8 settembre 2019 - 6 gennaio 2020 | William Wegman "Being Human" al Museo d'arte della Svizzera italiana, sede LAC - Il Discorso
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8 settembre 2019 – 6 gennaio 2020 | William Wegman “Being Human” al Museo d’arte della Svizzera italiana, sede LAC Dall’8 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta l’esposizione William Wegman. Being Human: una selezione di circa cento immagini del celebre fotografo statunitense William Wegman che hanno come soggetto privilegiato i cani di razza Weimaraner. William Wegman, eclettico maestro dell’arte contemporanea americana, è un rinomato e versatile artista, capace di destreggiarsi abilmente tra pittura, disegno, fotografia, film, video, libri e performances. Wegman è divenuto celebre nel panorama artistico mondiale per le serie di immagini con protagonisti i suoi cani. A partire dagli anni Settanta, dall’incontro con il suo primo Weimaraner – chiamato Man Ray –, il fotografo ha fatto degli esemplari di questa razza il soggetto principale dei suoi scatti, rappresentando – attraverso queste muse sui generis –personaggi, tendenze di moda e movimenti della storia dell’arte con acume e ironia. Man Ray, Fay Ray, Penny, Bobbin, Chip, Chundo, Crooky – tutti nomi dei suoi Weimaraner – e diverse generazioni di cuccioli sono gli assoluti protagonisti di Polaroid di grande formato: istantanee in un unico esemplare, non ritoccate, che esaltano tanto la spontaneità dei soggetti, quanto l’abilità del fotografo e permettono di apprezzare l’eccezionale sintonia fra l’artista e i suoi cani. Ogni scatto si può considerare il risultato di una collaborazione, prima ancora che la creazione
di un unico artefice. Being Human ripercorre l’evoluzione di questa singolare relazione artistica lunga trent’anni, mettendo in scena una sorta di specchio della natura umana. “Si tratta davvero di cani? Being Human – spiega il curatore dell’esposizione William A. Ewing – suggerisce il contrario: questi soggetti siamo noi; noi siamo loro: la casalinga, l’astronauta, l’avvocato, il prete, il contadino, persino un…dog-sitter! Alcuni posano con orgoglio e sicurezza, altri manifestano incertezza o vulnerabilità: si tratta di esseri umani! Il percorso espositivo si compone di novanta Polaroid selezionate da William A. Ewing, curatore della mostra, in
stretta collaborazione con l’artista e si suddivide in capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere di tipologia soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe. La sezione People like us presenta ritratti di tipologie umane interpretate da cani quali il dandy, il prete, l’astronauta, la signora con la permanente. Le personalità sono così ben individuate che ci sembra di poter immaginare il passato e la psicologia di ognuno dei soggetti. Tales (letteralmente ‘racconti’ ma, per omofonia, anche ‘code’) raggruppa sia ritratti storici, calati in scenografie elaborate su fondali dipinti, sia ritratti contemporanei che spaziano dai rimandi letterari a quelli cinematografici. Dalla metamorfosi del cane in uomo, si arriva ai travestimenti paradossali e grotteschi di Zoo e Masquerades: i Weimaraner, nascosti dietro una maschera o un costume scenico, perdono parte della loro fisionomia o si adattano alle sembianze di altri animali, fino ad assumerne totalmente i tratti, siano essi Chow chow, gatti o lupi. La sezione Nudes raccoglie le fotografie in cui il corpo atletico e agile del cane diventa struttura materica per composizioni astratte, mentre in Hallucinations si passa alla dissolvenza completa del corpo e della sua forma: i soggetti vengono trasfigurati in presenze fantasmatiche. Le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con eleganza e aplomb canine. Si arriva al citazionismo artistico con la sezione intitolata Cubists dove i Weimaramer sono immortalati in equilibrio su cubi e parallelepipedi. In una delle opere della serie si vede uno di questi poggiare le zampe anteriori su un grande cubo nero, tenuto in equilibrio sullo spigolo da un cubo bianco più piccolo: un Malevic con l’intruso. In Color fields le intrusioni a quattro zampe hanno la funzione di turbare l’ordine cromatico e, al contempo, di separare le differenti campiture di colori. Infine, il gioco di equilibri e geometrisimi viene ripreso nell’ultima sezione Sit/Stay, in cui si vedono cani, sdraiati o in piedi, tenere in equilibrio gli oggetti più disparati: la tensione fra l’immobilità del soggetto e le elaborate composizioni,
poggiate sul muso o sul dorso del modello, rimandano alle regole di proporzione tanto amate nella storia dell’arte. Completa il percorso espositivo una selezione di film girati da Wegman a partire dagli anni Settanta. Anch’essi interpretati da Weimaraner, sfruttano l’involontario talento comico dei cani per mimare ironicamente le performance filmate degli artisti concettuali o mettere in scena i luoghi comuni sull’arte e gli artisti. L’esposizione Being Human è un progetto della Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/ New York/ Paris/ Lausanne in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana, curata da William A. Ewing, curatore indipendente e già direttore del Musée de l’Elysée di Losanna. L’appuntamento luganese è la prima tappa di un tour nei musei europei promosso dalla Fondazione. William Wegman Newsworthy 2004 Polaroid a colori Proprietà dell’artista © William Wegman
Doppio appuntamento domenica 8 settembre con William Wegman al MASI di Lugano: Ore 11.00 presso il MASI Museo d’arte della Svizzera italiana, in occasione dell’apertura della mostra William Wegman Being Human, si terrà l’Artist Talk con William Wegman nella hall del museo. Interverranno insieme al fotografo il direttore del MASI Tobia Bezzola e Martin Kunz curatore e critico d’arte. Il talk si terrà in inglese, con possibilità di traduzione simultanea in italiano. Ore 14.30 presso il K10 Kunzarchive in Via Lavizzari, 10 a Lugano verranno proiettati alcuni video storici e il documentario William Wegman at Work, realizzato da Martin Kunz per The New York Kunsthalle nei primi anni Novanta. Questi materiali saranno presentati per la prima volta in Europa e costituiranno un piccolo e suggestivo accompagnamento alla mostra.
William Wegman Upside Downward 2006 Polaroid a colori Proprietà dell’artista © William Wegman Torre del Greco (NA) MERCOLEDI 11 SETTEMBRE 2019
Sarà assegnato a ROBERTO VECCHIONI Il prestigioso premio leopardiano La Ginestra Nel duecentesimo anniversario de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, la XIII edizione del Premio nazionale letterario leopardiano ha scelto il popolare cantautore, il cui ultimo album è intitolato proprio “L’Infinito” “Quando Giacomo Leopardi scrive ‘La Ginestra, contenta dei deserti’ è come se avesse chiuso il cerchio del dolore variandolo in latenza, in dimenticanza. La Ginestra è lì per emanare profumo e basta: così dovrebbero gli uomini. Solo Napoli poteva aprirgli gli occhi ad uno strano sorriso, solo Napoli nel morente sussulto lunare poteva ispirargli per la prima e ultima volta la parola ‘sole’”: con queste parole Roberto Vecchioni ha voluto commentare la notizia dell’assegnazione del prestigioso Premio nazionale letterario leopardiano “La Ginestra” a riconoscimento della sua opera e, in particolare, del suo ultimo album intitolato “L’Infinito” e pubblicato proprio a ridosso del duecentesimo anniversario de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. È uno dei premi letterari leopardiani più amati e attesi in Italia e in Europa: sarà la monumentale e simbolica Villa delle Ginestre di Torre del Greco (NA) ad ospitare – MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 2019 (DALLE ORE 19.30) – la tredicesima edizione del Premio “La Ginestra”. Il Premio La Ginestra celebra da sempre la figura di Giacomo Leopardi e i luoghi che in Campania sono stati amati dal grande poeta recanatese.
“Il Premio ‘La Ginestra’ va quest’anno a una personalità davvero speciale. Non si tratta di un critico o di un filosofo, che ha discusso o interpretato aspetti del mondo di Leopardi. – ha spiegato in una nota ufficiale il Comitato Scientifico del Premio, presieduto dal Prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” – La Giuria ha inteso celebrare questa volta un disco e un grande cantante-compositore, uno dei maggiori protagonisti della musica italiana di questi anni. Proprio nella ricorrenza del secondo centenario della composizione dell’Infinito, il testo forse più famoso di Leopardi, non poteva esserci una scelta più giusta e necessaria. La scelta del titolo ha un valore simbolico speciale. Segnala l’irradiazione della lirica leopardiana e delle situazioni che l’hanno resa memorabile nel tessuto dell’esperienza quotidiana e contemporanea. Vecchioni sviluppa con i mezzi del suo linguaggio di artista – parole e musica – temi cruciali di Leopardi e ne fa letteralmente canto”. Nel corso della serata di premiazione – la cui conduzione è affidata alla giornalista Donatella Trotta, firma delle pagine culturali del quotidiano “Il Mattino” – interverranno, tra gli altri, il leopardista di fama internazionale Gilberto Lonardi (che ha ricevuto il Premio La Ginestra nel 2015 e che sarà protagonista di un intervento intitolato “Universalità ed eternità de ‘L’Infinito’ Leopardiano”), il Sindaco di Torre del Greco Giovanni Palomba, il Presidente del Rotary Club Torre del Greco e Comuni Vesuviani Raffaele Ciavolino, il Presidente dell’Ente Ville Vesuviane Gianluca Del Mastro e il giornalista musicale e docente di Musicologia Michelangelo Iossa. Si esibirà – nel corso dell’evento serale vesuviano – il trio guidato dal sassofonista Pino Ciccarelli (già al fianco di Loredana Bertè e Renato Zero, tra gli altri) con Vincenzo Di Girolamo alla chitarra e Massimo Capocotta alla fisarmonica per una riscoperta delle sonorità del bel progetto strumentale
“Concerto Musicale Speranza” firmato dallo stesso Ciccarelli. Saranno previsti interventi da parte di alcuni componenti del Comitato Scientifico del Premio: Gaetano Manfredi, Matteo Palumbo, Arturo De Vivo, Paola Villani, Fabiana Cacciapuoti. Il prestigioso riconoscimento “La Ginestra” viene assegnato ogni anno – a giudizio del Comitato Scientifico – a personalità che si sono distinte nell’analisi, nell’approfondimento, nella divulgazione del pensiero e dell’opera di Leopardi. L’album “L’Infinito” di Roberto Vecchioni è stato, inoltre, il più venduto in Italia nella categoria assoluta Album Combined e in quella Vinili. Il dato attesta il successo della canzone d’autore e esalta una scelta di resistenza culturale. La distribuzione, senza streaming e download, risulta del tutto coerente al progetto discografico di Vecchioni: non trattare la musica come prodotto di consumo scaricabile con un click, ma come espressione di idee, veicolo di stati d’animo, sede di emozioni durature e profonde. Questo Leopardi di Roberto Vecchioni, appassionato e vitale, diventa il necessario compagno di strada dei nostri anni inquieti. Premio Nazionale La Ginestra – Premio Letterario Leopardiano _ organizzazione Rotary Club Torre del Greco e Comuni Vesuviani Fondazione Ente Ville Vesuviane Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Con il contributo della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco Con le sponsorizzazioni tecniche di: Casa Ascione – Museo del Corallo | Casa Rossa 1888 – albergo e ristorazione | R.D.R. SRL Il Comitato Scientifico del Premio: _ Gaetano Manfredi, Presidente _ Matteo Palumbo, Coordinatore _ Arturo de Vivo _ Paola Villani _ Emma Giammattei _ Gianluca Del Mastro _ Fabiana Cacciapuoti _ Paola Zito _ Donatella Trotta _ Giuseppe Ascione, Segretario del Premio (senza diritto di voto) _ Paolo Romanello, Segretario del Premio (senza diritto di voto)
Martedì 10 settembre ore 19.30 – Teatro Miela Evento di fine corso Mestieri spettacolari: sogni e tante diversità Martedì 10 settembre alle ore 19.30 al teatro Miela l’evento Mestieri spettacolari: sogni e molta diversità a conclusione del percorso formativo “Mestieri spettacolari”, un progetto cofinanziato dal Fondo sociale europeo e dalla Regione FVG nell’ambito del Programma Attiva Giovani. Il corso è stato promosso e organizzato da IRES FVG Impresa sociale, UTI Giuliana – Julijska MTU, Casa del Cinema Trieste e Cooperativa Bonawentura con l’obiettivo di far conoscere i mestieri del mondo dello spettacolo, in particolare del teatro e del cinema. Durante il corso gli allievi hanno visitato le istituzioni del sistema culturale cittadino e incontrato professionisti del settore realizzando interviste, fotografie, riprese video che verranno presentate al pubblico in questo evento conclusivo. Un evento curato da ragazzi diversi ma allo stesso tempo uguali con differenti passioni. Verranno proiettati i girati realizzati e montati interamente da loro che illustreranno attraverso interviste fatte in questi mesi ai professionisti di settore i vari lavori, le stranezze e le opportunità di questo mestiere. Partecipano alla serata Celeste, Sonny, Marianna, Diego, Albert, Brian, Ariel. Vi aspettiamo numerosi sarà un occasione per chiudere in bellezza questo percorso formativo. Ingresso libero.
. La mostra di Nata “Nel buio del giorno. Opere 1989-1990” inaugurerà sabato 7 settembre alle 17.30 al Centro culturale Aldo Moro di Cordenons PORDENONE – È nel contrasto che le “tele nere” di Nata si relazionano all’esistente, al sacro e alla sua persistenza nel quotidiano. Questo gruppo di opere dell’artista, realizzate negli anni Novanta, costituisce la prima delle quattro mostre d’arte che fanno da corollario alla 28^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra promosso da Presenza e Cultura dedicato al tema “Sacralità del profano”. La mostra di Nata “Nel buio del giorno. Opere 1989-1990” inaugurerà sabato 7 settembre alle 17.30 al Centro culturale Aldo Moro di Cordenons, dando avvio a un percorso in più tappe – che prosegue con Roberto Kusterle a San Vito al Tagliamento, Giulio Belluz a Caneva e Bruno Beltramini a Sesto al Reghena – in cui compiere un’indagine che esplora la relazione, non immediata quando si tratta di arti visive, tra
sacro e profano. «Le opere di Nata sembrano essere una meditazione sulla caducitàdell’esistenza, nelle quali le cose paiono accendersi in un ultimo bagliore prima di scendere nel buio. È , in fondo, la sacralità della fine, di ogni fine, quella che qui viene tematizzata» spiega Maria Francesca Vassallo presidente del Centro Iniziative Culturali Pordenone, organizzatore della mostra assieme all’associazione Media Naonis, per la cura di Giancarlo Pauletto con il coordinamento di Maria Francesca Vassallo e di Mario Giannatiempo. Quelle di Nata sono opere di notevole dimensione che presentano «il contrasto tra figura e sfondo, sempre netto perché lo sfondo è nero, ed è impossibile non avvertirlo come “buio”, come “notte”, insomma come “fine”, “estinzione”, e ciò che si estingue non può essere che qualcosa che prima era in vita. Ma è proprio qui il punto: ciò che si estingue porta con sé la sacralità della morte, vera non solo per le persone, ma anche per le cose, per tutto ciò che scompare dall’orizzonte della nostra esperienza. La reliquia è sacra perché testimonia una precedente vita, e l’uomo nella storia costruì tombe e mausolei appunto per ricordarla, questa vita, e per poter sperare, forse, in una morte non definitiva. Così si potrebbero definire reliquie tutte le figure che appaiono nelle tele di Nata: reliquie per la loro strana luminescenza, come di creature che emanino un loro ultimo fioco bagliore
prima di scomparire definitivamente; per la loro forma spesso incerta, difficile da riconoscere e definire, forse fiori, forse erbe, forse piante la cui ormai consumata vitalità non è più in grado di esprimere una definizione precisa, e talora tocca il limite di una metamorfosi dall’apparenza inquietante – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – Nel buio del giorno sta a sottolineare che accanto a ciò che è solare, vitale, costruttivo esiste nel giorno, cioè nella vita ciò che è oscuro, tetro, minaccioso. Il “sacro” della vita è fascinans affascinante, ma è anche tremendum, tremendo, insostenibile». L’inaugurazione della mostra – visitabile dal 7 al 28 settembre ingresso libero lunedì-mercoledì-venerdì-sabato dalle 16 alle 19, info Associazione Media Naonis media.naonis@libero.it – sarà preceduta sabato dall’intervento musicale della violoinista Eva Miola del Conservatorio J. Tomadini di Udine, che proporrà brani di Johann Sebastian Bach. La mostra si inserisce nel Festival Internazionale di Musica Sacra curato da Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, promosso da Presenza e Cultura con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e sostenuto da Fondazione Friuli, BCC Pordenonese, Diocesi Concordia Pordenone, Fondazione Buon Samaritano, Comune di Pordenone. Info www.centroculturapordenone.it/pec. Nata Dopo un periodo di formazione all’Accademia di Venezia sotto la guida di Emilio Vedova, nel 1985 si trasferisce a Milano. Qui conosce Giovanni Testori che presenta la sua prima personale Relicta presso lo Studio d’Arte Cannaviello e l’Abbazia di Sesto al Reghena. Nel corso delle sue continue
evoluzioni stilistiche, la ricerca di Nata si ècaratterizzata per la vitalitàespressiva e l’eleganza formale. Fra le mostre degli ultimi anni vi sono Relicta 85/86 (Galleria d’Arte Moderna di Udine, 2010); I maestri del Novecento. La rappresentazione della figura umana in Friuli Venezia Giulia (Cividale, 2011); Carte mappe tragitti (Comune di Trieste, 2011); Foyer Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” (Trieste, 2012); Artisti tra opera e comportamento. Omaggio a Goffredo Parise (Torre di Mosto, 2014); Tra la storia e la gente (Corte del Castello, San Vito al Tagliamento, Pordenone, 2014); Foyer Teatro Comunale “Luigi Russolo” (Portogruaro, 2015); Colonia artistica “Riviera di Parenzo” (Galleria Comunale Zuccato, Parenzo, Croazia, 2017), Destinazioni, Chiesa di San Cipriano (Roncade, 2017), Anni Ottanta: cultura visiva in F.V.G. (Galleria Comunale d’Arte, Monfalcone, 2018), Pittura di Guerra (Palazzo Frisacco, Tolmezzo/Villa Brandolini, Pieve di Soligo, 2018). “BARCOLANA – UN MARE DI RACCONTI” Nasce da un libro, dal racconto scritto a più mani in occasione della cinquantesima edizione. “Barcolana – un mare di racconti”, edito nel 2018 da Giunti, da libro diventa manifestazione culturale: è stata presentata oggi la prima edizione del nuovo festival letterario di Trieste, che si candida a essere una delle pagine più importanti del calendario di Barcolana presented by Generali, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico ai viaggi e alla cultura del mare.
“Barcolana – un mare di racconti” è un invito al viaggio fatto di libri, musica, film, parole. Un percorso tra terra e mare lungo cinque giorni: l’evento – organizzato al Castello di San Giusto con il contributo della Fondazione CRTrieste e del Comune di Trieste – si apre mercoledì 2 ottobre al Castello di San Giusto di Trieste per proseguire poi la sua navigazione fino a domenica 6 ottobre. “Per la Barcolana 50 +1 – ha dichiarato il Presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz – avevamo annunciato importanti giri di boa e novità pronte a innovare l’evento. “Barcolana – Un mare di racconti” è senza dubbio una di queste, l’evento è uno spin-off di Barcolana, che guarda al futuro in sinergia con il nuovo sviluppo letterario della città. Il nostro ringraziamento va alla Fondazione CRTrieste e al Comune di Trieste, che ci affiancano in questo nuovo importante viaggio. Il libro edito nel 2018 aveva costruito un nuovo spirito attorno alla regata, messo assieme voci e punti di vista sulla vela e il viaggio: un’esperienza importante e quasi magica, cui volevamo, con Alessandro Mezzena Lona che ne aveva curato il testo e oggi è direttore del Festival, dare seguito. Ne è nato un evento che definirei multicolore: viaggi e mari, racconti, disegni, storie e persone: il Festival parlerà di cultura del mare a tutti, nel modo in cui Barcolana si pone, con semplicità e voglia di coinvolgere il pubblico”. “Nel costruire un Festival con tanti nomi importanti in pochi mesi – ha spiegato il direttore artistico Alessandro Mezzena Lona – è stata fondamentale per noi un’alleanza preziosissima: Trieste. Tutti gli ospiti invitati, che arriveranno dall’Europa e dall’Italia, hanno accettato subito l’idea di partecipare al nostro progetto con grande entusiasmo. Perché, come ha scritto in una mail lo scrittore olandese Jan Brokken, hanno capito che avrebbero parlato dei loro libri, dei film, in una città che ha ospitato i più grandi artisti del ‘900”. UNO SGUARDO AL PROGRAMMA – ANTICIPAZIONI
Tra gli ospiti, una delle scrittrici più amate di quest’annata letteraria: la Stefania Auci@Yuma- Martellanz trapanese Stefania Auci, con “I leoni di Sicilia” edito da Nord. Da mesi è in testa alle classifiche dei libri più venduti con il romanzo dedicato alla saga della famiglia dei Florio, che dovrebbe essere soltanto la prima parte di un’appassionante trilogia. Dall’Olanda arriverà uno degli scrittori-viaggiatori più amati dai lettori italiani. Jan Brokken è diventato uno scrittore di culto grazie a libri come “Anime baltiche”, “Bagliori a San Pietroburgo”, ”Nella casa del pianista” dedicato al grande concertista Youri Egorov. Di recente, la casa editrice Iperborea ha pubblicato il suo “Jungle Rudy”, una biografia letteraria dedicata al leggendario avventuriero e pioniere che ha dedicato la sua vita alla scoperta e alla mappatura della foresta pluviale dell’Orinoco. A parlare del suo originale e appassionante libro “Il grande marinaio”, pubblicato da Neri Pozza, dalla Francia arriverà a Trieste Catherine Poulain. Una scrittrice che per dieci anni ha lavorato sulle navi da pesca dell’Alaska, fino a quando il servizio d’immigrazione americano l’ha scoperta ed espulsa perché era senza permesso di lavoro. Sospeso tra racconto di viaggio, romanzo di formazione, ricerca mistica del rapporto tra uomo e Natura, il libro è il ritratto di una donna minuta
e testarda che non ha paura di andare incontro all’avventura. E sempre a proposito di donne, “Barcolana – Un mare di racconti” ha voluto invitare una delle grandi voci della narrativa italiana contemporanea. Romana Petri, due volte vincitrice del Premio Mondello e finalista allo Strega, sarà a Trieste per raccontare la saga della famiglia Dos Santos. Iniziata in quel capolavoro che è “Ovunque io sua”, è proseguita quest’anno nei “Pranzi di famiglia” pubblicato da Neri Pozza. Direttore del Laboratorio di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze, autore con Alessandra Viola di un autentico best seller come “Verde brillante”, Stefano Mancuso sarà ospite del Festival per una lectio magistralis che ruoterà attorno a temi trattati nei suoi due libri più recenti: “La nazione delle piante” (Laterza) e “Discorso sulle erbe”, realizzato per Aboca in tandem con il fisico e filosofo austriaco Fritjof Capra, che ha legato il suo nome a un saggio di grande fascino come il “Tao della fisica”. Premiato quest’anno con lo Strega Giovani, già vincitore del Campiello Opera Prima, Marco Missiroli Marco Missiroli non sarà ospite di “Barcolana – Un mare di racconti” soltanto per raccontare il suo romanzo più recente, “Fedeltà” pubblicato da Einaudi, ma soprattutto per parlare di Gianni Rodari, di cui l’anno prossimo ricorreranno i cento
anni dalla nascita e i quaranta dalla morte. All’autore delle “Favole al telefono”, il Festival dedicherà un ricordo organizzato in collaborazione con le Edizioni El che coinvolgeranno anche Olimpia Zagnoli, la disegnatrice milanese che quest’anno firma il manifesto della regata triestina. Protagonista di un clamoroso caso editoriale in Slovenia, la scrittrice di Lubiana Bronja Zakelj dialogherà a BRONJA ZAKELJ Trieste sul suo romanzo d’esordio “Il bianco si lava a novanta”, tradotto da Michele Obit per Bottega Errante Edizioni. Un viaggio nel passaggio traumatico dalla Jugoslavia di Tito al lungo periodo di grave instabilità politica ed economica che ne è seguito. Considerato uno dei maestri del cinema italiano, ma anche autore di ottimi romanzi, il regista Pupi Avati sarà a
Pupi Avati Trieste per raccontare il suo “Signor Diavolo”. Tratto dall’omonimo libro, scritto dall’autore bolognese per Guanda. Dopo il successo del “Ragazzo in soffitta” ambientato in parte a Trieste, il film girato tra la laguna veneziana e le foci del Po è stato un immediato successo ai botteghini cinematografici. Riproponendo, così, il talento di Avati per un tipo di cinema gotico e pieno di inquietudini, che già aveva prodotto autentici gioiellini come “La casa dalle finestre che ridono” e “Zeder”. Dal Premio Campiello arriverà lo scrittore che ha saputo raccontare con più coraggio, e disturbante fantasia, il dramma di un’Europa che si sente assediata da masse di profughi. Giulio Cavalli, nel suo “Carnaio”, pubblicato da Fandango Libri, immagina una cittadina del Sud dell’Italia pressata all’improvviso da un’onda anomala di corpi umani. Per trent’anni compagna del grande regista Mario Monicelli, amatissima dal pubblico del web con le sue vignette eleganti e dissacranti degli “Amori sfigati”, la disegnatrice, stilista e scrittrice Chiara Rapaccini porterà a Trieste la sua “Rossa”. Una favola BRONJA ZAKELJ distopica, pubblicata da La nave di Teseo, in cui immagina un futuro sull’orlo della catastrofe ambientale e umana.
Il festival ha pensato anche anche ai lettori più giovani. Così, oltre ad alcuni autori di storie a fumetti, “Barcolana – Un mare di racconti” avrà tra i suoi ospiti due scrittori molto noti al pubblico giovane: Andrea Maggi, l’amato professore televisivo che ha spopolato in tivù con il docu- reality “Il collegio”, e di cui Feltrinelli pubblica il nuovo libro “Guerra ai prof”, ed Enrico Galiano, l’insegnante scrittore di Pordenone che con la serie web “Cose da prof” ha superato le diecimila visualizzazioni, e poi ha conquistato migliaia di lettori con i romanzi “Eppure cadiamo felici”, ”Tutta la vita che vuoi” e “Più forte di ogni addio”. Il flauto di Nikola Aleksic sabato 7 a Mariano del Friuli (GO) In bilico fra Serbia e Italia è il nuovo appuntamento internazionale nel programma del Festival di musica e territorio Nei Suoni dei Luoghi. Saranno il virtuoso flautista serbo Nikola Aleksić e il pianista friulano di chiara fama Matteo Andri i protagonisti del concerto in programma sabato 7 settembre nella Chiesa di San Gottardo di Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia, con inizio alle 21.00. Il concerto, a ingresso libero, è organizzato in collaborazione l’Accademia delle Arti dell’Università di Novi Sad e si inserisce nel calendario della 21 ͣ edizione di Nei Suoni dei Luoghi, organizzato da Associazione Progetto Musica, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia. Per consultare il calendario
completo di Nei Suoni dei Luoghi visitare il sito www.neisuonideiluoghi.it . Bartók e Piazzolla sono i compositori di questo programma più noti al grande pubblico, di cui verranno eseguiti brani rappresentativi tra atmosfere rumene e argentine. Accanto a loro altri nomi, meno noti ma certo meritevoli di essere conosciuti. Ci sono i francesi Ferroud, con tre brillanti pezzi per flauto solo, e Borne, importante non solo per la sua fantastica rilettura di Carmen ma anche per essere stato un vero designer dello strumento flauto. C’è l’israeliana Shulamit Ran, seconda donna al mondo a vincere il Pulitzer per la musica, il cui stile compositivo nominato New Complexity si muove tra atonalità, microtonalità e complessità ritmiche. Infine c’è Böhm, il Paganini del flauto, anch’egli compositore e inventore, per un ritorno nelle atmosfere romantiche di fine Ottocento. Eretta nel 1756, la Chiesa di San Gottardo sostituì la vecchia parrocchiale della Santissima Trinità posta fuori dal paese. Il titolo fu poi trasferito nella chiesa della Centa, distrutta alla fine del XV sec. in un’incursione turca e riedificata all’inizio del ‘500. Quella attuale, innalzata di fronte alla chiesa ‘500esca, conserva una pala del pittore ottocentesco Giuseppe Tominz, rinomato ritrattista dell’area goriziano-triestina, che ebbe successo anche a Roma dove entrò in contatto con i celebri artisti dell’epoca. Programma B. Bartók Danze Rumene per flauto e pianoforte P. O. Ferroud Tre pezzi per flauto solo F. Borne Carmen Fantasy per flauto e pianoforte A. Piazzolla Tango Etude n°3 per flauto solo S. Ran East Wind per flauto solo
T. Böhm Grand Polonaise per flauto e pianoforte Op. 16 PREMIO LUCHETTA: EMMA D’AQUINO CONDUCE I NOSTRI ANGELI DOMENICA 8 SETTEMBRE ALLE 10.05 SU RAI 3 A DIFFUSIONE REGIONALE TRIESTE – Grazie alla sede regionale RAI per il Friuli Venezia Giulia torna sul piccolo schermo “I Nostri Angeli”, il format condotto da Emma D’Aquino che era stato trasmesso nelle scorse settimane su Rai1. Il programma è dedicato ai vincitori del Premio Giornalistico Marco Luchetta, e sarà trasmesso su Rai 3 a diffusione regionale domenica 8 settembre alle 10.05. A 25 anni dalle stragi di Mostar e Mogadiscio, Emma D’Aquino racconta “che mondo fa” in una originale e suggestiva Trieste che diventa il fil rouge del programma scritto da Laura Piazzi e Mirko Nazzaro con Matteo Caccia, Produttore esecutivo Monica Gallella e regia di Cristiano Strambi. Ritroveremo le parole e le immagini dei reportage del Premio Luchetta, in una “Trieste promenade” da piazza Unità – quartier generale di Link festival del buon giornalismo dove sono stati consegnati i Premi Luchetta 2019 – al vicino Molo Audace, per proiettarci verso il
Emma D’Aquino Porto Vecchio e il mitico Magazzino 26, fino alla Risiera di San Sabba, l’unico campo di concentramento della follia nazista in Italia, emblema delle dolorosa follia dell’uomo contro l’uomo. L’occasione per conoscere meglio molti protagonisti del Premio Luchetta come il presidente di Giuria Antonio Di Bella, Direttore di Rai News 24, e come Diego Bianchi, il celebre ‘Zoro’ di Propagandalive – La7. Ci saranno anche Riccardo Iacona, Premio speciale della Fondazione Luchetta, Gian Antonio Stella, Premio Crédit Agricole FriulAdria Testimoni della Storia ed Enrico Mentana, direttore TG La7, Premio Unicef I nostri Angeli. Con loro Orla Guerin, che per BBC News ha raccontato il tragico massacro di 42 bimbi nello Yemen; la corrispondente da Kabul di Le Figaro Margaux Benn, che ha documentato le storie dei bimbi soldato dell’Isis nella provincia orientale di quel Paese; il giornalista Daniele Bellocchio che ha raccontato sull’Espresso l’odissea dei cittadini del Ciad in fuga da Boko Haram; il fotoreporter Alessio Romenzi. “I nostri Angeli” 2019 è il modo per festeggiare i primi 25 anni della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin: la presidente, Daniela Luchetta, ricorderà nel corso del programma la genesi della Fondazione, all’indomani dei tragici fatti di Mostar quando, il 28 gennaio 1994, perdevano la vita i giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, seguiti nel tragico destino dal collega Miran Hrovatin, assassinato a Mogadiscio con Ilaria Alpi nel marzo 1994. Info: www.premioluchetta.i
Enrico L. Fine settimana letterario e sportivo al Granfiume di Fiume Veneto Fine settimana letterario e sportivo al Granfiume di Fiume Veneto, per il calendario di eventi Fiume Viva. Sabato 7 settembre, alle 17.30, il Circolo d’arte e di cultura “Per le antiche vie” presenta il bando dell’ottava edizione del Premio letterario “Per le antiche vie”, nato, come le altre iniziative del sodalizio, per valorizzare le risorse umane, storiche, artistiche, culturali e naturali della regione Friuli Venezia Giulia. Il Premio Letterario a tema libero si propone nello specifico di favorire l’immaginazione e la creatività di persone giovani e meno giovani che amano la scrittura, affinché vengano valorizzati talenti che hanno trovato ispirazione tra i paesi, le città, i paesaggi e le popolazioni della regione. Animeranno la presentazione del bando, a cura di Samuele Editore, le letture a cura dell’attrice Bianca Manzari, che, alla presenza degli autori, leggerà i racconti di Mario Tomadini, Erica Martin e Mauro Fabian. Nella stessa giornata – sabato 7 settembre, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18 – ci sarà l’open day En Garde! a cura dell’A.S.D. Vittoria Libertas Pordenone: dall’eleganza del fioretto alla tecnicità della spada, lezioni aperte per tutti coloro che intendono avvicinarsi al mondo della scherma. E per i più esperti un avvincente torneo per misurarsi con gli abili maestri.
E dopo il successo della prima esposizione nell’ Art Area (con Mita Riotto, Andrea Zanette, Gian Piero Cescut), domenica 8 settembre, alle 17.30 Alessandro Canzian inaugurerà assieme a diversi autori coinvolti l’installazione artistica “Leggere è vivere”, ispirata a Shilpa Gupta (Biennale di Venezia 2019): più di 100 pagine appese e sospese formeranno una foresta di parole ove muoversi, camminare, scoprirsi. L’Art Area diverrà dunque uno spazio d’incontro e scoperta della lettura. Pagine raccolte da libri di narrativa, per l’infanzia, poesia, foto, disegni, restituiranno al pubblico l’immediatezza di una lettura che prescinde da titoli e autori. Solo pagine, brevi estratti, che poi possotranno essere cercate nei libri disposti nella stessa area in piccole cataste a libera consultazione. All’interno dell’esposizione – visitabile liberamente per tutto il mese di settembre – si potranno trovare testi di Silvia Favaretto, Pierina Gallina, Violante Vibora, Alberto Rizzi, Luisa Delle Vedove, Eva Borean, Francesca Piovesan, Mita Riotto, Ludovica Cantarutti, Loretta Fusco, Adriano Loschi, Adriano Nascimbeni, Elisabetta Zambon, Michela Passatempo, Francesca Feletto, Dario De Nardin, Vanni Minen, Ida Colin, Ennio Perini, Gianni Moroldo, Marco Amore, Patrick Williamson, Gruppo Majakovskij, Francesco Indrigo, Laura De Beni, Mara Donat, Rosa Salvia, Rachele Bertelli, Sandro Pecchiari, Santo Bordonaro, Silvio Ornella, Francesco Sassetto, Silvia Secco, Rosanna Cracco, Giancarlo Morinelli, Cristian Fior, Barbara Vuano, Federico Rossignoli, Paolo Maggis, Adriano Gasperi, Erminio Alberti, Matteo Piergigli, Fulvio Segato, Giampietro Fattorello, Emilio Di Stefano, Fabiana Petozzi, Alberto Trentin, Gabriella Battistin, Daniele Chiarello, Alvaro Vallar, Luca Francescato, Sara Albarello, Riccardo Raimondo, Filippo Passeo, Renato Gorgoni, Stefano Montello, Nicola Simoncini, Ilaria Boffa, Marina Magro, Angelica Pellarini, Luigi Oldani, Mina Campaner,
Maria Milena Priviero, Lucianna Argentino, Giacomo Vit, Domenico Cipriano, Vincenzo Bòsari, Giacomo Botteri, Arrigo Bongiorno, Pieraldo Marasi, Gianni Di Fusco, Mario Momi, Maria Pina La Marca, Luigi Molinis, Luigi Natale, Francesco Maria Di Bernardo, Ettore Busetto, Umberto Grizzo, Roberto Cescon, Loredana Marano, Rossella Luongo, Giorgio Bàrberi Squarotti, Gian Mario Villalta, Giovanna Rosadini. Go Music Show al Belforte di Monfalcone sabato 7 settembre , ore 17.30 Terminata l’estate è ripartito alla grande il programma sociale, culturale e ricreativo Il Crocevia del Belforte di Monfalcone. Dopo l’ArcheoKids – La moda nell’antica Roma, laboratorio per bambini in collaborazione con il Mab (Museo Archeologico dei Bambini) di San Pier D’Isonzo, sabato 7 settembre dalle 17.30 sarà la volta del live concert Go Music Show! a cura della Scuola di Musica Go Music, eccellenza del panorama musicale goriziano che la cantante Tish annovera tra i suoi allievi la cantante Tish, reduce dai
successi del programma televisivo Amici di Maria De Filippi. Gli allievi e le allieve proporranno brani tratti dai più grandi successi della storia del musical e della musica melodica pop e rock. Domenica 8 settembre, dalle 17.30 arriveranno le Filastrocche in movimento, un nuovo appuntamento dedicato ai laboratori di movimento espressivo e potenziamento del linguaggio per bambini dai 3 ai 10 anni, a cura dell’Associazione Dilettantistica e Culturale Coppelia. Coronerà il pomeriggio d’evento l’esibizione dal titolo Settembre in danza, coreografie di classic, modern e contemporary dance a cura delle insegnanti Elisa e Manuela Tulliani. Domenica 14 Settembre, dalle 17.30, si terrà l’evento Ink(he)art – Le storie prendono vita, a cura dell’Asd The Lab Formazione Danza. Storie e personaggi tratti dai grandi classici della letteratura internazionale prenderanno vita in spettacolari coreografie di danza classica e contemporanea. Orbetello Jazz Festival: parata di stelle con il Labyrinth Project di Israel Varela
Parata di stelle all’Orbetello Jazz Festival: DOMANI sabato 7 settembre arriva Labyrinth Project di Israel Varela e sul palcoscenico mozzafiato della spettacolare terrazza della Polveriera Guzman che si affaccia sulle acque della laguna (Orbetello – GR), saliranno musicisti di prim’ordine. Prosegue così all’insegna della grande musica internazionale, la terza edizione della rassegna voluta dal Comune di Orbetello per la direzione artistica di Paolo Rubei dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Con Labyrinth Project, l’affermato compositore, batterista e cantante messicano Israel Varela – in passato a fianco di Charlie Haden e Pat Metheny -, ha riunito in una formazione cosmopolita, artisti internazionali dalle eterogenee radici culturali ed etniche. Ne nasce un mix artistico inedito con musica originale, composta dallo stesso Israel Varela, di grande e raffinata ricerca. Un viaggio pieno di colori arricchito da momenti di pura improvvisazione che fa di ogni concerto, una storia tutta da scrivere. Per l’Orbetello Jazz Festival infatti, Varela (batteria, voce & live electronics) sale sul palco insieme al virtuoso pianista tedesco ECM Florian Weber protagonista di un crescendo di prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il Premio Stainway a Montreaux. Con loro anche il mitico brasiliano Alfredo Paixao, quattro volte vincitore del Grammy, che vanta collaborazioni con artisti quali Liza Minelli, Pino Daniele e tantissimi altri, e la sassofonista tedesca Anna-Lena Schnabel.
Un concerto che si preannuncia unico, trascinante, pieno di emozioni. Gran finale l’8 settembre con l’Arcadia Trio feat. Robin Eubanks. Arcadia Trio è il nuovo progetto di Leonardo Radicchi (sax tenore, sax soprano). Talentuoso ed eclettico musicista, Radicchi è uno dei più attivi e apprezzati a livello nazionale. Diplomato al Berklee College of Music di Boston, con questo progetto ha voluto indirizzare la sua ricerca musicale verso la formula del trio, insieme al contrabbassista Ferdinando Romano e al batterista Giovanni Paolo Liguori, due musicisti il cui curriculum vanta già numerose collaborazioni internazionali. Con loro Robin Eubanks, uno fra i più importanti trombonisti della sua generazione. Nato da una famiglia di musicisti ha iniziato presto la sua formazione per poi trasferirsi a New York dove ha iniziato una carriera ricca di collaborazioni e costellata di riconoscimenti. Un appuntamento unico per l’Orbetello Jazz Festival. Tra le curiosità, ogni sera aspettando l’inizio del concerto gli ospiti potranno godersi proiezioni con spezzoni tratte da cartoons e film anni ’40 dedicati al jazz. Inoltre, la terza edizione di Orbetello Jazz Festival, come già accaduto lo scorso anno, ospiterà i fotografi impegnati in “Not Ordinary Jazz Photography”, un workshop di fotografia realizzato dall’associazione culturale Imago di Orbetello che avrà come protagonista Andrea Boccalini, uno dei maestri italiani della fotografia jazz, che ha elaborato negli anni uno stile originale e realizzato centinaia di copertine per artisti di fama internazionale. Per informazioni sul workshop: ttps://www.imagorbetello.com/jazz-photography/
Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21.30. Per informazioni e biglietti: 0564 860447
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