GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
Liceo Linguistico Internazionale Grazia Deledda

Il
  Deledda
      raccontaGrazia

                  Con il patrocinio di

     Fondazione Urban Lab Genoa
         International School
GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
L               a “Civica scuola femminile”,
nata a Genova nel 1874 per volontà dell’allo-
ra barone Andrea Podestà, sindaco della città,
destinata alle giovinette di famiglia agiata e
di formazione laica, dall’età di sei anni fino ai
quindici1, fu intitolata alla “Regina Margheri-
                                                     mento e nei programmi di studio: aumentato di
                                                     un anno di corso superiore, in analogia con i
                                                     licei classici e scientifici, il ricamo e la sarto-
                                                     ria che insieme alle lingue alla musica avevano
                                                     connotato la scuola per le giovani destinate alla
                                                     buona società dell’anteguerra, vennero accan-
                                                                                                           1 Maria Grazia
                                                                                                           Pighetti Carbone,
                                                                                                           “Ai tempi
                                                                                                           della Regina
                                                                                                           Margherita”
ta” nel 1878. Nel 1935 aveva ottenuto da un re-      tonate a favore della maggiore presenza delle         (la nascita
gio decreto la possibilità che le proprie allieve    lingue straniere, sia nel numero che nella quan-      della “Deledda”,
proseguissero gli studi nei corsi di Magistero, e    tità di ore. Nasceva così il liceo linguistico, che
                                                                                                           Genova 1982,
il suo corso superiore arrivava fino ai diciotto     avrebbe avuto orari e programmi unificati nelle
anni di età. Nel dopoguerra la scuola non aveva      uniche cinque scuole più o meno simili, tutte
                                                                                                           pag.10)
più alcun corso elementare, ma conservava il         non statali, riconosciute per regio decreto o per
corso secondario inferiore (oggi detto di “pri-      legge, solo nel 1973.
mo grado”), che iniziava agli undici anni di età.    Come è noto, lo Stato ha avviato sperimentazio-
Sappiamo che già dopo il 25 luglio del 1943, os-     ni linguistiche nelle proprie scuole solo negli
sia con l’occupazione tedesca a Genova, venne        anni ’80, e solo dal 2010 esistono i licei lingui-
messa in discussione l’intitolazione alla regina     stici statali.
di casa Savoia, e che in città era stato proposto    Nel 2018 ricorro i 140 anni dalla prima intito-
un cambiamento a favore di Maria Mazzini. Tut-       lazione della scuola, e 70 anni dalla seconda.
tavia, solo dal 27 febbraio 1948 si ebbe la nuova    Una singolare ricorrenza che viene celebrata
intitolazione, non alla madre di Giuseppe Maz-       dalla scuola, unica in Italia per origine e storia,
zini, ma alla scrittrice, unica italiana a vincere   con questa pubblicazione.
il premio Nobel per la letteratura.
Al cambiamento di nome seguì poi, tra il 1950                              Ignazio Venzano, Preside
e il ’51, un rapido cambiamento nell’ordina-            del Liceo Grazia Deledda dal 1988 al 2013.

Questo lavoro nasce da un’idea dei docenti del Dipartimento di Lettere, maturata nell’ambito degli eventi orga-
nizzati dalla nostra scuola per i settant’anni della intitolazione del nostro Liceo a Grazia Deledda.

La volontà è stata quella di dare voce agli studenti che, attraverso un percorso di lavoro, che ha coinvolto diverse
classi dell’Istituto, ha prodotto una serie di testi di diverse tipologie e tematiche comunque centrate sulla figura
e sull’opera della scrittrice sarda.
I ragazzi e le ragazze hanno lavorato con entusiasmo e creatività, ma anche con metodo e autodisciplina: questo
prodotto è la testimonianza del loro impegno.

                                                                                                                               1
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Sommario

A te, scrittrice                                     pag.    4
(Non) scusateci se siamo nate donne                  pag.    7
Una sera d’inverno, a Stoccolma                      pag.    9
E se…                                                pag.   10
Grazia Deledda e Joumana Haddad,
   così lontane, così vicine.                        pag.    11
L’harem della Deledda                                pag.   12
Una stanza tutta per Grazia                          pag.   13
Pirandello Vs Deledda                                pag.   14
Grazia Deledda e la forza dell’ironia                pag.   15
Il filo comune dell’abbandono                        pag.   16
La volpe e il rosso                                  pag.   17
La Cina è vicina...                                  pag.   18
I rapporti familiari in “Cenere”                     pag.   19
Grazia Deledda e Giovanni Verga:
   due autori a confronto                            pag. 20
Il realismo magico: Grazia Deledda e Dacia Maraini   pag. 21
Canne al vento                                       pag. 23
“Quasi Grazia”                                       pag. 25
Grazia Deledda e gli autori russi                    pag. 26
La figura materna                                    pag. 27
Leggende sarde                                       pag. 29
I luoghi di Grazia                                   pag. 32
Sardegna, terra di Grazia                            pag. 35
In Viaggio con Deledda                               pag. 36
Cosima                                               pag. 37
Altre opere di Grazia Deledda                        pag. 39

                                                                  3
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A te, scrittrice

               N              on sei stanca?
                Sì, mortalmente.
                Ti chiedi come sia possibile. Ti chiedi come
                facciano a non vedere l’ingiustizia.

                Oggi ti sei svegliata, hai fatto colazione e hai lan-
                                                                        Voglio fare la scrittrice.

                                                                        Anche io.
                                                                        Anche io volevo fare la scrittrice.
                                                                        Sono nata più di cento anni fa, in un piccolo pe-
                                                                        sino in Sardegna. Casa, terra selvaggia di sole
                                                                                                                             un paesino del centro Italia, incantevole ai sen-
                                                                                                                             si ma letale per lo spirito. Pochi anni dopo, la
                                                                                                                             mia giovinezza e tutto ciò che vi era di bello e
                                                                                                                             puro in me erano andate perdute, rubate da un
                                                                                                                             uomo che non stimavo. Legata a lui ho trascor-
                                                                                                                             so più di dieci anni, anni oscuri, ma durante i
                                                                                                                                                                                   Non te la senti di definirti femminista perché
                                                                                                                                                                                   non ha più senso oggi, dici. Mi piacerebbe darti
                                                                                                                                                                                   ragione! Forse non senti più la necessità della
                                                                                                                                                                                   lotta perché qualcun altro ha combattuto per
                                                                                                                                                                                   te qualche decennio fa, qualcuno come le due
                                                                                                                                                                                   signore che hai incontrato poco fa e qualche
                ciato uno sguardo preoccupato alla scatola dei          e mare, di popoli e natura, casa, che mi ha dato     quali ricevetti il dono più grande della vita: mio    tempo dopo, qualcuno come me. Ora è il tuo
                cereali, cercando i grassi, le calorie, i carboidra-    moltissimo.                                          figlio. Bello, bello! Me lo ricordo correre per i     turno però! Purtroppo in gran parte del mondo
                ti; sono queste, vero, le cose che si devono evi-       Mi chiamo Grazia Deledda.                            prati, giocare e ridere, ma anche asciugarmi le       la condizione femminile non è cambiata, donne,
                tare. Forse l’hai fatto per te, ci tieni a restare in   Quando ero giovane ho studiato, le condizioni        lacrime con le sue manine, nelle notti in cui il      bambine, sono soggiogate al volere dei loro pa-
                linea ed in salute, o forse ti è tornato in mente un    che mi permetto di definire privilegiate della       peso della mia libertà che tanto avevo decantato      dri, fratelli e mariti e tu puoi fare così tanto per
                commento che ha fatto il tuo collega l’altro gior-      mia famiglia me ne hanno dato la possibilità.        e così brutalmente uccisa si faceva sentire trop-     loro, con la tua voce. Scrivi! Racconta storie!
                no. Non era una cosa carina, ti ha fatto sentire        Nessuno poi avrebbe pensato che graie al mio         po pesante. Me ne sono dovuta andare, non ave-        Racconta di te o degli altri, sii sempre onesta
                male per il tuo corpo, ti ha fatto sentire sbaglia-     interesse per la letteratura sarei diventata, nel    vo scelta. Come avrei potuto crescere un uomo         e sii forte! Sei una donna, sei nata per esserlo:
                ta. Ora controlli la scatola dei cereali. Ti alzi da    1926, la prima e ad ora l’unica donna italia-        buono e saggio da creatura soffocata e morente?       forte e bella, portatrice di pace. Puoi fare quello
                tavola, vai a truccarti. Ti piace farlo? Se sì, pro-    na a vincere il Nobel: era il mio destino e non      Non potevo predicargli il rispetto e la giustizia     che vuoi, hai il potere di diventare chiunque,
                babilmente ti trucchi troppo, sei ridicola, dove        potevo lasciare che un fattore culturale senza       e poi tanto ipocritamente sottostare alla volontà     ma non è così per tutte: troppe delle tue sorelle
                vai conciata così. Ah no! Ecco! In realtà vuoi          senso, per quanto radicato, come il patriarcato      rude del padre. Così ho trovato nella letteratu-      nel mondo non hanno le tue stesse possibilità,
                che gli uomini ti trovino bella, perciò nascondi        mi impedisse di compierlo. Sorte cieca e impie-      ra, nella scrittura una luce, che mi ha permesso      poi, lo sai meglio di me che alla fine neanche
                la tua vera apparenza, sei un’ingannatrice. La          tosa, che favorisce però chi di noi sa coglierne     di resistere negli ultimi anni della mia prigione     noi ce la passiamo così bene, nonostante i no-
                possibilità che tu lo faccia perché ti diverte non      la segreta ed antica bellezza, mi ha messo sulla     e che poi si è fatta sempre più forte ed intensa      stri innegabili privilegi, o ti devo forse ricordare
                è contemplata. Allora mettiamo che non ti piac-         strada di un uomo che mi ha portata a Roma,          col passare del tempo. Scrivi per te, scrivi per      che quando aprirai gli occhi inizierà l’ennesima
                cia, quindi non ti trucchi per niente: mah, okay,       dove la mia arte ha messo le ali. Abbi fede e        dare uno scopo alla tua presenza sulla terra, ma      giornata di ingiustizie e pressoni sociali basa-
                scelta tua, ma poi non ti lamentare se nessuno          coraggio, abbandonati al fato; non potrai guida-     scrivi anche e soprattutto per gli altri. Descrivi,   te sul genere? Quindi arrabbiati! Fatti sentire!
                ti vuole. Se ti sforzassi solo un po’ saresti tanto     re la tua esistenza, proverai dolore ed è giusto     denuncia, urla le ingiustizie e fa’ del tuo essere    Noi donne da sole siamo vulnerabili, ma unite,
                carina, sai. Ora cosa ti metti? Quel vestito che        che sia così: saranno tutte le tue esperienze a      donna un vanto, un punto di forza: avete fatto        siamo inarrestabili. Scrivi di noi, scrivi con noi,
                stai guardando? Non ci pensare neanche, troppo          renderti umana, a renderti donna. Scrivi di quel     molta strada da quando io camminavo ancora            scrivi per noi!
                scollato, nessuno ti prenderà sul serio. No, nean-      dolore, scrivi con passione ed ispirazione; se il    sulla Terra, allora, la parola femminismo era         Alle tue spalle scoppia una risata.
                che quello va bene, non è per niente femminile,         vento soffierà nella direzione a te favorevole, ti   ancora praticamente sconosciuta, ma già in-           Ti mette subito di buon umore e ti volti per ve-
                poi ti sta malissimo, forse con qualche chilo in        porterà lontano.                                     fervorava gli animi di molte donne, tra cui io        dere da chi proviene: una donna alta e bella ti
                meno...Sei di nuovo in ritardo. Esci di corsa ed                                                             stessa. Per loro! Per il riconoscimento dei loro      si avvicina mentre continua a sorridere. Ormai
                arrivi in ufficio. Ignori il tizio che da settimane     Ah Roma!                                             sforzi, non chinare mai il capo.                      hai capito come funziona, aspetti e ti prepari ad
                ormai ti chiede di uscire, non vuoi, gliel’hai già      Senti un’altra voce. Questa volta proviene da                                                              ascoltare.
                detto chiaramente, lui continua. Fai il tuo lavoro      una donna giovane, porta i capelli lunghi rac-       Esatto! A loro devi tutto!
                come tutti gli altri, né meglio, né peggio. A fine      colti in una treccia. Sembra parlare da sola,        Si avvicina a passi svelti un’altra figura, è pic-    Mia mamma fu la prima donna a diventare di-
                giornata ricevi lo stipendio, è più basso di quello     mentre guarda lontano, ma presto ti accorgi che      cola e questa volta ti è familiare, forse l’hai vi-   rettrice dell’Università della Nigeria, dove mio
                dei tuoi colleghi maschi. Vai a casa, devi pulirla,     le sue parole sono dirette a te.                     sta in tv o su qualche giornale. Ah no! Ora ti        padre insegnava. Ci è arrivata con impegno,
                occuparti dei figli, di tuo marito, stanco per il la-                                                        viene in mente. Era sul retro della copertina di      coraggio ed ambizione, qualità che ho impa-
                voro, preparare la cena, lavare i piatti.               Mi ricordo di quando passeggiavo per Roma            un libro che hai letto da poco, te l’aveva consi-     rato a coltivare io stessa, fino a diventare chi
                Giorno dopo giorno dopo giorno.                         con il mio piccino. Dì, lui lo avrà dimenticato?     gliato un’amica ed in effetti ti è piaciuto molto.    sono oggi. Il mio nome è Chimamanda Ngozi
                                                                        Amavo quella creatura con tutto il mio cuore,        Vorresti dirglielo, l’hai riconosciuta, hai letto     Adichie, sono anche io una scrittrice, forse hai
                Non sei stanca?                                         sai, e sono stata costretta a lasciarla.             un suo libro, ma non riesci ad interromperla, ti      persino visto la mia TED Talk sul femminismo,
                Sì, mortalmente.                                        Io sono Marta Felicina Faccio, ma forse mi co-       guarda negli occhi e parla veloce, con passione.      eh? E’ piuttosto famosa ahahah, ne sono felice.
                Non era quello che volevi, non sai più cosa fare.       nosci come Sibilla Aleramo.                                                                                Non voglio trattenerti a lungo, ma mi piacereb-
                Chiudi gli occhi.                                       Sono cresciuta a Milano, dove soprattutto grazie     Sono nata nel 1942, in un paese meraviglioso: il      be raccontarti una storia.
                                                                        agli insegnamenti di mio padre ho scoperto la        Cile. Mi chiamo Isabel Allende ed ho dedicato         La prima volta che ho dovuto tenere una lezio-
                Ti si avvicina una figura, non la riconosci. è          mia grande passione per la cultura ed ho svi-        la mia vita alla letteratura, alle storie. Sono una   ne di scrittura, ero preoccupata. Non per quello
                una donna dall’aspetto forte ed austero, ma ti          luppato un senso critico, lasciami dire, piutto-     scrittrice, una giornalista, una donna ed una         che avrei dovuto insegnare, mi ero preparata,
                sorride, ti parla, ti chiede se hai un sogno e tu       sto lodevole per una fanciulla del primo Nove-       femminista. Tu dici che non te la senti di defi-      ma per quello che avrei dovuto indossare in
                rispondi senza pensarci, con la spontaneità di          cento. Purtroppo, la mia vita ha preso una piega     nirti così, mi fai arrabbiare! Lo sai che non solo    modo che gli studenti mi prendessero sul serio.
                una bambina.                                            tragica quando la mia famiglia si è spostata in      ti stai dimostrando ingrata, ma anche egoista?        Ho finito per mettere un vestito quasi da uomo,

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
(Non) scusateci se siamo nate donne

    brutto, che non avrei mai scelto per un’altra
    occasione, però non era per nulla femminile,
    quindi, credevo, adatto e professionale. Se fossi
    stata un uomo, non mi sarei sentita in dovere
    di sembrare rispettabile, lo sarei stata e basta,
    senza dover provare il mio valore a nessuno.
                                                        lo! Vestiti da donna, se è come ti senti, parla
                                                        da donna, scrivi da donna, sii donna e sii fiera
                                                        di esserlo. La tua opinione e la tua esperienza
                                                        contano, non dimenticarlo.

                                                        Sta continuando a parlare? Non distingui più
                                                                                                            L’               Ottocento è un secolo di grandi
                                                                                                            rivoluzioni in ambito sociale, politico ed eco-
                                                                                                            nomico, specialmente in Italia, dove nel 1861
                                                                                                            si raggiunge l’unità. L’industria si sviluppa, il
                                                                                                            territorio si trasforma, le città si evolvono e, in
                                                                                                            quest’era di profondi mutamenti, emerge una
                                                                                                                                                                  ragazze e bambine venivano adescate con la
                                                                                                                                                                  promessa di matrimonio, violentate mentre si
                                                                                                                                                                  recavano al mercato, in campagna o addirittu-
                                                                                                                                                                  ra nelle vie delle città. Molte erano inoltre le
                                                                                                                                                                  vittime di violenza domestica o coloro le qua-
                                                                                                                                                                  li, lavorando nelle case di persone benestanti,
    Perché siamo ancora legati a questa associa-        bene le parole. La voce calda si fa sempre più      nuova figura, fino a quel momento marginale e         subivano le attenzioni del padrone che le con-
    zione uomo-professionalità? Mi sono pentita         distante e debole, ti sembra di vedere nei tratti   di poca importanza: la donna.                         siderava schiave pronte a esaudire ogni suo de-
    di non aver indossato la mia gonna ed il mio        di Chimamanda i volti delle altre donne con cui                                                           siderio. Chi subiva la violenza era costretta a
    lucidalabbra quel giorno, perché i miei stu-        hai parlato, sei sempre più confusa.                La donna ottocentesca viene concepita nell’im-        rimanere in silenzio poiché minacciata oppure
    denti avrebbero conosciuto chi sono davvero,                                                            maginario comune come madre o moglie che ri-          perché sapeva di non aver la legge dalla pro-
    una persona che non ha bisogno di nascondersi       All’improvviso apri gli occhi.                      mane in casa a occuparsi dei figli e del marito,      pria parte. Spesso, inoltre, le vittime venivano
    dietro le sembianze di un maschio. Dobbiamo         Ora ti senti forte, ti senti donna, sai cosa devi   con una vita semplice e dedita ai lavori casalin-     incolpate come responsabili dell’accaduto e di
    essere rispettate in quanto donne e non adattar-    fare.                                               ghi. Non si parla mai del lavoro estenuante del-      conseguenza emarginate.
    ci ad un mondo che ancora non sembra trovare        Scrivi.                                             le braccianti, delle domestiche e delle operaie.      Nel caso in cui le vittime rimanessero incinte
    spazio per noi: abbiamo il potere di cambiare le                                                        Non si parla delle numerosissime prostitute,          era difficile che queste tenessero il bambino,
    cose, tu hai il potere di cambiarle, quindi fal-                                     M.J.Brialdi, 5L    costrette a vendere il proprio corpo per poche        sia per paura di non riuscire a sfamarlo (bisogna
                                                                                                            lire. Non si parla della semi-schiavitù in cui la     pensare che le donne che subivano abusi erano
                                                                                                            maggior parte delle donne viveva e della com-         perlopiù povere), sia per non dover affrontare
                                                                                                            pleta sottomissione all’uomo. Non si parla dei        il giudizio di parenti e compaesani. Parecchie
                                                                                                            casi di abuso (spesso a danno di minori), degli       ricorrevano quindi all’aborto o all’infanticidio,
                                                                                                            aborti e degli infanticidi, atti per i quali esse     che se tra le famiglie meno ricche era difficil-
                                                                                                            potevano anche esser condannate a morte.              mente compreso, tra quelle più prestigiose era
                                                                                                                                                                  visto come atto sacrilego per cui le madri dove-
                                                                                                            A quel tempo era normale che le donne dei             vano essere punite (spesso con la morte).
                                                                                                            ceti meno abbienti lavorassero nei campi, come
                                                                                                            filatrici o domestiche per contribuire al so-         Grazia Cosima Deledda è un simbolo di rivolu-
                                                                                                            stentamento della famiglia; qualunque fosse il        zione e lotta per l’emancipazione, in Sardegna
                                                                                                            loro mestiere, però, anche a parità di impiego,       come in Italia: è la prima donna (e ultima per
                                                                                                            l’uomo riceveva un salario più alto: lo stipen-       ora) ad aver ricevuto il Nobel per la letteratura,
                                                                                                            dio della donna non veniva infatti considerato        sconfiggendo i pregiudizi dell’epoca grazie a te-
                                                                                                            necessario, ma come supplemento a quello del          nacia e caparbietà; la giovane scrittrice nel cor-
                                                                                                            marito.                                               so della sua vita deve fare i conti con le dicerie
                                                                                                            Molte ragazze inoltre, spesso giovanissime, si        di paese, le critiche pungenti dei colleghi e del-
                                                                                                            davano alla prostituzione perché prive di ade-        le autorità, ancora legati a una società patriar-
                                                                                                            guati mezzi di sussistenza o vittime di abuso         cale. Nei suoi libri Grazia Deledda rappresenta
                                                                                                            (e per questo emarginate e con la reputazione         la tragica condizione femminile: in “Canne al
                                                                                                            “macchiata”). Le prostitute erano accusate di         vento”, per esempio, la morte del padre vie-
                                                                                                            trasmettere malattie veneree, motivo per cui          ne concepita come morte dell’intera famiglia,
                                                                                                            con l’unità d’Italia si scelse di regolamentare       mentre ne “La Madre” l’unico compito che Ma-
                                                                                                            il fenomeno e aprire le case di tolleranza (o         ria Maddalena, la madre di Paulo, protagonista
                                                                                                            bordelli nel linguaggio comune). Tuttavia non         della storia, sente di avere è quello di riportare
                                                                                                            solo le ragazze vivevano in condizioni pessime,       il figlio sulla retta via e vederlo felice.
                                                                                                            senza poter uscire di casa, cantare o affacciarsi
                                                                                                            dalla finestra, ma siccome dovevano iscriversi        Pensando alla condizione della donna tra il
                                                                                                            obbligatoriamente all’ufficio sanitario, erano        XIX e il XX secolo possiamo vedere i grandi
                                                                                                            anche marchiate a vita e potevano difficilmente       progressi fatti finora e le sconvolgenti differen-
                                                                                                            trovare un altro lavoro.                              ze tra le due epoche. Eppure, 200 anni dopo,
                                                                                                            Altro enorme dramma che la popolazione fem-           si lotta ancora per la parità di stipendio (in
                                                                                                            minile (soprattutto tra i 7 e i 16 anni) si trovava   Europa mediamente la donna guadagna, per il
                                                                                                            purtroppo ad affrontare era l’abuso sessuale;         medesimo impiego, il 16% in meno del collega

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
Una sera d’inverno, a Stoccolma

    uomo), contro la violenza sulle donne (nei primi
    dieci mesi del 2017 si contano 114 femmini-
    cidi, per non parlare delle vittime di stalking,
    abuso e violenza psicologica), contro il luogo
    comune secondo cui le violenze subite siano
    colpa delle vittime e non degli aggressori, sup-
                                                        Noi, donne del XXI secolo, siamo nate in un
                                                        mondo fatto per uomini e dobbiamo cercare di
                                                        trasformarlo in un mondo fatto per tutti.
                                                        Noi, donne del XXI secolo, non ci scusiamo se
                                                        a non tutte piace stare a casa a fare l’uncinetto o
                                                        a prenderci cura dei bambini o a pulire la casa
                                                                                                              A               Stoccolma, l’inverno è freddo. A
                                                                                                              dicembre, quando vengono consegnati i premi,
                                                                                                              le temperature possono raggiungere i 10 gra-
                                                                                                              di sotto zero. Ai viaggiatori, che provengono
                                                                                                              da sud, si consiglia di portare abiti pesanti, e
                                                                                                              anche lei deve aver indossato un cappotto di
                                                                                                                                                                  ai colonnati romani. L’interno è elegante e ma-
                                                                                                                                                                  estoso, con una capienza di quasi 1800 posti.
                                                                                                                                                                  Posti che anche quell’anno saranno stati occu-
                                                                                                                                                                  pati da intellettuali, reali, ambasciatori e mini-
                                                                                                                                                                  stri provenienti da ogni parte del mondo. Pur
                                                                                                                                                                  in questo ambiente non esattamente rilassato,
    portato da scuse quali “era ubriaca”, “indos-       o a cucinare la cena al marito.                       pelliccia, quando è scesa dal treno. Roma –         non è difficile immaginare Deledda alzarsi con
    sava una gonna troppo corta/un vestito troppo       Ma, soprattutto, non ci scuseremo mai per esser       Stoccolma, dev’essere stato un bel viaggio, nel     fierezza e avvicinarsi al Re di Svezia che le
    scollato” o i gettonatissimi “l’avrà provocato” o   nate donne, ed esserne orgogliose.                    1927, e Grazia Deledda dev’essere sembrata          porgeva il premio. In un momento del genere,
    “era consenziente”.                                                                                       così fuori posto nella città scandinava, lei pic-   chiunque avrebbe sentito il proprio cuore bat-
                                                                                                Classe 3L     cola, scura, con quell’aria vagamente corruc-       tere, ma lei narrò di aver udito il gracchiare del
    Noi, donne del XXI secolo, dobbiamo ancora                                                                ciata che conserva persino sui francobolli. Avrà    suo corvo domestico.
    combattere contro sessismo, pregiudizi, miso-                                                             avuto la stessa espressione, quando ha saputo       Nominata per la “scrittura che testimonia con
    ginia.                                                                                                    del Nobel? Di sicuro, non deve aver dato segni      chiarezza la vita sulla sua isola natale”, men-
                                                                                                              di eccessivo entusiasmo: si dice che il suo pri-    ziona più volte l’amata Sardegna nel discorso di
                                                                                                              mo commento sia stato: “Già!”.                      accettazione. Proprio la natura e il popolo sardi
                                                                                                              Il premio è per la letteratura, 1926, ma le vie-    sono ispiranti soggetti ricorrenti nelle sue ope-
                                                                                                              ne consegnato un anno dopo, nel dicembre            re. Come tutti erano affascinati dalle sue paro-
                                                                                                              del 1927 (in Italia, anno VI dell’era fascista).    le, lei racconta che era sempre stata affascinata
                                                                                                              Grazia Deledda è la seconda scrittrice italiana     dall’idea di vedere il mondo, soprattutto Roma.
                                                                                                              a riceverlo, dopo Carducci. Il suo nome non è       Riuscita a stabilirsi lì, ella si riteneva soddi-
                                                                                                              nuovo al comitato del Nobel: è già stata nomi-      sfatta e fortunata, ma afferma che la più grande
                                                                                                              nata ben 17 volte, più di molti altri suoi colle-   fortuna è la fede, sia nella vita che in Dio.
                                                                                                              ghi scrittori.                                      Dimostrando quanto meritasse quel premio, il
                                                                                                              Il Konserthuset, la Sala dei Concerti di Stoccol-   suo discorso termina con una bellissima meta-
                                                                                                              ma, dove si tiene la cerimonia di consegna, è un    fora con cui la scrittrice riassume la sua arte
                                                                                                              edificio bianco e squadrato, con un imponente       come “una canzone o un motivo che sgorga
                                                                                                              colonnato, costruito tra il 1924 e il 1926. Ci si   spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo“.
                                                                                                              immagina che gli svedesi ne andassero molto
                                                                                                              fieri all’epoca, e chissà che cosa deve averne                          I.Quadrelli, 5A; M.Fusco, 5I
                                                                                                              pensato la scrittrice osservandolo, lei abituata

                                                                                                                   Alla cerimonia del Nobel segue sempre un banchetto, ospitato                              Consommé Chesterfield
                                                                                                                   dai reali di Svezia.                                                                  Suprême de turbotin normande
                                                                                                                   L’ambiente del banchetto fece una forte impressione alla scrit-                             Caneton a l´orange
                                                                                                                   trice, che descrisse poi alla sua famiglia la corte svedese come                        Fonds d´artichauts Mornay
                                                                                                                   composta “di donne e uomini bellissimi, colti, amabili, arguti”.                             Bombe pralinée
                                                                                                                   I menù dei banchetti reali, per nostra fortuna, sono tutti riporta-                            Petits fours
                                                                                                                   ti sul sito internet del premio, e quindi sappiamo che la sera del                                Fruits
                                                                                                                   10 dicembre 1927 Grazia Deledda mangiò:
                                                                                                                                                                                                                      VINS
                                                                                                                                                                                                                   Old Madeira
                                                                                                                                                                                                           Domaine de Chevalier, 1918
                                                                                                                                                                                                           Liebfraumilch Spätlese, 1924
                                                                                                                                                                                                          Duminy & Co, Goût Américain
                                                                                                                                                                                                                  Imperial Ruby

8                                                                                                                                                                                                                                         9
GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
abilità di scrittrice, riconosca l’esistenza di        luce dai miei romanzi e ponga sotto i riflettori

     E se…                                                                                                                 determinate problematiche, rapportabili alla
                                                                                                                           realtà sarda dell’epoca.
                                                                                                                                                                                  la realtà sarda, a me tanto cara. La Sardegna
                                                                                                                                                                                  ha sempre avuto un ruolo piuttosto marginale
                                                                                                                                                                                  nella realtà sociale italiana e vederla godere,
                                                                                                                        D: Colgo anche l’occasione per farle le mie               grazie ai miei libri, di una tale considerazio-

             ...G
                                                                                                                           congratulazioni, anche se in ritardo, per la           ne, mi riempie di speranza. Inoltre, il fatto
                                                                                                                           vincita del premio Nobel: cosa ha significato          che il Nobel sia stato conferito a me, una don-
                                                                                                                           un tale riconoscimento per la sua carriera?            na, rappresenta un grande traguardo per ciò
                                                                                                                                                                                  che riguarda la condizione femminile ed un
                                                                                                                        R: Ritengo che questo premio, più che certifica-          passo importante verso l’emancipazione.
                        razia Deledda fosse ancora viva e po-         nonostante la tendenza a perseguire ideali           re la mia abilità di scrittrice, riconosca l’esi-
              tessimo porle delle domande?                            sbagliati e a cedere alle tentazioni, in loro        stenza di determinate problematiche messe in                                                Classe 3L
              Ripercorrendo alcune tra le tematiche presenti          sia presente la necessità di espiare le pro-
              nelle opere dell’autrice novecentesca possiamo          prie colpe, di tentare di giungere alla reden-
              comprendere qualcosa in più sulla società sarda         zione. Credo che questo aspetto sia presente
              nel periodo tra il XIX e il XX secolo e probabil-       tuttora.
              mente anche su quella contemporanea.                    Sono d’accordo.
                                                                      Ciononostante devo riconoscere di avere una
              D: I suoi libri sono un classico della letteratura      visione piuttosto pessimistica della condi-
                 italiana. Da generazioni noi studenti ci ri-         zione umana; infatti spesso i miei personag-

                                                                                                                                                    Grazia Deledda e Joumana Haddad,
                 troviamo a leggerli e ad analizzarne i con-          gi non riescono ad ottenere in alcun modo
                 tenuti. Quali sono i temi principali a cui si        l’agognata espiazione dei propri peccati.
                 è ispirata durante la composizione dei suoi

                                                                                                                                                                   così lontane, così vicine.
                 romanzi?                                          D: Capisco. Un’altra tematica assai evidente
                                                                      nei suoi romanzi è la condizione di preca-

                                                                                                                        C
              R: La società in cui vivevo ha giocato un ruo-          rietà ed instabilità, specialmente per quanto
                 lo fondamentale nei miei romanzi: infatti ho         riguarda la situazione economica delle fami-
                 esposto i suoi aspetti, principalmente quelli        glie descritte. In che modo ha affrontato il
                 negativi, come la crisi economico-sociale,           tema?
                 l’isolamento e l’arretratezza della Sardegna
                 rispetto alle altre regioni italiane. Tutto ciò   R: Ho deciso di lasciare spazio alle descrizioni,                   urioso, ma vero: il mondo sardo         tori. Tuttavia, per cita-
                 ha sicuramente influito anche sui miei per-          in modo tale da riuscire a coinvolgere effi-      dell’800 e quello arabo attuale hanno molto            re l’autrice sarda: “Se
                 sonaggi, che vivono in queste circostanze            cacemente il lettore, che può così prender        più in comune di quanto si pensi. Grazia De-           vostro figlio vuole fare
                 difficili.                                           parte alle vicende narrate; in alcuni casi,       ledda, autrice di grandi romanzi quali “Canne          lo scrittore o il poeta
                                                                      dietro a quella che, in apparenza, può sem-       al vento” e “Cenere”, si racconta nella sua            sconsigliatelo ferma-
              D: Effettivamente nei suoi romanzi i personag-          brare una situazione positiva, in verità si na-   autobiografia “Cosima”, svelandoci numerose            mente. Se continua
                 gi svolgono la funzione di raccontare, attra-        scondono decadenza e rovina, sia economica        somiglianze con la storia di Joumana Haddad,           minacciatelo di disere-
                 verso le loro esperienze, la Sardegna di fine        sia morale. Alcuni personaggi dall’aspetto        autrice proveniente dalla rigida realtà di Bei-        darlo. Oltre queste pro-
                 ‘800. Quali sono le loro caratteristiche prin-       benestante si trovano in realtà sull’orlo del     rut, ad oggi importante scrittrice contempora-         ve, se resiste, comin-
                 cipali?                                              fallimento, tuttavia tentano disperatamente       nea conosciuta a livello mondiale e attivista          ciate a ringraziare Dio
                                                                      di non mostrarlo agli altri, di non renderlo      femminista.                                            di avervi dato un figlio
              R: I miei personaggi sono tormentati e fragili,         noto.                                             Sin da giovanissime, le due autrici si inte-           ispirato, diverso da-
                 come canne al vento: è un aspetto fondamen-                                                            ressarono alla lettura e in particolar modo            gli altri “(Cenere). Sia
                 tale, poiché sono proprio le loro debolezze a     D: Questo mi fa pensare ad uno dei suoi libri:       alla scrittura, sviluppando pensieri diversi           una che l’altra, infatti,
                 spingerli ad abbandonarsi alle passioni e ai         “L’edera”.                                        da quelli delle loro coetanee; ciò è descritto,        proseguirono coltivan-
                 peccati. Certo, non si può dire che non vi sia                                                         per esempio, da Joumana Haddad in “Quando              do la loro passione,
                 anche il tentativo da parte loro di ottenere la   R:	È vero. La famiglia Decherchi, protagonista       ho scoperto il marchese de Sade (o forse dovrei        finendo per realizzarsi
                 remissione delle colpe, ma spesso quest’ul-          delle vicende, viveva negli agi; tuttavia, a      dire: quando sono stata scoperta da lui) avevo         e dimostrandosi dota-
                 timo risulta totalmente vano.                        causa dell’incoscienza di un suo membro,          solo 12 anni. Gli scaffali di casa, con tutti i loro   te di grande talento.
                                                                      Don Paulu, tutti si ritrovano a vivere in una     deliziosi piaceri, mi si offrivano durante le va-      Interessante è inoltre
              D: Secondo lei queste caratteristiche possono           condizione di miseria, mascherata dall’o-         canze estive.” J.Haddad, Ho ucciso Shahrazad,          sapere che entrambe
                 accomunare l’uomo contemporaneo a quello             spitalità e dalla generosità che riservano ai     confessioni di una donna araba arrabbiata.             si dedicarono, in parte,
                 del passato, presente nelle sue opere?               mendicanti e dalla bellezza della loro villa.     Già, durante le vacanze estive: questo perché          allo studio delle lingue:
                                                                      La situazione è critica al punto da spingere      durante tale periodo, l’autrice aveva maggiore         la Deledda studiò, oltre all’italiano, il latino
              R: Sì. A mio avviso gli uomini di ogni epoca            Annesa, figlia adottiva, a commettere un gra-     possibilità di sgattaiolare di nascosto nella li-      e il francese; Joumana Haddad, invece, parla          Nella foto:
                 sono caratterizzati da aspetti ricorrenti per        ve crimine. Anche ne “La madre” è presente        breria del padre, per nutrire la sua mente così        ben 7 lingue. In conclusione, quindi, possia-         Joumana Haddad
                 quanto riguarda la loro natura e le loro incli-      la tematica del decadimento, ma in questo         affamata di sapere e conoscere. Proprio come           mo vedere come le due scrittrici, sebbene così
                 nazioni. Come dicevo prima, nei miei libri           caso è morale, non materiale. Ho scelto il        Grazia Deledda, infatti, la donna fu ostacolata        lontane (in tutti i sensi) siano simili e abbiano
                 ho spesso raccontato vicende di personaggi           realismo nel descrivere gli avvenimenti poi-      dalla sua famiglia nel perseguire la sua pas-          molto in comune.
                 tormentati, evidenziandone le debolezze ed           ché ci tenevo ad esporre queste Ritengo che       sione, in quanto scrittrice in un mondo ricco
                 i limiti, e sono giunta alla conclusione che,        questo premio, più che certificare la mia         di limiti e pregiudizi, caratterizzato da scrit-                                             A.Pani, 4R

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
Un secondo harem può essere identificato nel              raggiungerà grandi traguardi, tra cui l’assegnazio-

     L’harem della Deledda                                                                                                           microclima della famiglia della scrittrice, che
                                                                                                                                     la ostacola in molte occasioni, finché lei non si
                                                                                                                                     opporrà al suo destino, andando contro gli stessi
                                                                                                                                                                                               ne del Nobel nel 1926.
                                                                                                                                                                                               Come la Mernissi, la Deledda uscirà insomma
                                                                                                                                                                                               dal suo harem per mai più ritornarci, non dimen-
                                                                                                                                     familiari e gli altri letterati che non la considera-     ticherà mai la condizione dalla quale proviene
                                                                                                                                     no sufficientemente colta. Si guadagnerà l’oppor-         e farà frutto delle sue esperienze per scrivere e

                   F
                                                                                                                                     tunità di essere definita moderna, dimostrandosi          spesso denunciare quella situazione che è per
                                                                                                                                     capace di lottare per la propria emancipazione            molte donne un vero e proprio “harem in Occi-
                                                                                                                                     nonostante i pregiudizi. Si lascerà tutto alle spalle     dente”.
                                                                                                                                     per rincorrere i suoi sogni di scrittrice e grazie alla
                                    atema Mernissi è stata una scrittri-   re, ma con il tempo e l’aiuto da parte della madre        sua determinazione e alla sua fiducia in se stessa                              S. Allegeretti, M Olivieri, 4R
                   ce araba marocchina nata a Fès nel 1940. Studio-        e delle altre donne riesce a capire. Tradizional-
                   sa, insegnante e pluripremiata autrice, la Mernis-      mente la donna viene reclusa perché a lei viene
                   si è stata un’instancabile promotrice di relazioni      attribuita la fitna, ossia la capacità di travolgere

                                                                                                                                                                                               Una stanza tutta per Grazia
                   culturali fra i paesi del bacino del Mediterraneo.      irrimediabilmente l’altro sesso, da cui gli uomini
                   Nel corso della sua vita ha partecipato a nume-         devono allontanarsi. Con il passare degli anni la
                   rose campagne per far conoscere l’esistenza di          Mernissi arriva alla conclusione per cui ciò che
                   movimenti per la pace e forme di opposizione alla       un tempo era per tradizione, ora è per conve-
                   guerra e al terrorismo nel mondo arabo-islamico.        nienza (come il fatto che le donne islamiche oggi

                                                                                                                                     I
                   Fatema Mernissi ha pubblicato vari romanzi, tra         possano eleggere i propri rappresentanti in parla-
                   cui “La terrazza proibita”, pubblicato nel 1996, il     mento, ma non hanno voce in capitolo in materia
                   quale è probabilmente il più noto nei paesi euro-       di legislazione). Nonostante questi aspetti negativi
                   pei, insieme a “L’harem e l’occidente” (2000).          la Mernissi afferma anche che l’harem non è so-
                   Nonostante la Mernissi descriva un mondo assai          lamente un edificio in cui sono rinchiuse le mogli
                   differente da quello sardo del tardo ‘800, raccon-      di un uomo, ma è un luogo in cui esse vengono                              l primo Novecento letterario è ani-      nel 1908, la scrit-
                   tato da Grazia Deledda, si può notare che entram-       tenute al sicuro, protette da chiunque potesse far        mato da autrici quali Grazia Deledda e Virginia           trice sarda prende
                   be si trovano costrette in un harem.                    loro del male. È un luogo in cui le vecchie vedo-         Woolf che, nonostante scrivano in ambiti diversi,         parte a Roma al
                   Il termine harem è una variante della parola araba      ve o le donne ripudiate dal marito possono essere         hanno dato voce al genere femminile, da secoli            primo Congresso
                   haram, che designa ciò che è vietato, proibito, in      accolte quando non hanno altro posto che le possa         ordinato al silenzio ed escluso dall’ambito cultu-        Nazionale delle
                   particolare dalle leggi religiose. Ciò che è haram      ospitare.                                                 rale. L’emancipazione femminile sembra prendere           donne italiane per
                   si oppone a ciò che è halal, riferito invece a ciò      Nella sua lunga ricerca la Mernissi riesce dunque         forma nelle opere delle due scrittrici, pare andare       la partecipazione
                   che è lecito, consentito. La parola harem designa       a trovare aspetti sia positivi che negativi all’esi-      al di là dei preconcetti e dei limiti imposti da una      femminile alla vita
                   pertanto un luogo sottoposto a limiti (hudud), in       stenza dell’harem: un territorio da cui uscirà pa-        società patriarcale che ha sempre relegato le don-        sociale, mentre la
     Nella foto:   cui certe cose sono proibite.                           cificamente nel momento in cui deciderà di voler          ne all’ambiente domestico e famigliare. Armate            contemporanea
     Un esempio    La Mernissi è fisicamente costretta in un harem         diventare una scrittrice e si trasferirà per realizza-    di penna e determinazione, Virginia Woolf e Gra-          inglese tiene due
     di harem      domestico, cioè una casa dove una o più coppie,         re il suo sogno.                                          zia Deledda modellano la letteratura, dandole un          conferenze nel 1928 sulle donne e il romanzo a
                   monogamiche o poligamiche, convivono assieme            La Deledda, al contrario, per allontanarsi dall’ha-       tocco ‘’rosa’’ e gettando le basi del femminismo.         Cambridge. È proprio basandosi su queste due           Nella foto:
                   alle proprie famiglie. Nel suo romanzo racconta di      rem in cui è rinchiusa, è costretta a scappare dal        Educazione, dignità, libertà: questi sono i concetti      conferenze che la Woolf realizza il saggio “ Una       Virginia Woolf
                   quando, nel periodo dell’infanzia, cercava di capi-     paesino in cui è cresciuta, tagliando ogni contatto       chiave che emergono dalle opere delle due scrit-          stanza tutta per sè”. L’ opera è un saggio sulle
                   re cosa fosse un harem e perché esistesse; grazie       con la famiglia. Lei infatti è costretta in un harem      trici, le quali si fanno portavoce della creatività       donne e per le donne; la Woolf conduce il letto-
                   alle esperienze vissute e ai famigliari è riuscita a    più severo di quello della Mernissi, senza pareti         delle donne che è stata rinchiusa all’interno delle       re attraverso la storia della letteratura femmini-
                   trovare una soddisfacente risposta.                     né confini: la mentalità della società. Proprio di        mura domestiche.                                          le, soffermandosi in particolare su autrici quali
                   Durante la sua ricerca, emerge un aspetto fonda-        questo parla l’autobiografia “Cosima”, pubblicata         Per poter coltivare la loro passione per la lettera-      Aphra Benn, Jane Austen, le sorelle Brönte e Ge-
                   mentale della vita nell’harem: l’ostacolo all’indivi-   postuma nel 1937 dal marito.                              tura, la Woolf e la Deledda hanno dovuto affron-          orge Eliot. La tesi principale dell’opera (che ha
                   dualismo, cosa che all’inizio non riesce a concepi-     La giovane Grazia trascorre la sua infanzia in un         tare difficoltà di carattere economico, sociale e         poi dato il titolo al saggio stesso) sostiene che le
                                                                           piccolo paese della Sardegna alla fine dell’800,          famigliare: la figura della donna scrittrice, infatti,    donne, per poter scrivere, necessitino di “denaro
                                                                           periodo e luogo in cui è costretta a vivere secondo       non era ancora stata assimilata all’epoca e le due        e di una stanza tutta per sé”. Questa necessità di
                                                                           le regole di un popolo dalla mentalità molto ri-          autrici sono state esposte ai pregiudizi infondati e      possedimenti materiali per poter scrivere sotto-
                                                                           stretta: la donna deve rispettare le regole dell’uo-      alle critiche che lo scetticismo maschile ha mosso        linea la condizione di miseria e di povertà nella
                                                                           mo e nella maggior parte dei casi non ha diritto ad       loro.                                                     quale hanno versato le donne nella storia, che ha
                                                                           un’educazione completa. Già durante l’adolescen-          Nonostante gli innumerevoli ostacoli, la tenacia e        impedito loro di partecipare attivamente al mondo
                                                                           za, quando l’autrice inizia a scrivere versi e novel-     la bravura delle due scrittrici sono state premiate:      della cultura e della letteratura.
                                                                           le, l’harem che le è stato costruito attorno la limita,   Grazia Deledda vince il premio Nobel per la lette-        Virginia Woolf e Grazia Deledda hanno incorag-
                                                                           punisce le sue iniziative così ribelli e trasgressive     ratura nel 1926, diventando così l’unica scrittrice       giato le donne ad ampliare i loro orizzonti, a spez-
                                                                           in modo severo e impersonale; sarà infatti oggetto        italiana a ricevere un premio di tale importanza,         zare le catene che le tenevano legate solo al ruolo
                                                                           di scherno da parte dei compaesani. Anche pren-           mentre l’autrice inglese, oltre a guadagnare fama         di madri e mogli, per poter diventare finalmente
                                                                           dere contatto con riviste continentali, che in molti      internazionale, conquista una posizione di spicco         scrittrici e lettrici. Le loro opere hanno dato una
                                                                           casi apprezzeranno i suoi lavori, farà risultare la       nell’ ambito della letteratura britannica.                svolta alla letteratura, preparando il cammino ver-
                                                                           giovane Grazia inadatta e avulsa dall’harem, uno          La lotta per l’emancipazione femminile esce dalle         so un futuro più femminile.
                                                                           stato mentale di arretratezza e chiusura, delimita-       pagine dei loro libri e si materializza in congressi
                                                                           to dalla società isolana.                                 e conferenze, alle quali partecipano attivamente:                                            C.Calcagno, 4B

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
Pirandello Vs Deledda                                                                                                                                            Grazia Deledda e la forza dell’ironia

                        N               el 1910 la casa editoriale Treves
                        si rifiuta di pubblicare un romanzo dal titolo
                        “Suo marito”. Si tratta di un’opera di Luigi Pi-
                        randello, pubblicata comunque l’anno succes-
                        sivo dalla casa editrice Quattrini a Firenze.
                        É indubbiamente uno dei lavori meno cono-
                                                                               caratterizzato da reciproco sostegno e stima: se-
                                                                               condo alcuni fu proprio questo successo coniu-
                                                                               gale a suscitare l’invidia di Pirandello il quale,
                                                                               come era risaputo, aveva un rapporto tutt’altro
                                                                               che sereno con la moglie, segnato da reciproca
                                                                               iper-gelosia.
                                                                                                                                    L                a scrittrice Grazia Deledda vie-
                                                                                                                                    ne spesso considerata come l’autrice vertice della
                                                                                                                                    corrente verista novecentesca, per lo più legata
                                                                                                                                    ad una visione amara e pessimista della natura. Il
                                                                                                                                    nesso tra questa corrente e Deledda è innegabile se
                                                                                                                                    si tengono presenti i suoi romanzi più conosciuti e
                                                                                                                                                                                              ogni suo romanzo, suggestivi scorci della Sardegna,
                                                                                                                                                                                              descritta minuziosamente. Proprio qui sono ambien-
                                                                                                                                                                                              tate le vicende e gli episodi della storia più comici:
                                                                                                                                                                                              esempi sono la fuga di Paulo, che sottolinea i modi
                                                                                                                                                                                              impacciati del protagonista, e il racconto delle sue
                                                                                                                                                                                              avventure amorose con Agnese, altro personaggio
                        sciuti del famoso scrittore siciliano, ma nascon-                                                           commentati, come “Canne al vento”, sua opera di           fondamentale della storia. Deledda elimina quasi
                        de risvolti interessanti che coinvolgono diretta-      Al di là delle speculazioni, la provocazione di      riferimento. Prendendo però in considerazione altri       tutti i filtri retorici e convenzionali, descrivendo la
                        mente Grazia Deledda.                                  Pirandello fu colta pienamente dalla Deledda         testi ed attuando un’analisi più approfondita, si ha      vita del parroco e i suoi sentimenti in modo sincero
                        Il protagonista del romanzo è Giustino Boggio-         la quale, amareggiata, si oppose non solo alla       la possibilità di individuare una venatura nascosta       e realistico, non nascondendone i lati negativi.
                        lo, un impiegato di modesta cultura che, quan-         pubblicazione del romanzo, che venne poi di          nello stile dell’autrice. Con un’osservazione più         Altra opera che ci presenta Deledda come autrice
                        do la moglie scrittrice Silvia Roncella diventa        fatto bloccata, ma anche successivamente al          precisa si può infatti cogliere uno stile più legge-      carica di un’ironia particolare, è la sua raccolta di
                        famosa, diviene una sorta di agente pubblicita-        conferimento del Nobel a Pirandello nel 1934.        ro, libero dalle pesantezze della corrente verista e      novelle, che viene composta durante tutta la sua vita.
                        rio, aiutandola nei rapporti con editori, critici e    Dal canto suo Pirandello, che probabilmente          richiamante una forte ironia. È però necessario con-      Le novelle sono senza dubbio narrate attraverso un
                        giornalisti. Questa sua attività suscita la mali-      non si aspettava una reazione tanto apertamente      siderare opere minori: esempi di quest’amara ironia       tono più leggero e uno stile più coinvolgente e talvolta
                        gnità dei colleghi d’ufficio, che gli conferiscono     ostile, reagì negando ogni colpa, nascondendo        possono essere individuati ne “La madre” e in altre       presentano una particolare ironia data dalle peripe-
                        il soprannome di “Roncello”. Questo spinge             insomma la mano dopo aver lanciato la pietra.        novelle scritte dall’autrice. Prima di osservare le       zie vissute dai personaggi, dalle espressioni dialettali
                        Silvia a distaccarsi sempre più dal marito, fino       Scrive infatti all’amico Ugo: “Che povertà di        due opere appena citate è utile analizzare veloce-        utilizzate e dalle caratteristiche che l’autrice “affib-
                        a cedere alle avances di un rinomato scrittore.        spirito, che angustia mentale quella Deledda!        mente l’opera che portò la scrittrice al Premio Nobel     bia” ai protagonisti. Esempio concreto sono novelle
                        Nemmeno dopo la rottura con quest’ultimo e la          Non capisce che reagendo così stuzzica peggio        per la letteratura nel 1926: “Canne al vento”. Nel        come “Una terribile notte” e “Un giorno”, nelle quali
                        morte del figlio, Giustino e Silvia riescono a ri-     la curiosità morbosa di questo sporco e meschi-      romanzo “Canne al vento”, scritto intorno al primo        il destino dei personaggi ha sempre una parte molto
                                                                                                                                    decennio del ventesimo secolo, vengono trattati temi      importante nello sviluppo della storia. Mentre in “Un
                                                                                                                                    cardini della produzione della scrittrice sarda, come     giorno” compaiono vicende spiritose e la descrizione
     Nelle foto:                                                                                                                    le tematiche dell’onore, della povertà e della super-     dei protagonisti è arricchita da espressioni e termini
     Luigi Pirandello                                                                                                               stizione. La Sardegna del Novecento è simbolo e           carichi d’ironia tipici del dialetto sardo, nella novel-
                                                                                                                                    tema stesso all’interno del romanzo, mentre il titolo     la “Una terribile notte” l’ironia è ben visibile nelle
     Grazia Deledda                                                                                                                 allude al paragone tra le canne al vento e la fragilità   peripezie vissute dal protagonista. In quest’ultimo
                                                                                                                                    dell’esistenza umana. Anche in quest’opera, dove la       caso è possibile fare un paragone tra ciò che viene
                                                                                                                                    descrizione prende il sopravvento sulla narrazione        narrato da Deledda e la storia di “Andreuccio da Pe-
                                                                                                                                    e il ritmo è molto lento, Deledda inserisce l’ironia,     rugia”, raccontata da Boccaccio all’interno del “De-
                                                                                                                                    presente nella figura di Noemi, una delle sorelle         cameron”: entrambi i protagonisti, dopo una serie di
                                                                                                                                    protagoniste della vicenda. Il suo tono è sarcastico e    avvenimenti catastrofici e surreali, sono destinati a
                                                                                                                                    carico di parole pungenti, caratteristiche che la fan-    ritornare alla propria situazione di partenza, guada-
                                                                                                                                    no apparire come la più sveglia delle tre sorelle.        gnando però un insegnamento morale che si porte-
                                                                                                                                    Un’altra opera determinante per comprendere lo            ranno appresso per tutto il resto della loro vita. Nei te-
                                                                                                                                    stile di Deledda, è “La madre”. Si tratta di un ro-       sti dell’autrice, l’ironia si può presentare secondo più
                        congiungersi, rimanendo divisi, ognuno chiuso          no cortile di pettegolezzi che è il nostro odierno   manzo più breve e meno impegnativo rispetto alle          modalità: il tono ironico viene affidato al protagonista
                        nella propria sofferenza.                              mondo letterario...”                                 altre opere narrative della scrittrice, in cui Deledda    o al narratore esterno, in altri casi si trova all’interno
                        Apparentemente la trama del romanzo è del              Fu comunque chiaro che quei pettegolezzi era-        dimostra la sua capacità di adeguarsi ai vari stili e     della vicenda stessa, negli avvenimenti sempre più
                        tutto innocua. Ma questa innocenza è appun-            no stati suscitati da Pirandello, specialmente       registri linguistici. In esso è particolarmente mar-      esagerati e ridicoli. In conclusione, Deledda sviluppa
                        to apparente: Pirandello dichiara infatti aper-        alla Deledda, che rimase rancorosa. Perfino          cato il ricorso, appunto, all’ironia. Già dalla trama,    un’ironia distinta, determinata dall’obbiettivo d’inse-
                        tamente di essersi ispirato alla Deledda e in          al conferimento del Nobel, nel 1926, ci tenne        che tratta temi nuovi e considerati “tabù” nell’epo-      gnare e guidare il lettore fino al raggiungimento del
                        particolare al marito, Palmiro Madesani, un            a rimarcare l’amore e l’apprezzamento per il         ca in cui venne scritta l’opera, si può percepire un      rigore e della decenza. Essa è innovativa per l’epoca,
                        semplice funzionario pubblico. I due, sposati          marito, al quale dedicò il romanzo “Nostalgie”       tono differente, che talora appare scherzoso e volto      completamente differente da quella talvolta superfi-
                        dal 1900, erano giunti a Roma dalla Sardegna           definendolo “caro compagno di lavoro e di esi-       a prendere in giro i vari protagonisti. Si tratta della   ciale, tipica di molti scrittori, ma per nulla coerente ai
                        e il marito, segretario e agente della Deledda a       stenza”.                                             storia di Paulo, un giovane parroco sardo poco de-        temi crudi della corrente verista: essa non ha lo scopo
                        tutti gli effetti, aveva collaborato amorevolmen-      Non risulta che questi grandi letterati si sia-      voto al suo dovere di sacerdote e attratto dall’amore     di divertire o dare vivacità al testo, ma di permettere
                        te al lancio della scrittrice nell’ambiente artisti-   no mai chiariti: i due si spensero entrambi nel      e dalle donne. Il suo carattere e i suoi modi di fare     al lettore di immedesimarsi nelle vicende dalle quali
                        co-letterario della capitale.                          1936, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra.     si contrappongono a quelli di sua madre, sciupata         può trarre, grazie alla loro moralità, un insegnamento.
                        A differenza del romanzo pirandelliano però, il                                                             ed invecchiata a causa delle negligenze e degli atti
                        rapporto tra la Deledda e il marito fu sempre                                             G.Severini, 5A    poco ortodossi del figlio. Deledda ci regala, come in                     I.D’Agostino, A.Franco, C.Testino, 4A

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GRAZIA ILDELEDDA RACCONTA - LICEO LINGUISTICO INTERNAZIONALE GRAZIA DELEDDA
Il filo comune dell’abbandono                                                                                                                                                                            La volpe e il rosso

                      G               razia Deledda propone ai suoi
                      lettori temi e riflessioni che ritroviamo anche
                      nella letteratura italiana contemporanea; in
                      modo particolare, abbiamo analizzato “Cene-
                      re” e “Canne al vento”, trovando punti in co-
                      mune con i romanzi “Accabadora” di Michela
                                                                        no del figlio come una scelta difficile ma ne-
                                                                        cessaria alla serenità di quest’ultimo, mentre
                                                                        il figlio Anania si sente dapprima spaesato ed
                                                                        incapace di comprendere l’estrema decisione,
                                                                        poi diventa ostile e trova impossibile perdona-
                                                                        re, ma, nonostante tutto, in lui rimane sempre
                                                                                                                             G               razia Deledda si servì molto dei
                                                                                                                             colori per descrivere i paesaggi e le situazio-
                                                                                                                             ni dei suoi romanzi. I suoi scritti emanano un
                                                                                                                             patriottismo che è accentuato dal ripetuto uso
                                                                                                                             dei colori vede, bianco e rosso per la rappre-
                                                                                                                             sentazione di alcune vicende. Il colore rosso
                                                                                                                                                                                  gio, Verga mostra i meccanismi sociali e psico-
                                                                                                                                                                                  logici che possono stare all’origine del sopran-
                                                                                                                                                                                  nome: Rosso Malpelo è un ragazzo dai capelli
                                                                                                                                                                                  rossi e per questa sua caratteristica è giudicato
                                                                                                                                                                                  da tutti cattivo e ribelle, vittima di pregiudizio
                                                                                                                                                                                  popolare, secondo la novella, in paese tutti,
                      Murgia, pubblicato nel maggio 2009 dalla casa     il desiderio di ritornare alle proprie origini,      è carico di significato ed è ampiamente sfrut-       perfino la madre e la sorella, lo maltrattano e
                      editrice Einaudi e vincitore dei premi Dessi,     tramite la ricerca della madre naturale.             tato nelle arti figurative, ma anche in lettera-     lo respingono. “Malpelo si chiamava così per-
                      SuperMondello e Campiello, e “L’arminuta” di      In “Accabadora”, ci rendiamo conto che co-           tura, dove può rilevare simbolicamente alcuni        ché aveva i capelli rossi perché era un ragazzo       Nella foto:
                      Donatella Di Pietrantonio, pubblicato nel feb-    lei che viene considerata dalla protagonista la      aspetti di oggetti e persone. La passione ar-        malizioso e cattivo”. Il rosso non rappresenta        Paesaggio sardo
                      braio 2017 e vincitore del Premio Campiello       vera madre non è la donna che l’ha partorita,        dente, l’amore e il fuoco sono tutti elementi        solo la personalità del protagonista, ma anche        (Villasimius)
                      2017.                                             bensì quella alla quale è stata affidata da pic-     associati all’aspetto più positivo del colore, ma    la violenza del mondo dei minatori (la rena
                      Soprattutto nel primo, troviamo il tema della     cola.                                                il rosso ha diverse connotazioni, anche negati-      rossa). Alla fine del racconto Malpelo perde il
                      figlia di anima: quest’ultima è lasciata dalla    Ritroviamo il medesimo concetto ne “L’armi-          ve, come nel caso della novella “La Volpe”.          suo unico amico e si offre volontario per anda-
                      madre naturale, in difficoltà economiche, ad      nuta”, dove la protagonista sente come propria       Nella novella “La Volpe” viene raccontata la         re alla ricerca di un passaggio nella cava, dove
                      una donna più facoltosa che se ne possa pren-     la casa della sua infanzia e riconosce nella fa-     storia di una ragazza il cui nonno si ammala         scomparirà anche lui, ciò nonostante non riu-
                      dere cura.                                        miglia che l’ha cresciuta i suoi veri genitori; al   poco prima di una festa del paese. Il medi-          scirà a porre fine alle superstizioni e le ostilità
                      È proprio da questo gesto estremo che parte       contrario, quando viene “restituita” alla fami-      co locale non è presente quindi un sostituto,        nei suoi confronti.
                      la nostra riflessione sul tema comune dell’ab-    glia d’origine, ella percepisce i suoi fratelli ed   innamorato della nipote dell’anziano malato,
                      bandono che, in ogni caso, risulta essere, in     i suoi genitori naturali come estranei ed estra-     arriva a dare assistenza al nonno. La ragazza         A.Onorio, M.Raggio, A.Privato, A.Nicora, 3A
                      maniere differenti e con motivazioni di varia     neo è anche il contesto abitativo nel quale, suo     promette un bacio al medico sostituto in cam-
                      natura, sempre dettato dall’interesse.            malgrado, viene “catapultata”.                       bio del veleno per una volpe, tenendo l’uomo
                      In “Cenere”, la madre Rosalia vive l’abbando-     Anche in “Cenere”, nonostante un primo im-           sulle spine. Il piano era in realtà di uccidere la
                                                                        patto non proprio gradevole, Anania percepisce       moglie di un altro uomo di cui era amante, la
     Nella foto:                                                        come famiglia coloro che lo crescono, dunque         moglie era soprannominata volpe. Durante la
                                                                        suo padre ed i personaggi un po’ “sgangherati”       festa la ragazza verrà smascherata dal medico
     Casa di
                                                                        con i quali egli condivide la sua vita, assumen-     che griderà l’allarme di avvistamento di una
     Grazia Deledda
                                                                        done pian piano i connotati.                         volpe nel capanno proprio dove la ragazza e
                                                                        Infatti, come illustrano bene le vicende dei tre     l’altro uomo stavano progettando il piano.
                                                                        romanzi che abbiamo esaminato, tutti i protago-      Questo animale rappresenta un’allegoria
                                                                        nisti accettano e si adattano progressivamente       dell’astuzia, dell’ipocrisia e dell’inganno.
                                                                        alla nuova condizione familiare, imparandone         Questi sostantivi sono spesso associati all’ani-
                                                                        a conoscere i lati positivi e quelli negativi, le    male selvatico dal manto rosso, che è sempre
                                                                        debolezze ed i punti di forza.                       visto come un pretesto di discordia, incarna la
                                                                        Se, invece, ci concentriamo sul quarto romanzo       gelosia, e infonde veleni.
                                                                        citato all’inizio di questo percorso di riflessio-   Rosso come amore o come sangue?
                                                                        ne, ossia “Canne al vento”, troviamo il tema         Questo colore si potrebbe inoltre scindere:
                                                                        dell’abbandono sotto altre spoglie. Qui, infatti,    da una parte il rosso cristologico, dall’altra
                                                                        non c’è una madre ad abbandonare il figlio, ma       il rosso dell’erotismo. Deledda è interessata
                                                                        una sorella che, spinta dall’orgoglio, dalla ne-     soprattutto a temi estranei alla tradizione del
                                                                        cessità di ribellione e libertà e dal desiderio di   Verismo: il senso del peccato e della colpa, la
                                                                        una vita più agiata, lascia la propria famiglia.     necessità dell’espiazione, una concezione del-
                                                                        Anche in questo caso, però, l’abbandono, come        la vita che, in senso molto largo, può dirsi re-
                                                                        dicevamo in apertura, è dettato dall’interesse:      ligiosa, l’insistenza dell’umana fragilità, della
                                                                        malgrado i sentimenti ed i legami che tengono        fatale forza della passione che trascina l’uomo
                                                                        uniti i membri di una famiglia, la prospettiva       nel peccato.
                                                                        di un futuro più sereno per sé stessi o per il
                                                                        proprio figlio è il movente comune di queste         É interessante vedere come anche Giovanni
                                                                        drammatiche separazioni.                             Verga usi il colore rosso in modo simbolico.
                                                                                                                             Uno dei più celebri racconti è Rosso Malpelo.
                                                                             S.Bonsignore, G.Memore, A.Zangari, 4GR          Attraverso la descrizione di questo personag-

16                                                                                                                                                                                                                                                        17
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