I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...

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I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
Italia
Ottobre 2019   Numero unico stampato in occasione del Gran Convegno 2019      www.ueg.it
                          dell’Union Européenne des Gourmets

                                         I Gourmet
                            nella capitale europea
                                    della cultura
                                                       23° Gran Convegno
                                                     Internazionale d’Italia

                                                                             Matera

                                                           4-5-6 ottobre 2019
                                                                                      1
I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
Redazionale
La bella Matera
Mauro Civai - Console Nazionale alla Stampa

è ancora viva l’eco tra i Gourmet del-       sti intensi insegnamenti attraverso le      a Rocco Scotellaro, dalla voce alta
le piacevoli giornate trascorse in Ve-       ghiotte occasioni che la sapiente or-       di Carlo Levi a quella fievolissima di
neto appena un anno fa e già siamo           ganizzazione dei nostri amici lucani        Isabella Morra, vittima inconsapevole
in viaggio verso la bella Matera per         ha saputo mettere in campo: pur nel         delle guerre degli uomini.
il 23° Gran Convegno Nazionale. Ci           breve trascorso di tempo che qui at-        Concludiamo elencando, come al
ritroveremo in una natura insolita ed        traverseremo potremo cogliere le ca-        solito, i prodotti più apprezzati fra i
aspra, per vivere una esperienza dai         ratteristiche fondamentali di questa        tanti che questa regione offre, molti
contorni diversi ma con i medesimi           terra, che ha vissuto momenti alterni       dei quali da vari secoli. Anche i for-
obbiettivi: conoscere meglio una re-         di isolamento e di comunione, periodi       maggi, i salumi, le verdure, gli arrosti
altà territoriale, grazie al contributo di   di contatto alle culture più eccellenti     e i vini sapranno parlarci di un incon-
coloro che in questo territorio affon-       seguiti da epoche di regresso verso         tro tra natura e sapienza, tormentato
dano le radici, per suggerne i nettari       quella fase primordiale che ha conti-       ma stimolante come tutti i conflitti.
più profumati, per ascoltarne i mor-         nuato a solidificare la base di ogni fu-    Anche quest’anno premieremo, in
morii più riposti, per entrare, insom-       tura evoluzione.                            memoria della nostra socia Adelai-
ma, in piena simbiosi con una realtà         Questo numero della nostra rivista          de Masella, uno studente meritevole
che finora è stata lontana ai più e a        intende, come conviene, presentare          della città che ci ospita. è questa una
molti ostile.                                questo nostro incontro attraverso le        iniziativa che ci rende particolarmen-
Già, la bella Matera, che in pochi de-       parole competenti e appassionate            te orgogliosi e che ha già dimostrato
cenni ha saputo compiere il difficol-        della nostra Presidente e della Con-        la grande potenzialità che sorregge
toso cammino in grado di strapparla          sole di Matera-Altamura, un Conso-          tanti nostri giovani quando è nutrita
via da una condizione di vergogna            lato di recente istituzione ma già ca-      da autentica passione.
nazionale per la sua totale lontananza       pace di interpretare i nostri valori e di   Infine potremo approfondire gra-
da quell’idea di progresso che ha ac-        intercettare le nostre aspettative.         zie all’apporto di illustri specialisti, il
compagnato gli anni impolverati d’oro        Accanto alla voce istituzionale inten-      mondo misterioso del tartufo, raro
dell’ultimo dopoguerra, per condurla         diamo proporre un idea di itinerario        frutto della terra profonda che arric-
a una contemporaneità che la vede            lungo le terre lucane, non solo pun-        chisce anche questa parte estrema
primeggiare in Europa, per presen-           teggiato da questa natura che sa            della penisola. Scienziati e operatori
tarvi un esempio di modello culturale,       emancipare la sua asprezza primitiva        ci indicheranno virtù e natura di un
mirabile per l’equilibrio che propone        con una policroma esplosione di es-         tubero che fu caro ai Romani e che
tra passato e presente, tra memoria          senze vegetali, ma cadenzato dalle          esalta ancora le nostre tavole.
e speranza, tra natura e esperienza.         pagine dei tanti scrittori e poeti che      Buona lettura, quindi, e, soprattutto,
Sapremo certamente fruire di que-            vi hanno vissuto, dall’augusto Orazio       buon 23° Gran Convegno!

                                    Union Européenne des Gourmets – Italia
                                     Luciana D’Aprile Romano - Console Nazionale Presidente
                             Antonio Eugenio Maria Masella - 1° Console Delegato Vicepresidente
                                           Roberto Bonelli - Console Nazionale Tesoriere
                                          Raffaella Cinelli - Console Nazionale Segretario
                                      Luigi Togn - Console Nazionale alle Pubbliche Relazioni
                                           Mauro Civai - Console Nazionale alla Stampa
                            Giuseppe Corti - Console Nazionale per le Attività Culturali e Cerimoniere
                       Ernesto Amaducci - Console Territoriale di Bologna-Modena-Ferrara-Reggio Emilia
                            Sandro Angelozzi - Console Territoriale di Pescara ed Abruzzo Ulteriore
                              Alan Bertolini - Console Territoriale del Trentino Alto Adige-Sud Tirol
                              Alessandro Bonelli - Console Territoriale di Siena-Firenze e Toscana
                             Ersilia Caporale - Console Territoriale di Lanciano ed Abruzzo Citeriore
                                         Vincenzo Cuomo - Console Territoriale di Potenza
                               Stefano Maggi – Console Territoriale di Avezzano, Abruzzo Interiore
                              Arnaldo Toffon - Console Territoriale di Bassano del Grappa e Veneto
                                       Paolo Pinelli - Console Territoriale di Isernia e Molise
                                    Paolo Pagliacci - Console Territoriale di Spoleto ed Umbria
                                      Marilena Traili - Console Territoriale di Matera-Altamura

                     hanno il piacere e l’onore di convocarvi i giorni 4-5-6 Ottobre 2019 per il
                 23° Gran Convegno Internazionale d’Italia dell’Union Europeenne des Gourmets

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I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
Il saluto della Console Presidente
Una Terra dai mille volti
Luciana d’Aprile Romano – Console Nazionale Presidente

Carissimi Amici Gourmets,      altà in cui le antiche abili-     la cui maggior conoscen-         stati già ottenuti numerosi
eccoci tornati dopo alcu-      tà greche si sono fuse, nel       za ci facciamo sostenitori e     riconoscimenti ed altri ne
ni anni a celebrare il no-     tempo, così armonicamen-          ambasciatori.                    sono in corso e sarebbe
stro Gran Convegno Inter-      te con le capacità di que-        Perchè siamo anche noi           troppo lungo elencarli tut-
nazionale d’Italia in terra    sta terra determinando            Gourmets ad avere il com-        ti, ma ce n’è uno che pochi
lucana, a Matera, uno dei      associazioni tra prodotti         pito, attraverso la promo-       sanno originario di questa
siti più antichi del mondo,    che, specialmente nell’arte       zione del gusto, di pro-         terra: il tartufo.
abitato senza soluzione di     enogastronomica, hanno            muovere saperi e sapori di       Potremmo definirlo “un
continuità dalla preistoria    manifestato una creatività        un territorio.                   mito mancato” perchè
ai giorni nostri.              che continua a racconta-          Ce lo ricorda il giuramento      pochi sono a conoscen-
La Basilicata è terra dai      re di luoghi specifici, di tra-   stesso dei Gourmets eu-          za che tra le tante varie-
mille volti e dalle notevo-    dizioni e culture locali che      ropei “... avere a cuore la      tà presenti sul territorio ve
li contraddizioni, ma che,     conservano le loro eccel-         cultura del buon bere e del      n’è una che non ha nul-
da sempre, stupisce ed         lenze anche nell’ottica di        buon mangiare “.                 la da invidiare alla grande
emoziona con la forza dei      moderne interpretazioni.          Un fine ottenibile con il re-    qualità del tartufo bianco
suoi paesaggi, dei suoi        Eccellenze che bisogna            cupero dell’identità storica     presente in altre locali-
colori, dei suoi orizzon-      apprezzare in tutte le sue        a tavola, con la riscoper-       tà del territorio italiano. È
ti incontaminati e arcaici     molteplici sfaccettature e        ta di antiche ricette, con la    a questo “re” della tavola
delle sue tradizioni e della   direttamente in una corni-        conservazione degli anti-        che abbiamo dedicato il
sua generosità.                ce di bellezze naturali che       chi sapori della tradizione,     tema dell’incontro che fa
Sono sensazioni che so-        hanno incantato persino           fino a giungere a proces-        da corollario al Gran Con-
vente si ritrovano nel ri-     grandi cineasti italiani e in-    si innovativi che, tramite       vegno del 2019, con la
chiamo di un sapore o di       ternazionali, facendo da          l’utilizzo di prodotti locali,   speranza che la scelta sia
un odore che si è forte-       sfondo a storie sviluppate        funga anche da volàno al-        di stimolo alla valorizza-
mente radicato nella me-       sul grande schermo.               la formazione e alla cresci-     zione di questa e di tutte
moria anche del viaggiato-     Sono tutte esperienze             ta della società civile ed in    le altre preziosità del ter-
re più distratto.              “storiche” che definiscono        particolare dei giovani.         ritorio, in una simbiosi tra
Immergiamoci,       dunque,    i tratti della civiltà locale a   La Basilicata è terra che of-    terra e mare che meritano
nell’atmosfera di odori,       testimonianza della qualità       fre un’ampia varietà di pro-     di essere apprezzate so-
sapori e rumori di una re-     totale di una regione e per       dotti locali per i quali sono    prattutto dai giovani.

                                                                                                                             3
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Il saluto del Console Territoriale
Benvenuti a Matera
Marilena Tralli - Console Territoriale di Matera-Altamura

Carissimi soci, sono molto onora-        una storia spesso senza vincitori.         di farlo e consumarlo in casa; quin-
ta di avervi a Matera, oggi Capitale     Matera è la città del pane, l’alimento     dici comuni sono compresi nell’area
Europea della Cultura, una delle più     fondamentale per la comunità degli         di produzione del Canestrato di Mo-
antiche e suggestive città del mon-      antichi rioni; nel dopoguerra erano        literno che da qui raggiunge i fonda-
do, che racconta la storia dell’uomo     attivi diciassette forni a legna per la    ci di Moliterno per la stagionatura;
con un passaggio quasi impercepi-        cottura del pane, preparato in casa        sono rinomati il caciocavallo dei lat-
bile dalla preistoria alla storia, che   con la farina di grano duro e il lievito   te di mucca podolica di Ferrandina,
sa mostrare l’estenuante battaglia       madre, in tutte le famiglie, dalle don-    la farina di grano duro e la pasta di
ingaggiata dall’uomo per sopravvi-       ne, uniche vere strateghe e respon-        Stigliano, i fichi secchi con le man-
vere in un ambiente aspro e imprati-     sabili del sostentamento della fami-       dorle e il cotto di fichi di Miglionico,
cabile. Qui l’uomo ha sempre rivolto     glia; il pane si mangiava a colazione,     le olive infornate di Ferrandina.
lo sguardo al cielo e con la pittura     a pranzo e a cena, accompagnato            I colori del sole arrivano dalla piana
rupestre ha portato il cielo nel buio    da quello che il lavoro dei campi po-      di Metaponto, il territorio più fertile e
delle grotte, dove è cominciata la       teva procurare: verdure spontanee,         produttivo della provincia di Matera: la
vita di questa città.                    ortaggi, uova o semplicemente olio         fragola Cantonga ha trovato qui il suo
Il paesaggio degli antichi Rioni Sas-    d’oliva; era consumato fresco o ba-        habitat migliore e da qui raggiunge
si oggi stupisce gli stessi materani,    gnato, in acqua calda d’inverno e          tutta l’Italia e i paesi del Nord Europa;
che portano dentro ancora il ricordo     fredda d’estate.                           diverse le qualità del pomodoro, per il
di una città abbandonata, spettrale,     Molto in uso a Matera il consumo           quale ancora si mantiene la tradizio-
senza suoni, senza colori.               delle interiora di agnello, in piccoli     ne delle conserve fatte in casa, come
Oggi Matera riscatta un passato          pezzi avvolti nell’omento, profumati       i tipici Pezzettini, spicchi di pomodori
di dolore e sofferenza e mostra un       dall’alloro e arrostiti sulla brace di     maturi conservato con il basilico nelle
incredibile patrimonio artistico ce-     lentisco (gnummred) o in un unico          bottiglie di vetro e conditi in inverno
lato nei suoi più intimi spazi; è sta-   grosso involtino, detto cazz’marr          con olio, sale e origano.
ta studiata, fotografata, disegnata,     (dallo spagnolo arcaico scarto di          È apprezzabile anche l’impegno in
restaurata e riconsegnata all’uma-       cacciagione) cotto al sugo o al forno      colture non tradizionali, come per il
nità perché anche il viaggiatore più     con le patate.                             pistacchio di Stigliano e lo zafferano
distratto rimanga affascinato dai        In provincia di Matera, nei comuni di      di Gorgoglione e in produzioni atipi-
suoi silenzi, dal suo procedere len-     Tricarico, Grassano, Caciano e Ga-         che come per il panettone di Tricari-
to verso un futuro dove conservi         raguso, c’è una particolare vocazio-       co e il cioccolato di Bernalda.
sempre la sua immagine sbiadita          ne per la salsiccia, il salame, la sop-    Concludo riportando un brano tratto
nei colori, ma viva e forte nel mes-     pressata e il capocollo di maiale o di     dalle pagine dedicate a Matera del
saggio di reazione di un popolo ad       suino nero e permane la tradizione         libro di Guido Piovene, Viaggio in
                                                                                    Italia, pubblicato negli anni ’50 del
                                                                                    secolo scorso, dove l’autore descri-
                                                                                    ve la fecondità e l’esuberanza della
                                                                                    nostra terra, quasi un presagio del
                                                                                    futuro che sarebbe stato:

                                                                                    Quando vi andai era tutta coperta
                                                                                    da una fioritura immensa: campi con
                                                                                    due toni di rosso, i papaveri ed il tri-
                                                                                    foglio; e intorno a quello scoppio, a
                                                                                    quella mescolanza di tinte, le terre
                                                                                    ricche di linfa sotto il sole del Sud.
                                                                                    Non ho mai visto nei miei viaggi un
                                                                                    arruffio tale di margherite, grandi,
                                                                                    di ogni colore, lunghe di stelo, agi-
                                                                                    tate dal vento, sulle prode dei fossi,
                                                                                    ai margini delle strade dovunque ci
                                                                                    fosse un pezzo di prato, e insieme di
                                                                                    papaveri, d’ireos gialli e azzurri. Era
                                                                                    come una vibrazione di punti infuo-
                                                                                    cati a perdita d’occhio.

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I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
UNION EUROPEENNE DES GOURMETS
              XXII Gran Convegno Internazionale d’Italia
                                            MATERA
                                  4 – 5 – 6 OTTOBRE 2019
                                                        PROGRAMMA
Venerdì 4 ottobre
ore 15,00	Registrazione e sistemazio-             Cattedrale di Altamura e Museo diocesano
           ne in albergo San Domenico             La Cattedrale di Altamura, splendido monumen-
           in centro a Matera                     to romanico, fu voluta direttamente da Federico
ore 17,30  Gita ad Altamura per la visi-          II nel quadro della costruzione dell’immagine del
           ta della Cattedrale romanica           suo impero ed è il simbolo della città pugliese.
           e del Museo diocesano                  Fu costruita nella prima metà del XIII secolo ma
ore 20,30  Cena di benvenuto presso               venne presto distrutta dal terremoto del 1316 e
                                                  quindi ricostruita sotto il regno di Roberto d’An-
           il Ristorante Biancospino
                                                  giò, come testimonia una lapide apposta sul por-
           dell’Hotel Fuori le Mura di
                                                  tale, e poi via via modificato nei secoli successivi,
           Altamura, via Maestri del              in particolare con l’edificazione dei due campanili
           lavoro n. 5                            nel ‘500, al tempo di Carlo V, senza tuttavia per-
ore 23,00  Rientro in Hotel a Matera              dere il suo carattere originale.
                                                  L’elegante facciata presenta un bellissimo portale
                                                  gotico, ricco di raffinate sculture illustranti la Vita di
                                                  Gesù e anche uno splendido rosone trecentesco.
                                                  L’interno, spartito in tre navate, ospita importan-
                                                  ti testimonianze artistiche di varie epoche così
                                                  come il Museo Diocesano, ricco di arredi sacri e
                                                  di opere provenienti dalla chiesa.

Sabato 5 ottobre
Rione Sassi                                                                      ore 9,30         Visita al Rione Sassi con guida turistica (Cosi-
I celeberrimi Sassi di Matera costituiscono il nucleo centrale, antichissi-                       mo Santeramo)
mo, della città. Si dividono in tre parti: il Sasso Barisano a Nord, il Sasso    ore 13,30        Pranzo libero in locali a prezzo fisso concorda-
Caveoso a sud e la Civita posta al centro che divide gli altri due e che,                         to con menù stabiliti
essendo stata protetta dalle antiche mura, fu la prima ad essere abitata         ore 15,00        Visita guidata facoltativa su prenotazione (max
e quella che ospitò a lungo le famiglie materane più importanti. La Civita                        40 partecipanti) alla Cripta del Peccato Origi-
comprende anche il Duomo e la sua piazza, che dominano dall’alto l’in-
                                                                                                  nale in periferia di Matera con bus, rientro pre-
tera zona dei Sassi.
Straordinario esempio di adattamento urbano alla configurazione natu-
                                                                                                  visto in albergo alle ore 17:20 (scarpe comode
rale del luogo, i Sassi ospitano le tipiche abitazioni rupestri che caratte-                      e percorso a piedi non molto agevole)
rizzano Matera e che, sottratte ad un passato di miseria e abbandono,            ore 17,45        Gran Convegno nella sala dell’Albergo San Do-
sono state in gran parte intelligentemente recuperate grazie alla apposita                        menico e consegna della borsa di studio inti-
Legge speciale promulgata negli anni ’80, tanto da meritare il riconosci-                         tolata ad Adelaide Masella al miglior componi-
mento dell’Unesco e quindi il loro inserimento nel Patrimonio Mondiale                            mento scelto fra tre elaborati di studenti del 5°
dell’Umanità.                                                                                     anno dell’Istituto Professionale Alberghiero di
                                                                                                  Matera/Altamura sul tema: DESCRIVI IL MENU
                                                                                                  DI UN GIORNO DI FESTA DELLA TUA TERRA E
                                                                                                  INDICA LE RELATIVE RICETTE.
                                                                                 ore 18,30        Saluto del Presidente agli intervenuti
                                                                                 ore 18,45        Cerimonia di Intronizzazione
                                                                                 ore 21,00        Cena di Gala (cravatta nera) presso il Ristoran-
                                                                                                  te Palazzo Bernardini situato nel Centro sto-
                                                                                                  rico di Matera nei pressi di Piazza del Sedile
                                                                                                  raggiungibile a piedi dall’Hotel. La cena sarà
                                                                                                  preparata dallo Chef Francesco Sposito della
                                                                                                  Taverna Estia di Brusciano (2 stelle Michelin)

                                                                                                                                                5
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UNION EUROPEENNE DES GOURMETS
           XXIII Gran Convegno Internazionale d’Italia
                                            Matera
                                  4 – 5 – 6 OTTOBRE 2019
                                                        PROGRAMMA
Sabato 5 ottobre
Cripta Del Peccato Originale
Riscoperta alla periferia di Matera una ses-
santina di anni fa, dopo essere stata utilizzata
a lungo come stalla, la chiesa rupestre con-
siste in un unico grande ambiente scavato
probabilmente in epoca longobarda. Ne sono
testimonianza le straordinarie pitture murali
che la decorano e che hanno saputo resiste-
re a molti secoli di incuria e abbandono. Le
scene dipinte illustrano vari personaggi sacri,
Apostoli, Vergini e Arcangeli ma anche alcu-
ne scene più complesse tratte dalla Genesi,
tra le quali quella del Peccato Originale che
dà il nome al complesso. Tutti i soggetti sono
accompagnati da una descrizione epigrafica
in lingua latina.Vi sono anche altre originali
decorazioni, anche di fiori, particolarità as-
sai poco comune e per cui era conosciuta in
passato la Cripta. Infatti il misterioso autore
delle pitture è conosciuto come Pittore dei
Fiori di Matera.

Domenica 6 ottobre
Chiesa del Cristo Flagellato                                                    ore 8,30    Colazione in Albergo
L’antico ospedale di San Rocco, del cui complesso la chiesa fa parte,           ore 10,00   Convegno nella chiesa del Cristo Flagellato (ex
fu realizzato agli inizi del ‘600 per far fronte a una micidiale epidemia                   Ospedale San Rocco), via San Biagio 31, Ma-
di peste che aveva colpito la città. Fu collocato negli edifici adiacenti                   tera, sul tema: IL TARTUFO BIANCO LUCANO:
la Chiesa di San Rocco, della quale prese il nome. Di lì a pochi anni la                    QUESTO SCONOSCIUTO
Confraternita degli Artisti, che comprendeva gli artigiani maggiormente                     Introduzione della presidente dell’Union
qualificati, vi costruì a lato la chiesa del Cristo Flagellato che nel secolo
                                                                                            Européenne des Gourmets, Luciana d’A-
successivo fu arricchita da varie pitture di gusto barocco, successi-
vamente nascoste da intonacatura e recentemente riscoperte da un
                                                                                            prile Romano.
impegnativo restauro. Il complesso è stata attualmente adibito, dopo                        Interventi: Prof. Gianluigi RANA, Presidente
un idoneo restauro, a funzioni amministrative e ad attività culturali. In                   AMSCIL (Associazione Micologica dei Sosteni-
particolare la chiesa è utilizzata come cede congressuale.                                  tori della Cultura ldnologica Lucana); Prof. Fer-
                                                                                            dinando MIRIZZI, Professore discipline demoet-
                                                                                            noantropologiche della Università di Basilicata;
                                                                                            Francesco SPOSITO, Chef Taverna Estia Bru-
                                                                                            sciano – Napoli; Prof. Giuseppe BENELLI, Vice
                                                                                            presidente centro studi “Franco Marenghi”; Se-
                                                                                            gretario del premio Bancarella della cucina;
                                                                                            Moderatore: Giustino Donofrio, Consolato di
                                                                                            Basilicata
                                                                                ore 13,30   Pranzo dell’arrivederci presso il Ristorante Bac-
                                                                                            canti situato direttamente nel rione Sasso Bare-
                                                                                            sano via Sant’Angelo 58/61 con menu lucano
                                                                                            preparato dal patron Sergio Guanti
                                                                                ore 16,00 	Rientro in albergo e fine del Convegno.

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Il convegno sul tartufo lucano
Il tartufo: orgoglio della terra di Lucania
Luciana d’Aprile Romano – Console Nazionale Presidente

Il tartufo è un raro teso-         alone di mistero, al punto       dissima terra di tartufi.       sulle eccellenze della vo-
ro della terra e vanta origi-      tale che nel medioevo si         Sono presenti allo stato        cazione agricola e cultu-
ni antichissime. Le prime          era arrivati persino a con-      spontaneo numerose spe-         rale, è la sfida vincente
tracce scritte risalgono al        siderarlo “cibo del diavolo”     cie, talune davvero uniche      per questa regione che nel
secondo millennio a.C. nel-        perché definito dall’Inqui-      Fra le tante vale la pena di    passato si è lasciata illude-
la storia dei Sumeri, che già      sizione “escrescenza de-         citare il tartufo bianco pre-   re da uno sviluppo indu-
lo usavano per insaporire          generativa del terreno”.         giato, che regge perfetta-      striale del tutto innaturale
vegetali e legumi, piatti forti    Sarà per questo che, sal-        mente il confronto con il       rispetto al territorio.
della loro alimentazione.          vo pochi accenni, del tar-       bianco di Alba, e il Tartu-     Vento, acqua, petrolio,
Anche in Grecia il tartufo         tufo se ne perde traccia fi-     fo nero estivo o scorzone.      centrali di ogni tipo sono
era conosciuto ed era mol-         no a quando non ricompa-         La Basilicata, però, è an-      certamente risorse in ter-
to apprezzato. Se ne face-         re, nell’età rinascimentale,     che terra di grandi con-        mini di economia per la
va largo uso nella prepara-        sulle tavole dell’alta nobiltà   traddizioni perché a fron-      possibilità di creazione di
zione del cibo, come risul-        francese. Infatti, come per      te di bellezze paesaggisti-     parchi eolici, per la pre-
ta da Plutarco da Chero-           altri prodotti, è la Francia a   che e di eccellenze agroa-      senza di pozzi petroliferi
nea (47-48 d.C) ed è, infat-       riconoscerne il grande va-       limentari non riesce a cre-     e di inceneritori, ma tutto
ti, proprio dal termine gre-       lore e a darne grande dif-       are business che sia fonte      ciò ha messo in ombra le
co “hydnon”, usato per de-         fusione ed è per imitazione      di ricchezza per la sua po-     possibilità di sviluppo le-
finire il tartufo, che deriva il   che nel 1600, in Piemonte,       polazione, specialmente         gate al turismo enogastro-
nome della scienza “idno-          se ne fa un consumo rile-        quella giovanile.               nomico, oggigiorno così
logia” che lo studia.              vante, al punto da diventa-      Una regione che non rie-        importante per la creazio-
È difficile sostenere che          re presso tutte le Corti eu-     sce a fare della biodiver-      ne di posti di lavoro, che
non fosse altrettanto cono-        ropee una vera prelibatez-       sità una risorsa ambienta-      risulta pertanto sottodi-
sciuto in Europa. Quel che         za per farcire carni e pesci     le, turistica ed economica      mensionato anche a cau-
è certo è che la prima ve-         in cucina e persino motivo       perché non è in grado di        sa di una carente rete ca-
ra testimonianza sulla sua         di divertimento nel parteci-     coniugare efficacemente         pillare di infrastrutture e
esistenza è quella di Plinio       pare a vere e proprie battu-     “coltura e cultura”.            servizi e soprattutto di un
il Vecchio (23-29 d.C.) che        te di raccolta.                  Eppure è terra dalla for-       concreto progetto di mar-
ne parla nella sua “Natural        È solo nel 1831 che si ot-       te identità storica e cultu-    keting che dia alla regio-
Historia” come di un pro-          tiene la prima descrizio-        rale, in cui la popolazione     ne il riconoscimento che
dotto spontaneo e ne te-           ne scientifica del prezioso      è stata capace di opporsi       le spetterebbe per l’eccel-
stimonia l’apprezzamento           “fungo ipogeo” grazie al-        per lungo tempo all’ege-        lenza dei prodotti presen-
e l’uso nella cucina dei Ro-       la pubblicazione “Mono-          monia degli antichi roma-       ti e per una cucina rustica
mani, anche se la qualità          graphia       Tuberacearum”      ni combattendo al fianco        ma di notevole qualità.
consumata era abbastan-            del naturalista botanico         dei Bruzi nelle guerre san-     Perchè al lucano piace
za scadente.                       pavese Carlo Vittadini.          nitiche e di Annibale nelle     mangiar bene e solo se il
Il poeta Giovenale (55-            Dopo di lui bisogna arriva-      guerre puniche.                 forestiero apprezza la buo-
127 d.C.) lo voleva sca-           re fino al 1929 perché il tar-   Forse la preziosità na-         na tavola allo stesso modo
turito da un fulmine sca-          tufo diventi oggetto di culto    scosta del tartufo è quel-      se lo fa amico.
gliato da Giove in prossi-         internazionale quando Gia-       la che meglio rappresen-        Ciò che diventa impor-
mità di una quercia e dato         como Morra, un noto risto-       ta la ritrosia di un popo-      tante è creare attorno al
che il padre degli dei era         ratore e albergatore di Alba,    lo che non è riuscito ad        tartufo lucano quel mito
famoso per la sua prodi-           ha la brillante idea di creare   aprirsi adeguatamente ai        che è mancato finora, ri-
giosa attività sessuale, il        attorno al prezioso tubero       nuovi paradigmi produttivi      badendo, in ogni possi-
tartufo veniva considera-          eventi di richiamo turistico     del post modernismo e a         bile occasione, la neces-
to altamente afrodisiaco.          e gastronomico.                  valorizzare quelle prezio-      sità della ricerca e del-
Un prodotto, comunque,             Il tartufo però non è soltan-    sità che potrebbero esse-       la conoscenza di questa
sulla cui origine tra gli stu-     to storia del passato.           re veicolo promozionale di      eccellenza gastronomica
diosi del tempo si erano           L’Italia è oggi uno dei          un intero territorio.           che dà valore al territorio
accese ampie diatribe e            maggiori produttori mon-         Perché la Basilicata è terra    affinchè rappresenti una
sulla cui misteriosa pre-          diali di tartufi di qualità,     “ricca sia sopra che sotto      risorsa anche per la pic-
senza le credenze popola-          ma forse non tutti sanno         il suolo”.                      cola economia delle zone
ri avevano fatto calare un         che la Basilicata è gran-        Fare squadra, puntando          interne montane.

                                                                                                                               7
I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
Il console per le attività culturali e cerimoniere Giuseppe Corti
              dà la parola alla presidente dell”Unione Europea dei Gourmets
                                  Luciana d’Aprile Romano
                         che presenterà e darà inizio al convegno

                  Il tartufo bianco lucano
                     questo sconosciuto

                                              INTERVENTI

                                      Prof. Gianluigi RANA
    Presidente AMSCIL (Associazione Micologica dei Sostenitori della Cultura ldnologica Lucana)

                            Ciclo biologico, sviluppo e anatomia del tartufo

                                      Prof. Ferdinando MIRIZZI
             Professore discipline demoetnoantropologiche della Università di Basilicata

                               Il tartufo: aspetti culturali e biodiversità

                                         Francesco Sposito
                                Chef Taverna Estia Brusciano - Napoli

                                Il tartufo bianco nella cucina moderna

                                       Prof. Giuseppe BENELLI
    Vice presidente centro studi “Franco Marenghi”; Segretario del premio Bancarella della cucina

                                  Saperi e sapori del tartufo bianco

                                           MODERATORE
                                          Giustino Donofrio
                                        Consolato di Basilicata

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I Gourmet nella capItale europea della cultura - 23 Gran convegno Internazionale d'Italia matera 4-5-6 ottobre 2019 - ueg | union ...
Un itinerario segnato dagli occhi dei poeti
Viaggio in Lucania
Mauro Civai

                                                                              Il castello di Isabella Morra a Valsinni

Una delle caratteristiche        dall’alba al tramonto e che        ca di progressivo allontana-        che insieme agli innume-
fondamentali della Basilica-     ogni giorno riesce a dis-          mento dalle speranze che            revoli centri storici, piccoli
ta consiste nella particolare    sipare, con inesausto im-          invece confortavano gran            e grandi, testimoniano con
collocazione       geografica    pegno, la spessa oscurità          parte del paese.                    puntualità la vicenda pluri-
che le permette di affacciar-    delle sue montagne aspre           Il tempo ha infine reso giu-        millenaria di questo popolo,
si su due mari, condizione       e delle sue fitte foreste.         stizia e negli ultimi decenni       che è poi, in definitiva, l’uni-
che ha offerto nel corso dei     Fu solo nell’alto Medioevo         la Cenerentola d’Italia – così      co artefice della sua attuale
secoli buone opportunità di      che iniziò ad essere chia-         la definì Pier Paolo Pasoli-        emancipazione.
comunicazione, garanten-         mata anche Basilicata, sen-        ni - è riuscita a focalizzare       Un paesaggio che ha con-
do alle popolazioni autoc-       za dubbio per l’influenza          le sue grandi potenzialità          quistato il cuore di tanti
tone di potersi affacciare       che esercitava sulle sue ter-      naturali e a rivolgere in           scrittori che ne hanno reso
su due mondi ben diversi         re il basilikos, l’emissario del   senso positivo molte delle          testimonianze indimenti-
ma ugualmente di elevata         governo bizantino, tanto da        limitazioni che l’affligge-         cabili. Carlo Levi, confina-
civiltà, quello dei Tirreni-     ingenerare una doppia de-          vano. Ne è un esempio il-           to nel materano dal regime
Etruschi da una parte e          nominazione che ha avuto           luminante proprio Matera            fascista, dedicò alla Ba-
quello della Magna Grecia        alterne fortune fino ad oggi,      che da “vergogna della              silicata il libro a cui deve
a levante. Si trattava del-      quando come sostantivo si          nazione”, come fu defini-           la sua fama: Cristo si è
le due culture più grandi e      è stabilizzato il più recente,     ta negli anni ’50, è riuscita       fermato a Eboli. Levi dalle
raffinate dell’antichità, con    mentre ogni persona e ogni         a diventare un esempio di           finestre della sua casa di
le quali gli Enotri – così ve-   cosa della Regione viene           sviluppo sostenibile nello          Grassano vedeva “...l’infi-
nivano chiamati gli antichi      comunque qualificata con           scrupoloso rispetto delle
Lucani – seppero dialoga-        l’aggettivo lucano.                tradizioni più radicate, non
re per trarne insegnamenti       Sacrificata e posta ai mar-        più macchia da nasconde-
proficui e positive espe-        gini dello sviluppo eco-           re ma luce, appunto, da
rienze, dovendo peraltro         nomico e sociale dall’ap-          mostrare al mondo.
continuare a scontrarsi coi      prossimativo quanto rigido         Complice di questo miraco-
popoli provenienti dai mon-      disegno unitario attuato           lo è stato soprattutto il suo
ti dell’interno, ben più pri-    dalla monarchia sabauda,           mutevole ambiente fisico
mitivi e guerreschi.             si trovò a dare vita, attra-       con i paesaggi che virano
Così si formò la Lucania         verso i suoi feroci briganti,      dalle terre rosse e bruciate
romana, il cui nome miste-       ad una resistenza ancora           della campagna agricola ai
rioso, per quanto in propo-      maggiore e più duratura            precipitosi calanchi delle
sito esistano varie scuole       delle altre terre del Meridio-     Dolomiti lucane, dalle pia-
di pensiero, non può di-         ne, fino a conoscere, all’in-      ne vetuste di Metaponto             Scultura dedicata alla poetessa
scendere se non da quella        domani dell’ultima guerra          alle fitte selve del Pollino.              Isabella Morra nel Parco
luce raggiante che la bacia      una fase assai problemati-         E i suoi siti archeologici,                 Letterario a lei intitolato

                                                                                                                                         9
nita distesa delle terre ari-   suo paese ad appena 23           che seppe concentrare sul-       da motivazioni pseudo pa-
de che pareva disciogliersi     anni, il più giovane d’Italia,   la Basilicata l’attenzione di    triottiche, esercitarono la
nel cielo bianco.”, terreni     e bardo di quei contadini        filosofi, artisti e operatori    loro barbara primogenitura
così desolati da crederli       poveri e dimenticati che,        culturali che ne diffusero       uccidendola senza pietà
dimenticati da Dio, ma riu-     grazie alle sue poesie di-       poi la conoscenza, facendo       a soli 26 anni, volendone
sciva allo stesso momento       vennero finalmente parte         aumentare        esponenzial-    seppellire insieme al corpo,
ad entrare in totale simbio-    di una comunità naziona-         mente il numero di difensori     fatto ancora più orrendo,
si con quella gente lucana      le che li aveva, fino a quel     e di amici di questa terra.      l’opera e la memoria.
che vedeva completa-            momento, ignorati se non         Ma le zone che più evo-          Le sue poesie si salvarono
mente diversa, perché più       addirittura respinti: “È fatto   cano un passato inquieto         fortunosamente perché ac-
genuina e naturale di ogni      giorno, siamo entrati in giu-    e coinvolto con la gran-         quisite agli atti del processo
altra, tanto da “meritare”      oco anche noi / con i panni      de storia sono quelle che        poi celebrato nei confronti
un rapido trasferimento nel     e le scarpe e le facce che       conobbero la relazione,          dei fratelli assassini, ma è
centro ancora più piccolo       avevamo”.                        probabilmente solo di            stato Benedetto Croce che,
e solitario di Aliano.          Nella sua opera più nota,        pensiero, che appassionò,        in epoca moderna, le ha ri-
I paesi della sua prigio-       L’uva puttanella, il poeta ri-   alla metà del XVI secolo,        trovate per restituirle alla
nia hanno oggi dedicato         corre ad una metafora eno-       Isabella Morra e il barone       conoscenza, ricollocando
all’intellettuale torinese un   logica per rappresentare il      Diego Sandoval de Castro,        al posto che le è dovuto
parco letterario visitando il   ruolo emergente dei dise-        feudatario per Carlo V di        una delle figure più origina-
quale è agevole cogliere la     redati del sud, ricordando       Bollita (oggi Nuova Siri) e      li, per quanto celate, della
sua lucida interpretazione      come anche il grappolo           di Cosenza. Tutti e due si       letteratura italiana.
della questione meridio-        meno rigoglioso della vigna,     dilettavano di poesia, ispi-     L’erto maniero della fami-
nale, ad oggi purtroppo         composto da acini di diver-      randosi ai componimenti          glia Morra che conobbe i
tutt’altro che risolta.         sa grandezza, in parte ma-       del Petrarca, il barone an-      fremiti e le angosce di Isa-
Una natura e una socie-         gari ancora aspri, una volta     che con discreta fortuna.        bella, ci ammonisce an-
tà, quelle lucane, in grado     maturato, concorra comun-        A Isabella invece era pre-       cora dall’alto della collina
quindi di evocare senti-        que a riempire il tino e a       cluso ogni contatto con          che guarda la costa ionica,
menti particolari ed eletti.    produrre un vino di qualità.     l’esterno anche se le era        lontana appena un passo,
Rocco Scotellaro era nato       Scotellaro si dedicò alla po-    stata consentita una buo-        centro del parco letterario
a Tricarico ed era quindi       litica per poi intraprendere     na istruzione attraverso un      dedicato a questa alta fi-
un testimone diretto della      il lavoro culturale, sempre      precettore che ne intuì fa-      gura di poetessa del nostro
realtà della sua Regione. Il    indirizzato al riscatto della    cilmente le doti creative e      tormentato Cinquecento.
padre, calzolaio, era riusci-   gente del Sud, un impegno        ne favorì i contatti, appun-     Molti altri sarebbero i per-
to a farlo studiare in varie    che si interruppe soltanto       to, con il De Castro.            corsi, infinite le suggestioni
sedi scolastiche italiane,      con la sua precocissima          Ma Isabella era prigioniera      ma quanto abbiamo espo-
sognando per lui un futuro      morte, avvenuta nel 1953,        del suo castello di Favale       sto può bastare a dare con-
meno gramo, ma Scotel-          a soli 30 anni. I luoghi ma-     (oggi Valsinni), ostaggio in     to della ricchezza di una
laro non seppe restare a        terani della sua residenza       mano ai fratelli che una volta   terra come la Basilicata,
lungo distaccato dalla sua      e del suo impegno sociale        scoperta la sua corrispon-       cara inevitabilmente ai suoi
terra e vi fece presto ritor-   parlano ancora di questo         denza con il feudatario spa-     figli ma ormai vicina alla
no, divenendo sindaco del       straordinario personaggio        gnolo, spinti probabilmente      gente d’Italia e del mondo.

       D’UN ALTO MONTE                                                    D’un alto monte onde si scorge il mare
                                                                             miro sovente io, tua figlia Isabella,
     ONDE SI SCORGE IL MARE                                              s’alcun legno spalmato in quello appare,
                                                                            che di te, padre, a me doni novella.
           Isabella Morra (Favale 1520 – 1546)
                                                                           Ma la mia adversa e dispietata stella
                                                                         non vuol ch’alcun conforto possa entrare
                                                                             nel tristo cor, ma di pietà rubella,
                                                                           la calda speme in pianto fa mutare.

                                                                           Ch’io non veggo nel mar remo né vela
                                                                                (cosí deserto è lo infelice lito)
                                                                          che l’onde fenda o che la gonfi il vento.

                                                                            Contra Fortuna alor spargo querela
                                                                              ed ho in odio il denigrato sito,
                                                                            come sola cagion del mio tormento.

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Viaggio nell’Enogastronomia della Basilicata
Meraviglie per Gourmet
Luigi Alessi

Cari Lettori,                                esaltò le bellezze della sua terra e il        essere messo in commercio prima di
anche quest’anno il “buon Mau-               vino in questione. Durante il dominio          un anno dalla vendemmia. Il colore è
ro Civai” Console Nazionale per la           svevo, Federico II promosse la col-            rosso rubino impenetrabile, il profumo
Stampa e la Comunicazione, ha de-            tivazione del vitigno. Nel 1280 Car-           è elegante con sentori di frutta rossa
ciso, affidandomi questo incarico,           lo I d’Angiò, in vista di un soggiorno         matura e marasca, ciliegia sotto spiri-
di farmi proseguire questo viaggio,          estivo a Castel Lagopesole con la              to e liquirizia, chiodi di garofano, pepe
iniziato qualche anno fa a Spoleto,          corte angioina, ordinò al giustiziere          nero e note tostate dopo il passaggio
che percorre un nuovo itinerario nel-        di Basilicata la fornitura di 400 sal-         in barrique, anche se i produttori più
la nostra bella Italia, ricca di tradizio-   me (pari a 185 litri) di vino autoctono,       legati alla tradizione utilizzano anco-
ni enogastronomiche e autentiche             da lui chiamato “vino rubeo Melfie”.           ra le botti grandi. L’importante carica
leccornie, perlopiù sconosciute, ma          Il nome originario (Ellenico) fu cam-          acido-tannica rende questo vino mol-
che una volta provate, difficilmente         biato nell’attuale Aglianico durante           to longevo. In questa sede mi preme
potranno essere dimenticate nella            la dominazione aragonese nel corso             anche segnalare che l’Aglianico del
testa, nel palato e nel cuore di un          del XV secolo, a causa della doppia ‘l’        Vulture è il vitigno principale in Basili-
vero Gourmet.                                pronunciata ‘gl’ nell’uso fonetico spa-        cata, con oltre il 60% della superficie
Il territorio che ci ospita quest’anno       gnolo. Nel Febbraio del 1971 ottenne           vitata e che rappresenta i l 90% della
è molto vasto e copre parzialmente           la DOC e nell’agosto del 2010, la tipo-        produzione di Vini DOP e IGP, ma che
due regioni che hanno peculiarità            logia “Superiore”, è divenuta DOCG.            anche nella Val d’Agri (Terre dell’Alta
diverse ma alcuni fil rouge molto in-        L’Aglianico del Vulture è un eccellente        Val d’Agri DOC) e nella zona di Roc-
teressanti.                                  vino prodotto in particolare nella sola        canova (Grottino di Roccanova DOC)
Come al solito sarebbe stato im-             zona del monte Vulture, nel territorio         si producono vini di grande qualità a
possibile parlare di tutte le meravi-        ubicato tra Melfi, Rapolla e Barile,           base di Merlot e Cabernet Sauvignon,
glie enogastronomiche che incon-             che si trova nella parte settentriona-         Sangiovese e Montepulciano. Nella
treremo in queste poche pagine,              le della provincia di Potenza. Questo          zona di Matera inoltre il Primitivo rap-
quindi ho dovuto necessariamente             monte è in realtà un vulcano inattivo,         presenta il vitigno principale, affian-
fare una selezione (chiedo scusa             spento ormai da molto tempo, sulle             cato anche qui da Merlot e Cabernet
per eventuali omissioni) di quelle           cui pendici si trovano terreni dalle ca-       Sauvignon. Altri vitigni a bacca rossa
ritenute più rappresentative con             ratteristiche pedologiche e climatiche         presenti in regione sono l’Aleatico, il
qualche “chicca” che stimoli “l’ani-         uniche. Il terreno è infatti ricco in sali     Bombino Nero. I bianchi, anche se
mo gourmet” di ognuno di noi.                minerali e soprattutto di potassio, un         meno diffusi, comprendono la Mal-
                                             macroelemento fondamentale per la              vasia Bianca, la Verdeca, il Bombino
                                             crescita dei vegetali e naturalmen-            Bianco e lo Chardonnay.
L’Aglianico del Vulture Superiore            te anche delle viti. Infatti, nella vite, il
DOCG: il barolo del Sud                      potassio gioca un ruolo fondamentale           Peperone di Senise IGP:
L’Aglianico del Vulture (come tutti i vi-    nel metabolismo e nella traslocazione          l’oro rosso lucano
tigni appartenenti all’Aglianico) ha ori-    degli zuccheri. Nel territorio di origine      Il peperone è un ortaggio americano,
gini molto remote e si ritiene che sia       sono inoltre presenti numerose sor-            che giunge nell’area di Senise tra il XVI
stato introdotto dai greci nel sud Italia    genti naturali di acqua minerale, il che       e XVII secolo grazie agli spagnoli, che
tra il VII-VI secolo a.C. L’origine del      rende questa zona della Basilicata il          lo importano dalle Antille.
suo nome è incerta, c’è chi sostiene         luogo ideale per le attività agricole e        La coltura rimane molto localizza-
che sia ispirato all’antica città di Elea    vitivinicole di qualità. È ottenuto dalla      ta fino agli anni Ottanta, quando in
(Eleanico), sulla costa tirrenica della      vinificazione in purezza delle uve ap-         risposta a una minaccia che stava
Lucania, e chi lo considera una sem-         partenenti al vitigno omonimo, in vi-          mettendo seriamente in pericolo la
plice storpiatura della parola Ellenico.     gneti impiantati con circa 7000 ceppi/         produzione (i lavori per la costruzione
Gli antichi romani lo ribattezzarono         ettaro e rese inferiori a 5-6 t/ettaro. È      della diga Monte Cotugno) i coltivatori
poi “Vitis Ellenica” e lo sfruttarono per    coltivato fino a 800 metri di altitudine,      individuarono nuove aree di coltivazio-
produrre il vino Falerno. Si narra che       ma trova le condizioni più propizie fra        ne e in seguito ottennero dall’Unione
Annibale, dopo aver sconfitto i romani       i 200 e i 600 metri. Esistono due di-          Europea il marchio I.G.P. (Indicazione
nel 212 a.C., avrebbe mandato i suoi         citure per indicare il tempo di invec-         Geografica Tipica) nel 1996.
soldati nel Vulture a curarsi con i vini     chiamento: Vecchio, per un minimo              L’area comprende i comuni tra le
della zona. Una delle testimonianze          tre anni, e Riserva cinque anni. Il suo        province di Potenza e Matera, alcu-
storico-letterarie sulla storia di que-      grado alcolico va dagli 11,5 ai 15 gra-        ni sul fiume Sinni (Senise, Franca-
sto vitigno è stata lasciata da Orazio,      di. La resa delle uve in vino non deve         villa in Sinni, Chiaromonte, Valsin-
poeta latino originario di Venosa, che       essere superiore al 70%. Non può               ni, Colobraro, Tursi, Noepoli, San

                                                                                                                                  11
Giorgio Lucano) e altri sul fiume           le uova fritte, all’occhio di bue o stra-   ni del potentino. Già nel 1931 la prima
Agri(Sant’Arcangelo,          Roccanova,    pazzate, a cui si può aggiungere la         edizione della Guida del Touring Club,
Montalbano Jonico e Craco).                 Sausizz (Salsiccia).                        miniera di informazioni gastronomi-
Il peperone di Senise è una cultivar di                                                 che per quel tempo, oggi repertorio
Capsicum annuum dolce, con pericar-         Il Salame Pezzente PAT:                     di buone cose spesso definitivamente
po sottile e basso contenuto di acqua.      beati gli ultimi                            scomparse, consigliava di soffermarsi
Prende il nome da Senise, comune in         Il salame pezzente (o il pezzente), me-     nel materano per gustare il pezzente.
provincia di Potenza.                       glio conosciuto come nuglia, è una          Alla miscela di carni si aggiungeva il
Ha delle proprietà nutritive che lo         preparazione di carne suina tipica del-     peperone dolce di Senise, o peperone
fanno eccellere rispetto ad altre va-       la Basilicata, del Cilento (dove prende     piccante, ridotto in polvere, finocchio
rietà di peperoni poiché, accanto           il nome di “nnoglia”), della Puglia (a      selvatico, aglio fresco tritato e sale
alle vitamine A, E, K e PP, i peperoni      Gravina, dove assume il nome di pez-        marino. Le stesse operazioni sono an-
di Senise contengono un’alta per-           zendédde), di altre parti della Campa-      cora compiute oggi in modo assoluta-
centuale di vitamina C, il 30% più          nia (col nome di ‘nnoglia o tauciano) e     mente manuale. La fase più delicata è
alta rispetto agli altri tipi.              di alcune zone della Calabria. Si tratta    quella dell’amalgama tra carne e con-
La denominazione “Peperoni di Se-           di un prodotto un tempo destinato           cia, chiamata localmente arricciatura:
nise” IGP è riservata a tre tipi morfo-     alle esigenze dei contadini e dei ceti      occorre premere l’impasto energica-
logici: “APPUNTITO” (il più diffuso),       meno agiati in generale, dal momento        mente con i pugni chiusi sino a quan-
“TRONCO”, “UNCINO” facenti parte            che viene preparato utilizzando tagli       do non diventi perfettamente omoge-
della medesima popolazione prevista         di carne poco pregiati. Storicamente,       neo. A questo punto si usa prelevare
dal disciplinare di produzione.             ma anche fino a tempi molto recenti,        una parte d’impasto e soffriggerla in
Il prodotto può essere venduto fresco,      il pezzente era l’ultima salsiccia pre-     un tegame (lo sartascnill) per verifica-
ma la sua preparazione ideale è l’es-       parata dalla macellazione del maiale,       re se il sale e gli altri ingredienti siano
siccazione. Si utilizzano metodi tradi-     fatta con il grasso avanzato dalle al-      dosati al punto giusto o se occorra
zionali: le bacche appena colte vengo-      tre. Per questa sua percentuale molto       aggiungerne ancora prima dell’insac-
no appese in lunghe “serte” (collane di     alta di grasso, il pezzente non era de-     catura. La produzione del pezzente
spago di circa 2 metri) che vengono         stinato al consumo diretto ma veniva        avviene da novembre a marzo. La
lasciate all’esposizione indiretta dei      usato solo per insaporire il ragù, zup-     stagionatura minima è di due settima-
raggi solari in luoghi aerati. Poi la la-   pe, e minestre (la cosiddetta minestra      ne per il consumo in cucina e di tre
vorazione si conclude con un veloce         maritata). Il composto per preparare        settimane per il consumo crudo. Ba-
passaggio in forno per una disidrata-       il Salame Pezzente è insaporito con         silicata e Calabria hanno inserito tale
zione completa.                             varie spezie (generalmente semi di fi-      salume nell’elenco dei prodotti agro-
Per la Lucania e in particolare per Se-     nocchio e peperone secco in polvere,        alimentari tradizionali italiani. Inoltre, il
nise, il peperone è un prodotto talmen-     ma anche altro a seconda della zona:        preparato gode di una tutela di Slow
te importante che gli è stato dedicato      semi di coriandolo, aglio, vino rosso).     food, che ha inserito, tra i suoi presìdi,
pure un vicolo, U Srittul ru Zafaran.       Il tutto viene poi insaccato nel budello    il Pezzente della Montagna Materana,
Zafaran è il nome dialettale del pe-        di maiale e conservato nella “sugna”        lavorato in maniera tradizionale e pro-
perone, ma impossibile non accor-           fresca o nell’olio di oliva, oppure appe-   dotto con carne proveniente da maiali
gersi dell’assonanza con il termine         so in luogo fresco ed asciutto. In tem-     allevati allo stato brado, in pascoli di
“zafferano”.                                pi recenti la denominazione “salame         montagna di comuni del Materano e
Questa assonanza indica l’uso più           pezzente” viene anche usata per un          delle Murge.
tradizionale che si fa del peperone di      insaccato preparato semplicemente
Senise secco: lo si riduce in polvere       con i tagli grassi che residuano dalla      La Salsiccia Lucanica di Cancella-
“a grana finissima” (Zafaran’ Pisat)        preparazione di prosciutti, soppressa-      ra IGP: una “catena” di bontà
per ricavarne un condimento molto           te e salsicce per il quale si adotta lo     Create dagli abitanti della Lucania,
aromatico con proprietà conservan-          stesso metodo di preparazione e con-        Apicio le cita nel suo De Re Coqui-
ti, con cui si preparano i tipici salumi    servazione. In entrambe le versioni, è      naria, queste lunghe e piccanti sal-
lucani. Uno “zafferano rosso” dun-          un salume molto ricercato, sia come         sicce furono portate a Roma dalle
que, denominato per similitudine con        ingrediente fondamentale per piatti         schiave lucane e poi diffuse nel re-
la spezia gialla importata dagli arabi      di verdure (viene utilizzato per la pre-    sto della penisola dai soldati roma-
che proprio in Basilicata costruirono       parazione di piatti tradizionali a base     ni. La Lucanica più nota è quella di
importanti insediamenti.                    di cavolo, verza, broccolo, sivone,         Cancellara, prodotta nelle comunità
Altra lavorazione prevede la frittura       cardo mariano) sia come ingrediente
in olio bollente e la salatura. Questa      di pregio per il ragù. In particolare, è
operazione rende i peperoni “cru-           l’ingrediente di carne più importante
schi”, cioè croccanti (Zafaran’ Crusk)      per la preparazione dello ‘Ndrupp’c
e accompagnano molto bene la pa-            (lett. “intoppo”, o “inciampo”), il ragù
sta (Rasccatell cu Zifft), le carni rosse   tipico della città di Potenza. Una va-
e il baccalà ma anche i formaggi e le       riante della conservazione nella sugna
verdure fresche come fave o insala-         fresca è la conservazione sotto sugna
te. Con l’olio di frittura si condisce lo   “rossa” (sugna mescolata a peperone
stocco (stoccafisso) locale ma anche        secco in polvere), tipica di certi comu-

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montane dell’Alto Bradano, dalla ca-         quanto potrebbe favorire la smelma-
ratteristica forma a U. La Salsiccia di      tura dei grassi, cosa che darebbe un
Cancellara è da sempre rinomata e            salame poco legato, con fessure e
ricercata per le sue caratteristiche di      sacche d’aria evidenti. Dall’intestino
qualità. A distinguerla già a prima vi-      del maiale si ricavano 16 metri di bu-
sta, è la forma a “catena”, composta         dello che viene poi tagliato in pezzi
da tre o quattro anelli. Al taglio e al      da 1 metro. Questi budelli vengono
sapore si nota poi che, oltre ai semi        accuratamente lavati in acqua calda,
di finocchio, viene usata la polvere         rivoltati per pulire la parte interna e
di peperone, ottenuta essiccando e           infine lasciati a deodorare in acqua
tritando i peperoni dalla caratteristica     con scorze di limone o di arancia.           Le vacche vengono munte una sola
forma a cornetto. Infine la stagiona-        Ogni budello viene poi riempito com-         volta al giorno e la produzione deve
tura, che avviene in specifici locali,       pletamente con l’impasto, legato             essere completata nelle 24 ore. Il latte
dotati preferibilmente di camino, ma         alle due estremità e forato con una          viene cagliato e successivamente la
soprattutto di piccole finestre espo-        forchetta per favorire l’eliminazione        cagliata si rompe in grani della misura
ste a nord che consentono di man-            di eventuali sacche d’aria. Le estre-        di un chicco di riso. La pasta matura
tenere una temperatura fresca e una          mità del budello vengono legate con          nel siero poi è messa a sgrondare su
non eccessiva aerazione. Tra gli altri       spago di medio calibro (1-2 mm). Poi         un asse inclinata, poi si taglia a fette e
aspetti qualitativi ci sono poi la scelta    viene girato e strozzato a metà e, alla      con la mano dell’uomo e acqua bol-
accurata delle parti migliori del ma-        distanza di 15-18 centimetri dalla           lente e si modella il formaggio sino a
iale, tagliuzzate ancora oggi a punta        strozzatura, viene pressato ed acca-         che raggiunge la forma di un fiasco
di coltello, nonché l’uso di budello         vallato per formare un anello. Ripe-         panciuto con una protuberanza. Solo
naturale, il quale si presenta privo di      tendo l’operazione, dal budello di 1         mani esperte riescono a dare la for-
piumatura (muffe) in quanto il pro-          metro si ottengono 3-4 anelli che for-       ma perfetta e a chiudere la testina.
dotto viene accuratamente ripulito a         mano la catena di salame. Il sapore          Poi il caciocavallo è immerso in ac-
fine stagionatura. Elemento non tra-         è deciso, con buona sapidità e pic-          qua fredda e poi in salamoia, infine
scurabile nella determinazione della         cantezza. Viene consumata fresca,            si passa alla stagionatura appeso e
qualità della carne è l’accortezza che       ma viene anche essiccata ed il suo           legato a coppie da una fune a caval-
i cancellaresi usano nell’evitare ogni       utilizzo è pari a quello degli altri salu-   lo di un asse o di un trave. Da que-
tipo di stress al suino durante la fase      mi di zona. È inoltre usuale la messa        sta ultima operazione deriva il nome
di macellazione. Per preparare la Sal-       sott’olio o sotto sugna per una più          Caciocavallo. Un avanzato grado di
siccia a catena di Cancellara si utiliz-     lunga conservazione.                         stagionatura (anche cinque, sei anni)
zano carni fresche di suino pesante.                                                      gli conferisce una serie di qualità or-
I maiali sono alimentati con prodotti        Il Caciocavallo Podolico PAT:                ganolettiche: profumi complessi, di
aziendali come orzo, frumento, mais,         il Grana Padano del Sud                      pascolo e di macchia, nonché una
avena, favino, ceci, piselli, zucche,        Formaggio tra i più nobili d’Italia, tan-    persistenza gustativa inimitabile. La
mele e ghiande, e possibilmente              to da esser considerato il Grana Pa-         pasta è di colore giallo paglierino, se-
lasciati al pascolo fino al raggiungi-       dano del Sud, viene prodotto esclu-          midura e omogenea al tatto può avere
mento di non meno di 140 kg di peso,         sivamente con il latte delle vacche          un peso da 500 g a 8,10 chili. Il profu-
da cui si ottengono minimo 45 kg di          Podoliche, alla maniera tradizionale e       mo di latte e di fieno è intenso, mentre
carne. Dopo il raffreddamento di un          solo in certi periodi dell’anno. Questa      la texture è leggermente granulosa e
giorno a bassa temperatura, la car-          razza bovina viene allevata in molte         talvolta piccante. Per la sua importan-
cassa viene disossata e sezionata.           regioni del Sud Italia e proprio in Ba-      za interregionale è stato riconosciuto
Le parti utilizzate sono la spalla (70%)     silicata si ottiene una delle sue mas-       dall’Unione Europea come P.A.T. (Pro-
e le rifilature varie, soprattutto di pan-   sime espressioni. Questa razza, pro-         dotto Agroalimentare Tradizionale) ed
cetta e capocollo. La carne viene poi        veniente dalla Podolia, una regione          iscritto nell’apposito albo.
accuratamente mondata da tendini e           dell’Ucraina, venne introdotta durante
nervetti nonché da eventuali grumi di        le invasioni barbariche e ha trovato il      Il Canestrato di Moliterno IGP:
sangue e dal grasso molle. Le carni          suo ambiente naturale in zone dove il        si esalta nel Fondaco
vengono tagliate tradizionalmente a          pascolo è povero, l’acqua è poca ed          Il Canestrato di Moliterno è un for-
punta di coltello in pezzi (grana) di        è duro sopravvivere. Per tutta questa        maggio prodotto a Moliterno (provin-
circa 12 millimetri. La carne tagliata       sommatoria di fattori, oggi si è ridotta     cia di Potenza). Il nome deriva dal vo-
viene stesa sul tompagno (tavolaccio         a circa 25.000 capi allevati allo stato      cabolo latino mulcternum, cioè “luogo
di legno) e conciata con sale (27-30         brado o semibrado e va assolutamen-          dove si munge e si fa coagulare il lat-
grammi per kg di carne), polvere di          te salvaguardata, perché è un presidio       te”. Questo formaggio si avvale della
peperone dolce e semi di finocchio           del territorio. Gli animali vivono tutto     I.G.P. nella denominazione di Cane-
selvatico, con eventuale aggiunta di         l’anno all’aria aperta secondo i ritmi       strato di Moliterno stagionato in Fon-
peperoncino piccante. Si rimescola-          della transumanza: d’estate a 1200           daco. Per la produzione si utilizza latte
no bene gli ingredienti in modo che          metri tra le montagne, mentre d’in-          di pecore e capre allevate in pascoli
il sale si diffonda in tutta la massa.       verno scendono a 400. La produzio-           bradi in una vasta area della Basilica-
La durata dell’operazione di impasto         ne di latte di questi animali è scarsa       ta che tradizionalmente coincide con
non deve durare più di 4-5 minuti in         ma molto ricca di proteine e grassi.         gli antichi percorsi della transumanza

                                                                                                                                13
delle greggi in circa sessanta comu-                                                     veniva praticata la “salatura mista”
ni, per poi essere stagionato solo nei                                                   che consentiva nel salare il formaggio
peculiari fondaci di Moliterno. Il Ca-                                                   nelle fuscelle che poi venivano poste
nestrato di Moliterno è un formaggio                                                     a spurgare in vasche di mattoni; il sie-
a pasta dura, prodotto per il 70-90%                                                     ro dello spurgo, lasciato nelle vasche,
con latte intero di pecora e di capra.                                                   produceva una salatura liquida. La
Ha una forma è cilindrica, un diametro                                                   maturazione avviene nelle caratteristi-
di circa 20 centimetri e un’altezza tra i                                                che grotte in tufo o in idonei locali per
10 e 15 centimetri. Il peso può variare                                                  la stagionatura ad una temperatura di
tra i 2 e i 5 chilogrammi. Il sapore è                                                   12 - 14 °C e umidità relativa del 80 -
leggermente piccante, ottimo come                                                        85% per almeno 180 giorni. Dal 20°
formaggio da tavola quando è fresco,        dell’immissione al consumo è di 180          giorno di maturazione la crosta dei
preferibilmente da grattugiare quan-        giorni. Il colore della crosta, caratte-     pecorini può essere curata con olio
do è stagionato. La tradizione vuole        rizzata dai segni dei tipici canestri in     extravergine di oliva, prodotto in Basi-
che il Canestrato di Moliterno venga        cui viene riposto il formaggio, varia        licata, ed aceto di vino. Le famiglie lo-
distinto a seconda della stagionatu-        dal giallo dorato al bruno scuro, a          cali si tramandano la tecnica di prepa-
ra come: primitivo se la stagionatura       seconda della stagionatura, mentre           razione. Le aziende che lo producono
non supera i 6 mesi; stagionato se la       la pasta, granulosa e friabile, è di co-     sono in genere molto piccole. È con-
stagionatura non supera i 12 mesi;          lore variabile dal bianco al paglierino.     cesso al caseificio di ottenere il caglio
extra se la stagionatura supera un          Questo formaggio ha consistenza              direttamente da caglioli di agnelli o
anno anche se può essere immesso            compatta e presenta piccole occhia-          capretti allevati. Tutto ciò consente al
in commercio dopo solo 60 giorni di         ture distribuite in maniera irregolare.Il    Pecorino di Filiano DOP di essere una
stagionatura.                               sapore dolce e delicato del formaggio        delle produzioni italiane più fedeli alle
                                            più fresco, una volta raggiunta la fase      antiche tecniche casearie.
Il Pecorino di Filiano DOP:                 minima di stagionatura, diviene leg-
fedele nei secoli!                          germente piccante, caratteristica che        I Fagioli di Sarconi IGP: 50 sfuma-
Il Pecorino di Filiano, nome che deri-      tende ad accentuarsi con l’avanzare          ture di fagioli
va dal fatto che le donne filavano la       dell’invecchiamento. Il latte crudo,         I Fagioli di Sarconi Igp sono coltiva-
lana tosata dalle abbondanti greggi         opportunamente filtrato con appositi         ti da secoli in Lucania. Legumi ca-
presenti sul territorio, è un formaggio     setacci e/o filtri, è riscaldato tradizio-   ratteristici perché fortemente legati
a pasta dura, è ottenuto con latte in-      nalmente in caldaie di rame stagnato,        all’ambiente di questi territori dove
tero di pecore di razza Gentile di Lu-      fino alla temperatura massima di 40          la disponibilità di acqua e particolari
cania e di Puglia, Leccese, Comisana,       °C, con fuoco a legna o gas. La coa-         condizioni ambientali, come le bas-
Sarda da allevamenti ovini ubicati in       gulazione avviene alla temperatura di        se temperature estive, permettono la
trenta comuni in provincia di Potenza,      36/40 °C aggiungendo al late di ca-          produzione di fagioli di elevata qualità
nell’area Nord-Occidentale della Ba-        glio di capretto e/o agnello in pasta.       assolutamente distinguibili dalle altre
silicata, nella fascia appenninica che      Il tempo di coagulazione della cagliata      varietà esistenti. Questi fagioli fanno
va dal Monte Vulture arriva al Monte        varia fra i 30 e i 45 minuti, successi-      parte delle specie conosciute e diffuse
Li Foy fino ad arretrare alla Montagna      vamente questa viene rotta in modo           già dagli antichi romani, come ci testi-
Grande di Muro Lucano. Ha ottenuto          energico, con lo “scuopolo” o “ruo-          monia Apicio nel “De Re Coquinaria”.
il riconoscimento comunitario della         tolo”, (bastone in legno recante una         A Sarconi la classe dei braccianti, la
DOP nel dicembre 2007. Il discipli-         protuberanza all’apice), fino ad ot-         più misera, traeva sostentamento dai
nare prevede che il latte destinato         tenere grumi delle dimensioni di un          piccoli appezzamenti di terreno tutti
alla trasformazione in Pecorino di Fi-      chicco di riso. Dopo pochi minuti di         seminati a fagioli. La consapevolezza
liano, appartenente a due mungiture         riposo sotto siero, la cagliata viene        che i legumi, e soprattutto i fagioli, co-
consecutive deve derivare da alleva-        estratta e inserita nelle caratteristiche    stituivano la sola via di salvezza dalla
menti la cui alimentazione è costituita     fuscelle di giunco dette “fuscedd”.          fame era infatti così diffusa da far sì
principalmente dal pascolo, forag-          Durante la messa in forma, la caglia-        che, nella zona, le coltivazioni di tali
gi freschi e da fieni di ottima qualità     ta viene fugata mediante pressatura          prodotti fossero le maggiormente rap-
prodotti nell’area descritta. Sempre        con le mani, per favorire la fuoriuscita     presentate, come ci confermano i dati
secondo il disciplinare, anche il caglio    del siero. Le forme ottenute vengono         contenuti nel catasto conciario fin dal
deve essere artigianalmente prepara-        immesse nella scotta (siero da cui si        1746. Il Fagiolo di Sarconi IGP pre-
to con tecniche precise. Il formaggio       ottiene la ricotta), per un tempo varia-     senta una forma ovale o tondeggiante
“Pecorino di Filiano” si produce tutto      bile da pochi fino ad un massimo di          e si caratterizza per la polpa tenera,
l’anno. È un formaggio a pasta dura e       15 minuti. La salatura viene effettuata      che lo rende particolarmente digeribi-
semicotta prodotto con latte di peco-       sia a secco che in salamoia. Nel pri-        le. Viene prodotto in 19 ecotipi locali,
ra intero e crudo. Ha forma cilindrica      mo caso si protrae per diversi giorni,       prevalentemente nelle varietà Borlotto
a facce piane con diametro da 15 a          variabili per le dimensioni della forma      e Cannellino, ha colore chiaro e può
30 cm e scalzo diritto o leggermen-         e con aggiunta diretta di sale; nel se-      presentare striature scure. Una del-
te convesso con altezza da 8 a 18           condo invece, il formaggio permane           le caratteristiche di questo alimento,
cm, il peso varia da 2,5 a 5 Kg e la        immerso in salamoia satura per 10 -          invece, è certamente da ricollegare
stagionatura minima prevista prima          12 ore per Kg di formaggio. Un tempo         alla conformazione dei terreni non

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