8 settembre 2019 - 6 gennaio 2020 | William Wegman "Being Human" al Museo d'arte della Svizzera italiana, sede LAC - Il Discorso

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8 settembre 2019 - 6 gennaio 2020 | William Wegman "Being Human" al Museo d'arte della Svizzera italiana, sede LAC - Il Discorso
8 settembre 2019 – 6 gennaio
2020 | William Wegman “Being
Human” al Museo d’arte della
Svizzera italiana, sede LAC
Dall’8 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 il Museo d’arte della
Svizzera italiana presenta l’esposizione William Wegman. Being
Human: una selezione di circa cento immagini del celebre
fotografo statunitense William Wegman che hanno come soggetto
privilegiato i cani di razza Weimaraner.

William Wegman, eclettico maestro dell’arte contemporanea
americana, è un rinomato e versatile artista, capace di
destreggiarsi abilmente tra pittura, disegno, fotografia,
film, video, libri e performances. Wegman è divenuto celebre
nel panorama artistico mondiale per le serie di immagini con
protagonisti i suoi cani. A partire dagli anni Settanta,
dall’incontro con il suo primo Weimaraner – chiamato Man Ray
–, il fotografo ha fatto degli esemplari di questa razza il
soggetto principale dei suoi scatti, rappresentando –
attraverso queste muse sui generis –personaggi, tendenze di
moda e movimenti della storia dell’arte con acume e ironia.

Man Ray, Fay Ray, Penny, Bobbin, Chip, Chundo, Crooky – tutti
nomi dei suoi Weimaraner – e diverse generazioni di cuccioli
sono gli assoluti protagonisti di Polaroid di grande formato:
istantanee in un unico esemplare, non ritoccate, che esaltano
tanto la spontaneità dei soggetti, quanto l’abilità del
fotografo e permettono di apprezzare l’eccezionale sintonia
fra l’artista e i suoi cani. Ogni scatto si può considerare il
risultato di una collaborazione, prima ancora che la creazione
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di un unico artefice.

Being Human ripercorre l’evoluzione di questa singolare
relazione artistica lunga trent’anni, mettendo in scena una
sorta di specchio della natura umana. “Si tratta davvero di
cani? Being Human – spiega il curatore dell’esposizione
William A. Ewing – suggerisce il contrario: questi soggetti
siamo noi; noi siamo loro: la casalinga, l’astronauta,
l’avvocato, il prete, il contadino, persino un…dog-sitter!
Alcuni posano con orgoglio e sicurezza, altri manifestano
incertezza o vulnerabilità: si tratta di esseri umani!

Il percorso espositivo si compone di novanta Polaroid
selezionate da William A. Ewing, curatore della mostra, in
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stretta collaborazione con l’artista e si suddivide in
capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere di tipologia
soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe. La
sezione People like us presenta ritratti di tipologie umane
interpretate da cani quali il dandy, il prete, l’astronauta,
la signora con la permanente. Le personalità sono così ben
individuate che ci sembra di poter immaginare il passato e la
psicologia di ognuno dei soggetti. Tales (letteralmente
‘racconti’ ma, per omofonia, anche ‘code’) raggruppa sia
ritratti storici, calati in scenografie elaborate su fondali
dipinti, sia ritratti contemporanei che spaziano dai rimandi
letterari a quelli cinematografici. Dalla metamorfosi del cane
in uomo, si arriva ai travestimenti paradossali e grotteschi
di Zoo e Masquerades: i Weimaraner, nascosti dietro una
maschera o un costume scenico, perdono parte della loro
fisionomia o si adattano alle sembianze di altri animali, fino
ad assumerne totalmente i tratti, siano essi Chow chow, gatti
o lupi. La sezione Nudes raccoglie le fotografie in cui il
corpo atletico e agile del cane diventa struttura materica per
composizioni astratte, mentre in Hallucinations si passa alla
dissolvenza completa del corpo e della sua forma: i soggetti
vengono trasfigurati in presenze fantasmatiche.
Le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della
moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con
eleganza e aplomb canine. Si arriva al citazionismo artistico
con la sezione intitolata Cubists dove i Weimaramer sono
immortalati in equilibrio su cubi e parallelepipedi. In una
delle opere della serie si vede uno di questi poggiare le
zampe anteriori su un grande cubo nero, tenuto in equilibrio
sullo spigolo da un cubo bianco più piccolo: un Malevic con
l’intruso. In Color fields le intrusioni a quattro zampe hanno
la funzione di turbare l’ordine cromatico e, al contempo, di
separare le differenti campiture di colori. Infine, il gioco
di equilibri e geometrisimi viene ripreso nell’ultima
sezione Sit/Stay, in cui si vedono cani, sdraiati o in piedi,
tenere in equilibrio gli oggetti più disparati: la tensione
fra l’immobilità del soggetto e le elaborate composizioni,
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poggiate sul muso o sul dorso del modello, rimandano alle
regole di proporzione tanto amate nella storia dell’arte.

Completa il percorso espositivo una selezione di film girati
da Wegman a partire dagli anni Settanta. Anch’essi
interpretati da Weimaraner, sfruttano l’involontario talento
comico dei cani per mimare ironicamente le performance filmate
degli artisti concettuali o mettere in scena i luoghi comuni
sull’arte e gli artisti.

L’esposizione Being Human è un progetto della Foundation for
the Exhibition of Photography, Minneapolis/ New York/ Paris/
Lausanne in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera
italiana, curata da William A. Ewing, curatore indipendente e
già direttore del Musée de l’Elysée di Losanna. L’appuntamento
luganese è la prima tappa di un tour nei musei europei
promosso dalla Fondazione.

William Wegman Newsworthy 2004 Polaroid a colori Proprietà
dell’artista © William Wegman
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Doppio appuntamento domenica 8 settembre con William Wegman al
MASI di Lugano:

     Ore 11.00 presso il MASI Museo d’arte della Svizzera
     italiana,     in   occasione    dell’apertura      della
     mostra William Wegman Being Human, si terrà l’Artist
     Talk con William Wegman nella hall del museo.
     Interverranno insieme al fotografo il direttore del MASI
     Tobia Bezzola e Martin Kunz curatore e critico d’arte.
     Il talk si terrà in inglese, con possibilità di
     traduzione simultanea in italiano.
     Ore 14.30 presso il K10 Kunzarchive in Via Lavizzari, 10
     a Lugano verranno proiettati alcuni video storici e
     il documentario William Wegman at Work, realizzato da
     Martin Kunz per The New York Kunsthalle nei primi anni
     Novanta. Questi materiali saranno presentati per la
     prima volta in Europa e costituiranno un piccolo e
     suggestivo accompagnamento alla mostra.
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William Wegman Upside Downward 2006 Polaroid   a   colori
Proprietà dell’artista © William Wegman

Torre    del   Greco   (NA)
MERCOLEDI 11 SETTEMBRE 2019
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Sarà assegnato                         a        ROBERTO
VECCHIONI
Il prestigioso premio leopardiano La Ginestra

Nel duecentesimo anniversario de “L’Infinito” di Giacomo
Leopardi, la XIII edizione del Premio nazionale letterario
leopardiano ha scelto il popolare cantautore, il cui
ultimo album è intitolato proprio “L’Infinito”

“Quando Giacomo Leopardi scrive ‘La Ginestra, contenta dei
deserti’ è come se avesse chiuso il cerchio del dolore
variandolo in latenza, in dimenticanza. La Ginestra è lì per
emanare profumo e basta: così dovrebbero gli uomini. Solo
Napoli poteva aprirgli gli occhi ad uno strano sorriso, solo
Napoli nel morente sussulto lunare poteva ispirargli per la
prima e ultima volta la parola ‘sole’”: con queste
parole Roberto Vecchioni ha voluto commentare la notizia
dell’assegnazione del prestigioso Premio nazionale letterario
leopardiano “La Ginestra” a riconoscimento della sua opera e,
in particolare, del suo ultimo album intitolato “L’Infinito” e
pubblicato proprio a ridosso del duecentesimo anniversario de
“L’Infinito” di Giacomo Leopardi.

È uno dei premi letterari leopardiani più amati e attesi in
Italia e in Europa: sarà la monumentale e simbolica Villa
delle Ginestre di Torre del Greco (NA) ad ospitare – MERCOLEDÌ
11 SETTEMBRE 2019 (DALLE ORE 19.30) – la tredicesima edizione
del Premio “La Ginestra”.

Il Premio La Ginestra celebra da sempre la figura di Giacomo
Leopardi e i luoghi che in Campania sono stati amati dal
grande poeta recanatese.
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“Il Premio ‘La Ginestra’ va quest’anno a una personalità
davvero speciale. Non si tratta di un critico o di un
filosofo, che ha discusso o interpretato aspetti del mondo di
Leopardi. – ha spiegato in una nota ufficiale il Comitato
Scientifico del Premio, presieduto dal Prof. Gaetano Manfredi,
Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”
– La Giuria ha inteso celebrare questa volta un disco e un
grande cantante-compositore, uno dei maggiori protagonisti
della musica italiana di questi anni. Proprio nella ricorrenza
del secondo centenario della composizione dell’Infinito, il
testo forse più famoso di Leopardi, non poteva esserci una
scelta più giusta e necessaria. La scelta del titolo ha un
valore simbolico speciale. Segnala l’irradiazione della lirica
leopardiana e delle situazioni che l’hanno resa memorabile nel
tessuto dell’esperienza quotidiana e contemporanea. Vecchioni
sviluppa con i mezzi del suo linguaggio di artista – parole e
musica – temi cruciali di Leopardi e ne fa letteralmente
canto”.

Nel corso della serata di premiazione – la cui conduzione è
affidata alla giornalista Donatella Trotta, firma delle pagine
culturali del quotidiano “Il Mattino” – interverranno, tra gli
altri, il leopardista di fama internazionale Gilberto
Lonardi (che ha ricevuto il Premio La Ginestra nel 2015 e che
sarà protagonista di un intervento intitolato “Universalità ed
eternità de ‘L’Infinito’ Leopardiano”), il Sindaco di Torre
del Greco Giovanni Palomba, il Presidente del Rotary Club
Torre del Greco e Comuni Vesuviani Raffaele Ciavolino, il
Presidente dell’Ente Ville Vesuviane Gianluca Del Mastro e il
giornalista musicale e docente di Musicologia Michelangelo
Iossa.

Si esibirà – nel corso dell’evento serale vesuviano – il trio
guidato dal sassofonista Pino Ciccarelli (già al fianco di
Loredana Bertè e Renato Zero, tra gli altri) con Vincenzo Di
Girolamo alla chitarra e Massimo Capocotta alla fisarmonica
per una riscoperta delle sonorità del bel progetto strumentale
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“Concerto Musicale Speranza” firmato dallo stesso Ciccarelli.

Saranno previsti interventi da parte di alcuni componenti del

Comitato Scientifico del Premio: Gaetano Manfredi, Matteo
Palumbo, Arturo De Vivo, Paola Villani, Fabiana Cacciapuoti.

Il prestigioso riconoscimento “La Ginestra” viene assegnato
ogni anno – a giudizio del Comitato Scientifico – a
personalità     che   si  sono  distinte    nell’analisi,
nell’approfondimento, nella divulgazione del pensiero e
dell’opera di Leopardi.

L’album “L’Infinito” di Roberto Vecchioni è stato, inoltre, il
più venduto in Italia nella categoria assoluta Album
Combined e in quella Vinili. Il dato attesta il successo della
canzone d’autore e esalta una scelta di resistenza culturale.
La distribuzione, senza streaming e download, risulta del
tutto coerente al progetto discografico di Vecchioni: non
trattare la musica come prodotto di consumo scaricabile con un
click, ma come espressione di idee, veicolo di stati d’animo,
sede di emozioni durature e profonde.

Questo Leopardi di Roberto Vecchioni, appassionato e vitale,
diventa il necessario compagno di strada dei nostri anni
inquieti.

Premio Nazionale La Ginestra – Premio Letterario Leopardiano

_ organizzazione

Rotary Club Torre del Greco e Comuni Vesuviani

Fondazione Ente Ville Vesuviane

Università degli Studi di Napoli “Federico II”
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Con il contributo della Banca di Credito Popolare di Torre del
Greco

Con le sponsorizzazioni tecniche di: Casa Ascione – Museo del
Corallo | Casa Rossa 1888 – albergo e ristorazione | R.D.R.
SRL

Il Comitato Scientifico del Premio:

_ Gaetano Manfredi, Presidente

_ Matteo Palumbo, Coordinatore

_ Arturo de Vivo

_ Paola Villani

_ Emma Giammattei

_ Gianluca Del Mastro

_ Fabiana Cacciapuoti

_ Paola Zito

_ Donatella Trotta

_ Giuseppe Ascione, Segretario del Premio (senza diritto di
voto)

_ Paolo Romanello, Segretario del Premio (senza diritto di
voto)
Martedì 10 settembre ore
19.30 – Teatro Miela Evento
di   fine   corso   Mestieri
spettacolari: sogni e tante
diversità
Martedì 10 settembre alle ore 19.30 al teatro Miela l’evento
Mestieri spettacolari: sogni e molta diversità a conclusione
del percorso formativo “Mestieri spettacolari”, un progetto
cofinanziato dal Fondo sociale europeo e dalla Regione FVG
nell’ambito del Programma Attiva Giovani.

Il corso è stato promosso e organizzato da IRES FVG Impresa
sociale, UTI Giuliana – Julijska MTU, Casa del Cinema Trieste
e Cooperativa Bonawentura con l’obiettivo di far conoscere i
mestieri del mondo dello spettacolo, in particolare del teatro
e del cinema. Durante il corso gli allievi hanno visitato le
istituzioni del sistema culturale cittadino e incontrato
professionisti del settore realizzando interviste, fotografie,
riprese video che verranno presentate al pubblico in questo
evento conclusivo.

Un evento curato da ragazzi diversi ma allo stesso tempo
uguali con differenti passioni. Verranno proiettati i girati
realizzati e montati interamente da loro che illustreranno
attraverso interviste fatte in questi mesi ai professionisti
di settore i vari lavori, le stranezze e le opportunità di
questo mestiere. Partecipano alla serata Celeste, Sonny,
Marianna, Diego, Albert, Brian, Ariel.

Vi aspettiamo numerosi sarà un occasione per chiudere in
bellezza questo percorso formativo.

Ingresso libero.
. La mostra di Nata “Nel buio
del       giorno.       Opere
1989-1990” inaugurerà sabato
7 settembre alle 17.30 al
Centro culturale Aldo Moro di
Cordenons
PORDENONE – È nel contrasto che le “tele nere” di Nata si
relazionano all’esistente, al sacro e alla sua persistenza nel
quotidiano. Questo gruppo di opere dell’artista, realizzate
negli anni Novanta, costituisce la prima delle quattro mostre
d’arte che fanno da corollario alla 28^ edizione del Festival
Internazionale di Musica Sacra promosso da Presenza e Cultura
dedicato al tema “Sacralità del profano”. La mostra di
Nata “Nel buio del giorno. Opere 1989-1990” inaugurerà sabato
7 settembre alle 17.30 al Centro culturale Aldo Moro di
Cordenons, dando avvio a un percorso in più tappe – che
prosegue con Roberto Kusterle a San Vito al Tagliamento,
Giulio Belluz a Caneva e Bruno Beltramini a Sesto al
Reghena – in cui compiere un’indagine che esplora la
relazione, non immediata quando si tratta di arti visive, tra
sacro e profano.

«Le opere di Nata sembrano essere una meditazione sulla
caducitàdell’esistenza, nelle quali le cose paiono accendersi
in un ultimo bagliore prima di scendere nel buio. È
                                                   , in fondo,
la sacralità della fine, di ogni fine, quella che qui viene
tematizzata» spiega Maria Francesca Vassallo presidente del
Centro Iniziative Culturali Pordenone, organizzatore della
mostra assieme all’associazione Media Naonis, per la cura di
Giancarlo Pauletto con il coordinamento di Maria Francesca
Vassallo e di Mario Giannatiempo.

Quelle di Nata sono opere di notevole dimensione che
presentano «il contrasto tra figura e sfondo, sempre netto
perché lo sfondo è nero, ed è impossibile non avvertirlo
come “buio”, come “notte”, insomma come “fine”, “estinzione”,
e ciò che si estingue non può essere che qualcosa che prima
era in vita. Ma è proprio qui il punto: ciò che si estingue
porta con sé la sacralità della morte, vera non solo per le
persone, ma anche per le cose, per tutto ciò che scompare
dall’orizzonte della nostra esperienza. La reliquia è sacra
perché testimonia una precedente vita, e l’uomo nella storia
costruì tombe e mausolei appunto per ricordarla, questa vita,
e per poter sperare, forse, in una morte non definitiva. Così
si potrebbero definire reliquie tutte le figure che appaiono
nelle tele di Nata: reliquie per la loro strana luminescenza,
come di creature che emanino un loro ultimo fioco bagliore
prima di scomparire definitivamente; per la loro forma spesso
incerta, difficile da riconoscere e definire, forse fiori,
forse erbe, forse piante la cui ormai consumata vitalità non è
più in grado di esprimere una definizione precisa, e talora
tocca il limite di una metamorfosi dall’apparenza inquietante
– spiega il curatore Giancarlo
Pauletto – Nel buio del giorno
sta a sottolineare che accanto a
ciò che è solare, vitale,
costruttivo esiste nel giorno,
cioè nella vita ciò che è
oscuro,    tetro,   minaccioso.
Il    “sacro”     della     vita
è fascinans affascinante, ma è
anche   tremendum,    tremendo,
insostenibile».

L’inaugurazione della mostra – visitabile dal 7 al 28
settembre ingresso   libero   lunedì-mercoledì-venerdì-sabato
dalle    16   alle     19,     info   Associazione     Media
Naonis    media.naonis@libero.it – sarà preceduta sabato
dall’intervento musicale della violoinista Eva Miola del
Conservatorio J. Tomadini di Udine, che proporrà brani di
Johann Sebastian Bach.

La mostra si inserisce nel Festival Internazionale di Musica
Sacra curato da Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, promosso
da Presenza e Cultura con la Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia e sostenuto da Fondazione Friuli, BCC Pordenonese,
Diocesi Concordia Pordenone, Fondazione Buon Samaritano,
Comune di Pordenone. Info www.centroculturapordenone.it/pec.

Nata Dopo un periodo di formazione all’Accademia di Venezia
sotto la guida di Emilio Vedova, nel 1985 si trasferisce a
Milano. Qui conosce Giovanni Testori che presenta la sua prima
personale Relicta presso lo Studio d’Arte Cannaviello e
l’Abbazia di Sesto al Reghena. Nel corso delle sue continue
evoluzioni stilistiche, la ricerca di Nata si ècaratterizzata
per la vitalitàespressiva e l’eleganza formale. Fra le mostre
degli ultimi anni vi sono Relicta 85/86 (Galleria d’Arte
Moderna di Udine, 2010); I maestri del Novecento. La
rappresentazione della figura umana in Friuli Venezia
Giulia (Cividale, 2011); Carte mappe tragitti (Comune di
Trieste, 2011); Foyer Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” (Trieste,
2012); Artisti tra opera e comportamento. Omaggio a Goffredo
Parise (Torre di Mosto, 2014); Tra la storia e la gente (Corte
del Castello, San Vito al Tagliamento, Pordenone, 2014); Foyer
Teatro Comunale “Luigi Russolo” (Portogruaro, 2015); Colonia
artistica “Riviera di Parenzo” (Galleria Comunale Zuccato,
Parenzo, Croazia, 2017), Destinazioni, Chiesa di San Cipriano
(Roncade, 2017), Anni Ottanta: cultura visiva in
F.V.G. (Galleria Comunale d’Arte, Monfalcone, 2018), Pittura
di Guerra (Palazzo Frisacco, Tolmezzo/Villa Brandolini, Pieve
di Soligo, 2018).

“BARCOLANA                 –      UN       MARE          DI
RACCONTI”
Nasce da un libro, dal racconto scritto a più mani in
occasione della cinquantesima edizione. “Barcolana – un mare
di racconti”, edito nel 2018 da Giunti, da libro diventa
manifestazione culturale: è stata presentata oggi la prima
edizione del nuovo festival letterario di Trieste, che si
candida a essere una delle pagine più importanti del
calendario di Barcolana presented by Generali, con l’obiettivo
di avvicinare il pubblico ai viaggi e alla cultura del mare.
“Barcolana – un mare di racconti” è un invito al viaggio fatto
di libri, musica, film, parole. Un percorso tra terra e mare
lungo cinque giorni: l’evento – organizzato al Castello di San
Giusto con il contributo della Fondazione CRTrieste e del
Comune di Trieste – si apre mercoledì 2 ottobre al Castello di
San Giusto di Trieste per proseguire poi la sua navigazione
fino a domenica 6 ottobre.

“Per la Barcolana 50 +1 – ha dichiarato il Presidente della
Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz – avevamo
annunciato importanti giri di boa e novità pronte a innovare
l’evento. “Barcolana – Un mare di racconti” è senza dubbio una
di queste, l’evento è uno spin-off di Barcolana, che guarda al
futuro in sinergia con il nuovo sviluppo letterario della
città. Il nostro ringraziamento va alla Fondazione CRTrieste e
al Comune di Trieste, che ci affiancano in questo nuovo
importante viaggio. Il libro edito nel 2018 aveva costruito un
nuovo spirito attorno alla regata, messo assieme voci e punti
di vista sulla vela e il viaggio: un’esperienza importante e
quasi magica, cui volevamo, con Alessandro Mezzena Lona che ne
aveva curato il testo e oggi è direttore del Festival, dare
seguito. Ne è nato un evento che definirei multicolore: viaggi
e mari, racconti, disegni, storie e persone: il Festival
parlerà di cultura del mare a tutti, nel modo in cui Barcolana
si pone, con semplicità e voglia di coinvolgere il pubblico”.

“Nel costruire un Festival con tanti nomi importanti in pochi
mesi – ha spiegato il direttore artistico Alessandro Mezzena
Lona – è stata fondamentale per noi un’alleanza preziosissima:
Trieste. Tutti gli ospiti invitati, che arriveranno
dall’Europa e dall’Italia, hanno accettato subito l’idea di
partecipare al nostro progetto con grande entusiasmo. Perché,
come ha scritto in una mail lo scrittore olandese Jan Brokken,
hanno capito che avrebbero parlato dei loro libri, dei film,
in una città che ha ospitato i più grandi artisti del ‘900”.

UNO SGUARDO AL PROGRAMMA – ANTICIPAZIONI
Tra gli ospiti, una delle scrittrici più amate di quest’annata
letteraria: la

Stefania        Auci@Yuma-
Martellanz

trapanese Stefania Auci, con “I leoni di Sicilia” edito da
Nord. Da mesi è in testa alle classifiche dei libri più
venduti con il romanzo dedicato alla saga della famiglia dei
Florio, che dovrebbe essere soltanto la prima parte di
un’appassionante trilogia.

Dall’Olanda arriverà uno degli scrittori-viaggiatori più amati
dai lettori italiani. Jan Brokken è diventato uno scrittore di
culto grazie a libri come “Anime baltiche”, “Bagliori a San
Pietroburgo”, ”Nella casa del pianista” dedicato al grande
concertista Youri Egorov. Di recente, la casa editrice
Iperborea ha pubblicato il suo “Jungle Rudy”, una biografia
letteraria dedicata al leggendario avventuriero e pioniere che
ha dedicato la sua vita alla scoperta e alla mappatura della
foresta pluviale dell’Orinoco.

A parlare del suo originale e appassionante libro “Il grande
marinaio”, pubblicato da Neri Pozza, dalla Francia arriverà a
Trieste Catherine Poulain. Una scrittrice che per dieci anni
ha lavorato sulle navi da pesca dell’Alaska, fino a quando il
servizio d’immigrazione americano l’ha scoperta ed espulsa
perché era senza permesso di lavoro. Sospeso tra racconto di
viaggio, romanzo di formazione, ricerca mistica del rapporto
tra uomo e Natura, il libro è il ritratto di una donna minuta
e testarda che non ha paura di andare incontro all’avventura.

E sempre a proposito di donne, “Barcolana – Un mare di
racconti” ha voluto invitare una delle grandi voci della
narrativa italiana contemporanea. Romana Petri, due volte
vincitrice del Premio Mondello e finalista allo Strega, sarà a
Trieste per raccontare la saga della famiglia Dos Santos.
Iniziata in quel capolavoro che è “Ovunque io sua”, è
proseguita quest’anno nei “Pranzi di famiglia” pubblicato da
Neri Pozza.

Direttore del Laboratorio di Neurobiologia Vegetale
dell’Università di Firenze, autore con Alessandra Viola di un
autentico best seller come “Verde brillante”, Stefano
Mancuso sarà ospite del Festival per una lectio magistralis
che ruoterà attorno a temi trattati nei suoi due libri più
recenti: “La nazione delle piante” (Laterza) e “Discorso sulle
erbe”, realizzato per Aboca in tandem con il fisico e filosofo
austriaco Fritjof Capra, che ha legato il suo nome a un saggio
di grande fascino come il “Tao della fisica”.

Premiato quest’anno con lo Strega Giovani, già vincitore del
Campiello Opera Prima,

Marco Missiroli

Marco Missiroli non sarà ospite di “Barcolana – Un mare di
racconti” soltanto per raccontare il suo romanzo più recente,
“Fedeltà” pubblicato da Einaudi, ma soprattutto per parlare di
Gianni Rodari, di cui l’anno prossimo ricorreranno i cento
anni dalla nascita e i quaranta dalla morte. All’autore delle
“Favole al telefono”, il Festival dedicherà un ricordo
organizzato in collaborazione con le Edizioni El che
coinvolgeranno anche Olimpia Zagnoli, la disegnatrice milanese
che quest’anno firma il manifesto della regata triestina.

Protagonista di un clamoroso caso editoriale in Slovenia, la
scrittrice di Lubiana Bronja Zakelj dialogherà a

                                 BRONJA ZAKELJ

Trieste sul suo romanzo d’esordio “Il bianco si lava a
novanta”, tradotto da Michele Obit per Bottega Errante
Edizioni. Un viaggio nel passaggio traumatico dalla Jugoslavia
di Tito al lungo periodo di grave instabilità politica ed
economica che ne è seguito.

Considerato uno dei maestri del cinema italiano, ma anche
autore di ottimi romanzi, il regista Pupi Avati sarà a
Pupi Avati

Trieste per raccontare il suo “Signor Diavolo”. Tratto
dall’omonimo libro, scritto dall’autore bolognese per Guanda.
Dopo il successo del “Ragazzo in soffitta” ambientato in parte
a Trieste, il film girato tra la laguna veneziana e le foci
del Po è stato un immediato successo ai botteghini
cinematografici. Riproponendo, così, il talento di Avati per
un tipo di cinema gotico e pieno di inquietudini, che già
aveva prodotto autentici gioiellini come “La casa dalle
finestre che ridono” e “Zeder”.

Dal Premio Campiello arriverà lo scrittore che ha saputo
raccontare con più coraggio, e disturbante fantasia, il dramma
di un’Europa che si sente assediata da masse di
profughi. Giulio Cavalli, nel suo “Carnaio”, pubblicato da
Fandango Libri, immagina una cittadina del Sud dell’Italia
pressata all’improvviso da un’onda anomala di corpi umani.

Per trent’anni compagna del grande regista Mario Monicelli,
amatissima dal pubblico del web con le sue vignette eleganti e
dissacranti degli “Amori sfigati”, la disegnatrice, stilista e
scrittrice Chiara Rapaccini porterà a Trieste la sua “Rossa”.
Una favola

                                 BRONJA ZAKELJ

distopica, pubblicata da La nave di Teseo, in cui immagina un
futuro sull’orlo della catastrofe ambientale e umana.
Il festival ha pensato anche anche ai lettori più giovani.
Così, oltre ad alcuni autori di storie a fumetti, “Barcolana –
Un mare di racconti” avrà tra i suoi ospiti due scrittori
molto noti al pubblico giovane: Andrea Maggi, l’amato
professore televisivo che ha spopolato in tivù con il docu-
reality “Il collegio”, e di cui Feltrinelli pubblica il nuovo
libro “Guerra ai prof”, ed Enrico Galiano, l’insegnante
scrittore di Pordenone che con la serie web “Cose da prof” ha
superato le diecimila visualizzazioni, e poi ha conquistato
migliaia di lettori con i romanzi “Eppure cadiamo felici”,
”Tutta la vita che vuoi” e “Più forte di ogni addio”.

Il flauto di Nikola Aleksic
sabato 7 a Mariano del Friuli
(GO)
In bilico fra Serbia e Italia è il nuovo appuntamento
internazionale nel programma del Festival di musica e
territorio Nei Suoni dei Luoghi. Saranno il virtuoso flautista
serbo Nikola Aleksić e il pianista friulano di chiara
fama Matteo Andri i protagonisti del concerto in
programma sabato 7 settembre nella Chiesa di San
Gottardo di Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia, con
inizio alle 21.00. Il concerto, a ingresso libero, è
organizzato in collaborazione l’Accademia delle Arti
dell’Università di Novi Sad e si inserisce nel calendario
della 21 ͣ edizione di Nei Suoni dei Luoghi, organizzato da
Associazione Progetto Musica, con il contributo della Regione
Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di Credito Cooperativo
del Friuli Venezia Giulia. Per consultare il calendario
completo   di  Nei   Suoni  dei       Luoghi      visitare   il
sito www.neisuonideiluoghi.it .

Bartók e Piazzolla sono i compositori di questo programma più
noti al grande pubblico, di cui verranno eseguiti brani
rappresentativi tra atmosfere rumene e argentine. Accanto a
loro altri nomi, meno noti ma certo meritevoli di essere
conosciuti. Ci sono i francesi Ferroud, con tre brillanti
pezzi per flauto solo, e Borne, importante non solo per la sua
fantastica rilettura di Carmen ma anche per essere stato un
vero     designer     dello     strumento     flauto.      C’è
l’israeliana Shulamit Ran, seconda donna al mondo a vincere il
Pulitzer per la musica, il cui stile compositivo nominato New
Complexity si muove tra atonalità, microtonalità e complessità
ritmiche. Infine c’è Böhm, il Paganini del flauto, anch’egli
compositore e inventore, per un ritorno nelle atmosfere
romantiche di fine Ottocento.

Eretta nel 1756, la Chiesa di San Gottardo sostituì la vecchia
parrocchiale della Santissima Trinità posta fuori dal paese.
Il titolo fu poi trasferito nella chiesa della Centa,
distrutta alla fine del XV sec. in un’incursione turca e
riedificata all’inizio del ‘500. Quella attuale, innalzata di
fronte alla chiesa ‘500esca, conserva una pala del pittore
ottocentesco Giuseppe Tominz, rinomato ritrattista dell’area
goriziano-triestina, che ebbe successo anche a Roma dove entrò
in contatto con i celebri artisti dell’epoca.

Programma

B. Bartók Danze Rumene per flauto e pianoforte

P. O. Ferroud Tre pezzi per flauto solo

F. Borne Carmen Fantasy per flauto e pianoforte

A. Piazzolla Tango Etude n°3 per flauto solo

S. Ran East Wind per flauto solo
T. Böhm Grand Polonaise per flauto e pianoforte Op. 16

PREMIO    LUCHETTA:    EMMA
D’AQUINO CONDUCE I NOSTRI
ANGELI DOMENICA 8 SETTEMBRE
ALLE 10.05 SU RAI 3 A
DIFFUSIONE REGIONALE
TRIESTE – Grazie alla sede regionale RAI per il Friuli Venezia
Giulia torna sul piccolo schermo “I Nostri Angeli”, il format
condotto da Emma D’Aquino che era stato trasmesso nelle scorse
settimane su Rai1. Il programma è dedicato ai vincitori del
Premio Giornalistico Marco Luchetta, e sarà trasmesso su Rai 3
a diffusione regionale domenica 8 settembre alle 10.05. A 25
anni dalle stragi di Mostar e Mogadiscio, Emma D’Aquino
racconta “che mondo fa” in una originale e suggestiva Trieste
che diventa il fil rouge del programma scritto da Laura Piazzi
e Mirko Nazzaro con Matteo Caccia, Produttore esecutivo Monica
Gallella e regia di Cristiano Strambi. Ritroveremo le parole
e le immagini dei reportage del Premio Luchetta, in una
“Trieste promenade” da piazza Unità – quartier generale di
Link festival del buon giornalismo dove sono stati consegnati
i Premi Luchetta 2019 – al vicino Molo Audace, per proiettarci
verso il
Emma D’Aquino

Porto Vecchio e il mitico Magazzino 26, fino alla Risiera di
San Sabba, l’unico campo di concentramento della follia
nazista in Italia, emblema delle dolorosa follia dell’uomo
contro l’uomo. L’occasione per conoscere meglio molti
protagonisti del Premio Luchetta come il presidente di Giuria
Antonio Di Bella, Direttore di Rai News 24, e come Diego
Bianchi, il celebre ‘Zoro’ di Propagandalive – La7. Ci saranno
anche Riccardo Iacona, Premio speciale della Fondazione
Luchetta, Gian Antonio Stella, Premio Crédit Agricole
FriulAdria Testimoni della Storia ed Enrico Mentana, direttore
TG La7, Premio Unicef I nostri Angeli. Con loro Orla Guerin,
che per BBC News ha raccontato il tragico massacro di 42 bimbi
nello Yemen; la corrispondente da Kabul di Le Figaro Margaux
Benn, che ha documentato le storie dei bimbi soldato dell’Isis
nella    provincia     orientale     di   quel    Paese;    il
giornalista Daniele Bellocchio che ha raccontato
sull’Espresso l’odissea dei cittadini del Ciad in fuga da Boko
Haram; il fotoreporter Alessio Romenzi. “I nostri Angeli” 2019
è il modo per festeggiare i primi 25 anni della Fondazione
Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin: la presidente, Daniela
Luchetta, ricorderà nel corso del programma la genesi della
Fondazione, all’indomani dei tragici fatti di Mostar quando,
il 28 gennaio 1994, perdevano la vita i giornalisti Marco
Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, seguiti nel tragico
destino dal collega Miran Hrovatin, assassinato a Mogadiscio
con Ilaria Alpi nel marzo 1994. Info: www.premioluchetta.i
Enrico L.

Fine settimana letterario e
sportivo al Granfiume di
Fiume Veneto
Fine settimana letterario e sportivo al Granfiume di Fiume
Veneto, per il calendario di eventi Fiume Viva. Sabato 7
settembre, alle 17.30, il Circolo d’arte e di cultura “Per le
antiche vie” presenta il bando dell’ottava edizione del Premio
letterario “Per le antiche vie”, nato, come le altre
iniziative del sodalizio, per valorizzare le risorse umane,
storiche, artistiche, culturali e naturali della regione
Friuli Venezia Giulia. Il Premio Letterario a tema libero si
propone nello specifico di favorire l’immaginazione e la
creatività di persone giovani e meno giovani che amano la
scrittura, affinché vengano valorizzati talenti che hanno
trovato ispirazione tra i paesi, le città, i paesaggi e le
popolazioni della regione. Animeranno la presentazione del
bando, a cura di      Samuele Editore, le letture a cura
dell’attrice Bianca Manzari, che, alla presenza degli autori,
leggerà i racconti di Mario Tomadini, Erica Martin e Mauro
Fabian. Nella stessa giornata – sabato 7 settembre, dalle 11
alle 13 e dalle 16 alle 18 – ci sarà l’open day En Garde! a
cura dell’A.S.D. Vittoria Libertas Pordenone: dall’eleganza
del fioretto alla tecnicità della spada, lezioni aperte per
tutti coloro che intendono avvicinarsi al mondo della scherma.
E per i più esperti un avvincente torneo per misurarsi con gli
abili maestri.
E dopo il successo della prima
                              esposizione nell’ Art Area (con
                              Mita Riotto, Andrea Zanette,
                              Gian Piero Cescut), domenica 8
                              settembre, alle 17.30 Alessandro
                              Canzian inaugurerà assieme a
                              diversi    autori    coinvolti
                              l’installazione       artistica
                              “Leggere è vivere”, ispirata a
Shilpa Gupta (Biennale di Venezia 2019): più di 100 pagine
appese e sospese formeranno una foresta di parole ove
muoversi, camminare, scoprirsi. L’Art Area diverrà dunque uno
spazio d’incontro e scoperta della lettura. Pagine raccolte da
libri di narrativa, per l’infanzia, poesia, foto, disegni,
restituiranno al pubblico l’immediatezza di una lettura che
prescinde da titoli e autori. Solo pagine, brevi estratti, che
poi possotranno essere cercate nei libri disposti nella stessa
area in piccole cataste a libera consultazione. All’interno
dell’esposizione – visitabile liberamente per tutto il mese di
settembre – si potranno trovare testi di Silvia Favaretto,
Pierina Gallina, Violante Vibora, Alberto Rizzi, Luisa Delle
Vedove, Eva Borean, Francesca Piovesan, Mita Riotto, Ludovica
Cantarutti, Loretta Fusco, Adriano Loschi, Adriano Nascimbeni,
Elisabetta Zambon, Michela Passatempo, Francesca Feletto,
Dario De Nardin, Vanni Minen, Ida Colin, Ennio Perini, Gianni
Moroldo, Marco Amore, Patrick Williamson, Gruppo Majakovskij,
Francesco Indrigo, Laura De Beni, Mara Donat, Rosa Salvia,
Rachele Bertelli, Sandro Pecchiari, Santo Bordonaro, Silvio
Ornella, Francesco Sassetto, Silvia Secco, Rosanna Cracco,
Giancarlo Morinelli, Cristian Fior, Barbara Vuano, Federico
Rossignoli, Paolo Maggis, Adriano Gasperi, Erminio Alberti,
Matteo Piergigli, Fulvio Segato, Giampietro Fattorello, Emilio
Di Stefano, Fabiana Petozzi, Alberto Trentin, Gabriella
Battistin, Daniele Chiarello, Alvaro Vallar, Luca Francescato,
Sara Albarello, Riccardo Raimondo, Filippo Passeo, Renato
Gorgoni, Stefano Montello, Nicola Simoncini, Ilaria Boffa,
Marina Magro, Angelica Pellarini, Luigi Oldani, Mina Campaner,
Maria Milena Priviero, Lucianna Argentino, Giacomo Vit,
Domenico Cipriano, Vincenzo Bòsari, Giacomo Botteri, Arrigo
Bongiorno, Pieraldo Marasi, Gianni Di Fusco, Mario Momi, Maria
Pina La Marca, Luigi Molinis, Luigi Natale, Francesco Maria Di
Bernardo, Ettore Busetto, Umberto Grizzo, Roberto Cescon,
Loredana Marano, Rossella Luongo, Giorgio Bàrberi Squarotti,
Gian Mario Villalta, Giovanna Rosadini.

Go Music Show al Belforte di
Monfalcone sabato 7 settembre
, ore 17.30
Terminata l’estate è ripartito alla grande il programma
sociale, culturale e ricreativo Il Crocevia del Belforte di
Monfalcone. Dopo l’ArcheoKids – La moda nell’antica Roma,
laboratorio per bambini in collaborazione con il Mab (Museo
Archeologico dei Bambini) di San Pier D’Isonzo, sabato 7
settembre dalle 17.30 sarà la volta del live concert Go Music
Show! a cura della Scuola di Musica Go Music, eccellenza del
panorama musicale goriziano che

la cantante Tish

annovera tra i suoi allievi la cantante Tish, reduce dai
successi del programma televisivo Amici di Maria De Filippi.
Gli allievi e le allieve proporranno brani tratti dai più
grandi successi della storia del musical e della musica
melodica pop e rock.
Domenica 8 settembre, dalle 17.30 arriveranno le Filastrocche
in movimento, un nuovo appuntamento dedicato ai laboratori di
movimento espressivo e potenziamento del linguaggio per
bambini dai 3 ai 10 anni, a cura dell’Associazione
Dilettantistica e Culturale Coppelia. Coronerà il pomeriggio
d’evento l’esibizione dal titolo Settembre in danza,
coreografie di classic, modern e contemporary dance a cura
delle insegnanti Elisa e Manuela Tulliani.
Domenica 14 Settembre, dalle 17.30, si terrà l’evento
Ink(he)art – Le storie prendono vita, a cura dell’Asd The Lab
Formazione Danza. Storie e personaggi tratti dai grandi
classici della letteratura internazionale prenderanno vita in
spettacolari coreografie di danza classica e contemporanea.

Orbetello   Jazz  Festival:
parata di stelle con il
Labyrinth Project di Israel
Varela
Parata di stelle all’Orbetello Jazz
Festival:     DOMANI     sabato    7
settembre arriva Labyrinth Project
di Israel Varela e sul palcoscenico
mozzafiato    della   spettacolare
terrazza della Polveriera Guzman che
si affaccia sulle acque della laguna
(Orbetello     –  GR),    saliranno
musicisti di prim’ordine.

Prosegue così all’insegna della grande musica internazionale,
la terza edizione della rassegna voluta dal Comune di
Orbetello per la direzione artistica di Paolo Rubei
dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma.

Con Labyrinth Project, l’affermato compositore, batterista e
cantante messicano Israel Varela – in passato a fianco di
Charlie Haden e Pat Metheny -, ha riunito in una formazione
cosmopolita, artisti internazionali dalle eterogenee radici
culturali ed etniche.

Ne nasce un mix artistico inedito con musica originale,
composta dallo stesso Israel Varela, di grande e raffinata
ricerca. Un viaggio pieno di colori arricchito da momenti di
pura improvvisazione che fa di ogni concerto, una storia tutta
da scrivere. Per l’Orbetello Jazz Festival infatti, Varela
(batteria, voce & live electronics) sale sul palco insieme al
virtuoso pianista tedesco ECM Florian Weber protagonista di un
crescendo di prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il Premio
Stainway a Montreaux. Con loro anche il mitico brasiliano
Alfredo Paixao, quattro volte vincitore del Grammy, che vanta
collaborazioni con artisti quali Liza Minelli, Pino Daniele e
tantissimi altri, e la sassofonista tedesca Anna-Lena
Schnabel.
Un concerto che si preannuncia unico, trascinante, pieno di
emozioni.

                            Gran finale l’8 settembre con
                            l’Arcadia Trio feat. Robin
                            Eubanks. Arcadia Trio è il nuovo
                            progetto di Leonardo Radicchi
                            (sax tenore, sax soprano).
                            Talentuoso      ed   eclettico
                            musicista, Radicchi è uno dei
                            più attivi e apprezzati a
livello nazionale. Diplomato al Berklee College of Music di
Boston, con questo progetto ha voluto indirizzare la sua
ricerca musicale verso la formula del trio, insieme al
contrabbassista Ferdinando Romano e al batterista Giovanni
Paolo Liguori, due musicisti il cui curriculum vanta già
numerose collaborazioni internazionali. Con loro Robin
Eubanks, uno fra i più importanti trombonisti della sua
generazione. Nato da una famiglia di musicisti ha iniziato
presto la sua formazione per poi trasferirsi a New York dove
ha iniziato una carriera ricca di collaborazioni e costellata
di riconoscimenti. Un appuntamento unico per l’Orbetello Jazz
Festival.

Tra le curiosità, ogni sera aspettando l’inizio del concerto
gli ospiti potranno godersi proiezioni con spezzoni tratte da
cartoons e film anni ’40 dedicati al jazz.

Inoltre, la terza edizione di Orbetello Jazz Festival, come
già accaduto lo scorso anno, ospiterà i fotografi impegnati in
“Not Ordinary Jazz Photography”, un workshop di fotografia
realizzato dall’associazione culturale Imago di Orbetello che
avrà come protagonista Andrea Boccalini, uno dei maestri
italiani della fotografia jazz, che ha elaborato negli anni
uno stile originale e realizzato centinaia di copertine per
artisti di fama internazionale. Per informazioni sul workshop:
ttps://www.imagorbetello.com/jazz-photography/
Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21.30.   Per
informazioni e biglietti: 0564 860447
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