L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo

Pagina creata da Valeria Arena
 
CONTINUA A LEGGERE
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
L’ALFIERE  Periodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo

Anno III – n. 4      Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE
                     - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi,
Dicembre 2018        Simone Duranti, Stefano Giorgini, Pierfrancesco Pedone, Sirus Casini, Niccolò Rosati, Francesco Ricciarini - Foto: archivio Sbandieratori

  Editoriale

 N          ormalmente l’Editoriale di fine anno rap-
            presenta il resoconto di quella che è stata
            l’attività associativa dei dodici mesi appena
  trascorsi e i programmi e progetti per il nuovo anno
                                                                                       lettori e amici che ci sostengono e ci incoraggiano
                                                                                       nel nostro lavoro e che quando siamo partiti –
                                                                                       ormai sono tre anni, con undici numeri pubblicati –
                                                                                       non pensavamo potessero essere così numerosi e
  che verrà. Noi della Redazione de l’Alfiere crediamo                                 riconoscenti per quello che l’Alfiere ha fatto.
  che ciò sia stato già per gran parte fatto durante le                                Ringraziamo quindi tutti e auguriamo Buone Feste
  varie uscite del 2018 e anche in questo stesso                                       e Felice Anno Nuovo.
  numero. Vogliamo quindi solo salutare tutti i nostri                                                                        La Redazione

                                                                                                                            L’ALFIERE - n. 4 - 2018                            1
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
CITTÀ DI AREZZO

Alessandro Ghinelli, Sindaco della Città di Arezzo
Intervista al Presidente Onorario della nostra Associazione

                                                               Sergio Rossi

 I
        ntervistiamo in questo numero de l’Alfiere, l’Ingegnere Alessandro Ghinelli, Sindaco della Città di
        Arezzo, nella sua veste di Presidente Onorario dell’Associazione Sbandieratori. Questo perché nello
        Statuto del sodalizio è proprio previsto, fin dalla nascita nel 1964, che il Sindaco protempore della Città,
 avrebbe rivestito anche questo ruolo.

 Signor Sindaco, quando è entrato in carica e Le            speciale che fu consegnata a Papa Francesco,
 hanno comunicato le sue tante competenze,                  insieme a tutto il mondo della Giostra del Saracino e
 deleghe, insomma quando le hanno consegnato                posso testimoniare sull’impeccabile comportamento
 la “valigetta con i codici”, sapeva che sarebbe            e sulla grande qualità della esibizione che fu
 stato anche Presidente Onorario dell’Associa-              presentata in quella occasione. Però, visto l’assist,
 zione Sbandieratori di Arezzo? Che effetto Le              informo la redazione del L’Alfiere che mi piacerebbe
 ha fatto, come ha vissuto e vive – nel corso del           molto e che sarebbe auspicabile una mia presenza ad
 Suo mandato – questa posizione?                            una importante trasferta degli Sbandieratori!!
 No, non lo sapevo inizialmente. Mi fu comunicato
 successivamente dal Presidente allora in carica, in
 occasione di una delle riunioni conviviali che la
 vostra – anzi potrei dire ora, la nostra –
 Associazione celebra ogni anno il 28 di dicembre. E
 devo dire che mi ha fatto molto piacere e mi onora,
 perché indubbiamente gli Sbandieratori rappre-
 sentano la Città di Arezzo, ne sono fra i principali
 alfieri e rappresentanti. Colgo l’occasione per
 auspicare una sempre maggiore collaborazione e
 sinergia con l’Amministrazione Comunale che
 proprio attraverso la figura del Sindaco può e deve
 interagire con l’Associazione, alla quale confermo
 comunque l’apprezzamento e la riconoscenza, certo
 di interpretarla, di tutta la Città.
 Ha avuto mai qualche occasione di partecipare,
 in Italia e anche all’estero, a trasferte insieme al
 Gruppo? Che impressione, che ricordi, che
 esperienze ne ha tratto?
 No, in maniera diretta e con il Gruppo no, ma mi è
 capitato di essere presente insieme ai ragazzi a Ro-
 ma, in occasione della consegna della Lancia d’Oro

 2       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
CITTÀ DI AREZZO

Proprio in questi giorni ha iniziato la sua                  tanto ancora possono fare per aggregare e consen-
attività la Fondazione Arezzo Intour, della                  tire la socializzazione di tutti gli appassionati, soprat-
quale gli Sbandieratori sono fra i soci                      tutto giovani, che gravitano intorno alla Giostra del
sostenitori. Che significa tutto questo?                     Saracino.
Sì, la Fondazione è nata proprio di recente, con lo          La nostra cordiale e piacevole chiacchierata con il
scopo di far conoscere, in Italia e nel Mondo,               Sindaco si conclude, con l’impegno da parte dell’As-
Arezzo e le sue bellezze, soprattutto rispetto ai            sociazione Sbandieratori di averlo ospite, compa-
grandi operatori nazionali ed internazionali e la            tibilmente con i suoi innumerevoli impegni, in una
promozione di questa “aretinità”, che tutti ci               prossima trasferta del Gruppo, a rappresentare al
invidiano e apprezzano, è la missione di Arezzo              meglio e al massimo livello la nostra splendida Città.
Intour. In questo contesto e con ruoli diversi, tanti
sono gli attori e i protagonisti e indubbiamente gli
Sbandieratori di Arezzo ne sono una delle compo-
nenti essenziali e fondamentali.
In Città, durante tutto l’anno sono tante le
occasioni in cui gli Sbandieratori presenziamo
ad eventi e iniziative, questo anche insieme ai
Musici e all’Associazione Signa Arreti. La
Giostra del Saracino evidentemente è un ele-
mento di attrazione e identificazione di Arezzo?
Senza dubbio è così. Questa manifestazione carat-
terizza e rappresenta al meglio la storia, la cultura e le
tradizioni di Arezzo e quando ad Arezzo si svolgono
eventi o sono presenti personalità di spicco dello
scenario mondiale, l’Amministrazione è fiera di
presentare ed accogliere gli ospiti con le sue eccel-
lenze e la Giostra, gli Sbandieratori, insieme agli altri
ne sono gli elementi di punta. Anzi, colgo l’occasione
per sottolineare e auspicare sempre una maggiore
collaborazione fra queste realtà, anche alla luce della
prossima riorganizzazione della Istituzione Giostra
del Saracino, perché solo il gioco di squadra e la
corretta interpretazione del proprio ruolo possono
veramente permettere il salto di qualità ulteriore e il
raggiungimento degli obbiettivi che sono comuni e
nell’interesse esclusivo della Città. Penso anche ai
Quartieri, i quali al di là dell’aspetto tecnico-
organizzativo all’interno della manifestazione, han-
no un ruolo fondamentale sulla vita associativa
all’interno della comunità, una sorta di presidio del
territorio che tanto fanno, e questo va riconosciuto, e

                                                                                    L’ALFIERE - n. 4 - 2018        3
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
RESOCONTO DEL PRESIDENTE

Tradizione e resilienza
La passione come motore: verso i 60 anni di vita tra passato, presente e futuro

                                                           Giovanni Bonacci

D          icembre, momento di bilanci. Anche per la
           nostra Associazione è l’occasione per
           tirare le somme dell’attività di questo 2018
 che sta per passare in archivio, tra motivi di
                                                               Un trio di…“Dottori“
                                                               Si sono laureati Giulio, Roberto e Lorenzo
 soddisfazione e spunti di riflessione.                                                       Romano Junior Vestrini
 È su uno di questi ultimi in particolare che vorrei
 soffermarmi: come si è evoluto il Gruppo nel corso
 dei decenni e cosa invece accomuna gli sbandiera-
 tori di oggi con chi li ha preceduti?
 Se ci voltiamo indietro, sono sicuro che neanche il
 più visionario dei nostri “padri fondatori” avrebbe
 immaginato di poter vedere la propria creatura
 procedere spedita verso i 60 anni di vita, con una
 formula in apparenza inalterata, potendo orgo-
 gliosamente vantare vitalità associativa unita ad una
 reputazione ancora solida e non scalfita, anzi
 rafforzata, dalle centinaia di epigoni troppo spesso
 improvvisati quando non privi di qualunque
 giustificazione storica.
 Eppure, mi sono spesso trovato a disquisire se sia
 più giusto perseguire una rigida “ortodossia”, non
 solo nel modo di proporsi al pubblico ma anche
 nella gestione del gruppo, o se invece sia necessario
 adattarsi alle mutate mentalità ed alle moderne
 attese soprattutto dei più giovani, che poi di un
 collettivo come il nostro sono la linfa.
 Specie da parte di coloro che hanno vissuto gli
                                                                 I       l numero di laureati all’interno della no-
                                                                         stra Associazione aumenta grazie a
                                                                         Giulio Marcantoni, Roberto Vestrini e
                                                               Lorenzo Diozzi. Nonostante il palese ed evi-
                                                               dentissimo “conflitto di interessi” di chi scrive, cer-
 Sbandieratori nei primordi non sono mancati                   to di rappresentare il sentimento unanime del
 commenti ispirati ad un certo rimpianto per quegli            Gruppo, esprimo, a nome di tutta la Redazione,
 anni: ad essi replico facendo sommessamente                   le nostre più vive congratulazioni ai tre ragazzi e
 osservare come l’inevitabile assuefazione al tipo di          un grande in bocca al lupo per il futuro.
 spettacolo, unita ai differenti gusti del pubblico e ad       Per dovere di cronaca Giulio si è laureato in
 una sempre più diffusa concorrenza, le accresciute            Ingegneria Gestionale, Roberto in Scienze
 difficoltà di gestione coniugate alla crescita del            Politiche, mentre Lorenzo in Giurisprudenza.
 numero degli effettivi, rendano poco paragonabile
                                                               Ancora complimenti!!!
 l’associazione di oggi con quella di allora.

           Via Madonna del Prato, 12, Arezzo

 4       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
RESOCONTO DEL PRESIDENTE

Senza dimenticare la “comfort zone” che veniva           Mai accontentarsi, ovvio; ma per realtà come la
garantita dalla “chioccia” APT, perduta forzo-           nostra i margini di miglioramento devono rappre-
samente per soppressione di quell’ente!                  sentare uno stimolo e non la scusa per non dare il
Le differenze dunque esistono, ma forse il segreto       massimo.
della nostra longevità è proprio la capacità di          Avanti tutta, Sbandieratori di Arezzo!
adattarsi e trasformarsi nel rispetto delle proprie
tradizioni. Proviamo a rifletterci.
Dal lato tecnico, sono persuaso che oggigiorno,            Conosciamo gli sbandieratori
soprattutto in occasione della Giostra del Saracino,
sia difficile accontentare un pubblico sempre più          Riccardo Viganò, la sua fame lo precede
esigente se non proponendo esibizioni ideate per                                                    Sirus Casini
“alzare l’asticella”, sia nelle coreografie che nelle
musiche; anzi, direi che dagli Sbandieratori di
Arezzo ce lo si aspetta. Anche a costo di prendersi
dei rischi e, giocoforza, rischiare l’imperfezione.
Dal punto di vista strettamente gestionale, è appena
il caso di osservare come anche alle associazioni
come la nostra vengano imposti vincoli e pastoie
burocratiche che quasi rischiano di fiaccare la
capacità di resistenza del mondo del volontariato.
Sotto l’aspetto associativo, nell’epoca dei “social” e
dell’odierna conclamata riottosità (non solo delle
nuove generazioni) a partecipare con costanza alla
vita di gruppo, sottolineo come abbia quasi del
miracoloso vedere ancor oggi decine di ragazzi di
varia età allenarsi, gestire il magazzino, sistemare
una splendida sede, organizzare eventi, contribuire a
far quadrare i conti per poi indossare 40-50 volte
                                                           E          ntrato nel gruppo un’era fa, veterano
                                                                      nei comportamenti, da rivedere a livel-
                                                                      lo di sbandierata. Viene considerato lo
                                                           sbandieratore meno sbandieratore del gruppo ma,
                                                           nonostante tutto, combatte come pochi nel
l’anno costume-calzamaglia-stivali sacrificando il         difendere la sua presenza nelle feste paesane più
proprio tempo libero per una trasferta spesso da           ghiotte con la sua arma più efficace: la battuta
essi stessi procacciata!                                   pungente. Capendo che il suo futuro non è quello
Ma c’è un aspetto che non è mai cambiato: la pas-          da alfiere, ha puntato dritto alla carica più ambita,
sione, vero motore senza il quale nessuna realtà di        quella da direttore tecnico, accumulando per
volontariato potrebbe funzionare. Quella stessa            gioco un bacino di eventuali elettori da far
passione che traspare, oggi come allora, negli occhi       tremare le alte cariche. Voci di corridoio dicono
degli sbandieratori che in Borgunto stanno per             che questo sarà l’anno della consacrazione, dove
entrare in Piazza Grande, che fa profondere il             si allenerà a dovere per raggiungere l’obiettivo più
medesimo impegno in tutte le cose che si fanno, che        volte accarezzato ma mai stretto, il saggio in
fa gettare il cuore oltre l’ostacolo.                      Piazza Grande per la Giostra del Saracino.
Ecco che allora avverto forte l’onore ed il privilegio     Steno stai attento che dove passa Viganò non
di far parte di un gruppo vivo, compatto, coeso,           cresce più il rigatino.
conscio della propria forza e capacità, orgoglioso         Detto questo, se c’è una cosa in cui il nostro
della propria storia, saldamente radicato nella            Riccardo eccelle è essere un grande amico.
cultura aretina!

                                                                               L’ALFIERE - n. 4 - 2018        5
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
RESOCONTO DEL DIRETTORE TECNICO

Le persone passano, il Gruppo Sbandieratori resta
Alzare continuamente l’asticella: complessità tecnica e voglia di osare

                                                           Stefano Giorgini

 C          arissimi Soci, approssimandoci alla conclu-
            sione del nostro 58° anniversario, è mio
            onore oltre che dovere, fare un piccolo con-
 suntivo di quella che è stata la nostra attività ed i
                                                              Tanti auguri, papà
                                                              È nato Achille Gamberi
 risultati ottenuti in questo 2018.                                                                Daniele Serboli
 Inizierei proprio dall’ultima Giostra del Saracino
 svoltasi nello scorso Settembre, dove i nostri
 ragazzi hanno dovuto esibirsi in un contesto
 davvero particolare.
 Le difficoltà incontrate, dovute ad una situazione
 meteorologica al limite dell’impossibile, con im-
 provvise e forti raffiche di vento che cambiavano
 ogni volta intensità e direzione, hanno provocato al-

                                                                 I        l 3 novembre il nostro Giorgio
                                                                          Gamberi è diventato babbo. È nato
                                                                          Achille, a cui auguriamo una vita ricca
                                                               di felicità e soddisfazioni, nell’auspicio che un
                                                               giorno possa seguire le orme paterne all’interno
                                                               del Gruppo. I nostri migliori auguri a Giorgio e
                                                               a mamma Valentina per l’inizio di questo nuovo
                                                               e fantastico percorso.

                                                            cune piccole sbavature dal punto di vista tecnico
                                                            che comunque sono state limitate dalla consueta
                                                            abilità che i nostri ragazzi hanno messo in campo.
                                                            La complessità tecnica e la voglia di osare, alzando
                                                            continuamente l’asticella dell’esibizione per cercare
                                                            di stupire chi ci guarda, valgono sicuramente la
                                                            pena del rischio che ogni volta ci attende.
                                                            Dispiace comunque constatare che le osservazioni
                                                            più critiche ci siano state rivolte da chi ben conosce
                                                            le difficoltà delle nostre performance, specialmente
                                                            quando siamo obbligati a confrontarci con situazio-
                                                            ni incontrollabili ed imprevedibili.
                                                            Voglio ringraziare ed elogiare allo stesso tempo tutti

 6       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
RESOCONTO DEL DIRETTORE TECNICO

coloro che con la loro passione ed attaccamento al
gruppo, hanno contribuito a tenere alto il livello di
apprezzamento degli Sbandieratori di Arezzo, tanto
in Italia che all’estero, e se le “trasferte” sono
aumentate il merito e l’orgoglio va a tutti voi.
Siamo cresciuti tutti sia a livello di accompagnamen-
to musicale che da un punto di vista tecnico e la
differenza tra i veterani e le nuove leve si è assotti-
gliata verso l’alto con grande soddisfazione di tutti.
Questo significa che l’entusiasmo messo in campo è
sempre ai massimi livelli, facendoci così ben sperare
per il futuro del nostro Gruppo che vive princi-
palmente della nostra enorme passione.
Vorrei, a nome di tutti quanti, ringraziare in modo
particolare alcuni dei nostri soci che non sono più in
attività continuativa, ma che hanno dimostrato
disponibilità, professionalità e grande attaccamento
in occasione di esibizioni nelle quali non era stato
raggiunto il numero ottimale.
Voi siete l’esempio di quella che è adesso e che
dovrebbe rimanere in futuro la nostra filosofia:
“Le persone passano, il Gruppo Sbandieratori
resta!!!”

 In evidenza
 Musica bandiere e voci in Pieve - IV edizione
                                                                                      Romano Junior Vestrini

                                                          V        enerdì 14 dicembre, nella splendida
                                                                   cornice di Santa Maria della Pieve di
                                                                   Arezzo, si è tenuta la quarta edizione di
                                                          “Musica bandiere e voci in Pieve”, diventata
                                                          ormai un appuntamento fisso per la nostra Città.
                                                          Assieme      all’Ensemble    Vocale     Femminile
                                                          “Kastalia” diretta da Eugenio Dalla Noce e con i
                                                          preziosissimi contributi di Marco Rossi all’organo
                                                          e Niccolò Rossi al clarinetto, gli Sbandieratori
                                                          hanno regalato al numerosissimo pubblico
                                                          presente volteggi di bandiere e brani musicali
                                                          ispirati sia alla cultura del territorio che al
                                                          repertorio classico.

                                                                             L’ALFIERE - n. 4 - 2018      7
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
TRASFERTE MEMORABILI

Sur! Il gran tour del 1991 in Sud America
Gli Sbandieratori in Argentina, Uruguay, Cile e Brasile

                                                         Simone Duranti

 T          utte le tappe intercontinentali degli
            sbandieratori rimangono comprensibil-
            mente nella memoria del gruppo e le due
esperienze sudamericane, per motivi diversi,
rientrano nella categoria dei ricordi indelebili.
                                                          tro del breve passaggio a Montevideo, dove la
                                                          squadra si esibì anche per l’inaugurazione del nuovo
                                                          stadio della capitale (il celebre Estadio del
                                                          Centenario). Ritorno in Argentina, a Cordoba (sono
                                                          ricordati gli applausi commossi di interi piccoli paesi
La prima occasione fu in Argentina, a Buenos Aires,       di quella provincia, come a La Falda) e da lì entrata
per i mondiali di calcio del 1978. Non si tratta di       in Cile, a Santiago, per poi esibirsi a Valparaiso e
una data da poco, e non mi riferisco al fatto             Viña del Mar, la cosiddetta “città giardino”. Il finale
sportivo, ma alla esperienza della dittatura militare     della trasferta a Rio de Janeiro, presso l’università. Il
che il paese stava vivendo proprio in quegli anni. Il     tutto svolto sotto gli auspici e con l’organizzazione
gruppo stesso, come accadde per la squadra italiana       delle ambasciate italiane in Sud America.
di Coppa Davis che si recò nel Cile di Pinochet,          “Paolone” mi ha lasciato un ricordo divertente, sul
visse il dilemma interno e le pressioni esterne sulla     celebre singolista Barbagli, che ingaggiò per serate
pertinenza di una partecipazione che in qualche           intere sfide a “bollini” (sì, avete letto bene!!!) con lui
maniera poteva rappresentare un avallo della              ed altri, barando nei modi più spudorati. La
dittatura militare che si stava macchiando di crimini     semplicità del gruppo è anche questa: vista dall’alto,
atroci. I temi e i risvolti di quella esperienza sono     col senso di distanza, una trasferta nell’immenso
complessi e meritano una riflessione ampia alla           Sud America… si trova il tempo di giocare come da
quale dedicheremo in futuro un articolo specifico.        bambini! Grandi distanze da percorrere e
Di ben altra leggerezza emotiva fu il vero e proprio      spostamenti frequenti: una costante del gruppo
tour sudamericano del 1991 che dal 17 al 31 ottobre       sbandieratori. Ci si potrebbe chiedere quanto poco
portò il gruppo dall’Argentina, all’Uruguay, al Cile,     tempo resti per visitare un Paese, soprattutto
fino al Brasile. L’occasione della trasferta non era      quando, dalla carta geografica sulla quale si appone
certamente una Coppa del mondo, ma rappresentò            al ritorno un’altra bandierina, si passa alla sfera delle
ugualmente per la squadra un momento unico:               esperienze vissute personalmente. Ho sempre
quanti ragazzi, circa trent’anni fa, potevano             pensato, col poco tempo a disposizione e i frequenti
permettersi un viaggio, una esperienza anche breve        impegni quotidiani in trasferta che non ti
in quel continente così ambito, esotico e remoto?         consentono di organizzare magari una visita, una
Appartengo ad una generazione di sbandieratori            escursione a siti e luoghi che non si dovrebbe non
diversa, che non ha vissuto quell’esperienza,             vedere, che si tratti di uno spreco. E si conclude col
pertanto mi sono mosso a partire dal filo dei ricordi     dire: va bè….è solo un assaggio….ci tornerò da
degli altri: Stefano Giorgini e Paolo Farsetti. Per       solo! Poi invece parli con chi partecipò ad una
quanto distante nel tempo, è rimasta nella memoria        trasferta di questo tipo, si rileggono i giornali del
il contatto con le comunità italiane di emigrati,         tempo che ne parlarono, e si scopre quella
attorno alle quali le esibizioni assunsero un             dimensione di pathos data dall’incontro con gli
significato di forte partecipazione. Proprio sul tema     emigranti. E “Steno” allora mi ha parlato di una
degli italiani emigrati era stata “costruita” la          nostra peculiarità: vedere i luoghi più disparati,
trasferta: un convegno di delegati di giovani toscani     recitando sempre la parte di visitatori sotto i
a Buenos Aires; la colonia toscana era inoltre al cen-    riflettori, l’entrare in luoghi e comunità lontane, con

 8     L’ALFIERE - n. 4 - 2018
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
TRASFERTE MEMORABILI

addosso lo sguardo curioso di tanti, l’ammirazione
dei bambini.
La presenza italiana, soprattutto in Cile e Argentina,
è impressionante, conseguenza di una emigrazione
primo-novecentesca che ha caratterizzato in
maniera indelebile le costruzioni delle comunità
locali e delle loro culture. Sbandierare in quei
contesti negli anni Novanta era un elemento di
sprovincializzazione forte sia per il gruppo, che
sperimentava più in profondità, rispetto al 1978, il
“nuovo mondo”, sia per quegli italiani ispanizzati
che vivevano le difficoltà economico-sociali delle
nazioni che li ospitavano.                                 ti gli sbandieratori, portatori di coreografie, di
Conosco personalmente quei luoghi, visitati più            geometrie, di dialoghi di colori capaci di comunicare
volte senza il gruppo: la pulizia di un cielo vivido, le   abbattendo confini culturali. Lo ricordava Orlando
stelle basse, piccoli paesi alimentati a generatori di     Bruni, storica tromba del gruppo, al ritorno dalla
corrente. Un Paese, il Cile, disteso verso un sud che      spedizione sudamericana, concentrandosi sul
non si raggiunge mai: una fine del mondo                   significato della nostra schermaglia, così apprezzata,
annunciata dalla Patagonia lontana, fra strade dritte,     perché così potentemente evocativa. Non soltanto il
solo nel nord impreziosite di vigneti. Il resto è tanto    bene e il male in lotta, dico io, ma la concentrazione
vento, che ti modella la faccia e fa respirare con         sulla fatica, sullo sforzo titanico dell’uomo. Ed è nel
gusto, se hai curiosità. Sono Paesi di culture             lavoro, nella fatica, nel perfezionarsi, che proba-
mescolate: europee, asiatiche ed indigene. Il tutto ha     bilmente gli emigrati italiani di quel lontanissimo
trovato un senso, una stabilità, attraverso processi       Sud America hanno trovato il senso di quei
secolari complessi, non immuni dalla violenza della        movimenti.
politica (soprattutto in Cile la cultura indigena è        Quei vecchi italiani commossi dal saperti toscano,
stata pressoché sradicata, con la cancellazione di         persone mai tornate…destino frequente delle
intere popolazioni) e dell’economia che frequen-           migrazioni continentali. Oggi tutto questo ha un
temente ha azzerato risparmi e infragilito l’avvenire      senso: l’incontro con l’altro, al di là delle
delle persone.                                             strumentalizzazioni politiche, al di là del clima,
In contesti così densamente complicati si sono spin-       frutto dei problemi odierni, rimane un valore
                                                           imprescindibile per l’uomo. Se penso a quelle
                                                           persone semplici, andate via per costruirsi una
                                                           alternativa, ai loro figli e nipoti, che incontravano
                                                           persone altrettanto semplici, ma vestite in
                                                           calzamaglia, non posso non avere un senso di
                                                           affetto, di tenerezza. Edo, il “Nonno” e gli altri a
                                                           firmare autografi alla gioventù brasiliana che ti
                                                           ringrazia. Le persone commosse a Valparaiso. Mio
                                                           fratello, all’epoca, in una intervista su “La Nazione”
                                                           ricordava: “un fatto è certo: gli emigranti hanno una
                                                           gran voglia di Italia”.
                                                           E noi sbandieratori – concludo io – abbiamo una
                                                           gran voglia di mondo, perché senza il confronto
                                                           l’anima non cresce più.

                                                                                L’ALFIERE - n. 4 - 2018      9
L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE

Gli Sbandieratori di Arezzo e la Svizzera
La trasferta di Nyon, in occasione del decimo anniversario della fusione con il distretto di Rolle

                                                            Pierfrancesco Pedone

 L          a lunga stagione delle manifestazioni che nel
            2018 hanno visto la partecipazione degli
            Sbandieratori è stata caratterizzata da un gran
 finale a Nyon in Svizzera. La motivazione infatti per la
 quale siamo stati invitati costituisce ancora una volta la
                                                                 ne, frutto della fusione dei due distretti di Nyon e di
                                                                 Rolle. Il coinvolgimento degli Sbandieratori a questo
                                                                 evento di grande rilievo a livello istituzionale
                                                                 rappresenta quindi motivo di orgoglio per
                                                                 l’Associazione. Ma se questo si è reso possibile, la
 dimostrazione di quanto la nostra associazione sia              ragione va ricercata soprattutto nei rapporti scaturiti
 capace, attraverso le sue bandiere e le sue musiche, di         con la Svizzera in questi ultimi 15 anni.
 tessere relazioni importanti e durature nel tempo.              La storia ha inizio infatti alla fine del 2003, quando
 La città di Nyon, che si affaccia anch’essa sul lago di         due italiani ormai da anni residenti in Svizzera ci
 Ginevra, è la capitale del distretto omonimo che que-           chiedono un incontro al fine di raccogliere
 st’anno festeggia i dieci anni della sua nuova costituzio-      informazioni sul nostro gruppo. I due italiani sono
                                                                 Renato Galletti, di Losanna ma originario di Castiglion
                                                                 Fiorentino, e Renzo Baldino, Conservatore del
   Arezzo in lutto                                               Castello di Coppet, entrambi appartenenti al GEI
   È scomparso l’Avv. Antonio Bonacci                            (Gruppo Esponenti Italiani, di cui allora Galletti era
                                                                 Presidente). Renato e Renzo manifestano la loro
                                             Sergio Rossi        intenzione di voler proporre e sostenere, come
                                                                 omaggio degli Italiani in Svizzera, uno spettacolo
                                                                 tipicamente italiano, quale quello degli Sbandieratori,
                                                                 in occasione della “Fète du Bourg” (Festa storica che
                                                                 si svolge presso il Castello di Coppet ogni 10 anni),
                                                                 che si sarebbe tenuta nel settembre 2005. Ci venne
                                                                 allora quindi spontaneo, dato l’ampio margine di
                                                                 tempo rispetto a tale evento, di proporre loro di venire
                                                                 a vedere in anteprima qualche nostra esibizione; e
                                                                 quale migliore occasione se non quella della successiva
                                                                 edizione in notturna della Giostra del Saracino che si
                                                                 sarebbe svolta nel giugno 2004?

   U         n grave lutto ha colpito la famiglia del            La proposta fu accolta con tale entusiasmo e, nel
             nostro Presidente Giovanni Bonacci.                 contempo, curiosità, che fece si che a giugno si pre-
             Lo scorso mese di novembre è infatti                sentasse ad Arezzo un’intera delegazione di sindaci dei
   deceduto il fratello, Antonio, noto e stimato                 comuni della cosiddetta “Terra Santa” (che com-
   avvocato, nonché componente della Magistra-                   prende una decina di comuni all'interno del Canton di
   tura della Giostra del Saracino. Rigoroso e                   Vaud che si affacciano sul Lago di Ginevra).
   competente nella professione, così come inna-                 Inutile dire che l'accoglienza aretina, condita con le
   morato della sua Città, amante del calcio, Inter              eccellenze della nostra terra, e soprattutto lo spet-
   ed Arezzo le sue passioni, lascia un ricordo                  tacolo ammirato durante la nostra esibizione in piazza
   indelebile su quanti lo hanno conosciuto.                     Grande abbatterono qualsiasi eventuale minimo dub-
                                                                 bio sulla nostra partecipazione a Coppet.

10       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE

Oltretutto, insieme al nostro gruppo, fecero parte        ultima spedizione di Nyon, la comunità svizzera ci
della spedizione a Coppet anche i coristi aretini         ha riservato.
dell’Insieme Vocale Vox Cordis, che nell’occasione        Un ringraziamento particolare è doveroso fare a tale
indossarono costumi dei figuranti del Saracino,           proposito al Prefetto del Distretto di Nyon, Jean
messi eccezionalmente a disposizione dall’Istitu-         Pierre Deriaz che, molto aldilà dell’alto ruolo
zione Giostra. La partecipazione degli Aretini a          istituzionale, ha saputo instaurare con i nostri
Coppet ebbe una tale risonanza che da allora              ragazzi un genuino rapporto di amicizia; e Pierre-
proseguirono con regolarità le visite da parte di         André Romanens, nel 2005 sindaco di Coppet e
varie delegazioni svizzere alla scoperta di Arezzo,       attualmente deputato regionale, sempre presente e
andando così a creare sempre più legami di amicizia       disponibile durante tutta la nostra permanenza a
tra gli Svizzeri e gli Aretini.                           Nyon.
È sempre grazie a questa rete di rapporti che             E come sempre accade, gli sbandieratori, ogni
addirittura la città di Arezzo fu scelta quale sede       qualvolta percepiscono un clima di amicizia e di
italiana per la mostra su Madame de Stael. Questa         apprezzamento nei loro confronti, riescono a dare il
mostra fu allestita presso Casa Vasari tra il febbraio    meglio sia sotto il profilo tecnico che dei rapporti
ed il settembre del 2007 (proclamato “anno euro-          umani, pronti a superare anche gli eventuali sacrifici
peper le pari opportunità”), grazie ad un accordo tra     col sorriso e la simpatia che li contraddistingue.
Provincia di Arezzo, Soprintendenza o per i Beni
Culturali e Ambientali, Comune di Arezzo,
Università degli Studi di Siena - Facoltà di Lettere e
Filosofia di Arezzo, Chateau de Coppet ed il
patrocinio di Regione Toscana e Ambasciata
Svizzera in Italia; un coinvolgimento di istituzioni
così completo di cui la nostra associazione può a
buon diritto vantare qualche piccolo merito!
È quindi alla conclusione di questa importante
iniziativa che si fa strada l’idea di un patto di
amicizia tra la Provincia di Arezzo ed i comuni della
Terra Santa, sottoscritto ad Arezzo nel febbraio
2008 e ratificato a Coppet nel giugno dello stesso
anno, in occasione della festa della Repubblica
Italiana, nel corso della quale fu anche organizzata
una nuova visita degli Sbandieratori aretini, sempre
accompagnati dal Vox Cordis, insieme ad una
delegazione della Provincia e del Comune di
Arezzo.
Tutto questo ha inoltre spinto la nostra associazione
a riconoscere a Renato Galletti e Renzo Baldino
l’onorificenza di “Socio Onorario” degli Sban-
dieratori, in virtù della loro vicinanza all’Asso-
ciazione e di essere stati insieme a noi artefici di un
sincero e duraturo legame di amicizia tra gli Svizzeri
del Canton di Vaud e Arezzo.
Tuttora i rapporti tra le due realtà godono di ottima
salute e lo dimostra l’accoglienza che, anche in questa

                                                                              L’ALFIERE - n. 4 - 2018      11
STORIA DI AREZZO

Guido Monaco e tutte le note della città di Arezzo
La storia della musica e di tutte le emozioni delle esibizioni degli sbandieratori

                                                             Lorenzo Diozzi

 A          pprofondire la figura di Guido Monaco ri-
            sulta una tappa necessaria tra gli articoli de
            “L’Alfiere” dedicati ai maggiori profili sto-
 rici e culturali della terra di Arezzo. Se volessimo
 individuare la lista dei personaggi storici più
 importanti della città, osservandone solamente le
 statue, Giudo Monaco guadagnerebbe il gradino,
 anzi il piedistallo più alto del podio, grazie alla
 imponente scultura di marmo che svetta altissima
 tra gli alberi della sua piazza. La nota statua è una
 opera dell’artista toscano Salvino Salvini, eretta nel
 1882 per festeggiare il centenario della nascita di
 Guido Monaco. Merita di essere ricordato un
 aneddoto raccontato dallo scultore stesso che narrò
 di aver visto un cartello al collo dell’opera con
 scritto “Guido che fai? Forse te ne vai? No, sto qui
 per grazia del Salvini, anche se volto il culo agli
 aretini”. Il cartello, con sana goliardia, ironizzava
 sul posizionamento della statua che, rivolta verso la
 stazione, sembra voler andare a prendere il treno
 ma che invece resta fedelmente vicina alla città di
 Arezzo, accogliendo da più di cento anni chiunque
 arrivi in città. L’importanza della figura di Guido          vanni XIX ed in seguito, divenuto priore del
 Monaco tuttavia non è solo circoscritta alla piazza e        monastero di Fonte Avellana, alla scrittura del
 alla statua ma viene riconosciuta e celebrata in tutto       “Codice Musicale”. Le innovazioni musicali
 il mondo per le sue innovazioni legate allo studio           introdotte da Guido Monaco erano dirette ad
 della musica. La sua sensibilità musicale si forma in        aiutare i monaci a ricordare e apprendere intona-
 un primo periodo presso l’abbazia di Pomposa, un             zioni e ritmo nei brani del canto gregoriano. Gli
 luogo vicino a Ferrara che fu un importante centro           strumenti da lui ideati, tra i quali il solfeggio, le note
 culturale medioevale, nella quale il Monaco si               e le righe nelle quali queste vengono scritte
 avvicina allo studio dei testi e della disciplina            subirono poi nel tempo varie evoluzioni fino ad
 musicale. Successivamente gli fu poi possibile               arrivare alla moderna struttura attuale. Tutte queste
 perfezionare i propri studi e sperimentare le                evoluzioni, come la modifica della nota “Ut” in
 innovazioni musicali nella città di Arezzo, nella            “Do” operata nel cinquecento da Giovan Battista
 quale non era presente una abbazia ma c’era una              Doni o l’aggiunta di una riga operata nel
 importante scuola di canto presso l’antico Duomo             quattrocento per ottenere l’attuale pentagramma,
 del Pionta. La notorietà dei suoi studi in ambito            trovano infatti come base gli studi musicali
 musicale lo portarono dapprima a Roma ad il-                 realizzati da Guido Monaco. Si basano sulle sue in-
 lustrare le innovative tecniche di fronte a Papa Gio-        tuizioni anche i moderni spartiti e le note degli inni

12       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
STORIA DI AREZZO

che animano la tradizione della nostra città e della         gnamento musicale che il gruppo dei musici degli
Giostra del Saracino. Piazza Grande, il corteo               Sbandieratori è riuscita nel tempo a creare. Ben
storico e le esibizioni degli sbandieratori infatti non      oltre il semplice scandire il tempo dei movimenti, le
sarebbero le stesse in assenza delle innovazioni             trombe e i tamburi, presenti in piazza insieme alle
musicali di Guido Monaco. In particolare le                  bandiere, rappresentano una presenza irrinunciabile
esibizioni del gruppo della Associazione, dalle più          per rendere emozionante il nostro spettacolo.
semplici a quelle più complesse, non sarebbero in            Ad Arezzo la componente musicale diviene
grado, in assenza della musica e dei musicisti, di           maggiormente rilevante se si ricorda che proprio in
suscitare nel pubblico il profondo stupore che sono          questa città, grazie a Guido Monaco, sono nate le
invece in grado di portare. Lo spettatore infatti            prime tecniche di studio ed esecuzione della musica
viene coinvolto non solo mediante gli occhi ma               come oggi concepita. Tutti territori che hanno
anche attraverso le orecchie che sono in grado di            ospitato Guido Monaco mantengono anche oggi il
veicolare le emozioni in modo più profondo ed                ricordo del suo passaggio: la città di Talla celebra
incontrollabile.                                             con un museo la sua casa natale, Fonte Avellana
I lanci più alti e colorati, i volteggi e le acrobazie ne-   custodisce nella propria biblioteca le sue opere,
cessitano per dirsi complete e perfette dell’accompa-        Arezzo vanta la Fondazione Guido d’Arezzo che
                                                             organizza il famoso Concorso Polifonico e il premio
                                                             Guido d’Arezzo.
                                                             Se è certo che Guido Monaco abbia studiato nella
                                                             città di Arezzo non è tuttavia altrettanto certo il suo
                                                             luogo di nascita. A contendersi vivacemente i natali
                                                             del monaco, fornendo varie prove storiche, sono
                                                             naturalmente Arezzo e la vicina Talla e le città di
                                                             Pomposa e Ferrara. La città di Talla in particolare
                                                             vanta fonti particolarmente incisive poiché viene
                                                             citata come luogo di nascita dallo stesso Guido
                                                             Monaco.
                                                             Accanto a tali fonti deve inoltre essere affiancata la
                                                             voce della tradizione che tutt’oggi riecheggia nella
                                                             città del Casentino e che tende a confermare questa
                                                             teoria. L’onestà intellettuale dovrebbe portare
                                                             all’individuazione di una risposta intermedia che
                                                             tenga in considerazione le contrastanti fonti storiche
                                                             su questo argomento, le quali non risultano capaci
                                                             di fornire una soluzione cristallina su tale
                                                             problematica.
                                                             Tuttavia questo articolo, incentrato su Guido
                                                             Monaco è stato scritto dallo sbandieratore che
                                                             maggiormente ha indossato, ad Arezzo e nel
                                                             mondo, il costume della città di Talla e perciò risulta
                                                             impossibile concludere l’analisi della vita
                                                             dell’inventore delle note musicale senza propendere
                                                             campanilisticamente ad immaginare il monaco
                                                             Guido nato e legato a questa città.

                                                                                  L’ALFIERE - n. 4 - 2018      13
SCUOLA SBANDIERATORI

Il futuro della nostra Associazione
Intervista tripla ad alcuni dei nuovi tamburini del Gruppo

                                                           Niccolò Rosati

   I      l 2018 è stato un anno molto impegnativo
          per il Gruppo Sbandieratori ed in partico-
          lare per il reparto tamburi, che è stato bril-
 lantemente superato da tutti i nostri ragazzi. Nel
 mese di settembre 2017 è arrivato un gruppo molto
                                                           Cosa ti ha spinto ad entrare nel gruppo?
                                                           Alessio: “sin da piccolo ho avuto la cultura della
                                                           Giostra nella mia famiglia ed in particolare quella
                                                           per il Gruppo Sbandieratori che mi è stata trasmessa
                                                           da mio babbo e da mio zio, che sono stati membri
 consistente di “sciamannati” che si spacciavano per
                                                           attivi del gruppo.”
 “nuovi tamburini”. Oggi conosciamo tre di quei
                                                           Francesco S.: “sono molto amico di Michele
 ragazzotti che si presentarono in palestra ormai più
                                                           “Sollecito”, che faceva già parte del gruppo e par-
 di un anno fa:
                                                           landomi delle varie situazioni che ha vissuto al-
 • Alessio Montini detto “GANASCIA”                        l’interno di questa realtà mi ha convinto ad entrare.
 • Francesco Sorini detto “FORTINI”                        Inoltre penso che possa essere un parco di esperienza
 • Francesco Rossi                                         tecnica importante per il mio studio di batteria.”

14       L’ALFIERE - n. 4 - 2018
SCUOLA SBANDIERATORI

                    DIVENTA SBANDIERATORE
                    Dal mese di settembre ha riaperto la “Scuola Dissennati“ per i giovani
                    che desiderano diventare Sbandieratori o Musici dell’Associazione
                    Sbandieratori di Arezzo. Se hai un’età compresa tra i 14 e i 18 anni e
                    vuoi girare il mondo da protagonista contattaci al 335.1249965.

Francesco R.: “sono sempre stato affascinato da             trasferta con me. Come prima esibizione devo dire
quello che il gruppo sbandieratori rappresenta per          che è andata bene ero un po’ teso ma poi è andato
Arezzo, un orgoglio di cui volevo far parte anche io        tutto liscio, abbiamo mangiato poi alla festa ed è
e portare questa eccellenza in giro per l’Italia e per il   stata la giusta conclusione della giornata.”
mondo.”
                                                            E della prima giostra cosa mi dici?
Qual è trasferta che ti è rimasta più impressa?
                                                            Alessio: “non me lo aspettavo di entrare in piazza
Alessio: “sicuramente la trasferta a Medina del             già al primo anno di gruppo e appena il “Dingio”
Campo (Valladolid, Spagna). L’esperienza è stata            me lo ha comunicato ho avuto un nodo alla gola,
davvero fantastica e piena di momenti di con-               stessa sensazione che ho provato all’ingresso in
divisione e divertimento, vedere tanta folla all’estero     Borgunto. Suonare davanti a tutta la città mi ha fatto
che conosce il nostro gruppo che applaude al ritmo          sentire orgoglioso e sotto pressione, ma eseguire i
del nostro passo veloce è stato davvero emozio-             pezzi alla perfezione mi ha poi reso fiero di me stes-
nante. Uscire la sera anche con i ragazzi più grandi        so. Spero che sia la prima di una lunga serie e conti-
è stato diverso dalle mie solite abitudini ma devo          nuare così la tradizione del mi’ babbo e del mi’ zio.”
dire che mi sono veramente sentito parte del                Francesco S.: “l’emozione è stata unica, la tensione
gruppo fino in fondo.”                                      era alle stelle ma i tutti coloro che erano con me mi
Francesco S.: “ricordo molto volentieri la trasferta        hanno messo a mio agio e mi hanno trasmesso
in terra Tedesca a Waldkirch (Friburgo). Appena             sicurezza. Solo indossare quel costume in quel
arrivati ci siamo esibiti ed è stato molto bello vedere     giorno così importante per la nostra città è fonte di
altri gruppi di altre nazionalità che si esibivano          orgoglio immenso per me, e tutte le fatiche passate
insieme a noi, e l’ambiente che faceva da sfondo a          per entrare nel gruppo attivo ne sono valse la pena.”
tutto questo era tipico medievale e le serate passa-        Francesco R.: “per me non è arrivato ancora
vano in fretta davanti a qualche boccale di birra con       questo onore ma sono sicuro che arriverà presto e
i miei compagni di viaggio.”                                spero di essere all’altezza una volta che sarà il
Francesco R.: “la trasferta che mi è rimasta più            momento. Il gruppo non è fatto solo di giostra e
impressa è quella di Acquasparta dove ho passato            devo dire che l’ho capito davvero adesso che ne
una bellissima giornata con tutti coloro che erano in       faccio parte.”

                                                                                L’ALFIERE - n. 4 - 2018      15
DOMENICA IN SEDE

Sede aperta in occasione di Arezzo Città del Natale
Le molteplici attività del circolo: Oktober Fest e Tombole Natalizie

                                                       Francesco Ricciarini

  I
           n concomitanza con Arezzo Città del
           Natale, abbiamo deciso di fare anche noi la
           nostra parte, aprendo le porte della nostra
 sede sociale. È stato un vero e proprio successo,
 turisti italiani e stranieri incuriositi hanno fatto
 molteplici domande ai nostri ragazzi che si sono resi
 disponibili a spiegare la nostra storia e il nostro
 ruolo all'interno della Giostra del Saracino e in
 maniera più ampia come ambasciatori della Città di
 Arezzo.

                                                          Molteplici inoltre le attività del circolo, due su tutte:
                                                          la prima l’ormai consolidata “Oktober Fest”, la festa
                                                          della birra in sede che quest’anno è stata
                                                          particolarmente apprezzata sia per i Brezel fatti a
                                                          mano che per il preziosissimo contributo del nostro
                                                          “Capa”, che ha personalmente prodotto 20 litri di
                                                          birra artigianale.
 Particolarmente piacevole il momento di incontro
 con i nostri amici di Faenza, gli Sbandieratori del
 Rione Rosso, presenti ad Arezzo in occasione della
 giornata dedicata a Franco Ricci organizzata dal
 Quartiere di Porta Sant'Andrea.

                                                          La seconda è rappresentata dalla tre giorni di
                                                          tombole: grande successo per quella del 23
                                                          Dicembre, grande attesa per il 30 Dicembre e
                                                          soprattutto per la serata della Befana del 5 gennaio.

                                                                                     www.sbandieratori.arezzo.it

                                                                                     #SbandieratoriArezzo

                                                                                     Sbandieratori di Arezzo

                                                                                     SbandieratoriArezzo

16      L’ALFIERE - n. 4 - 2018
Puoi anche leggere