GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
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Liceo Linguistico Internazionale Grazia Deledda Il Deledda raccontaGrazia Con il patrocinio di Fondazione Urban Lab Genoa International School
L a “Civica scuola femminile”, nata a Genova nel 1874 per volontà dell’allo- ra barone Andrea Podestà, sindaco della città, destinata alle giovinette di famiglia agiata e di formazione laica, dall’età di sei anni fino ai quindici1, fu intitolata alla “Regina Margheri- mento e nei programmi di studio: aumentato di un anno di corso superiore, in analogia con i licei classici e scientifici, il ricamo e la sarto- ria che insieme alle lingue alla musica avevano connotato la scuola per le giovani destinate alla buona società dell’anteguerra, vennero accan- 1 Maria Grazia Pighetti Carbone, “Ai tempi della Regina Margherita” ta” nel 1878. Nel 1935 aveva ottenuto da un re- tonate a favore della maggiore presenza delle (la nascita gio decreto la possibilità che le proprie allieve lingue straniere, sia nel numero che nella quan- della “Deledda”, proseguissero gli studi nei corsi di Magistero, e tità di ore. Nasceva così il liceo linguistico, che Genova 1982, il suo corso superiore arrivava fino ai diciotto avrebbe avuto orari e programmi unificati nelle anni di età. Nel dopoguerra la scuola non aveva uniche cinque scuole più o meno simili, tutte pag.10) più alcun corso elementare, ma conservava il non statali, riconosciute per regio decreto o per corso secondario inferiore (oggi detto di “pri- legge, solo nel 1973. mo grado”), che iniziava agli undici anni di età. Come è noto, lo Stato ha avviato sperimentazio- Sappiamo che già dopo il 25 luglio del 1943, os- ni linguistiche nelle proprie scuole solo negli sia con l’occupazione tedesca a Genova, venne anni ’80, e solo dal 2010 esistono i licei lingui- messa in discussione l’intitolazione alla regina stici statali. di casa Savoia, e che in città era stato proposto Nel 2018 ricorro i 140 anni dalla prima intito- un cambiamento a favore di Maria Mazzini. Tut- lazione della scuola, e 70 anni dalla seconda. tavia, solo dal 27 febbraio 1948 si ebbe la nuova Una singolare ricorrenza che viene celebrata intitolazione, non alla madre di Giuseppe Maz- dalla scuola, unica in Italia per origine e storia, zini, ma alla scrittrice, unica italiana a vincere con questa pubblicazione. il premio Nobel per la letteratura. Al cambiamento di nome seguì poi, tra il 1950 Ignazio Venzano, Preside e il ’51, un rapido cambiamento nell’ordina- del Liceo Grazia Deledda dal 1988 al 2013. Questo lavoro nasce da un’idea dei docenti del Dipartimento di Lettere, maturata nell’ambito degli eventi orga- nizzati dalla nostra scuola per i settant’anni della intitolazione del nostro Liceo a Grazia Deledda. La volontà è stata quella di dare voce agli studenti che, attraverso un percorso di lavoro, che ha coinvolto diverse classi dell’Istituto, ha prodotto una serie di testi di diverse tipologie e tematiche comunque centrate sulla figura e sull’opera della scrittrice sarda. I ragazzi e le ragazze hanno lavorato con entusiasmo e creatività, ma anche con metodo e autodisciplina: questo prodotto è la testimonianza del loro impegno. 1
Sommario A te, scrittrice pag. 4 (Non) scusateci se siamo nate donne pag. 7 Una sera d’inverno, a Stoccolma pag. 9 E se… pag. 10 Grazia Deledda e Joumana Haddad, così lontane, così vicine. pag. 11 L’harem della Deledda pag. 12 Una stanza tutta per Grazia pag. 13 Pirandello Vs Deledda pag. 14 Grazia Deledda e la forza dell’ironia pag. 15 Il filo comune dell’abbandono pag. 16 La volpe e il rosso pag. 17 La Cina è vicina... pag. 18 I rapporti familiari in “Cenere” pag. 19 Grazia Deledda e Giovanni Verga: due autori a confronto pag. 20 Il realismo magico: Grazia Deledda e Dacia Maraini pag. 21 Canne al vento pag. 23 “Quasi Grazia” pag. 25 Grazia Deledda e gli autori russi pag. 26 La figura materna pag. 27 Leggende sarde pag. 29 I luoghi di Grazia pag. 32 Sardegna, terra di Grazia pag. 35 In Viaggio con Deledda pag. 36 Cosima pag. 37 Altre opere di Grazia Deledda pag. 39 3
A te, scrittrice N on sei stanca? Sì, mortalmente. Ti chiedi come sia possibile. Ti chiedi come facciano a non vedere l’ingiustizia. Oggi ti sei svegliata, hai fatto colazione e hai lan- Voglio fare la scrittrice. Anche io. Anche io volevo fare la scrittrice. Sono nata più di cento anni fa, in un piccolo pe- sino in Sardegna. Casa, terra selvaggia di sole un paesino del centro Italia, incantevole ai sen- si ma letale per lo spirito. Pochi anni dopo, la mia giovinezza e tutto ciò che vi era di bello e puro in me erano andate perdute, rubate da un uomo che non stimavo. Legata a lui ho trascor- so più di dieci anni, anni oscuri, ma durante i Non te la senti di definirti femminista perché non ha più senso oggi, dici. Mi piacerebbe darti ragione! Forse non senti più la necessità della lotta perché qualcun altro ha combattuto per te qualche decennio fa, qualcuno come le due signore che hai incontrato poco fa e qualche ciato uno sguardo preoccupato alla scatola dei e mare, di popoli e natura, casa, che mi ha dato quali ricevetti il dono più grande della vita: mio tempo dopo, qualcuno come me. Ora è il tuo cereali, cercando i grassi, le calorie, i carboidra- moltissimo. figlio. Bello, bello! Me lo ricordo correre per i turno però! Purtroppo in gran parte del mondo ti; sono queste, vero, le cose che si devono evi- Mi chiamo Grazia Deledda. prati, giocare e ridere, ma anche asciugarmi le la condizione femminile non è cambiata, donne, tare. Forse l’hai fatto per te, ci tieni a restare in Quando ero giovane ho studiato, le condizioni lacrime con le sue manine, nelle notti in cui il bambine, sono soggiogate al volere dei loro pa- linea ed in salute, o forse ti è tornato in mente un che mi permetto di definire privilegiate della peso della mia libertà che tanto avevo decantato dri, fratelli e mariti e tu puoi fare così tanto per commento che ha fatto il tuo collega l’altro gior- mia famiglia me ne hanno dato la possibilità. e così brutalmente uccisa si faceva sentire trop- loro, con la tua voce. Scrivi! Racconta storie! no. Non era una cosa carina, ti ha fatto sentire Nessuno poi avrebbe pensato che graie al mio po pesante. Me ne sono dovuta andare, non ave- Racconta di te o degli altri, sii sempre onesta male per il tuo corpo, ti ha fatto sentire sbaglia- interesse per la letteratura sarei diventata, nel vo scelta. Come avrei potuto crescere un uomo e sii forte! Sei una donna, sei nata per esserlo: ta. Ora controlli la scatola dei cereali. Ti alzi da 1926, la prima e ad ora l’unica donna italia- buono e saggio da creatura soffocata e morente? forte e bella, portatrice di pace. Puoi fare quello tavola, vai a truccarti. Ti piace farlo? Se sì, pro- na a vincere il Nobel: era il mio destino e non Non potevo predicargli il rispetto e la giustizia che vuoi, hai il potere di diventare chiunque, babilmente ti trucchi troppo, sei ridicola, dove potevo lasciare che un fattore culturale senza e poi tanto ipocritamente sottostare alla volontà ma non è così per tutte: troppe delle tue sorelle vai conciata così. Ah no! Ecco! In realtà vuoi senso, per quanto radicato, come il patriarcato rude del padre. Così ho trovato nella letteratu- nel mondo non hanno le tue stesse possibilità, che gli uomini ti trovino bella, perciò nascondi mi impedisse di compierlo. Sorte cieca e impie- ra, nella scrittura una luce, che mi ha permesso poi, lo sai meglio di me che alla fine neanche la tua vera apparenza, sei un’ingannatrice. La tosa, che favorisce però chi di noi sa coglierne di resistere negli ultimi anni della mia prigione noi ce la passiamo così bene, nonostante i no- possibilità che tu lo faccia perché ti diverte non la segreta ed antica bellezza, mi ha messo sulla e che poi si è fatta sempre più forte ed intensa stri innegabili privilegi, o ti devo forse ricordare è contemplata. Allora mettiamo che non ti piac- strada di un uomo che mi ha portata a Roma, col passare del tempo. Scrivi per te, scrivi per che quando aprirai gli occhi inizierà l’ennesima cia, quindi non ti trucchi per niente: mah, okay, dove la mia arte ha messo le ali. Abbi fede e dare uno scopo alla tua presenza sulla terra, ma giornata di ingiustizie e pressoni sociali basa- scelta tua, ma poi non ti lamentare se nessuno coraggio, abbandonati al fato; non potrai guida- scrivi anche e soprattutto per gli altri. Descrivi, te sul genere? Quindi arrabbiati! Fatti sentire! ti vuole. Se ti sforzassi solo un po’ saresti tanto re la tua esistenza, proverai dolore ed è giusto denuncia, urla le ingiustizie e fa’ del tuo essere Noi donne da sole siamo vulnerabili, ma unite, carina, sai. Ora cosa ti metti? Quel vestito che che sia così: saranno tutte le tue esperienze a donna un vanto, un punto di forza: avete fatto siamo inarrestabili. Scrivi di noi, scrivi con noi, stai guardando? Non ci pensare neanche, troppo renderti umana, a renderti donna. Scrivi di quel molta strada da quando io camminavo ancora scrivi per noi! scollato, nessuno ti prenderà sul serio. No, nean- dolore, scrivi con passione ed ispirazione; se il sulla Terra, allora, la parola femminismo era Alle tue spalle scoppia una risata. che quello va bene, non è per niente femminile, vento soffierà nella direzione a te favorevole, ti ancora praticamente sconosciuta, ma già in- Ti mette subito di buon umore e ti volti per ve- poi ti sta malissimo, forse con qualche chilo in porterà lontano. fervorava gli animi di molte donne, tra cui io dere da chi proviene: una donna alta e bella ti meno...Sei di nuovo in ritardo. Esci di corsa ed stessa. Per loro! Per il riconoscimento dei loro si avvicina mentre continua a sorridere. Ormai arrivi in ufficio. Ignori il tizio che da settimane Ah Roma! sforzi, non chinare mai il capo. hai capito come funziona, aspetti e ti prepari ad ormai ti chiede di uscire, non vuoi, gliel’hai già Senti un’altra voce. Questa volta proviene da ascoltare. detto chiaramente, lui continua. Fai il tuo lavoro una donna giovane, porta i capelli lunghi rac- Esatto! A loro devi tutto! come tutti gli altri, né meglio, né peggio. A fine colti in una treccia. Sembra parlare da sola, Si avvicina a passi svelti un’altra figura, è pic- Mia mamma fu la prima donna a diventare di- giornata ricevi lo stipendio, è più basso di quello mentre guarda lontano, ma presto ti accorgi che cola e questa volta ti è familiare, forse l’hai vi- rettrice dell’Università della Nigeria, dove mio dei tuoi colleghi maschi. Vai a casa, devi pulirla, le sue parole sono dirette a te. sta in tv o su qualche giornale. Ah no! Ora ti padre insegnava. Ci è arrivata con impegno, occuparti dei figli, di tuo marito, stanco per il la- viene in mente. Era sul retro della copertina di coraggio ed ambizione, qualità che ho impa- voro, preparare la cena, lavare i piatti. Mi ricordo di quando passeggiavo per Roma un libro che hai letto da poco, te l’aveva consi- rato a coltivare io stessa, fino a diventare chi Giorno dopo giorno dopo giorno. con il mio piccino. Dì, lui lo avrà dimenticato? gliato un’amica ed in effetti ti è piaciuto molto. sono oggi. Il mio nome è Chimamanda Ngozi Amavo quella creatura con tutto il mio cuore, Vorresti dirglielo, l’hai riconosciuta, hai letto Adichie, sono anche io una scrittrice, forse hai Non sei stanca? sai, e sono stata costretta a lasciarla. un suo libro, ma non riesci ad interromperla, ti persino visto la mia TED Talk sul femminismo, Sì, mortalmente. Io sono Marta Felicina Faccio, ma forse mi co- guarda negli occhi e parla veloce, con passione. eh? E’ piuttosto famosa ahahah, ne sono felice. Non era quello che volevi, non sai più cosa fare. nosci come Sibilla Aleramo. Non voglio trattenerti a lungo, ma mi piacereb- Chiudi gli occhi. Sono cresciuta a Milano, dove soprattutto grazie Sono nata nel 1942, in un paese meraviglioso: il be raccontarti una storia. agli insegnamenti di mio padre ho scoperto la Cile. Mi chiamo Isabel Allende ed ho dedicato La prima volta che ho dovuto tenere una lezio- Ti si avvicina una figura, non la riconosci. è mia grande passione per la cultura ed ho svi- la mia vita alla letteratura, alle storie. Sono una ne di scrittura, ero preoccupata. Non per quello una donna dall’aspetto forte ed austero, ma ti luppato un senso critico, lasciami dire, piutto- scrittrice, una giornalista, una donna ed una che avrei dovuto insegnare, mi ero preparata, sorride, ti parla, ti chiede se hai un sogno e tu sto lodevole per una fanciulla del primo Nove- femminista. Tu dici che non te la senti di defi- ma per quello che avrei dovuto indossare in rispondi senza pensarci, con la spontaneità di cento. Purtroppo, la mia vita ha preso una piega nirti così, mi fai arrabbiare! Lo sai che non solo modo che gli studenti mi prendessero sul serio. una bambina. tragica quando la mia famiglia si è spostata in ti stai dimostrando ingrata, ma anche egoista? Ho finito per mettere un vestito quasi da uomo, 4 5
(Non) scusateci se siamo nate donne brutto, che non avrei mai scelto per un’altra occasione, però non era per nulla femminile, quindi, credevo, adatto e professionale. Se fossi stata un uomo, non mi sarei sentita in dovere di sembrare rispettabile, lo sarei stata e basta, senza dover provare il mio valore a nessuno. lo! Vestiti da donna, se è come ti senti, parla da donna, scrivi da donna, sii donna e sii fiera di esserlo. La tua opinione e la tua esperienza contano, non dimenticarlo. Sta continuando a parlare? Non distingui più L’ Ottocento è un secolo di grandi rivoluzioni in ambito sociale, politico ed eco- nomico, specialmente in Italia, dove nel 1861 si raggiunge l’unità. L’industria si sviluppa, il territorio si trasforma, le città si evolvono e, in quest’era di profondi mutamenti, emerge una ragazze e bambine venivano adescate con la promessa di matrimonio, violentate mentre si recavano al mercato, in campagna o addirittu- ra nelle vie delle città. Molte erano inoltre le vittime di violenza domestica o coloro le qua- li, lavorando nelle case di persone benestanti, Perché siamo ancora legati a questa associa- bene le parole. La voce calda si fa sempre più nuova figura, fino a quel momento marginale e subivano le attenzioni del padrone che le con- zione uomo-professionalità? Mi sono pentita distante e debole, ti sembra di vedere nei tratti di poca importanza: la donna. siderava schiave pronte a esaudire ogni suo de- di non aver indossato la mia gonna ed il mio di Chimamanda i volti delle altre donne con cui siderio. Chi subiva la violenza era costretta a lucidalabbra quel giorno, perché i miei stu- hai parlato, sei sempre più confusa. La donna ottocentesca viene concepita nell’im- rimanere in silenzio poiché minacciata oppure denti avrebbero conosciuto chi sono davvero, maginario comune come madre o moglie che ri- perché sapeva di non aver la legge dalla pro- una persona che non ha bisogno di nascondersi All’improvviso apri gli occhi. mane in casa a occuparsi dei figli e del marito, pria parte. Spesso, inoltre, le vittime venivano dietro le sembianze di un maschio. Dobbiamo Ora ti senti forte, ti senti donna, sai cosa devi con una vita semplice e dedita ai lavori casalin- incolpate come responsabili dell’accaduto e di essere rispettate in quanto donne e non adattar- fare. ghi. Non si parla mai del lavoro estenuante del- conseguenza emarginate. ci ad un mondo che ancora non sembra trovare Scrivi. le braccianti, delle domestiche e delle operaie. Nel caso in cui le vittime rimanessero incinte spazio per noi: abbiamo il potere di cambiare le Non si parla delle numerosissime prostitute, era difficile che queste tenessero il bambino, cose, tu hai il potere di cambiarle, quindi fal- M.J.Brialdi, 5L costrette a vendere il proprio corpo per poche sia per paura di non riuscire a sfamarlo (bisogna lire. Non si parla della semi-schiavitù in cui la pensare che le donne che subivano abusi erano maggior parte delle donne viveva e della com- perlopiù povere), sia per non dover affrontare pleta sottomissione all’uomo. Non si parla dei il giudizio di parenti e compaesani. Parecchie casi di abuso (spesso a danno di minori), degli ricorrevano quindi all’aborto o all’infanticidio, aborti e degli infanticidi, atti per i quali esse che se tra le famiglie meno ricche era difficil- potevano anche esser condannate a morte. mente compreso, tra quelle più prestigiose era visto come atto sacrilego per cui le madri dove- A quel tempo era normale che le donne dei vano essere punite (spesso con la morte). ceti meno abbienti lavorassero nei campi, come filatrici o domestiche per contribuire al so- Grazia Cosima Deledda è un simbolo di rivolu- stentamento della famiglia; qualunque fosse il zione e lotta per l’emancipazione, in Sardegna loro mestiere, però, anche a parità di impiego, come in Italia: è la prima donna (e ultima per l’uomo riceveva un salario più alto: lo stipen- ora) ad aver ricevuto il Nobel per la letteratura, dio della donna non veniva infatti considerato sconfiggendo i pregiudizi dell’epoca grazie a te- necessario, ma come supplemento a quello del nacia e caparbietà; la giovane scrittrice nel cor- marito. so della sua vita deve fare i conti con le dicerie Molte ragazze inoltre, spesso giovanissime, si di paese, le critiche pungenti dei colleghi e del- davano alla prostituzione perché prive di ade- le autorità, ancora legati a una società patriar- guati mezzi di sussistenza o vittime di abuso cale. Nei suoi libri Grazia Deledda rappresenta (e per questo emarginate e con la reputazione la tragica condizione femminile: in “Canne al “macchiata”). Le prostitute erano accusate di vento”, per esempio, la morte del padre vie- trasmettere malattie veneree, motivo per cui ne concepita come morte dell’intera famiglia, con l’unità d’Italia si scelse di regolamentare mentre ne “La Madre” l’unico compito che Ma- il fenomeno e aprire le case di tolleranza (o ria Maddalena, la madre di Paulo, protagonista bordelli nel linguaggio comune). Tuttavia non della storia, sente di avere è quello di riportare solo le ragazze vivevano in condizioni pessime, il figlio sulla retta via e vederlo felice. senza poter uscire di casa, cantare o affacciarsi dalla finestra, ma siccome dovevano iscriversi Pensando alla condizione della donna tra il obbligatoriamente all’ufficio sanitario, erano XIX e il XX secolo possiamo vedere i grandi anche marchiate a vita e potevano difficilmente progressi fatti finora e le sconvolgenti differen- trovare un altro lavoro. ze tra le due epoche. Eppure, 200 anni dopo, Altro enorme dramma che la popolazione fem- si lotta ancora per la parità di stipendio (in minile (soprattutto tra i 7 e i 16 anni) si trovava Europa mediamente la donna guadagna, per il purtroppo ad affrontare era l’abuso sessuale; medesimo impiego, il 16% in meno del collega 6 7
Una sera d’inverno, a Stoccolma uomo), contro la violenza sulle donne (nei primi dieci mesi del 2017 si contano 114 femmini- cidi, per non parlare delle vittime di stalking, abuso e violenza psicologica), contro il luogo comune secondo cui le violenze subite siano colpa delle vittime e non degli aggressori, sup- Noi, donne del XXI secolo, siamo nate in un mondo fatto per uomini e dobbiamo cercare di trasformarlo in un mondo fatto per tutti. Noi, donne del XXI secolo, non ci scusiamo se a non tutte piace stare a casa a fare l’uncinetto o a prenderci cura dei bambini o a pulire la casa A Stoccolma, l’inverno è freddo. A dicembre, quando vengono consegnati i premi, le temperature possono raggiungere i 10 gra- di sotto zero. Ai viaggiatori, che provengono da sud, si consiglia di portare abiti pesanti, e anche lei deve aver indossato un cappotto di ai colonnati romani. L’interno è elegante e ma- estoso, con una capienza di quasi 1800 posti. Posti che anche quell’anno saranno stati occu- pati da intellettuali, reali, ambasciatori e mini- stri provenienti da ogni parte del mondo. Pur in questo ambiente non esattamente rilassato, portato da scuse quali “era ubriaca”, “indos- o a cucinare la cena al marito. pelliccia, quando è scesa dal treno. Roma – non è difficile immaginare Deledda alzarsi con sava una gonna troppo corta/un vestito troppo Ma, soprattutto, non ci scuseremo mai per esser Stoccolma, dev’essere stato un bel viaggio, nel fierezza e avvicinarsi al Re di Svezia che le scollato” o i gettonatissimi “l’avrà provocato” o nate donne, ed esserne orgogliose. 1927, e Grazia Deledda dev’essere sembrata porgeva il premio. In un momento del genere, “era consenziente”. così fuori posto nella città scandinava, lei pic- chiunque avrebbe sentito il proprio cuore bat- Classe 3L cola, scura, con quell’aria vagamente corruc- tere, ma lei narrò di aver udito il gracchiare del Noi, donne del XXI secolo, dobbiamo ancora ciata che conserva persino sui francobolli. Avrà suo corvo domestico. combattere contro sessismo, pregiudizi, miso- avuto la stessa espressione, quando ha saputo Nominata per la “scrittura che testimonia con ginia. del Nobel? Di sicuro, non deve aver dato segni chiarezza la vita sulla sua isola natale”, men- di eccessivo entusiasmo: si dice che il suo pri- ziona più volte l’amata Sardegna nel discorso di mo commento sia stato: “Già!”. accettazione. Proprio la natura e il popolo sardi Il premio è per la letteratura, 1926, ma le vie- sono ispiranti soggetti ricorrenti nelle sue ope- ne consegnato un anno dopo, nel dicembre re. Come tutti erano affascinati dalle sue paro- del 1927 (in Italia, anno VI dell’era fascista). le, lei racconta che era sempre stata affascinata Grazia Deledda è la seconda scrittrice italiana dall’idea di vedere il mondo, soprattutto Roma. a riceverlo, dopo Carducci. Il suo nome non è Riuscita a stabilirsi lì, ella si riteneva soddi- nuovo al comitato del Nobel: è già stata nomi- sfatta e fortunata, ma afferma che la più grande nata ben 17 volte, più di molti altri suoi colle- fortuna è la fede, sia nella vita che in Dio. ghi scrittori. Dimostrando quanto meritasse quel premio, il Il Konserthuset, la Sala dei Concerti di Stoccol- suo discorso termina con una bellissima meta- ma, dove si tiene la cerimonia di consegna, è un fora con cui la scrittrice riassume la sua arte edificio bianco e squadrato, con un imponente come “una canzone o un motivo che sgorga colonnato, costruito tra il 1924 e il 1926. Ci si spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo“. immagina che gli svedesi ne andassero molto fieri all’epoca, e chissà che cosa deve averne I.Quadrelli, 5A; M.Fusco, 5I pensato la scrittrice osservandolo, lei abituata Alla cerimonia del Nobel segue sempre un banchetto, ospitato Consommé Chesterfield dai reali di Svezia. Suprême de turbotin normande L’ambiente del banchetto fece una forte impressione alla scrit- Caneton a l´orange trice, che descrisse poi alla sua famiglia la corte svedese come Fonds d´artichauts Mornay composta “di donne e uomini bellissimi, colti, amabili, arguti”. Bombe pralinée I menù dei banchetti reali, per nostra fortuna, sono tutti riporta- Petits fours ti sul sito internet del premio, e quindi sappiamo che la sera del Fruits 10 dicembre 1927 Grazia Deledda mangiò: VINS Old Madeira Domaine de Chevalier, 1918 Liebfraumilch Spätlese, 1924 Duminy & Co, Goût Américain Imperial Ruby 8 9
abilità di scrittrice, riconosca l’esistenza di luce dai miei romanzi e ponga sotto i riflettori E se… determinate problematiche, rapportabili alla realtà sarda dell’epoca. la realtà sarda, a me tanto cara. La Sardegna ha sempre avuto un ruolo piuttosto marginale nella realtà sociale italiana e vederla godere, D: Colgo anche l’occasione per farle le mie grazie ai miei libri, di una tale considerazio- ...G congratulazioni, anche se in ritardo, per la ne, mi riempie di speranza. Inoltre, il fatto vincita del premio Nobel: cosa ha significato che il Nobel sia stato conferito a me, una don- un tale riconoscimento per la sua carriera? na, rappresenta un grande traguardo per ciò che riguarda la condizione femminile ed un R: Ritengo che questo premio, più che certifica- passo importante verso l’emancipazione. razia Deledda fosse ancora viva e po- nonostante la tendenza a perseguire ideali re la mia abilità di scrittrice, riconosca l’esi- tessimo porle delle domande? sbagliati e a cedere alle tentazioni, in loro stenza di determinate problematiche messe in Classe 3L Ripercorrendo alcune tra le tematiche presenti sia presente la necessità di espiare le pro- nelle opere dell’autrice novecentesca possiamo prie colpe, di tentare di giungere alla reden- comprendere qualcosa in più sulla società sarda zione. Credo che questo aspetto sia presente nel periodo tra il XIX e il XX secolo e probabil- tuttora. mente anche su quella contemporanea. Sono d’accordo. Ciononostante devo riconoscere di avere una D: I suoi libri sono un classico della letteratura visione piuttosto pessimistica della condi- italiana. Da generazioni noi studenti ci ri- zione umana; infatti spesso i miei personag- Grazia Deledda e Joumana Haddad, troviamo a leggerli e ad analizzarne i con- gi non riescono ad ottenere in alcun modo tenuti. Quali sono i temi principali a cui si l’agognata espiazione dei propri peccati. è ispirata durante la composizione dei suoi così lontane, così vicine. romanzi? D: Capisco. Un’altra tematica assai evidente nei suoi romanzi è la condizione di preca- C R: La società in cui vivevo ha giocato un ruo- rietà ed instabilità, specialmente per quanto lo fondamentale nei miei romanzi: infatti ho riguarda la situazione economica delle fami- esposto i suoi aspetti, principalmente quelli glie descritte. In che modo ha affrontato il negativi, come la crisi economico-sociale, tema? l’isolamento e l’arretratezza della Sardegna rispetto alle altre regioni italiane. Tutto ciò R: Ho deciso di lasciare spazio alle descrizioni, urioso, ma vero: il mondo sardo tori. Tuttavia, per cita- ha sicuramente influito anche sui miei per- in modo tale da riuscire a coinvolgere effi- dell’800 e quello arabo attuale hanno molto re l’autrice sarda: “Se sonaggi, che vivono in queste circostanze cacemente il lettore, che può così prender più in comune di quanto si pensi. Grazia De- vostro figlio vuole fare difficili. parte alle vicende narrate; in alcuni casi, ledda, autrice di grandi romanzi quali “Canne lo scrittore o il poeta dietro a quella che, in apparenza, può sem- al vento” e “Cenere”, si racconta nella sua sconsigliatelo ferma- D: Effettivamente nei suoi romanzi i personag- brare una situazione positiva, in verità si na- autobiografia “Cosima”, svelandoci numerose mente. Se continua gi svolgono la funzione di raccontare, attra- scondono decadenza e rovina, sia economica somiglianze con la storia di Joumana Haddad, minacciatelo di disere- verso le loro esperienze, la Sardegna di fine sia morale. Alcuni personaggi dall’aspetto autrice proveniente dalla rigida realtà di Bei- darlo. Oltre queste pro- ‘800. Quali sono le loro caratteristiche prin- benestante si trovano in realtà sull’orlo del rut, ad oggi importante scrittrice contempora- ve, se resiste, comin- cipali? fallimento, tuttavia tentano disperatamente nea conosciuta a livello mondiale e attivista ciate a ringraziare Dio di non mostrarlo agli altri, di non renderlo femminista. di avervi dato un figlio R: I miei personaggi sono tormentati e fragili, noto. Sin da giovanissime, le due autrici si inte- ispirato, diverso da- come canne al vento: è un aspetto fondamen- ressarono alla lettura e in particolar modo gli altri “(Cenere). Sia tale, poiché sono proprio le loro debolezze a D: Questo mi fa pensare ad uno dei suoi libri: alla scrittura, sviluppando pensieri diversi una che l’altra, infatti, spingerli ad abbandonarsi alle passioni e ai “L’edera”. da quelli delle loro coetanee; ciò è descritto, proseguirono coltivan- peccati. Certo, non si può dire che non vi sia per esempio, da Joumana Haddad in “Quando do la loro passione, anche il tentativo da parte loro di ottenere la R: È vero. La famiglia Decherchi, protagonista ho scoperto il marchese de Sade (o forse dovrei finendo per realizzarsi remissione delle colpe, ma spesso quest’ul- delle vicende, viveva negli agi; tuttavia, a dire: quando sono stata scoperta da lui) avevo e dimostrandosi dota- timo risulta totalmente vano. causa dell’incoscienza di un suo membro, solo 12 anni. Gli scaffali di casa, con tutti i loro te di grande talento. Don Paulu, tutti si ritrovano a vivere in una deliziosi piaceri, mi si offrivano durante le va- Interessante è inoltre D: Secondo lei queste caratteristiche possono condizione di miseria, mascherata dall’o- canze estive.” J.Haddad, Ho ucciso Shahrazad, sapere che entrambe accomunare l’uomo contemporaneo a quello spitalità e dalla generosità che riservano ai confessioni di una donna araba arrabbiata. si dedicarono, in parte, del passato, presente nelle sue opere? mendicanti e dalla bellezza della loro villa. Già, durante le vacanze estive: questo perché allo studio delle lingue: La situazione è critica al punto da spingere durante tale periodo, l’autrice aveva maggiore la Deledda studiò, oltre all’italiano, il latino R: Sì. A mio avviso gli uomini di ogni epoca Annesa, figlia adottiva, a commettere un gra- possibilità di sgattaiolare di nascosto nella li- e il francese; Joumana Haddad, invece, parla Nella foto: sono caratterizzati da aspetti ricorrenti per ve crimine. Anche ne “La madre” è presente breria del padre, per nutrire la sua mente così ben 7 lingue. In conclusione, quindi, possia- Joumana Haddad quanto riguarda la loro natura e le loro incli- la tematica del decadimento, ma in questo affamata di sapere e conoscere. Proprio come mo vedere come le due scrittrici, sebbene così nazioni. Come dicevo prima, nei miei libri caso è morale, non materiale. Ho scelto il Grazia Deledda, infatti, la donna fu ostacolata lontane (in tutti i sensi) siano simili e abbiano ho spesso raccontato vicende di personaggi realismo nel descrivere gli avvenimenti poi- dalla sua famiglia nel perseguire la sua pas- molto in comune. tormentati, evidenziandone le debolezze ed ché ci tenevo ad esporre queste Ritengo che sione, in quanto scrittrice in un mondo ricco i limiti, e sono giunta alla conclusione che, questo premio, più che certificare la mia di limiti e pregiudizi, caratterizzato da scrit- A.Pani, 4R 10 11
Un secondo harem può essere identificato nel raggiungerà grandi traguardi, tra cui l’assegnazio- L’harem della Deledda microclima della famiglia della scrittrice, che la ostacola in molte occasioni, finché lei non si opporrà al suo destino, andando contro gli stessi ne del Nobel nel 1926. Come la Mernissi, la Deledda uscirà insomma dal suo harem per mai più ritornarci, non dimen- familiari e gli altri letterati che non la considera- ticherà mai la condizione dalla quale proviene no sufficientemente colta. Si guadagnerà l’oppor- e farà frutto delle sue esperienze per scrivere e F tunità di essere definita moderna, dimostrandosi spesso denunciare quella situazione che è per capace di lottare per la propria emancipazione molte donne un vero e proprio “harem in Occi- nonostante i pregiudizi. Si lascerà tutto alle spalle dente”. per rincorrere i suoi sogni di scrittrice e grazie alla atema Mernissi è stata una scrittri- re, ma con il tempo e l’aiuto da parte della madre sua determinazione e alla sua fiducia in se stessa S. Allegeretti, M Olivieri, 4R ce araba marocchina nata a Fès nel 1940. Studio- e delle altre donne riesce a capire. Tradizional- sa, insegnante e pluripremiata autrice, la Mernis- mente la donna viene reclusa perché a lei viene si è stata un’instancabile promotrice di relazioni attribuita la fitna, ossia la capacità di travolgere Una stanza tutta per Grazia culturali fra i paesi del bacino del Mediterraneo. irrimediabilmente l’altro sesso, da cui gli uomini Nel corso della sua vita ha partecipato a nume- devono allontanarsi. Con il passare degli anni la rose campagne per far conoscere l’esistenza di Mernissi arriva alla conclusione per cui ciò che movimenti per la pace e forme di opposizione alla un tempo era per tradizione, ora è per conve- guerra e al terrorismo nel mondo arabo-islamico. nienza (come il fatto che le donne islamiche oggi I Fatema Mernissi ha pubblicato vari romanzi, tra possano eleggere i propri rappresentanti in parla- cui “La terrazza proibita”, pubblicato nel 1996, il mento, ma non hanno voce in capitolo in materia quale è probabilmente il più noto nei paesi euro- di legislazione). Nonostante questi aspetti negativi pei, insieme a “L’harem e l’occidente” (2000). la Mernissi afferma anche che l’harem non è so- Nonostante la Mernissi descriva un mondo assai lamente un edificio in cui sono rinchiuse le mogli differente da quello sardo del tardo ‘800, raccon- di un uomo, ma è un luogo in cui esse vengono l primo Novecento letterario è ani- nel 1908, la scrit- tato da Grazia Deledda, si può notare che entram- tenute al sicuro, protette da chiunque potesse far mato da autrici quali Grazia Deledda e Virginia trice sarda prende be si trovano costrette in un harem. loro del male. È un luogo in cui le vecchie vedo- Woolf che, nonostante scrivano in ambiti diversi, parte a Roma al Il termine harem è una variante della parola araba ve o le donne ripudiate dal marito possono essere hanno dato voce al genere femminile, da secoli primo Congresso haram, che designa ciò che è vietato, proibito, in accolte quando non hanno altro posto che le possa ordinato al silenzio ed escluso dall’ambito cultu- Nazionale delle particolare dalle leggi religiose. Ciò che è haram ospitare. rale. L’emancipazione femminile sembra prendere donne italiane per si oppone a ciò che è halal, riferito invece a ciò Nella sua lunga ricerca la Mernissi riesce dunque forma nelle opere delle due scrittrici, pare andare la partecipazione che è lecito, consentito. La parola harem designa a trovare aspetti sia positivi che negativi all’esi- al di là dei preconcetti e dei limiti imposti da una femminile alla vita pertanto un luogo sottoposto a limiti (hudud), in stenza dell’harem: un territorio da cui uscirà pa- società patriarcale che ha sempre relegato le don- sociale, mentre la Nella foto: cui certe cose sono proibite. cificamente nel momento in cui deciderà di voler ne all’ambiente domestico e famigliare. Armate contemporanea Un esempio La Mernissi è fisicamente costretta in un harem diventare una scrittrice e si trasferirà per realizza- di penna e determinazione, Virginia Woolf e Gra- inglese tiene due di harem domestico, cioè una casa dove una o più coppie, re il suo sogno. zia Deledda modellano la letteratura, dandole un conferenze nel 1928 sulle donne e il romanzo a monogamiche o poligamiche, convivono assieme La Deledda, al contrario, per allontanarsi dall’ha- tocco ‘’rosa’’ e gettando le basi del femminismo. Cambridge. È proprio basandosi su queste due Nella foto: alle proprie famiglie. Nel suo romanzo racconta di rem in cui è rinchiusa, è costretta a scappare dal Educazione, dignità, libertà: questi sono i concetti conferenze che la Woolf realizza il saggio “ Una Virginia Woolf quando, nel periodo dell’infanzia, cercava di capi- paesino in cui è cresciuta, tagliando ogni contatto chiave che emergono dalle opere delle due scrit- stanza tutta per sè”. L’ opera è un saggio sulle re cosa fosse un harem e perché esistesse; grazie con la famiglia. Lei infatti è costretta in un harem trici, le quali si fanno portavoce della creatività donne e per le donne; la Woolf conduce il letto- alle esperienze vissute e ai famigliari è riuscita a più severo di quello della Mernissi, senza pareti delle donne che è stata rinchiusa all’interno delle re attraverso la storia della letteratura femmini- trovare una soddisfacente risposta. né confini: la mentalità della società. Proprio di mura domestiche. le, soffermandosi in particolare su autrici quali Durante la sua ricerca, emerge un aspetto fonda- questo parla l’autobiografia “Cosima”, pubblicata Per poter coltivare la loro passione per la lettera- Aphra Benn, Jane Austen, le sorelle Brönte e Ge- mentale della vita nell’harem: l’ostacolo all’indivi- postuma nel 1937 dal marito. tura, la Woolf e la Deledda hanno dovuto affron- orge Eliot. La tesi principale dell’opera (che ha dualismo, cosa che all’inizio non riesce a concepi- La giovane Grazia trascorre la sua infanzia in un tare difficoltà di carattere economico, sociale e poi dato il titolo al saggio stesso) sostiene che le piccolo paese della Sardegna alla fine dell’800, famigliare: la figura della donna scrittrice, infatti, donne, per poter scrivere, necessitino di “denaro periodo e luogo in cui è costretta a vivere secondo non era ancora stata assimilata all’epoca e le due e di una stanza tutta per sé”. Questa necessità di le regole di un popolo dalla mentalità molto ri- autrici sono state esposte ai pregiudizi infondati e possedimenti materiali per poter scrivere sotto- stretta: la donna deve rispettare le regole dell’uo- alle critiche che lo scetticismo maschile ha mosso linea la condizione di miseria e di povertà nella mo e nella maggior parte dei casi non ha diritto ad loro. quale hanno versato le donne nella storia, che ha un’educazione completa. Già durante l’adolescen- Nonostante gli innumerevoli ostacoli, la tenacia e impedito loro di partecipare attivamente al mondo za, quando l’autrice inizia a scrivere versi e novel- la bravura delle due scrittrici sono state premiate: della cultura e della letteratura. le, l’harem che le è stato costruito attorno la limita, Grazia Deledda vince il premio Nobel per la lette- Virginia Woolf e Grazia Deledda hanno incorag- punisce le sue iniziative così ribelli e trasgressive ratura nel 1926, diventando così l’unica scrittrice giato le donne ad ampliare i loro orizzonti, a spez- in modo severo e impersonale; sarà infatti oggetto italiana a ricevere un premio di tale importanza, zare le catene che le tenevano legate solo al ruolo di scherno da parte dei compaesani. Anche pren- mentre l’autrice inglese, oltre a guadagnare fama di madri e mogli, per poter diventare finalmente dere contatto con riviste continentali, che in molti internazionale, conquista una posizione di spicco scrittrici e lettrici. Le loro opere hanno dato una casi apprezzeranno i suoi lavori, farà risultare la nell’ ambito della letteratura britannica. svolta alla letteratura, preparando il cammino ver- giovane Grazia inadatta e avulsa dall’harem, uno La lotta per l’emancipazione femminile esce dalle so un futuro più femminile. stato mentale di arretratezza e chiusura, delimita- pagine dei loro libri e si materializza in congressi to dalla società isolana. e conferenze, alle quali partecipano attivamente: C.Calcagno, 4B 12 13
Pirandello Vs Deledda Grazia Deledda e la forza dell’ironia N el 1910 la casa editoriale Treves si rifiuta di pubblicare un romanzo dal titolo “Suo marito”. Si tratta di un’opera di Luigi Pi- randello, pubblicata comunque l’anno succes- sivo dalla casa editrice Quattrini a Firenze. É indubbiamente uno dei lavori meno cono- caratterizzato da reciproco sostegno e stima: se- condo alcuni fu proprio questo successo coniu- gale a suscitare l’invidia di Pirandello il quale, come era risaputo, aveva un rapporto tutt’altro che sereno con la moglie, segnato da reciproca iper-gelosia. L a scrittrice Grazia Deledda vie- ne spesso considerata come l’autrice vertice della corrente verista novecentesca, per lo più legata ad una visione amara e pessimista della natura. Il nesso tra questa corrente e Deledda è innegabile se si tengono presenti i suoi romanzi più conosciuti e ogni suo romanzo, suggestivi scorci della Sardegna, descritta minuziosamente. Proprio qui sono ambien- tate le vicende e gli episodi della storia più comici: esempi sono la fuga di Paulo, che sottolinea i modi impacciati del protagonista, e il racconto delle sue avventure amorose con Agnese, altro personaggio sciuti del famoso scrittore siciliano, ma nascon- commentati, come “Canne al vento”, sua opera di fondamentale della storia. Deledda elimina quasi de risvolti interessanti che coinvolgono diretta- Al di là delle speculazioni, la provocazione di riferimento. Prendendo però in considerazione altri tutti i filtri retorici e convenzionali, descrivendo la mente Grazia Deledda. Pirandello fu colta pienamente dalla Deledda testi ed attuando un’analisi più approfondita, si ha vita del parroco e i suoi sentimenti in modo sincero Il protagonista del romanzo è Giustino Boggio- la quale, amareggiata, si oppose non solo alla la possibilità di individuare una venatura nascosta e realistico, non nascondendone i lati negativi. lo, un impiegato di modesta cultura che, quan- pubblicazione del romanzo, che venne poi di nello stile dell’autrice. Con un’osservazione più Altra opera che ci presenta Deledda come autrice do la moglie scrittrice Silvia Roncella diventa fatto bloccata, ma anche successivamente al precisa si può infatti cogliere uno stile più legge- carica di un’ironia particolare, è la sua raccolta di famosa, diviene una sorta di agente pubblicita- conferimento del Nobel a Pirandello nel 1934. ro, libero dalle pesantezze della corrente verista e novelle, che viene composta durante tutta la sua vita. rio, aiutandola nei rapporti con editori, critici e Dal canto suo Pirandello, che probabilmente richiamante una forte ironia. È però necessario con- Le novelle sono senza dubbio narrate attraverso un giornalisti. Questa sua attività suscita la mali- non si aspettava una reazione tanto apertamente siderare opere minori: esempi di quest’amara ironia tono più leggero e uno stile più coinvolgente e talvolta gnità dei colleghi d’ufficio, che gli conferiscono ostile, reagì negando ogni colpa, nascondendo possono essere individuati ne “La madre” e in altre presentano una particolare ironia data dalle peripe- il soprannome di “Roncello”. Questo spinge insomma la mano dopo aver lanciato la pietra. novelle scritte dall’autrice. Prima di osservare le zie vissute dai personaggi, dalle espressioni dialettali Silvia a distaccarsi sempre più dal marito, fino Scrive infatti all’amico Ugo: “Che povertà di due opere appena citate è utile analizzare veloce- utilizzate e dalle caratteristiche che l’autrice “affib- a cedere alle avances di un rinomato scrittore. spirito, che angustia mentale quella Deledda! mente l’opera che portò la scrittrice al Premio Nobel bia” ai protagonisti. Esempio concreto sono novelle Nemmeno dopo la rottura con quest’ultimo e la Non capisce che reagendo così stuzzica peggio per la letteratura nel 1926: “Canne al vento”. Nel come “Una terribile notte” e “Un giorno”, nelle quali morte del figlio, Giustino e Silvia riescono a ri- la curiosità morbosa di questo sporco e meschi- romanzo “Canne al vento”, scritto intorno al primo il destino dei personaggi ha sempre una parte molto decennio del ventesimo secolo, vengono trattati temi importante nello sviluppo della storia. Mentre in “Un cardini della produzione della scrittrice sarda, come giorno” compaiono vicende spiritose e la descrizione Nelle foto: le tematiche dell’onore, della povertà e della super- dei protagonisti è arricchita da espressioni e termini Luigi Pirandello stizione. La Sardegna del Novecento è simbolo e carichi d’ironia tipici del dialetto sardo, nella novel- tema stesso all’interno del romanzo, mentre il titolo la “Una terribile notte” l’ironia è ben visibile nelle Grazia Deledda allude al paragone tra le canne al vento e la fragilità peripezie vissute dal protagonista. In quest’ultimo dell’esistenza umana. Anche in quest’opera, dove la caso è possibile fare un paragone tra ciò che viene descrizione prende il sopravvento sulla narrazione narrato da Deledda e la storia di “Andreuccio da Pe- e il ritmo è molto lento, Deledda inserisce l’ironia, rugia”, raccontata da Boccaccio all’interno del “De- presente nella figura di Noemi, una delle sorelle cameron”: entrambi i protagonisti, dopo una serie di protagoniste della vicenda. Il suo tono è sarcastico e avvenimenti catastrofici e surreali, sono destinati a carico di parole pungenti, caratteristiche che la fan- ritornare alla propria situazione di partenza, guada- no apparire come la più sveglia delle tre sorelle. gnando però un insegnamento morale che si porte- Un’altra opera determinante per comprendere lo ranno appresso per tutto il resto della loro vita. Nei te- stile di Deledda, è “La madre”. Si tratta di un ro- sti dell’autrice, l’ironia si può presentare secondo più congiungersi, rimanendo divisi, ognuno chiuso no cortile di pettegolezzi che è il nostro odierno manzo più breve e meno impegnativo rispetto alle modalità: il tono ironico viene affidato al protagonista nella propria sofferenza. mondo letterario...” altre opere narrative della scrittrice, in cui Deledda o al narratore esterno, in altri casi si trova all’interno Apparentemente la trama del romanzo è del Fu comunque chiaro che quei pettegolezzi era- dimostra la sua capacità di adeguarsi ai vari stili e della vicenda stessa, negli avvenimenti sempre più tutto innocua. Ma questa innocenza è appun- no stati suscitati da Pirandello, specialmente registri linguistici. In esso è particolarmente mar- esagerati e ridicoli. In conclusione, Deledda sviluppa to apparente: Pirandello dichiara infatti aper- alla Deledda, che rimase rancorosa. Perfino cato il ricorso, appunto, all’ironia. Già dalla trama, un’ironia distinta, determinata dall’obbiettivo d’inse- tamente di essersi ispirato alla Deledda e in al conferimento del Nobel, nel 1926, ci tenne che tratta temi nuovi e considerati “tabù” nell’epo- gnare e guidare il lettore fino al raggiungimento del particolare al marito, Palmiro Madesani, un a rimarcare l’amore e l’apprezzamento per il ca in cui venne scritta l’opera, si può percepire un rigore e della decenza. Essa è innovativa per l’epoca, semplice funzionario pubblico. I due, sposati marito, al quale dedicò il romanzo “Nostalgie” tono differente, che talora appare scherzoso e volto completamente differente da quella talvolta superfi- dal 1900, erano giunti a Roma dalla Sardegna definendolo “caro compagno di lavoro e di esi- a prendere in giro i vari protagonisti. Si tratta della ciale, tipica di molti scrittori, ma per nulla coerente ai e il marito, segretario e agente della Deledda a stenza”. storia di Paulo, un giovane parroco sardo poco de- temi crudi della corrente verista: essa non ha lo scopo tutti gli effetti, aveva collaborato amorevolmen- Non risulta che questi grandi letterati si sia- voto al suo dovere di sacerdote e attratto dall’amore di divertire o dare vivacità al testo, ma di permettere te al lancio della scrittrice nell’ambiente artisti- no mai chiariti: i due si spensero entrambi nel e dalle donne. Il suo carattere e i suoi modi di fare al lettore di immedesimarsi nelle vicende dalle quali co-letterario della capitale. 1936, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra. si contrappongono a quelli di sua madre, sciupata può trarre, grazie alla loro moralità, un insegnamento. A differenza del romanzo pirandelliano però, il ed invecchiata a causa delle negligenze e degli atti rapporto tra la Deledda e il marito fu sempre G.Severini, 5A poco ortodossi del figlio. Deledda ci regala, come in I.D’Agostino, A.Franco, C.Testino, 4A 14 15
Il filo comune dell’abbandono La volpe e il rosso G razia Deledda propone ai suoi lettori temi e riflessioni che ritroviamo anche nella letteratura italiana contemporanea; in modo particolare, abbiamo analizzato “Cene- re” e “Canne al vento”, trovando punti in co- mune con i romanzi “Accabadora” di Michela no del figlio come una scelta difficile ma ne- cessaria alla serenità di quest’ultimo, mentre il figlio Anania si sente dapprima spaesato ed incapace di comprendere l’estrema decisione, poi diventa ostile e trova impossibile perdona- re, ma, nonostante tutto, in lui rimane sempre G razia Deledda si servì molto dei colori per descrivere i paesaggi e le situazio- ni dei suoi romanzi. I suoi scritti emanano un patriottismo che è accentuato dal ripetuto uso dei colori vede, bianco e rosso per la rappre- sentazione di alcune vicende. Il colore rosso gio, Verga mostra i meccanismi sociali e psico- logici che possono stare all’origine del sopran- nome: Rosso Malpelo è un ragazzo dai capelli rossi e per questa sua caratteristica è giudicato da tutti cattivo e ribelle, vittima di pregiudizio popolare, secondo la novella, in paese tutti, Murgia, pubblicato nel maggio 2009 dalla casa il desiderio di ritornare alle proprie origini, è carico di significato ed è ampiamente sfrut- perfino la madre e la sorella, lo maltrattano e editrice Einaudi e vincitore dei premi Dessi, tramite la ricerca della madre naturale. tato nelle arti figurative, ma anche in lettera- lo respingono. “Malpelo si chiamava così per- SuperMondello e Campiello, e “L’arminuta” di In “Accabadora”, ci rendiamo conto che co- tura, dove può rilevare simbolicamente alcuni ché aveva i capelli rossi perché era un ragazzo Nella foto: Donatella Di Pietrantonio, pubblicato nel feb- lei che viene considerata dalla protagonista la aspetti di oggetti e persone. La passione ar- malizioso e cattivo”. Il rosso non rappresenta Paesaggio sardo braio 2017 e vincitore del Premio Campiello vera madre non è la donna che l’ha partorita, dente, l’amore e il fuoco sono tutti elementi solo la personalità del protagonista, ma anche (Villasimius) 2017. bensì quella alla quale è stata affidata da pic- associati all’aspetto più positivo del colore, ma la violenza del mondo dei minatori (la rena Soprattutto nel primo, troviamo il tema della cola. il rosso ha diverse connotazioni, anche negati- rossa). Alla fine del racconto Malpelo perde il figlia di anima: quest’ultima è lasciata dalla Ritroviamo il medesimo concetto ne “L’armi- ve, come nel caso della novella “La Volpe”. suo unico amico e si offre volontario per anda- madre naturale, in difficoltà economiche, ad nuta”, dove la protagonista sente come propria Nella novella “La Volpe” viene raccontata la re alla ricerca di un passaggio nella cava, dove una donna più facoltosa che se ne possa pren- la casa della sua infanzia e riconosce nella fa- storia di una ragazza il cui nonno si ammala scomparirà anche lui, ciò nonostante non riu- dere cura. miglia che l’ha cresciuta i suoi veri genitori; al poco prima di una festa del paese. Il medi- scirà a porre fine alle superstizioni e le ostilità È proprio da questo gesto estremo che parte contrario, quando viene “restituita” alla fami- co locale non è presente quindi un sostituto, nei suoi confronti. la nostra riflessione sul tema comune dell’ab- glia d’origine, ella percepisce i suoi fratelli ed innamorato della nipote dell’anziano malato, bandono che, in ogni caso, risulta essere, in i suoi genitori naturali come estranei ed estra- arriva a dare assistenza al nonno. La ragazza A.Onorio, M.Raggio, A.Privato, A.Nicora, 3A maniere differenti e con motivazioni di varia neo è anche il contesto abitativo nel quale, suo promette un bacio al medico sostituto in cam- natura, sempre dettato dall’interesse. malgrado, viene “catapultata”. bio del veleno per una volpe, tenendo l’uomo In “Cenere”, la madre Rosalia vive l’abbando- Anche in “Cenere”, nonostante un primo im- sulle spine. Il piano era in realtà di uccidere la patto non proprio gradevole, Anania percepisce moglie di un altro uomo di cui era amante, la Nella foto: come famiglia coloro che lo crescono, dunque moglie era soprannominata volpe. Durante la suo padre ed i personaggi un po’ “sgangherati” festa la ragazza verrà smascherata dal medico Casa di con i quali egli condivide la sua vita, assumen- che griderà l’allarme di avvistamento di una Grazia Deledda done pian piano i connotati. volpe nel capanno proprio dove la ragazza e Infatti, come illustrano bene le vicende dei tre l’altro uomo stavano progettando il piano. romanzi che abbiamo esaminato, tutti i protago- Questo animale rappresenta un’allegoria nisti accettano e si adattano progressivamente dell’astuzia, dell’ipocrisia e dell’inganno. alla nuova condizione familiare, imparandone Questi sostantivi sono spesso associati all’ani- a conoscere i lati positivi e quelli negativi, le male selvatico dal manto rosso, che è sempre debolezze ed i punti di forza. visto come un pretesto di discordia, incarna la Se, invece, ci concentriamo sul quarto romanzo gelosia, e infonde veleni. citato all’inizio di questo percorso di riflessio- Rosso come amore o come sangue? ne, ossia “Canne al vento”, troviamo il tema Questo colore si potrebbe inoltre scindere: dell’abbandono sotto altre spoglie. Qui, infatti, da una parte il rosso cristologico, dall’altra non c’è una madre ad abbandonare il figlio, ma il rosso dell’erotismo. Deledda è interessata una sorella che, spinta dall’orgoglio, dalla ne- soprattutto a temi estranei alla tradizione del cessità di ribellione e libertà e dal desiderio di Verismo: il senso del peccato e della colpa, la una vita più agiata, lascia la propria famiglia. necessità dell’espiazione, una concezione del- Anche in questo caso, però, l’abbandono, come la vita che, in senso molto largo, può dirsi re- dicevamo in apertura, è dettato dall’interesse: ligiosa, l’insistenza dell’umana fragilità, della malgrado i sentimenti ed i legami che tengono fatale forza della passione che trascina l’uomo uniti i membri di una famiglia, la prospettiva nel peccato. di un futuro più sereno per sé stessi o per il proprio figlio è il movente comune di queste É interessante vedere come anche Giovanni drammatiche separazioni. Verga usi il colore rosso in modo simbolico. Uno dei più celebri racconti è Rosso Malpelo. S.Bonsignore, G.Memore, A.Zangari, 4GR Attraverso la descrizione di questo personag- 16 17
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