Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
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Supplemento al n. 9 del 4 marzo 2016 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS MARZO 2016 NUMERO TRE reg. Trib. di Pinerolo n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN Disegno di Francesco Piobbichi Il mondo viaggia su una barca «Non saranno le frontiere a salvare il mondo» è il titolo di questo disegno. Ne parliamo all’interno. E nel dossier torniamo sui siti olimpici dieci anni dopo
«Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila RIUNIONE DI QUARTIERE persone» (Atti 2, 41) R In preghiera ai margini di una Luciano Deodato assolutamente in grado di valutare l’impatto della pista di bob acconta il libro degli Atti degli apostoli nostra uscita. Ma, di fronte alla previsione di un af- (cap. 2) che i discepoli, mentre erano ri- flusso consistente di persone che si sarebbero river- Alberto Corsani uniti per celebrare insieme la Pentecoste, sate nelle «valli olimpiche» e a Torino in particolare, M olti avvenimenti, ideati e organizzati negli ambiti più vari (civile, politico, culturale, imprenditoriale), hanno coinvolto la Chiesa investiti dallo Spirito santo, uscirono per annunciare al popolo la resurrezione di Gesù. Pare che questa uscita pubblica abbia colto di sor- le nostre chiese avrebbero potuto tranquillamente starsene nel «cenacolo», oppure uscire. È stata fatta la seconda scelta, anche in considerazione del fatto presa la popolazione e riportato anche un gran- che i giochi invernali riguardano l’emisfero Nord, valdese e le sue comunità locali. Qui ci riferia- de successo, se è vero che in quel giorno tremila che registra una consistente presenza di chiese mo alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, per persone si unirono alla prima comunità cristiana. evangeliche. Teoricamente, dunque, più della metà ciò che hanno rappresentato nelle valli alpine, e Ricordiamo l’evento per due motivi. Il primo: a di atleti e partecipanti a vario titolo appartenevano quindi anche nelle valli valdesi. Ma potremmo Gerusalemme in quei giorni erano presenti per- a una confessione protestante. Accoglierli e aprire citare l’attenzione con cui le chiese protestanti sone provenienti da tutte le parti del mondo allora le porte delle nostre chiese ci sembrava essere un milanesi hanno pochi mesi fa seguito la proget- conosciuto. Il secondo: colta l’occasione, il piccolo elementare dovere di ospitalità. tazione e poi il lungo svolgimento dell’Expo. nucleo della chiesa è uscito dal cenacolo tranquil- Questo implicava attrezzarsi in qualche modo In genere si cerca di essere presenti mante- lizzante e protettivo, per affrontare il «mondo». ed elaborare strumenti per renderci visibili. Da nendo una certa distanza critica. In che modo? E questo può suggerire alcune analogie con quan- qui tutta una serie di iniziative che sono servite to è successo da noi per quanto riguarda le Olim- ad aprirci spazi nella città e allacciare rapporti di In primo luogo attraverso quella modalità che piadi invernali di dieci anni fa. Certo non abbiamo fraternità con altre chiese e gruppi evangelici che contraddistingue la vita e la natura stessa delle avuto tremila «conversioni». O, almeno, non siamo durano nel tempo. nostre chiese, eredi del movimento valdese e della Riforma protestante. Quindi una eventua- le partecipazione non viene decisa dai singoli, ma è frutto di una discussione, del lavoro in gruppi di studio, della decisione assembleare. È un atteggiamento maturato nei secoli e riven- dicato anche per il suo carattere formativo: una palestra che insegna ad assumersi responsabi- lità: anche in altri contesti, come quello delle amministrazioni civili. In secondo luogo, quando il piccolo mondo dei protestanti italiani è stato coinvolto in gran- di battaglie politiche, è venuta da sorelle e fratel- li di chiesa una parola chiara: non direttamente politica, ma di testimonianza del contenuto di liberazione che viene dal messaggio evangelico. Disegno di Francesco Piobbichi Una parola chiara nella misura in cui sapeva di essere provvisoria: un contributo alla costru- Il dramma dei migranti visto attraverso l’arte G zione della speranza. Anche un’occasione all’apparenza ricreativa e li sbarchi di profughi e richiedenti asi- che in Italia (Fcei) in collegamento con la Diaco- spettacolare, allora, può essere utile. I nostri lo- lo portano con sé, oltre al dramma del- nia valdese. Diciamo di si perché dove non arri- cali di culto non sono sacri né esclusivi, ospita- la fuga dalla guerra e dalle persecuzioni, va il discorso all’interno degli edifici ecclesiastici, no concerti e dibattiti; e d’altro lato la comunità anche quello dei rischi gravissimi che si dove la politica si impappina, dove le convinzioni si può riunire anche ai margini di una pista corrono per mare. Infatti in tanti muoiono. Per le di ognuno e ognuna di noi ci fanno rinchiudere in di bob, ovunque la testimonianza cristiana si condizioni del mare, delle imbarcazioni, ma so- noi stessi, il linguaggio dei colori e delle emozioni prattutto per la cattiveria con cui gli scafisti orga- ci spinge a superare tutte le interferenze: ci met- incroci con il desiderio di conoscere e ricevere nizzano questi viaggi, che invece di portare verso te in collegamento con la stazione trasmittente di una parola diversa. la speranza tirano dentro gli abissi i viaggiatori. quelle vite in pericolo. Ricevere i loro appelli, come RIUNIONE DI QUARTIERE Di fronte a questi drammi, che suscitano le rea- in un passaparola da telegrafo senza fili, porta a La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione zioni più diverse, dal rigetto totale alla solidarietà scoprire nuove e inedite forme di solidarietà. Basta serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità dei pescatori di Lampedusa, da una politica eu- poco, magari regalare una bicicletta che non usia- ropea sempre titubante e troppo frastagliata alle mo più (come hanno invitato a fare in val Pellice). operazioni di solidarietà delle chiese, è lecito usa- Intanto, per chi deve affrontare il mare, se non ba- re gli strumenti dell’arte? sta ciò che si riesce a fare con le nostre forze, i del- Rispondiamo di sì – e per questo abbiamo fatto fini, in una bella visione o in un bel sogno dipinto la nostra copertina con uno dei dipinti di France- dallo stesso autore, scorteranno uomini, donne, sco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope bambini; per primi faranno in modo che si senta- per conto della Federazione delle chiese evangeli- no un po’ meno soli. Sapremo prendere esempio? Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore: Alberto Corsani (direttore@riforma.it) Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 9 del 4 marzo 2016 recapito postale: Direttore responsabile ai sensi di legge: Luca con Radio Beckwith Evangelica: Simone di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 Torre Pellice (To) Maria Negro Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso, registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 In redazione: Samuele Revel (coord. Eco delle Matteo De Fazio, Daniela Grill, Marco Magnano, ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: redazione.valli@riforma.it Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Diego Meggiolaro, Susanna Ricci, Paolo Rovara, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Claudio Geymonat, Piervaldo Rostan, Federica Matteo Scali e-mail: redazione.torino@riforma.it Tourn (coord. newsletter quotidiana), Sara Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Tourn. Grafica: Pietro Romeo Mondovì (CN) tel. 0174-698335 Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. via S. Pio V 15, 10125 Torino l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2
DOSSIER/Olimpiadi Inizia dall’impegno della chiesa valdese, prima, durante e dopo l’evento mondiale il nostro viaggio 10 anni dopo, fra eredità da gestire e occasioni mancate. La cerimonia inaugurale a Torino - Foto Riforma La chiesa valdese alle Olimpiadi «Le Olimpiadi le vedremo passare su D Samuele revel territorio. “Le olimpiadi avide Rosso, oggi direttore della Fonda- di Torino 2006 le vedre- un bus che risalirà la val Chisone fino a Italia, di parlare di storia e cultura ma anche di as- zione Centro culturale valdese, ha fatto mo passare su un bus Sestriere»: era la profetica battuta di sistenza e azioni sociali. parte della redazione Internet della Com- navetta che risalirà la un residente. L’occasione non sfruttata Ci si attivò per entrare missione 2006 della Chiesa valdese, nata valle con il suo carico di completamente dalla chiesa ma da cui maggiormente in dialogo a seguito di un pronunciamento del Sinodo del spettatori-turisti diretti è scaturita la spinta a dialogare con gli con le altre chiese». 2000, che individuava nelle Olimpiadi di Torino a Pragelato o Sestriere altri, ancora oggi in crescita. Che cosa è rimasto di 2006 «un’occasione di presenza evangelica». Sei e nulla più”, mi confidò tutto quello sforzo? «Si- anni di lavoro per provare a essere pronti nel 2006 un’abitante della val Chisone…». curamente qualcosa relativamente al dialogo con a «comunicare il patrimonio di fede, di storia e di A margine dell’evento sportivo ci sono state le gli altri; si utilizzano ancora oggi gli strumenti di cultura della Chiesa valdese a chi sarebbe arriva- «Olimpiadi della cultura», che avrebbero dovuto comunicazione pensati allora, anche se fortuna- to da ogni dove». Difficile capire oggi se un’eredi- essere un’occasione per far conoscere al mondo tamente se ne usano anche di nuovi; è rimasta, in tà sia rimasta da quella «esperienza» particolare «l’anima e la cultura del territorio». «Dovevano negativo, la necessità di dire agli italiani chi sono nell’evento a cinque cerchi. servire – continua Rosso – anche per avviare col- i valdesi e i metodisti: in molti ancora non lo san- «Alcuni temi sembravano all’inizio caratterizzare laborazioni fattive fra gli operatori in un’ottica di no, così come c’è poca conoscenza del protestan- il percorso del territorio e della Chiesa valdese – ci sviluppo turistico che guardi al patrimonio sto- tesimo storico. L’impressione è che nel 2006 si sia dice –: come presentarci al mondo e come comuni- rico, culturale e ambientale. Alla fine di progetti riusciti a comunicare all’interno delle Chiese ma care chi si è, la propria storia di chiesa, il proprio agi- se ne salvarono pochi: il falò dei valdesi, Mousiké, in maniera non sufficientemente efficace verso re. Insomma le Olimpiadi fin da subito furono viste il sito del Forte di Fenestrelle. Il Toroc ha prefe- l’esterno». Infine, una valutazione anche sulle Pa- come opportunità di sviluppo turistico dal territorio rito promuovere manifestazioni di arte moderna ralimpiadi. «Accogliere – conclude Rosso – è in e dalla Chiesa: un luogo da cui comunicare e fare e contemporanea, cene letterarie... Sull’ambiente primo luogo riconoscere le persone, prendere atto conoscere il proprio patrimonio di fede». non occorre dire molto, è visibile quanto è sta- del loro valore, delle loro possibilità ma soprat- «La Chiesa, attraverso il Comitato 2006 – ri- to fatto. L’impressione è che le Olimpiadi come tutto impegnarsi per la promozione allo sviluppo corda Rosso –, organizzò alcuni incontri pubblici evento di territorio non si siano manifestate, o dell’educazione del contesto in cui viviamo. L’in- sullo sport e la fede e alcune chiese si organiz- non le si sia sapute sfruttare». tegrazione delle persone diversamente abili può zarono predisponendo dei programmi articolati Ma addentriamoci nell’aspetto riguardante la infatti essere realizzata solo in un contesto a mi- di Tempio aperto e di presenza “attiva” nell’ac- chiesa. «La situazione è stata forse un po’ diversa. sura di tutti ma che al contempo non imponga le coglienza di quelli che sarebbero dovute essere Le Olimpiadi sono state un’occasione per pensare stesse mete da raggiungere ai singoli individui. Da migliaia di persone a spasso per le Valli e Torino alla propria comunicazione, per incontrare per- allora su questi temi la riflessione della Diaconia (poi in realtà furono molte di meno). Come gior- sone vicine, per dare gambe a idee come quella valdese non si è fermata. Forse questa è una delle nalista in quel periodo scrissi numerosi articoli e delle “strade dell’esilio” dei valdesi. Si cercò di far eredità di Torino 2006 che occorre continuare a diverse furono le interviste che raccolsi anche sul conoscere chi sono i valdesi e i metodisti oggi in coltivare». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3
DOSSIER/Olimpiadi L’evento vero e proprio visto dall’«esercito» dei volontari (Carlo Gribaudo e Laura Giacotto) e da un’atleta (Debora Montanari): fatiche ed emozioni irripetibili e indimenticabili L’abbraccio alla medaglia d’oro «S Piervaldo Rostan ono stati giorni davvero unici e fan- tastici»; questo è il primo ricordo di Carlo Gribaudo che con la mo- glie Laura Giacotto ha fatto parte, dieci anni fa, di quell’esercito di 20.000 volontari senza i quali i Giochi sarebbero stati impossibili da gestire. «Il Toroc aveva fatto un invito un paio di anni prima – spiega Gribaudo –: io sarei anda- to in pensione pochi mesi prima delle Olimpiadi, mia moglie riuscì ad accumulare vari giorni di fe- rie e così abbiamo fatto domanda per entrare a far parte dei volontari». In più occasioni i candidati furono chiamati a Torino per incontrare l’ex campione di sci Pieri- no Gros, che aveva il compito di illustrare siti e modalità operative; entrati nel gruppo, Carlo e Laura, come tutti gli altri volontari di cui un bel numero dalle Valli, vengono coinvolti e preparati. «Un anno prima siamo stati chiamati a operare per gli Sport event che dovevano servire a testare Carlo e Laura sulla pista olimpica di Pragelato - Foto Gribaudo organizzazione e impianti. Noi avevamo chiesto di poter essere impiegati a Pragelato per le gare di fin dal mattino presto, per controllare la situazio- con i tifosi delle varie nazioni presenti ai Giochi. fondo e così è stato. Un altro momento che non ne e predisporre l’allestimento per le gare; il mio E, ancora più intensa l’esperienza delle Paralim- dimenticheremo mai è stata la prova generale responsabile era Demetrio Rela di Asiago (suocero piadi, a fianco di atleti capaci di imprese quasi im- della cerimonia di apertura; eravamo il pubblico dell’allenatore di hockey John Parco, nome noto possibili come vedere un atleta di biathlon tirare e l’atmosfera davvero elettrizzante: tutto si svol- nell’ambiente, ndr). Dunque eravamo in costante con la carabina pur privo di entrambe le braccia... se come alla vera inaugurazione, mancava solo il rapporto con gli atleti: un’esperienza davvero uni- Un’esperienza dunque estremamente arricchente presidente della Repubblica!». ca. Mia moglie credo sia stata la prima persona sul piano umano e su quello sportivo; ripetuta, Ventisette giorni filati a Pragelato per Carlo ad abbracciare Giorgio Di Centa subito dopo che in numerose manifestazioni successive in Italia e Gribaudo, bissati poche settimane dopo dall’e- aveva tagliato il traguardo, vincitore della 50 km!. all’estero, dalle Universiadi ai mondiali di hockey: sperienza dei Giochi paralimpici. «Avevo trovato Il pomeriggio di solito più tranquillo, a gare finite, ricordi vivissimi capaci di scaldare i cuori per tut- ospitalità da un amico e dovevo essere sulle piste erano consentiti anche momenti di festa, magari ta la vita». Le Olimpiadi di Debora oppure di allenarti in palestra assieme Prima: «Il mio percorso è iniziato negli a pattinatori di fama mondiale. Fra gli anni ’90 a Torre Pellice. Ho iniziato a atleti si era tutti compagni, ma penso giocare come attaccante nel Valpellice che sia impossibile descrivere quello e poi mi sono “spostata” in porta en- che si vive in un’occasione così». trando nel giro della Nazionale con ra- duni, mondiali e tornei. Ma è solo negli Dopo: «La prima convocazione è ultimi due anni prima delle Olimpiadi arrivata dopo molti mesi dalle Olim- che abbiamo cambiato marcia. Ci siamo piadi. Si è perso il treno, il traino che ritrovate in molti raduni, ci siamo poteva dare un evento del genere. Un allenate moltissimo lontane dalla pista impegno così grande era d’altra parte ghiacciata, “a secco”, secondo tabelle difficile da gestire fra lavoro e famiglia precise preparate da professionisti. un po’ per tutte; si è anche parlato di Nel 2005 poi siamo stati, contando creare squadre nelle varie “armi” come tutti i periodi, circa sei mesi in ritiro, gli altri sport ma poi nulla è andata in con stage anche in Finlandia. Dal 26 porto. Oggi vediamo ancora gli effetti dicembre del 2005 fino alle fine delle con molte ragazze nelle giovanili, che Olimpiadi poi non ci siamo più lasciate. hanno iniziato proprio dieci anni fa Sempre assieme. Era diventata una in occasione delle Olimpiadi e forse è professione». questa l’ultima occasione per rilanciare Durante: «Un’emozione indescrivibile. il movimento dell’hockey al femminile». Quello che ricordo di più è senz’altro il “clima” del Villaggio olimpico di Torino. Debora Montanari è stata la portie- Qui, tolte poche eccezioni, tutti gli ra titolare della Nazionale italiana atleti erano sullo stesso piano, dalle alle Olimpiadi di Torino 2006. Vive a star “abituate alle Olimpiadi” a noi che Luserna San Giovanni e ancora oggi è sapevamo di vivere un’occasione unica. portiere di hockey in line. Capitava di cenare accanto a mostri sacri dell’hockey nordamericano [Samuele Revel] l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4
DOSSIER/Olimpiadi Come dieci anni fa un breve viaggio «fotografico» in alcuni principali siti di gare, alla scoperta di desolazione, tristezza e abbandono: ma ci sono anche le eccezioni Le mascotte dei Giochi: Neve, Aster e Gliz - Foto Revel/Riforma (Triste) ritorno ai luoghi olimpici S Samuele Revel delle Olimpiadi (così ha ammesso anche Valenti- con grandi difetti (si è costruito in fretta e male, abato 11 febbraio 2006, non senza qualche no Castellani su Dislivelli) è stata la pista di bob. come sempre, per arrivare in tempo al fatidico 11 difficoltà, con i mezzi pubblici (potenziati Chiusa e svuotata rimane una grande e inutilizza- febbraio) ma nei prossimi mesi ci saranno lavori in maniera incredibile per le due settimane ta colata di cemento. Ma la desolazione maggiore di ristrutturazione (ristrutturare a 10 anni dal- dei giochi) riuscivo a salire fino a Sestriere. è al biathlon, poco lontano. Unico poligono nella la costruzione è quanto meno curioso). Pinerolo Da poche ore si era chiusa la cerimonia di apertu- zona. Abbandonato. Il free style è anch’esso solo è quasi nelle stesse condizioni. Anche qui nello ra dei Giochi e venni mandato dall’Eco delle valli più un ricordo. E forse è meglio non ricordare le stadio che ospitò il torneo di curling si fa altro, valdesi ad annusare il clima, a vedere da vicino gli cifre, i milioni di euro spesi per opere con il desti- ma almeno a pochi metri una pista è rimasta. E impianti, i tifosi, gli atleti, i volontari. no segnato (se non tutte, almeno biathlon e pista forse è proprio Pinerolo l’unica realtà ad avere Sono tornato in auto quest’anno, sabato 13 feb- di fondo avrebbero potuto avere un destino mi- sfruttato al meglio l’evento Olimpico dal punto braio, per vedere che cosa ci hanno lasciato quei gliore): ci farebbero soltanto innervosire… di vista sportivo. Il tanto deriso curling è diven- 15 giorni in cui Torino – soprattutto Torino – e le Funziona lo sci. Quello alpino. Funzionava tato invece molto praticato e gli atleti cresciuti sue valli sono state al centro dell’attenzione di tut- anche prima, e gode di numerosi finanziamenti sportivamente in questi impianti girano il mon- to il mondo, sportivo in particolar modo. Sapevo pubblici post-olimpiadi. Diversi milioni di euro do per le varie gare. a che cosa sarei andato incontro, non mi illudevo. sono stati dirottati dalla gestione della pista di Poi strade e opere connesse, che non sarebbero Desolazione e rabbia. bob agli impianti di risalita, di innevamento e mai state costruite e invece grazie ai cinque cer- Pragelato ha cinque trampolini: potevano esse- delle piste di sci alpino, come richiesto espressa- chi hanno visto sbloccarsi molte situazioni. Un bi- re costruiti smontabili, sono abbandonati a loro mente dal comune di Cesana. Lo sci rende, lì si lancio in generale negativo, con alcune eccezioni. stessi. Pragelato ha una pista di fondo che po- investe. Ma i rischi di una «monocultura» sono Torino sì, Torino è rinata dal grigio Fiat e, in un trebbe ospitare gare di Coppa del Mondo. Oggi sempre in agguato… momento in cui non aveva le idee chiare su che si passeggia sulla pista costata 2 milioni al chi- Nel basso le cose vanno (un poco) meglio. Tor- cosa sarebbe diventata, ha scoperto la vocazione lometro (cablaggi, innevamento artificiale…). A re Pellice, che fu sede di allenamento per l’hockey turistico e culturale. Alle valli rimangono Neve, Cesana Pariol va ancora peggio. Il grande errore su ghiaccio femminile, ha una grande struttura Gliz e Aster, le tre mascotte ingrigite come monito. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5
DOSSIER/Olimpiadi Il viaggio inchiesta dell’«Eco delle Valli» alle Olimpiadi invernali del 1992 a confronto con Torino 2006 nell’ambito della comunicazione della religione e degli spazi I giochi di Albertville e la chiesa A Alberto Corsani una presenza cristiana “senza etichette” – ci dice che di montagna hanno ospitato messe ma anche lbertville, febbraio 1992: i Giochi olimpici –, coinvolgendo una cinquantina di persone che culti protestanti; si sono realizzate mostre e servi- si svolgono in Savoia, poco distante dal- provengono da diverse realtà delle nostre chiese. zi di cappellania (come a Torino: molto del pubbli- le valli valdesi. Non è, attualmente, una Ma certo, qui nella Tarentaise siamo una quindi- co al seguito dei Giochi proviene dal Nord Euro- terra con una presenza protestante rile- cina, e in tutta la valle della Maurienne le famiglie pa o dagli Usa e Canada), ma soprattutto si sono vante; e in due (il sottoscritto e il collega Piervaldo protestanti non sono più di 150. A Natale e Pasqua incontrate le persone; e questo incontro l’hanno Rostan) ci addentriamo per L’Eco delle valli valde- teniamo i nostri culti chiedendo ospitalità alle promosso pastori e non pastori, cattolici e pro- si fra alberghi, ristoranti, pubblico di appassionati, parrocchie cattoliche». testanti: così incontriamo, fra gli altri, un anzia- atleti; e così scopriamo che in realtà una presenza Numeri diversi rispetto alle valli del Pinerolese: no neurochirurgo in pensione, Christian Phéline protestante c’è. A Moûtiers, 30 km. da Albertville, qui fu possibile per Torino 2006 rendere il pubbli- (arriva da Orléans, sì, proprio quella di Giovanna incontriamo Pierre Azémard, che coordina gli in- co partecipe della presenza protestante, perché la d’Arco), dai modi rispettosissimi e dall’occhietto terventi della Chiesa riformata di Francia sui luo- realtà delle chiese valdesi è ben consolidata. Ma in vispo, che ha dato la propria disponibilità come ghi delle Olimpiadi: «Abbiamo inteso assicurare Savoia non si sono scoraggiati: le chiesette cattoli- volontario: «Ai Giochi, dove si esalta il “corpo”, la chiesa vuol far riflettere anche su altri valori. Ma- gari fra quelli che arrivano c’è chi vuole semplice- mente stare qualche minuto in raccoglimento, ma dietro tutto questo mi sembra che ci sia comun- que una ricerca. Nascosta, talvolta “pudica”. E noi testimoniamo che la chiesa esiste, che non ci sono solo le vedettes le medaglie e i trofei». Nella stessa cappella la signora Janine Philibert di Grenoble distribuisce materiali dell’Associazione dei cristiani per l’abolizione della tortura. C’è anche Jean-Marc Dupeux, pastore a Grenoble, che per anni ha collaborato con il centro di Agape in val Germa- nasca. Questa terra, che all’inizio del XVI secolo vide il fiorire della Riforma, arrivò poco dopo la re- pressione dei Savoia per opera di Emanuele Filiberto. Ma la voce della testimonianza non cessa, e anzi, ci spiegano, «ha lasciato il proprio biglietto da visita un pastore protestante norvegese: è venuto a vede- re quel che facciamo, perché le prossime Olimpiadi invernali [che furono nel 1994 e non nel 1996, nda] si svolgeranno da loro, a Lillehammer». Certo; e poi Il treno che collegava i siti olimpici nel 1992 - Foto Riforma Nagano, Salt Lake City, Torino... e la storia continua. Non abbiamo subito l’evento I Giuseppe Platone te. Le stanze multireligiose furono Mario Magnano che tentava di spie- sultivo del Comune. l regolamento dei Giochi olim- utilizzate soprattutto dai cappellani gare in inglese l’amatriciana e non Non abbiamo dunque subito l’e- pici prevede di allestire nei vil- delle singole squadre. Tra i ricor- ricordavamo come si dice pancetta vento, ma l’abbiamo interpretato laggi degli atleti degli spazi mul- di più belli si affaccia quello di un affumicata)…; ci siamo preparati riuscendo anche, per una volta, a tireligiosi. Una grande stanza culto nel tempio valdese di corso bene prima dell’evento, grazie anche fare squadra. E ci siamo anche un «multiculti» nel villaggio di Torino Vittorio Emanuele strapieno con ai contatti internazionali con l’as- po’ ripresi, immersi come eravamo e un’altra in quello del Sestriere. Per gente in piedi: canadesi, norvegesi e sociazione «Più dell’oro» che aveva nel protestantesimo mondiale. Ab- rispondere a questa esigenza si costi- quant’altro. Ma la vera benedizione stabilito il suo quartiere a Pinerolo biamo pregato, celebrato culti e un tuì il «Comitato Interfedi». Non fu per noi fu l’essere riusciti a costru- nei locali del tempio. convegno ci ha permesso di scopri- per nulla facile, non eravamo abituati ire la Casa valdese in tempo per i Poi, arrivate le Olimpiadi, sono re la spiritualità dello sport. In tante a lavorare in una dimensione inter- Giochi. Il dinamico patron e anima- subito volate. Un turbine di una occasioni ricordo d’aver parlato di religiosa. Ricordo gli armadietti delle tore del Toroc, l’ex sindaco Valen- manciata di giorni. Sul terreno ri- questi famosi valdesi che nessuno stanze religiose con gli oggetti sacri, tino Castellani, mi disse: «Pastore, mase per noi il lancio della Casa (o quasi) sapevano chi fossero. Spe- i cuscini per le meditazioni buddi- il fatto che voi riusciate a offrire ai valdese come preziosissimo luogo cie i finlandesi. Benedetto sia il dvd ste…: e voi protestanti? «A noi basta vostri correligionari una sede digni- di socialità. Ci voleva, e Torino se la realizzato dalla redazione della tra- un leggio, una Bibbia, una tastiera». tosa fa fare una bella figura a tutta la meritava, e poi certamente il Comi- smissione di Raidue Protestantesimo. In quei giorni (quando capiterà città». E così fu. Nella Casa valdese, tato Interfedi, che lavorò in grande Il binomio Torino-Valli ha funziona- un’altra volta?) facemmo la parte nuova «di pacca», si tennero incon- amicizia. Finite le Olimpiadi propo- to perfettamente. Qui la convulsio- del leone. La maggioranza dei pa- tri soprattutto con famiglie di atleti si all’assessore alla Cultura di va- ne, là la pace e la neve. Eravamo una esi partecipanti ai Giochi erano e (ricordo le occasioni culinarie cre- lorizzare l’esperienza del Comitato coppia perfetta, ci volevano le Olim- sono di forte tradizione protestan- ate dal simpatico e bravissimo chef facendolo diventare un organo con- piadi per capirlo. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6
DOSSIER/Olimpiadi La Commissione Ambiente propose alcune idee innovative e rispettose per il territorio. Inascoltata su tutta la linea: e oggi paghiamo le conseguenze di opere approssimative «Opzione zero» e altre proposte Lo stadio del salto di Pragelato - Foto Riforma D Piervaldo Rostan rono esercizio accademico, proposte di qualche chi proponeva impianti di produzione di energia ovevano essere le Olimpiadi più green, più ambientalista oltranzista. solare sui tetti, o sistemi di cogenerazione (men- ecologicamente sostenibili della storia: La grandeur non è solo francese, e assolutamen- tre si produce il freddo per il ghiaccio si emana uso consapevole delle risorse, basso sfrut- te non si poteva rinunciare a ospitare in Italia tut- calore che potrebbe garantire alle strutture acqua tamento di nuovi terreni. I trampolini di te le gare; anche se al momento della candidatura calda) la risposta da parte dei responsabili della salto di Pragelato così mirabilmente inseriti nel di Torino, la Savoia aveva sostenuto questa ipotesi progettazione fu sempre la stessa: è vero, sarebbe paesaggio, utilizzando le pendenze della monta- nella neppur tanto segreta speranza di poter ri- bello ma... abbiamo poco tempo e poche risorse! gna, tanto da risultare quasi invisibili a chi pas- lanciare i propri siti «vecchi» di 15 anni appena. Con il risultato che quegli interventi si faranno sasse sull’altro versante della val Chisone. Così si costruì la pista di bob a Cesana, pure su un nel 2017 e 2018, con un nuovo forte investimen- E poi le ricadute sociali: potenziamento della versante assolato, poiché il primo sito individuato to; e soprattutto per oltre 10 anni si sono buttati, ferrovia (addirittura raddoppio fra Torino e Pine- dovette far presto i conti con le rocce radioattive, letteralmente, alcuni milioni di euro per le spese rolo), completamento dell’autostrada, infrastrut- oltremodo diffuse in alta val Susa; e si costruiro- energetiche... turazione delle valli quanto a rete Internet, colle- no i trampolini: «gli impianti saranno anche un gamenti che, una volta chiusi i Giochi, avrebbero volàno per ampliare il numero di praticanti», era dovuto servire al sistema delle attività turistiche uno degli slogan. Ma in realtà di novelli Zoeggeler, ed economiche delle Valli. Diciamolo subito: la diciamo pure un po’ folli da buttarsi giù dalla pista ferrovia non è stata raddoppiata (l’esercizio sulla o dai trampolini, davvero non ne sono venuti fuori. Pinerolo – Torre Pellice è addirittura sospeso dal E, come paventavano i pessimisti, i costi sono giugno 2012), l’autostrada è stata effettivamente cresciuti; per la realizzazione delle opere, anzi- completata, le reti informatiche sono per lo più tutto; poi per la loro gestione e ora per l’effettivo realizzate a metà e dunque con scarse ricadute sui smantellamento. Olimpiadi delle neve, anzitutto; territori periferici. e poi anche del ghiaccio. Le Olimpiadi hanno por- Il Comitato promotore si dotò perfino di una tato un nuovo palaghiaccio a Torre Pellice (da 80 «Commissione ambiente» che a un certo punto anni culla dell’hockey), il sostanziale rifacimento arrivò, in qualche suo componente, a ipotizzare del palaghiaccio di Pinerolo, due piste, coperte, in l’«opzione zero», cioè non effettuare le Olimpia- corso Tazzoli a Torino, il Palavela. Ma anche qui, di; naturalmente si scherzava e l’idea di non fare accanto ai costi di costruzione, il Piemonte olim- i Giochi, oppure prevedere che alcuni impianti pico ha dovuto fare i conti con la gestione, costo- fossero concepiti per essere smantellati il giorno sa e con impianti pieni di difetti (il più clamoroso dopo le gare, o ancora che si potesse rinunciare a il fatto che sia a Torre Pellice sia al Tazzoli piova costruire alcuni siti di gara utilizzando quelli co- dentro al primo temporale...). struiti a pochi km nella vicina Savoia per i Giochi Sempre nella famosa «Commissione Ambien- di Albertville (in particolare si parlava della pista te» vi fu chi segnalò che sarebbero poi stati ele- di bob e slittino e dei trampolini del salto), resta- vatissimi i costi di gestione degli impianti; ma a l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7
Le opere e le risorse umane Che cosa funziona e che cosa no, ma soprattutto quanto è costato. E poi il variegato mondo dei volontari presso le sedi di gara, senza i quali l’evento olimpico non avrebbe potuto esistere Infografica: Leonora Camusso l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8
DOSSIER/Olimpiadi Alla scoperta dei rifugisti, dei gestori di casa vacanze, dei proprietari di bed&breakfast e degli allevatori: dopo «Torino 2006» un modo duraturo di vivere la montagna Voci dai custodi della montagna Il Rifugio Jervis - Foto RBE L’ Daniela Grill tunità di formarsi per questo lavoro e creare delle in val Maira che, partendo dal settore primario e approccio del turista medio alla monta- strade professionali in cui imparare il mestiere del da un allevamento di capre, hanno ripopolato una gna sta a poco a poco cambiando: il clien- gestore del rifugio». borgata disabitata: ora ci abitano una quindicina di te si fa più esigente, la sua voglia di viverla Alcuni rifugi e strutture di accoglienza convivo- persone, di cui molte di giovane età. si pone a 360 gradi e coinvolge non solo no accanto alle stazioni di turismo di massa dello Non è sempre tutto facile per chi arriva dalla gli aspetti naturalistici ma anche quelli cultura- sci alpino: attraggono un pubblico potenzialmen- città e decide di trasferirsi in media e alta monta- li, sociali, religiosi. E sempre di più l’economia te interessato al turismo dolce e lo accompagna- gna. La difficoltà maggiore, per chi viene da fuori, montana si converte in una pluralità di attività: no nella sua scoperta. Danila Bertalot, della Casa sta nel farsi accettare: Marco Gattinoni, gestore dall’accoglienza turistica ai piccoli lavori di fale- vacanze La peiro Douço di Roure, racconta la sua del bed & breakfast Il bosco delle terrecotte a Barge gnameria o meccanica, dalla coltivazione di erbe esperienza a diretto confronto con la località di ha dovuto inserirsi con grande cautela nella real- officinali, frutta, ortaggi, che poi Custodi della montagna Sestriere: «I turisti che arrivano tà locale, ma oggi grazie a un lungo lavoro di rete vengono rivenduti ai turisti, alla Partirà con il mese di marzo il proget- da noi cercano ciò che offriamo, si è ricavato uno spazio: «Quando siamo arrivati creazione di associazioni e reti di to editoriale «Custodi della mon- quindi non ci scontriamo con abbiamo trovato delle persone fantastiche, i nostri promozione culturale o turisti- tagna», un reportage multimediale le strutture rinomate dedicate vecchi, originari di questi luoghi e detentori di un e multicanale condiviso tra Radio ca. Abbiamo raccolto una serie di Beckwith evangelica e l’associazione al turismo di massa. Non vivia- sapere inestimabile: sono loro che ci hanno accolto opinioni dei «Custodi della mon- Dislivelli e realizzato all’interno della mo solo di turismo sciistico, ma e ci hanno insegnato molte cose, come fare il vino, tagna» che racchiudono i vari ele- rete Sweet Mountains (www.sweet- anche di itinerari naturalistici e seguire l’orto, andare per legna e curare la vigna». menti di questa accoglienza turi- mountains.it). proposte culturali». Roby Boulard, gestore del rifugio Willy Jervis al stica «dolce». Il progetto vedrà la pubblicazione in Spesso chi decide di gestire Pra in alta val Pellice, riesce a condurre la propria simultanea di una rubrica cartacea Partiamo dalla professione del sulla rivista dell’Associazione Disli- una struttura in montagna por- attività anche grazie alla fidelizzazione dei turisti «rifugista», che andrebbe mag- velli (www.dislivelli.eu), un program- ta con sé anche una rinascita stranieri che tornano ogni anno: «Apprezzano il giormente valorizzata e ricono- ma radiofonico (in onda su RBE il della borgata a livello culturale nostro tentativo di rendere la montagna viva, a sciuta, mentre spesso viene sot- lunedì alle 19 e il giovedì alle 9,30) e e umano: in val Germanasca la portata d’uomo e nello stesso tempo integrata con tovalutata. Massimo Manavella e una serie di brevi reportage multime- Foresteria di Massello ha rivita- le opportunità della bassa valle». diali sul sito www.rbe.it. Sylvie Bertin, gestori del rifugio «Custodi della montagna» si propone lizzato il territorio: da qualche A livello di investimenti strutturali la scelta di Selleries, lamentano una man- di raccontare, attraverso le voci e le anno nel seminterrato ospita una questi ultimi decenni è di optare per interventi di canza di attenzione da parte della storie dei protagonisti, l’attualità e il sala proiezioni e una biblioteca bioedilizia e con un impronta ecologica. A Luser- «cosa pubblica»: «Il nostro lavoro futuro dell’approccio al turismo dolce in cui vengono organizzati eventi na San Giovanni i proprietari del bed & breakfast viene sovente preso come un ri- nelle Alpi torinesi e cuneesi. pubblici. A Ostana (val Po) i ge- Casa Payer si sono spesi molto per mantenere le Una prospettiva che coniuga saperi piego, non come scelta di vita. Il nuovi e antichi, lavoro culturale e stori del rifugio Galaberna han- caratteristiche originali della casa in cui vivono e lavoro stagionale in rifugio è visto pratiche di accoglienza; che parla con no portato in paese una mezza accolgono i loro ospiti: «A volte riscontriamo nei come momento in cui si guada- un linguaggio situato nel presente squadra di calcio: i loro figli, che nostri clienti la mancanza della concezione di ciò gna un po’ di denaro e stop: una e gli occhi rivolti al futuro. Perché il frequentano le scuole del territo- che significa veramente tutelare il territorio, ma modalità di approccio che porta a domani di queste montagne passerà rio e portano una ventata di gio- cerchiamo di condividere con loro le nostre scelte anche dal modo in cui i suoi custodi, troppa improvvisazione. Sarebbe antichi e moderni, sapranno raccon- ventù. Lo stesso è accaduto con di vita e proponiamo anche una bioedilizia “culi- invece interessante avere l’oppor- tarla e promuoverla nel mondo. Giorgio Alifredi e Marta del Puy, naria”, con scelta di prodotti a Km zero». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9
TERRITORIO I falò che esprimono, la sera del 16 febbraio, la gioia dei valdesi per la concessione dei diritti civili (1848) non riuniscono solo fratelli, sorelle e amici delle Valli: anche a Guardia Piemontese se ne accende uno, in ricordo, anche, delle stragi del XVI secolo ABITARE I SECOLI Trasmettere la fede Falò da tutta Italia Piercarlo Pazè N ell’autunno 1487 il commissario apostolico Alberto de Capitanei, che procedeva contro i «poveri di Cristo», o valdesi, dell’alta Val Chisone, per scopri- re la rete clandestina di diffusione del loro movimento domandò a molti come fossero diventati valdesi. Tutte le risposte furono sorprendentemente simili. Gio- vanni Gallian di Mentoulles raccontò che era stato suo padre a introdurlo nel mo- vimento valdese e a invitarlo a confes- sarsi a un «barba» [così si chiamavano i predicatori valdesi, ndr]. Michele Passet di Pragelato rivelò che a portarlo era stata la matrigna. Stefano Lantelme di Prage- Prali - Foto P. Romeo lato disse che era stata sua moglie a farlo diventare valdese. E così moltissimi altri interrogati. In sostanza, l’adesione al valdismo avveniva all’interno di rela- zioni familiari significative, richiesta dai genitori ai figli e proposta fra i coniugi. Nell’interiorità della casa la generazione adulta svolgeva un catecumenato verso un’appartenenza religiosa avvertita come profonda e soddisfacente e trasmet- teva una forte identità della famiglia valdese, nota anche all’esterno. La dimensione domestica della par- ticolare esperienza religiosa era evidente anche nelle visite dei barba. Essi incon- travano le persone dentro la loro abita- zione, le ascoltavano e le indirizzavano a una vita buona con la confessione, ef- fettuavano delle liturgie domestiche della San Secondo - Foto Emanuela Genre Parola leggendo un libro e poi, alcune volte, si trattenevano a mangiare e bere. La casa accogliente diveniva allora una piccola comunità di chiesa. Oggi ormai per tutte le Chiese è diver- so. La trasmissione generazionale della fede cristiana nelle famiglie è più debole, molti giovani rompono con le loro radici e sono increduli o, quanto meno, estra- nei o indifferenti. Ecco perché può essere utile guardare indietro nel tempo a que- sto modello tardo medioevale di famiglia valdese, la quale iniziava fortemente i propri membri alla fede. ABITARE I SECOLI Pagine di storia nelle valli valdesi e nel Pinerolese *Piercarlo Pazé magistrato, è fra gli organizzatori dei Convegni storici estivi presso il lago Guardia Piemontese- Foto E. Presta del Laux in alta val Chisone Luserna San Giovanni - Foto Riforma l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10
TERRITORIO Alcune associazioni della cittadina si rivolgono ai candidati a sindaco delle prossime elezioni (in primavera) chiedendo poche promesse ma alcuni fatti significativi: «Portici Blu», l’area del Turck, Monte Oliveto, Caserma Bochard sono gli ambiti d’intervento proposti Caro sindaco ti scrivo… Promuovere Pinerolo «L Marco Rostan ne, la vita cittadina. Così verranno anche i turisti. a vostra attività di governo (e di op- La Biblioteca comunale e l’Archivio sono soffocati posizione) presti la maggiore atten- nello scarso spazio attuale: ci vuole un’altra sede zione possibile al mondo culturale di e se questa fosse individuata nella ex-caserma Bo- Pinerolo e del Pinerolese». Così un chard, diventata proprietà del Comune, vi sarebbe serie di associazioni, dal CesMaP a Italia Nostra e l’occasione unica di creare un polo culturale polie- altre, si rivolgono ai candidati sindaci nelle prossi- drico di attività e di incontro. Questi sono alcuni me elezioni amministrative. Le due ultime ammi- esempi di impegno per la futura amministrazione. nistrazioni (Covato e Buttiero) hanno fatto tante «Siamo qui a dirvi – prosegue la lettera rivolta promesse ma pochi fatti significativi. Un esempio: ai candidati sindaci – che l’impegno del passato bisognerebbe mettere mano a un nuovo Piano re- non basta, perché una politica culturale richiede golatore (Prg), invece si continua a parlare di una una vera progettualità, un dialogo a ampio spet- fantomatica «variante ponte», senza cercare una tro con il resto di quella che fu la Provincia, ora visione di insieme, ma privilegiando sempre il caso Città metropolitana, con la Regione e con le realtà particolare. Tipica l’idea di vendere a privati il ter- transfrontaliere, in collaborazione fortissima tra reno su cui attualmente insistono i «portici blu», pubblico e privato, un’intesa stretta tra ammini- perché così il Comune farebbe soldi a beneficio del stratori, gruppi e associazioni per lavorare insieme bilancio. Si fa una deroga alla non-edificabiità del a due obiettivi comuni. Dare lustro alla nostra città centro storico, permettendo di costruire un even- e al territorio pinerolese; fare sì che la promozione tuale altro mezzo grattacielo. Si costruisce anche della bellezza diventi anche un’occasione di rilan- Lampedusa arriva alle Valli quando l’aumento della popolazione su cui era ba- cio socio-economico, oltre a migliorare la qualità Tradizionalmente la serata del XVII Febbraio, sato l’attuale Prg è di tre volte inferiore a quanto di vita di cittadini». nelle chiese valdesi del Primo Distretto (Pinerolo e zone limitrofe, oltre alle valli valdesi) è dedi- previsto. Vi è stato un concorso di idee sull’area I firmatari chiedono un vero e proprio «piano cata a momenti comunitari di intrattenimento, dell’ex-Turck, ma sembra che l’obiettivo sia la de- di legislatura» per la cultura con obiettivi precisi, che possono andare dai concerti delle corali agli molizione, dopo l’incendio che non sembra essere realizzabili e finanziamenti certi; la costruzione di spettacoli teatrali – non necessariamente «impe- stato spontaneo. un’identità culturale e turistica che non può esau- gnati»: l’occasione del XVII Febbraio è quella di In occasione del primo convegno sul Turck (2012) rirsi con la cavalleria. Nel quadro della valorizza- una festa civile, in cui si parla di libertà e di libertà «per tutti», non solo per i valdesi. La libertà di il sindaco Covato si era impegnato per avere una zione delle risorse ambientali, storiche, monumen- essere cittadini: e dunque potersi fare due risate «regia pubblica» di tutta l’operazione, ma non se tali, artistiche e musicali, la collaborazione con con una farsa, quando si sono acquisiti i diritti di n’è saputo più nulla: Italia Nostra aveva richiama- gli organismi diocesani, con la Chiesa valdese e le cittadinanza, non è irrilevante. to l’attenzione sul pericolo di nuovo cemento sulle altre confessioni religiose presenti sul territorio. E Serata pubblica, ma per discutere di diritti negati, pendici di Monte Uliveto. Come è finita la storia? ancora: progetti per rendere appetibile il sistema è stata quella di Torre Pellice, quando Francesco Piobbichi, operatore della multiforme iniziativa Il palazzo ex-Acaia è degradato e potrebbe crolla- di alternanza scuola-lavoro previsto dalla norma- Mediterranean Hope della Federazione delle re, tutto il centro storico andrebbe «restaurato», tiva scolastica, fare della Commissione comunale chiese evangeliche in Italia in Sicilia, in collabora- almeno negli edifici più tipici. Nel centro storico per i Beni Culturali, oggi silente, un «pensatoio» zione con la Diaconia valdese, ha illustrato le varie occorre riportare il commercio e quindi le perso- permanente. branche del progetto: l’accoglienza, ma anche il costante monitoraggio della situazione; la Casa delle culture, dove dare qualche speranza educati- va ai minori che arrivano senza famiglia, ma anche la promozione dei corridoi umanitari per poter far traversare il mare in modo “pulito” a chi scappa dalla guerra e dalla persecuzione. Piobbichi ha però scelto la modalità del disegno e della pittura, per evocare tutto il dramma e la sofferenza di uomini, donne, bambini e anche nascituri. Che cercano di non morire, e di dare un senso e una prospettiva alla loro fuga dal male. Sono poi intervenuti i responsabili dei progetti di accoglienza in val Pellice, e soprattutto gli ospiti, che con la chitarra e le loro voci hanno espresso la loro riconoscenza e la loro preghiera. E la «festa di tutti» ha acquisito sempre nuovi accenti. [A.C.] Pinerolo, Palazzo del Comune - Foto Romeo/Riforma l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11
TERRITORIO Dopo una lunga trafila burocratica (raccolte di firme, sentenze di tribunali, lavori sospesi, localizzazione spostata) è stata accesa la centrale a biomasse di Luserna San Giovanni, nonostante non sia ancora stata creata la rete di teleriscaldamento ALTRESTORIE Andrea e Umberto L’accendiamo? Massimo Gnone U mbè, potevi dirmelo prima che stavi per andartene da questo mondo «a taci-maci», senza «scrùscio», io mica lo sapevo che non stavi tanto bene, che eri «accutufatu…». – Che vuoi farci, caro Andrea. Non sono sicuro di dire una cosa originale, ma uno dei massi- mi problemi dell’essere umano è proprio come affrontare la morte. – Si è qui ad «addannarsi» tutti i giorni, poi un minuto dopo… – Pare che questo problema sia difficile per i non credenti ma le statistiche dicono che la questione imbarazza anche moltissimi credenti, i quali ritengono che ci sia una vita dopo la morte e tuttavia pensano che la vita prima della morte sia in se stessa talmente piacevole da ritenere sgradevole abbandonarla; per cui anelano sì, a raggiungere il coro degli angeli, ma il più tardi La centrale - Foto Samuele Revel/RIforma M possibile. – La vita, Umbè, è una «billizza», anche Diego Meggiolaro lice: «Queste centrali dovrebbero funzionare su un ercoledì 9 marzo alle 18 al Teatro Santa bacino legnoso locale. È tutto legname non pregia- quando la gente ti rompe i «cabasisi». Croce di Luserna San Giovanni si terrà to che va dallo strobus alle ramaglie di castagno – Quando muori devi solo cercare di pensare un incontro pubblico con i tecnici Arpa che viene accatastato a Pralafera. Parecchi magaz- che il mondo sia pieno di imbecilli. Non saresti invitati dall’amministrazione per spie- zini o artigiani che lavorano legno trasporteranno in quel momento felice, sollevato, soddisfatto, di gare come funzionerà la centrale a biomasse e le poi i residui di lavorazione lì. Tutto verrà triturato abbandonare questo mondo di imbecilli? emissioni che produrrà. «Parteciperanno i tecni- a Pralafera per 3-4 giorni al mese e bruciato nella – È bello starsene qui a scialare le ore con te. ci Arpa (dott. Lollobrigida e dott. Cuccato) che ci caldaia della centrale. L’atto autorizzativo unico ri- Parli sempre chiaro, senza «arravugghiari». daranno indicazioni sulle rilevazioni dell’aria che lasciato dalla Città metropolitana è un atto per un – Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tem- hanno effettuato con le centraline temporanee e impianto a cogenerazione, quindi dovrà produrre po per morire serenamente. Ma il giorno prima sul monitoraggio che avverrà di continuo nella cen- acqua calda e distribuirla. Noi saremmo obbligati trale. Facciamo questo per capire chi esattamente a permettere il passaggio delle tubazioni sul terri- occorre ancora pensare che qualcuno, che amia- sarà l’addetto al controllo e alla verifica costante del torio: dove romperanno dovranno aggiustare, ma mo e ammiriamo, proprio imbecille non sia. La monitoraggio e del funzionamento dell’impianto», a oggi non ho richieste di autorizzazioni di distri- saggezza consiste nel riconoscere solo al momento spiega il sindaco di Luserna Duilio Canale. buzione di acqua calda su Luserna. In questi gior- giusto, non prima, che era imbecille anche lui. Giovedì 21 gennaio il comitato Luserna atti- ni l’Arpa sta installando e collaudando il sistema Solo allora si può morire. va – che da anni si oppone alla costruzione – ha che monitorerà continuamente le polveri sottili e – Non stai parlando di me, Umbè, vero? chiesto al Comune di effettuare una visita nella nell’incontro di mercoledì ci faremo spiegare nel Non so se e in quali occasioni Andrea Camilleri centrale insieme al sindaco, ai proprietari, e ad dettaglio questo meccanismo». e Umberto Eco si siano incontrati. Con il sorriso alcuni consiglieri comunali. «Abbiamo fatto la «Al momento – spiega Guido Merlo, titolare e sulle labbra ho immaginato questo dialogo fra visita con i proprietari, i soggetti attuatori, in due costruttore della centrale – abbiamo 40 fornitori fasi. Siamo prima andati nel punto di stoccaggio, e di questi poco più dell’80% sono delle valle. Il i due cittadini onorari di Torre Pellice il giorno triturazione e cippatura del legno in un prato a restante arriva dalla val Chisone e dalla val Po e dopo la scomparsa dell’autore de «Il Nome della Pralafera di proprietà dell’azienda agricola Merlo ancora, in misura minore, dalla pianura, dove ci Rosa». Quando accettò il nostro invito a Torre e poi siamo andati all’interno dell’impianto. I tec- sono grandi piantamenti di pioppi. Noi accettia- Pellice fu un vero piacere chiacchierare con Eco, nici della Città metropolitana ci hanno illustrato mo sia ramaglie sia alberi interi, che poi vengono così come con Camilleri, che saluto con affetto. Le i meccanismi che serviranno per la produzione triturati e bruciati nella centrale. Molti giardinieri risposte di Umberto Eco sono tratte da una sua di energia elettrica e di acqua calda [visto che la ad esempio vengono a consegnare il risultato delle «Bustina di Minerva», pubblicata su «L’Espresso» centrale avrà la doppia funzione di produzione di loro potature o dei loro tagli, che altrimenti do- il 12 giugno 1997. energia elettrica per 940 KWh netti e di acqua vrebbero essere smaltite in modo diverso, magari calda per il teleriscaldamento, nda]. Ci siamo fer- a Pinerolo, pagando». ALTRESTORIE mati anche a vedere quale sarà il meccanismo che L’altro grande punto interrogativo è quello del Quelle che non avete mai sentito raccontare farà da remoto il monitoraggio continuo sull’e- riscaldamento. Oltre a produrre energia elettrica *Massimo Gnone missione dei fumi. Io, come responsabile legale la centrale produrrà anche molta acqua calda. «Al responsabile Servizio richiedenti asilo e rifugiati della salute pubblica, devo capire come vengono momento non abbiamo impianti connessi. Abbia- e volontariato internazionale – Diaconia valdese effettuati i monitoraggi e com’è la nostra qualità mo dovuto “correre” per ultimare i lavori e quelli dell’aria. Il 9 marzo cercheremo di far capire tutto del teleriscaldamento sono stati lasciati per un at- questo alla popolazione». timo da parte ma è nostra intenzione di collegare La legna arriverà prevalentemente dalla val Pel- un numero adeguato di impianti». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12
CULTURA Un viaggio per conoscere il più grande mosaico cristiano d’Occidente, costruito nella prospettiva dell’evangelizzazione. Il pastore Marchetti ci porta alla scoperta dei suoi vari aspetti Il mosaico pavimentale di Aquileia Il 17 febbraio, al tempio valdese di Pinerolo, il pastore Ruggero Marchetti, in servizio nelle chiese valdese-elvetica e metodista di Trieste, ha tenuto una conferenza con proiezione di immagini sul mosaico pavimentale di Aquileia: quella che segue è una esposizione del contenuto della conferenza stessa. I Ruggero Marchetti l pavimento musivo di Aquileia, iniziato nel 313, è il primo frutto artistico dell’Editto di Milano che proprio in quell’anno dava ai cristiani la li- bertà di culto; ed è anche, con i suoi 770 mq, il più grande mosaico cristiano d’Occidente: per chi lo sa ascoltare, è ancora oggi la voce della comu- nità cristiana che l’ha realizzato, nella prospettiva della sua attività evangelizzatrice. Attualmente il mosaico è il pavimento della ba- silica edificata attorno all’anno mille ma in origi- ne era parte di una sala probabilmente consacrata alla formazione dei catecumeni, ed è stato conce- pito come una sorta di percorso iniziatico cristia- no, articolato attorno a tre libri che facevano parte del canone biblico del patriarcato di Alessandria, a incontrava, proprio relativa alla luce, è la famosa linguaggio familiare alla popolazione marina- cui la chiesa di Aquileia, nel cui porto arrivavano scena «del gallo e della tartaruga». La tartaruga ra di Aquileia), ecco la narrazione del sacrifi- e partivano molte navi da e per l’Egitto, era molto è pensata come un animale che vive nel buio del cio che Giona fa della sua vita facendosi buttare più legata che non a Roma: il Cantico dei cantici, il mondo sotterraneo, mentre il gallo è l’animale del dai marinai della nave su cui viaggia fra le onde Pastore d’Erma e Giona. sorgere del giorno. Così a chi guarda quella scena tempestose per salvarli dal naufragio – ed è da Si entrava nella sala, di forma rettangolare, da è annunciato il passaggio dalla tenebra alla luce, notare come sulla barca, accanto ai marinai, vi una piccola porta all’estremità orientale del lato per andare... verso chi? Dietro ai due animali c’è sia la figura vestita di bianco della chiesa che lungo Nord, e così si era colpiti dai raggi del sole una piccola colonna su cui è poggiato un vasetto alza le braccia in segno di dolore e preghiera, che entravano per le finestre dell’opposto lato di profumo. È il profumo dell’amato del Cantico perché sa che nella persona del profeta inghiot- Sud. In questo modo subito si andava incontro dei cantici (1, 3): «I tuoi profumi hanno un odore tito dal pistrice è Gesù che dà la propria vita alla luce. Riforma meseLa prima GRAZIE immagine 24-02-2016 significativa 14:52 Pagina 1 che si soave; il tuo nome è un profumo che si spande...». sulla croce per la salvezza dell’umanità. E c’è C M Y CM MY CY CMY K E infatti, subito dopo, racchiuso in poi la risurrezione: c’è infatti il pistrice che ri- una cornice che ne evidenzia l’im- getta Giona sull’asciutto, e poi la scena del pro- portanza, ecco l’amato: è Gesù il feta che riposa all’ombra del ricino che Dio ha buon pastore che però (se si fa caso fatto crescere per lui. ai suoi piedi sollevati da terra) è Ma non è finita qui. Dalla contemplazione della anche appunto l’amato del Canti- vicenda di Cristo-Giona, nasce il mandato dell’e- co che viene «saltando per i monti, vangelizzazione, e così troviamo nella parte mari- balzando per i colli» (Ct. 2, 8). na del mosaico tante diverse scene di pesca: quella Poi il percorso si volge verso individuale con la lenza, quella comunitaria con le Oriente, e dopo essere passati reti che i pescatori gettano dalla barca, quella con il attraverso l’«angelo glorioso del- cormorano, che simboleggiano appunto i vari tipi la penitenza» del Pastore d’Er- di evangelizzazione in cui i cristiani sono chiamati ma, si è introdotti nel mistero a impegnarsi singolarmente e come comunità. della morte e della risurrezione E la chiesa di Aquileia ha davvero saputo evan- di Gesù, raccontato mediante la gelizzare: è stata infatti la chiesa madre di una lun- storia di Giona: in un mare fan- ga serie di altre chiese nell’Italia del Nord-Est, da tastico popolato da tante diverse Brescia fino a Trieste, nell’antico Norico (l’Austria meravigliose creature (e così nel attuale) e nell’Illiria (la Slovenia e la Croazia). Colori compositi l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13
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