Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio Rovereto (TN) - 11-12 Febbraio, 2019 - Unitn

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Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio
              Rovereto (TN)

              11-12 Febbraio, 2019
Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019

                                                 Giornate SSSL 2019
Le Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio sono giunte alla loro seconda edizione. In occasione dell’incontro dello scorso
anno tenutosi a Padova, era emerso il comune desiderio di costruire insieme un network interdisciplinare sullo studio del lin-
guaggio per promuovere il dialogo e la costituzione di un network fra linguisti, psicologi, neurologi e computazionalisti che si
occupano di linguaggio in ambito nazionale. Per venire incontro a questo scopo, durante l’anno si è costituita un’associazione
informale di persone che svolgono questo tipo di studi in Italia o sull’italiano, e che possono beneficiare di un network per
la migliorare la propria ricerca: la Società per gli Studi Sperimentali sul Linguaggio (SSSL). Il gruppo si è dotato di un sito
(https://sites.google.com/view/sssl-italia/) e di una mailing list (cui ci si può iscrivere dalla homepage del sito) per la costante
e aggiornata condivisione di risorse e iniziative di interesse.
Gli incontri promossi dalla SSSL si propongono come un evento informale in cui condividere e discutere la propria ricerca,
ma anche i propri pensieri, le proprie esperienze e le proprie proposte per il futuro della ricerca sul linguaggio. In linea con
questo spirito, gran parte del tempo è dedicato a brevi talk in cui chi partecipa può presentare la propria ricerca attraverso
dei lavori che ritiene particolarmente rappresentativi o che siano di specifico interesse per lo sviluppo di network di ricerca
multidisciplinare.
Quest’anno, un po’ di spazio sarà dedicato ad una tavola rotonda dal titolo “Dalla linguistica alle neuroscienze passando per
la psicologia e le computazioni: come costruire un percorso formativo interdisciplinare” che si focalizzi su opportunità e
problematiche della multidisciplinarità nella formazione di giovani scienziati del linguaggio.
Lingue ufficiali dell’evento sono l’italiano e l’inglese.
Buon scienza a tutti!

                                               Promotori della SSSL
                                                Davide Crepaldi, SISSA
                                               Francesca Franzon, SISSA
                                           Chiara Zanini, Università di Zurigo

                                               Organizzazione locale
                           Ermenegildo Bidese, Dipartimento di Lettere e Filosofia
                   Aurelie Herbelot, CIMEC - Centro Interdipartimentale Mente e Cervello
                    Francesco Vespignani, Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive

                                                    Invited speakers
                                          Sendy Caffarra, BCBL, Spagna.
                               Denis Delfitto, Università degli Studi di Verona, Italia.
                                Malvina Nissim, University of Groningen, Olanda.

                                                     Ringraziamenti
L’evento è stato orgnizzato con il contributo economico di SISSA e dell’iniziativa Centro Studi sul Linguaggio dell’Università
di Trento. Gli organizzatori ringraziano inoltre i servizi tecnici e amministrativi del DiPSCO e lo Staff per la Comunicazione
del Polo Rovereto.

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Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019

Programma dell’evento

11/02 - Presentazione su invito - 10:15-11:00
  1 Writing uncovered. What machines can infer from what we write
    Nissim, M.

11/02 - Presentazioni Orali 1 - 11:00-12:30
  2 La prosodia e il turn-taking nell’era di WhatsApp
    Cenceschi S.
  3 Ipotesi di una app di ricerca per il linguaggio naturale comune
    Musacchio, P.
  4 Semi-spontaneous speech of high-functioning Italian-speaking ASD children: creating an annotated corpus for
    syntactic analysis
    Ducceschi, L., Smith, G., & Finocchiaro, C.

11/02 - Presentazioni Orali 2 - 14:00-16:00
  5 Pragmatica sperimentale @IUSS Pavia
    Bambini, V.
  6 L’uso di test dinamici come giochi digitali nella valutazione della proficiency fonologica in bambini di 5 e 6 anni
    di età
    Origlia, A., Altieri, F., Buscato, G., Colavolpe, B., Cosi, P., Morotti, A., Rodà, A., Zmarich, C.
  7 Valutazione della competenza semantica nell’afasia e nelle patologie dementigene: la batteria SMAAV
    Gagliardi, G., Corsi, G., Fanetti, V., Lippi, A., Shabana, S.
  8 L’acquisizione delle caratteristiche acustiche di accento e geminazione in bambini dai tre ai sei anni
    Colombo, L.

11/02 - Presentazioni a Poster 1 - 16:00-17:30
  9 Validazione di un test per la produzione elicitata di clitici
    Borgogni, E., Colpizzi, I., Crocetti, E., Crocetti, P., Fancelli, S. & Gagliardi, G.
 10 The semantics of pain in patients with chronic pain
    Borelli, E., Bandieri, E., Luppi, M., Potenza, L., Porro, C. A., Lui, F., Cacciari, C.
 11 La percezione dell’accento lessicale in italiano: una prospettiva evolutiva e clinica
    Caccia, M., Presti, G., Toraldo, A., Radaelli, A., Ludovico, L. A., Ogliari, A. & Lorusso, M. L.
 12 Abilità pragmatiche del bambino parlatore tardivo: analisi degli atti linguistici durante l’interazione con il geni-
    tore
    Ferrari, E. Gagliardi, G. & Innocenti, M.
 13 L’effetto di manipolabilità in compiti linguistici
    Lorenzoni, A., Scaltritti, M., Peressotti, P. & Navarrete, E.
 14 Sociofonetica dell’italiano in contesti migratori e acquisizionali
    Meluzzi, C.
 15 Modeling priming effects with distributional semantics
    Nadalini, A., Bottini, R., Marelli, M. & Crepaldi, D.
 16 Gender processing in Spanish patients with aphasia. A case study on gender priming and semantic gender
    Piazza, G., Calabria, M., Semenza, C. & Poletto, C.
 17 La disprosodia nell’afasia di Broca: una proposta neuroriabilitativa
    Serafini, A., Gobbo, M. & De Pellegrin, S.

12/02 - Presentazione su invito - 9:00-9:45
 18 Implicit learning, bilingualism and dyslexia: Assessing AGL with a modified Simon Task
    Delfitto, D. & Vender, M.

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Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019

12/02 - Presentazione Orali 3 - 9:45-10:45
 19 Microvariation and microparameters:towards a quantitative view
    Pescarini, D.
 20 Risposte elettrofisiologiche per stimoli linguistici regionali: effetti topografici modulati dall’esposizione a una
    specifica variante regionale dell’Italiano
    Di Dona, G., Mantione, F., Alber, B. & Vespignani, F.

12/02 - Presentazioni a Poster 2 - 10:45-12:00
 21 Consistency measures in word recognition and beyond
    Amenta, S.
 22 The truth value of negative sentences: an insight into the time course of both sentence verification and visual
    target selection
    Calignano, G., Paulus, M., Mazza, V. & Vespignani, F.
 23 Extending psycholinguistic findings to under-researched languages: a masked-priming study on Setswana pre-
    fixed words
    Ciaccio, L. A. & Kgolo, N.
 24 Oscillazioni neurali α e β in predizione e produzione linguistica: Caratteristiche comuni e distintive
    Gastaldon, S., Navarrete, E., Arcara, G. & Peressotti, F.
 25 Inverse Copula: a theoretical and psycholinguistic survey
    Lorusso, P., Greco, M., Chesi, C. & Moro, A.
 26 Effetti di violazione grammaticale in italiano: uno studio EEG sui verbi sintagmatici
    Mantione, F., Cordin, P. & Vespignani, F.
 27 Implicature scalari e analisi dei movimenti oculari: un’indagine sul costo dell’inferenza
    Mazzaggio, G., Reboul, A., Caretta, C., Darblade, M., Van der Henst, J., Cheylus, A. & Stateva P.
 28 Elaborazione linguistica e programmazione motoria nella scrittura a tastiera
    Scaltritti, M., Suitner, C. & Peressotti, F.
 29 Variabilità in funzione dell’età nella risposta ERP a violazioni di accordo soggetto-verbo
    Vespignani, F., Artesini, L. & Pavani, F.

12/02 - Presentazioni Orali 4 - 12:00-13:00
 30 Multimodal Event Knowledge in Online Sentence Comprehension: the Influence of Visual Context on Anticipa-
    tory Eye Movements.
    Benedettini, V. Bertinetto, P. M., Lenci, A. & McRae, K.
 31 Numerals and numerical cognition: when word usage complies with psychophysical laws
    Marelli, M., Parente, L. & Rinaldi, L.

12/02 - Presentazione su invito - 14:30-15:15
 32 The impact of speaker’ and addressee’s identity on sentence analysis
    Caffarra, S.

12/02 - Presentazioni Orali 4 - 15:15-16:45
 33 Not all that complicates is complex: exploring the neural correlates of affirmative and negative sentence
    Zanellini, S., Janssen, N.& Miceli, G.
 34 La modalità linguistica modula le caratteristiche microstrutturali della materia bianca: evidenze dal confronto
    tra lingua verbale e lingua dei segni
    Quartarone, C., Budisavljević, S., Navarrete, E.& Peressotti, F.
 35 Temporal Dynamics of lexical and semantic features of spoken words: an MEG study.
    Vignali, L., Xu, Y., Turini, J., Collignon, O., Crepaldi D. & Bottini, R.
 37 Indice degli Autori

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SSSL 2019 - Presentazione su invito 1 -

 Writing uncovered. What machines can infer from what
                      we write
                                   Malvina Nissim
                        University of Groningen, The Netherlands

      People produce extensive volumes of text online, and what they write can
say a lot about who they are. Machines are very good at processing huge
amounts of data, including text, of course. By analysing language they have the
ability of discovering patterns and identifying characteristics of texts and,
contextually, of those who produced them. But what exactly can they find out? And
how much? And how well? Aren't humans still better at capturing nuances,
incorporating world knowledge, and drawing sensible conclusions over the
language we use? Through a couple of case studies I will discuss what, how, and
to what extent machines can indeed learn from our writings, how this is relevant to
society, and how humans fare in comparison.

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 -

      La prosodia e il turn-taking nell’era di WhatsApp

                                         Cenceschi S.
   SUPSI, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Digital Forensic Service.

    L’intervento vuole stimolare la discussione circa una nuova tipologia di parlato
spontaneo: quello delle applicazioni di messaggistica istantanea. WhatsApp,
Messenger, Telegram, sono solo alcuni dei nuovi mezzi che permettono l’invio di
messaggi audio in, quasi, tempo reale (connessione permettendo). Quanto e
come questo parlato può essere considerato spontaneo? Quanto la prosodia che
utilizzano gli utenti, può essere paragonata a quella del parlato nel caso di
compresenza fisica di parlante ed interlocutore? Come cambia ed evolve
l’interazione tra i diversi interventi? Molti di noi sanno bene cosa significhi
ritrovarsi ascoltatore inerme di inquietanti soliloqui inviati dall’amica/o in crisi
esistenziale, o magari siamo proprio noi gli autori di qualche intervento “fiume”.
Cosa cambia nell’aspettativa e cosa cambia rispetto alla messaggistica testuale?

    Un momento di riflessione per introdurre quella che secondo l’autrice è una
nuova categoria di parlato, dotata di nuove regole, ritmi e musicalità, ma che
riserva interessanti possibilità, in particolare per quanto concerne la creazione di
corpora ed il loro utilizzo per attività di ricerca e indagine nel settore forense. Le
considerazioni saranno legate alle attività e alle necessità del Servizio di
Informatica Forense SUPSI della Svizzera Italiana e contestualizzate nel
panorama dell’audio forense delle indagini preliminari.

    Cenceschi S., Trivilini A., Sbattella L., Tedesco R. (2019) Collecting Italian
spontaneous social media speech: the WAsp2 project. XV convegno AISV,
Arezzo.

    Kaplan, A. M. (2015). Social Media, the Digital Revolution, and the Business
of Media. International Journal on Media Management, 17(4), 197-199.

    Nencioni, G. (1983). Di scritto e di parlato. Zanichelli.

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 -

 Ipotesi di una app di ricerca per il linguaggio naturale
comune. Studio computazionale di tradizione e ricezione
           della Vita di Caio Mario di Plutarco.
                                 Pierfrancesco Musacchio
                                       Università di Trento

    Lo studio della fortuna della Vita di Caio Mario pone un problema linguistico,
perché le categorie mentali variano nella trasposizione linguistica. Un fondo
comune, però, sussiste. Utilizzando pragmaticamente le teorie di Chomsky,
Lakoff, Langacker, Talmy e gli studi di linguistica computazionale si è
reinterpretato il materiale tràdito come un corpus diacronico, nell’intento di
ipotizzare una app capace di analizzare il fondo comune di greco antico, latino,
italiano, francese e inglese, per fare nuove scoperte sui testi. Dalla proposta di
semplici strumenti di ricerca (analisi statistica delle parole e delle formule
stilistiche, usi delle parole a livello di significante – attraverso un testo tokenizzato
e la classificazione dei token in tipi – misurazione della frequenza dei termini) si è
passati ad una trattazione profonda della materia letteraria, contraddistinta
dall’ambiguità. Ricorrendo alle formalizzazioni di Jakobson, applicate da Larmour
alle Vite parallele, si è individuata (per semplificare) la letterarietà nell’opposizione
metafora/metonimia. La “metafora” ci ha posto di fronte al problema della
conoscenza extratestuale e dunque alla necessità ricercare quelle regole
universali che permettono al cervello umano di comprenderla: solo con tale
conoscenza si può ipotizzare un’applicazione capace di individuarla. Data una
definizione di metafora, si è immaginata una transizione della app da una fase S0
ad una S1 nel suo riconoscimento, grazie alle proposte di Eco sui frames e alle
applicazioni fattene da La Matina alla ricezione di Plutarco. Attraverso lo studio di
casi concreti (due metafore ed una similitudine) si è ipotizzato un modello per
l’analisi del linguaggio naturale comune delle lingue di tradizione.

Cook V.J., Chomsky’s Universal Grammar, An Introduction, Basil Blackwell, Oxford 1988. Eco,
Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Bompiani, Milano 2001. La
Matina M., Frame theory e romanzo Greco, in AA.VV., Materiali semiotici (Quaderni del Circolo
Semiologico Siciliano, 30), Palermo 1989, pp.88-97.

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 -

 Semi-spontaneous speech of high-functioning Italian-
speaking ASD children: creating an annotated corpus for
                  syntactic analysis

                      Ducceschi L., Smith G., Finocchiaro, C.
                              DiPSCo, Università di Trento

       We propose a preliminary analysis of a corpus of semi-spontaneous
speech of two groups of participants: a group of high-functioning Italian-speaking
children with autism (age 7-12) and an age-matched control-group, with the aim of
verifying between-group differences in the production of clitics. We also elaborate
on the details that influenced the process of developing such a dataset, and the
possible outcomes of its compilation.

       In an early phase, we set up a pipeline to process the data in order to
obtain Part-of-Speech annotated text that could be used to acquire quantitative
information on the linguistic phenomenon at stake. Secondly, principles of cost-
effectiveness guided the introduction of further linguistic information relevant for
our   purposes,    namely    the    observation        of   clitic   clustering   and   clitic
position/movement in relation to verb mood and full pronouns or nouns. The
integration of more linguistic tools is related to crucial aspects that we have to face
in the immediate future, as the real possibility of making the data available to the
scientific community and the development of a web interface for effective
consultation.

       Terzi, A., Marinis, T. Francis, K. (2016). The interface of syntax with
pragmatics and prosody in children with autism spectrum disorders. Journal of
Autism and Developmental Disorders 46, 2692-2706.

       Schmid, H. (2013, November). Probabilistic part-of-speech tagging using
decision trees. In New methods in language processing (p. 154).

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 -

              Pragmatica sperimentale @IUSS Pavia
                                       Bambini V
                             Scuola Universitaria IUSS Pavia

    In questo intervento intendo presentare alcuni filoni di ricerca nell’ambito della
pragmatica sperimentale che conduciamo allo IUSS di Pavia, in collaborazione
con altri gruppi in Italia e all’estero. In molti casi la metafora –presa come caso
prototipico di “gap” tra ciò che è detto e ciò che è comunicato– è al centro delle
nostre indagini, ma esploriamo anche altri domini (ad esempio l’umorismo) e
spesso valutiamo le abilità pragmatiche generali.

    Sostanzialmente abbiamo due filoni di ricerca principali. Il primo è incentrato
sul processing: cerchiamo di descrivere i processi di comprensione pragmatica
nel loro decorso temporale, usando metodiche come EEG e MEG. Il secondo è
incentrato sul cambiamento della competenza pragmatica nell’arco di vita e nella
patologia. Non solo cerchiamo di descrivere il profilo pragmatico di varie
popolazioni (tipiche e atipiche), ma abbiamo anche sviluppato programmi di
training volti a promuovere le abilità pragmatiche.

    Altri temi più specifici di cui ci occupiamo riguardano il rapporto tra la
pragmatica e altri domini, in primis teoria della mente e aspetti sensori-motori, con
importanti implicazioni sui modelli teorici. Oltre a presentare i diversi filoni di
ricerca, menzionerò alcuni strumenti di valutazione e dataset di materiali, nello
spirito di condivisione di risorse proprio della SSSL.

                                       SSSL-2019 - 5
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 -

     L’uso di test dinamici come giochi digitali nella
valutazione della proficiency fonologica in bambini di 5 e
                       6 anni di età
 Origlia A.1, Altieri F.2, Buscato G.2, Colavolpe B.2, Cosi P.3, Morotti A.2, Rodà A.2,
                                      Zmarich C.2,3
(1) Università di Napoli "Federico II°, I (2) Università di Padova, I (3) CNR-ISTC, sede di Padova, I

    Viene presentato un nuovo strumento per la valutazione e il potenziamento
linguistico di bambini di 5 e 6 anni di età, tramite somministrazione di test dinamici
all’interno di un contesto gamificato che si avvale di tecniche di digital storytelling
e dell’uso di agenti virtuali interattivi sotto forma di robot e avatar. Insieme, questi
elementi hanno l’obiettivo di rendere i compiti meno impositivi e superare le
difficoltà attentive e motivazionali del bambino che il terapista deve affrontare nel
processo di valutazione. Inoltre, sfruttando il concetto del learning by teaching e di
una narrativa finalizzata al coinvolgimento dell’utente nella storia, l’attenzione del
bambino viene trasferita su un care receiving robot (Nao) con il risultato che il
bambino svolge i compiti senza sentirsi oggetto della valutazione ed
impegnandosi affinché il robot impari. A differenza dei test tradizionali che usano
liste precostituite di stimoli, l'IA che governa il sistema è in grado di proporre gli
stimoli in modo dinamico sfruttando regole probabilistiche, così che gli stimoli
sono selezionati in base alla performance precedente del bambino. I test proposti
riguardano al momento la discriminazione percettiva (col paradigma AX) e la
ripetizione di parole e non parole, utilizzati nella pratica clinica per la valutazione
e/o il potenziamento della competenza fonologica. Saranno anche brevemente
esposti i risultati di due esperimenti pilota su due piccoli gruppi di bambini (Origlia
et al., 2017; Origlia et al. 2018) che ci hanno confortato sulla bontà della strada
intrapresa.

Origlia A., Cosi P., Zmarich C., Rodà A. (2017), A dialogue-based software
architecture for gamified discrimination tests, in M. De Marsico, L. A. Ripamonti,
D. Gadia, D. Maggiorini, I. Mariani (Eds.), Proceedings of the 1st Workshop on
Games-Human Interaction (GHITALY 2017) Cagliari, April 18th, 2017

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 -

   Valutazione della competenza semantica nell’afasia e
     nelle patologie dementigene: la batteria SMAAV.
              Gagliardi G.1, Corsi G.2, Fanetti V.3, Lippi A.3, Shabana S.3
(1) Università degli Studi di Bologna (2) AUSL Toscana Centro (3) Università degli Studi di Firenze

    La     relazione       illustrerà     i       principi    ispiratori,   le    modalità       di
realizzazione/validazione e le prime applicazioni cliniche di SMAAV (“Semantic
Memory Assessment on Action Verbs”, Gagliardi 2014), batteria di test finalizzata
alla valutazione di secondo livello delle abilità semantico-lessicali in produzione e
in comprensione. Lo strumento, creato a partire dalla selezione e dall’analisi di
dati estratti dall’ontologia multimediale IMAGACT (Moneglia et al., 2014), indaga
focalmente la classe lessicale del verbo, colmando una lacuna nel panorama
degli strumenti testistici standardizzati per l’italiano.
    Il test, validato psicometricamente su 95 soggetti adulti e anziani normotipici,
è stato somministrato in via sperimentale a gruppi di pazienti colpiti da afasia in
seguito a cerebrolesione acquisita oppure affetti da Mild Cognitive Impairment o
Demenza, dimostrando buona efficacia nell’evidenziare criticità non rilevate dagli
strumenti per la valutazione generale delle funzioni cognitive e linguistiche (es.
MMSE, AAT, ENPA).

Gagliardi G. (2014) Validazione dell’Ontologia dell’Azione IMAGACT per lo studio
e la diagnosi del Mild Cognitive Impairment (MCI). Tesi di dottorato. Università di
Firenze.
 Moneglia M., Brown S.W., Frontini F., Gagliardi G., Khan F., Monachini M. &
Panunzi A. (2014) The IMAGACT Visual Ontology. an Extendable Multilingual
Infrastructure for the Representation of Lexical Encoding of Action. In: N. Calzolari
et al. (eds), Proceedings of the 9th International Conference on Language
Resources and Evaluation, ELRA, pp. 3425-3432.

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SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 -

 L'acquisizione delle caratteristiche acustiche di accento
       e geminazione in bambini dai tre ai sei anni

                                    Lucia Colombo
                              Università degli Studi di Padova

          In questa presentazione parlerò di un progetto svolto in collaborazione con
Joanne Arciuli (Università di Sidney, AU) in cui abbiamo analizzato le
caratteristiche acustiche delle produzioni di bambini dai 3 al 6 anni relative alla
denominazione di figure e alla ripetizione di pseudoparole. Le variabili osservate
erano l’accento di parola e la geminazione e si voleva vedere se l’acquisizione
delle caratteristiche acustiche durata, frequenza fondamentale ed intensità delle
vocali delle 2 sillabe iniziali, con o senza consonante geminata, sono acquisite a
tre anni e quindi hanno già le caratteristiche proprie della produzione adulta
oppure mostrano una curva evolutiva fino ai sei anni. I dati mostrano che la
contrastività tra sillaba tonica e sillaba atona (relative alle prime due sillabe di
trisillabi) è già completamente acquisita a tre anni, mentre la prestazione relativa
alla vocale precedente le geminate mostra delle differenze acustiche di durata e
intensità dei bambini più piccoli rispetto a quella dei bambini più grandi e degli
adulti.

                                         SSSL-2019 - 8
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

Validazione di un test per la produzione elicitata di clitici
   Borgogni E.1-2, Colpizzi I.2, Crocetti E.2, Crocetti P.2, Fancelli S.2, Gagliardi G.3
(1) AUSL Toscana Centro (2) Università degli Studi di Firenze (3) Università degli Studi di Bologna

    Il Disturbo del Linguaggio (DL) è il disturbo del neurosviluppo più frequente in
età evolutiva: colpisce circa 5-7% dei bambini in età prescolare, riducendo la sua
incidenza all’1-2% in età scolare [Lindsay & Strand, 2016]; può ledere aspetti
diversi dell’elaborazione del linguaggio (fonologia, morfosintassi, sintassi,
semantica lessicale e frasale, pragmatica), limitandosi alla produzione o
estendendosi anche alla comprensione. In italiano la produzione dei pronomi
clitici è considerato il principale marker clinico per l’individuazione di tale disturbo
[Bortolini et al., 2006]: allo stato dell’arte, però, i test standardizzati a disposizione
dei clinici per la sua valutazione sono limitati.
    La comunicazione presenterà struttura e taratura statistica di un nuovo test di
produzione elicitata dei pronomi clitici in età evolutiva. Lo strumento è costituito da
18 tavole figurate che inducono il bambino a produrre frasi contenenti pronomi
clitici accusativi, locativi e strumentali.
    Il test è stato somministrato a 22 bambini con DL espressivo (di cui 12 con
difficoltà sul versante fonetico-fonologico e 10 con difficoltà morfosintattiche o
miste) e a 48 bambini con sviluppo tipico di età compresa tra 4.6 e 5.8 anni,
mostrando buona accuratezza nel discriminare i due gruppi (test della mediana, p
< 0.05; Kolmogorov-Smirnov, p < 0.01).

 Bortolini, U., Arfé, B., Caselli, M.C., Degasperi, L., Deevy, P. & Leonard, L.B.
(2006) Clinical markers for specific language impairment in Italian: the contribution
of clitics and non-word repetition. International Journal of Language &
Communication Disorders, 41(6):695-712.
Lindsay G. & Strand, S. (2016) Children with Language Impairment: Prevalence,
Associated Difficulties, and Ethnic Disproportionality in an English Population.
Frontiers in Education, 1:2.

                                           SSSL-2019 - 9
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

   How the experience affects the semantics: the case of
             chronic pain in cancer patients
 Borelli E.1, Bandieri E.2, Luppi M.1, Potenza L.1, Porro C.A.1, Lui F.1, Cacciari C.1
 (1) University of Modena and Reggio Emilia, IT (2) Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena, IT

Pain words, i.e., words we use to talk about physical and social pain, belong to
the realm of negative words. In a previous study, we demonstrated that the
semantic content shapes the psycholinguistic and emotional structure of pain
words in a distinct manner, suggesting that negative words are not a unitary
category. Based on Binder’s model, we can argue that all aspects of pain
experience are encoded in the brain and its semantic representation is processed
according to this code. Therefore, we hypothesis that the experience of pain may
affect the way in which we linguistically categorize and evaluate pain words. In
this study we collected psycholinguistic, affective, and content-specific norms for
94 pain words on 167 cancer patients on early palliative care (95 female; mean
age: 66.7; SD: 11.7). Pain words were selected by a pool of oncologists as the
most frequently used in the doctor-patient communication. Data were then
compared with those collected on a healthy sample of students. Statistical
analyses show that students evaluate physical pain words as more familiar, more
negative, more arousing, more pain associated, and conveying a more intense
and unpleasant pain compare to patients. Patients evaluate social pain words as
more familiar, more arousing, and more unpleasant than physical pain words.
Results support the hypothesis that the experience of pain and early palliative
care, together with individual differences in religious/spiritual beliefs and hope
experience, affect the semantic representation of pain in a consistent way.

Binder, J.R., Conant, L.L., Humphries, C.J., Fernandino, L., Simons, S.B., Aguilar, M., Desai, R.H.
(2016) Toward a brain-based componential semantic representation. Cogn Neuropsychol 33 (3-4),
130-74; Borelli, E., Crepaldi, D., Porro,C.A., Cacciari, C. (2018) The psycholinguistic and affective
structure of words conveying pain. PLoS ONE 13(6), e0199658; Witherell D., Wurm L.H., Seaman
S.R., Brugnone N.A., Fulford E.T. (2012) Danger and usefulness effects as a function of concept
ancientness. Ment Lex 7 (2), 183-209.

                                            SSSL-2019 - 10
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

        La percezione dell’accento lessicale in italiano:
              una prospettiva evolutiva e clinica
Martina Caccia1,2, Giorgio Presti3, Alessio Toraldo4,6, Anthea Radaelli5, Luca Andrea
                   Ludovico3, Anna Ogliari5, Maria Luisa Lorusso2
  (1) IUSS, Pavia (2) IRCCS E. Medea, Bosisio Parini (3) University of Milano (4) University of
     Pavia (5) Vita-Salute San Raffaele University, Milano (6) Milano Center for Neuroscience
                                        (NeuroMI), Milano

    Il presente studio indaga il ruolo dei principali parametri acustici (pitch, durata
e intensità) nella percezione dell’accento lessicale in italiano, sia in prospettiva
evolutiva (adulti AC vs. bambini) che clinica (bambini a sviluppo tipico TD vs.
bambini con dislessia evolutiva DD).

    Sono stati manipolati pitch, intensità e durata di tre non-parole trisillabiche
(per un totale 81 stimoli) con diversa accentazione. Ai 48 partecipanti (AC, TD,
DD) è stato chiesto di giudicare se la parola proposta fosse ossitona, parossitona
o proparossitona (stress perception task).

    I risultati mostrano che, al contrario di quanto atteso, la componente acustica
principale per la percezione dell’accento lessicale sembra essere il pitch, sia per
gli adulti che per i TD; questi ultimi però mostrano un pattern decisamente meno
marcato rispetto ai primi.

    Per quanto riguarda il gruppo clinico, i DD sembrano non affidarsi ad alcun
parametro acustico specifico e a fornire risposte “random”, ciò dimostra una
difficoltà generale nel processamento della modulazione delle diverse componenti
acustiche che normalmente contribuiscono alla percezione dell’accento.                   Inoltre
la performance nello stress perception task sembra correlare fortemente con le
capacità morfosintattiche nell’intero gruppo di bambini e con le abilità di lettura
del gruppo dei bambini con dislessia evolutiva.

    Questi risultati sembrano supportare un approccio “language-specific”,
suggerendo che l’insieme dei parametri acustici richiesto per lo sviluppo della
percezione dell’accento è dipendente dal linguaggio piuttosto che universale.

Antoniou et al. (2015) Appl. Psycholing. 36(6), 1493-1507. Eriksson et al. (2016)                 In
INTERSPEECH 2016, San Francisco, USA, 1059-1063. Goswami et al. (2011) Jou. of Cog. Neu.,
23(2), 325-337.
                                          SSSL-2019 - 11
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

    Abilità pragmatiche del bambino parlatore tardivo:
   analisi degli atti linguistici durante l'interazione con il
                            genitore
                          Ferrari E.1, Gagliardi G.2, Innocenti M.1-3
(1) Università degli Studi di Firenze (2) Università degli Studi di Bologna (3) AUSL Toscana Centro

Nella letteratura scientifica sono ampiamente documentati casi di bambini che nel
corso dell’ontogenesi del linguaggio manifestano significative compromissioni
sociocomunicative e/o pragmatiche: tali difficoltà includono, appunto, non soltanto
una scarsa comprensione dei segni verbali e non-verbali, ma anche una limitata
competenza nell’interpretazione del contesto. A tali deficit si somma inoltre, di
frequente, un’inadeguata capacità di integrare queste abilità con gli aspetti
strutturali del linguaggio per ottenere una comunicazione efficace per “operare”
nel proprio ambiente.
     Lo studio si propone di studiare tali abilità in bambini “parlatori tardivi” (Late
Talkers), popolazione di particolare interesse clinico per l’individuazione dei segni
predittivi ed il trattamento tempestivo del Disturbo di Linguaggio (DL) [Bishop et
al., 2012]. Il campione è composto da 18 bambini di età compresa tra i 24 e i 36
mesi: 9 Late talkers e 9 con sviluppo cognitivo e linguistico tipico (gruppo di
controllo). Le interazioni comunicative tra care-giver e bambino durante momenti
di gioco semi-strutturato sono state videoregistrate, trascritte con il software ELAN
e analizzate nei loro aspetti verbali e non verbali. La significatività delle
osservazioni è stata infine valutata mediante test statistici non parametrici
(Kolmogorov-Smirnov, χ2).
     Numerose sono le differenze rilevate: in particolare la gestione e la turnazione
della conversazione, lo stile comunicativo impiegato dal genitore (funzione
comunicativa “tutoriale”, “di controllo diretto”, “di controllo modulato” oppure
“asincronica-svalutativa” [Bonifacio & Hvastja Stefani, 2010]), la realizzazione di
gesti deittici e rappresentativi, la composizione del lessico e alcuni indicatori
morfosintattici discriminativi per l’individuazione di un DL, come la presenza della
combinazione di parole.
     Bishop et al. (2012) Jou. of neurodev. Dis. 4(1):3. Bonifacio et al. (2010) L’intervento precoce
nel ritardo di linguaggio. Milano: FrancoAngeli.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

               L’Effetto di manipolabilità in compiti linguistici
                      Lorenzoni A., Scaltritti M., Peressotti F., Navarrete E.
     Università degli studi di Padova, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione

La visione di un oggetto (ad es., martello) innesca l'attivazione delle regioni cerebrali che
codificano le informazioni sulle proprietà motorie associate all'utilizzo dell’oggetto. Inoltre,
la presentazione del nome dell’oggetto (cioè, la parola ‘martello’) attiva le stesse aree. Il
ruolo di questa attivazione automatica motoria in compiti che non richiedono l'uso specifico
dell’oggetto è ancora oggetto di dibattito nelle scienze cognitive. In questa serie di lavori,
abbiamo indagato questa tematica esplorando l'effetto della manipolabilità in diversi
compiti linguistici in Italiano. Un totale di 90 partecipanti di madre lingua italiana hanno
preso parte ad esperimenti di decisione lessicale, di lettura ad alta voce o di
denominazione di figure. Inoltre, altri 60 partecipanti di madrelingua italiana hanno
giudicato la manipolabilità associata ai diversi items. I risultati mostrano effetti facilitatori
nei tre compiti. Nello specifico, nel compito di decisione lessicale le parole più manipolabili
hanno tempi di reazione inferiori e meno errori rispetto alle parole con minore grado di
manipolabilità. Inoltre, le parole e le figure associate ad oggetti manipolabili sono lette e
denominate più velocemente. Questi risultati suggeriscono che la manipolabilità
rappresenti una variabile rilevante durante l’elaborazione linguistica. Discutiamo il
possibile ruolo che l’attivazione motoria può avere in comprensione e produzione
linguistica.

Lorenzoni, A., Peressotti, F., & Navarrete E. (2018). The manipulability effect in Object
    Naming. Journal of Cognition, 1-8.
Guérard, K., Lagacé, S., & Brodeur, M. B. (2015). Four types of manipulability ratings and
    naming latencies for a set of 560 photographs of objects. Behavior research methods,
    47(2), 443-470.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

        Sociofonetica dell’italiano in contesti migratori
                       e acquisizionali
                                         Meluzzi C.
                                Università degli Studi di Pavia

    Il progetto si inserisce nel filone di ricerca della sociofonetica, disciplina che
coniuga non solo gli elementi sociolinguistici e di analisi fonetica, ma anche
elementi di psicologia, acquisizione e sociologia. Lo scopo del progetto è costruire
un corpus di alta qualità fonetica con esempi di parlato variabile secondo l’asse
diatopico   (italiani   regionali),   diafasico     (livelli   di     formalità)   e   diastratico
(primariamente in base alla variabili di sesso e genere).

    Particolare attenzione è rivolta alle dinamiche migratorie e all’acquisizione di
nuovi foni o di nuovi contrasti fonologici assenti nelle lingue d’origine. Proprio per
questo nelle prime fasi del progetto ci si è concentrati su due classi di suoni, le
rotiche e le affricate, altamente variabili a livello diatopico nei vari italiani regionali,
ma anche di difficile acquisizione da parte di non-italofoni. Il corpus comprende al
momento 8 parlanti italofoni (4M, 4F) di diversa provenienza geografica registrati
in compiti di lettura di frasi e di dialogo semi-spontaneo (maptask). Lo stesso
studio sarà proposto su un gruppo più ampio di 100 bambini tra i 6 e i 10 anni di
scuole elementari del Biellese allo scopo di osservare l’emergenza e
l’acquisizione della variazione sociofonetica.

    I primi risultati stanno mostrando la complessità della variazione sociofonetica
e l’emergere di nuove varianti derivanti al contatto tra sistemi fonologici diversi e
alla ristrutturazione del repertorio linguistico del parlante in contesto migratorio
interno o esterno.

Celata et al.(2016) Loquens, 3(1), e025. Meluzzi (2016) In Challenging Sonority -
Cross-linguistic Evidence’ p. 252-275. Nese et al. (2018) In Bertini et al. Fattori
sociali e biologici nella variazione fonetica, Studi Aisv 3, pp. 69-86.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

  Modelling priming effect with distributional semantics
                    Nadalini A.1, Bottini R.2, Marelli M.3, Crepaldi D.1
       (1) SISSA, Italy (2) University of Trento, Italy (3) University of Milano Bicocca, Italy.

    Distributional semantic models (DSM) are widely used in psycholinguistic
research to automatically gauge the semantic relatedness between words. Model
estimates strongly correlate with human similarity judgements and offer a tool to
successfully predict a range of language-related phenomena.

    In the current study, we compare the state-of-art DSM with pointwise mutual
information (PMI), a measure of local association between words based on their
surface cooccurrence. In particular, we test how the two indexes perform on a
dataset of sematic priming data comprising visible and masked primes and
different stimulus onset asynchrony between the two stimuli.

    When the primes were masked, we found no significant effect, although
participants with better prime detection showed larger semantic priming. When the
primes were visible, PMI outperforms DSM in the fit to the behavioral data.
According to our result, what has been traditionally thought of as semantic effects
may mostly rely on local associations based on word co-occurrence.

Hutchison, K. A. (2003). Is semantic priming due to association strength or feature
overlap? A microanalytic review. Psychonomic Bulletin & Review, 10(4), 785-813.
Mandera, P., Keuleers, E., & Brysbaert, M. (2017). Explaining human performance
in psycholinguistic tasks with models of semantic similarity based on prediction
and counting: A review and empirical validation. Journal of Memory and
Language, 92, 57-78.
Marelli, M. (2017). Word-Embeddings Italian Semantic Spaces: A semantic model
for psycholinguistic research. Psihologija, 50(4), 503-520.

                                            SSSL-2019 - 15
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

   Processamento del genere grammaticale in pazienti
  spagnoli colpiti da afasia. Un caso di studio su gender
               priming e genere semantico.
                  Piazza G.1, Calabria M.2, Semenza C.3, Poletto C.1,4
(1) DiSLL, Università di Padova, IT; (2) DTIC, University Pompeu Fabra, ES; (3) DNS, Università di
                Padova, IT; (4) Institute for Romance Studies, Goethe-Universität.

Il compito di priming di Bates (1996) suggerisce che il genere sia coinvolto nei
processi pre-lessicali di riconoscimento delle parole. Vigliocco (1999) ha
dimostrato che il genere viene processato differentemente, a seconda della
presenza o meno del sesso referenziale: genere semantico o genere
grammaticale.
Abbiamo reclutato 10 afasici e 13 partecipanti controlli. Abbiamo condotto due
test, i partecipanti dovevano:
A) fare una decisione lessicale, ignorando i prime (150ms), che erano parole vere,
appartenenti a tre condizioni (Trasparenza): Trasparenti (-a.FEM), Opache (-e),
Invertite (-a.MAS). 106/212 target erano parole reali, metà concordavano per
genere con i prime (Congruenti/Incongruenti). Gli altri 106 target erano
psedoparole.
B) leggere 78 frasi e assegnare il genere corretto all'aggettivo riferito al soggetto.
Le condizioni “Gender-Type” del soggetto: Semantico (“enfermera”),
Grammaticale (“silla”), Opaco-Grammaticale (“tomate”).

Test statistico: Misure Ripetute (ANOVA).
A) RTs: l'effetto di Trasparenza [F(2,42)=7.94, p=0.001,ηp²=0.274] suggerisce
un'inibizione ortografica. La condizione Invertita era più lenta (p
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 -

                   La disprosodia nell’afasia di Broca:
                     una proposta neuroriabilitativa
                           A. Serafini, M. Gobbo, S. De Pellegrin
 Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova; Clinica Neurologica - Azienda Ospedaliera di Padova

L’eloquio spontaneo nell’afasia di Broca viene definito non fluente, agrammatico,
frammentato, rallentato, faticoso, e disprosodico. Mancano in letteratura
indicazioni relative alla valutazione e al trattamento della disprosodia in questi
pazienti. Si ritiene doveroso cercare di riempire questo gap, soprattutto perché il
trattamento dei livelli morfo-sintattico, fonetico-fonologico e articolatorio può a
volte non portare ad un soddisfacente superamento delle difficoltà espressive
(rispetto alla qualità di vita).
Questo lavoro presenta un trattamento sperimentale della disprosodia nell’afasia
di Broca in due pazienti italiani. Il training prevede la produzione di strutture
sintattiche della periferia sinistra molto comuni, le quali richiedono per essere
accettabili una prosodia specifica.
Sono state effettuate 20 sedute ambulatoriali individuali consecutive a cadenza
settimanale, di 60 minuti, durante le quali veniva richiesta la riproduzione fedele
rispetto all’andamento melodico di 40 frasi, sempre differenti.
I risultati, analizzati tramite il software Praat, hanno rivelato un aumento della
velocità dell’eloquio, una diminuzione del numero e della durata delle pause
anomale, un aumento delle pause al confine sintattico e un ampliamento del pitch
range. Un’analisi percettiva condotta con ascoltatori indipendenti ha, infine,
avvalorato questi dati.

Bocci, G. (2013). The Syntax-Prosody Interface. A cartographic perspective with
evidence from Italian. John Benjamins: Amsterdam.
Peppé, S. J. E. (2009). Why is prosody in speech-language therapy so difficult?
Scientific forum on the prosody in speech-language pathology. International
Journal of Speech-Language Pathology, 11 (4), 258-271.

                                             SSSL-2019 - 17
SSSL 2019 - Presentazione su invito 2 -

  Implicit learning, bilingualism and dyslexia: Assessing
              AGL with a modified Simon Task
                                 Delfitto D., Vender M.
                              Università degli Studi di Verona

    We will present and discuss the results of an experimental study investigating
AGL in monolingual and bilingual children, with and without dyslexia, using an
original methodology. Instead of asking grammaticality judgments, which
unavoidably induce in the subjects some awareness about the nature of the task,
we administered a modified version of the Simon Task, in which the sequence of
the visual stimuli was manipulated according to the rules of one simple
Lindenmayer system (a Fibonacci grammar). Crucially, this is not a finite-state
grammar, as those normally used in AGL studies, and potentially lends itself to
investigating how language acquisition is carried out by cognitive processes that
exceed the generative power of Markovian processes. Results clearly support the
idea that learning took place, since participants of all groups became increasingly
sensitive to the structure of the input, implicitly learning the sequence of the trials
and thus appropriately predicting the occurrence of the relevant items. Moreover,
(i) group differences were found, with bilinguals being overall faster than
monolinguals and dyslexics less accurate than controls; (ii) there is significant
evidence that the benefits of bilingualism extend also to impaired subjects,
suggesting that bilingualism should be encouraged and supported also among
linguistically impaired individuals.

                                        SSSL-2019 - 18
SSSL 2019 - Presentazione Orali 3 -

              Microvariation and microparameters.
                  Towards a quantitative view
                                      Pescarini D.
                           CNRS, Université Côte d’Azur, BCL

    The paper deals with paradigms of subject clitics (SCls) in northern Italian and
Occitan dialects. Etymologically, SCls are nominative pronouns that, in present-
day dialects, are bound to the inflected verb.

    Paradigms of subject clitics are often defective and exhibit systematic patterns
of syncretism. Interestingly, such an extreme degree of variation emerged in a
relatively short diachronic span (from the 16th c. onwards) and in a set of closely
related languages spoken in a highly populated and interconnected area

    Gaps and syncretisms are sensitive to person distinctions. Previous studies
revealed some robust trends in the form of implicational statements, which lend
themselves to an analysis in terms of feature geometries. However, before
adopting rule-based accounts hinging on grammatical features, it is worth
examining (and, if possible, discarding) alternative hypotheses: H 1) external,
purely historical explanations; H2) analogical ‘morphomic’ schemas.

    The paper aims to address the above hypotheses on the basis of statistical
evidence based on a dataset of approximately 400 dialects. To address H 1, I will
show that the geolinguistic distribution of variants does not support an explanation
entirely based on external factors. As for H 2, I will elaborate on the correlation
between the number (and shape) of distinctive exponents in the SCls and verbal
paradigms to show that analogical/‘morphomic’ schemata cannot account for the
emergence and diffusion of the attested patterns.

                                      SSSL-2019 - 19
SSSL 2019 - Presentazione Orali 3 -

    Risposte elettrofisiologiche per stimoli linguistici
regionali: effetti topografici modulati dall’esposizione ad
      una specifica variante regionale dell’Italiano
                  Di Dona G.1, Mantione F.1, Alber B.2, Vespignani F1.
       (1) Università degli Studi di Trento, Italia (2) Università degli Studi di Verona, Italia.

    Lo scopo di questo lavoro sperimentale è quello di studiare la relazione tra
l’esposizione a una specifica variante regionale dell’italiano e l’elaborazione di
variazioni fonologiche a livello cerebrale. Parlanti trentini e parlanti provenienti
dalle regioni del Centro-Sud hanno partecipato ad un esperimento EEG con
paradigma di Mismatch Negativity che prevedeva la somministrazione uditiva di
una parola in italiano o nella variante regionale trentina. I parlanti trentini
mostrano una MMN più ampia rispetto ai non trentini seguita da un’ulteriore
risposta sostenuta, particolarmente ampia nelle aree frontali destre quando lo
stimolo deviante è trentino. La distribuzione spaziale degli effetti precoci e tardivi
mostra inoltre correlazioni con variabili sociolinguistiche misurate tramite un
questionario di esposizione al dialetto. Le risposte MMN dei trentini fanno pensare
ad una facilitazione nel recupero di tracce mnestiche per parole (Shtyrov &
Pulvermüller, 2002) pronunciate seguendo sia le regole dell’italiano che quelle
regionali. Componenti lente della MMN riflettono presumibilmente la modulazione
operata dall’esperienza su processi cerebrali legati sia al lessico (a sinistra) che
all’informazione extralinguistica (a destra), riconoscendo i trentini le caratteristiche
fonologiche del proprio gruppo sociale. Lo studio mostra quindi come anche
l’elaborazione di una singola parola dia luogo a recupero di tracce mnestiche di
natura linguistica e paralinguistica.

Shtyrov, Y., & Pulvermüller, F. (2002). Neurophysiological evidence of memory
traces for words in the human brain. Neuroreport, 13(4), 521–525.

                                            SSSL-2019 - 20
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 -

 Consistency measures in word recognition and beyond
                                       Amenta, S.
                                    Università di Trento

    When    investigating    visual     word     recognition,        the   interface   between
orthography and semantics is a core issue, in fact, on the one side, orthographic
information directly affects visual uptake, on the other side, semantics is at the
core of word comprehension.

    In this talk, I will focus on a quantitative estimate of form-meaning mapping
consistency and I will provide a brief overlook of its impact in a series of tasks
related to word recognition and sentence processing.

    The original measure developed in this line of research is the Orthography-
Semantics Consistency (OSC). OSC is a corpus-based measure that quantifies
the relationship between a letter string and the meanings of all the words in a
corpus that share that same sequence.

    OSC showed to be a reliable predictor of visual word recognition and
sentence processing. Moreover, it interacted with its phonological counterpart, the
Phonology-Semantics Consistency, providing a better understanding of the
relationship between phonological and orthographic information in reading.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 -

         The truth value of negative sentences: an insight
         into the time course of both sentence verification
                     and visual target selection.
                G. Calignano 1, M. Paulus2, V. Mazza 1 3 and F. Vespignani1

  1
      Department of Psychology and Cognitive Sciences, UniTn, Italy; 2Division of Psychology and
            Language Sciences, UCL, UK; 3 Center for Mind/Brain Sciences, UniTn, Italy;

A sentence like ”Mary is not guilty” points straight to the fact that ”Mary is
innocent”. This example shows that negation and affirmation can be used in a
contradictory way depending on their context of use. Nevertheless, according to
the Two Step Simulation Hypothesis (TSSH), reaction times (RT) and ERPs (i.e.
N400) show a disadvantage for both negative true and affirmative false sentences
during sentences’ truth verification (i.e. Truth x Polarity Interaction, TPI). The aim
of this study was to investigate for the first time negative sentence verification
effects on visual attention deployment by means of an event related potential
(ERP) of target selection. By using a sentence picture verification paradigm
(SPVP), we measured both RTs and ERPs associated to target selection (N2pc)
of the named state of affair (i.e. negated vs. actual) and to the target information
maintenance (CDA). Two experiments showed that the experimental context, the
syntactic structure of the sentence and the time course of attentional target
selection differently account for the TPI. The contribution of this study to the
understanding of negation processing will be discussed.

Scappini, et al. (2015). Nouveaux cahiers de Linguistique française, 32, 45-58.
Lüdtke, et al. (2008). Jou. of Cog. Neu, 20(8), 1355-1370. Mazzaet al. (2007)
Exp. Brain Res. 181(3), 531-536.

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Extending psycholinguistic findings to under-researched
   languages: A masked-priming study on Setswana
                   prefixed words
                                    Ciaccio L.A.1, Kgolo N.2
                  (1) University of Potsdam, Germany (2) University of Botswana

     In recent years, an increasing number of morphological processing studies
have provided support for an automatic, pre-lexical, mechanism that segments
complex words into their constituents (see Amenta & Crepaldi, 2012). However,
this mechanism has also been shown to differ cross-linguistically, especially in
languages, like Hebrew or Arabic, whose morphological structures vary
substantially from those of Indo-European languages (Boudelaa & Marslen-
Wilson, 2015; Frost et al., 1997). In the present study masked priming experiment,
we test morphological decomposition of Setswana prefixed words (both inflected
and derived). Setswana is a Bantu language characterized by a large inventory of
prefixes – including inflectional prefixes, which are absent in Indo-European
languages – and by a language community that is mostly bilingual (English being
the language spoken in official contexts). We report significant priming effects for
both inflected and derived prefixed words; yet, results from control sets testing
suffixed words and orthographic priming deviated from previous literature. We
discuss our findings with regard to the specific characteristics of the Setswana
language and language community, but also to the challenges involved in testing
under-researched languages.

Amenta, S., & Crepaldi, D. (2012). Morphological processing as we know it: An analytical review of
morphological effects in visual word identification. Frontiers in Psychology, 3.
Boudelaa, S., & Marslen-Wilson, W. D. (2015). Structure, form, and meaning in the mental lexicon:
evidence from Arabic. Language, Cognition and Neuroscience, 30(8), 955–992.
Frost, R., Forster, K. I., & Deutsch, A. (1997). What can we learn from the morphology of Hebrew?
A masked-priming investigation of morphological representation. Journal of Experimental
Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 23(4), 829–856.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 -

    Oscillazioni neurali α e β in predizione e produzione
      linguistica: Caratteristiche comuni e distintive

               Gastaldon S.1, Navarrete E.1, Arcara G.2, Peressotti F.1
           (1) Università di Padova, IT (2) IRCCS Ospedale San Camillo, Venezia, IT.

        I processi predittivi in comprensione ‒ ovvero l’anticipazione di input
linguistici guidata da informazione pregressa ‒ sono un argomento attualmente
molto discusso in psicolinguistica. Una delle questioni riguarda il possibile legame
con i processi di produzione. Precedenti studi elettrofisiologici hanno evidenziato
soppressione di ritmi α (8-12 Hz) e β (13-30 Hz) in predizione (Wang et al., 2018)
e in produzione (Piai et al., 2014, 2015); il presente lavoro EEG indaga entrambi i
processi nello stesso partecipante con stimoli linguistici in modalità uditiva.

        Ogni partecipante (N = 40) ascolta una cornice frasale che può essere
vincolante (i.e. permette di predire l’ultima parola) o meno; dopo una pausa di 800
ms il partecipante ascolta la parola target nel compito di comprensione o vede la
figura target da denominare nel compito di produzione. Si sono analizzate le
modulazioni tempo-frequenza del segnale EEG nell’intervallo di 800 ms
precedente al target, confrontando le oscillazioni α e β nei compiti di produzione e
comprensione della stessa parola target. Si sono inoltre effettuate analisi di stima
delle sorgenti, per chiarire se gli effetti osservati sono riconducibili a sorgenti
corticali comuni o distinte.

        I risultati evidenziano soppressione di β sia in predizione che in produzione,
ma con alcune differenze topografiche e dei generatori corticali. Una
soppressione di α è stata trovata solamente in produzione. Il presente studio è un
primo passo in un progetto più ampio volto a comprendere meglio le predizioni in
modalità uditiva, i processi preparatori nella produzione e i possibili legami tra di
essi.

Piai et al. (2014)Neuropsychologia 53(1), 146–156. Piai et al. (2015) Human Brain
Mapping 36(7), 2767–2780. Wang et al. (2018) Journal of Cognitive Neuroscience
30(3): 432–447.

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SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 -

     Inverse Copula: a theoretical and psycholinguistic
                          survey
                     Lorusso P., Greco M., Chesi C., Moro, A.
                     IUSS Istituto Universitario di Studi Superiori Pavia

Copular sentences are those sentences whose main verb is be (the copula) and
its equivalents across languages. In English, such a verb can be followed by DPs,
APs and PPs. A subset of copular sentences are the ones of the type [DP V DP],
namely the nominal copular sentences, in which a nominal phrase is used as the
predicate of the sentence: in (1) we have a subject-copula-predicative expression.

    (1) Paul is the waiter.

    Copular sentences can be distinguished in two subtypes, the canonical ones
(1) and the inverse canonical sentences (Moro 1997) in which the order
predicative expression-copula-subject order (2).

    (2) The waiter is Paul.

    Moro (1991, 1997, 2006) showed different asymmetries between the two
types of copular constructions by a syntactic point of view: agreement on the verb,
grammaticality for the extraction of NPs (-Wh or clitic), pronominal binding, etc.. In
this study we present the preliminary results (Italian data) of an investigation on
the asymmetries between canonic and inverse copular sentences across
languages (mainly Indo-European languages) : both online and offline
measurement (mainly SPS and comprehension tasks) show that the underlying
syntactic differences between (1) and (2) crucially influence the processing and
the comprehension of the sentences involving the diagnostic individuated by Moro
(1997).

Moro, A . (1997) The Raising of Predicates. Cambridge: Cambridge UP.

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