Di morte - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 6 dicembre 2018 anno LXXI, numero 49 (3.972) Trafficanti di morte
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #editoriale 2 L’ apertura temporanea di un presidio di assi- così, sembravano gruppi poco consistenti e in stenza medica in piazza San Pietro e la visita via di diminuzione: la realtà invece era ben di- del Papa ai pazienti che vi sono stati curati da versa, i poveri esistevano ancora, ed erano tan- medici volontari hanno portato sui media una ti e in forte aumento. notizia che questi in genere preferiscono non In questo riportare davanti agli occhi del diffondere: la povertà sta aumentando, e sta mondo la realtà — e non dobbiamo dimentica- coinvolgendo anche strati sociali che prima re che il Pontefice l’ha fatto per molti altri non ne erano toccati. Ancora una volta, un ge- problemi, come per il degrado ambientale nei sto di Bergoglio ha fatto emergere la realtà che si voleva dimenticare. paesi del terzo mondo, gravissimo ma nascosto dietro i problemi di inquinamento nelle città Le iniziative del Pontefice, infatti, non inter- occidentali — Francesco svolge un ruolo teore- vengono solo sul piano della carità e della sol- tico importantissimo: quello di riportare la ve- lecitudine nei confronti di chi ha bisogno, in- rità dei fatti al posto di una menzogna che mi- segnando così come debba essere concreta e ra sistematicamente a contraffarla. Dimostran- viva la missione del cristiano, ma agiscono an- che su un livello più astratto, e altrettanto ne- do a tutto il mondo che il vero pericolo sta cessario, quello della realtà e della verità. non tanto in chi oppone il falso al vero, ma in chi sostituisce il reale con il fittizio. La menzo- gna infatti ha il compito di cancellare comple- L’OSSERVATORE ROMANO tamente questa distinzione, e quindi di far Il Papa perdere di vista la verità che sta nella realtà. Unicuique suum Non praevalebunt Come scrive Hannah Arendt, «ciò che viene Edizione settimanale in lingua italiana violato nella costruzione ideologica di una Città del Vaticano realtà fittizia da parte della propaganda non è ornet@ossrom.va www.osservatoreromano.va tanto il precetto morale, ma il tessuto ontolo- e la realtà gico della realtà». Con questa sua capacità di GIOVANNI MARIA VIAN smascheramento, che sa applicare a molte que- D irettore stioni, Francesco dimostra come l’impegno GIANLUCA BICCINI Coordinatore spirituale cristiano sia sempre legato alla verità PIERO DI D OMENICANTONIO e quindi alla giustizia, e a come queste venga- Progetto grafico no vissute nel momento storico. Questo spiega il successo — ma anche le Redazione via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano di LUCETTA SCARAFFIA Papa Francesco ha cominciato questa mis- molte opposizioni — a colui che nei fatti è ve- fax +39 06 6988 3675 sione fin dal primo giorno di pontificato, pro- ramente un Papa scomodo. Speriamo che rie- nunciando quella parola, poveri, che sembrava sca a portare questo metodo illuminante anche Servizio fotografico telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 ormai scomparsa dal nostro vocabolario, come all’interno della Chiesa, dove la negazione del- photo@ossrom.va www.photo.va se si trattasse di una categoria ormai inesisten- la realtà, la deliberata volontà di trattare la ve- TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE te, una categoria del passato. La parola, che rità dei fatti come se fossero opinioni, e in L’OSSERVATORE ROMANO indica un fenomeno ampio e generale, era sta- quanto tali trascurabili, ai fini di salvare l’im- Abbonamenti ta infatti sostituita con termini più ristretti, che magine dell’istituzione, hanno dimostrato più Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). alludevano a categorie specifiche: i meno ab- volte che il problema non è solo una strategia telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 bienti, i migranti, i senza fissa dimora. Messa difensiva. info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #ilpunto 3 di LUCIANO VIOLANTE La prima seduta dell’assemblea costituente italiana I l 10 e l’11 dicembre i rappresentanti di quasi scono due distinti gruppi disciplinati da due tutti i paesi del mondo si riuniscono a Marra- diversi statuti legali: «Solo i rifugiati hanno kesh per discutere e approvare su iniziativa diritto a una specifica protezione internaziona- dell’Organizzazione delle Nazioni Unite le» precisa il documento. È infondata anche un’intesa, il Global Migration Compact, per l’altra preoccupazione perché non c’è il rischio una migrazione «sicura, ordinata e regolare». d’invasione. Il testo è sostenuto da paesi tanto di immigra- L’obiettivo numero 4 mira ad assicurare che zione quanto di emigrazione. Questa condivi- tutti i migranti siano in possesso di documenti sione lo rende particolarmente utile per ridurre legali di identità, il 9 vuole «rafforzare la ri- i conflitti tra paesi abbandonati e paesi deside- sposta transnazionale al traffico di migranti», rati ed è la condizione necessaria per avviare l’11 prevede di mettere in sicurezza i confini una svolta nelle politiche delle migrazioni. degli stati contrastando l’immigrazione irrego- Ventitré sono gli obiettivi del patto. Ecco i lare e il 21 promuove gli accordi di rimpatrio dei migranti. Come ha precisato il ministro principali: favorire la raccolta di dati per svi- Moavero alla Camera, «c’è anche l’obbligo per luppare politiche basate sulla realtà; ridurre le gli stati di origine di riammettere i propri cit- cause delle migrazioni; garantire la prova tadini». Il patto non è vincolante, ma contiene dell’identità legale; prevenire e combattere la principi che potranno servire di orientamento, tratta; gestire i confini in modo «integrato, si- se lo vorranno, per i governi e per i cittadini. curo e coordinato»; utilizzare la detenzione solo come «misura di ultima istanza»; pro- Agli scettici sul valore di formule che si ri- chiamano a valori e non a specifici obblighi si muovere un discorso pubblico basato su ele- può ricordare il dibattito nell’Assemblea costi- menti concreti per modellare la percezione tuente sui principi generali della Costituzione, delle migrazioni; cooperare per agevolare un che comprendevano, tra l’altro, il principio di ritorno sicuro e dignitoso. Coloro che in Italia eguaglianza. Piero Calamandrei intendeva col- locare in un apposito preambolo, quindi fuori della Costituzione, le disposizioni relative ai principi fondamentali, «le quali non sono vere Sul principio Togliatti e proprie norme giuridiche nel senso preciso e pratico della parola, ma sono precetti morali, definizioni, velleità, programmi, propositi, ma- gari manifesti elettorali, magari sermoni: che tutti sono camuffati da norme giuridiche ma di uguaglianza aveva ragione norme giuridiche non sono» (seduta del 4 marzo 1947). Il giurista e politico fiorentino fu distolto da Costantino Mortati e da Palmiro Togliatti. Il primo sostenne che anche le norme di caratte- re programmatico possono avere un significato giuridico perché rappresentano, come hanno sono contrari al patto hanno sollevato due ar- in effetti rappresentato, impegni che il legisla- gomenti: il patto equiparerebbe migranti eco- tore prende per l’avvenire. Togliatti, citando nomici e rifugiati politici; il patto sancirebbe Dante, gli disse che i «preparatori della Costi- l’invasione del paese. tuzione» dovevano agire «come quei che va di In realtà le cose stanno diversamente. Il notte / che porta il lume dietro e a sé non gio- punto 4 del preambolo dopo aver stabilito va / ma dopo sé fa le persone dotte». Cala- giustamente che migranti e rifugiati hanno gli mandrei aveva torto. Mortati e Togliatti aveva- stessi diritti umani, precisa espressamente che no ragione. Sul principio di uguaglianza si è migranti economici e rifugiati politici costitui- realizzata la civilizzazione dell’Italia.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #culture 4 Edvard Munch «Consolazione» «P ossiamo decidere noi se morire soffrendo come tremebonda e piena di tabù» come quella che cani in un freddo letto d’ospedale, contro na- immagina. L’alternativa non è quella descritta, tura, illusi da patetiche bugie, trattenuti in vita tra una sofferenza senza uscita e un passaggio, ad ogni costo come se veramente si potesse quello dell’eutanasia, accettato con «trepida- evitare la morte oppure morire serenamente a zione e gioia». casa nostra, a testa alta, attorniati dai nostri È possibile non «soffrire come cani in un cari, nel modo e nel momento che scegliamo, freddo letto d’ospedale», è possibile non esse- in un’atmosfera di amore e serenità, accettan- re «illusi da patetiche bugie», è possibile non do con trepidazione e gioia anche questo pas- «essere trattenuti in vita ad ogni costo» anche saggio, come accettiamo con trepidazione e senza ricorrere all’eutanasia o al suicidio assi- gioia gli altri passaggi inevitabili della vita». stito. È possibile «morire serenamente» a casa Questo è un brano dell’articolo di Carlo Ro- propria (migliaia di persone ne hanno fatto velli comparso sul «Corriere della Sera» del 2 esperienza negli ultimi anni), «attorniati» dai dicembre. propri cari, in un’atmosfera «d’amore e di se- Il fisico italiano, autore di fortunati libri di- renità». vulgativi, appreso da un messaggio di posta Tutto ciò è possibile se solo il divulgatore elettronica della morte per eutanasia in Belgio sapesse o dicesse che esistono le cure palliati- di una sua cara amica e traduttrice malata di ve. Stupisce che un giornale autorevole come cancro che non vedeva da anni, decide di il «Corriere della Sera», con sede tra l’altro coinvolgere il lettore in una vicenda personale in una delle regioni d’Italia più avanzate in emotivamente forte con il preciso obiettivo di questo campo e nella città dove Vittorio Ven- perorare la causa della “buona morte”. E, da tafridda, pioniere della medicina palliativa, uomo di scienza che ha scelto l’ideologia, falsa già più di trent’anni fa fondava un nuovo modo della medicina di guardare al malato grave e morente, pubblichi un intervento di tale superficialità senza offrire un punto di vista diverso e soprattutto fondato sulla real- Sul fine vita Scienza tà. Come si può affermare con piena sicurez- za che chi muore per l’eutanasia lo fa accet- tando la cosa con «gioia e trepidazione»? un’immagine Come si può definire un tale modo di «sce- gliere la morte» una cosa «naturale», profon- distorta e ideologia damente umana e profondamente giusta? Quando qualche tempo fa ho lavorato in della realtà Svizzera per diversi anni non ho assoluta- mente avuto questa impressione e, al contra- rio, ho vissuto con i parenti di malati decedu- ti per suicidio assistito drammatici momenti di scoraggiamento e senso di colpa. È forse il caso di riportare ancora una volta di FERDINAND O la realtà offrendone al lettore un’immagine di- la frase di una nostra paziente morente ricove- CANCELLI storta. rata in hospice: «Mi piace questo posto perché Pur occupandosi di fisica e non di medicina la morte, quando arriva, ci trova ancora vivi!». sarebbe infatti bastato all’autore concedersi un Le porte degli hospice sono aperte, queste po’ di respiro dopo la triste notizia appresa e strutture sono luoghi di vita, di vita vera fino recarsi in un hospice o a domicilio di un ami- alla fine: una visita è possibile farla in qualsia- co o un vicino malato seguito da un’équipe di si momento e toccare con mano quanto un no- medici e infermieri per rendersi conto che la to uomo di scienza dovrebbe sapere prima di morte, pur temibile, può non essere «oscura, scrivere su un ancor più noto giornale.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #culture 5 Le reti sociali contro la ragione C risi di sincerità, un «rumore così forte» che conclude Birnbaum. E a dare il colpo di gra- impedisce l’attenzione, con le reti sociali onni- zia alle reti sociali, nello stesso numero del potenti: «Su Twitter, il vano tumulto delle “in- «Monde des Livres», è la filosofa Elisabeth terazioni” nutre la spirale dei “clash” assordan- Badinter che denuncia un’opinione pubblica ti. L’odio riecheggia l’odio. La cattiva fede si divenuta su questi nuovi canali spesso «poco spande dappertutto» scrive su «Le Monde des sfumata, poco avvertita e di una violenza inau- Livres» del 30 novembre Jean Birnbaum, re- dita». Un potere senza precedenti che Badin- sponsabile del supplemento settimanale ter, intervistata da Birnbaum, avverte «come dell’autorevole quotidiano parigino. Ma ogni una censura», né più né meno. Studiosa tanto ecco il «piccolo miracolo», quando «una dell’illuminismo (al quale ha dedicato Les pas- voce si apre un cammino verso un’altra voce», sions intellectuelles, appena riunite in un volume nel silenzio di una «fiducia vivace» e di da Robert Laffont), la filosofa francese sa be- quell’amicizia che forma «uno spazio di una nissimo che anche nel Settecento le polemiche sonorità totale», come scriveva Roland Bar- erano violente. «Ma all’epoca questo riguarda- thes. Ma bisogna tornare ai libri, afferma sen- va un microcosmo. La quantità di odio perso- za esitare Birnbaum presentando la corrispon- nificato, questo cambia le cose. Se questa ten- denza tra Maritain, Bernanos, Claudel e Mau- denza twitteuse l’avesse vinta oggi, questo si- riac appena pubblicata con il titolo Un catholi- gnificherebbe la fine della riflessione e della que n’a pas d’alliés (Les Éditions du Cerf). conoscenza fuori dai conventi! Nello stesso Quattro intellettuali cattolici anche in aspro tempo resto abbastanza ottimista: questo falso disaccordo tra loro, ma uniti da una stessa vo- sapere, queste provocazioni, questo odio... se lontà di mettersi «all’ascolto del suono delle ne ha già abbastanza, ci si stancherà presto di anime» diceva Raïssa Maritain, moglie di Jac- tutto questo, spero». Raffinata lettrice dei car- ques. Come a proposito dei dissensi sul movi- teggi settecenteschi, Badinter conclude: «Io mento dell’Action Française condannato da non penso che si possa parlare liberamente su Pio XI, sulla guerra di Spagna, sul conflitto internet. Non ho mai partecipato a una pole- mondiale. Franchezza e sincerità percorre que- mica intellettuale per posta elettronica! Del re- sta corrispondenza, grazie a testi che non solo sto per posta elettronica non intrattengo alcu- hanno valore storico ma «possono riarmare na corrispondenza degna di questo nome. spiritualmente, qui e ora, ogni spirito che ripu- Quando scrivo una lettera ho più fiducia. Lei gna la twitterisation del dibattito intellettuale» no?». (g.m.v.) L’italiano dei giornalisti pigri In Italia «cresce il numero delle parole — spie- sosità». L’analisi di Della Valle è riportata da ga Valeria Della Valle, direttore scientifico, con Mirella Serri alla fine della sua presentazione, Giovanni Adamo, del libro Neologismi. Parole su «La Stampa» del 5 dicembre, al volume nuove dai giornali 2008-2018 — ma si sta veri- edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana. ficando un generale impigrimento. I giornali- In esso i due analisti, analizzando 76 quotidia- sti, che dovrebbero filtrare le informazioni, uti- ni, hanno registrato ben 3505 nuove entrate. E lizzano direttamente le parole straniere oppure tra le personalità che più hanno contribuito a ricalcano letteralmente locuzioni non italiane. dar vita a parole nuove, Serri ricorda Guido Rinunciano alla loro missione e non insegnano Ceronetti, Francesco Rutelli, Mina e il Papa. E nulla. E poi le parole nuove hanno oggi spes- a proposito di quest’ultimo si può aggiungere so un limite. Per esempio utilizziamo tanti che i “bergoglismi”, raccontati sull’O sservatore prefissi antisistema. Il “non” va per la maggio- re: non-Stato, non-crescita, non-verità e così Romano dallo scrittore argentino Jorge Milia, via. I nuovi linguaggi sono i testimoni di un sono già nello spagnolo e precedono l’elezione trend di forte creatività ma anche di tanta ris- nel conclave del 2013.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #scaffale 6 di DARIO FERTILIO S iamo proprio sicuri che la figura di Topolino, yano, Paperino, di tanto più facile identifica- al centro di celebrazioni internazionali mentre zione per il pubblico e sempre protetto dalla scocca il suo novantesimo compleanno, sia sol- rendita di uno zio miliardario. tanto l’oggetto di un omaggio nostalgico al Le avventure di Mickey Mouse, invece, si più famoso personaggio dei fumetti, capostipi- sono evolute nel tempo, abbandonando le si- te di ogni fumetto e cartone animato a venire? tuazioni divertenti e farsesche, trasformandosi Possibile che dietro al suo musetto accattivan- in investigazioni dai mille risvolti, ricerche di te, alle orecchie morbide, alle sue espressioni Graal a volte coronate da successo, e animate così intensamente umane si nasconda soltanto dalla consapevolezza stoica che c’è qualcos’al- uno scontato ottimismo yankee, refrattario ai tro, forse una divinità nascosta, a dirigere e compromessi e deciso a battersi contro tutti i governare il mondo. Quanto a lui, Topolino, cattivi del mondo (incluso, durante la seconda potrà anche avere compiuto novant’anni, ma guerra mondiale, l’impero hitleriano del intimamente rimane sempre un fanciullino ca- male)? pace di innamorarsi delle cose arcane e delle Le mostre più importanti che di questi tem- cause difficili; la gioia che sprigiona dalle sue pi gli sono dedicate — a New York, sulla Deci- avventure somiglia a quella provata da bambi- ma Avenue, Mickey: the true Original Exhibi- ni, quando eravamo convinti che il mondo ci tion; in Italia, al Castello di Desenzano, Mickey avrebbe riservato spettacoli senza fine, allietati 90, l’arte di un sogno, entrambe si possono vi- dal sorriso dei compagni d’avventura e delle sitare fino al 10 febbraio — sembrano preoccu- persone care. parsi soprattutto di nobilitarlo dal punto di vi- Uno scrittore come John Updike consumò sta dell’arte grafica e del mito popolare (il che risme di carta nel vano tentativo di evocare le è perfettamente comprensibile: vari sondaggi condotti in tutto il mondo ne attestano il ruo- I novant’anni lo indiscusso di icona globale, riconoscibile dall’Africa all’Oceania, alla pari con i profili dell’eroe dalle orecchie tonde della Coca Cola e del Che Guevara). Tuttavia c’è qualcosa d’altro nel personag- gio, certamente il più amato dal suo creatore Walt Disney, e assai lontano dalle creazioni successive della multinazionale americana, or- Topolino mai conquistata dalle mode liberal e politica- mente corrette. Il fatto è che Topolino, nella sua evoluzione antropomorfica, ha finito con l’impersonare l’apertura individuale al nuovo, al mai sperimentato, al meraviglioso. in paradiso Sia che si lasci tentare dalla mappa di un te- soro, o dall’incontro ravvicinato con un alieno come Eta Beta, oppure dagli spazi siderali pre- sensazioni magiche suscitate in lui dalle strisce sidiati dal misterioso Professor Enigm, Topoli- del Topo, durante la sua infanzia. E il regista no dice sempre sì al destino, in omaggio alla russo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn ne pro- frase di Seneca ducunt volentem fata nolentem nunciò forse l’elogio perfetto paragonando il trahunt, che si può rendere così: «Il fato con- mondo di Mickey, e di suo padre Walt Disney, duce chi vuole lasciarsi guidare, trascina colui a quello di Charlie Chaplin: se Charlot imper- che non vuole». Nulla a che vedere, insomma, sonava la ricerca di un paradiso perduto, l’eroe con le divertenti reazioni isteriche ai colpi di dalle orecchie tonde continua a lanciarci il suo sfortuna dell’altro celebre personaggio disne- saluto da un paradiso ritrovato.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #francesco 7 L uoghi di accoglienza, di preghiera e soprattut- to di misericordia, i santuari «sono insostitui- bili perché mantengono viva la pietà popolare, arricchendola di una formazione catechetica che sostiene e rafforza la fede» e alimentano «la testimonianza della carità». Parlando ai partecipanti al convegno internazionale dei rettori e degli operatori dei santuari — incon- trati in Vaticano giovedì mattina, 29 novembre — il Papa ha tessuto l’elogio di questi luoghi dove il popolo di Dio si raccoglie per esprime- re la propria devozione «nella semplicità e se- condo le tradizioni che sono state apprese fin dall’infanzia». In proposito Francesco ha definito “un gioiello” il cambiamento voluto da Paolo VI del termine “religiosità popolare” con “pietà popolare”, la quale «come disse un vescovo italiano, è il sistema immunitario della Chie- sa». Riguardo «all’importanza dell’accoglienza da riservare ai pellegrini», Francesco ha detto che è triste quando, al loro arrivo «non c’è nessuno che dia a essi una parola di benvenu- to e li accolga. E più brutto ancora è quando trovano la porta chiusa». Soffermandosi poi sulla «preghiera nei santuari», ha sottolineato due esigenze: «favorire la preghiera della Chiesa che con la celebrazione dei Sacramenti rende presente ed efficace la salvezza» e «ali- mentare la preghiera del singolo pellegrino nel silenzio del suo cuore». Quanto al santuario come «luogo privilegiato per sperimentare la misericordia», il Pontefice ha affermato che «nessuno nei nostri santuari dovrebbe sentirsi un estraneo, soprattutto quando vi giunge con il peso del proprio peccato». Infatti, «la mise- ricordia, quando è vissuta, diventa una forma di evangelizzazione reale, perché trasforma» hanno partecipato al convegno promosso dal Arcabas quanti la ricevono in testimoni a loro volta Pontificio consiglio per la nuova evangelizza- «Il padre misericordioso» della stessa misericordia. Ecco perché «il sa- zione. A presentarli al Papa è stato l’arcivesco- cramento della riconciliazione, che così spesso vo presidente Rino Fisichella, specificando che viene celebrato nei santuari, ha bisogno di sa- provenivano «da quarantadue paesi diversi: cerdoti ben formati, santi, misericordiosi e ca- dall’Angola all’Argentina, dal Brasile alla Co- paci di far gustare il vero incontro con il rea, dal Pakistan alla Svezia, dal Kenya Signore che perdona». Inoltre «le opere di all’Honduras, e poi dall’Europa e dal Vietnam, misericordia chiedono di essere vissute in con una massiccia presenza di santuari italia- modo particolare nei santuari, in quanto in es- ni». Nel sottolineare che i santuari rappresen- si la generosità e la carità sono realizzate in tano oggi «una vera attrazione per tante per- modo naturale e spontaneo come atti di obbe- sone che sentono nel profondo la nostalgia di dienza e di amore a Gesù e a Maria». Al termine del discorso I santuari luoghi di accoglienza Francesco ha attinto all’espe- rienza personale di quando era rettore della facoltà di teologia per una lunga di- gressione sul popolo di Dio Dove si sperimenta preghiera e carità che frequenta i santuari. E ha rilanciato l’opinione di un ge- suita che dopo una vita spesa nell’insegnamento aveva chie- sto e ottenuto di svolgere il la misericordia ministero in una baraccopoli argentina. Egli sosteneva, ha spiegato Bergoglio condividendone l’opinione, Dio e desiderano trovarlo per dare senso alla che «il santo popolo fedele di Dio è ontologi- loro vita», il presule ha messo in guardia dal camente olimpico», ovvero fa ciò che vuole; e rischio di «rendere vana» questa ricerca perpe- che «è metafisicamente tedioso, cioè stufa», tuando una pastorale «che tante volte si attar- perché richiede un impegno costante che stan- da nella stanca ripetizione di attività senza ca. Infatti, «se tu sei in contatto con il popolo mordente né forza propulsiva». Da qui l’invito di Dio, ti stancherai» mentre «un operatore a puntare soprattutto sui giovani, «pensando pastorale che non si stanca, mi lascia molto per loro iniziative di pellegrinaggio, di pre- perplesso», ha concluso applaudito dai seicen- ghiera, di catechesi e di impegno concreto nel to tra responsabili e operatori dei santuari che volontariato».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #francesco 8 G razie per la vostra visita, sono contento. Voi ri- cordate quest’anno il 50° del Collegio del Ge- sù, aperto per iniziativa di Padre Arrupe nel 1968. Nel cinquantesimo anno, quello del giu- bileo, la Scrittura dice che «ognuno tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia» (Lv 25, 10). Ma nessuno deve fare le valigie! Tutti, però, siete chiamati a tornare nel “luogo” che vi è proprio, a «desiderare ciò che è essenziale e originario» (S. PIETRO FAVRE, Memoriale, 63), a rivisitare quella famiglia in cui Dio vi ha rigenerato, dove avete professato l’appartenen- za a Lui. Dio vi ha fondati come Gesuiti: que- sto giubileo è un momento di grazia per fare memoria e sentirvi con la Chiesa, in una Com- Fondarsi, dunque, è il primo verbo che vor- L’udienza di lunedì mattina pagnia e in un’appartenenza che hanno un no- rei lasciarvi. Ne scriveva San Francesco Save- 3 dicembre, nella Sala me: Gesù. Fare memoria vuol dire fondarsi rio, che oggi festeggiamo: «Vi prego, in tutte del Concistoro, alla comunità nuovamente in Gesù, nella sua vita. Significa le vostre cose, di fondarvi totalmente in Dio» del collegio internazionale ribadire un “no” chiaro alla tentazione di vive- (Lettera 90 da Kagoshima). In tal modo, ag- del Gesù re per sé stessi; riaffermare che, come Gesù, giungeva, non c’è avversità a cui non si possa esistiamo per il Padre (cfr. Gv 6, 57); che, co- essere preparati. Voi abitate la casa dove me Gesù, dobbiamo vivere per servire, non Sant’Ignazio visse, scrisse le Costituzioni e in- per essere serviti (cfr. Mc 10, 45). Fare memo- viò i primi compagni in missione per il mon- ria è ripetere con l’intelligenza e la volontà che do. Vi fondate sulle origini. È la grazia di que- alla vita del gesuita basta la Pasqua del Signo- sti anni romani: la grazia del fondamento, la re. Non serve altro. Farà bene riprendere la se- grazia delle origini. E voi siete un vivaio che conda settimana degli Esercizi, per rifondarsi porta il mondo a Roma e Roma nel mondo, la sulla vita di Gesù, in cammino verso la Pa- Compagnia nel cuore della Chiesa e la Chiesa squa. Perché formarsi è anzitutto fondarsi. Su nel cuore della Compagnia. questo mi permetto di consigliarvi, di tornare sul Colloquio del servizio per essere come Ge- Il secondo verbo è crescere. Siete chiamati in sù, per imitare Gesù, che svuotò sé stesso, si questi anni a crescere, affondando le radici. La annientò o obbedì fino alla morte; il Collo- pianta cresce dalle radici, che non si vedono quio che ti porta fino al momento di chiedere ma sostengono l’insieme. E smette di dare con insistenza calunnie, persecuzioni, umilia- frutto non quando ha pochi rami, ma quando zioni. Questo è il criterio, fratelli! Se qualcuno si seccano le radici. Avere radici è avere un cuore ben innestato, che in Dio è capace di di- latarsi. A Dio, semper maior, si risponde col magis della vita, con entusiasmo limpido e Con libertà prorompente, col fuoco che divampa dentro, con quella tensione positiva, sempre crescente, che dice “no” ad ogni accomodamento. È il «guai a me se non annuncio il Vangelo» La missione dell’Apostolo Paolo (1 Cor 9, 16), è il «non mi dei gesuiti e obbedienza sono fermato un istante» di San Francesco Sa- verio (Lettera 20 a Sant’Ignazio), è ciò che spingeva Sant’Alberto Hurtado ad essere frec- cia appuntita nelle membra addormentate del- la Chiesa. Il cuore, se non si dilata, si atrofiz- za. Non dimenticatevi questo. Se non si cre- sce, si appassisce. non riesce in questo, ne parli con il padre spi- Non c’è crescita senza crisi — non abbiate rituale. Imitare Gesù. Come Lui, su quella paura delle crisi, non abbiate paura —, come strada che Paolo ci dice in Filippesi 2, 7, e non non c’è frutto senza potatura né vittoria senza avere paura di chiederlo, perché è una beatitu- lotta. Crescere, mettere radici significa lottare dine: “Beati sarete quando diranno cose brutte senza tregua contro ogni mondanità spirituale, di voi, vi calunnieranno, vi perseguiteranno...”. che è il male peggiore che ci può accadere, co- Questa è la vostra strada: se voi non riuscite a me diceva Padre de Lubac. Se la mondanità fare quel Colloquio con il cuore e dare tutta la intacca le radici, addio frutti e addio pianta. E vita, convinti e chiedere questo, non sarete ben per me, questo è il pericolo più forte in questo radicati. tempo: la mondanità spirituale, che ti porta al
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #francesco 9 clericalismo e così via. Se invece la crescita è serti dell’umanità: qui il gesuita è chiamato ad un costante agire contro il proprio ego, ci sarà esserci. Si può trovare come agnello in mezzo molto frutto. E mentre lo spirito nemico non ai lupi, ma non deve combattere i lupi, deve si arrenderà nel tentarvi a cercare le vostre solo rimanere agnello. Così il Pastore lo rag- “consolazioni”, insinuando che si vive meglio giungerà lì, dov’è il suo agnello (cfr. S. GIO- se si ha ciò che si vuole, lo Spirito amico vi in- VANNI CRISOSTOMO, Omelia 33 sul Vangelo di coraggerà soavemente nel bene, a crescere in Matteo). una docilità umile, andando avanti, senza A questa missione contribuiscono la passio- strappi e senza insoddisfazioni, con quella se- ne e la disciplina negli studi. E vi farà sempre renità che viene da Dio solo. Qualcuno che ha bene accostare al ministero della Parola il mini- dei cattivi pensieri potrà dire: “Ma questo è pelagianesimo! No, questo è confronto con il Cristo Crocifisso, con il quale tu farai il collo- quio, quello citato sopra, perché soltanto con Al centro la grazia del Signore si può andare su questa della vocazione strada. Vorrei citare due segni positivi di crescita, la Il collegio internazionale dei libertà e l’obbedienza: due virtù che avanzano se gesuiti a Roma «porta il camminano insieme. La libertà è essenziale, nome di Gesù non soltanto perché «dove c’è lo Spirito del Signore, c’è li- perché si trova accanto alla bertà» (2 Cor 3, 17). Lo Spirito di Dio libera- chiesa madre della mente parla a ciascuno attraverso sentimenti e compagnia, la chiesa del pensieri; non può essere rinchiuso in tabelle, Gesù, ma per una ragione ma va accolto col cuore, in cammino, da figli più profonda: Gesù è il liberi, non da servi. Vi auguro di essere figli li- centro della nostra beri che, uniti nelle diversità, lottano ogni vocazione e missione». Nelle parole che il rettore, giorno per conquistare la libertà più grande: padre Luis Orlando Torres, quella da sé stessi. La preghiera vi sarà di ha rivolto a Papa Francesco grande aiuto, la preghiera da non trascurare c’è «l’identità» stessa di mai: è l’eredità che ci ha lasciato alla fine Pa- questa istituzione, fondata dre Arrupe, il “canto del cigno” di Arrupe. «cinquant’anni fa dall’allora Leggete quell’appello, quella conferenza che superiore generale padre ha dato ai Gesuiti nel campo rifugiati della Pedro Arrupe». Del resto, Tailandia. Poi prese l’aereo e atterrò a Roma, ha affermato, «lo scopo dove ebbe l’ictus. E la libertà va con l’obbe- della formazione del dienza: come per Gesù, anche per noi il cibo collegio è apostolico: della vita è fare la volontà del Padre (cfr. Gv preparare i giovani gesuiti 4, 34), e dei padri che la Chiesa dona. Liberi e per qualsiasi missione ci obbedienti, sull’esempio di Sant’Ignazio, possa essere affidata». Sempre «con una quand’era in lunga attesa a Villa d’Este e, mite prospettiva interculturale e e deciso al tempo stesso, in tutta libertà pre- internazionale». Nella sua sentava al Papa la totale obbedienza della storia il collegio ha avuto Compagnia, in una Chiesa che certo non ri- 856 studenti provenienti da splendeva per costumi evangelici. Lì c’è 81 paesi. Oggi la comunità è l’istantanea del gesuita adulto, cresciuto. La li- composta da 60 gesuiti di bertà e l’obbedienza danno vita a quel modo 28 nazioni: 10 formatori e di agire creativo con il Superiore. Una volta 50 studenti. ho detto a un gruppo di Gesuiti che si prepa- ravano — credo — per diventare superiori, che stero della consolazione. Lì toccate la carne che il Generale della Compagnia era un pastore di la Parola ha assunto: accarezzando le membra “un gregge di rospi”, perché la libertà del ge- sofferenti di Cristo, aumenta la familiarità con suita, con l’iniziativa, porta a tante iniziative e la Parola incarnata. Le sofferenze che vedete il povero Superiore deve andare da una parte non vi spaventino. Portatele davanti al Croci- all’altra... Fare l’unità non con pecore miti, ma fisso. Si portano lì e nell’Eucaristia, dove si at- coi rospi! E questo è vero, è importante. Ma tinge l’amore paziente, che sa abbracciare i dov’è la garanzia di questo legame con il Su- crocifissi di ogni tempo. Così matura pure la periore, di questa unità? Nel rendiconto di co- pazienza, e insieme la speranza, perché sono scienza. Per favore non lasciare mai questo, gemelle: crescono insieme. Non abbiate paura perché è ciò che assicura la possibilità al Su- di piangere a contatto con situazioni dure: so- periore di reggere il “gregge di rospi”, di por- no gocce che irrigano la vita, la rendono doci- tarlo ad un’armonia differente, perché ti cono- le. Le lacrime di compassione purificano il sce e domani sarai tu a ricevere il rendiconto cuore e gli affetti. da lui, perché siamo tutti fratelli che ci cono- Guardandovi, vedo una comunità interna- sciamo bene. Libertà, obbedienza, rendiconto zionale, chiamata a crescere e maturare insie- di coscienza come metodo, come cammino. me. Il Collegio del Gesù è e sia una palestra Fondarsi, crescere e infine maturare. È il ter- attiva nell’arte del vivere includendo l’altro. zo verbo. Non si matura nelle radici e nel Non si tratta solo di capirsi e volersi bene, tronco, ma mettendo fuori i frutti, che fecon- magari a volte di sopportarsi, ma di portare i dano la terra di semi nuovi. Qui entra in gio- pesi gli uni degli altri (cfr. Gal 6, 2). E non co la missione, il porsi a tu per tu con le situa- solo i pesi delle reciproche fragilità, ma delle zioni di oggi, il prendersi cura del mondo che diverse storie, culture, delle memorie dei po- Dio ama. San Paolo VI disse: «Ovunque nella poli. Vi farà tanto bene condividere e scoprire Chiesa, anche nei campi più difficili e di pun- le gioie e i problemi veri del mondo attraverso ta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee la presenza del fratello che vi sta accanto; ab- sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esi- bracciare in lui non solo quello che interessa o genze brucianti dell’uomo e il perenne mes- affascina, ma le angosce e le speranze di una saggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i Chiesa e di un popolo: allargare i confini, spo- Gesuiti» (Discorso in occasione della XXXII Con- stando ogni volta l’orizzonte, sempre un po’ gregazione generale della Compagnia di Gesù, 3 più in là. La benedizione che vi do possa rag- dicembre 1974). Queste parole sono nel mes- giungere anche i vostri Paesi e vi sia d’aiuto saggio che io penso sia stato, forse, il più pro- per fondarvi, crescere e maturare a maggior fondo di un Papa alla Compagnia. Negli sno- gloria di Dio. Vi ringrazio e vi chiedo di pre- di più intricati, nelle terre di confine, nei de- gare per me. Grazie.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #francesco 10 Giovani membri dell’associazione Rondine Cittadella della pace ricevuti nella mattina di lunedì 3 dicembre nella Sala Clementina L’altro non è mai un nemico V i accolgo con gioia nel 20° anniversario Ho ascoltato l’Appello che avete scritto e dell’Associazione Rondine - Cittadella della che presenterete il prossimo 10 dicembre Pace. Saluto il Presidente, Signor Franco Vac- all’ONU, in occasione del 70° anniversario della cari, e lo ringrazio per la sua introduzione. Sa- Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. luto il Cardinale Gualtiero Bassetti, che fin da- Ascoltare una giovane palestinese e un giovane gli inizi ha sostenuto questa realtà sentendo in israeliano che insieme chiedono ai governi del essa il “profumo” del venerabile Giorgio La mondo di fare un passo che possa riaprire il Pira, e l’Arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sanse- futuro, trasferendo il costo di un’arma dal bi- polcro, Riccardo Fontana. In modo speciale lancio della difesa al bilancio dell’educazione saluto voi giovani, che venite da Paesi teatro per formare un leader di pace, è una cosa rara, di conflitti degenerati in varie forme di violen- è una cosa luminosa! Come si potrebbe non za e di guerra, e che vivete a Rondine l’espe- essere d’accordo? Ma noi adulti non possiamo rienza dello Studentato Internazionale. E voi, cavarcela con un “bravi ragazzi!”, no. Sento di ragazzi di tutte le regioni italiane, con i vostri dovervi dare tutto il mio appoggio, la mia docenti del Quarto Anno Liceale. E anche voi, simpatia e la mia benedizione. ex studenti, soci, sostenitori e amici. Benve- Infatti, il vostro Appello contiene e propone nuti! una visione concreta. Nel Messaggio per la Il vostro impegno educativo è ospitare gio- prossima Giornata Mondiale della Pace, il 1° vani che, in varie parti del mondo, vivono gennaio 2019, che ha per tema La buona politi- bloccati in culture avvelenate dal dolore e ca è al servizio della pace, ribadisco che la re- dall’odio e offrire loro una sfida audace: verifi- sponsabilità politica appartiene ad ogni citta- care di persona se l’altro, colui o colei che sta dino, in particolare a chi ha ricevuto il manda- al di là di un confine chiuso, di reticolati o to di proteggere e governare. Questa missione muri invalicabili, sia davvero quello che tutti consiste nel salvaguardare il diritto e nell’inco- affermano: un nemico. In questi vent’anni avete raggiare il dialogo tra gli attori della società, messo a punto un metodo capace di trasforma- tra le generazioni e tra le culture. Ascoltandovi re i conflitti, facendo uscire i giovani da questo aggiungo: tra le parti in conflitto. Perché solo inganno e riconsegnandoli ai loro popoli per nel dialogo si crea fiducia. un pieno sviluppo spirituale, morale, culturale Quando l’essere umano è rispettato nei suoi e civile: giovani generosi che, incolpevoli, sono diritti fondamentali — come ricordava San nati col peso dei fallimenti delle precedenti ge- Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris nerazioni. (1963) — germoglia in lui il senso del dovere di Quest’opera l’avete fondata su due grandi rispettare i diritti altrui. I diritti e i doveri ac- radici spirituali della vostra terra: san France- crescono la coscienza di appartenere a una sco di Assisi, stimmatizzato a La Verna, e san stessa comunità, con gli altri e con Dio (cfr. Romualdo, fondatore di Camaldoli. Avete ivi, 45). Siamo pertanto chiamati a portare e Il Papa scelto bene! ad annunciare la pace come la buona notizia Anch’io quando ho scelto il nome di Fran- di un futuro dove ogni vivente verrà conside- rato nella sua dignità e nei suoi diritti. aderisce all’appello cesco pensavo ai poveri e alla pace. La povertà — in senso negativo — e la guerra sono colle- Voi, cari giovani, avete scelto di incontravi Leaders for Peace gate in un circolo vizioso che uccide le perso- quando tutto intorno a voi e dentro di voi di- ne, alimenta sofferenze indicibili e sparge un ceva: ma perché? A cosa serve? Sarà giusto? E, odio che non si ferma. Scegliendo di dedicarvi dopo i due anni di formazione a Rondine, ai giovani, voi vi impegnate anche a combatte- avete rovesciato i vostri sentimenti, i vostri re la povertà e costruire la pace, come opera di pensieri, avete fatto nascere la fiducia recipro- giustizia e di amore. Un’azione che alimenta ca e ora siete pronti a prendervi responsabilità la speranza e pone la fiducia nell’uomo, so- professionali, civili e politiche per il bene dei prattutto nei giovani. vostri popoli. Siete già voi quei giovani leaders La Pira scriveva che La Verna è «il trampo- che nell’Appello chiedete agli Stati e ai popoli lino di lancio per le imprese di pace». Su quel di impegnarsi a formare insieme! monte è custodito un mistero di dolore e di Ci chiedete di aderire al vostro Appello. Da amore trasfigurante e voi, che avete elaborato parte mia, lo farò, e domando ai Capi di Stato il Metodo Rondine per la trasformazione creativa e di Governo di fare altrettanto. La vostra vo- dei conflitti, lassù ricevete continua ispirazione ce — debole, ma forte della speranza e del co- per progredire a servizio del bene comune. E raggio della giovinezza — possa essere ascolta- così avete il privilegio di cogliere dei germogli ta il prossimo 10 dicembre alle Nazioni Unite. di una fioritura di pace per tutta l’umanità. Servono leader con una nuova mentalità. Non
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #francesco 11 sono leader di pace quei politici che non sanno dobbiamo togliere definitivamente la guerra dialogare e confrontarsi: un leader che non si dal pianeta e dalla storia dell’umanità. sforza di andare incontro al “nemico”, di se- Cari amici, questo ventennale della vostra dersi con lui a tavola come fate voi, non può Associazione rinnovi lo slancio per diffondere condurre il proprio popolo verso la pace. Per nel mondo la vostra semplice e forte testimo- far questo occorre umiltà, non arroganza: san nianza, il vostro metodo, la vostra voglia di Francesco vi aiuti a seguire questa strada, con cambiamento, che partendo dalle relazioni coraggio. Ascoltando i giovani, anche nel re- pervade ogni aspetto della vita. Possiate con- cente Sinodo in cui erano protagonisti, ho im- parato molto da loro. Spero che i vostri leader tribuire ad abbattere i muri più alti, a costrui- vengano a Rondine, e vedano come i loro gio- re ponti e a spazzare via i confini invalicabili, vani preparano la pace. retaggio di un mondo che sta finendo. Avete superato le barriere più dure, quelle interne a Mi rallegro che abbiate scelto l’Enciclica ciascuno di voi, dissolvendo l’inganno del ne- Laudato si’ come testo fondamentale per la vo- mico, e vi siete stupiti di voi stessi quando stra scuola: in effetti, l’ecologia integrale offre la prospettiva perché l’umanità si concepisca co- avete riaperto i confini bloccati dalle guerre. me unica famiglia e consideri la Terra come Per favore, non perdete mai lo stupore e casa comune. È buona cosa che col vostro me- l’umiltà. Custodite, cari giovani di Rondine, todo vogliate raggiungere contemporaneamen- la fiducia che avete maturato tra voi e trasfor- te i cittadini e i leader politici, i rappresentanti matela in un compito generoso di servizio al delle istituzioni nazionali e internazionali. La bene comune. Che possa andare avanti, Si- pace infatti è responsabilità di ciascuno. Per gnor Presidente, l’opera iniziata! Per questo questo, insieme al Cardinale Segretario di Sta- benedico tutti voi, di cuore, e i vostri cari e vi to, avete incontrato il Corpo Diplomatico assicuro la mia preghiera. Anche voi, per fa- presso la Santa Sede. Con gli sforzi di tutti vore, ricordatevi di pregare per me. Grazie. Accanto ai cristiani che subiscono discriminazioni e violenze «Auspico che, sostenuti dalla preghiera e dalla difendere i più deboli perseguitati ed emargi- solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la nati del Pakistan». E lavora anche per contra- vostra azione in tutte le zone del Pakistan do- stare «quella ideologia estrema» che sottopone ve i cristiani e le altre minoranze sono più pre- i bambini a un vero e proprio «lavaggio del senti e, purtroppo, anche discriminati e fatti cervello», spingendoli a uccidere e a farsi ucci- oggetto di soprusi e violenze». Lo ha detto dere. Inoltre «assicura l’assistenza legale alle Papa Francesco ai membri dell’associazione vittime di false accuse, come quelle di blasfe- “Missione Shahbaz Bhatti”, ricevuti in udienza mia». A tal fine sono già operativi tre uffici — nella mattina di venerdì 30 novembre, nella sostenuti dalle diocesi di Treviso, Venezia e Sala del Concistoro. Trento — e altri quattro dovrebbero sorgere Durante l’incontro il Pontefice ha sottoli- nelle zone del Pakistan dove sono più concen- neato che «uno dei frutti delle sofferenze dei trati i cristiani e le minoranze religiose, e dove cristiani è il moltiplicarsi di gruppi e associa- «più diffuse sono le discriminazioni e la vio- zioni che gettano ponti di fraternità attraverso lenza»: per questo «abbiamo bisogno di aiu- il mondo, superando differenze di lingua, di cultura e a volte anche di religione». È pro- prio questo il compito dei tanti cristiani che continuano a operare in situazioni difficili ispi- randosi alla figura e alla testimonianza di Bhatti: a loro Francesco ha chiesto di perseve- rare «nel servizio alla pace e alla giustizia» per «favorire rapporti di rispetto e di fiducia reci- proca» con tutti i credenti. «Vi incoraggio ad andare avanti con questo stile evangelico che unisce fermezza e mitezza, per assicurare assistenza alle vittime di false accuse e, al tempo stesso, realizzare segni con- creti di lotta alla povertà e alle moderne schia- vitù» ha esortato ancora il Pontefice, aggiun- gendo: «Possa il vostro segno distintivo essere sempre quello che brilla nella testimonianza di Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del no- to» ha detto Bhatti, sottolineando che «l’aper- stro tempo, vale a dire la fede umile e corag- tura di questi uffici ci darà la possibilità di so- giosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere stenere, assistere e proteggere le vittime inno- amore dove c’è odio». centi di false accuse di reato». In più, ha ag- L’udienza è stata introdotta dalle parole di giunto, ci permetterà di promuovere «il dialo- Paul Jacob, fratello del ministro pakistano del- go interreligioso tra le persone di diverse fedi, le minoranze ucciso il 2 marzo 2011, il quale per creare una società dove tutti possano vive- ha ricordato l’impegno di Shahbaz a sostegno re senza timore». e in difesa di Asia Bibi, sottolineando che la liberazione della donna cristiana condannata a Ricordando infine l’appello più volte lancia- morte per blasfemia e poi assolta dalla corte to dal Pontefice — «non lasciatevi rubare la suprema è «una vittoria della giustizia, della speranza!» — Bhatti ha concluso: «Vorrei dire verità e della forte testimonianza di fede di che noi cristiani non lasciamo che le prove e le Shahbaz». Proprio «per continuare la sua mis- difficoltà rubino la nostra speranza, che è fon- sione» è stata fondata l’associazione a lui inti- data sull’amore di Gesù e sulla fede dei marti- tolata, con il sostegno di numerosi vescovi, sa- ri, e continueremo a testimoniare il Vangelo cerdoti, religiosi e laici. Essa, ha spiegato Paul della mitezza e del dialogo anche con i nemici Jacob Bhatti, «è impegnata in varie opere per della pace».
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 6 dicembre 2018 #copertina 12/13 «È dovere e compito dei governi affrontare con coraggio» la «lotta contro i trafficanti di morte» anche nello “spazio virtuale”, visto che «i giovani vengono adescati e trascinati in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi». Una pandemia secondo il porporato «una È l’appello lanciato dal Papa sabato mattina, 1° politica di prevenzione del dicembre, a conclusione della conferenza soprattutto disagio giovanile», così come internazionale su «droga e dipendenze» tra i giovani sono «lodevoli gli studi e le occasioni di confronto capaci organizzata in Vaticano dal Dicastero per il di incrementare la servizio dello sviluppo umano integrale. Una «pandemia dai risvolti consapevolezza sull’impatto e Ricevendone i partecipanti nella Sala Clementina, molteplici e mutanti» e dagli la natura dei costi sanitari e il Pontefice ha sottolineato che «non dobbiamo aspetti «talvolta drammatici»: sociali causati dalle droghe; di avere paura di dare questa qualifica» ai così il cardinale Pietro Parolin rafforzare la capacità di gestire trafficanti di morte. ha definito il fenomeno delle i trattamenti farmacologici e dipendenze, intervenendo rieducativi; di aumentare la venerdì 30 novembre ai lavori mobilitazione e il del convegno organizzato dal coordinamento delle risorse». Dicastero per il servizio dello Da qui l’auspicio conclusivo C ari fratelli e sorelle, sviluppo umano integrale. Un del segretario di Stato che i fenomeno — ha sottolineato il risultati del congresso nell’aula vi accolgo volentieri al termine della vostra segretario di Stato — diffuso nuova del Sinodo Conferenza Internazionale sulla Droga e le soprattutto fra i giovani, che Dipendenze. Vi saluto tutti cordialmente e rin- «contribuiscano a coinvolgere suscita «profondo dolore e l’opinione pubblica e gli grazio il Cardinale Turkson per le parole con grande preoccupazione». operatori del settore per uno cui ha introdotto il nostro incontro. Infatti «nell’ultimo decennio il spazio comune di In questi giorni avete affrontato temi e pro- ventaglio delle dipendenze si è aggiornamento e confronto blematiche legati al preoccupante fenomeno andato notevolmente finalizzato a ragionare su una espandendo, includendo un progettualità politica che della droga e delle vecchie e nuove dipenden- gruppo multiforme di disturbi stimoli le coscienze e prefiguri ze che ostacolano lo sviluppo umano integrale. in cui l’oggetto della L’intera comunità nel suo insieme è interpella- possibilità di investimenti Con coraggio dipendenza non è solo una strutturati nella prevenzione e ta dalle attuali dinamiche socio-culturali e dal- sostanza, bensì un’attività, nell’educazione, nonché le forme patologiche derivate da un clima cul- spesso socialmente accettata. aggiornamenti normativi, onde turale secolarizzato, segnato dal capitalismo di Queste nuove forme di dar vita a un sistema che consumo, dall’autosufficienza, dalla perdita dipendenza compulsiva dal risponda davvero ai nuovi dei valori, dal vuoto esistenziale, dalla gioco d’azzardo, internet, bisogni». shopping, sesso, pornografia, contro i trafficanti di morte precarietà dei legami e delle relazioni. La dro- Auspici riecheggiati durante cellulare, dove l’oggetto di ga, come già più volte sottolineato, è una feri- l’omelia della messa celebrata dipendenza diventa pensiero ta nella nostra società, che intrappola molte subito dopo nella basilica di ossessivo per la persona e ne persone nelle sue reti. Sono vittime che hanno San Pietro: «Siamo invitati dal influenza il comportamento, perso la loro libertà in cambio di questa schia- Signore — ha esortato — a usare sono il segnale di un disagio vitù, di una dipendenza che possiamo definire psichico profondo e di un intelligenza ed energie per seminare speranza in mezzo chimica. impoverimento sociale di valori e riferimenti». alle nuove generazioni, per L’uso della droga causa gravissimi danni al- energie sulla prevenzione, la cura, la riabilita- aiutarle a non cadere nella Il cardinale Parolin ha la salute, alla vita umana e alla società, voi lo zione e sui progetti di reinserimento per resti- evidenziato come il vuoto trappola delle dipendenze e a sapete bene. Tutti siamo chiamati a contrastare tuire dignità a coloro che ne sono stati privati. valoriale abbia «ripercussioni uscirne quando, la produzione, l’elaborazione e la distribuzione Per vincere le dipendenze è necessario un im- soprattutto sui giovani che, non malauguratamente, vi siano della droga nel mondo. È dovere e compito trovando risposte alle loro cadute. Questo ambito di pegno sinergico, che coinvolga le diverse realtà dei governi affrontare con coraggio giuste domande sul senso della servizio è tra i più difficoltosi, presenti sul territorio nell’attuare programmi sia a causa di una certa cultura questa lotta contro i trafficanti di sociali orientati alla salute, al sostegno familia- vita, si rifugiano nella droga, come anche in internet o nel che non favorisce la morte. Trafficanti di morte: non re e soprattutto all’educazione. In questa pro- prevenzione, sia per le gioco, ricevendo in consegna La conferenza dobbiamo avere paura di dare questa qualifica. Un ambito sempre spettiva, mi unisco agli auspici che avete for- frammenti di piaceri effimeri». frequenti ricadute di coloro che mulato nella vostra Conferenza, affinché vi sia In proposito ha ribadito che sono afflitti dalle dipendenze, in Vaticano più rischioso si sta rivelando lo spa- un maggiore coordinamento delle politiche an- «la Chiesa di fronte a tale che fanno disperare di un zio virtuale: in alcuni siti di Internet, i tidroga e anti-dipendenze — non servono poli- fenomeno, pone la persona al effettivo recupero». Del resto, su droghe giovani, e non solo, vengono adescati e tiche isolate: è un problema umano, è un pro- centro, come protagonista, tesa ha concluso il cardinale trascinati in una schiavitù dalla quale è blema sociale, tutto dev’essere collegato — al rinnovamento interiore, alla Parolin, «alcuni operatori sono e dipendenze difficile liberarsi e che conduce alla perdita creando reti di solidarietà e prossimità nei con- ricerca del bene, della libertà e tentati di perdere la speranza e del senso della vita e a volte della vita stessa. fronti di coloro che sono segnati da queste pa- della giustizia. Accoglie e provano un senso di solitudine, Di fronte a questo scenario preoccupante, la tologie. accompagna per il recupero anche in ragione di una certa quanti sono coinvolti nella indifferenza e del conseguente Chiesa sente come urgente il bisogno di in- Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio tanto per spirale della droga, come anche indebolimento delle politiche staurare nel mondo contemporaneo una forma il contributo che avete offerto in questi giorni attive di prevenzione, cura e delle altre dipendenze». di umanesimo che riporti al centro del discor- di studio e di riflessione. Vi incoraggio a pro- Certo, ha fatto notare, «occorre riabilitazione». so socio-economico-culturale la persona uma- seguire, nei diversi ambiti in cui operate, il vo- pensare, non solo al recupero, In precedenza una ferma na; un umanesimo che ha quale fondamento il stro lavoro di animazione e di sostegno anche ma anche a un’azione di condanna e un impegno deciso “Vangelo della Misericordia”. A partire da es- in favore di coloro che sono usciti dal tunnel prevenzione che si traduca in nel trovare opportune so, i discepoli di Gesù trovano ispirazione per della droga e delle varie dipendenze. Queste un intervento sulla comunità contromisure alle piaghe della attuare un’azione pastorale veramente efficace persone hanno bisogno dell’aiuto e dell’ac- nel suo insieme, affinché droga e di altre dipendenze, al fine di alleviare, curare e guarire le tante compagnamento di tutti noi: potranno così a l’azione educativa, culturale e erano stati chiesti dal cardinale sofferenze legate alle multiformi dipendenze formativa coinvolga il più Peter Kodwo Appiah Turkson loro volta lenire le sofferenze di tanti fratelli e ampio numero di persone e nel discorso che, la mattina di presenti sulla scena umana. sorelle in difficoltà. non soltanto gruppi a rischio». giovedì 29 novembre, aveva La Chiesa, unitamente alle istituzioni civili, Affido il vostro impegno e i vostri propositi E in proposito va incoraggiata aperto il convegno. nazionali e internazionali, e alle diverse agen- di bene all’intercessione di Maria Santissima zie educative, è fattivamente impegnata in Salute degli Infermi e, mentre vi chiedo di ogni parte del mondo per contrastare il diffon- pregare per me, benedico di cuore tutti voi, le dersi delle dipendenze mobilitando le proprie vostre famiglie e le vostre comunità. Grazie.
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