PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA' EDUCATIVE ANNO SCOLASTICO 2020-2021 - Comune di Moncalieri Asilo nido Quadrifoglio Via Galimberti, 11 10024 ...

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PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA' EDUCATIVE ANNO SCOLASTICO 2020-2021 - Comune di Moncalieri Asilo nido Quadrifoglio Via Galimberti, 11 10024 ...
PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE

                     ANNO SCOLASTICO 2020-2021

Comune di Moncalieri

Asilo nido Quadrifoglio

Via Galimberti, 11

10024 Moncalieri

Telefono: 011/6408314

Direttore educativo: dott.ssa Giuliana Rana
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NIDO QUADRIFOGLIO

Il nido è un servizio educativo che si propone di offrire al bambino e alla famiglia una pluralità di stimoli e di
esperienze volte a sviluppare ed esprimere le potenzialità di ognuno. Noi Educatrici, consapevoli
dell’importanza della complementarietà delle azioni educative, riteniamo fondamentale costruire
attraverso il dialogo e il confronto, una collaborazione con le famiglie, nell’intento di perseguire obiettivi
educativi comuni ma nel rispetto delle esigenze del singolo individuo.

Il Nido deve costituire per la famiglia e per il bambino un ambiente sereno e rassicurante che favorisca la
socializzazione, l’instaurarsi di relazioni affettive gratificanti e sia da stimolo all’esplorazione, alla scoperta e
allo sviluppo cognitivo, linguistico e psicomotorio.
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SEZIONE QUADRIFOGLIO

Le educatrici della sezione sono 7 :

Educatrici a tempo pieno        Draicchio Daniela, Ilardi Irene,

                                Giovalli Maria Grazia, Tisi Monica.

Educatrice in appoggio          Battaglia Barbara

Educatrice part-time             Brizzi Sara, La Torre Stefania

Assistenti:                     Pizarro Julia ed Felletti Emanuela

La Sezione è composta da 30 Bambini di età compresa tra i 12 e i 30 mesi dei quali 20 sono stati inseriti a
partire dal mese di Settembre fino al mese di Novembre 2020 .

Questo divario d’età ha determinato l’esigenza di progettare spazi e attività specifiche e diversificate per
complessità e per aree di competenza, ciò per assecondare le differenti esigenze dei bambini.

Alcune attività saranno pertanto realizzate costituendo gruppi orizzontali, ossia di età omogenea, per
rispondere in modo adeguato allo sviluppo evolutivo del bambino. In queste particolari occasioni, saranno
stimolate e incoraggiate esperienze di gioco in ambiti specifici come l’esplorazione, la manipolazione, la
creatività e la rielaborazione del vissuto attraverso la verbalizzazione, mettendo in atto con i bambini
percorsi individuali e personalizzati.

In altre occasioni, invece, il gruppo di bambini sarà eterogeneo poiché questa condizione offre una notevole
ricchezza educativa che nasce dal poter interagire con soggetti d’età differente. Questo contesto stimola il
bimbo piccolo, per imitazione, alla conquista della sua autonomia e attiva nel bimbo grande sentimenti
protettivi e di cura, sviluppando un sentimento di collaborazione, nonché gli offre una conferma continua
delle proprie competenze.
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INSERIMENTO E AMBIENTAMENTO

L’inserimento è un momento di fondamentale delicatezza poiché il bambino e la sua famiglia si trovano a
far parte di un contesto del tutto nuovo che può sviluppare vissuti d’ansia e preoccupazione. Per questo
motivo abbiamo adottato una modalità d’ inserimento molto graduale, che rispettasse i tempi e le
sensibilità individuali e che favorisse l’instaurarsi di relazioni di reciproca fiducia, consentendo di rielaborare
insieme le emozioni iniziali.

I colloqui preliminari hanno lo scopo di presentare l’anamnesi e le tappe dello sviluppo evolutivo raggiunto
dal bambino, attraverso le informazioni fornite dalla famiglia. Compilando una scheda appositamente
formulata, vengono documentate le prime abitudini e i primi apprendimenti compiuti dal bambino.
Durante il colloquio emergono, molto spesso, anche le paure, le ansie e le aspettative dei genitori rispetto
all’inserimento, che viene così concordato insieme, tenendo conto delle esigenze e dell’individualità di
ognuno.

Quasi tutti i bambini quest’anno erano alla loro prima esperienza al nido e l’inserimento è stato effettuato
in quattro gruppi con date d’inizio differenti, senza proporre un’unica figura di riferimento, ma abituando
gradualmente i bambini a relazionarsi con ogni educatrice.

L’inserimento di questi gruppi di bimbi si è svolto senza particolari problemi e ha avuto un andamento
positivo; tra un gruppo e l'altro è stata prevista una settimana di assestamento prima del successivo
inserimento.
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Progettazione di sezione permanente:

                                                LA RELAZIONE

              …NON ESISTE EDUCAZIONE SENZA COINVOLGIMENTO EMOTIVO…

L’aspetto educativo che intendiamo promuovere è frutto di una riflessione nata da un’attenta fase
osservativa delle dinamiche di ambientamento dei bambini al nido. Accompagnare i bambini e le bambine
nelle prime esperienze di separazione dai genitori, stimolarli nel pronunciare le prime parole, incoraggiare
la conquista dei primi passi e delle prime relazioni di amicizia, rappresentano tappe fondamentali nello
sviluppo dell'identità e nel processo di crescita. In particolare, insegnare ad aver cura della propria vita
emotiva, degli umori che l’attraversano, dei sentimenti che la abitano e far sì che essi possano essere
riconosciuti, esplorati e nominati fin dai primi anni di vita, rappresenta l’essenza dell’educazione al nido.

La relazione con il bambino è molto delicata e coinvolgente, in quanto è, prima di tutto, il rapporto tra due
universi emozionali.

Il bambino, infatti, è un sensibilissimo radar delle nostre emozioni, dei nostri stati d’animo, molto abile a
leggere con chiarezza dentro di noi e a vederci per come realmente siamo. Questo perché egli è in grado di
riconoscere in maniera incontrovertibile ogni nostra reazione emotiva, a prescindere dal significato delle
parole che pronunciamo, leggendo il linguaggio del corpo e sentendo le variazioni di tonalità e d’intensità
della voce.

Le risposte emotive di un bambino non possono essere separate dalle situazioni che le hanno provocate,
che rappresentano spesso contesti interpersonali.

Come scrive Korczack (pedagogista e scrittore polacco) “all’inizio i bambini, soprattutto prima di aver
imparato a parlare, pensano per sensazioni ed emozioni”

Diventa così fondamentale un’educazione all’ascolto di sé, alla scoperta di quel mondo di emozioni e
sentimenti che colorano la vita interiore.

                                   …L’emozione è il colore della vita…

E’ importante aiutare i bambini a comprendere ciò che provano e dare un nome ed un’espressione al loro
mondo interiore. Durante l’esperienza di separazione dalla famiglia e di ambientamento al nido, ad
esempio, possono scatenarsi nel bambino vissuti di rabbia che, in molti casi, determinano comportamenti
aggressivi verso gli altri o verso se stessi.
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E’ importante riconoscere ed accogliere questi sentimenti come possibili, senza colpevolizzare chi li prova,
ma consentendone l’espressione, utilizzando altri canali in modo non lesivo ma creativo, trasformando gli
impulsi in energia costruttiva “creatività”.

Vorremmo fare partecipi i genitori, per sostenerli nella delicata comprensione dei processi in corso,
coinvolgerli in un lavoro educativo di alfabetizzazione alla vita emotiva per condividere le nuove scoperte e
i cambiamenti del bambino in crescita.

Solo un attento esercizio di riflessione rende possibile attraversare e lasciarsi attraversare dagli eventi,
conservandone traccia. Occorre perciò, da parte delle educatrici, fermarsi a pensare “quando qualcosa
accade”, selezionare le esperienze da approfondire con i bambini e farne motivo di confronto con i genitori
per alimentare la consapevolezza di ciò che è avvenuto.

                   IL NIDO:BAMBINO, FAMIGLIA ED EDUCATORI IN RELAZIONE

La nostra progettazione di sezione si basa su criteri per noi fondamentali:

            l’ATTENZIONE all’inserimento/ambientamento graduale del bambino;

            la RIFLESSIONE sulla delicatezza della condivisione delle cure fra famiglia e nido, nel rispetto della
             centralità della famiglia e della storia personale di ogni bambino;

            l’OSSERVAZIONE del bambino, finalizzata ad accompagnarlo nel suo percorso di crescita
             individuale, favorendo il consolidarsi della sua identità ed espressione del sé, attraverso il gioco e
             altre attività educative;

            la CONDUZIONE educativa capace di tenere conto dei bisogni del bambino, ma anche di
             sostenere i genitori, accettando le emozioni spesso contraddittorie che accompagnano il primo
             processo di autonomia e il distacco fra bambini e genitori;

           il GESTO DI CURA come nucleo centrale su cui costruire il progetto educativo. Prendersi cura dei
            bambini come loro ci mostrano attraverso coccole, attenzioni e tenerezze: collettivamente o in
            relazioni intime e solidali.

           la CAPACITA’ DI PROGETTARE l’ambiente come spazio affettivo sempre nuovo e stimolante, in gra-
            do di proporre, dopo un’attenta osservazione delle dinamiche interne alla sezione, esperienze che
            stimolino e incoraggino lo sviluppo sociale e cognitivo, rispettando i ritmi di ogni bambino.
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LA RELAZIONE: DALLA ROUTINE AL GIOCO

        La giornata di un bambino al nido è scandita da ritmi regolari che hanno il compito di generare e
        diffondere un senso di benessere e sicurezza.

        A titolo puramente indicativo riportiamo di seguito una giornata tipo:

        7,30- 9,45 ACCOGLIENZA E MOMENTI DI CURA
        9;45-10,30 COLAZIONE E INTRATTENIMENTO
        10,30-11,30 MOMENTI DI GIOCO, ATTIVITA’.
        11,30-12,00 MOMENTI DI CURA
        12,00-12,45 PRANZO
        12,45-13,30 MOMENTI DI CURA E PREPARAZIONE AL SONNO
        13,00-13,30 PRIMA USCITA PER PART-TIME
        13,00-15,30 SONNO……E RISVEGLIO
        15,30-16,00 MOMENTI DI CURA
        16,00-16,30 MERENDA - SECONDA USCITA
        16,30-17,20 MOMENTI DI GIOCO - TERZA USCITA

                                   ACCOGLIENZA E RICONGIUNGIMENTO

Accoglienza e ricongiungimento sono due momenti che non vanno visti separati ma interconnessi perché
segnano un passaggio molto delicato del bambino dalla casa al nido e viceversa. All’arrivo al nido ogni geni -
tore costruisce un rituale di saluto con il suo bambino secondo modalità che sono proprie e molto persona -
li. Il saluto diventa così un momento di relazione attiva in cui l’educatrice si inserisce per rendere la separa -
zione più serena. Queste dinamiche relazionali permettono al bambino di affidarsi alle educatrici con fiducia
e sicurezza e lo aiutano ad affrontare meglio il momento del distacco.
Osservando i bambini durante l’accoglienza abbiamo constatato che inizialmente si affidano agli sguardi e
ai sorrisi dei genitori per avere, da questi ultimi, la loro approvazione che li porta ad offrirsi più serenamen -
te alle cure delle educatrici. La relazione triadica (genitore-educatrice-bambino), instaura un clima di fiducia
reciproca aiutando sia i genitori che i bambini a sentirsi più sicuri e meno ansiosi.
Ancora oggi si percepisce un piccolo disagio non appena il genitore si allontana, ma l’evoluzione della rela -
zione tra bambino ed educatrici fa sì che questo momento di difficoltà venga superato in pochi attimi. Que -
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sto avviene attraverso il contatto empatico con le educatrici e, successivamente, con il gioco, che diventa
sempre più interattivo tra i bambini .

Il momento del ricongiungimento è importante come quello della separazione. Occorre creare una situazio-
ne serena e tranquilla che permetta all’educatrice di dare al genitore una restituzione di quello che è avve -
nuto al nido in sua assenza e, nello stesso tempo, di stabilire alcune strategie per contenere l’investimento
emotivo che ogni bambino vive rispetto “all’attesa”.

                                   COLAZIONE-PRANZO-MERENDA

Questi momenti sono molto importanti, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche dal punto di vi-
sta della socialità che si stabilisce nelle relazioni tra adulti e bambini. Affinché ciò avvenga, occorre pensare
ed organizzare i momenti del pasto in modo da creare un’atmosfera piacevole e ricca di significati. Per rag -
giungere questo obiettivo, abbiamo dilatato il tempo dedicato al pasto, inserendo alcune pratiche per grati -
ficare i bambini che hanno partecipato con più interesse: i bambini vengono coinvolti a turno nello sparec -
chiare e depositare le stoviglie sul carrello della cuoca, a consegnare la tovaglia di stoffa alle educatrici e
raccogliere tutti i bavaglini in un cesto per la riconsegna.
Questi piccoli accorgimenti hanno reso i bambini più autonomi ed anche più partecipi alle dinamiche che
questi rituali innescano.
La ricerca dell’armonia tra le diverse esigenze e peculiarità di ogni bambino fa sì che il pranzo sia uno dei
momenti più arricchenti dal punto di vista sociale e relazionale.
A rendere unica questa esperienza è, soprattutto, la complessa conciliazione tra la lentezza di alcuni nel
mangiare e la velocità di altri, la voracità e l’inappetenza, la ricerca dell’autonomia di alcuni e la richiesta di
aiuto e attenzione di altri. Legare il comportamento del singolo al comportamento del gruppo, diventa un
momento di condivisione e scambio che contribuisce a definire l’identità del gruppo stesso di bambini.

                                                MOMENTI DI CURA
                                         CAMBIO E IGIENE PERSONALE
I momenti di cura e igiene personale sono carichi di valenze affettive e sono quelli in cui il rapporto tra adul -
to e bambino diventa più intimo ed esclusivo. La cura del corpo è un’esperienza emotivo/cognitiva essen -
ziale per la costruzione dell’identità e come tale necessita di momenti tranquilli e riservati. Il bambino deve
sentirsi accudito con dolcezza e comprensione e, nel contempo, ha bisogno di essere stimolato a percorrere
la lunga strada verso l’autonomia in modo divertente e giocoso.
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SONNO E RISVEGLIO

Durante il momento della nanna, è importante creare una situazione di tranquillità e relax che accompagni i
bambini nel delicato passaggio dalla veglia al sonno. E’ indispensabile riproporre i rituali di ciascun
bambino, come canzoni, coccole, oggetti preferiti. E’ importante mantenere una certa ripetitività nei riti di
addormentamento perché rassicurano il bambino e gli permettono di addormentarsi serenamente.

A creare quest’atmosfera rilassante, subito dopo il pranzo, è risultato molto gradito      l’ascolto di musica
classica di sottofondo durante la nanna.

                                           OBIETTIVI GENERALI

Questa nostra proposta della giornata educativa , nasce dalla riorganizzazione della vita quotidiana al nido
e da una riflessione del gruppo di lavoro su una nuova ridistribuzione dei tempi dedicati alle routine, ai
momenti di cura e alle proposte ludiche. Pensiamo che, fin da piccolissimi, i bambini subiscano stili di vita
ormai sempre più frenetici e che a fatica permettano agli adulti, che se ne occupano, di fermarsi a riflettere
e ad intercettare i loro veri bisogni e necessità. Il nostro obiettivo sarà sempre volto a tentare di dare voce
alle loro richieste di attenzione, creando in ogni ambito della vita al nido un clima di serenità e sensibilità
all’ascolto.
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Progetto educativo anno 2020 - 2021

                                   NATURAL….MENTE SI GIOCA…

       …Utilizzando materiali naturali si apprende in modo autonomo e divergente…

“… i bambini, almeno, dovrebbero avere il più possibile le mani sporche di terra, di fango, di
erba, di mescolanze, mani che lavorano e che fanno, che trafficano e assieme a loro trafficano
anche i pensieri…” (Malavasi 2013)

Il progetto educativo che vi presentiamo nasce da una riflessione condivisa e maturata nel tempo e
consolidata ulteriormente in quest’ ultimo anno, nel tentativo di far fronte ad una situazione di emergenza
sanitaria che tutto il mondo sta attraversando. La pandemia che stiamo affrontando ha stravolto le nostre
vite e le nostre abitudini rimettendo al centro dell’attenzione i bisogni più essenziali degli individui di ogni
età.

“Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia.

La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad aleggiare

nei luoghi dove una volta giocavamo.” (Khalil Gibran)
Il tempo del proprio vissuto che ognuno di noi dedica al contatto con la natura, in termini di quantità e
qualità, è diventato ancora più raro e prezioso a causa delle innumerevoli limitazioni imposte per motivi
sanitari a causa delle quali siamo obbligati a mantenere stili di vita poco salutari e purtroppo a concentrare
la maggior parte del nostro tempo in spazi chiusi. I bambini sono i primi a risentire di queste privazioni
sensoriali e di libertà di movimento, poiché immergersi nella natura è coinvolgente, piacevole e la ricchezza
delle emozioni che si percepiscono stimolano anche lo sviluppo delle funzioni celebrali.

“La conoscenza è radicata nella percezione e lo stare a contatto con la natura è la fonte primaria della
percezione” (Khalil Gibran).

Giocando all'aria aperta i bambini non solo riducono i rischi infettivi, che sono sicuramente maggiori nei
locali chiusi, poco areati e molto riscaldati ma, al contrario, migliorano la propria salute rinforzando
notevolmente le difese immunitarie. In giardino si hanno meno probabilità di venire a contatto con germi e
virus che sono invece molto più facilmente trasmissibili in ambienti piccoli e affollati. Vi sono molte
ricerche a sostegno dei benefici che si godono conducendo una vita all'aria aperta, alla quale viene
attribuito il merito di accrescere positivamente lo sviluppo globale del bambino influendo sulla riduzione
dello stress e dell'ansia e sull’acquisizione di maggiori competenze nell'area della memoria e
dell'attenzione. Immersi nella natura i bambini hanno maggiori possibilità di movimento e questo, oltre ad
essere uno strumento fondamentale per un corretto sviluppo fisico, permette loro di combattere la
sedentarietà, prevenire l'obesità, sviluppare competenze motorie, immaginazione e creatività.

A tal proposito tutto il mondo educativo si impegna a riflettere, rielaborare e promuovere il progetto
“Outdoor Education”, nato in Danimarca dal pensiero filosofico e pedagogico del dottor John Dewey (1859-
1952), padre fondatore dell’attivismo pedagogico.

Il principio su cui si fonda la teoria del pedagogista americano è il “Learning by doing” (imparare facendo)
che si basa su "una concezione dell'esperienza come rapporto tra uomo e ambiente, dove l'uomo non è
uno spettatore passivo, ma interagisce con ciò che lo circonda". Secondo Dewey l’educazione all’aperto ha
il merito di aumentare la consapevolezza e la comprensione dell'ambiente esterno come risorsa per un
miglior apprendimento.

Le basi teoriche dell'Outdoor Education si ritrovano ancora prima nel pensiero di Jean Jacques Rousseau
(1712-1778), che fu un grande ispiratore per molti degli educatori che vennero dopo di lui. ” L’educazione
naturale” assume un duplice significato: da un lato deve avvenire a contatto con il mondo della natura e
lontano dalla società degli adulti, dall’altro lato deve seguire i ritmi dello sviluppo individuale e le
caratteristiche psicologiche dei diversi momenti della crescita: prima infanzia, seconda infanzia,
fanciullezza, adolescenza. Secondo Rousseau "la campagna è il luogo ideale per l'apprendimento, dove il
bambino può esprimere e sviluppare le sue originarie capacità, opportunamente stimolate dall'esperienza a
contatto    con   la   natura,   in   un   ambiente   sottratto alle    influenze   del   mondo     civilizzato".
I primi apprendimenti passano attraverso i sensi e l’ambiente naturale offre una gamma molto ricca e varia
di sensazioni, percezioni ed esperienze. I bambini hanno la necessità di annusare, afferrare, stringere,
toccare, muoversi, percorrere delle distanze, di correre ed esplorare per sentirsi parte del mondo. Un’
educazione naturale, come dice la parola stessa, è l’insieme del pensiero e delle pratiche educative che
hanno come tema principale la natura e considerando che essa stessa è intrinsecamente parte del
bambino, egli dovrebbe avere sempre più possibilità di costruire un rapporto diretto con tutti gli elementi
naturali.

Anche la celebre pedagogista Maria Montessori (1870-1952), successivamente, pose il movimento e le
esperienze sensoriali al centro del suo metodo pedagogico, affermando che l’educazione doveva essere
“attiva” e “centrata sul bambino”.          La frase che, per eccellenza, rappresenta a pieno i concetti
fondamentali del suo sistema educativo è: “Aiutami a fare da solo”.

All’inizio del secolo scorso Maria Montessori aveva intuito il legame speciale che esiste tra infanzia e natura
cogliendone le immense potenzialità educative offerte dalla ricchezza che il materiale naturale fornisce ai
bambini. Nei suoi scritti descrive la motivazione profonda che spinge i bambini ad agire nell’ambiente
naturale, ovvero la possibilità non solo di osservare ma anche di cercare, di scoprire e di inventare.

La natura, ormai molto spesso, è vissuta come fonte di preoccupazione per la maggior parte delle persone.
Si percepiscono come pericolose le naturali caratteristiche climatiche stagionali come l’aria, il sole, la
pioggia e la neve, quasi come se questi fossero davvero i temibili nemici della salute. Allo stesso tempo ha
sempre più consenso la fobia del contatto e dello sporco.

Al contrario di quanto si teme, invece, il contatto dei bambini con la natura mette in moto tutti i loro sensi,
incoraggiando così la loro capacità di pensiero, di fare delle ipotesi e stimolando la loro intelligenza.
Le paure degli adulti, talvolta, comportano un atteggiamento iper-protettivo nei confronti dei bambini, e
questo pone dei limiti al loro “vivere” appieno la natura e i suoi fenomeni.

Scriveva il pedagogista Zavalloni (1957-2012): “Credo che i bimbi e le bimbe abbiano il sacrosanto diritto di
giocare con i materiali naturali quali la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, i sassi, i rametti… Quanta gioia nel
pastrocchiare con una pozzanghera o in un cumulo di sabbia. Proviamo ad osservare attentamente bimbi e
bimbe in alcuni momenti di pausa dai giochi organizzati oppure quando siamo in un boschetto… e
scopriremo con quanto interesse riescono a giocare per ore con poche cose trovate per terra”

Il contatto con la natura (terra, piante, foglie, corteccia, insetti, etc.) é fonte di divertimento e curiosità.
Quando i bambini vedono un albero prevale istintivamente un approccio fisico: lo toccano, lo abbracciano,
ne strappano le foglie, provano ad arrampicarsi o cercano gli insetti tra la corteccia.

“Il bambino, che è il più grande osservatore spontaneo della natura, ha indubbiamente bisogno di avere a
sua disposizione un materiale su cui agire” (M. Montessori).
Il GIARDINO

Il giardino è uno dei primi luoghi naturali che si associa all’infanzia, al gioco all’aperto e ad un certo senso di
spensieratezza e serenità: le scuole dell’infanzia si chiamavano un tempo infatti giardini d’infanzia.

Il giardino è solitamente uno spazio antistante il nido o la scuola in grado di creare un contatto con il
mondo naturale e allo stesso tempo trasmettere una sensazione di sicurezza e protezione. Molto spesso
però i giardini sono spazi vissuti al di fuori di una progettualità o di una intenzionalità educativa, utilizzati
nel breve tempo della ricreazione o della pausa, trascurati dal punto di vista estetico e didattico ma
banalmente arredati con i soliti giochi di movimento, scivoli, dondoli e altalene, come se nel linguaggio
universale l’unica funzione da promuovere fosse la motricità. Invece, sarebbe molto utile riflettere sulle
potenzialità degli spazi all’aperto e alle molteplicità delle esperienze naturali che i bambini possono vivere
anche in spazi limitati come i giardini dei Nidi.

Nel corso degli ultimi dieci anni, un gruppo di ricercatori ha cominciato a documentare l’allontanamento dei
bambini dalla natura, individuando le cause di questo allontanamento nell’aumento del senso di
svalutazione dei giochi all’aria aperta, nella diminuzione delle attività ricreative svolte dalle famiglie che
hanno causato un aumento delle ore trascorse davanti al computer e alla televisione e di conseguenza un
aumento dei problemi legati alla salute , in particolare al sovrappeso, a causa della scelta di uno stile di vita
sempre più sedentario.

La vita quotidiana si svolge sempre più all’interno di spazi chiusi che sono diventati sempre più sicuri,
comodi, ricchi di colori e accessori molto accattivanti alla vista ma poco stimolanti per tutti gli altri sensi.

Il pedagogista americano Richard Louv (2006) ha parlato per primo del “disturbo da deficit di natura”
indicandolo come uno dei fattori che potrebbero aggravare le difficoltà di attenzione in molti bambini.
Viene considerato un disagio psicologico e fisico che colpisce un numero crescente di bambini che, nelle
città, non trovano spazi ricreativi per il gioco libero, e trascorrono molto tempo in ambienti chiusi,
generalmente di fronte a uno schermo, già negli anni prescolari. Quest’ultimo anno, proprio a causa della
pandemia che ha colpito la nostra società, si è dovuto ricorrere alla didattica a distanza (DAD) ed
incrementare ulteriormente l’uso della tecnologia come computer e cellulari coinvolgendo, purtroppo,
anche i bimbi più piccoli.

Alcuni studi recenti dimostrano come bambini considerati iperattivi, molto vivaci, irrequieti e con difficoltà
di concentrazione migliorino notevolmente quando si dà loro la possibilità di muoversi in ampi spazi
all’ aperto: più tempo trascorrono a contatto con la natura e più il loro disturbi diminuiscono di intensità.
Nonostante sia in aumento una certa sensibilità a riguardo dei danni ambientali e vi sia una crescente
consapevolezza delle loro conseguenze sul nostro pianeta, ciò che manca veramente è la possibilità di
ricercare un’intimità e una relazione più profonda con la natura, che affermiamo tutti di amare tanto, ma
che nella vita quotidiana teniamo spesso a distanza. Così, nonostante numerose ricerche dimostrino che la
salute mentale e il benessere emotivo dei bambini tragga enormi benefici semplicemente dallo stare all’aria
aperta , la quotidianità di questi bambini è piena di attività programmate in spazi chiusi, che sottraggono
tempo alla spensieratezza del gioco libero e all’avventura.

Educare significa aiutare a guardare con attenzione e curiosità la complessità del mondo che ci circonda, a
osservare la meraviglia dei colori al variare delle stagioni, a rispettare la natura e a porsi in una prospettiva
ecologica.

Partendo da queste premesse, due anni fa la nostra attenzione si è rivolta principalmente a rileggere il
senso e l'utilizzo del giardino nel nostro Nido: il gioco all’aperto non è stato più considerato solo un gioco
libero, motorio e di evasione, ma è diventato sempre più un gioco di scoperta, di ricerca e di acquisizioni. Il
progetto prevedeva la riorganizzazione del giardino sia nei materiali presenti che nelle modalità di utilizzo
trasformandolo in un “grande laboratorio all'aperto”. Uno spazio che riuscisse a stimolare tutte le
percezioni sensoriali e ad innescare nei bambini interesse e curiosità.

Per promuovere il gioco simbolico e incoraggiare le attività di manipolazione con elementi naturali, talvolta
raccolti dai bambini stessi nell’orto, il nostro giardino è stato dotato di una cucina all’aperto costruita con
bancali di legno recuperati e assemblati insieme ai genitori che si sono prestati a collaborare con noi. Per
assecondare invece il bisogno d’intimità dei bambini è stata progettata e realizzata una tana che potesse
soddisfare il loro desiderio di contenimento. Vi sono momenti in cui il bambino può sentire il bisogno di una
pausa, di una sosta, di un semplice momento di riflessione in un luogo riparato dagli sguardi, talvolta
invadenti, degli adulti. Una tana crea questa preziosa occasione di intimità e di crescita individuale perché è
il luogo in cui può rielaborare intimamente il proprio vissuto godendosi la sensazione di autonomia che
nasce dal sottrarsi, anche se per pochi attimi, dal continuo sguardo adulto. Il giardino è il luogo adatto a
stimolare e suggerire al bambino anche le attività più semplici, come scavare una buca, riempirla di foglie,
fare montagne e percorsi con la terra, con i sassi, restituendogli così la possibilità di crearsi un ambiente
immaginario. Ed è proprio l’aspetto selvatico e imprevedibile che stimola i bambini a esplorare con curiosità
e creatività.

Vi è anche una zona relax realizzata con alcuni mezzi tronchi che simulano, per noi adulti, un angolo salotto
ma che i bambini hanno da subito interpretato ed utilizzato come un difficile e sofisticato percorso
d’equilibrismo.

Questa nostra rielaborazione del giardino ha presupposto uno sguardo e un’osservazione attenta
dell'educatore, non più unicamente relegato al compito di condurre le attività ma, al contrario, ispirato a
promuovere e stimolare un contatto originale e personale con l’ambiente naturale. Siamo, oggi più che mai,
convinte, però, che sia necessaria una riflessione generale nido-famiglia su alcuni pregiudizi che
condizionano e frenano molto l’utilizzo delle aree esterne al Nido come, ad esempio, la paura degli agenti
atmosferici, il così detto il “cattivo tempo” e una certa resistenza allo sporcarsi.
Giocare in giardino con il sole, con la pioggia, con la neve, poter saltare nelle pozzanghere o sporcarsi con la
terra che al contatto con l’acqua diventa fango, sono esperienze ricche ed esaltanti ma richiedono una certa
libertà d’azione e quindi, necessariamente, l’equipaggiamento adatto, sia per bambini, sia per gli adulti che
li accompagnano in queste avventure.

Come dice un detto svedese: “…Non c’è brutto tempo, ma solo vestiti non adatti…”

Occorre anche riflettere sul valore del tempo dedicato alla preparazione per queste uscite e come renderlo
un momento educativo e costruttivo utile, alla pari dell’attività stessa, nel condurre il bambino in modo
divertente e consapevole verso l’autonomia e l’autostima.

Vestirsi appropriatamente e cambiarsi al termine di ogni avventura è molto impegnativo ma è ciò che
caratterizza la scelta di proporre ai bambini un’esperienza completa.

La natura va apprezzata in tutte le stagioni e in tutte le sue sfaccettature ed è per questo motivo
fondamentale che le uscite in giardino siano regolari e frequenti in modo da creare i presupposti per
occasioni significative di apprendimento.
“ Chi dice che il sole porta la felicità non ha mai ballato sotto la pioggia” ( Anonimo)

 La natura può fornire al bambino gli strumenti necessari per acquisire la propria autostima, rendendolo
sempre più autonomo dal punto di vista cognitivo, motorio ed affettivo ma accostandolo allo stesso tempo
alla consapevolezza del concetto di limite e al concetto di prudenza.

Ogni bambino può sperimentare i propri limiti ed acquisire consapevolezza in merito al proprio corpo, alle
potenzialità che esso può esprimere e ai limiti che esso presenta. La mancanza di libertà e di spazi di gioco
libero non strutturato ha progressivamente ridotto nei bambini la possibilità di mettersi alla prova e di
esercitare la capacità di resilienza, e la capacità di trasformare un evento negativo in un’opportunità di
crescita. Per poter affrontare un rischio occorrono però competenze emotive, cognitive, fisiche e sociali che
si acquisiscono solo tramite l’esperienza. Ecco perché, un’attività libera e spontanea dei bambini, che
includa anche la parte fisiologica di “rischio”, è necessaria per uno sviluppo sano ed equilibrato e il contesto
più favorevole perché ciò avvenga in modo adeguato è sicuramente all’aperto.

Naturalmente occorre però fare una distinzione fra “pericolo” e “rischio” dal punto di vista del bambino
poiché, mentre il pericolo è qualcosa che egli non vede, il rischio è una sfida che può scegliere se affrontare
o no. Per questo motivo diventa fondamentale il ruolo dell’adulto-educatore il quale deve saper individuare
i fattori di pericolo che il bambino non è in grado di comprendere e valutare ma, al contrario, non deve
eliminare i rischi che gli permetteranno di crescere e di sviluppare le proprie competenze “ capacità di
problem solving”.

Talvolta per risolvere un problema i bambini si coordinano insieme, ognuno offrendo il proprio contributo
creativo, per far fronte ad un obiettivo comune, trovando nella collaborazione le risorse necessarie per
superare una nuova sfida.

                               IL CORTILE INTERNO - “CAVEDIO”

Ad arricchire quello che è già stato realizzato e che vi abbiamo raccontato, quest’anno vorremmo
aggiungere un nuovo progetto di riqualificazione che riguarderà lo spazio interno al Nido, ma che poi
proprio interno non è. Abbiamo individuato nel nostro cortile, “Cavedio”, il luogo adatto a predisporre un
laboratorio scientifico esperienziale, questo perché è uno spazio piccolo , ma che si presta a diventare una
importante risorsa per le attività di gioco e di scoperta. Potrebbe quindi risultare un buon compromesso tra
le attività svolte in giardino e le attività dedicate alla scoperta all’interno del nido. Per renderlo uno spazio
interessante lo doteremo di vasche per i travasi e giochi d’acqua, da utilizzare per l’esplorazione di materiali
naturali raccolti dai bambini in giardino oppure procurati con la partecipazione attiva delle famiglie. Si
potranno proporre attività scientifiche sperimentando semplici leggi della natura come il galleggiamento
degli oggetti o i giochi di equilibrio.

Saranno necessari dei piani di appoggio, come ad esempio tavolini o panchette, su cui assemblare e
impilare il materiale a disposizione. Quest’ultimo dovrà essere sempre molto vario, mantenuto in buono
stato e suddiviso in contenitori appositi, considerandolo a tutti gli effetti un materiale “euristico” naturale.
Per poter favorire un’esperienza gratificante anche per i bambini più piccoli bisognerà porre maggior
attenzione alla diversificazione dei materiali e alla predisposizione adeguata degli arredi.

Predisporre lo spazio è una parte importante del nostro lavoro educativo, infatti non esercitiamo la funzio-
ne di sostegno allo sviluppo solo quando interveniamo nel rapporto diretto con il bambino, ma anche quan-
do organizziamo per lui il contesto in cui agire. E’ quindi importante che sia un ambiente ricco di stimoli,
ben curato e che sia in grado di sostenere e stimolare le libere esplorazioni.
Cercheremo di realizzare delle connessioni fra le attività svolte nel “Cavedio” e quelle svolte all’esterno del
Nido ( giardino, orto) utilizzando e valorizzando il materiale raccolto dai bambini come foglie, fiori, sassi
etc, e di conseguenza promuovendo il contatto con la natura anche in sezione. A tal fine progetteremo la
costruzione di percorsi sensoriali costituiti da moduli a cassetto, contenenti materiali di varia natura e
trama, i quali saranno componibili seguendo la volontà e la fantasia dei bambini.

                           IPOTESI DI PERCORSO STRUTTURATO O RINNOVABILE:

Lavoriamo a questi progetti perché siamo convinte che l’ambiente esterno sia il luogo privilegiato per la for-
mazione del bambino e quindi, come dice il pedagogista Roberto Farnè: “Outdoor non deve essere una
moda del momento, ma un modo di fare educazione”.

                                    IL NOSTRO ORTO DIDATTICO

Il nostro Nido promuove da alcuni anni il “Progetto Orto” dedicando una parte di giardino alla coltivazione
in piccole vasche nelle quali si sperimentano la semina, la cura, il mantenimento e il raccolto.
Prendersi cura di un Orto non fa bene solo ai bambini ma mette in campo più competenze derivanti da
persone di età diverse (insegnanti, educatrici, genitori, nonni) risvegliando uno spirito cooperativo molto
utile alle nuove generazioni per comprendere il vero valore della conoscenza e della collaborazione.
Fra gli obiettivi vi è anche quello di permettere loro di fare esperienze immersi nella natura e scoprirne la
bellezza e, nel contempo, la fragilità.

                                    .

I bambini sono spesso dispersi in un mondo pieno di risposte senza la possibilità di fare domande, non
hanno attrazione perché perdono il senso della bellezza, quella che nasce dallo stupore della vita, dalla
fantasia dei giochi inventati, dalle emozioni che in natura si scoprono anche da una semplice passeggiata in
giardino. E’ importante trasmettere a bambini così piccoli questo rispetto e amore per la natura che, in
cambio, ci ripaga con i suoi frutti, Il solo contatto con essa (terra, piantine, foglie, animaletti, etc.) è fonte
per tutti di piacere, divertimento e curiosità.
Le attività educative proposte nell’orto hanno il merito di far conoscere i ritmi della natura e, osservandone
i cambiamenti, di rallentare il nostro tempo. Sarà un po’ come leggere un libro che, sfogliando pagina dopo
pagina, ci racconterà tutta la storia. Si può così migliorare la relazione con gli alimenti fin da piccolissimi,
quando è possibile osservare con i propri occhi, in maniera continuativa, le fasi della crescita dei prodotti
vegetali nell’orto. Partecipare alla semina, alla raccolta e potendo esplorare, assaggiare, giocare con i colori,
i profumi, le forme e le dimensioni di ciò che si è personalmente e direttamente curato, atteso e visto
crescere lentamente, agli occhi dei bambini ha qualcosa di magico e straordinario.

L’esperienza dell’orto offre l’opportunità di valorizzare gli spazi aperti disponibili, spesso scoprendo che
alcuni angoli, apparentemente inutili, possono invece diventare luoghi di vita scolastica e sociale. In questi
luoghi ci si prende cura di un bene condiviso e si impara che i cambiamenti avvengono con il lavoro e la
collaborazione di tutti, veicolando un importante messaggio educativo.

Un forte sostenitore di questi valori è Carlo Petrini, fondatore di Slow Food International che già a metà
degli anni ’90, con la sua Associazione decise di proporre nelle scuole un nuovo metodo di educazione
alimentare, basato sull’attività pratica nell’orto e sullo studio e la trasformazione dei prodotti in cucina .
Sono così nati gli orti scolastici italiani denominati “Orto in Condotta” che sono in crescente aumento e
comprendono anche alcuni Asili Nido in Italia.

Egli ci spiega: “Il progetto Orto in Condotta è triennale, il suo programma è basato principalmente
sull’educazione alimentare e ambientale, attraverso attività in classe e nell’orto. I formatori di Slow Food si
occupano delle lezioni di aggiornamento con gli insegnanti e degli incontri con i genitori. Ogni anno le
attività ruotano intorno ad una tematica precisa: l’orto e l’educazione sensoriale; l’educazione alimentare e
ambientale; la cultura del cibo e la conoscenza del territorio.”(In giardino e nell’orto con Maria Montessori)

                                 IL PROGETTO “ORTOINCONDOTTA”

   Il progetto Ortoincondotta ha visto la sua realizzazione a Moncalieri due anni fa e ha dato il via ad un
programma molto più esteso rispetto a quello realizzato negli anni precedenti al Nido.

Questa iniziativa infatti prevede la collaborazione con La Scuola dell’Infanzia Colibrì e la Scuola Elementare
Marco Polo adiacenti e crea una straordinaria occasione di continuità tra ordini di scuola differenti.

L’inaugurazione dell’Orto Scolastico si è svolta il 20 Giugno 2018 con la presenza del Sindaco di Moncalieri
Paolo Montagna che ha promosso l’iniziativa con il simbolico taglio del nastro, consegna della Targa di Slow
food e la successiva visita degli orti insieme ai bambini.

Durante questa festa sono stati venduti alle famiglie i prodotti dell’orto e i manufatti preparati dai bambini
divisi per ordine e grado e da allora ogni anno con il ricavato della vendita dei prodotti della terra viene
acquistato il materiale per sostenere con autofinanziamento il Progetto.

Le verdure che crescono in modo straordinariamente veloce e rigoglioso vengono raccolte e esposte
nell’ingresso del Nido in modo da essere visibili e fruibili alle famiglie.
Questa proposta educativa offre molte situazioni gratificanti: seminiamo, osserviamo crescere le nostre
piantine, le innaffiamo e le aiutiamo a fiorire. I bambini hanno accesso ad un mondo spesso sconosciuto a
chi non vive in campagna e che genererà sicuramente interesse ma, a suscitare lo stupore per la natura,
talvolta basta godersi una semplice passeggiata nel nostro orto.

Il Progetto propone ogni anno una tematica nuova e quest’anno l’argomento su cui siamo chiamati a
riflettere sarà “ l’acqua come bene comune”. Ovviamente il tema verrà trattato con competenze diverse a
seconda dell’età dei bambini e del ciclo scolastico frequentato, ma è comunque importante che anche i più
piccoli siano sensibilizzati sui temi ecologici poiché saranno gli adulti di domani. Seguiremo con attenzione
gli approfondimenti e le riflessioni che durante l’anno verranno trattate in coordinamento con le scuole
adiacenti e collaboreremo alle proposte con attività adeguate e calibrate alle competenze dei bambini del
Nido.

                     CONTINUITA’ TRA NIDO E SCUOLA DELL'INFANZIA

Il progetto di continuità nido-materna riguarda tutti i bambini che il prossimo anno effettueranno questo
passaggio. Anche quest’anno speriamo, malgrado il momento difficile dovuto all’emergenza sanitaria, di
poter pianificare con le maestre della Scuola dell’Infanzia Colibrì di via Galimberti n. 5, un progetto
specifico per permettere loro di stabilire un primo contatto con i bambini del Nido. Saranno utili durante
l’anno le collaborazioni che si potranno stabilire nelle attività dell’ Orto didattico” che condivideremo sia
come spazi che come obiettivi.

                                                   VERIFICA

Durante l’anno sono previsti alcuni momenti di verifica, con la supervisione della direttrice educativa, che
verranno effettuati prendendo in esame le osservazioni svolte durante le attività, accompagnate da una
documentazione fotografica. Questi passaggi sono utili alla comprensione di quanto le nostre proposte di
gioco-attività abbiano soddisfatto i reali bisogni del bambino. Svolgere verifiche intermedie durante l’anno
permette a noi educatrici di esaminare gli obiettivi raggiunti e raccogliere i suggerimenti dei bambini per
proseguire correggendo e rilanciando un nuovo intervento educativo. A partire dal mese di Marzo, le
educatrici saranno disponibili per i colloqui individuali con le famiglie, al fine di illustrare i progressi e le
acquisizioni dei singoli e di fornire approfondimenti in merito alle attività realizzate.

                                            DOCUMENTAZIONE

   Per documentare le attività svolte, cercheremo di cogliere e fotografare           i momenti più simpatici e
significativi che il bambino sa regalare quando è immerso nella dimensione relazionale e creativa. Le foto
saranno in visione nella cornice digitale che è posta nell’atrio e verranno aggiornate settimanalmente per
dare risposta alla curiosità e al desiderio di conoscere la vita al nido da parte delle famiglie.

Sempre nell’atrio verrà esposto anche un Quaderno che avrà la funzione di “diario di sezione” nel quale
durante l’anno aggiungeremo pagine con foto e racconti delle esperienze vissute e dei progressi raggiunti
dai bambini. Queste iniziative nascono dal desiderio di rendere più partecipe il genitore alla vita al nido e
alle esperienze dei bambini Alla fine dell’anno, ad ogni famiglia, consegneremo una penna USB con la
documentazione fotografica che aiuterà a raccontare le esperienze compiute al nido dal bambino, insieme
alle educatrici e ai compagni di viaggio.
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