L'ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL'ITALIA - Legambiente
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A cura di Fabio Brandoni, Vittorio Cogliati Dezza, Alice Scialoja che ringraziano i tanti amministratori locali, operatori e gestori che hanno consentito la realizzazione di questo racconto.
Premessa 05 Introduzione 07 Le storie 18 Ostana (CN) 18 Chiusano d’Asti (AT) e i comuni del progetto Agape 19 Pettinengo (BI) 21 Ivrea (TO) 22 Mezzago (MB) 23 Comerio (VA) 25 Paullo (MI) 27 Val Camonica (BS) 28 Lecco 29 Cadore (BL) 30 Cividale del Friuli (UD) 31 Fontanigorda (GE) 33 Osimo (AN) 35 L’Aquila 36 Latina 39 Roma, Monterotondo, Colleferro 40 Roma, Casa Scalabrini 634, programma ASCS 41 Conza della Campania (AV) 43 Rete Comuni Welcome (BN) 45 Torrioni (AV) 47 Castel del Giudice (IS) 49 Ripalimosani e Campobasso 50 Bojano (CB) 51 Sant’Arcangelo (PZ) e Scanzano Jonico (MT) 52 Salento (LE) 54 Uggiano la Chiesa (LE) 55 Gioiosa Ionica (RC) 57 Alghero (SS) 58 Contributi 60
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA In questi ultimi anni, in Italia, si parla molto spesso di migranti come di una delle principali PREMESSA emergenze nazionali. C’è una narrazione prevalente che parla del fenomeno come di un’invasione, che di volta in volta si presenta come emergenza sbarchi, emergenza ordine pubblico, emergenza delin- quenza, o addirittura come emergenza Ong … quasi mai come emergenza umanitaria. C’è poi una parte della narrazione pubblica, che cerca, con pacatezza, di raccontare, attraver- so dati e ricerche, come stanno effettivamente i fatti, quali i numeri degli arrivi, quali i pro- blemi e i vantaggi per l’Europa e l’Italia, quali le procedure possibili per evitare l’emergenza umanitaria. Quasi mai si parla delle ragioni di chi emigra, delle condizioni che obbligano ad emigrare, dell’errore storico che in troppi fanno di distinguere tra chi ha diritto ad emigrare e chi non lo ha, negando l’intreccio perverso di cause concomitanti, che oggi rende il fenomeno mi- gratorio diverso da tutte le forme che ha assunto negli anni e nei secoli precedenti. Bisogne- rebbe prendere atto che oggi gli emigranti scappano, nella grande maggioranza dei casi, contemporaneamente da guerre, persecuzioni, disastri climatici, fame e povertà. Fermarsi alle categorie riconosciute dalla Convenzione di Ginevra e continuare a distinguere tra rifu- giati, migranti economici e migranti ambientali è un grave errore, che impedisce alle società moderne e benestanti di affrontare in modo adeguato il nuovo scenario. Quasi mai si parla di ciò che funziona, che fa bene al paese e all’Europa, di quella accoglien- za che, mentre risolve un’emergenza, favorisce lo sviluppo, proponendo concreti percorsi di integrazione. Con questo dossier vogliamo raccontare l’accoglienza che fa bene all’Italia. Vogliamo par- lare di quella accoglienza diffusa che ha nel sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richie- denti Asilo e Rifugiati) il modello di riferimento, ma che ha influenzato anche molti Cas, che hanno scelto di fare microaccoglienza: piccoli numeri diffusi nel territorio, ospitati in apparta- menti o piccole strutture. Un fiore all’occhiello del nostro paese, un modello studiato in Europa e non solo, tanto che recentemente è stato oggetto di uno studio del Global Governance Lab dell’Istituto per lo studio dello sviluppo internazionale della McGilly University di Montreal, che accende i ri- flettori sugli effetti positivi di un centro Sprar sull’economia locale e sulla crescita del reddito procapite. Ma oggi sta cambiando tutto e forse dovremmo dire “che faceva bene all’Italia”. È indubbio infatti che la legge 840, che converte il DL 113, in discussione alla Camera dei Deputati, inver- te di 180 gradi la rotta fin qui seguita. Fa saltare tutti i tentativi di trovare i percorsi migliori per intrecciare accoglienza con integrazione e sviluppo locale, messi in campo da un larga cooperazione tra istituzioni, terzo settore e imprese. Impedisce, letteralmente, ogni tentativo di avere nei migranti un alleato in più per affrontare alcune delle principali emergenze na- zionali: la crisi demografica, il bilancio dei conti dell’Inps, la crisi delle aree interne, la messa in sicurezza del territorio, il recupero di superfici agricole abbandonate, il decoro urbano, ecc. Cancella dall’orizzonte del paese la possibilità di arricchire le comunità locali di nuove culture, di renderle più resilienti. E la cosa che più colpisce di questa svolta è che, se le prime vittime sono ovviamente i mi- granti, i principali danneggiati, soprattutto sul piano economico, sono gli italiani. E questo per un governo che ha fatto del “prima gli italiani” il mantra elettorale è un bel paradosso. 5
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA INTRODUZIONE Lo Sprar: un modello sione territoriale con la presenza in 103 pro- vince. L’evoluzione positiva ha consentito in crescita anche il trasferimento dai Cas (Centri di ac- coglienza straordinaria) agli Sprar di 12.985 Nel sistema di accoglienza italiano i centri beneficiari nel 2017 (sono stati poco più di Sprar, istituiti nel 2002 con la legge 189, la quattro mila nel 2016). così detta Bossi-Fini, rappresentano la mo- In crescita sono anche tutte le attività ed dalità più avanzata e matura di accoglienza i servizi offerti dagli Sprar, come l’appren- diffusa, distribuita in forma “omeopatica” dimento della lingua italiana, l’assistenza sul territorio. psico-socio-sanitaria, l’ospitalità per minori “L’Atlante Sprar 2017”, il Rapporto annua- non accompagnati e persone vulnerabili, le prodotto dal Servizio Centrale Sprar rea- le attività di formazione professionale, i ti- lizzato da Ministero dell’Interno ed Anci, ci rocini formativi e l’inserimento lavorativo, mostra un sistema in crescita su tutti i fron- la diffusione di attività di volontariato nel ti. Crescono di anno in anno i posti dispo- territorio, la formazione per il personale che nibili ed i beneficiari annuali, come i servizi lavora negli Sprar. forniti. Il trend positivo è confermato anche per Nel 2012 i posti messi a disposizione erano i primi sei mesi del 2018: in crescita i pro- 3.979 e 7.823 i beneficiari. Nel 2017 i posti getti arrivati a 876, +12,9%, per 35.869 posti, sono diventati 31.340, il 21% in più rispetto +14,5%, mentre, prima ancora che venisse al 2016 (26.012), e 36.995 i beneficiari (34.039 approvato il DL 113, come testimoniano al- nel 2016), distribuiti in 776 progetti. In cre- cuni gestori, le prefetture hanno bloccato scita anche il numero di enti locali coinvolti sia la trasformazione di Cas in Sprar, sia il a vario titolo, arrivati ormai a 1.549, e la diffu- trasferimento di ospiti dei Cas agli Sprar. 7
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA I motivi di un successo prefetture che dovrebbero controllare sono più lontane, non sempre le attività previste Il sistema Sprar è continuamente cresciuto come obbligatorie (l’insegnamento della perché ha cercato di perseguire un obietti- lingua, la formazione, ecc.) vengono realiz- vo fondamentale: l’inserimento nelle comu- zate con la preparazione necessaria. Inoltre nità locali senza traumi. Il coordinamento nella rete Sprar ci sono molte attività di for- tra autorità centrali ed enti locali, che im- mazione del personale. pedisce l’arrivo inaspettato sul territorio di Ma soprattutto ci sono i vantaggi economi- numeri consistenti di stranieri, i piccoli nu- ci portati nel territorio. I 35/40 euro al gior- meri e la distribuzione in appartamenti (nel no per beneficiario portano ricchezza nel 83,8% dei progetti, che sale al 89,8% se si fa territorio e funzionano da efficace volano riferimento ai soli adulti, con una media di economico. Si può dire, infatti, che accanto otto persone per appartamento), preven- al pocket money personale, pari a 2,30€/g, gono le reazioni negative tra la popolazione sul territorio rimangono i soldi per l’alimen- residente. Sempre, in questi anni, quando tazione e il vestiario (tra 5 ed 8€/g), quelli un sindaco ha deciso di imboccare la strada per l’affitto degli appartamenti, per il perso- dell’accoglienza diffusa ha organizzato in- nale impegnato (circa 10 mila operatori, tra contri con la comunità per creare le condi- tempo pieno e part time) per gli insegnanti zioni giuste, per far emergere le paure, per di lingua (nell’86% dei progetti si erogano prospettare le opportunità, tanto che quasi più di 10 ore di insegnamento della lingua sempre l’arrivo dei migranti beneficiari del- italiana), e ancora le borse lavoro ed i tiro- lo Sprar è stato accompagnato da iniziative cini lavorativi, che vengono attivati presso di volontariato e cura del territorio in cui mi- aziende locali, quasi sempre piccole azien- granti e popolazione locale agiscono spalla de agricole o artigianali. a spalla, si conoscono e si mischiano, supe- rando diffidenze pregiudizi e paure. Inoltre i costi sono sostanzialmente analo- Gli effetti del dl 113 ghi a quelli dei Cas. Qui si tratta di 35 euro convertito in legge al giorno per persona, negli Sprar il costo dal Senato si aggira tra i 35 e i 40 euro, comprensivi di una quota di cofinanziamento, ma con Dal 2016 al 2018, con riferimento alla si- una grande differenza. Mentre negli Sprar tuazione al 15 novembre, siamo passati da è l’Ente Locale, responsabile del progetto, 166.689 sbarchi a 22.518, con un calo del che controlla il gestore ed è direttamente 86,49%. Per la prima volta, dalle primave- coinvolto nelle ricadute sul territorio, per cui re arabe, negli arrivi via mare in Europa, ha un interesse diretto a che tutto si svolga Spagna e Grecia hanno visto sbarcare sulle come da progetto, per i Cas il controllo è loro coste più migranti dell’Italia. Le cause molto più labile, ci si affida molto al senso di le sappiamo, e sappiamo anche che que- responsabilità dei gestori, che spesso sono sta drastica riduzione non è stata indolore: albergatori con strutture da riempire, le l’OIM (Organizzazione Internazionale per le 8
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA Migrazioni) calcola che tra gennaio e set- e costruzione di nuovi grandi centri, an- tembre 2018 siano morti nella rotta verso che in deroga al codice degli appalti, l’Italia 1260 persone, l’ISPI (Istituto per gli 4. ampliamento delle ragioni che posso- studi di politica internazionale) stima otto no determinare la revoca della protezio- morti al giorno solo da giugno a settembre. ne internazionale e l’espulsione (come, Parallelamente inizia a decrescere il nume- ad es., per furto in appartamento) e indi- ro di presenze nel sistema di accoglienza viduazione di paesi sicuri e di aree sicure italiano, passati da 183.562 di fine 2017 (81% in ogni paese dove i richiedenti potran- nei Cas, il 13,2% nei centri Sprar, il 5,7% nei no essere rimpatriati. centri di prima accoglienza e lo 0,2% negli hot spot) ai 173.603 di aprile 2018. Di fron- L’operazione viene rinforzata con la riduzio- te a questa evoluzione, la logica, e la legge ne della diaria, che varierà tra 26 e 19 euro, che definisce i Cas “centri straordinari”, che nei Cas e nei Centri di prima accoglienza, quindi dovrebbero servire a coprire esigen- con l’eliminazione dell’obbligo di istituire ze di breve e brevissimo periodo, avrebbe corsi di lingua ed altri servizi di assistenza. dovuto far propendere per un’accelerazio- In sintesi, quindi, l’insieme delle misure pre- ne del trasferimento dei beneficiari dai Cas viste mira a ridurre al minimo l’accoglien- agli Sprar. za diffusa, limitata ai titolari di protezione Invece, al contrario, con il DL 113 si smonta il internazionale e ai minori non accompa- sistema Sprar in quattro mosse: gnati, cioè una platea inferiore al 20% dei 1. riduzione degli aventi diritto alla pro- richiedenti1. Per capire lo spessore del ta- tezione: cancellazione della protezione glio basta pensare che nel 2017 i beneficiari umanitaria e impossibilità di chiedere Sprar, secondo l’IDOS (Dossier statistico im- asilo se si è entrati illegalmente, migrazione), sono per il 36,1% richiedenti di protezione internazionale, per il 36% titolari 2. limitazione dell’accesso agli Sprar ai ti- di protezione umanitaria, per il 14% titolari tolari di protezione, internazionale o sus- di protezione sussidiaria, per il 12% rifugiati sidiaria, rimangono esclusi i richiedenti che hanno ottenuto lo status, l’1,9% minori, asilo, che sono la stragrande maggio- con le nuove regole negli Sprar potrebbero ranza dei migranti ospitati dal sistema di essere accolti solo il 27,9% degli attuali be- accoglienza, neficiari, ovvero circa 10 mila persone. 3. prolungamento dei tempi di perma- L’obiettivo sembra essere, inevitabilmente, nenza nei Centri di accoglienza e nei attraverso il boicottaggio dell’accoglienza Centri per il rimpatrio (fino a 210 giorni), diffusa, paralizzare l’integrazione. 1 negli ultimi anni le domande d’asilo hanno avuto una risposta positiva nel 40% circa dei casi, sotto forma di protezio- ne internazionale o sussidiaria o umanitaria, a cui si aggiungeva un altro 20% dopo i ricorsi, di tutti questi la metà circa erano protezione umanitaria, per cui una volta che questa è stata cancellata ed i ricorsi resi quasi impossibili, è facile prevedere che solo un 20% circa dei richiedenti vedrà accolta la domanda di asilo 9
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA Cosa cambia cambiamenti climatici. La limitazione del diritto di beneficiare del- Come detto in premessa, il cambiamento è lo Sprar ai titolari di protezione internazio- profondo e radicale, ed è a molteplici livelli. nale ed ai minori non accompagnati, avrà L’eliminazione della protezione umanitaria, due effetti. Il primo è nel crollo stesso del ad esempio, cancella ogni capacità del si- sistema, ridotto a residuale, sia per man- stema di accoglienza di riconoscere il dirit- canza di nuovi ingressi sia per l’espulsione, to alla protezione per chi fugge dai disastri e sono più del 50%, di quanti erano titolari ambientali e climatici. Mentre si potrebbe di protezione umanitaria che non potranno sostenere che l’Italia e l’Europa sarebbero più ottenere il rinnovo (sei mesi + sei mesi), obbligate dall’accordo di Parigi siglato alla il secondo è nel blocco del naturale, e pre- COP 21 del 2015, a riconoscere la figura del visto dalla legge, travaso dai Centri straor- migrante climatico, in quanto le migrazio- dinari agli Sprar. Un esempio: “in provincia ni, come la stessa Banca Mondiale sostie- di Lecco - ci racconta Massimo Pirovano, ne, sono la prima forma di adattamento ai responsabile migranti per l’associazione Il 10
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA Gabbiano - era previsto per il 2018 il pas- na cura della preparazione della comunità saggio di 200 posti dai Cas agli Sprar, il tra- ospitante. Un esito paradossale se si pensa sferimento è stato fatto solo per i primi 50 che l’autore di queste misure è un ministro gli altri sono stati bloccati dalla prefettura, della Lega, anticentralista ed antistatalista mentre il nuovo bando è chiaramente fatto per nascita. È proprio vero che crescendo si solo per i gestori di centri grandi: su 14 ge- cambia! stori nella provincia al nuovo bando si sono La restrizione della possibilità di accogliere presentati solo in sette, perché le condizio- le domande d’asilo provocherà un aumen- ni poste erano impraticabili per i gestori to di presenze sul territorio di persone sen- di piccoli centri, e di questi solo due fanno za nessuna regolarizzazione. Secondo l’ISPI microaccoglienza, gli altri gestiscono centri la legge provocherà un aumento di 110 mila superiori a 200 ospiti”. - 120 mila persone irregolari nei prossimi L’insieme delle misure che abbiamo visto due anni, portando il numero complessivo porta inevitabilmente alla fine dell’acco- dei clandestini a circa 600 mila. La contro- glienza diffusa, alla concentrazione in cen- misura dovrebbe consistere in un aumento tri medio-grandi e alla necessità di far pre- dei rimpatri. Una promessa velleitaria per- valere economie di scala, tant’è che sempre ché, per fare i rimpatri, occorrono accordi più gli imprenditori, anche se in forma di con i paesi di origine, al momento l’Italia ha cooperative, che partecipano ai bandi, lo accordi solo con Tunisia, Nigeria, Egitto e fanno in più province. E molto spesso sono Marocco, e anche il recente viaggio del mi- cooperative nate con ben altre ragioni so- nistro Salvini in Africa non ha aperto nuovi ciali, dalla ristorazione alle pulizie, che si sbocchi, inoltre secondo una stima di Open sono riciclate nell’assistenza. Le battute del Migration sui dati forniti da Frontex, un rim- ministro Salvini, secondo cui ora potran- patrio può costare tra sei mila e otto mila no davvero lavorare i volontari sono una euro a migrante. Per rimpatriare 600 mila mistificazione impressionante della realtà irregolari servirebbero tra i tre miliardi e perché è esattamente l’opposto: si sono mezzo e i cinque miliardi. Questi clandesti- aperte le porte alla speculazione privata e ni rimarranno sul territorio, si concentreran- il dover fornire solo i servizi di vitto alloggio no nelle grandi città, dove probabilmente è e mediazione legale renderà in realtà que- più facile sopravvivere, o nelle bidonville vi- ste nuove tariffe più vantaggiose di prima cine al mondo del lavoro nero e dello sfrut- (niente insegnamento obbligatorio della tamento illegale in agricoltura, con effetti lingua, ridottissima l’assistenza sanitaria e devastanti sia per la difficoltà crescente psicologica, nulle le attività di integrazione di trovare alloggi e occupazione, sia per la con la comunità ospitante). fragilità di queste persone che le esporrà Inoltre la marginalizzazione degli Sprar a sempre di più alle bande criminali, piccole vantaggio dei Cas medio grandi, che sono e grandi, facendo crescere l’insicurezza so- decisi dalle prefetture, centralizza tutto il ciale e la paura nei territori. Partita per au- sistema in mano allo Stato, esautorando mentare la sicurezza pubblica, la legge, ad i sindaci, e consente di far precipitare sul un’attenta analisi e ad una facile lettura dei territorio presenze importanti senza alcu- processi in campo, si tradurrà nel suo oppo- 11
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA sto: aumento dell’insicurezza e delle tensio- Le prime vittime sono sicuramente i mi- ni nel territorio. Ma, questo, a ben guardare, granti che vedono drasticamente ridotta è l’esito inevitabile, che puntualmente si la possibilità che la domanda d’asilo ven- ripete ogni volta che si vogliono affronta- ga accolta, e addirittura non potranno ne- re problematiche sociali con gli strumenti anche fare domanda d’asilo se arrivati ille- esclusivi dell’ordine pubblico. E il filo logico galmente (art.7bis). Le persone soccorse che tiene insieme nel DL 113 tante misure in mare sono ingressi illegali? Se fosse così apparentemente disomogenee e afferenti vorrebbe dire che puoi aver diritto all’asilo ad ambiti molto diversi, sta proprio nell’in- solo se arrivi con visto turistico o permes- tento di trasformare ogni problema sociale so di lavoro o con i corridoi umanitari. Un in un problema di ordine pubblico. A questa numero esiguo. A meno che l’Italia non ab- logica rispondono le misure contro l’accat- bia deciso di aprire grandi corridoi umani- tonaggio molesto e i parcheggiatori abusivi, tari direttamente con i paesi africani, che o l’allungamento “vessatorio” dei tempi per bypassino la Libia, ma non sembra questa avere il riconoscimento della cittadinanza, l’interpretazione più attendibile. Non siamo o l’impossibilità per il richiedente di chiede- costituzionalisti esperti ma ci sembra che re la carta d’identità, o la fornitura di pistole una tale interpretazione sarebbe un radi- elettriche alla polizia municipale, fino alle cale stravolgimento dell’obbligo costitu- ulteriori restrizioni contro le occupazioni di zionale che l’Italia ha di rispettare i trattati immobili e la ri-penalizzazione del reato di internazionali, compresi quindi quelli che blocco stradale depenalizzato nel 1999, per regolano il soccorso in mare. il quale oggi chiunque in più di cinque per- In questa categoria chi viene ulteriormen- sone organizzi un flashmob in mezzo alla te penalizzato è il migrante ambientale e strada può essere arrestato e rischia fino a climatico, una figura che si sta moltiplican- 12 anni di carcere. do in questi anni. Tutti coloro che arrivano In estrema sintesi, se dobbiamo fare una dall’Africa subsahariana sono anche mi- valutazione politica, non possiamo non dire granti ambientali e climatici, come coloro che quello che cambia è la qualità stessa che arrivano dal Bangladesh o dal Pakistan, della nostra democrazia. e sono proprio queste le principali aree di provenienza dei migranti che negli ultimi Chi vince e chi perde quattro anni sono arrivati in Italia. Ma soprattutto i più danneggiati saranno La nuova legge colpisce soprattutto le fasce proprio gli italiani, al di là della retorica del socialmente ed economicamente più fragi- prima gli italiani. li della popolazione che abita il nostro ter- Innanzitutto i tanti nuovi italiani, in attesa ritorio, italiani e stranieri, gli ultimi ed i pe- di veder riconosciuto il diritto di essere “cit- nultimi ed una quota dei vulnerabili, come tadini italiani”. Per loro c’è il raddoppio dei li definisce il Forum sulle disuguaglianze e tempi di attesa, fino a 4 anni, per il com- diversità2. pletamento dei procedimenti di riconosci- 2 www.forumdisuguaglianzediversita.org 12
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA mento del diritto. verno del territorio, dove diventa decisivo E poi le economia locali. Le risorse investi- il ruolo dei prefetti, che dovranno sentire te nell’accoglienza diffusa (sistema Sprar e i i sindaci, ma senza che questi abbiano al- Cas della microaccoglienza) rappresentano cuna possibilità di intervenire nella logica un bell’esempio di buona spesa pubblica3 e delle scelte, dai bandi alle localizzazioni alla sono una vera, forse l’unica, politica keyne- dimensione dei centri. Già oggi in un setti- siana di questo periodo per le aree interne mo dei Cas la gestione è stata definita tra- del Paese. I costi dei progetti dell’accoglien- mite affidamento diretto (1.430 su 9.358, il za diffusa, con un investimento complessi- 15% del totale ad agosto 2017), un dato che vo intorno ai 600/800 milioni, hanno funzio- diventa la metà in Calabria (49,3%) il 43,6% nato da volano sia per riattivare economie in Molise, il 36,9% in Sardegna4. locali in crisi, sia per rivitalizzare imprese e Chi se ne avvantaggia? servizi sociali. Le nuove regole favoriscono, come abbia- Chi pagherà di più queste scelte del go- mo detto, le grandi concentrazioni, che ri- verno saranno i moltissimi piccoli comuni, spondono a obiettivi e criteri di controllo, che grazie ai progetti di accoglienza diffusa ma non di integrazione, ed aprono le por- hanno potuto rialzare la testa: sono arrivati te agli speculatori. La stessa rimodulazione giovani e famiglie con figli, che hanno ripo- delle diarie mira a favorire le grandi aggre- polato paesi a prevalente presenza di an- gazioni, in grado di giocare su economie di ziani (dal 2011 al 2016 la popolazione è cre- scala, come dimostra la recente gara d’ap- sciuta dello 0,26%, mentre la popolazione palto per il Cara di Mineo, dove si partiva da straniera è cresciuta del 20% circa), hanno 19 euro al giorno a persona per 2.400 po- fatto riaprire scuole, hanno portato a riatti- sti, che è stata aggiudicata con ribassi del vare servizi sociali e sanitari, buoni per tutta 20% almeno, scendendo a circa 15 euro, su la popolazione, hanno creato circuiti virtuo- cui poi lo Stato deve mettere l’affitto della si di nuova cultura e di più ricche relazioni struttura, pari a sei milioni di euro l’anno, umane. E circuiti economici. più utenze e sorveglianza. Ma a questi ta- E poi pagheranno le città, medie e gran- gli di costo, corrispondono pesanti tagli nei di, dove si riverseranno gran parte dei 600 servizi forniti dal gestore, nel personale a di- mila clandestini previsti, alla ricerca di qual- sposizione e nei servizi forniti per assisten- che risorsa per sopravvivere. za socio-psicologica, mediazione culturale, E i sindaci, soli di fronte alla presenza di informazione giuridica, insegnamento del- grandi concentrazioni di stranieri regola- la lingua italiana. Un modello già predispo- ri e irregolari che creano paure e tensioni sto dal ministro Minniti (il bando è del set- nell’impossibilità di un fluido inserimento tembre 2017), che il nuovo ministro ha solo nella comunità locale. messo a punto trasformandolo in modello A perdere sarà anche il sistema istituziona- per tutti i centri. le e il ruolo delle autonomie locali nel go- 3 A questo proposito vedi il contributo di Andrea Morniroli in questo Dossier 4 fonte Dossier statistico immigrazione 2018, IDOS 13
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA Il negazionismo energetiche che in quelle migratorie, alme- no fino al 2016, ha provato a guidare il suo danneggia il Paese paese e ad indirizzare l’Europa verso scena- ri di sviluppo che tenessero conto dei nuovi Lo scenario che disegna il DL 113, conver- scenari, per trasformarli da problema in op- tito in legge dal Senato, significa sostan- portunità. zialmente rinunciare ad ogni politica mi- gratoria, che non sia quella del chiudersi La prospettiva , determinata dai movimen- nel fortino e trattare i migranti come peri- ti migratori, di cui sarebbe bene prendere colosi nemici. Una politica che può pagare atto il prima possibile, infatti è molto chiara. sul breve periodo, in termini elettorali, ma L’ONU prevede che per il 2050 ci saranno rinuncia al compito proprio della politica 469 milioni di migranti, contro i 258 milio- che è quello di governare i processi nell’in- ni di fine 2017, e l’Africa avrà raddoppiato teresse generale, senza assecondare i mal la sua popolazione rispetto agli attuali 1,2 di pancia della gente. miliardi. E parliamo per la grande maggio- Perché, in estrema sintesi, questo è il pro- ranza (230 milioni) di migranti economici, blema. Non si vuole prendere atto che il provocati dalla profonda disuguaglianza mondo è cambiato, il mondo dei compar- che attraversa il nostro mondo, divaricato timenti chiusi è finito, oggi ci sono nuovi tra i 128.000$ del Pil pro capite del Qatar, il soggetti e nuovi processi che obbligano a paese con il Pil più alto al mondo, ed i 726$ modificare culture, stili di vita e strumenti di Pil pro capite della Repubblica Centra- per il benessere collettivo. La politica mi- fricana, il paese che chiude la classifica gratoria del governo nega l’esistenza stessa mondiale. Mentre sul versante climatico, del nuovo scenario, da cui piuttosto biso- secondo un rapporto pubblicato da Oxfam, gnerebbe partire per disegnare nuove po- dal 2008 al 2016 ci sono stati in media ogni litiche di governo, per non rimanere in balia anno 22 milioni di migranti ambientali nel degli eventi. mondo, la Banca Mondiale parla di 143 mi- Il discorso è esattamente lo stesso di quello lioni al 2050 solo riferendosi agli sfollati in- per i cambiamenti climatici, che non sono terni, che sappiamo essere il primo gradino determinati dalla cattiveria di qualche am- dell’emigrazione internazionale, e l’area più bientalista, come le migrazioni non sono colpita sarà proprio l’Africa Subsaharia che determinate dalla cattiveria di qualche So- produrrà 86 milioni di migranti ambienta- ros di turno. I cambiamenti climatici, come li. Ancora più cupa - un miliardo di rifugiati le migrazioni, sono due delle principali co- climatici in giro per il pianeta entro il 2050 - ordinate che disegnano il teatro delle dina- è la previsione contenuta nel rapporto 2017 miche globali, con cui occorre misurarsi. Il del «Lancet Countdown». Al di là delle cifre, negazionismo può solo rinviare il momen- quello che è certo è che i migranti ambien- to in cui prendere atto della realtà, e così tali ci sono e ci saranno. Come i migranti facendo indebolisce il Paese e gli farà pa- economici. Negarne l’esistenza è solo auto- gare un prezzo salato. Non è un caso che lesionismo, che impedisce all’Italia e all’Eu- la Germania della Merkel, sia nelle politiche ropa di adattarsi al mondo che cambia in 14
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA tempi e modi adeguati. Il bilancio dell’immigrazione E non è un caso che il ministro Salvini si ponga di fronte sia ai cambiamenti clima- Secondo la Fondazione Moressa i la- tici che alle migrazioni con la stessa ideo- voratori stranieri regolarizzati nel 2016 logia negazionista .Una posizione attenta hanno versato: solo al brevissimo periodo di un’elezione, ri- nunciando al ruolo fondamentale della po- 3,3 miliardi di € di Irpef litica, quello di guidare un paese per met- terlo in condizione di affrontare al meglio le 320 milioni per i permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza prossime sfide. La politica migratoria del governo produ- 11,9 miliardi per contributi ce poi un altro effetto. Di fronte ad un fe- previdenziali nomeno che va governato, e non subìto, Per un introito totale nella casse dello con l’indurimento delle condizioni di so- pravvivenza dei migranti nel nostro paese Stato di 19,2 miliardi, a fronte di una spesa pubblica per gli immigrati pari ed il contemporaneo rifiuto di adeguare la a 17,5 miliardi, con un bilancio positivo legge sulla cittadinanza, anzi peggiorando che oscilla tra 1,7 e 3 miliardi di euro. l’applicazione dell’attuale già inadeguata, produce un altro danno al paese. Dovreb- Dati importanti che, per altro, rappre- be essere infatti interesse dell’Italia fare una sentano solo una parte del contributo politica che stabilizzi i migranti, ne conso- che le migrazioni danno all’economia lidi l’insediamento sul territorio (anche per italiana. Per un quadro completo, in- non trasformare in un investimento spre- fatti bisognerebbe tener conto an- cato quanto speso per l’accoglienza, come che di altri fenomeni come la spesa invece facciamo con i nostri giovani su cui pubblica per i richiedenti asilo, per la investiamo in formazione e poi vanno a funzione di volano economico in mol- lavorare all’estero) facilitando la formazio- ti territori, o l’economia illegale dello ne di famiglie in loco o promuovendo il ri- sfruttamento e del caporalato in agri- congiungimento familiare. Non solo per coltura, in edilizia, nella logistica. evidenti ragioni economiche, lavorative, di crescita dei consumi, di bilancio dell’INPS, ma anche per favorire l’identificazione del- le nuove famiglie con il paese in cui sono Accoglienza diffusa riuscite ad insediarsi, prevenendo quei fe- per stare tutti meglio nomeni di rigetto delle seconde generazio- ni che abbiamo visto in paesi di più lunga Quello di cui c’è bisogno è uscire, urgente- immigrazione, come la Francia o il Regno mente, da una discussione pubblica tutta Unito. ideologica, come se si fosse alla partita tra pro o contro le migrazioni, pro o contro i mi- granti. 15
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA Noi abbiamo voluto fare un “viaggio per parare il terreno ad accogliere un’inno- capire”, un viaggio attraverso l’accoglienza vazione sociale significativa; diffusa, tra opportunità, fatiche, pregi, di- 3. organizzazione, soprattutto nella fase fetti, fragilità, vantaggi. Non siamo andati di avvio, di attività da fare insieme, tra alla ricerca di ricette, facilmente replicabili. vecchi e nuovi abitanti, per conoscersi O di buone pratiche da sbandierare. Non e dissolvere ogni pregiudizio: attività di è un viaggio alla ricerca delle eccellenze. Il volontariato ambientale, di riqualifica- nostro intento è individuare alcuni tratti di- zione di spazi pubblici, di attività spor- stintivi, anche problematici o interlocutori, tive, di scambio gastronomico, di feste. che configurano una sorta di mappa con- Si costruiscono così nuove reti affettive cettuale ed operativa, una guida ai passi e di reciproca fiducia che costituiscono indispensabili per fare buona accoglienza. l’ordito e la trama di una nuova comuni- Sono temi già all’attenzione degli addetti tà. La presenza dei migranti diviene così ai lavori, come dimostra la Piattaforma di l’occasione per rivitalizzare le relazioni Chiusano, pubblicata tra i contributi, alla nella comunità, essi stessi non più ospiti fine di questo Dossier, o i preziosi Rapporti in dovere di risarcire l’ospitalità, ma parte annuali prodotti dal Servizio Centrale Sprar. costitutiva della comunità stessa; Non vogliamo scoprire l’acqua calda! Quello che pensiamo sia necessario è una 4. rapporto continuo di informazione verso discussione pubblica su quale sia il pro- la comunità di cosa il progetto prevede e filo della buona accoglienza. Noi abbia- cosa sta realizzando, una sorta di bilan- mo provato ad estrapolare, nel Decalogo cio sociale permanente, accompagnato dell’accoglienza che fa bene all’Italia quel- dalla trasparenza dell’Amministrazione lo che scaturisce dalle esperienze, che for- nella gestione delle risorse previste dal niscono un’indicazione su cosa si dovrebbe progetto; fare, quali pratiche implementare, se l’in- 5. ognuno dei migranti ha una storia a sé tento è davvero quello di governare per il ed ogni comunità ospitante ha la sua bene del Paese. identità in evoluzione, pertanto l’inseri- mento graduale nella comunità si deve accompagnare all’individualizzazione Il decalogo dell’accoglienza dei percorsi (per i quali è indispensabile lavorare con piccoli numeri) per costruire che fa bene all’Italia vera autonomia nella persona straniera in accoglienza e per dare spazio alla co- 1. collaborazione tra i diversi livelli istitu- munità di trovare la sua strada originale zionali, in primis Comuni e Prefetture, per essere protagonisti attivi del proprio per programmare e condividere modi e percorso, per sviluppare al meglio le si- numeri dell’accoglienza; nergie tra vecchi e nuovi abitanti, evitan- 2. cura preventiva delle preoccupazioni, do il rischio che il beneficiario si senta diffidenze e paure della comunità ospi- e venga percepito come “destinatario” tante, là dove si presentassero, per pre- passivo del progetto; 16
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA 6. ruolo guida dei sindaci, nei piccoli co- condivisi, per “diffondere” l’accoglienza muni, e dell’amministrazione locale, non come peso ma come opportunità. nelle città, senza deleghe in bianco al Se avrete la pazienza di leggere tutte le 28 gestore, per assumersi la responsabilità storie, che seguono, che coinvolgono circa di costruire le cornici migliori per l’inte- 100 Comuni e che, in forme molto differen- grazione tra culture e stili di vita diversi, ziate e spesso parziali, ci hanno suggerito per garantire una costante mediazione questo profilo, probabilmente succederà tra vecchi e nuovi abitanti; anche a voi di chiedervi con stupore: per- 7. promozione della collaborazione tra più ché smontare una cosa che funziona e che soggetti nel territorio, al di là dell’ente fa bene all’Italia? gestore, che “credono” nel valore e nell’u- Noi siamo sempre più convinti che serve tilità del costruire rete sociale nella co- una discussione pubblica seria e pacata, munità coinvolgendo i migranti, anche, che sgombri il campo dalla strumentalizza- ad es. sperimentando accoglienza nelle zione delle paure. famiglie o costruendo cooperative di co- Dalla paura nessuno ricava un migliora- munità con migranti ed autoctoni; mento, staremo tutti un po’ peggio! 8. sviluppo di un welfare generativo, in stretta e sinergica relazione con i servizi locali (sociali, sanitari, scolastici, …) per la popolazione, per migliorarne il funziona- mento per tutti, mettendo a sistema le diverse politiche sociali e le risorse pre- senti sul territorio, “inventando” nuove modalità e nuovi servizi, oltre quelli ga- rantiti dal progetto; 9. progettazione, monitoraggio e cura del- lo sviluppo locale, utilizzando gli stru- menti già in campo nel sistema di acco- glienza (borse lavoro, tirocini formativi) integrandoli con altre misure regionali/ nazionali e con altre politiche (messa in sicurezza del territorio, manutenzione dei boschi, gestione dei rifiuti, ecc.) di- sponibili per creare occasioni di lavoro per tutti, per valorizzare o recuperare fi- liere economiche locali, anche attraver- so gli strumenti dell’impresa sociale; 10. costruzione di reti tra comuni (e tra quartieri, in grandi città) in progetti 17
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA LE STORIE Ostana (CN) que uomini. Un fratello e una sorella che vi- vono da soli in una casa affittata a un priva- Ostana, in provincia di Cuneo, alle falde del to dall’amministrazione comunale, quattro Monviso, è uno dei “Borghi più belli d’Italia”. ragazzi che non si conoscevano e alloggia- A 1.280 metri di altitudine, è una terra dura e no in una casa del comune appositamente storicamente avvezza all’emigrazione. Con- sistemata. Gli ultimi due sono arrivati poco tava più di mille abitanti sul finire dell’800 e più di un mese fa e ancora non lavorano ma, solo cinque negli ultimi anni 80 del secolo come gli altri, studiano l’italiano due ore al scorso. Oggi, il sito del comune riporta 80 giorno, in parte a Ostana, in parte in una residenti, ma solo la metà vive lì tutto l’anno scuola di Saluzzo. I primi quattro sono sta- racconta il sindaco Giacomo Lombardo, e ti ammessi alla terza media, lavorano con poi ci sono sei pakistani. Un piccolo Cas, che contratti part-time, perché non possono da accordo con la prefettura è previsto per guadagnare più di 480 euro al mese pena una durata di due anni, fino allo scadere di l’uscita dal sistema di protezione, e fanno febbraio 2019. “Dopo vedremo - dice Lom- opere di volontariato come la manuten- bardo - sta cambiando tutto, vedremo che zione delle strade e la pulizia delle cunette, cosa si inventeranno da qui a quella data”. il ripristino di sentieri, la pulizia del centro Intanto, dopo un anno e mezzo di acco- abitato, il taglio dell’erba e altre attività di glienza, il sindaco traccia un bilancio “in sorta. larga parte positivo” della decisione “presa Sul fronte dell’impiego retribuito, la ragazza all’unanimità” dall’amministrazione comu- lavora in un agriturismo, dove aiuta in cuci- nale, ma dagli inizi non facili, perché osteg- na e serve ai tavoli; suo fratello nella stessa giata da molte paure di violenze e di furti e azienda si occupa della cura degli animali da una petizione con 173 firme. “Compren- e fa piccoli lavori di manutenzione. Un altro deva solo 14 persone tra quelle che vivono sta facendo un tirocinio con l’amministra- tutto l’anno a Ostana, che all’epoca erano zione comunale per la manutenzione ordi- più o meno 45; gli altri erano sconosciuti, naria del territorio, delle strade in partico- qualche residente che viene a Ostana solo lare affinché la pioggia non se le porti via. qualche giorno in estate, proprietari di se- “Gli insegniamo i mestieri che sono propri conde case, amici o parenti di altri firmata- del nostro comune” precisa il sindaco; una ri. Una delle motivazioni del contrasto era formazione, se non un mestiere vero e pro- che l’ospitalità di richiedenti asilo avrebbe prio, perché di metalmeccanici o di grandi fatto crollare i valori immobiliari!”. Ma Lom- imprese a Ostana non ce ne sono. Per ca- bardo è andato avanti e “l’inserimento nel- pire dove impiegare gli ultimi due arrivati, la comunità è stato graduale ma costante. sarà necessario ancora un po’ di tempo: Alcuni dei firmatari della petizione hanno “perché ognuno di loro ha una storia a sé, cambiato idea; una persona mi ha detto: delle aspettative, delle esperienze diverse; è ‘speriamo che non vadano via’. Forse per- complessa la cosa, non è che l’accoglienza ché è Alì che gli spala la neve?”. sia così semplice, per chi vuole farla vera- I sei richiedenti asilo sono una donna e cin- mente” spiega Lombardo. Che aggiunge che l’iniziativa ha generato una economia 18
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA locale di circa 60 mila euro all’anno. zione del festival MigrAzioni (3, 24 e 25 no- Come? L’accoglienza viene fatta con i 35 vembre, 8 e 29 dicembre 2018), con aperi- euro al giorno a richiedente asilo che passa cena etnici e la proiezione dei documentari la prefettura. Dargli da mangiare, alloggiar- Sea Sorrow - Il dolore del Mare di Vanessa li, riscaldarli, vestirli, portarli a fare le visite Redgrave e Juventa di Michele Cinque, del- mediche, attivare una mediazione cultura- la commedia Non c’è più religione di Luca le utilizzando figure professionali adegua- Miniero e dei lungo e corto metraggi del te che parlino in urdu, curare l’inserimento Migranti Film Festival di Pollenzo che per professionale, fornire l’assistenza legale in l’occasione sale su in montagna. vista del pronunciamento della Commis- sione sulla concessione del diritto d’asilo definitivo: i 35 euro servono per tutto. Mol- Chiusano d’Asti (AT) tiplicandoli per sei e per i giorni di perma- nenza, si arriva più o meno a 60 mila euro, e i comuni del soldi che vengono spesi sul territorio. Nes- progetto Agape suna cooperativa a gestire il tutto in questo piccolissimo comune, ma il sindaco e una Chiusano d’Asti è il comune capofila del persona assunta part-time fino alla scaden- progetto Agape, di cui fanno parte anche za del progetto, il 28 febbraio prossimo. Lei Castellero, Cortandone, Monale e Settime. lavora grazie al progetto e ci sono sei resi- È nato nel 2015 “da una sinergia, simpatia denti in più. tra i sindaci - racconta Marisa Varvello, pri- Lombardo ne accoglierebbe altri, se fosse ma cittadina di Chiusano (230 residenti) possibile? “L’accordo con la prefettura è - che, dovendo rispondere alla sollecitazio- fino a dieci. Per fare una buona accoglien- ne della prefettura sull’accoglienza, hanno za… sì, potremmo averne ancora altri due. cercato un modo per dare corpo all’idea Dovrei però trovargli un alloggio ancora, e dell’accoglienza diffusa che non fosse inva- non è facile trovare un alloggio che sia di- sivo per il territorio e non creasse conflittua- gnitoso”. Con Rashid e Quratulain - “che in lità”, e deciso di mettere in rete possibilità Pakistan hanno subito attentati in ragione ed esperienze pregresse: un piccolissimo della loro fede” - con Alì e gli altri ragazzi, Cas con quattro rifugiati a Chiusano, dal la comunità di Ostana ha imparato a fare 2014, e lo Sprar di Settimo, primo Sprar del gli aquiloni e a modellare l’argilla; c’è chi ha Piemonte. già memorizzato le canzoni occitane e chi L’ente gestore del progetto è l’associazione cerca di modulare monodicamente l’urdu. Piam onlus. Ma, sottolinea Marisa Varvello, Il sindaco parla di rispetto reciproco e di di- “un ruolo fondamentale lo gioca il sindaco gnità. Ma se con il nuovo decreto e il venire nei confronti della popolazione, come me- meno della protezione umanitaria, la richie- diatore, perché c’è un rapporto di fiducia sta di questi migranti venisse bocciata e con i cittadini - io per esempio sono al terzo loro diventassero “clandestini”, lui dovrebbe mandato - ed è più facile per noi convincere mandarli via. i proprietari di alloggi ad affittare o le picco- Intanto, Ostana organizza la seconda edi- le imprese artigianali e le aziende agricole 19
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA a far fare un tirocinio formativo a un rifugia- Le donne con famiglia generalmente si oc- to. Finora le nostre proposte hanno sortito cupano dei figli e non lavorano. Gli uomini, effetti positivi, quindi, quando andiamo noi, invece, seguono tutti dei tirocini formativi. nei nostri interlocutori non c’è una preclu- Si dà la precedenza a tirocini presso picco- sione”. le aziende, laboratori artigianali, imprese Il progetto Agape è partito nel 2015 con 21 agricole del territorio, per creare laddove posti disponibili (18 il numero minimo da possibile le condizioni di un’assunzione. In garantire per partecipare al bando) e oggi alternativa, i tirocini si svolgono nei comuni, ne ha 45, sparsi sul territorio dei cinque prevalentemente nell’ambito della messa comuni. Sono posti per uomini adulti soli, in sicurezza e della cura del territorio, con famiglie e donne sole uscite dalla tratta. Al squadre in cui lavorano cantonieri locali e momento, i presenti vengono dal Ciad, dal migranti. I primi dopo un corso di tutorag- Sudan, le donne in prevalenza dalla Nigeria gio, i secondi dopo una formazione sulla e poi ci sono famiglie curde-irakene. Non sicurezza e l’utilizzo dei piccoli strumenti occupano tutti i posti disponibili, perché, meccanici necessari alla pulizia e alla ma- revocata la protezione umanitaria, il mini- nutenzione di strade, fossi e terreni. “Questo stero dell’Interno non ha più mandato ri- non costruisce uno sbocco occupazionale - chiedenti. “A Monale, in un appartamento riflette la sindaca di Chiusano - perché i co- di quattro posti abbiamo messo una fami- muni non possono assumerli, ma è un tipo glia. In una frazione di Chiusano, abbiamo di lavoro che costruisce un pezzo di curri- ristrutturato una stazione dismessa, facen- culum per chi dovesse avere la possibilità di do una convenzione con le Ferrovie dello entrare in una azienda agricola”. Stato, e l’abbiamo trasformata in un allog- Ma prima di tutto, per tutti, c’è la scuola di gio grande con sei posti. A Settime, ci sono italiano, con corsi che si svolgono due po- tre alloggi ma in tre frazioni diverse, quindi meriggi a settimana e non si fermano du- chi sta lì deve integrarsi nel contesto socia- rante le vacanze scolastiche. “L’apprendi- le”. mento della lingua è la cosa fondamentale. Su tutti i fronti si punta all’integrazione e Su questo, operatori e sindaci, siamo un all’autonomia. A coordinare gli spostamen- tamburo battente che pervicacemente in- ti provvede all’inizio l’associazione Piam, poi siste. E non basta parlare e capire, bisogna si passa ai mezzi pubblici e viene fornita, a anche avere un minimo di comprensione chi la vuole, una bicicletta da restituire alla della lettura e della scrittura”. fine della permanenza. Con i famosi 35 euro Per le donne sole, ci sono due alloggi, a Cor- pro die pro capite, che con il nuovo decre- tandone e a Castellero in una cascina dove to sono diventati 20, agli ospiti del progetto stanno quelle che hanno bambini piccoli sono garantiti la casa, comprese le spese di sotto i tre anni, non per forza uscite dalla riscaldamento e delle utenze; il vitto, per cui tratta. Situazioni che necessitano di parti- viene fornito un determinato importo a set- colare protezione. Tutte vengono coinvolte timana; una tessera con cui si possono fare in diverse occupazioni, come i corsi di taglio acquisti di vestiario in negozi convenziona- e cucito o quello di aiuto cuoco, e poi c’è ti; i due euro e 50 a testa di pocket-money. laboratorio Terre di Monale dove si fanno i 20
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA piatti a mano. Partito, sempre all’interno del Pettinengo (BI) progetto Agape, come laboratorio occupa- zionale che recuperava un vecchio mestiere A Pettinengo - circa 1500 abitanti in provin- della zona, si è trasformato in un’esperienza cia di Biella - i primi 15 profughi inseriti in un di successo. L’idea a cui deve parte del suc- progetto di accoglienza continuativa, il Cas cesso è stata dell’operatore che segue le ra- gestito dall’associazione Pacefuturo onlus, gazze nel lavoro, dice la sindaca: “appassio- sono arrivati nel 2014. Oggi la disponibilità nato di scultura, ha messo a disposizione il complessiva del Cas è di 130 posti, di cui 115 suo forno e hanno cominciato a fare questi occupati. Nel piccolo comune piemontese, piatti, e li ha fatti vedere in giro e ora diver- i migranti sono circa 80, provenienti dall’a- si chef ci chiedono piatti personalizzati che rea del Sahel, dalla Nigeria, dall’Afghani- progettano insieme a lui e che le ragazze stan, dal Bangladesh e dal Pakistan; gli altri realizzano. A fine 2017 un ristorante italiano sono collocati a Biella. in Giappone ci ha ordinato una partita di L’associazione Pacefuturo onlus nasce uffi- 700 piatti e abbiamo delle commesse rile- cialmente nel 2004 al monastero di Bose, vanti in Francia e in Inghilterra”. dopo una serie di incontri fra amici sul Il progetto Agape, per i partecipanti, dura tema della pace; dal 2006 ha sede a Villa due anni. Poi c’è chi parte e chi rimane se Piazzo a Pettinengo, dimora storica di metà ha la fortuna di trovare una collocazione, ottocento immersa in un parco di 10 ettari cioè casa e lavoro. “Diverse persone, uomini di proprietà della comunità di Pettinengo. e donne, hanno trovato occupazione presso Ed è qui che, all’avvio del progetto di acco- le aziende agricole. Altri invece sono andati glienza, sono stati accolti i profughi, “con in altre città o in altri stati, si sono spostati molte paure dell’amministrazione comuna- ma alla fine del progetto sono riusciti a co- le, della comunità di Pettinengo - racconta struirsi un’autonomia. Piccola e dignitosa”. Andrea Trivero, direttore dell’associazione E gli altri residenti che cosa dicono? La sin- e responsabile del centro di accoglienza - daca si attiene al proprio comune: quando però, anche grazie all’aiuto del parroco, nel ha proposto al consiglio comunale di pas- giro di tre o quattro mesi siamo riusciti un sare dal piccolo Cas del 2014 al progetto po’ a cambiare rotta. Ora, con l’amministra- Sprar, ci sono stati voti favorevoli, astenuti zione comunale, tutti i giorni siamo in giro e un voto contrario. Tre anni dopo, con lo a pulire cunette e strade e manteniamo 15 stesso consiglio, il rinnovo è passato all’una- chilometri di sentieristica grazie ai ragazzi”. nimità. “Non tutti erano contenti, poi hanno La formula è diventata quella dell’acco- visto queste persone lavorare in paese, fare glienza diffusa, con 13 strutture dove allog- le opere di manutenzione del territorio, un giare. Nella villa vivono attualmente quattro lavoro perfetto, e la gente è stata entusiasta. ragazzi e vi sono stati aperti una caffetteria Lavori che si facevano negli anni 50, hanno e un ristorante, dove sono organizzati labo- detto, che evitavano alla terra di andare in ratori formativi con l’ausilio di un cuoco. malora e di franare. Questo è piaciuto mol- “È un progetto di welfare generativo - spie- to. E non c’è proprio nessun problema, nes- ga Trivero - un progetto sociale che dovreb- suno”. be aiutare a moltiplicare le risorse, e lo ha 21
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA fatto. Alla maggior parte dei nostri collabo- colo e distribuito su 13 strutture è destinato ratori abbiamo dato un lavoro: siamo una a morire. trentina di persone, tra cui venti dipendenti e dieci a contratto. Tra gli assunti, dieci sono profughi e gli altri sono quasi tutti di Petti- Ivrea (TO) nengo”. Ad altri residenti è stato chiesto di dare una mano per la formazione, che è ri- Nel Canavese, il Consorzio servizi socia- volta tanto ai migranti, quanto ai ragazzi lo- li IN.RE.TE. gestisce i compiti e le funzioni cali desiderosi di imparare un mestiere ar- in materia di servizi sociali di 51 comuni, di tigianale. Oltre alla ristorazione, i laboratori cui 13 fanno accoglienza. C’è innanzitutto di apicoltura, tessitura, sartoria, erboristeria, lo Sprar di Ivrea, uno dei primi Sprar d’Ita- cosmesi naturale sono tutte attività libere e lia, gestito dalla cooperativa Mary Poppins. gratuite. E ci sono i Cas gestiti da sette cooperative, È un sistema replicabile? “Certo, il model- che garantiscono un’accoglienza diffusa lo è fatto apposta. Ogni territorio ha le sue sull’insieme dei comuni aderenti, in 50 ap- caratteristiche, le sue risorse e capacità arti- partamenti. Gli ultimi dati parlano di un to- gianali, che vanno scovate e capite, e soprat- tale di 379 ospiti: 330 nei Cas, 49 nello Sprar. tutto va capito se sono attività che possono Una prevalenza di arrivi dalla Nigeria, poi avere un senso anche per una persona che da Chad, Niger, Mali e altri paesi dell’Africa arriva dall’altra parte del mondo. Trovare le subsahariana cui si aggiungono Pakistan e attività giuste per la formazione dei ragazzi Bangladesh. può essere un’occasione di rivalorizzazione “Altri comuni del territorio hanno avviato del territorio attraverso l’artigianato”. le prime fasi della procedura per diven- Se, da un lato, “il piccolo comune allontana tare Sprar, ma con il nuovo decreto sono il pericolo che i ragazzi caschino in mano fermi” racconta Aldo Zanetta, uno dei pro- alla microcriminalità”, dall’altro può essere motori dell’Osservatorio Migranti, un coor- un contesto difficilmente sopportabile per dinamento di persone e associazioni per chi ha sempre vissuto in una grande città. la difesa dei diritti e delle potenzialità dei Per questo motivo e per facilitare il passag- richiedenti asilo e protezione, attivo nell’a- gio all’autonomia dopo un anno e mezzo rea. “Da tempo - spiega Zanetta - credia- o due di permanenza nel progetto, Pace- mo nell’accoglienza diffusa, e ancora di futuro ha deciso di aprire delle strutture più dal 2011 quando 90 persone sono state prossime a Biella. “Per un percorso di avvi- messe in un albergo e sono rimaste lì, pra- cinamento alla città, dove ci sono anche più ticamente nel limbo. Due anni e mezzo fa possibilità di trovare lavoro, di muoversi, di è successa la stessa cosa, in un altro alber- essere autonomi”. go, nel centro di Ivrea, dove la prefettura ne A questa realtà il decreto sicurezza crea ha collocate altre 90. Da lì, abbiamo deciso problemi? In teoria no, perché il provvedi- di costituirci come osservatorio migranti, mento punta a smantellare lo Sprar e non spontaneamente, per portare la situazione il Cas. In pratica sì, perché riducendo il con- all’attenzione dei comuni”. tributo pro die pro capite, un progetto pic- Quando, nel 2017, il consorzio IN.RE.TE - che 22
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