L'ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL'ITALIA - Legambiente

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L'ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL'ITALIA - Legambiente
DOSSIER

L’ACCOGLIENZA
CHE FA BENE ALL’ITALIA
NOVEMBRE 2018
L'ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL'ITALIA - Legambiente
A cura di Fabio Brandoni, Vittorio Cogliati Dezza, Alice Scialoja
che ringraziano i tanti amministratori locali, operatori e gestori
che hanno consentito la realizzazione di questo racconto.
L'ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL'ITALIA - Legambiente
Premessa                                             05
Introduzione                                         07
Le storie                                            18
Ostana (CN)                                          18
Chiusano d’Asti (AT) e i comuni del progetto Agape   19
Pettinengo (BI)                                      21
Ivrea (TO)                                           22
Mezzago (MB)                                         23
Comerio (VA)                                         25
Paullo (MI)                                          27
Val Camonica (BS)                                    28
Lecco                                                29
Cadore (BL)                                          30
Cividale del Friuli (UD)                             31
Fontanigorda (GE)                                    33
Osimo (AN)                                           35
L’Aquila                                             36
Latina                                               39
Roma, Monterotondo, Colleferro                       40
Roma, Casa Scalabrini 634, programma ASCS            41
Conza della Campania (AV)                            43
Rete Comuni Welcome (BN)                             45
Torrioni (AV)                                        47
Castel del Giudice (IS)                              49
Ripalimosani e Campobasso                            50
Bojano (CB)                                          51
Sant’Arcangelo (PZ) e Scanzano Jonico (MT)           52
Salento (LE)                                         54
Uggiano la Chiesa (LE)                               55
Gioiosa Ionica (RC)                                  57
Alghero (SS)                                         58
Contributi                                           60
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L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

           In questi ultimi anni, in Italia, si parla molto spesso di migranti come di una delle principali
PREMESSA

           emergenze nazionali.
           C’è una narrazione prevalente che parla del fenomeno come di un’invasione, che di volta in
           volta si presenta come emergenza sbarchi, emergenza ordine pubblico, emergenza delin-
           quenza, o addirittura come emergenza Ong … quasi mai come emergenza umanitaria.
           C’è poi una parte della narrazione pubblica, che cerca, con pacatezza, di raccontare, attraver-
           so dati e ricerche, come stanno effettivamente i fatti, quali i numeri degli arrivi, quali i pro-
           blemi e i vantaggi per l’Europa e l’Italia, quali le procedure possibili per evitare l’emergenza
           umanitaria.
           Quasi mai si parla delle ragioni di chi emigra, delle condizioni che obbligano ad emigrare,
           dell’errore storico che in troppi fanno di distinguere tra chi ha diritto ad emigrare e chi non
           lo ha, negando l’intreccio perverso di cause concomitanti, che oggi rende il fenomeno mi-
           gratorio diverso da tutte le forme che ha assunto negli anni e nei secoli precedenti. Bisogne-
           rebbe prendere atto che oggi gli emigranti scappano, nella grande maggioranza dei casi,
           contemporaneamente da guerre, persecuzioni, disastri climatici, fame e povertà. Fermarsi
           alle categorie riconosciute dalla Convenzione di Ginevra e continuare a distinguere tra rifu-
           giati, migranti economici e migranti ambientali è un grave errore, che impedisce alle società
           moderne e benestanti di affrontare in modo adeguato il nuovo scenario.

           Quasi mai si parla di ciò che funziona, che fa bene al paese e all’Europa, di quella accoglien-
           za che, mentre risolve un’emergenza, favorisce lo sviluppo, proponendo concreti percorsi di
           integrazione.
           Con questo dossier vogliamo raccontare l’accoglienza che fa bene all’Italia. Vogliamo par-
           lare di quella accoglienza diffusa che ha nel sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richie-
           denti Asilo e Rifugiati) il modello di riferimento, ma che ha influenzato anche molti Cas, che
           hanno scelto di fare microaccoglienza: piccoli numeri diffusi nel territorio, ospitati in apparta-
           menti o piccole strutture.
           Un fiore all’occhiello del nostro paese, un modello studiato in Europa e non solo, tanto che
           recentemente è stato oggetto di uno studio del Global Governance Lab dell’Istituto per lo
           studio dello sviluppo internazionale della McGilly University di Montreal, che accende i ri-
           flettori sugli effetti positivi di un centro Sprar sull’economia locale e sulla crescita del reddito
           procapite.

           Ma oggi sta cambiando tutto e forse dovremmo dire “che faceva bene all’Italia”. È indubbio
           infatti che la legge 840, che converte il DL 113, in discussione alla Camera dei Deputati, inver-
           te di 180 gradi la rotta fin qui seguita. Fa saltare tutti i tentativi di trovare i percorsi migliori
           per intrecciare accoglienza con integrazione e sviluppo locale, messi in campo da un larga
           cooperazione tra istituzioni, terzo settore e imprese. Impedisce, letteralmente, ogni tentativo
           di avere nei migranti un alleato in più per affrontare alcune delle principali emergenze na-
           zionali: la crisi demografica, il bilancio dei conti dell’Inps, la crisi delle aree interne, la messa
           in sicurezza del territorio, il recupero di superfici agricole abbandonate, il decoro urbano, ecc.
           Cancella dall’orizzonte del paese la possibilità di arricchire le comunità locali di nuove culture,
           di renderle più resilienti.
           E la cosa che più colpisce di questa svolta è che, se le prime vittime sono ovviamente i mi-
           granti, i principali danneggiati, soprattutto sul piano economico, sono gli italiani. E questo
           per un governo che ha fatto del “prima gli italiani” il mantra elettorale è un bel paradosso.

                                                                                                              5
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

INTRODUZIONE

Lo Sprar: un modello                                  sione territoriale con la presenza in 103 pro-
                                                      vince. L’evoluzione positiva ha consentito
in crescita                                           anche il trasferimento dai Cas (Centri di ac-
                                                      coglienza straordinaria) agli Sprar di 12.985
Nel sistema di accoglienza italiano i centri          beneficiari nel 2017 (sono stati poco più di
Sprar, istituiti nel 2002 con la legge 189, la        quattro mila nel 2016).
così detta Bossi-Fini, rappresentano la mo-           In crescita sono anche tutte le attività ed
dalità più avanzata e matura di accoglienza           i servizi offerti dagli Sprar, come l’appren-
diffusa, distribuita in forma “omeopatica”            dimento della lingua italiana, l’assistenza
sul territorio.                                       psico-socio-sanitaria, l’ospitalità per minori
  “L’Atlante Sprar 2017”, il Rapporto annua-          non accompagnati e persone vulnerabili,
le prodotto dal Servizio Centrale Sprar rea-          le attività di formazione professionale, i ti-
lizzato da Ministero dell’Interno ed Anci, ci         rocini formativi e l’inserimento lavorativo,
mostra un sistema in crescita su tutti i fron-        la diffusione di attività di volontariato nel
ti. Crescono di anno in anno i posti dispo-           territorio, la formazione per il personale che
nibili ed i beneficiari annuali, come i servizi       lavora negli Sprar.
forniti.                                              Il trend positivo è confermato anche per
Nel 2012 i posti messi a disposizione erano           i primi sei mesi del 2018: in crescita i pro-
3.979 e 7.823 i beneficiari. Nel 2017 i posti         getti arrivati a 876, +12,9%, per 35.869 posti,
sono diventati 31.340, il 21% in più rispetto         +14,5%, mentre, prima ancora che venisse
al 2016 (26.012), e 36.995 i beneficiari (34.039      approvato il DL 113, come testimoniano al-
nel 2016), distribuiti in 776 progetti. In cre-       cuni gestori, le prefetture hanno bloccato
scita anche il numero di enti locali coinvolti        sia la trasformazione di Cas in Sprar, sia il
a vario titolo, arrivati ormai a 1.549, e la diffu-   trasferimento di ospiti dei Cas agli Sprar.

                                                                                                    7
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

    I motivi di un successo                            prefetture che dovrebbero controllare sono
                                                       più lontane, non sempre le attività previste
    Il sistema Sprar è continuamente cresciuto         come obbligatorie (l’insegnamento della
    perché ha cercato di perseguire un obietti-        lingua, la formazione, ecc.) vengono realiz-
    vo fondamentale: l’inserimento nelle comu-         zate con la preparazione necessaria. Inoltre
    nità locali senza traumi. Il coordinamento         nella rete Sprar ci sono molte attività di for-
    tra autorità centrali ed enti locali, che im-      mazione del personale.
    pedisce l’arrivo inaspettato sul territorio di     Ma soprattutto ci sono i vantaggi economi-
    numeri consistenti di stranieri, i piccoli nu-     ci portati nel territorio. I 35/40 euro al gior-
    meri e la distribuzione in appartamenti (nel       no per beneficiario portano ricchezza nel
    83,8% dei progetti, che sale al 89,8% se si fa     territorio e funzionano da efficace volano
    riferimento ai soli adulti, con una media di       economico. Si può dire, infatti, che accanto
    otto persone per appartamento), preven-            al pocket money personale, pari a 2,30€/g,
    gono le reazioni negative tra la popolazione       sul territorio rimangono i soldi per l’alimen-
    residente. Sempre, in questi anni, quando          tazione e il vestiario (tra 5 ed 8€/g), quelli
    un sindaco ha deciso di imboccare la strada        per l’affitto degli appartamenti, per il perso-
    dell’accoglienza diffusa ha organizzato in-        nale impegnato (circa 10 mila operatori, tra
    contri con la comunità per creare le condi-        tempo pieno e part time) per gli insegnanti
    zioni giuste, per far emergere le paure, per       di lingua (nell’86% dei progetti si erogano
    prospettare le opportunità, tanto che quasi        più di 10 ore di insegnamento della lingua
    sempre l’arrivo dei migranti beneficiari del-      italiana), e ancora le borse lavoro ed i tiro-
    lo Sprar è stato accompagnato da iniziative        cini lavorativi, che vengono attivati presso
    di volontariato e cura del territorio in cui mi-   aziende locali, quasi sempre piccole azien-
    granti e popolazione locale agiscono spalla        de agricole o artigianali.
    a spalla, si conoscono e si mischiano, supe-
    rando diffidenze pregiudizi e paure.
    Inoltre i costi sono sostanzialmente analo-        Gli effetti del dl 113
    ghi a quelli dei Cas. Qui si tratta di 35 euro     convertito in legge
    al giorno per persona, negli Sprar il costo
                                                       dal Senato
    si aggira tra i 35 e i 40 euro, comprensivi
    di una quota di cofinanziamento, ma con
                                                       Dal 2016 al 2018, con riferimento alla si-
    una grande differenza. Mentre negli Sprar
                                                       tuazione al 15 novembre, siamo passati da
    è l’Ente Locale, responsabile del progetto,
                                                       166.689 sbarchi a 22.518, con un calo del
    che controlla il gestore ed è direttamente
                                                       86,49%. Per la prima volta, dalle primave-
    coinvolto nelle ricadute sul territorio, per cui
                                                       re arabe, negli arrivi via mare in Europa,
    ha un interesse diretto a che tutto si svolga
                                                       Spagna e Grecia hanno visto sbarcare sulle
    come da progetto, per i Cas il controllo è
                                                       loro coste più migranti dell’Italia. Le cause
    molto più labile, ci si affida molto al senso di
                                                       le sappiamo, e sappiamo anche che que-
    responsabilità dei gestori, che spesso sono
                                                       sta drastica riduzione non è stata indolore:
    albergatori con strutture da riempire, le
                                                       l’OIM (Organizzazione Internazionale per le

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L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

    Migrazioni) calcola che tra gennaio e set-                           e costruzione di nuovi grandi centri, an-
    tembre 2018 siano morti nella rotta verso                            che in deroga al codice degli appalti,
    l’Italia 1260 persone, l’ISPI (Istituto per gli
                                                                     4. ampliamento delle ragioni che posso-
    studi di politica internazionale) stima otto
                                                                        no determinare la revoca della protezio-
    morti al giorno solo da giugno a settembre.
                                                                        ne internazionale e l’espulsione (come,
    Parallelamente inizia a decrescere il nume-
                                                                        ad es., per furto in appartamento) e indi-
    ro di presenze nel sistema di accoglienza
                                                                        viduazione di paesi sicuri e di aree sicure
    italiano, passati da 183.562 di fine 2017 (81%
                                                                        in ogni paese dove i richiedenti potran-
    nei Cas, il 13,2% nei centri Sprar, il 5,7% nei
                                                                        no essere rimpatriati.
    centri di prima accoglienza e lo 0,2% negli
    hot spot) ai 173.603 di aprile 2018. Di fron-
                                                                     L’operazione viene rinforzata con la riduzio-
    te a questa evoluzione, la logica, e la legge
                                                                     ne della diaria, che varierà tra 26 e 19 euro,
    che definisce i Cas “centri straordinari”, che
                                                                     nei Cas e nei Centri di prima accoglienza,
    quindi dovrebbero servire a coprire esigen-
                                                                     con l’eliminazione dell’obbligo di istituire
    ze di breve e brevissimo periodo, avrebbe
                                                                     corsi di lingua ed altri servizi di assistenza.
    dovuto far propendere per un’accelerazio-
                                                                     In sintesi, quindi, l’insieme delle misure pre-
    ne del trasferimento dei beneficiari dai Cas
                                                                     viste mira a ridurre al minimo l’accoglien-
    agli Sprar.
                                                                     za diffusa, limitata ai titolari di protezione
    Invece, al contrario, con il DL 113 si smonta il
                                                                     internazionale e ai minori non accompa-
    sistema Sprar in quattro mosse:
                                                                     gnati, cioè una platea inferiore al 20% dei
    1. riduzione degli aventi diritto alla pro-                      richiedenti1. Per capire lo spessore del ta-
       tezione: cancellazione della protezione                       glio basta pensare che nel 2017 i beneficiari
       umanitaria e impossibilità di chiedere                        Sprar, secondo l’IDOS (Dossier statistico im-
       asilo se si è entrati illegalmente,                           migrazione), sono per il 36,1% richiedenti di
                                                                     protezione internazionale, per il 36% titolari
    2. limitazione dell’accesso agli Sprar ai ti-
                                                                     di protezione umanitaria, per il 14% titolari
       tolari di protezione, internazionale o sus-
                                                                     di protezione sussidiaria, per il 12% rifugiati
       sidiaria, rimangono esclusi i richiedenti
                                                                     che hanno ottenuto lo status, l’1,9% minori,
       asilo, che sono la stragrande maggio-
                                                                     con le nuove regole negli Sprar potrebbero
       ranza dei migranti ospitati dal sistema di
                                                                     essere accolti solo il 27,9% degli attuali be-
       accoglienza,
                                                                     neficiari, ovvero circa 10 mila persone.
    3. prolungamento dei tempi di perma-                             L’obiettivo sembra essere, inevitabilmente,
       nenza nei Centri di accoglienza e nei                         attraverso il boicottaggio dell’accoglienza
       Centri per il rimpatrio (fino a 210 giorni),                  diffusa, paralizzare l’integrazione.

1
  negli ultimi anni le domande d’asilo hanno avuto una risposta positiva nel 40% circa dei casi, sotto forma di protezio-
ne internazionale o sussidiaria o umanitaria, a cui si aggiungeva un altro 20% dopo i ricorsi, di tutti questi la metà circa
erano protezione umanitaria, per cui una volta che questa è stata cancellata ed i ricorsi resi quasi impossibili, è facile
prevedere che solo un 20% circa dei richiedenti vedrà accolta la domanda di asilo

                                                                                                                               9
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     Cosa cambia                                       cambiamenti climatici.
                                                       La limitazione del diritto di beneficiare del-
     Come detto in premessa, il cambiamento è          lo Sprar ai titolari di protezione internazio-
     profondo e radicale, ed è a molteplici livelli.   nale ed ai minori non accompagnati, avrà
     L’eliminazione della protezione umanitaria,       due effetti. Il primo è nel crollo stesso del
     ad esempio, cancella ogni capacità del si-        sistema, ridotto a residuale, sia per man-
     stema di accoglienza di riconoscere il dirit-     canza di nuovi ingressi sia per l’espulsione,
     to alla protezione per chi fugge dai disastri     e sono più del 50%, di quanti erano titolari
     ambientali e climatici. Mentre si potrebbe        di protezione umanitaria che non potranno
     sostenere che l’Italia e l’Europa sarebbero       più ottenere il rinnovo (sei mesi + sei mesi),
     obbligate dall’accordo di Parigi siglato alla     il secondo è nel blocco del naturale, e pre-
     COP 21 del 2015, a riconoscere la figura del      visto dalla legge, travaso dai Centri straor-
     migrante climatico, in quanto le migrazio-        dinari agli Sprar. Un esempio: “in provincia
     ni, come la stessa Banca Mondiale sostie-         di Lecco - ci racconta Massimo Pirovano,
     ne, sono la prima forma di adattamento ai         responsabile migranti per l’associazione Il

10
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

Gabbiano - era previsto per il 2018 il pas-         na cura della preparazione della comunità
saggio di 200 posti dai Cas agli Sprar, il tra-     ospitante. Un esito paradossale se si pensa
sferimento è stato fatto solo per i primi 50        che l’autore di queste misure è un ministro
gli altri sono stati bloccati dalla prefettura,     della Lega, anticentralista ed antistatalista
mentre il nuovo bando è chiaramente fatto           per nascita. È proprio vero che crescendo si
solo per i gestori di centri grandi: su 14 ge-      cambia!
stori nella provincia al nuovo bando si sono        La restrizione della possibilità di accogliere
presentati solo in sette, perché le condizio-       le domande d’asilo provocherà un aumen-
ni poste erano impraticabili per i gestori          to di presenze sul territorio di persone sen-
di piccoli centri, e di questi solo due fanno       za nessuna regolarizzazione. Secondo l’ISPI
microaccoglienza, gli altri gestiscono centri       la legge provocherà un aumento di 110 mila
superiori a 200 ospiti”.                            - 120 mila persone irregolari nei prossimi
L’insieme delle misure che abbiamo visto            due anni, portando il numero complessivo
porta inevitabilmente alla fine dell’acco-          dei clandestini a circa 600 mila. La contro-
glienza diffusa, alla concentrazione in cen-        misura dovrebbe consistere in un aumento
tri medio-grandi e alla necessità di far pre-       dei rimpatri. Una promessa velleitaria per-
valere economie di scala, tant’è che sempre         ché, per fare i rimpatri, occorrono accordi
più gli imprenditori, anche se in forma di          con i paesi di origine, al momento l’Italia ha
cooperative, che partecipano ai bandi, lo           accordi solo con Tunisia, Nigeria, Egitto e
fanno in più province. E molto spesso sono          Marocco, e anche il recente viaggio del mi-
cooperative nate con ben altre ragioni so-          nistro Salvini in Africa non ha aperto nuovi
ciali, dalla ristorazione alle pulizie, che si      sbocchi, inoltre secondo una stima di Open
sono riciclate nell’assistenza. Le battute del      Migration sui dati forniti da Frontex, un rim-
ministro Salvini, secondo cui ora potran-           patrio può costare tra sei mila e otto mila
no davvero lavorare i volontari sono una            euro a migrante. Per rimpatriare 600 mila
mistificazione impressionante della realtà          irregolari servirebbero tra i tre miliardi e
perché è esattamente l’opposto: si sono             mezzo e i cinque miliardi. Questi clandesti-
aperte le porte alla speculazione privata e         ni rimarranno sul territorio, si concentreran-
il dover fornire solo i servizi di vitto alloggio   no nelle grandi città, dove probabilmente è
e mediazione legale renderà in realtà que-          più facile sopravvivere, o nelle bidonville vi-
ste nuove tariffe più vantaggiose di prima          cine al mondo del lavoro nero e dello sfrut-
(niente insegnamento obbligatorio della             tamento illegale in agricoltura, con effetti
lingua, ridottissima l’assistenza sanitaria e       devastanti sia per la difficoltà crescente
psicologica, nulle le attività di integrazione      di trovare alloggi e occupazione, sia per la
con la comunità ospitante).                         fragilità di queste persone che le esporrà
Inoltre la marginalizzazione degli Sprar a          sempre di più alle bande criminali, piccole
vantaggio dei Cas medio grandi, che sono            e grandi, facendo crescere l’insicurezza so-
decisi dalle prefetture, centralizza tutto il       ciale e la paura nei territori. Partita per au-
sistema in mano allo Stato, esautorando             mentare la sicurezza pubblica, la legge, ad
i sindaci, e consente di far precipitare sul        un’attenta analisi e ad una facile lettura dei
territorio presenze importanti senza alcu-          processi in campo, si tradurrà nel suo oppo-

                                                                                                 11
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     sto: aumento dell’insicurezza e delle tensio-        Le prime vittime sono sicuramente i mi-
     ni nel territorio. Ma, questo, a ben guardare,       granti che vedono drasticamente ridotta
     è l’esito inevitabile, che puntualmente si           la possibilità che la domanda d’asilo ven-
     ripete ogni volta che si vogliono affronta-          ga accolta, e addirittura non potranno ne-
     re problematiche sociali con gli strumenti           anche fare domanda d’asilo se arrivati ille-
     esclusivi dell’ordine pubblico. E il filo logico     galmente (art.7bis). Le persone soccorse
     che tiene insieme nel DL 113 tante misure            in mare sono ingressi illegali? Se fosse così
     apparentemente disomogenee e afferenti               vorrebbe dire che puoi aver diritto all’asilo
     ad ambiti molto diversi, sta proprio nell’in-        solo se arrivi con visto turistico o permes-
     tento di trasformare ogni problema sociale           so di lavoro o con i corridoi umanitari. Un
     in un problema di ordine pubblico. A questa          numero esiguo. A meno che l’Italia non ab-
     logica rispondono le misure contro l’accat-          bia deciso di aprire grandi corridoi umani-
     tonaggio molesto e i parcheggiatori abusivi,         tari direttamente con i paesi africani, che
     o l’allungamento “vessatorio” dei tempi per          bypassino la Libia, ma non sembra questa
     avere il riconoscimento della cittadinanza,          l’interpretazione più attendibile. Non siamo
     o l’impossibilità per il richiedente di chiede-      costituzionalisti esperti ma ci sembra che
     re la carta d’identità, o la fornitura di pistole    una tale interpretazione sarebbe un radi-
     elettriche alla polizia municipale, fino alle        cale stravolgimento dell’obbligo costitu-
     ulteriori restrizioni contro le occupazioni di       zionale che l’Italia ha di rispettare i trattati
     immobili e la ri-penalizzazione del reato di         internazionali, compresi quindi quelli che
     blocco stradale depenalizzato nel 1999, per          regolano il soccorso in mare.
     il quale oggi chiunque in più di cinque per-         In questa categoria chi viene ulteriormen-
     sone organizzi un flashmob in mezzo alla             te penalizzato è il migrante ambientale e
     strada può essere arrestato e rischia fino a         climatico, una figura che si sta moltiplican-
     12 anni di carcere.                                  do in questi anni. Tutti coloro che arrivano
     In estrema sintesi, se dobbiamo fare una             dall’Africa subsahariana sono anche mi-
     valutazione politica, non possiamo non dire          granti ambientali e climatici, come coloro
     che quello che cambia è la qualità stessa            che arrivano dal Bangladesh o dal Pakistan,
     della nostra democrazia.                             e sono proprio queste le principali aree di
                                                          provenienza dei migranti che negli ultimi
     Chi vince e chi perde                                quattro anni sono arrivati in Italia.
                                                          Ma soprattutto i più danneggiati saranno
     La nuova legge colpisce soprattutto le fasce         proprio gli italiani, al di là della retorica del
     socialmente ed economicamente più fragi-             prima gli italiani.
     li della popolazione che abita il nostro ter-        Innanzitutto i tanti nuovi italiani, in attesa
     ritorio, italiani e stranieri, gli ultimi ed i pe-   di veder riconosciuto il diritto di essere “cit-
     nultimi ed una quota dei vulnerabili, come           tadini italiani”. Per loro c’è il raddoppio dei
     li definisce il Forum sulle disuguaglianze e         tempi di attesa, fino a 4 anni, per il com-
     diversità2.                                          pletamento dei procedimenti di riconosci-

2
     www.forumdisuguaglianzediversita.org

12
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

    mento del diritto.                                               verno del territorio, dove diventa decisivo
    E poi le economia locali. Le risorse investi-                    il ruolo dei prefetti, che dovranno sentire
    te nell’accoglienza diffusa (sistema Sprar e i                   i sindaci, ma senza che questi abbiano al-
    Cas della microaccoglienza) rappresentano                        cuna possibilità di intervenire nella logica
    un bell’esempio di buona spesa pubblica3 e                       delle scelte, dai bandi alle localizzazioni alla
    sono una vera, forse l’unica, politica keyne-                    dimensione dei centri. Già oggi in un setti-
    siana di questo periodo per le aree interne                      mo dei Cas la gestione è stata definita tra-
    del Paese. I costi dei progetti dell’accoglien-                  mite affidamento diretto (1.430 su 9.358, il
    za diffusa, con un investimento complessi-                       15% del totale ad agosto 2017), un dato che
    vo intorno ai 600/800 milioni, hanno funzio-                     diventa la metà in Calabria (49,3%) il 43,6%
    nato da volano sia per riattivare economie                       in Molise, il 36,9% in Sardegna4.
    locali in crisi, sia per rivitalizzare imprese e                 Chi se ne avvantaggia?
    servizi sociali.                                                 Le nuove regole favoriscono, come abbia-
    Chi pagherà di più queste scelte del go-                         mo detto, le grandi concentrazioni, che ri-
    verno saranno i moltissimi piccoli comuni,                       spondono a obiettivi e criteri di controllo,
    che grazie ai progetti di accoglienza diffusa                    ma non di integrazione, ed aprono le por-
    hanno potuto rialzare la testa: sono arrivati                    te agli speculatori. La stessa rimodulazione
    giovani e famiglie con figli, che hanno ripo-                    delle diarie mira a favorire le grandi aggre-
    polato paesi a prevalente presenza di an-                        gazioni, in grado di giocare su economie di
    ziani (dal 2011 al 2016 la popolazione è cre-                    scala, come dimostra la recente gara d’ap-
    sciuta dello 0,26%, mentre la popolazione                        palto per il Cara di Mineo, dove si partiva da
    straniera è cresciuta del 20% circa), hanno                      19 euro al giorno a persona per 2.400 po-
    fatto riaprire scuole, hanno portato a riatti-                   sti, che è stata aggiudicata con ribassi del
    vare servizi sociali e sanitari, buoni per tutta                 20% almeno, scendendo a circa 15 euro, su
    la popolazione, hanno creato circuiti virtuo-                    cui poi lo Stato deve mettere l’affitto della
    si di nuova cultura e di più ricche relazioni                    struttura, pari a sei milioni di euro l’anno,
    umane. E circuiti economici.                                     più utenze e sorveglianza. Ma a questi ta-
    E poi pagheranno le città, medie e gran-                         gli di costo, corrispondono pesanti tagli nei
    di, dove si riverseranno gran parte dei 600                      servizi forniti dal gestore, nel personale a di-
    mila clandestini previsti, alla ricerca di qual-                 sposizione e nei servizi forniti per assisten-
    che risorsa per sopravvivere.                                    za socio-psicologica, mediazione culturale,
    E i sindaci, soli di fronte alla presenza di                     informazione giuridica, insegnamento del-
    grandi concentrazioni di stranieri regola-                       la lingua italiana. Un modello già predispo-
    ri e irregolari che creano paure e tensioni                      sto dal ministro Minniti (il bando è del set-
    nell’impossibilità di un fluido inserimento                      tembre 2017), che il nuovo ministro ha solo
    nella comunità locale.                                           messo a punto trasformandolo in modello
    A perdere sarà anche il sistema istituziona-                     per tutti i centri.
    le e il ruolo delle autonomie locali nel go-

3
    A questo proposito vedi il contributo di Andrea Morniroli in questo Dossier
4
    fonte Dossier statistico immigrazione 2018, IDOS

                                                                                                                   13
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     Il negazionismo                                 energetiche che in quelle migratorie, alme-
                                                     no fino al 2016, ha provato a guidare il suo
     danneggia il Paese                              paese e ad indirizzare l’Europa verso scena-
                                                     ri di sviluppo che tenessero conto dei nuovi
     Lo scenario che disegna il DL 113, conver-
                                                     scenari, per trasformarli da problema in op-
     tito in legge dal Senato, significa sostan-
                                                     portunità.
     zialmente rinunciare ad ogni politica mi-
     gratoria, che non sia quella del chiudersi
                                                     La prospettiva , determinata dai movimen-
     nel fortino e trattare i migranti come peri-
                                                     ti migratori, di cui sarebbe bene prendere
     colosi nemici. Una politica che può pagare
                                                     atto il prima possibile, infatti è molto chiara.
     sul breve periodo, in termini elettorali, ma
                                                     L’ONU prevede che per il 2050 ci saranno
     rinuncia al compito proprio della politica
                                                     469 milioni di migranti, contro i 258 milio-
     che è quello di governare i processi nell’in-
                                                     ni di fine 2017, e l’Africa avrà raddoppiato
     teresse generale, senza assecondare i mal
                                                     la sua popolazione rispetto agli attuali 1,2
     di pancia della gente.
                                                     miliardi. E parliamo per la grande maggio-
     Perché, in estrema sintesi, questo è il pro-
                                                     ranza (230 milioni) di migranti economici,
     blema. Non si vuole prendere atto che il
                                                     provocati dalla profonda disuguaglianza
     mondo è cambiato, il mondo dei compar-
                                                     che attraversa il nostro mondo, divaricato
     timenti chiusi è finito, oggi ci sono nuovi
                                                     tra i 128.000$ del Pil pro capite del Qatar, il
     soggetti e nuovi processi che obbligano a
                                                     paese con il Pil più alto al mondo, ed i 726$
     modificare culture, stili di vita e strumenti
                                                     di Pil pro capite della Repubblica Centra-
     per il benessere collettivo. La politica mi-
                                                     fricana, il paese che chiude la classifica
     gratoria del governo nega l’esistenza stessa
                                                     mondiale. Mentre sul versante climatico,
     del nuovo scenario, da cui piuttosto biso-
                                                     secondo un rapporto pubblicato da Oxfam,
     gnerebbe partire per disegnare nuove po-
                                                     dal 2008 al 2016 ci sono stati in media ogni
     litiche di governo, per non rimanere in balia
                                                     anno 22 milioni di migranti ambientali nel
     degli eventi.
                                                     mondo, la Banca Mondiale parla di 143 mi-
     Il discorso è esattamente lo stesso di quello
                                                     lioni al 2050 solo riferendosi agli sfollati in-
     per i cambiamenti climatici, che non sono
                                                     terni, che sappiamo essere il primo gradino
     determinati dalla cattiveria di qualche am-
                                                     dell’emigrazione internazionale, e l’area più
     bientalista, come le migrazioni non sono
                                                     colpita sarà proprio l’Africa Subsaharia che
     determinate dalla cattiveria di qualche So-
                                                     produrrà 86 milioni di migranti ambienta-
     ros di turno. I cambiamenti climatici, come
                                                     li. Ancora più cupa - un miliardo di rifugiati
     le migrazioni, sono due delle principali co-
                                                     climatici in giro per il pianeta entro il 2050 -
     ordinate che disegnano il teatro delle dina-
                                                     è la previsione contenuta nel rapporto 2017
     miche globali, con cui occorre misurarsi. Il
                                                     del «Lancet Countdown». Al di là delle cifre,
     negazionismo può solo rinviare il momen-
                                                     quello che è certo è che i migranti ambien-
     to in cui prendere atto della realtà, e così
                                                     tali ci sono e ci saranno. Come i migranti
     facendo indebolisce il Paese e gli farà pa-
                                                     economici. Negarne l’esistenza è solo auto-
     gare un prezzo salato. Non è un caso che
                                                     lesionismo, che impedisce all’Italia e all’Eu-
     la Germania della Merkel, sia nelle politiche
                                                     ropa di adattarsi al mondo che cambia in

14
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

tempi e modi adeguati.                               Il bilancio dell’immigrazione
E non è un caso che il ministro Salvini si
ponga di fronte sia ai cambiamenti clima-            Secondo la Fondazione Moressa i la-
tici che alle migrazioni con la stessa ideo-         voratori stranieri regolarizzati nel 2016
logia negazionista .Una posizione attenta            hanno versato:
solo al brevissimo periodo di un’elezione, ri-
nunciando al ruolo fondamentale della po-
                                                     3,3 miliardi di € di Irpef
litica, quello di guidare un paese per met-
terlo in condizione di affrontare al meglio le
                                                     320 milioni per i permessi di
                                                     soggiorno e le richieste di cittadinanza
prossime sfide.

La politica migratoria del governo produ-            11,9 miliardi per contributi
ce poi un altro effetto. Di fronte ad un fe-         previdenziali
nomeno che va governato, e non subìto,
                                                     Per un introito totale nella casse dello
con l’indurimento delle condizioni di so-
pravvivenza dei migranti nel nostro paese
                                                     Stato di 19,2     miliardi, a fronte di una
                                                     spesa pubblica per gli immigrati pari
ed il contemporaneo rifiuto di adeguare la
                                                     a 17,5 miliardi, con un bilancio positivo
legge sulla cittadinanza, anzi peggiorando
                                                     che oscilla tra 1,7 e 3 miliardi di euro.
l’applicazione dell’attuale già inadeguata,
produce un altro danno al paese. Dovreb-
                                                     Dati importanti che, per altro, rappre-
be essere infatti interesse dell’Italia fare una
                                                     sentano solo una parte del contributo
politica che stabilizzi i migranti, ne conso-
                                                     che le migrazioni danno all’economia
lidi l’insediamento sul territorio (anche per
                                                     italiana. Per un quadro completo, in-
non trasformare in un investimento spre-
                                                     fatti bisognerebbe tener conto an-
cato quanto speso per l’accoglienza, come
                                                     che di altri fenomeni come la spesa
invece facciamo con i nostri giovani su cui
                                                     pubblica per i richiedenti asilo, per la
investiamo in formazione e poi vanno a
                                                     funzione di volano economico in mol-
lavorare all’estero) facilitando la formazio-
                                                     ti territori, o l’economia illegale dello
ne di famiglie in loco o promuovendo il ri-
                                                     sfruttamento e del caporalato in agri-
congiungimento familiare. Non solo per
                                                     coltura, in edilizia, nella logistica.
evidenti ragioni economiche, lavorative, di
crescita dei consumi, di bilancio dell’INPS,
ma anche per favorire l’identificazione del-
le nuove famiglie con il paese in cui sono         Accoglienza diffusa
riuscite ad insediarsi, prevenendo quei fe-        per stare tutti meglio
nomeni di rigetto delle seconde generazio-
ni che abbiamo visto in paesi di più lunga         Quello di cui c’è bisogno è uscire, urgente-
immigrazione, come la Francia o il Regno           mente, da una discussione pubblica tutta
Unito.                                             ideologica, come se si fosse alla partita tra
                                                   pro o contro le migrazioni, pro o contro i mi-
                                                   granti.

                                                                                                   15
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     Noi abbiamo voluto fare un “viaggio per               parare il terreno ad accogliere un’inno-
     capire”, un viaggio attraverso l’accoglienza          vazione sociale significativa;
     diffusa, tra opportunità, fatiche, pregi, di-      3. organizzazione, soprattutto nella fase
     fetti, fragilità, vantaggi. Non siamo andati          di avvio, di attività da fare insieme, tra
     alla ricerca di ricette, facilmente replicabili.      vecchi e nuovi abitanti, per conoscersi
     O di buone pratiche da sbandierare. Non               e dissolvere ogni pregiudizio: attività di
     è un viaggio alla ricerca delle eccellenze. Il        volontariato ambientale, di riqualifica-
     nostro intento è individuare alcuni tratti di-        zione di spazi pubblici, di attività spor-
     stintivi, anche problematici o interlocutori,         tive, di scambio gastronomico, di feste.
     che configurano una sorta di mappa con-               Si costruiscono così nuove reti affettive
     cettuale ed operativa, una guida ai passi             e di reciproca fiducia che costituiscono
     indispensabili per fare buona accoglienza.            l’ordito e la trama di una nuova comuni-
     Sono temi già all’attenzione degli addetti            tà. La presenza dei migranti diviene così
     ai lavori, come dimostra la Piattaforma di            l’occasione per rivitalizzare le relazioni
     Chiusano, pubblicata tra i contributi, alla           nella comunità, essi stessi non più ospiti
     fine di questo Dossier, o i preziosi Rapporti         in dovere di risarcire l’ospitalità, ma parte
     annuali prodotti dal Servizio Centrale Sprar.         costitutiva della comunità stessa;
     Non vogliamo scoprire l’acqua calda!
     Quello che pensiamo sia necessario è una           4. rapporto continuo di informazione verso
     discussione pubblica su quale sia il pro-             la comunità di cosa il progetto prevede e
     filo della buona accoglienza. Noi abbia-              cosa sta realizzando, una sorta di bilan-
     mo provato ad estrapolare, nel Decalogo               cio sociale permanente, accompagnato
     dell’accoglienza che fa bene all’Italia quel-         dalla trasparenza dell’Amministrazione
     lo che scaturisce dalle esperienze, che for-          nella gestione delle risorse previste dal
     niscono un’indicazione su cosa si dovrebbe            progetto;
     fare, quali pratiche implementare, se l’in-        5. ognuno dei migranti ha una storia a sé
     tento è davvero quello di governare per il            ed ogni comunità ospitante ha la sua
     bene del Paese.                                       identità in evoluzione, pertanto l’inseri-
                                                           mento graduale nella comunità si deve
                                                           accompagnare all’individualizzazione
     Il decalogo dell’accoglienza                          dei percorsi (per i quali è indispensabile
                                                           lavorare con piccoli numeri) per costruire
     che fa bene all’Italia                                vera autonomia nella persona straniera
                                                           in accoglienza e per dare spazio alla co-
     1. collaborazione tra i diversi livelli istitu-
                                                           munità di trovare la sua strada originale
        zionali, in primis Comuni e Prefetture,
                                                           per essere protagonisti attivi del proprio
        per programmare e condividere modi e
                                                           percorso, per sviluppare al meglio le si-
        numeri dell’accoglienza;
                                                           nergie tra vecchi e nuovi abitanti, evitan-
     2. cura preventiva delle preoccupazioni,              do il rischio che il beneficiario si senta
        diffidenze e paure della comunità ospi-            e venga percepito come “destinatario”
        tante, là dove si presentassero, per pre-          passivo del progetto;

16
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

6. ruolo guida dei sindaci, nei piccoli co-              condivisi, per “diffondere” l’accoglienza
   muni, e dell’amministrazione locale,                  non come peso ma come opportunità.
   nelle città, senza deleghe in bianco al
                                                      Se avrete la pazienza di leggere tutte le 28
   gestore, per assumersi la responsabilità
                                                      storie, che seguono, che coinvolgono circa
   di costruire le cornici migliori per l’inte-
                                                      100 Comuni e che, in forme molto differen-
   grazione tra culture e stili di vita diversi,
                                                      ziate e spesso parziali, ci hanno suggerito
   per garantire una costante mediazione
                                                      questo profilo, probabilmente succederà
   tra vecchi e nuovi abitanti;
                                                      anche a voi di chiedervi con stupore: per-
7. promozione della collaborazione tra più            ché smontare una cosa che funziona e che
   soggetti nel territorio, al di là dell’ente        fa bene all’Italia?
   gestore, che “credono” nel valore e nell’u-        Noi siamo sempre più convinti che serve
   tilità del costruire rete sociale nella co-        una discussione pubblica seria e pacata,
   munità coinvolgendo i migranti, anche,             che sgombri il campo dalla strumentalizza-
   ad es. sperimentando accoglienza nelle             zione delle paure.
   famiglie o costruendo cooperative di co-           Dalla paura nessuno ricava un migliora-
   munità con migranti ed autoctoni;                  mento, staremo tutti un po’ peggio!
8. sviluppo di un welfare generativo, in
   stretta e sinergica relazione con i servizi
   locali (sociali, sanitari, scolastici, …) per la
   popolazione, per migliorarne il funziona-
   mento per tutti, mettendo a sistema le
   diverse politiche sociali e le risorse pre-
   senti sul territorio, “inventando” nuove
   modalità e nuovi servizi, oltre quelli ga-
   rantiti dal progetto;

9. progettazione, monitoraggio e cura del-
   lo sviluppo locale, utilizzando gli stru-
   menti già in campo nel sistema di acco-
   glienza (borse lavoro, tirocini formativi)
   integrandoli con altre misure regionali/
   nazionali e con altre politiche (messa in
   sicurezza del territorio, manutenzione
   dei boschi, gestione dei rifiuti, ecc.) di-
   sponibili per creare occasioni di lavoro
   per tutti, per valorizzare o recuperare fi-
   liere economiche locali, anche attraver-
   so gli strumenti dell’impresa sociale;

10. costruzione di reti tra comuni (e tra
    quartieri, in grandi città) in progetti

                                                                                                17
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

LE STORIE

         Ostana (CN)                                    que uomini. Un fratello e una sorella che vi-
                                                        vono da soli in una casa affittata a un priva-
     Ostana, in provincia di Cuneo, alle falde del      to dall’amministrazione comunale, quattro
     Monviso, è uno dei “Borghi più belli d’Italia”.    ragazzi che non si conoscevano e alloggia-
     A 1.280 metri di altitudine, è una terra dura e    no in una casa del comune appositamente
     storicamente avvezza all’emigrazione. Con-         sistemata. Gli ultimi due sono arrivati poco
     tava più di mille abitanti sul finire dell’800 e   più di un mese fa e ancora non lavorano ma,
     solo cinque negli ultimi anni 80 del secolo        come gli altri, studiano l’italiano due ore al
     scorso. Oggi, il sito del comune riporta 80        giorno, in parte a Ostana, in parte in una
     residenti, ma solo la metà vive lì tutto l’anno    scuola di Saluzzo. I primi quattro sono sta-
     racconta il sindaco Giacomo Lombardo, e            ti ammessi alla terza media, lavorano con
     poi ci sono sei pakistani. Un piccolo Cas, che     contratti part-time, perché non possono
     da accordo con la prefettura è previsto per        guadagnare più di 480 euro al mese pena
     una durata di due anni, fino allo scadere di       l’uscita dal sistema di protezione, e fanno
     febbraio 2019. “Dopo vedremo - dice Lom-           opere di volontariato come la manuten-
     bardo - sta cambiando tutto, vedremo che           zione delle strade e la pulizia delle cunette,
     cosa si inventeranno da qui a quella data”.        il ripristino di sentieri, la pulizia del centro
     Intanto, dopo un anno e mezzo di acco-             abitato, il taglio dell’erba e altre attività di
     glienza, il sindaco traccia un bilancio “in        sorta.
     larga parte positivo” della decisione “presa       Sul fronte dell’impiego retribuito, la ragazza
     all’unanimità” dall’amministrazione comu-          lavora in un agriturismo, dove aiuta in cuci-
     nale, ma dagli inizi non facili, perché osteg-     na e serve ai tavoli; suo fratello nella stessa
     giata da molte paure di violenze e di furti e      azienda si occupa della cura degli animali
     da una petizione con 173 firme. “Compren-          e fa piccoli lavori di manutenzione. Un altro
     deva solo 14 persone tra quelle che vivono         sta facendo un tirocinio con l’amministra-
     tutto l’anno a Ostana, che all’epoca erano         zione comunale per la manutenzione ordi-
     più o meno 45; gli altri erano sconosciuti,        naria del territorio, delle strade in partico-
     qualche residente che viene a Ostana solo          lare affinché la pioggia non se le porti via.
     qualche giorno in estate, proprietari di se-       “Gli insegniamo i mestieri che sono propri
     conde case, amici o parenti di altri firmata-      del nostro comune” precisa il sindaco; una
     ri. Una delle motivazioni del contrasto era        formazione, se non un mestiere vero e pro-
     che l’ospitalità di richiedenti asilo avrebbe      prio, perché di metalmeccanici o di grandi
     fatto crollare i valori immobiliari!”. Ma Lom-     imprese a Ostana non ce ne sono. Per ca-
     bardo è andato avanti e “l’inserimento nel-        pire dove impiegare gli ultimi due arrivati,
     la comunità è stato graduale ma costante.          sarà necessario ancora un po’ di tempo:
     Alcuni dei firmatari della petizione hanno         “perché ognuno di loro ha una storia a sé,
     cambiato idea; una persona mi ha detto:            delle aspettative, delle esperienze diverse; è
     ‘speriamo che non vadano via’. Forse per-          complessa la cosa, non è che l’accoglienza
     ché è Alì che gli spala la neve?”.                 sia così semplice, per chi vuole farla vera-
     I sei richiedenti asilo sono una donna e cin-      mente” spiega Lombardo. Che aggiunge
                                                        che l’iniziativa ha generato una economia

18
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

locale di circa 60 mila euro all’anno.                 zione del festival MigrAzioni (3, 24 e 25 no-
Come? L’accoglienza viene fatta con i 35               vembre, 8 e 29 dicembre 2018), con aperi-
euro al giorno a richiedente asilo che passa           cena etnici e la proiezione dei documentari
la prefettura. Dargli da mangiare, alloggiar-          Sea Sorrow - Il dolore del Mare di Vanessa
li, riscaldarli, vestirli, portarli a fare le visite   Redgrave e Juventa di Michele Cinque, del-
mediche, attivare una mediazione cultura-              la commedia Non c’è più religione di Luca
le utilizzando figure professionali adegua-            Miniero e dei lungo e corto metraggi del
te che parlino in urdu, curare l’inserimento           Migranti Film Festival di Pollenzo che per
professionale, fornire l’assistenza legale in          l’occasione sale su in montagna.
vista del pronunciamento della Commis-
sione sulla concessione del diritto d’asilo
definitivo: i 35 euro servono per tutto. Mol-             Chiusano d’Asti (AT)
tiplicandoli per sei e per i giorni di perma-
nenza, si arriva più o meno a 60 mila euro,
                                                       e i comuni del
soldi che vengono spesi sul territorio. Nes-           progetto Agape
suna cooperativa a gestire il tutto in questo
piccolissimo comune, ma il sindaco e una               Chiusano d’Asti è il comune capofila del
persona assunta part-time fino alla scaden-            progetto Agape, di cui fanno parte anche
za del progetto, il 28 febbraio prossimo. Lei          Castellero, Cortandone, Monale e Settime.
lavora grazie al progetto e ci sono sei resi-          È nato nel 2015 “da una sinergia, simpatia
denti in più.                                          tra i sindaci - racconta Marisa Varvello, pri-
Lombardo ne accoglierebbe altri, se fosse              ma cittadina di Chiusano (230 residenti)
possibile? “L’accordo con la prefettura è              - che, dovendo rispondere alla sollecitazio-
fino a dieci. Per fare una buona accoglien-            ne della prefettura sull’accoglienza, hanno
za… sì, potremmo averne ancora altri due.              cercato un modo per dare corpo all’idea
Dovrei però trovargli un alloggio ancora, e            dell’accoglienza diffusa che non fosse inva-
non è facile trovare un alloggio che sia di-           sivo per il territorio e non creasse conflittua-
gnitoso”. Con Rashid e Quratulain - “che in            lità”, e deciso di mettere in rete possibilità
Pakistan hanno subito attentati in ragione             ed esperienze pregresse: un piccolissimo
della loro fede” - con Alì e gli altri ragazzi,        Cas con quattro rifugiati a Chiusano, dal
la comunità di Ostana ha imparato a fare               2014, e lo Sprar di Settimo, primo Sprar del
gli aquiloni e a modellare l’argilla; c’è chi ha       Piemonte.
già memorizzato le canzoni occitane e chi              L’ente gestore del progetto è l’associazione
cerca di modulare monodicamente l’urdu.                Piam onlus. Ma, sottolinea Marisa Varvello,
Il sindaco parla di rispetto reciproco e di di-        “un ruolo fondamentale lo gioca il sindaco
gnità. Ma se con il nuovo decreto e il venire          nei confronti della popolazione, come me-
meno della protezione umanitaria, la richie-           diatore, perché c’è un rapporto di fiducia
sta di questi migranti venisse bocciata e              con i cittadini - io per esempio sono al terzo
loro diventassero “clandestini”, lui dovrebbe          mandato - ed è più facile per noi convincere
mandarli via.                                          i proprietari di alloggi ad affittare o le picco-
Intanto, Ostana organizza la seconda edi-              le imprese artigianali e le aziende agricole

                                                                                                      19
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     a far fare un tirocinio formativo a un rifugia-   Le donne con famiglia generalmente si oc-
     to. Finora le nostre proposte hanno sortito       cupano dei figli e non lavorano. Gli uomini,
     effetti positivi, quindi, quando andiamo noi,     invece, seguono tutti dei tirocini formativi.
     nei nostri interlocutori non c’è una preclu-      Si dà la precedenza a tirocini presso picco-
     sione”.                                           le aziende, laboratori artigianali, imprese
     Il progetto Agape è partito nel 2015 con 21       agricole del territorio, per creare laddove
     posti disponibili (18 il numero minimo da         possibile le condizioni di un’assunzione. In
     garantire per partecipare al bando) e oggi        alternativa, i tirocini si svolgono nei comuni,
     ne ha 45, sparsi sul territorio dei cinque        prevalentemente nell’ambito della messa
     comuni. Sono posti per uomini adulti soli,        in sicurezza e della cura del territorio, con
     famiglie e donne sole uscite dalla tratta. Al     squadre in cui lavorano cantonieri locali e
     momento, i presenti vengono dal Ciad, dal         migranti. I primi dopo un corso di tutorag-
     Sudan, le donne in prevalenza dalla Nigeria       gio, i secondi dopo una formazione sulla
     e poi ci sono famiglie curde-irakene. Non         sicurezza e l’utilizzo dei piccoli strumenti
     occupano tutti i posti disponibili, perché,       meccanici necessari alla pulizia e alla ma-
     revocata la protezione umanitaria, il mini-       nutenzione di strade, fossi e terreni. “Questo
     stero dell’Interno non ha più mandato ri-         non costruisce uno sbocco occupazionale -
     chiedenti. “A Monale, in un appartamento          riflette la sindaca di Chiusano - perché i co-
     di quattro posti abbiamo messo una fami-          muni non possono assumerli, ma è un tipo
     glia. In una frazione di Chiusano, abbiamo        di lavoro che costruisce un pezzo di curri-
     ristrutturato una stazione dismessa, facen-       culum per chi dovesse avere la possibilità di
     do una convenzione con le Ferrovie dello          entrare in una azienda agricola”.
     Stato, e l’abbiamo trasformata in un allog-       Ma prima di tutto, per tutti, c’è la scuola di
     gio grande con sei posti. A Settime, ci sono      italiano, con corsi che si svolgono due po-
     tre alloggi ma in tre frazioni diverse, quindi    meriggi a settimana e non si fermano du-
     chi sta lì deve integrarsi nel contesto socia-    rante le vacanze scolastiche. “L’apprendi-
     le”.                                              mento della lingua è la cosa fondamentale.
     Su tutti i fronti si punta all’integrazione e     Su questo, operatori e sindaci, siamo un
     all’autonomia. A coordinare gli spostamen-        tamburo battente che pervicacemente in-
     ti provvede all’inizio l’associazione Piam, poi   siste. E non basta parlare e capire, bisogna
     si passa ai mezzi pubblici e viene fornita, a     anche avere un minimo di comprensione
     chi la vuole, una bicicletta da restituire alla   della lettura e della scrittura”.
     fine della permanenza. Con i famosi 35 euro       Per le donne sole, ci sono due alloggi, a Cor-
     pro die pro capite, che con il nuovo decre-       tandone e a Castellero in una cascina dove
     to sono diventati 20, agli ospiti del progetto    stanno quelle che hanno bambini piccoli
     sono garantiti la casa, comprese le spese di      sotto i tre anni, non per forza uscite dalla
     riscaldamento e delle utenze; il vitto, per cui   tratta. Situazioni che necessitano di parti-
     viene fornito un determinato importo a set-       colare protezione. Tutte vengono coinvolte
     timana; una tessera con cui si possono fare       in diverse occupazioni, come i corsi di taglio
     acquisti di vestiario in negozi convenziona-      e cucito o quello di aiuto cuoco, e poi c’è
     ti; i due euro e 50 a testa di pocket-money.      laboratorio Terre di Monale dove si fanno i

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L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

piatti a mano. Partito, sempre all’interno del          Pettinengo (BI)
progetto Agape, come laboratorio occupa-
zionale che recuperava un vecchio mestiere          A Pettinengo - circa 1500 abitanti in provin-
della zona, si è trasformato in un’esperienza       cia di Biella - i primi 15 profughi inseriti in un
di successo. L’idea a cui deve parte del suc-       progetto di accoglienza continuativa, il Cas
cesso è stata dell’operatore che segue le ra-       gestito dall’associazione Pacefuturo onlus,
gazze nel lavoro, dice la sindaca: “appassio-       sono arrivati nel 2014. Oggi la disponibilità
nato di scultura, ha messo a disposizione il        complessiva del Cas è di 130 posti, di cui 115
suo forno e hanno cominciato a fare questi          occupati. Nel piccolo comune piemontese,
piatti, e li ha fatti vedere in giro e ora diver-   i migranti sono circa 80, provenienti dall’a-
si chef ci chiedono piatti personalizzati che       rea del Sahel, dalla Nigeria, dall’Afghani-
progettano insieme a lui e che le ragazze           stan, dal Bangladesh e dal Pakistan; gli altri
realizzano. A fine 2017 un ristorante italiano      sono collocati a Biella.
in Giappone ci ha ordinato una partita di           L’associazione Pacefuturo onlus nasce uffi-
700 piatti e abbiamo delle commesse rile-           cialmente nel 2004 al monastero di Bose,
vanti in Francia e in Inghilterra”.                 dopo una serie di incontri fra amici sul
Il progetto Agape, per i partecipanti, dura         tema della pace; dal 2006 ha sede a Villa
due anni. Poi c’è chi parte e chi rimane se         Piazzo a Pettinengo, dimora storica di metà
ha la fortuna di trovare una collocazione,          ottocento immersa in un parco di 10 ettari
cioè casa e lavoro. “Diverse persone, uomini        di proprietà della comunità di Pettinengo.
e donne, hanno trovato occupazione presso           Ed è qui che, all’avvio del progetto di acco-
le aziende agricole. Altri invece sono andati       glienza, sono stati accolti i profughi, “con
in altre città o in altri stati, si sono spostati   molte paure dell’amministrazione comuna-
ma alla fine del progetto sono riusciti a co-       le, della comunità di Pettinengo - racconta
struirsi un’autonomia. Piccola e dignitosa”.        Andrea Trivero, direttore dell’associazione
E gli altri residenti che cosa dicono? La sin-      e responsabile del centro di accoglienza -
daca si attiene al proprio comune: quando           però, anche grazie all’aiuto del parroco, nel
ha proposto al consiglio comunale di pas-           giro di tre o quattro mesi siamo riusciti un
sare dal piccolo Cas del 2014 al progetto           po’ a cambiare rotta. Ora, con l’amministra-
Sprar, ci sono stati voti favorevoli, astenuti      zione comunale, tutti i giorni siamo in giro
e un voto contrario. Tre anni dopo, con lo          a pulire cunette e strade e manteniamo 15
stesso consiglio, il rinnovo è passato all’una-     chilometri di sentieristica grazie ai ragazzi”.
nimità. “Non tutti erano contenti, poi hanno        La formula è diventata quella dell’acco-
visto queste persone lavorare in paese, fare        glienza diffusa, con 13 strutture dove allog-
le opere di manutenzione del territorio, un         giare. Nella villa vivono attualmente quattro
lavoro perfetto, e la gente è stata entusiasta.     ragazzi e vi sono stati aperti una caffetteria
Lavori che si facevano negli anni 50, hanno         e un ristorante, dove sono organizzati labo-
detto, che evitavano alla terra di andare in        ratori formativi con l’ausilio di un cuoco.
malora e di franare. Questo è piaciuto mol-         “È un progetto di welfare generativo - spie-
to. E non c’è proprio nessun problema, nes-         ga Trivero - un progetto sociale che dovreb-
suno”.                                              be aiutare a moltiplicare le risorse, e lo ha

                                                                                                    21
L’ACCOGLIENZA CHE FA BENE ALL’ITALIA

     fatto. Alla maggior parte dei nostri collabo-       colo e distribuito su 13 strutture è destinato
     ratori abbiamo dato un lavoro: siamo una            a morire.
     trentina di persone, tra cui venti dipendenti
     e dieci a contratto. Tra gli assunti, dieci sono
     profughi e gli altri sono quasi tutti di Petti-         Ivrea (TO)
     nengo”. Ad altri residenti è stato chiesto di
     dare una mano per la formazione, che è ri-          Nel Canavese, il Consorzio servizi socia-
     volta tanto ai migranti, quanto ai ragazzi lo-      li IN.RE.TE. gestisce i compiti e le funzioni
     cali desiderosi di imparare un mestiere ar-         in materia di servizi sociali di 51 comuni, di
     tigianale. Oltre alla ristorazione, i laboratori    cui 13 fanno accoglienza. C’è innanzitutto
     di apicoltura, tessitura, sartoria, erboristeria,   lo Sprar di Ivrea, uno dei primi Sprar d’Ita-
     cosmesi naturale sono tutte attività libere e       lia, gestito dalla cooperativa Mary Poppins.
     gratuite.                                           E ci sono i Cas gestiti da sette cooperative,
     È un sistema replicabile? “Certo, il model-         che garantiscono un’accoglienza diffusa
     lo è fatto apposta. Ogni territorio ha le sue       sull’insieme dei comuni aderenti, in 50 ap-
     caratteristiche, le sue risorse e capacità arti-    partamenti. Gli ultimi dati parlano di un to-
     gianali, che vanno scovate e capite, e soprat-      tale di 379 ospiti: 330 nei Cas, 49 nello Sprar.
     tutto va capito se sono attività che possono        Una prevalenza di arrivi dalla Nigeria, poi
     avere un senso anche per una persona che            da Chad, Niger, Mali e altri paesi dell’Africa
     arriva dall’altra parte del mondo. Trovare le       subsahariana cui si aggiungono Pakistan e
     attività giuste per la formazione dei ragazzi       Bangladesh.
     può essere un’occasione di rivalorizzazione         “Altri comuni del territorio hanno avviato
     del territorio attraverso l’artigianato”.           le prime fasi della procedura per diven-
     Se, da un lato, “il piccolo comune allontana        tare Sprar, ma con il nuovo decreto sono
     il pericolo che i ragazzi caschino in mano          fermi” racconta Aldo Zanetta, uno dei pro-
     alla microcriminalità”, dall’altro può essere       motori dell’Osservatorio Migranti, un coor-
     un contesto difficilmente sopportabile per          dinamento di persone e associazioni per
     chi ha sempre vissuto in una grande città.          la difesa dei diritti e delle potenzialità dei
     Per questo motivo e per facilitare il passag-       richiedenti asilo e protezione, attivo nell’a-
     gio all’autonomia dopo un anno e mezzo              rea. “Da tempo - spiega Zanetta - credia-
     o due di permanenza nel progetto, Pace-             mo nell’accoglienza diffusa, e ancora di
     futuro ha deciso di aprire delle strutture          più dal 2011 quando 90 persone sono state
     prossime a Biella. “Per un percorso di avvi-        messe in un albergo e sono rimaste lì, pra-
     cinamento alla città, dove ci sono anche più        ticamente nel limbo. Due anni e mezzo fa
     possibilità di trovare lavoro, di muoversi, di      è successa la stessa cosa, in un altro alber-
     essere autonomi”.                                   go, nel centro di Ivrea, dove la prefettura ne
     A questa realtà il decreto sicurezza crea           ha collocate altre 90. Da lì, abbiamo deciso
     problemi? In teoria no, perché il provvedi-         di costituirci come osservatorio migranti,
     mento punta a smantellare lo Sprar e non            spontaneamente, per portare la situazione
     il Cas. In pratica sì, perché riducendo il con-     all’attenzione dei comuni”.
     tributo pro die pro capite, un progetto pic-        Quando, nel 2017, il consorzio IN.RE.TE - che

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