Di morte - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano

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Di morte - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
L’Osservatore
il Settimanale
               Romano
Città del Vaticano, giovedì 6 dicembre 2018
anno LXXI, numero 49 (3.972)

                                              Trafficanti
                                              di morte
Di morte - L'Osservatore Romano il Settimanale - L'Osservatore Romano
il Settimanale                                                                          L’Osservatore Romano
                                                                                                              giovedì 6 dicembre 2018

  #editoriale                                                                                                                           2

         L’
                        apertura temporanea di un presidio di assi-            così, sembravano gruppi poco consistenti e in
                        stenza medica in piazza San Pietro e la visita         via di diminuzione: la realtà invece era ben di-
                        del Papa ai pazienti che vi sono stati curati da       versa, i poveri esistevano ancora, ed erano tan-
                        medici volontari hanno portato sui media una           ti e in forte aumento.
                        notizia che questi in genere preferiscono non             In questo riportare davanti agli occhi del
                        diffondere: la povertà sta aumentando, e sta           mondo la realtà — e non dobbiamo dimentica-
                        coinvolgendo anche strati sociali che prima
                                                                               re che il Pontefice l’ha fatto per molti altri
                        non ne erano toccati. Ancora una volta, un ge-
                                                                               problemi, come per il degrado ambientale nei
                        sto di Bergoglio ha fatto emergere la realtà che
                        si voleva dimenticare.                                 paesi del terzo mondo, gravissimo ma nascosto
                                                                               dietro i problemi di inquinamento nelle città
                           Le iniziative del Pontefice, infatti, non inter-    occidentali — Francesco svolge un ruolo teore-
                        vengono solo sul piano della carità e della sol-       tico importantissimo: quello di riportare la ve-
                        lecitudine nei confronti di chi ha bisogno, in-
                                                                               rità dei fatti al posto di una menzogna che mi-
                        segnando così come debba essere concreta e
                                                                               ra sistematicamente a contraffarla. Dimostran-
                        viva la missione del cristiano, ma agiscono an-
                        che su un livello più astratto, e altrettanto ne-      do a tutto il mondo che il vero pericolo sta
                        cessario, quello della realtà e della verità.          non tanto in chi oppone il falso al vero, ma in
                                                                               chi sostituisce il reale con il fittizio. La menzo-
                                                                               gna infatti ha il compito di cancellare comple-          L’OSSERVATORE ROMANO
                                                                               tamente questa distinzione, e quindi di far

Il Papa
                                                                               perdere di vista la verità che sta nella realtà.         Unicuique suum                Non praevalebunt

                                                                               Come scrive Hannah Arendt, «ciò che viene                Edizione settimanale in lingua italiana
                                                                               violato nella costruzione ideologica di una                         Città del Vaticano
                                                                               realtà fittizia da parte della propaganda non è                     ornet@ossrom.va
                                                                                                                                                www.osservatoreromano.va
                                                                               tanto il precetto morale, ma il tessuto ontolo-

e la realtà
                                                                               gico della realtà». Con questa sua capacità di                  GIOVANNI MARIA VIAN
                                                                               smascheramento, che sa applicare a molte que-                             D irettore

                                                                               stioni, Francesco dimostra come l’impegno                          GIANLUCA BICCINI
                                                                                                                                                       Coordinatore
                                                                               spirituale cristiano sia sempre legato alla verità
                                                                                                                                           PIERO DI D OMENICANTONIO
                                                                               e quindi alla giustizia, e a come queste venga-                       Progetto grafico
                                                                               no vissute nel momento storico.
                                                                                  Questo spiega il successo — ma anche le                               Redazione
                                                                                                                                        via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano
di LUCETTA SCARAFFIA       Papa Francesco ha cominciato questa mis-            molte opposizioni — a colui che nei fatti è ve-                      fax +39 06 6988 3675

                        sione fin dal primo giorno di pontificato, pro-        ramente un Papa scomodo. Speriamo che rie-
                        nunciando quella parola, poveri, che sembrava          sca a portare questo metodo illuminante anche                      Servizio fotografico
                                                                                                                                         telefono 06 6988 4797    fax 06 6988 4998
                        ormai scomparsa dal nostro vocabolario, come           all’interno della Chiesa, dove la negazione del-             photo@ossrom.va        www.photo.va

                        se si trattasse di una categoria ormai inesisten-      la realtà, la deliberata volontà di trattare la ve-
                                                                                                                                            TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE
                        te, una categoria del passato. La parola, che          rità dei fatti come se fossero opinioni, e in                   L’OSSERVATORE ROMANO
                        indica un fenomeno ampio e generale, era sta-          quanto tali trascurabili, ai fini di salvare l’im-
                                                                                                                                                       Abbonamenti
                        ta infatti sostituita con termini più ristretti, che   magine dell’istituzione, hanno dimostrato più             Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00).

                        alludevano a categorie specifiche: i meno ab-          volte che il problema non è solo una strategia                     telefono 06 6989 9480
                                                                                                                                                     fax 06 6988 5164
                        bienti, i migranti, i senza fissa dimora. Messa        difensiva.                                                             info@ossrom.va
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il Settimanale                                                                        L’Osservatore Romano
                                                                                          giovedì 6 dicembre 2018

       #ilpunto                                                                                                     3
       di LUCIANO
       VIOLANTE

                                                                                                                    La prima seduta dell’assemblea
                                                                                                                    costituente italiana

  I
       l 10 e l’11 dicembre i rappresentanti di quasi      scono due distinti gruppi disciplinati da due
       tutti i paesi del mondo si riuniscono a Marra-      diversi statuti legali: «Solo i rifugiati hanno
       kesh per discutere e approvare su iniziativa        diritto a una specifica protezione internaziona-
       dell’Organizzazione delle Nazioni Unite             le» precisa il documento. È infondata anche
       un’intesa, il Global Migration Compact, per         l’altra preoccupazione perché non c’è il rischio
       una migrazione «sicura, ordinata e regolare».       d’invasione.
       Il testo è sostenuto da paesi tanto di immigra-        L’obiettivo numero 4 mira ad assicurare che
       zione quanto di emigrazione. Questa condivi-        tutti i migranti siano in possesso di documenti
       sione lo rende particolarmente utile per ridurre    legali di identità, il 9 vuole «rafforzare la ri-
       i conflitti tra paesi abbandonati e paesi deside-   sposta transnazionale al traffico di migranti»,
       rati ed è la condizione necessaria per avviare      l’11 prevede di mettere in sicurezza i confini
       una svolta nelle politiche delle migrazioni.        degli stati contrastando l’immigrazione irrego-
          Ventitré sono gli obiettivi del patto. Ecco i    lare e il 21 promuove gli accordi di rimpatrio
                                                           dei migranti. Come ha precisato il ministro
       principali: favorire la raccolta di dati per svi-
                                                           Moavero alla Camera, «c’è anche l’obbligo per
       luppare politiche basate sulla realtà; ridurre le
                                                           gli stati di origine di riammettere i propri cit-
       cause delle migrazioni; garantire la prova
                                                           tadini». Il patto non è vincolante, ma contiene
       dell’identità legale; prevenire e combattere la
                                                           principi che potranno servire di orientamento,
       tratta; gestire i confini in modo «integrato, si-   se lo vorranno, per i governi e per i cittadini.
       curo e coordinato»; utilizzare la detenzione
       solo come «misura di ultima istanza»; pro-             Agli scettici sul valore di formule che si ri-
                                                           chiamano a valori e non a specifici obblighi si
       muovere un discorso pubblico basato su ele-
                                                           può ricordare il dibattito nell’Assemblea costi-
       menti concreti per modellare la percezione
                                                           tuente sui principi generali della Costituzione,
       delle migrazioni; cooperare per agevolare un
                                                           che comprendevano, tra l’altro, il principio di
       ritorno sicuro e dignitoso. Coloro che in Italia    eguaglianza. Piero Calamandrei intendeva col-
                                                           locare in un apposito preambolo, quindi fuori
                                                           della Costituzione, le disposizioni relative ai
                                                           principi fondamentali, «le quali non sono vere
                                                                                                                    Sul principio
Togliatti                                                  e proprie norme giuridiche nel senso preciso e
                                                           pratico della parola, ma sono precetti morali,
                                                           definizioni, velleità, programmi, propositi, ma-
                                                           gari manifesti elettorali, magari sermoni: che
                                                           tutti sono camuffati da norme giuridiche ma
                                                                                                                    di uguaglianza

aveva ragione                                              norme giuridiche non sono» (seduta del 4
                                                           marzo 1947).
                                                              Il giurista e politico fiorentino fu distolto da
                                                           Costantino Mortati e da Palmiro Togliatti. Il
                                                           primo sostenne che anche le norme di caratte-
                                                           re programmatico possono avere un significato
                                                           giuridico perché rappresentano, come hanno
       sono contrari al patto hanno sollevato due ar-      in effetti rappresentato, impegni che il legisla-
       gomenti: il patto equiparerebbe migranti eco-       tore prende per l’avvenire. Togliatti, citando
       nomici e rifugiati politici; il patto sancirebbe    Dante, gli disse che i «preparatori della Costi-
       l’invasione del paese.                              tuzione» dovevano agire «come quei che va di
          In realtà le cose stanno diversamente. Il        notte / che porta il lume dietro e a sé non gio-
       punto 4 del preambolo dopo aver stabilito           va / ma dopo sé fa le persone dotte». Cala-
       giustamente che migranti e rifugiati hanno gli      mandrei aveva torto. Mortati e Togliatti aveva-
       stessi diritti umani, precisa espressamente che     no ragione. Sul principio di uguaglianza si è
       migranti economici e rifugiati politici costitui-   realizzata la civilizzazione dell’Italia.
il Settimanale                                                                          L’Osservatore Romano
                                                                                                        giovedì 6 dicembre 2018

  #culture                                                                                                                        4

                                                                                                                                  Edvard Munch
                                                                                                                                  «Consolazione»

«P
                  ossiamo decidere noi se morire soffrendo come          tremebonda e piena di tabù» come quella che
                  cani in un freddo letto d’ospedale, contro na-         immagina. L’alternativa non è quella descritta,
                  tura, illusi da patetiche bugie, trattenuti in vita    tra una sofferenza senza uscita e un passaggio,
                  ad ogni costo come se veramente si potesse             quello dell’eutanasia, accettato con «trepida-
                  evitare la morte oppure morire serenamente a           zione e gioia».
                  casa nostra, a testa alta, attorniati dai nostri          È possibile non «soffrire come cani in un
                  cari, nel modo e nel momento che scegliamo,            freddo letto d’ospedale», è possibile non esse-
                  in un’atmosfera di amore e serenità, accettan-         re «illusi da patetiche bugie», è possibile non
                  do con trepidazione e gioia anche questo pas-          «essere trattenuti in vita ad ogni costo» anche
                  saggio, come accettiamo con trepidazione e             senza ricorrere all’eutanasia o al suicidio assi-
                  gioia gli altri passaggi inevitabili della vita».      stito. È possibile «morire serenamente» a casa
                  Questo è un brano dell’articolo di Carlo Ro-           propria (migliaia di persone ne hanno fatto
                  velli comparso sul «Corriere della Sera» del 2         esperienza negli ultimi anni), «attorniati» dai
                  dicembre.                                              propri cari, in un’atmosfera «d’amore e di se-
                     Il fisico italiano, autore di fortunati libri di-   renità».
                  vulgativi, appreso da un messaggio di posta               Tutto ciò è possibile se solo il divulgatore
                  elettronica della morte per eutanasia in Belgio        sapesse o dicesse che esistono le cure palliati-
                  di una sua cara amica e traduttrice malata di          ve. Stupisce che un giornale autorevole come
                  cancro che non vedeva da anni, decide di               il «Corriere della Sera», con sede tra l’altro
                  coinvolgere il lettore in una vicenda personale        in una delle regioni d’Italia più avanzate in
                  emotivamente forte con il preciso obiettivo di         questo campo e nella città dove Vittorio Ven-
                  perorare la causa della “buona morte”. E, da           tafridda, pioniere della medicina palliativa,
                  uomo di scienza che ha scelto l’ideologia, falsa       già più di trent’anni fa fondava un nuovo
                                                                         modo della medicina di guardare al malato
                                                                         grave e morente, pubblichi un intervento di
                                                                         tale superficialità senza offrire un punto di
                                                                         vista diverso e soprattutto fondato sulla real-
                                                                                                                                  Sul fine vita
Scienza
                                                                         tà. Come si può affermare con piena sicurez-
                                                                         za che chi muore per l’eutanasia lo fa accet-
                                                                         tando la cosa con «gioia e trepidazione»?                un’immagine
                                                                         Come si può definire un tale modo di «sce-
                                                                         gliere la morte» una cosa «naturale», profon-            distorta

e ideologia
                                                                         damente umana e profondamente giusta?
                                                                         Quando qualche tempo fa ho lavorato in                   della realtà
                                                                         Svizzera per diversi anni non ho assoluta-
                                                                         mente avuto questa impressione e, al contra-
                                                                         rio, ho vissuto con i parenti di malati decedu-
                                                                         ti per suicidio assistito drammatici momenti
                                                                         di scoraggiamento e senso di colpa.
                                                                            È forse il caso di riportare ancora una volta
di FERDINAND O    la realtà offrendone al lettore un’immagine di-
                                                                         la frase di una nostra paziente morente ricove-
CANCELLI          storta.
                                                                         rata in hospice: «Mi piace questo posto perché
                     Pur occupandosi di fisica e non di medicina         la morte, quando arriva, ci trova ancora vivi!».
                  sarebbe infatti bastato all’autore concedersi un       Le porte degli hospice sono aperte, queste
                  po’ di respiro dopo la triste notizia appresa e        strutture sono luoghi di vita, di vita vera fino
                  recarsi in un hospice o a domicilio di un ami-         alla fine: una visita è possibile farla in qualsia-
                  co o un vicino malato seguito da un’équipe di          si momento e toccare con mano quanto un no-
                  medici e infermieri per rendersi conto che la          to uomo di scienza dovrebbe sapere prima di
                  morte, pur temibile, può non essere «oscura,           scrivere su un ancor più noto giornale.
il Settimanale                                                                        L’Osservatore Romano
                                                                                               giovedì 6 dicembre 2018

#culture                                                                                                                 5

Le reti sociali
contro la ragione

 C
            risi di sincerità, un «rumore così forte» che        conclude Birnbaum. E a dare il colpo di gra-
            impedisce l’attenzione, con le reti sociali onni-    zia alle reti sociali, nello stesso numero del
            potenti: «Su Twitter, il vano tumulto delle “in-     «Monde des Livres», è la filosofa Elisabeth
            terazioni” nutre la spirale dei “clash” assordan-    Badinter che denuncia un’opinione pubblica
            ti. L’odio riecheggia l’odio. La cattiva fede si     divenuta su questi nuovi canali spesso «poco
            spande dappertutto» scrive su «Le Monde des          sfumata, poco avvertita e di una violenza inau-
            Livres» del 30 novembre Jean Birnbaum, re-           dita». Un potere senza precedenti che Badin-
            sponsabile del supplemento settimanale               ter, intervistata da Birnbaum, avverte «come
            dell’autorevole quotidiano parigino. Ma ogni         una censura», né più né meno. Studiosa
            tanto ecco il «piccolo miracolo», quando «una        dell’illuminismo (al quale ha dedicato Les pas-
            voce si apre un cammino verso un’altra voce»,        sions intellectuelles, appena riunite in un volume
            nel silenzio di una «fiducia vivace» e di            da Robert Laffont), la filosofa francese sa be-
            quell’amicizia che forma «uno spazio di una          nissimo che anche nel Settecento le polemiche
            sonorità totale», come scriveva Roland Bar-          erano violente. «Ma all’epoca questo riguarda-
            thes. Ma bisogna tornare ai libri, afferma sen-      va un microcosmo. La quantità di odio perso-
            za esitare Birnbaum presentando la corrispon-        nificato, questo cambia le cose. Se questa ten-
            denza tra Maritain, Bernanos, Claudel e Mau-         denza twitteuse l’avesse vinta oggi, questo si-
            riac appena pubblicata con il titolo Un catholi-     gnificherebbe la fine della riflessione e della
            que n’a pas d’alliés (Les Éditions du Cerf).         conoscenza fuori dai conventi! Nello stesso
            Quattro intellettuali cattolici anche in aspro       tempo resto abbastanza ottimista: questo falso
            disaccordo tra loro, ma uniti da una stessa vo-      sapere, queste provocazioni, questo odio... se
            lontà di mettersi «all’ascolto del suono delle       ne ha già abbastanza, ci si stancherà presto di
            anime» diceva Raïssa Maritain, moglie di Jac-        tutto questo, spero». Raffinata lettrice dei car-
            ques. Come a proposito dei dissensi sul movi-        teggi settecenteschi, Badinter conclude: «Io
            mento dell’Action Française condannato da            non penso che si possa parlare liberamente su
            Pio XI, sulla guerra di Spagna, sul conflitto        internet. Non ho mai partecipato a una pole-
            mondiale. Franchezza e sincerità percorre que-       mica intellettuale per posta elettronica! Del re-
            sta corrispondenza, grazie a testi che non solo      sto per posta elettronica non intrattengo alcu-
            hanno valore storico ma «possono riarmare            na corrispondenza degna di questo nome.
            spiritualmente, qui e ora, ogni spirito che ripu-    Quando scrivo una lettera ho più fiducia. Lei
            gna la twitterisation del dibattito intellettuale»   no?». (g.m.v.)

                                         L’italiano
                                    dei giornalisti pigri
            In Italia «cresce il numero delle parole — spie-     sosità». L’analisi di Della Valle è riportata da
            ga Valeria Della Valle, direttore scientifico, con   Mirella Serri alla fine della sua presentazione,
            Giovanni Adamo, del libro Neologismi. Parole         su «La Stampa» del 5 dicembre, al volume
            nuove dai giornali 2008-2018 — ma si sta veri-       edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana.
            ficando un generale impigrimento. I giornali-        In esso i due analisti, analizzando 76 quotidia-
            sti, che dovrebbero filtrare le informazioni, uti-   ni, hanno registrato ben 3505 nuove entrate. E
            lizzano direttamente le parole straniere oppure      tra le personalità che più hanno contribuito a
            ricalcano letteralmente locuzioni non italiane.      dar vita a parole nuove, Serri ricorda Guido
            Rinunciano alla loro missione e non insegnano        Ceronetti, Francesco Rutelli, Mina e il Papa. E
            nulla. E poi le parole nuove hanno oggi spes-        a proposito di quest’ultimo si può aggiungere
            so un limite. Per esempio utilizziamo tanti
                                                                 che i “bergoglismi”, raccontati sull’O sservatore
            prefissi antisistema. Il “non” va per la maggio-
            re: non-Stato, non-crescita, non-verità e così       Romano dallo scrittore argentino Jorge Milia,
            via. I nuovi linguaggi sono i testimoni di un        sono già nello spagnolo e precedono l’elezione
            trend di forte creatività ma anche di tanta ris-     nel conclave del 2013.
il Settimanale                                                                       L’Osservatore Romano
                                                                                                            giovedì 6 dicembre 2018

                         #scaffale                                                                                                    6
                         di DARIO
                         FERTILIO

      S
                         iamo proprio sicuri che la figura di Topolino,      yano, Paperino, di tanto più facile identifica-
                         al centro di celebrazioni internazionali mentre     zione per il pubblico e sempre protetto dalla
                         scocca il suo novantesimo compleanno, sia sol-      rendita di uno zio miliardario.
                         tanto l’oggetto di un omaggio nostalgico al            Le avventure di Mickey Mouse, invece, si
                         più famoso personaggio dei fumetti, capostipi-      sono evolute nel tempo, abbandonando le si-
                         te di ogni fumetto e cartone animato a venire?      tuazioni divertenti e farsesche, trasformandosi
                         Possibile che dietro al suo musetto accattivan-     in investigazioni dai mille risvolti, ricerche di
                         te, alle orecchie morbide, alle sue espressioni     Graal a volte coronate da successo, e animate
                         così intensamente umane si nasconda soltanto        dalla consapevolezza stoica che c’è qualcos’al-
                         uno scontato ottimismo yankee, refrattario ai       tro, forse una divinità nascosta, a dirigere e
                         compromessi e deciso a battersi contro tutti i      governare il mondo. Quanto a lui, Topolino,
                         cattivi del mondo (incluso, durante la seconda      potrà anche avere compiuto novant’anni, ma
                         guerra mondiale, l’impero hitleriano del            intimamente rimane sempre un fanciullino ca-
                         male)?                                              pace di innamorarsi delle cose arcane e delle
                            Le mostre più importanti che di questi tem-      cause difficili; la gioia che sprigiona dalle sue
                         pi gli sono dedicate — a New York, sulla Deci-      avventure somiglia a quella provata da bambi-
                         ma Avenue, Mickey: the true Original Exhibi-        ni, quando eravamo convinti che il mondo ci
                         tion; in Italia, al Castello di Desenzano, Mickey   avrebbe riservato spettacoli senza fine, allietati
                         90, l’arte di un sogno, entrambe si possono vi-     dal sorriso dei compagni d’avventura e delle
                         sitare fino al 10 febbraio — sembrano preoccu-      persone care.
                         parsi soprattutto di nobilitarlo dal punto di vi-      Uno scrittore come John Updike consumò
                         sta dell’arte grafica e del mito popolare (il che   risme di carta nel vano tentativo di evocare le
                         è perfettamente comprensibile: vari sondaggi
                         condotti in tutto il mondo ne attestano il ruo-
      I novant’anni      lo indiscusso di icona globale, riconoscibile
                         dall’Africa all’Oceania, alla pari con i profili
            dell’eroe
dalle orecchie tonde
                         della Coca Cola e del Che Guevara).
                            Tuttavia c’è qualcosa d’altro nel personag-
                         gio, certamente il più amato dal suo creatore
                         Walt Disney, e assai lontano dalle creazioni
                         successive della multinazionale americana, or-
                                                                             Topolino
                         mai conquistata dalle mode liberal e politica-
                         mente corrette. Il fatto è che Topolino, nella
                         sua evoluzione antropomorfica, ha finito con
                         l’impersonare l’apertura individuale al nuovo,
                         al mai sperimentato, al meraviglioso.
                                                                             in paradiso
                            Sia che si lasci tentare dalla mappa di un te-
                         soro, o dall’incontro ravvicinato con un alieno
                         come Eta Beta, oppure dagli spazi siderali pre-     sensazioni magiche suscitate in lui dalle strisce
                         sidiati dal misterioso Professor Enigm, Topoli-     del Topo, durante la sua infanzia. E il regista
                         no dice sempre sì al destino, in omaggio alla       russo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn ne pro-
                         frase di Seneca ducunt volentem fata nolentem       nunciò forse l’elogio perfetto paragonando il
                         trahunt, che si può rendere così: «Il fato con-     mondo di Mickey, e di suo padre Walt Disney,
                         duce chi vuole lasciarsi guidare, trascina colui    a quello di Charlie Chaplin: se Charlot imper-
                         che non vuole». Nulla a che vedere, insomma,        sonava la ricerca di un paradiso perduto, l’eroe
                         con le divertenti reazioni isteriche ai colpi di    dalle orecchie tonde continua a lanciarci il suo
                         sfortuna dell’altro celebre personaggio disne-      saluto da un paradiso ritrovato.
il Settimanale                                                                       L’Osservatore Romano
                                                                                                        giovedì 6 dicembre 2018

#francesco                                                                                                                        7

    L
                      uoghi di accoglienza, di preghiera e soprattut-
                      to di misericordia, i santuari «sono insostitui-
                      bili perché mantengono viva la pietà popolare,
                      arricchendola di una formazione catechetica
                      che sostiene e rafforza la fede» e alimentano
                      «la testimonianza della carità». Parlando ai
                      partecipanti al convegno internazionale dei
                      rettori e degli operatori dei santuari — incon-
                      trati in Vaticano giovedì mattina, 29 novembre
                      — il Papa ha tessuto l’elogio di questi luoghi
                      dove il popolo di Dio si raccoglie per esprime-
                      re la propria devozione «nella semplicità e se-
                      condo le tradizioni che sono state apprese fin
                      dall’infanzia».
                         In proposito Francesco ha definito “un
                      gioiello” il cambiamento voluto da Paolo VI
                      del termine “religiosità popolare” con “pietà
                      popolare”, la quale «come disse un vescovo
                      italiano, è il sistema immunitario della Chie-
                      sa». Riguardo «all’importanza dell’accoglienza
                      da riservare ai pellegrini», Francesco ha detto
                      che è triste quando, al loro arrivo «non c’è
                      nessuno che dia a essi una parola di benvenu-
                      to e li accolga. E più brutto ancora è quando
                      trovano la porta chiusa». Soffermandosi poi
                      sulla «preghiera nei santuari», ha sottolineato
                      due esigenze: «favorire la preghiera della
                      Chiesa che con la celebrazione dei Sacramenti
                      rende presente ed efficace la salvezza» e «ali-
                      mentare la preghiera del singolo pellegrino nel
                      silenzio del suo cuore». Quanto al santuario
                      come «luogo privilegiato per sperimentare la
                      misericordia», il Pontefice ha affermato che
                      «nessuno nei nostri santuari dovrebbe sentirsi
                      un estraneo, soprattutto quando vi giunge con
                      il peso del proprio peccato». Infatti, «la mise-
                      ricordia, quando è vissuta, diventa una forma
                      di evangelizzazione reale, perché trasforma»        hanno partecipato al convegno promosso dal              Arcabas
                      quanti la ricevono in testimoni a loro volta        Pontificio consiglio per la nuova evangelizza-          «Il padre misericordioso»
                      della stessa misericordia. Ecco perché «il sa-      zione. A presentarli al Papa è stato l’arcivesco-
                      cramento della riconciliazione, che così spesso     vo presidente Rino Fisichella, specificando che
                      viene celebrato nei santuari, ha bisogno di sa-     provenivano «da quarantadue paesi diversi:
                      cerdoti ben formati, santi, misericordiosi e ca-    dall’Angola all’Argentina, dal Brasile alla Co-
                      paci di far gustare il vero incontro con il         rea, dal Pakistan alla Svezia, dal Kenya
                      Signore che perdona». Inoltre «le opere di          all’Honduras, e poi dall’Europa e dal Vietnam,
                      misericordia chiedono di essere vissute in          con una massiccia presenza di santuari italia-
                      modo particolare nei santuari, in quanto in es-     ni». Nel sottolineare che i santuari rappresen-
                      si la generosità e la carità sono realizzate in     tano oggi «una vera attrazione per tante per-
                      modo naturale e spontaneo come atti di obbe-        sone che sentono nel profondo la nostalgia di
                      dienza e di amore a Gesù e a
                      Maria».
                         Al termine del discorso
       I santuari
            luoghi
    di accoglienza
                      Francesco ha attinto all’espe-
                      rienza personale di quando
                      era rettore della facoltà di
                      teologia per una lunga di-
                      gressione sul popolo di Dio
                                                           Dove si sperimenta
preghiera e carità
                      che frequenta i santuari. E ha
                      rilanciato l’opinione di un ge-
                      suita che dopo una vita spesa
                      nell’insegnamento aveva chie-
                      sto e ottenuto di svolgere il
                                                           la misericordia
                      ministero in una baraccopoli
                      argentina. Egli sosteneva, ha
                      spiegato Bergoglio condividendone l’opinione,       Dio e desiderano trovarlo per dare senso alla
                      che «il santo popolo fedele di Dio è ontologi-      loro vita», il presule ha messo in guardia dal
                      camente olimpico», ovvero fa ciò che vuole; e       rischio di «rendere vana» questa ricerca perpe-
                      che «è metafisicamente tedioso, cioè stufa»,        tuando una pastorale «che tante volte si attar-
                      perché richiede un impegno costante che stan-       da nella stanca ripetizione di attività senza
                      ca. Infatti, «se tu sei in contatto con il popolo   mordente né forza propulsiva». Da qui l’invito
                      di Dio, ti stancherai» mentre «un operatore         a puntare soprattutto sui giovani, «pensando
                      pastorale che non si stanca, mi lascia molto        per loro iniziative di pellegrinaggio, di pre-
                      perplesso», ha concluso applaudito dai seicen-      ghiera, di catechesi e di impegno concreto nel
                      to tra responsabili e operatori dei santuari che    volontariato».
il Settimanale                                                                        L’Osservatore Romano
                                                                                            giovedì 6 dicembre 2018

#francesco                                                                                                            8

 G
        razie per la vostra visita, sono contento. Voi ri-
        cordate quest’anno il 50° del Collegio del Ge-
        sù, aperto per iniziativa di Padre Arrupe nel
        1968. Nel cinquantesimo anno, quello del giu-
        bileo, la Scrittura dice che «ognuno tornerà
        nella sua proprietà e nella sua famiglia» (Lv
        25, 10). Ma nessuno deve fare le valigie! Tutti,
        però, siete chiamati a tornare nel “luogo” che
        vi è proprio, a «desiderare ciò che è essenziale
        e originario» (S. PIETRO FAVRE, Memoriale,
        63), a rivisitare quella famiglia in cui Dio vi ha
        rigenerato, dove avete professato l’appartenen-
        za a Lui. Dio vi ha fondati come Gesuiti: que-
        sto giubileo è un momento di grazia per fare
        memoria e sentirvi con la Chiesa, in una Com-
                                                                Fondarsi, dunque, è il primo verbo che vor-           L’udienza di lunedì mattina
        pagnia e in un’appartenenza che hanno un no-
                                                             rei lasciarvi. Ne scriveva San Francesco Save-           3 dicembre, nella Sala
        me: Gesù. Fare memoria vuol dire fondarsi
                                                             rio, che oggi festeggiamo: «Vi prego, in tutte           del Concistoro, alla comunità
        nuovamente in Gesù, nella sua vita. Significa
                                                             le vostre cose, di fondarvi totalmente in Dio»           del collegio internazionale
        ribadire un “no” chiaro alla tentazione di vive-
                                                             (Lettera 90 da Kagoshima). In tal modo, ag-              del Gesù
        re per sé stessi; riaffermare che, come Gesù,
                                                             giungeva, non c’è avversità a cui non si possa
        esistiamo per il Padre (cfr. Gv 6, 57); che, co-
                                                             essere preparati. Voi abitate la casa dove
        me Gesù, dobbiamo vivere per servire, non
                                                             Sant’Ignazio visse, scrisse le Costituzioni e in-
        per essere serviti (cfr. Mc 10, 45). Fare memo-
                                                             viò i primi compagni in missione per il mon-
        ria è ripetere con l’intelligenza e la volontà che
                                                             do. Vi fondate sulle origini. È la grazia di que-
        alla vita del gesuita basta la Pasqua del Signo-
                                                             sti anni romani: la grazia del fondamento, la
        re. Non serve altro. Farà bene riprendere la se-
                                                             grazia delle origini. E voi siete un vivaio che
        conda settimana degli Esercizi, per rifondarsi
                                                             porta il mondo a Roma e Roma nel mondo, la
        sulla vita di Gesù, in cammino verso la Pa-
                                                             Compagnia nel cuore della Chiesa e la Chiesa
        squa. Perché formarsi è anzitutto fondarsi. Su
                                                             nel cuore della Compagnia.
        questo mi permetto di consigliarvi, di tornare
        sul Colloquio del servizio per essere come Ge-          Il secondo verbo è crescere. Siete chiamati in
        sù, per imitare Gesù, che svuotò sé stesso, si       questi anni a crescere, affondando le radici. La
        annientò o obbedì fino alla morte; il Collo-         pianta cresce dalle radici, che non si vedono
        quio che ti porta fino al momento di chiedere        ma sostengono l’insieme. E smette di dare
        con insistenza calunnie, persecuzioni, umilia-       frutto non quando ha pochi rami, ma quando
        zioni. Questo è il criterio, fratelli! Se qualcuno   si seccano le radici. Avere radici è avere un
                                                             cuore ben innestato, che in Dio è capace di di-
                                                             latarsi. A Dio, semper maior, si risponde col
                                                             magis della vita, con entusiasmo limpido e

Con libertà
                                                             prorompente, col fuoco che divampa dentro,
                                                             con quella tensione positiva, sempre crescente,
                                                             che dice “no” ad ogni accomodamento. È il
                                                             «guai a me se non annuncio il Vangelo»                   La missione
                                                             dell’Apostolo Paolo (1 Cor 9, 16), è il «non mi
                                                                                                                      dei gesuiti
e obbedienza
                                                             sono fermato un istante» di San Francesco Sa-
                                                             verio (Lettera 20 a Sant’Ignazio), è ciò che
                                                             spingeva Sant’Alberto Hurtado ad essere frec-
                                                             cia appuntita nelle membra addormentate del-
                                                             la Chiesa. Il cuore, se non si dilata, si atrofiz-
                                                             za. Non dimenticatevi questo. Se non si cre-
                                                             sce, si appassisce.
        non riesce in questo, ne parli con il padre spi-        Non c’è crescita senza crisi — non abbiate
        rituale. Imitare Gesù. Come Lui, su quella           paura delle crisi, non abbiate paura —, come
        strada che Paolo ci dice in Filippesi 2, 7, e non    non c’è frutto senza potatura né vittoria senza
        avere paura di chiederlo, perché è una beatitu-      lotta. Crescere, mettere radici significa lottare
        dine: “Beati sarete quando diranno cose brutte       senza tregua contro ogni mondanità spirituale,
        di voi, vi calunnieranno, vi perseguiteranno...”.    che è il male peggiore che ci può accadere, co-
        Questa è la vostra strada: se voi non riuscite a     me diceva Padre de Lubac. Se la mondanità
        fare quel Colloquio con il cuore e dare tutta la     intacca le radici, addio frutti e addio pianta. E
        vita, convinti e chiedere questo, non sarete ben     per me, questo è il pericolo più forte in questo
        radicati.                                            tempo: la mondanità spirituale, che ti porta al
il Settimanale                                                                           L’Osservatore Romano
                                                                                                                        giovedì 6 dicembre 2018

   #francesco                                                                                                                                     9

                                  clericalismo e così via. Se invece la crescita è       serti dell’umanità: qui il gesuita è chiamato ad
                                  un costante agire contro il proprio ego, ci sarà       esserci. Si può trovare come agnello in mezzo
                                  molto frutto. E mentre lo spirito nemico non           ai lupi, ma non deve combattere i lupi, deve
                                  si arrenderà nel tentarvi a cercare le vostre          solo rimanere agnello. Così il Pastore lo rag-
                                  “consolazioni”, insinuando che si vive meglio          giungerà lì, dov’è il suo agnello (cfr. S. GIO-
                                  se si ha ciò che si vuole, lo Spirito amico vi in-     VANNI CRISOSTOMO, Omelia 33 sul Vangelo di
                                  coraggerà soavemente nel bene, a crescere in           Matteo).
                                  una docilità umile, andando avanti, senza                 A questa missione contribuiscono la passio-
                                  strappi e senza insoddisfazioni, con quella se-
                                                                                         ne e la disciplina negli studi. E vi farà sempre
                                  renità che viene da Dio solo. Qualcuno che ha
                                                                                         bene accostare al ministero della Parola il mini-
                                  dei cattivi pensieri potrà dire: “Ma questo è
                                  pelagianesimo! No, questo è confronto con il
                                  Cristo Crocifisso, con il quale tu farai il collo-
                                  quio, quello citato sopra, perché soltanto con
Al centro                         la grazia del Signore si può andare su questa
della vocazione                   strada.
                                      Vorrei citare due segni positivi di crescita, la
Il collegio internazionale dei    libertà e l’obbedienza: due virtù che avanzano se
gesuiti a Roma «porta il          camminano insieme. La libertà è essenziale,
nome di Gesù non soltanto         perché «dove c’è lo Spirito del Signore, c’è li-
perché si trova accanto alla      bertà» (2 Cor 3, 17). Lo Spirito di Dio libera-
chiesa madre della                mente parla a ciascuno attraverso sentimenti e
compagnia, la chiesa del          pensieri; non può essere rinchiuso in tabelle,
Gesù, ma per una ragione          ma va accolto col cuore, in cammino, da figli
più profonda: Gesù è il
                                  liberi, non da servi. Vi auguro di essere figli li-
centro della nostra
                                  beri che, uniti nelle diversità, lottano ogni
vocazione e missione».
Nelle parole che il rettore,      giorno per conquistare la libertà più grande:
padre Luis Orlando Torres,        quella da sé stessi. La preghiera vi sarà di
ha rivolto a Papa Francesco       grande aiuto, la preghiera da non trascurare
c’è «l’identità» stessa di        mai: è l’eredità che ci ha lasciato alla fine Pa-
questa istituzione, fondata       dre Arrupe, il “canto del cigno” di Arrupe.
«cinquant’anni fa dall’allora     Leggete quell’appello, quella conferenza che
superiore generale padre          ha dato ai Gesuiti nel campo rifugiati della
Pedro Arrupe». Del resto,         Tailandia. Poi prese l’aereo e atterrò a Roma,
ha affermato, «lo scopo           dove ebbe l’ictus. E la libertà va con l’obbe-
della formazione del              dienza: come per Gesù, anche per noi il cibo
collegio è apostolico:            della vita è fare la volontà del Padre (cfr. Gv
preparare i giovani gesuiti       4, 34), e dei padri che la Chiesa dona. Liberi e
per qualsiasi missione ci
                                  obbedienti, sull’esempio di Sant’Ignazio,
possa essere affidata».
Sempre «con una
                                  quand’era in lunga attesa a Villa d’Este e, mite
prospettiva interculturale e      e deciso al tempo stesso, in tutta libertà pre-
internazionale». Nella sua        sentava al Papa la totale obbedienza della
storia il collegio ha avuto       Compagnia, in una Chiesa che certo non ri-
856 studenti provenienti da       splendeva per costumi evangelici. Lì c’è
81 paesi. Oggi la comunità è      l’istantanea del gesuita adulto, cresciuto. La li-
composta da 60 gesuiti di         bertà e l’obbedienza danno vita a quel modo
28 nazioni: 10 formatori e        di agire creativo con il Superiore. Una volta
50 studenti.                      ho detto a un gruppo di Gesuiti che si prepa-
                                  ravano — credo — per diventare superiori, che
                                                                                         stero della consolazione. Lì toccate la carne che
                                  il Generale della Compagnia era un pastore di
                                                                                         la Parola ha assunto: accarezzando le membra
                                  “un gregge di rospi”, perché la libertà del ge-
                                                                                         sofferenti di Cristo, aumenta la familiarità con
                                  suita, con l’iniziativa, porta a tante iniziative e    la Parola incarnata. Le sofferenze che vedete
                                  il povero Superiore deve andare da una parte           non vi spaventino. Portatele davanti al Croci-
                                  all’altra... Fare l’unità non con pecore miti, ma      fisso. Si portano lì e nell’Eucaristia, dove si at-
                                  coi rospi! E questo è vero, è importante. Ma           tinge l’amore paziente, che sa abbracciare i
                                  dov’è la garanzia di questo legame con il Su-          crocifissi di ogni tempo. Così matura pure la
                                  periore, di questa unità? Nel rendiconto di co-        pazienza, e insieme la speranza, perché sono
                                  scienza. Per favore non lasciare mai questo,           gemelle: crescono insieme. Non abbiate paura
                                  perché è ciò che assicura la possibilità al Su-        di piangere a contatto con situazioni dure: so-
                                  periore di reggere il “gregge di rospi”, di por-       no gocce che irrigano la vita, la rendono doci-
                                  tarlo ad un’armonia differente, perché ti cono-        le. Le lacrime di compassione purificano il
                                  sce e domani sarai tu a ricevere il rendiconto         cuore e gli affetti.
                                  da lui, perché siamo tutti fratelli che ci cono-
                                                                                            Guardandovi, vedo una comunità interna-
                                  sciamo bene. Libertà, obbedienza, rendiconto
                                                                                         zionale, chiamata a crescere e maturare insie-
                                  di coscienza come metodo, come cammino.
                                                                                         me. Il Collegio del Gesù è e sia una palestra
                                      Fondarsi, crescere e infine maturare. È il ter-    attiva nell’arte del vivere includendo l’altro.
                                  zo verbo. Non si matura nelle radici e nel             Non si tratta solo di capirsi e volersi bene,
                                  tronco, ma mettendo fuori i frutti, che fecon-         magari a volte di sopportarsi, ma di portare i
                                  dano la terra di semi nuovi. Qui entra in gio-         pesi gli uni degli altri (cfr. Gal 6, 2). E non
                                  co la missione, il porsi a tu per tu con le situa-     solo i pesi delle reciproche fragilità, ma delle
                                  zioni di oggi, il prendersi cura del mondo che         diverse storie, culture, delle memorie dei po-
                                  Dio ama. San Paolo VI disse: «Ovunque nella            poli. Vi farà tanto bene condividere e scoprire
                                  Chiesa, anche nei campi più difficili e di pun-        le gioie e i problemi veri del mondo attraverso
                                  ta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee        la presenza del fratello che vi sta accanto; ab-
                                  sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esi-    bracciare in lui non solo quello che interessa o
                                  genze brucianti dell’uomo e il perenne mes-            affascina, ma le angosce e le speranze di una
                                  saggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i       Chiesa e di un popolo: allargare i confini, spo-
                                  Gesuiti» (Discorso in occasione della XXXII Con-       stando ogni volta l’orizzonte, sempre un po’
                                  gregazione generale della Compagnia di Gesù, 3         più in là. La benedizione che vi do possa rag-
                                  dicembre 1974). Queste parole sono nel mes-            giungere anche i vostri Paesi e vi sia d’aiuto
                                  saggio che io penso sia stato, forse, il più pro-      per fondarvi, crescere e maturare a maggior
                                  fondo di un Papa alla Compagnia. Negli sno-            gloria di Dio. Vi ringrazio e vi chiedo di pre-
                                  di più intricati, nelle terre di confine, nei de-      gare per me. Grazie.
il Settimanale                                                                                L’Osservatore Romano
                                                                                                    giovedì 6 dicembre 2018

#francesco                                                                                                                    10
                                                Giovani membri
                                      dell’associazione Rondine
                                           Cittadella della pace
                                          ricevuti nella mattina
                                           di lunedì 3 dicembre
                                        nella Sala Clementina

L’altro non è mai
un nemico

 V
        i accolgo con gioia nel 20° anniversario                      Ho ascoltato l’Appello che avete scritto e
        dell’Associazione Rondine - Cittadella della               che presenterete il prossimo 10 dicembre
        Pace. Saluto il Presidente, Signor Franco Vac-             all’ONU, in occasione del 70° anniversario della
        cari, e lo ringrazio per la sua introduzione. Sa-          Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
        luto il Cardinale Gualtiero Bassetti, che fin da-          Ascoltare una giovane palestinese e un giovane
        gli inizi ha sostenuto questa realtà sentendo in           israeliano che insieme chiedono ai governi del
        essa il “profumo” del venerabile Giorgio La                mondo di fare un passo che possa riaprire il
        Pira, e l’Arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sanse-             futuro, trasferendo il costo di un’arma dal bi-
        polcro, Riccardo Fontana. In modo speciale                 lancio della difesa al bilancio dell’educazione
        saluto voi giovani, che venite da Paesi teatro             per formare un leader di pace, è una cosa rara,
        di conflitti degenerati in varie forme di violen-          è una cosa luminosa! Come si potrebbe non
        za e di guerra, e che vivete a Rondine l’espe-             essere d’accordo? Ma noi adulti non possiamo
        rienza dello Studentato Internazionale. E voi,             cavarcela con un “bravi ragazzi!”, no. Sento di
        ragazzi di tutte le regioni italiane, con i vostri         dovervi dare tutto il mio appoggio, la mia
        docenti del Quarto Anno Liceale. E anche voi,              simpatia e la mia benedizione.
        ex studenti, soci, sostenitori e amici. Benve-                Infatti, il vostro Appello contiene e propone
        nuti!                                                      una visione concreta. Nel Messaggio per la
           Il vostro impegno educativo è ospitare gio-             prossima Giornata Mondiale della Pace, il 1°
        vani che, in varie parti del mondo, vivono                 gennaio 2019, che ha per tema La buona politi-
        bloccati in culture avvelenate dal dolore e                ca è al servizio della pace, ribadisco che la re-
        dall’odio e offrire loro una sfida audace: verifi-         sponsabilità politica appartiene ad ogni citta-
        care di persona se l’altro, colui o colei che sta          dino, in particolare a chi ha ricevuto il manda-
        al di là di un confine chiuso, di reticolati o             to di proteggere e governare. Questa missione
        muri invalicabili, sia davvero quello che tutti            consiste nel salvaguardare il diritto e nell’inco-
        affermano: un nemico. In questi vent’anni avete            raggiare il dialogo tra gli attori della società,
        messo a punto un metodo capace di trasforma-               tra le generazioni e tra le culture. Ascoltandovi
        re i conflitti, facendo uscire i giovani da questo         aggiungo: tra le parti in conflitto. Perché solo
        inganno e riconsegnandoli ai loro popoli per               nel dialogo si crea fiducia.
        un pieno sviluppo spirituale, morale, culturale               Quando l’essere umano è rispettato nei suoi
        e civile: giovani generosi che, incolpevoli, sono          diritti fondamentali — come ricordava San
        nati col peso dei fallimenti delle precedenti ge-          Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris
        nerazioni.                                                 (1963) — germoglia in lui il senso del dovere di
           Quest’opera l’avete fondata su due grandi               rispettare i diritti altrui. I diritti e i doveri ac-
        radici spirituali della vostra terra: san France-          crescono la coscienza di appartenere a una
        sco di Assisi, stimmatizzato a La Verna, e san             stessa comunità, con gli altri e con Dio (cfr.
        Romualdo, fondatore di Camaldoli. Avete                    ivi, 45). Siamo pertanto chiamati a portare e              Il Papa
        scelto bene!                                               ad annunciare la pace come la buona notizia
           Anch’io quando ho scelto il nome di Fran-               di un futuro dove ogni vivente verrà conside-
                                                                   rato nella sua dignità e nei suoi diritti.
                                                                                                                              aderisce all’appello
        cesco pensavo ai poveri e alla pace. La povertà
        — in senso negativo — e la guerra sono colle-                 Voi, cari giovani, avete scelto di incontravi           Leaders for Peace
        gate in un circolo vizioso che uccide le perso-            quando tutto intorno a voi e dentro di voi di-
        ne, alimenta sofferenze indicibili e sparge un             ceva: ma perché? A cosa serve? Sarà giusto? E,
        odio che non si ferma. Scegliendo di dedicarvi             dopo i due anni di formazione a Rondine,
        ai giovani, voi vi impegnate anche a combatte-             avete rovesciato i vostri sentimenti, i vostri
        re la povertà e costruire la pace, come opera di           pensieri, avete fatto nascere la fiducia recipro-
        giustizia e di amore. Un’azione che alimenta               ca e ora siete pronti a prendervi responsabilità
        la speranza e pone la fiducia nell’uomo, so-               professionali, civili e politiche per il bene dei
        prattutto nei giovani.                                     vostri popoli. Siete già voi quei giovani leaders
           La Pira scriveva che La Verna è «il trampo-             che nell’Appello chiedete agli Stati e ai popoli
        lino di lancio per le imprese di pace». Su quel            di impegnarsi a formare insieme!
        monte è custodito un mistero di dolore e di                   Ci chiedete di aderire al vostro Appello. Da
        amore trasfigurante e voi, che avete elaborato             parte mia, lo farò, e domando ai Capi di Stato
        il Metodo Rondine per la trasformazione creativa           e di Governo di fare altrettanto. La vostra vo-
        dei conflitti, lassù ricevete continua ispirazione         ce — debole, ma forte della speranza e del co-
        per progredire a servizio del bene comune. E               raggio della giovinezza — possa essere ascolta-
        così avete il privilegio di cogliere dei germogli          ta il prossimo 10 dicembre alle Nazioni Unite.
        di una fioritura di pace per tutta l’umanità.              Servono leader con una nuova mentalità. Non
il Settimanale                                                                             L’Osservatore Romano
                                                                                                 giovedì 6 dicembre 2018

#francesco                                                                                                                 11

         sono leader di pace quei politici che non sanno          dobbiamo togliere definitivamente la guerra
         dialogare e confrontarsi: un leader che non si           dal pianeta e dalla storia dell’umanità.
         sforza di andare incontro al “nemico”, di se-               Cari amici, questo ventennale della vostra
         dersi con lui a tavola come fate voi, non può            Associazione rinnovi lo slancio per diffondere
         condurre il proprio popolo verso la pace. Per            nel mondo la vostra semplice e forte testimo-
         far questo occorre umiltà, non arroganza: san            nianza, il vostro metodo, la vostra voglia di
         Francesco vi aiuti a seguire questa strada, con
                                                                  cambiamento, che partendo dalle relazioni
         coraggio. Ascoltando i giovani, anche nel re-
                                                                  pervade ogni aspetto della vita. Possiate con-
         cente Sinodo in cui erano protagonisti, ho im-
         parato molto da loro. Spero che i vostri leader          tribuire ad abbattere i muri più alti, a costrui-
         vengano a Rondine, e vedano come i loro gio-             re ponti e a spazzare via i confini invalicabili,
         vani preparano la pace.                                  retaggio di un mondo che sta finendo. Avete
                                                                  superato le barriere più dure, quelle interne a
            Mi rallegro che abbiate scelto l’Enciclica
                                                                  ciascuno di voi, dissolvendo l’inganno del ne-
         Laudato si’ come testo fondamentale per la vo-
                                                                  mico, e vi siete stupiti di voi stessi quando
         stra scuola: in effetti, l’ecologia integrale offre la
         prospettiva perché l’umanità si concepisca co-           avete riaperto i confini bloccati dalle guerre.
         me unica famiglia e consideri la Terra come              Per favore, non perdete mai lo stupore e
         casa comune. È buona cosa che col vostro me-             l’umiltà. Custodite, cari giovani di Rondine,
         todo vogliate raggiungere contemporaneamen-              la fiducia che avete maturato tra voi e trasfor-
         te i cittadini e i leader politici, i rappresentanti     matela in un compito generoso di servizio al
         delle istituzioni nazionali e internazionali. La         bene comune. Che possa andare avanti, Si-
         pace infatti è responsabilità di ciascuno. Per           gnor Presidente, l’opera iniziata! Per questo
         questo, insieme al Cardinale Segretario di Sta-          benedico tutti voi, di cuore, e i vostri cari e vi
         to, avete incontrato il Corpo Diplomatico                assicuro la mia preghiera. Anche voi, per fa-
         presso la Santa Sede. Con gli sforzi di tutti            vore, ricordatevi di pregare per me. Grazie.

                                 Accanto ai cristiani
                      che subiscono discriminazioni e violenze
         «Auspico che, sostenuti dalla preghiera e dalla          difendere i più deboli perseguitati ed emargi-
         solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la      nati del Pakistan». E lavora anche per contra-
         vostra azione in tutte le zone del Pakistan do-          stare «quella ideologia estrema» che sottopone
         ve i cristiani e le altre minoranze sono più pre-        i bambini a un vero e proprio «lavaggio del
         senti e, purtroppo, anche discriminati e fatti           cervello», spingendoli a uccidere e a farsi ucci-
         oggetto di soprusi e violenze». Lo ha detto              dere. Inoltre «assicura l’assistenza legale alle
         Papa Francesco ai membri dell’associazione               vittime di false accuse, come quelle di blasfe-
         “Missione Shahbaz Bhatti”, ricevuti in udienza           mia». A tal fine sono già operativi tre uffici —
         nella mattina di venerdì 30 novembre, nella              sostenuti dalle diocesi di Treviso, Venezia e
         Sala del Concistoro.                                     Trento — e altri quattro dovrebbero sorgere
            Durante l’incontro il Pontefice ha sottoli-           nelle zone del Pakistan dove sono più concen-
         neato che «uno dei frutti delle sofferenze dei           trati i cristiani e le minoranze religiose, e dove
         cristiani è il moltiplicarsi di gruppi e associa-        «più diffuse sono le discriminazioni e la vio-
         zioni che gettano ponti di fraternità attraverso         lenza»: per questo «abbiamo bisogno di aiu-
         il mondo, superando differenze di lingua, di
         cultura e a volte anche di religione». È pro-
         prio questo il compito dei tanti cristiani che
         continuano a operare in situazioni difficili ispi-
         randosi alla figura e alla testimonianza di
         Bhatti: a loro Francesco ha chiesto di perseve-
         rare «nel servizio alla pace e alla giustizia» per
         «favorire rapporti di rispetto e di fiducia reci-
         proca» con tutti i credenti.
            «Vi incoraggio ad andare avanti con questo
         stile evangelico che unisce fermezza e mitezza,
         per assicurare assistenza alle vittime di false
         accuse e, al tempo stesso, realizzare segni con-
         creti di lotta alla povertà e alle moderne schia-
         vitù» ha esortato ancora il Pontefice, aggiun-
         gendo: «Possa il vostro segno distintivo essere
         sempre quello che brilla nella testimonianza di
         Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del no-
                                                                  to» ha detto Bhatti, sottolineando che «l’aper-
         stro tempo, vale a dire la fede umile e corag-
                                                                  tura di questi uffici ci darà la possibilità di so-
         giosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere
                                                                  stenere, assistere e proteggere le vittime inno-
         amore dove c’è odio».
                                                                  centi di false accuse di reato». In più, ha ag-
            L’udienza è stata introdotta dalle parole di          giunto, ci permetterà di promuovere «il dialo-
         Paul Jacob, fratello del ministro pakistano del-         go interreligioso tra le persone di diverse fedi,
         le minoranze ucciso il 2 marzo 2011, il quale            per creare una società dove tutti possano vive-
         ha ricordato l’impegno di Shahbaz a sostegno
                                                                  re senza timore».
         e in difesa di Asia Bibi, sottolineando che la
         liberazione della donna cristiana condannata a              Ricordando infine l’appello più volte lancia-
         morte per blasfemia e poi assolta dalla corte            to dal Pontefice — «non lasciatevi rubare la
         suprema è «una vittoria della giustizia, della           speranza!» — Bhatti ha concluso: «Vorrei dire
         verità e della forte testimonianza di fede di            che noi cristiani non lasciamo che le prove e le
         Shahbaz». Proprio «per continuare la sua mis-            difficoltà rubino la nostra speranza, che è fon-
         sione» è stata fondata l’associazione a lui inti-        data sull’amore di Gesù e sulla fede dei marti-
         tolata, con il sostegno di numerosi vescovi, sa-         ri, e continueremo a testimoniare il Vangelo
         cerdoti, religiosi e laici. Essa, ha spiegato Paul       della mitezza e del dialogo anche con i nemici
         Jacob Bhatti, «è impegnata in varie opere per            della pace».
il Settimanale                                                                                                     L’Osservatore Romano
                                                                                                                                  giovedì 6 dicembre 2018

#copertina                                                                                                                                                  12/13

                  «È dovere e compito dei governi affrontare con
                  coraggio» la «lotta contro i trafficanti
                  di morte» anche nello “spazio virtuale”, visto che
                  «i giovani vengono adescati e trascinati
                  in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi».                                                                                       Una pandemia                        secondo il porporato «una
                  È l’appello lanciato dal Papa sabato mattina, 1°                                                                                                                               politica di prevenzione del
                  dicembre, a conclusione della conferenza
                                                                                                                                                             soprattutto                         disagio giovanile», così come
                  internazionale su «droga e dipendenze»                                                                                                     tra i giovani                       sono «lodevoli gli studi e le
                                                                                                                                                                                                 occasioni di confronto capaci
                  organizzata in Vaticano dal Dicastero per il
                                                                                                                                                                                                 di incrementare la
                  servizio dello sviluppo umano integrale.                                                                                                   Una «pandemia dai risvolti          consapevolezza sull’impatto e
                  Ricevendone i partecipanti nella Sala Clementina,                                                                                          molteplici e mutanti» e dagli       la natura dei costi sanitari e
                  il Pontefice ha sottolineato che «non dobbiamo                                                                                             aspetti «talvolta drammatici»:      sociali causati dalle droghe; di
                  avere paura di dare questa qualifica» ai                                                                                                   così il cardinale Pietro Parolin    rafforzare la capacità di gestire
                  trafficanti di morte.                                                                                                                      ha definito il fenomeno delle       i trattamenti farmacologici e
                                                                                                                                                             dipendenze, intervenendo            rieducativi; di aumentare la
                                                                                                                                                             venerdì 30 novembre ai lavori       mobilitazione e il
                                                                                                                                                             del convegno organizzato dal        coordinamento delle risorse».
                                                                                                                                                             Dicastero per il servizio dello     Da qui l’auspicio conclusivo

 C
                  ari fratelli e sorelle,                                                                                                                    sviluppo umano integrale. Un        del segretario di Stato che i
                                                                                                                                                             fenomeno — ha sottolineato il       risultati del congresso nell’aula
                  vi accolgo volentieri al termine della vostra
                                                                                                                                                             segretario di Stato — diffuso       nuova del Sinodo
                  Conferenza Internazionale sulla Droga e le                                                                                                 soprattutto fra i giovani, che
                  Dipendenze. Vi saluto tutti cordialmente e rin-                                                                                                                                «contribuiscano a coinvolgere
                                                                                                                                                             suscita «profondo dolore e          l’opinione pubblica e gli
                  grazio il Cardinale Turkson per le parole con                                                                                              grande preoccupazione».             operatori del settore per uno
                  cui ha introdotto il nostro incontro.                                                                                                      Infatti «nell’ultimo decennio il    spazio comune di
                     In questi giorni avete affrontato temi e pro-                                                                                           ventaglio delle dipendenze si è     aggiornamento e confronto
                  blematiche legati al preoccupante fenomeno                                                                                                 andato notevolmente                 finalizzato a ragionare su una
                                                                                                                                                             espandendo, includendo un           progettualità politica che
                  della droga e delle vecchie e nuove dipenden-
                                                                                                                                                             gruppo multiforme di disturbi       stimoli le coscienze e prefiguri
                  ze che ostacolano lo sviluppo umano integrale.                                                                                             in cui l’oggetto della
                  L’intera comunità nel suo insieme è interpella-                                                                                                                                possibilità di investimenti

                                                                               Con coraggio
                                                                                                                                                             dipendenza non è solo una           strutturati nella prevenzione e
                  ta dalle attuali dinamiche socio-culturali e dal-                                                                                          sostanza, bensì un’attività,        nell’educazione, nonché
                  le forme patologiche derivate da un clima cul-                                                                                             spesso socialmente accettata.       aggiornamenti normativi, onde
                  turale secolarizzato, segnato dal capitalismo di                                                                                           Queste nuove forme di
                                                                                                                                                                                                 dar vita a un sistema che
                  consumo, dall’autosufficienza, dalla perdita                                                                                               dipendenza compulsiva dal
                                                                                                                                                                                                 risponda davvero ai nuovi
                  dei valori, dal vuoto esistenziale, dalla                                                                                                  gioco d’azzardo, internet,
                                                                                                                                                                                                 bisogni».
                                                                                                                                                             shopping, sesso, pornografia,

                                                                         contro i trafficanti di morte
                  precarietà dei legami e delle relazioni. La dro-                                                                                                                               Auspici riecheggiati durante
                                                                                                                                                             cellulare, dove l’oggetto di
                  ga, come già più volte sottolineato, è una feri-                                                                                                                               l’omelia della messa celebrata
                                                                                                                                                             dipendenza diventa pensiero
                  ta nella nostra società, che intrappola molte                                                                                                                                  subito dopo nella basilica di
                                                                                                                                                             ossessivo per la persona e ne
                  persone nelle sue reti. Sono vittime che hanno                                                                                                                                 San Pietro: «Siamo invitati dal
                                                                                                                                                             influenza il comportamento,
                  perso la loro libertà in cambio di questa schia-                                                                                                                               Signore — ha esortato — a usare
                                                                                                                                                             sono il segnale di un disagio
                  vitù, di una dipendenza che possiamo definire                                                                                              psichico profondo e di un           intelligenza ed energie per
                                                                                                                                                                                                 seminare speranza in mezzo
                  chimica.                                                                                                                                   impoverimento sociale di valori
                                                                                                                                                             e riferimenti».                     alle nuove generazioni, per
                     L’uso della droga causa gravissimi danni al-                              energie sulla prevenzione, la cura, la riabilita-                                                 aiutarle a non cadere nella
                                                                                                                                                             Il cardinale Parolin ha
                  la salute, alla vita umana e alla società, voi lo                            zione e sui progetti di reinserimento per resti-              evidenziato come il vuoto           trappola delle dipendenze e a
                  sapete bene. Tutti siamo chiamati a contrastare                              tuire dignità a coloro che ne sono stati privati.             valoriale abbia «ripercussioni      uscirne quando,
                  la produzione, l’elaborazione e la distribuzione                             Per vincere le dipendenze è necessario un im-                 soprattutto sui giovani che, non    malauguratamente, vi siano
                  della droga nel mondo. È dovere e compito                                                                                                  trovando risposte alle loro         cadute. Questo ambito di
                                                                                               pegno sinergico, che coinvolga le diverse realtà
                  dei governi affrontare con coraggio                                                                                                        giuste domande sul senso della      servizio è tra i più difficoltosi,
                                                                                               presenti sul territorio nell’attuare programmi                                                    sia a causa di una certa cultura
                  questa lotta contro i trafficanti di                                         sociali orientati alla salute, al sostegno familia-           vita, si rifugiano nella droga,
                                                                                                                                                             come anche in internet o nel        che non favorisce la
                  morte. Trafficanti di morte: non                                             re e soprattutto all’educazione. In questa pro-                                                   prevenzione, sia per le
                                                                                                                                                             gioco, ricevendo in consegna
 La conferenza    dobbiamo avere paura di dare
                  questa qualifica. Un ambito sempre
                                                                                               spettiva, mi unisco agli auspici che avete for-
                                                                                                                                                             frammenti di piaceri effimeri».     frequenti ricadute di coloro che
                                                                                               mulato nella vostra Conferenza, affinché vi sia               In proposito ha ribadito che        sono afflitti dalle dipendenze,
   in Vaticano    più rischioso si sta rivelando lo spa-                                       un maggiore coordinamento delle politiche an-                 «la Chiesa di fronte a tale         che fanno disperare di un
                  zio virtuale: in alcuni siti di Internet, i                                  tidroga e anti-dipendenze — non servono poli-                 fenomeno, pone la persona al        effettivo recupero». Del resto,
     su droghe    giovani, e non solo, vengono adescati e                                      tiche isolate: è un problema umano, è un pro-                 centro, come protagonista, tesa     ha concluso il cardinale
                  trascinati in una schiavitù dalla quale è                                    blema sociale, tutto dev’essere collegato —                   al rinnovamento interiore, alla     Parolin, «alcuni operatori sono
  e dipendenze    difficile liberarsi e che conduce alla perdita                               creando reti di solidarietà e prossimità nei con-             ricerca del bene, della libertà e   tentati di perdere la speranza e
                  del senso della vita e a volte della vita stessa.                            fronti di coloro che sono segnati da queste pa-               della giustizia. Accoglie e         provano un senso di solitudine,
                  Di fronte a questo scenario preoccupante, la                                 tologie.                                                      accompagna per il recupero          anche in ragione di una certa
                                                                                                                                                             quanti sono coinvolti nella         indifferenza e del conseguente
                  Chiesa sente come urgente il bisogno di in-                                     Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio tanto per            spirale della droga, come anche     indebolimento delle politiche
                  staurare nel mondo contemporaneo una forma                                   il contributo che avete offerto in questi giorni                                                  attive di prevenzione, cura e
                                                                                                                                                             delle altre dipendenze».
                  di umanesimo che riporti al centro del discor-                               di studio e di riflessione. Vi incoraggio a pro-              Certo, ha fatto notare, «occorre    riabilitazione».
                  so socio-economico-culturale la persona uma-                                 seguire, nei diversi ambiti in cui operate, il vo-            pensare, non solo al recupero,      In precedenza una ferma
                  na; un umanesimo che ha quale fondamento il                                  stro lavoro di animazione e di sostegno anche                 ma anche a un’azione di             condanna e un impegno deciso
                  “Vangelo della Misericordia”. A partire da es-                               in favore di coloro che sono usciti dal tunnel                prevenzione che si traduca in       nel trovare opportune
                  so, i discepoli di Gesù trovano ispirazione per                              della droga e delle varie dipendenze. Queste                  un intervento sulla comunità        contromisure alle piaghe della
                  attuare un’azione pastorale veramente efficace                               persone hanno bisogno dell’aiuto e dell’ac-                   nel suo insieme, affinché           droga e di altre dipendenze,
                  al fine di alleviare, curare e guarire le tante                              compagnamento di tutti noi: potranno così a                   l’azione educativa, culturale e     erano stati chiesti dal cardinale
                  sofferenze legate alle multiformi dipendenze                                                                                               formativa coinvolga il più          Peter Kodwo Appiah Turkson
                                                                                               loro volta lenire le sofferenze di tanti fratelli e
                                                                                                                                                             ampio numero di persone e           nel discorso che, la mattina di
                  presenti sulla scena umana.                                                  sorelle in difficoltà.                                        non soltanto gruppi a rischio».     giovedì 29 novembre, aveva
                     La Chiesa, unitamente alle istituzioni civili,                               Affido il vostro impegno e i vostri propositi              E in proposito va incoraggiata      aperto il convegno.
                  nazionali e internazionali, e alle diverse agen-                             di bene all’intercessione di Maria Santissima
                  zie educative, è fattivamente impegnata in                                   Salute degli Infermi e, mentre vi chiedo di
                  ogni parte del mondo per contrastare il diffon-                              pregare per me, benedico di cuore tutti voi, le
                  dersi delle dipendenze mobilitando le proprie                                vostre famiglie e le vostre comunità. Grazie.
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