GESTIONE INTEGRATA dei RIFIUTI PARMA guarda all'EUROPA virtuosa - La situazione Europea Lo scenario Nazionale e Regionale Lo scenario a Parma Il ...

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GESTIONE INTEGRATA dei RIFIUTI
PARMA guarda all’EUROPA virtuosa
 La situazione Europea
 Lo scenario Nazionale e Regionale
 Lo scenario a Parma
 Il Polo Ambientale Integrato di Parma
 Termovalorizzazione e salute
 Alcune domande ricorrenti sul tema

                                         Comune di Parma
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LA SITUAZIONE EUROPEA
Che cosa prevede l’Unione Europea in materia di
gestione dei rifiuti
La più recente normativa Europea (direttiva 2008/98 CE) pre-
vede una “gerarchia” nella gestione dei rifiuti: anzitutto la prevenzio-
ne (cercare di produrne di meno), poi il riutilizzo, il riciclo, quindi
il recupero di altro tipo, per esempio di energia e, solo da ultimo, lo
smaltimento in discarica (art.4).

Quanti rifiuti urbani si producono
La produzione di rifiuti urbani è in costante crescita in
Europa.
Nel 2006 la produzione dei 25 Stati membri si è attestata a circa 243
milioni di tonnellate e l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha stimato che
tra vent’anni, se non si interverrà, ammonterà a 340 milioni di tonnel-
late annue. Un quantitativo sufficiente a ricoprire l’intera superficie del
Lussemburgo con uno spessore di 30 cm.
Anche l’Italia manifesta livelli di crescita particolarmente sostenuti; nel
2007 la produzione si è attestata a 32,5 milioni di tonnellate ossia ogni
singolo cittadino italiano produce in media circa 546 kg/anno di rifiuti.

   Italia: andamento della produzione di rifiuti urbani, anni 1997 - 2007
                                                                                                     n A seguito
                                                                                           all’entrata in vigo-
                                                                                             re della Direttiva
                                                                                             1999/31/CE si è
                                                                                           registrato un trend
                                                                                                 di diminuzione
                                                                                            dello smaltimento
                                                                                                  in discarica in
                                                                                              linea con l’obiet-
                                                                                            tivo di prevenire e
                                                                                                ridurre le riper-
                                                                                              cussioni negative
                                                                                                 risultanti dalle
                                                                                           discariche di rifiuti
                                                                                                  sull’ambiente.
                                                                                                   L’utilizzo dei
                                                                       Fonte: ISPRA         rifiuti residui per
                                                                                             la produzione di
                                                                                           energia e calore è
Dove va l’Europa? La strada del recupero di materia ed
                                                                                 invece aumentato salendo,
energia
                                                                                   nell’UE a 25 Stati membri,
I vari Paesi europei adottano un mix di soluzioni per la gestione dei ri-
fiuti: riciclo 23%, compostaggio 17% (rifiuti organici), recupero ener-             da 69 kg nel 1995 a circa
getico 20%, discarica (40%).                                                       104 kg/abitante nel 2006
I Paesi tradizionalmente considerati più avanzati dal punto di vista                                    (+51%).
ambientale adottano in prevalenza il recupero di materia abbinato                             (Fonte: Eurostat) n

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LA SITUAZIONE EUROPEA

                                 al recupero energetico da rifiuti. La Danimarca, a cui spetta il record
                                 europeo nel recupero energetico con una quota del 54%, raggiunge il
                                 42% di riciclo (compreso il compostaggio), in Svezia c’è sostanziale
                                  parità tra termovalorizzazione e recupero di materia (circa il 48% per
                                     ciascuna delle due opzioni), mentre in Olanda e in Germania, a
                                                 fronte di un ricorso alla termovalorizzazione superiore
                                                   al 30%, il tasso di recupero di materia è rispettiva-
                                                            mente del 64 e del 60%.

                                                              Le modalità di smaltimento dei rifiuti, a li-
                                                           vello europeo così come a livello mondiale, ri-
                                                       flettono anche caratteristiche geografiche, sociali
                                                                    ed economiche; più un Paese è povero,
                                                                    meno esiste una efficace politica dei
                                                                    rifiuti e maggiore è la percentuale di
                                                                rifiuti conferiti in discarica: è una situa-
                                 zione che si riscontra nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo.
                                 n

    Gestione dei rifiuti urbani nella UE, anno 2008
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                                                                                                  lg
                                                                                     C
                 la

                Sv

                                                                 ac
                                                                    r

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                                                               Es
                                                               ng
                                                                Irl
                                       Sp
               Fr

                                                                                               Bu
               O

                                        nl

                                                                                 Le
             em

                                      no

                                                                a

                                                                                 Li
              er

                                                            ov
                                                             Sl
            an

                                                             ic
                                     Fi

                                                          Po

                                                                                               R
                                                           U
           G

                                    eg

                                                          bl

                                                         Sl
          ss
          D

                                                       ub
                                   R
       Lu

                                                     ep
                                                    R

            termovalorizzatore          discarica         riciclaggio e compostaggio
                                                                                        Fonte: EUROSTAT

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LO SCENARIO NAZIONALE E REGIONALE
La situazione in Italia
In Italia i dati fotografano una situazione con luci e ombre ancora
diffuse. Da un lato è senz’altro positivo il rallentamento regi-
strato nell’ultimo biennio in termini di produzione dei rifiuti
urbani (in media circa 546 kg/anno a persona); dall’altro a
fronte di una crescita della raccolta differenziata, passata dal
21,1% del 2003 al 27,5% del 2007, siamo ancora molto al di
sotto del limite del 40% fissato per legge.
Per quanto riguarda lo smaltimento la discarica resta il
sistema più diffuso (46,7%), mentre il ricorso agli im-
pianti di termovalorizzazione riguarda una quota pari
al 10,3% del totale dei rifiuti, nettamente più bassa
rispetto ai dati registrati nei Paesi europei più virtuosi.

   Trend della raccolta differenziata di rifiuti urbani, 2001-2008

                                  70

                                  60
     Raccolta Differenziata (%)

                                  50                                  obiettivo nazionale anno 2008

                                  40

                                  30

                                  20

                                  10

                                  0
                                       Piacenza   Parma   Reggio E. Modena Bologna      Ferrara   Ravenna Forlì-Cesena Rimini    Totale
                                                                                                                                 Regionale

                                       2001       2002         2003          2004          2005           2006          2007         2008

                                                                      Fonte: elaborazioni ARPA sui dati provenienti dai rendiconti comunali

Focus sull’Emilia Romagna
Nel 2008 la produzione totale di rifiuti urbani in Emilia Romagna è sta-
ta di circa 3 milioni di tonnellate, con un incremento del 3% rispetto
al 2007, pari a una quota di 695 kg per abitante.
Più di 1.367.000 tonnellate di rifiuti (il 45,4% del totale)
sono state raccolte in modo differenziato quasi il doppio
della media nazionale del 27,5% - superando l´obiettivo
del 45% previsto per l’anno dalle normative vigenti.

I rifiuti indifferenziati prodotti nel 2008 sono stati
smaltiti secondo queste quote: discarica 56%; incenerimen-
to 33%; bio-stabilizzazione 8%; produzione combustile da rifiuti (CDR)
2% e 1% a recupero come materiali selezionati.
(fonte: Arpa Emilia Romagna)

                                                                                                                                              3
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LO SCENARIO NAZIONALE E REGIONALE

                                Il sistema impiantistico per la gestione dei rifiuti urbani
                                  in Emilia Romagna
                                      Gli impianti di incenerimento per rifiuti urbani e combustibile
                                       da rifiuti (CDR) attivi sul territorio regionale sono 8 (47 in Ita-
                                       lia) per una capacità autorizzata complessiva pari a 1.044.100
                                      tonnellate.

                                L’unica provincia a non essere dotata di impianti di smaltimento è
                                quella di Parma che continua a conferire, in deroga alla normativa, i
                                propri rifiuti in impianti extraprovinciali. n

    Sistema impiantistico della Regione Emilia-Romagna

            Piacenza

                        Parma                                        Ferrara

                                   Reggio E.

                                                      Bologna            Ravenna
                                          Modena

                                                                       Forlì
                                                                               Cesena    Rimini
           Impianti di incenerimento di rifiuti urbani
           e CDR (combustibile da rifiuti)

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LO SCENARIO A PARMA
Il Modello Parma: riduzione, riciclo e recupero energetico                     n Dal piano infraregionale
dai rifiuti come in Europa                                                   del 1994 al Piano Provincia-
Nel territorio di Parma, con l’attuazione del Piano Provinciale Gestione      le Gestione Rifiuti del 2005
Rifiuti, approvato nel 2005, gli interventi per una gestione efficiente         Le radici del problema dello
                                                                                smaltimento dei rifiuti nella
dei rifiuti si orientano principalmente su tre aree:                           Provincia di Parma risalgono
• la riduzione della produzione                                                al 1998, anno in cui il Piano
• il riciclo e il riuso dei materiali                                        Infraregionale di Smaltimento
• il recupero energetico e di calore attraverso la termovalorizzazione.     Rifiuti del 1994 non era ancora
                                                                              stato attuato. Il piano preve-
                                                                                deva, tra le altre misure, la
Tariffe di di smaltimento                                                                       realizzazione
Nella provincia di Parma, a causa della totale dipendenza dal-                          di 4 discariche e il }
l’esterno per lo smaltimento dei propri rifiuti,
la tariffa relativa allo smaltimento è elevata
rispetto alle altre province e destinata
a crescere nei prossimi anni. Ad esem-
pio la tariffa di smaltimento dei rifiuti
urbani è stata a Parma di 160 Euro/t
nel 2009 contro i 105 Euro/t e 117
Euro/t rispettivamente di Reggio Emi-
lia e Piacenza. In assenza di impianti
di smaltimento, oltre a difficoltà di reperimen-
to della disponibilità, questa cifra è destinata a
salire a circa 200 Euro/t in 3-4 anni. Allo stato attuale, l’utilizzo di
impianti di smaltimento extraprovinciali rappresenta una
soluzione sempre più costosa e soggetta a future limita-
zioni, sia per la previsione di una drastica riduzione delle
discariche come previsto dalla normativa europea, sia per
l’incertezza derivante dalla disponibilità di altri, in
deroga a quanto previsto dalla normativa vigente,
ad accogliere materiale di scarto prodotto nell’am-
bito territoriale di Parma.

La Riduzione dei rifiuti                                                      } potenziamento dell’incene-
Le Istituzioni locali ed Enìa hanno avviato importanti iniziative per            ritore di Cornocchio. Stante
ridurre la quantità di rifiuti alla fonte.                                     la gravità della situazione si
                                                                              procedette con la realizzazio-
                                                                                 ne del preselettore, tutt’ora
n Il compostaggio domestico                                                    in funzione, che permette la
Con il processo di compostaggio i rifiuti da scarti vegetali e alimentari   separazione di quattro frazioni
possono essere convertiti in terriccio per concimare. Il compostaggio       dal rifiuto indifferenziato (sec-
può essere praticato nel giardino delle singole abitazioni utilizzando           ca, umida, metalli ferrosi e
                                                                            metalli non ferrosi). In questo
cassoni di legno o pallets di recupero a rete metallica. Ai cittadini       modo si evitava di avviare allo
che scelgono di adottare questa pratica viene riconosciuto uno sconto         smaltimento il rifiuto indiffe-
sulla tariffa rifiuti. Enìa regala agli utenti un manuale per effettuare       renziato e allo stesso tempo
il compostaggio con tutte le istruzioni per l’uso.                            si incideva positivamente sui
                                                                              costi dell’ecotassa per i citta-
                                                                                dini. Nel 2001 l’inceneritore
n Acquapubblica: riduzione dei rifiuti in plastica                            del Cornocchio è stato chiuso
Enìa, promuove l’utilizzo dell’acqua pubblica attraverso l’iniziativa Ac-       in quanto tecnologicamente
quapubblica nelle case e nelle mense scolastiche. Con l’utilizzo del-              obsoleto e non più rispon-
l’acqua dell’acquedotto pubblico si può usufruire di un’acqua buona,         dente ai requisiti di sicurezza
controllata e garantita che evita inquinamento atmosferico dovuto a                            ambientale. }

                                                                                                                 5
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LO SCENARIO A PARMA
                                                         produzione, trasporto e smaltimento delle bottiglie, con un risparmio
    } L’assetto seguito sino-           di spesa e, soprattutto, con un beneficio per l’ambiente e la salute dei
    ra, ha fatto sì che i rifiuti
                                        cittadini. Con Acquapubblica i cittadini contribuiscono a ridurre note-
    indifferenziati prodotti nella
    provincia di Parma vengano          volmente la quantità di rifiuti.
    smaltiti, in deroga alla nor-
    mativa vigente, in impianti         La raccolta differenziata, il riciclo e il riuso dei materiali
    extraprovinciali: i rifiuti non
                                        Nel 1997, la percentuale di raccolta differenziata della Provincia si ag-
    riciclabili di circa 450.000
    abitanti gravano su im-             girava intorno all’11,08 %, pari a circa 53 Kg pro-capite anno, contro
    pianti esterni e, quel che è        476 Kg pro-capite di rifiuti prodotti. A Parma, già nel 2002, il dato era
    più preoccupante, la pro-           salito al 19,66% e nel 2005 al 30,11%. Nel frattempo a livello euro-
    vincia di Parma, unica in           peo si affermava un sistema di raccolta differenziata non tradizionale,
    tutta la regione, è comple-
                                        quello del “porta a porta”.
    tamente dipendente da al-
    tri per il loro smaltimento.
    Per risolvere questa situazio-      La raccolta differenziata porta a porta in sostituzione dei tradiziona-
    ne di criticità la Provincia di     li cassonetti stradali, è stata avviata a Parma dal 2006 innescando un
    Parma, dopo un confronto            percorso virtuoso. La quantità di rifiuti differenziati avviati al riciclo
    che ha coinvolto cittadini,
                                        è notevolmente aumentata: ha raggiunto il 48,4% nel 2008 e si atte-
    enti locali e associazioni,
    è giunta all’approvazione           sta su valori superiori al 53% nel 2009 (dato stimato). Di conseguen-
    del nuovo P.P.G.R. (Piano           za si sono ridotti i rifiuti indifferenziati in misura corrispondente.
    Provinciale per
    la Gestione dei
    Rifiuti) con la         Trend della raccolta differenziata a Parma e provincia 1997 - 2008
    deliberazione
    del Consiglio                  50
    Provinciale n°32               45
    del 22 marzo
    2005. Il P.P.G.R.              40
    stabiliva un                   35
                            raccolta differenziata (%)

    obiettivo per il
    2012 di almeno                 30
    il 56,4% di rac-
                                   25
    colta differen-
    ziata e, in linea              20
    con la norma-
    tiva nazionale,                15
    l’autosufficien-               10
    za del bacino
    della provincia                 5
    di Parma per                    0
    quanto riguarda                   1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
    lo smaltimento
    della quota di                    Comune di Parma        Provincia di Parma         Fonte: Osservatorio Provinciale Rifiuti
    rifiuti non desti-
    nata a riciclo. n
                                                         Per il Comune di Parma, che presenta una produzione di circa il 46%
                                                         dei rifiuti urbani dell’intera provincia, si è studiato un modello di rac-
                                                                  colta domiciliare flessibile ed attento alle caratteristiche della
                                                                  città. La programmazione degli interventi prevede di coprire
                                                                           con la raccolta porta a porta l’intero territorio servito
                                                                             da Enìa.

                                                                            A fronte dei buoni risultati ottenuti si ritiene che
                                                                        il valore di raccolta differenziata al 2012 possa arri-
                                                                    vare al 65% a livello provinciale.

6
GESTIONE INTEGRATA dei RIFIUTI PARMA guarda all'EUROPA virtuosa - La situazione Europea Lo scenario Nazionale e Regionale Lo scenario a Parma Il ...
LO SCENARIO A PARMA

Come vengono riciclati i rifiuti
                                                                                        n Riciclo e Riuso: i Centri
I diversi materiali raccolti vengono avviati al recupero grazie alle con-                  di Raccolta e il ritiro a
venzioni stipulate con i Consorzi di Filiera gestiti dal CONAI (Consorzio            domicilio degli ingombranti
Nazionale Imballaggi).                                                               Per il conferimento dei rifiuti
Le destinazioni delle principali frazioni di materiali raccolte da Enìa nel             ingombranti e dei materiali
2008 nella Provincia di Parma sono:                                                   riusabili o riciclabili esistono
                                                                                     29 centri di raccolta gestiti }

                                                      Quantitativi
     Materiale                 Consorzio di filiera                  Piattaforma di conferimento
                                                      2008 (t)
     Carta e cartone           COMIECO                27.429         Cartiera Ghirardi di Parma
                                                                     Impianti di compostaggio di Mezzani,
     Organico                                         15.203
                                                                     Aimag e C.a.m.p.o. di Modena
     Plastica                  CO.RE.PLA.             2.019          C.S.P. di Reggio Emilia
     Lattine di ferro e                                              Impianti di Montecchi di Medesano e
                               C.N.A.                 1.648
     mettalli (no alluminio)                                         Carbognani di Parma
     Lattine di alluminio
                               C.I.AL.                17,9           Lavetri di Villa Poma - Mantova
     e alluminio
     Vetro                     CO.RE.VE               7.799          Furlotti di San Polo di Torrile
                                                                     Impianti di compostaggio (Agriflor;
                                                                     Agrinord Srl; C.A.M.P.O. di Modena;
     Vegetale                                         33.643         Consorzio Parco Regionale Boschi Di
                                                                     Carrega - Vivaio; Fertitalia; Tercomposti;
                                                                     C.T.M di Bergamo)
     Batterie                  CO.BAT                 131            CO.BAT.
     Legno                     RILEGNO                10.576         S.I.A. di Viadana
     Pneumatici                                       310            Produzione di granulato per cementifici
     Olii minerali esausti     CONOE                  31,4           CONOE

     Olii vegetali esausti     COIL                   31,1           COIL

     Apparecchiature
     elettriche ed             Sistema RAEE           970            Sistema RAEE
     elettroniche
     Inerti                                           2.656          Settore edile
     Toner e cartucce
                                                      3,9            Rigenerazione e recupero
     esausti
     Ingombranti                                      640            Trattamento per il recupero
     Multimateriale
                               CO.RE.PLA.
     leggero (plastica e                                             Argeco (Ferrara) per la separazione
                               C.N.A.
     barattolame)
                                                      14.568
     Multimateriale            CO.RE.PLA.
     leggero (plastica e       C.N.A.                                Furlotti ed Eurovetro per la separazione
     barattolame)              COREVE

L’attività di sensibilizzazione e formazione                                                              } da Enìa.
                                                                                       Tre centri di raccolta sono a
La possibilità di raggiungere risultati importanti soprattutto nella ridu-
                                                                                     servizio del Comune di Parma:
zione e nel recupero dei materiali passa certamente attraverso un’azio-                               • in Via Lazio;
ne continuativa e capillare di sensibilizzazione ed informazione dei                             • in Via Barbacini;
cittadini, degli enti e delle imprese.                                                           • in Via Bonomi. }

                                                                                                                         7
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LO SCENARIO A PARMA
                                     Enìa promuove diverse iniziative per l’assunzione delle proprie respon-
    } In molti comuni della          sabilità sociali, industriali ed etiche nei confronti di questo comune
    provincia di Parma, Enìa ha      problema dalle implicazioni ambientali.
    attivato anche un servizio       Molti progetti sono stati avviati nel territorio per approfondire temi
    gratuito di ritiro domicilia-
                                     che riguardano i rifiuti, la raccolta differenziata, il riuso e il riciclag-
    re dei rifiuti ingombranti.
    Tramite una prenotazione         gio dei materiali, l’acqua e il risparmio idrico, l’energia e il risparmio
    telefonica, gli operatori Enìa   energetico. n
    ritirano i rifiuti direttamen-
    te presso le abitazioni dei
    cittadini.
    Il servizio, oltre che nel
    Comune Capoluogo, è attivo
    nei Comuni di: Collecchio,
    Langhirano, Medesano,
    Mezzani, Montechiarugo-
    lo, Neviano, Polesine, Sala
    Baganza, Salsomaggiore,
    Sorbolo, Torrile, Traversetolo
    e Zibello. n

                                      n • “Ambientarsi con Enìa”, il ricco programma di offerte formative che
                                      l’Azienda mette a disposizione della scuola, articolato in visite guidate,
                                      lezioni, laboratori didattici e nuove iniziative di educazione ambientale;
                                      • le stazioni ecologiche informatizzate che consentono ai cittadini di
                                      accumulare punti e vincere premi in funzione della qualità e della quantità
                                      di materiale conferito;
                                      • il “rifiutologo” – materiale informativo sul corretto conferimento e sul
                                      recupero dei materiali riciclabli – distribuito capillarmente alle famiglie;
                                      • gli informatori ambientali che acompagnano le attività di trasformazione
                                      del servizio di raccolta differenziata per fornire ai cittadini tutte le
                                      informazioni utili sulle modalità di conferimento dei materiali e sul loro
                                      ciclo di recupero;
                                      • il materiale informativo sul compostaggio domestico per guidare i cittadini
                                      nel recupero diretto dei rifiuti organici, trasformandoli in terriccio fertilizzante
                                      per la floricoltura e l’orticoltura;
                                      • le domeniche ecologiche con la presenza in luoghi pubblici per fornire
                                      informazioni sulle raccolte differenziate ed il recupero dei materiali;
                                      • il progetto “Anche a tavola si può” per stimolare i cittadini a ridurre la
                                      produzione dei rifiuti già durante i pranzi e le cene, bevendo acqua del
                                      rubinetto piuttosto che acqua in bottiglia e recuperando gli avanzi dei pasti
                                      per realizzare nuovi piatti, in linea con la cultura gastronomica del territorio. n

8
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA
   Polo Ambientale Integrato
   vista sud-est

Il completamento del sistema di gestione dei rifiuti nella
provincia di Parma
Il Polo Ambientale Integrato (PAI) rappresenta lo stru-
mento che mancava alla Provincia di Parma per raggiun-
gere gli obiettivi di autosufficienza in attuazione di quanto
previsto dalla normativa nazionale e dal sistema definito dal Piano
Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR).
Gli impianti sono stati dimensionati tenendo conto dell’in-
cremento della raccolta differenziata che si prevede possa
raggiungere la quota del 65% al 2012. Il volume dei rifiuti
trattati garantirà l’autosufficienza di smaltimento del territorio.

Il Polo Ambientale Integrato prevede impianti per il recupero dei ma-
teriali riciclabili ed un termovalorizzatore per recuperare calore per il
teleriscaldamento ed energia elettrica dalla parte non riciclabile
dei rifiuti.

Le ragioni della scelta e le tipologie impiantistiche adot-
tate
Per la scelta delle tipologie impiantistiche inserite nel Polo
Ambientale Integrato sono state effettuate comparazioni
con le tecnologie esistenti a livello mondiale; esperti e tec-
nici si sono recati in numerosi impianti per verificare lo
stato delle tecnologie esistenti e le innovazioni tecnolo-
giche in fase di industrializzazione. Queste indagini hanno
portato ad effettuare scelte alla luce dell’esperienza del
centro-nord Europa che vede la conferma della tecno-
logia della termovalorizzazione a discapito di altre so-
luzioni che si sono dimostrate non risolutive o non testate
su scala industriale.
Il progetto di Parma, che si avvale di un processo volto al massimo
riciclo dei materiali ed al recupero energetico mediante l’utilizzo delle
migliori tecnologie esistenti, assicura un’elevata qualità ed affidabilità

                                                                             9
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA

                                       che lo porrà al vertice dell’eccellenza in Europa. L’estensione del siste-
     n In Europa si costruiscono       ma di teleriscaldamento consentirà, inoltre, di ridurre le emissioni in
     ancora termovalorizzatori?        atmosfera degli ossidi di azoto e di carbonio.
     In Europa si continuano a
     realizzare termovalorizzatori
     migliorandone le tecnolo-
                                       La localizzazione dell’impianto: perché l’area Spip Sud
     gie (dal 2000 in Europa la        Il PAI di Parma è stato localizzato nell’area detta Spip Sud. All’in-
     capacità di combustione           terno della macroarea indicata dal Piano Provinciale per la Gestione
     è cresciuta di 13.000.000         dei Rifiuti (PPGR), le ipotesi di localizzazione sono state verificate e
     t/anno). Nei Paesi d’Europa       valutate alla luce dei vincoli derivanti dalle pianificazioni provinciali
     con la raccolta differenziata     (PPGR e PTCP) e comunale (PSC). L’area selezionata, approvata dal Co-
     più alta e i conferimenti in      mune di Parma, è stata inserita nel Piano Strutturale Comunale (PSC)
     discarica più bassi (Svizzera,    approvato dal consiglio comunale nel marzo 2007 (deliberazione n°
     Austria, Olanda, Germania,        46). L’area scelta è compresa tra via Forlanini a nord, la TAV a sud, il
     Danimarca, Svezia ecc), altre     Canale Naviglio ad ovest e via Uguzzolo ad est.
     tecniche, come la gassificazio-
     ne, la digestione a freddo o i    Prestazioni ambientali e controllo delle emissioni
     trattamenti meccanici non ac-
                                       I limiti alle emissioni in atmosfera del PAI, previsti dall’Autorizzazione
     compagnati dalla termovalo-
                                       Integrata Ambientale, sono inferiori rispetto a quelli previsti dalle vi-
     rizzazione del rifiuto residuo,
     non vengono considerati come      genti normative nazionali ed europee.
     risolutivi del problema. n        Il controllo dell’impatto ambientale viene effettuato utilizzando le mi-
                                       gliori strumentazioni e metodiche e tutti i parametri delle emissioni in
                                       atmosfera di cui è previsto il controllo saranno monitorati in continuo
                                       o campionati automaticamente.

                                       Il controllo dell’ambiente è già stato avviato attraverso un piano di
                                       monitoraggio articolato su diversi aspetti: qualità dell’aria, qualità dei
                                       suoli circostanti (comprensivi di test di mutagenesi), qualità delle ac-
                                       que di superficie e sotterranee, rumore, approfondimenti sulla filiera
                                             agro-alimentare (latte e pomodoro).

                                               Il piano di monitoraggio prevede che gli stessi controlli ven-
                                               gano ripetuti in fase di avviamento del PAI e, durante
                                              l’esercizio, con cadenze temporali prescritte dall’Autorizzazio-
                                               ne Integata Ambientale.
                                                       L’attività di verifica dei risultati, che saranno costan-
                                                        temente aggiornati e resi disponibili ai cittadini, sarà
                                                        effettuata dagli Enti preposti per legge (Arpa, Ausl) a
                                                cui si affiancherà il Comitato tecnico-amministrativo nomi-
                                                          nato dalla Provincia. E’ in corso di attivazione l’ipo-
                                                            tesi di supervisione da parte dell’Istituto Supe-
                                                                riore di Sanità.

                                                              Il progetto Moniter
                                       Il PAI è stato inserito anche nel progetto di monitoraggio regionale
                                       Moniter, che interessa tutti i termovalorizzatori della regione Emilia
                                       Romagna.
                                       Il progetto Moniter è promosso dagli Assessorati Regionali alle Politiche
                                       per la Salute e all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile e dall’Arpa Regionale
                                       con l’obiettivo di ottimizzare le metodologie operative da adottare per
                                       l’esecuzione del monitoraggi e la valutazioni degli aspetti ambientali e
                                       sanitari nelle aree circostanti i termovalorizzatori operativi in regione.

10
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA

Come è strutturato il PAI
Il PAI è localizzato su un’area di circa 58 ettari (50 dei quali di nuova
piantumazione con circa 15.000 alberi ed arbusti, di cui
33 accessibili al pubblico), compresa quella interes-
sata alla riqualificazione del canale Naviglio, ed è
composta da:
• impianti di trattamento meccanico biologico
(TMB) dei rifiuti urbani residui della raccolta differenziata. Il
trattamento biologico della frazione organica verrà effettuato
nell’impianto di biostabilizzazione di Mezzani;
• un termovalorizzatore cogenerativo per lo smalti-
mento della frazione residua con la produzione di ener-
gia termica, utilizzata per il teleriscaldamento, e di
energia elettrica immessa nella rete di distribuzione;
• impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali,
raccolte differenziate e multi materiale;
• fabbricati per controllo accessi e pesatura, uffici e servizi per il
personale e parcheggi;
• autorimesse e officine per i mezzi adibiti alla pulizia ed alla raccol-
ta dei rifiuti, magazzini per i materiali.

La capacità di smaltimento del termovalorizzatore sarà di:
• 70.000 tonnellate all’anno di rifiuti urbani residui della
raccolta differenziata domestica e del trattamento meccani-
co-biologico. Questo valore costituisce il 25% dei rifiuti
urbani prodotti nel 2012 nella provincia di Parma e si po-
siziona tra i livelli di eccellenza in Europa;
• 60.000 tonnellate all’anno di rifiuti costitui-
ti da: fanghi di depurazione non recuperabili in
agricoltura, rifiuti speciali non pericolosi derivanti
da attività produttive, rifiuti ospedalieri e cimiteriali.
                                                                                        n Le Caratteristiche
Nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla                                 tecniche del
Provincia di Parma è stabilito che nel Polo Ambientale Integrato                         termovalorizzatore
                                                                                • Quantità di rifiuti autoriz-
potranno essere trattati solo rifiuti provenienti dall’ambito pro-
                                                                                   zati in ingresso: 130.000
vinciale.
                                                                                             tonnellate/anno
Il termovalorizzatore produrrà energia elettrica, che coprirà il fab-             • Capacità di smaltimento
bisogno medio di circa 75.000 cittadini, ed energia termica, che                  nominale: 16,25 tonnella-
consentirà a circa 38.000 cittadini di allacciarsi al sistema di te-                                   te/ora
leriscaldamento di Parma, sostituendo o evitando l’installazione di             • Periodo di funzionamento
impianti di riscaldamento individuali. Anche questo dato rappresenta             indicativo: 8.000 ore/anno
un’eccellenza nel panorama italiano.                                                • Potenza elettrica lorda
Le scorie prodotte dalla combustione dei rifiuti (pari a circa il 22-23%                   nominale turbina:
del quantitativo totale di rifiuti trattati) verranno riciclate per la pro-            18 Mega Watt elettrici
duzione di cemento.                                                            • Potenza termica erogabile:
                                                                                        40 Mega Watt termici
                                                                                  • Quantità di energia elet-
                                                                                  trica lorda: 128.000 Mega
                                                                                       Wattora elettrici anno
                                                                              • Quantità di energia termica
                                                                              lorda: 189.000 Mega Wattora
                                                                                             termici anno. n

                                                                                                                 11
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA

     n Le principali dotazioni impiantistiche                        IL PARCO
     Il termovalorizzatore sarà dotato di un sistema
     impiantistico che utilizza le migliori tecnologie               L’area, ove sta sorgendo il PAI, ha un’estensione di
     attualmente disponibili (Best Available Techni-                 50 ettari, con circa 15.000 alberi e arbusti, di cui 33
     ques):                                                          completamente accessibili al pubblico.
     • linea di pretrattamento dei rifiuti urbani resi-
     dui alla raccolta differenziata (TMB)
     • 2 linee di combustione a griglia e caldaia per
     la produzione di vapore surriscaldato con prima
     fase di trattamento dei fumi per l’abbattimento
     degli ossidi di azoto con sistema non catalitico
     (SNCR);                                                         PALAZZINA UFFICI E
     • 1 linea di recupero di energia termica e produ-               SPOGLIATOI DEL PERSONALE
     zione di energia elettrica con turbogeneratore;
     • 2 linee di trattamento fumi ciascuna con due
     stadi di abbattimento dei gas acidi, dei microin-
     quinanti e delle polveri e con sistema catalitico
     (SCR) per l’ulteriore abbattimento degli ossidi di
     azoto e dei microinquinanti (diossine);
     • linea di essiccamento dei fanghi di depurazione;
     • linea di stoccaggio e movimentazione dei
     rifiuti ospedalieri;
     • sistemi di monitoraggio, supervisione e con-
     trollo;
     • impianti, servizi accessori e caldaie ausiliarie
     per il teleriscaldamento.
     La progettazione, realizzazione e gestione
     del termovalorizzatore tiene conto delle Best
     Available Techniques (BAT) europee così come
     definito dalla direttiva IPPC 96/61/EC. Tali nor-
     me, che regolano sia le tecnologie utilizzate che
     le emissioni nell’ambiente, sono le più restritti-
     ve a livello mondiale.
     In sintesi le BAT richiedono che l’Autorizzazione
     Integrata Ambientale per un termovalorizzato-
     re sia concessa solo a condizione che tutte le
     attività connesse alla vita dell’impianto (proget-
     tazione, costruzione, gestione, manutenzione e
     dismissione):
     • assicurino un alto livello di protezione del-
     l’ambiente nel suo complesso;
     • siano state testate su scala industriale. n

      Localizzazione del Polo ambientale integrato

                                                                      TERMOVALORIZZATORE

                                       polo ambientale
                                       integrato

                                                         linea TAV

                                       autostrada A1

12
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA

 STAZIONE DI CONTROLLO        RICOVERO PER MEZZI             RICOVERO PER MEZZI
 ACCESSI E PESATURA           LEGGERI                        RACCOLTA RIFIUTI

                                                             LAVAGGIO MEZZI
                                                             RIFORNIMENTO CARBURANTI

                                                             OFFICINA MECCANICA

                                                             RICOVERO MEZZI D’OPERA ED
                                                             ATTREZZATURE

                                                            MAGAZZINO

  IMPIANTI di SELEZIONE e di TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO (TMB)

                                                                                         13
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA

     Il Processo autorizzativo del PAI
     Il 31 marzo 2006, dopo la delibera del Consiglio Comunale di Parma
     sulla localizzazione, si è dato il via alla procedura per l’autorizzazione
     del PAI (Leggi Regionali n. 9/99 e n. 21/04 e D.Lgs. n. 59/05).
     Il Processo autorizzativo, espletato dalla Provincia di Parma e
        concluso con deliberazione della Giunta provinciale (n. 938 del
          15/10/2008), è durato quasi tre anni e si è svolto nelle seguenti
          fasi di studio, verifica e valutazione:
         • proposta di schema dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) e
     presentazione del progetto preliminare (scoping) – luglio 2007;
     • presentazione della richiesta di Autorizzazione comprendente lo
     Studio di Impatto Ambientale, il progetto definitivo e la domanda di
     Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) – novembre 2007;
     • convocazione da parte della Provincia di Parma della Conferenza dei
     Servizi composta, oltre che dalla Provincia, da Arpa, Ascaa, Ato, Ausl,
     Comando dei Vigili del Fuoco, Comuni di Colorno, Mezzani, Parma, Sor-
     bolo e Torrile, Consorzio della Bonifica parmense, Soprintendenza per
     i Beni architettonici e per il paesaggio, Soprintendenza per i beni
                archeologici, Direzione regionale dei Beni culturali e paesag-
                 gistici, Regione Emilia Romagna - Servizio Tecnico Bacini
                 Trebbia e Taro, Snam Distribuzione e Tav – marzo 2008;
                 • Autorizzazione Integrata Ambientale per la realizzazione
              e gestione del PAI da parte di Enìa, a seguito dell’approvazione
              del progetto definitivo, del parere positivo sulla Valutazione
              di Impiatto Ambientale e della dichirazione di pubblica utilità
        - 15 ottobre 2008.

     La realizzazione del PAI
     A seguito del rilascio dell’AIA, il 28 settembre 2009, sono iniziati i
     lavori di realizzazione del Polo Ambientale Integrato.

     Sulla base di gare pubbliche europee ad oggi sono state aggiudicate le
     seguenti forniture:
     • 2 generatori di vapore a griglia, al raggruppamento costituito da
          Ruths S.p.A., Sices Consortium, Stiefel Italia;
             • sistema di depurazione dei fumi, alla società Area Impianti
             S.p.A.;
           • opere civili e balance of plant, raggruppamento costituito da
          CCC Soc. Coop., Sices Contruction S.p.A., Mark Projekt Sp.zo.o,
            Tecnopolis Soc. Coop.

            L’ammontare impegnato da Enìa, compresi i terreni, è di circa
     110 milioni di euro.
     L’avviamento dell’impianto è confermato nel primo semestre del 2012.

     Il progetto di inserimento paesaggistico – ambientale
     Nella progettazione del PAI si è tenuto conto dell’inserimento pae-
     saggistico-ambientale degli impianti e delle strutture. Pertanto attor-
     no agli impianti è stata disegnata un’area verde di circa 50 ettari,
     di cui 33 accessibili al pubblico (circa due volte il Parco Ducale

14
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA
di Parma). La realizzazione della grande area verde, all’interno della
quale troverà sede il PAI, porterà al recupero complessivo del valore
paesaggistico ed ecologico del territorio con la costituzione di
un grande ecosistema che, insieme al Canale Naviglio, contri-
buirà in modo determinante alla salvaguardia della fauna e
della flora locale. L’ampia zona verde – dove saranno messi
a dimora circa 15.000 alberi e arbusti – avrà soprattutto
una funzione di mitigazione ambientale sia per quanto
riguarda i gas serra che le polveri derivanti anche dal traf-
fico veicolare. Gli alberi agiscono come “carbon sink”
dell’anidride carbonica, fissandola e conservandola nel
legno.
Le foglie, provviste di peli e ricoperte di sottili strati
di cere e resine, avranno invece la funzione di intercettare le polveri.
Lungo il Canale Naviglio verrà realizzata una pista ciclabile che
raccorderà quella proveniente dalla città con quella che si sviluppa
nell’area SPIP. n

                                                              Polo Ambientale Integrato vista nord-ovest

                                                                                                           15
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE
       I termovalorizzatori moderni: tecnologia sicura e affidabile
       La possibilità di recuperare energia segna la linea di confine tra i
       vecchi inceneritori e i moderni termovalorizzatori, ma non è l’unica
       differenza: i due tipi di impianti sono infatti separati anche da
       un’evoluzione tecnologica paragonabile alle differenze tra i primi mo-
       tori a gasolio (euro 0) e gli attuali motori multijet (euro 5).

            L’impatto ambientale degli impianti di ultima generazione risulta
       oggi estremamente contenuto e il rischio sanitario è assolutamente

       trascurabile. Proprio per questo motivo in tutta Europa i moderni ter-
       movalorizzatori sono inseriti anche nel contesto urbano, in città
       come Vienna, Berlino, Barcellona, Amburgo, Friburgo, Copenhagen,
       Amsterdam, Parigi, ecc.

       Il parere della comunità scientifica internazionale
       Fuori dell’Italia non si segnalano particolari contestazioni contro i
                   moderni termovalorizzatori con recupero di energia: questi
                   impianti sono ritenuti compatibili con le esigenze di tutela
                   ambientale e utili in termini di sostenibilità per la capacità
                di recupero energetico e di produzione di calore per il teleri-
                             scaldamento. Il rischio sanitario teorico ad esso
                              associabile è giudicato irrilevante. I termovalo-
                                 rizzatori continuano ad essere costruiti anche
                                  in quei Paesi considerati virtuosi come la Ger-
                                  mania. In Europa, infatti, questi impianti pos-
                                sono essere autorizzati e costruiti solo nel
                                rispetto di una normativa che, con riguardo
                                alle emissioni prodotte, ha fissato i limiti più
                            rigorosi al mondo (Best Available Techniques – da
        applicare ai nuovi termovalorizzatori realizzati in Europa).

       n Il workshop OMS a Roma del 2007
       L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel marzo del 2007 a Roma,

16
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE
ha presentato in un workshop
i dati scientifici emersi da nu-
merosi studi sulla salute della
popolazione in relazione alla
gestione dei rifiuti. L’aspetto
fondamentale associato agli
impianti di termovalorizzazio-
ne emerso dal meeting riguar-
da la sostanziale differenza tra
gli impianti moderni e quelli di
vecchia generazione in termi-
ni di emissioni di diossina. Il
WHO (OMS) ha concluso che,
grazie all’adozione delle Best
Available Techniques imposte
dall’UE, gli effetti sulla salu-
te della popolazione residen-
te in prossimità di impianti                                                 Termovalorizzatore di Vienna
di nuova generazione stanno
divenendo sempre meno pro-
babili.

n La Ricerca del Ministero dell’Ambiente Tedesco (“Waste incenera-
tion – A potential danger?” – settembre 2007)
Si tratta di uno studio del Ministero dell’Ambiente tedesco che ha preso
in esame il periodo che va dal 1990 al 2000. In quegli anni le normati-
ve europee e tedesche hanno imposto l’adeguamento degli impianti di
incenerimento alle migliori tecnologie. Il risultato della ricerca è stato
che le emissioni di inquinanti da termovalorizzatori si sono ridotte
di 1.000 volte rispetto al livello dei precedenti inceneritori.

n La Posizione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia
Per quanto riguarda l’Italia, la posizione espressa dall’Associazione
Italiana di Epidemiologia, rappresenta oramai un punto fermo nel di-
battito in corso. Il documento redatto da questa Associazione, dopo
aver anch’esso evidenziato la notevole riduzione delle concentrazioni
di molti inquinanti nelle emissioni prodotte dagli impianti di nuova
generazione, osserva che questi valori non sono dissimili e risultano,
anzi, in alcuni casi inferiori a quelli riconducibili ad altre sorgenti
emissive (in particolare traffico veicolare e insediamenti industriali
ecc.) presenti nella stessa area.
Riguardo poi al rischio sanitario che viene paventato, l’affermazione
è netta. La valutazione delle osservazioni epidemiologiche dispo-
nibili – conclude il documento dell’Associazione – “non depone per
un incremento del rischio per la salute umana del trattamento dei
rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori
tecnologie”.

n Lo studio del Politecnico di Milano sulle polveri ultrafini
Nell’ambito del dibattito aperto trovano oggi risonanza anche quelle

                                                                                                            17
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE
     argomentazioni che sollevano la problematica delle polveri ultrafini,
     meglio note come “nanopolveri”.
     Lo studio “Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combu-
     stione” realizzato dal DIIAR del Politecnico di Milano nel maggio 2009,
     conclude che “Ferma restando la doverosa attenzione al ruolo ambien-
     tale del particolato ultrafine ed ai suoi componenti, dall’analisi delle
     implicazioni tossicologiche degli studi nel settore non emergono
     indicazioni di rischi particolari attribuibili alle polveri ultrafini
     provenienti da combustione dei rifiuti, purchè in linea con la miglio-
     re tecnologia disponibile.
     Le concentrazioni di polveri ultrafini nei fumi emessi da caldaie per
     riscaldamento civile spaziano da valori simili a quelli riscontrabili per
     l’aria ambiente, per le caldaie a gas naturale, fino a valori di oltre mille
     volte superiori, per le caldaie a legna e gasolio.
     Le concentrazioni di polveri ultrafini rilevate all’emissione di termova-
     lorizzatori risultano generalmente collocate sugli stessi livelli, quando
     non addirittura inferiori, a quelli presenti nell’aria dei siti di localiz-
     zazione”. n

                           Il parco del Polo Ambientale Integrato vista ovest

18
ALCUNE DOMANDE RICORRENTI SUL TEMA
In Europa si continuano a costruire impianti di termovalorizzazione?
Sì, al termine del decennio 2000-2010 nell’Europa occidentale saranno
realizzati 79 nuovi progetti con una capacità di 13.000.000 tonnellate/
anno sia in sostituzione di impianti obsoleti che come nuovi impianti.

Che cosa accade invece nel resto del mondo?
In molti Paesi extraeuropei si utilizza anche in modo estensivo lo smal-
timento in discarica, fenomeno che le normative europee ten-
dono a limitare in modo restrittivo a causa del pesante impat-
to sull’ambiente. Prova ne è che la normativa europea (direttiva
2008/98/CE art. 4), nella gerarchia di trattamento dei rifiuti, pone lo
smaltimento in discarica all’ultimo posto dopo il recupero di ogni tipo,
compreso quello energetico.

Termovalorizzazione e salute: c’è da preoccuparsi?
I termovalorizzatori rappresentano una delle categorie di impianti in-
dustriali fra le più controllate, anche se le loro emissioni, in termini
sia quantitativi che qualitativi sono assolutamente marginali rispetto
alle altre fonti emissive (traffico, impianti industriali, riscaldamento).
Sulla base delle esperienze e delle conoscenze accumulate è possibile
affermare che i termovalorizzatori di nuova generazione, se progetta-
ti e gestiti in maniera corretta, sono assolutamente compatibili con
l’ambiente.

Cosa dicono le evidenze scientifiche in relazione al rapporto ter-
movalorizzatori e tumori?
I più autorevoli studi internazionali concordano nel ritenere che non
esistano prove scientifiche di una correlazione tra l’attività dei ter-
movalorizzatori e l’insorgere di tumori. Su questo punto con-
cordano, ad esempio, la Posizione dell’Associazione Italiana
di Epidemiologia (aprile 2008), nonché una serie di studi in-
ternazionali presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sa-
nità a Roma nel 2007 (Workshop Population Health and Waste
Management: scientific data e policy options) e alla stessa con-
clusione sono arrivati gli studi dell’Università di Modena (l’ultimo dei
quali è stato pubblicato di recente sulla rivista internazionale Waste
Management) analizzando l’attività del termovalorizzatore di Modena
tra il ’91 e il 2004.

Esistono esperienze italiane che dimostrino l’efficacia dei control-
li?
Evidenze dell’efficacia dei controlli si rilevano da numerose attività
svolte dagli enti preposti. Ad esempio si possono citare i risultati ot-
tenuti dalle Arpa in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

I termovalorizzatori sono una delle principli fonti emissive di na-
nopolveri?
No, l’apporto in termini di emissioni dei termovalorizzatori è decisa-
mente inferiore a quello di diverse attività industriali (cementifici,
centrali termoelettriche ecc.), a quello del traffico con motore a scop-
pio e a quello della combustione domestica di legna.
                                                                             19
ALCUNE DOMANDE RICORRENTI SUL TEMA

     Un impianto di termovalorizzazione può coesistere con un territo-
     rio a vocazione agricola?
     Il caso di Bolzano, con le evidenze delle rilevazioni effettuate dagli
     enti di controllo, dimostra la totale compatibilità tra la presenza di un
     termovalorizzatore e la presenza di coltivazioni agricole, nella fatti-
     specie le mele trentine.

     Recupero energetico e raccolta differenziata possono convivere?
     Assolutamente sì. Per questo nelle regioni del Nord Italia più virtuose
     (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige,
           Friuli Venezia-Giulia e Toscana), che hanno messo in atto un si-
           stema integrato di gestione dei rifiuti, in presenza di una quota
            importante di raccolta differenziata viene effettuata anche una
              quota significativa di termovalorizzazione. Lo stesso schema è
               replicato nei Paesi del centro-nord Europa in cui coesistono
               valori elevati di raccolta differenziata complessiva con quote
               di recupero energetico del 25-35% e bassi livelli di smalti-
     mento in discarica.

     I trattamenti “a freddo” sono alternativi agli impianti?
     Non esiste nessuna esperienza consolidata su scala industriale che possa
     far pensare all’utilizzo dei trattamenti “a freddo” come sistemi alternativi.

     È vero che i trattamenti a freddo raggiungono l’obiettivo dei “ri-
     fiuti zero”?
     Non esiste nessuna esperienza consolidata su scala industriale che for-
     nisca evidenze in questo senso.

     Lo smaltimento in discarica è più sicuro della termovalorizzazione?
     Lo smaltimento in discarica è molto più impattante anche nel tempo
     (centinaia di anni). Proprio per l’impatto ambientale prodotto, la nor-
     mativa europea (direttiva 2008/98/CE art. 4) pone lo smaltimento in
     discarica all’ultimo posto nella gerarchia di trattamento dei rifiuti.
     L’obiettivo di eccellenza in Europa è scendere al di sotto del 10% di
     smaltimento in dicarica. Alcuni Paesi (per esempio la Svizzera) hanno
     già centrato l’obiettivo.

     Quali sono le iniziative di ambientalizzazione che possono essere
     messe in atto quando si costruisce un termovalorizzatore?
     La phyto remediation è un sistema di mitigazione ambientale parti-
     colarmente efficiente. Le piante producono effetti concreti sul clima
     urbano, filtrano e purificano l’aria dalle polveri e dagli inquinanti, con-
     corrono a ridurre il consumo energetico, svolgono un ruolo fondamen-
     tale nella regimazione delle acque e nell’aumentare la permeabilità dei
     suoli, costituiscono un elemento essenziale dell’arredo urbano.
     L’azione delle piante nei confronti degli inquinanti gassosi si sviluppa
     attraverso 3 distinti meccanismi a livello sia delle foglie che, in ge-
     nerale dei differenti tessuti vegetali: i composti vengono assorbiti a
     livello superficiale, sono immagazzinati nei tessuti cellulari e di conse-
     guenza inattivati, sono metabolizzati ed utilizzati dalle piante. n

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Comune di Parma
Stampato su carta riciclata - Aprile 2010
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