Con la tempesta e Con il sole sotto il manto protettivo della vergine - pontifex.ro
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Con la tempesta e con il sole sotto il manto protettivo della Vergine Dossier sulla Chiesa cattolica in Transilvania in occasione della visita di Papa Francesco il 1 giugno 2019 Manoscritto a cura della commissione stampa/ comunicazioni sociali per la visita di Papa Francesco a Csíksomlyó / Șumuleu Ciuc
Parola di benvenuto U n caloroso benvenuto in Romania e nella Transilvania! Vorrei esprimervi la nostra gratitudine per il vostro impegno di trasmette zioso per i cattolici transilvani. Sono fiducio so, tuttavia, che possa suscitare l’interesse di quanti eventualmente vorranno approfondire re al mondo la gioia della visita del Santo Pa alcuni dei temi accennati. Per questo motivo, dre, un evento unico e storico per la comunità oltre ai nomi degli autori, ne troverete anche i cattolica ungherese della Romania. riferimenti e i contatti per facilitare la richiesta Il 1° giugno 2019 Papa Francesco farà visita ai di ulteriori informazioni. cattolici ungheresi nel Santuario di Csíksomlyó, Vorrei ringraziare vivamente agli autori dei situato nell’Arcidiocesi di Alba Iulia/Gyula testi e delle fotografie per la loro dedizione che fehérvár, nel cuore della Terra dei Siculi. Csík ha reso possibile la pubblicazione di questo somlyó è, infatti, un santuario di rilevanza na dossier in lingua ungherese, romena, italiana, zionale ed internazionale per gli ungheresi di inglese e tedesca. Un ringraziamento va anche tutto il Bacino dei Carpazi, non solo per i catto al Segretariato dei Culti di Romania per il soste lici, ma anche per molti uomini e donne di altre gno finanziario. confessioni o di altre nazionalità. Sia questa pubblicazione al servizio di Dio e La presente pubblicazione, preparata da al bene della Chiesa! volontari, intende dare uno sguardo stori co, sociale e pastorale, un’idea sul passato e Rev. Zoltán Oláh sul presente delle quattro Diocesi latine della responsabile stampa Transilvania. Essa può ambire ad offrire solo un Nel mese mariano di Maggio del 2019 assaggio di tutto ciò che è importante e pre
I. La storia delle quattro diocesi romano-cattoliche di “Transilvania” Fábián Róbert fabian.robert@verbumkiado.ro La storia della arcidiocesi di Alba Iulia “ C ome le montagne e le valli, le pianure e le foreste, le vette nevicate e le pianure si alternano, così si alternano nella Transilva storiografia moderna è il fatto che la diocesi della Transilvania fu fondata nel 1009 dal re S. Stefano e che il suo santo patrone era e rima nia anche i popoli che parlano tre lingue e lo ne l’Arcangelo Michele. Durante la fondazio dono Dio in sei-sette riti diversi...” - ha detto ne della diocesi, il cristianesimo non era stra il vescovo transilvano Márton Áron nel 1939, niero a questa regione, essendo adottato dai nel giorno della sua consacrazione, le sue pa popoli che vivevano qui (specialmente dai ge role rappresentano perfettamente lo sviluppo pidi e dagli avari) prima della conquista degli millenare della diversità e della storia religiosa ungheresi. L’Apulum romano di prima (sulle della Transilvania. La Transilvania è speciale, cui rovine è stata costruita la località Alba Iu perché forma quasi una linea di separazione fra lia) è stato un centro importante anche per il il cristianesimo dell’ovest e quello dell’est, que susseguente popolo bulgaro. Il leader politico sto fatto avendo un effetto forte sulla regione. della Transilvania (Gyula in ungherese) è an Molti storici parlano della Transilvania non solo dato a Costantinopoli negli anni 950, si è fatto come di una linea di separazione nella religio battezzare e ha ottenuto il grado di patrizio. ne, ma anche nella civiltà. Con lui è venuto un vescovo greco, Hieroteo, La Diocesi di Alba Iulia aveva il nome Diocesi e svolgeva la sua attività nella Transilvania dal della Transilvania dalla sua fondazione nel 1009 la metà del secolo 10. fino al 1932, 932 è stato cambiato in Diocesi di Alba Iulia, essendo promossa al titolo di arci diocesi nel 1991. Essa è una delle dieci diocesi fondate dal re ungherese, S. Stefano d’Unghe ria, e l’unica ad essere stata chiamata non se condo la sede della diocesi, ma ha ricevuto il suo nome secondo la posizione geografica. Lungo la sua storia di un millenio la dioce si ha subito vari cambiamenti. Un punto sen sibile della sua storia di fondazione è il fatto che nessun atto costitutivo sia rimasto per la posterità, anche i protagonisti fondatrici ri mangono in mistero. Un fatto accettato nella La cattedrale di Alba Iulia
6 Fábián Róbert vate, ed una chiesa tonda vicino ad essa, che fungeva probabilmente da battistero. Duran te il periodo del re S. Ladislao (1077-1095), la vita ecclesiale è stata consolidata, il capitolo della catedrale è stato fondato dal re in quel periodo. Questo faceva funzionare la scuola del capitolo, ma è stata anche la sede acanto a al monastero benedittino di Kolozsmonostor/ Mănăștur uno degli enti più unici del regno ungherese del medioevo. Erano stazioni di au- tenticazione, cioè un tipo di notariato publico: rilasciavano, copiavano i documenti e diplomi di autenticità della Transilvania del medioevo, molte persone eruditi riceveno la loro educa zione in questi enti. Nello stesso periodo pos Rappresentazione romanica d’Arcangelo San siamo parlare della formazione dei 13 decanati Michele sulla pietra-chiave della volta del presbiterio principali della diocesi transilvana, per la mag La Transilvania ha ricevuto il suo nome dai gior parte lungo i comitati regi, e dal secolo 14. popoli che vivevano qui: gli ungheresi la chia esistevano più di 600 parrocchie nella diocesi mano Erdély, i sassoni Siebenbürgen (in latino: estesa. La paepositura esente di Nagyszeben/ Septemcastra), i rumeni Ardeal, e il nome lati Hermannstadt/Sibiu insieme al decanato di no della regione nel medioevo e nella maggior Brassò/Kronstadt/Brașov erano una forma uni parte dei documenti del periodo medievale e ca di organizzazione ecclesiale introdotta sui moderno è Transilvania. I vescovi della nova territori spopolati in seguito all’invasione mon diocesi appaiono con il nome Episcopus Ultran- gola poi colonizzata dai sassoni, sotto la giuri silvanus oppure Episcopus Transilvaniensis nei sdizione dell’arcidiocesi di Esztergom. documenti più antichi (a cominciare dal 1187, L’invasione mongola del 1241 ha ridotto in nella maggior parte dei casi con il nome Episco modo significativo la popolazione della Tran pus Transsylvanus). Sin dal momento della sua silvania, la sede della diocesi e la cattedrale fondazione, il territorio della diocesi è identico essendo vittime della invasione dei mongoli. I con il territorio della Transilvania storica (con vescovi transilvani del medioevo, ma anche in i confini: Carpazi Metaliferi ad ovest, i Carpazi seguito, sono stati non solo capi religiosi, ma Orientali, rispettivamente i Carpazi Meridionali assumevano anche ruoli politici e culturali. ad est e Sud), quindi lo sviluppo dell’organiz Questi avevano un ruolo notevole anche nella zazione della chiesa è il risultato di un lavoro ricostruzione e riorganizazione in seguito alla multisecolare. distruzione dei mongoli. Fra i vescovi svolgeva L’organizzazione della diocesi è in uno stret no un ruolo importante Monoszlói Péter (1270- to rapporto con la costruzione della cattedrale 1307) e Széchy András (1320-1356). Hanno otte di Alba Iulia. Gli scavi del 2011 difronte alla fac nuto e ricevuto molti privilegi e tenute dai re, ciata principale della cattedrale, hanno rivela usandole tutte per diminuire le conseguenze to una chiesa ad una sola navata, che ha avuto della distruzione. Nello stesso periodo, i ve un breve periodo di vita. Non si sa di sicuro se scovi facevano stabilire sui territori spopolati i questa è stata la prima cattedrale o no, ma è cosidetti hospes, romeni e sassoni (popolazioni certo il fatto, che gli scavi datano le fondamen germaniche). ta della cattedrale intorno a 1090, quando è Molti ordini religiosi si sono stabiliti nella stata costruita la basilica con abside a tre na regione nel secolo 14. e hanno contribuito allo
La storia della arcidiocesi di Alba Iulia 7 per motivi politici ed economici, non ha nomi nato un nuovo vescovo (scir. lic. i re ungheresi nominavano i vescovi in qualità di titolari del loro più grande diritto di patrono, e il papa li ha confermati nella loro posizione). La regina Isa bella partita per la Transilvania, si è trasferita nella residenza rimasta vuota del vescovo. Ri spettando la decisione del parlamento nel 1544 la regina non faceva donazione dei beni della diocesi. Questi rappresentano la base della tesoreria del Principato di Transilvania forman Bassorilievo romanico Maiestas Domini dosi in quel tempo. Si parlare della secolarizza sul portone a sud zione dei beni ecclesiali. Fr. Giorgio Martinuzzi, il governatore del nuovo stato ha avuto una sviluppo della vita della chiesa nella Transilva duplice politica: da una parte, cercava di tene nia del medioevo; oltre i benedettini, appaiono re i turchi lontani dal paese, e dall’altra parte nei centri più popolati anche i francescani e i anche se non ha sostenuto l’occupazione del dominicani i quali svolgevano un ruolo impor la sede vescovile, l’idea della riforma essendo tante non solo nella chiesa, ma anche nelle sempre più popolare, non ha ancora attaccato scuole, contribuendo anche alla vita culturale gli enti della diocesi cattolica. Invece nel 1556 delle città. furono richiamati la regina Izabella e suo figlio, A comiciare dagli anni 1430 la Transilvania Giovanni Sigismundo Zápolya da un breve esi era in costante pericolo per le invasioni dei lio ad occupare il trono e da quel momento, la turchi. Nel 15. secolo nonostante la costante riforma ha ottenuto un nuovo impulso anche minaccia turca, sono state costruite numerose nella Transilvania. Il 1556 il parlamento ha scac chiese (in stile gotico), le altre essendo estese, ciato il vescovo cattolico dalla Transilvania e e le chiese fortificate rafforzate. Il vescovo Vár poi la maggior parte dei beni della chiesa è sta day Ferenc oppure l’arcidiacono Lászai János ta secolarizzata. Nel 1566, in aggiunta a tutte sono i meceni dell’espansione della cattedrale, queste misure, anche i preti cattolici sono stati il primo comisiona la costruzione della cappella schiacciati dal paese. Quindi in questo periodo Sant’Anna, e il secondo fa costruire la cappella non c’era un vescovo cattolico in Transilvania delle anime defunte in stile rinascimentale, che per 150 anni. Anche se è vero che gli imperato anche ora sono ammirabili. L’anno 1526 rappresenta una svolta nella sto ria del regno d’Ungheria. Anche il re è caduto durante la fuga dalla battaglia di Mohács. Il ve scovo transilvano è arrivato in ritardo alla bat taglia, quindi non è sulla lista dei protagonisti caduti. Nel 1541 il sultano Suleiman il Magnifico ha conquistato Buda, trasformando la maggior parte del regno d’Ungheria in un nuovo sanjak. Così Izabella, la regina vedova insieme al suo figlio minorenne, ha ricevuto la Transilvania e la regione diminuita dei Partium in feudo per 10 000 pezzi d’oro all’anno. Il vescovo transilvano Lettera d’indulgenza di papa Bonifazio IX. Giovanni Statileo è morto il 1542 e la regina, per la chiesa S. Michele di Cluj/Kolozsvar
8 Fábián Róbert ri asburgi hanno nominato vescovi transilvani, visto che non disponevano della giurisdizione sulla Transilvania, la Santa Sede non conferma va la loro posizione e non potevano entrare nel paese. Questi sono i cosidetti vescovi scelti. Fra il 1568 e il 1571 numerose decisioni del par lamento assicurano la libertà di religione, che ha portato al consolidamento della riforma. Durante il principato di Sigismundo Báthory (1571-1586), i gesuiti svolgevano le loro opere a Kolozsmonostor/Cluj-Mănăștur, Kolozsvár/ Cluj Napoca e Gyulafehérvár/Alba Iulia, dove si sono occupati principalmente dell’educazio ne, questi insediamenti diventando i focolari della controriforma, fino ad essere scacciati nuovamente dal paese nel 1588 dal principe susseguente. I principi hanno qualificato i ve scovi scelti come personae non gratae e questi, non potendo entrare nella Transilvania nomi navano vicari per prendersi cura dei cattolici, Vescovo Gusztáv Károly Mailáth (1897-1938) rappresentavano gli interessi cattolici e si sono occupati della disciplina ecclesiale. Nel 1640 il 1677, ottenendo in segreto anche l’ordinazione francescano Stefano Salini ha creato la guardia vescovile. francescana della Transilvania, essendo poi il Durante il principato molte parrocchie ve pastore della diocesi da vicario. Il suo succes nivano guidati dai cosiddetti laureati, secolari, sore, Domenico Kázmér, era vicario fra i 1668- che eseguivano battesimi, funerali per la man canza dei sacerdoti, hanno assistito ai matrimo ni e guidavano la vita parrocchiale. Si formava lo Status della Transilvania, il quale - in assenza di un vescovo - cominciando dal XVII secolo, che difende gli interessi e gestisce i beni mate riali dei cattolici in Transilvania. Dal 1690 la Transilvania diventa governato rato autonomo nell’Impero Asburgico; i det tagli di questi cambiamenti sono stati stabiliti dall’imperatore Leopold I nel Diploma Lepoldi num. Essendo cattolici gli imperatori asbugici sostenevano la chiesa cattolica. L’imperatore ha nominato un vescovo per la Transilvania nel 1696, ma il vero ritorno è successo solo nel 1716. Il primo vescovo del restauro fu Már tonffy György. In aggiunta ai loro doveri da ve scovi, avevano vari ruoli nella vita pubblica, la loro funzione alla corte di Vienna ostacolava molte volte il lavoro pastorale. Durante il regno Vescovo Ignazio Batthyány (1780-1798) dell’imperatrice Maria Teresia il cattolicismo
La storia della arcidiocesi di Alba Iulia 9 e l’osservatorio nella chiesa dell’Ordine dei Trinitari, a nome proprio Batthyaneum, che in quel periodo includeva 18-200000 volumi, manoscritti e codex, l’ultimo essendo esteso e sviluppato dai suoi successori. Il 19. secolo è il periodo di ricerca delle stra de e delle grandi trasformazioni sociali. Duran te la rivoluzione del 1848, il vescovo Kovács Miklós ha fatto sforzi per mantenere la tempe ranza durante la rivoluzione ungherese, e i suoi successori cercavano di trovare il percorso del lo sviluppo anche nel periodo del dualismo. Le grandi trasformazioni sono successe durante il periodo di Majláth Gusztáv Károly. É stato no minato vescovo nel 1897 e ha guidato la dioce si per quarant’anni. Durante il suo vescovado la diocesi si è sviluppata in un modo mai visto prima, ma ha luogo la prima guerra mondiale, poi l’unione della Transilvania con la Romania e la ricerca della strada migliore nel nuovo stato. Il suo successore, Vorbuchner Adolf ha preso Vescovo Áron Márton (1938-1980) la guida nel 1938, ma è morto giovane, a set nella Transilvania si è rivigorito, l’imperatrice offrendo sostegno finanziario alle costruzioni delle chiese, alla riforma, costruendo scuole e sollecitando delle fondazioni. In questo perio do il vescovo Sigismundo Sztoyka ha fondato il Seminario Maggiore di Alba Iulia, e la chiesa è stata sostenuta da donazioni generose dei no bili cattolici. L’intronizzazione di Giuseppe II. nel 1780 ha portato molte novità su tutto il territorio del regno, non solo in Transilvania. L’impe ratore illuminato ha regnato emettendo de creti, provando a “secolarizzare” la vita del la chiesa, riassegnando vari patrimoni della chiesa nella proprietà della stato, sciogliendo la maggior parte degli ordini di monaci, met tendo l’educazione sotto la giurisdizione dello stato. Malgrado questo la diocesi della Tran silvania ha ricevuto uno dei più importanti vescovi del tempo: Ignazio Batthyány (1780- 1798). Il vescovo amante e praticante della scienza ed, prima ha conseguito i suoi studi Dieci persone morte in prigioni communisti a Roma, ha creato ad Alba Iulia la biblioteca
10 Fábián Róbert tembre dello stesso anno. Nella vigilia di Nata 28 02 1960.; dr. Boga Alajos + prigione Maramu- le del 1938 è stato nominato vescovo Márton res 14 09 1954; Bokor Sándor + 1972; Dr. P. Boros Áron, essendo consacrato nel 1939 e guidava Fortunat + ai lavori forzati al Canale Danubio 13 la diocesi estesa fino al 1980. All’inizio del suo o3 1953; Fekete János + Lager Ghencea a Buca- vescovado in seguito alla seconda decisione rest 25 o3 1952; Gajdátsy Béla + prigione Aiud 10 di Vienna, la maggior parte della sua diocesi, 03 1951; suor Hajdú Gabriella 20 04 1962 Oradea; cioè la Transilvania di Nord è stata riconessa dr. Maczalik Győző 06 08 1951; Pálfy János + 1958 all’Ungheria, fino alla fine della seconda guerra priogione sconosciuto; Sándor Imre + 07 02 1956 mondiale. Dopo la guerra la diocesi ha dovuto + Ramnicu Sarat) lottare contro il comunismo. Il vescovo è sta Il successore di Márton Áron, Jakab Antal to arrestato e condannato per un processo di è stato chiuso per tredici anni, poi è diventa concetto nel 1949, essendo in prigione per sei to vescovo ausiliario dal 1971 e dal 1980 fino al anni, e nel 1957 gli è stato proibito di lasciare crollo del communismo (1990) il vescovo della il palazzo vescovile per dieci anni. Molti sacer diocesi. Durante il comunismo, la religione ro doti diocesani, religiosi e laici sono stati chiusi mano-cattolica è stata una religione tollerata, e nelle prigioni communiste, molti di loro sono i cambiamenti del 1989 hanno portato la libertà morti in seguito al trattamento inumano. (10 e la possibilità di rivitalizzazione, di ricupero dei martiri del communismo dell’arcidiocesi: Am- vecchi istituti, e anche opportunità della crea brus Gyögy, + lavori forzati al Canale Danubio zione di altri nuovi.
Sípos Enikő siposenik@gmail.com Il passato e il presente della diocesi T ra le diocesi cattoliche di rito romano in Ro scovo. La sede del vescovo era a Marosvár mania, la diocesi di Temesvár (Timișoara) si (Morisena, attuale Cenadu Vechi), in seguito a trova nella parte più occidentale del paese, ma Csanád (Cenad). Non ci sono molte diocesi in è la più diversificata in termini di nazionalità e questo paese, che all’inizio della loro organiz lingua. Ungheresi, tedeschi, rumeni, bulgari, zazione abbiano due santi. È un fatto palese croati, cechi, slovacchi, rom e italiani vivono in che Gellért (Gerardo) di origine veneziana fu sieme da secoli in pace. I confini della diocesi monaco benedettino, sacerdote educato che sono il fiume Danubio a sud, i Carpazi ad est, subì il martirio a Budapest nel 1046 come ve i fiumi Maros e Körös a nord, e l›Ungheria e la scovo di Csanád: fu gettato nel Danubio dalla Serbia ad ovest. montagna che porta ancora oggi il suo nome (monte Gellért). Nel 1083 Gellért fu proclamato Il passato della diocesi di Temesvár santo dalla Chiesa insieme al re Stefano I e al (Timișoara) risale al Medioevo: fu fondato nel principe Imre. 1030 da Santo Stefano, re d›Ungheria che no minò San Gellért (Gerardo) come primo ve La diocesi, la cui area coincide in gran parte con il territorio storico di Bánát (Banato) e Te mesköz, e in parte con dei territori intorno ad Arad, fu più di una volta campo di battaglia nel Medioevo. Le truppe tartare e turche lo deva starono e nel corso di 1551 e 1552 gli ottomani occuparono Csanád (Cenad), Timișoara, il ca stello di Lippa e l’intera regione. Il regime turco di 164 anni significava la distruzione delle strut ture ecclesiastiche cristiane, edifici e istituzio ni, e la deportazione e l’uccisione di credenti. I La mappa della diocesi di Timisoara La mappa di Romania
12 Sípos Enikő Nel XVIII secolo, arrivarono colonizzatori di diverse nazionalità a Bánság (Banato) in di verse ondate. Oltre ai cattolici di rito romano di nazionalità tedesca arrivarono nella diocesi di Csanád italiani, spagnoli e francesi in picco li gruppi. Nel 1738 le comunità bulgare in fuga dalla persecuzione turca trovarono nuova casa nella diocesi. Arrivò insieme a loro il vescovo Nicolaus Stanislavich, originariamente mona co francescano che fu vescovo della diocesi di Csanád fra 1739 e 1750. Nel 1754, il vescovo Franz Anton von Engl zu Wagrain celebrò la sua prima messa in una cat tedrale di cui costruzione fu completata solo in parte. Lo stesso vescovo von Engl pose la pie tra basilare di una nuova chiesa a Máriaradna (Radna) nel 1756 e consacrò la chiesa undici anni dopo. Il 24 aprile 1803 il vescovo László Kőszeghy dedicò la cattedrale in onore di San Giorgio. Sempre il vescovo László Kőszeghy aprì nel 1806 il primo seminario dell›era moder na nella diocesi di Csanád. San Gerardo con S. Stefano, re d’Ungheria successori del vescovo San Gerardo non pote Sfortunatamente, la fine della Prima guerra rono più essere presenti nella diocesi, la nomi mondiale (1919/1920) provocò la frammentazio na del vescovo della diocesi di Csanád rimase ne del territorio della diocesi di Csanád. Secon un titolo vuoto, che veniva assunto da arcipreti do il Trattato di pace di Trianon (che prescrisse che vissero all’epoca nelle parti settentrionali modifiche notevoli nella posizione geografica e occidentali d’Ungheria (Győr o Szepes). I tur dei confini), l’estesa diocesi fu divisa in tre par chi sopportarono solo i monaci francescani e i gesuiti. Nel 1716 le truppe imperiali austriache gui date dal principe Eugenio di Savoia liberaro no la diocesi di Csanád dalla dominazione tur ca ed espugnarono la fortezza di Temesvár (Timișoara) e allo stesso tempo diedero inizio ad uno sviluppo del territorio. Il primo vescovo della rinnovata diocesi fu László Nádasdy, e la sede episcopale divenne Szeged. Sotto il vescovo Adalbert von Falkenstein, nel 1732 la sede venne spostata da Szeged a Timișoara, e il 6 agosto 1736 lo stesso vescovo Falkenstein pose la pietra basilare per la nuo va cattedrale della diocesi di Csanád esistente La facciata del duomo di Timisoara fino ad oggi.
Il passato e il presente della diocesi 13 ti: 33 parrocchie e la città di Szeged rimasero in Ungheria, e oggi sono chiamate la diocesi di Szeged-Csanád. L’altra parte risultò di far parte del Regno Serbo-Croato-Sloveno con 64 parroc chie e con il centro in Nagybecskerek (in seguito Zrenjanin), che divenne la diocesi di Zrenjanin nel 1988. La maggior parte dell’antica diocesi appar ve di far parte con 163 parrocchie e con il centro di Temesvàr (Timișoara) del Regno di Romania. La parte dell’antica diocesi di Csanád sul ter ritorio della Romania, l’Amministrazione apo stolica di Timișoara ricevette il rango di diocesi dal Papa Pio XI nella bolla Sollemni Conventione emanata il 15 agosto 1930. Il primo vescovo del la diocesi di Temesvár (Timișoara) fu dr. Ago stino Pacha, vescovo titolare di Lebedo (consa crato nel 1927 a Temesvár). Nel 1948, il regime comunista-ateo privò uni La stemma della diocesi di Timisoara lateralmente la diocesi di Temesvár (Timișoara) del suo grado. Da quest’anno in poi potè conti Dopo i cambiamenti del 1989, nella primave nuare la sua attività come un decanato, quindi ra del 1990 la diocesi di Temesvár (Timișoara) non potè avere un vescovo proprio. Le attività riacquistò il suo rango. Dopo 40 anni, il 28 apri degli ordini monastici e delle varie organizzazio le 1990 Kräuter Sebestyén venne nominato ni ecclesiastiche furono soppresse. Il seminario sul posto vacante come nuovo vescovo della e le scuole confessionali furono chiuse, gli edifici diocesi. Il suo successore fu il vescovo Martin furono sequestrati. Tra il 1954 e il 1989, la diocesi Roos, 1999-2018. Il 6 agosto 2018 fu nominato non ebbe un vescovo proprio. Questo fu un pe József Csaba Pál vescovo della diocesi di Te riodo di persecuzioni e imprigionamenti. Nel 1950 mesvár. furono arrestati e buttati in prigione dr. Agostino Dal punto di vista amministrativo, la diocesi Pacha vescovo e dr. Béla Boros vescovo ausiliare, di Temesvár (Timișoara) è divisa in 3 decanati in seguito arcivescovo titolare insieme a 44 con principali, e all’interno di questo, 8 decanati. fratelli sacerdoti. Il vescovo Pacha fu rilasciato La diocesi ha attualmente 72 parrocchie. Sul nel 1954 perché seppero che non sarebbe vissuto suo territorio stanno svolgendo diverse attivi più a lungo. Dr. Béla Boros in seguito arcivescovo tà due ordini di monaci maschili e 5 femminili. titolare che fu consacrato in segreto a Bucarest Secondo il censimento del 2012, la popolazione il 12 dicembre 1948 dal nunzio apostolico Gerald totale è di 1.340.000, di cui 108.000 sono catto O’Hara, trascorse più di tredici anni nel carcere. lici di rito romano.
Kovács Ferenc Zsolt e Lakatos Attila kfzsolt@libero.it lakatos_attila@yahoo.com Diocesi di Oradea / Nagyvárad N el territorio della diocesi di Nagyvárad (Oradea), le tracce dell’organizzazione della chiesa cristiana risalgono alla metà dell’XI rì la sede della diocesi all’odierna Nagyvárad (Oradea), dove costruì una cattedrale e la de signò come il suo luogo di sepoltura - le cui ro secolo - questa è l’estremità più orientale del vine possono essere viste attraverso la finestra mondo cristiano occidentale. Questa regione di vetro nell’area del castello di oggi, a una pro fu considerata l’area meno cristianizzata del fondità di due metri sottoterra. giovane stato cristiano ungherese: sciamani La tomba del re santo divenne presto uno pagani e sacerdoti cristiani combatterono per dei più importanti siti di pellegrinaggio dell’Eu le anime all’epoca. Il lavoro della fondazione ropa centrale (alcuni lo paragonavano a San della diocesi fu completato dal re San László I. tiago de Compostella o ad Aachen), a cui la che costruì un monastero nel 1083 e successiva tradizione locale attribuì numerosi miracoli e mente una chiesa fortificata di mura nel Bihar guarigioni. Tra gli altri, anche Sigismondo di (Biharia). Come culmine del suo lavoro, trasfe Lussemburgo, l’imperatore tedesco-romano fu sepolto qui. Gli archivi del capitolo di Várad fu uno dei più grandi archivi „statali” del Prin cipato della Transilvania agli inizi dei tempi mo derni. Gli studenti della famosa scuola accanto alla cattedrale studiarono a Bologna, a Parigi, e costruirono uno dei più importanti bastio ni del cristianesimo occidentale sulla periferia orientale della Chiesa. A metà del XV secolo qui fu eretta la prima biblioteca rinascimentale d’Europa al di là delle Alpi, basata sul modello italiano (predecessore della biblioteca Corvina di Buda di fama internazionale). In quel tempo, la comunità di scienziati della biblioteca (con tubernium) divenne il centro più importante della cultura umanista di lingua latina e greca fuori Italia. Lo sviluppo medievale della diocesi venne troncato dalle contrastazioni fra le confessioni nel 16 ° secolo e dall’avanzare dell’Impero tur co: il principe protestante della Transilvania, János Sigismondo occupò la sede della diocesi, il castello di Várad, quindi „sequestrò” tutti gli immobili della chiesa cattolica, ed i vescovi di Re S. Ladislao fonda la cattedrale Várad vennero espulsi per 135 anni dalla loro
Diocesi di Oradea / Nagyvárad 15 diocesi. Girò la voce che in questi anni solo una dozzina di famiglie cattoliche vissero nel terri torio di Várad, le cerimonie cattoliche non furo no permesse in città, perfino il funerale fu per messo solo fuori dalle mura della città. Dopo un secolo di dominazione protestan te in Transilvania, e dopo tre decenni di oc cupazione turca, i vescovi di Várad poterono ritornare alla loro antica sede, liberata dai go vernanti laici cattolici, prevalentemente dagli Hasburghi nel 1692. Al posto della cattedrale medievale distrutta, ne fu costruita una nuo va, la cui pietra basilare fu posta dal vescovo La mappa della città Pál Forgách nel 1752. La cattedrale, il palazzo vescovile e i canonici sono il complesso baroc premostratensi anche gli orsoline, i monaci co più imponente nella parte orientale d’Eu piaristi e i cappuccini tornarono nell’area del ropa. Dopo i lavori di restauro che saranno la diocesi e provvedevano alla creazione di completati entro il 2020 potrà aspirare al tito una rete educativa, sanitaria e sociale della lo di attrazione turistica barocca più spettaco sede episcopale e della campagna, fornendo lare della regione. La diocesi di Várad svoltò un sistema autosufficiente finanziariamen un ruolo cruciale nel ravvivare le campagne te fino al sequestro forzato dal comunismo. distrutte durante le guerre turche. Il sistema L’affitto degli immobili ecclesiastici costrui scolastico aperto per tutte le confessioni e re ti coprirono le spese dei servizi gratuiti delle ligioni che fu istaurato dalla Chiesa Cattolica istituzioni sociali fondate dalla stessa Chiesa in quel tempo servì con successo l’istruzione (scuola, ospedale, farmacia, collegio) per i più pubblica fino all’arrivo della dittatura comu bisognosi. Per il diciannovesimo secolo la dio nista. Oltre agli eremiti paolini, ai gesuiti e ai cesi di Várad ha ricreato la forma „automatica Cattedrale e palazzo vescovile di stile barocco
16 Kovács Ferenc Zsolt e Lakatos Attila pio più eloquente è la vita del vescovo Beato Szilárd Bogdánffy (1911-1953), che fu consacra to in segreto e subì il martirio nella prigione di Nagyenyed a causa della sua fedeltà a Roma; è stato beatificato il 30 ottobre 2010 nella Cat tedrale di Nagyvárad (Oradea). La diversità lin guistica e culturale dei fedeli offre fino ad oggi l’opportunità di mettere in pratica le intenzio ni dei nostri re santi dell’epoca e di cercare le vie pacifiche di convivenza tra i popoli. Oltre i fedeli di lingua ungherese anche le comunità romene, slovacche e tedesche arricchiscono la diocesi. In questa diocesi si è già vissuto nella realtà dell’ „Unione Europea”, anche quando questa idea non era ancora formulata dalle for ze così determinanti oggigiorno nell’UE. Nel la storia millenaria molti dei nostri figli lascia rono la patria ed andarono in terre straniere, ma forse mai così numerosi come negli ultimi trent’anni. I fedeli che potrebbero essere parte costituiva di forza di lavoro della propria patria sono costretti a guadagnare il pane quotidiano all’estero - per costruire case su terre straniere, Reliquiario di S. Ladislao per stranieri. istituzionalizzata” dell’amore del vicino che Nel ventesimo secolo la diocesi vide un ter però fu sequestrato dallo stato che dovrebbe remoto, ma dopo il cambio di regime si riprese, mandarlo avanti fino ad oggi. e sta cercando di affrontare le sfide pastorali Dopo il 1919, la diocesi fu costretta a divi dell’epoca dopo la restituzione parziale delle dersi: la parte occidentale con una più ampia proprietà e delle istituzioni ecclesiastiche. Le popolazione cattolica fa ora parte della dio priorità includono l’educazione dei giovani, cesi ungherese di Szeged-Csanád e Debrecen- l’aiuto e rafforzamento delle famiglie, il soste Nyíregyháza. I territori orientali costituiscono gno ai bisognosi. Per preservare la nostra fede la diocesi nella Romania odierna, che fu anche cristiana, come successo molte volte nel corso riconosciuta dal Concordato del 1929 tra la San dei secoli, non solo accettiamo dei sacrifici, ma ta Sede e la Romania. La dittatura comunista usciamo pure allo scoperto per dare testimo del dopoguerra - come sistema che perseguita nianza della nostra ferma convinzione . I nostri va la Chiesa -, similmente a molte altre diocesi, fedeli provati nella loro fede ed identità consi rifiutò di accettare l’esistenza di tali diocesi fino derano un privilegio particolare di poter rice al 1983. Dopo varie avventure di quasi mezzo vere nella loro terra natalizia il Vicario di Cristo secolo ha potuto solo riavere un sommo sacer sulla terra, il successore di San Pietro, - che fi dote la diocesi millenaria del re San László. nora potevano conoscere solo per fede, ades I fedeli della diocesi rimasero fedeli alla so possono vederlo ed ascoltarlo. Crediamo Chiesa e al Santo Padre nonostante tutte le af che attraverso della persona del Papa ci viene flizioni ed eventi pesanti di vari secoli. L’esem incontro il Verbo di Vita! (cfr. 1Gv, 1.1).
Barta Barnabás barta.barni@yahoo.com La breve storia della Diocesi di Szatmár (Satu Mare) N onostante la Diocesi di Szatmár compie 215 anni ha dietro le spalle una storia di un millennio. Nel 1006 Gisella, moglie di Santo non soltanto cominciò la costruzione del Palaz zo Episcopale e l’allargamento del Duomo, ma abbellì tutta la città facendo strade lastricate e Stefano d’Ungheria, fece insediare dei caccia costruendo un ponte sul fiume Szamos. Come tori bavaresi nei dintorni del fiume Szamos. santo protettore della diocesi fu scelto Santo Insieme alla popolazione locale convertita alla Stefano, protomartire. Il vescovo János Hám fede cristiana, essi formarono la popolazio ne cattolica del comitato Szatmár. Per questa comunità venne fondata la prima parrocchia dedicata alla Beata Vergine Maria. Sul territo rio della diocesi troviamo numerose ricordi di religiosità del Medioevo, come il Monastero di Kaplony (Căplen) appartenente prima ai be nedettini e successivamente ai francescani, la Chiesa di Erdőd (Ardud), le rovine della Chiesa di Nagybánya (Baia Mare) con la Torre di Santo Stefano. In questa diocesi nacque Tommaso Bakócz, a Erdőd (Ardud), prete domenicano, cardinale di Esztergom, primate, Patriarca titolitario di Costantinopoli, che nel 1513 fu candidato favo rito per diventare Papa. L’idea della fondazione della diocesi di Szatmár nacque dopo la libera zione di Buda dai turchi, ma per la realizzazione si dovette attendere fin al 1804. In quell’anno per decisione dell’imperatore Francesco II d’A sburgo e la bolla pontificia di Pio VII si fondò la diocesi di Szatmár sul territorio delle contee Szatmár, Máramaros, Ung , Ugocsa e Bereg in cluso anche una parte di Szabolcs strappando una parte dalla Diocesi di Eger. La nuova dioce si ebbe 34000 fedeli. Dagli inizi ai giorni nostri 14 vescovi e 5 or dinari vi prestarono servizio. I primi vescovi si diedero da fare nel gettare le fondamenta della La torre di S. Stefano d’Ungheria diocesi. Il barone Stefano Fischer (1804-1807) a Baia Mare/Nagybánya
18 Barta Barnabás (1827-1857) che è considerato il secondo fon datore della diocesi, richiamò i gesuiti che fe cero diventare Szatmár centro di venerazione del Sacro Cuore di Gesú. Inoltre nel 1842 fondò l’ordine delle Sorelle Misericordiose di San Vin cenzo de’ Paoli di Szatmár. Le consorelle fondarono 70 monasteri, 35 scuole d’infanzia, 41 scuole elementari, 12 scuole medie, 3 scuole medie specializza te e 16 ospedali in Europa, negli Stati Uniti d´America e nella Cina. Durante l’episcopato di Hám sorsero numerose chiese, e il vesco vo fece perfino spostare il letto del fiume per Fa facciata della cattedrale di Satu Mare / Szatmàr rendere l’aspetto del centro di Szatmárnéme ti (Satu Mare) come lo conosciamo oggi. Tut ti i vescovi della diocesi dieredero il proprio – divenuta successivamente uno dei simboli di contributo alla crescita spirituale, intellettua Szatmár – per poter accorgersi in tempo degli le e culturale del territorio. Gyula Meszlényi incendi frequenti. Meszlényi offrì la diocesi al (1887-1905) fece costruire la torre di pompieri Sacro Cuore di Gesù. Nel tempo di Tibor Bo romisza (1907–1928) si completò il Trattato di Pace Trianon (4 giugno 1920) che chiuse la Pri ma Guerra Mondiale che esigeva l’esecuzione delle prescrizioni di esso. Fra l’altro il centro della diocesi venne annessa alla Romania, il suo territorio dovette essere diviso tra tre stati – la Romania, l´Ungheria e la Cecoslovac chia. La diocesi di Szatmár perse così gran par te del suo territorio. Nel 1940 dovuto al secondo decreto di Vien na la diocesi riebbe una parte del suo territo rio per quattro anni, ma durante l’episcopato di Giovanni Scheffler (1942-1952) la zona intor no a Szatmár fu soggetto di bombardamenti. Le persone se ne fuggirono, i villaggi rimase ro vuoti, e la città si spopolò. I sovietici irrup pero portando via 5000 persone dalla diocesi soppratutto svevi. Il regime comunista cercò di persuadere Giovanni Scheffler di diventare il capo di una Chiesa finta, separato da Roma, sottomesso al volere dello stato, ma lui rifiutò. Per questo suo gesto venne messo in stato di fermo dalla polizia, deportato, e messo suc cessivamente in un carcere sotterraneo, dove morì da martire. I suoi resti terreni vennero Vescovo János Hám (1827-1857) portati a casa in una valigia da un suo prete. Il 3
La breve storia della Diocesi di Szatmár (Satu Mare) 19 luglio del 2011 per decisione di Papa Benedetto XVI è stato beatificato. Ai giorni nostri un altro vescovo della diocesi Giovanni Hám attende di essere beatificato. Nonostante la continua diminuzione del nu mero dei fedeli a partire dalla Seconda Guerra Mondiale e dai tempi dei comunisti, la diocesi conta 60 509 anime sopprattutto ungheresi, ma pure della popolazione di lingua tedesca e rumena. All’interno della diocesi sono presenti varie congregazioni maschili e femminili. Il ter La beatificazione di János Scheffler (1942-1952) ritorio della diocesi si estende attualmente sul la parte nord-ovest della Romania, ricoprendo tati, Szatmár e Máramaros. Il vescovo attuale é quasi completamente il territorio di due comi Jenő Schönberger.
II. Il santuario mariano di Csíksomlyó / Șumuleu Ciuc Érszegi Márk Aurel MErszegi@mfa.gov.hu Csíksomlyó, il santuario mariano che Papa Francesco visiterà in Romania I l santuario mariano di Șumuleu Ciuc, in un gherese Csíksomlyó, che sarà una delle tappe del viaggio apostolico di Papa Francesco in Ro festa patronale o altra ricorrenza importan te di una chiesa e così mania, è uno dei più importanti centri spirituali in questo caso anche dei cattolici ungheresi, non solo della Transil il tradizionale pellegri vania, ma di tutto il mondo. Nella chiesa dei naggio che si compie a francescani, sorta ai piedi del Monte Somlyó, si Csíksomlyó.) La chiesa venera la monumentale statua della Madonna gotica venne consacrata di Csíksomlyó, ma il monte stesso ha un signifi nel 1448 col titolo della cato particolare nella devozione popolare. Madonna della Visitazio Una primitiva chiesa è stata edificata sul po ne (lì tuttora festeggiata Fra’ János Kájoni sto verso la metà del XV secolo, grazie al famoso il 2 luglio). condottiero ungherese János Hunyadi, vincitore L’edificio gotico, cinta anche di mura subì, dei turchi a Belgrado nel 1456 assieme a S. Gio nel 1661, la devastazione dei turchi che lo in vanni da Capestrano. Nel 1442 egli elargì una cendiarono, massacrando o portando in prigio donazione ai francescani, in ringraziamento di nia sia i fedeli ivi rifugiatisi, sia i francescani. Fu una delle sue vittorie, avvenuta nel 1442. Papa ricostruito da Fr Kázmér Damokos, il quale fu in Eugenio IV, nel 1444, concesse un’indulgenza seguito nominato vicario apostolico della Dio a quanti avessero aiutato la costruzione della cesi della Transilvania e consacrato vescovo. chiesa e del convento, an (Un piviale donatogli da Clemente IX è tuttora che in considerazione della custodito presso il santuario.) moltitudine dei fedeli che Alla fine del turbolento XVII secolo un altro vi si recarono per venerare analogo attacco fu, invece, respinto dagli abi la Madonna. (È da notare tanti della zona. Csíksomlyó, infatti, si trova vici che in ungherese il termine no all’antico confine sud-orientale dell’Ungheria “búcsú” ossia indulgenza, storica, allora esposta alle scorrerie turche e tar in generale indica anche la tare provenienti dall’Impero Ottomano. Sempre in quel periodo vi operò Fra’ János Kájoni (in ro Probabile aspetto della meno Ioan Căianu), insigne musicista e studioso primitiva chiesa gotica (autore del Cantionale Catholicum) che stabilì
22 Érszegi Márk Aurel Chiesa e convento francescano di Csíksomlyó/Șumuleu Ciuc presso il convento la prima tipografia cattolica Il tesoro più prezioso della chiesa è la sta della Transilvania. Il cd. “Codice Kájoni” da lui tua della Madonna. Di stile rinascimentale e di compilato contiene una serie di spartiti musica manifattura locale, essa risale agli anni 1510 e li di provenienza europea e locale. La bibliote con la sua altezza di 2,27 metri è considerata la ca del Convento francescano di Csíksomlyó è, più grande statua di questo genere. Scolpita in infatti, una delle raccolte librarie più antiche e legno d’acero rappresenta la “Donna vestita di significative della Transilvania. Si tratta dell’uni Sole”, con il Bambino in braccio, la luna sotto ca biblioteca conventuale medievale della regio i piedi e la corona regale sul capo, cinta anche ne sopravvissuta alla riforma protestante e alle di una corona di dodici stelle. La leggenda nar guerre turche. I suoi codici più importanti sono ra che essa rimase miracolosamente indenne stati poi nascosti all’arrivo dell’esercito sovieti nell’incendio del 1661 (anche recenti indagini co e riscoperti solo negli anni 1980. scientifiche hanno confermato la mancanza di qualsiasi bruciatura). Un’altra riferisce, inoltre, All’inizio del XIX secolo si decise la ricostru che per miracolo essa si era resa così pesante zione la chiesa del santuario, troppo piccola e che i tartari che l’avrebbero voluto trascinare fatiscente. I lavori iniziarono nel 1804 e la chie con sé non ci riuscirono neanche con i buoi, sa venne consacrata nel 1876. Essa presenta, mentre il soldato che la colpì con la spada finì perciò, un aspetto tardo barocco, con una de con il braccio paralizzato. Le grazie ottenuta corazione interna più recente. Nel 1948 Papa per intercessione della Madonna di Csíksomlyó Pio XII vi concesse il rango di basilica minore. sono testimoniate anche da numerosi ex
Csíksomlyó, il santuario mariano che Papa Francesco visiterà in Romania 23 voto esposti nel santuario. La devozione popo lare prevede la salita alla statua della Madonna, collocata sopra l’altare maggiore, per toccarla con la mano o con un fazzoletto. Il grandioso pellegrinaggio di Csíksomlyó (Csíksomlyói búcsú) è, invece, sin dagli inizi una testimonianza della volontà degli unghere si di quella regione e, oggi, di tutto il mondo, di preservare la fede cattolica. Le sue origini risalgono alla metà del XVI secolo, quando la Transilvania abbracciò la riforma protestante: Interno del santuario con la statua della Madonna i sassoni di lingua tedesca divennero luterani, di Csíksomlyó mentre gli ungheresi per lo più calvinisti, oppu re seguaci di una nuova confessione autoctona, ne e i bambini si radunarono presso il santuario la Chiesa Unitariana (antitrinitari). Solo la regio di Csíksomlyó ad invocare la protezione della ne del Csík, abitata dai székely (secleri o sicu Vergine. La vittoria fu attribuita alla Madonna li) ungheresi, rimase fedele al cattolicesimo. Il di Csíksomlyó e da allora i székely si manten Re Giovanni Sigismondo, anch’egli di fede uni gono fedeli al voto di compiere il pellegrinag tariana, avrebbe voluto costringere gli abitanti gio annuale il sabato di Pentecoste. Sebbene di Csík alla conversione protestante. Il sabato alcuni storici mettessero in dubbio la battaglia di Pentecoste del 1567 gli abitanti della regione della Hargita, rimane il fatto incontestabile che affrontarono vittoriosi l’esercito del sovrano solo la regione di Csík rimase fedele al cattoli nelle montagne della Hargita, mentre le don cesimo, in tutta la Transilvania allora divenuta Centinaia di migliaia pellegrini dalla Madonna di Csíksomlyó
24 Érszegi Márk Aurel L’antica chiesa dedicata al Ss. Salvatore fu edificata in memoria della vittoria di Belgrado del 1456, poi ampliata nel XVIII secolo, ed è il punto d’arrivo della via crucis che parte dai pie di del monte. Poco distante si erge la cappella del Cristo Sofferente, di ignota epoca, dove a Pentecoste si radunano i pellegrini Csángó del la Moldavia per osservare il sorgere del sole. La chiesetta di Sant’Antonio fu costruita ex voto dai frati sopravvissuti alla distruzione del Processione con il “labarum” convento nel 1661. Il paese di Csíksomlyó si accompagnato da giovani székely in costume locale formò intorno al santuario mariano, situato a sua volta vicino a Miercurea Ciuc, in ungherese protestante. È ad ogni modo significativo che Csíkszereda, capoluogo della Székelyföld e del il simbolo del santuario è il cd. labarum che ri la Provincia di Hargita. chiama il vessillo militare. Si tratta di una sorta Dopo i quattro decenni del comunismo, di padiglione (ombrello) di tessuto rosso che, quando non fu possibile celebrare la processio custodito presso l’altare maggiore, il giorno ne della “búcsú”, la tradizione è stata ripresa della “búcsú” viene portata in processione sul dopo il cambio di regime in Romania. Anche i Monte Somlyó sovrastante la chiesa. francescani sono tornati ad officiare l’antico Le tradizioni popolari sorte attorno al pel santuario. Le folle di pellegrini è cresciuta ra legrinaggio e alla “búcsú” (cioè la festa con pidamente e non era più possibile celebrare la l’indulgenza) fanno parte dell’identità più pro messa solenne nel santuario o nel piazzale da fonda della popolazione della regione Csík, e vanti ad esso. Così, dal 1993 si è deciso di cele della Terra dei Székely (Székelyföld). Gli abitan brare all’aperto, proprio nella sella situata tra ti dei diversi paesi della zona vanno tuttora a le due vette del Monte Somlyó, dove nel 1996 piedi a Csíksomlyó per la “búcsú” e, dopo aver è stata eretta l’altare dalla forma caratteristi assistito alla messa solenne, compiono la sali ca di triplice colle, opera del famoso architet ta alla cima piccola del Monte Somlyó, guidati to ungherese Imre Makovecz (rappresentan dai sacerdoti e preceduti dal labarum. All’alba te dell’architettura organica, già partecipante del giorno seguente, domenica di Pentecoste, della mostra d’arte in Vaticano per i 60 anni di c’è l’usanza di osservare il sorgere del sole pro sacerdozio di papa Benedetto XVI). prio dal monte, cantando il Veni Creator e il Te Ogni anno a Pentecoste diverse centinaia di Deum. Secondo la tradizione alcuni riescono a migliaia di ungheresi della Transilvania, assie scorgere nel sole il simbolo dello Spirito Santo. me a tanti altri provenienti da tutto il mondo, Il Monte Somlyó sorge in mezzo ad un baci soprattutto cattolici, ma ultimamente anche no pianeggiante (a 600-800 m.) racchiuso dai di altre confessioni, si radunano nella sella del Carpazi Orientali da est e dai Monti Hargita da Somlyó per assistere alla S. Messa e compiere ovest. Sulla cima più alta (Nagysomlyó), rico gli altri riti connessi alla “búcsú” più famosa de perta di boschi, si trovano le rovine di un’antica gli ungheresi. Una delegazione del Santuario di fortezza e di un monastero diruto. È collegata Csíksomlyó ha partecipato al Giubileo dei San da una ampia sella alla cima più piccola, chia tuari Mariani in Vaticano nel 2016, presentando mata appunto Kissomlyó (Piccola Somlyó). Sul al Santo Padre una copia della famosa statua Kissomlyó sorgono tre chiesette. della Madonna.
III. Sul presente dei romano-cattolici in Transilvania Vik János vik.ioan@ubbcluj.ro Facoltà di Teologia Romano-Cattolica e Seminario Maggiore (Cluj-Napoca – Alba Iulia) Studenti di teologia di Cluj / Kolozsvár Due luoghi eppure insieme locali, l’arcidiocesi di Alba Iulia, ed i diocesi di Gran Varadino, di Satu Mare e di Timișoara, cosi In Romania, studi teologici ora si può compire portano con se stessi la policromia dell’anima, in lingua ungherese alla più grande istituzione del spirito e della cultura della storica area di d’istruzione superiore del paese, all’Università Transilvania, Partium e Banato. Babeș-Bolyai. La Facoltá di Teologia Cattolica Romana, a due luoghi – a Cluj-Napoca, nell’Isti tuto di Teologia Didattica; e a Alba Iulia, nell’Isti Ma perché si studia teologia oggi? tuto di Teologia Pastorale – serve l’istruzione degli intellettuali cattolici nel spirito del Conci Nell’istituto a Cluj-Napoca, soprattutto cri lio Ecumenico Vaticano II. Si può ottenere titoli stiani secolare ricevono istruzione che hanno di studio universitario a tutti tre livelli d’istru una vocazione per l’insegnamento catechisti zione – in forma di bachelor, di master e di Ph. co oppure vogliono arricchire la pratica della D. I nostri studenti arrivano da quattro Chiese Chiesa locale come collaboratori pastorali. La
26 Vik János stragrande maggioranza degli studenti teo logici cattolici di Cluj-Napoca compiono studi a un secondo campo professionale, così mi gliorano le loro possibilità di collocamento. I nostri studenti che seguono oltre ai loro studi teologici anche, per esempio, psicologia, peda gogia medico-psichica o musicale, giornalismo, lingue straniere oppure storia, giurisprudenza, scienze economiche o proprio comunicazione diventeranno come intellettuali cattolici, mem bri della nostra società che creano valore. Lavoro nella vigna dell’arcivescovado La celebrazione della laurea L’Università Estiva Teologica e il Campo Esti vo Teologico organizzate ogni anno servono lo L’istituto offre istruzione ai giovani che han scopo che la generazione di teologi laureati del no una vocazione sacerdotale, e vogliono pre futuro – come sacerdoti cattolici, catechiste pararsi alla vita sacerdotale durante gli anni scolastiche, collaboratori pastorali secolari, in degli studi universitari. L’istruzione dell’anima, tellettuali cattolici – coopera nella formazione del spirito e di pratica degli studenti teologici efficiente e attuale della pratica della Chiesa lo di Alba Iulia si svolge nell’ambito del Seminario cale più coscientemente e con più grande mu a un lungo passato storico, nel Seminario del tua fiducia verso l’altro. diocesi denominato dalla Sapienza Incarnata (Seminarium Incarnatae Sapientiae) . La vita degli studenti teologici universitari oltre all’orario e l’ordine del giorno? I nostri studenti, che un giorno serviranno nel vigneto del Signore, partecipano ogni anno nei lavori vendemmiali d’autunno del Arcivescova to di Alba Iulia. Campo estivo degli seminaristi e futuri catechisti
Homa Ildikó, SSS ildiko.homa@gmail.com Un piatto screpolato come regalo S e vai a Roma, non è affatto insolito incon trarti con un frate o una suora quasi ogni angolo. Se vai nel diocesi di Iași ora, troverai in esi d’Est-Europa, non ha goduto uno sviluppo lineare. In 1949, sembrava che sia cessata. La storia comincia qui. quasi ogni borgo una comunità monacale per Le Suore del Servizio Sociale avevano appe uomini o donne, perché questo diocesi è il più na finito la costruzione del loro sede quando popolato da comunità monacali. Ma cosa trovi i comunisti hanno confiscato tutto da loro, e più occidentale da lì? hanno ammassato i francescani nel loro chio Non è possibile comprendere la vita mona stro a Máriaradna, e speravano che loro si sciol cale di Transilvania senza il suo passato, e per gono da se stesso. Un fato simile hanno desti questo chiamo in soccorso un’immagine meta nato alle suore francescane a Mallersdorf, le forica, la quale benché appartiene un altro cer suore orsoline, le suore scolastiche, e le suore chio culturale, può esprimere la quintessenza della società del cuore di Gesù, alle comunità della nostra vita monacale di oggi: All’Oriente monacali praticando in quel tempo in Transilva se un piatto é rotto, lo incollano, e la fessura nia e in Partium. Ma le misure dello stato comu nascondono con vernice d’oro, così un piat nista non hanno riuscito bene, siccome niente to diventa prezioso tramite le fessure. La vita può animare più la vocazione monacale della monacale di Transilvania, come negli altri pa sofferenza assunta per Cristo. Religiosi insieme con l‘arcivescovo
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