GIUSEPPE MARIA GRILLO (1801-1863) ARCIDIACONO DELLA CATTEDRALE DI OPPIDO MAMERTINA

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GIUSEPPE MARIA GRILLO (1801-1863) ARCIDIACONO DELLA CATTEDRALE DI OPPIDO MAMERTINA
L’Alba della Piana

                     GIUSEPPE MARIA GRILLO (1801-1863)
                      ARCIDIACONO DELLA CATTEDRALE
                           DI OPPIDO MAMERTINA
                                                          Letterio Festa

N      ascita e formazione
           Il 27 marzo 18011, nella cap-
pella privata dell’imponente Palazzo2
del nobile oppidese don Francesco Sa-
verio Grillo3, l’illustre vescovo della
Città, mons. Alessandro Tommasini4,
battezzava un bambino, figlio del sud-
detto e di donna Anna Filippa Lacqua-
niti, a cui furono imposti i nomi di Giu-
seppe Maria Girolamo Angelo Fedele.
Padrino fu il molto reverendo canonico
Tommaso Pistone, cantore della Catte-
drale. Qualche anno dopo, questo bam-
bino diventerà anch’egli canonico e,
quindi, arcidiacono, prima dignità dello
stesso Capitolo5.
     Infatti, «allevato fra gli agi dome-
stici, sin da piccino seppe discernere la
fede vera dalla vana credulità o ippocri-
sia»6 e fu, perciò, avviato giovanissimo
alla carriera ecclesiastica.
     Egli iniziò la sua formazione nel Se-                               Palazzo Grillo a Oppido Mamertina
minario vescovile della sua Città natale,
riaperto qualche anno prima dal vescovo        che, probabilmente, entrarono in con-          terra coltivate ad oliveto e con un’annua
Tommasini che lo dotò di un nuovo Re-          tatto con il giovanissimo chierico Giu-        rendita di 60 ducati. Nella stessa circo-
golamento e, soprattutto, di maestri           seppe Maria Grillo ricordiamo «fra Pie-        stanza, il canonico Giuseppe Frascà, ar-
«scelti tra i più valenti cultori di scienze   tro Masdea dei Predicatori, prefetto e di-     ciprete curato della Cattedrale, attestava
negli Ordini religiosi»7. A reggere il pio     rettore degli Studi che insegnava Filoso-      i buoni costumi del novizio che frequen-
Istituto il presule aveva chiamato il ca-      fia, Teologia dommatica, Lingua greca          tava regolarmente i Sacramenti e pre-
nonico Pistone, padrino del giovane            ed ebraica, Sacra Scrittura; il canonico       stava i suoi servizi alla Chiesa13.
Grillo, il quale, dopo aver riparato i         teologo Giuseppe Princi che si occupava            Il 30 agosto successivo, il vescovo
danni causati dalle truppe francesi che        di Teologia morale e Canto gregoriano;         Tommasini, che si trovava ancora a
avevano occupato i locali trasforman-          Pasquale Procopio, professore di Uma-          Messina, accoglieva l’analoga domanda
doli in stalle e coprendo i muri di frasi e    nità superiore ed Eloquenza e Francesco        per gli Ordini minori dell’Ostiariato e
disegni osceni, riaprì il Seminario.           Procopio che erudiva in Grammatica. Al         del Lettorato14 e il 14 dicembre, final-
     In quei tempi così difficili, con         dire dell’ordinario, si trattava di inse-      mente rientrato ad Oppido, quella
mons. Tommasini imprigionato in Sici-          gnanti “di abilità grande e ben formati di     dell’Esorcistato e dell’Accolitato che il
lia e la Diocesi amministrata dal ve-          cuore, tanto nell’essere dei veri cristiani    Grillo chiedeva «onde avere maggior
scovo di Nicotera, mons. Giuseppe              che di fedeli vassalli del sovrano”»10.        motivo d’impegnarsi ne’ studi per la
Vincenzo Marra, il rettore Pistone                 In questo contesto, il 1 aprile 1815, il   maggior gloria di Dio e servizio della
«tentò di salvare il salvabile e per te-       giovanissimo chierico Giuseppe Maria           Chiesa»15.
nere aperto il Seminario, contrasse de-        Grillo presentava al vescovo Marra la
biti personali: vendette l’olio della sua      supplica per ricevere la prima tonsura             Giovanissimo canonico
famiglia a bassissimo prezzo con la            clericale «per maggiormente servire Dio            Il 7 giugno 1817, mons. Tommasini
speranza di rifarsi nell’annata seguente       e sua Santa Chiesa ed essere annoverato        inviava una supplica e le annesse lettere
che invece fallì»8, per cui fu destituito      tra i mansionari della Cattedrale»11. Il       testimoniali al papa Pio VI per chiedere
dall’incarico e l’Istituto fu chiuso e ag-     giorno prima, il padre gli aveva asse-         la possibilità di ordinare suddiacono il
gregato a quello di Reggio ma «i semi-         gnato, «a titolo di suo sacro patrimonio,      chierico Grillo e, di conseguenza, di
naristi oppidesi disertarono per prote-        acciò potesse accedere alla prima cleri-       concedere al suo giovanissimo pupillo
sta, rifiutando l’aggregazione»9.              cal tonsura ed indi agli Ordini sacri»12,      un canonicato nella Cattedrale di Op-
     Tra gli insegnanti che operavano in       un fondo in contrada Li ceppi nel Co-          pido16. Il 18 novembre successivo, il
questo periodo nel Seminario oppidese e        mune di Oppido, di circa 6 tomolate di         pontefice rispondeva con un rescritto,

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GIUSEPPE MARIA GRILLO (1801-1863) ARCIDIACONO DELLA CATTEDRALE DI OPPIDO MAMERTINA
L’Alba della Piana
inviato da Santa Maria Maggiore, che          di combattimenti e di trionfi, di tradi-        maggio 1824, ricevette l’ordinazione sa-
trasmetteva la dispensa per l’Ordina-         menti e di glorie. Accostò sitibondo le         cerdotale dall’arcivescovo di Santa Se-
zione e la concessione della richiesta        labbra alla Scienza che sta con Dio in          verina e vicario generale del cardinale
prebenda canonicale17. Quindi, il 2 di-       cima alla piramide dell’umano sapere e          Ruffo, monsignor Salvatore Maria Pi-
cembre, il sedicenne chierico fu nomi-        n’ebbe pieni a dovizia il cuore e la            gnattaro OP33.
nato canonico sacrista, al posto di don       mente. E i Padri per lui eran fonte del             A Napoli, entrò in contatto con
Salvatore Pane che aveva rinunciato           suo maraviglioso ragionar teologico e le        mons. Giuseppe Capecelatro, arcive-
alla carica, e fu immesso in possesso         prove gliele offriva la Tradizione eccle-       scovo di Taranto, «la cui casa era il ri-
del canonicato e del corrispondente po-       siastica e il sugello pel domma era la in-      trovo dei dotti nostrani e stranieri», il
sto in coro, l’8 dicembre, festa dell’Im-     fallibile voce della Chiesa e del Sommo         quale lo propose come uditore al nunzio
macolata, dal canonico cantore France-        Romano Pontefice. Ma la Bibbia fu               apostolico a Lisbona, il cardinale Ales-
sco Zappia18.                                 l’amor suo prediletto»23.                       sandro Giustiniani, già nunzio a Napoli,
                                                   Da parte sua, il parroco Nappi atte-       ma «questo ufficio che sarebbe stato il
    Il periodo napoletano                     stava che il giovane canonico Grillo            principio di una luminosa carriera egli
    Nel 1820, per completare la sua for-      aveva affrontato, «con somma diligenza          pospose alla pietà filiale: il padre mori-
mazione, il Grillo fu inviato a Napoli dal    e studio», i corsi di Teologia scolastica e     bondo chiamollo a sé sul letto di morte
nuovo vescovo di Oppido, mons. Igna-          dogmatica ed aveva approfondito i trat-         la vigilia della sua partenza»34.
zio Greco, giunto in Diocesi il 16 no-        tati dei luoghi teologici, degli attributi di       Mentre scriverà di lui il cardinale Giu-
vembre 1819, dopo il trasferimento di         Dio e della Trinità, esponendoli in pub-        seppe Cosenza, arcivescovo di Capua:
mons. Tommasini a Reggio19.                   blico «con lode» e lo definiva, inoltre,            «Non posso fare ammeno di non as-
    Qui ebbe come formatori l’illustre        «giovane religioso, onesto e modesto»           sumere interesse a favore di quelle per-
maestro di teologia don Francesco             che frequentava i sacramenti e non              sone che trovansi meritevoli di ogni mio
Nappi, parroco dei Santi Giuseppe e Cri-      aveva «mai dato scandalo alcuno a’              riguardo; tra questi è l’arcidiacono Giu-
stoforo, membro dell’Almo Real Colle-         compagni vicini»24. Lo stesso don               seppe Maria Grillo, uno de’ più distinti
gio dei teologi20 che insegnava e predi-      Nappi, il 29 settembre 1823, attesterà          ecclesiastici delle Calabrie»35.
cava in quel periodo nell’antica Capitale     che il Grillo aveva affrontato, «con                Ebbero «alta stima» di lui il cardi-
«con dottrina non meno che con facon-         somma lode»25, anche gli studi di Diritto       nale Tommaso Riario Sforza; mons. En-
dia»21 e il celebre canonico Francesco        Canonico, Sacra Liturgia e uffici e oneri       rico Capece Minutolo, vescovo di Mi-
Rossi, canonista e regio deputato per la      del Presbiterato.                               leto; mons. Raffaele Ferrigno, vescovo
revisione dei libri, «perfettamente                Sempre da Napoli, il 24 marzo 1822,        di Bova e, in seguito, arcivescovo di
istruito delle lingue greca, latina ed        «essendo ormai giunto il tempo in cui           Brindisi; mons. Tommaso Michele Sal-
ebrea», titolare della Cattedra di Diritto    egli deve ascendere al sacro Suddiaco-          zano, vescovo ausiliare di Napoli e, nel
Canonico della Regia Università e del         nato», il chierico oppidese presentava          periodo in cui si troverà in esilio a
Liceo Arcivescovile, la cui «prudenza         una supplica al canonico Felice Greco,          Roma, «fu segno della singolar benevo-
negli affari, la prontezza nel decifrare      vicario capitolare, «nonostante la vedo-        lenza»36 dei cardinali Girolamo D’An-
qualunque dubbio e la rettitudine ne’         vanza della Chiesa»26, poiché artato se-        drea, prefetto della Congregazione
giudizi gli procurarono la generale esti-     condo i canoni del Concilio di Trento,          dell’Indice e Marco Mattei, arciprete
mazione»22.                                   essendo morto, il 12 febbraio prece-            della Basilica di San Pietro.
    Aiutato da questi insigni maestri, il     dente, il vescovo catanzarese. Il cano-
giovane chierico oppidese: «Studiò Filo-      nico Greco, visti gli atti necessari, l’au-         Il ritorno a Oppido e il ministero sa-
sofia ed il suo spirito, sorvolando leg-      torizzava ad essere ordinato suddiacono         cerdotale: vicario di mons. Coppola
gero sulle immondezze del turpe Mate-         nella ordinazione che si sarebbe tenuta il          Tornato nella città natale, «diede le
rialismo e sprezzando i fantastici voli       6 aprile seguente, Sabato Santo27. Due          prove più chiare di un fedele ministro di
del Trascendentalismo germanico,              giorni dopo, infatti, «previa affissione        Gesù; qui diè manifesto a vedere come
bevve alle pure sorgenti della Filosofia      della schedula e suono della campana»,          la sua scienza fosse congiunta a ca-
cristiana che tiene a maestri ed autori un    si riunì il Capitolo della Cattedrale di        rità»37. Furono, infatti, notate ben presto
Tommaso, un Bonaventura, un Anselmo           Oppido in sessione capitolare e i cano-         le sue profonde conoscenze non solo
e, per non dire di tutti, un Agostino d’Ip-   nici, «con voto segreto», riconobbero il        delle leggi canoniche ma anche di quelle
pona, “che sovra gli altri come aquila        Grillo «meritevole»28 di essere ordinato        civili. Molti cominciarono a rivolgersi a
vola”. Diede opera al Diritto naturale e      suddiacono.                                     lui per avere guida e consiglio in difficili
di leggieri il suo altissimo ingegno, sco-         L’anno dopo, ancora dimorante nella        situazioni: «ne’ trentotto anni del suo sa-
prendo le fallacie e gli errori degli Ob-     Città Partenopea, il 24 maggio, sabato          cerdotale apostolato, istruì con il magi-
bes, de’ Burlamacchi, dei Puffendorf e        delle quattro tempora dopo Pentecoste,          stero della parola e più fruttuosamente
de’ Rousseau, che di quei dì menavano         fu ordinato diacono da mons. Michele            edificò colla indefettibile scuola
tanto scalpore, si attenne a quel Diritto     Basilio Clary, vescovo di Catanzaro -           dell’esempio; ogni suo detto aveva il
verace che insegna all’uomo i suoi diritti    «che di sua amicizia l’onorò»29 - auto-         suono di un oracolo»38.
e doveri, sia che considerare si voglia       rizzato allo scopo dal cardinale Luigi              In maniera particolare, «egli svi-
sciolto da ogni legame sociale, sia che       Ruffo Scilla, arcivescovo di Napoli, in         luppò nei giovani le facoltà intellettive,
unito a civil comunanza… Corse la Sto-        quel momento impedito30 mentre il 23            dando lume alla mente, norma alla vo-
ria ecclesiastica e pianse sulle persecu-     agosto ricevette dal papa Pio VII la di-        lontà, vita al cuore. Aiutò l’istruzione e
zioni de’ primi secoli della Chiesa di        spensa per difetto di età31 che aveva ri-       la gentilezza del costume»39, insegnando
Cristo e poi vide questa ogni dì nell’uno     chiesto per poter essere ordinato sacer-        per lunghi decenni nel Seminario Vesco-
e nell’altro mondo acquistare nuovi ado-      dote, «essendo di molta utilità a questa        vile. In questo Istituto, «egli cercò sem-
ratori alla Croce del Golgota e ne seguì      Chiesa in cui è tenuto di soddisfare di-        pre di rendersi accessibilissimo alle in-
instancabile i periodi di lutto e di gioia,   versi obblighi di Messe»32, per cui, il 25      fantili intelligenze, porse quasi sempre i

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GIUSEPPE MARIA GRILLO (1801-1863) ARCIDIACONO DELLA CATTEDRALE DI OPPIDO MAMERTINA
L’Alba della Piana
suoi concetti e le sue massime, or sotto             «Sorgi, presule illustre, che all’om-     Vito Michele Di Netta, missionario re-
la forma di dialogo, or sotto quella di         bra santa di questo massimo altare dormi       dentorista di vita santa e celebrato predi-
racconto, ora di descrizione ed ora di          il tuo sonno di morte. Sorgi e narra tu a      catore, definito dal papa Pio XI «un eroe
storia»40.                                      questi tuoi Oppidesi quanto eri tu pago        della virtù e della corrispondenza alla
    Appartenente alla più ricca famiglia        dell’opera fedele del tuo estinto vicario.     vocazione celeste»52.
della sua Città e fornito personalmente,        Dì tu di quanto zelo il vedevi animato             «Ancora nel corso della seconda
fin da ragazzo, di ricchi benefici e nume-      per la gloria di Dio e della Chiesa; ma-       metà dell’Ottocento il ricordo di tal
rose prebende, il canonico Grillo non           nifesta i sapienti segreti consigli, onde ti   personaggio si stagliava vivido e ogni
mancò di soccorrere i poveri e aiutare i        sovvenne sì spesso nelle tue difficile im-     padre predicatore della sua Congrega-
più deboli. Due volte alla settimana, le        prese; esponi in quante gesta tu l’adope-      zione, quella del Santissimo Reden-
porte della sua casa, fin dall’alba, si apri-   rasti e quante volte meravigliato di lui       tore o dei Liguorini, che dal pergamo
vano ai poveri che andavano a chiedere          dicesti: “Iddio è con lui, la mano di Dio      di chiese piccole e grandi concionava
soccorso ed aiuto: «misericordiosa-             lo guida”»47.                                  nelle solenni occasioni, quali la predi-
mente operoso, nessun povero                                                                            cazione delle sante Missioni o
vuoto da lui si partì»41.                                                                               gli svariati tridui che si susse-
    Tali singolari virtù e queste                                                                       guivano di tempo in tempo,
notevoli doti lo distinsero subito                                                                      aveva agio di osservare come
rispetto agli altri sacerdoti. Il ve-                                                                   la di lui fama corresse di bocca
scovo Tommasini, pur promosso                                                                           in bocca»53.
vescovo di Reggio Calabria, lo                                                                              Con questo illustre perso-
volle tra i dodici esaminatori                                                                          naggio, l’arcidiacono Grillo e
prosinodali della sua nuova                                                                             l’intera sua famiglia, ebbero un
grande Diocesi ma fu soprattutto                                                                        duraturo ed intenso rapporto
il grande Vescovo di Oppido,                                                                            spirituale, oggi testimoniato da
mons. Giuseppe Maria Cop-                                                                               un piccolo gruppo di lettere
pola42, a volerlo come suo primo                                                                        conservate nell’Archivio Sto-
e più vicino collaboratore                                                                              rico della Diocesi di Oppido-
nell’opera di riordino e rinnova-                                                                       Palmi. In una prima lettera,
mento della Chiesa aspromon-                                                                            scritta dal Di Netta alla madre
tana che si stava riprendendo dal                                                                       del Grillo nella circostanza
difficile periodo seguito al Ter-                                                                       della malattia del padre, il mis-
remoto del 5 febbraio 1783.                                                                             sionario redentorista scriveva
    Accanto al vescovo, il fedele                                                                       che «le afflizioni della vostra
arcidiacono Grillo lavorò al ser-                                                                       famiglia vi assicuro che sono
vizio della Chiesa e del Popolo                                                                         nostre ma che si deve fare? La
di Dio, prima come luogotenente                                                                         sola volontà di Dio»54. In una
e poi come vicario generale, dal                                                                        successiva missiva, il padre Di
1830 al 1851:                                                                                           Netta che inviava il suo «pro-
    «egli assiduo a faticare con                                                                        sit» per la nomina del sacer-
lui nel reggere il gregge, egli                     Mons. Francesco Maria Coppola,                     dote oppidese a canonico teso-
operoso a far risorgere con lui i               vescovo di Oppido Mamertina (1822-1851)                riere, precisava: «le malattie
mal ridotti Cleri dell’intera Dio-                                                                     non sloggiano dalla vostra casa
cesi, egli instancabile con lui nella ri-           Lo stesso arcidiacono Grillo,              perché vi è la croce di Gesù Cristo già
forma dei perduti costumi ed egli con lui       nell’elogio funebre che pronunciò in se-       piantata e voi abbiatene rispetto e ba-
tutto vita e tutt’anima perché la religione     guito alla morte di monsignor Coppola,         ciatela»55.
si fosse qui di nuovo ammantata di              avvenuta l’11 dicembre 1851, ricordò               Il 4 novembre successivo, avuta la
quella gloria che a questa bella figlia del     «il padre amoroso, il pontefice irrepren-      notizia di una nuova promozione del
cielo si conviene e i loro sudori frutta-       sibile, il prelato secondo il cuore di         giovane canonico «già da gran tempo
rono gran cose perché questo terreno be-        Dio»48, che egli definì «un astro lumi-        auguratavi» e, rinnovando i sensi «di
nedetto rispose bene alle loro fatiche»43.      noso, sfavillante di purissima luce, mo-       gratitudine e sincera amicizia», il ve-
    Il 19 settembre 1833, il vescovo lo         dello di virtù episcopali, delizia del suo     nerabile Di Netta aggiungeva, su un
nominava canonico tesoriere44; il suc-          gregge»49, mentre, nello stesso scritto, si    piano più spirituale, «altre cose mag-
cessivo 6 settembre 1835, cantore45 e,          autodefiniva «collaboratore onorato            giori vi desidero dal cielo»56. In fine,
infine, il 23 maggio 1837, arcidiacono,         delle vigili cure»50 del vescovo:              in un’ultima missiva scritta da Messi-
prima e più antica dignità del Capitolo             «Quante volte le sue amarezze ver-         gnadi, dove si trovava per predicare
della Cattedrale oppidese46.                    sava nel già troppo amareggiato mio            una missione nel 1844, il padre mis-
    Richiamando simili attestati di be-         cuore? Quante volte voleva rassegnare          sionario affermava, per dimostrare an-
nevolenza e rivolgendosi idealmente             la sua cura, se da me vincolato, incorag-      cora una volta la sua vicinanza alla no-
allo spirito del vescovo Coppola, se-           giato, animato, non si fosse finalmente        bile famiglia Grillo: «non bisognano
polto in mezzo al presbiterio della vec-        acquietato?»51.                                scritti per segnare le note obbligazioni
chia Cattedrale di Oppido che lui stesso                                                       tra la vostra casa e la nostra» e aggiun-
aveva costruito, il canonico Raffaele              Rapporti con il venerabile Vito Mi-         geva da padre spirituale: «pensate solo
Patroni, nella sua orazione funebre per         chele di Netta                                 a raccogliere meriti per l’eternità, fati-
la morte del Grillo, potrà con altiso-             L’arcidiacono Grillo ebbe intensi           cando pel bene dei poveri e confes-
nanti parole affermare:                         rapporti anche con il venerabile padre         sando»57.

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L’Alba della Piana
    L’arcidiacono Grillo e il canonico           Alla data del 27 aprile troviamo           stesso in cui la processione passava in-
Muratore                                     scritto: «questa mattina non poté andare       nanzi la sua casa, eppure nei suddetti
    Per rendere più umana e completa la      in carrozza perché i cavalli ruppero           giorni è stato puntato… L’arcidiacono,
presentazione della complessa persona-       l’asse», mentre, il 9 maggio, «giorno          nello spazio di ventisei anni che ha fatto
lità dell’arcidiacono Grillo, ci sembra      piovoso, mandò dicendo che si applicò il       gratuitamente e senza verun compenso il
opportuno riportare i giudizi che su di      vescicante. O malattia imponente!»67. Il       pro vicario generale e capitolare, ancor-
lui espresse, con brevissime espressioni     14 giugno, «terminate le lodi, ritiratosi,     ché occupato negli affari più rilevanti di
critiche e “salate”, il canonico Giu-        va a spasso con la carrozza»68. Il 2 set-      Curia, venne sempre puntato. Egli non
seppe Annunziato Muratore58, celebre         tembre, «mandò in giro al sacrestano           se ne è mai lagnato, perché conosceva
musicista, compagno di studi di Bellini      Rossi per trovare chi lo supplisse e, non      benissimo che simili occupazioni non lo
e Mercadante, che, in quel periodo,          avendolo trovato, mancò a tutto»69. Il 30      esentavano dalla puntatura… Monsi-
svolgeva la funzione di “puntatore”, il      settembre, «stava ammalato con febbre.         gnore, l’esponente, nel presentarsi a V.
cui compito era quello di registrare le      Passata la febbre, il medico gli disse che     S. Ill.ma e Rev.ma per dimandare un atto
assenze dei canonici alle funzioni ca-       stava bene e che si alzasse. Egli, invece,     di giustizia, non è mosso da veruna ani-
pitolari. Il Muratore, ricordato dai con-    a chiunque andava a visitarlo, gli dava la     mosità verso chi che sia: non è il vile in-
temporanei per il suo carattere “friz-       mano per odorarla dicendo: “Sentite la         teresse di pochi ducati dippiù che do-
zante”, non mancò di aggiungere delle        puzza di morto!”»70.                           vrebbe pagare ma è il proprio decoro ed
note accanto all’appunto delle as-               Il 7 gennaio 1851, «tempo con acqua        il proprio onore che lo spinge a ciò fare.
senze, nonostante ad assentarsi fosse        e vento», si giustificò con la solita indi-    Perché deve comparire negligente
l’arcidiacono, suo diretto superiore.        sposizione ma, precisava il sarcastico         nell’adempimento dei propri doveri
Tali annotazioni, dal tono sarcastico e,     canonico, «ogni giorno va in carrozza»71.      nell’atto che, anche convalescente, non
a volte, quasi irriverente, risultano        Il 26 gennaio, una domenica, si assentò        è mancato assistere al Coro?»78.
oggi un’interessante e curiosa testimo-      per tutta la giornata, «intanto giovedì si
nianza di prima mano che ci restitui-        mangiava le frittole e mattina e sera va in        Lo scontro con mons. Caputo
sce, in tutta la sua umanità, la figura      carrozza»72. Il 5 agosto, mancò di nuovo           Morto il Coppola, l’arcidiacono
del canonico Grillo.                         e «disse che l’orologio va avanti», in se-     Grillo fu nominato vicario capitolare,
    Ad esempio, alla data del 5 gennaio      guito, «come il Reverendo Capitolo an-         reggendo la Diocesi per circa un anno
1850, troviamo annotato: «al vespro          dava all’Oratorio per solennizzare il tri-     fino a quando fu posto alla guida della
mandò dicendo che non si fida a uscir        gesimo del fu don Pietro Grillo, esso an-      Chiesa aspromontana mons. Michele
di casa per la rigidezza del tempo, in ef-   dava in Cattedrale per confessare: che su-     Maria Caputo che sarà vescovo di Op-
fetti, due giorni fummo sotto neve»59,       periorità conculcante le leggi ecclesiasti-    pido dal 1852 al 185879. Questo prelato
per cui, il giorno dopo, l’arcidiacono       che!»73. Due giorni dopo, al vespro,           domenicano, pur molto attento alla ge-
mancò a tutte le funzioni «per la stessa     «mandò dicendo al tesoriere con Mica-          stione amministrativa, nel correggere le
ragione»60. Il 12 successivo, «assistè al    rello sagrestano che esso non è morto an-      tante irregolarità riscontrate al momento
Te Deum per la nascita di Sua Maestà         cora e che se non è rispettato come vica-      del suo arrivo, suscitò le reazioni av-
(D.G.)»61, mentre il giorno dopo, una        rio, deve esserlo come capo del Capitolo       verse ed accese di numerosi ecclesiastici
domenica, «mancò a tutto e mandò di-         (che appena conosce il suo stallo) e che       e laici, soprattutto del ceto nobiliare, al-
cendo che non si puntasse perché la          andrà a scrivere a monsignore»74. Il 9 di-     lora a capo della società oppidese, che,
notte passata si aveva affogato con una      cembre «non avendo trovato chi lo sosti-       alla fine, ne otterranno l’allontanamento
medicina: ci fece ridere»62. Alla data       tuisca, mandò dicendo che gli duole il         quando, promoveatur ut amoveatur, lo
del 16, 17 e 18, accanto all’assenza, il     piede»75. Invece, «all’11 mattina fu da        scomodo presule fu nominato vescovo
Muratore aggiunse la precisazione            monsignore perché stava male e gli passò       di Ariano. In questa complicata vicenda,
«oggi in carrozza» che ricorrerà in se-      il dolore del piede. Mancò a tutto. A 24       Giuseppe Maria Grillo giocò un ruolo
guito più volte, invece, la domenica 20,     ore morì monsignore»76. Sulla stessa li-       centrale. Il casus belli fu originato da
«mancò dicendo che soffriva la               nea, il 26 dicembre, troviamo annotato:        una diatriba sorta in seguito alla volontà
gotta»63. Sulla stessa linea, il 6 feb-      «mandò dicendo che gli doleva la gola»         del vescovo di ampliare un fabbricato di
braio, «mandò dicendo che è malato e         mentre dopo «venne alla Capitolazione e        sua pertinenza, attiguo alle proprietà
che il medico gli ordinò di andare in        finì il dolore della gola»77.                  della famiglia dell’arcidiacono. Questo
carrozza» mentre il 7 si assentò a causa         Qualche tempo dopo, l’arcidiacono          fatto, secondo l’arcivescovo di Reggio,
del «tempo rigido per la neve caduta e       Grillo chiese l’imparziale giustizia al ve-    mons. Mariano Ricciardi, chiamato da
la pioggia»64. Il 22 febbraio, «andò col     scovo contro gli accusatori, difendendo        Roma a dirimere le intricate diatribe op-
canonico Simone da monsignore per            sé stesso per le assenze dal Coro, denun-      pidesi, «à portato dei disturbi e come il
firmare il testimoniale di un certo L. di    ciate dal canonico Muratore:                   nominato Grillo appartiene a famiglia
Varapodio che voleva sposare la co-              «Il signor canonico Muratori si è cre-     distinta, se ne sono risentiti altri signori
gnata e non lo volle firmare»65. Il 25,      duto nel diritto di puntarlo continua-         del paese ed è cresciuta però l’opposi-
«cantandosi il Gloria nella Messa con-       mente mentre il supplicante ne ignora il       zione»80.
ventuale, venne a confessare come se         perché e si vide puntato anche nel tempo           In realtà, già a dire dello storiografo
non fosse obbligato al Coro» e, al 1         in cui, per causa di malattia, era impe-       oppidese Candido Zerbi, contempora-
marzo, «venne secondo il suo solito          dito a sortir di casa per assistere al Coro.   neo ai fatti e coinvolto personalmente
nella Messa a confessare fino a passato      Ad esempio, nel giorno 28 maggio detto         nella spinosa vicenda, i motivi del dissi-
mezzogiorno», mentre la domenica 17          anno, festa di San Francesco di Paola,         dio vanno ricercati altrove:
si assentò perché «giorno orridissimo,       oppresso da colica con grosso calcolo              «L’arcidiacono e pochi altri capito-
fioccando neve con ventarello e freddo       imboccato in vesciga, assistito dal chi-       lari fra quei del Clero, il sindaco, il capo
insoffribile» invece, il giorno dopo,        rurgo, don Silverio Spadaro, lo ha mira-       e sottocapo della Guardia urbana, il re-
«venne in carrozza a confessare»66.          colosamente evacuato al momento                gio giudice ed altri privati loro amici e

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L’Alba della Piana
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                                                                                            ha dichiarato, fu fatta su consiglio del
                                                                                            cardinale Della Genga, prefetto de’ ve-
                                                                                            scovi e regolari. La lettera di nomina
                                                                                            giungeva in Oppido in uno de’ primi
                                                                                            giorni di luglio, verso il mezzogiorno.
                                                                                            Parecchi preti che trovavansi all’Ufficio
                                                                                            postale, sentendo dall’ufficiale addetto
                                                                                            alla distribuzione delle lettere leggere la
                                                                                            soprascritta, timbrata da Roma, col titolo
                                                                                            di vicario dato al Grillo, non ebbero pa-
                                                                                            zienza di aspettare che fosse aperta dal
                                                                                            destinatario e, in un momento, improv-
                                                                                            visarono, come si direbbe oggi, una co-
                                                                                            lossale dimostrazione. La gente stordita
                                                                                            usciva dalle case ed accorreva dalla
                                                                                            campagna per chiedere che si fosse, sen-
                                                                                            tendo lo scampanare di tutte le chiese
                                                                                            della Città ed una salve continua di mor-
                                                                                            taretti. Prima che la lettera fosse giunta
                                                                                            al Grillo, recata dall’autore di questo
                   L’antica Cattedrale, l'Episcopio e il Palazzo Grillo                     scritto, la casa di lui era piena zeppa di
                                                                                            tutte le notabilità cittadine e delle auto-
congiunti, nel ceto secolare, per uggia di    ottenere dall’intendente della Provincia      rità del paese»89.
autorità, in varie occorrenze dal vescovo     il simbolico esilio a Palmi dei capi della        Qualche giorno dopo, il 10 luglio
o non curata o manomessa, e per legit-        “congiura” ma fu un’effimera soddisfa-        1859, con una funzione preparata con
time influenze contraddette, vennero          zione: rientrati dopo breve tempo in Op-      cura e seguendo un minuzioso e simbo-
con esso e suoi partigiani a discordia»81.    pido, i dissidenti ottennero il trasferi-     lico cerimoniale, l’arcidiacono prese
    E lo stesso mons. Caputo così scri-       mento di mons. Caputo ad un'altra sede,       possesso canonico della Diocesi in
veva della questione a mons. Ricciardi:       infatti, il 27 settembre 1858, il presule     nome del nuovo pastore della Chiesa
    «Le competenze son surte per l’avi-       domenicano fu traslato vescovo di             oppidese:
dità di governare. Avrebbesi voluto onni-     Ariano.                                           «Oggi, a 22 ore, la nostra povera Ma-
namente disporre del divino e                      In seguito a questi eventi, l’arcidia-   merto, o Oppido, come piace meglio
dell’umano, vender benefici e Parrocchie      cono Grillo poteva ritornare sulla scena,     chiamarla, scoppiava di letizia per il
e tutto mettere a loro discrezione»82.        presentandosi come primo firmatario di        possesso del vescovo. La piazza era alla
    Nell’agosto del 1856, l’arcidiacono,      una lettera indirizzata al canonico teo-      lettera zeppa di gente, accorsa qui da
mal sopportando la convivenza con l’in-       logo Vincenzo Maria Germanò che il            tutti i paesi vicini, uomini, donne, fan-
domabile vescovo, con la scusa di re-         Caputo aveva lasciato come suo luogo-         ciulli. il vicario Grillo, portato quasi a
carsi a Castellammare per delle cure, si      tenente in Oppido. Nella missiva, i cano-     braccio di popolo, si è messo in car-
portò a Napoli e a Roma «per tramare ai       nici del Capitolo, «a tutela dei diritti e    rozza scoperta, perché claudicante, per
danni del Caputo»83. Il 3 settembre           della validità degli atti di giurisdizione    recarsi in chiesa. La folla plaudente lo
1857, chiese la sua giubilazione ovvero       spirituale e temporale»86, chiedevano di      ha seguito fino alla Cattedrale, che, in
l’esenzione dai servizi religiosi del Ca-     conoscere ufficialmente le disposizioni       un attimo, si venne riempiendo di po-
pitolo, poiché canonico della Cattedrale      ricevute dal Germanò per il governo           polo. Ivi giunto, prese posto nel coro,
da ormai quarant’anni. I capitolari, ri-      della Diocesi. Chiaramente, come ha           dove il Clero tutto della Città e parte
cordando le «mancanze molto fre-              giustamente sottolineato lo storiografo       della Diocesi, riempiva gli stalli. Nel
quenti» e il fatto che il Grillo «si faceva   Rocco Liberti, «il motivo di una siffatta     coro stesso era collocato un tavolo con
surrogare tranne gl’intervalli in cui era     petizione va sicuramente ricercato nella      un tappeto verde ed i primari cittadini,
impedito di malattia», negarono «con-         smania del Grillo di ritornare final-         insieme alle autorità del paese, assiste-
cordemente»84 la giubilazione, anzi,          mente a capo di quel consesso quale vi-       vano come testimoni. Tutta la Guardia
l’arciprete Garigliano volle ulterior-        cario, un desiderio frustrato e dal Ca-       Urbana, in doppia fila, con a capo il suo
mente precisare:                              puto e dal re e che si concreterà soltanto    comandante, occupava la navata mag-
    «L’arcidiacono ha così trascurato il      con l’arrivo di un nuovo vescovo nel          giore. Dopo le formalità d’uso, il notaio
servizio del Coro da potersi dire che         giugno del 1859»87.                           lesse la bolla e l’atto da lui rogato. S’in-
quasi sia stato più il tempo in cui non vi                                                  tuonò il Te Deum. Lunga scarica di mor-
è intervenuto di quello che l’abbia ser-          L’arrivo di mons. Teta e la que-          taretti. Il canonico Zerbi faceva parlare
vito, per lo che ha provocato non solo i      stione con il canonico Germanò                l’organo ed il celebre maestro Muratori,
giusti rimproveri dei vescovi, i quali, di        Infatti, dando soddisfazione ai ne-       vecchiarello cadente con gli altri can-
tempo in tempo, l’esortavano all’osser-       mici del suo predecessore, con un gesto       tanti, cantavano a squarciagola l’inno di
vanza di questo importante dovere, ma il      forse poco prudente e avveduto, sugge-        sant’Ambrogio, ripetuto dal popolo
risentimento dei canonici, che dolevansi      rito, a quanto pare, da potenti protettori,   esultante. Era la liberazione d’Israello
delle distribuzioni quotidiane, da lui pre-   il nuovo vescovo, mons. Giuseppe Ma-          che si cantava. La sera tutte le case si il-
parate»85.                                    ria Teta88, subito dopo la consacrazione,     luminavano e mons. vicario diede un
    Il conflitto si protrasse con alterne     nominò suo procuratore speciale l’arci-       lauto rinfresco alle autorità ed alla cit-
vicende e il vescovo riuscì, alla fine, ad    diacono Grillo:                               tadinanza accorsa a felicitarlo»90.

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L’Alba della Piana
    Il vescovo giunse, invece, il 29 set-     o tre volte, presiedute dallo stesso ve-       tra voi ma pare che abbiate fatto nessun
tembre e, anche in questa occasione, con      scovo97, mentre, secondo quanto rife-          conto delle mie parole. Per carità! Teo-
grande solennità e secondo il gusto           rito da alcuni canonici in un’attesta-         logo, mettiamoci nella premura di pro-
dell’epoca, fu seguito, in tutto e per        zione inserita in un Sommario redatto          muovere unicamente la gloria di Dio, di-
tutto, un minuzioso ed allegorico ceri-       dal teologo Germanò, si sarebbe se-            portiamoci da uomini costituiti in di-
moniale che ebbe nel canonico Grillo un       guito l’uso precedente «quantunque il          gnità e non vogliamo incaricarci di certe
personaggio non secondario:                   vescovo non assistesse alla Conferenza,        brighe che, per verità, sono beghe pue-
    «Monsignore giungeva in Città in          di guisa che il teologo, nella settimana       rili. Io intanto, a cagione della vostra
cocchio scoperto, accompagnato da             nella quale si occupava della discus-          condotta e di quella dell’arcidiacono,
monsignor Grillo, e seguito da molte          sione delle questioni morali, non aveva        sono costretto sospendere per Oppido la
carrozze, in mezzo una folla compatta di      luogo della Sacra Scrittura»98, altro ob-      soluzione de’ casi morali in questo mese
villici, ne’ loro tradizionali costumi, re-   bligo legato a chi deteneva la prebenda        ma se tanto succede ora, sappiate che
canti in mano rami di ulivo e palme, ac-      teologale e che consisteva nella tratta-       non sarà per succedere lo stesso in avve-
clamandolo entusiasticamente»91.              zione e spiegazione di un brano della          nire»102.
    La questione tra l’arcidiacono            Bibbia. Gli stessi, inoltre, attestarono            Ma l’invito del vescovo non bastò a
Grillo, nuovo vicario generale, e il ca-      che dal dicembre del 1859 al maggio            sedare lo scontro che, anzi, si protrasse a
nonico Germanò che aveva occupato la          del 1860, «il teologo continuò a pro-          tal punto che la vexata quaestio fu por-
stessa carica durante l’episcopato di         porre e risolvere i menzionati casi, in        tata dal teologo Germanò fino alla Con-
mons. Caputo, sorse pochi mesi dopo           presenza dell’attual nostro illustrissimo      gregazione del Concilio, con la presen-
l’ingresso del vescovo. Mons. Teta si         e reverendissimo vescovo mons.                 tazione di un articolato Quesito e di un
trovava in Visita pastorale a Terranova       Teta»99. Da parte sua, questi, inoltre, il     documentato Sommario, secondo lo stile
mentre a Oppido si teneva la Confe-           24 novembre 1859, aveva promulgato             della Curia Romana. Le diatribe causate
renza dei casi morali92, secondo le di-       un apposito decreto nel quale aveva sta-       furono così accese che, ancora qualche
rettive date dallo stesso presule, poco       bilito «il metodo da tenersi nella colla-      tempo dopo, al cardinale prefetto che
tempo prima, con un apposito decreto.         zione de’ casi di coscienza», preci-           l’interrogava sui fatti, mons. Teta ri-
Il motivo dello scontro fu determinato        sando che la Congregazione che si sa-          spondeva giustificandosi di non aver po-
dal preteso diritto dell’arcidiacono          rebbe tenuta in Cattedrale avrebbe             tuto interrogare sulla spinosa questione,
Grillo di presiedere lui la conferenza, in    avuto «a prefetto - in assenza del ve-         come indicato da Roma, l’intero Capi-
quanto vicario del vescovo, pretesa che       scovo - il teologo Germanò, giusta il          tolo perché «si sarebbero riaccese quelle
suscitò «grande controversia tra i cano-      costume di questo luogo»100. Ma, pur-          discussioni che per l’addietro hanno an-
nici» e ferme recriminazioni da parte         troppo, l’assenza del presule provocò lo       gustiata questa povera Chiesa e che io
del teologo Germanò.                          scontro, preparato già da tempo. Il            con qualche travaglio ò potuto sino al
    Il Sinodo diocesano del vescovo           Sommario, infatti, riporta una prima           presente se non estinguere del tutto, al-
Giuseppe Maria Perrimezzi, celebrato          lettera indirizzata al canonico Germanò        meno in massima parte attutire»103.
nel 1726, aveva stabilito che il vescovo      da mons. Teta, subito dopo l’annuncio               In conclusione, nonostante il Quesito
avrebbe presieduto e tenuto la colla-         della sua nomina e della presa di pos-         ricco di riferimenti canonici e di erudite
zione dei casi di coscienza, ogni dome-       sesso per procura affidata all’arcidia-        citazioni giuridiche e il Sommario che ri-
nica, dopo i Vespri, in Cattedrale e che,     cono Grillo:                                   portava gli attestati di benemerenza di nu-
in sua assenza, avrebbe assunto                   «Debbo manifestarle che, ignaro            merosi vescovi, sacerdoti e autorità civili
quest’ufficio il canonico penitenziere93.     perfettamente de’ nomi, qualità ed offici      nei confronti del teologo Germanò104, la
    Il vescovo Coppola, giungendo in          di tutti i componenti il rev. Capitolo,        Congregazione si espresse «negativa-
Diocesi nel 1822, secondo tali norme          nella rapida successione di mia nomina,        mente», affermando che «il diritto di pre-
sinodali, nominò prefetto delle Congre-       preconizzazione e consacrazione, mi fu         siedere le Conferenze dei casi di co-
gazioni dei casi morali il canonico pe-       necessità rivolgermi alla prima dignità        scienza spetta a chi egli avrà stabilito se-
nitenziere, don Domenico Guida, che           esistente per lo possesso e provvisoria        condo il suo prudente giudizio»105. Fu
esercitò questo ministero fino al giorno      gestione della Diocesi, senza però che         l’ultima “vittoria” del nostro arcidiacono.
della sua morte, sopraggiunta nel             mi fosse caduto nell’animo arrecare alla
183994. In seguito, mons. Coppola con-        sua persona oltraggio alcuno»101.                  Malattia e morte dell’arcidiacono
vocò il Clero nel Salone dell’Episco-             Più seccata e senza fronzoli, invece,      Grillo
pio, affidando la trattazione dei casi        la missiva seguita allo scontro dei cano-          I contemporanei affermarono che
morali, «in modo quasi accademico»95,         nici durante la Conferenza dei casi mo-        questi «ebbe bella e spiccata persona,
al suo segretario, don Giuseppe Maria         rali, il 4 maggio 1860:                        nobile e grave incesso, occhi nerissimi
Pupa che era anche canonico teologo               «Rev. sig. teologo,                        ed eloquentissimi che sotto due folti ed
«che soleva alternare la lezione di Sa-           le disposizioni a darsi, giusta la vo-     arcuati sopraccigli scintillavano mode-
cra Scrittura e la discussione dei casi       stra di ieri, dovrebbero essere tali da tor-   sta luce, capelli neri, con un viso profi-
morali»96. Questo uso durò fino al            nare di dispiacere più a voi che al signor     lato e gentile, di vita sobria. Nel parlare
1846, per poi rimanere sostanzialmente        arcidiacono, perché questi, andando for-       fu dolce, saporito e sentenzioso»106.
in sospeso fino alla morte di mons.           nito attualmente della carica di mio vi-           Laureato in entrambi i Diritti e in Sa-
Coppola, avvenuta nel 1851.                   cario e, quindi, rappresentando me, gode       cra Teologia e licenziato in Lettere e Fi-
    In seguito, secondo quanto riferito a     della stessa facoltà del vescovo nella so-     losofia «nella freschissima età di 23
tal proposito a Roma da mons. Teta,           luzione dei casi morali. Le attuali mie        anni»107, il Grillo fu anche membro di
giunto in Diocesi mons. Caputo, le            occupazioni non permettono dilungarmi          diverse Accademie: degli Affaticati di
Conferenze si tennero solo durante il         e ricordarvi le tante ammonizioni fattevi      Tropea, della Vibonese di Monteleone,
primo anno del suo episcopato, nella          perché vi foste impegnato di estinguere        della Peloritana di Messina e della So-
Sagrestia della Cattedrale, per sole due      interamente quel malumore che esiste           cietà economica del III Abruzzo108.

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L’Alba della Piana
Scrisse una monografia della Chiesa                                                                                fiocco violaceo. Nel vivo della sua opera di ri-
                                                                                                                   costruzione e di rinnovamento, volle fondare un
oppidese, pubblicata nel 1848109 e
                                                                                                                   nuovo paese che chiamò Piminoro. All’arrivo di
diede alle stampe, secondo il Frascà,                                                                              Giuseppe Napoleone, lo accolse benevolmente
l’Elogio funebre di Francesco I di                                                                                 tenendo due discorsi in suo onore prima a Gioia
Borbone e quello di monsignor                                                                                      e poi a Reggio. Ritornati i Borboni, il vescovo
                                                                                                                   pagò caro questo suo atteggiamento e fu prigio-
Francesco Maria Coppola; un Elo-                                                                                   niero prima a Messina e poi a Palermo dal 1806
gio in onore di Sant’Alfonso Maria                                                                                 al 1815 quando tornò trionfalmente in Oppido,
de’ Liguori110 e un’Allocutio pro ad-                                                                              accolto festosamente dal Popolo e dai Canonici
ventu fr. Michaelis Caputo111. Ri-                                                                                 che mai avevano dimenticato il loro pastore,
                                                                                                                   non mancando di fargli avere qualche conforto
mase inedito un trattato di polizia                                                                                durante il lungo e duro esilio. Nell’aprile del
ecclesiastica e uno testo sull’origine                                                                             1817 fu proposto dal re per l’Arcivescovado di
della Diocesi di Oppido, oggi con-                                                                                 Reggio Calabria. Preconizzato nel Concistoro
servato manoscritto nell’Archivio                                                                                  del 16 febbraio 1818, fece il suo ingresso nella
                                                                                                                   Sede metropolitana il 25 maggio successivo.
Storico Diocesano112.                                                                                              Qui proseguì la sua intensa attività pastorale
    Ma, sic transit gloria mundi,                                                                                  fino alla morte sopraggiunta il 26 settembre
all’alba del 5 giugno 1862, inizia-                                                                                1826 (Cfr. GIUSEPPE PALMENTA, Alessandro
rono a manifestarsi i segni di un                                                                                  Tommasini. La sua vita, il suo tempo, Casa
                                                                                                                   editrice Cooperativa Contezza, Reggio Cala-
«micidialissimo morbo», l’apoples-
                                                                                                                   bria 1986; CANDIDO ZERBI, Della Città,
sia, che egli affrontò con «rassegna-                                                                              Chiesa e Diocesi di Oppido Mamertina e dei
zione evangelica»113. Durante i mesi                                                                               suoi Vescovi. Notizie cronistoriche, Tipografia
della lunga malattia, ogni domenica                                                                                Barbera, Roma 1876, pp. 383-404; ROCCO
                                                                                                                   LIBERTI, Diocesi di Oppido-Palmi. I vescovi
e nei giorni festivi, un canonico del
                                                                                                                   dal 1050 ad oggi, Virgilio Editore, Reggio Ca-
Capitolo celebrò la Messa nella sua                                                                                labria 2001, pp. 157-180; SANTO RULLO, Cro-
stanza d’ammalato. «Si addormentò                                                                                  nografia vescovile Taurianese ed Oppidese,
nel placido sonno dei giusti»114 nella                                                                             Edizioni Tauroprint, Gioia Tauro 2002, pp.
                                                                                                                   186-188).
notte tra il 3 e il 4 ottobre 1862.                                                                                5
                                                                                                                      Diversi furono gli esponenti della Famiglia
    Le solenni celebrazioni per le sue                                                                             Grillo che percorsero nel tempo la carriera ec-
esequie furono caratterizzate, se-         Frontespizio di una delle pubblicazioni edite                           clesiastica: «Dopo un Muzio, semplice sacer-
condo l’uso del tempo, dal «suono               per la morte dell'arcidiacono Grillo                               dote nel 1595, provvisto di un canonicato e una
                                                                                                                   prebenda, abbiamo modo di notare Alfonso
mesto dei sacri bronzi», dalle «pateti-
                                                                                                                   Maria tra il 1661 e il 1680; Lorenzo, dottore in
che note dell’organo», dall’«accorrer                                                                              utroque Iure e protonotario tra il 1662 e il 1671
                                             feudatari di Calimera e Careri e vantarono paren-
pietosamente gemebondo di tanta gente» tela con gli omonimi marchesi di Claro Fonte in                          che ottenne il carico della Parrocchia di San Ni-
e dal «dolore profondo di tutti i ministri Spagna e duchi di Mondragone. Nella Regione si                       cola di Pedavoli; Giuseppe Maria nel 1705; Sa-
                                                                                                                verio, vicario generale tra il 1710 e il 1750; Al-
del Santuario»115. Per la mesta occasione, distribuirono anche a Melicuccà e a Stilo, qui in
                                                                                                                fonso, decano nel 1750; Alfonso Maria, luogote-
furono pubblicate un’orazione funebre di particolare con una linea bastarda. Un Paulo Grillo                    nente generale nel 1768 e, infine, il gesuita Fi-
                                             di Genova, nel 1611, prestò denari per l’acquisto
Francesco Saverio Sergio, nel 1863116; la di Oppido e Casali a Carlo Spinelli» (ROCCO                           lippo Antonio (1837-1912) finito missionario in
ricordata raccolta curata dal nipote Fran- LIBERTI, «I Grillo e la Gerarchia cattolica oppi-                    Cina e tantissimi altri che non è il caso di enume-
                                                                                                                rare» (LIBERTI, «I Grillo e la Gerarchia cattolica
cesco Saverio Grillo, nel 1864 e la già più dese», in Calabria letteraria, XLV (1997) 1-2-3,
                                                                                                                oppidese», p. 32).
volte citata orazione del canonico Raf- pp.      32-34).                                                        6
                                                                                                                  CARRANO, Introduzione, p. 5.
                                             4
                                               Alessandro Fortunato Sebastiano Tommasini,
faele Patroni, edita nel 1871.               nato a Diminniti (RC) il 9 febbraio 1756, dopo gli
                                                                                                                7
                                                                                                                  SANTO RULLO, Il Seminario di Oppido nei suoi
                                                        studi presso l’Università di Napoli, fu ordinato sa-    tempi, Edizioni Officina grafica, Villa San Gio-
                                                        cerdote il 19 dicembre 1778. Fu segretario del ve-      vanni 1995, p. 56.
                                                                                                                8
                                                        scovo di Squillace, mons. Diego Genovese e inse-          Ibidem.
                                                        gnante di Filosofia nel Seminario di quella Città
                                                                                                                9
                                                                                                                  Ivi, p. 58.
                                                        episcopale. Rientrato in seguito a Reggio, fu coa-
                                                                                                                10
                                                                                                                   ROCCO LIBERTI, I Seminari di Oppido e di Mi-
Note:                                                   diutore del parroco di San Gregorio Magno e inse-       leto in età moderna e contemporanea, in PIETRO
1
   Cfr. ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI               gnante di Ebraico e Teologia nel Seminario              BORZOMATI (a cura di), Calabria cristiana. So-
OPPIDO MAMERTINA-PALMI (ASDOP), fondo della             dell’antica sede Metropolitana. Fu anche segreta-       cietà, religione, cultura nel Territorio della Dio-
Curia Vescovile, serie Clero, sottoserie Ordinazioni    rio dell’arcivescovo Alberto Maria Capobianco;          cesi di Oppido Mamertina-Palmi, Rubbettino, So-
sacre diocesane, busta 38, fascicolo 131, Attestato     esaminatore prosinodale; convisitatore e parroco        veria Mannelli 2001, (2 voll.), II, p. 261.
dell’arciprete della Cattedrale, don Giuseppe Fra-      di San Nicol de balneis. Nel 1790, fu nominato ar-
                                                                                                                11
                                                                                                                   ASDOP, Supplica del novizio Giuseppe Maria
scà, Oppido Mamertina, 26 marzo 1822, f. 1r.            cidiacono della Cattedrale metropolitana e quindi,      Grillo al vescovo Giuseppe Vincenzo Marra, Op-
2
  Il Palazzo Grillo fu costruito in breve tempo, sul    il 3 settembre 1791, designato vescovo di Oppido,       pido Mamertina, 1 aprile 1815, f. 1r. Il Mansiona-
lato sinistro della piazza dell’imponente e monu-       presentato dal re di Napoli Ferdinando IV il 20         riato, formato da dodici membri – detti appunto
mentale Cattedrale oppidese, da don Giuseppe            gennaio 1792, preconizzato nel Concistoro del 26        “mansionari” – era un collegio sacerdotale che col-
Grillo, a partire dal 1786 e fu il centro di numerose   marzo seguente e consacrato nella Cattedrale di         laborava con i canonici del Capitolo Cattedrale
e curiose vicende storiche (Cfr. ROCCO LIBERTI,         Frascati, il 10 aprile 1792, dal cardinale-vescovo      nell’esercizio delle funzioni pastorali e ammini-
«Sfatata la falsa voce sul Palazzaccio di Oppido        Enrico Benedetto Maria Clemente Stuart, duca di         strative. I mansionari recitavano le ore canoniche
(1787)», in Storicittà. Rivista di altri tempi, IX      York e da mons. Girolamo Volpi, arcivescovo ti-         insieme ai capitolari e prestavano assistenza al ve-
(2000) 89, pp. 52-53; IDEM, «Palazzo Grillo do-         tolare di Neocesarea del Ponto e mons. Ottavio          scovo nelle celebrazioni. La fondazione in Oppido
vrebbe diventare il centro della cultura di Oppido      Boni, arcivescovo titolare di Nazianzio. Giunto ad      risale al 1701 ad opera del vescovo Bisanzio Fili.
ma…», in Storicittà. Rivista di altri tempi, XV         Oppido il 18 maggio 1792, vi trovò poche capanne        Successivamente, questa istituzione ecclesiastica,
(2006) 139, pp. 54-55).                                 e una baracca che fungeva da chiesa, ricostruite a      scomparsa con la morte dei mansionari durante il
3
  La Famiglia Grillo, «nobile di generazione, più       qualche chilometro di distanza dall’antica Città,       terremoto del 1783 e auspicata dai canonici del Ca-
nobile di virtù, potente di ricchezze e di antica       distrutta dal Terremoto del 5 febbraio 1783. Si de-     pitolo nella sessione del 6 giugno 1792, venne ri-
stirpe» (ANTONIO CARRANO, Introduzione in               dicò perciò fin da subito a costruire la Cattedrale,    pristinata da mons. Alessandro Tommasini il 14
GIUSEPPE TACCONE, Alla memoria dell’esimio ar-          l’Episcopio e il Seminario e non si dimenticò della     maggio 1801, con nuove regole di servizio e nuove
cidiacono Giuseppe Maria Grillo della Cattedrale        necessità di provvedere anche alla ricostruzione        indicazioni di diritti e di obblighi. I mansionari in-
di Oppido, Tipografia Adamo D’Andrea, Reggio            delle strutture civili come le abitazioni, le strade,   dossavano una mozzetta semplice di colore viola-
Calabria 1864, p. 9), originaria di Genova, giunse      gli acquedotti e le fontane. Rinnovò il Capitolo        ceo ed occupavano nel coro un ordine inferiore ri-
in Calabria nel 1528. «I Grillo furono in Calabria      Cattedrale e decorò i canonici di cappa magna e         spetto a quello dei canonici. (Cfr. LETTERIO

Gennaio 2021                                                                                                                                           Pagina 21
L’Alba della Piana
FESTA, «Brevi cenni sulla storia del Capitolo della        26
                                                              Ivi, Supplica del chierico Giuseppe Maria Grillo       43
                                                                                                                        PATRONI, Orazioni funebri, p. 11.
Cattedrale di Oppido Mamertina», in Calabria               al vicario capitolare Felice Greco, Napoli, 23            44
                                                                                                                        ASDOP, fondo della Curia Vescovile, serie Bolle
sconosciuta, XL (2017) 155-156, pp. 21-25).                marzo 1822, f. 1r. «Artato è colui che è presentato a     e decreti vescovili, busta 7, fascicolo 1, Bollario
12
     ASDOP, Giuramento di Francesco Saverio                qualche benefizio che richiede in sé l’Ordine» (Re-       1792-1850, ff. 165v-166r. Il canonico tesoriere era
Grillo, Oppido Mamertina, 31 marzo 1815, f. 1r.            gali dispacci nelli quali si contengono le sovrane de-    la quarta dignità del Capitolo ed il quarto in ordine
13
    Ivi, Attestato del canonico Giuseppe Frascà,           terminazioni de’ punti generali o che servono di          di precedenza. Aveva il compito di custodire le reli-
Oppido Mamertina, 10 aprile 1815, f. 1r.                   norma ad altri simili casi nel Regno di Napoli, dal       quie, i paramenti e i vasi sacri e tutto ciò che faceva
14
   Ivi, Supplica di Giuseppe Maria Grillo al vescovo       dottor don Diego Gatta raccolti e per materie e ru-       parte del Tesoro della Cattedrale (Cfr. Statuta Capi-
Alessandro Tommasini, Oppido Mamertina, 30 ago-            briche disposti. Parte prima che riguarda lo Eccle-       tuli Ecclesiae Cathedralis Oppiden, p. 28).
sto 1815, f. 1r.                                           siastico. Supplemento I. Tomo III, Tipografia Giu-        45
                                                                                                                         Ivi, ff. 168v-169r. Il canonico cantore era la
15
   Ivi, Supplica di Giuseppe Maria Grillo al vescovo       seppe Maria Severino Boezio, Napoli 1775, p. 438).        terza dignità del Capitolo, occupava il terzo
Alessandro Tommasini, Oppido Mamertina, 14 di-             27
                                                              Cfr. ibidem.                                           scanno nel Coro ed aveva il terzo posto nell’or-
cembre 1815, f. 1r.                                        28
                                                              Ivi, Copia del verbale della sessione capitolare,      dine di precedenza. Nelle Messe pontificali
16
   Cfr. FRANCESCO RUSSO, Regesto vaticano per la           Oppido Mamertina, 26 marzo 1817, f. 1r.                   aveva il compito di fare da suddiacono. Egli diri-
Calabria, voll. 14, Gesualdi Editore, Roma 1974-           29
                                                              PATRONI, Orazioni funebri, p. 10.                      geva il Coro durante l’Ufficio divino; stabiliva i
1995, vol. XIII, Roma 1994, 70807, p. 212.                 30
                                                              Cfr. ASDOP, Attestato di mons. Michele Basilio         turni delle Messe; cantava il Martirologio nella
17
   Cfr. ibidem.                                            Clary per l’Ordinazione diaconale del suddiacono          vigilia di Natale, rivestito di un piviale violaceo;
18
    ASDOP, fondo della Curia Vescovile, serie              Giuseppe Maria Grillo, Napoli, 24 maggio 1823, f.1r.      cantava le date delle feste mobili durante la
Bolle e decreti vescovili, busta 7, fascicolo 1, Bol-      31
                                                              Cfr. ivi, Dispensa del papa Pio VI per l’Ordina-       Messa solenne dell’Epifania e distribuiva le le-
lario 1792-1850, ff. 87r-87v. Il sacrista era il sesto     zione sacerdotale del diacono Giuseppe Maria              zioni, le antifone e le lamentazioni nell’Ufficio
canonico dopo le sei principali dignità del Capi-          Grillo, Roma, 1 agosto 1823, f. 1r.                       delle tenebre del Venerdì santo (Cfr. Statuta Ca-
tolo, occupava il dodicesimo posto nel coro ed era         32
                                                               Cfr. ivi, Supplica del diacono Giuseppe Maria         pituli Ecclesiae Cathedralis Oppiden, p. 27).
il dodicesimo nell’ordine di precedenza. Esso pos-         Grillo al papa Pio VII, s.l., s.d., f. 1r.                46
                                                                                                                        Ivi, ff. 173v-174r. Il canonico arcidiacono era la
sedeva la prebenda canonicale con il titolo di San         33
                                                              Cfr. ivi, Attestato di mons. Salvatore Maria Pi-       prima e più antica dignità del Capitolo della Catte-
Costantino, che era di libera collazione da parte del      gnattaro per l’Ordinazione sacerdotale del dia-           drale oppidese. Occupava il primo posto nel Coro e
vescovo. I suoi più importanti compiti erano: oc-          cono Giuseppe Maria Grillo, Napoli, 5 novembre            aveva la precedenza su tutte le altre dignità e cano-
cuparsi con diligenza dei paramenti, delle vesti,          1824, f.1r.                                               nici in tutte le funzioni liturgiche e le processioni. I
dei vasi sacri e di qualsiasi altra suppellettile; ga-     34
                                                              Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie      diritti e i compiti dell’arcidiacono erano supplire il
rantire che gli altari della Cattedrale fossero sem-       raccolte a cura di Luigi Accatatis socio di varie Ac-     vescovo in caso di assenza nelle funzioni sacre dei
pre decentemente ornati; ordinare il suono delle           cademie e Società italiane ed estere, Tipografia Mi-      giorni più solenni dell’Anno liturgico; assistere il
campane per le funzioni capitolari e provvedere il         gliaccio, Cosenza 1877, vol. IV, p. 482.                  vescovo nelle funzioni pontificali, porgendogli
vino e le ostie per la celebrazione della Messa e la       35
                                                              In PATRONI, Orazioni funebri, p. 12.                   l’aspersorio al suo ingresso in Cattedrale; convocare
comunione dei fedeli (Cfr. Statuta Capituli Eccle-         36
                                                              Ibidem.                                                il Capitolo ogni qual volta necessario per definire e
siae Cathedralis Oppiden, Tipografia episcopale            37
                                                              PATRONI, Orazioni funebri, p. 11.                      ordinare quanto atteneva al retto ordine dell’Ufficia-
“Cuore di Gesù”, Tropea 1926, p. 32).                      38
                                                              CARRANO, Introduzione, pp. 5-6.                        tura orale; presiedere i secondi vespri nelle solennità
19
   Ignazio Greco, nato a Catanzaro il 19 ottobre 1760      39
                                                              Ivi, p. 6.                                             del Natale, Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini, tutti
da Tommaso e Saveria Casaburi, dopo gli studi nel          40
                                                              Ivi, p. 7.                                             i Santi e Immacolata Concezione; cantare la Messa
Seminario Diocesano, fu ordinato sacerdote il 20           41
                                                              Ivi, p. 6.                                             nel giorno anniversario della consacrazione della
settembre 1783. Fu canonico della Cattedrale; ce-          42
                                                              Francesco Maria Coppola nacque a Nicotera, il 12       chiesa Cattedrale, nella seconda feria dopo Pasqua e
rimoniere maggiore per molti anni; economo cu-             aprile 1773, da Orazio e Carmela Brancia, in una          Pentecoste e nel giorno anniversario della consacra-
rato della chiesa catanzarese di Santa Teresa              delle più antiche famiglie della Città. Avviato fin da    zione del vescovo pro tempore, secondo le disposi-
all’Osservanza dal 1783 al 1794; parroco della             ragazzo alla carriera ecclesiastica, fu ordinato sacer-   zione del Diritto (Cfr. Statuta Capituli Ecclesiae Ca-
Parrocchia di Santa Maria del Mezzogiorno di Ca-           dote nel 1795. Nel 1799, il fratello Andrea, di senti-    thedralis Oppiden, pp. 25-26).
tanzaro dal 1794 al 1811; penitenziere maggiore            menti liberali, rimase vittima di un omicidio. Il Cop-    47
                                                                                                                        Ibidem.
della Cattedrale; confessore delle monache; esami-         pola, dopo averlo confessato, lo esortò al perdono.       48
                                                                                                                          GIUSEPPE MARIA GRILLO, Elogio funebre di
natore sinodale. Ottenne la laurea in Sacra Teolo-         Intanto, avendo saputo delle continue ricerche            mons. Francesco Maria Coppola, p. 3.
gia all’Università di Napoli il 1 maggio 1819, fu          dell’omicida da parte della polizia, accolse nella sua    49
                                                                                                                        Ivi, p. 4.
anche buon predicatore e membro dell’Accademia             casa il colpevole, tenendolo nascosto per lungo           50
                                                                                                                        Ivi, p. 12.
Catanzarese. Proposto dal re Ferdinando I come             tempo. Nella Diocesi di Nicotera ricoprì diversi in-      51
                                                                                                                        Ivi, p. 14.
vescovo di Oppido il 7 aprile 1819, fu preconiz-           carichi. Fu rettore del Seminario, canonico teologo,      52
                                                                                                                        Discorsi di Pio XI, Società editrice internazionale,
zato nel Concistoro del 4 giugno successivo. Due           pro-vicario generale. All’età di 49 anni fu proposto      Roma 1960, vol. III, p. 357.
giorni dopo, fu consacrato a Roma dal cardinale-           alla guida della Chiesa di Termoli ma, prima ancora       53
                                                                                                                         ROCCO LIBERTI, «Padre Vito Michele Di Netta
vescovo di Albano Michele Di Pietro e da mons.             di fare l’ingresso, con bolla del 19 aprile 1822 fu no-   portatore della Parola di Dio nei paesi della Piana di
Francesco Bertazzoli, arcivescovo titolare di              minato vescovo di Oppido. Fu consacrato a Roma,           Gioia Tauro nella prima metàdell’800», in L’Alba
Edessa e da mons. Pietro Caprano, arcivescovo ti-          il 21 aprile successivo, dal cardinale Giulio della       della Piana, IV (2010) 2, p. 23. Cfr. ID., Eroi della
tolare di Iconio. Il 16 novembre 1819, mons.               Somaglia, vescovo di Ostia e Velletri, conconsa-          fede e miracoli nelle terre della Piana di Gioia
Greco fece il suo solenne ingresso in Oppido. Vi-          cranti furono mons. Paolo Augusto Foscolo, arci-          Tauro, Orizzonti meridionali, Cosenza 1990, pp. 57-
sitò due volte la Diocesi e, nonostante lo zelo e la       vescovo di Corfù e mons. Antonio Baldini, arcive-         67.
buona volontà che lo contraddistinsero, il suo mi-         scovo titolare di Neocesarea del Ponto. Fece il suo       54
                                                                                                                        ASDOP, fondo della Famiglia Grillo, serie Padre
nistero episcopale fu segnato da una salute mal-           solenne ingresso a Oppido il 10 giugno dello stesso       Michele Di Netta, busta 1, fascicolo 1, Lettera di pa-
ferma fino alla morte che sopraggiunse il 12 feb-          anno. Costruì la prima imponente Cattedrale della         dre Michele di Netta a donna Anna Filippa Lacqua-
braio 1822 (Cfr. ZERBI, Della Città, Chiesa e Dio-         nuova Oppido, consacrata il 23 giugno 1844, do-           niti, Tropea, 13 ottobre 1829, f. 1r.
cesi di Oppido Mamertina e dei suoi Vescovi, pp.           tandola di arredi, decorazioni e dipinti. Ricostruì       55
                                                                                                                        Ivi, Lettera di padre Michele Di Netta al canonico
405-409; LIBERTI, Diocesi di Oppido-Palmi, pp.             anche le chiese di Cosoleto, Scido, Santa Cristina,       Giuseppe Maria Grillo, Tropea 28 settembre 1833,
181-188; RULLO, Cronografia vescovile Tauria-              Messignadi, Lubrichi e Varapodio. Si interessò an-        f. 1r.
nese ed Oppidese, pp. 189-190).                            che alla costruzione di strade e acquedotti e grazie      56
                                                                                                                        Ivi, Lettera di padre Michele Di Netta al cano-
20
   Cfr. Almanacco reale del Regno delle Due Sicilie        al suo provvidenziale intervento fu inaugurato a          nico Giuseppe Maria Grillo, Tropea 4 novembre
per l’anno 1841, Stamperia reale, Napoli 1841, p.          Oppido un Ospedale nel 1848. Morì l’11 dicembre           1833, f. 1r.
525.                                                       1851 e fu sepolto nella Cattedrale oppidese nella         57
                                                                                                                        Ivi, Lettera di padre Michele Di Netta al canonico
21
    Due Sicilie, in «La voce della verità. Gazzetta        tomba che egli stesso si era preparato. Il Comune         Giuseppe Maria Grillo, Messignadi 27 gennaio
dell’Italia Centrale», 30 aprile 1840.                     di Oppido, il 29 novembre 1898, gli intitolò una          1844, f. 1r.
22
   Ritratti poetici con note biografiche di alcuni illu-   via del centro abitato. (Cfr. ZERBI, Della Città,         58
                                                                                                                         Sulla figura del canonico Giuseppe Annunziato
stri uomini del secolo XVIII nati nel Regno di Napoli      Chiesa e Diocesi di Oppido Mamertina e dei suoi           Muratore cfr. TOMMASO POLISTINA, «Calabresi il-
del marchese di Villarosa, Tipografia Di Porcelli,         Vescovi, pp. 410-446; LIBERTI, Diocesi di Oppido-         lustri. Il canonico Giuseppe Muratori», in La Za-
Napoli 1842, p. 109-111.                                   Palmi, pp. 189-200; RULLO, Cronografia vesco-             gara, I (1869) 5, p. 67; ALFONSO FRANGIPANE,
23
   RAFFAELE PATRONI, Orazioni funebri, Tipografia          vile Taurianese ed Oppidese, pp. 191-193;                 «Musica sacra dell’800 in Calabria. I canonici orga-
Scolastica A. Vecco, Torino 1871, p. 9.                    GIUSEPPE PIGNATARO, «Il cantiere di mons. Cop-            nisti di Oppido Mamertina. Notizie su don Annun-
24
     ASDOP, Attestazione del parroco Francesco             pola», in Brutium, LIII (1974) 4, pp. 17-18; SANTO        ziato Muratori», in Brutium, XXXIII (1954) 11-12,
Nappi, Napoli, 19 marzo 1823, f. 1r.                       RULLO, «La Cattedrale di Oppido ha centocin-              p. 7; LUIGI ALIQUÒ LENZI - FILIPPO ALIQUÒ
25
    Ivi, Attestazione del parroco Francesco Nappi,         quant’anni (1844-1994)», in Historica, XLVII              TAVERRITI, Gli Scrittori calabresi. Dizionario
Napoli, 29 settembre 1823, f. 1r.                          (1994) 3, pp. 128-129).                                   bio-bibliografico, Tipografia editrice “Corriere di

Gennaio 2021                                                                                                                                                 Pagina 22
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