Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio Rovereto (TN) - 11-12 Febbraio, 2019 - Unitn
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Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio Rovereto (TN) 11-12 Febbraio, 2019
Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019 Giornate SSSL 2019 Le Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio sono giunte alla loro seconda edizione. In occasione dell’incontro dello scorso anno tenutosi a Padova, era emerso il comune desiderio di costruire insieme un network interdisciplinare sullo studio del lin- guaggio per promuovere il dialogo e la costituzione di un network fra linguisti, psicologi, neurologi e computazionalisti che si occupano di linguaggio in ambito nazionale. Per venire incontro a questo scopo, durante l’anno si è costituita un’associazione informale di persone che svolgono questo tipo di studi in Italia o sull’italiano, e che possono beneficiare di un network per la migliorare la propria ricerca: la Società per gli Studi Sperimentali sul Linguaggio (SSSL). Il gruppo si è dotato di un sito (https://sites.google.com/view/sssl-italia/) e di una mailing list (cui ci si può iscrivere dalla homepage del sito) per la costante e aggiornata condivisione di risorse e iniziative di interesse. Gli incontri promossi dalla SSSL si propongono come un evento informale in cui condividere e discutere la propria ricerca, ma anche i propri pensieri, le proprie esperienze e le proprie proposte per il futuro della ricerca sul linguaggio. In linea con questo spirito, gran parte del tempo è dedicato a brevi talk in cui chi partecipa può presentare la propria ricerca attraverso dei lavori che ritiene particolarmente rappresentativi o che siano di specifico interesse per lo sviluppo di network di ricerca multidisciplinare. Quest’anno, un po’ di spazio sarà dedicato ad una tavola rotonda dal titolo “Dalla linguistica alle neuroscienze passando per la psicologia e le computazioni: come costruire un percorso formativo interdisciplinare” che si focalizzi su opportunità e problematiche della multidisciplinarità nella formazione di giovani scienziati del linguaggio. Lingue ufficiali dell’evento sono l’italiano e l’inglese. Buon scienza a tutti! Promotori della SSSL Davide Crepaldi, SISSA Francesca Franzon, SISSA Chiara Zanini, Università di Zurigo Organizzazione locale Ermenegildo Bidese, Dipartimento di Lettere e Filosofia Aurelie Herbelot, CIMEC - Centro Interdipartimentale Mente e Cervello Francesco Vespignani, Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive Invited speakers Sendy Caffarra, BCBL, Spagna. Denis Delfitto, Università degli Studi di Verona, Italia. Malvina Nissim, University of Groningen, Olanda. Ringraziamenti L’evento è stato orgnizzato con il contributo economico di SISSA e dell’iniziativa Centro Studi sul Linguaggio dell’Università di Trento. Gli organizzatori ringraziano inoltre i servizi tecnici e amministrativi del DiPSCO e lo Staff per la Comunicazione del Polo Rovereto. SSSL-2019 - ii
Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019 Programma dell’evento 11/02 - Presentazione su invito - 10:15-11:00 1 Writing uncovered. What machines can infer from what we write Nissim, M. 11/02 - Presentazioni Orali 1 - 11:00-12:30 2 La prosodia e il turn-taking nell’era di WhatsApp Cenceschi S. 3 Ipotesi di una app di ricerca per il linguaggio naturale comune Musacchio, P. 4 Semi-spontaneous speech of high-functioning Italian-speaking ASD children: creating an annotated corpus for syntactic analysis Ducceschi, L., Smith, G., & Finocchiaro, C. 11/02 - Presentazioni Orali 2 - 14:00-16:00 5 Pragmatica sperimentale @IUSS Pavia Bambini, V. 6 L’uso di test dinamici come giochi digitali nella valutazione della proficiency fonologica in bambini di 5 e 6 anni di età Origlia, A., Altieri, F., Buscato, G., Colavolpe, B., Cosi, P., Morotti, A., Rodà, A., Zmarich, C. 7 Valutazione della competenza semantica nell’afasia e nelle patologie dementigene: la batteria SMAAV Gagliardi, G., Corsi, G., Fanetti, V., Lippi, A., Shabana, S. 8 L’acquisizione delle caratteristiche acustiche di accento e geminazione in bambini dai tre ai sei anni Colombo, L. 11/02 - Presentazioni a Poster 1 - 16:00-17:30 9 Validazione di un test per la produzione elicitata di clitici Borgogni, E., Colpizzi, I., Crocetti, E., Crocetti, P., Fancelli, S. & Gagliardi, G. 10 The semantics of pain in patients with chronic pain Borelli, E., Bandieri, E., Luppi, M., Potenza, L., Porro, C. A., Lui, F., Cacciari, C. 11 La percezione dell’accento lessicale in italiano: una prospettiva evolutiva e clinica Caccia, M., Presti, G., Toraldo, A., Radaelli, A., Ludovico, L. A., Ogliari, A. & Lorusso, M. L. 12 Abilità pragmatiche del bambino parlatore tardivo: analisi degli atti linguistici durante l’interazione con il geni- tore Ferrari, E. Gagliardi, G. & Innocenti, M. 13 L’effetto di manipolabilità in compiti linguistici Lorenzoni, A., Scaltritti, M., Peressotti, P. & Navarrete, E. 14 Sociofonetica dell’italiano in contesti migratori e acquisizionali Meluzzi, C. 15 Modeling priming effects with distributional semantics Nadalini, A., Bottini, R., Marelli, M. & Crepaldi, D. 16 Gender processing in Spanish patients with aphasia. A case study on gender priming and semantic gender Piazza, G., Calabria, M., Semenza, C. & Poletto, C. 17 La disprosodia nell’afasia di Broca: una proposta neuroriabilitativa Serafini, A., Gobbo, M. & De Pellegrin, S. 12/02 - Presentazione su invito - 9:00-9:45 18 Implicit learning, bilingualism and dyslexia: Assessing AGL with a modified Simon Task Delfitto, D. & Vender, M. SSSL-2019 - iii
Giornate di Studi Scientifici sul Linguaggio, Rovereto (TN), 11-12 Febbraio, 2019 12/02 - Presentazione Orali 3 - 9:45-10:45 19 Microvariation and microparameters:towards a quantitative view Pescarini, D. 20 Risposte elettrofisiologiche per stimoli linguistici regionali: effetti topografici modulati dall’esposizione a una specifica variante regionale dell’Italiano Di Dona, G., Mantione, F., Alber, B. & Vespignani, F. 12/02 - Presentazioni a Poster 2 - 10:45-12:00 21 Consistency measures in word recognition and beyond Amenta, S. 22 The truth value of negative sentences: an insight into the time course of both sentence verification and visual target selection Calignano, G., Paulus, M., Mazza, V. & Vespignani, F. 23 Extending psycholinguistic findings to under-researched languages: a masked-priming study on Setswana pre- fixed words Ciaccio, L. A. & Kgolo, N. 24 Oscillazioni neurali α e β in predizione e produzione linguistica: Caratteristiche comuni e distintive Gastaldon, S., Navarrete, E., Arcara, G. & Peressotti, F. 25 Inverse Copula: a theoretical and psycholinguistic survey Lorusso, P., Greco, M., Chesi, C. & Moro, A. 26 Effetti di violazione grammaticale in italiano: uno studio EEG sui verbi sintagmatici Mantione, F., Cordin, P. & Vespignani, F. 27 Implicature scalari e analisi dei movimenti oculari: un’indagine sul costo dell’inferenza Mazzaggio, G., Reboul, A., Caretta, C., Darblade, M., Van der Henst, J., Cheylus, A. & Stateva P. 28 Elaborazione linguistica e programmazione motoria nella scrittura a tastiera Scaltritti, M., Suitner, C. & Peressotti, F. 29 Variabilità in funzione dell’età nella risposta ERP a violazioni di accordo soggetto-verbo Vespignani, F., Artesini, L. & Pavani, F. 12/02 - Presentazioni Orali 4 - 12:00-13:00 30 Multimodal Event Knowledge in Online Sentence Comprehension: the Influence of Visual Context on Anticipa- tory Eye Movements. Benedettini, V. Bertinetto, P. M., Lenci, A. & McRae, K. 31 Numerals and numerical cognition: when word usage complies with psychophysical laws Marelli, M., Parente, L. & Rinaldi, L. 12/02 - Presentazione su invito - 14:30-15:15 32 The impact of speaker’ and addressee’s identity on sentence analysis Caffarra, S. 12/02 - Presentazioni Orali 4 - 15:15-16:45 33 Not all that complicates is complex: exploring the neural correlates of affirmative and negative sentence Zanellini, S., Janssen, N.& Miceli, G. 34 La modalità linguistica modula le caratteristiche microstrutturali della materia bianca: evidenze dal confronto tra lingua verbale e lingua dei segni Quartarone, C., Budisavljević, S., Navarrete, E.& Peressotti, F. 35 Temporal Dynamics of lexical and semantic features of spoken words: an MEG study. Vignali, L., Xu, Y., Turini, J., Collignon, O., Crepaldi D. & Bottini, R. 37 Indice degli Autori SSSL-2019 - iv
SSSL 2019 - Presentazione su invito 1 - Writing uncovered. What machines can infer from what we write Malvina Nissim University of Groningen, The Netherlands People produce extensive volumes of text online, and what they write can say a lot about who they are. Machines are very good at processing huge amounts of data, including text, of course. By analysing language they have the ability of discovering patterns and identifying characteristics of texts and, contextually, of those who produced them. But what exactly can they find out? And how much? And how well? Aren't humans still better at capturing nuances, incorporating world knowledge, and drawing sensible conclusions over the language we use? Through a couple of case studies I will discuss what, how, and to what extent machines can indeed learn from our writings, how this is relevant to society, and how humans fare in comparison. SSSL-2019 - 1
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 - La prosodia e il turn-taking nell’era di WhatsApp Cenceschi S. SUPSI, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, Digital Forensic Service. L’intervento vuole stimolare la discussione circa una nuova tipologia di parlato spontaneo: quello delle applicazioni di messaggistica istantanea. WhatsApp, Messenger, Telegram, sono solo alcuni dei nuovi mezzi che permettono l’invio di messaggi audio in, quasi, tempo reale (connessione permettendo). Quanto e come questo parlato può essere considerato spontaneo? Quanto la prosodia che utilizzano gli utenti, può essere paragonata a quella del parlato nel caso di compresenza fisica di parlante ed interlocutore? Come cambia ed evolve l’interazione tra i diversi interventi? Molti di noi sanno bene cosa significhi ritrovarsi ascoltatore inerme di inquietanti soliloqui inviati dall’amica/o in crisi esistenziale, o magari siamo proprio noi gli autori di qualche intervento “fiume”. Cosa cambia nell’aspettativa e cosa cambia rispetto alla messaggistica testuale? Un momento di riflessione per introdurre quella che secondo l’autrice è una nuova categoria di parlato, dotata di nuove regole, ritmi e musicalità, ma che riserva interessanti possibilità, in particolare per quanto concerne la creazione di corpora ed il loro utilizzo per attività di ricerca e indagine nel settore forense. Le considerazioni saranno legate alle attività e alle necessità del Servizio di Informatica Forense SUPSI della Svizzera Italiana e contestualizzate nel panorama dell’audio forense delle indagini preliminari. Cenceschi S., Trivilini A., Sbattella L., Tedesco R. (2019) Collecting Italian spontaneous social media speech: the WAsp2 project. XV convegno AISV, Arezzo. Kaplan, A. M. (2015). Social Media, the Digital Revolution, and the Business of Media. International Journal on Media Management, 17(4), 197-199. Nencioni, G. (1983). Di scritto e di parlato. Zanichelli. SSSL-2019 - 2
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 - Ipotesi di una app di ricerca per il linguaggio naturale comune. Studio computazionale di tradizione e ricezione della Vita di Caio Mario di Plutarco. Pierfrancesco Musacchio Università di Trento Lo studio della fortuna della Vita di Caio Mario pone un problema linguistico, perché le categorie mentali variano nella trasposizione linguistica. Un fondo comune, però, sussiste. Utilizzando pragmaticamente le teorie di Chomsky, Lakoff, Langacker, Talmy e gli studi di linguistica computazionale si è reinterpretato il materiale tràdito come un corpus diacronico, nell’intento di ipotizzare una app capace di analizzare il fondo comune di greco antico, latino, italiano, francese e inglese, per fare nuove scoperte sui testi. Dalla proposta di semplici strumenti di ricerca (analisi statistica delle parole e delle formule stilistiche, usi delle parole a livello di significante – attraverso un testo tokenizzato e la classificazione dei token in tipi – misurazione della frequenza dei termini) si è passati ad una trattazione profonda della materia letteraria, contraddistinta dall’ambiguità. Ricorrendo alle formalizzazioni di Jakobson, applicate da Larmour alle Vite parallele, si è individuata (per semplificare) la letterarietà nell’opposizione metafora/metonimia. La “metafora” ci ha posto di fronte al problema della conoscenza extratestuale e dunque alla necessità ricercare quelle regole universali che permettono al cervello umano di comprenderla: solo con tale conoscenza si può ipotizzare un’applicazione capace di individuarla. Data una definizione di metafora, si è immaginata una transizione della app da una fase S0 ad una S1 nel suo riconoscimento, grazie alle proposte di Eco sui frames e alle applicazioni fattene da La Matina alla ricezione di Plutarco. Attraverso lo studio di casi concreti (due metafore ed una similitudine) si è ipotizzato un modello per l’analisi del linguaggio naturale comune delle lingue di tradizione. Cook V.J., Chomsky’s Universal Grammar, An Introduction, Basil Blackwell, Oxford 1988. Eco, Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Bompiani, Milano 2001. La Matina M., Frame theory e romanzo Greco, in AA.VV., Materiali semiotici (Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, 30), Palermo 1989, pp.88-97. SSSL-2019 - 3
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 1 - Semi-spontaneous speech of high-functioning Italian- speaking ASD children: creating an annotated corpus for syntactic analysis Ducceschi L., Smith G., Finocchiaro, C. DiPSCo, Università di Trento We propose a preliminary analysis of a corpus of semi-spontaneous speech of two groups of participants: a group of high-functioning Italian-speaking children with autism (age 7-12) and an age-matched control-group, with the aim of verifying between-group differences in the production of clitics. We also elaborate on the details that influenced the process of developing such a dataset, and the possible outcomes of its compilation. In an early phase, we set up a pipeline to process the data in order to obtain Part-of-Speech annotated text that could be used to acquire quantitative information on the linguistic phenomenon at stake. Secondly, principles of cost- effectiveness guided the introduction of further linguistic information relevant for our purposes, namely the observation of clitic clustering and clitic position/movement in relation to verb mood and full pronouns or nouns. The integration of more linguistic tools is related to crucial aspects that we have to face in the immediate future, as the real possibility of making the data available to the scientific community and the development of a web interface for effective consultation. Terzi, A., Marinis, T. Francis, K. (2016). The interface of syntax with pragmatics and prosody in children with autism spectrum disorders. Journal of Autism and Developmental Disorders 46, 2692-2706. Schmid, H. (2013, November). Probabilistic part-of-speech tagging using decision trees. In New methods in language processing (p. 154). SSSL-2019 - 4
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 - Pragmatica sperimentale @IUSS Pavia Bambini V Scuola Universitaria IUSS Pavia In questo intervento intendo presentare alcuni filoni di ricerca nell’ambito della pragmatica sperimentale che conduciamo allo IUSS di Pavia, in collaborazione con altri gruppi in Italia e all’estero. In molti casi la metafora –presa come caso prototipico di “gap” tra ciò che è detto e ciò che è comunicato– è al centro delle nostre indagini, ma esploriamo anche altri domini (ad esempio l’umorismo) e spesso valutiamo le abilità pragmatiche generali. Sostanzialmente abbiamo due filoni di ricerca principali. Il primo è incentrato sul processing: cerchiamo di descrivere i processi di comprensione pragmatica nel loro decorso temporale, usando metodiche come EEG e MEG. Il secondo è incentrato sul cambiamento della competenza pragmatica nell’arco di vita e nella patologia. Non solo cerchiamo di descrivere il profilo pragmatico di varie popolazioni (tipiche e atipiche), ma abbiamo anche sviluppato programmi di training volti a promuovere le abilità pragmatiche. Altri temi più specifici di cui ci occupiamo riguardano il rapporto tra la pragmatica e altri domini, in primis teoria della mente e aspetti sensori-motori, con importanti implicazioni sui modelli teorici. Oltre a presentare i diversi filoni di ricerca, menzionerò alcuni strumenti di valutazione e dataset di materiali, nello spirito di condivisione di risorse proprio della SSSL. SSSL-2019 - 5
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 - L’uso di test dinamici come giochi digitali nella valutazione della proficiency fonologica in bambini di 5 e 6 anni di età Origlia A.1, Altieri F.2, Buscato G.2, Colavolpe B.2, Cosi P.3, Morotti A.2, Rodà A.2, Zmarich C.2,3 (1) Università di Napoli "Federico II°, I (2) Università di Padova, I (3) CNR-ISTC, sede di Padova, I Viene presentato un nuovo strumento per la valutazione e il potenziamento linguistico di bambini di 5 e 6 anni di età, tramite somministrazione di test dinamici all’interno di un contesto gamificato che si avvale di tecniche di digital storytelling e dell’uso di agenti virtuali interattivi sotto forma di robot e avatar. Insieme, questi elementi hanno l’obiettivo di rendere i compiti meno impositivi e superare le difficoltà attentive e motivazionali del bambino che il terapista deve affrontare nel processo di valutazione. Inoltre, sfruttando il concetto del learning by teaching e di una narrativa finalizzata al coinvolgimento dell’utente nella storia, l’attenzione del bambino viene trasferita su un care receiving robot (Nao) con il risultato che il bambino svolge i compiti senza sentirsi oggetto della valutazione ed impegnandosi affinché il robot impari. A differenza dei test tradizionali che usano liste precostituite di stimoli, l'IA che governa il sistema è in grado di proporre gli stimoli in modo dinamico sfruttando regole probabilistiche, così che gli stimoli sono selezionati in base alla performance precedente del bambino. I test proposti riguardano al momento la discriminazione percettiva (col paradigma AX) e la ripetizione di parole e non parole, utilizzati nella pratica clinica per la valutazione e/o il potenziamento della competenza fonologica. Saranno anche brevemente esposti i risultati di due esperimenti pilota su due piccoli gruppi di bambini (Origlia et al., 2017; Origlia et al. 2018) che ci hanno confortato sulla bontà della strada intrapresa. Origlia A., Cosi P., Zmarich C., Rodà A. (2017), A dialogue-based software architecture for gamified discrimination tests, in M. De Marsico, L. A. Ripamonti, D. Gadia, D. Maggiorini, I. Mariani (Eds.), Proceedings of the 1st Workshop on Games-Human Interaction (GHITALY 2017) Cagliari, April 18th, 2017 SSSL-2019 - 6
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 - Valutazione della competenza semantica nell’afasia e nelle patologie dementigene: la batteria SMAAV. Gagliardi G.1, Corsi G.2, Fanetti V.3, Lippi A.3, Shabana S.3 (1) Università degli Studi di Bologna (2) AUSL Toscana Centro (3) Università degli Studi di Firenze La relazione illustrerà i principi ispiratori, le modalità di realizzazione/validazione e le prime applicazioni cliniche di SMAAV (“Semantic Memory Assessment on Action Verbs”, Gagliardi 2014), batteria di test finalizzata alla valutazione di secondo livello delle abilità semantico-lessicali in produzione e in comprensione. Lo strumento, creato a partire dalla selezione e dall’analisi di dati estratti dall’ontologia multimediale IMAGACT (Moneglia et al., 2014), indaga focalmente la classe lessicale del verbo, colmando una lacuna nel panorama degli strumenti testistici standardizzati per l’italiano. Il test, validato psicometricamente su 95 soggetti adulti e anziani normotipici, è stato somministrato in via sperimentale a gruppi di pazienti colpiti da afasia in seguito a cerebrolesione acquisita oppure affetti da Mild Cognitive Impairment o Demenza, dimostrando buona efficacia nell’evidenziare criticità non rilevate dagli strumenti per la valutazione generale delle funzioni cognitive e linguistiche (es. MMSE, AAT, ENPA). Gagliardi G. (2014) Validazione dell’Ontologia dell’Azione IMAGACT per lo studio e la diagnosi del Mild Cognitive Impairment (MCI). Tesi di dottorato. Università di Firenze. Moneglia M., Brown S.W., Frontini F., Gagliardi G., Khan F., Monachini M. & Panunzi A. (2014) The IMAGACT Visual Ontology. an Extendable Multilingual Infrastructure for the Representation of Lexical Encoding of Action. In: N. Calzolari et al. (eds), Proceedings of the 9th International Conference on Language Resources and Evaluation, ELRA, pp. 3425-3432. SSSL-2019 - 7
SSSL 2019 - Presentazioni Orali 2 - L'acquisizione delle caratteristiche acustiche di accento e geminazione in bambini dai tre ai sei anni Lucia Colombo Università degli Studi di Padova In questa presentazione parlerò di un progetto svolto in collaborazione con Joanne Arciuli (Università di Sidney, AU) in cui abbiamo analizzato le caratteristiche acustiche delle produzioni di bambini dai 3 al 6 anni relative alla denominazione di figure e alla ripetizione di pseudoparole. Le variabili osservate erano l’accento di parola e la geminazione e si voleva vedere se l’acquisizione delle caratteristiche acustiche durata, frequenza fondamentale ed intensità delle vocali delle 2 sillabe iniziali, con o senza consonante geminata, sono acquisite a tre anni e quindi hanno già le caratteristiche proprie della produzione adulta oppure mostrano una curva evolutiva fino ai sei anni. I dati mostrano che la contrastività tra sillaba tonica e sillaba atona (relative alle prime due sillabe di trisillabi) è già completamente acquisita a tre anni, mentre la prestazione relativa alla vocale precedente le geminate mostra delle differenze acustiche di durata e intensità dei bambini più piccoli rispetto a quella dei bambini più grandi e degli adulti. SSSL-2019 - 8
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - Validazione di un test per la produzione elicitata di clitici Borgogni E.1-2, Colpizzi I.2, Crocetti E.2, Crocetti P.2, Fancelli S.2, Gagliardi G.3 (1) AUSL Toscana Centro (2) Università degli Studi di Firenze (3) Università degli Studi di Bologna Il Disturbo del Linguaggio (DL) è il disturbo del neurosviluppo più frequente in età evolutiva: colpisce circa 5-7% dei bambini in età prescolare, riducendo la sua incidenza all’1-2% in età scolare [Lindsay & Strand, 2016]; può ledere aspetti diversi dell’elaborazione del linguaggio (fonologia, morfosintassi, sintassi, semantica lessicale e frasale, pragmatica), limitandosi alla produzione o estendendosi anche alla comprensione. In italiano la produzione dei pronomi clitici è considerato il principale marker clinico per l’individuazione di tale disturbo [Bortolini et al., 2006]: allo stato dell’arte, però, i test standardizzati a disposizione dei clinici per la sua valutazione sono limitati. La comunicazione presenterà struttura e taratura statistica di un nuovo test di produzione elicitata dei pronomi clitici in età evolutiva. Lo strumento è costituito da 18 tavole figurate che inducono il bambino a produrre frasi contenenti pronomi clitici accusativi, locativi e strumentali. Il test è stato somministrato a 22 bambini con DL espressivo (di cui 12 con difficoltà sul versante fonetico-fonologico e 10 con difficoltà morfosintattiche o miste) e a 48 bambini con sviluppo tipico di età compresa tra 4.6 e 5.8 anni, mostrando buona accuratezza nel discriminare i due gruppi (test della mediana, p < 0.05; Kolmogorov-Smirnov, p < 0.01). Bortolini, U., Arfé, B., Caselli, M.C., Degasperi, L., Deevy, P. & Leonard, L.B. (2006) Clinical markers for specific language impairment in Italian: the contribution of clitics and non-word repetition. International Journal of Language & Communication Disorders, 41(6):695-712. Lindsay G. & Strand, S. (2016) Children with Language Impairment: Prevalence, Associated Difficulties, and Ethnic Disproportionality in an English Population. Frontiers in Education, 1:2. SSSL-2019 - 9
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - How the experience affects the semantics: the case of chronic pain in cancer patients Borelli E.1, Bandieri E.2, Luppi M.1, Potenza L.1, Porro C.A.1, Lui F.1, Cacciari C.1 (1) University of Modena and Reggio Emilia, IT (2) Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena, IT Pain words, i.e., words we use to talk about physical and social pain, belong to the realm of negative words. In a previous study, we demonstrated that the semantic content shapes the psycholinguistic and emotional structure of pain words in a distinct manner, suggesting that negative words are not a unitary category. Based on Binder’s model, we can argue that all aspects of pain experience are encoded in the brain and its semantic representation is processed according to this code. Therefore, we hypothesis that the experience of pain may affect the way in which we linguistically categorize and evaluate pain words. In this study we collected psycholinguistic, affective, and content-specific norms for 94 pain words on 167 cancer patients on early palliative care (95 female; mean age: 66.7; SD: 11.7). Pain words were selected by a pool of oncologists as the most frequently used in the doctor-patient communication. Data were then compared with those collected on a healthy sample of students. Statistical analyses show that students evaluate physical pain words as more familiar, more negative, more arousing, more pain associated, and conveying a more intense and unpleasant pain compare to patients. Patients evaluate social pain words as more familiar, more arousing, and more unpleasant than physical pain words. Results support the hypothesis that the experience of pain and early palliative care, together with individual differences in religious/spiritual beliefs and hope experience, affect the semantic representation of pain in a consistent way. Binder, J.R., Conant, L.L., Humphries, C.J., Fernandino, L., Simons, S.B., Aguilar, M., Desai, R.H. (2016) Toward a brain-based componential semantic representation. Cogn Neuropsychol 33 (3-4), 130-74; Borelli, E., Crepaldi, D., Porro,C.A., Cacciari, C. (2018) The psycholinguistic and affective structure of words conveying pain. PLoS ONE 13(6), e0199658; Witherell D., Wurm L.H., Seaman S.R., Brugnone N.A., Fulford E.T. (2012) Danger and usefulness effects as a function of concept ancientness. Ment Lex 7 (2), 183-209. SSSL-2019 - 10
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - La percezione dell’accento lessicale in italiano: una prospettiva evolutiva e clinica Martina Caccia1,2, Giorgio Presti3, Alessio Toraldo4,6, Anthea Radaelli5, Luca Andrea Ludovico3, Anna Ogliari5, Maria Luisa Lorusso2 (1) IUSS, Pavia (2) IRCCS E. Medea, Bosisio Parini (3) University of Milano (4) University of Pavia (5) Vita-Salute San Raffaele University, Milano (6) Milano Center for Neuroscience (NeuroMI), Milano Il presente studio indaga il ruolo dei principali parametri acustici (pitch, durata e intensità) nella percezione dell’accento lessicale in italiano, sia in prospettiva evolutiva (adulti AC vs. bambini) che clinica (bambini a sviluppo tipico TD vs. bambini con dislessia evolutiva DD). Sono stati manipolati pitch, intensità e durata di tre non-parole trisillabiche (per un totale 81 stimoli) con diversa accentazione. Ai 48 partecipanti (AC, TD, DD) è stato chiesto di giudicare se la parola proposta fosse ossitona, parossitona o proparossitona (stress perception task). I risultati mostrano che, al contrario di quanto atteso, la componente acustica principale per la percezione dell’accento lessicale sembra essere il pitch, sia per gli adulti che per i TD; questi ultimi però mostrano un pattern decisamente meno marcato rispetto ai primi. Per quanto riguarda il gruppo clinico, i DD sembrano non affidarsi ad alcun parametro acustico specifico e a fornire risposte “random”, ciò dimostra una difficoltà generale nel processamento della modulazione delle diverse componenti acustiche che normalmente contribuiscono alla percezione dell’accento. Inoltre la performance nello stress perception task sembra correlare fortemente con le capacità morfosintattiche nell’intero gruppo di bambini e con le abilità di lettura del gruppo dei bambini con dislessia evolutiva. Questi risultati sembrano supportare un approccio “language-specific”, suggerendo che l’insieme dei parametri acustici richiesto per lo sviluppo della percezione dell’accento è dipendente dal linguaggio piuttosto che universale. Antoniou et al. (2015) Appl. Psycholing. 36(6), 1493-1507. Eriksson et al. (2016) In INTERSPEECH 2016, San Francisco, USA, 1059-1063. Goswami et al. (2011) Jou. of Cog. Neu., 23(2), 325-337. SSSL-2019 - 11
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - Abilità pragmatiche del bambino parlatore tardivo: analisi degli atti linguistici durante l'interazione con il genitore Ferrari E.1, Gagliardi G.2, Innocenti M.1-3 (1) Università degli Studi di Firenze (2) Università degli Studi di Bologna (3) AUSL Toscana Centro Nella letteratura scientifica sono ampiamente documentati casi di bambini che nel corso dell’ontogenesi del linguaggio manifestano significative compromissioni sociocomunicative e/o pragmatiche: tali difficoltà includono, appunto, non soltanto una scarsa comprensione dei segni verbali e non-verbali, ma anche una limitata competenza nell’interpretazione del contesto. A tali deficit si somma inoltre, di frequente, un’inadeguata capacità di integrare queste abilità con gli aspetti strutturali del linguaggio per ottenere una comunicazione efficace per “operare” nel proprio ambiente. Lo studio si propone di studiare tali abilità in bambini “parlatori tardivi” (Late Talkers), popolazione di particolare interesse clinico per l’individuazione dei segni predittivi ed il trattamento tempestivo del Disturbo di Linguaggio (DL) [Bishop et al., 2012]. Il campione è composto da 18 bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi: 9 Late talkers e 9 con sviluppo cognitivo e linguistico tipico (gruppo di controllo). Le interazioni comunicative tra care-giver e bambino durante momenti di gioco semi-strutturato sono state videoregistrate, trascritte con il software ELAN e analizzate nei loro aspetti verbali e non verbali. La significatività delle osservazioni è stata infine valutata mediante test statistici non parametrici (Kolmogorov-Smirnov, χ2). Numerose sono le differenze rilevate: in particolare la gestione e la turnazione della conversazione, lo stile comunicativo impiegato dal genitore (funzione comunicativa “tutoriale”, “di controllo diretto”, “di controllo modulato” oppure “asincronica-svalutativa” [Bonifacio & Hvastja Stefani, 2010]), la realizzazione di gesti deittici e rappresentativi, la composizione del lessico e alcuni indicatori morfosintattici discriminativi per l’individuazione di un DL, come la presenza della combinazione di parole. Bishop et al. (2012) Jou. of neurodev. Dis. 4(1):3. Bonifacio et al. (2010) L’intervento precoce nel ritardo di linguaggio. Milano: FrancoAngeli. SSSL-2019 - 12
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - L’Effetto di manipolabilità in compiti linguistici Lorenzoni A., Scaltritti M., Peressotti F., Navarrete E. Università degli studi di Padova, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione La visione di un oggetto (ad es., martello) innesca l'attivazione delle regioni cerebrali che codificano le informazioni sulle proprietà motorie associate all'utilizzo dell’oggetto. Inoltre, la presentazione del nome dell’oggetto (cioè, la parola ‘martello’) attiva le stesse aree. Il ruolo di questa attivazione automatica motoria in compiti che non richiedono l'uso specifico dell’oggetto è ancora oggetto di dibattito nelle scienze cognitive. In questa serie di lavori, abbiamo indagato questa tematica esplorando l'effetto della manipolabilità in diversi compiti linguistici in Italiano. Un totale di 90 partecipanti di madre lingua italiana hanno preso parte ad esperimenti di decisione lessicale, di lettura ad alta voce o di denominazione di figure. Inoltre, altri 60 partecipanti di madrelingua italiana hanno giudicato la manipolabilità associata ai diversi items. I risultati mostrano effetti facilitatori nei tre compiti. Nello specifico, nel compito di decisione lessicale le parole più manipolabili hanno tempi di reazione inferiori e meno errori rispetto alle parole con minore grado di manipolabilità. Inoltre, le parole e le figure associate ad oggetti manipolabili sono lette e denominate più velocemente. Questi risultati suggeriscono che la manipolabilità rappresenti una variabile rilevante durante l’elaborazione linguistica. Discutiamo il possibile ruolo che l’attivazione motoria può avere in comprensione e produzione linguistica. Lorenzoni, A., Peressotti, F., & Navarrete E. (2018). The manipulability effect in Object Naming. Journal of Cognition, 1-8. Guérard, K., Lagacé, S., & Brodeur, M. B. (2015). Four types of manipulability ratings and naming latencies for a set of 560 photographs of objects. Behavior research methods, 47(2), 443-470. SSSL-2019 - 13
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - Sociofonetica dell’italiano in contesti migratori e acquisizionali Meluzzi C. Università degli Studi di Pavia Il progetto si inserisce nel filone di ricerca della sociofonetica, disciplina che coniuga non solo gli elementi sociolinguistici e di analisi fonetica, ma anche elementi di psicologia, acquisizione e sociologia. Lo scopo del progetto è costruire un corpus di alta qualità fonetica con esempi di parlato variabile secondo l’asse diatopico (italiani regionali), diafasico (livelli di formalità) e diastratico (primariamente in base alla variabili di sesso e genere). Particolare attenzione è rivolta alle dinamiche migratorie e all’acquisizione di nuovi foni o di nuovi contrasti fonologici assenti nelle lingue d’origine. Proprio per questo nelle prime fasi del progetto ci si è concentrati su due classi di suoni, le rotiche e le affricate, altamente variabili a livello diatopico nei vari italiani regionali, ma anche di difficile acquisizione da parte di non-italofoni. Il corpus comprende al momento 8 parlanti italofoni (4M, 4F) di diversa provenienza geografica registrati in compiti di lettura di frasi e di dialogo semi-spontaneo (maptask). Lo stesso studio sarà proposto su un gruppo più ampio di 100 bambini tra i 6 e i 10 anni di scuole elementari del Biellese allo scopo di osservare l’emergenza e l’acquisizione della variazione sociofonetica. I primi risultati stanno mostrando la complessità della variazione sociofonetica e l’emergere di nuove varianti derivanti al contatto tra sistemi fonologici diversi e alla ristrutturazione del repertorio linguistico del parlante in contesto migratorio interno o esterno. Celata et al.(2016) Loquens, 3(1), e025. Meluzzi (2016) In Challenging Sonority - Cross-linguistic Evidence’ p. 252-275. Nese et al. (2018) In Bertini et al. Fattori sociali e biologici nella variazione fonetica, Studi Aisv 3, pp. 69-86. SSSL-2019 - 14
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - Modelling priming effect with distributional semantics Nadalini A.1, Bottini R.2, Marelli M.3, Crepaldi D.1 (1) SISSA, Italy (2) University of Trento, Italy (3) University of Milano Bicocca, Italy. Distributional semantic models (DSM) are widely used in psycholinguistic research to automatically gauge the semantic relatedness between words. Model estimates strongly correlate with human similarity judgements and offer a tool to successfully predict a range of language-related phenomena. In the current study, we compare the state-of-art DSM with pointwise mutual information (PMI), a measure of local association between words based on their surface cooccurrence. In particular, we test how the two indexes perform on a dataset of sematic priming data comprising visible and masked primes and different stimulus onset asynchrony between the two stimuli. When the primes were masked, we found no significant effect, although participants with better prime detection showed larger semantic priming. When the primes were visible, PMI outperforms DSM in the fit to the behavioral data. According to our result, what has been traditionally thought of as semantic effects may mostly rely on local associations based on word co-occurrence. Hutchison, K. A. (2003). Is semantic priming due to association strength or feature overlap? A microanalytic review. Psychonomic Bulletin & Review, 10(4), 785-813. Mandera, P., Keuleers, E., & Brysbaert, M. (2017). Explaining human performance in psycholinguistic tasks with models of semantic similarity based on prediction and counting: A review and empirical validation. Journal of Memory and Language, 92, 57-78. Marelli, M. (2017). Word-Embeddings Italian Semantic Spaces: A semantic model for psycholinguistic research. Psihologija, 50(4), 503-520. SSSL-2019 - 15
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - Processamento del genere grammaticale in pazienti spagnoli colpiti da afasia. Un caso di studio su gender priming e genere semantico. Piazza G.1, Calabria M.2, Semenza C.3, Poletto C.1,4 (1) DiSLL, Università di Padova, IT; (2) DTIC, University Pompeu Fabra, ES; (3) DNS, Università di Padova, IT; (4) Institute for Romance Studies, Goethe-Universität. Il compito di priming di Bates (1996) suggerisce che il genere sia coinvolto nei processi pre-lessicali di riconoscimento delle parole. Vigliocco (1999) ha dimostrato che il genere viene processato differentemente, a seconda della presenza o meno del sesso referenziale: genere semantico o genere grammaticale. Abbiamo reclutato 10 afasici e 13 partecipanti controlli. Abbiamo condotto due test, i partecipanti dovevano: A) fare una decisione lessicale, ignorando i prime (150ms), che erano parole vere, appartenenti a tre condizioni (Trasparenza): Trasparenti (-a.FEM), Opache (-e), Invertite (-a.MAS). 106/212 target erano parole reali, metà concordavano per genere con i prime (Congruenti/Incongruenti). Gli altri 106 target erano psedoparole. B) leggere 78 frasi e assegnare il genere corretto all'aggettivo riferito al soggetto. Le condizioni “Gender-Type” del soggetto: Semantico (“enfermera”), Grammaticale (“silla”), Opaco-Grammaticale (“tomate”). Test statistico: Misure Ripetute (ANOVA). A) RTs: l'effetto di Trasparenza [F(2,42)=7.94, p=0.001,ηp²=0.274] suggerisce un'inibizione ortografica. La condizione Invertita era più lenta (p
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 1 - La disprosodia nell’afasia di Broca: una proposta neuroriabilitativa A. Serafini, M. Gobbo, S. De Pellegrin Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova; Clinica Neurologica - Azienda Ospedaliera di Padova L’eloquio spontaneo nell’afasia di Broca viene definito non fluente, agrammatico, frammentato, rallentato, faticoso, e disprosodico. Mancano in letteratura indicazioni relative alla valutazione e al trattamento della disprosodia in questi pazienti. Si ritiene doveroso cercare di riempire questo gap, soprattutto perché il trattamento dei livelli morfo-sintattico, fonetico-fonologico e articolatorio può a volte non portare ad un soddisfacente superamento delle difficoltà espressive (rispetto alla qualità di vita). Questo lavoro presenta un trattamento sperimentale della disprosodia nell’afasia di Broca in due pazienti italiani. Il training prevede la produzione di strutture sintattiche della periferia sinistra molto comuni, le quali richiedono per essere accettabili una prosodia specifica. Sono state effettuate 20 sedute ambulatoriali individuali consecutive a cadenza settimanale, di 60 minuti, durante le quali veniva richiesta la riproduzione fedele rispetto all’andamento melodico di 40 frasi, sempre differenti. I risultati, analizzati tramite il software Praat, hanno rivelato un aumento della velocità dell’eloquio, una diminuzione del numero e della durata delle pause anomale, un aumento delle pause al confine sintattico e un ampliamento del pitch range. Un’analisi percettiva condotta con ascoltatori indipendenti ha, infine, avvalorato questi dati. Bocci, G. (2013). The Syntax-Prosody Interface. A cartographic perspective with evidence from Italian. John Benjamins: Amsterdam. Peppé, S. J. E. (2009). Why is prosody in speech-language therapy so difficult? Scientific forum on the prosody in speech-language pathology. International Journal of Speech-Language Pathology, 11 (4), 258-271. SSSL-2019 - 17
SSSL 2019 - Presentazione su invito 2 - Implicit learning, bilingualism and dyslexia: Assessing AGL with a modified Simon Task Delfitto D., Vender M. Università degli Studi di Verona We will present and discuss the results of an experimental study investigating AGL in monolingual and bilingual children, with and without dyslexia, using an original methodology. Instead of asking grammaticality judgments, which unavoidably induce in the subjects some awareness about the nature of the task, we administered a modified version of the Simon Task, in which the sequence of the visual stimuli was manipulated according to the rules of one simple Lindenmayer system (a Fibonacci grammar). Crucially, this is not a finite-state grammar, as those normally used in AGL studies, and potentially lends itself to investigating how language acquisition is carried out by cognitive processes that exceed the generative power of Markovian processes. Results clearly support the idea that learning took place, since participants of all groups became increasingly sensitive to the structure of the input, implicitly learning the sequence of the trials and thus appropriately predicting the occurrence of the relevant items. Moreover, (i) group differences were found, with bilinguals being overall faster than monolinguals and dyslexics less accurate than controls; (ii) there is significant evidence that the benefits of bilingualism extend also to impaired subjects, suggesting that bilingualism should be encouraged and supported also among linguistically impaired individuals. SSSL-2019 - 18
SSSL 2019 - Presentazione Orali 3 - Microvariation and microparameters. Towards a quantitative view Pescarini D. CNRS, Université Côte d’Azur, BCL The paper deals with paradigms of subject clitics (SCls) in northern Italian and Occitan dialects. Etymologically, SCls are nominative pronouns that, in present- day dialects, are bound to the inflected verb. Paradigms of subject clitics are often defective and exhibit systematic patterns of syncretism. Interestingly, such an extreme degree of variation emerged in a relatively short diachronic span (from the 16th c. onwards) and in a set of closely related languages spoken in a highly populated and interconnected area Gaps and syncretisms are sensitive to person distinctions. Previous studies revealed some robust trends in the form of implicational statements, which lend themselves to an analysis in terms of feature geometries. However, before adopting rule-based accounts hinging on grammatical features, it is worth examining (and, if possible, discarding) alternative hypotheses: H 1) external, purely historical explanations; H2) analogical ‘morphomic’ schemas. The paper aims to address the above hypotheses on the basis of statistical evidence based on a dataset of approximately 400 dialects. To address H 1, I will show that the geolinguistic distribution of variants does not support an explanation entirely based on external factors. As for H 2, I will elaborate on the correlation between the number (and shape) of distinctive exponents in the SCls and verbal paradigms to show that analogical/‘morphomic’ schemata cannot account for the emergence and diffusion of the attested patterns. SSSL-2019 - 19
SSSL 2019 - Presentazione Orali 3 - Risposte elettrofisiologiche per stimoli linguistici regionali: effetti topografici modulati dall’esposizione ad una specifica variante regionale dell’Italiano Di Dona G.1, Mantione F.1, Alber B.2, Vespignani F1. (1) Università degli Studi di Trento, Italia (2) Università degli Studi di Verona, Italia. Lo scopo di questo lavoro sperimentale è quello di studiare la relazione tra l’esposizione a una specifica variante regionale dell’italiano e l’elaborazione di variazioni fonologiche a livello cerebrale. Parlanti trentini e parlanti provenienti dalle regioni del Centro-Sud hanno partecipato ad un esperimento EEG con paradigma di Mismatch Negativity che prevedeva la somministrazione uditiva di una parola in italiano o nella variante regionale trentina. I parlanti trentini mostrano una MMN più ampia rispetto ai non trentini seguita da un’ulteriore risposta sostenuta, particolarmente ampia nelle aree frontali destre quando lo stimolo deviante è trentino. La distribuzione spaziale degli effetti precoci e tardivi mostra inoltre correlazioni con variabili sociolinguistiche misurate tramite un questionario di esposizione al dialetto. Le risposte MMN dei trentini fanno pensare ad una facilitazione nel recupero di tracce mnestiche per parole (Shtyrov & Pulvermüller, 2002) pronunciate seguendo sia le regole dell’italiano che quelle regionali. Componenti lente della MMN riflettono presumibilmente la modulazione operata dall’esperienza su processi cerebrali legati sia al lessico (a sinistra) che all’informazione extralinguistica (a destra), riconoscendo i trentini le caratteristiche fonologiche del proprio gruppo sociale. Lo studio mostra quindi come anche l’elaborazione di una singola parola dia luogo a recupero di tracce mnestiche di natura linguistica e paralinguistica. Shtyrov, Y., & Pulvermüller, F. (2002). Neurophysiological evidence of memory traces for words in the human brain. Neuroreport, 13(4), 521–525. SSSL-2019 - 20
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 - Consistency measures in word recognition and beyond Amenta, S. Università di Trento When investigating visual word recognition, the interface between orthography and semantics is a core issue, in fact, on the one side, orthographic information directly affects visual uptake, on the other side, semantics is at the core of word comprehension. In this talk, I will focus on a quantitative estimate of form-meaning mapping consistency and I will provide a brief overlook of its impact in a series of tasks related to word recognition and sentence processing. The original measure developed in this line of research is the Orthography- Semantics Consistency (OSC). OSC is a corpus-based measure that quantifies the relationship between a letter string and the meanings of all the words in a corpus that share that same sequence. OSC showed to be a reliable predictor of visual word recognition and sentence processing. Moreover, it interacted with its phonological counterpart, the Phonology-Semantics Consistency, providing a better understanding of the relationship between phonological and orthographic information in reading. SSSL-2019 - 21
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 - The truth value of negative sentences: an insight into the time course of both sentence verification and visual target selection. G. Calignano 1, M. Paulus2, V. Mazza 1 3 and F. Vespignani1 1 Department of Psychology and Cognitive Sciences, UniTn, Italy; 2Division of Psychology and Language Sciences, UCL, UK; 3 Center for Mind/Brain Sciences, UniTn, Italy; A sentence like ”Mary is not guilty” points straight to the fact that ”Mary is innocent”. This example shows that negation and affirmation can be used in a contradictory way depending on their context of use. Nevertheless, according to the Two Step Simulation Hypothesis (TSSH), reaction times (RT) and ERPs (i.e. N400) show a disadvantage for both negative true and affirmative false sentences during sentences’ truth verification (i.e. Truth x Polarity Interaction, TPI). The aim of this study was to investigate for the first time negative sentence verification effects on visual attention deployment by means of an event related potential (ERP) of target selection. By using a sentence picture verification paradigm (SPVP), we measured both RTs and ERPs associated to target selection (N2pc) of the named state of affair (i.e. negated vs. actual) and to the target information maintenance (CDA). Two experiments showed that the experimental context, the syntactic structure of the sentence and the time course of attentional target selection differently account for the TPI. The contribution of this study to the understanding of negation processing will be discussed. Scappini, et al. (2015). Nouveaux cahiers de Linguistique française, 32, 45-58. Lüdtke, et al. (2008). Jou. of Cog. Neu, 20(8), 1355-1370. Mazzaet al. (2007) Exp. Brain Res. 181(3), 531-536. SSSL-2019 - 22
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 - Extending psycholinguistic findings to under-researched languages: A masked-priming study on Setswana prefixed words Ciaccio L.A.1, Kgolo N.2 (1) University of Potsdam, Germany (2) University of Botswana In recent years, an increasing number of morphological processing studies have provided support for an automatic, pre-lexical, mechanism that segments complex words into their constituents (see Amenta & Crepaldi, 2012). However, this mechanism has also been shown to differ cross-linguistically, especially in languages, like Hebrew or Arabic, whose morphological structures vary substantially from those of Indo-European languages (Boudelaa & Marslen- Wilson, 2015; Frost et al., 1997). In the present study masked priming experiment, we test morphological decomposition of Setswana prefixed words (both inflected and derived). Setswana is a Bantu language characterized by a large inventory of prefixes – including inflectional prefixes, which are absent in Indo-European languages – and by a language community that is mostly bilingual (English being the language spoken in official contexts). We report significant priming effects for both inflected and derived prefixed words; yet, results from control sets testing suffixed words and orthographic priming deviated from previous literature. We discuss our findings with regard to the specific characteristics of the Setswana language and language community, but also to the challenges involved in testing under-researched languages. Amenta, S., & Crepaldi, D. (2012). Morphological processing as we know it: An analytical review of morphological effects in visual word identification. Frontiers in Psychology, 3. Boudelaa, S., & Marslen-Wilson, W. D. (2015). Structure, form, and meaning in the mental lexicon: evidence from Arabic. Language, Cognition and Neuroscience, 30(8), 955–992. Frost, R., Forster, K. I., & Deutsch, A. (1997). What can we learn from the morphology of Hebrew? A masked-priming investigation of morphological representation. Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 23(4), 829–856. SSSL-2019 - 23
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 - Oscillazioni neurali α e β in predizione e produzione linguistica: Caratteristiche comuni e distintive Gastaldon S.1, Navarrete E.1, Arcara G.2, Peressotti F.1 (1) Università di Padova, IT (2) IRCCS Ospedale San Camillo, Venezia, IT. I processi predittivi in comprensione ‒ ovvero l’anticipazione di input linguistici guidata da informazione pregressa ‒ sono un argomento attualmente molto discusso in psicolinguistica. Una delle questioni riguarda il possibile legame con i processi di produzione. Precedenti studi elettrofisiologici hanno evidenziato soppressione di ritmi α (8-12 Hz) e β (13-30 Hz) in predizione (Wang et al., 2018) e in produzione (Piai et al., 2014, 2015); il presente lavoro EEG indaga entrambi i processi nello stesso partecipante con stimoli linguistici in modalità uditiva. Ogni partecipante (N = 40) ascolta una cornice frasale che può essere vincolante (i.e. permette di predire l’ultima parola) o meno; dopo una pausa di 800 ms il partecipante ascolta la parola target nel compito di comprensione o vede la figura target da denominare nel compito di produzione. Si sono analizzate le modulazioni tempo-frequenza del segnale EEG nell’intervallo di 800 ms precedente al target, confrontando le oscillazioni α e β nei compiti di produzione e comprensione della stessa parola target. Si sono inoltre effettuate analisi di stima delle sorgenti, per chiarire se gli effetti osservati sono riconducibili a sorgenti corticali comuni o distinte. I risultati evidenziano soppressione di β sia in predizione che in produzione, ma con alcune differenze topografiche e dei generatori corticali. Una soppressione di α è stata trovata solamente in produzione. Il presente studio è un primo passo in un progetto più ampio volto a comprendere meglio le predizioni in modalità uditiva, i processi preparatori nella produzione e i possibili legami tra di essi. Piai et al. (2014)Neuropsychologia 53(1), 146–156. Piai et al. (2015) Human Brain Mapping 36(7), 2767–2780. Wang et al. (2018) Journal of Cognitive Neuroscience 30(3): 432–447. SSSL-2019 - 24
SSSL 2019 - Presentazioni a Poster 2 - Inverse Copula: a theoretical and psycholinguistic survey Lorusso P., Greco M., Chesi C., Moro, A. IUSS Istituto Universitario di Studi Superiori Pavia Copular sentences are those sentences whose main verb is be (the copula) and its equivalents across languages. In English, such a verb can be followed by DPs, APs and PPs. A subset of copular sentences are the ones of the type [DP V DP], namely the nominal copular sentences, in which a nominal phrase is used as the predicate of the sentence: in (1) we have a subject-copula-predicative expression. (1) Paul is the waiter. Copular sentences can be distinguished in two subtypes, the canonical ones (1) and the inverse canonical sentences (Moro 1997) in which the order predicative expression-copula-subject order (2). (2) The waiter is Paul. Moro (1991, 1997, 2006) showed different asymmetries between the two types of copular constructions by a syntactic point of view: agreement on the verb, grammaticality for the extraction of NPs (-Wh or clitic), pronominal binding, etc.. In this study we present the preliminary results (Italian data) of an investigation on the asymmetries between canonic and inverse copular sentences across languages (mainly Indo-European languages) : both online and offline measurement (mainly SPS and comprehension tasks) show that the underlying syntactic differences between (1) and (2) crucially influence the processing and the comprehension of the sentences involving the diagnostic individuated by Moro (1997). Moro, A . (1997) The Raising of Predicates. Cambridge: Cambridge UP. SSSL-2019 - 25
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