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GESTIONE INTEGRATA dei RIFIUTI PARMA guarda all’EUROPA virtuosa La situazione Europea Lo scenario Nazionale e Regionale Lo scenario a Parma Il Polo Ambientale Integrato di Parma Termovalorizzazione e salute Alcune domande ricorrenti sul tema Comune di Parma
LA SITUAZIONE EUROPEA Che cosa prevede l’Unione Europea in materia di gestione dei rifiuti La più recente normativa Europea (direttiva 2008/98 CE) pre- vede una “gerarchia” nella gestione dei rifiuti: anzitutto la prevenzio- ne (cercare di produrne di meno), poi il riutilizzo, il riciclo, quindi il recupero di altro tipo, per esempio di energia e, solo da ultimo, lo smaltimento in discarica (art.4). Quanti rifiuti urbani si producono La produzione di rifiuti urbani è in costante crescita in Europa. Nel 2006 la produzione dei 25 Stati membri si è attestata a circa 243 milioni di tonnellate e l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha stimato che tra vent’anni, se non si interverrà, ammonterà a 340 milioni di tonnel- late annue. Un quantitativo sufficiente a ricoprire l’intera superficie del Lussemburgo con uno spessore di 30 cm. Anche l’Italia manifesta livelli di crescita particolarmente sostenuti; nel 2007 la produzione si è attestata a 32,5 milioni di tonnellate ossia ogni singolo cittadino italiano produce in media circa 546 kg/anno di rifiuti. Italia: andamento della produzione di rifiuti urbani, anni 1997 - 2007 n A seguito all’entrata in vigo- re della Direttiva 1999/31/CE si è registrato un trend di diminuzione dello smaltimento in discarica in linea con l’obiet- tivo di prevenire e ridurre le riper- cussioni negative risultanti dalle discariche di rifiuti sull’ambiente. L’utilizzo dei Fonte: ISPRA rifiuti residui per la produzione di energia e calore è Dove va l’Europa? La strada del recupero di materia ed invece aumentato salendo, energia nell’UE a 25 Stati membri, I vari Paesi europei adottano un mix di soluzioni per la gestione dei ri- fiuti: riciclo 23%, compostaggio 17% (rifiuti organici), recupero ener- da 69 kg nel 1995 a circa getico 20%, discarica (40%). 104 kg/abitante nel 2006 I Paesi tradizionalmente considerati più avanzati dal punto di vista (+51%). ambientale adottano in prevalenza il recupero di materia abbinato (Fonte: Eurostat) n 1
LA SITUAZIONE EUROPEA al recupero energetico da rifiuti. La Danimarca, a cui spetta il record europeo nel recupero energetico con una quota del 54%, raggiunge il 42% di riciclo (compreso il compostaggio), in Svezia c’è sostanziale parità tra termovalorizzazione e recupero di materia (circa il 48% per ciascuna delle due opzioni), mentre in Olanda e in Germania, a fronte di un ricorso alla termovalorizzazione superiore al 30%, il tasso di recupero di materia è rispettiva- mente del 64 e del 60%. Le modalità di smaltimento dei rifiuti, a li- vello europeo così come a livello mondiale, ri- flettono anche caratteristiche geografiche, sociali ed economiche; più un Paese è povero, meno esiste una efficace politica dei rifiuti e maggiore è la percentuale di rifiuti conferiti in discarica: è una situa- zione che si riscontra nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo. n Gestione dei rifiuti urbani nella UE, anno 2008 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 ia a ria ia ro ta ia a ria ca io lia a to na da llo ia a a a ia ia ia o a a ci nd di ni ci ni ni rg ec ez ar ch lg en an an an ni al ip Ita ga ar he st ag an an e an to lo tto bu Be M U C lg C la Sv ac r om Au ov tu m im rto Po G Es ng Irl Sp Fr Bu O nl Le em no a Li er ov Sl an ic Fi Po R U G eg bl Sl ss D ub R Lu ep R termovalorizzatore discarica riciclaggio e compostaggio Fonte: EUROSTAT 2
LO SCENARIO NAZIONALE E REGIONALE La situazione in Italia In Italia i dati fotografano una situazione con luci e ombre ancora diffuse. Da un lato è senz’altro positivo il rallentamento regi- strato nell’ultimo biennio in termini di produzione dei rifiuti urbani (in media circa 546 kg/anno a persona); dall’altro a fronte di una crescita della raccolta differenziata, passata dal 21,1% del 2003 al 27,5% del 2007, siamo ancora molto al di sotto del limite del 40% fissato per legge. Per quanto riguarda lo smaltimento la discarica resta il sistema più diffuso (46,7%), mentre il ricorso agli im- pianti di termovalorizzazione riguarda una quota pari al 10,3% del totale dei rifiuti, nettamente più bassa rispetto ai dati registrati nei Paesi europei più virtuosi. Trend della raccolta differenziata di rifiuti urbani, 2001-2008 70 60 Raccolta Differenziata (%) 50 obiettivo nazionale anno 2008 40 30 20 10 0 Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale Regionale 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: elaborazioni ARPA sui dati provenienti dai rendiconti comunali Focus sull’Emilia Romagna Nel 2008 la produzione totale di rifiuti urbani in Emilia Romagna è sta- ta di circa 3 milioni di tonnellate, con un incremento del 3% rispetto al 2007, pari a una quota di 695 kg per abitante. Più di 1.367.000 tonnellate di rifiuti (il 45,4% del totale) sono state raccolte in modo differenziato quasi il doppio della media nazionale del 27,5% - superando l´obiettivo del 45% previsto per l’anno dalle normative vigenti. I rifiuti indifferenziati prodotti nel 2008 sono stati smaltiti secondo queste quote: discarica 56%; incenerimen- to 33%; bio-stabilizzazione 8%; produzione combustile da rifiuti (CDR) 2% e 1% a recupero come materiali selezionati. (fonte: Arpa Emilia Romagna) 3
LO SCENARIO NAZIONALE E REGIONALE Il sistema impiantistico per la gestione dei rifiuti urbani in Emilia Romagna Gli impianti di incenerimento per rifiuti urbani e combustibile da rifiuti (CDR) attivi sul territorio regionale sono 8 (47 in Ita- lia) per una capacità autorizzata complessiva pari a 1.044.100 tonnellate. L’unica provincia a non essere dotata di impianti di smaltimento è quella di Parma che continua a conferire, in deroga alla normativa, i propri rifiuti in impianti extraprovinciali. n Sistema impiantistico della Regione Emilia-Romagna Piacenza Parma Ferrara Reggio E. Bologna Ravenna Modena Forlì Cesena Rimini Impianti di incenerimento di rifiuti urbani e CDR (combustibile da rifiuti) 4
LO SCENARIO A PARMA Il Modello Parma: riduzione, riciclo e recupero energetico n Dal piano infraregionale dai rifiuti come in Europa del 1994 al Piano Provincia- Nel territorio di Parma, con l’attuazione del Piano Provinciale Gestione le Gestione Rifiuti del 2005 Rifiuti, approvato nel 2005, gli interventi per una gestione efficiente Le radici del problema dello smaltimento dei rifiuti nella dei rifiuti si orientano principalmente su tre aree: Provincia di Parma risalgono • la riduzione della produzione al 1998, anno in cui il Piano • il riciclo e il riuso dei materiali Infraregionale di Smaltimento • il recupero energetico e di calore attraverso la termovalorizzazione. Rifiuti del 1994 non era ancora stato attuato. Il piano preve- deva, tra le altre misure, la Tariffe di di smaltimento realizzazione Nella provincia di Parma, a causa della totale dipendenza dal- di 4 discariche e il } l’esterno per lo smaltimento dei propri rifiuti, la tariffa relativa allo smaltimento è elevata rispetto alle altre province e destinata a crescere nei prossimi anni. Ad esem- pio la tariffa di smaltimento dei rifiuti urbani è stata a Parma di 160 Euro/t nel 2009 contro i 105 Euro/t e 117 Euro/t rispettivamente di Reggio Emi- lia e Piacenza. In assenza di impianti di smaltimento, oltre a difficoltà di reperimen- to della disponibilità, questa cifra è destinata a salire a circa 200 Euro/t in 3-4 anni. Allo stato attuale, l’utilizzo di impianti di smaltimento extraprovinciali rappresenta una soluzione sempre più costosa e soggetta a future limita- zioni, sia per la previsione di una drastica riduzione delle discariche come previsto dalla normativa europea, sia per l’incertezza derivante dalla disponibilità di altri, in deroga a quanto previsto dalla normativa vigente, ad accogliere materiale di scarto prodotto nell’am- bito territoriale di Parma. La Riduzione dei rifiuti } potenziamento dell’incene- Le Istituzioni locali ed Enìa hanno avviato importanti iniziative per ritore di Cornocchio. Stante ridurre la quantità di rifiuti alla fonte. la gravità della situazione si procedette con la realizzazio- ne del preselettore, tutt’ora n Il compostaggio domestico in funzione, che permette la Con il processo di compostaggio i rifiuti da scarti vegetali e alimentari separazione di quattro frazioni possono essere convertiti in terriccio per concimare. Il compostaggio dal rifiuto indifferenziato (sec- può essere praticato nel giardino delle singole abitazioni utilizzando ca, umida, metalli ferrosi e metalli non ferrosi). In questo cassoni di legno o pallets di recupero a rete metallica. Ai cittadini modo si evitava di avviare allo che scelgono di adottare questa pratica viene riconosciuto uno sconto smaltimento il rifiuto indiffe- sulla tariffa rifiuti. Enìa regala agli utenti un manuale per effettuare renziato e allo stesso tempo il compostaggio con tutte le istruzioni per l’uso. si incideva positivamente sui costi dell’ecotassa per i citta- dini. Nel 2001 l’inceneritore n Acquapubblica: riduzione dei rifiuti in plastica del Cornocchio è stato chiuso Enìa, promuove l’utilizzo dell’acqua pubblica attraverso l’iniziativa Ac- in quanto tecnologicamente quapubblica nelle case e nelle mense scolastiche. Con l’utilizzo del- obsoleto e non più rispon- l’acqua dell’acquedotto pubblico si può usufruire di un’acqua buona, dente ai requisiti di sicurezza controllata e garantita che evita inquinamento atmosferico dovuto a ambientale. } 5
LO SCENARIO A PARMA produzione, trasporto e smaltimento delle bottiglie, con un risparmio } L’assetto seguito sino- di spesa e, soprattutto, con un beneficio per l’ambiente e la salute dei ra, ha fatto sì che i rifiuti cittadini. Con Acquapubblica i cittadini contribuiscono a ridurre note- indifferenziati prodotti nella provincia di Parma vengano volmente la quantità di rifiuti. smaltiti, in deroga alla nor- mativa vigente, in impianti La raccolta differenziata, il riciclo e il riuso dei materiali extraprovinciali: i rifiuti non Nel 1997, la percentuale di raccolta differenziata della Provincia si ag- riciclabili di circa 450.000 abitanti gravano su im- girava intorno all’11,08 %, pari a circa 53 Kg pro-capite anno, contro pianti esterni e, quel che è 476 Kg pro-capite di rifiuti prodotti. A Parma, già nel 2002, il dato era più preoccupante, la pro- salito al 19,66% e nel 2005 al 30,11%. Nel frattempo a livello euro- vincia di Parma, unica in peo si affermava un sistema di raccolta differenziata non tradizionale, tutta la regione, è comple- quello del “porta a porta”. tamente dipendente da al- tri per il loro smaltimento. Per risolvere questa situazio- La raccolta differenziata porta a porta in sostituzione dei tradiziona- ne di criticità la Provincia di li cassonetti stradali, è stata avviata a Parma dal 2006 innescando un Parma, dopo un confronto percorso virtuoso. La quantità di rifiuti differenziati avviati al riciclo che ha coinvolto cittadini, è notevolmente aumentata: ha raggiunto il 48,4% nel 2008 e si atte- enti locali e associazioni, è giunta all’approvazione sta su valori superiori al 53% nel 2009 (dato stimato). Di conseguen- del nuovo P.P.G.R. (Piano za si sono ridotti i rifiuti indifferenziati in misura corrispondente. Provinciale per la Gestione dei Rifiuti) con la Trend della raccolta differenziata a Parma e provincia 1997 - 2008 deliberazione del Consiglio 50 Provinciale n°32 45 del 22 marzo 2005. Il P.P.G.R. 40 stabiliva un 35 raccolta differenziata (%) obiettivo per il 2012 di almeno 30 il 56,4% di rac- 25 colta differen- ziata e, in linea 20 con la norma- tiva nazionale, 15 l’autosufficien- 10 za del bacino della provincia 5 di Parma per 0 quanto riguarda 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 lo smaltimento della quota di Comune di Parma Provincia di Parma Fonte: Osservatorio Provinciale Rifiuti rifiuti non desti- nata a riciclo. n Per il Comune di Parma, che presenta una produzione di circa il 46% dei rifiuti urbani dell’intera provincia, si è studiato un modello di rac- colta domiciliare flessibile ed attento alle caratteristiche della città. La programmazione degli interventi prevede di coprire con la raccolta porta a porta l’intero territorio servito da Enìa. A fronte dei buoni risultati ottenuti si ritiene che il valore di raccolta differenziata al 2012 possa arri- vare al 65% a livello provinciale. 6
LO SCENARIO A PARMA Come vengono riciclati i rifiuti n Riciclo e Riuso: i Centri I diversi materiali raccolti vengono avviati al recupero grazie alle con- di Raccolta e il ritiro a venzioni stipulate con i Consorzi di Filiera gestiti dal CONAI (Consorzio domicilio degli ingombranti Nazionale Imballaggi). Per il conferimento dei rifiuti Le destinazioni delle principali frazioni di materiali raccolte da Enìa nel ingombranti e dei materiali 2008 nella Provincia di Parma sono: riusabili o riciclabili esistono 29 centri di raccolta gestiti } Quantitativi Materiale Consorzio di filiera Piattaforma di conferimento 2008 (t) Carta e cartone COMIECO 27.429 Cartiera Ghirardi di Parma Impianti di compostaggio di Mezzani, Organico 15.203 Aimag e C.a.m.p.o. di Modena Plastica CO.RE.PLA. 2.019 C.S.P. di Reggio Emilia Lattine di ferro e Impianti di Montecchi di Medesano e C.N.A. 1.648 mettalli (no alluminio) Carbognani di Parma Lattine di alluminio C.I.AL. 17,9 Lavetri di Villa Poma - Mantova e alluminio Vetro CO.RE.VE 7.799 Furlotti di San Polo di Torrile Impianti di compostaggio (Agriflor; Agrinord Srl; C.A.M.P.O. di Modena; Vegetale 33.643 Consorzio Parco Regionale Boschi Di Carrega - Vivaio; Fertitalia; Tercomposti; C.T.M di Bergamo) Batterie CO.BAT 131 CO.BAT. Legno RILEGNO 10.576 S.I.A. di Viadana Pneumatici 310 Produzione di granulato per cementifici Olii minerali esausti CONOE 31,4 CONOE Olii vegetali esausti COIL 31,1 COIL Apparecchiature elettriche ed Sistema RAEE 970 Sistema RAEE elettroniche Inerti 2.656 Settore edile Toner e cartucce 3,9 Rigenerazione e recupero esausti Ingombranti 640 Trattamento per il recupero Multimateriale CO.RE.PLA. leggero (plastica e Argeco (Ferrara) per la separazione C.N.A. barattolame) 14.568 Multimateriale CO.RE.PLA. leggero (plastica e C.N.A. Furlotti ed Eurovetro per la separazione barattolame) COREVE L’attività di sensibilizzazione e formazione } da Enìa. Tre centri di raccolta sono a La possibilità di raggiungere risultati importanti soprattutto nella ridu- servizio del Comune di Parma: zione e nel recupero dei materiali passa certamente attraverso un’azio- • in Via Lazio; ne continuativa e capillare di sensibilizzazione ed informazione dei • in Via Barbacini; cittadini, degli enti e delle imprese. • in Via Bonomi. } 7
LO SCENARIO A PARMA Enìa promuove diverse iniziative per l’assunzione delle proprie respon- } In molti comuni della sabilità sociali, industriali ed etiche nei confronti di questo comune provincia di Parma, Enìa ha problema dalle implicazioni ambientali. attivato anche un servizio Molti progetti sono stati avviati nel territorio per approfondire temi gratuito di ritiro domicilia- che riguardano i rifiuti, la raccolta differenziata, il riuso e il riciclag- re dei rifiuti ingombranti. Tramite una prenotazione gio dei materiali, l’acqua e il risparmio idrico, l’energia e il risparmio telefonica, gli operatori Enìa energetico. n ritirano i rifiuti direttamen- te presso le abitazioni dei cittadini. Il servizio, oltre che nel Comune Capoluogo, è attivo nei Comuni di: Collecchio, Langhirano, Medesano, Mezzani, Montechiarugo- lo, Neviano, Polesine, Sala Baganza, Salsomaggiore, Sorbolo, Torrile, Traversetolo e Zibello. n n • “Ambientarsi con Enìa”, il ricco programma di offerte formative che l’Azienda mette a disposizione della scuola, articolato in visite guidate, lezioni, laboratori didattici e nuove iniziative di educazione ambientale; • le stazioni ecologiche informatizzate che consentono ai cittadini di accumulare punti e vincere premi in funzione della qualità e della quantità di materiale conferito; • il “rifiutologo” – materiale informativo sul corretto conferimento e sul recupero dei materiali riciclabli – distribuito capillarmente alle famiglie; • gli informatori ambientali che acompagnano le attività di trasformazione del servizio di raccolta differenziata per fornire ai cittadini tutte le informazioni utili sulle modalità di conferimento dei materiali e sul loro ciclo di recupero; • il materiale informativo sul compostaggio domestico per guidare i cittadini nel recupero diretto dei rifiuti organici, trasformandoli in terriccio fertilizzante per la floricoltura e l’orticoltura; • le domeniche ecologiche con la presenza in luoghi pubblici per fornire informazioni sulle raccolte differenziate ed il recupero dei materiali; • il progetto “Anche a tavola si può” per stimolare i cittadini a ridurre la produzione dei rifiuti già durante i pranzi e le cene, bevendo acqua del rubinetto piuttosto che acqua in bottiglia e recuperando gli avanzi dei pasti per realizzare nuovi piatti, in linea con la cultura gastronomica del territorio. n 8
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA Polo Ambientale Integrato vista sud-est Il completamento del sistema di gestione dei rifiuti nella provincia di Parma Il Polo Ambientale Integrato (PAI) rappresenta lo stru- mento che mancava alla Provincia di Parma per raggiun- gere gli obiettivi di autosufficienza in attuazione di quanto previsto dalla normativa nazionale e dal sistema definito dal Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR). Gli impianti sono stati dimensionati tenendo conto dell’in- cremento della raccolta differenziata che si prevede possa raggiungere la quota del 65% al 2012. Il volume dei rifiuti trattati garantirà l’autosufficienza di smaltimento del territorio. Il Polo Ambientale Integrato prevede impianti per il recupero dei ma- teriali riciclabili ed un termovalorizzatore per recuperare calore per il teleriscaldamento ed energia elettrica dalla parte non riciclabile dei rifiuti. Le ragioni della scelta e le tipologie impiantistiche adot- tate Per la scelta delle tipologie impiantistiche inserite nel Polo Ambientale Integrato sono state effettuate comparazioni con le tecnologie esistenti a livello mondiale; esperti e tec- nici si sono recati in numerosi impianti per verificare lo stato delle tecnologie esistenti e le innovazioni tecnolo- giche in fase di industrializzazione. Queste indagini hanno portato ad effettuare scelte alla luce dell’esperienza del centro-nord Europa che vede la conferma della tecno- logia della termovalorizzazione a discapito di altre so- luzioni che si sono dimostrate non risolutive o non testate su scala industriale. Il progetto di Parma, che si avvale di un processo volto al massimo riciclo dei materiali ed al recupero energetico mediante l’utilizzo delle migliori tecnologie esistenti, assicura un’elevata qualità ed affidabilità 9
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA che lo porrà al vertice dell’eccellenza in Europa. L’estensione del siste- n In Europa si costruiscono ma di teleriscaldamento consentirà, inoltre, di ridurre le emissioni in ancora termovalorizzatori? atmosfera degli ossidi di azoto e di carbonio. In Europa si continuano a realizzare termovalorizzatori migliorandone le tecnolo- La localizzazione dell’impianto: perché l’area Spip Sud gie (dal 2000 in Europa la Il PAI di Parma è stato localizzato nell’area detta Spip Sud. All’in- capacità di combustione terno della macroarea indicata dal Piano Provinciale per la Gestione è cresciuta di 13.000.000 dei Rifiuti (PPGR), le ipotesi di localizzazione sono state verificate e t/anno). Nei Paesi d’Europa valutate alla luce dei vincoli derivanti dalle pianificazioni provinciali con la raccolta differenziata (PPGR e PTCP) e comunale (PSC). L’area selezionata, approvata dal Co- più alta e i conferimenti in mune di Parma, è stata inserita nel Piano Strutturale Comunale (PSC) discarica più bassi (Svizzera, approvato dal consiglio comunale nel marzo 2007 (deliberazione n° Austria, Olanda, Germania, 46). L’area scelta è compresa tra via Forlanini a nord, la TAV a sud, il Danimarca, Svezia ecc), altre Canale Naviglio ad ovest e via Uguzzolo ad est. tecniche, come la gassificazio- ne, la digestione a freddo o i Prestazioni ambientali e controllo delle emissioni trattamenti meccanici non ac- I limiti alle emissioni in atmosfera del PAI, previsti dall’Autorizzazione compagnati dalla termovalo- Integrata Ambientale, sono inferiori rispetto a quelli previsti dalle vi- rizzazione del rifiuto residuo, non vengono considerati come genti normative nazionali ed europee. risolutivi del problema. n Il controllo dell’impatto ambientale viene effettuato utilizzando le mi- gliori strumentazioni e metodiche e tutti i parametri delle emissioni in atmosfera di cui è previsto il controllo saranno monitorati in continuo o campionati automaticamente. Il controllo dell’ambiente è già stato avviato attraverso un piano di monitoraggio articolato su diversi aspetti: qualità dell’aria, qualità dei suoli circostanti (comprensivi di test di mutagenesi), qualità delle ac- que di superficie e sotterranee, rumore, approfondimenti sulla filiera agro-alimentare (latte e pomodoro). Il piano di monitoraggio prevede che gli stessi controlli ven- gano ripetuti in fase di avviamento del PAI e, durante l’esercizio, con cadenze temporali prescritte dall’Autorizzazio- ne Integata Ambientale. L’attività di verifica dei risultati, che saranno costan- temente aggiornati e resi disponibili ai cittadini, sarà effettuata dagli Enti preposti per legge (Arpa, Ausl) a cui si affiancherà il Comitato tecnico-amministrativo nomi- nato dalla Provincia. E’ in corso di attivazione l’ipo- tesi di supervisione da parte dell’Istituto Supe- riore di Sanità. Il progetto Moniter Il PAI è stato inserito anche nel progetto di monitoraggio regionale Moniter, che interessa tutti i termovalorizzatori della regione Emilia Romagna. Il progetto Moniter è promosso dagli Assessorati Regionali alle Politiche per la Salute e all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile e dall’Arpa Regionale con l’obiettivo di ottimizzare le metodologie operative da adottare per l’esecuzione del monitoraggi e la valutazioni degli aspetti ambientali e sanitari nelle aree circostanti i termovalorizzatori operativi in regione. 10
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA Come è strutturato il PAI Il PAI è localizzato su un’area di circa 58 ettari (50 dei quali di nuova piantumazione con circa 15.000 alberi ed arbusti, di cui 33 accessibili al pubblico), compresa quella interes- sata alla riqualificazione del canale Naviglio, ed è composta da: • impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti urbani residui della raccolta differenziata. Il trattamento biologico della frazione organica verrà effettuato nell’impianto di biostabilizzazione di Mezzani; • un termovalorizzatore cogenerativo per lo smalti- mento della frazione residua con la produzione di ener- gia termica, utilizzata per il teleriscaldamento, e di energia elettrica immessa nella rete di distribuzione; • impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali, raccolte differenziate e multi materiale; • fabbricati per controllo accessi e pesatura, uffici e servizi per il personale e parcheggi; • autorimesse e officine per i mezzi adibiti alla pulizia ed alla raccol- ta dei rifiuti, magazzini per i materiali. La capacità di smaltimento del termovalorizzatore sarà di: • 70.000 tonnellate all’anno di rifiuti urbani residui della raccolta differenziata domestica e del trattamento meccani- co-biologico. Questo valore costituisce il 25% dei rifiuti urbani prodotti nel 2012 nella provincia di Parma e si po- siziona tra i livelli di eccellenza in Europa; • 60.000 tonnellate all’anno di rifiuti costitui- ti da: fanghi di depurazione non recuperabili in agricoltura, rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività produttive, rifiuti ospedalieri e cimiteriali. n Le Caratteristiche Nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla tecniche del Provincia di Parma è stabilito che nel Polo Ambientale Integrato termovalorizzatore • Quantità di rifiuti autoriz- potranno essere trattati solo rifiuti provenienti dall’ambito pro- zati in ingresso: 130.000 vinciale. tonnellate/anno Il termovalorizzatore produrrà energia elettrica, che coprirà il fab- • Capacità di smaltimento bisogno medio di circa 75.000 cittadini, ed energia termica, che nominale: 16,25 tonnella- consentirà a circa 38.000 cittadini di allacciarsi al sistema di te- te/ora leriscaldamento di Parma, sostituendo o evitando l’installazione di • Periodo di funzionamento impianti di riscaldamento individuali. Anche questo dato rappresenta indicativo: 8.000 ore/anno un’eccellenza nel panorama italiano. • Potenza elettrica lorda Le scorie prodotte dalla combustione dei rifiuti (pari a circa il 22-23% nominale turbina: del quantitativo totale di rifiuti trattati) verranno riciclate per la pro- 18 Mega Watt elettrici duzione di cemento. • Potenza termica erogabile: 40 Mega Watt termici • Quantità di energia elet- trica lorda: 128.000 Mega Wattora elettrici anno • Quantità di energia termica lorda: 189.000 Mega Wattora termici anno. n 11
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA n Le principali dotazioni impiantistiche IL PARCO Il termovalorizzatore sarà dotato di un sistema impiantistico che utilizza le migliori tecnologie L’area, ove sta sorgendo il PAI, ha un’estensione di attualmente disponibili (Best Available Techni- 50 ettari, con circa 15.000 alberi e arbusti, di cui 33 ques): completamente accessibili al pubblico. • linea di pretrattamento dei rifiuti urbani resi- dui alla raccolta differenziata (TMB) • 2 linee di combustione a griglia e caldaia per la produzione di vapore surriscaldato con prima fase di trattamento dei fumi per l’abbattimento degli ossidi di azoto con sistema non catalitico (SNCR); PALAZZINA UFFICI E • 1 linea di recupero di energia termica e produ- SPOGLIATOI DEL PERSONALE zione di energia elettrica con turbogeneratore; • 2 linee di trattamento fumi ciascuna con due stadi di abbattimento dei gas acidi, dei microin- quinanti e delle polveri e con sistema catalitico (SCR) per l’ulteriore abbattimento degli ossidi di azoto e dei microinquinanti (diossine); • linea di essiccamento dei fanghi di depurazione; • linea di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti ospedalieri; • sistemi di monitoraggio, supervisione e con- trollo; • impianti, servizi accessori e caldaie ausiliarie per il teleriscaldamento. La progettazione, realizzazione e gestione del termovalorizzatore tiene conto delle Best Available Techniques (BAT) europee così come definito dalla direttiva IPPC 96/61/EC. Tali nor- me, che regolano sia le tecnologie utilizzate che le emissioni nell’ambiente, sono le più restritti- ve a livello mondiale. In sintesi le BAT richiedono che l’Autorizzazione Integrata Ambientale per un termovalorizzato- re sia concessa solo a condizione che tutte le attività connesse alla vita dell’impianto (proget- tazione, costruzione, gestione, manutenzione e dismissione): • assicurino un alto livello di protezione del- l’ambiente nel suo complesso; • siano state testate su scala industriale. n Localizzazione del Polo ambientale integrato TERMOVALORIZZATORE polo ambientale integrato linea TAV autostrada A1 12
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA STAZIONE DI CONTROLLO RICOVERO PER MEZZI RICOVERO PER MEZZI ACCESSI E PESATURA LEGGERI RACCOLTA RIFIUTI LAVAGGIO MEZZI RIFORNIMENTO CARBURANTI OFFICINA MECCANICA RICOVERO MEZZI D’OPERA ED ATTREZZATURE MAGAZZINO IMPIANTI di SELEZIONE e di TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO (TMB) 13
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA Il Processo autorizzativo del PAI Il 31 marzo 2006, dopo la delibera del Consiglio Comunale di Parma sulla localizzazione, si è dato il via alla procedura per l’autorizzazione del PAI (Leggi Regionali n. 9/99 e n. 21/04 e D.Lgs. n. 59/05). Il Processo autorizzativo, espletato dalla Provincia di Parma e concluso con deliberazione della Giunta provinciale (n. 938 del 15/10/2008), è durato quasi tre anni e si è svolto nelle seguenti fasi di studio, verifica e valutazione: • proposta di schema dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) e presentazione del progetto preliminare (scoping) – luglio 2007; • presentazione della richiesta di Autorizzazione comprendente lo Studio di Impatto Ambientale, il progetto definitivo e la domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) – novembre 2007; • convocazione da parte della Provincia di Parma della Conferenza dei Servizi composta, oltre che dalla Provincia, da Arpa, Ascaa, Ato, Ausl, Comando dei Vigili del Fuoco, Comuni di Colorno, Mezzani, Parma, Sor- bolo e Torrile, Consorzio della Bonifica parmense, Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio, Soprintendenza per i beni archeologici, Direzione regionale dei Beni culturali e paesag- gistici, Regione Emilia Romagna - Servizio Tecnico Bacini Trebbia e Taro, Snam Distribuzione e Tav – marzo 2008; • Autorizzazione Integrata Ambientale per la realizzazione e gestione del PAI da parte di Enìa, a seguito dell’approvazione del progetto definitivo, del parere positivo sulla Valutazione di Impiatto Ambientale e della dichirazione di pubblica utilità - 15 ottobre 2008. La realizzazione del PAI A seguito del rilascio dell’AIA, il 28 settembre 2009, sono iniziati i lavori di realizzazione del Polo Ambientale Integrato. Sulla base di gare pubbliche europee ad oggi sono state aggiudicate le seguenti forniture: • 2 generatori di vapore a griglia, al raggruppamento costituito da Ruths S.p.A., Sices Consortium, Stiefel Italia; • sistema di depurazione dei fumi, alla società Area Impianti S.p.A.; • opere civili e balance of plant, raggruppamento costituito da CCC Soc. Coop., Sices Contruction S.p.A., Mark Projekt Sp.zo.o, Tecnopolis Soc. Coop. L’ammontare impegnato da Enìa, compresi i terreni, è di circa 110 milioni di euro. L’avviamento dell’impianto è confermato nel primo semestre del 2012. Il progetto di inserimento paesaggistico – ambientale Nella progettazione del PAI si è tenuto conto dell’inserimento pae- saggistico-ambientale degli impianti e delle strutture. Pertanto attor- no agli impianti è stata disegnata un’area verde di circa 50 ettari, di cui 33 accessibili al pubblico (circa due volte il Parco Ducale 14
IL POLO AMBIENTALE INTEGRATO DI PARMA di Parma). La realizzazione della grande area verde, all’interno della quale troverà sede il PAI, porterà al recupero complessivo del valore paesaggistico ed ecologico del territorio con la costituzione di un grande ecosistema che, insieme al Canale Naviglio, contri- buirà in modo determinante alla salvaguardia della fauna e della flora locale. L’ampia zona verde – dove saranno messi a dimora circa 15.000 alberi e arbusti – avrà soprattutto una funzione di mitigazione ambientale sia per quanto riguarda i gas serra che le polveri derivanti anche dal traf- fico veicolare. Gli alberi agiscono come “carbon sink” dell’anidride carbonica, fissandola e conservandola nel legno. Le foglie, provviste di peli e ricoperte di sottili strati di cere e resine, avranno invece la funzione di intercettare le polveri. Lungo il Canale Naviglio verrà realizzata una pista ciclabile che raccorderà quella proveniente dalla città con quella che si sviluppa nell’area SPIP. n Polo Ambientale Integrato vista nord-ovest 15
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE I termovalorizzatori moderni: tecnologia sicura e affidabile La possibilità di recuperare energia segna la linea di confine tra i vecchi inceneritori e i moderni termovalorizzatori, ma non è l’unica differenza: i due tipi di impianti sono infatti separati anche da un’evoluzione tecnologica paragonabile alle differenze tra i primi mo- tori a gasolio (euro 0) e gli attuali motori multijet (euro 5). L’impatto ambientale degli impianti di ultima generazione risulta oggi estremamente contenuto e il rischio sanitario è assolutamente trascurabile. Proprio per questo motivo in tutta Europa i moderni ter- movalorizzatori sono inseriti anche nel contesto urbano, in città come Vienna, Berlino, Barcellona, Amburgo, Friburgo, Copenhagen, Amsterdam, Parigi, ecc. Il parere della comunità scientifica internazionale Fuori dell’Italia non si segnalano particolari contestazioni contro i moderni termovalorizzatori con recupero di energia: questi impianti sono ritenuti compatibili con le esigenze di tutela ambientale e utili in termini di sostenibilità per la capacità di recupero energetico e di produzione di calore per il teleri- scaldamento. Il rischio sanitario teorico ad esso associabile è giudicato irrilevante. I termovalo- rizzatori continuano ad essere costruiti anche in quei Paesi considerati virtuosi come la Ger- mania. In Europa, infatti, questi impianti pos- sono essere autorizzati e costruiti solo nel rispetto di una normativa che, con riguardo alle emissioni prodotte, ha fissato i limiti più rigorosi al mondo (Best Available Techniques – da applicare ai nuovi termovalorizzatori realizzati in Europa). n Il workshop OMS a Roma del 2007 L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel marzo del 2007 a Roma, 16
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE ha presentato in un workshop i dati scientifici emersi da nu- merosi studi sulla salute della popolazione in relazione alla gestione dei rifiuti. L’aspetto fondamentale associato agli impianti di termovalorizzazio- ne emerso dal meeting riguar- da la sostanziale differenza tra gli impianti moderni e quelli di vecchia generazione in termi- ni di emissioni di diossina. Il WHO (OMS) ha concluso che, grazie all’adozione delle Best Available Techniques imposte dall’UE, gli effetti sulla salu- te della popolazione residen- te in prossimità di impianti Termovalorizzatore di Vienna di nuova generazione stanno divenendo sempre meno pro- babili. n La Ricerca del Ministero dell’Ambiente Tedesco (“Waste incenera- tion – A potential danger?” – settembre 2007) Si tratta di uno studio del Ministero dell’Ambiente tedesco che ha preso in esame il periodo che va dal 1990 al 2000. In quegli anni le normati- ve europee e tedesche hanno imposto l’adeguamento degli impianti di incenerimento alle migliori tecnologie. Il risultato della ricerca è stato che le emissioni di inquinanti da termovalorizzatori si sono ridotte di 1.000 volte rispetto al livello dei precedenti inceneritori. n La Posizione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia Per quanto riguarda l’Italia, la posizione espressa dall’Associazione Italiana di Epidemiologia, rappresenta oramai un punto fermo nel di- battito in corso. Il documento redatto da questa Associazione, dopo aver anch’esso evidenziato la notevole riduzione delle concentrazioni di molti inquinanti nelle emissioni prodotte dagli impianti di nuova generazione, osserva che questi valori non sono dissimili e risultano, anzi, in alcuni casi inferiori a quelli riconducibili ad altre sorgenti emissive (in particolare traffico veicolare e insediamenti industriali ecc.) presenti nella stessa area. Riguardo poi al rischio sanitario che viene paventato, l’affermazione è netta. La valutazione delle osservazioni epidemiologiche dispo- nibili – conclude il documento dell’Associazione – “non depone per un incremento del rischio per la salute umana del trattamento dei rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori tecnologie”. n Lo studio del Politecnico di Milano sulle polveri ultrafini Nell’ambito del dibattito aperto trovano oggi risonanza anche quelle 17
TERMOVALORIZZAZIONE E SALUTE argomentazioni che sollevano la problematica delle polveri ultrafini, meglio note come “nanopolveri”. Lo studio “Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combu- stione” realizzato dal DIIAR del Politecnico di Milano nel maggio 2009, conclude che “Ferma restando la doverosa attenzione al ruolo ambien- tale del particolato ultrafine ed ai suoi componenti, dall’analisi delle implicazioni tossicologiche degli studi nel settore non emergono indicazioni di rischi particolari attribuibili alle polveri ultrafini provenienti da combustione dei rifiuti, purchè in linea con la miglio- re tecnologia disponibile. Le concentrazioni di polveri ultrafini nei fumi emessi da caldaie per riscaldamento civile spaziano da valori simili a quelli riscontrabili per l’aria ambiente, per le caldaie a gas naturale, fino a valori di oltre mille volte superiori, per le caldaie a legna e gasolio. Le concentrazioni di polveri ultrafini rilevate all’emissione di termova- lorizzatori risultano generalmente collocate sugli stessi livelli, quando non addirittura inferiori, a quelli presenti nell’aria dei siti di localiz- zazione”. n Il parco del Polo Ambientale Integrato vista ovest 18
ALCUNE DOMANDE RICORRENTI SUL TEMA In Europa si continuano a costruire impianti di termovalorizzazione? Sì, al termine del decennio 2000-2010 nell’Europa occidentale saranno realizzati 79 nuovi progetti con una capacità di 13.000.000 tonnellate/ anno sia in sostituzione di impianti obsoleti che come nuovi impianti. Che cosa accade invece nel resto del mondo? In molti Paesi extraeuropei si utilizza anche in modo estensivo lo smal- timento in discarica, fenomeno che le normative europee ten- dono a limitare in modo restrittivo a causa del pesante impat- to sull’ambiente. Prova ne è che la normativa europea (direttiva 2008/98/CE art. 4), nella gerarchia di trattamento dei rifiuti, pone lo smaltimento in discarica all’ultimo posto dopo il recupero di ogni tipo, compreso quello energetico. Termovalorizzazione e salute: c’è da preoccuparsi? I termovalorizzatori rappresentano una delle categorie di impianti in- dustriali fra le più controllate, anche se le loro emissioni, in termini sia quantitativi che qualitativi sono assolutamente marginali rispetto alle altre fonti emissive (traffico, impianti industriali, riscaldamento). Sulla base delle esperienze e delle conoscenze accumulate è possibile affermare che i termovalorizzatori di nuova generazione, se progetta- ti e gestiti in maniera corretta, sono assolutamente compatibili con l’ambiente. Cosa dicono le evidenze scientifiche in relazione al rapporto ter- movalorizzatori e tumori? I più autorevoli studi internazionali concordano nel ritenere che non esistano prove scientifiche di una correlazione tra l’attività dei ter- movalorizzatori e l’insorgere di tumori. Su questo punto con- cordano, ad esempio, la Posizione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (aprile 2008), nonché una serie di studi in- ternazionali presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sa- nità a Roma nel 2007 (Workshop Population Health and Waste Management: scientific data e policy options) e alla stessa con- clusione sono arrivati gli studi dell’Università di Modena (l’ultimo dei quali è stato pubblicato di recente sulla rivista internazionale Waste Management) analizzando l’attività del termovalorizzatore di Modena tra il ’91 e il 2004. Esistono esperienze italiane che dimostrino l’efficacia dei control- li? Evidenze dell’efficacia dei controlli si rilevano da numerose attività svolte dagli enti preposti. Ad esempio si possono citare i risultati ot- tenuti dalle Arpa in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. I termovalorizzatori sono una delle principli fonti emissive di na- nopolveri? No, l’apporto in termini di emissioni dei termovalorizzatori è decisa- mente inferiore a quello di diverse attività industriali (cementifici, centrali termoelettriche ecc.), a quello del traffico con motore a scop- pio e a quello della combustione domestica di legna. 19
ALCUNE DOMANDE RICORRENTI SUL TEMA Un impianto di termovalorizzazione può coesistere con un territo- rio a vocazione agricola? Il caso di Bolzano, con le evidenze delle rilevazioni effettuate dagli enti di controllo, dimostra la totale compatibilità tra la presenza di un termovalorizzatore e la presenza di coltivazioni agricole, nella fatti- specie le mele trentine. Recupero energetico e raccolta differenziata possono convivere? Assolutamente sì. Per questo nelle regioni del Nord Italia più virtuose (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia-Giulia e Toscana), che hanno messo in atto un si- stema integrato di gestione dei rifiuti, in presenza di una quota importante di raccolta differenziata viene effettuata anche una quota significativa di termovalorizzazione. Lo stesso schema è replicato nei Paesi del centro-nord Europa in cui coesistono valori elevati di raccolta differenziata complessiva con quote di recupero energetico del 25-35% e bassi livelli di smalti- mento in discarica. I trattamenti “a freddo” sono alternativi agli impianti? Non esiste nessuna esperienza consolidata su scala industriale che possa far pensare all’utilizzo dei trattamenti “a freddo” come sistemi alternativi. È vero che i trattamenti a freddo raggiungono l’obiettivo dei “ri- fiuti zero”? Non esiste nessuna esperienza consolidata su scala industriale che for- nisca evidenze in questo senso. Lo smaltimento in discarica è più sicuro della termovalorizzazione? Lo smaltimento in discarica è molto più impattante anche nel tempo (centinaia di anni). Proprio per l’impatto ambientale prodotto, la nor- mativa europea (direttiva 2008/98/CE art. 4) pone lo smaltimento in discarica all’ultimo posto nella gerarchia di trattamento dei rifiuti. L’obiettivo di eccellenza in Europa è scendere al di sotto del 10% di smaltimento in dicarica. Alcuni Paesi (per esempio la Svizzera) hanno già centrato l’obiettivo. Quali sono le iniziative di ambientalizzazione che possono essere messe in atto quando si costruisce un termovalorizzatore? La phyto remediation è un sistema di mitigazione ambientale parti- colarmente efficiente. Le piante producono effetti concreti sul clima urbano, filtrano e purificano l’aria dalle polveri e dagli inquinanti, con- corrono a ridurre il consumo energetico, svolgono un ruolo fondamen- tale nella regimazione delle acque e nell’aumentare la permeabilità dei suoli, costituiscono un elemento essenziale dell’arredo urbano. L’azione delle piante nei confronti degli inquinanti gassosi si sviluppa attraverso 3 distinti meccanismi a livello sia delle foglie che, in ge- nerale dei differenti tessuti vegetali: i composti vengono assorbiti a livello superficiale, sono immagazzinati nei tessuti cellulari e di conse- guenza inattivati, sono metabolizzati ed utilizzati dalle piante. n 20
Comune di Parma
Stampato su carta riciclata - Aprile 2010
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