Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it

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Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
Supplemento al n. 9 del 4 marzo 2016
di Riforma – L’Eco delle valli valdesi
                                                             FREEPRESS MARZO 2016 NUMERO TRE
reg. Trib. di Pinerolo n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro.
Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

                                                                                               Disegno di Francesco Piobbichi

       Il mondo viaggia su una barca
       «Non saranno le frontiere a salvare il mondo»
       è il titolo di questo disegno. Ne parliamo all’interno.
       E nel dossier torniamo sui siti olimpici dieci anni dopo
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
«Quelli che accettarono la sua parola
                                                                       furono battezzati; e in quel giorno
                                                                       furono aggiunte a loro circa tremila
     RIUNIONE DI QUARTIERE
                                                                       persone» (Atti 2, 41)

                                                                      R
  In preghiera ai margini di una                                       Luciano Deodato                                                                  assolutamente in grado di valutare l’impatto della
           pista di bob                                                        acconta il libro degli Atti degli apostoli                               nostra uscita. Ma, di fronte alla previsione di un af-
                                                                               (cap. 2) che i discepoli, mentre erano ri-                               flusso consistente di persone che si sarebbero river-
   Alberto Corsani                                                             uniti per celebrare insieme la Pentecoste,                               sate nelle «valli olimpiche» e a Torino in particolare,

   M      olti avvenimenti, ideati e organizzati negli
          ambiti più vari (civile, politico, culturale,
   imprenditoriale), hanno coinvolto la Chiesa
                                                                               investiti dallo Spirito santo, uscirono per
                                                                       annunciare al popolo la resurrezione di Gesù.
                                                                       Pare che questa uscita pubblica abbia colto di sor-
                                                                                                                                                        le nostre chiese avrebbero potuto tranquillamente
                                                                                                                                                        starsene nel «cenacolo», oppure uscire. È stata fatta
                                                                                                                                                        la seconda scelta, anche in considerazione del fatto
                                                                       presa la popolazione e riportato anche un gran-                                  che i giochi invernali riguardano l’emisfero Nord,
   valdese e le sue comunità locali. Qui ci riferia-
                                                                       de successo, se è vero che in quel giorno tremila                                che registra una consistente presenza di chiese
   mo alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, per                     persone si unirono alla prima comunità cristiana.                                evangeliche. Teoricamente, dunque, più della metà
   ciò che hanno rappresentato nelle valli alpine, e                   Ricordiamo l’evento per due motivi. Il primo: a                                  di atleti e partecipanti a vario titolo appartenevano
   quindi anche nelle valli valdesi. Ma potremmo                       Gerusalemme in quei giorni erano presenti per-                                   a una confessione protestante. Accoglierli e aprire
   citare l’attenzione con cui le chiese protestanti                   sone provenienti da tutte le parti del mondo allora                              le porte delle nostre chiese ci sembrava essere un
   milanesi hanno pochi mesi fa seguito la proget-                     conosciuto. Il secondo: colta l’occasione, il piccolo                            elementare dovere di ospitalità.
   tazione e poi il lungo svolgimento dell’Expo.                       nucleo della chiesa è uscito dal cenacolo tranquil-                                 Questo implicava attrezzarsi in qualche modo
      In genere si cerca di essere presenti mante-                     lizzante e protettivo, per affrontare il «mondo».                                ed elaborare strumenti per renderci visibili. Da
   nendo una certa distanza critica. In che modo?                         E questo può suggerire alcune analogie con quan-                              qui tutta una serie di iniziative che sono servite
                                                                       to è successo da noi per quanto riguarda le Olim-                                ad aprirci spazi nella città e allacciare rapporti di
   In primo luogo attraverso quella modalità che
                                                                       piadi invernali di dieci anni fa. Certo non abbiamo                              fraternità con altre chiese e gruppi evangelici che
   contraddistingue la vita e la natura stessa delle                   avuto tremila «conversioni». O, almeno, non siamo                                durano nel tempo.
   nostre chiese, eredi del movimento valdese e
   della Riforma protestante. Quindi una eventua-
   le partecipazione non viene decisa dai singoli,
   ma è frutto di una discussione, del lavoro in
   gruppi di studio, della decisione assembleare. È
   un atteggiamento maturato nei secoli e riven-
   dicato anche per il suo carattere formativo: una
   palestra che insegna ad assumersi responsabi-
   lità: anche in altri contesti, come quello delle
   amministrazioni civili.
      In secondo luogo, quando il piccolo mondo
   dei protestanti italiani è stato coinvolto in gran-
   di battaglie politiche, è venuta da sorelle e fratel-
   li di chiesa una parola chiara: non direttamente
   politica, ma di testimonianza del contenuto di
   liberazione che viene dal messaggio evangelico.                             Disegno di Francesco Piobbichi
   Una parola chiara nella misura in cui sapeva
   di essere provvisoria: un contributo alla costru-
                                                                       Il dramma dei migranti visto attraverso l’arte

                                                                       G
   zione della speranza.
      Anche un’occasione all’apparenza ricreativa e                              li sbarchi di profughi e richiedenti asi-                              che in Italia (Fcei) in collegamento con la Diaco-
   spettacolare, allora, può essere utile. I nostri lo-                          lo portano con sé, oltre al dramma del-                                nia valdese. Diciamo di si perché dove non arri-
   cali di culto non sono sacri né esclusivi, ospita-                            la fuga dalla guerra e dalle persecuzioni,                             va il discorso all’interno degli edifici ecclesiastici,
   no concerti e dibattiti; e d’altro lato la comunità                           anche quello dei rischi gravissimi che si                              dove la politica si impappina, dove le convinzioni
   si può riunire anche ai margini di una pista                        corrono per mare. Infatti in tanti muoiono. Per le                               di ognuno e ognuna di noi ci fanno rinchiudere in
   di bob, ovunque la testimonianza cristiana si                       condizioni del mare, delle imbarcazioni, ma so-                                  noi stessi, il linguaggio dei colori e delle emozioni
                                                                       prattutto per la cattiveria con cui gli scafisti orga-                           ci spinge a superare tutte le interferenze: ci met-
   incroci con il desiderio di conoscere e ricevere
                                                                       nizzano questi viaggi, che invece di portare verso                               te in collegamento con la stazione trasmittente di
   una parola diversa.                                                 la speranza tirano dentro gli abissi i viaggiatori.                              quelle vite in pericolo. Ricevere i loro appelli, come
                 RIUNIONE DI QUARTIERE
                                                                          Di fronte a questi drammi, che suscitano le rea-                              in un passaparola da telegrafo senza fili, porta a
    La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione            zioni più diverse, dal rigetto totale alla solidarietà                           scoprire nuove e inedite forme di solidarietà. Basta
    serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità             dei pescatori di Lampedusa, da una politica eu-                                  poco, magari regalare una bicicletta che non usia-
                                                                       ropea sempre titubante e troppo frastagliata alle                                mo più (come hanno invitato a fare in val Pellice).
                                                                       operazioni di solidarietà delle chiese, è lecito usa-                            Intanto, per chi deve affrontare il mare, se non ba-
                                                                       re gli strumenti dell’arte?                                                      sta ciò che si riesce a fare con le nostre forze, i del-
                                                                          Rispondiamo di sì – e per questo abbiamo fatto                                fini, in una bella visione o in un bel sogno dipinto
                                                                       la nostra copertina con uno dei dipinti di France-                               dallo stesso autore, scorteranno uomini, donne,
                                                                       sco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope                                   bambini; per primi faranno in modo che si senta-
                                                                       per conto della Federazione delle chiese evangeli-                               no un po’ meno soli. Sapremo prendere esempio?
Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi    Redazione Eco delle Vall Valdesi           Direttore: Alberto Corsani (direttore@riforma.it)   Supplemento realizzato in collaborazione         Supplemento al n. 9 del 4 marzo 2016
                                       recapito postale:                          Direttore responsabile ai sensi di legge: Luca      con Radio Beckwith Evangelica: Simone            di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi,
Redazione centrale - Torino            via Roma 9 - 10066 Torre Pellice (To)      Maria Negro                                         Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso,         registrazione del Tribunale di Torino
via S. Pio V, 15 • 10125 Torino        tel. 366/7457837 oppure 338/3766560        In redazione: Samuele Revel (coord. Eco delle       Matteo De Fazio, Daniela Grill, Marco Magnano,   ex Tribunale di Pinerolo
tel. 011/655278                        e-mail: redazione.valli@riforma.it         Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud),          Diego Meggiolaro, Susanna Ricci, Paolo Rovara,   n. 175/51 (modifiche 6-12-99)
fax 011/657542                                                                    Claudio Geymonat, Piervaldo Rostan, Federica        Matteo Scali
e-mail: redazione.torino@riforma.it                                               Tourn (coord. newsletter quotidiana), Sara                                                           Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova
                                                                                  Tourn. Grafica: Pietro Romeo                                                                         Mondovì (CN) tel. 0174-698335

                                                                                                                                                                                       Editore: Edizioni Protestanti s.r.l.
                                                                                                                                                                                       via S. Pio V 15, 10125 Torino

                                                                               l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi Inizia dall’impegno della chiesa valdese,
prima, durante e dopo l’evento mondiale il nostro viaggio 10 anni
dopo, fra eredità da gestire e occasioni mancate.

                                                                                                                  La cerimonia inaugurale a Torino - Foto Riforma

La chiesa valdese alle Olimpiadi
                                                                                         «Le Olimpiadi le vedremo passare su

D
Samuele revel                                                 territorio. “Le olimpiadi
         avide Rosso, oggi direttore della Fonda-             di Torino 2006 le vedre-
                                                                                           un bus che risalirà la val Chisone fino a Italia,        di parlare di storia
                                                                                                                                             e cultura ma anche di as-
         zione Centro culturale valdese, ha fatto             mo passare su un bus Sestriere»: era la profetica battuta di                   sistenza e azioni sociali.
         parte della redazione Internet della Com-            navetta che risalirà la un residente. L’occasione non sfruttata Ci si attivò per entrare
         missione 2006 della Chiesa valdese, nata             valle con il suo carico di completamente dalla chiesa ma da cui                maggiormente in dialogo
a seguito di un pronunciamento del Sinodo del                 spettatori-turisti diretti è scaturita la spinta a dialogare con gli con le altre chiese».
2000, che individuava nelle Olimpiadi di Torino               a Pragelato o Sestriere altri, ancora oggi in crescita.                           Che cosa è rimasto di
2006 «un’occasione di presenza evangelica». Sei               e nulla più”, mi confidò                                                       tutto quello sforzo? «Si-
anni di lavoro per provare a essere pronti nel 2006           un’abitante della val Chisone…».                        curamente qualcosa relativamente al dialogo con
a «comunicare il patrimonio di fede, di storia e di              A margine dell’evento sportivo ci sono state le gli altri; si utilizzano ancora oggi gli strumenti di
cultura della Chiesa valdese a chi sarebbe arriva-            «Olimpiadi della cultura», che avrebbero dovuto comunicazione pensati allora, anche se fortuna-
to da ogni dove». Difficile capire oggi se un’eredi-          essere un’occasione per far conoscere al mondo tamente se ne usano anche di nuovi; è rimasta, in
tà sia rimasta da quella «esperienza» particolare             «l’anima e la cultura del territorio». «Dovevano negativo, la necessità di dire agli italiani chi sono
nell’evento a cinque cerchi.                                  servire – continua Rosso – anche per avviare col- i valdesi e i metodisti: in molti ancora non lo san-
   «Alcuni temi sembravano all’inizio caratterizzare          laborazioni fattive fra gli operatori in un’ottica di no, così come c’è poca conoscenza del protestan-
il percorso del territorio e della Chiesa valdese – ci        sviluppo turistico che guardi al patrimonio sto- tesimo storico. L’impressione è che nel 2006 si sia
dice –: come presentarci al mondo e come comuni-              rico, culturale e ambientale. Alla fine di progetti riusciti a comunicare all’interno delle Chiese ma
care chi si è, la propria storia di chiesa, il proprio agi-   se ne salvarono pochi: il falò dei valdesi, Mousiké, in maniera non sufficientemente efficace verso
re. Insomma le Olimpiadi fin da subito furono viste           il sito del Forte di Fenestrelle. Il Toroc ha prefe- l’esterno». Infine, una valutazione anche sulle Pa-
come opportunità di sviluppo turistico dal territorio         rito promuovere manifestazioni di arte moderna ralimpiadi. «Accogliere – conclude Rosso – è in
e dalla Chiesa: un luogo da cui comunicare e fare             e contemporanea, cene letterarie... Sull’ambiente primo luogo riconoscere le persone, prendere atto
conoscere il proprio patrimonio di fede».                     non occorre dire molto, è visibile quanto è sta- del loro valore, delle loro possibilità ma soprat-
   «La Chiesa, attraverso il Comitato 2006 – ri-              to fatto. L’impressione è che le Olimpiadi come tutto impegnarsi per la promozione allo sviluppo
corda Rosso –, organizzò alcuni incontri pubblici             evento di territorio non si siano manifestate, o dell’educazione del contesto in cui viviamo. L’in-
sullo sport e la fede e alcune chiese si organiz-             non le si sia sapute sfruttare».                        tegrazione delle persone diversamente abili può
zarono predisponendo dei programmi articolati                    Ma addentriamoci nell’aspetto riguardante la infatti essere realizzata solo in un contesto a mi-
di Tempio aperto e di presenza “attiva” nell’ac-              chiesa. «La situazione è stata forse un po’ diversa. sura di tutti ma che al contempo non imponga le
coglienza di quelli che sarebbero dovute essere               Le Olimpiadi sono state un’occasione per pensare stesse mete da raggiungere ai singoli individui. Da
migliaia di persone a spasso per le Valli e Torino            alla propria comunicazione, per incontrare per- allora su questi temi la riflessione della Diaconia
(poi in realtà furono molte di meno). Come gior-              sone vicine, per dare gambe a idee come quella valdese non si è fermata. Forse questa è una delle
nalista in quel periodo scrissi numerosi articoli e           delle “strade dell’esilio” dei valdesi. Si cercò di far eredità di Torino 2006 che occorre continuare a
diverse furono le interviste che raccolsi anche sul           conoscere chi sono i valdesi e i metodisti oggi in coltivare».

                                                                   l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi L’evento vero e proprio visto dall’«esercito»
dei volontari (Carlo Gribaudo e Laura Giacotto) e da un’atleta
(Debora Montanari): fatiche ed emozioni irripetibili e indimenticabili

L’abbraccio alla medaglia d’oro
«S
Piervaldo Rostan
                ono stati giorni davvero unici e fan-
                tastici»; questo è il primo ricordo
                di Carlo Gribaudo che con la mo-
                glie Laura Giacotto ha fatto parte,
dieci anni fa, di quell’esercito di 20.000 volontari
senza i quali i Giochi sarebbero stati impossibili
da gestire. «Il Toroc aveva fatto un invito un paio
di anni prima – spiega Gribaudo –: io sarei anda-
to in pensione pochi mesi prima delle Olimpiadi,
mia moglie riuscì ad accumulare vari giorni di fe-
rie e così abbiamo fatto domanda per entrare a far
parte dei volontari».
   In più occasioni i candidati furono chiamati a
Torino per incontrare l’ex campione di sci Pieri-
no Gros, che aveva il compito di illustrare siti e
modalità operative; entrati nel gruppo, Carlo e
Laura, come tutti gli altri volontari di cui un bel
numero dalle Valli, vengono coinvolti e preparati.
«Un anno prima siamo stati chiamati a operare
per gli Sport event che dovevano servire a testare
                                                                       Carlo e Laura sulla pista olimpica di Pragelato - Foto Gribaudo
organizzazione e impianti. Noi avevamo chiesto
di poter essere impiegati a Pragelato per le gare di            fin dal mattino presto, per controllare la situazio-      con i tifosi delle varie nazioni presenti ai Giochi.
fondo e così è stato. Un altro momento che non                  ne e predisporre l’allestimento per le gare; il mio       E, ancora più intensa l’esperienza delle Paralim-
dimenticheremo mai è stata la prova generale                    responsabile era Demetrio Rela di Asiago (suocero         piadi, a fianco di atleti capaci di imprese quasi im-
della cerimonia di apertura; eravamo il pubblico                dell’allenatore di hockey John Parco, nome noto           possibili come vedere un atleta di biathlon tirare
e l’atmosfera davvero elettrizzante: tutto si svol-             nell’ambiente, ndr). Dunque eravamo in costante           con la carabina pur privo di entrambe le braccia...
se come alla vera inaugurazione, mancava solo il                rapporto con gli atleti: un’esperienza davvero uni-       Un’esperienza dunque estremamente arricchente
presidente della Repubblica!».                                  ca. Mia moglie credo sia stata la prima persona           sul piano umano e su quello sportivo; ripetuta,
   Ventisette giorni filati a Pragelato per Carlo               ad abbracciare Giorgio Di Centa subito dopo che           in numerose manifestazioni successive in Italia e
Gribaudo, bissati poche settimane dopo dall’e-                  aveva tagliato il traguardo, vincitore della 50 km!.      all’estero, dalle Universiadi ai mondiali di hockey:
sperienza dei Giochi paralimpici. «Avevo trovato                Il pomeriggio di solito più tranquillo, a gare finite,    ricordi vivissimi capaci di scaldare i cuori per tut-
ospitalità da un amico e dovevo essere sulle piste              erano consentiti anche momenti di festa, magari           ta la vita».

                 Le Olimpiadi di Debora                       oppure di allenarti in palestra assieme
                 Prima: «Il mio percorso è iniziato negli     a pattinatori di fama mondiale. Fra gli
                 anni ’90 a Torre Pellice. Ho iniziato a      atleti si era tutti compagni, ma penso
                 giocare come attaccante nel Valpellice       che sia impossibile descrivere quello
                 e poi mi sono “spostata” in porta en-        che si vive in un’occasione così».
                 trando nel giro della Nazionale con ra-
                 duni, mondiali e tornei. Ma è solo negli     Dopo: «La prima convocazione è
                 ultimi due anni prima delle Olimpiadi        arrivata dopo molti mesi dalle Olim-
                 che abbiamo cambiato marcia. Ci siamo        piadi. Si è perso il treno, il traino che
                 ritrovate in molti raduni, ci siamo          poteva dare un evento del genere. Un
                 allenate moltissimo lontane dalla pista      impegno così grande era d’altra parte
                 ghiacciata, “a secco”, secondo tabelle       difficile da gestire fra lavoro e famiglia
                 precise preparate da professionisti.         un po’ per tutte; si è anche parlato di
                 Nel 2005 poi siamo stati, contando           creare squadre nelle varie “armi” come
                 tutti i periodi, circa sei mesi in ritiro,   gli altri sport ma poi nulla è andata in
                 con stage anche in Finlandia. Dal 26         porto. Oggi vediamo ancora gli effetti
                 dicembre del 2005 fino alle fine delle       con molte ragazze nelle giovanili, che
                 Olimpiadi poi non ci siamo più lasciate.     hanno iniziato proprio dieci anni fa
                 Sempre assieme. Era diventata una            in occasione delle Olimpiadi e forse è
                 professione».                                questa l’ultima occasione per rilanciare
                 Durante: «Un’emozione indescrivibile.        il movimento dell’hockey al femminile».
                 Quello che ricordo di più è senz’altro il
                 “clima” del Villaggio olimpico di Torino.    Debora Montanari è stata la portie-
                 Qui, tolte poche eccezioni, tutti gli        ra titolare della Nazionale italiana
                 atleti erano sullo stesso piano, dalle       alle Olimpiadi di Torino 2006. Vive a
                 star “abituate alle Olimpiadi” a noi che     Luserna San Giovanni e ancora oggi è
                 sapevamo di vivere un’occasione unica.       portiere di hockey in line.
                 Capitava di cenare accanto a mostri
                 sacri dell’hockey nordamericano                                      [Samuele Revel]

                                                                       l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi Come dieci anni fa un breve viaggio
«fotografico» in alcuni principali siti di gare, alla scoperta di
desolazione, tristezza e abbandono: ma ci sono anche le eccezioni

                                                                                                     Le mascotte dei Giochi: Neve, Aster e Gliz - Foto Revel/Riforma

(Triste) ritorno ai luoghi olimpici
S
Samuele Revel                                             delle Olimpiadi (così ha ammesso anche Valenti-          con grandi difetti (si è costruito in fretta e male,
        abato 11 febbraio 2006, non senza qualche         no Castellani su Dislivelli) è stata la pista di bob.    come sempre, per arrivare in tempo al fatidico 11
        difficoltà, con i mezzi pubblici (potenziati      Chiusa e svuotata rimane una grande e inutilizza-        febbraio) ma nei prossimi mesi ci saranno lavori
        in maniera incredibile per le due settimane       ta colata di cemento. Ma la desolazione maggiore         di ristrutturazione (ristrutturare a 10 anni dal-
        dei giochi) riuscivo a salire fino a Sestriere.   è al biathlon, poco lontano. Unico poligono nella        la costruzione è quanto meno curioso). Pinerolo
Da poche ore si era chiusa la cerimonia di apertu-        zona. Abbandonato. Il free style è anch’esso solo        è quasi nelle stesse condizioni. Anche qui nello
ra dei Giochi e venni mandato dall’Eco delle valli        più un ricordo. E forse è meglio non ricordare le        stadio che ospitò il torneo di curling si fa altro,
valdesi ad annusare il clima, a vedere da vicino gli      cifre, i milioni di euro spesi per opere con il desti-   ma almeno a pochi metri una pista è rimasta. E
impianti, i tifosi, gli atleti, i volontari.              no segnato (se non tutte, almeno biathlon e pista        forse è proprio Pinerolo l’unica realtà ad avere
   Sono tornato in auto quest’anno, sabato 13 feb-        di fondo avrebbero potuto avere un destino mi-           sfruttato al meglio l’evento Olimpico dal punto
braio, per vedere che cosa ci hanno lasciato quei         gliore): ci farebbero soltanto innervosire…              di vista sportivo. Il tanto deriso curling è diven-
15 giorni in cui Torino – soprattutto Torino – e le          Funziona lo sci. Quello alpino. Funzionava            tato invece molto praticato e gli atleti cresciuti
sue valli sono state al centro dell’attenzione di tut-    anche prima, e gode di numerosi finanziamenti            sportivamente in questi impianti girano il mon-
to il mondo, sportivo in particolar modo. Sapevo          pubblici post-olimpiadi. Diversi milioni di euro         do per le varie gare.
a che cosa sarei andato incontro, non mi illudevo.        sono stati dirottati dalla gestione della pista di          Poi strade e opere connesse, che non sarebbero
   Desolazione e rabbia.                                  bob agli impianti di risalita, di innevamento e          mai state costruite e invece grazie ai cinque cer-
   Pragelato ha cinque trampolini: potevano esse-         delle piste di sci alpino, come richiesto espressa-      chi hanno visto sbloccarsi molte situazioni. Un bi-
re costruiti smontabili, sono abbandonati a loro          mente dal comune di Cesana. Lo sci rende, lì si          lancio in generale negativo, con alcune eccezioni.
stessi. Pragelato ha una pista di fondo che po-           investe. Ma i rischi di una «monocultura» sono           Torino sì, Torino è rinata dal grigio Fiat e, in un
trebbe ospitare gare di Coppa del Mondo. Oggi             sempre in agguato…                                       momento in cui non aveva le idee chiare su che
si passeggia sulla pista costata 2 milioni al chi-           Nel basso le cose vanno (un poco) meglio. Tor-        cosa sarebbe diventata, ha scoperto la vocazione
lometro (cablaggi, innevamento artificiale…). A           re Pellice, che fu sede di allenamento per l’hockey      turistico e culturale. Alle valli rimangono Neve,
Cesana Pariol va ancora peggio. Il grande errore          su ghiaccio femminile, ha una grande struttura           Gliz e Aster, le tre mascotte ingrigite come monito.

                                                                l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi Il viaggio inchiesta dell’«Eco delle Valli»
alle Olimpiadi invernali del 1992 a confronto con Torino 2006
nell’ambito della comunicazione della religione e degli spazi

I giochi di Albertville e la chiesa
A
Alberto Corsani                                             una presenza cristiana “senza etichette” – ci dice      che di montagna hanno ospitato messe ma anche
           lbertville, febbraio 1992: i Giochi olimpici     –, coinvolgendo una cinquantina di persone che          culti protestanti; si sono realizzate mostre e servi-
           si svolgono in Savoia, poco distante dal-        provengono da diverse realtà delle nostre chiese.       zi di cappellania (come a Torino: molto del pubbli-
           le valli valdesi. Non è, attualmente, una        Ma certo, qui nella Tarentaise siamo una quindi-        co al seguito dei Giochi proviene dal Nord Euro-
           terra con una presenza protestante rile-         cina, e in tutta la valle della Maurienne le famiglie   pa o dagli Usa e Canada), ma soprattutto si sono
vante; e in due (il sottoscritto e il collega Piervaldo     protestanti non sono più di 150. A Natale e Pasqua      incontrate le persone; e questo incontro l’hanno
Rostan) ci addentriamo per L’Eco delle valli valde-         teniamo i nostri culti chiedendo ospitalità alle        promosso pastori e non pastori, cattolici e pro-
si fra alberghi, ristoranti, pubblico di appassionati,      parrocchie cattoliche».                                 testanti: così incontriamo, fra gli altri, un anzia-
atleti; e così scopriamo che in realtà una presenza           Numeri diversi rispetto alle valli del Pinerolese:    no neurochirurgo in pensione, Christian Phéline
protestante c’è. A Moûtiers, 30 km. da Albertville,         qui fu possibile per Torino 2006 rendere il pubbli-     (arriva da Orléans, sì, proprio quella di Giovanna
incontriamo Pierre Azémard, che coordina gli in-            co partecipe della presenza protestante, perché la      d’Arco), dai modi rispettosissimi e dall’occhietto
terventi della Chiesa riformata di Francia sui luo-         realtà delle chiese valdesi è ben consolidata. Ma in    vispo, che ha dato la propria disponibilità come
ghi delle Olimpiadi: «Abbiamo inteso assicurare             Savoia non si sono scoraggiati: le chiesette cattoli-   volontario: «Ai Giochi, dove si esalta il “corpo”, la
                                                                                                                    chiesa vuol far riflettere anche su altri valori. Ma-
                                                                                                                    gari fra quelli che arrivano c’è chi vuole semplice-
                                                                                                                    mente stare qualche minuto in raccoglimento, ma
                                                                                                                    dietro tutto questo mi sembra che ci sia comun-
                                                                                                                    que una ricerca. Nascosta, talvolta “pudica”. E noi
                                                                                                                    testimoniamo che la chiesa esiste, che non ci sono
                                                                                                                    solo le vedettes le medaglie e i trofei».
                                                                                                                       Nella stessa cappella la signora Janine Philibert
                                                                                                                    di Grenoble distribuisce materiali dell’Associazione
                                                                                                                    dei cristiani per l’abolizione della tortura. C’è anche
                                                                                                                    Jean-Marc Dupeux, pastore a Grenoble, che per anni
                                                                                                                    ha collaborato con il centro di Agape in val Germa-
                                                                                                                    nasca. Questa terra, che all’inizio del XVI secolo
                                                                                                                    vide il fiorire della Riforma, arrivò poco dopo la re-
                                                                                                                    pressione dei Savoia per opera di Emanuele Filiberto.
                                                                                                                    Ma la voce della testimonianza non cessa, e anzi, ci
                                                                                                                    spiegano, «ha lasciato il proprio biglietto da visita
                                                                                                                    un pastore protestante norvegese: è venuto a vede-
                                                                                                                    re quel che facciamo, perché le prossime Olimpiadi
                                                                                                                    invernali [che furono nel 1994 e non nel 1996, nda]
                                                                                                                    si svolgeranno da loro, a Lillehammer». Certo; e poi
      Il treno che collegava i siti olimpici nel 1992 - Foto Riforma                                                Nagano, Salt Lake City, Torino... e la storia continua.

Non abbiamo subito l’evento
I
Giuseppe Platone                            te. Le stanze multireligiose furono         Mario Magnano che tentava di spie-        sultivo del Comune.
    l regolamento dei Giochi olim-          utilizzate soprattutto dai cappellani       gare in inglese l’amatriciana e non          Non abbiamo dunque subito l’e-
    pici prevede di allestire nei vil-      delle singole squadre. Tra i ricor-         ricordavamo come si dice pancetta         vento, ma l’abbiamo interpretato
    laggi degli atleti degli spazi mul-     di più belli si affaccia quello di un       affumicata)…; ci siamo preparati          riuscendo anche, per una volta, a
    tireligiosi. Una grande stanza          culto nel tempio valdese di corso           bene prima dell’evento, grazie anche      fare squadra. E ci siamo anche un
«multiculti» nel villaggio di Torino        Vittorio Emanuele strapieno con             ai contatti internazionali con l’as-      po’ ripresi, immersi come eravamo
e un’altra in quello del Sestriere. Per     gente in piedi: canadesi, norvegesi e       sociazione «Più dell’oro» che aveva       nel protestantesimo mondiale. Ab-
rispondere a questa esigenza si costi-      quant’altro. Ma la vera benedizione         stabilito il suo quartiere a Pinerolo     biamo pregato, celebrato culti e un
tuì il «Comitato Interfedi». Non fu         per noi fu l’essere riusciti a costru-      nei locali del tempio.                    convegno ci ha permesso di scopri-
per nulla facile, non eravamo abituati      ire la Casa valdese in tempo per i             Poi, arrivate le Olimpiadi, sono       re la spiritualità dello sport. In tante
a lavorare in una dimensione inter-         Giochi. Il dinamico patron e anima-         subito volate. Un turbine di una          occasioni ricordo d’aver parlato di
religiosa. Ricordo gli armadietti delle     tore del Toroc, l’ex sindaco Valen-         manciata di giorni. Sul terreno ri-       questi famosi valdesi che nessuno
stanze religiose con gli oggetti sacri,     tino Castellani, mi disse: «Pastore,        mase per noi il lancio della Casa         (o quasi) sapevano chi fossero. Spe-
i cuscini per le meditazioni buddi-         il fatto che voi riusciate a offrire ai     valdese come preziosissimo luogo          cie i finlandesi. Benedetto sia il dvd
ste…: e voi protestanti? «A noi basta       vostri correligionari una sede digni-       di socialità. Ci voleva, e Torino se la   realizzato dalla redazione della tra-
un leggio, una Bibbia, una tastiera».       tosa fa fare una bella figura a tutta la    meritava, e poi certamente il Comi-       smissione di Raidue Protestantesimo.
   In quei giorni (quando capiterà          città». E così fu. Nella Casa valdese,      tato Interfedi, che lavorò in grande      Il binomio Torino-Valli ha funziona-
un’altra volta?) facemmo la parte           nuova «di pacca», si tennero incon-         amicizia. Finite le Olimpiadi propo-      to perfettamente. Qui la convulsio-
del leone. La maggioranza dei pa-           tri soprattutto con famiglie di atleti      si all’assessore alla Cultura di va-      ne, là la pace e la neve. Eravamo una
esi partecipanti ai Giochi erano e          (ricordo le occasioni culinarie cre-        lorizzare l’esperienza del Comitato       coppia perfetta, ci volevano le Olim-
sono di forte tradizione protestan-         ate dal simpatico e bravissimo chef         facendolo diventare un organo con-        piadi per capirlo.

                                                                   l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi La Commissione Ambiente propose alcune
idee innovative e rispettose per il territorio. Inascoltata su tutta la
linea: e oggi paghiamo le conseguenze di opere approssimative

«Opzione zero» e altre proposte

                                                                    Lo stadio del salto di Pragelato - Foto Riforma

D
Piervaldo Rostan                                        rono esercizio accademico, proposte di qualche           chi proponeva impianti di produzione di energia
         ovevano essere le Olimpiadi più green, più     ambientalista oltranzista.                               solare sui tetti, o sistemi di cogenerazione (men-
         ecologicamente sostenibili della storia:          La grandeur non è solo francese, e assolutamen-       tre si produce il freddo per il ghiaccio si emana
         uso consapevole delle risorse, basso sfrut-    te non si poteva rinunciare a ospitare in Italia tut-    calore che potrebbe garantire alle strutture acqua
         tamento di nuovi terreni. I trampolini di      te le gare; anche se al momento della candidatura        calda) la risposta da parte dei responsabili della
salto di Pragelato così mirabilmente inseriti nel       di Torino, la Savoia aveva sostenuto questa ipotesi      progettazione fu sempre la stessa: è vero, sarebbe
paesaggio, utilizzando le pendenze della monta-         nella neppur tanto segreta speranza di poter ri-         bello ma... abbiamo poco tempo e poche risorse!
gna, tanto da risultare quasi invisibili a chi pas-     lanciare i propri siti «vecchi» di 15 anni appena.       Con il risultato che quegli interventi si faranno
sasse sull’altro versante della val Chisone.            Così si costruì la pista di bob a Cesana, pure su un     nel 2017 e 2018, con un nuovo forte investimen-
   E poi le ricadute sociali: potenziamento della       versante assolato, poiché il primo sito individuato      to; e soprattutto per oltre 10 anni si sono buttati,
ferrovia (addirittura raddoppio fra Torino e Pine-      dovette far presto i conti con le rocce radioattive,     letteralmente, alcuni milioni di euro per le spese
rolo), completamento dell’autostrada, infrastrut-       oltremodo diffuse in alta val Susa; e si costruiro-      energetiche...
turazione delle valli quanto a rete Internet, colle-    no i trampolini: «gli impianti saranno anche un
gamenti che, una volta chiusi i Giochi, avrebbero       volàno per ampliare il numero di praticanti», era
dovuto servire al sistema delle attività turistiche     uno degli slogan. Ma in realtà di novelli Zoeggeler,
ed economiche delle Valli. Diciamolo subito: la         diciamo pure un po’ folli da buttarsi giù dalla pista
ferrovia non è stata raddoppiata (l’esercizio sulla     o dai trampolini, davvero non ne sono venuti fuori.
Pinerolo – Torre Pellice è addirittura sospeso dal          E, come paventavano i pessimisti, i costi sono
giugno 2012), l’autostrada è stata effettivamente       cresciuti; per la realizzazione delle opere, anzi-
completata, le reti informatiche sono per lo più        tutto; poi per la loro gestione e ora per l’effettivo
realizzate a metà e dunque con scarse ricadute sui      smantellamento. Olimpiadi delle neve, anzitutto;
territori periferici.                                   e poi anche del ghiaccio. Le Olimpiadi hanno por-
   Il Comitato promotore si dotò perfino di una         tato un nuovo palaghiaccio a Torre Pellice (da 80
«Commissione ambiente» che a un certo punto             anni culla dell’hockey), il sostanziale rifacimento
arrivò, in qualche suo componente, a ipotizzare         del palaghiaccio di Pinerolo, due piste, coperte, in
l’«opzione zero», cioè non effettuare le Olimpia-       corso Tazzoli a Torino, il Palavela. Ma anche qui,
di; naturalmente si scherzava e l’idea di non fare      accanto ai costi di costruzione, il Piemonte olim-
i Giochi, oppure prevedere che alcuni impianti          pico ha dovuto fare i conti con la gestione, costo-
fossero concepiti per essere smantellati il giorno      sa e con impianti pieni di difetti (il più clamoroso
dopo le gare, o ancora che si potesse rinunciare a      il fatto che sia a Torre Pellice sia al Tazzoli piova
costruire alcuni siti di gara utilizzando quelli co-    dentro al primo temporale...).
struiti a pochi km nella vicina Savoia per i Giochi        Sempre nella famosa «Commissione Ambien-
di Albertville (in particolare si parlava della pista   te» vi fu chi segnalò che sarebbero poi stati ele-
di bob e slittino e dei trampolini del salto), resta-   vatissimi i costi di gestione degli impianti; ma a

                                                              l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7
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Le opere e le risorse umane
                               Che cosa funziona e che cosa no, ma soprattutto quanto è costato.
                               E poi il variegato mondo dei volontari presso le sedi di gara, senza i
                               quali l’evento olimpico non avrebbe potuto esistere
Infografica: Leonora Camusso

                                                         l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
DOSSIER/Olimpiadi Alla scoperta dei rifugisti, dei gestori di casa
vacanze, dei proprietari di bed&breakfast e degli allevatori: dopo
«Torino 2006» un modo duraturo di vivere la montagna

Voci dai custodi della montagna

                                     Il Rifugio Jervis - Foto RBE

L’
Daniela Grill                                                       tunità di formarsi per questo lavoro e creare delle        in val Maira che, partendo dal settore primario e
         approccio del turista medio alla monta-                    strade professionali in cui imparare il mestiere del       da un allevamento di capre, hanno ripopolato una
         gna sta a poco a poco cambiando: il clien-                 gestore del rifugio».                                      borgata disabitata: ora ci abitano una quindicina di
         te si fa più esigente, la sua voglia di viverla               Alcuni rifugi e strutture di accoglienza convivo-       persone, di cui molte di giovane età.
         si pone a 360 gradi e coinvolge non solo                   no accanto alle stazioni di turismo di massa dello            Non è sempre tutto facile per chi arriva dalla
gli aspetti naturalistici ma anche quelli cultura-                  sci alpino: attraggono un pubblico potenzialmen-           città e decide di trasferirsi in media e alta monta-
li, sociali, religiosi. E sempre di più l’economia                  te interessato al turismo dolce e lo accompagna-           gna. La difficoltà maggiore, per chi viene da fuori,
montana si converte in una pluralità di attività:                   no nella sua scoperta. Danila Bertalot, della Casa         sta nel farsi accettare: Marco Gattinoni, gestore
dall’accoglienza turistica ai piccoli lavori di fale-               vacanze La peiro Douço di Roure, racconta la sua           del bed & breakfast Il bosco delle terrecotte a Barge
gnameria o meccanica, dalla coltivazione di erbe                    esperienza a diretto confronto con la località di          ha dovuto inserirsi con grande cautela nella real-
officinali, frutta, ortaggi, che poi Custodi della montagna                             Sestriere: «I turisti che arrivano     tà locale, ma oggi grazie a un lungo lavoro di rete
vengono rivenduti ai turisti, alla Partirà con il mese di marzo il proget- da noi cercano ciò che offriamo,                    si è ricavato uno spazio: «Quando siamo arrivati
creazione di associazioni e reti di to editoriale «Custodi della mon-                   quindi non ci scontriamo con           abbiamo trovato delle persone fantastiche, i nostri
promozione culturale o turisti-          tagna»,    un  reportage     multimediale      le strutture rinomate dedicate         vecchi, originari di questi luoghi e detentori di un
                                         e multicanale condiviso tra Radio
ca. Abbiamo raccolto una serie di Beckwith evangelica e l’associazione al turismo di massa. Non vivia-                         sapere inestimabile: sono loro che ci hanno accolto
opinioni dei «Custodi della mon- Dislivelli e realizzato all’interno della mo solo di turismo sciistico, ma                    e ci hanno insegnato molte cose, come fare il vino,
tagna» che racchiudono i vari ele- rete Sweet Mountains (www.sweet- anche di itinerari naturalistici e                         seguire l’orto, andare per legna e curare la vigna».
menti di questa accoglienza turi- mountains.it).                                        proposte culturali».                      Roby Boulard, gestore del rifugio Willy Jervis al
stica «dolce».                           Il progetto    vedrà    la pubblicazione   in     Spesso chi decide di gestire        Pra in alta val Pellice, riesce a condurre la propria
                                         simultanea di una rubrica cartacea
   Partiamo dalla professione del sulla rivista dell’Associazione Disli-                una struttura in montagna por-         attività anche grazie alla fidelizzazione dei turisti
«rifugista», che andrebbe mag- velli (www.dislivelli.eu), un program- ta con sé anche una rinascita                            stranieri che tornano ogni anno: «Apprezzano il
giormente valorizzata e ricono- ma radiofonico (in onda su RBE il                       della borgata a livello culturale      nostro tentativo di rendere la montagna viva, a
sciuta, mentre spesso viene sot-         lunedì   alle  19 e il giovedì  alle 9,30)  e  e umano: in val Germanasca la          portata d’uomo e nello stesso tempo integrata con
tovalutata. Massimo Manavella e          una    serie di brevi   reportage    multime-  Foresteria di Massello ha rivita-      le opportunità della bassa valle».
                                         diali sul sito www.rbe.it.
Sylvie Bertin, gestori del rifugio «Custodi della montagna» si propone lizzato il territorio: da qualche                          A livello di investimenti strutturali la scelta di
Selleries, lamentano una man- di raccontare, attraverso le voci e le                    anno nel seminterrato ospita una       questi ultimi decenni è di optare per interventi di
canza di attenzione da parte della storie dei protagonisti, l’attualità e il sala proiezioni e una biblioteca                  bioedilizia e con un impronta ecologica. A Luser-
«cosa pubblica»: «Il nostro lavoro futuro dell’approccio al turismo dolce in cui vengono organizzati eventi                    na San Giovanni i proprietari del bed & breakfast
viene sovente preso come un ri- nelle Alpi torinesi e cuneesi.                          pubblici. A Ostana (val Po) i ge-      Casa Payer si sono spesi molto per mantenere le
                                         Una prospettiva che coniuga saperi
piego, non come scelta di vita. Il nuovi e antichi, lavoro culturale e                  stori del rifugio Galaberna han-       caratteristiche originali della casa in cui vivono e
lavoro stagionale in rifugio è visto pratiche di accoglienza; che parla con no portato in paese una mezza                      accolgono i loro ospiti: «A volte riscontriamo nei
come momento in cui si guada- un linguaggio situato nel presente                        squadra di calcio: i loro figli, che   nostri clienti la mancanza della concezione di ciò
gna un po’ di denaro e stop: una         e  gli occhi  rivolti  al futuro. Perché   il  frequentano le scuole del territo-     che significa veramente tutelare il territorio, ma
modalità di approccio che porta a        domani     di queste    montagne     passerà   rio e portano una ventata di gio-      cerchiamo di condividere con loro le nostre scelte
                                         anche dal modo in cui i suoi custodi,
troppa improvvisazione. Sarebbe antichi e moderni, sapranno raccon-                     ventù. Lo stesso è accaduto con        di vita e proponiamo anche una bioedilizia “culi-
invece interessante avere l’oppor- tarla e promuoverla nel mondo.                       Giorgio Alifredi e Marta del Puy,      naria”, con scelta di prodotti a Km zero».

                                                                       l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9
Il mondo viaggia su una barca - Riforma.it
TERRITORIO
 I falò che esprimono, la sera del 16 febbraio, la gioia dei valdesi per la concessione dei
diritti civili (1848) non riuniscono solo fratelli, sorelle e amici delle Valli: anche a Guardia
        Piemontese se ne accende uno, in ricordo, anche, delle stragi del XVI secolo

    ABITARE I SECOLI
   Trasmettere la fede
                                               Falò da tutta Italia
               Piercarlo Pazè

              N      ell’autunno 1487 il
                     commissario apostolico
                Alberto de Capitanei, che
procedeva contro i «poveri di Cristo», o
valdesi, dell’alta Val Chisone, per scopri-
re la rete clandestina di diffusione del
loro movimento domandò a molti come
fossero diventati valdesi. Tutte le risposte
furono sorprendentemente simili. Gio-
vanni Gallian di Mentoulles raccontò che
era stato suo padre a introdurlo nel mo-
vimento valdese e a invitarlo a confes-
sarsi a un «barba» [così si chiamavano i
predicatori valdesi, ndr]. Michele Passet di
Pragelato rivelò che a portarlo era stata
la matrigna. Stefano Lantelme di Prage-              Prali - Foto P. Romeo
lato disse che era stata sua moglie a farlo
diventare valdese. E così moltissimi altri
interrogati. In sostanza, l’adesione al
valdismo avveniva all’interno di rela-
zioni familiari significative, richiesta dai
genitori ai figli e proposta fra i coniugi.
Nell’interiorità della casa la generazione
adulta svolgeva un catecumenato verso
un’appartenenza religiosa avvertita
come profonda e soddisfacente e trasmet-
teva una forte identità della famiglia
valdese, nota anche all’esterno.
    La dimensione domestica della par-
ticolare esperienza religiosa era evidente
anche nelle visite dei barba. Essi incon-
travano le persone dentro la loro abita-
zione, le ascoltavano e le indirizzavano
a una vita buona con la confessione, ef-
fettuavano delle liturgie domestiche della           San Secondo - Foto Emanuela Genre
Parola leggendo un libro e poi, alcune
volte, si trattenevano a mangiare e bere.
La casa accogliente diveniva allora una
piccola comunità di chiesa.
   Oggi ormai per tutte le Chiese è diver-
so. La trasmissione generazionale della
fede cristiana nelle famiglie è più debole,
molti giovani rompono con le loro radici
e sono increduli o, quanto meno, estra-
nei o indifferenti. Ecco perché può essere
utile guardare indietro nel tempo a que-
sto modello tardo medioevale di famiglia
valdese, la quale iniziava fortemente i
propri membri alla fede.
            ABITARE I SECOLI
     Pagine di storia nelle valli valdesi
             e nel Pinerolese
              *Piercarlo Pazé
     magistrato, è fra gli organizzatori
  dei Convegni storici estivi presso il lago   Guardia Piemontese- Foto E. Presta
        del Laux in alta val Chisone                                                     Luserna San Giovanni - Foto Riforma

                                                 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10
TERRITORIO
Alcune associazioni della cittadina si rivolgono ai candidati a sindaco delle prossime elezioni
 (in primavera) chiedendo poche promesse ma alcuni fatti significativi: «Portici Blu», l’area
      del Turck, Monte Oliveto, Caserma Bochard sono gli ambiti d’intervento proposti

Caro sindaco ti scrivo…
Promuovere Pinerolo
«L
Marco Rostan                                              ne, la vita cittadina. Così verranno anche i turisti.
                a vostra attività di governo (e di op-    La Biblioteca comunale e l’Archivio sono soffocati
                posizione) presti la maggiore atten-      nello scarso spazio attuale: ci vuole un’altra sede
                zione possibile al mondo culturale di     e se questa fosse individuata nella ex-caserma Bo-
                Pinerolo e del Pinerolese». Così un       chard, diventata proprietà del Comune, vi sarebbe
serie di associazioni, dal CesMaP a Italia Nostra e       l’occasione unica di creare un polo culturale polie-
altre, si rivolgono ai candidati sindaci nelle prossi-    drico di attività e di incontro. Questi sono alcuni
me elezioni amministrative. Le due ultime ammi-           esempi di impegno per la futura amministrazione.
nistrazioni (Covato e Buttiero) hanno fatto tante            «Siamo qui a dirvi – prosegue la lettera rivolta
promesse ma pochi fatti significativi. Un esempio:        ai candidati sindaci – che l’impegno del passato
bisognerebbe mettere mano a un nuovo Piano re-            non basta, perché una politica culturale richiede
golatore (Prg), invece si continua a parlare di una       una vera progettualità, un dialogo a ampio spet-
fantomatica «variante ponte», senza cercare una           tro con il resto di quella che fu la Provincia, ora
visione di insieme, ma privilegiando sempre il caso       Città metropolitana, con la Regione e con le realtà
particolare. Tipica l’idea di vendere a privati il ter-   transfrontaliere, in collaborazione fortissima tra
reno su cui attualmente insistono i «portici blu»,        pubblico e privato, un’intesa stretta tra ammini-
perché così il Comune farebbe soldi a beneficio del       stratori, gruppi e associazioni per lavorare insieme
bilancio. Si fa una deroga alla non-edificabiità del      a due obiettivi comuni. Dare lustro alla nostra città
centro storico, permettendo di costruire un even-         e al territorio pinerolese; fare sì che la promozione
tuale altro mezzo grattacielo. Si costruisce anche        della bellezza diventi anche un’occasione di rilan-      Lampedusa arriva alle Valli
quando l’aumento della popolazione su cui era ba-         cio socio-economico, oltre a migliorare la qualità       Tradizionalmente la serata del XVII Febbraio,
sato l’attuale Prg è di tre volte inferiore a quanto      di vita di cittadini».                                   nelle chiese valdesi del Primo Distretto (Pinerolo
                                                                                                                   e zone limitrofe, oltre alle valli valdesi) è dedi-
previsto. Vi è stato un concorso di idee sull’area           I firmatari chiedono un vero e proprio «piano         cata a momenti comunitari di intrattenimento,
dell’ex-Turck, ma sembra che l’obiettivo sia la de-       di legislatura» per la cultura con obiettivi precisi,    che possono andare dai concerti delle corali agli
molizione, dopo l’incendio che non sembra essere          realizzabili e finanziamenti certi; la costruzione di    spettacoli teatrali – non necessariamente «impe-
stato spontaneo.                                          un’identità culturale e turistica che non può esau-      gnati»: l’occasione del XVII Febbraio è quella di
   In occasione del primo convegno sul Turck (2012)       rirsi con la cavalleria. Nel quadro della valorizza-     una festa civile, in cui si parla di libertà e di libertà
                                                                                                                   «per tutti», non solo per i valdesi. La libertà di
il sindaco Covato si era impegnato per avere una          zione delle risorse ambientali, storiche, monumen-       essere cittadini: e dunque potersi fare due risate
«regia pubblica» di tutta l’operazione, ma non se         tali, artistiche e musicali, la collaborazione con       con una farsa, quando si sono acquisiti i diritti di
n’è saputo più nulla: Italia Nostra aveva richiama-       gli organismi diocesani, con la Chiesa valdese e le      cittadinanza, non è irrilevante.
to l’attenzione sul pericolo di nuovo cemento sulle       altre confessioni religiose presenti sul territorio. E   Serata pubblica, ma per discutere di diritti negati,
pendici di Monte Uliveto. Come è finita la storia?        ancora: progetti per rendere appetibile il sistema       è stata quella di Torre Pellice, quando Francesco
                                                                                                                   Piobbichi, operatore della multiforme iniziativa
Il palazzo ex-Acaia è degradato e potrebbe crolla-        di alternanza scuola-lavoro previsto dalla norma-        Mediterranean Hope della Federazione delle
re, tutto il centro storico andrebbe «restaurato»,        tiva scolastica, fare della Commissione comunale         chiese evangeliche in Italia in Sicilia, in collabora-
almeno negli edifici più tipici. Nel centro storico       per i Beni Culturali, oggi silente, un «pensatoio»       zione con la Diaconia valdese, ha illustrato le varie
occorre riportare il commercio e quindi le perso-         permanente.                                              branche del progetto: l’accoglienza, ma anche il
                                                                                                                   costante monitoraggio della situazione; la Casa
                                                                                                                   delle culture, dove dare qualche speranza educati-
                                                                                                                   va ai minori che arrivano senza famiglia, ma anche
                                                                                                                   la promozione dei corridoi umanitari per poter far
                                                                                                                   traversare il mare in modo “pulito” a chi scappa
                                                                                                                   dalla guerra e dalla persecuzione.
                                                                                                                   Piobbichi ha però scelto la modalità del disegno
                                                                                                                   e della pittura, per evocare tutto il dramma e la
                                                                                                                   sofferenza di uomini, donne, bambini e anche
                                                                                                                   nascituri. Che cercano di non morire, e di dare un
                                                                                                                   senso e una prospettiva alla loro fuga dal male.
                                                                                                                   Sono poi intervenuti i responsabili dei progetti di
                                                                                                                   accoglienza in val Pellice, e soprattutto gli ospiti,
                                                                                                                   che con la chitarra e le loro voci hanno espresso la
                                                                                                                   loro riconoscenza e la loro preghiera. E la «festa
                                                                                                                   di tutti» ha acquisito sempre nuovi accenti. [A.C.]

                        Pinerolo, Palazzo del Comune - Foto Romeo/Riforma

                                                               l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11
TERRITORIO
  Dopo una lunga trafila burocratica (raccolte di firme, sentenze di tribunali, lavori sospesi,
   localizzazione spostata) è stata accesa la centrale a biomasse di Luserna San Giovanni,
             nonostante non sia ancora stata creata la rete di teleriscaldamento

          ALTRESTORIE
        Andrea e Umberto
                                                       L’accendiamo?
              Massimo Gnone

              U      mbè, potevi dirmelo prima che
                     stavi per andartene da questo
                mondo «a taci-maci», senza
                «scrùscio», io mica lo sapevo che
non stavi tanto bene, che eri «accutufatu…».
    – Che vuoi farci, caro Andrea. Non sono sicuro
di dire una cosa originale, ma uno dei massi-
mi problemi dell’essere umano è proprio come
affrontare la morte.
    – Si è qui ad «addannarsi» tutti i giorni, poi
un minuto dopo…
    – Pare che questo problema sia difficile per
i non credenti ma le statistiche dicono che la
questione imbarazza anche moltissimi credenti, i
quali ritengono che ci sia una vita dopo la morte
e tuttavia pensano che la vita prima della morte
sia in se stessa talmente piacevole da ritenere
sgradevole abbandonarla; per cui anelano sì, a
raggiungere il coro degli angeli, ma il più tardi                              La centrale - Foto Samuele Revel/RIforma

                                                       M
possibile.
    – La vita, Umbè, è una «billizza», anche           Diego Meggiolaro                                           lice: «Queste centrali dovrebbero funzionare su un
                                                                   ercoledì 9 marzo alle 18 al Teatro Santa       bacino legnoso locale. È tutto legname non pregia-
quando la gente ti rompe i «cabasisi».
                                                                   Croce di Luserna San Giovanni si terrà         to che va dallo strobus alle ramaglie di castagno
    – Quando muori devi solo cercare di pensare                    un incontro pubblico con i tecnici Arpa        che viene accatastato a Pralafera. Parecchi magaz-
che il mondo sia pieno di imbecilli. Non saresti                   invitati dall’amministrazione per spie-        zini o artigiani che lavorano legno trasporteranno
in quel momento felice, sollevato, soddisfatto, di     gare come funzionerà la centrale a biomasse e le           poi i residui di lavorazione lì. Tutto verrà triturato
abbandonare questo mondo di imbecilli?                 emissioni che produrrà. «Parteciperanno i tecni-           a Pralafera per 3-4 giorni al mese e bruciato nella
    – È bello starsene qui a scialare le ore con te.   ci Arpa (dott. Lollobrigida e dott. Cuccato) che ci        caldaia della centrale. L’atto autorizzativo unico ri-
Parli sempre chiaro, senza «arravugghiari».            daranno indicazioni sulle rilevazioni dell’aria che        lasciato dalla Città metropolitana è un atto per un
    – Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tem-     hanno effettuato con le centraline temporanee e            impianto a cogenerazione, quindi dovrà produrre
po per morire serenamente. Ma il giorno prima          sul monitoraggio che avverrà di continuo nella cen-        acqua calda e distribuirla. Noi saremmo obbligati
                                                       trale. Facciamo questo per capire chi esattamente          a permettere il passaggio delle tubazioni sul terri-
occorre ancora pensare che qualcuno, che amia-
                                                       sarà l’addetto al controllo e alla verifica costante del   torio: dove romperanno dovranno aggiustare, ma
mo e ammiriamo, proprio imbecille non sia. La          monitoraggio e del funzionamento dell’impianto»,           a oggi non ho richieste di autorizzazioni di distri-
saggezza consiste nel riconoscere solo al momento      spiega il sindaco di Luserna Duilio Canale.                buzione di acqua calda su Luserna. In questi gior-
giusto, non prima, che era imbecille anche lui.           Giovedì 21 gennaio il comitato Luserna atti-            ni l’Arpa sta installando e collaudando il sistema
Solo allora si può morire.                             va – che da anni si oppone alla costruzione – ha           che monitorerà continuamente le polveri sottili e
    – Non stai parlando di me, Umbè, vero?             chiesto al Comune di effettuare una visita nella           nell’incontro di mercoledì ci faremo spiegare nel
    Non so se e in quali occasioni Andrea Camilleri    centrale insieme al sindaco, ai proprietari, e ad          dettaglio questo meccanismo».
e Umberto Eco si siano incontrati. Con il sorriso      alcuni consiglieri comunali. «Abbiamo fatto la                «Al momento – spiega Guido Merlo, titolare e
sulle labbra ho immaginato questo dialogo fra          visita con i proprietari, i soggetti attuatori, in due     costruttore della centrale – abbiamo 40 fornitori
                                                       fasi. Siamo prima andati nel punto di stoccaggio,          e di questi poco più dell’80% sono delle valle. Il
i due cittadini onorari di Torre Pellice il giorno
                                                       triturazione e cippatura del legno in un prato a           restante arriva dalla val Chisone e dalla val Po e
dopo la scomparsa dell’autore de «Il Nome della        Pralafera di proprietà dell’azienda agricola Merlo         ancora, in misura minore, dalla pianura, dove ci
Rosa». Quando accettò il nostro invito a Torre         e poi siamo andati all’interno dell’impianto. I tec-       sono grandi piantamenti di pioppi. Noi accettia-
Pellice fu un vero piacere chiacchierare con Eco,      nici della Città metropolitana ci hanno illustrato         mo sia ramaglie sia alberi interi, che poi vengono
così come con Camilleri, che saluto con affetto. Le    i meccanismi che serviranno per la produzione              triturati e bruciati nella centrale. Molti giardinieri
risposte di Umberto Eco sono tratte da una sua         di energia elettrica e di acqua calda [visto che la        ad esempio vengono a consegnare il risultato delle
«Bustina di Minerva», pubblicata su «L’Espresso»       centrale avrà la doppia funzione di produzione di          loro potature o dei loro tagli, che altrimenti do-
il 12 giugno 1997.                                     energia elettrica per 940 KWh netti e di acqua             vrebbero essere smaltite in modo diverso, magari
                                                       calda per il teleriscaldamento, nda]. Ci siamo fer-        a Pinerolo, pagando».
                ALTRESTORIE                            mati anche a vedere quale sarà il meccanismo che              L’altro grande punto interrogativo è quello del
  Quelle che non avete mai sentito raccontare          farà da remoto il monitoraggio continuo sull’e-            riscaldamento. Oltre a produrre energia elettrica
                *Massimo Gnone                         missione dei fumi. Io, come responsabile legale            la centrale produrrà anche molta acqua calda. «Al
responsabile Servizio richiedenti asilo e rifugiati    della salute pubblica, devo capire come vengono            momento non abbiamo impianti connessi. Abbia-
e volontariato internazionale – Diaconia valdese
                                                       effettuati i monitoraggi e com’è la nostra qualità         mo dovuto “correre” per ultimare i lavori e quelli
                                                       dell’aria. Il 9 marzo cercheremo di far capire tutto       del teleriscaldamento sono stati lasciati per un at-
                                                       questo alla popolazione».                                  timo da parte ma è nostra intenzione di collegare
                                                          La legna arriverà prevalentemente dalla val Pel-        un numero adeguato di impianti».

                                                             l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12
CULTURA Un viaggio per conoscere il più grande mosaico cristiano
d’Occidente, costruito nella prospettiva dell’evangelizzazione. Il
pastore Marchetti ci porta alla scoperta dei suoi vari aspetti

Il mosaico pavimentale di Aquileia
Il 17 febbraio, al tempio
valdese di Pinerolo,
il pastore Ruggero
Marchetti, in servizio nelle
chiese valdese-elvetica e
metodista di Trieste, ha
tenuto una conferenza con
proiezione di immagini
sul mosaico pavimentale
di Aquileia: quella che
segue è una esposizione
del contenuto della
conferenza stessa.

I
Ruggero Marchetti
     l pavimento musivo di Aquileia, iniziato nel 313,
     è il primo frutto artistico dell’Editto di Milano
     che proprio in quell’anno dava ai cristiani la li-
     bertà di culto; ed è anche, con i suoi 770 mq, il
più grande mosaico cristiano d’Occidente: per chi
lo sa ascoltare, è ancora oggi la voce della comu-
nità cristiana che l’ha realizzato, nella prospettiva
della sua attività evangelizzatrice.
   Attualmente il mosaico è il pavimento della ba-
silica edificata attorno all’anno mille ma in origi-
ne era parte di una sala probabilmente consacrata
alla formazione dei catecumeni, ed è stato conce-
pito come una sorta di percorso iniziatico cristia-
no, articolato attorno a tre libri che facevano parte
del canone biblico del patriarcato di Alessandria, a                 incontrava, proprio relativa alla luce, è la famosa     linguaggio familiare alla popolazione marina-
cui la chiesa di Aquileia, nel cui porto arrivavano                  scena «del gallo e della tartaruga». La tartaruga       ra di Aquileia), ecco la narrazione del sacrifi-
e partivano molte navi da e per l’Egitto, era molto                  è pensata come un animale che vive nel buio del         cio che Giona fa della sua vita facendosi buttare
più legata che non a Roma: il Cantico dei cantici, il                mondo sotterraneo, mentre il gallo è l’animale del      dai marinai della nave su cui viaggia fra le onde
Pastore d’Erma e Giona.                                              sorgere del giorno. Così a chi guarda quella scena      tempestose per salvarli dal naufragio – ed è da
   Si entrava nella sala, di forma rettangolare, da                  è annunciato il passaggio dalla tenebra alla luce,      notare come sulla barca, accanto ai marinai, vi
una piccola porta all’estremità orientale del lato                   per andare... verso chi? Dietro ai due animali c’è      sia la figura vestita di bianco della chiesa che
lungo Nord, e così si era colpiti dai raggi del sole                 una piccola colonna su cui è poggiato un vasetto        alza le braccia in segno di dolore e preghiera,
che entravano per le finestre dell’opposto lato                      di profumo. È il profumo dell’amato del Cantico         perché sa che nella persona del profeta inghiot-
Sud. In questo modo subito si andava incontro                        dei cantici (1, 3): «I tuoi profumi hanno un odore      tito dal pistrice è Gesù che dà la propria vita
alla luce.
Riforma meseLa prima
             GRAZIE     immagine
                    24-02-2016        significativa
                               14:52 Pagina 1       che si           soave; il tuo nome è un profumo che si spande...».      sulla croce per la salvezza dell’umanità. E c’è
                                         C   M   Y   CM   MY   CY   CMY K
                                                                                      E infatti, subito dopo, racchiuso in   poi la risurrezione: c’è infatti il pistrice che ri-
                                                                                      una cornice che ne evidenzia l’im-     getta Giona sull’asciutto, e poi la scena del pro-
                                                                                      portanza, ecco l’amato: è Gesù il      feta che riposa all’ombra del ricino che Dio ha
                                                                                      buon pastore che però (se si fa caso   fatto crescere per lui.
                                                                                      ai suoi piedi sollevati da terra) è       Ma non è finita qui. Dalla contemplazione della
                                                                                      anche appunto l’amato del Canti-       vicenda di Cristo-Giona, nasce il mandato dell’e-
                                                                                      co che viene «saltando per i monti,    vangelizzazione, e così troviamo nella parte mari-
                                                                                      balzando per i colli» (Ct. 2, 8).      na del mosaico tante diverse scene di pesca: quella
                                                                                         Poi il percorso si volge verso      individuale con la lenza, quella comunitaria con le
                                                                                      Oriente, e dopo essere passati         reti che i pescatori gettano dalla barca, quella con il
                                                                                      attraverso l’«angelo glorioso del-     cormorano, che simboleggiano appunto i vari tipi
                                                                                      la penitenza» del Pastore d’Er-        di evangelizzazione in cui i cristiani sono chiamati
                                                                                      ma, si è introdotti nel mistero        a impegnarsi singolarmente e come comunità.
                                                                                      della morte e della risurrezione          E la chiesa di Aquileia ha davvero saputo evan-
                                                                                      di Gesù, raccontato mediante la        gelizzare: è stata infatti la chiesa madre di una lun-
                                                                                      storia di Giona: in un mare fan-       ga serie di altre chiese nell’Italia del Nord-Est, da
                                                                                      tastico popolato da tante diverse      Brescia fino a Trieste, nell’antico Norico (l’Austria
                                                                                      meravigliose creature (e così nel      attuale) e nell’Illiria (la Slovenia e la Croazia).

Colori compositi                                                           l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13
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