluzione americana,           Napoli istituisce la prima cattedra al mondo
della rivoluzione francese, della rivoluzione      di economia, affidandone la titolarità ad
di ottobre in Russia nel 1917.                     Antonio Genovesi, la cui opera fondamenta-
Entropica, invece, è la crisi che tende a far      le del 1765 reca per titolo Lezioni di econo-
collassare il sistema, per implosione, senza       mia civile.
modificarlo. Questo tipo di crisi si sviluppa      L’economia civile si fonda sulle virtù civiche
ogniqualvolta la società perde il senso –cioè,     e sulla natura socievole dell’essere umano, il
letteralmente, la direzione– del proprio ince-     quale è spinto ad incontrarsi, anche nel mer-
dere.                                              cato, con l’altro.
Anche di crisi entropica la storia ci offre        I pilastri tipici dell’economia civile sono la
esempi notevoli: la caduta dell’impero roma-       virtù, la socialità e la felicità.
no; la transizione dal feudalesimo alla            Se l’economia civile è una proposta di ricer-
modernità; il crollo del muro di Berlino e         ca, una prospettiva sull’oggi, criterio di valu-
dell’impero sovietico.                             tazione delle concrete esperienze economi-
Perché è importante la distinzione tra crisi       che, essa è anche una profezia, che sta di
dialettica e crisi entropica? Perché sono          fronte all’economia di tutti i giorni come un
diverse le strategie di uscita dai due tipi di     dover-essere, e che ci ricorda gli obiettivi
crisi. Non si esce da una crisi entropica con      più alti ai quali la convivenza civile, econo-
aggiustamenti di natura tecnica o con prov-        mia inclusa, può giungere.
vedimenti solo legislativi e regolamentari –       In questi secoli, attraversati da mille con-
pure necessari – ma affrontando di petto,          traddizioni, l’ideale di una economia final-
risolvendola, la questione del senso.              mente civile ha accompagnato lo sviluppo
Ecco perché sono indispensabili a tale scopo       del pensiero e della prassi economica.
minoranze profetiche che sappiano indicare         L’economia reale diventa economia civile
alla società la nuova direzione verso cui          ogniqualvolta un’impresa, un’organizzazio-

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ne, un consumatore, una scelta individuale     Il risultato è che, parlando con gli studiosi
riesce a fare il “salto della gratuità” e      americani, si nota davvero una chiusura, per-
suscitare rapporti di reciprocità.             ché per loro la storia del pensiero economico
                                               nasce nella prima metà del 700, mentre per
Libertà                                        noi nasce nell’XI secolo.
Tre sono le dimensioni costitutive della       Finchè le cose vanno bene, nessuno pensa ai
libertà: l’autonomia, l’immunità, la capaci- fondamenti. Il fondamento sta sotto terra,
tazione.                                       non si vede. Tutti vogliono vedere l’edificio.
L’autonomia dice della libertà di scelta: non Ma sappiamo che, se il fondamento non è
si è liberi se non si è posti nella condizione solido, l’edificio collassa.
di scegliere.
L’immunità dice, invece, dell’assenza di       Qualità della Vita
coercizione da parte di un qualche agente      Alla base del nuovo modello di crescita c’è
esterno. È, in buona sostanza, la libertà      una specifica domanda di qualità della vita.
negativa (ovvero la “libertà da”) .            Ma la domanda di qualità va ben al di là di
La capacitazione, (letteralmente: capacità di una mera domanda di beni manifatturieri (o
azione) infine, dice della capacità di scelta, agricoli) “ben fatti”.
di conseguire cioè gli obiettivi, almeno in    È piuttosto una domanda di attenzione, di
parte o in qualche misura, che il soggetto si cura, di servizio, di partecipazione – in
pone. Non si è liberi se mai (o almeno in      buona sostanza, di relazionalità. In altri ter-
parte) si riesce a realizzare il proprio piano mini, la qualità cui si fa riferimento non è
di vita.                                       tanto quella dei prodotti (beni e servizi)
                                               oggetto di consumo, quanto piuttosto la qua-
Pensiero Economico                             lità delle relazioni umane.
Per gli americani, e dunque per il mondo       La qualità della vita viene misurata sull’as-
intero la storia del pensiero economico nasce se della libertà, intesa come possibilità di
nel 700 con Adam Smith.                        autorealizzazione, mentre l’aumento del red-
Non per colpa loro, ma per colpa di noi        dito pro-capite indica semplicemente una
italiani, che non abbiamo tradotto i nostri    maggiore capacità di spesa da parte della
libri.                                         persona.
I libri di Antonino da Firenze, che
Schumpeter considera il più grande econo- Società Civile
mista prima di Adam Smith, non sono mai        La società civile è quell’insieme di stili di
stati tradotti, così come quelli di Bernardino vita, di regole e di istituzioni che fa sì che la
da Siena.

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natura ambivalente dell’essere umano, la sua       realizzano i propri interessi operando all’in-
“insocievole socievolezza", possa essere           terno e per mezzo delle istituzioni.
orientata al bene comune. L’insieme dei
corpi sociali intermedi di cui parla la            Umanesimo Civile
Costituzione italiana: famiglia, associazioni-     L’Umanesimo civile fu un particolarissimo,
smo, terzo settore.                                breve, periodo della storia italiana che eser-
I corpi intermedi della società civile – come      cita ancora oggi il suo fascino, e continua a
sono indicati all’art.2 della nostra carta         rappresentare un decisivo punto di riferimen-
costituzionale – sono considerati dagli stu-       to culturale, perché fu il risultato di una feli-
diosi di economia politica (a differenza degli     ce alchimia tra i valori dell’antichità, classi-
studiosi di economia civile) tanto importanti      ca e cristiana, e le nuove esigenze politiche,
per il progresso culturale e morale del Paese,     culturali ed economiche che in quegli anni
quanto irrilevanti per il suo successo econo-      irrompono sulla scena dell’Occidente.
mico.                                              Oggi sappiamo che non è possibile compren-
La società civile non può essere riduttiva-        dere la genesi dell’economia civile e più in
mente identificata con l’esistenza di una plu-     generale dell’economia politica senza fare i
ralità di istituzioni capaci di controbilanciare   conti con l’Umanesimo civile italiano e la
la forza dello Stato.                              sua civiltà cittadina.
Ciò è necessario, ma non sufficiente. Nelle        Ripartire idealmente nella ricostruzione della
nostre realtà odierne, la società civile o trova   tradizione dell’economia civile
il modo di esprimersi a livello della sfera        dall’Umanesimo significa allora cercare di
delle relazioni economiche, proponendosi           raccordare l’economia contemporanea con la
come forza autonoma e indipendente, oppure         sua storia millenaria: significa mostrare che
rischia di diventare poco più che una espres-      la riflessione sull’economico non è un fungo
sione letteraria, una sorta di wishful thinking.   che spunta all’improvviso nella stagione
La “nuova” società civile di cui l’Italia ha       della modernità, ma una nuova fioritura di
urgente bisogno per raccogliere la sfida della     un albero secolare, che può, ancora, rifiorire.
post-modernità non può non includere una           L’“età dell’oro” dell’Umanesimo civile è
vitale economia civile.                            senza dubbio la Toscana della prima metà
Nei Paesi dove è debole la società civile, i       del Quattrocento. I suoi maggiori esponenti
cittadini perseguono e tutelano i propri inte-     e interpreti furono Coluccio Salutati, Poggio
ressi “proteggendosi” dalle istituzioni (non       Bracciolini, Leonardo Bruni, Léon Battista
pago le tasse perché così mi arricchisco più       Alberti e Matteo Palmieri, Antonino da
in fretta; pratico il free-riding perché rispar-   Firenze. È un’età che vede a Firenze una
mio risorse o energie, e così via); in quei        concentrazione straordinaria di artisti, da
Paesi dove invece essa è robusta, i cittadini      Brunelleschi, Masaccio e Donatello,
                                                   Botticelli, Della Robbia, Beato Angelico.

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           OLTRE DIO alla scoperta dell'uomo.
        L'identità della persona umana. Una Riflessione di Giuseppe Barzaghi

 Giuseppe Barzaghi (Monza, 5
 marzo 1958) è un religioso, filo-
 sofo e teologo italiano, direttore
 della Scuola di anagogia, fon-
 data dal cardinale Giacomo
 Biffi. Discepolo del filosofo
 Gustavo Bontadini e frate
 domenicano, è stato l'interlocu-
 tore privilegiato di Emanuele
 Severino sulla questione di Dio
 e del cristianesimo

Nella sua opera “Oltre Dio”, Barzaghi si           un’espressione di Dionigi): se ogni cosa è
interroga dapprima sull’essenza del cristia-       eterna, e tale dunque è anche il suo apparire,
nesimo per giungere ad affermare la necessi-       esso deve continuare ad apparire, eternamen-
tà, per il credente, di assumere alcune fonda-     te, anche quando “non appare”. «Dunque –
mentali posizioni filosofiche riguardo alla        afferma il filosofo –, se tale apparire non
vera comprensione della realtà: «Se il             permane nell’orizzonte dell’apparire che è la
Cristianesimo è essenzialmente la partecipa-       mia coscienza, perché consta l’apparire-
zione della vita di Dio, cioè della vita eterna,   scomparire dell’ente, deve comunque conti-
per comprenderlo occorrerà porsi dal punto         nuare ad apparire […] in modo determinatis-
di vista di Dio, cioè dell’eterno» (p. 13).        simo, dunque alla sola scienza di Dio cui
Secondo Barzaghi, l’Essere assoluto «non           eternamente appaiono gli eterni. Non
può essere inteso come qualcosa accanto ad         ammettere questa scienza di Dio, cioè Dio,
altre cose, e conseguentemente diviene il          significa ammettere che l’apparire, che è pur
punto di vista rigoroso per l’ispezione del        un non-niente, sia un niente nel momento in
tutto» (p. 17). In questo senso, la filosofia di   cui non appare più determinatamente, indivi-
Emanuele Severino, che si presenta come            dualmente» (p. 24). Questa scienza – chia-
alternativa al teismo, offre in realtà per         mata nel linguaggio tomista scientia Dei
Barzaghi il fianco a un nuovo percorso argo-       visionis – «ha la fisionomia dell’apparire
mentativo in favore dell’esistenza di Dio (un      infinito di cui parla Severino nei suoi scritti»
Dio però non inteso come oggetto: da qui il        (p. 17).
titolo dell’opera, che evoca esplicitamente

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     LA “PAROLA” DELLA DOMENICA
     Appunti e spunti di riflessione tratti dalle meditazioni
     di don Nicola intorno alle letture domenicali

                                               "CERCHIO"
                                                      18 aprile 2021

Le letture di oggi ci fanno riflettere sul
senso della comunità, inclusa ovviamente
la nostra e, quindi sul senso delle relazioni,
dei cambiamenti e della stessa
Resurrezione.“C’è un messaggio diretto a
tutti. Un messaggio universale, nessuno
escluso. È come una bella lettera che
arriva a ciascuno di noi”

Esordisce così don Nicola nel consegnarci le
sue riflessioni sulle letture domenicali oggi.
(Atti degli Apostoli 3,13-15.17-19; Salmo 4;
Prima Lettera di san Giovanni 2,1-5a; Luca                      Laddove il centro del cerchio è occupato non
24,35-48)                                                       da un “protagonista” ma dal valore condi-
Lo stesso don Nicola ci confida di aver cer-                    viso del bene, che accomuna i partecipanti.
cato di entrare nell’esperienza che                             In gioco c’è la verità, rappresentata dai rap-
l’Evangelista Luca vuole trasferirci, invita-                   porti di reciproco aiuto e dal Bene che lo
doci ad andare al di là del mero racconto di                    consente.
un fatto.                                                       Il cerchio permette, infatti, a ognuno di
Non a caso, Gesù, nel brano evangelico di                       guardare negli occhi l’altro e di riconoscersi
oggi, si affianca ai discepoli e non si colloca                 sullo stesso livello.
davanti o dietro, ma in “stette in mezzo a                      Difatti, la verità si percepisce attraverso la
loro” a loro, a testimoniare la necessità di                    realtà e non coincide con i nostri fantasmi, è
un rapporto di condivisione e di crescita                       un è un toccare più profondo. È, in effetti,
comune.                                                         un “entrare dentro”.
Non a caso, aggiunge don Nicola, facendo                        Ed è in fondo, questa, un’esperienza di
riferimento all’esperienza, al metodo, agli                     resurrezione.
incontri che avvengono nel nostro Centro, le                    Essa infatti non avviene una sola volta per
persone (siano essi operativi, familiari,                       tutte, ma è un’esperienza che si rinnova
coordinatori di Struttura o di Area) si radu-                   costantemente.
nano sempre in cerchio.                                         È quell’esperienza che ci “fa andare avanti”,
Il cerchio, infatti, è la figura geometrica che                 ogni volta che ci risvegliamo dal sonno
meglio rappresenta e traduce il senso dello                     della notte, o dalle oscurità delle nostre
stare insieme.                                                  ombre.

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La stessa resurrezione di Lazzaro ci dice         Il Signore apparendo ai suoi discepoli ci dà
questo, “egli non è risorto solo dalla morte      una buona notizia: “anche noi possiamo
fisica (una resurrezione, questa, tempora-        risorgere”.
nea), ma soprattutto dalla morte dello spiri-     In tal seno è significativo, ancor più, lo stes-
to.                                               so invito di Cristo a mangiare insieme.
In realtà la resurrezione è un momento di         Mangiare, in fondo, è il segno di una comu-
crescita chi ci riguarda e ci aiuta a capire la   nione ritrovata; è un invito a stare insieme, a
verità sulla nostra vita.                         nutrirsi di pane, di e reciprocità, ad essere
Cosicché, riprendendo la riflessione sulla        testimoni, non predicatori.
maschera che nasconde il nostro vero volto,       “La possibilità c’è. Ma possiamo solo speri-
don Nicola, ci ricorda che solo quando guar-      mentarla”.
diamo dietro la maschera vediamo veramen-
te il volto di noi stessi e dell’altro.
Così come ci invita a fare il Vangelo di
Luca: “entrare nella esperienza”.
Il brano evangelico di oggi quindi ci testi-
monia proprio questa capacità di cogliere la
verità che si cela dietro il fatto. Un’ espe-
rienza di ascolto e di visione profonda che
apre veramente.

                                                                                               23
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LA “PAROLA” DELLA DOMENICA
Appunti e spunti di riflessione tratti dalle meditazioni
di don Nicola intorno alle letture domenicali

                   IL PASTORE E IL MERCENARIO
                                                           25 aprile 2021
 Oggi ci arrivano tante sollecita-
 zioni dalle Letture.
 San Giovanni ci parla della
 pecora e del pastore, ma anche
 stavolta lo fa per andare oltre.
 Sembra proprio il richiamo a cia-
 scuno di noi, e al nostro modo di
 fare comunità affinché ci ricono-
 sciamo anche noi come pecore,
 figli amati da Dio.
 Dimensione che viene ricordata
 anche da Pietro negli Atti degli
 Apostoli attraverso la sua perso-
 nale testimonianza.
 In realtà, come suggerisce don
 Nicola, bisogna capire qual è
 l’esperienza nostra che potrebbe
 somigliare a questa. Anche per-
 ché, in fondo la “parola” del Vangelo           Preso alla lettera il brano evangelico propo-
 riguarda direttamente la nostra vita. E trova sto oggi, infatti, sembra mettere in cattiva
 sempre una corrispondenza con la nostra vita luce la figura del mercenario, alimentando
 personale e comunitaria.                        una contrapposizione tra bene e male, giusto
 Del resto l’amore e la vita sembrano trovare ed ingiusto che ci allontana dal vero messag-
 una perfetta coincidenza nella realtà testimo- gio evangelico.
 niata da Gesù.                                  In realtà tali attribuzioni non corrispondono
 L’espressione di Gesù: “io sono” dice tantis- a ruoli definiti, attribuibili tout court all’uno
 simo.                                            o all’altro personaggio e, soprattutto, distanti
 Tira in ballo il tema della identità. E soprat- lontani dalla nostra esperienza personale.
 tutto il tema della relazione, laddove non c’è Piuttosto essi stanno a significare atteggia-
 identità vera, compiuta, se non si riconosce menti che appartengono a ciascuno di noi.
 la relazione alla base di essa.                  Tutti, difatti, come il mercenario, siamo
 Il mercenario e il pastore rimandano, allora, portati ad utilizzare l’altro in funzione dei
 anch’essi al tema del rapporto.                  nostri obiettivi personali.
 In effetti, laddove c’è un’apparente contrap- Cosicché il bano evangelico non è una con-
 posizione di ruoli, tra il il pastore e il mer- danna del mercenario, come persona. Quanto
 cenario, bisogna leggere più che la contrap- piuttosto un’ulteriore dimostrazione della
 posizione, la prospettiva relazionale, integra- dimensione universale, incondizionata, gra-
 tiva, suggerita da don Nicola.                   tuita dell’amore di Dio per le sue creature.

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