La Fedeltà di Dio - Il Vescovado
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P AGINA 1 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Per una Chiesa Viva A NNO XV - N. 11 – DICEMBRE 2019 P ERIODICO DELLA COMUNITÀ ECCLESIALE DI RAVELLO WWW . CHIESARAVELLO . IT WWW . RAVELLOINFESTA . IT WWW . MUSEODUOMORAVELLO . COM La Fedeltà di Dio Dio, che rivela il suo Nome - “Io sono” -, questo il suo nome, attraverso cui Egli ci il suo bambino, desiderosa solo di amare, si rivela come Dio che è sempre là, pre- rivela, per così dire, il suo volto e il suo proteggere, aiutare, pronta a donare tut- sente accanto al suo popolo per salvarlo: cuore. Egli stesso, come narra il Libro to, anche sé stessa. Questa è l’immagine è un Dio fedele. dell’Esodo, rivelandosi a Mosè si autode- che suggerisce questo termine. Un amo- Nel dire il suo nome, Dio rivela, nello finisce così: «Il Signore, Dio misericor- re, dunque, che si può definire in senso stesso tempo, la sua fedeltà, che è di dioso e pietoso, lento all’ira e ricco di buono “viscerale”. Poi è scritto che il sempre e per sempre. Lo è rispetto al amore e di fedeltà» (34,6). Anche in altri Signore è “pietoso”, nel senso che fa gra- passato, perché è il Dio dei nostri padri; testi ritroviamo questa formula, con zia, ha compassione e, nella sua grandez- lo è per l’avvenire, za, si china su chi è de- perché è sempre con bole e povero, sempre noi (cfr. Es 3, 6.12). pronto ad accogliere, a L’Antico Testamento comprendere, a perdo- insiste sulla fedeltà di nare. È come il padre Dio, precisando che della parabola riportata è vero e misericor- dal Vangelo di Luca (cfr dioso: (nell’originale Lc 15,11-32): un padre ebraico: che non si chiude nel emet ed hesed) la sua risentimento per l’ab- misericordia è grande bandono del figlio mi- come il Cielo e la sua nore, ma al contrario fedeltà come dalla continua ad aspettarlo - terra alle nubi. In lo ha generato - , e poi preghiera il pio israe- gli corre incontro e lo lita afferma: "Poiché abbraccia, non gli lascia buono è il Signore, neppure finire la sua eterna la sua miseri- Chrismon confessione - come se gli cordia; la sua fedeltà per ogni generazio- qualche variante, ma sempre l’insistenza coprisse la bocca -, tanto è grande l’amo- ne" (Salmo 100,5). La fedeltà di Dio è è posta sulla misericordia e sull’amore di re e la gioia per averlo ritrovato; e poi va conseguenza di questo amore, vale a dire, Dio che non si stanca mai di perdonare anche a chiamare il figlio maggiore, che è del suo stesso essere: «Dio, “Colui che (cfr Gn 4,2; Gl 2,13; Sal 86,15; 103,8; sdegnato e non vuole far festa, il figlio è”, a Israele si è rivelato come colui che è 145,8; Ne 9,17). Queste parole della che è rimasto sempre a casa ma vivendo “ricco di grazia e di fedeltà” (Es 34, 6). Sacra Scrittura ci parlano di Dio. Il Signo- come un servo più che come un figlio, e Questi due termini esprimono in modo re è “misericordioso”: questa parola evo- pure su di lui il padre si china, lo invita ad sintetico le ricchezze del Nome divi- ca un atteggiamento di tenerezza come entrare, cerca di aprire il suo cuore all’a- no»[5]che Papa Francesco, nell’anno quello di una madre nei confronti del more, perché nessuno rimanga escluso dedicato al Giubileo della Misericordia, figlio. Infatti, il termine ebraico usato dalla festa della misericordia. La miseri- con impareggiabile semplicità illustrò dalla Bibbia fa pensare alle viscere o an- cordia è una festa! perdonarlo. Una nella catechesi all’udienza generale del 13 che al grembo materno. Perciò, l’imma- “fedeltà” senza limiti: ecco l’ultima parola gennaio 2016: gine che suggerisce è quella di un Dio che della rivelazione di Dio a Mosè”. “ Nella Sacra Scrittura, il Signore è pre- si commuove e si intenerisce per noi co- sentato come “Dio misericordioso”. È me una madre quando prende in braccio Continua a pagina 2
P AGINA 2 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Continua dalla prima pagina terra (Efesini 1,9-10) perché tutto in Lui della nostra fedeltà. San Paolo non ha ritrovi la sua destinazione che è Dio”. remore nell’applicare questa fedeltà divi- La fedeltà di Dio non viene mai meno, L’Avvento è allora un tempo a sé; non na a quella di Cristo: «Ma il Signore è perché il Signore è il Custode che, come è il tempo di preparazione al Natale, il fedele; Egli vi confermerà e vi custodirà dice il Salmo, non si addormenta ma vigi- tempo in cui si attende il Natale. Il dal maligno» (2 Ts 3, 3). La certezza del la continuamente su di noi per portarci Natale del Signore è già avvenuto e cristiano è dunque che Gesù è lo stesso alla vita: «Non lascerà vacillare il tuo non si attende ciò che è nel passato; ieri, oggi e sempre: «Iesus Christus heri et piede, non si addormenterà il tuo custo- noi attendiamo, invece, il ritorno glo- hodie idem, et in sæcula!» (Eb 13, 8). de. Non si addormenterà, non prenderà rioso del Cristo, di Gesù che tutto ha GI sonno il custode d’Israele. [...] Il Signore conquistato nella sua Pasqua con il suo ti custodirà da ogni male: egli custodirà la amore fino all’estremo. Il Natale verrà Credere per vedere La traiettoria del credente è accompagna- tua vita. Il Signore ti custodirà quando dopo l’Avvento per dirci che ciò che ta dall’esperienza del 'non sapere'. Molte esci e quando entri, da ora e per sem- Dio ha promesso davvero lo fa! volte consideriamo l’ignoranza un ostaco- pre» (121,3-4.7-8). E questo Dio miseri- Il Natale che celebriamo vuole dirci lo insormontabile per la fede, ma quando cordioso è fedele nella sua misericordia e che il Signore è fedele e che, come leggiamo i racconti pasquali San Paolo dice una cogliamo che essa è parte cosa bella: se tu non integrante dell’atto di cre- Gli sei fedele, Lui dere. È precisamente que- rimarrà fedele perché sto 'non sapere' che ci apre non può rinnegare se le porte di un’altra com- stesso. La fedeltà prensione. Maria di Magda- nella misericordia è la constatò che Gesù non proprio l’essere di era nel sepolcro; ma quello Dio. E per questo che era avvenuto ancora Dio è totalmente e non lo sapeva. E andò a sempre affidabile. raccontare la novità a Pie- Una presenza solida e tro e Giovanni, che corsero stabile. È questa la ed entrarono dentro il se- certezza della nostra polcro. La prima lezione è fede che il nuovo questa: dobbiamo immer- anno liturgico della gerci nel senso della morte Chiesa che iniziamo di Gesù, se vogliamo inten- con la prima domeni- dere il senso della sua ca di Avvento ci ri- risurrezione. Dobbiamo propone, perchè anche noi entrare nel se- riscopriamo la nostra polcro, seguendo Pietro e identità cristiana: noi Giovanni, e come loro siamo il popolo interrogarci: che morte è, dell’attesa. quella che è stata stretta in Certo noi condividia- queste bende? Perché è mo questo atteggia- morto quel Gesù che è poi mento che appartiene anche all’antico venne allora nell’umiltà di Betlemme, rimasto avvolto in questo sudario, adesso Israele, il popolo della speranza dell’a- così verrà nella gloria, nell’ultimo vuoto? In nome di cosa ha egli offerto la dempimento della Promessa, ma la no- giorno. sua vita? La seconda lezione è poi questa: stra attesa attende un volto preciso ed Il Natale verrà per rassicurarci che normalmente, noi vediamo per credere – amato, noi attendiamo Gesù, Figlio di attendere, accesi dalla sua promessa, è la maniera più comune di interagire con Dio e Figlio dell’uomo, attendiamo il suo non è insensato perché Colui che è la realtà. Il Risorto, invece, ci insegna che ritorno, perchè come afferma San Paolo stato fedele – oltre ogni nostra imma- solo credendo possiamo vedere; solo (Efesini 1,9-10), Dio Padre ha progettato ginazione – facendosi davvero accettando di non toccare il corpo del di unificare tutte le cose in sè. Egli ne l’ Emmanuele nella nostra vera carne, Risorto potremo toccarlo; solo acco- diviene il Capo e il Signore: “poiché egli sarà fedele tornando alla fine della sto- gliendo il mistero e la distanza potremo ci ha fatto conoscere il mistero della sua ria. Noi cristiani manteniamo ferma la vivere veramente l’intimità pasquale. Chi volontà, secondo quanto nella sua bene- confessione della nostra speranza, perché crede saprà interpretare il mistero della volenza aveva in lui prestabilito per rea- fedele è Colui che ha fatto la promessa sua presenza tutti i giorni, fino alla fine lizzarlo nella pienezza dei tempi: il dise- (cfr. Eb 10, 23; 11, 11) e ci ha chiamato: dei tempi. gno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le «Colui che vi chiama è fedele e farà tutto cose, quelle del cielo come quelle della questo» (1 Ts 5, 24). Egli è il fondamento Card. Tolentino Mendonça
P AGINA 3 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Identità e apertura La forza del presepe La stella cometa e il suo cielo, pastori, presepe è anche apertura. Quella grotta, ciascuno di noi a raggiungere i personag- fornai, bambini, "tutti attorno alla grotta e infatti, non ha una porta chiusa, ma aper- gi, a raggiungere il cuore e infine a la- ricolmi di gioia, senza più alcuna distanza ta a tutti. Proprio i Magi venuti dall'O-sciarci raggiungere dall'interrogativo, tra l'evento che si compie e quanti diventano riente ci dicono che è luogo d'incontro, dalle domande che suscitano per chi le partecipi del mistero". È così che nasce la di accoglienza, di relazioni non solo traaccoglie la "svolta". tradizione voluta da Francesco d'Assi- culture diverse, ma tra poveri e ricchi, Un percorso, questo, che vorremmo si che a Greccio nel 1223 volle rappre- tra santi e peccatori e soprattutto tra chi vivere anche noi, per far sì che il tempo sentare "il Bambino nato a Betlemme, e in sogna e cerca un mondo a misura di Van- natalizio diventi anche il tempo di grazia. qualche modo vedere con gli occhi del corpo i gelo, a misura d'uomo... Un percorso per orientare il nostro cam- disagi in cui si è trovato per la mancanza Alcune considerazioni per il Natale, "il mino di viandanti un po' stanchi, di vian- delle cose necessarie a un neonato, come fu giorno in cui Dio, fatto piccolo infante,danti con il peso dei propri limiti, di adagiato in una viandanti che greppia e come cercano il Sen- giaceva sul so vero della fieno tra il bue vita tra tanti e l'asinello". non sensi. Di Due tra tanti viandanti che aspetti emer- spesso smarri- gono dall'ini- scono la loro ziativa di Ber- strada per ri- goglio: identi- trovarla conti- tà e inclusività nuamente e o apertura. gustare le gioie Un'iniziativa vere, quelle accompagnata che non lascia- dalla visita in no l'amaro in un luogo for- bocca. temente sim- Quasimodo bolico e da arriva a sotto- una Lettera. lineare come Ciò per ren- ci sia ancora dere forte quello che vuole dirci. Una aveva succhiato a un seno umano", le un fratello che si scaglia contro il fratel- specie di sottolineatura in rosso. traggo anche da una poesia di Salvatore lo; come ci sia ancora un pianto non Fare il presepe nelle scuole, nelle case, Quasimodo: ascoltato. Vogliamo sottolineare i versi nelle strade è quindi affermare la propria "Guardo il presepe scolpito, del poeta, aggiungendo che con san Fran- identità, la propria fede nel Figlio di Dio. dove sono i pastori appena giunti cesco è possibile ascoltare quel pianto, è Una tradizione che va di padre in figlio e alla povera stalla di Betlemme. possibile la pace del cuore, se iniziamo ad che va alimentata di anno in anno. Una Anche i Re Magi nelle lunghe vesti avere uno sguardo nuovo che ci permette tradizione che tiene uniti grandi e picco- salutano il potente Re del mondo. di scorgere nel volto del fratello il volto li, vicini e lontani. Ricordo ancora oggi Pace nella finzione e nel silenzio di Cristo. E se anche quel volto fosse quando da bambino aspettavo con ansia delle figure di legno: ecco i vecchi sfigurato, in questo Natale vogliamo questi giorni per poter realizzare con i del villaggio e la stella che risplende, prendere in mano non l'arma del giudi- miei genitori e i miei fratelli il presepe. l'asinello di colore azzurro. zio, ma quei primi panni poggiati ai piedi Rivivo ancora oggi l'emozione, la gioia, Pace nel cuore di Cristo in eterno; della greppia, per aiutare i nostri compa- la spiritualità e la pace che provavo. ma non c'è pace nel cuore dell'uomo. gni di viaggio a lenire le ferite, ad asciu- Facciamo il presepe, facciamolo ovun- Anche con Cristo, e sono venti secoli, gare il volto. E scopriremo la tenerezza que: nei luoghi di lavoro, nelle scuole, il fratello si scaglia sul fratello. di Dio celebrata da Francesco. Scoprire- negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino mo la tenerezza di Dio vissuta con i no- È il segno che il Natale, la "festa delle che morirà poi in croce fra due ladri?". stri gesti. È la nostra umanità che si tra- feste" (come veniva chiamato da san Un testo che, partendo dalla scenografia sforma in presenza di Cristo. Francesco), è vivo dentro di noi. Fare il del presepe, conduce passo dopo passo P. Enzo Fortunato
P AGINA 4 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA «Nel Cristo, nuovo Adamo, e in Maria, nuova Eva, è apparsa finalmente la tua Chiesa» Verso il baratro momento, allora, nel quale la storia ri- Cristo l’alleanza è rinnovata, in Maria A volte la storia sembra andare precipito- prende il suo cammino verso il bene. Dio l’alleanza è proclamata. In Maria è antici- samente verso il baratro. Il male appare raddrizza le vie storte che il genere uma- pata perciò quella liberazione che, dopo la sempre più dilagante e pervasivo. Persino no ha deciso di percorrere. Egli stesso risurrezione di Cristo, si compie in ogni la storia personale di ciascuno pare infilar- entra in questa storia di male e la trasfor- persona per mezzo del battesimo. Maria è si dentro vicoli ciechi da cui non si riesce ma, facendosi vittima per un’alleanza che nuova creatura in vista di Cristo, come più a capire come uscire. Si può ricomin- metta pace nella relazione con l’umanità. ogni individuo che viene battezza- ciare di nuovo? È possibile che il corso Questa storia nuova inizia nel momento to in Cristo. degli eventi ritrovi la sua giusta direzione in cui, avendo deciso l’incarnazione, Dio Dio ci raggiunge verso il bene, verso la giustizia? Ci fu un prepara questo evento, liberando Maria di Nella nostra storia, che forse sta precipi- tempo nel quale l’uomo rovinò il giardino Nazareth dalle conseguenze di quel primo tando verso il baratro, Dio ci raggiunge che gli era stato affidato e nel proprio come ha fatto con Maria. Ci quale avrebbe potuto trovare raggiunge in Galilea, nelle nostre pe- la propria felicità. Avvenne in riferie, nei luoghi ordinari della vita, principio, cioè continuamen- nelle nostre case forse ancora in disor- te, secondo quella dinamica dine. Ci raggiunge con una parola di che è alla base della vita uma- gioia, ci invita a essere felici perché la na e che si ripete ogni volta di storia può ricominciare, ci invita a nuovo nell’esperienza del credere a una promessa di bene che peccato. Da quel momento in non viene meno. Dio ci raggiunge poi, dal momento in cui si liberandoci dalle nostre paure, ci invi- comincia a costruire una sto- ta a non temere anche quando non ria di male, non resta altro capiamo quello che sta accadendo e che precipitare in un abisso non riusciamo a vedere l’azione di sempre più profondo. A me- Dio che opera nelle ambiguità della no che qualcuno non ci afferri storia. Dio ci raggiunge, mostrandoci la mano e ci impedisca di che, persino quello che sembra sterile continuare a precipitare. agli occhi del mondo, può invece por- La storia di un’amicizia tare frutto, come accade nella storia Il giardino dell’Eden è l’im- di Elisabetta. Dio ci raggiunge invitan- magine di quell’amicizia con doci a non perdere mai la speranza: è Dio nella quale l’umanità il sesto mese della gravidanza di Elisa- avrebbe potuto vivere e dalla betta, come nel sesto giorno era stato quale invece ha scelto, e tante creato Adamo. Ora, in quel sesto volte continua a scegliere, di mese la creazione si può rinnovare, andare via. Dio non si rasse- può ricominciare e può riprendere la gna davanti al tradimento e sua strada verso la felicità. L’uomo alla partenza di Adamo. Fin viene ri-creato, Cristo è concepito, da allora, Dio si è messo sulle Dio entra nella storia, si coinvolge tracce dell’uomo per ripor- fino in fondo in questa storia di male tarlo nell’amicizia con lui. per convertirla in una storia di salvez- Fin da quel primo gesto, Dio za. In questa storia di salvezza, ognu- non ha permesso che la sua no può rileggere la propria vita. Tutti più alta creatura si inoltrasse nel mondo tradimento nel giardino dell’Eden. La facciamo l’esperienza di precipitare in nudo, cioè indifeso, fragile, esposto alla storia si rinnova, prende una nuova dire- abissi da cui a volte ci sembra impossibile violenza. Dio ha rivestito l’umana proge- zione. In Maria, Dio rinnova il suo amore risalire, tutti possiamo essere tentati di nie con tuniche d’amore, nonostante il per l’umanità. Dice alla sua sposa: rico- pensare che è impossibile ritrovare la stra- peccato, ha nascosto la sua vergogna sotto minciamo da capo. E in Cristo la storia da verso la casa del Padre, ma a tutti il un vestito di misericordia. sarà ricapitolata! L’Immacolata Concezio- Signore dice di non disperare, perché Egli Un nuovo inizio ne non è solo un privilegio dato a Maria, viene ed è pronto a ricominciare la sua La storia infatti non può precipitare verso ma è l’annuncio che Dio fa all’umanità di storia d’amore con ciascuno di noi. il male perché è nelle mani di Dio. C’è un voler ricostituire l’alleanza tradita. In P. Gaetano Piccolo
P AGINA 5 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Elogio della piccolezza Solo su un cuore umile può germogliare che cercavano di imporsi, con la forza, la stessi, alla paura. E ha detto che al con- lo Spirito di Dio. La rivelazione di Dio, grandezza, le conquiste... Ma il Regno di trario «la piccolezza è grande», è capacità infatti, ha detto Papa Francesco nella Dio germoglia nel piccolo, sempre nel di rischiare «perché non ha niente da messa celebrata la mattina di martedì 3 piccolo, il seme piccolo, il seme di vita. perdere». Ha spiegato che è proprio la dicembre a Casa Santa Marta, comincia Ma — ha detto ancora Francesco — il piccolezza a portare alla magnanimità, sempre nella piccolezza che però non seme da solo non può. E c’è un’altra cosa perché ci fa capaci di andare oltre noi significa chiusura in se stessi, piuttosto che aiuta e che dà la forza: “In quel gior- stessi sapendo che la grandezza la dà Dio. fiducia nel Signore e quindi capacità di no, un germoglio spunterà dal tronco di E ha citato una frase di san Tommaso rischiare. «La liturgia di oggi — ha esor- Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue d’Aquino, contenuta nella Summa teologi- dito il Pontefice — parla delle cose pic- radici. Su di lui si poserà lo spirito del ca, che spiega come debba comportarsi, cole, parla di ciò che è piccolo, possiamo Signore”». davanti alle sfide del mondo, un cristiano dire che oggi è la giornata del piccolo». «Lo Spirito sceglie il piccolo, sempre», che si sente piccolo, per non vivere da La prima lettura è tratta dal libro del ha sottolineato ancora il Papa, perché codardo. «San Tommaso dice così, la profeta Isaia dove si annun- sintesi è così — ha riferito il cia: «In quel giorno, un ger- Papa —: “Non spaventarsi moglio spunterà dal tronco delle cose grandi — oggi ce di Iesse, un virgulto germo- lo dimostra anche san France- glierà dalle sue radici. Su di sco Saverio — non spaven- lui si poserà lo spirito del tarsi, andare avanti; ma nello Signore...». «La Parola di stesso tempo, tenere conto Dio fa l’elogio del piccolo», delle cose più piccole, questo ha detto il Papa, e fa una è divino”». E ha proseguito: promessa, la promessa di un «Un cristiano parte sempre germoglio che spunterà e dalla piccolezza. Se io nella che cosa è più piccolo di un mia preghiera mi sento picco- germoglio? Eppure «su di lui lo, con i miei limiti, i miei si poserà lo Spirito del Si- peccati, come quel pubblica- gnore». E Francesco ha no che pregava in fondo alla commentato: «La redenzio- chiesa, vergognoso: “Abbi ne, la rivelazione, la presenza di Dio nel «non può entrare nel grande, nel super- pietà di me che sono peccatore”, andrai mondo incomincia così e sempre è così. bo, nell’autosufficiente». È al cuore pic- avanti. Ma se tu credi di essere un buon La rivelazione di Dio si fa nella piccolez- colo che avviene la rivelazione del Signo- cristiano, pregherai come quel fariseo za. Piccolezza, sia umiltà sia... tante co- re. Il Papa ha parlato dunque degli stu- che non uscì giustificato: “Ti rendo gra- se, ma nella piccolezza. I grandi — ha diosi di teologia per sottolineare come i zie, Dio, perché sono grande”. No, rin- continuato — si presentano potenti, teologi «non sono coloro che sanno tante graziamo Dio perché siamo piccoli». pensiamo alla tentazione di Gesù nel de- cose di teologia», questi si potrebbero Papa Francesco ha concluso la sua omelia serto, come Satana si presenta potente, chiamare «enciclopedisti» della teologia. dicendo che a lui piace tanto amministra- padrone di tutto il mondo: “Io ti do tut- «Sanno tutto — ha commentato — ma re il Sacramento della Confessione e so- to, se tu...”. Invece le cose di Dio inco- sono incapaci di fare teologia perché la prattutto gli piace confessare i bambini. minciano germogliando, da un seme, teologia si fa in ginocchio, facendoci pic- Le loro confessioni, ha affermato, sono piccole». coli». E dunque, ha sottolineato ancora, bellissime, perché raccontano i fatti con- E Gesù, nella pagina odierna del Vange- «il vero pastore sia sacerdote, vescovo, creti: «Ho detto questa parola», ad esem- lo, parla di questa piccolezza, gioisce e papa, cardinale, chiunque sia, se non si fa pio, e te la ripete. Il Papa infine ha com- ringrazia il Padre perché si è rivelato non piccolo, non è un pastore». Piuttosto è mentato: «La concretezza di quello che è ai potenti, ma ai piccoli e Francesco ri- un capo ufficio. E questo vale per tutti. piccolo. “Signore, io sono peccatore per- corda che a Natale «andremo tutti al pre- «Da quello che ha una funzione che sem- ché faccio questo, questo, questo, que- sepe dove c’è la piccolezza di Dio». bra più importante nella Chiesa, alla po- sto... Questa è la mia miseria, la mia Quindi un richiamo forte: «In una comu- vera vecchietta che fa le opere di carità di piccolezza. Ma invia il tuo Spirito perché nità cristiana dove i fedeli, i sacerdoti, i nascosto». io non abbia paura delle cose grandi, non vescovi, non prendono questa strada del- Papa Francesco ha sgombrato poi il cam- abbia paura che tu faccia delle cose grandi la piccolezza — ha avvertito il Papa — po da un dubbio che potrebbe sorgere e nella mia vita”». manca futuro, crollerà. Lo abbiamo visto cioè che la strada della piccolezza porti di Adriana Masotti nei grandi progetti della storia: cristiani alla pusillanimità, cioè alla chiusura in se Fonte: “Osservatore Romano”
P AGINA 6 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA La casa di Matteo Comunità educativa socio sanitaria per bambini e neonati in stato di adozione o affido affetti da patologie ad alta complessità assistenziale “A Ruota Libera” è un’associazione Sicuramente i bambini con gravi malfor- formazioni, tumori, patologie che neces- nata a Napoli nel 2007 per offrire a per- mazioni o malattie spesso, comprensibil- sitano non solo di cure particolari ma sone disabili, in età post scolare, l’oppor- mente, non rientrano tra i desideri di chi soprattutto di un amore familiare e di un tunità di socializzare, di coltivare i propri decide di intraprendere la strada dell’a- accompagnamento alla morte. Le due talenti e di integrarsi nella comunità. “A dozione. Una coppia che decide di adot- strutture sono collocate in due Comuni: Ruota Libera” è un luogo fatto innanzi- tare è protesa alla vita. I bambini che a Napoli, in un grande appartamento nel tutto di persone, volontari e da professio- nascono nei nostri ospedali e che, a causa quartiere Vomero, e a Bacoli (Na), in una nisti qualificati. L’associazione villa data in comodato d’uso assomiglia ad una comunità fami- gratuito dal Pio Monte della liare, ma che ha il giusto grado di Misericordia. professionalità - necessario ad af- Perché un genitore abbandona in frontare la sofferenza, le criticità ospedale suo figlio dopo aver ed i bisogni complessi che la con- saputo che è disabile? Questo è dizione di disabilità ha insiti. L’e- un problema serio e diffuso della quipe di A Ruota Libera cerca di nostra società che ci educa esclu- stare semplicemente con loro, sivamente alla perfezione. A senza lenti di ingrandimento, sen- Napoli esiste da due anni La Ca- za atteggiamenti paternalistici o sa Di Matteo, che pensa a bam- assistenziali. Come operatori, edu- bini come Giovannino, un bam- catori e psicologi, lavorano quoti- bino nato al Sant’Anna di Torino dianamente con le persone disabili da una fecondazione eterologa che frequentano l’associazione, con una rarissima malattia, la ascoltano i loro bisogni e sostengo- Ittiosi Arlecchino, che lo obbliga no le loro famiglie che in dieci a stare lontano dalla luce solare e anni di attività hanno ascoltato che gli comporta problemi respi- quotidianamente. Il progetto ratori. Oltre alla “Casa di Mat- “La Casa di Matteo” nasce da teo” di Napoli si sono proposti un’esperienza vera. anche gli operatori della Piccola Quando nacque, Matteo fu abban- Casa della Misericordia” di Tori- donato in ospedale dalle persone no, conosciuti anche come il che lo avevano messo al mondo. Cottolengo e Giovannino non è Una mamma e un papà lo hanno rimasto solo. adottato, con la promessa di essere Qualche giorno fa hanno rubato per lui la famiglia che non aveva. di gravi malformazioni, disabilità o di il Doblo’ che gli operatori della “Casa di Poco dopo un anno dalla sua adozione, terribili tumori, vengono lasciati alle cure Matteo” usavano per portare i bambini in Matteo inizia a soffrire di forti mal di dei medici perché nessuno può o vuole ospedale per fare le terapie. Un’ auto testa e, in seguito ad una serie di visite, si prendersene cura, sono molti di più di attrezzata anche per caricare sedie e ro- scopre che ha un terribile cancro. Lotta quanto si pensi. telle e quant’altro necessario per il tra- come un guerriero fino alla fine insieme Di questi, tanti sono extracomunitari sporti dei bambini affetti dalle varie pato- alla mamma e al papà. che, non avendo la cultura della preven- logie. Stanno organizzando una colletta La missione di Matteo era di essere figlio, zione durante la gravidanza, ignari delle tra tutti quelli che li conoscono per com- anche se per poco, e di diventare un possibili malattie che un feto potrebbe prare un nuovo Doblò adatto alle loro esempio. I suoi genitori adottivi, insieme contrarre, partoriscono bambini malati e, esigenze. Il lavoro eccezionale di questi ai nonni e agli zii, sono stati uno stru- per impossibilità economica o sociale, li volontari e professionisti qualificati viene mento, avevano il compito di amarlo, di lasciano negli ospedali, dove questi bam- ostacolato da pochi delinquenti. Questo donargli una famiglia, di accompagnarlo bini vivono in solitudine le loro brevi non è giusto e merita tutta la nostra soli- per mano nel suo nuovo mondo. Forse, vite. “La Casa di Matteo” è un proget- darietà . Chi volesse dargli una mano lo se Matteo non fosse stato adottato prima to speciale che prevede la realizzazione di può’ fare andando sul loro sito e contri- che il cancro fosse sopraggiunto, non due case di accoglienza per bambini orfa- buire con una donazione volontaria. avrebbe mai avuto nessuna famiglia. ni con disabilità medio e gravi, gravi mal- Marco Rossetto
P AGINA 7 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Ravello ai tempi della visita di San Massimiliano Kolbe (4 giugno – 8 luglio 1919) Agli inizi del 1919, nel giorno dell’Epifa- turale, attraverso alcune misure legislati- prevedevano il collegamento della Costa nia, l’Arcivescovo di Amalfi, Ercolano ve che favorirono interventi straordinari d’Amalfi con le principali arterie del traf- Marini, pubblicava la sua sesta lettera per la realizzazione di opere pubbliche e fico ferroviario. pastorale, dal titolo “Dopo la Vittoria”, in per l’edilizia scolastica. Nel 1919, inoltre, veniva anche immagi- cui, ripensando all’appena trascorso con- Era nota infatti, sin da allora, la posizione nato un progetto di filovia Salerno- flitto mondiale, auspicava un risveglio di di semi isolamento del Comune di Ravel- Amalfi, a cura dell'ing. Bossio, ma anche fede, “perché – scriveva – nel multiforme lo, non solo per ciò che riguardava le vie questo tentativo non ebbe alcun esito. tormento delle trincee i soldati hanno di comunicazione con il capoluogo di Più praticabile, allora, poteva essere la sentito il bisogno di Dio”. Di qui una Provincia, raggiungibile solo dal centro proposta di realizzazione di opere pubbli- serie di esortazioni per vivere nella socie- cittadino attraverso la strada provinciale, che, in specie per migliorare la viabilità. tà civile con onestà, per testimoniare ma soprattutto per la mancanza di vie di A tal fine, il Decreto Luogotenenziale 7 l’esperienza della fede osservando i pre- trasporto necessarie allo sviluppo dell’in- febbraio 1919, n. 150, ripartiva l'asse- cetti ecclesiastici e le pratiche di culto. dustria turistica. A tal proposito, il 5 gnazione straordinaria di un miliardo di Non mancavano i riferimenti alle opere gennaio 1919, il Consiglio Comunale lire per l'esecuzione di opere di bonifica, di giustizia sociale e a quelle porti, strade, ponti e di di misericordia, al ruolo altre opere pubbliche. Il della donna nella società, Consiglio comunale di che proprio nel 1919 aveva Ravello, perciò, deliberò avuto sanzione ufficiale con la somma di lire 500 per la la legge sulla loro capacità realizzazione dei progetti giuridica e sull’ammissione di massima per l’allaccia- all’esercizio di tutte le pro- mento delle frazioni con la fessioni; il presule rivolge rotabile provinciale. I pro- poi le sue attenzioni alla getti furono realizzati tutela della vita domestica e dall’Ing. Giacinto Piser- ai diritti dei lavoratori. In- chia e riguardarono l’allac- somma, una serie di appas- ciamento della località sionate sollecitazioni per la Civita con il Vescovado e ricostruzione in chiave cri- del Vescovado con Piazza stiana del territorio costiero Fontana. uscito dalla Grande Guerra. L’esigenza di creare una Ma il conflitto, si sa, aveva mobilità alternativa ai tra- portato via dalle nostre con- dizionali percorsi pedonali trade molti giovani, che non che collegavano le frazioni fecero più ritorno in patria. al centro abitato era ri- I caduti ravellesi della Prima chiesta in maniera urgen- Guerra mondiale furono 31, le cui storie nominava i consiglieri Pantaleone Mansi e te, perché non erano ancora stati appalta- sono state puntualmente ricostruite, un Pantaleone Caruso a far valere gli interes- ti i lavori di manutenzione delle strade anno fa, da Antonio Schiano di Cola nella si di Ravello nella progettazione del trat- comunali danneggiate dal nubifragio del pregevole pubblicazione dell’albo d’oro. to ferroviario Nocera Inferiore – Amalfi. 24 ottobre 1910. Per trovare una solu- Proprio ai caduti in guerra, l’Arcivescovo Dopo qualche mese, l’Ing. Achille Sagge- zione al problema era approvata la modi- Ercolano Marini, il 9 febbraio 1919, ave- se, avendo verificato che tale iniziativa fica al capitolato d’appalto, attraverso va dedicato un commosso tributo in oc- rientrava nelle condizioni previste dalla l’indizione di cinque distinti appalti, che casione della solenne commemorazione legge, presentava istanza per l’assegnazio- riguardarono le strade: Strada S. Chiara, avvenuta nella cattedrale di Amalfi. ne di un contributo annuo per tutta la San Cosma, Vallone, Zia Marta e la stra- Ravello, invece, aveva ricordato i suoi durata della concessione che permettesse da di Cigliano. Per quest’ultima, poiché militari nel mese di gennaio, attraverso la costruzione del tronco ferroviario pro- l’evento franoso aveva provocato l’inter- una celebrazione nell’ex Cattedrale, pro- gettato. ruzione del transito pubblico, l’interven- posta del clero cittadino, cui il Comune L’iniziativa della realizzazione di un col- to richiesto era più urgente, anche a se- aveva partecipato sostenendo le spese per legamento ferroviario non era una novità guito dell’indisponibilità dei proprietari la cera e per gli addobbi. per l’epoca, ma già dalla fine dell’Otto- dei fondi adiacenti a consentire ulterior- Terminata la guerra, l’azione governativa cento siamo informati su diverse propo- mente il transito nelle loro proprietà. fu diretta all’opera di sviluppo infrastrut- ste progettuali, tutte poi naufragate, che Le necessità connesse al momento di
P AGINA 8 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Continua da pagina 7 “Corriere d’Italia” auspicava per Ravello zione della 5° e 6° classe elementare gra- l’inizio di un nuovo benessere. tuite per i poveri, comprese le scuole di guerra avevano anche impedito la moder- Ma il progresso della comunità passava lavoro per le giovani ragazze. nizzazioni dei servizi pubblici, segnata- anche per l’efficienza delle istituzioni cul- I lavori donneschi, che erano parte inte- mente all’impianto di pubblica illumina- turali di base e per l’organizzazione del grante dell’ordinamento didattico, furono zione e a quello telefonico. sistema scolastico comunale. oggetto di una curiosa deliberazione con- Sul primo punto, il 14 agosto 1919, il In tale contesto, fu ancora un provvedi- siliare del 25 maggio 1919, allorché il Consiglio comunale approvava finalmente mento legislativo, il Decreto Legge Luo- consesso civico fu chiamato a determinarsi il contratto con il quale concedeva per gotenenziale 6 aprile 1919, n. 846, ad sull’opportunità dello scambio di sede tra vent’anni all’Ing. Ernesto Mascoli il servi- aprire la strada ai provvedimenti dell’am- i docenti Teresa Oliva e Domenico Del zio di illuminazione, che copriva non solo ministrazione comunale per la richiesta di Pizzo. il centro abitato, ma anche le frazioni di concessione di sussidi e di mutui per la Il Consiglio ritenne di non dare parere San Martino, Torello e Castiglione. L’il- costruzione di edifici scolastici. favorevole al trasferimento della Signorina luminazione veniva realizzata con 66 lam- In base al provvedimento, il Consiglio Oliva a Scala, perché i lavori donneschi pade a incandescenza, che venivano po- comunale aveva ratificato d’urgenza una non potevano essere insegnati da un mae- tenziate nelle sere delle maggiori festività deliberazione della Giunta municipale stro e perché – concludeva il testo della e specialmente nei giorni della vigilia e relativa all’approvazione dei progetti per deliberazione – “avvenendo lo scambio le della festa del santo patrono Pantaleone. la sistemazione degli edifici scolastici prin- giovanette non impareranno ad attaccare L’orario di accensione delle lampade era cipali, collocati nelle contrade Sant’Anto- un bottone, POVERE FAMIGLIE!” regolato sul suono dell’Ave Maria del nio e Piazza Fontana, per la somma di Anche la frazione Castiglione aveva pre- vespro fino all’alba sentato istanza e il canone annuo per l’istituzione venne quantificato di una scuola di in lire 1600. stato, avendo Il 1919 fu per Ra- allora un nume- vello anche l’anno ro di studenti in cui veniva inau- residenti supe- gurato il servizio riore a 40, e per telefonico, il cui questo, il 29 progetto prese av- ottobre, il sin- vio nel 1916, pre- daco del tempo, vedendo il collega- Nicola Mansi, mento con l’ufficio venne incarica- centrale dei telefoni to dal Consiglio di Salerno. Ma il di seguire l’iter costo dei materiali, per la realizza- vertiginosamente zione del desi- elevato a causa del derio della co- conflitto bellico, munità periferi- spinse l’ammini- ca di Ravello. strazione comunale a rinunciare al telefo- circa 44000 lire, la cui metà poteva essere Ma la vera novità scolastica di quell’anno no diretto con Salerno, il cui impianto finanziata dal Governo e la restante parte riguardò l’istituzione dell’asilo infantile, sarebbe costato 20 mila lire, e a scegliere attraverso la richiesta di un mutuo alla per la cui realizzazione, il 30 aprile 1919, la strada più economica collegandosi al Cassa Depositi e Prestiti al tasso agevolato si tenne un incontro cui prese parte anche centralino di Maiori. La nuova perizia del 3%, con l’obbligo di destinare in per- l’Arcivescovo di Amalfi. La proposta ven- venne effettuata solo a metà del 1918 e i petuo ad esclusivo uso scolastico gli edifici ne sottoposta al Consiglio Comunale di lavori procedettero molto a rilento a cau- che s’intendeva realizzare. Ravello il 14 agosto successivo, e da essa sa della difficoltà nel reperimento dei ma- L’incarico per la progettazione degli in- sappiamo che alcune persone, di cui non teriali per la realizzazione del collegamen- terventi di edilizia scolastica venne affida- si fa menzione, entusiasmate dalle bellez- to, che venne inaugurato solo domenica to al geometra Graziano Carrano di Amal- ze di Ravello, si erano spontaneamente 13 aprile 1919. Tra i messaggi augurali fi per la somma di lire 200. offerte a migliorare le condizioni del pae- per l’avvio del servizio telefonico, oltre a Per lo sviluppo delle attività scolastiche, il se con impiantarvi un asilo infantile, pur- quelli delle autorità governative ed eccle- 9 giugno 1919, veniva, inoltre, approvato ché il comune provvedesse al locale. siastiche, giungeva anche quello dell’avvo- il fitto del locale del monastero di Santa L’amministrazione pensò di destinare cato amalfitano Salvatore Camera, futuro Chiara, in favore di Antonio Camera di all’asilo la chiesa della SS. Annunziata, che deputato nella XXV Legislatura del Regno Amalfi, a patto che la destinazione di par- in quell’anno era di proprietà della Con- d'Italia, che a nome del “Mattino” e del te degli ambienti fosse destinata all’istitu- grega di Carità, un ente di assistenza e
P AGINA 9 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA beneficenza. Dal quadro fin qui delineato, è evidente che la comunità ravellese uscita dalla guerra puntasse, grazie agli interven- Itinerario di formazione ti straordinari programmati dal Governo, all’ammodernamento delle infrastrutture incaricando i reverendi docenti e dei servizi, che solo in minima parte Don Antonio Landi e Don An- riuscì a realizzare, limitatamente alla pub- tonio Porpora di delineare le blica illuminazione e al servizio telefonico. linee di svolgimento per questo Per ciò che riguardò la viabilità e l’edilizia itinerario di formazione magisteria- scolastica bisognerà attendere ancora il le e specialistico che, con decisione secondo dopoguerra, quando le misure del consiglio Presbiterale, sarà ope- straordinarie imposte dalla ricostruzione rativo a livello foraniale. Il tutto post-bellica e l’istituzione dei cantieri avrà come riferimento base il Cate- scuola favorirono l’avvio di una lunga atti- chismo della Chiesa Cattolica vità edilizia, che tuttavia ha avuto una ge- con uno svolgimento triennale, a nesi proprio nell’anno 1919, attraverso cui farà una fervente attività progettuale. seguito un anno di specializzazione Era questo, seppur a grandi linee, il con- in un alveo pastorale, così come testo in cui, quell’estate di 100 anni fa, scelto da ogni laico partecipante. San Massimiliano Kolbe aveva vissuto il Nello specifico del triennio: il pri- nostro territorio, facendo trasparire, dal mo anno sarà incentrato su “La pro- proprio diario di cronaca, alcune delle fessione della fede” (gli articoli del esigenze di cui necessitava il territorio Credo); il secondo anno su “La ce- costiero in quell’anno 1919 e che puntual- lebrazione del mistero cristiano” (i mente trovano riscontro, come abbiamo Sacramenti); il terzo anno su “La sentito, negli atti dell’azione amministra- vita in Cristo e la preghiera nella tiva. vita cristiana” Ma, come è noto, il religioso polacco ave- (morale e spiritualità cristiana). Gli Corso di formazione per laici va raggiunto Ravello alla ricerca di testi- incontri foraniali – nove per ogni percorso monianze sulle origini di Fra Antonio “Un medico che non si aggiorna, col tem- annuale – sono coordinati da un presbite- po sarà un medico senza più pazienti”: così Mansi, l’amico caro scomparso pochi mesi ro scelto dal collegio dei presbiteri del spesso, ai Ritiri mensile del Clero, esordi- prima, proprio di questo giorno, e con il territorio foraniale ed animati da presbite- va Mons. Ferdinando Palatucci, nostro quale aveva condiviso la fondazione della ri, diaconi permanenti, da religiosi o laici Milizia dell’Immacolata, avvenuta il 16arcivescovo dal 1982 al 1990, per sprona- presenti nella zona pastorale. Se il Conci- re i Presbiteri dell’Arcidiocesi ad una co- ottobre 1917, nel Collegio Internazionale lio Vaticano II riconosce titolarità ecclesia- Serafico di Roma. stante, doverosa formazione permanente, le ai laici occorre che essi siano all’altezza per essere capaci di contestualizzare l’e- Il 23 aprile 1927, Pio XI elevava la Milizia del compito che assumono nella Chiesa a vangelizzazione in un ambiente in conti- alla dignità di Unione Primaria con facoltà partire da un costante aggiornamento teo- nua e rapida evoluzione. Se questo, nella di aggregare le unioni già erette o da isti- logico ed ecclesiale, per scorgere in essi tuire. Chiesa è vero per i principali collaboratori validi soggetti che siano – come afferma il del Vescovo, è altrettanto valido, in modo Agli inizi di gennaio del 1929, P. Giusep- primo Papa della storia- “pronti a render particolare, per i laici che, in virtù della pe Palatucci otteneva le debite facoltà per conto della speranza che è in voi a tutti consacrazione battesimale, sono chiamati fondare a Ravello una sede della Milizia quelli che vi chiedono spiegazio- dell’Immacolata, approvata dall’Arcive-ad una attiva e necessaria corresponsabilità ni” (1Pt15,3b). A tal proposito come gio- nella crescita umana e spirituale in tutti gli scovo di Amalfi, Ercolano Marini, e isti- va ricordare le ispirate parole del neo san- tuita con decreto del Ministro Generaleambiti di cui è contornata una comunità to, Paolo VI nella Apostolica Actuosita- parrocchiale. La Conferenza Episcopale dei Frati Minori Conventuali Alfonso Or- tem, il Decreto sull’Apostolato dei Laici lich. Campana, nei mesi scorsi, sensibile a que- nella Chiesa (18 Novembre 1965): sta istanza ha inteso incoraggiare le varie Così anche la nostra città, visitata appena “L’apostolato (dei Laici) può raggiungere diocesi della Regione a farsi promotrici di dieci anni prima da San Massimiliano Kol- piena efficacia soltanto mediante una mul- Percorsi formativi specifici per il mondo be, aderiva alla felice intuizione spirituale tiforme e integrale formazione. Questa è laicale e, in particolare per i battezzati già che uno dei suoi figli migliori, Fra Anto- richiesta non soltanto dal continuo pro- impegnati a vario titolo nelle parrocchie nio Mansi, aveva offerto alla Chiesa e alla gresso spirituale e dottrinale del laico, ma Storia. (operatori della catechesi, della liturgia, anche dalle varie circostanze di cose, di Salvatore Amato della carità, ecc.). persone, di compiti a cui la sua attività Il nostro Arcivescovo Orazio ha voluto deve adattarsi”. immediatamente cogliere questo stimolo, Don Angelo Mansi
P AGINA 10 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA In memoria di Antonio Ansanelli All’alba di martedì, 5 novembre u.s., omaggio alla salma del nostro concittadi- vano da uno studio costante dei docu- presso l’ospedale di Ponte san Pietro, in no esposta nella Chiesa dell’Immacolata menti del Magistero oltre che dalla lettu- provincia di Bergamo, chiudeva la sua dei ferrovieri, hanno colmato l’assenza ra delle opere di grandi Santi. Ma soprat- vita terrena Antonio Ansanelli. Nato il 12 del Cardinale e dei Vescovi ausiliari tutto Antonio pregava e, anche se non ottobre del 1965, era l’ottavo figlio degli dell’Arcidiocesi di Napoli e confermato il disdegnava le manifestazioni care alla fede indimenticabili Ada Sorrentino e Gian- forte legame tra Antonio e la sua gente popolare, sapeva bene che il cuore della netto Ansanelli, maestri elementari che che lo ha sempre stimato e apprezzato vita di un credente è l’Eucarestia. Ricor- hanno educato e formato generazioni di per la sua disponibilità, ma soprattutto do il plauso e la gioia da lui espressi quan- ravellesi. Nelle nostre cronache ho citato per la sua fermezza nel vivere e applicare do anche nel Duomo di Ravello si avviò diverse volte l’amico Antonio perché era i principi evangelici tramandati dalla Tra- la lodevole iniziativa dell’Adorazione solito partecipare, negli anni di ministero dizione, senza annacquamenti oggi tanto settimanale e dell’Adorazione notturna di don Peppino Imperato iun., alla messa di moda che non poco inquietavano il suo nel pieno dell’estate. delle 12 del giorno di san Pantaleone, animo di credente. Per carattere Antonio E la preghiera è diventata ancora più generalmente presieduta da don Angelo amava la coerenza e con coerenza ha vis- forte e convinta quando nella vita di An- Mansi, durante la quale tonio la malattia, quella prestava servizio all’altare malattia che generalmen- come un ministrante qual- te non perdona, ha comin- siasi. Ma Antonio era molto ciato ad impadronirsi del di più di un ministrante. Il suo corpo, ma non della 18 dicembre 2016 nella sua anima. Anche nel cor- Cattedrale di Napoli era so della degenza nell’ospe- stato ordinato Diacono dal dale bergamasco dove era card. Sepe ed era stato as- stato ricoverato alla fine di segnato alla Parrocchia settembre, Antonio ha dell’Immacolata Concezio- vissuto e agito con coeren- ne a Portici. E da Diacono za. Quanti di noi hanno aveva partecipato alla So- avuto la possibilità di fargli lenne celebrazione svoltasi visita durante quella che nel Duomo di Ravello l’un- sarebbe stata la fase finale dici febbraio 2017, in occa- della sua esistenza terrena sione dell’ingresso di don possono testimoniare, Angelo Mansi come nuovo senza timore di essere parroco della Parrocchia smentiti, che anche quan- Santa Maria Assunta. Mi aveva all’epoca suto la sua missione nella famiglia, nel do la situazione volgeva al peggio, il no- avvertito dicendo che avrebbe fatto l’im- lavoro e nella Chiesa. Una vocazione nata stro amico non si è mai lasciato prendere possibile per essere presente a quell’ probabilmente negli anni napoletani vis- dallo sconforto. Pienamente consapevole evento, una ulteriore prova del legame suti a Portici prima come studente uni- di quanto stava per accadere, Antonio ha non solo con la sua comunità di origine, versitario e poi come sposo e padre. vissuto la malattia con coerenza e con ma anche con il nuovo parroco. Ricordando gli anni vissuti al Liceo, alcu- coerenza si è preparato all’incontro con il Se a Ravello la sua partecipazione era ni compagni di classe, esprimendo il loro Signore, dando fino all’ultimo prova di limitata ad alcuni momenti dell’anno cordoglio sulle pagine di fb, hanno trac- quella Fede che diventa ancora più forte e liturgico, a Portici Antonio Ansanelli era ciato di Antonio il ritratto bellissimo di tenace proprio quando sembra che tutto una presenza costante nella vita della una persona che non aveva perso nulla di sia perduto. Nel corso di una delle mie comunità locale. E che presenza! Chi ha quella simpatia e giovialità adolescenziale visite, una sera, una infermiera a me e partecipato ai funerali, svoltisi venerdì, 8 fatta di battute strepitose e di freddure all’amico, il dott. Giuseppe Bottone, novembre, ha potuto verificare di quanta che confermavano una intelligenza bril- confessò commossa che nella sua carriera stima e affetto godesse Antonio nella sua lante e una cultura che il nostro amico ha non aveva mai incontrato una persona parrocchia di adozione. I tanti diaconi che continuato ad arricchire nel corso degli come Antonio e non aveva mai visto un si sono uniti ai non molti sacerdoti per anni e ha messo a disposizione della co- malato circondato da tanto affetto. Aveva dare l’ultimo saluto ad Antonio, insieme munità ecclesiale di Portici. Antonio stu- probabilmente osservato che il nostro ai tantissimi parrocchiani che già nei due diava, era colto e preparato; le sue rifles- amico, dopo l’aggravarsi della situazione, giorni precedenti avevano voluto rendere sioni non erano estemporanee, ma nasce- era continuamente accudito dalla moglie
P AGINA 11 I NCONTRO PER UNA CHIESA VIVA Luisa che lo lasciava soltanto per recarsi per qualche ora dai cognati Vincenzo e Maria Rosaria per “darsi una sistemata”. Il Papa: non venga mai meno la Era un’ulteriore prova di quell’ amore bella tradizione del presepe sponsale che neppure la malattia aveva allentato e che la Fede rendeva ancora più Con questa Lettera saldo e tenace, aiutando Antonio e Luisa vorrei sostenere la a viverlo con coerenza e dignità, anche bella tradizione quando si spegnevano le ultime speranze. delle nostre fami- Indirettamente in quella stanza di ospeda- glie, che nei giorni le Antonio e Luisa ripetevano attraverso precedenti il Nata- gli sguardi, le parole non erano necessa- le preparano il rie, il consenso matrimoniale, rinnovava- presepe. Come no una promessa di fedeltà e di amore, pure la consuetu- non più come 19 anni fa in un contesto di dine di allestirlo gioia e di salute, ma in quello della malat- nei luoghi di lavo- tia e del dolore. Probabilmente agli occhi ro, nelle scuole, dell’infermiera bergamasca non erano negli ospedali, passate inosservate le visite dei colleghi di nelle carceri, nelle lavoro di Antonio, funzionari della Re- piazze... È davvero gione Campania, che erano venuti da un esercizio di Napoli per salutarlo, di Valerio Landi fantasia creativa, l’inseparabile amico fraterno conosciuto che impiega i ma- all’epoca del ginnasio e protagonista con teriali più disparati Antonio di tante stravaganti e simpatiche per dare vita a vicende, oltre naturalmente le visite dei piccoli capolavori familiari che con impareggiabile affetto di bellezza. Si im- hanno fatto quanto era in loro potere per para da bambini: rendere meno doloroso il periodo di de- quando papà e genza nel nosocomio di Ponte san Pietro. mamma, insieme Nel corso dell’ultimo incontro, la sera ai nonni, trasmet- del 2 novembre, Antonio si scusò con me tono questa gioiosa perché non riusciva a tenere gli occhi abitudine, che La lettera “Admirabile signum” sul significato aperti ma mi chiedeva comunque di par- racchiude in sé una ricca spiritualità po- e il valore di un segno che “suscita sempre lare, perché mi avrebbe ascoltato. Mi polare. Mi auguro che questa pratica non stupore e meraviglia”, pubblicata in concomi- piace immaginare che quegli occhi chiusi, venga mai meno; anzi, spero che, là dove tanza con la visita di Francesco a Greccio conseguenza della stanchezza causata da fosse caduta in disuso, possa essere risco- “Il mirabile segno del presepe, così caro tanti giorni di immobilità, fossero la pro- perta e rivitalizzata”. al popolo cristiano, suscita sempre stupo- va della sua consapevolezza che da lì a San Francesco e il presepe vivente a re e meraviglia”: inizia così la Lettera qualche giorno quegli occhi chiusi alle Greccio apostolica Admirabile signum sul signifi- realtà terrene si sarebbero definitivamen- Il Papa, rievocando le origini della rap- cato e il valore del presepe, che Papa te aperti per contemplare quelle realtà presentazione della nascita di Gesù, sot- Francesco ha firmato questa domenica a eterne nelle quali ha creduto e sperato. tolinea l’etimologia latina della parola: Greccio. Probabilmente non sono lontano dal ve- “praesepium”, cioè mangiatoia, e cita Il presepe, atto di evangelizzazione ro, se penso alla serenità del suo volto Sant’Agostino che osserva come Gesù, da riscoprire quando sono andato all’obitorio per ren- “adagiato in una mangiatoia, divenne no- “Rappresentare l’evento della nascita di dergli l’ultimo omaggio la sera del 5 no- stro cibo”. E ricorda il presepe vivente Gesù - si legge nel testo - equivale ad vembre. La morte aveva posto fine alla voluto da San Francesco a Greccio nel annunciare il mistero dell’Incarnazione sua sofferenza e paradossalmente la mor- Natale del 1223, che riempì di gioia tutti del Figlio di Dio con semplicità e gioia”. te gli restituiva quel volto sereno, ironico i presenti: “San Francesco, con la sempli- “Mentre contempliamo la scena del Nata- quasi sorridente che lo aveva caratterizza- cità di quel segno, realizzò una grande le - scrive il Papa - siamo invitati a met- to nella vita. Ma il ricordo di quegli occhi opera di evangelizzazione. Il suo insegna- terci spiritualmente in cammino, attratti chiusi dalla morte e di quel volto sereno mento è penetrato nel cuore dei cristiani dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo conferma che Antonio, dall’alba del 5 e permane fino ai nostri giorni come una per incontrare ogni uomo. E scopriamo novembre, contempla la bontà del Signo- genuina forma per riproporre la bellezza re nella terra dei viventi. che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, della nostra fede con semplicità”. Roberto Palumbo perché anche noi possiamo unirci a Lui. Continua a pagina 12
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