L'ITALIA DELLE LEGGI RAZZIALI - È proprio così lontana? - SPI-CGIL Lombardia
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NUOVI Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma. 20/B legge 662/96 - filiale di Milano L’ITALIA DELLE LEGGI RAZZIALI È proprio così lontana? Lombardia
Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Sommario 3 Introduzione 37 Appendice PER SAPERNE DI PIÙ 4 Fu l’indifferenza 38 Il manifesto della Razza a portare ad Auschwitz Liliana Segre 41 L’Italia delle leggi razziali 6 Da ieri a oggi 44 La persecuzione di rom e sinti il razzismo che ritorna 48 Porrajmos, ieri e oggi Bruno Pizzica Giorgio Bezzecchi 10 L’Italia delle leggi razziali 50 Qualche suggerimento è così lontana? Stefano Landini 54 E ancora… Libri, film e docufilm 17 RAGIONANDO SUL PRESENTE Il dibattito Ne discutono: Vincenzo Colla Matteo Ricci Giorgio Bezzecchi Ivan Pedretti Coordina: Gad Lerner Le foto del convegno sono di Giordano Fuzzi, Video&Foto service, Cattolica. In copertina: Milano, Memoriale della Shoah. Nuovi Argomenti Spi Lombardia Impaginazione: A&B, Besana in Brianza (MB) Pubblicazione mensile del Sindacato Pensionati Italiani Prestampa digitale, stampa, confezione: Cgil Lombardia RDS WEBPRINTING S.r.l. Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019 Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB) Direttore responsabile: Erica Ardenti Registrazione Tribunale di Milano n. 477 del 20 luglio 1996 Editore: MIMOSA srl uninominale, presidente Italo Formigoni Numero singolo Euro 2,00 Abbonamento annuale Euro 10,32
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Introduzione C ollegare la memoria all’attualità, scopri- re i fili che legano il passato al presen- te. Possiamo dire che lo Spi quando fa Memo- ria lo fa con questo spirito e, infatti, proprio in questo spirito si inserisce l’iniziativa dello scorso settembre, tenuta nell’ambito dei Gio- chi di Liberetà, dedicata all’ottantesimo delle leggi razziali. Domandarsi, questo il tema al centro del dibattito, se l’Italia delle leggi razziali è così lontana da quella di oggi implica una riflessione che, partendo dal 1938, ci porta ai problemi odierni. L’indifferenza di cui parla la senatrice a vita Liliana Segre si ricollega all’indifferenza o abitudine con cui in tanti accolgo- no le notizie quotidiane relative ai migranti che muoiono in mare o che rimangono sulle navi delle ong in condizioni precarie senza porti che li accolgano. Per non parlare del plauso che un decreto sicurezza come quello di Salvini ha riscosso in più parti della popolazione. Le riflessioni degli ospiti del convegno mostrano come sia difficile la realtà da affrontare non solo per chi fa politica, come il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ma anche per chi lavora nel sinda- cato come Vincenzo Colla e Ivan Pedretti che parlano anche di modelli, di proposte con cui af- frontare le emergenze di oggi legate al lavoro, alla sicurezza, alla pace sociale. Questo numero di Nuovi Argomenti non si limita però a dare conto del dibattito avvenuto a Cattolica. Abbiamo voluto curare un’appendice in cui raccogliere una documentazione che permetta di avere un’idea un poco più approfondita di quello che le leggi razziali hanno voluto significare. Da qui l’idea di pubblicare il testo del Manifesto della razza, ma anche una breve storia della persecuzione di rom e sinti (non solo perché Salvini ne ha riproposto la schedatura ma anche per- ché spesso ci si dimentica di queste vittime di cui poco si conosce). E poi la recensione di libri dedi- cati ad aspetti fino ad ora poco indagati: la spoliazione o meglio la depredazione dei beni degli ebrei, il comportamento degli italiani di fronte alle persecuzioni. In ultimo c’è la segnalazione di libri e film o docufilm usciti recentemente fra il 2018 e l’inizio di questo 2019. Poche gocce in mez- zo a un mare di nuovi studi e ricerche, offerti dalla storiografia in questi ultimi vent’anni, mol- to importanti per riscrivere le pagine della storia del fascismo e delle sue reali responsabilità in fatto di antisemitismo e razzismo, distruggendo così il falso mito degli “italiani brava gente”. 3
FU L’INDIFFERENZA A PORTARE AD AUSCHWITZ Liliana Segre Senatrice a vita A ll’inizio dell’incontro è stata proiettata la video testimonianza di Liliana Se- a scuola in Via Ruffini, fa- cevo la seconda elementare, ed ero una bambina qualun- gre, nominata senatrice a vita que – come siete stati tutti dal presidente della Repubbli- voi – una bambina qualsia- ca Mattarella il 19 genna- si felice e contenta cresciuta io 2018. Nata il 10 settembre in una famiglia che l’ama- 1930, Segre è una delle ultimi va moltissimo. Ho vissu- testimoni dell’Olocausto. Espul- to sulla mia pelle, sulla mia sa dalla scuola in seguito alle giovane psiche di allora l’e- leggi razziali del 1938, con l’i- sclusione, questo mio esse- nasprimento delle persecuzioni re espulsa dalla scuola, non venne nascosta dal padre pres- perché avessi fatto qualche so alcuni amici; il 10 dicembre cosa, ma perché ero nata in ’43 col padre e due cugini tentò di fuggire a Lugano una famiglia ebraica. Sono stata mandata via ma vennero respinti dalle autorità elvetiche e il gior- mentre le mie compagne facevano la terza, la no dopo arrestati a Selvetta di Viggiù (Varese). Dopo quarta, la quinta. una detenzione di quaranta giorni a Milano fu de- Ormai sono morte quasi tutte, ma mi è capi- portata dal Binario 21 della stazione Centrale al tato gli anni scorsi di incontrarne qualcuna e campo di Auschwitz Birkenau. Era il 30 gennaio di sentirmi chiedere: “ma tu perché sei andata ’44. Costretta al lavoro forzato presso la fabbrica di via?”, e ho dovuto spiegare che no, io non ero munizioni Union della Siemens, alla fine del genna- andata via, mi avevano mandata via. E questo io ’45 affrontò quella che venne chiamata la marcia perché ancora, dopo quaranta/cinquant’anni, della morte verso la Germania. Fu liberata dall’Ar- le cose non erano e non sono state dette. Sem- mata Rossa il 1° Maggio ’45 nel campo di Mal- bra che siano fatti successi altrove, non qui. chow, sottocampo del più famoso Ravensbruck. Dei La mia famiglia era una famiglia italianissima: 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni de- mio padre e mio zio erano stati ufficiali nel- portati ad Auschwitz, Liliana Segre è una dei venti- la prima guerra mondiale, addirittura mio zio cinque sopravissuti. era un fervente fascista, si era sposato in cami- Qui di seguito pubblichiamo la trascrizione della sua cia nera. Dopo si vergognò talmente di que- testimonianza. sta scelta da tagliare via la sua immagine dalla foto del matrimonio tanto che mia zia sembra- Sono nata a Milano da una famiglia ebraica lai- va una donna che andava a sposarsi da sola. ca e milanese da due o tre generazioni, andavo In Italia c’erano molti ebrei fascisti, perché ne- 4 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
gli anni della sua ascesa, Mussolini ebbe un grandissimo successo, la classe borghese italia- na, fra cui gli ebrei, era tutta fascista, mentre dopo la guerra tutti divennero antifascisti… ma prima correvano nelle piazze a battere le mani. Non si può dire che proprio fossero co- stretti, ci andavano volentieri. Io mi ricordo di questa espulsione da scuola, mi ricordo che, da quel momento, è stato tut- to diverso nella mia vita: la polizia entrava in casa, noi avevamo paura, si era esclusi da una infinità di situazioni, la stessa atmosfera all’in- terno della famiglia era cambiata. Durante un incontro all’Università Cattolica ho chiesto a uno studente: “scusa, tu quanti pensi che siano gli ebrei in Italia?” e questo La Pietra d’inciampo dedicata al padre Alberto, ragazzo che era già al terzo anno, mi ha rispo- Milano 2017 sto: “un milione e mezzo”. Gli ebrei, invece, sono sempre stati una minoranza. I cittadini furono pochissimi, perché quella radice di italiani di religione ebraica erano e sono cir- amore, amicizia, che è poi la stessa, era molto ca trentacinque, trentottomila*, ma di questi difficile da estrarre dai cuori e dalle menti. Era dati non se ne ha proprio nessuna idea. più facile far finta di niente, e così, nel silenzio La cosa che fece più soffrire questo piccolo nu- e nell’indifferenza generale, poterono agire cleo, questa minoranza fu l’indifferenza. Per quelli che avevano il potere, quelli che, con al- il Memoriale della Shoah a Milano presso la leanze vergognose, arrivarono a portare in Stazione Centrale, intorno a quel binario 21 un’Italia che in realtà non sarebbe stata antise- da cui partirono i trasporti degli Ebrei verso mita, le leggi di Norimberga per cui si arrivò Auschwitz, tra cui il mio, mi hanno chiesto ad Auschwitz. un parere sulla parola da incidere nella pietra come simbolo di quel luogo. Io ho suggerito, e così è stato fatto, indifferenza. Non fu tanto la cattiveria, la crudeltà, l’anti- semitismo o tutto il peggio che vogliamo dire che portarono ad Auschwitz. Fu l’indifferenza, quel voltare la faccia dall’altra parte, quel dire: “basta con questi ebrei, ma cosa ce ne importa, non succede a noi”. Di quel tempo, mi ricordo l’importanza de- gli amici. Quando parlo ai ragazzi dico: “non pensiamo alle trasmissioni televisive che se anche scrivo- no Amici con la A maiuscola quegli amici lì, quelli della De Filippi, non sono gli amici che dico io. Gli amici con la A maiuscola ti stan- no vicini quando stai male, quando sei pove- ro, quando sei in condizioni disperate, quan- * Oggi gli ebrei italiani iscritti alle ventuno Comunità del paese sono do non sai a chi appoggiarti, sennò è inutile la meno di 30.000 su una popolazione di 57 milioni. Quasi la metà vi- vono a Roma, meno di 10.000 a Milano. Gli altri sono sparsi in Co- A maiuscola. munità definite “medie” (Torino, Firenze, Trieste, Livorno, Venezia) Ebbene all’epoca gli amici con la A maiuscola o “piccole”. (Fonte Ucei – Unione delle comunità ebraiche italiane). 5
DA IERI A OGGI IL RAZZISMO CHE RITORNA Bruno Pizzica Segretario generale Spi Emilia Romagna M i spetta il compito di una breve presenta- zione dell’iniziativa di oggi. alle leggi razziali del regime fascista, in occasione dell’ot- tantesimo anniversario, nel- Avremmo voluto una pre- la consapevolezza che il tema senza femminile al tavolo, dell’intolleranza razziale è da non per obblighi di garbo, tempo tornato all’attenzione ma perché sono tante le don- del Paese e che la costituzio- ne che avrebbero potuto dare ne di un governo dagli incer- un contributo importante: ti e variabili riferimenti idea- abbiamo sondato la disponi- li – che vede un personaggio bilità di diverse personalità come Matteo Salvini mini- femminili, ma impegni pre- stro dell’Interno – avrebbe cedenti o difficoltà di sposta- incentivato pulsioni del ge- menti non hanno consentito nere e avrebbe provato a im- la loro presenza: il video che abbiamo appena porle all’opinione pubblica, sfondando oltre il visto della senatrice a vita Liliana Segre è co- suo tradizionale campo di consenso. munque di grande significato per la nostra ini- La realtà è andata decisamente oltre: il governo ziativa e costituisce un bel punto di riferimento è di fatto trainato dalla Lega e da Salvini, nono- per la discussione. stante il voto del 4 marzo gli abbia assegnato il Con noi c’è, comunque, una giovane donna, 17 per cento dei consensi, non precisamente un Alice De Toma, donna di teatro, regista, sce- plebiscito. Non c’è dubbio che Salvini sta ammi- neggiatrice, attrice che collabora da tempo con nistrando quel voto con grande disinvoltura, in- lo Spi dell’Emilia Romagna con la sua asso- nanzitutto dentro la coalizione di centro destra ciazione teatrale – Tomax teatro – con la qua- (sostanzialmente cannibalizzata), e poi nei con- le costruisce e allestisce spettacoli interamente fronti del M5S e di un Di Maio, troppo smanio- realizzati da ragazzi e ragazze di alcune scuo- so di andare al governo per tenerne il confronto e le bolognesi, su temi difficili e attuali: l’ulti- la gestione su un piano di pari dignità. mo, del maggio scorso, ha rappresentato la re- Di Maio (e i suoi modesti ministri, a partire altà della presenza mafiosa e della criminalità da Toninelli, che si presta a essere la controfi- organizzata nella regione. gura del capo leghista) gioca costantemente la Alice leggerà alcuni brani di diversi autori, che parte dell’inseguitore, dispensa sorrisi e ‘felicità lei stessa ha selezionato, intervallando e, nello presunte’, è di fatto costretto alla parte del fe- stesso tempo, offrendo spunti alla discussione. dele servitore, anche quando deve fare clamo- Abbiamo deciso di dedicare l’iniziativa di oggi rose marce indietro su alcune delle parole chia- 6 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
ve dell’ascesa del suo movimento: dalla vicenda massimo consenso popolare: l’Italia era fascista dei 49 milioni che la Lega deve restituire allo non solo per il governo che la reggeva, ma per- Stato, in forza di una precisa sentenza giudi- ché la coscienza popolare era diffusamente fa- ziaria, alla gestione degli sbarchi di immigra- scista e pronta anche ad accettare e condivide- ti, alle parole eversive che Salvini pronuncia e re (con “indifferenza”, dice Liliana Segre) una manda on line giorno per giorno. impostazione apertamente razzista nei confron- Sullo sfondo, come comparsa tragicomica, il ti di cittadini, uomini donne bambini (non più professor Conte: curriculum gonfiati, presenza di 50mila, su una popolazione di circa 45 mi- impalpabile, non dice mai una cosa precisa… lioni), che erano italiani da generazioni e spes- deve prima chiedere permesso. Prova a parte- so perfino fascisti, avevano il negozio sotto casa, cipare a un concorso universitario da presiden- lavoravano gomito a gomito, frequentavano le te del consiglio in carica (!), si lascia andare a stesse scuole. La scheda curata da Marco Sotgiu dichiarazioni imbarazzanti: l’ultima in occasio- e che abbiamo distribuito riassume con sinte- ne della inaugurazione della Fiera del Levante a tica efficacia quello che accadde e il delirio di Bari un paio di giorni fa, in cui ha evocato l’I- quei provvedimenti (gli ebrei non potevano talia dell’8 settembre 1943 come esempio di ri- neppure allevare piccioni viaggiatori!). nascita del Paese, di recuperata vitalità, di “vi- Se Mussolini fondò le scelte razziali sul consen- vacità negli scambi commerciali”! La situazione so di cui disponeva, Salvini fa della sua politi- non è seria, ma rischia di essere drammatica, di- ca razzista uno strumento per raccogliere e far rebbe Ennio Flaiano. Il presidente del consiglio lievitare il suo consenso personale prima, del- non ha la minima idea di cosa accadde quell’8 la sua Lega poi, del governo infine. Lo fa con settembre: fu reso pubblico l’armistizio siglato efficacia, come dicono i sondaggi che prevedo- il 3 settembre, in gran segreto dal generale Ca- no un raddoppio di quel 17 per cento in caso stellani per conto del governo italiano presie- di voto; come dicono i commenti dei social, a duto da Badoglio, con il generale Eisenhower, partire da quelli che immediatamente attacca- comandante dell’esercito alleato. Il Re, Vitto- no con ogni argomento, spesso mettendo in cir- rio Emanuele terzo, complice e responsabile del colo false notizie create ad hoc, chiunque provi ventennio fascista e firmatario delle stesse Leg- a esprimere idee diverse; come dicono le stesse gi razziali del 1938, fuggì verso l’Adriatico fino immagini del funerale di Genova tra applausi a Brindisi, abbandonando palazzo, capitale, Pa- e selfie miserabili, o quelle della visita recente a ese; l’esercito si sbandò, restò senza ordini, mol- Viterbo, con tanto di folla osannante. Mussolini ti soldati furono catturati dai tedeschi che, da dunque fa leva su un consenso già consolidato alleati, si trasformarono in forza occupante di e diffuso, Salvini punta ad accrescerlo utilizzan- tutto il centro nord. A Salò, intanto, era ope- do la leva del “prima gli italiani”, e prima anco- rativa la Repubblica Sociale, estremo tentativo ra di una comunicazione modulata ad arte. Così del fascismo di evitare la disfatta. Iniziò allora, i migranti sono “belli, robusti, vaccinati, pale- con grande vigore, la lotta di Resistenza parti- strati”, l’immigrazione serve a far guadagnare giana, altro che “vivacità di scambi commercia- milioni di euro alle cooperative, le organizza- li”! “Mi sono sbagliato – ha poi precisato l’inef- zioni non governative sono complici e responsa- fabile Conte – volevo riferirmi al 25 Aprile del bili del traffico di essere umani. Le sofferenze, le 1945”. Così siamo messi. torture, le persecuzioni, le guerre sono sempli- Dunque le pulsioni razziali. cemente ignorate: quelli della Libia diventano C’è una differenza di contesto tra le leggi raz- “porti sicuri”. Del resto le leggi razziali fasciste ziali del 1938 e la politica di Salvini e del go- furono preparate con l’uso spregiudicato della verno oggi, ma anche un punto di coincidenza propaganda, anche se allora non esisteva quel decisamente allarmante che – se posso permet- potente strumento di manipolazione dell’opi- termi – consegnerei alla riflessione dei nostri nione pubblica che stanno tragicamente diven- ospiti. tando i social. Mussolini varò le leggi razziali, nel momento di Il consenso è, dunque, una parola chiave per in- 7
terpretare e leggere le due diverse situazioni: vincere oggi da politiche razziali. L’indifferenza l’opposizione, ieri come oggi, era marginaliz- di cui parla la Segre, non fu solo del popolo mi- zata e mortificata. Nel 1938 fuori dall’Italia, o nuto, ma anche della stragrande maggioranza al confino, o in carcere o fisicamente eliminata, degli intellettuali (del resto solo diciotto pro- da Matteotti ai fratelli Rosselli a Gramsci, Per- fessori universitari si erano rifiutati di sottoscri- tini...; oggi divisa, ripiegata su se stessa, im- vere l’atto di fedeltà al fascismo che il regime pegnata in una estenuante lotta intestina, alla impose nel 1931 pagandone le conseguenze). ricerca di un nuovo gruppo dirigente che spe- Una situazione che si sta di fatto ripetendo, con riamo sia espressione non di equilibri di potere, il consenso esplicito di tanta parte della popo- ma di un chiaro progetto politico da cui riparti- lazione alle politiche e agli atteggiamenti salvi- re, senza sperare in improbabili rivincite ravvi- niani e con la sostanziale indifferenza e inazione cinate, in grado di parlare al popolo di sinistra della cultura, della società, della stessa politica. oggi disperso ma anche di stabilire un contatto Sembra ci sia una specie di blocco che impedisce diretto con le realtà organizzate, a partire dal- di reagire con iniziative all’altezza della situa- la Cgil. Siamo convinti che il nostro sindacato zione: posso dirlo? Ci sono voluti quattro gior- possa e debba giocare un ruolo rilevante per ri- ni perché la nostra Cgil, la segreteria nazionale, costruire un pensiero di sinistra, senza indulge- prendesse una qualche posizione sul sequestro re in una sorta di isolamento che non ci porte- della Diciotti, peraltro insieme a importanti as- rebbe lontano. sociazioni ma senza Cisl e Uil. E, negli stessi Il punto di coincidenza allarmante che ci pare giorni, importanti dirigenti di grandi catego- di poter cogliere tra il 1938 e oggi, è la facilità rie, rilasciavano mortificanti interviste parlan- e la rapidità con la quale la popolazione, gli ita- do di un governo che fa segnare una “inversione liani brava gente, si lasciò allora e si lascia con- di cultura” rispetto alla fase precedente! Non ci 8 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
salveremo l’anima ripristinando i quarant’anni ché sono “eventi che sia pure in modo diverso per la pensione: non ci sono due governi, ce n’è tornano a minacciare il nostro futuro. Abbia- uno solo, quello di Salvini e dei suoi vassalli e la mo il dovere di mobilitarci e impedirlo”. Così cultura politica, storica, civile che esprime è in- hanno dichiarato Roberto Levi e Giorgio Tre- compatibile con quella cui ha sempre fatto rife- ves, presentando a Venezia un loro documenta- rimento la Cgil. rio, 1938. Diversi, che spero tutti vedremo. Anche questa una riflessione che affiderei alla Sofia Ventura, politologa dell’Università di Bo- discussione: il consenso di Salvini cresce anche logna, ha commentato su un noto settimana- tra i nostri pensionati e le nostre pensionate e le: “È in atto un cinico storytelling – potenziato non sempre siamo in grado di ascoltarli, di con- da una impressionante macchina comunicativa frontarci, di mantenere la barra dritta sui nostri – che proietta l’attenzione su un mondo fittizio. valori; permane anche in casa nostra, una in- Ma il mondo reale riceve i cascami di quella nar- certezza (che rischia di diventare complice) nel razione: un sostanzialismo che abbatte ruoli e re- giudizio nei confronti del governo, con il ten- gole, la legittimazione della rabbia e del rancore tativo maldestro di mantenere in equilibrio i verso il diverso (e in tutto questo l’antisemitismo piatti di una bilancia pesantemente squilibra- riprende vigore e partirà molto presto una offensiva ti a destra. verso i rom) e chi la pensa diversamente, l’ostili- Stefano Landini proporrà ulteriori elementi di tà verso gli altri paesi europei. Un arretramento riflessione. del sentire comune che fa dubitare che un’opinio- Vorrei chiudere esprimendo una aspettativa e ne pubblica come la nostra possa a lungo soste- un auspicio e chiedo a tutti noi di rifletterci: si nere un sistema democratico”. sta determinando, si è già determinata una si- Hic Rhodus, hic salta: qui siamo, qui dobbiamo tuazione molto pericolosa nel nostro Paese (che saltare. peraltro prende spunto e concorre a rinforza- re pulsioni diffuse in altri Paesi europei e nella stessa America di Trump: Salvini e Orban messi insieme inquietano, l’Italia ‘putiniana’ inquie- ta, affermazioni tipo “io sono eletto, i magistra- ti no” dovrebbero molto più che inquietare così come il presidente Conte che dice “non aspette- remo i tempi della giustizia” e quindi qualcun altro giudica e sanziona, non la Magistratura che non è una istituzione accessoria del governo di turno e per fortuna!). Non si può far finta di nulla o aspettare chissà quale evento: l’iniziativa di oggi speriamo serva anche a questo, a ragionare, a capire, a reagire. Il 2018 è anno di tanti, importanti anniversari: avremmo potuto scegliere di parlare di riforma sanitaria o di chiusura dei manicomi o di equo canone o del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta (1978), della entrata in vigore della Costituzione (1948), del 1968 nel- le Università, nelle strade – in Italia anche nel- le fabbriche – di tanti Paesi, della stessa nascita del nostro sindacato pensionati (gennaio 1948, con la Fip che diventerà Spi nel 1977)... Ab- biamo scelto di riportarci al 1938 e alle leggi razziali e credo sia stata una scelta giusta per- 9
L’ITALIA DELLE LEGGI RAZZIALI È COSÌ LONTANA? Stefano Landini Segretario generale Spi Lombardia V olevo accomunarmi ai ringraziamenti fatti da Bruno Pizzica ai nostri ospi- siamo, nelle assemblee che ci porteranno al 18° congresso nazionale della Cgil. ti che ci aiuteranno, solleci- Un tema che noi esplici- tati da un maestro del gior- tiamo sulle nostre magliet- nalismo come Gad Lerner, te da una parte Sempre viSPI ad affrontare il tema che, in e dall’altra Non solo per noi. questa edizione dei Giochi Dedichiamo il nostro impe- di Liberetà, abbiamo posto gno quotidiano ai nostri fi- all’attenzione. gli e nipoti, impegnandoci Ringrazio il sindaco di Cat- con loro a costruire il futuro. tolica per la squisita ospita- Sta qui l’originalità positiva lità di questa città. Noi che di un sindacato dei pensio- siamo cittadini del mon- nati e pensionate. Qui c’è un do (siamo da poco stati in Israele e in Palesti- patrimonio prezioso che impedisce al sindaca- na proprio perché non c’è parte del mondo che to di sgretolarsi nei mille rivoli di una società non ci riguardi) torniamo in queste terre sem- del tutto contro tutti, che la destra può risolve- pre con piacere e ancor di più se, come avvie- re in un generico si salvi chi può, ma che la sini- ne anche quest’anno, assieme ai compagni e alle stra non potrebbe e non può risolvere dimenti- compagne dello Spi dell’Emilia Romagna. candosi di essere se stessa. A Ivan Pedretti e Vincenzo Colla rinnovo il ben- Senza timori di smentita, possiamo afferma- venuto. Il nostro segretario generale è sempre re che lo Spi si riconferma un robusto ancorag- con noi in queste occasioni e ciò consente di esse- gio del sindacato confederale, non solo con i re e sentirci parte di uno Spi che certo ha svolto 450mila iscritti in Lombardia e altrettanti in un ruolo importante dentro e fuori la Cgil. Emilia Romagna, ma anche e soprattutto con le Sono contento che ci sia qui con noi Vincenzo. nostre leghe e i nostri punti di nostra presenza, Lo abbiamo invitato in Lombardia subito dopo che nelle nostre regioni quasi ricalcano il nu- la sua elezione in segreteria nazionale e quel mero dei comuni. giorno abbiamo tenuto una bella iniziativa. È appunto il radicamento territoriale il valore Assieme a noi, che abbiamo tra i 40 e 50 anni aggiunto del nostro ruolo, una presenza indi- – di iscrizione alla Cgil – c’erano tanti segreta- spensabile, che garantisce alla Cgil un collega- ri di camere del lavoro e dirigenti delle catego- mento reale con le condizioni di coloro che vo- rie, una sorta di ponte tra diverse generazioni. gliamo rappresentare. Un’iniziativa quanto mai attuale dentro, come Negoziare, trattare, proporre e mediare sono 10 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
azioni che distinguono un grande sindacato servono mai a progredire, ma sempre e solo a far confederale dalle tante lobby e dai Cobas. ‘mangiare qualcuno’. Il Paese si è sempre più sfilacciato, la sua tenuta Il Paese va lasciato così, si sorteggiano i deputa- democratica subisce colpi continui a partire dal ti, così si contrasta la congiura dei disonesti che dispregio di quanto sancito dalla Costituzione non ci permette di godere di quello che c’è, che della Repubblica. è tutto quello che serve. Così ti garantisci qual- Se i diritti diventano parole vaghe, se si ferma- che like su facebook ma non governi un Paese. no prima di arrivare a te, scavi un solco tra te e Lo Stato in questo racconto sono sempre gli al- gli esclusi. tri. Una sorta di gioco di società che punta al Dovresti domandarti perché questo ha prodot- massacro senza nessun limite nell’avvelenamen- to il sono tutti uguali, frutto del fatto che qual- to dei pozzi. Uno sconquasso che, più si lascia cuno nella commedia ha recitato una parte non fare, più sarà complicato ricomporre. sua o, peggio, ha scimmiottato la parte dei suoi avversari. Qualcuno potrebbe chiedersi se oggi ci doveva- E allora capita che anziché le sezioni, di cui si mo impelagare in un tema così controcorrente. sente una gran mancanza, spuntino illusori tri- Noi crediamo che non ci sia momento più oppor- bunali del popolo, un popolo di tablet natural- tuno perché proprio quando razzismo e xenofo- mente: no clic, no tablet, no democrazia. bia vengono ostentate c’è bisogno di parole, ana- Certo, occorre non fare i saccenti di fronte a un lisi e risposte razionali, equilibrate e serie. consenso che pare non arrestarsi. Se votano quel- Senza indietreggiare di un millimetro nelle no- li che non ci piacciono non è colpa degli elettori. stre convinzioni a partire dalla campagna “mai Continuare a credere nelle persone tuttavia, più fascismi”, perché all’origine di questo esiste, non significa accodarsi alle opinioni della mag- grossa come una casa, la questione sociale dei gioranza delle persone. nostri tempi. Pazienza, cura, responsabilità, ascolto sono ne- Martedì scorso siamo andati alla Mostra del Ci- cessarie quando si spengono le luci dei riflettori nema di Venezia dove, fuori concorso, hanno pre- sulla cronaca, anche su fatti che ci hanno molto sentato il film di Giorgio Treves 1938 Diversi. colpito. Merce rara, indispensabile per fare ma- Un pugno nello stomaco per chiunque voglia nutenzione di ponti, strade ma anche per una capire una delle pagine più vergognose della robusta manutenzione sociale. Si è giocata la storia del nostro Paese. carta disdicevole della propaganda che, di fron- Questa pellicola, e lo Spi lo farà, rappresenta un te alle tragedie, diventa odioso sciacallaggio. prezioso contributo per andare controcorrente Il tessuto di una città, come l’anima di chi sta anche nel clima odierno, dove le coscienze degli soffrendo per aver perso i propri cari per un italiani e delle italiane paiono polarizzarsi in- ponte che si è sbriciolato, non si cura cercando torno a certi personaggi che non fanno mistero capri espiatori da mettere all’indice su facebo- del loro razzismo. ok. Si curano ricucendo e non strappando. Prima di tutto occorre conoscere, pre-condizio- La politica, in alcuni momenti cruciali, non ne per capire. perde l’occasione di essere parte della crisi, non Piazzale Loreto ha simboleggiato i pochi colpe- della sua soluzione. Assistiamo a chi dà la colpa voli, quasi lasciando un conto in sospeso con i al sistema presentandolo come un insieme fra- troppi che si sono mimetizzati e a testa in giù è dicio e moscio di élite, vecchi partiti, istituzio- finita la volontà di riconoscere le nostre colpe. ni dalle quali si proclama perennemente estra- Dei nonni partigiani, almeno fino al governo neo anche quando sta seduto nella stanza dei oggi in carica, tutti si ricordano con orgoglio, bottoni a Palazzo Chigi. dei tantissimi nonni fascisti non se ne parla. E Non si può rinunciare a costruire un domani al questo complice quella indifferenza generale a Paese! cui si riferisce spesso la senatrice Segre. Col pas- Guardare alle infrastrutture come a un indistin- sare del tempo – e il tempo è un fattore mici- to gregge di vacche nere, tutte uguali, che non diale per sbiadire e falsare i fatti – morti i per- 11
seguitati e i persecutori si rischia di finire con fatti e alle loro conseguenze, allora il lavoro che una riga sopra il libro di storia – del genocidio ci aspetta è davvero tanto! degli Armeni nessuno sa niente, a nessuno in- teressa più. Sono passati ottant’anni da quando in Italia fu- Io non sono ebreo ma ho sentito mio il film di rono promulgate le leggi razziali. Si tratta di Treves, un sentimento non come erede di un una serie di regi decreti, tra l’estate e l’autunno passato ma di un presente che ha evidenti pun- del ’38 a, firmati da Benito Mussolini in quali- ti di contatto. tà di capo del governo e promulgate dal re Vit- “Girare la testa dall’altra parte – dice la sena- torio Emanuele III, tutti tendenti a legittima- trice Segre – sarebbe grave come allora. E oggi re una visione razzista della cosiddetta questione percepisco la stessa indifferenza che uccise noi ebraica. nei lager per i migranti morti in mare”. Il primo dei decreti della vergogna è del 5 settem- Lo stesso racconto delle notizie di cronaca nera bre 1938 ed è in relazione ai “Provvedimenti che oggi specificano e imputano ai migranti per la difesa della razza nella scuola fascista”; ogni crimine. Nel ’38 fu la stessa cosa, basta so- due giorni dopo, il 7 settembre, arriva quello stituire alla parola extracomunitario la parola che fissava i “Provvedimenti nei confronti de- ebreo: furono definiti “portatori genetici di cri- gli ebrei stranieri”. Il loro contenuto fu annun- minalità”. ciato per la prima volta il 18 settembre a Trie- E poi l’enfasi sul patriottismo nazionale (enfa- ste da Benito Mussolini in occasione di una sua tizzato da chi come l’attuale ministro degli In- visita alla città. Il mese successivo, il 6 ottobre terni si vantava, fino a ieri, di usare il tricolore per essere precisi, il Gran consiglio del fascismo al posto della carta igienica). emise una “Dichiarazione sulla razza”, successi- Possiamo far finta di nulla di fronte alla volon- vamente adottata dal Regno sempre con un re- tà espressa di schedare i Rom con un censimen- gio decreto che porta la data del 17 novembre to di stampo razziale? 1938. Salvini non è Mussolini, certo. Ma se non re- Nel contesto in cui si inquadrano le cosiddet- cuperiamo una memoria collettiva che non si te leggi razziali del fascismo bisogna includere esaurisca con l’importanza dei ricordi, che sono anche il famigerato Manifesto della razza, firma- spesso personali, continueremo a far accredita- to da 15 scienziati. re lo stereotipo – e sarebbe davvero la fine del- Secondo tali atti legislativi un ebreo era chi era la storia – di noi italiani brava gente per defi- nato da genitori entrambi ebrei, da un ebreo e nizione (il popolo della mamma è caregiver per da una straniera, da una madre ebrea in condi- natura) e da ciò discenderebbe un pezzo di pen- zione di paternità ignota oppure chi, pur aven- siero che emerge in modo netto nell’immagina- do un genitore ariano, professasse la religione rio collettivo: ebraica. • Mussolini non ha ucciso nessuno, al massimo Con le leggi razziali, con le quali veniva revoca- mandava qualcuno al confino (Berlusconi) ta la cittadinanza italiana concessa a ebrei stra- • il fascismo ha sbagliato solo nell’allearsi coi nieri in data posteriore al 1919, entrarono in vi- tedeschi gore tutta una serie di divieti per gli ebrei: non e l’accondiscendenza all’onda di allora travolse era autorizzato il matrimonio tra ebrei e italia- personaggi di rilievo della nostra società: da Pi- ni, era vietato agli ebrei avere alle proprie di- randello a Gadda. Pochissimi ebbero il corag- pendenze domestici di razza ariana. Inoltre le gio di Toscanini: tenere la schiena dritta davan- leggi prevedevano il divieto per tutte le pub- ti la fascismo. bliche istituzioni e per le società private di ca- Ecco la domanda del convegno, ad alcuni è par- rattere pubblicistico (banche) di avere alle pro- sa azzardata, ma se la nostra funzione è rico- prie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in struire un ragionamento collettivo e “odio gli Italia a ebrei stranieri, il divieto di svolgere le indifferenti” – che Gramsci solennizzò – è la professioni di notaio e giornalista, oltre a for- china scoscesa entro cui ricollegare le idee ai ti limitazioni per tutte le cosiddette professioni 12 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
intellettuali; il divieto di iscrivere nelle scuole Cavalli Sforza vive nell’attualità del suo contri- pubbliche ragazzi ebrei che non fossero conver- buto alla genetica umana. Nei suoi studi degli titi al cattolicesimo e non vivessero in zone in inizi anni ’70 capisce come le nostre cellule si- cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istitu- ano ben di più che il messaggio lasciato nel no- ire scuole ebraiche, inoltre vi era il divieto per stro Dna dalle generazioni precedenti e anzi ci le scuole medie di assumere come libri di testo permetta di illuminare aspetti del passato altri- opere alla cui redazione avesse partecipato, in menti non riconoscibili. qualche modo, un ebreo. Gli studi di tutta la sua lunga vita hanno dimo- Per tutti fu disposta l’annotazione dello stato strato l’infondatezza scientifica del concetto di della razza ebraica nei registri dello stato civile. razza umana, tracciando l’albero evolutivo del Le leggi razziali infersero un colpo mortale al genoma umano. Arrivando alla conclusione che mondo della ricerca e dell’università. Furono in geni, popoli e lingue sono collegati alle migra- totale trecento i docenti epurati, senza contare zioni che hanno avuto origine in Africa. Lo stu- i professori di liceo, gli autori di libri di testo dio della biologia e della storia lo ha portato in messi all’indice e i tanti giovani laureati e ricer- questo modo a superare l’idea dell’esistenza di catori, la cui carriera fu stroncata sul nascere. diverse razze umane. Emilio Segre, Bruno Pontecorvo, Franco Modi- Il mancato far i conti col proprio passato, la gliani, Carlo Foà lasciarono l’Italia così come fe- cancellazione di una parte della storia del no- cero Enrico Fermi e Luigi Bogliolo, le cui mo- stro paese è ciò che permette oggi di parlare di gli erano ebree. un periodo di buon fascismo (quello preceden- Qualche giorno fa a 96 anni si è spento Luca Ca- te al 1936), che permette a una forza come Casa valli Sforza il più importante studioso di geneti- Pound di riconoscersi, senza alcun imbarazzo, ca del nostro Paese. I suoi studi aiutano tutti noi, come fascisti del nuovo millennio. È ciò che lo studio storico, il distacco dal presente, la ri- porta al tentativo di dedicare una via a Roma cerca dei precedenti aiutano a fare luce sul buio. a Giorgio Almirante cancellando tout court il 13
fatto che fosse il segretario di redazione de La Lasciare tutto, darsi un’altra possibilità per una difesa della razza, che avesse incarichi di primo vita degna di questo nome, affrontando l’igno- piano nella Rsi e che, quando fondò l’Msi, a po- to con il coraggio della disperazione. chi intimi avesse rivelato che la sigla per lui era Eppure costoro sono indispensabili per il no- in realtà l’acronimo di Mussolini sei immortale. stro vivere, da anni ci hanno sostituito in lavo- ri gravosi, li facciamo entrare nelle nostre case Il razzismo c’è. Questo è vero oggi come lo era e a loro consegniamo le persone che ci sono nel 1944 quando Hannah Arendt scrisse il sag- più care. gio Il razzismo prima del razzismo, il cui incipit Quella assoluta emergenza che si chiama invec- è “il razzismo costituiva ovunque una tendenza chiamento della popolazione con le relative cro- all’interno dell’opinione pubblica”. nicità, trova nei migranti una risorsa senza la C’è in chi oggi, sdoganato dai governanti, lo quale l’organizzazione sociale, già così provata esibisce come tratto identitario e c’è anche in rischierebbe un vuoto incolmabile. tanti, forse inconsapevoli, dell’“io non sono raz- zista ma …”. Il mensile di Casa Pound Italia Il Primato La cosa peggiore sarebbe svicolare da un tema Nazionale ha sempre dedicato le pagine di co- spinoso, ricco di contraddizioni anche al nostro pertina ai personaggi da prendere a bersaglio di interno, lasciando ognuno solo e quindi ineso- volta in volta: dal talebano Emanuele Fiano al rabilmente attratto verso l’intolleranza e l’e- sovversivo Papa Bergoglio fino a Roberto Savia- sclusione. Ma non possiamo farlo perché siamo no, citato come un intellettuale che avrebbe fat- consapevoli, e cito ancora Arendt, di come “il to dell’anti–italianità la sua bandiera. razzismo nella battaglia politica era (ed è) con- Questo mensile al di là della copertina è ricco di siderato un alleato più potente di qualunque 32 pagine di inchieste, approfondimenti e ru- agente prezzolato”. briche. Sfogliando la rivista si scopre come tut- Nel 1989 il muro più conosciuto è crollato, to non sia messo a caso. Dall’accusa alla sinistra ciò ai più sembrava l’inizio di una nuova era di di sminuire le foibe, agli ambigui rapporti di apertura e internazionalismo. Soros e col Movimento 5 Stelle. Dal 2000 a oggi, invece, la mentalità della for- Sul numero del febbraio scorso campeggia- tezza ha sopito gli entusiasmi di apertura, l’11 va uno speciale dedicato per l’appunto a Casa settembre nell’immaginifico rappresenta la Pound, il movimento della tartaruga frecciata punta di un iceberg che ha condizionato la sto- che aveva da poco lanciato la sua sfida per entrare ria a venire. in Parlamento. C’era poi un inserto sull’immi- Un lungo elenco: il muro tra Grecia e Macedo- grazione e sui costi della stessa e una spiegazio- nia, tra Serbia e Ungheria. ne su un’integrazione che non può funzionare. La Slovenia ha iniziato la costruzione di un Un servizio sulle curve degli ultras negli stadi muro lungo il confine con la Croazia; la Sve- a cui si aggiungeva un articolo sulle insofferen- zia ha posto restrizioni al libero passaggio sul ze del clero nei confronti di papa Francesco, il ponte che la collega con la Danimarca. Esto- tutto condito da un articolo sul grande fermen- nia, Lettonia e Lituania hanno cominciato a eri- to culturale in cui operarono i protagonisti dei gere fortificazioni difensive lungo i confini con 600 giorni di Salò. la Russia. Può inoltre apparire di costume il caso del- E per uscire dall’Europa, quel marziano che sta la marca di abbigliamento Pivert, reclamizza- alla casa Bianca ha fatto del muro con il Messi- ta come strumento per risollevare una nazione co il simbolo della propria campagna elettorale. come la nostra, sia moralmente ed economica- Noi popolo di migranti che per un tozzo di mente, poiché favorisce aziende che realizzano i pane siamo andati nelle Americhe, nelle minie- prodotti in Italia. re del Belgio, registriamo un’amnesia che non Pivert nasce il 9 Febbraio 2015: “un brand ba- ci fa più immedesimare in quello che è capitato sic e, allo stesso tempo casual” – racconta Fran- a noi non tantissimo tempo fa. cesco Polacchi l’amministratore dell’azienda – 14 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
che veste uomini “costruttori di se stessi” e che Non si può dire che non fanno quello che ave- impegnano “la loro vita per lasciare un segno in vano detto. E oggi abbiamo sotto gli occhi l’e- questa società”. videnza di una precisa linea politica che si vuo- Non credo che di fronte a ciò si possa racchiu- le realizzare. dere il tutto nella derisione o nel compatimento. E per non sottovalutare la situazione la storia “Pivert si divide in diverse collezioni – conti- ci dà una mano Hermann Goring, il fondatore nuo a citare dall’intervista – a partire dalla pri- della Gestapo: “È naturale che la gente non vo- ma #semiDio per seguire con #fighter, #martia- glia la guerra. Non la vogliono gli inglesi, né lis e #victores, un percorso dove l’uomo padrone gli americani e nemmeno i tedeschi. Si capisce. di se stesso si riconosce nel vestiario e attraver- È compito del leader del paese orientarli, indi- so in stadi successivi arriva a diventare il vinci- rizzarli verso la guerra. È facilissimo: basta dir- tore che riconquista il tempo per se stesso e non gli che stanno per essere attaccati. Denunciare vive più con le catene che la routine quotidiana i pacifisti per mancanza di patriottismo e per- gli infligge. Ogni collezione racconta delle sto- ché mettono in pericolo il paese. Funziona così rie per dare identità al singolo capo”. in qualsiasi paese, che sia una democrazia, una Tra i più assidui indossatori dei capi Pivert vi è monarchia, una dittatura. Bisogna spaventarli, l’attuale ministro degli Interni che ha sfoggiato inculcargli la paura, bisogna imbottirli di pau- in tribuna d’onore allo stadio olimpico il giub- ra come si fa con le oche finché non gli scoppia botto d’ordinanza di Casa Pound fino a ritrar- il fegato per fare il paté, bisogna fare in modo si su Facebook con una maglietta venduta su un che quella paura fermenti e si trasformi in odio, portale dei movimenti neo-nazisti europei con in odio assoluto, irrazionale, sguaiato”. la scritta Offence best defence (offendere è la mi- E questa strategia è stata poi sempre seguita do- glior difesa) mentre gioca a flipper in un bar. vunque ci sia stato un massacro o un genocidio, Del resto, il 29 luglio nel genetliaco di Mus- così nella ex Jugoslavia come in Rwanda. solini, Salvini ha twittato: “tanti nemici tan- to onore”. Recentemente Ian Buruma un attento osserva- Credo che sbaglieremmo se catalogassimo tut- tore e conoscitore delle fasi storiche ha scritto to questo nel caricaturale e nell’estemporaneità. un saggio su La Repubblica dal titolo eloquen- Si pensi al piano Kalergi che Salvini nel 2015 te Quello che i Finzi Contini non videro. Il capola- assunse come teoria politica sotto il titolo “Li- voro di Giorgio Bassani descrive l’esistenza di beriamo l’Italia da chi vuole distruggerla”, allu- una famiglia borghese ebrea durante il fasci- dendo a una teoria complottista in cui si parla di smo. Una vita agiata, personaggi colti, che non “una operazione di sostituzione etnica coordinata si accorgono che attorno a loro si stringeva un dall’Europa”. Padre della farneticazione è Gerd cappio, nonostante la scelta di rinchiudersi in Honsik, militante di estrema destra condannato un ambito familiare, in una sorta di protettivo in Austria per aver negato l’olocausto. distacco aristocratico. Salvini nell’Agosto 2015, alla festa leghista di I Finzi Contini volevano dormire sonni tran- Ponte di Legno, ai microfoni di Rai News 24 quilli ma ciò è impresa ardua quando tutti vi- dichiarò: “è in corso un tentativo di genocidio vono una condizione di allarme, si illudevano delle popolazioni che abitano l’Italia da qualche di condurre una vita normale, anche quando il secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con mondo fuori non lo era. Uno dei tanti modi per decine di migliaia di persone che arrivano da al- nascondere la testa sotto la sabbia. tre parti del mondo. Non possiamo permetter- Questo sì è un pericolo evidente che accomuna celo, un Paese normale con un governo norma- anche il nostro tempo. le blocca la partenza, blocca gli sbarchi e non ne La memoria può essere un’ancora di salvezza, arriva più neanche uno”. può evitare la facile omologazione. Nei paesi Secondo questa allucinante teoria i migranti sa- dove esiste una tradizione democratica è facile rebbero invasori perfetti anche se inconsapevo- pensare “qui non può accadere” perché “le no- li, usati dalla sinistra, e non solo, come consenso. stre istituzioni sono troppo forti” aggiungendo 15
“il nostro popolo ama la libertà”. una colpa. È una condizione destinata a risol- Queste frasi, tutte, possono indurci ad abbagli versi se la politica esercita il suo ruolo. ed errori di valutazione. La vita di queste persone non è altra cosa dal de- I partititi politici che si oppongono alle tenden- stino della sinistra. ze anti – liberali si trovano in un serio impac- Se faremo questa fatica anche la distanza tra cio, in uno spazio politico sempre più ristretto. i principi di libertà e sicurezza potrà ridursi. Il momento in cui la gente smette di crede- Non scomparire, ma neppure allargarsi come è re che sia ancora possibile fermare i demago- avvenuto con diseguaglianze immorali. ghi è già troppo tardi! Per difendere le libertà, Lo stato sociale è la più alta concezione morale per non transigere sui diritti che per noi sono e storica del senso di comunità. un a-priori, occorre riuscire a vedere le minac- Combinare servizi, un’etica del pubblico, l’am- ce. E lo dobbiamo fare anche per quegli idea- bizione di stringere nello stesso vincolo il pro- li per cui molti di noi hanno speso tanto della fitto del capitale e l’accesso alla cittadinanza per propria vita. il numero maggiore di persone senza guardare La sinistra: questo nostro grande amore! E se un al certificato di nascita. amore è talmente grande da durare tutta la vita, Questo miracolo non lo fanno gli economisti. qualcosa gli va pur perdonato. Anche, a volte, il Lo ha fatto e lo può fare la politica. fatto che ci sembri non corrisposto. La sinistra conosce cosa è stata nel secolo scor- L’unico modo per ricongiungere un grande so ma questo non basta più nel ventunesimo amore è non farlo logorare dal passare del tem- secolo. po, è avere sempre qualcosa di originale da dire, Diamole una mano. Le nostre vite, ed è questo da raccontare, da condividere su questi anni e che ci accomuna, sono state spese per dare alla su quelli a venire. sinistra un valore alto, non ci possiamo rasse- Una lettura magari imperfetta, ma in grado di gnare e abbandonarla sull’attaccapanni del se- far pensare a tanti e tante che vale la pena apri- colo scorso. re, o meglio riaprire, un cantiere. Il congresso della Cgil e il ruolo che dentro il Le terze vie non sono bastate. Le ricette non congresso può giocare lo Spi non chiude ogni sono riuscite e i guasti del mondo si sono impa- speranza, proviamoci sapendo che dobbiamo droniti delle coscienze di troppi orfani dei loro darci una mossa. diritti. La storia non aspetta, la sinistra senza lavoro Si può cercare, usando preferibilmente parole non esiste, perde le elezioni e perde se stessa. sincere, di partire da priorità chiare: c’è biso- Quello che non ci si può chiedere di fare è but- gno di più spesa sociale, di più sanità pubbli- tare via la nostra vita spesa per gli ideali che ca e scuole aperte a chi rischia di non studia- sollecitava la parola sinistra. Riappropriarci del re più. Più servizi accessibili e più uguaglianza nostro futuro non è una utopia. dei diritti. Ogni mattina quando migliaia di compagni e Ristabilire, insomma, un ordine di cittadinan- compagne dello Spi aprono quella lega e fanno za. Recuperando quel ceto medio disperato e della Cgil quel grande sindacato che è, c’è un’i- sottraendolo alla vorticosa discesa nella condi- dea della sinistra che non si è smarrita nelle sue zione sociale. troppe beghe interne. Giustizia e Libertà sono la sintesi delle nostre L’idea che cambiare si può, che si può stare uni- lotte. ti e che lo si deve fare insieme a coloro che devi Due parole che vanno declinate insieme senza rappresentare. Costoro alla lunga ti riconosce- invertirle. Già, libertà e giustizia determina il ranno e, come nei momenti migliori, si potrà caso che la modifica degli addenti modifichi ec- riuscire a riunificare la forbice tra la sinistra e il come il risultato finale. suo popolo. Cambiare i valori significa considerare chi è po- Spendiamo il congresso per questo e non sarà vero non un dettaglio da regolare con leggi e una discussione inutile per la Cgil e, soprattut- ordine. Essere poveri e divenire poveri non è to, per il nostro paese. Proviamoci! 16 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
RAGIONANDO SUL PRESENTE Il dibattito Gad Lerner Sono andati in medio Oriente in Libano, mio “Figuriamoci se può succedere di nuovo”, sotto paese d’origine. Qui si è poi nuovamente creata sotto è il retro pensiero di molti. una situazione di conflitto che rendeva difficile Lo Spi Cgil ha certamente scelto il tema giusto, la permanenza degli ebrei a Beirut, mia città il tema cruciale per questo suo incontro annua- natale, e, così, abbiamo fatto una seconda mi- le, ma forse ha scelto il moderatore sbagliato. grazione verso l’Italia, figuratevi! Io non sono in grado di essere un moderatore Per me, dunque, l’Italia è il paese dell’acco- su questo argomento perché quando sono arri- glienza. Quando siamo arrivati, ricordo, già da vato, bambino, nell’Italia del dopoguerra, per bambino, il disagio con il quale sentivo parlare me questo era il paese dell’accoglienza. I miei di quanto era accaduto. Erano passati soltanto nonni e mio padre sono gli unici sopravvissuti quindici, venti, trent’anni, ma gli ebrei – che in della famiglia perché erano emigrati per tempo, Italia avevano sempre vissuto, come Liliana Se- avevano fatto le valigie mentre tutti gli altri di- gre – ne parlavano malvolentieri. Un po’ perché cevano loro: “ma cosa partite a fare?, non può volevano guardare avanti per superare quella fe- succedere quello che dicono”, invece è accaduto. rita, e un po’ anche per l’imbarazzo legato al Loro sono sopravvissuti e così sono nato anch’io. fatto che molti ebrei italiani erano stati fascisti. Quindi meglio chiudere quella pagina oscura, minimizzando, sopportando anche che la mag- gior parte dei propagandisti, zelanti applicatori delle leggi razziali – che badate non erano una imposizione di Hitler, anche Francisco Franco, il dittatore della Spagna, era alleato di Hitler, ma non fece le leggi razziali, nessuno le aveva imposte, furono volute – se la fosse cavata. Pa- zienza, lo sopportiamo. Sopportarono che Telesio Interlandi, il direttore de La difesa della razza avesse riacquistato tutte le sue proprietà, che Julius Evola venisse omaggiato come grande intellettuale essendo stato il teorico filonazi- sta dell’antisemitismo, che Giorgio Almirante, segretario di redazione de La difesa della razza fosse un politico che andava in televisione e da tutti rispettato. Pazienza, chiudiamo questa pagi- Gad Lerner na, tanto non può ripetersi, non può succedere. 17
Qua siamo più giovani, anche se non siamo più cui rischiamo di abituarci, da Macerata in poi. giovani!, ma se avete fatto qualche domanda ai Dal giorno in cui, per vendicare la morte di una vostri genitori oppure alle persone che, aven- diciottenne italiana, un uomo di ventotto anni do più di ottant’anni, ricordano da bambini il è sceso in strada con la sua pistola per sparare 1938, sono sicuro che vi sarete sentiti risponde- a tutti quelli con la pelle scura che incontrava: re: “guarda, io non mi ero accorto di niente, non trenta colpi di proiettile e sei feriti. A quanti mi ero accorto di quello che stava succedendo”. episodi del genere, a cui si è data la stura, ab- Forse sembrava normale perché riguardava sol- biamo assistito e a cui rischiamo di abituarci, tanto poche persone, anche le accuse che arri- episodi ridotti a trafiletti sui giornali. Siamo vavano dall’estero al nostro paese sembravano arrivati al bracciante colpito da una fucilata alla esagerazioni, e poi tutti i paesi si ponevano il testa perché raccoglieva lamiere per costruirsi problema di troppi profughi. la baracca: servono le sue braccia ma non gli si Voi sapete che quando lanciò, nell’estate del da una casa. Siamo arrivati persino alla bambina 1938, il censimento degli ebrei, Mussolini lo di tre mesi che, fuori da un campo rom, è stata fece rassicurandoli: “lo facciamo a vostra tutela, colpita ed è viva per miracolo. E un altro, che lo facciamo per il vostro bene”. Certo, diver- sparava da un balcone a un africano che era su so è il discorso delle migliaia di ebrei che sono un’impalcatura, quando lo hanno preso ha det- arrivati qui negli ultimi anni dalla Germania, to: “…ma io stavo facendo il tiro al piccione”. dall’Austria, dall’Ungheria, fuggiaschi e profu- Questo, diciamo, è il rischio di abituarci e di ghi, quelli sono troppi, come scrivevano sulla non considerare, a proposito delle differenze dal cronaca del Corriere della Sera quasi tutti i gior- 1938, anche le forti analogie. ni: “arrivano alla Stazione Centrale tutti questi La differenza è evidente: oggi se dai del razzista a profughi dall’Est Europa, sono molesti, sono qualcuno, quello lo considera un insulto: “come troppi, non possiamo più farcene carico, questa ti permetti, razzista io?” mentre ottant’anni fa è una invasione”, vi ricorda qualcosa a proposito era l’esatto contrario. Se davi dell’anti razzista a di normalità e a proposito del fatto che ci si abi- qualcuno era un insulto, essere razzisti era titolo tua a tutto? E, dunque, non più tardi di ieri è di merito, anzi, era obbligatorio. Se qualcuno, stato detto che un perfido finanziere con il naso anche nelle fila del Partito Nazionale Fascista, adunco, George Soros, finanzierebbe il traffico avesse osato manifestare dell’indulgenza e non dei migranti per abbattere il costo della mano applicare con zelo le leggi – che riguardavano d’opera europea, effettuando il trapianto etnico gli ebrei, gli africani delle colonie e i metic- delle popolazioni. Ciò viene ripetuto oggi esat- ci figli dell’incontro fra i conquistatori italiani tamente come, negli anni Trenta, si diceva ci e tante donne africane, perché già allora si era fosse un complotto “demo-pluto-giudaico”: la accomunati in questa difesa della superiorità potenza straniera che minaccia la grande prole- della razza italiana – allora l’accusa che scattava taria che sarebbe l’Italia, il nostro popolo che è era quella di pietismo. Furono espulsi in mille vittima di questi stranieri, il razzismo vero che dal PNF, accusati di pietismo legato a cattiva è quello contro gli italiani, questi ci sfruttano. applicazione delle leggi razziali, oggi si usa il Ieri una democratica come Michelle Bachelet – termine “buonismo”, ma non è molto diverso. due volte presidente della Repubblica del Cile, Oggi soltanto sparute minoranze di fanatici so- la cui famiglia a sua volta ha subito violenze stengono ancora la validità del cosiddetto raz- e persecuzioni da un regime dittatoriale – as- zismo scientifico, e cioè il fatto che l’umanità sumendo l’incarico di Alto Commissario per i sarebbe suddivisa in razze, alcune superiori e diritti umani delle Nazioni Unite ha detto te- altre inferiori. Nessuno la dice più così, dicono: stualmente che invierà del personale in Italia “siamo tutti uguali, per carità, io non sono raz- per valutare il riferito forte incremento di atti zista, ma dobbiamo vivere separati, il loro stile di violenza e razzismo contro migranti, persone di vita è inconciliabile con il nostro, arrivano e di discendenza africana, e rom. Sono parole mi- strappano delle risorse che spetterebbero ai no- surate, una ad una, ma ci richiamano a quello a stri”, e così si diffondono leggende grossolane. 18 Numero 1/2 • Gennaio-Febbraio 2019
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