Meridiana - Bimestrale di astronomia Anno XLI Organo della Società Astronomica Ticinese e dell'Associazione Specola Solare Ticinese ...
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Meridiana Bimestrale di astronomia Anno XLI Gennaio-Febbraio 2015 234 Organo della Società Astronomica Ticinese e dell’Associazione Specola Solare Ticinese
SOCIETÀ ASTRONOMICA TICINESE www.astroticino.ch RESPONSABILI DELLE ATTIVITÀ PRATICHE TELESCOPIO SOCIALE Stelle variabili: Il telescopio sociale è un Maksutov da 150 mm di A. Manna, La Motta, 6516 Cugnasco apertura, f=180 cm, di costruzione russa, su una (091.859.06.61; andreamanna@freesurf.ch) montatura equatoriale tedesca HEQ/5 Pro munita di Pianeti e Sole: un pratico cannocchiale polare a reticolo illuminato e S. Cortesi, Specola Solare, 6605 Locarno supportata da un solido treppiede in tubolare di accia- (091.751.64.35; scortesi@specola.ch) io. I movimenti di Ascensione Retta e declinazione Meteore, Corpi minori, LIM: sono gestiti da un sistema computerizzato S. Sposetti, 6525 Gnosca (091.829.12.48; (SynScan), così da dirigere automaticamente il tele- stefanosposetti@ticino.com) scopio sugli oggetti scelti dallʼastrofilo e semplificare Astrofotografia: molto la ricerca e lʼosservazione di oggetti invisibili a Carlo Gualdoni (gualdoni.carlo@gmail.com) occhio nudo. È possibile gestire gli spostamenti Inquinamento luminoso: anche con un computer esterno, secondo un determi- S. Klett, Via Termine 125, 6998 Termine nato protocollo e attraverso un apposito cavo di colle- (091.220.01.70; stefano.klett@gmail.com) gamento. Al tubo ottico è stato aggiunto un puntatore Osservatorio «Calina» a Carona: red dot. In dotazione al telescopio sociale vengono F. Delucchi, Sentée da Pro 2, 6921 Vico Morcote forniti tre ottimi oculari: da 32 mm (50x) a grande (079-389.19.11; fausto.delucchi@bluewin.ch) campo, da 25 mm (72x) e da 10 mm (180x), con bari- Osservatorio del Monte Generoso: letto da 31,8 millimetri. Una volta smontato il tubo otti- F. Fumagalli, via Broglio 4 / Bonzaglio, 6997 Sessa co (due viti a manopola) e il contrappeso, lo strumen- (fumagalli_francesco@hotmail.com) to composto dalla testa e dal treppiede è facilmente Osservatorio del Monte Lema: trasportabile a spalla da una persona. Per lʼimpiego G. Luvini, 6992 Vernate (079-621.20.53) nelle vicinanze di una presa di corrente da 220 V è in Sito Web della SAT (http://www.astroticino.ch): dotazione un alimentatore da 12 V stabilizzato. È poi Anna Cairati (acairati@gmail.com) possibile lʼuso diretto della batteria da 12 V di unʼau- Tutte queste persone sono a disposizione dei soci e tomobile attraverso la presa per lʼaccendisigari. dei lettori di “Meridiana” per rispondere a domande Il telescopio sociale è concesso in prestito ai soci che sullʼattività e sui programmi di osservazione. ne facciano richiesta, per un minimo di due settimane prorogabili fino a quattro. Lo strumento è adatto a MAILING-LIST coloro che hanno già avuto occasione di utilizzare AstroTi è la mailing-list degli astrofili ticinesi, nella strumenti più piccoli e che possano garantire serietà quale tutti gli interessati allʼastronomia possono dʼintenti e una corretta manipolazione. Il regolamento discutere della propria passione per la scienza del è stato pubblicato sul n. 193 di “Meridiana”. cielo, condividere esperienze e mantenersi aggiorna- ti sulle attività di divulgazione astronomica nel Canton BIBLIOTECA Ticino. Iscriversi è facile: basta inserire il proprio indi- Molti libri sono a disposizione dei soci della SAT e rizzo di posta elettronica nellʼapposito form presente dellʼASST presso la biblioteca della Specola Solare nella homepage della SAT (http://www.astroticino.ch). Ticinese (il catalogo può essere scaricato in formato Lʼiscrizione è gratuita e lʼemail degli iscritti non è di PDF). I titoli spaziano dalle conoscenze più elemen- pubblico dominio. tari per il principiante che si avvicina alle scienze del cielo fino ai testi più complessi dedicati alla raccolta e QUOTA DI ISCRIZIONE allʼelaborazione di immagini con strumenti evoluti. Lʼiscrizione per un anno alla Società Astronomica Per informazioni sul prestito, telefonare alla Specola Ticinese richiede il versamento di una quota indivi- Solare Ticinese (091.756.23.79). duale pari ad almeno Fr. 40.- sul conto corrente postale n. 65-157588-9 intestato alla Società Astronomica Ticinese. Lʼiscrizione comprende lʼabbo- namento al bimestrale “Meridiana” e garantisce i dirit- ti dei soci: prestito del telescopio sociale, accesso alla biblioteca. 2
N. 234 (gennaio-febbraio 2015) Sommario Astronotiziario 4 Macchie solari e polarimetria 14 Lo Star Party 2014 a Piora 21 Due parole sulla storia della SAG/SAS 23 Solo la settima 24 Con lʼocchio allʼoculare… 25 Effemeridi da gennaio a marzo 2015 26 Cartina stellare 27 La responsabilità del contenuto degli articoli è esclusivamente degli autori. Editoriale Questo inizio dellʼanno è caratterizzato dallʼavvicinamento di una Redazione: nuova bella cometa: Specola Solare Ticinese 6605 Locarno Monti la Lovejoy (C/2014 Q2) che in gennaio si è presentata favorevol- Sergio Cortesi (direttore), mente nel nostro cielo settentrionale come un batuffolo verdastro Michele Bianda, Marco Cagnotti, Anna Cairati, Philippe Jetzer, di 4a.magnitudine. Non hanno mancato lʼappuntamento gli astrofi- Andrea Manna li ticinesi e, per esempio, il dott. Alberto Ossola ne ha ripreso Collaboratori: unʼimmagine che riportiamo in copertina: sullʼoriginale si scorgono Mario Gatti, Stefano Sposetti Editore: diverse code che nella riproduzione si riducono di molto. Società Astronomica Ticinese In questo numero di Meridiana iniziamo, come dʼabitudine, con Stampa: Tipografia Poncioni SA, Losone una decina di pagine dellʼAstronotiziario comprendenti le principa- Abbonamenti: li novità di questi ultimi mesi nel campo dellʼastronomia e del- Importo minimo annuale: lʼastronautica e con la collaborazione della rivista italiana Coelum. Svizzera Fr. 30.-, Estero Fr. 35.- (Società Astronomica Ticinese) Lʼarticolo principale è rappresentato dal lavoro di maturità di una La rivista è aperta alla collaborazione dei studentessa del liceo di Bellinzona che si è aggiudicati il secondo soci e dei lettori. I lavori inviati saranno vagliati dalla redazione e pubblicati secondo premio ex-aequo del nostro concorso Fioravanzo 2013: uno studio lo spazio a disposizione. Riproduzioni par- sulla fisica solare che contiene però delle misure originali di pola- ziali o totali degli articoli sono permesse, rizzazione ottenute dalla stessa studentessa con lʼapparecchiatu- con citazione della fonte. Il presente numero di “Meridiana” è ra sofisticata dellʼIstituto Ricerche Solari di Locarno (IRSOL). stato stampato in 1.100 esemplari. Avrebbe meritato un ben più ampio rilievo il 75° anniversario della Società Astronomica Svizzera, ma pensiamo che i prossimi nume- ri della rivista confederata “Orion” saranno senzʼaltro più generosi al proposito; purtroppo essa è redatta quasi interamente in tede- sco e appena un quinto dei nostri soci ne sono pure abbonati. Copertina Una foto digitale della cometa Lovejoy ripresa sabato 10 gennaio 2015, da Alberto Ossola da Carì con un teleobiettivo da 200 mm; elaborazione di 69 foto da 30 sec ognuna. 3
Astronotiziario a cura di Coelum (www.coelum.com/news) Una raffineria sotto Titano (Marco Galliani) Centinaia di laghi e mari si estendono sulla superficie ghiacciata di Titano, la luna principale di Saturno. È soprattutto grazie alla missione NASA/ESA/ASI Cassini-Huygens se oggi sappia- mo che quei bacini sono colmi di idrocarburi e vengono alimentati da piogge di metano, prodotte dalle nubi che attraversano lʼatmosfera del gelido mondo. La visione che però abbiamo, seppure ormai assai dettagliata, è solo la parte “esteriore” del ciclo globale degli idrocarburi sul corpo cele- ste, che coinvolge anche le notevoli riserve di questi composti accumulate al di sotto della crosta ghiacciata di Titano. Il ruolo giocato da questi baci- ni sotterranei è stato finora lʼanello debole dei modelli che descrivono le dinamiche globali riguardanti gli idrocarburi su Titano. Olivier Mousis, ricercatore presso lʼUniversité de Franche-Comté e il suo team com- posto da colleghi della Cornell University e del Jet Propulsion Laboratory (NASA) ha ricostruito, in I laghi di idrocarburi di Titano in un'immagine uno studio pubblicato sulla rivista Icarus, cosa radar acquisita dalla sonda il 22 luglio 2006 accade alle piogge di metano quando, raggiunta che copre un'area di circa 140 km. I dettagli la superficie di Titano, penetrano negli strati poro- più piccoli hanno una dimensione di 500 si della crosta e vanno a rifornire le riserve sotter- metri. Copyright: NASA/JPL/USGS ranee. I risultati, ottenuti grazie a simulazioni con modelli teorici, indicano che, nel loro percorso zione degli idrocarburi sarebbero dei particolari verso lʼinterno della luna, gli idrocarburi verrebbe- composti chimici presenti nei ghiacci di Titano, i ro trasformati, accumulandosi poi in estesi bacini cosiddetti clatrati. “Una delle caratteristiche inte- sotterranei fatti di propano ed etano. “Sapevamo ressanti dei clatrati è che essi producono un fra- che una frazione significativa dei laghi sulla super- zionamento degli idrocarburi poiché intrappolano ficie di Titano potesse essere collegata a bacini e spezzano le molecole in una miscela di fasi soli- liquidi presenti sotto la sua crosta, ma non aveva- da e liquida” aggiunge Mousis. Dunque, sotto la mo idea di come questi interagissero” commenta superficie di Titano potrebbero essere presenti Mousis. “Adesso però abbiamo modellato la strut- grandi bacini di propano o etano, a seconda del tura interna di Titano in grande dettaglio e questo tipo di clatrato che ha ʻraffinatoʼ il metano inizial- ci consente di avere una visione migliore delle mente accumulato nel sottosuolo. Così, i laghi proprietà di questi bacini sotterranei”. superficiali alimentati da queste riserve sotterra- Responsabili della lenta ma inesorabile trasforma- nee potrebbero mostrare una composizione chi- 4
mica peculiare, assai diversa da quelli riempiti dalle piogge, dominati invece dal metano. “Questo significa che potremmo essere in grado di osservare la composizione dei laghi sulla superficie di Titano e allo stesso tempo conosce- re cosa sta accadendo nelle sue viscere” conclu- de Mousis. Mars Orbiter Mission: lʼIndia è su Marte (Davide Coero Borga) La sonda indiana lanciata il 5 novembre Mars Orbiter Mission 2013 con il vettore Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV) dal Satish Dhawan Space Centre della sale a 7 il numero di missioni attualmente impe- Indian Space Research Organisation (ISRO), a gnate su Marte. Sriharikotae, ce lʼha fatta. La Mars Orbiter Mission Lʼesplorazione del pianeta rosso è stata (MOM), il 24 settembre, si è inserita nellʼorbita del una parte fondamentale delle missioni di esplora- pianeta rosso. zione spaziale per Unione Sovietica (e Russia La navicella, progettata dagli ingegneri del- poi), Stati Uniti, Europa e Giappone. Dagli anni lʼagenzia spaziale indiana, studierà lʼatmosfera Sessanta sono state inviate verso Marte dozzine marziana provando a rilevare la presenza di di sonde automatiche senza equipaggio, con orbi- metano e cercando ulteriori prove a favore di ter, lander e rover al seguito, per raccogliere dati forme di vita primitiva sul quarto pianeta del siste- e rispondere a importanti quesiti scientifici sul pia- ma solare. neta e il suo passato. Uno sforzo che ha richiesto Lʼultima fase del viaggio, la Mars Orbital budget considerevoli con un ammontare di mis- Insertion, è stata la più critica e rischiosa: il veico- sioni fallite di circa due terzi su un totale di oltre lo spaziale ha dovuto svegliarsi dallʼibernazione e cinquanta lanci. I russi ci hanno provato e riprova- bruciare buona parte del carburante liquido che to. Le prime due, Mars 1960A, Mars 1960B, sono alimenta il motore a propulsione liquida per frena- fallite subito dopo il lancio. Mars 1962A e Mars re la sua corsa e infilare lʼorbita del pianeta a unʼal- 1962B, fermate in orbita attorno alla Terra. Di tezza superiore ai 350 chilometri. Mars 1 si persero invece le comunicazioni mentre Dunque lʼIndia è la quarta nazione al era in rotta per Marte. Fu il Mars 3 Orbiter a rag- mondo a conquistare lʼorbita di Marte, con una tra giungere per primo il pianeta rosso, il 27 novem- le più economiche spedizioni spaziali mai tentate bre 1971. Il suo lander toccò con successo il suolo :75 milioni di dollari, il prezzo di un giretto in del pianeta diventando il primo veicolo costruito Soyuz. Con i tre orbiter ESA e NASA (Mars dallʼuomo a giungere integro sulla superficie mar- Odyssey, Mars Express e Mars Reconnaissance ziana, anche se il segnale venne perduto dopo Orbiter), la coppia di rover ancora attivi (Curiosity meno di 15 secondi di trasmissione dati, per moti- e Opportunity), il Mars Atmosphere and Volatile vi sconosciuti. Evolution (MAVEN) che è arrivato il 21 settembre, Ma furono gli americani a infilare per primi e 5
con successo lʼorbita di Marte. Con il programma Mariner. Nel 1964 il Jet Propulsion Laboratory della NASA effettuò due tentativi con le sonde gemelle Mariner 3 e Mariner 4 che dovevano effettuare i primi flyby del pianeta rosso. Il falli- mento del Mariner 3 venne decretato dal blocco in apertura della copertura protettiva. Il 28 novembre venne invece lanciata con successo la sonda Mariner 4, che raggiunse Marte il 14 luglio 1965, Samantha fornendo le prime immagini ravvicinate di un altro pianeta: crateri da impatto simili a quelli lunari, che gonista Samantha Cristoforetti, astronauta sembravano ricoperti di brina o ghiaccio. dellʼAgenzia Spaziale Europea e capitano pilo- Nozomi, in giapponese ʻsperanzaʼ, la ta dellʼAeronautica Militare. prima sonda realizzata dalla Jaxa per lʼesplora- Per lʼastronauta italiana è il primo lancio zione di Marte, fallì lʼinserimento dellʼorbita nello spazio. Grazie a un accordo bilaterale tra marziana il 14 dicembre 2003, mandando in Agenzia Spaziale Italiana e NASA – in base al frantumi il sogno dellʼagenzia spaziale nipponi- quale lʼItalia ha fornito allʼente spaziale statuniten- ca di arrivare per terza su Marte. Toccò invece se di moduli di rifornimento logistico e di un modu- a Mars Express, la sonda dellʼAgenzia Spaziale lo abitativo sullʼISS, in cambio di utilizzo scientifico Europea, conquistare lʼorbita del pianeta rosso e opportunità di volo supplementari – Cristoforetti il 25 dicembre dello stesso anno. Fu il viaggio resterà per circa sei mesi come membro effettivo Terra-Marte più breve: da 60 mila anni i due dellʼequipaggio della missione ISS 42/43. pianeti non erano così vicini. Contribuirà allo svolgimento di tutti i compiti di Ora è il turno dellʼIndia. Sulla sonda sono ricerca, sperimentazione e manutenzione operati- diverse le strumentazioni scientifiche allʼavan- va del laboratorio spaziale. “Con Samantha, lʼItalia guardia: la Mars Color Camera, il Lyman Alpha conferma il ruolo di leadership anche per numero Photometer (che servirà per misurare la presenza di astronauti inviati nello Spazio”, ha dichiarato il di idrogeno e deuterio e studiare il processo di presidente dellʼAgenzia Spaziale Italiana, Roberto perdita di acqua dai pianeti), il Thermal Imaging Battiston. Spectrometer per mappare la composizione Cristoforetti è la prima astronauta italiana, superficiale, lo spettrometro di massa MENCA e il attualmente anche lʼunica donna del corpo astro- sensore a metano MSM. nauti europeo, e la 60° donna a partire per lo spa- zio. FUTURA è la seconda missione di lunga Iniziata la missione Futura durata per lʼAgenzia Spaziale Italiana - ASI- (dopo (Alberto Zampieron) la missione VOLARE di Luca Parmitano): la per- manenza sulla Stazione si concluderà con il rien- La Soyuz TMA-15M è decollata alle tro sulla Terra, al momento pianificato per maggio 22:01 (ora italiana) del 24 novembre. È iniziata 2015. Durante la missione, Samantha sarà impe- FUTURA, la seconda missione di lunga durata gnata in esperimenti scientifici per ESA e ASI, dellʼAgenzia Spaziale Italiana, che vedrà prota- molti dei quali sono basati sul know how italiano: 6
dovrà svolgere come membro di equipaggio della quello che sta rivelando più informazioni in questa ISS unʼampia e articolata attività di sperimentazio- primissima fase, è il tatto. Ovvero, lo strumento ne. LʼASI, unica agenzia spaziale nazionale in MUPUS (Multi-Purpose Sensors for Surface and Europa ad aver accesso diretto alle risorse di uti- Subsurface Science), che con i suoi sensori ha il lizzazione della ISS, ha selezionato e sviluppato compito di misurare la densità e le proprietà termi- per la missione di Samantha Cristoforetti nove che e meccaniche del suolo della cometa 67P. E progetti di ricerca scientifica e dimostrazione tec- quella che le dita elettroniche hanno toccato è una nologica italiana. Questi verranno svolti dalla superficie inattesa. Molto più dura di quanto previ- nostra astronauta nei sei mesi di permanenza a sto dagli scienziati. Quanto più dura? Sentite bordo della ISS, insieme a un altro progetto già comʼè andata. Il martello che avrebbe dovuto sag- presente sulla stazione che sta raccogliendo dati giarne la consistenza era programmato per tre da oltre tre anni: cinque progetti saranno dedicati livelli dʼintensità crescente: il modo 1, il modo 2 e allo studio di vari aspetti della fisiologia umana in il modo 3. Fallita la prima serie di martellate, falli- condizioni di assenza di peso, due effettueranno ta la seconda e fallita pure la terza. È però saltato analisi biologiche su campioni cellulari portati in fuori che in realtà il team aveva pronto anche un microgravità. Verrà inoltre portato e sperimentato “piano B”, un livello di potenza segreto al quale il a bordo della ISS un dimostratore per un proces- libretto dʼistruzioni non faceva cenno: il misterio- so di produzione automatizzato per la realizzazio- sissimo modo 4, conosciuto dagli addetti ai lavori ne di oggetti 3D in assenza di peso (stampa 3D) con il nome in codice di “desperate mode”. e una macchina a capsule multifunzione in grado Ora, non cʼè bisogno di sapere lʼinglese per di servire bevande calde, tra le quali anche il tipi- intuire che del desperate mode è meglio non abu- co “caffè espresso italiano”, a bordo della sare. E infatti il progettista del martello, Jerzy Stazione Spaziale Internazionale (ISS). I progetti Grygorczuk, aveva avvisato il resto della squadra: sono stati ideati da Università, centri di ricerca, lasciate perdere, del modo 4 io non vi ho detto aziende e PMI italiane, e selezionati dallʼASI con i nulla, fate finta che non ci sia. Ma le batterie si sta- bandi nazionali di Volo Umano e la Call per pro- vano esaurendo, loro disperati lo erano davve- getti di partenariato pubblico-privato per lʼuso ro…così lʼhanno attivato. E sono stati puniti: nel dellʼISS. giro di sette minuti il martello sʼè rotto. Questa la storia trapelata nei giorni scorsi via Twitter La cometa? Tanto dura da rompere (MUPUS è lo strumento più chiacchierino dei il martello (Marco Malaspina) dieci). Ora iniziano a venire divulgati anche un poʼ di dati scientifici. Anzitutto la temperatura del Divulgati i primi risultati dai team degli stru- suolo, che sʼaggira attorno ai 170 gradi sotto zero. menti scientifici a bordo di Philae. La zona in cui si Dalle variazioni dellʼinerzia termica allʼaumentare trova il lander è coperta da uno strato di polvere della profondità, rilevata con sensori a infrarossi, il spesso 10-20 centimetri a circa 170 gradi sotto team di MUPUS ha dedotto che la porzione di zero. Sono state rilevate molecole organiche, ma cometa nella quale alloggia il lander potrebbe ancora non si sa quali. Il risveglio sarà probabil- essere costituita da ghiaccio durissimo ricoperto mente in primavera. da 10-20 centimetri di polvere parecchio compat- Dei cinque e più sensi di cui dispone Philae, ta. Insomma, un risultato niente male, per uno 7
i passaggi previsti per il trasporto del campione allʼinterno del forno dʼanalisi. Ma ancora non è stato detto se il campione era davvero presente. E tanto meno si hanno risultati dalla cromatogra- fia. Questo a piano terra, al livello del suolo. Qualche notizia in più, invece, dalle analisi sulla rarefatta atmosfera: COSAC è stato in grado dʼan- nusarla e dʼindividuarvi le prime molecole organi- che. Non è però stato specificato quali, e lo studio degli spettri è ancora in corso. Ottima la perfor- mance dellʼimager di bordo, la camera ROLIS Philae-Rosetta (ROsetta Lander Imaging System), lo testimonia- no le fotografie del suolo a distanza ravvicinata. strumento che ha potuto funzionare solo a metà – Ottima al punto che il suo responsabile, lʼitaliano oltre alla rottura del martello, MUPUS ha dovuto Stefano Mottola, viene esplicitamente definito, nel fare a meno dei sensori termici e degli accelero- comunicato stampa di DLR, uno dei “big winners” metri presenti sugli arpioni, la cui attivazione è dellʼatterraggio di Philae. andata a vuoto – e solo per il breve tempo con- Risultati scientifici a parte, lʼaltra grossa cessogli dalla batteria primaria, quella caricata per novità ha invece a che fare con lo stesso Philae. lʼultima volta sulla Terra oltre 10 anni fa, allʼepoca “Potrebbe tornare in vita ad agosto”, aveva prono- del lancio di Rosetta. sticato in un primo tempo Stephan Ulamec, il lan- Lʼudito del lander, affidato principalmente der manager di DLR. Poi è diventato più ottimista. allʼorecchio di SESAME (Surface Electrical La rotazione di 35 gradi pare essere andata a Seismic and Acoustic Monitoring Experiment), buon fine, nel senso che il pannello solare più conferma sostanzialmente quanto rilevato da grande si trova ora allineato verso il Sole. Ulamec MUPUS. “La resistenza del ghiaccio presente al ritiene dunque probabile che già dalla primavera di sotto dello strato di polvere che ricopriva il primo del 2015 Philae tornerà a farsi vivo. E, con lʼesta- punto di contatto è sorprendentemente elevata”, te, lʼesposizione al Sole di 67P potrebbe consen- osserva Klaus Seidensticker, del DLR, riferendosi tire alle batterie di ricaricarsi. Certo è che Rosetta al luogo in cui Philae è rimbalzato, aggiungendo non ha alcuna intenzione di sospendere le ricer- che non pare esserci molta attività cometaria nella che: continuerà a orbitare attorno alla cometa in zona del touchdown, e che sotto al lander è pre- attesa dʼun segnale dal suo eroico compagno sente acqua ghiacciata in grande quantità. Dai dʼavventura. due nasi di Philae, COSAC e Ptolemy, gli organi decisamente più interessanti ai fini della ricerca Lanciata Hayabusa 2 (Paolo Baldo) dʼeventuali mattoncini della vita, non è ancora emersa alcuna novità. Ovvero: è certo che SD2, il È iniziato il viaggio della sonda giapponese trapano che doveva fornire ai due laboratori chimi- Hayabusa 2 che fra sei anni riporterà a Terra dei ci il campione di cometa da annusare, è stato atti- campioni raccolti dallʼasteroide 1999 JU3. vato. Ed è confermato che sono stati compiuti tutti Il lancio è avvenuto mercoledì 3 dicembre 8
2014 dal Launch Pad 1 del Tanegashima Space Center, il centro spaziale che si trova sulla costa meridionale di Kyushu, la più meridionale fra le principali isole giapponesi. In realtà il lancio avreb- be dovuto avvenire tre giorni prima (domenica 30 novembre), cioè allʼapertura della finestra di lancio della durata di 10 giorni, entro la quale doveva tassativamente essere lanciata la sonda, ma è stato posticipato a causa di un fronte di cattivo tempo con pioggia e forti venti che ha imperversa- to sulla zona fino a martedì. Sette ore e mezza prima del lancio tutto il personale è stato definiti- vamente evacuato nel raggio di 3 chilometri dalla Hayabusa rampa per permettere le operazioni di riempimen- to dei serbatoi del razzo H-IIA. Nei due stadi sono primo stadio (che fornisce 86 tonnellate di spinta state imbarcate 117 tonnellate di ossigeno e idro- al suolo e 109 nel vuoto) e i due booster laterali geno liquidi (alla temperatura pari rispettivamente SRB-A a propellente solido (243 tonnellate di a -183 e -252 gradi centigradi) con un processo spinta ognuno!) si sono accesi sollevando le 285 durato tre ore. Dopodiché sono iniziate le verifiche tonnellate del razzo H-IIA. Alleggerendosi di 1.570 del sistema di comunicazione con il razzo (in chilogrammi ogni secondo (tanto è il consumo di banda S e in banda C), del sistema di controllo del carburante dei booster e del primo stadio) il razzo volo, del Flight Termination System (il sistema di ha velocemente acquistato velocità, tanto che 99 distruzione in caso di anomalia) e di tutti i sistemi secondi dopo il lancio e allo spegnimento degli di terra incluso il tracking (il sistema di tracciamen- SRB-A questa aveva raggiunto il valore di 1,6 chi- to della traiettoria di volo). A 30 minuti dal lancio lometri al secondo. Nove secondi dopo, allʼaltez- Hayabusa 2 ha cominciato ad attingere energia za di 53 chilometri sono stati sganciati i booster dalle batterie di bordo e i tecnici hanno potuto veri- laterali e il motore del primo stadio è rimasto da ficare il loro corretto funzionamento. Gli ultimi solo a spingere il razzo, consumando 260 chilo- quattro minuti e mezzo del conto alla rovescia grammi al secondo di propellente. Alla quota di sono gestiti autonomamente dai computer, che a 130 chilometri e 4 minuti e 10 secondi dopo il lan- ogni minima anomalia hanno lʼobbligo di annulla- cio si è sganciata la copertura (pesante 1.400 chi- re il lancio. A meno 3 minuti anche il razzo è pas- logrammi) che proteggeva Hayabusa 2 dagli sato allʼalimentazione tramite le sue batterie e stress aerodinamici dovuti al passaggio ad altissi- quando ormai mancava un solo minuto la piatta- ma velocità fra gli strati più densi dellʼatmosfera. Il forma di lancio è stata inondata con migliaia di litri lavoro del primo stadio è terminato dopo unʼac- dʼacqua. In questo modo vengono soppresse le censione durata 6 minuti e 36 secondi, portando il onde acustiche generate dallʼaccensione dei resto del veicolo a 200 chilometri di altezza e a 5,6 motori che altrimenti danneggerebbero il veicolo e chilometri al secondo di velocità. Otto secondi le strutture di terra. Alle 4:22:04 GMT (le 13:22:04 dopo, è stato sganciato per permettere, dopo altri ora locale e le 5:22:04 in Italia) il motore LE-7A del sei secondi di attesa, lʼaccensione del secondo 9
stadio (o stadio superiore), propulso dal motore profondo potranno essere captati dai radioamato- LE-5B che fornisce 14 tonnellate di spinta. Questa ri di tutto il pianeta grazie a una radio amatoriale accensione è durata quattro minuti e mezzo, suf- presente a bordo. Il secondo a essere rilasciato, ficienti per raggiungere unʼorbita di parcheggio a unʼora e 58 minuti dopo il lancio, è stato il partico- 250 chilometri di altezza e 7,8 chilometri al secon- larissimo ArtSat-2/DESPATCH delle Tama Art do di velocità. Il razzo ha viaggiato quindi per iner- University e Tokyo University. Questa “navicella” zia lungo unʼintera orbita, fino alla seconda e ulti- non è altro che una scultura pesante 32 chilo- ma accensione avvenuta a Sud del Giappone. Il grammi realizzata con la stampa 3D contenente secondo stadio del H-IIA non era mai stato nella una radio a batterie (con unʼautonomia di circa sua storia di volo così tanto tempo in attesa di riac- una settimana) che invierà messaggi poetici auto- cendersi (per la cronaca unʼora, 28 minuti e 5 generati dalla telemetria di bordo. Lʼultimo carico a secondi) e quindi cʼera il pericolo che il freddissi- essere rilasciato è stato PROCYON, una mini- mo propellente contenuto nei serbatoi potesse sonda realizzata da JAXA e Tokyo University evaporare con il calore del Sole. Per questo moti- pesante 67 chilogrammi e dotata di motori ionici. vo il secondo stadio è stato rivestito di bianco per La sua missione è quella di effettuare un passag- assorbire il minor calore possibile, inoltre per tutta gio ravvicinato, entro i prossimi due anni, di un la durata della fase non propulsa il razzo è stato asteroide e riprenderne delle immagini. La scelta continuamente orientato, tramite il sistema di con- dellʼasteroide verrà effettuata dopo che sarà stata trollo dellʼassetto, in modo da distribuire uniforme- calcolata con precisione la traiettoria sulla quale è mente il calore solare lungo la sua superficie. stata rilasciata la navicella. Lo scopo principe Tutti questi accorgimenti hanno funzionato della missione è però quello di dimostrare la fatti- a dovere, tanto che il secondo stadio si è riacce- bilità di missioni nello spazio profondo utilizzando so nellʼistante previsto e ha avuto sufficiente pro- delle sonde molto piccole. Lʼattenzione di tutti è pellente per portare a termine lʼaccensione di però naturalmente focalizzata su Hayabusa 2, quattro minuti. Grazie a questa ulteriore spinta è che con i suoi 590 chilogrammi è il carico di gran stata acquisita una velocità di 11,8 chilometri al lunga principale di questo lancio. Dopo essersi secondo che ha permesso di svincolarsi dalla gra- separata dal secondo stadio ha dispiegato i suoi vità terrestre e iniziare il viaggio verso lo spazio due pannelli solari e i prossimi giorni verranno profondo. Lʼaccensione è terminata a unʼora e 43 spesi a verificare che non abbia subito danni o minuti dal lancio e quattro minuti dopo Hayabusa anomalie durante il lancio. Dopodiché il primo 2 è stata finalmente rilasciata per iniziare la sua obiettivo sarà quello di utilizzare i suoi motori ioni- missione. ci allo scopo di ripassare vicino alla Terra, alla fine Oltre ad Hayabusa 2 realizzata dallʼagenzia del prossimo anno, per ricevere la spinta decisiva spaziale giapponese (JAXA), il razzo trasportava che la porterà a incrociare lʼorbita del suo bersa- altri tre carichi che sono stati sganciati successi- glio, lʼasteroide 1999 JU3. Si tratta di un asteroide vamente. Il primo di questi, rilasciato sei minuti di 920 metri che orbita fra la Terra e Marte e che dopo Hayabusa 2, è Shinʼen 2. Si tratta di un pic- verrà raggiunto nel giugno 2018. Inizialmente colo satellite interplanetario di 3 chilogrammi, rea- Hayabusa 2 si posizionerà in unʼorbita attorno lizzato dalla Kagoshima University che effettuerà allʼasteroide a 20 chilometri di distanza da dove studi sulla radiazione, i cui segnali dallo spazio misurerà il bilancio energetico e la composizione 10
superficiale tramite due spettrometri. Natural- zierà il viaggio di ritorno verso la Terra che verrà mente verranno anche riprese immagini con le raggiunta un anno dopo, nel dicembre 2020. A camere di bordo. quel punto verrà sganciata la capsula contenente Da questa posizione verranno poi scelti i tre i campioni raccolti che effettuerà un rientro in siti nei quali effettuare la raccolta dei campioni. atmosfera, protetta dal suo scudo termico per Per ognuno di questi, Hayabusa 2, effettuerà un posarsi infine in una zona appositamente scelta in avvicinamento alla superficie fino a far toccare il Australia. Quella di Hayabusa 2 sarà la più ambi- suo meccanismo di raccolta, che sparerà al suolo ziosa missione robotica verso un asteroide mai un piccolo proiettile con lo scopo di sollevare della tentata prima e il suo successo dipenderà dalle polvere. Questa, entrando nel sistema di convo- lezioni apprese dalla sonda che lʼha preceduta, gliamento, verrà raccolta e conservata fino al ritor- Hayabusa 1. Questʼultima, lanciata nel 2003 no a Terra. Uno dei tre atterraggi avrà luogo allʼin- verso lʼasteroide Itokawa, andò incontro a una terno di un cratere creato “artificialmente” dalla lunga serie di problemi fra perdite di carburante, sonda stessa. Hayabusa 2 è infatti dotata di un avarie nel sistema di puntamento e malfunziona- impattatore/penetratore esplosivo di rame che menti del sistema di raccolta dei campioni. scaverà un cratere di circa 4 metri di diametro con Malgrado ciò, nel 2010, riuscì a ritornare a Terra lo scopo di portare alla luce del materiale altrimen- e, con qualche anno di ritardo, consegnare nelle ti nascosto nel sottosuolo. Questa operazione è la mani degli scienziati giapponesi dei microscopici più difficile dellʼintera missione in quanto lʼimpatta- campioni di Itokawa che sono stati trovati nella tore verrà acceso 40 minuti dopo il rilascio da capsula rientrata a Terra. Rispetto alla sonda che parte della sonda e questo sarà il tempo che lʼha preceduta, Hayabusa 2 è dotata di quattro Hayabusa 2 avrà per portarsi al sicuro dallʼaltra ruote di reazione per il controllo di assetto anziché parte dellʼasteroide. tre, sono stati migliorati il sistema di raccolta dei Se tutto andrà per il meglio, e dopo la rac- campioni e il software che gestisce le operazioni colta dei preziosissimi campioni, Hayabusa 2 in prossimità della superficie. I motori ionici sono sgancerà verso la superficie quattro piccoli lander. più potenti, e la trasmissione dati alla Terra (in Uno di questi è stato costruito in Europa dallo banda Ka) sarà 4 volte maggiore. stesso team che ha realizzato il lander Philae della missione Rosetta. Si tratta di MASCOT (il cui Possibili tracce di strutture biologiche fossili peso di 10 chilogrammi sulla Terra corrisponderà fotografate dai Mars Exploration Rover a 0,2 grammi sullʼasteroide!) che studierà la com- (Umberto Genovese) posizione e le proprietà della superficie. Gli altri tre si chiamano MINERVA e sono ancora più piccoli Nel 2004 il Mars Exploration Rover (500 grammi sulla Terra). Loro riprenderanno Opportunity stava esplorando il Meridiani Planum immagini ed effettueranno misurazioni di tempe- quando in un costone di roccia chiamato ratura. Tutti e quattro potranno effettuare svariati Guadalupe, si imbatté in una delle prime e più evi- balzi per spostarsi e poter quindi investigare luo- denti prove che nel lontano passato Marte aveva ghi diversi. posseduto acqua liquida. Dopo 18 mesi di permanenza vicino Non che la cosa fosse del tutto inaspettata. allʼasteroide, nel dicembre 2019, Hayabusa 2 ini- Già la missione orbitale Mars Odyssey aveva 11
segnalato la presenza di grandi quantità di idroge- campioni terrestri sostenendo che la probabilità di no che facevano supporre la presenza di ghiaccio una casualità simile e pari a 1 su 2^8 (p < 0,004). sotto la superficie di Marte, ma non si erano anco- In altre parole i ricercatori italiani sostengono che ra trovate tracce così evidenti della passata pre- durante il periodo in cui sussistevano le condizio- senza di acqua liquida sulla superficie; ma non ni per la presenza di acqua liquida su Marte, esi- solo… stevano ampie colonie di microorganismi unicellu- Il Dott. Giorgio Bianciardi dellʼUniversità di lari molto simili a quelli che hanno dato origine alle Siena, biologo e medico, ricercatore stesse simili strutture qui sulla Terra. dellʼUniversità di Siena, dove insegna Micro- biologia e Astrobiologia, il Dott. Vincenzo Rizzo Happy Birthday, Hubble! (Giovanni Bignami) ex ricercatore del CNR presso lʼIstituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR- Happy Birthday, Hubble! Il telescopio più IRPI) di Cosenza, geologo, e il Dott. Nicola famoso del mondo, dopo quello di Galileo del Cantasano ricercatore CNR allʼistituto di 1609, messo in orbita nel 1990, compie tra poco Foreste e Agricoltura del Mediterraneo di un quarto di secolo di splendido servizio. La Cosenza, hanno comparato 30 immagini riprese NASA lo festeggia in modo elegante: ripropone la dalle missioni Mars Exploration Rover (Spirit e immagine più famosa della galleria cosmica di Opportunity) e confrontate con altrettante (45) Hubble, ripetuta e migliorata. Si tratta dei famosis- immagini di stromatoliti terrestri per un totale di simi “Pillars of Creation”, i Pilastri della Creazione 40 000 microstrutture esaminate, tenendo conto che, visti da Hubble nel 1995, fecero subito il giro della forma, dimensioni, complessità e similitu- del mondo, stampati su T-shirts come su tazze da dini tra le immagini marziane e i campioni terre- caffè (americano, viste le dimensioni dellʼimmagi- stri. Il team italiano evidenzia una similitudine ne). Adesso la NASA ne pubblica una seconda statistica molto elevata tra le microstrutture rile- immagine, appena fatta, più profonda e più bella. vate dalle immagini riprese su Marte e le struttu- Il nome “pilastri”, dato dagli scopritori, re microbiologiche (microbialiti e stromatoliti) descrive in realtà un gruppo di nuvole fatte di gas terrestri. e polveri interstellari che, per caso, hanno forme Tutte le immagini dei campioni sono state allungate nella stessa direzione. Girate la foto, ricomposte sulle stesse proporzioni delle immagi- però, e i pilastri diventano radici, o stalattiti, o caro- ni trasmesse dai rover (sui metodi di trattamento te cosmiche… qui cʼentra la famosa “gestalt”, il e i software usati rimando allʼarticolo originale su nostro modo di vedere le forme. “Creazione”, ijass.org) e poi si è proceduto con una analisi di invece, è molto più appropriato. Dentro alle foto- tipo frattale (la stessa che Giorgio Bianciardi usa geniche nubi (invisibili allʼocchio umano), la mate- da anni nelle sue ricerche biomediche) sulle ria diffusa può condensarsi, collassando, cioè immagini prendendo in considerazione otto diver- cadendo su se stessa a causa della forza che si indici frattali che indicano altrettanti dati riguar- muove tutto lʼUniverso, la gravità. do la complessità e le dimensioni delle strutture Alla fine del collasso, miracolo, nasce una esaminate. stella. Cioè la materia diventa così densa e calda I risultati a cui sono giunti mostrano una da far accendere le reazioni nucleari, le stesse totale similitudine tra le immagini marziane e i che tengono acceso il nostro Sole. E di solito le 12
Un particolare dell'ultima immagine ad alta risoluzione dei Pilastri della Creazione, ripresa dal Telescopio Spaziale Hubble nel 2014 a confronto con quella ormai storica ripresa sempre da Hubble nel 1995. stelle non nascono da sole, ma a grappoli, tutte ha un allungamento misurabile: la materia cosmi- insieme: dentro e intorno a quei “pilastri” si intra- ca si muove, sembra viva. vedono delle pouponnières di stelle appena crea- Nate insieme, le stelle poi muoiono una ad te. E se ci sono stelle appena create, potrebbero una, perché hanno evoluzioni e durate di vita esserci tantissimi pianeti appena nati, come era la diverse. Alcune, le più grosse, alla fine esplodono, nostra Terra quattro o cinque miliardi di anni fa. tornando ad essere gas e polvere. In questo Chissà come evolveranno. modo, le stelle arricchiscono le nubi interstellari Le dimensioni dei pilastri, e anche delle nur- degli elementi chimici prodotti durante la loro vita series stellari, sono astronomiche, naturalmente. e nellʼesplosione finale. Eʼ così che fu creato il cal- Le nubi di materia che Hubble ha fotografato si cio delle nostre ossa, il ferro del nostro sangue o trovano a più di seimila anni luce da noi, e quindi lʼoro dellʼorecchino che abbiamo appena regalato il nostro Sole, se fosse lì, sembrerebbe una delle per Natale. tante stelline deboli dellʼimmagine. Ma natural- . mente non si vedrebbe traccia di un sistema pla- Abbiamo ricevuto lʼautorizzazione di pubblica- netario intorno a lui né, tanto meno, di un eventua- re di volta in volta su “Meridiana” una scelta le terzo pianeta del sistema stesso… Anche per delle attualità astronomiche contenute nel sito questo è difficile guardare lʼimmagine senza fer- italiano “Coelum/news”. marsi un attimo a pensare. Alcune delle stelle neonate sono particolar- mente calde (tipo ventimila gradi in superficie) ed emettono getti di radiazione ultravioletta ad alta velocità. Anzi, confrontando le due immagini separate da 20 anni si scopre che uno di quei getti 13
Il lavoro di maturità che ha vinto il secondo premio ex-aequo del concorso Fioravanzo 2013 Macchie solari e polarimetria Lisa Imperatori Liceo Bellinzona Anche per la pubblicazione di questo lavoro valgono gli stessi criteri che abbiamo tenuto nei precedenti (vedi Meridiana 231-232-233) Sommario 1 Il Sole 3 4.2.2 Rotazione degli assi 24 1.1 Introduzione 3 4.3 Lʼeffetto Zeeman 25 1.2 Struttura e composizione 3 4.4 Unione tra polarizzazione ed effetto Zeeman 28 2 Le macchie solari 6 5 Esperienza personale 31 2.1 Introduzione 6 5.1 Obiettivo 31 2.2 Campi magnetici e proprietà fisiche 8 5.2 Ipotesi iniziale 31 2.3 Periodicità e correlazioni ambientali 8 5.3 Osservazioni allʼIRSOL 31 2.3.1 Ciclo undecennale e cicli più lunghi 8 5.3.1 Breve storia dellʼIRSOL 32 2.3.2 Cicli e polarità 9 5.3.2 La strumentazione 33 2.3.3 Fattori determinanti la ciclicità 10 5.3.3 Raccolta personale dei dati 36 2.3.4 Correlazioni climatiche 11 5.4 Analisi dei dati 37 3 Storia delle macchie solari 15 5.4.1 Spettro 37 3.1 Theophrastus 15 5.4.2 Parametri di Stokes 38 3.2 Popolazioni asiatiche 15 5.5 Risultati ottenuti 50 3.3 Il primo disegno 15 5.5.1 Discussione 50 3.4 Il ʻ600: epoca di primati contesi 17 5.6 Conclusione pratica 51 3.5 Dal 1800 agli studi più moderni 21 6 Conclusione 52 4 Tecniche di polarizzazione e misura dei campi magnetici 22 7 Ringraziamenti 53 4.1 Premessa 22 8 Indice delle figure 54 4.2 Polarimetria 22 9 Bibliografia 56 4.2.1 I parametri di Stokes 23 1 Il Sole la famiglia degli astri che gli fa da corona”. (Niccolò Copernico, “De revolutionibus 1.1 Introduzione orbium coelestium”, 1543) “In mezzo a tutti sta il Sole. Chi infatti, in Le parole di Niccolò Copernico mostrano tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lam- quanto il Sole sia da sempre al centro delle pada in un luogo diverso o migliore di quello, nostre vite, delle nostre azioni, testimone silen- donde possa tutto insieme illuminare? Perciò zioso della nostra storia. È la nostra stella. non a torto alcuni lo chiamano lucerna del Essendo il Sole la stella con maggiore mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo influenza sulla Terra e soprattutto lʼunica stella chiama Dio visibile, Elettra, nella tragedia di che lʼuomo può studiare nei minimi dettagli, fin Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, dallʼantichità ha subìto particolari attenzioni da come assiso su un trono regale, il Sole governa parte di molti astronomi. Le loro attente osserva- 14
zioni hanno permesso di stabilire un modello 3 Storia delle macchie solari solare standard che è stato in seguito possibile applicare a tutte le altre stelle più lontane, pic- 3.1 Theophrastus cole o grandi che fossero. Risulta ovviamente impossibile osservare Già in epoca antecedente la nascita di lʼinterno del Sole a causa degli insormontabili Cristo lʼuomo nutriva un considerevole interes- problemi pratici che si verrebbero a creare. se per il Sole: considerato non a caso una divi- Dunque per realizzare questo modello della nità da moltissime popolazioni antiche. Il primo struttura completa del Sole, è stato necessario riferimento esplicito a delle macchie solari risa- associare allʼosservazione della superficie sola- le al 364 a.C. ed è da attribuire a Theophrastus re e dellʼirradiazione, anche delle teoretiche (370-290 a.C.), nientemeno che il pupillo di equazioni della fisica e della chimica di base. Aristotele. Come ad esempio quelle concernenti gli equili- bri, lʼenergia generata e il trasporto di questʼulti- 3.2 Popolazioni asiatiche ma. Chiaramente lʼuomo non ha ancora la cer- tezza che questo sia un buon modello per illu- Il Sole, scandendo le giornate con un strare e descrivere determinate problematiche. moto facilmente osservabile, era già oggetto di Infatti è stato più volte messo in discussione a studio prima dellʼanno 0 anche presso popola- causa di nuove scoperte che rischiavano di zioni cinesi e coreane, dove lʼastronomia, e in scombussolare lʼintera fisica stellare come ad particolare lo studio e le previsioni delle eclissi esempio la problematica concernente i neutrini solari, era sostenuta e promossa dalla corte. Si che affliggeva i fisici alcuni anni fa. Fino a oggi dice che sotto il regno di Hoang-Ti sia stato si è però sempre riusciti a far coincidere le addirittura istituito un tribunale matematico atto nuove scoperte con gli studi che stanno alla a promuovere le scienze astronomiche che base di questo modello standard portandoci imponeva delle leggi secondo le quali fenome- quindi a ritenere che questʼultimo sia comples- ni celesti non predetti o predetti erroneamente sivamente valido. avrebbero comportato la pena di morte per 15
lʼastronomo che aveva o meno eseguito la pre- anni prima che si effettuino dei veri e propri visione. I loro studi si basavano in particolar studi al riguardo. modo sullʼosservazione solare che, applicata a calcoli matematici, aveva portato alla previsio- 3.3 Il primo disegno ne di eclissi solari su un arco di tempo di cen- tinaia di anni. Lʼastronomo cinese Gan De Nel ʻ600 una contesa europea coinvolge- osservò per la prima volta una macchia solare rà quattro noti astronomi per lʼattribuzione della nel 364 a.C., iscrivendo la sua osservazione scoperta delle macchie solari e della loro docu- nella mappa stellare che stava stilando. I cine- mentazione scientifica, ma solo agli inizi del si sono anche i primi osservatori regolari delle secondo millennio è stato scoperto che, per macchie solari, tra il 28 a.C. e il 1600 d.C., realmente trovare la prima osservazione col sono presenti più di 100 testimonianze scritte primo disegno del fenomeno solare, bisognava riportanti lʼosservazione di macchie solari; tornare indietro nel tempo di circa 500 anni. Già mentre testimonianze orali, riportano che nel 1128, infatti, John de Worcester disegnò le astronomi in tutta la Cina e la Corea erano soli- macchie solari. John, monaco inglese, vissuto ti osservare il Sole. Probabilmente grazie alla tra la fine dellʼXI e lʼinizio del XII secolo, diven- polvere sollevata dai deserti asiatici che, offu- ne relativamente conosciuto grazie alla stesura scando il cielo, impediva in parte alla luce sola- del “Chronicon ex chronicis”, considerato dagli re di raggiungere la terra, riuscirono a scorge- storici un valido documento sulla storia anglo- re a occhio nudo le macchie solari più grandi, sassone dal 446 al 1140. Ed è proprio in queste senza riportare danni alla vista e senza lʼaiuto cronache che troviamo anche, oltre a diverse di un telescopio che ovviamente a quei tempi annotazioni di avvenimenti astronomici partico- non esisteva ancora. Nonostante ci sia la cer- lari come aurore polari, passaggi di comete, tezza che queste osservazioni siano realmen- eclissi lunari e solari, il primo disegno di mac- te state fatte, i Cinesi non hanno mai testimo- chie solari, accompagnato dal commento dello niato la loro scoperta dellʼattività solare con dei stesso John da Worcester. disegni portando dunque i loro successori ad Essendo una scoperta postuma, la comu- attribuirsene il merito. Nel periodo medioevale nità astronomica attuale si è particolarmente si hanno inoltre altri avvistamenti di macchie impegnata a trovare documenti certificanti lʼef- solari, attribuite però tutte al transito di un fettiva presenza di due grandi macchie solari lʼ8 corpo celeste davanti al Sole. Einardo, ad dicembre 1128. La prova della veridicità dellʼos- esempio, scrive nel suo “Vita di Carlo Magno”, servazione di John da Worcester sembrerebbe intorno allʼanno 807, di alcune macchie solari, arrivare ancora una volta dai grandi osservatori a suo parere causate dal transito di Mercurio celesti asiatici. Un astronomo coreano registrò davanti alla stella. Come Einardo anche il filo- infatti, nelle cronache di Songdo, cittadina vici- sofo al-Kindǐ nellʼ840 registra la comparsa di na a Seul, nella notte del 13 dicembre 1128, “un macchie solari causate questa volta dal transi- vapore rosso che saliva e riempiva il cielo da to di Venere. Negli anni a seguire altri riporte- nord a sud”, descrizione facilmente riconducibi- ranno nelle loro cronache lʼavvistamento di le al fenomeno dellʼaurora boreale. Questo macchie solari, ma passeranno centinaia di documento coreano è affiancabile a quello 16
inglese, visto che è stato attestato come un 5.2 Ipotesi iniziale periodo di cinque giorni rappresenti il periodo ideale decorrente tra la comparsa di un grande Considerato un punto proprio al centro gruppo di macchie solari vicino al centro del dellʼombra della macchia ci si aspetterebbe Sole e la visione di relative aurore boreali nei unʼintensità del campo magnetico nellʼordine cieli a più basse latitudini. Questi studi sono dei kG con un valore compreso tra 2 e 3 kG che stati compiuti solo recentemente, quindi John quindi generi un effetto Zeeman molto marcato da Worcester morì senza sapere di essere stato e facilmente visibile. Per quanto riguarda lʼan- il primo disegnatore di una macchia solare. golo θ di direzione del campo magnetico non si può formulare nessuna ipotesi in merito. 5 Esperienza personale 5.1 Obiettivo Lʼobiettivo che mi sono posta allʼinizio della parte pratica del mio lavoro è stato quello di riuscire a individuare una macchia solare attraverso lʼidentificazione della presenza di un campo magnetico particolarmente forte in una determinata zona della superficie solare. In secondo luogo mi sono riproposta di risalire allʼintensità e allʼangolo di direzione che caratterizzano il campo magnetico nella mac- chia solare da me individuata. Chiaramente si tratta di lavori sperimenta- li e si può già sottolineare che i risultati che mi sono prefissata di ottenere non saranno certa- mente da considerarsi perfettamente esatti, anche perché, per ottenere un risultato molto più preciso, avrei dovuto utilizzare delle tecni- che, delle apparecchiature e dei calcoli che, con le nozioni di base acquisite durante la mia sco- Schema dello strumento dellʼIRSOL, con il larizzazione e le mie ricerche personali, non cammino di un fascio di luce. sarei stata in grado di capire. Il risultato che ho quindi cercato di ottenere è da ritenersi indicati- vo, ma mi permette di fare delle considerazioni 5.3 Osservazioni allʼIRSOL sui campi magnetici nelle macchie solari e mi ha permesso di imparare a utilizzare un metodo Il 25 giugno 2013 la parte pratica del mio alla mia portata per analizzare fenomeni molto lavoro di maturità ha cominciato a concretizzar- complessi dal punto di vista fisico. si. Ho infatti trascorso una piacevole giornata 17
allʼIRSOL in compagnia del professor Renzo per finire sulla riga del Nichel (Ni) con lunghez- Ramelli e di Michele Bianda che, nel limite del za dʼonda 6767,784 Å. possibile, hanno cercato di spiegarmi le prime Una volta individuata con il telescopio una rudimentali conoscenze di polarizzazione e fisi- macchia solare (si può osservare la posizione e ca solare. la grandezza della macchia da me scelta anche nel disegno dellʼarchivio della specola solare 5.3.2.1.1 ZIMPOL 3 ticinese, fatto lo stesso giorno, il 25 giugno 2013) si è dovuto posizionare tutta la strumen- LʼIRSOL ha la fortuna di poter sfruttare il tazione. Come si vede sotto, la riga nera che polarizzatore ZIMPOL 3, uno dei migliori pola- rappresenta la fessura è stata posizionata pro- rizzatori al mondo. Esso funziona come il pola- prio al centro della macchia, in questo modo i rizzatore ideale descritto in precedenza. Non dati misurati concernono la zona della fotosfera presenta però una lamina ritardante ma un dop- occupata dalla macchia solare. Seguendo poi il pio modulatore, con lamine ritardanti nel procedimento descritto in precedenza sono mezzo, che provoca un ritardo variabile, agen- stati misurati, con lʼausilio della strumentazione do con una frequenza di 1 kHz che risulta esse- e di un computer, che esegue i passaggi di cal- re più rapida di quella provocata dalle turbolen- colo intermedi, tutti i valori dei parametri di ze atmosferiche che agirebbero sul segnale. Stokes ed è stato fatto uno spettro. Viene così catturato un primo segnale di pola- Sono state eseguite 1240 misurazioni di rizzazione e cʼè una successiva modulazione ogni parametro su un lasso di tempo molto dellʼintensità. La camera ZIMPOL effettua poi la ristretto. demodulazione sfruttando uno speciale accor- gimento tecnico, che consiste in un sensore CCD, che per ogni quattro righe che raggiungo- no la camera, ne scherma tre. In seguito le cari- che che compongono il segnale, accumulate sul sensore CCD, vengono spostate in maniera sincrona alla modulazione ottenendo quattro intensità distinte da cui poi si possono ottenere, tramite la matrice ottenute con la calibrazione, i parametri di Stokes. 5.3.3 Raccolta personale dei dati Grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli, ho avuto anche la possibilità di rac- cogliere dei dati. Concretamente, il primo passaggio ese- guito è stato quello della scelta della radiazione da osservare. Scelta piuttosto casuale, caduta 18
5.5 Risultati ottenuti mondo solare e in particolare su quello delle macchie solari, mi ha permesso di apprendere Come mi ero riproposta sono riuscita a molte nozioni affascinanti che non hanno fatto raggiungere entrambi i miei obbiettivi. Ho indivi- che accrescere il mio interesse per lʼastronomia duato una macchia solare osservando lo spet- sia antica che moderna. Avere inoltre la possi- tro e sono riuscita a ottenere un risultato finale bilità di mettere in pratica alcuni aspetti sui quali descrivendo il campo magnetico nella macchia mi ero soffermata mi ha aiutata molto a rendere da me osservata: esso ha una direzione di più concreto il mio discorso, attribuendo una 67,9° e unʼintensità di 3,7 kG. spendibilità pratica al tutto. In ogni caso entram- Chiaramente i risultati ottenuti sono molto be le parti del mio lavoro mi hanno appassiona- approssimativi. Bisogna, infatti, tener conto del- ta. Chiaramente il lavoro pratico ha sempre il lʼerrore sperimentale, della tecnica semplificata suo fascino e mi piacerebbe continuare ad da me utilizzata e delle limitazioni grafiche. Il approfondire la complessa tecnica della polariz- risultato ottenuto rimane comunque un valore zazione. Non da ultimo ho dovuto anche miglio- interessante. rare le mie capacità informatiche, cosa tuttʼaltro che evidente! Comunque, nonostante la mia 5.5.1 Discussione titubanza iniziale nellʼaffrontare lʼargomento posso ritenermi soddisfatta del risultato finale Il mio risultato, preso da solo, probabil- perché ha sicuramente aumentato il mio baga- mente mostra poche applicazioni pratiche, ma glio di conoscenze nellʼambito della fisica e non se si considerano altri valori, misurati sia solo. allʼesterno delle macchie solari che nella penombra di queste ultime, si può notare che 7 Ringraziamenti effettivamente ci sono molte differenze tra lʼin- tensità dei campi magnetici presenti in queste Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno diverse zone. reso possibile la stesura di questo lavoro di Teoricamente lʼintensità del campo maturità. magnetico nellʼombra di una macchia solare di Ringrazio dunque Michele Bianda per la grandi dimensioni è dellʼordine di 3 kG. Il risul- sua preziosa collaborazione e per la sua acco- tato ottenuto dallʼanalisi pari a 3,7 kG è riferito glienza calorosa allʼIRSOL, Marco Cagnotti, per alla zona dʼombra di una macchia relativamen- avermi dedicato del tempo aiutandomi nella te piccola e quindi, probabilmente, lʼintensità del ricerca di libri riguardanti le macchie solari che campo magnetico ivi presente avrebbe dovuto mi permettessero di approfondire il tema, e per essere inferiore. Tale risultato però, se conside- la sua completa disponibilità a rispondere a rato approssimativamente, è da ritenersi buono. qualsiasi mia domanda. Ringrazio il professor Stefano Sposetti che ha cercato di indirizzarmi 6 Conclusione verso la giusta strada, ringrazio anche mio zio Michele Mossi che in poco tempo mi ha saputo La prima parte del mio lavoro, indispensa- fornire degli ottimi spunti per migliorare il mio bile per volgere uno sguardo generale sul lavoro e ringrazio i miei genitori che mi hanno 19
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