Estate 2019, tutti pazzi per Mimmo al Ponzano beach
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Estate 2019, tutti pazzi per Mimmo al Ponzano beach Dai locali della Roma by night al Ponzano beach prosegue con successo il tour musicale di Mimmo, tra i migliori pianobaristi della Capitale. Domenico D’agostino, in arte Mimmo, uno dei pochi rimasti a saper fare questa professione che spesso, soprattutto in occasione di matrimoni e compleanni, vede gente improvvisata con dischetti e marchingegni vari che fa finta di suonare mentre cerca di intonare qualche canzone con tanto reverbero. Ma non è certamente il caso di Mimmo che ormai da anni è presente nei migliori locali capitolini dove intrattiene giovani e meno giovani spaziando nel suo repertorio musicale “infinito” in grado di soddisfare tutti. E così lo si può ascoltare mentre
canta un successo di Baglioni o di Renato Zero ma anche mentre si esibisce in virtuosismi pianistici. E la caratteristica di Mimmo è quella di interpretare ogni canzone riuscendo quindi a suscitare emozioni negli ascoltatori. E per questa estate 2019 lo si può ascoltare anche di giorno tra un bagno in piscina o mentre ci si abbronza al sole direttamente al Ponzano beach a pochi chilometri da Roma, tutti i sabati e le domeniche dalle 12 alle 17. Tre cuoche stellate per il
tennis femminile PALERMO – Il ritorno del grande tennis femminile a Palermo con il 30 Ladies Open in programma dal 20 al 28 luglio, sarà celebrato con tre cene firmate da altrettante chef donna stellate, accompagnate dai vini delle cinque tenute siciliane di Cusumano che si svolgeranno in una lounge realizzata a bordo piscina del Country Time Club. Tre ‘Stelle’ accomunate dall’amore per la grande cucina del sud Italia e da una stella Michelin. Il 23 luglio sarà la volta di Martina Caruso del Signum di Salina, quindi il 24 toccherà a Caterina Ceraudo del Dattilo di Strongoli in Calabria, mentre chiuderà la mini – rassegna Patrizia Di Benedetto del Bye Bye Blues di Palermo giovedì 25 luglio. Sarà il cuoco e oste palermitano Filippo La Mantia ad aprire e presentare il calendario degli appuntamenti con una festa prologo lunedì 22 luglio. I piatti, gli abbinamenti con i vini Cusumano, le ricette sono raccolti in un libro “Il sapore della rinascita” del fotografo Pucci Scafidi. Cusumano. Fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico dove ha sede, produce vini eleganti e identitari in cinque tenute: Ficuzza a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, San Giacomo a Butera (Caltanissetta), Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, San Carlo a Partinico (Palermo). Nel 2013 la famiglia Cusumano ha creato Alta Mora racchiudendo sotto un unico nuovo marchio le contrade di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata sull’Etna. Da IL SAPORE DELLA RINASCITA, il libro che accompagna la rassegna CATERINA CERAUDO
“Il mio obiettivo è di rendere felici i clienti”. Lo ripete spesso Caterina, ultima dei tre figli di Roberto, che, a Strongoli, nella provincia più povera della Calabria, lanciò una scommessa che sembrava una pazzia. Quando il “bio” non era come adesso materia quotidiana delle nostre ricerche a caccia del prodotto lontano dai rischi dei pesticidi, Roberto volle provare che il buon cibo, il buon vino, il buon olio sono necessità assoluta per vivere sani. Di Caterina colpisce il sorriso, ma soprattutto tenacia e pragmatismo. Quando le chiedono quale sia l’ingrediente base del suo lavoro, risponde in maniera disarmante: “Rimanere con i piedi per terra”. C’è tutta la cultura meridionale nelle sue parole, c’è la consapevolezza che non si è mai arrivati alla meta, ma che bisogna sempre provare a migliorarsi. Detto da una che poco più che ventenne ha conquistato la Stella Michelin, sembra quasi un paradosso. Detto da una che nel 2017 è stata incoronata “Migliore chef donna dell’anno” per la Guida Michelin, forse lo è ancor di più, ma Caterina ha studiato e lavorato per fare dell’oggi solo una tappa di passaggio verso nuovi traguardi, consapevole che nella vita non ti regala niente nessuno. A lei e alla sua famiglia piacciono le sfide e piace realizzarle lì dove sono nati e cresciuti. La sfida più grande è di trasformare ciò che ti circonda nella scenografia ideale dei tuoi sogni da realizzare. Ci accomuna questa voglia di non arrenderci davanti alle difficoltà, di provare a dimostrare (soprattutto a noi stessi), che nel “profondo sud” volontà, carattere e tenacia possono e devono essere le vere armi vincenti per fare qualcosa. Caterina ha dimostrato che Strongoli può essere una delle capitali della ristorazione internazionale facendone un punto di attrazione, così come noi vogliamo tornare a dimostrare che si può e si deve provare ad organizzare grandi eventi sportivi
a Palermo. La rinascita passa dalla voglia di impegnarsi in prima persona, senza sentirsi mai arrivati. Caterina mi ha raccontato che “costanza, studio e passione” sono alla base del suo lavoro. Un lavoro che ha nel ristorante Dattilo a Strongoli la sua sede naturale. Realizzato in un vecchio frantoio all’interno di un casolare del ‘600, è gestito dall’intera famiglia Ceraudo. Un’oasi di paradiso diventato anche luogo di attrazione “celebrato” dal New York Times che, nel 2017, aveva inserito il Dattilo tra le 52 mete imperdibili. A 32 anni, Caterina è tra le chef più apprezzate per la sua cucina che “rispetta” il territorio e la tradizione della famiglia, ma il percorso di… avvicinamento ai fornelli, ha origini lontane. Prima la laurea in Viticoltura ed Enologia a Pisa, poi l’esperienza formidabile nella “Scuola di alta formazione” di Niko Romito a Castel di Sangro in Abruzzo, quindi nel 2013 il ritorno al Dattilo per mantenere la stella Michelin che aveva conquistato lo chef che l’aveva preceduta, Frank Rizzuti. “La stella Michelin? La vivo come un punto di partenza” dice Caterina e non potrebbe essere diversamente per chi vuole migliorarsi sempre attingendo dalla tradizione e dal rispetto per la terra, consapevole che le difficoltà non mancano e bisogna essere sempre pronti a superarle. Ama J’ssuisjamais alle di YannTiersen, e per Caterina la felicità ha il sapore del “cioccolato”, mentre sostiene che il piatto che più la rappresenta è “Triglia, pane e arancia”. I dolci preferisce mangiarli più che prepararli, anche se quasi tutti i clienti che si recano al Dattilo non si perdono il “Dolce al finocchio”, buonissimo e senza grassi. “Il mio è il lavoro più bello” ripete e noi siamo felici che un lavoro fatto di profumi e gusto troverà ospitalità per una sera nel nostro circolo rendendo partecipi tutti coloro che lo vorranno di un evento che, siamo sicuri, rimarrà nella testa e nel cuore di chi ama cibarsi di emozioni. MARTINA CARUSO
Martina ha virtualmente raccolto il testimone dalla Ceraudo, anche se con un anno di…ritardo: Caterina nel 2017, Martina nel 2019. Ha ricevuto la stella in una stagione della vita per lei importante: il suo Signum ha festeggiato i 30 anni di attività e lei ne compirà 30 a dicembre prossimo. “È il riconoscimento – si legge nella motivazione – alla sua cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali”, ma anche alla “sua gran-de volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata”. C’è tutta Martina nella motivazione del Premio. C’è il suo essere figlia di Salina al 100% e c’è la sua determinazione nel fare un lavoro che aveva capito potesse essere la sua professione ad appena 14 anni. Dieci anni dopo il suo nome era già scritto nella Guida Michelin con accanto una stella: la più giovane donna italiana a ricevere il riconoscimento al quale punta chi guida un ristorante di prestigio. Bisognerebbe andare almeno una volta al Signum, straordinario Resort a Malfa con panorama mozzafiato su Panarea e Stromboli, per capire e conoscere meglio Martina. Bisognerebbe godere di uno dei tramonti più belli al mondo per apprezzare e condividere la magia di un luogo unico. “La mia femminilità in cucina è espressione della mia terra”, sostiene Martina che ha viaggiato molto prima di tornare nella sua Salina, “isola nell’isola”. In 27 chilometri quadrati c’è il mondo di un’appassionata sognatrice che si è imposta una missione, e cioè di “far crescere e valorizzare il patrimonio isolano attraverso la sua cucina”. “Salina è la mia isola e la amo infinitamente – dice Martina – ne valorizzo il territorio e ne custodisco ogni dettaglio. È una terra vulcanica, fonte di energia. Quell’energia che mi scorre nelle vene e mi spinge a fare sempre di più”. Un’energia che l’ha portata a 16 anni lontano dalla sua isola
per frequentare l’Istituto Alberghiero a Cefalù, poi le esperienze professionali a Londra, Roma e Vico Equense, prima di tornare a Salina e raccogliere in cucina l’eredità di papà Michele. Molte delle sue ricette sono l’evoluzione di ciò che cucinava il padre, mentre mamma Clara, psicologa, si è sempre occupata dell’albergo. Ad unirci non c’è solo il “rimanere sempre con i piedi per terra”, ma anche l’amore per lo sport: nuoto, calcio, pallavolo e, adesso, la corsa. Ogni giorno un’ora con le scarpe da ginnastica ai piedi ed il passo sostenuto da Malfa a Capo Faro respirando i profumi di un’isola che porta poi in tavola lavorando solo prodotti locali ed eccellenze siciliane. Ama Rino Gaetano (da ascoltare rigorosamente su vinile e giradischi) ed il suo divertimento è la fotografia, mentre l’inverno è la stagione dei viaggi. A Salina l’attività va in letargo e Martina ne approfitta per soddisfare la voglia di esplorare cucine nel mondo, come quella recente dallo chef Pedro Miguel Schiaffino a Lima, anche se nella sua cucina c’è e rimane sempre il “gusto della macchia mediterranea”. Quel gusto che porterà al Country in una delle magiche serate di luglio dedicate a loro, alle straordinarie chef stellate. Pensate, nel mondo sono 169 i ristoranti guidati da donne: di questi 41 sono in Italia (che è il primo paese al mondo per ristoranti a guida femminile) e noi ne avremo 3 in occasione del ritorno a casa del Torneo. Tre donne splendide e sorprendenti: se per Caterina la felicità ha il sapore del “cioccolato”, per Martina, appassionata sognatrice, la felicità è, come ha detto lei stessa, un… panino con mortadella. PATRIZIA DI BENEDETTO Patrizia è stata la nostra Beatrice nel Paradiso dell’alta cucina. Ci ha guidato in un mondo affascinante che conoscevamo solo da avventori. Grazie a lei si è realizzato il progetto delle chef stellate per gli Open di Tennis.
Patrizia è stata nel 2011 la prima chef donna in Sicilia ad ottenere la stella Michelin, riportando, con il suo Bye Bye Blues di Mondello, il riconoscimento più prestigioso a Palermo dopo 20 anni di assenza. “All’inizio è stata abbastanza dura e ho dovuto faticare parecchio ma, a poco a poco, arrivavano le prime soddisfazioni e di pari passo cresceva il mio amore per questo lavoro” ci ha detto Patrizia, nata da una famiglia palermitana in cui le donne hanno sempre coltivato l’amore per la cucina e la passione per le tradizioni siciliane. È diventata chef quasi inconsapevolmente (“un vero atto di incoscienza” sostiene lei), quando immaginava, ormai, la sua vita dietro una scrivania. Ed invece nel 1991, insieme al marito, Antonio Barraco, sommelier di professione, rileva il Bye Bye Blues ed il ristorante diventa subito un punto di riferimento per i palermitani, ma la voglia di sperimentare e sperimentarsi ha portato presto Patrizia in giro per il mondo. “Attualmente sto collaborando ad un progetto in Giappone per la valorizzazione e promozione dei loro prodotti agroalimentari, acquacoltura e zootecnica, studiando dei menù con profilo mediterraneo”. La parola chiave e, che unisce Patrizia a Martina e Caterina, è “Mediterraneo”, cioè l’essenza del nostro essere, l’insieme di tante culture e dominazioni che hanno fatto delle nostre terre e del nostro mare qualcosa di unico ed apprezzato nel mondo. La buona cucina, la cucina di qualità sono il veicolo per far conoscere il meglio di noi stessi e della nostra tradizione. “Due ingredienti sono sempre presenti nella mia cucina: il mangiare bene ed in modo salutare – sottolinea Patrizia – utilizzo unicamente prodotti del mio territorio e solo e soltanto prodotti stagionali, con garanzia di qualità e freschezza delle materie prime, che sono i protagonisti indiscussi dei miei piatti”. Piatti che nascono dal cuore più che dal cervello, piatti da gustare al Bye Bye Blues, nome di un ristorante che racchiude anche un preciso intento: “Addio
tristezza”, perché chi fa il suo ingresso in via del Garofalo, nel cuore di Mondello-Valdesi, lascia fuori da quelle mura tutte le difficoltà del vivere quotidiano per abbandonarsi ai piaceri della buona tavola. “Mi propongo da sempre di raggiungere e riuscire a soddisfare la gente che viene a trovarmi, regalando ai miei clienti qualche momento piacevole e allegro come dice il nome del ristorante”. Stesso nome che Patrizia e Antonio hanno voluto dare ad un altro loro ristorante inaugurato 6 anni fa in Brasile, nello Stato di Bahia, mentre nel 2017 hanno dato il know-how per l’apertura di un ristorante di cucina italiana a Taiwan. “La mia è una cucina decisamente femminile e per femminile intendo una cucina fatta d’istinto, sentimento e creatività”. Una cucina che fa scuola nel mondo. Patrizia partecipa ogni anno al Word Gourmet Summit di Dubai e, una volta l’anno, ad eventi in Giappone per diffondere la cultura gastronomica siciliana. Basta dare un’occhiata agli ultimi impegni all’estero per capire quale sia l’impatto della cucina di Patrizia all’estero: ha partecipato all’Italian Fair al Marriott di Osaka, al Word Gourmet Summit ad Hong Kong e Pechino ed al Creative Chef Summit in Ucraina. A luglio prossimo, con Martina e Caterina, Patrizia sarà insieme a tutti noi al Country per un torneo che vuole risplendere di luce propria e, soprattutto, vuole continuare a regalare emozioni.
Tempi duri per i manipolatori affettivi: a Fregene Roberta Bruzzone spiega come riconoscerli e allontanarli “Io non ci stò più” questo il titolo del libro con i consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene scritto da Roberta Bruzzone la profiler più famosa d’Italia. La psicologa forense e criminologa investigativa è intervenuta lo scorso sabato all’arena Fellini di Fregene, dove si è tenuta una presentazione del suo ultimo lavoro che è stato discusso insieme alla biologa e genetista forense Marina Baldi, all’avvocato Serena Gasperini e alla giornalista Chiara
Rai. Cliccare sulla foto per guardare il video servizio Ilvideo servizio trasmessoa Officina Stampa del 4/7/2019 All’evento era presente anche l’Avvocato specializzato in diritto penale e criminologia Anna Maria Anselmi assessora al Comune di Fiumicino con deleghe ai Servizi sociali, Pari Opportunità, Farmacie, cimiteri, Formazione e Lavoro. E di fronte al numeroso pubblico si sono dunque analizzati quelli che sono i segnali classici per riconoscere i manipolatori affettivi, le trappole che usano per farci fare ciò che vogliono quindi le strategie da mettere in campo per neutralizzarli e le tecniche per allontanarli definitivamente dalla nostra vita. “Io non ci stò più” è un libro dunque rivolto a tutti, anche a
chi pensa di non averne bisogno. E tutti, prima o poi, abbiamo a che fare con un manipolatore affettivo: qualcuno che dice di tenere a noi, ma finisce per farci fare sempre quello che vuole. La manifestazione è stata introdotta da un momento musicale, molto apprezzato dal pubblico, con l’esibizione della pianista Kasia Chojnacka e del sassofonista Carmelo Iorio. “Ci vediamo a via Veneto”, sabato 6 luglio una “ecopuntata” con il Direttore
dell’Anbi Massimo Gargano Direttore Generale dell’ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue – ospite della prossima puntata di di sabato 6 luglio di “Ci vediamo a via Veneto”, la trasmissione condotta da Chiara Rai dalla prestigiosa location dell’Harry’s Bar by Lepore di via Veneto. Un appuntamento, quello fissato con il Direttore Generale dell’Anbi per cercare di capire meglio quelli che sono i mutamenti climatici e come razionalizzare le risorse naturali come ad esempio l’acqua. La trasmissione potrà essere seguita anche su questa pagina a partire dalle ore 18 di sabato 6 Luglio “L’obiettivo comune – ha detto Massimo Gargano – deve essere educare ad un uso consapevole della risorsa idrica, senza penalizzare l’agricoltura mediterranea, ma valorizzando i servizi ecosistemici dell’irrigazione”. Una puntata, quella di sabato prossimo, per capire meglio quali iniziative vengono messe in campo dall’Anbi per offrire un contributo alla qualità all’agricoltura irrigua, alla
sostenibilità ambientale, e alla vita dei cittadini. A Ischia un parterre d’eccezione per la 17ima edizione del Film Festival Prosegue con successo la 17esima edizione dell’Ischia Film Festival 2019, fino al 6 luglio, nell’isola del capoluogo campano, la kermesse della Settima Arte negli anni è diventata un appuntamento da non perdere di tutto il Bel Paese ed attirato nel tempo tantissimi “viaggiatori”.
La prima serata della manifestazione dell’isola verde ha aperto il 29 giugno dove hanno partecipato grandi ospiti, tra questi Walter Veltroni che ha presentato nella parte bassa del Castello Aragonese di Piazza d’Armi gremita di persone, la sua prima opera di fiction una commedia all’italiana dal titolo: “C’è Tempo”. L’ex segretario del PD ha dichiarato durante la presentazione: “Mi sono occupato di cinema, ho studiato da ragazzo per indizi di felicità. Un ragazzino incredibilmente intelligente, che potrebbe essere collocato in qualunque momento della Storia”. prosegue Veltroni “Non può essere smielata perché s’ispira a quella tradizione, che era cinica e sarcastica. Anche perché è quanto il sapore della vita”. Al Castello Aragonese di cui i lavori iniziarono nel rinascimento, nel 1441 da Alfonso V d’Aragona, ha ospitato sempre nella stessa serata di fine giugno il film di Giuseppe Stasi e Giancarlo con “Bentornato Presidente” seguito del dal Fortunato “Bentornato Presidente”, e sempre come protagonista Claudio Bisio. A raccontare il film oltre ai registi due dei protagonisti Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi. Altro momento interessante della kermesse Ischitana è stato con Vinicio Marchioni, protagonista di “Cronofobia” , diretto da Francesco Rizzi, in concorso, e “Drive Me Home” di Simone Catania, nella sezione Best Of. “ Ho avuto la fortuna di lavorare in due opere dal respiro europeo” ha dichiarato l’attore romano. “Opere un po’ folli, ma forse per fare film c’è bisogno anche di un po’ di incoscienza”. La manifestazione dell’Isola Verde, chiamata così per il colore della pietra grigio-verde del tufo del Monte Epomeo, fin dagli anni settanta ha ospitato artisti come Salvator Dalì, Pablo Picasso e Giorgio De Chirico e si consolida ancor
di più con Ischia Film Festival luogo di apertura verso il mondo. La kermesse è stata realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le attività Culturali – Direzione Generale Cinema, della Regione Campania e con il sostegno di Campari, BPER Banca, arttisti 7607, Regione Marche e Mini. Tivoli, “Tutti in volo” da Monte Ripoli con i ragazzi disabili: un’emozione mozzafiato Una domenica speciale per 24 persone definite diversamente
abili ma al contrario vitali e felici grazie ad ALTIVOLI che con capacita e in totale sicurezza li ha portati “Tutti in volo” Il 30 giugno 2019 si è svolta la quarta edizione di “Tutti in volo” organizzato dall’ASD Altivoli presieduto da Michele Morabito unitamente all’intero Direttivo, in collaborazione con l’Associazione CMG Onlus e con il patrocinio dell’Aero Club Italia, comune di Tivoli, Centro Maria Gargani Onlus. Una manifestazione evento gratuito rivolto ai ragazzi disabili ai quali è stata data la possibilità di provare l’emozione di volare con il parapendio biposto da Monte Ripoli.
Nel pomeriggio di un domenica ventilata si è perfezionata una delle più belle ed interessanti celebrazioni che si possano ideare: abbattere ogni barriera anche culturale. Sul Monte Ripoli grazie a questi piloti appassionati ed esperti che hanno tutto tranne che la bizzarria ed in totale sicurezza hanno accompagnato 24 persone diversamente abili proprio come novelli Icaro. 24 persone che hanno dimostrato di essere più sani dei “normali” e che si sono lasciati trasportare dal vento con il mezzo di volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute guidato magistralmente attraverso con i fasci funicolari. I passeggeri erano pieni di vita, speranza e passione, felici ed ebbri di emozioni e dell’opportunità che gli esperti piloti della Altivoli hanno riservato. Un volo rassicurato prima di ogni decollo e dopo il morbido atterraggio mentre era facile per le centinaia di persone presenti tra accompagnatori parenti amici e curiosi riuscire a
trattenere le emozioni pensando che a mille metri di altezza la disabilità non esisteva. C’erano solo sorrisi ed abbracci. La cosa più bella che si può donare la conferma che la disabilità esiste solo nella mente di chi per forza si dichiara normale. Si percepiva la sintonia, tra lo stupore dei presenti, la gioia dei partecipanti e la passione degli istruttori. “Le ali oggi le avete voi” ha esordito così una delle guide. Una giornata che ha regalato ai passeggeri le ali, con le quali hanno potuto osservare la terra da un’altra prospettiva e che ha permesso di varcare quel confine immaginario del “non posso” per avere la certezza che di bello nella vita c’è ancora molto. I loro occhi i sorrisi e la felicità era palese anche quando con mani forti e delicate li adagiavano sulla sedia a rotelle con cui erano arrivati sul campo di volo e che per venti minuti avevano lasciato incustodita. Nessuno ha avuto timore di un’esperienza unica, anzi già pronti per la prossima edizione, grazie agli istruttori capaci di trasmette sicurezza. Per qualcuno si è trattato di una gioiosa esperienza da custodire gelosamente e da raccontare a tutti. Circa seicento le persone presenti all’evento tra cui due esponenti di Fratelli d’Italia: la consigliere regionale Chiara Colosimo e Giovanna Ammaturo, consigliere comunale di Guidonia Montecelio che con il Presidente Sirio Veroli della ASD Alessandro Guidoni, che da anni è vicino ad Altivoli, hanno tentato da tempo di coptare alcuni ragazzi di Guidonia Montecelio frenate loro malgrado da una burocrazia sempre negativa.
Fregene, grande attesa per l’evento con Roberta Bruzzone Grande attesa per la presentazione del libro “Io non ci sto più” scritto dalla Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone che sarà a Fregene domani 29 giugno 2019 ore 21:00 presso l’Auditorium scuola media statale Albertini . Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima. Insieme a Roberta Bruzzone interverranno: L’Avvocato penalista Serena Gasperini, la Dottoressa Marina Baldi, biologa e genetista forense. Modera l’incontro la giornalista Chiara Rai
Un’icona del grande cinema italiano a “Ci vediamo a via Veneto”: Antonella Lualdi Sabato 29 giugno 2019 alle 18 in diretta dall’Harry’s Bar by Lepore Antonella Lualdi una delle ultime dive italiane ospite a “Ci vediamo a via Veneto” la trasmissione giornalistica condotta in diretta web da Chiara Rai tutti i sabati alle 18 da quella che rappresenta la location rappresentativa della Dolce Vita: l’Harry’s Bar by Lepore di via Vittorio Veneto. E insieme alla famosa attrice ci sarà la figlia d’arte del Cinema italiano Carlotta Bolognini.
La trasmissione potrà essere seguita anche su questa pagina a partire dalle ore 18 di sabato 29 Giugno Antonella Lualdi, una star al pari della Bosè e della Lollobrigida Negli anni cinquanta inanella vari successi come Miracolo a Viggiù (1951), Ha fatto 13 (1951), La cieca di Sorrento (1952), È arrivato l’accordatore (1952), Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada. Nel frattempo conosce il futuro marito, l’attore Franco Interlenghi, reduce dal successo de I vitelloni (1953), di Federico Fellini, da cui ha due figlie: Antonellina, anch’ella attrice, e Stella che ha partecipato al film Top Crack (1967). I due recitano insieme in Il più comico spettacolo del mondo (1953), Gli innamorati (1955), Padri e figli (1957) di Mario Monicelli e Giovani mariti (1958) di Mauro Bolognini. Senza il marito lavora in A Parigi in vacanza (1957), Il colore della pelle (1959), I delfini (1960), Appuntamento a Ischia (1960), Il disordine (1962), Gli imbroglioni (1963), Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola (1964) accanto a Vittorio Gassman, La colonna di Traiano (1969) e Un caso di coscienza (1969). Il suo successo dagli anni settanta cala e ottiene solo piccole parti in film dal valore diseguale. Negli anni settanta frequenta la redazione del giornale Sorrisi in via Virgilio 8 a Roma, nello stesso palazzo è la sede della CAM, per la quale incide il 45 giri Il sogno, con arrangiamenti e direzione d’orchestra di Stelvio Cipriani. È apparsa senza veli sull’edizione italiana di Playboy nel febbraio 1976. Dal 1992 ha avuto un ritorno di popolarità apparendo nella
serie televisiva francese Il commissario Cordier nel ruolo di Lucia Cordier, moglie italiana del protagonista. Nel 2018 pubblica la sua Autobiografia Antonella Amata da Franco Nello stesso anno partecipa alla canzone Voyages Extraordinaires “ Di Alessandro Orlando GraIano Per la prima volta in una collaborazione con sua figlia, l’attrice Antonella Interlenghi e sua nipote, la cantautrice Beatrice Sanjust. Carlotta Bolognini figlia di Manolo produttore Italiano e nipote di Mauro Regista Cresciuta sui set cinematografici del papà produttore, Manolo, e dello zio regista Mauro, ha lavorato in produzione in diversi film con la regia di Dino Risi, Pasquale Squitieri, Jean Yanne, Coluche, Alberto Sironi, Carlo Cotti, Lina Wertmuller. Collabora con il Centro Culturale Mauro Bolognini, con il Laboratorio d’arte e cinema di Alfredo Lo Piero a Catania, con il premio Gianni Di Venanzo di Teramo. Ha scritto il libro intervista Manolo Bolognini, la mia vita nel cinema, ricordi e aneddoti di backstage di oltre 50 anni di cinema del padre. Ha ideato, prodotto e sceneggiato il docufilm Figli del set, un omaggio al cinema visto attraverso gli occhi del figli di ogni reparto del cinema, con Ricky Tognazzi, Danny Quinn, Saverio Vallone, Fabio e Fabrizio Frizzi, Renzo Rossellini, Alessandro Rossellini, Simona Izzo, Claudio Risi, George Hilton e tantissimi altri, voce narrante di Giancarlo Giannini. Il docufilm ha partecipato come evento speciale al Giffoni Film Festival a Taormina e ai David di Donatello. È stata art director e aiuto regista per lo spettacolo teatrale Emma B., tratto da Madame Bovary. Carlotta Bolognini ha ricevuto i premi: “donna che fa la differenza 2014” in Campidoglio, “Dea
Alata” a Venezia, “Gianni di Venanzo”, “Raf Vallone”, “Circeo Film e cultura”, il premo “Speciale Cinema Anzio”, l’ITFF International Tour Film Festival”, il premio “Musa d’Argento”, quelli di Mauro Bolognini” e di “Manolo Bolognini”. Il 16 febbraio 2018 è stata invitata a Montecitorio, alla Camera dei deputati, per organizzare un evento in ricordo di Manolo Bolognini. l’8 marzo 2018 ha ritirato il premio “Donne nell’arte 2018”. “Ci vediamo a via Veneto”, la VII puntata con Gianfranco Butinar: all’Harry’s Bar
arriva “l’erede del Califfo” Gianfranco Butinar il “figlio d’arte” di Franco Califano, sarà ospite sabato 22 giugno, insieme a Michele Baldi, della VII puntata di “Ci Vediamo a via Veneto” il programma condotto da Chiara Rai tutti i sabati in diretta dall’Harry’s Bar di Roma by Lepore, lo storico locale della Dolce Vita di via Veneto. L’intervista potrà essere seguita anche su questa pagina a partire dalle ore 18 di sabato 22 Giugno Un’intervista alla scoperta del personaggio e della sua amicizia con il Califfo Butinar figlioccio del Poeta maledetto con cui ha vissuto 22 anni tra palco ed intima amicizia, sta portando in tour in giro per l’Italia lo spettacolo “80 NOSTALGIA DI CALIFANO”, con l’intento di sfociare in seguito anche all’estero nelle “colonie” gremite di italiani, con l’ambizione di dare seguito a un progetto per far conoscere e apprezzare le molteplici sfaccettature del Califfo, uno dei più intriganti cantautori della storia della musica leggera italiana. Due ore abbondanti di spettacolo tra pietre miliari della canzone, chicche sconosciute ai più, monologhi deliranti e commoventi allo stesso tempo, imperdibili aneddoti, ed inediti che sono rimasti nel cassetto di Gianfranco dopo la scomparsa del Maestro.
Turismo Italiano: tutte le novità Si è concluso l’esame degli emendamenti del Ddl Delega al Turismo in Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo. Interessanti gli arricchimenti emersi da tutti i commissari, ora il provvedimento, dopo i pareri delle altre commissioni di competenza, approderà in Aula.
“Oggi – dichiara l’On. Lino Pettazzi – abbiamo discusso e concluso il voto degli emendamenti, approvati assieme ad altre buone proposte che hanno proprio l’obiettivo di produrre un ottimo e innovativo documento. Rimangono i punti che riguardano la revisione e l’aggiornamento della normativa relativa alle classificazioni alberghiere e l’aggiornamento delle extra-alberghiere, il riordino e l’aggiornamento delle professioni turistiche, la semplificazione delle procedure, il monitoraggio della raccolta dati e l’istituzione del codice identificativo nazionale. Grande soddisfazione del lavoro svolto fino ad ora poiché il turismo italiano è un settore perennemente in crescita tanto che ormai viene definito “industria del turismo” ed ha un’incidenza significativa nel Pil del Paese. Gli emendamenti puntano ad allargare l’ambito di applicazione della delega ai settori emergenti: molto importante sarà organizzare il modello di turismo accessibile attento ai bisogni di tutti con una elevata qualità dell’offerta; un turismo quindi inclusivo, pronto a rispondere ai bisogni di diverse fasce di popolazione, famiglie numerose, anziani e giovani, che hanno esigenze diversificate: bambini, anziani, mamme con passeggini, persone con disabilità che si muovono su sedia a ruote o che hanno difficoltà di deambulazione, persone con limitazioni agli arti superiori e/o inferiori, persone che non vedono e/o non sentono, che hanno allergie o intolleranze ad ambienti o ad alimenti.” Ecco i punti: Turismo sostenibile che punta a mantenere l’integrità culturale, dei processi ecologici essenziali, della diversità biologica e dei sistemi di vita dell’area, pilastro importante soprattutto per un territorio attrattivo in cui il turismo in grandi quantità può portare impatti di carico pesanti sul territorio e pertanto va distribuito e orientato sulle
bellezze di tutto il Paese. Turismo termale che va rilanciato agganciandolo al turismo sanitario e della salute con trattamenti sanitari specifici e assistenza da parte di personale medico professionalmente qualificato di cui il nostro paese può vantare eccellenze. L’ultimo provvedimento organico sul settore termale è avvenuto più di 18 anni fa. Ma anche il turismo rurale inteso come sviluppo di un’attrattiva fondata sulla riscoperta delle aree rurali caratterizzate dalla coltivazione, allevamento e produzione di prodotti locali enogastronomici, in particolar modo DOP, IGP, STG, prodotti di montagna, prodotti che rientrano nei sistemi di certificazione regionali riconosciuti dalla UE, prodotti agroalimentari tradizionali. Turismo esperienziale incentrato sulla promozione e la valorizzazione dei mestieri che caratterizzano il territorio riconosciuti per valore artistico, artigianale, della tradizione, attraverso la diretta esperienza del turista. L’ittiturismo da me personalmente inserito: l’Italia è toccata nel suo perimetro dal mare ed ha importanti vie fluviali e laghi, il turismo legato alla pesca può essere quindi valorizzato con l’ambizione di portare importanti vantaggi sia per contribuire alla diversificazione di fonti di reddito dei pescatori tramite attività complementari, che per nuove esperienze turistiche legate al mare, fiumi, laghi e lagune. Il turismo delle radici e del ritorno indirizzato alle tante comunità di italiani residenti all’estero che desiderano riscoprire le loro radici. Per gli oriundi italiani il viaggio in Italia diventerebbe un’esperienza unica, che può portare 80
milioni di visitatori, secondo le stime infatti questo è il numero degli oriundi italiani che vivono all’estero. Roberto Giuliani, una delle massime istituzioni musicali italiane a “Ci vediamo a via Veneto”: sabato 15 giugno ore 18 l’intervista con Chiara Rai Il noto musicologo e Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma Roberto Giuliani sarà ospite della VI puntata di “Ci vediamo a via Veneto”, il programma condotto dalla
giornalista Chiara Rai. L’intervista, che sarà trasmessa in diretta il prossimo sabato 15 giugno a partire dalle 18 potrà essere seguita anche su questa pagina nella finestra sottostante dove resterà disponibile anche per visioni successive Giuliani, può essere considerato, senza nessun margine di smentita, una delle massime istituzioni musicali italiane. Diplomato in Pianoforte principale con Vittorio Venturi, laureato in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo con Agostino Ziino, ha compiuto studi di Clavicembalo con Walter Kolneder e di Analisi e Composizione con Cesare Carlini. Ha iniziato a insegnare nei Conservatori statali nel 1987, e dal 1992 è titolare in ruolo di Storia della musica nel corso di Didattica presso il Conservatorio “S. Cecilia” dove, tra l’altro: dal 2004 al 2010, ha fatto parte per due mandati del Consiglio Accademico; ha contribuito alla creazione e al funzionamento di diverse commissioni di studio e operative; ha ideato e coordina, con Carla Conti, la rassegna di presentazioni di libri cd e dvd Alziamo il volume, che ha ospitato i più importanti nomi della musica italiana; ha presentato la
relazione conclusiva nell’European Platform of Artistic Research in Music – AEC – Association Européenne des Conservatoires. Parallelamente, dal 1990 al 2013, è stato professore a contratto di discipline musicali e musicologiche presso le Università di Lecce, Macerata, Napoli, Parma e Roma, per le materie: Storia della teoria e della didattica compositiva, Storia della musica contemporanea, Discografia e videografia musicale, Didattica musicale multimediale, Musica e nuovi media. Ha svolto attività di direzione musicale e artistica, e prima di dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca musicologica, ha svolto attività concertistica (come clavicembalista e pianista, solista e in formazioni da camera), presentando musiche in prima esecuzione, anche in veste di direttore. Ha collaborato con i maggiori musicisti e musicologi italiani, e con le maggiori istituzioni nazionali e internazionali tra le quali: Unione Europea, Mozarteum di Salisburgo, Centro Europeo di Ravello, ICON – Italian Culture On Net, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Comunale di Firenze, Teatro Valli di Reggio Emilia, Maggio Musicale Fiorentino, Sagra
Musicale Malatestiana di Rimini, Sagra Musicale Umbra, Solisti Aquilani, Festival Contempoartensemble, Fondazione Scelsi di Roma, Fondazione Cini di Venezia, Accademia d’Ungheria, Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, BMG-Ricordi, Assessorati del Comune e della Provincia di Roma e della Regione Lazio, Rotary Club, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Istituto di Ricerca per il Teatro Musicale, Associazione per l’Economia della Cultura, Nuovo IMAIE – Istituto mutualistico Artisti Interpreti Esecutori, ecc.; l’impegno umanitario lo ha portato, tra l’altro, a coordinare l’iniziativa Insieme per Haiti. I suoni della solidarietà, finalizzata alla raccolta fondi per Medici senza frontiere, dopo il terremoto del 2010, fino alla collaborazione con la Fondation Résonnance e l’Associazione Peter Pan in favore dei bambini affetti da malattie gravi. Ha lavorato a lungo per RAI-Radiotre, conducendo tra l’altro Pomeriggio musicale e Novanta anni di musica italiana, collaborando con RAI-Educational, RAI-Teche ecc., e dirigendo gruppi di ricerca. Nell’ambito del suo costante impegno per la diffusione della musica, è stato più volte consultato, in qualità di esperto e di rappresentante sia di Conservatori sia di Università, dalle
Commissioni Cultura della Camera e del Senato, sui progetti legislativi relativi agli studi musicali, alle attività concertistiche, ai beni culturali. È stato commissario straordinario governativo e componente di commissioni nazionali di concorso, anche come presidente, e di commissioni di studio ministeriali, nazionali e internazionali, tra le quali quella nominata dal Ministro dell’Università nel 2000 e formata assieme a lui, dal Direttore del Conservatorio di Parigi, dal Direttore del Conservatorio di Milano e dall’Ordinario decano dell’Università di Roma II. Dal 2014 fa parte dell’Albo degli Esperti di Valutazione dell’ANVUR-Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, per il settore Musica dell’AFAM, a seguito di selezione nazionale. Attualmente è componente del Comitato scientifico internazionale del progetto Musica nel 900 Italiano e consulente scientifico dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Discoteca di Stato); è stato componente della Consulta per lo Spettacolo – Sezione Musica del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (che sovrintende alle ripartizioni del FUS-Fondo Unico dello Spettacolo), consulente musicale del Premio Strega, componente del Consiglio direttivo della Società Italiana di Musicologia, della National Branch
dell’IASA-International Association of Sound Archives ecc. Le sue aree di studio sono i rapporti tra musica e mass media, con particolare riferimento al disco, alla radio, alla televisione; la musica del Novecento; la prassi esecutiva; la conservazione e legislazione dei beni culturali, e del diritto d’autore; la diffusione della musica nei diversi gradi scolari e settori sociali. In relazione a questi argomenti, in ambiti anche multidisciplinari, nazionali e internazionali: ha diretto progetti di ricerca; ha partecipato a congressi; ha pubblicato monografie e miscellanee, oltre a saggi sulle maggiori riviste nazionali e internazionali (Early Music, Mozart-Jahrbuch, Nuova Rivista Musicale Italiana, Rivista Italiana di Musicologia ecc.) e articoli su quotidiani nazionali e periodici di divulgazione (Amadeus, Il Giornale della Musica, Musica dossier, Piano Time, Suonosud ecc.); ha tenuto conferenze e corsi presso istituzioni internazionali, teatri, fondazioni, accademie, associazioni concertistiche, università italiane e straniere, musei ecc. Ha pubblicato tra l’altro per BMG-Ricordi un volume monografico su Salvatore Sciarrino, e per l’editore Guerini di Milano il libro La musica nel cinema e nella televisione,
presentato nella Sala accademica del Conservatorio da Ennio Morricone, Franco Piersanti e Roman Vlad; un suo testo è stato inserito nel volume di Economia della Cultura intitolato Testimoni della cultura, accanto a quelli di Piero Angela, Paolo Baratta, Antonio Cognata, Carlo Fuortes, Roberto Grossi, Marino Sinibaldi, Monique Veaute ecc.
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