L'operaia del futuro a 50 anni dal 1969 - Riforma.it
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Supplemento al n. 47 del 6 dicembre 2019 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS DICEMBRE 2019 NUMERO DODICI reg. Trib. di Pinerolo n. 175/51. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN L’operaia del futuro a 50 anni dal 1969 L’autunno caldo ha lasciato una importante eredità nell’intera società italiana; Torino è stato uno dei centri in cui maggiormente la classe operaia di allora si è fatta sentire Alla scoperta dell’origine di quattro simboli del Natale e un’intera pagina da ritagliare per costruire addobbi per il nostro albero Dilemma regalo? Due pagine di consigli curata dalle librerie della Claudiana, fra grandi classici e novità con l’invito a provare a leggere anche testi più difficili e a una prima vista meno attraenti L’operaia del futuro – foto Oliviero Toscani Oliviero Toscani sa raccontare attraverso le sue fotografie il nostro mondo. Al Castello di Miradolo c’è una mostra dedicata a lui in cui potrete anche vedere questa “operaia” che si è prestata a introdurre il nostro dossier
«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo…» (Matteo 1, 18-21) T Gregorio Plescan maniera misteriosa, ma che ciascuno sperimen- ra poco è Natale: la festa dei bambini per ta quasi ogni notte: un sogno. In quel momento eccellenza, l’occasione di “levarsi qualche tutti ci troviamo in bilico tra consapevolezza e in- sfizio” comprando l’oggetto desiderato, coscienza: i sogni ci rappresentano più di quanto per molti anche un momento di temuta vorremmo riconoscere, i sogni rivelano ciò che si tensione, con cibo troppo abbondante e riunioni trova nel nostro profondo, che sia rilassante o an- famigliari un po’ forzate. Ma da dove trae origine gosciante, “senza filtri”! Il Natale è il sogno di Dio RIUNIONE DI QUARTIERE il Natale? Ovviamente dalla Bibbia, è il racconto per il mondo: un mondo in cui la fiducia negli altri della nascita di Gesù! Però forse non tutti ricorda- e in Dio vengono prima delle convenienze, in cui L’operaia del futuro no che attorno a questo evento ruotano alcune si- l’accoglienza viene prima delle tradizioni. Credere Samuele Revel tuazioni difficili: Gesù non nasce in un mondo che i sogni si realizzino è privilegio degli ingenui L stracolmo di quei buoni sentimenti che amiamo e dei semplici… difficile immaginare qualcuno di a foto di copertina è stata aggiunta all’ulti- accostare a questa festa, ma tra problemi, anche più semplice e ingenuo di Dio, che si appassiona mo momento alla mostra di Oliviero Tosca- famigliari, di difficile soluzione. La madre è incinta alla nostra sorte di piccole donne e piccoli uomi- ni, attualmente in corso al Castello di Miradolo, fuori del matrimonio, il padre medita di compor- ni impantanati senza rimedio su questa terra, tal- a cura della Fondazione Cosso. Durante la tarsi come ci si aspetta da lui. Giuseppe è un uomo mente complicata che anche il più splendido pac- conferenza stampa di sabato 10 novembre buono e innamorato, che sino all’ultimo non vor- co natalizio ci rende felici solo per un istante. Così Toscani ha spiegato che, secondo il suo punto di rebbe esporre la “traditrice” alla vergogna rappre- coinvolto nella nostra storia banale da prolungare vista, quella ritratta in foto potrà essere l’ope- sentata da un pubblico ripudio – perché è così il suo sogno fino alla croce di Gesù, l’annuncio che raia del futuro. Il caso ha voluto che proprio in che si faceva. Ma Dio interviene. Lo fa in una il più terribile dei nostri incubi, la morte, è vinta. quei giorni ci trovassimo a lavorare alla prima pagina di questo numero, ed è stato naturale chiedere a Toscani di poter utilizzare questa foto. Proprio perché siamo partiti da quel che è successo 50 anni fa nelle grandi fabbriche (del Pinerolese ma anche di Torino, in quanto una buona parte degli operai provenivano dalle Valli e dalla pianura) per poter spiegare la situazione odierna di quella che venne definita la classe operaia. La foto di Toscani va ancora oltre e prova a raccontare, con il suo stile, come sarà l’operaia di domani. Un settore lavorativo che ha avuto un’incredibile contrazione di posti di lavoro ma che ha contribuito a creare l’Italia di oggi. Le lotte operaie, seguite a quelle studen- tesche del 1968, hanno dato una sferzata in settori vicini alla fabbrica come quello politico e soprattutto sindacale, ma anche in altri ambiti più distanti, almeno in linea teorica, come quello religioso. A esempio si ricorda il ruolo dei preti operai; nella nostra zona invece si è creato un laboratorio di conoscenza reciproca fra valdesi e cattolici che ha segnato la strada La corona dell’Avvento nella chiesa di San Giovanni per i rapporti ecumenici che oggi sono pratica quotidiana. Oggi “il padrone” ha vita facile; la classe operaia è stata vinta dall’individualità, dal precariato e dalla virtualità della nostra esi- stenza. Ma c’è ancora un futuro, come dice Toscani attraverso la sua foto. E sembra radioso e sorridente. RIUNIONE DI QUARTIERE La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore: Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 47 del 6 dicembre 2019 recapito postale: Alberto Corsani (direttore@riforma.it) con Radio Beckwith Evangelica: Simone di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 Torre Pellice (To) Direttore responsabile: Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso, registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 Luca Maria Negro Matteo Chiarenza, Matteo De Fazio, Daniela ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: redazione.valli@riforma.it In redazione: Grill, Alessio Lerda, Marco Magnano, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Samuele Revel (coord. Eco delle Claudio Petronella, Susanna e-mail: redazione.torino@riforma.it Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Ricci, Paolo Rovara, Matteo Scali. Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Claudio Geymonat (coord. newsletter Mondovì (CN) tel. 0174-698335 quotidiana), Gian Mario Gillio, Piervaldo Rostan, Sara Tourn. Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. Grafica: Pietro Romeo via S. Pio V 15, 10125 Torino l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2
DOSSIER/A 50 anni dal 1969, l’operaia del futuro De Luna spiega come sono cambiati il mondo operaio e l’intera società italiana con le grandi lotte combattute in fabbrica e fuori alla fine degli anni ’60 La catena di montaggio in Fiat Il protagonismo operaio in Fiat A Claudio Geymonat dizioni di lavoro più dignitose. Per la prima volta dirigente legata a vecchi schemi travolti dai tem- utunno caldo, una definizione destina- avendo a fianco gli studenti, gli impiegati e larghi pi: i consigli di fabbrica e i delegati nascono pro- ta a entrare nel linguaggio comune. In settori della borghesia e degli intellettuali. Ma il prio per recepire queste spinte dal basso. Ruolo quella fine di 1969 venivano a scadere grande protagonista fu e rimase l’operaio; non più importante lo ebbero anche le sezioni dei partiti, importanti contratti collettivi di gran- solo quello proveniente dalla cintura o dalle valli le parrocchie e l’associazionismo cattolico, penso di categorie di lavoratori: i chimici, gli edili e so- del Torinese, ma anche e so- a esempio a don Allais e alle prattutto i metalmeccanici, che allora voleva dire prattutto quello che arrivava sue iniziative». Fiat. Con Giovanni De Luna, docente di Storia dal sud. Giovanni De Luna I contratti vennero infi- contemporanea all’Università di Torino, saggista Gestire decine di migliaia ne siglati, e l’anno successi- e osservatore in prima linea di quella stagione che di nuovi cittadini ogni setti- vo fu la volta dello Statuto, ha segnato un intero periodo di lotte e conquiste, mana creò «un groviglio di fondamentale complesso di tentiamo di ricostruire la genesi di quei giorni: difficoltà non di poco conto: norme che rappresentano «C’era questa convergenza forte, oggettiva, data l’inclusione (ci ricordiamo i l’apice delle conquiste per dai contratti in scadenza per oltre cinque milioni cartelli “non si affitta ai me- l’intero mondo del lavoro in di persone. Fu Francesco De Martino, allora se- ridionali”), i ritmi differenti, Italia. Tutto ciò, nonostante gretario del Psi, a coniare quell’espressione, au- e poi mondi che non si co- i tentativi reazionari in corso tunno caldo, un ossimoro, per significare proprio noscevano e non si capivano. durante tutto il 1969, con le che si stava aprendo un periodo di importanti C’erano diversità linguisti- bombe che a più riprese scop- vertenze e aspre battaglie sociali». Esplodevano le che, culturali, antropologi- piano da nord a sud, in par- contraddizioni, anche drammatiche, che la forte che: i piemontesi, molto le- ticolare sui treni, con il cul- crescita economica degli anni precedenti aveva gati alle tradizioni regionali, mine drammatico di piazza innescato: «La classe operaia era aumentata in parlavano solo in dialetto; Fontana: «Fu uno shock. Con maniera esponenziale negli anni ’60, il periodo poi diversi erano i cibi, le abi- il senno di poi oggi appare del boom. Mirafiori da sola contava oltre 60.000 tudini, pure i giochi delle carte. Non fu sempli- molto evidente che quella bomba e quelle prece- dipendenti, oggi sono circa 5000. La grande fab- ce ma sostanzialmente il processo di inclusione denti furono una strategia per fermare la spirale brica di stampo fordista, con la catena di montag- funzionò, e funzionò attraverso canali che oggi di lotte e protagonismo collettivo. Fu subito per- gio, era il simbolo del lavoro e al contempo il luo- non ci sono quasi più. Fra questi la fabbrica, vera cepito, sebbene non con la precisione di oggi con go in cui tutte le criticità del modello di sviluppo città nella città, con proprie regole e leggi, luogo gli archivi aperti e più fonti disponibili; la bomba si manifestavano. Torino viveva in funzione della di inclusione perché in catena tutti erano davve- era contro le lotte operaie. Lì per lì non successe grande fabbrica: i tram orientati verso Mirafiori, ro uguali, l’organizzazione tayloristica del lavoro nulla, si arrivò alla firma dei contratti, allo Statu- gli orari, l’esistenza collettiva di una città dipen- faceva sì che le mansioni fossero le stesse che si to, ma sul lungo periodo ebbe effetti drammatici devano dai ritmi della fabbrica». provenisse da Moncalieri o dalla campagna sici- perché inserì il sospetto sull’operato delle Istitu- Fu una stagione caratterizzata da scioperi e agi- liana. I pregiudizi si svuotarono di colpo di fronte zioni. Fu una ferita per la democrazia difficile da tazioni continue, con decine di migliaia di perso- alla fatica. Funzionarono bene anche i sindacati, rimarginare, che provocò molti danni negli anni ne nelle strade ogni settimana a rivendicare con- che furono costretti a mutare la propria classe successivi». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3
DOSSIER/A 50 anni dal 1969, l’operaia del futuro Dall’unità all’individualismo dei nostri anni; dal posto fisso al precariato; dall’impegno politico alla virtualità dell’esistenza odierna Il padrone ha vinto Una delle tante manifestazioni S Samuele Revel c’erano i consigli di fabbrica, ma solo le commis- stava nascendo la “strategia della tensione” e la de- ergio Pasetto è una “voce” conosciuta e sioni interne. L’ho vissuto sulla mia pelle quando, mocrazia rischiava di perdere il suo ruolo: operai apprezzata. E inconfondibile. Ogni setti- a metà anni ‘60, in uno dei miei primi impieghi, e sindacati si sono quindi mobilitati unitariamen- mana la sua trasmissione Tra le righe va in un’azienda dolciaria di Padova, all’inizio del- te per far fronte a questo grave pericolo per l’inte- in onda sulle frequenze di Radio Beckwith la mia carriera lavorativa, mi sono ritrovato an- ra nazione». Quegli anni che hanno portato a un evangelica, affrontando temi di attualità e politica. che la tessera della Cisl, allora il sindacato più miglioramento della condizione lavorativa sono I grandi cambiamenti del ’68-’69 l’hanno visto “morbido”, quello che piaceva ai padroni». Con figli anche di un contesto storico-sociale molto protagonista, coinvolto direttamente. «In quegli il 1968 e le rivolte degli studenti universitari le diverso da oggi. «Avevamo tutti quanti un impe- anni ero sindacalista “di professione”. Avevo poco cose hanno iniziato a cambiare. «Subito il movi- gno e un interesse molto più approfonditi rispetto più di 30 anni ed ero segretario a tempo pieno mento studentesco non è stato capito, soprattutto a oggi. C’era la voglia di incontrarsi e confrontar- della Cgil alla Camera del Lavoro di Venezia, mia il Partito comunista l’ha visto come qualcosa di si sia nei sindacati sia nei partiti: avevamo ancora città d’origine. Allora le cariche all’interno del potenzialmente pericoloso, che poteva ledere alla ben chiara la privazione delle libertà patita duran- sindacato erano divise fra i vari schieramenti po- leadership. Inoltre in quegli anni l’istruzione uni- te il ventennio fascista. Oggi le dinamiche sono litici; se la presidenza era del Partito comunista, versitaria era riservata spesso a persone con una decisamente cambiate: tre aspetti caratterizzano il la segreteria, come nel mio caso, del Partito so- posizione economica forte, quindi da parte degli nostro tempo in cui il padrone ha, per ora, vinto. cialista. Oppure viceversa». Venezia e soprattut- operai c’era una certa diffidenza». I rapporti sono Individualità, virtualità e ignoranza sono anche i to le zone adiacenti (Porto Marghera in primis) poi velocemente e radicalmente cambiati: sia con figli di una società che è cambiata, di alcuni cam- erano terre in cui le industrie negli anni del do- il movimento studentesco sia soprattutto all’in- bi generazionali che hanno visto frammentarsi il poguerra si erano installate in modo forte, come terno dei sindacati: Cgil e Cisl si sono avvicinati mondo del lavoro. Le colpe devono ricercarsi nella nel Torinese e nel Cuneese, attraendo forza lavoro e hanno fatto fronte comune. «La società civile si scuola, nei partiti, soprattutto quelli della sinistra dalle montagne. Ma la situazione degli operai era è specchiata nella classe operaia: il cattolicesimo che hanno capito troppo tardi che i centri di potere davvero dura? «Sì, sotto due aspetti. Sicuramen- del dissenso ha portato una nuova visione, la Cisl si stavano spostando dalle fabbriche alla finanza, te quello salariale aveva la sua importanza, ma si è spostata a sinistra e si è riusciti ad avere un nei sindacati che non sono riusciti a rappresentare mancavano anche i diritti e in fabbrica era diffi- fronte unico. La classe operaia in quegli anni si è i lavoratori». E il precariato ha dato una spallata cile costruire il sindacato, non si era tutelati, non unita anche per un altro motivo: in Italia infatti definitiva all’unità della classe operaia. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4
DOSSIER/A 50 anni dal 1969, l’operaia del futuro Condizioni di lavoro insostenibili nelle fabbriche della val Pellice e crisi del settore tessile all’alba dei grandi scioperi del settore operaio Picchetti e volantinaggi Piervaldo Rostan «È scoccata la venticinquesima ora, la prima di domani: E tocca a noi giovani esser- ne i protagonisti: non vogliamo ricevere passivamente dalla generazione che ci ha preceduto le soluzioni dei nostri problemi. Voglia- mo invece viverli responsabilmente e affrontarli da “giovani” cioè con la nostra carica di entusia- smo e di idealismo, ma anche concretamente e in uno stile comunitario. Siamo giovani come voi, con le vostre incertezze, con tanti perché senza risposta. Perciò vogliamo cercare insieme, per ac- quistare una sempre maggiore libertà di giudizio, attraverso lo scambio e il confronto delle vostre idee ed esperienze che vi preghiamo vivamente di esprimerci in un clima di collaborazione, anzi di amicizia». Era una riflessione pubblicata a cavallo fra gli anni ’60 e ’70 su un bollettino di (contro)informazione su cui scrivevano in tanti, operai, studenti, insegnanti (appunto la 25esima ora) e su cui, rileggendone delle pagine, si trovano davvero tante chiavi di lettura di un periodo, 50 anni fa, non solo lontano nel tempo, ma molto diverso. Almeno apparentemente; perché poi certi temi si ripropongono, talune soluzioni an- che. E viene a volte il magone a pensare alle lotte, proprio di diritti di base, a cominciare dalle condi- Helca, Turati, Marini, Omef, Crumière, Bassotto, talvolta anche molto dure, nelle fabbriche, per i di- zioni di lavoro: la fabbrica era gelida e gli operai si Torcitura); la maggior parte legate al tessile. Dopo ritti ma anche per la rappresentanza. Allora il ’69 scaldavano bruciando nafta in bidoni senza alcun la chiusura della Mazzonis la valle potè usufruire fu per molti versi un inizio e l’affermarsi del ruolo tubo per portare via i fumi». Sempre a proposito degli aiuti denominati di “bonifica montana”: fab- sindacale; ruolo che oggi in molti casi è totalmente di temperature sui luoghi di lavoro, quasi sempre briche che si insediassero allora avevano diritto a scomparso o da ridefinire. esse erano molto alte o molto fredde a seconda del 10 anni di esenzione di tasse. «Allora c’era un gran fermento anche sul pia- tipo di lavorazione della fabbrica, ma senza siste- Ma in val Chisone e nella pianura la parte del no della comunicazione – ricorda Pietro Granero, mi di compensazione. Era un mondo in cui una la- leone la facevano la Riv e la Fiat. «Più di una volta tipografo a Torre Pellice, attivo nel sostegno alle voratrice veniva multata di 150 lire per aver rispo- – ricorda Granero – siamo andati a volantinare lotte operaie –; laddove c’era il consiglio di fabbri- sto al capo con una caramella in bocca, oppure se al primo turno ad Airasca all’alba per poi tornare ca la volontà di portare fuori i problemi e le lotte una ragazza sbagliava troppo (secondo i superiori) in valle in tempo per essere presenti sul posto di per i diritti dei lavoratori trovava più facilmente sul lavoro veniva punita con due schiaffi. E nella lavoro». espressione. Si stampava e si andava a distribui- scuola dove frequenti erano le manifestazioni di ‘68 scuole, ‘69 fabbriche; due mondi che però si re fuori dai cancelli delle fabbriche, ma anche alla contestazione, i professori chiedevano alle fami- sono naturalmente incontrati... partenza dei treni». glie di poter intervenire duramente sui figli... «È stato sicuramente positivo riuscire ad avere un Ricerche condotte allora e negli anni successi- Nel ’69 era da poco finita la storia della Mazzo- rapporto fra movimento studentesco e delegati di vi hanno mostrato il carattere del lavoro in quegli nis; 1800 operai lasciati a casa fra Torre Pellice e fabbrica; siamo riusciti ad organizzare grossi scio- anni: «Alla Omef la lotta fu particolarmente lun- Luserna San Giovanni. Nelle Valli diverse azien- peri su temi decisivi come la casa a Pinerolo o mar- ga e dura: non c’erano solo questioni salariali ma de con qualche centinaio di operai (Microtecnica, ce in val Pellice su temi quali salute o ambiente». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5
DOSSIER/A 50 anni dal 1969, l’operaia del futuro Le lotte operaie hanno avuto una particolarità importante nel Pinerolese: il rapporto fra le chiese che si è rafforzato proprio in quegli anni ALTROVE QUI Trovate un cambiamento La chiesa in catena L Alberto Corsani Ancora maggiore attenzione (con rava con il pastore Bertalot, che Lamin e Sonia ’autunno caldo a Pinerolo: la produzione dei relativi materia- fu in seguito invitato a La Men- C iao a tutti! Siamo Sonia e Lamin, e svolgiamo il nostro Servizio civile quali dinamiche ha messo in moto in ambito politico, sindacale e – anche – nelle li a stampa) era dedicata, da anni, alla guerra in Vietnam: mobilita- zione che poi sfociò in una gran- dola per le attività formative del Segretariato Attività ecumeniche fondato da Maria Vingiani. relazioni fra cristiani delle diverse de marcia “silenziosa” in piazza Gli anni dal 1964 in avanti era- universale, iniziato il 15 gennaio, presso chiese? In realtà, a parte la Beloit Castello a Torino, con vietnamiti, no stati anni di “subbuglio” nelle “Giovani e territorio” a Villa Olanda e la Riv, l’interesse si focalizzava, preti operai, il pastore valdese Tul- organizzazioni cattoliche locali, (Luserna S. Giovanni). In questo periodo da parte della classe operaia, so- lio Vinay, ideatore di Agape. soprattutto la Giac ma anche, par- le nostre attività vengono svolte diretta- prattutto quella nuova e giovane, L’altro risvolto importante di zialmente, la Fuci degli studenti mente nelle scuole, poiché il nostro pro- alla Riv di Airasca, alla Fiat di Ri- quelle lotte fu proprio il rappor- universitari. Per quanto riguarda getto è focalizzato principalmente sugli valta e alla Indesit di None. to tra le confessioni cristiane. In preti e parrocchie, le persone di adolescenti. Gli interventi variano a se- La storia, però, parte da più lon- realtà, anche qui, bisogna risalire riferimento erano Giorgio Ac- conda degli istituti che hanno aderito al tano: fra le più importanti premes- ai primi anni ‘60, ai campi teolo- castelli, poi parroco di San Laz- progetto e all’età dei ragazzi. Al momento se c’erano stati il licenziamento gici di Agape, cui prendeva parte zaro, Mario Polastro, anch’egli a “per rappresaglia” di Tonino Chi- un delegato della diocesi di Pine- S. Lazzaro e molto coinvolto nel io, Sonia, sto portando avanti un’attività riotti, che era della Cisl e proveni- rolo (Claudio Canal nel 1963), che dialogo con il versante valdese, sul cyber-bullismo che proponiamo ai va dal mondo cattolico, dalla Riv potè stabilire contatti durevoli soprattutto sul tema dei matri- ragazzi delle scuole medie e che, a parer di Villar Perosa, con un seguito di con esponenti dei Fratelli Boemi, moni interconfessionali, Franco mio, si adegua perfettamente all’utilizzo iniziative di lotta e di informazio- con padre Gonzalez-Ruiz, biblista Barbero, inizialmente a S. Laz- che questi adolescenti fanno dei social ne. Poi l’occupazione delle minie- [Se la chiesa non si fa merda – di- zaro. E non è da dimenticare Vit- network. Io, Lamin, sono un ragazzo re della Talco e Grafite: ragazzi e ceva –, è una merda di chiesa], il torio Morero, direttore dell’Eco gambiano che vive in Italia da tre anni. ragazze della Gioventù cattolica quale sarebbe poi stato a Pinerolo del Chisone, che, pur su posizioni Il mio compito all’interno del progetto, (Giac) avevano diffuso volantini in a tenere alcune conferenze affol- meno radicali, ha cercato costan- tra le tante cose, consiste nel raccontare tutte le parrocchie per esprimere latissime. Campi nazionali esti- temente di non “rompere” con i solidarietà ai minatori; una scritta, vi per studenti si svolgevano alla movimenti. Insomma, fu una fase l’esperienza di vita e di viaggio a ragazzi su un muraglione degli stabilimen- Casa Alpina di Pragelato, gestita decisiva per moltissimi laici e an- di istituti secondari di primo grado, per ti, chiedeva al governo di ritirare da don Barra, e una delle attivi- che non pochi preti e suore, con sensibilizzarli sul tema dell’immigra- la concessione della miniera alla tà previste era sempre una gita di la chiusura, invece, da parte delle zione, sempre più presente nel contesto famiglia che gestiva il giacimento. conoscenza ad Agape; si collabo- istituzioni ufficiali. odierno! Accompagno un operatore del Servizio inclusione e gli allievi mi fanno tante domande. Le attività ovviamen- te non finiscono qui: partecipiamo al progetto “Spazio adolescenti” (con sede Perosa Argentina/Luserna San Giovan- ni), affiancando gli animatori nell’orga- nizzazione di giochi e attività. A Perosa Argentina la fascia d’età è compresa fra gli 11 e i 14 anni e l’intrattenimento che offriamo è principalmente di tipo ludico, mentre nella sede di Luserna le attività vengono svolte la sera, con ragazzi più grandi, la cui età varia dai 15 ai 18 anni. Qui ci troviamo e condividiamo la cena tutti insieme, lasciando succes- sivamente il tempo per la registrazione delle puntate della trasmissione “Ragazzi dallo spazio”, che vengono mandate in onda su Radio Beckwith evangelica. In questi pochi mesi di servizio ci sentiamo di dirvi entrambi che la nostra vita è cambiata, e possiamo dire anche in me- glio! Quindi il consiglio con cui vogliamo lasciarvi è: trovate (e siate) un cambia- mento anche voi! ALTROVE QUI La rubrica curata dal Servizio Migranti della Diaconia Valdese l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6
CULTURA Alcuni hanno origini bibliche, altri invece affondano le radici in altre tradizioni: ne abbiamo analizzati quattro grazie alla collaborazione della rivista «La scuola domenicale»* Quattro simboli del Natale pagina a cura di Ulrike Jourdan La corona d’avvento I doni Entrati nella casa, videro il bambino con In quel giorno il SIGNORE degli eserci- Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; ti sarà una splendida corona, un diadema e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, d’onore al resto del suo popolo. (Isaia 28, 5) incenso e mirra. (Matteo 2, 11) L a corona d’avvento fu inventata dal pastore pro- testante tedesco Johann Hinrich Wichern che, nel 1833, fondò una casa per bambini e giovani in uno dei quartieri poveri di Am- I l vero dono è qualcosa di speciale: colui che dona lo senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio. La Bibbia ci presenta Gesù come dono di Dio per questo mondo. fa burgo. Per far cogliere meglio ai ragazzi lo splendore del tempo Allo stesso tempo, però, Gesù è il primo a ricevere dei doni quando si d’Avvento, Wichern fece appendere un lampadario rotondo nella trova in fasce nella mangiatoia: oro, incenso e mirra sono i doni portati sala nella quale si incontravano. Il lampadario aveva quattro can- dai magi da Oriente per adorare il Figlio di Dio. Lo scambio dei doni dele bianche grandi e tante candeline rosse per ogni giorno feria- durante il giorno di Natale ricorda ai credenti il dono che Dio ha fatto le, il cui numero variava di anno in anno. all’umanità con la nascita di Gesù. I diaconi formatisi in questa casa cominciarono a diffondere l’u- Un tempo c’erano diverse date nelle quali ci si scambiavano dei doni: sanza della corona d’avvento nei vari istituti e comunità nei quali an- il giorno dei morti, di San Nicola, di Santa Lucia o dell’Epifania. Nel darono a lavorare. Si diffuse prima nelle chiese evangeliche e, dopo 1535 Martin Lutero raccomandò ai fedeli protestanti di scambiarsi i re- la Prima guerra mondiale, anche nei salotti dei credenti protestanti gali il giorno di Natale per sottolineare che i doni non sono un premio in una versione più piccola, con quattro candele posizionate su una per la nostra buona condotta, ma un simbolo del dono che Dio ha fatto corona di rami di piante sempreverdi. a tutti e tutte noi in Gesù Cristo. La corona d’avvento può ricordare la corona del vincitore: Gesù vince la morte e la sua nascita, alla quale ci si avvicina durante l’Avvento, è la di- mostrazione che la potenza di Dio è più forte della morte. L’amore di Dio è più forte delle tenebre. Il presepe L’albero Il bue conosce il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone (Isaia 1, 3) Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni D io si trova in una mangiatoia. È un luogo assurdo quello che Dio ha scelto come sua prima dimora. In che modo tutto que- sorta d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino (Genesi 2, 9) sto potrebbe essere una “buona novella”? La mangiato- ia è diventata un simbolo talmente scontato che non ci domandiamo più quale messaggio porti in sé. Oltre la mangiatoia, gli occhi del fedele possono già ve- L ’albero di Natale non è un simbolo strettamente cri- stiano e nella Bibbia non vi si trovano dei chiari rife- rimenti ma può comunque dirci qualcosa sulla nostra fede. dere la croce. La mangiatoia richiama anche la parola di origine Già nel 1600 gli alsaziani addobbavano le loro case con degli greca “sarcofago”, ovvero colui “che mangia la carne”. Non è una abeti decorati con noci argentate, mele e dolci. Da questi luoghi coincidenza se su diverse icone troviamo rappresentata la man- l’albero di Natale si diffuse in tutto il resto del mondo. Alcuni mi- giatoia a forma di sarcofago. granti tedeschi portarono questa usanza natalizia in Nord Ame- Dio si incarna nella caducità della vita umana. rica dove viene nominata per la prima volta nel 1746 tra i coloni L’amore di Dio non guarda a se stesso, al proprio bene e presti- della Pennsylvania. Dopo la Seconda Guerra mondiale, l’albero gio, ma vuole servire. di Natale si diffuse anche in Italia attraverso i soldati americani. Dio vuole che tutto il creato e le sue creature possano saziarsi L’albero della vita del quale racconta la Genesi è simbolo del- in lui. Dio vuole darci nutrimento per il corpo, ma soprattutto per la speranza di una vita piena. In questa tradizione an- lo spirito e l’anima, per tutta la nostra esistenza. che Cristo viene definito come l’albero della vita Spesso durante il periodo di Natale si raccolgo- (Apocalisse 2, 7). La base del pensiero neotesta- no dei doni per le persone bisognose. Anche mentario è che Cristo apra di nuovo l’accesso questo può ricordarci il Dio della mangiato- al Paradiso per tutti gli esseri umani. ia, che vuole che tutti i suoi figli e tutte le sue figlie abbiano tutto ciò che serve per vivere. * La scuola domenicale» è una rivista semestrale a cura del Servizio istruzione ed educazione della Fcei. Fornisce una formazione biblica e strumenti didattici alle scuole dome- nicali per accompagnare i bambini e i ragazzi dai tre ai tredici anni nella ricerca della fede, stimolando le loro domande su Dio, sul mondo, sulla fede, sulla vita. Il ciclo annuale si compone di due storie bibliche, un simbolo, due feste liturgiche e una monografia su un testimone della fede. Per informazioni e abbonamenti scrivere a: sie@fcei.it l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8
CULTURA La circolare dell’assessore regionale all’Istruzione ha fatto scalpore: nella sua rubrica Daniele Gardiol risponde a Chiorino attraverso alcuni articoli della nostra costituzione Casalis: Play, la poesia del quotidiano in musica I Claudio Petronella Usa parole volutamente semplici, di- sornione e diretto. Ti parlano senza mmagina di incontrare un tuo rette, concrete. Parole che in realtà fronzoli, come dovrebbe fare un amico. caro amico. Vi trovate di fronte, sono il frutto di un importante lavoro Play, come i precedenti lavori di Ca- tu e lui, dopo tanto tempo. Nono- su se stesso che tiene conto delle rego- salis, è disponibile sulle piattaforme stante la distanza e i mesi trascorsi le di quel magnifico gioco che viviamo musicali digitali e su YouTube. Una chiacchierando solo al telefono, en- quotidianamente. Il nostro presente e scelta etica e consapevole del cantau- trambi sentite che in realtà è stato rela- i nostri sogni. tore di Luserna San Giovanni che ha tivo, quel tempo trascorso dall’ultimo Play, il terzo album di Alessandro deciso di non stampare dischi. Can- appuntamento. Da quella volta in cui Casalis, è tutto questo. È poesia del zoni che si possono ascoltare cliccan- avevate immaginato un bel viaggio da quotidiano in musica. È la voce di un do semplicemente sul tasto “Play”. condividere in macchina senza meta. amico che ti racconta storie in forma di Canzoni che ti raccontano sincera- Ora salite in macchina e, finalmente, canzone che riconciliano con il piace- mente le cose come sono. Ci riferia- partite. Ti siedi sul posto del passeg- re dell’ascolto sincero, diretto, capace mo a esempio a La vita che prende la gero, a fianco del tuo amico al volante. di unire armonia e senso della frase. mira e Strana la velocità. Play è re- Il tuo amico chiede: «Tu come stai?» Le dieci tracce di Play, titolo che evo- ale, semplice, sincero, a volte ironico con il sorriso e lo sguardo sincero. Poi ca il gioco di parole tra il piacere di e sornione, ma sempre leale. Come inizia a raccontarsi mentre davanti suonare e l’esigenza di esprimersi con dovrebbe essere l’amico con il quale a voi la strada scorre piacevolmente. testi e musica, sanno colpirti in modo condividere un viaggio senza meta. Quattro mostre sul tema del Natale al Museo etnografico Pinerolese S Giacomo Rosso ricche collezioni di Danilo Giulia- ne permette una panoramica su molte vetrine degli allestimenti si abato 7 dicembre il Mu- no. Un allestimento storico a cura moltissimi costumi tradizionali, accompagnerà materiale didatti- seo etnografico Pinerolese di Paola di Biccari porterà invece che la natura stessa del Museo et- co e informativo. L’idea di fondo inaugura non una ma ben i visitatori nel mondo dei Santons nografico permette di mettere a è di non presentare più un solo quattro mostre, visitabili de Provence, statuine prodotte confronto con quelli tipici del Pi- presepe, quello “tradizionale”, ma fino a domenica 12 gennaio 2020. nella Francia meridionale. Con la nerolese. Infine, uno sguardo mul- molti e diversi presepi tradiziona- Al centro delle esposizioni tem- collezione di bambole e ricordi tivisione a cura di Remo Caffaro li, modi diversi per rappresentare poranee ci sarà il tema del Nata- di Osvalda Dalmasso lo sguardo racconta «Un Natale ad arte», con e raccontare il Natale. La visita si le, visto attraverso quattro diverse si amplia a tutto il mondo. Frut- accostamenti di opere dei gran- farà quindi più lunga e articolata lenti. La prima è quella dei presepi to di diversi viaggi e accumulata di maestri del passato e di pitto- rispetto al percorso ordinario del- della tradizione popolare, con le nel corso degli anni, la collezio- ri locali fino ai nostri giorni. Alle le consuete mostre. Che cosa sono le nuvole?/«Il Santo Natale si avvicina» Daniele Gardiol «Gentile Assessore, pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo Nel cortometraggio Che cosa sono le nuvole? di siamo venuti a conoscenza della Sua missiva prot. di diffusione” (Art 21); “La scuola è aperta a tutti” Pier Paolo Pasolini (1967), Totò e Ninetto Davo- li, due marionette gettate via dal teatrino dove 85/UC/LFU del 25 novembre u.s., nella quale chiede (Art. 34). lavoravano, distesi in una discarica guardano ai Dirigenti Scolastici di valorizzare ogni iniziativa Le possiamo assicurare che i membri del nostro in alto. A Ninetto, che chiede che cosa siano legata alla ricorrenza del “Santo Natale”, come “l’al- Consiglio d’Istituto continueranno a svolgere la loro quelle cose lassù nel cielo, Totò risponde: «Le nuvole... ah, straziante, meravigliosa bellezza lestimento di Presepi e lo svolgimento di recite o canti attività nel pieno rispetto dei principi sopra ricordati del creato». Daniele Gardiol, ogni due mesi in legati al tema della natività”. e delle norme e disposizioni di legge che dalla Costi- questa pagina, per guardare con rinnovato L’Articolo 2 del Regolamento del nostro Istituto tuzione traggono il loro fondamento, come d’altra stupore ciò che ci circonda. C recita: “La scuola si ispira a principi di inclusione e parte è compito di chiunque, al servizio dello Stato, on una lettera del 25 novembre scorso l’As- solidarietà garantendo a tutti gli alunni accoglienza rivesta una carica pubblica. sessore all’Istruzione della Regione Pie- e collaborazione nel rispetto della pluralità delle idee L’occasione è gradita per porgere un saluto cordiale». monte, «considerato l’avvicinarsi del Santo e prescindendo dalle condizioni sociali, politiche e Natale», chiede a tutti i dirigenti scolastici religiose”. Questo trae diretta ispirazione dalla Costi- «la disponibilità a valorizzare, all’interno del Suo tuzione della Repubblica Italiana: “Tutti i cittadini Istituto, ogni iniziativa legata a questa importan- hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla te Festività come l’allestimento di Presepi e lo legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, svolgimento di recite o canti legati al tema della di religione, di opinioni politiche, di condizioni per- Natività». Credo che iniziative di questo genere si facciano già in moltissime scuole piemontesi. Il sonali e sociali” (Art. 3); “Lo Stato e la Chiesa cattoli- mio auspicio è che i dirigenti interpellati, o anco- ca sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e ra meglio i Consigli d’Istituto, non lascino cadere sovrani” (Art. 7); “Tutte le confessioni religiose sono nel vuoto questa sollecitazione, e anzi rispondano, egualmente libere davanti alla legge” (Art. 8); “Tutti più o meno in questi termini: hanno diritto di manifestare liberamente il proprio l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11
CULTURA Se siete in ritardo con i regali di Natale andate a colpo sicuro con un buon libro; sono molti i consigli delle librerie Claudiana, titoli molto diversi fra loro, adatti a tutti i gusti Natale, una buona occasione per leggere Q ualche piccolo suggerimento dalle librerie i libri che formano di più sono proprio quelli che per la collaborazione nella stesura di queste due Claudiana di Torre Pellice, Torino, Mila- facciamo fatica a proseguire o finire… e accogliere pagine ricche di consigli e di spunti di lettura da no, Firenze e Roma, con due consigli: pro- i suggerimenti dei librai, preziose e sincere guide mettere sotto l’albero. vare a sforzarsi di leggere anche libri che in mondo di svariate proposte letterarie. (Pagine curate da non “ispirano” a prima pelle, perché molto spesso Un grande ringraziamento a tutte e tutti loro Daniela Grill e Giacomo Rosso) Claudiana Torre Pellice Eshkol Nevo, L’ultima intervista, Neri Pozza Viola Ardone, Il treno dei bambini, Einaudi L’autore mette a nudo il suo cuore e racconta come sia riu- 1946. Amerigo, sette anni, orfano di padre e sempre vissu- scito a superare l’incubo di ogni scrittore: il classico “bloc- to “nel vicolo”, sale su uno dei treni che portano i bambini co”, l’incapacità di andare avanti nel racconto, il sentirsi a trascorrere un anno in una famiglia del nord: è un’ini- senza idee e senza spunti narrativi. Eshkol Nevo racconta ziativa del Partito comunista per allontanarli temporane- come ne è uscito, rispondendo in modo diretto alle do- amente dalla miseria del dopoguerra. L’incontro con la fa- mande che gli arrivavano da giornalisti, lettori, fan. Una miglia del nord cambia il destino di Amerigo, il suo modo raccolta di domande e risposte senza filtri. Una cura che di pensare: attraversa il dolore della separazione da tutto gli ha permesso di ricominciare a scrivere. Un libro consigliato a chi ama quanto conosce, la scoperta del nuovo, delle opportunità, di una vita altra. E la letteratura israeliana, a chi conosceva già l’autore e a chi vuole curiosare si trova ad affrontarne le conseguenze. L’autrice ci regala una storia di scelte dietro le quinte di cosa significa essere scrittore. e di responsabilità, di dolcezza e di dolore, di femminismo e politica: uno spaccato di storia che si intreccia a vicende e sentimenti umani universali, Behrouz Boochani, Nessun amico se non le montagne, Add editore in cui ognuno può riconoscersi. Un romanzo autobiografico che racconta la storia di questo giornalista curdo e della sua fuga dal paese, con la deten- Ester Armanino e Nicola Magrin, Una balena va in montagna, zione in un campo profughi australiano, un centro per im- Salani e Cai migrati irregolari a cielo aperto nelle isole Manus Island in Una balena curiosa e un bambino che ha sempre vissuto Papua Nuova Guinea, dove rimane per cinque anni. Un li- in montagna sono i protagonisti del libro della scrittrice bro che si apre con il racconto della fuga clandestina di notte Ester Armanino e dell’illustratore Nicola Magrin. Questa attraverso l’Indonesia e verso l’Australia. L’autore ha scritto favola, illustrata con splendidi acquerelli, è un racconto questo libro tramite fugaci sms, messaggi telefonici, che riuscì a mandare con sulla natura e sulla fantasia: la balena Niska, nella sua ri- un cellulare di fortuna nei pochi e brevi momenti in cui non era sorvegliato. cerca per scoprire dove ha origine il mare, incrocia il cam- mino con un giovane montanaro che il mare non l’ha visto mai. Continue- ranno insieme a cercare, creando un’amicizia che durerà anche a distanza. Una favola per tutti, bambini e adulti, che sottolinea il valore della curiosità Claudiana Milano e l’importanza di aprirsi verso quanto è nuovo e “diverso”. David Szalay, Turbolenza, Adelphi Una raccolta di 11 racconti in cui il titolo di ogni capitolo Claudiana Torino è quello di un volo aereo e la trama può viaggiare da sola o essere parte del romanzo completo. I personaggi si spo- stano da un posto all’altro del mondo e i protagonisti si Bibbia avvicendano nell’evolversi della storia nei vari capitoli. La Claudiana ha acquisito la Società biblica britannica e forestiera e di conseguenza la proposta di una Bibbia come regalo di Natale diventa ancora più significativa. La proposta riguarda una Bibbia che viene definita “comoda”: David Grossman, La vita gioca con me, Mondadori contenuta in un cofanetto verdeacqua, ha la copertina di Un romanzo che parla di una donna, Nina, che a un cer- similpelle con disegni dorati, una pratica rubrica “unghia- to punto della sua vita decide di fare chiarezza su alcuni ta” che si maneggia facilmente, due segnalibri, 15 splen- punti oscuri della vita di sua madre e di conseguenza an- dide carte geografiche e un’appendice finale. Prezzo importante, ma non che della sua. Una storia in cui si affronta una memoria a impossibile. tratti dolorosa. Roberto Calasso, Il libro di tutti i libri, Adelphi Una riscrittura particolare della Bibbia. L’autore è riuscito a proporre il racconto biblico in un’unica narrazione che attraversa tutti i diversi libri e tocca tutti i personaggi. Si propone così una nuova lettura del testo sacro. Un libro consigliato a chi ha già una cultura biblica di base. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12
CULTURA La Claudiana, oltre a essere una casa editrice di Torino (www.claudiana.it), gestisce alcune librerie sparse in tutta Italia dove si può trovare ogni tipologia di libro che si desideri Émilie Plateau, Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin, Claudiana Roma Einaudi ragazzi Una graphic novel che gioca con l’alternarsi di pagine in Ulrich Hub, L’ultima pecora, Lapis bianco e nero e a colori. Il libro rende omaggio a Claudet- La notte del 24 dicembre, un gruppo di pecore decide di te, un’adolescente nera di quindici anni che visse nell’A- seguire la luce della stella, credendo che sia un Ufo. Il pic- labama degli anni Cinquanta e che, rifiutando di cedere colo gregge si mette in cammino per raggiungere i pastori il posto a una persona bianca, diede inizio all’attivismo e far visita alla creatura di cui un giorno tutto il mondo contro la segregazione razziale. parlerà. Ognuna con un carattere diverso e una particola- rità: una ha un raffreddore incontrollabile, un’altra l’appa- Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, Morgana, Mondadori recchio per i denti… Un cammino ricco di incontri, fino «Ogni volta che la società ridefinisce i termini della liber- al luogo dove è nato un bebè. Una fiaba natalizia piena di umorismo e di tà femminile, arriva una nuova Morgana a spostarli anco- tenerezza. ra»: il libro ci rimanda a 10 ritratti, lontani dallo stereotipo della donna esemplare. Da Moana Pozzi a Moira Orfei: Olga de Dios, I tre fratelli d’oro, Emme edizioni ognuna di queste “morgane” riesce a smontare quello che Una favola molto insolita con una grafica particolarmente è il pregiudizio della natura gentile e sacrificale della figu- suggestiva, in cui si alterna il colore oro al nero. Si cerca ra femminile. Figure educative che finiscono per dare una di rispondere alla domanda «Che fine hanno fatto le uova speranza. della gallina dalle uova d’oro?». I tre pulcini nati dalle uova d’oro hanno tre storie personali e il riferimento all’oro è Olivier Roy, L’Europa è ancora cristiana?, Feltrinelli legato anche alla ricchezza del nostro pianeta. Un testo di saggistica dal sottotitolo Cosa resta delle no- stre radici religiose, in cui si cerca di dimostrare quale sia la dimensione, in Europa, della radice cristiana che nell’ul- Eric Noffke, Beati i poveri, San Paolo timo periodo ha subito un radicale cambiamento. Si parte La questione della povertà e della destinazione da dare raccontando quale sia stato il lungo processo della seco- alle ricchezze che perseguiamo e possediamo è al centro larizzazione entrato sia nella storia della chiesa cattolica della riflessione, impostata sul vangelo di Luca. La scelta sia in quella delle chiese protestanti. Il cristianesimo sta di povertà è quella che molti hanno seguito per avvicinar- progressivamente perdendo la sua natura di religione, diventando un’eredità si a un cristianesimo autentico, scevro dal legame che la culturale e civile. L’autore avverte così che l’identità culturale può diventare ricchezza produce per gli uomini. Uno sforzo di chiarezza anche un facile strumento manipolato da una politica populista, che soven- lo rende un libro godibile e adatto a tutti. te si avvale di esso per allontanare persone che non condividono la stessa religione o le stesse idee. Richard Wrangham, Il paradosso della bontà, Bollati Boringhieri La strana relazione tra convivenza e violenza nell’evolu- Claudiana Firenze zione umana. Un libro impegnativo, molto ricco: l’auto- re è docente di Antropologia biologica a Harvard e molte scienze si incrociano nel testo, dalla biologia alla sociolo- Massimo Montanari, Il mito delle origini. Breve storie degli spa- gia, filosofia, politica. Un’analisi della contraddizione fra ghetti al pomodoro, Laterza essere, avere e l’uso della violenza per avere sempre di più. Un libro che sfata il mito di uno dei simboli dell’italianità. La pasta come pretesto per ragionare criticamente sull’i- dea di identità. Un percorso nella mescolanza che ha por- tato alla realizzazione del piatto italiano più conosciuto al mondo, che in realtà è cucinato grazie a ingredienti di origine asiatica, latino-americana e indiana. Jon Agee, Roar! Come diventare un leone, Il Castoro La storia di un bambino che vorrebbe diventare un leone. Un libro che aiuta a imparare a superare le difficoltà e a non arrendersi mai. Un divertente e istruttivo albo illu- strato dall’autore americano Jon Agee, che in sette passi trasforma il suo protagonista (e forse anche i lettori) in un vero, coraggiosissimo leone. Una storia dedicata all’a- micizia, perché il vero leone uscirà fuori nel momento del bisogno, quando dovrà difendere il suo piccolo amico. Marco Dal Corso, Il vangelo secondo Mafalda, Claudiana Un libro per riflettere intorno a Dio, sorridere della vita e trovare le parole giuste per meditare su quella ironia che ogni giorno ci può aiutare a superare i momenti più diffi- cili. E come insegna Mafalda nella sua “preghiera” quoti- diana: «Signore, dammi la pazienza… ma sbrigati!». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13
CULTURA La riscossa di un territorio può passare anche attraverso l’agricoltura etica: è il caso di Rosarno e della Cooperativa Sos Rosarno che produce alimenti rispettando il lavoro e la dignità L’obiettivo è lo sviluppo di una filiera virtuosa che tuteli i diritti e l’ambiente M editerranean Hope, programma ri- vale a dire paghe negli standard sindacali, orari e fugiati e migranti della Federazio- condizioni di lavoro secondo le norme. Una quo- ne delle chiese evangeliche in Ita- ta del ricavato delle vendite va a progetti sociali lia (Fcei), sbarca in Calabria. Dopo e solidali da realizzarsi nel territorio calabrese. l’osservatorio a Lampedusa, la Casa delle Cul- Altra rete con la quale collaboriamo è quella delle ture a Scicli, i corridoi umanitari dal Libano, associazioni raccolte sotto l’ombrello di Calabria un nuovo intervento nella piana di Gioia Tauro: Solidale–Chico Mendes, presso la quale è possi- «Per incominciare, l’iniziativa si sviluppa attra- bile comprare vari prodotti tipici regionali. Tra le verso tre azioni principali – spiega Paolo Naso, aziende associate segnaliamo anche Sfruttazero, coordinatore di Mediterranean Hope-Fcei – una cooperativa pugliese composta da giovani uno sportello sociale mobile che ha il compito che hanno investito nel settore della produzione di raccogliere e per quanto possibile soddisfare della passata di pomodoro». richieste di interventi sociali, sanitari e legali da «Ci auguriamo – conclude Luca Maria Ne- parte di immigrati; il gro, presidente della sostegno a una scuola Fcei che ha inviato di italiano che opera negli scorsi giorni nelle vicinanze della una lettera ai rappre- tendopoli di San Fer- sentanti di tutte le dinando; lo sviluppo, chiese protestanti in attraverso la promo- Italia – che le nostre zione di un marchio chiese rispondano “etico”, di una filiera con entusiasmo alla “virtuosa” composta campagna di pro- da aziende che, lot- mozione di agrumi e tando contro la cri- altri prodotti “etici” ECONOMICI minalità organizzata che abbiamo lancia- della ’ndrangheta da to in questi giorni. una parte e la grande È un modo concreto distribuzione dall’al- per esprimere il no- CEDESI per raggiunta età pen- tra, cercano di rea- stro impegno per la sionabile attività trentennale lizzare un’economia dignità del lavoro dei in Torre Pellice sostenibile, ecologica braccianti e per un’e- e rispettosa dei diritti dei lavoratori, sia italiani conomia non solo equa e solidale ma anche eco- sia immigrati». logicamente sostenibile: gli agrumi che saranno TEL.0121932647 - e-mail: L’iniziativa etica e solidale è realizzata con distribuiti, infatti, sono di produzione rigorosa- ilpuntoe@m-b.191.it la collaborazione di alcune realtà associative mente biologica. Una campagna, dunque, che già impegnate da anni nella filiera slavery free. coniuga l’impegno per la giustizia con quello «Ci appoggiamo alla Cooperativa SOS Rosarno per la salvaguardia del Creato». (www.sosrosarno.org) che da anni si distingue, Per il progetto calabrese, la Fcei cerca anche oltre che per un coraggioso impegno antimafia, volontari, in particolare per l’attività di soste- per aver promosso una rete di produzione e di- gno alla scuola di italiano nei pressi della ten- stribuzione di una produzione di eccellenza otte- dopoli di San Ferdinando. Per informazioni: nuta nel pieno rispetto del lavoro degli immigrati, mh.rosarno@fcei.it (Nev) l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14
SERVIZI L’innalzamento delle temperature, il cambiamento delle precipitazioni portano a modifiche anche alle coltivazioni, sensibili più di noi alle mutazioni: il caso delle viti e del vino prodotto Il cambiamento climatico in bottiglia Q uando sentiamo nominare i cambia- partire dal 1980). Allo stesso modo è cambiata ABITARE I SECOLI menti climatici pensiamo di riflesso la qualità del vino a causa di una differente Fare memoria alle variazioni estreme delle condizio- alternanza di primavere fresche e umide ed dei colportori ni meteorologiche e allo scioglimento estati calde e secche, che non rispettando i ci- dei ghiacciai, che sono i principali effetti che cli passati ha, per così dire, “messo in difficol- Piercarlo Pazè vengono associati all’attuale riscaldamento globale in corso. Tuttavia queste sono solo due tà” i vigneti e la maturazione dell’uva. Proprio in quest’ultimo ambito, la maturazione degli M entre in molte regioni del mondo l’informa- zione è stata messa sotto delle svariate conseguenze che stiamo vivendo, acini, una temperatura più alta, più anticipata che a loro volta causano ulteriori effetti. nel tempo e soprattutto mediamente più cal- attacco dalle uccisioni di giornalisti Prendiamo a esempio l’agricoltura, una delle da nelle ore notturne, può portare a un accu- “scomodi” e un po’ dovunque, in forma attività umane che più dipende dal ciclo delle mulo zuccherino più rapido e intenso con un più subdola, i giornali e le televisioni stagioni per una corretta gestione del raccolto. conseguente incremento del tenore alcolico manipolano l’opinione pubblica con la Cambiamenti nella distribuzione delle preci- dei vini (dato già comprovato in diverse zone selezione e falsificazione delle notizie, pitazioni o nell’alternanza di periodi freschi e viticole europee). non stupisce che il diritto dell’uomo di umidi ad altri caldi e secchi possono causare Una delle prospettive future sarà quella di manifestare liberamente il proprio pen- serie problematiche alle coltivazioni. Entriamo spostare di quota e in zone più temperate le siero (art. 21 Costituzione) e propagan- però ancor di più nello specifico, andando a coltivazioni viti-vinicole, per sopperire anche dare in qualsiasi forma la propria fede toccare una delle prelibatezze italiane (nonché alla perdita di territorio utile, in modo da con- religiosa (art. 19 Costituzione) tardi così gran passione per molti di noi)… il vino! trastare il costante aumento termico. tanto ad avere un’attuazione reale. La viti-vinicoltura è una attività molto sen- La storia degli Stati e delle Chiese è in- sibile ai cambiamenti in corso, perché la quali- fatti ricca di esempi contrari: condanne tà dell’uva si riflette in maniera determinante di chi metteva in pericolo l’autorità o la sulla successiva qualità del vino. Se un raccolto dottrina dominanti, censure di massa, di mais o di carote può risultare più o meno roghi di libri ritenuti eretici o immorali o abbondante o gustoso, tendenzialmente por- pericolosi per i poteri profani ed ecclesia- terà comunque a una vendita della totalità di stici. E poiché condanne, censure e roghi quanto prodotto. Ma una cattiva uva deter- non bastavano, il fanatismo ideologico minerà una cattiva annata di vino, con tutti i ha mirato anche al mercato dei libri. Ne danni economici che possono conseguire. sono stati obiettivo i “colportori”, vendi- Il riscaldamento climatico in corso influi- tori e distributori porta a porta di libri sce in vari modi sulla viti-vinicoltura, varian- e intermediari della diffusione dei loro do a esempio le tempistiche della vendemmia contenuti, nella veste di promotori di che ormai tendenzialmente viene sempre cultura e diffusori della propria fede. anticipata di anno in anno (circa 14 giorni a Merita perciò fare memoria di almeno due librai tragicamente vittime nelle valli alpine della caccia poliziesca al loro lavoro e al loro impegno evangelizzato- re. Bartolomeo Hector, catturato in val Germanasca mentre vendeva Bibbie e libri di pietà, fu processato, rifiutò di pentirsi e fu condannato e messo al rogo a Torino in piazza Castello il 20 giugno 1556. Due anni dopo Raphaël Berthieu, per essere stato trovato in possesso di libri eretici che portava a vendere, fu condan- nato a chiedere pubblicamente perdono nella chiesa di Cesana e ad assistere al rogo dei suoi libri nella piazza antistante e quindi, grazie a questo ravvedimento forzoso, gli furono inflitti “solo” cinque anni di remo nelle galere. ABITARE I SECOLI Pagine di storia nelle valli valdesi e nel Pinerolese *Piercarlo Pazé magistrato, è fra gli organizzatori dei Convegni storici estivi presso il lago del Laux in alta val Chisone l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 15
Puoi anche leggere