L'ALFIERE - Sbandieratori Arezzo
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L’ALFIERE Periodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo Anno III – n. 4 Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi, Dicembre 2018 Simone Duranti, Stefano Giorgini, Pierfrancesco Pedone, Sirus Casini, Niccolò Rosati, Francesco Ricciarini - Foto: archivio Sbandieratori Editoriale N ormalmente l’Editoriale di fine anno rap- presenta il resoconto di quella che è stata l’attività associativa dei dodici mesi appena trascorsi e i programmi e progetti per il nuovo anno lettori e amici che ci sostengono e ci incoraggiano nel nostro lavoro e che quando siamo partiti – ormai sono tre anni, con undici numeri pubblicati – non pensavamo potessero essere così numerosi e che verrà. Noi della Redazione de l’Alfiere crediamo riconoscenti per quello che l’Alfiere ha fatto. che ciò sia stato già per gran parte fatto durante le Ringraziamo quindi tutti e auguriamo Buone Feste varie uscite del 2018 e anche in questo stesso e Felice Anno Nuovo. numero. Vogliamo quindi solo salutare tutti i nostri La Redazione L’ALFIERE - n. 4 - 2018 1
CITTÀ DI AREZZO Alessandro Ghinelli, Sindaco della Città di Arezzo Intervista al Presidente Onorario della nostra Associazione Sergio Rossi I ntervistiamo in questo numero de l’Alfiere, l’Ingegnere Alessandro Ghinelli, Sindaco della Città di Arezzo, nella sua veste di Presidente Onorario dell’Associazione Sbandieratori. Questo perché nello Statuto del sodalizio è proprio previsto, fin dalla nascita nel 1964, che il Sindaco protempore della Città, avrebbe rivestito anche questo ruolo. Signor Sindaco, quando è entrato in carica e Le speciale che fu consegnata a Papa Francesco, hanno comunicato le sue tante competenze, insieme a tutto il mondo della Giostra del Saracino e deleghe, insomma quando le hanno consegnato posso testimoniare sull’impeccabile comportamento la “valigetta con i codici”, sapeva che sarebbe e sulla grande qualità della esibizione che fu stato anche Presidente Onorario dell’Associa- presentata in quella occasione. Però, visto l’assist, zione Sbandieratori di Arezzo? Che effetto Le informo la redazione del L’Alfiere che mi piacerebbe ha fatto, come ha vissuto e vive – nel corso del molto e che sarebbe auspicabile una mia presenza ad Suo mandato – questa posizione? una importante trasferta degli Sbandieratori!! No, non lo sapevo inizialmente. Mi fu comunicato successivamente dal Presidente allora in carica, in occasione di una delle riunioni conviviali che la vostra – anzi potrei dire ora, la nostra – Associazione celebra ogni anno il 28 di dicembre. E devo dire che mi ha fatto molto piacere e mi onora, perché indubbiamente gli Sbandieratori rappre- sentano la Città di Arezzo, ne sono fra i principali alfieri e rappresentanti. Colgo l’occasione per auspicare una sempre maggiore collaborazione e sinergia con l’Amministrazione Comunale che proprio attraverso la figura del Sindaco può e deve interagire con l’Associazione, alla quale confermo comunque l’apprezzamento e la riconoscenza, certo di interpretarla, di tutta la Città. Ha avuto mai qualche occasione di partecipare, in Italia e anche all’estero, a trasferte insieme al Gruppo? Che impressione, che ricordi, che esperienze ne ha tratto? No, in maniera diretta e con il Gruppo no, ma mi è capitato di essere presente insieme ai ragazzi a Ro- ma, in occasione della consegna della Lancia d’Oro 2 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
CITTÀ DI AREZZO Proprio in questi giorni ha iniziato la sua tanto ancora possono fare per aggregare e consen- attività la Fondazione Arezzo Intour, della tire la socializzazione di tutti gli appassionati, soprat- quale gli Sbandieratori sono fra i soci tutto giovani, che gravitano intorno alla Giostra del sostenitori. Che significa tutto questo? Saracino. Sì, la Fondazione è nata proprio di recente, con lo La nostra cordiale e piacevole chiacchierata con il scopo di far conoscere, in Italia e nel Mondo, Sindaco si conclude, con l’impegno da parte dell’As- Arezzo e le sue bellezze, soprattutto rispetto ai sociazione Sbandieratori di averlo ospite, compa- grandi operatori nazionali ed internazionali e la tibilmente con i suoi innumerevoli impegni, in una promozione di questa “aretinità”, che tutti ci prossima trasferta del Gruppo, a rappresentare al invidiano e apprezzano, è la missione di Arezzo meglio e al massimo livello la nostra splendida Città. Intour. In questo contesto e con ruoli diversi, tanti sono gli attori e i protagonisti e indubbiamente gli Sbandieratori di Arezzo ne sono una delle compo- nenti essenziali e fondamentali. In Città, durante tutto l’anno sono tante le occasioni in cui gli Sbandieratori presenziamo ad eventi e iniziative, questo anche insieme ai Musici e all’Associazione Signa Arreti. La Giostra del Saracino evidentemente è un ele- mento di attrazione e identificazione di Arezzo? Senza dubbio è così. Questa manifestazione carat- terizza e rappresenta al meglio la storia, la cultura e le tradizioni di Arezzo e quando ad Arezzo si svolgono eventi o sono presenti personalità di spicco dello scenario mondiale, l’Amministrazione è fiera di presentare ed accogliere gli ospiti con le sue eccel- lenze e la Giostra, gli Sbandieratori, insieme agli altri ne sono gli elementi di punta. Anzi, colgo l’occasione per sottolineare e auspicare sempre una maggiore collaborazione fra queste realtà, anche alla luce della prossima riorganizzazione della Istituzione Giostra del Saracino, perché solo il gioco di squadra e la corretta interpretazione del proprio ruolo possono veramente permettere il salto di qualità ulteriore e il raggiungimento degli obbiettivi che sono comuni e nell’interesse esclusivo della Città. Penso anche ai Quartieri, i quali al di là dell’aspetto tecnico- organizzativo all’interno della manifestazione, han- no un ruolo fondamentale sulla vita associativa all’interno della comunità, una sorta di presidio del territorio che tanto fanno, e questo va riconosciuto, e L’ALFIERE - n. 4 - 2018 3
RESOCONTO DEL PRESIDENTE Tradizione e resilienza La passione come motore: verso i 60 anni di vita tra passato, presente e futuro Giovanni Bonacci D icembre, momento di bilanci. Anche per la nostra Associazione è l’occasione per tirare le somme dell’attività di questo 2018 che sta per passare in archivio, tra motivi di Un trio di…“Dottori“ Si sono laureati Giulio, Roberto e Lorenzo soddisfazione e spunti di riflessione. Romano Junior Vestrini È su uno di questi ultimi in particolare che vorrei soffermarmi: come si è evoluto il Gruppo nel corso dei decenni e cosa invece accomuna gli sbandiera- tori di oggi con chi li ha preceduti? Se ci voltiamo indietro, sono sicuro che neanche il più visionario dei nostri “padri fondatori” avrebbe immaginato di poter vedere la propria creatura procedere spedita verso i 60 anni di vita, con una formula in apparenza inalterata, potendo orgo- gliosamente vantare vitalità associativa unita ad una reputazione ancora solida e non scalfita, anzi rafforzata, dalle centinaia di epigoni troppo spesso improvvisati quando non privi di qualunque giustificazione storica. Eppure, mi sono spesso trovato a disquisire se sia più giusto perseguire una rigida “ortodossia”, non solo nel modo di proporsi al pubblico ma anche nella gestione del gruppo, o se invece sia necessario adattarsi alle mutate mentalità ed alle moderne attese soprattutto dei più giovani, che poi di un collettivo come il nostro sono la linfa. Specie da parte di coloro che hanno vissuto gli I l numero di laureati all’interno della no- stra Associazione aumenta grazie a Giulio Marcantoni, Roberto Vestrini e Lorenzo Diozzi. Nonostante il palese ed evi- dentissimo “conflitto di interessi” di chi scrive, cer- Sbandieratori nei primordi non sono mancati to di rappresentare il sentimento unanime del commenti ispirati ad un certo rimpianto per quegli Gruppo, esprimo, a nome di tutta la Redazione, anni: ad essi replico facendo sommessamente le nostre più vive congratulazioni ai tre ragazzi e osservare come l’inevitabile assuefazione al tipo di un grande in bocca al lupo per il futuro. spettacolo, unita ai differenti gusti del pubblico e ad Per dovere di cronaca Giulio si è laureato in una sempre più diffusa concorrenza, le accresciute Ingegneria Gestionale, Roberto in Scienze difficoltà di gestione coniugate alla crescita del Politiche, mentre Lorenzo in Giurisprudenza. numero degli effettivi, rendano poco paragonabile Ancora complimenti!!! l’associazione di oggi con quella di allora. Via Madonna del Prato, 12, Arezzo 4 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
RESOCONTO DEL PRESIDENTE Senza dimenticare la “comfort zone” che veniva Mai accontentarsi, ovvio; ma per realtà come la garantita dalla “chioccia” APT, perduta forzo- nostra i margini di miglioramento devono rappre- samente per soppressione di quell’ente! sentare uno stimolo e non la scusa per non dare il Le differenze dunque esistono, ma forse il segreto massimo. della nostra longevità è proprio la capacità di Avanti tutta, Sbandieratori di Arezzo! adattarsi e trasformarsi nel rispetto delle proprie tradizioni. Proviamo a rifletterci. Dal lato tecnico, sono persuaso che oggigiorno, Conosciamo gli sbandieratori soprattutto in occasione della Giostra del Saracino, sia difficile accontentare un pubblico sempre più Riccardo Viganò, la sua fame lo precede esigente se non proponendo esibizioni ideate per Sirus Casini “alzare l’asticella”, sia nelle coreografie che nelle musiche; anzi, direi che dagli Sbandieratori di Arezzo ce lo si aspetta. Anche a costo di prendersi dei rischi e, giocoforza, rischiare l’imperfezione. Dal punto di vista strettamente gestionale, è appena il caso di osservare come anche alle associazioni come la nostra vengano imposti vincoli e pastoie burocratiche che quasi rischiano di fiaccare la capacità di resistenza del mondo del volontariato. Sotto l’aspetto associativo, nell’epoca dei “social” e dell’odierna conclamata riottosità (non solo delle nuove generazioni) a partecipare con costanza alla vita di gruppo, sottolineo come abbia quasi del miracoloso vedere ancor oggi decine di ragazzi di varia età allenarsi, gestire il magazzino, sistemare una splendida sede, organizzare eventi, contribuire a far quadrare i conti per poi indossare 40-50 volte E ntrato nel gruppo un’era fa, veterano nei comportamenti, da rivedere a livel- lo di sbandierata. Viene considerato lo sbandieratore meno sbandieratore del gruppo ma, nonostante tutto, combatte come pochi nel l’anno costume-calzamaglia-stivali sacrificando il difendere la sua presenza nelle feste paesane più proprio tempo libero per una trasferta spesso da ghiotte con la sua arma più efficace: la battuta essi stessi procacciata! pungente. Capendo che il suo futuro non è quello Ma c’è un aspetto che non è mai cambiato: la pas- da alfiere, ha puntato dritto alla carica più ambita, sione, vero motore senza il quale nessuna realtà di quella da direttore tecnico, accumulando per volontariato potrebbe funzionare. Quella stessa gioco un bacino di eventuali elettori da far passione che traspare, oggi come allora, negli occhi tremare le alte cariche. Voci di corridoio dicono degli sbandieratori che in Borgunto stanno per che questo sarà l’anno della consacrazione, dove entrare in Piazza Grande, che fa profondere il si allenerà a dovere per raggiungere l’obiettivo più medesimo impegno in tutte le cose che si fanno, che volte accarezzato ma mai stretto, il saggio in fa gettare il cuore oltre l’ostacolo. Piazza Grande per la Giostra del Saracino. Ecco che allora avverto forte l’onore ed il privilegio Steno stai attento che dove passa Viganò non di far parte di un gruppo vivo, compatto, coeso, cresce più il rigatino. conscio della propria forza e capacità, orgoglioso Detto questo, se c’è una cosa in cui il nostro della propria storia, saldamente radicato nella Riccardo eccelle è essere un grande amico. cultura aretina! L’ALFIERE - n. 4 - 2018 5
RESOCONTO DEL DIRETTORE TECNICO Le persone passano, il Gruppo Sbandieratori resta Alzare continuamente l’asticella: complessità tecnica e voglia di osare Stefano Giorgini C arissimi Soci, approssimandoci alla conclu- sione del nostro 58° anniversario, è mio onore oltre che dovere, fare un piccolo con- suntivo di quella che è stata la nostra attività ed i Tanti auguri, papà È nato Achille Gamberi risultati ottenuti in questo 2018. Daniele Serboli Inizierei proprio dall’ultima Giostra del Saracino svoltasi nello scorso Settembre, dove i nostri ragazzi hanno dovuto esibirsi in un contesto davvero particolare. Le difficoltà incontrate, dovute ad una situazione meteorologica al limite dell’impossibile, con im- provvise e forti raffiche di vento che cambiavano ogni volta intensità e direzione, hanno provocato al- I l 3 novembre il nostro Giorgio Gamberi è diventato babbo. È nato Achille, a cui auguriamo una vita ricca di felicità e soddisfazioni, nell’auspicio che un giorno possa seguire le orme paterne all’interno del Gruppo. I nostri migliori auguri a Giorgio e a mamma Valentina per l’inizio di questo nuovo e fantastico percorso. cune piccole sbavature dal punto di vista tecnico che comunque sono state limitate dalla consueta abilità che i nostri ragazzi hanno messo in campo. La complessità tecnica e la voglia di osare, alzando continuamente l’asticella dell’esibizione per cercare di stupire chi ci guarda, valgono sicuramente la pena del rischio che ogni volta ci attende. Dispiace comunque constatare che le osservazioni più critiche ci siano state rivolte da chi ben conosce le difficoltà delle nostre performance, specialmente quando siamo obbligati a confrontarci con situazio- ni incontrollabili ed imprevedibili. Voglio ringraziare ed elogiare allo stesso tempo tutti 6 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
RESOCONTO DEL DIRETTORE TECNICO coloro che con la loro passione ed attaccamento al gruppo, hanno contribuito a tenere alto il livello di apprezzamento degli Sbandieratori di Arezzo, tanto in Italia che all’estero, e se le “trasferte” sono aumentate il merito e l’orgoglio va a tutti voi. Siamo cresciuti tutti sia a livello di accompagnamen- to musicale che da un punto di vista tecnico e la differenza tra i veterani e le nuove leve si è assotti- gliata verso l’alto con grande soddisfazione di tutti. Questo significa che l’entusiasmo messo in campo è sempre ai massimi livelli, facendoci così ben sperare per il futuro del nostro Gruppo che vive princi- palmente della nostra enorme passione. Vorrei, a nome di tutti quanti, ringraziare in modo particolare alcuni dei nostri soci che non sono più in attività continuativa, ma che hanno dimostrato disponibilità, professionalità e grande attaccamento in occasione di esibizioni nelle quali non era stato raggiunto il numero ottimale. Voi siete l’esempio di quella che è adesso e che dovrebbe rimanere in futuro la nostra filosofia: “Le persone passano, il Gruppo Sbandieratori resta!!!” In evidenza Musica bandiere e voci in Pieve - IV edizione Romano Junior Vestrini V enerdì 14 dicembre, nella splendida cornice di Santa Maria della Pieve di Arezzo, si è tenuta la quarta edizione di “Musica bandiere e voci in Pieve”, diventata ormai un appuntamento fisso per la nostra Città. Assieme all’Ensemble Vocale Femminile “Kastalia” diretta da Eugenio Dalla Noce e con i preziosissimi contributi di Marco Rossi all’organo e Niccolò Rossi al clarinetto, gli Sbandieratori hanno regalato al numerosissimo pubblico presente volteggi di bandiere e brani musicali ispirati sia alla cultura del territorio che al repertorio classico. L’ALFIERE - n. 4 - 2018 7
TRASFERTE MEMORABILI Sur! Il gran tour del 1991 in Sud America Gli Sbandieratori in Argentina, Uruguay, Cile e Brasile Simone Duranti T utte le tappe intercontinentali degli sbandieratori rimangono comprensibil- mente nella memoria del gruppo e le due esperienze sudamericane, per motivi diversi, rientrano nella categoria dei ricordi indelebili. tro del breve passaggio a Montevideo, dove la squadra si esibì anche per l’inaugurazione del nuovo stadio della capitale (il celebre Estadio del Centenario). Ritorno in Argentina, a Cordoba (sono ricordati gli applausi commossi di interi piccoli paesi La prima occasione fu in Argentina, a Buenos Aires, di quella provincia, come a La Falda) e da lì entrata per i mondiali di calcio del 1978. Non si tratta di in Cile, a Santiago, per poi esibirsi a Valparaiso e una data da poco, e non mi riferisco al fatto Viña del Mar, la cosiddetta “città giardino”. Il finale sportivo, ma alla esperienza della dittatura militare della trasferta a Rio de Janeiro, presso l’università. Il che il paese stava vivendo proprio in quegli anni. Il tutto svolto sotto gli auspici e con l’organizzazione gruppo stesso, come accadde per la squadra italiana delle ambasciate italiane in Sud America. di Coppa Davis che si recò nel Cile di Pinochet, “Paolone” mi ha lasciato un ricordo divertente, sul visse il dilemma interno e le pressioni esterne sulla celebre singolista Barbagli, che ingaggiò per serate pertinenza di una partecipazione che in qualche intere sfide a “bollini” (sì, avete letto bene!!!) con lui maniera poteva rappresentare un avallo della ed altri, barando nei modi più spudorati. La dittatura militare che si stava macchiando di crimini semplicità del gruppo è anche questa: vista dall’alto, atroci. I temi e i risvolti di quella esperienza sono col senso di distanza, una trasferta nell’immenso complessi e meritano una riflessione ampia alla Sud America… si trova il tempo di giocare come da quale dedicheremo in futuro un articolo specifico. bambini! Grandi distanze da percorrere e Di ben altra leggerezza emotiva fu il vero e proprio spostamenti frequenti: una costante del gruppo tour sudamericano del 1991 che dal 17 al 31 ottobre sbandieratori. Ci si potrebbe chiedere quanto poco portò il gruppo dall’Argentina, all’Uruguay, al Cile, tempo resti per visitare un Paese, soprattutto fino al Brasile. L’occasione della trasferta non era quando, dalla carta geografica sulla quale si appone certamente una Coppa del mondo, ma rappresentò al ritorno un’altra bandierina, si passa alla sfera delle ugualmente per la squadra un momento unico: esperienze vissute personalmente. Ho sempre quanti ragazzi, circa trent’anni fa, potevano pensato, col poco tempo a disposizione e i frequenti permettersi un viaggio, una esperienza anche breve impegni quotidiani in trasferta che non ti in quel continente così ambito, esotico e remoto? consentono di organizzare magari una visita, una Appartengo ad una generazione di sbandieratori escursione a siti e luoghi che non si dovrebbe non diversa, che non ha vissuto quell’esperienza, vedere, che si tratti di uno spreco. E si conclude col pertanto mi sono mosso a partire dal filo dei ricordi dire: va bè….è solo un assaggio….ci tornerò da degli altri: Stefano Giorgini e Paolo Farsetti. Per solo! Poi invece parli con chi partecipò ad una quanto distante nel tempo, è rimasta nella memoria trasferta di questo tipo, si rileggono i giornali del il contatto con le comunità italiane di emigrati, tempo che ne parlarono, e si scopre quella attorno alle quali le esibizioni assunsero un dimensione di pathos data dall’incontro con gli significato di forte partecipazione. Proprio sul tema emigranti. E “Steno” allora mi ha parlato di una degli italiani emigrati era stata “costruita” la nostra peculiarità: vedere i luoghi più disparati, trasferta: un convegno di delegati di giovani toscani recitando sempre la parte di visitatori sotto i a Buenos Aires; la colonia toscana era inoltre al cen- riflettori, l’entrare in luoghi e comunità lontane, con 8 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
TRASFERTE MEMORABILI addosso lo sguardo curioso di tanti, l’ammirazione dei bambini. La presenza italiana, soprattutto in Cile e Argentina, è impressionante, conseguenza di una emigrazione primo-novecentesca che ha caratterizzato in maniera indelebile le costruzioni delle comunità locali e delle loro culture. Sbandierare in quei contesti negli anni Novanta era un elemento di sprovincializzazione forte sia per il gruppo, che sperimentava più in profondità, rispetto al 1978, il “nuovo mondo”, sia per quegli italiani ispanizzati che vivevano le difficoltà economico-sociali delle nazioni che li ospitavano. ti gli sbandieratori, portatori di coreografie, di Conosco personalmente quei luoghi, visitati più geometrie, di dialoghi di colori capaci di comunicare volte senza il gruppo: la pulizia di un cielo vivido, le abbattendo confini culturali. Lo ricordava Orlando stelle basse, piccoli paesi alimentati a generatori di Bruni, storica tromba del gruppo, al ritorno dalla corrente. Un Paese, il Cile, disteso verso un sud che spedizione sudamericana, concentrandosi sul non si raggiunge mai: una fine del mondo significato della nostra schermaglia, così apprezzata, annunciata dalla Patagonia lontana, fra strade dritte, perché così potentemente evocativa. Non soltanto il solo nel nord impreziosite di vigneti. Il resto è tanto bene e il male in lotta, dico io, ma la concentrazione vento, che ti modella la faccia e fa respirare con sulla fatica, sullo sforzo titanico dell’uomo. Ed è nel gusto, se hai curiosità. Sono Paesi di culture lavoro, nella fatica, nel perfezionarsi, che proba- mescolate: europee, asiatiche ed indigene. Il tutto ha bilmente gli emigrati italiani di quel lontanissimo trovato un senso, una stabilità, attraverso processi Sud America hanno trovato il senso di quei secolari complessi, non immuni dalla violenza della movimenti. politica (soprattutto in Cile la cultura indigena è Quei vecchi italiani commossi dal saperti toscano, stata pressoché sradicata, con la cancellazione di persone mai tornate…destino frequente delle intere popolazioni) e dell’economia che frequen- migrazioni continentali. Oggi tutto questo ha un temente ha azzerato risparmi e infragilito l’avvenire senso: l’incontro con l’altro, al di là delle delle persone. strumentalizzazioni politiche, al di là del clima, In contesti così densamente complicati si sono spin- frutto dei problemi odierni, rimane un valore imprescindibile per l’uomo. Se penso a quelle persone semplici, andate via per costruirsi una alternativa, ai loro figli e nipoti, che incontravano persone altrettanto semplici, ma vestite in calzamaglia, non posso non avere un senso di affetto, di tenerezza. Edo, il “Nonno” e gli altri a firmare autografi alla gioventù brasiliana che ti ringrazia. Le persone commosse a Valparaiso. Mio fratello, all’epoca, in una intervista su “La Nazione” ricordava: “un fatto è certo: gli emigranti hanno una gran voglia di Italia”. E noi sbandieratori – concludo io – abbiamo una gran voglia di mondo, perché senza il confronto l’anima non cresce più. L’ALFIERE - n. 4 - 2018 9
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE Gli Sbandieratori di Arezzo e la Svizzera La trasferta di Nyon, in occasione del decimo anniversario della fusione con il distretto di Rolle Pierfrancesco Pedone L a lunga stagione delle manifestazioni che nel 2018 hanno visto la partecipazione degli Sbandieratori è stata caratterizzata da un gran finale a Nyon in Svizzera. La motivazione infatti per la quale siamo stati invitati costituisce ancora una volta la ne, frutto della fusione dei due distretti di Nyon e di Rolle. Il coinvolgimento degli Sbandieratori a questo evento di grande rilievo a livello istituzionale rappresenta quindi motivo di orgoglio per l’Associazione. Ma se questo si è reso possibile, la dimostrazione di quanto la nostra associazione sia ragione va ricercata soprattutto nei rapporti scaturiti capace, attraverso le sue bandiere e le sue musiche, di con la Svizzera in questi ultimi 15 anni. tessere relazioni importanti e durature nel tempo. La storia ha inizio infatti alla fine del 2003, quando La città di Nyon, che si affaccia anch’essa sul lago di due italiani ormai da anni residenti in Svizzera ci Ginevra, è la capitale del distretto omonimo che que- chiedono un incontro al fine di raccogliere st’anno festeggia i dieci anni della sua nuova costituzio- informazioni sul nostro gruppo. I due italiani sono Renato Galletti, di Losanna ma originario di Castiglion Fiorentino, e Renzo Baldino, Conservatore del Arezzo in lutto Castello di Coppet, entrambi appartenenti al GEI È scomparso l’Avv. Antonio Bonacci (Gruppo Esponenti Italiani, di cui allora Galletti era Presidente). Renato e Renzo manifestano la loro Sergio Rossi intenzione di voler proporre e sostenere, come omaggio degli Italiani in Svizzera, uno spettacolo tipicamente italiano, quale quello degli Sbandieratori, in occasione della “Fète du Bourg” (Festa storica che si svolge presso il Castello di Coppet ogni 10 anni), che si sarebbe tenuta nel settembre 2005. Ci venne allora quindi spontaneo, dato l’ampio margine di tempo rispetto a tale evento, di proporre loro di venire a vedere in anteprima qualche nostra esibizione; e quale migliore occasione se non quella della successiva edizione in notturna della Giostra del Saracino che si sarebbe svolta nel giugno 2004? U n grave lutto ha colpito la famiglia del La proposta fu accolta con tale entusiasmo e, nel nostro Presidente Giovanni Bonacci. contempo, curiosità, che fece si che a giugno si pre- Lo scorso mese di novembre è infatti sentasse ad Arezzo un’intera delegazione di sindaci dei deceduto il fratello, Antonio, noto e stimato comuni della cosiddetta “Terra Santa” (che com- avvocato, nonché componente della Magistra- prende una decina di comuni all'interno del Canton di tura della Giostra del Saracino. Rigoroso e Vaud che si affacciano sul Lago di Ginevra). competente nella professione, così come inna- Inutile dire che l'accoglienza aretina, condita con le morato della sua Città, amante del calcio, Inter eccellenze della nostra terra, e soprattutto lo spet- ed Arezzo le sue passioni, lascia un ricordo tacolo ammirato durante la nostra esibizione in piazza indelebile su quanti lo hanno conosciuto. Grande abbatterono qualsiasi eventuale minimo dub- bio sulla nostra partecipazione a Coppet. 10 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE Oltretutto, insieme al nostro gruppo, fecero parte ultima spedizione di Nyon, la comunità svizzera ci della spedizione a Coppet anche i coristi aretini ha riservato. dell’Insieme Vocale Vox Cordis, che nell’occasione Un ringraziamento particolare è doveroso fare a tale indossarono costumi dei figuranti del Saracino, proposito al Prefetto del Distretto di Nyon, Jean messi eccezionalmente a disposizione dall’Istitu- Pierre Deriaz che, molto aldilà dell’alto ruolo zione Giostra. La partecipazione degli Aretini a istituzionale, ha saputo instaurare con i nostri Coppet ebbe una tale risonanza che da allora ragazzi un genuino rapporto di amicizia; e Pierre- proseguirono con regolarità le visite da parte di André Romanens, nel 2005 sindaco di Coppet e varie delegazioni svizzere alla scoperta di Arezzo, attualmente deputato regionale, sempre presente e andando così a creare sempre più legami di amicizia disponibile durante tutta la nostra permanenza a tra gli Svizzeri e gli Aretini. Nyon. È sempre grazie a questa rete di rapporti che E come sempre accade, gli sbandieratori, ogni addirittura la città di Arezzo fu scelta quale sede qualvolta percepiscono un clima di amicizia e di italiana per la mostra su Madame de Stael. Questa apprezzamento nei loro confronti, riescono a dare il mostra fu allestita presso Casa Vasari tra il febbraio meglio sia sotto il profilo tecnico che dei rapporti ed il settembre del 2007 (proclamato “anno euro- umani, pronti a superare anche gli eventuali sacrifici peper le pari opportunità”), grazie ad un accordo tra col sorriso e la simpatia che li contraddistingue. Provincia di Arezzo, Soprintendenza o per i Beni Culturali e Ambientali, Comune di Arezzo, Università degli Studi di Siena - Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, Chateau de Coppet ed il patrocinio di Regione Toscana e Ambasciata Svizzera in Italia; un coinvolgimento di istituzioni così completo di cui la nostra associazione può a buon diritto vantare qualche piccolo merito! È quindi alla conclusione di questa importante iniziativa che si fa strada l’idea di un patto di amicizia tra la Provincia di Arezzo ed i comuni della Terra Santa, sottoscritto ad Arezzo nel febbraio 2008 e ratificato a Coppet nel giugno dello stesso anno, in occasione della festa della Repubblica Italiana, nel corso della quale fu anche organizzata una nuova visita degli Sbandieratori aretini, sempre accompagnati dal Vox Cordis, insieme ad una delegazione della Provincia e del Comune di Arezzo. Tutto questo ha inoltre spinto la nostra associazione a riconoscere a Renato Galletti e Renzo Baldino l’onorificenza di “Socio Onorario” degli Sban- dieratori, in virtù della loro vicinanza all’Asso- ciazione e di essere stati insieme a noi artefici di un sincero e duraturo legame di amicizia tra gli Svizzeri del Canton di Vaud e Arezzo. Tuttora i rapporti tra le due realtà godono di ottima salute e lo dimostra l’accoglienza che, anche in questa L’ALFIERE - n. 4 - 2018 11
STORIA DI AREZZO Guido Monaco e tutte le note della città di Arezzo La storia della musica e di tutte le emozioni delle esibizioni degli sbandieratori Lorenzo Diozzi A pprofondire la figura di Guido Monaco ri- sulta una tappa necessaria tra gli articoli de “L’Alfiere” dedicati ai maggiori profili sto- rici e culturali della terra di Arezzo. Se volessimo individuare la lista dei personaggi storici più importanti della città, osservandone solamente le statue, Giudo Monaco guadagnerebbe il gradino, anzi il piedistallo più alto del podio, grazie alla imponente scultura di marmo che svetta altissima tra gli alberi della sua piazza. La nota statua è una opera dell’artista toscano Salvino Salvini, eretta nel 1882 per festeggiare il centenario della nascita di Guido Monaco. Merita di essere ricordato un aneddoto raccontato dallo scultore stesso che narrò di aver visto un cartello al collo dell’opera con scritto “Guido che fai? Forse te ne vai? No, sto qui per grazia del Salvini, anche se volto il culo agli aretini”. Il cartello, con sana goliardia, ironizzava sul posizionamento della statua che, rivolta verso la stazione, sembra voler andare a prendere il treno ma che invece resta fedelmente vicina alla città di Arezzo, accogliendo da più di cento anni chiunque arrivi in città. L’importanza della figura di Guido vanni XIX ed in seguito, divenuto priore del Monaco tuttavia non è solo circoscritta alla piazza e monastero di Fonte Avellana, alla scrittura del alla statua ma viene riconosciuta e celebrata in tutto “Codice Musicale”. Le innovazioni musicali il mondo per le sue innovazioni legate allo studio introdotte da Guido Monaco erano dirette ad della musica. La sua sensibilità musicale si forma in aiutare i monaci a ricordare e apprendere intona- un primo periodo presso l’abbazia di Pomposa, un zioni e ritmo nei brani del canto gregoriano. Gli luogo vicino a Ferrara che fu un importante centro strumenti da lui ideati, tra i quali il solfeggio, le note culturale medioevale, nella quale il Monaco si e le righe nelle quali queste vengono scritte avvicina allo studio dei testi e della disciplina subirono poi nel tempo varie evoluzioni fino ad musicale. Successivamente gli fu poi possibile arrivare alla moderna struttura attuale. Tutte queste perfezionare i propri studi e sperimentare le evoluzioni, come la modifica della nota “Ut” in innovazioni musicali nella città di Arezzo, nella “Do” operata nel cinquecento da Giovan Battista quale non era presente una abbazia ma c’era una Doni o l’aggiunta di una riga operata nel importante scuola di canto presso l’antico Duomo quattrocento per ottenere l’attuale pentagramma, del Pionta. La notorietà dei suoi studi in ambito trovano infatti come base gli studi musicali musicale lo portarono dapprima a Roma ad il- realizzati da Guido Monaco. Si basano sulle sue in- lustrare le innovative tecniche di fronte a Papa Gio- tuizioni anche i moderni spartiti e le note degli inni 12 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
STORIA DI AREZZO che animano la tradizione della nostra città e della gnamento musicale che il gruppo dei musici degli Giostra del Saracino. Piazza Grande, il corteo Sbandieratori è riuscita nel tempo a creare. Ben storico e le esibizioni degli sbandieratori infatti non oltre il semplice scandire il tempo dei movimenti, le sarebbero le stesse in assenza delle innovazioni trombe e i tamburi, presenti in piazza insieme alle musicali di Guido Monaco. In particolare le bandiere, rappresentano una presenza irrinunciabile esibizioni del gruppo della Associazione, dalle più per rendere emozionante il nostro spettacolo. semplici a quelle più complesse, non sarebbero in Ad Arezzo la componente musicale diviene grado, in assenza della musica e dei musicisti, di maggiormente rilevante se si ricorda che proprio in suscitare nel pubblico il profondo stupore che sono questa città, grazie a Guido Monaco, sono nate le invece in grado di portare. Lo spettatore infatti prime tecniche di studio ed esecuzione della musica viene coinvolto non solo mediante gli occhi ma come oggi concepita. Tutti territori che hanno anche attraverso le orecchie che sono in grado di ospitato Guido Monaco mantengono anche oggi il veicolare le emozioni in modo più profondo ed ricordo del suo passaggio: la città di Talla celebra incontrollabile. con un museo la sua casa natale, Fonte Avellana I lanci più alti e colorati, i volteggi e le acrobazie ne- custodisce nella propria biblioteca le sue opere, cessitano per dirsi complete e perfette dell’accompa- Arezzo vanta la Fondazione Guido d’Arezzo che organizza il famoso Concorso Polifonico e il premio Guido d’Arezzo. Se è certo che Guido Monaco abbia studiato nella città di Arezzo non è tuttavia altrettanto certo il suo luogo di nascita. A contendersi vivacemente i natali del monaco, fornendo varie prove storiche, sono naturalmente Arezzo e la vicina Talla e le città di Pomposa e Ferrara. La città di Talla in particolare vanta fonti particolarmente incisive poiché viene citata come luogo di nascita dallo stesso Guido Monaco. Accanto a tali fonti deve inoltre essere affiancata la voce della tradizione che tutt’oggi riecheggia nella città del Casentino e che tende a confermare questa teoria. L’onestà intellettuale dovrebbe portare all’individuazione di una risposta intermedia che tenga in considerazione le contrastanti fonti storiche su questo argomento, le quali non risultano capaci di fornire una soluzione cristallina su tale problematica. Tuttavia questo articolo, incentrato su Guido Monaco è stato scritto dallo sbandieratore che maggiormente ha indossato, ad Arezzo e nel mondo, il costume della città di Talla e perciò risulta impossibile concludere l’analisi della vita dell’inventore delle note musicale senza propendere campanilisticamente ad immaginare il monaco Guido nato e legato a questa città. L’ALFIERE - n. 4 - 2018 13
SCUOLA SBANDIERATORI Il futuro della nostra Associazione Intervista tripla ad alcuni dei nuovi tamburini del Gruppo Niccolò Rosati I l 2018 è stato un anno molto impegnativo per il Gruppo Sbandieratori ed in partico- lare per il reparto tamburi, che è stato bril- lantemente superato da tutti i nostri ragazzi. Nel mese di settembre 2017 è arrivato un gruppo molto Cosa ti ha spinto ad entrare nel gruppo? Alessio: “sin da piccolo ho avuto la cultura della Giostra nella mia famiglia ed in particolare quella per il Gruppo Sbandieratori che mi è stata trasmessa da mio babbo e da mio zio, che sono stati membri consistente di “sciamannati” che si spacciavano per attivi del gruppo.” “nuovi tamburini”. Oggi conosciamo tre di quei Francesco S.: “sono molto amico di Michele ragazzotti che si presentarono in palestra ormai più “Sollecito”, che faceva già parte del gruppo e par- di un anno fa: landomi delle varie situazioni che ha vissuto al- • Alessio Montini detto “GANASCIA” l’interno di questa realtà mi ha convinto ad entrare. • Francesco Sorini detto “FORTINI” Inoltre penso che possa essere un parco di esperienza • Francesco Rossi tecnica importante per il mio studio di batteria.” 14 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
SCUOLA SBANDIERATORI DIVENTA SBANDIERATORE Dal mese di settembre ha riaperto la “Scuola Dissennati“ per i giovani che desiderano diventare Sbandieratori o Musici dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo. Se hai un’età compresa tra i 14 e i 18 anni e vuoi girare il mondo da protagonista contattaci al 335.1249965. Francesco R.: “sono sempre stato affascinato da trasferta con me. Come prima esibizione devo dire quello che il gruppo sbandieratori rappresenta per che è andata bene ero un po’ teso ma poi è andato Arezzo, un orgoglio di cui volevo far parte anche io tutto liscio, abbiamo mangiato poi alla festa ed è e portare questa eccellenza in giro per l’Italia e per il stata la giusta conclusione della giornata.” mondo.” E della prima giostra cosa mi dici? Qual è trasferta che ti è rimasta più impressa? Alessio: “non me lo aspettavo di entrare in piazza Alessio: “sicuramente la trasferta a Medina del già al primo anno di gruppo e appena il “Dingio” Campo (Valladolid, Spagna). L’esperienza è stata me lo ha comunicato ho avuto un nodo alla gola, davvero fantastica e piena di momenti di con- stessa sensazione che ho provato all’ingresso in divisione e divertimento, vedere tanta folla all’estero Borgunto. Suonare davanti a tutta la città mi ha fatto che conosce il nostro gruppo che applaude al ritmo sentire orgoglioso e sotto pressione, ma eseguire i del nostro passo veloce è stato davvero emozio- pezzi alla perfezione mi ha poi reso fiero di me stes- nante. Uscire la sera anche con i ragazzi più grandi so. Spero che sia la prima di una lunga serie e conti- è stato diverso dalle mie solite abitudini ma devo nuare così la tradizione del mi’ babbo e del mi’ zio.” dire che mi sono veramente sentito parte del Francesco S.: “l’emozione è stata unica, la tensione gruppo fino in fondo.” era alle stelle ma i tutti coloro che erano con me mi Francesco S.: “ricordo molto volentieri la trasferta hanno messo a mio agio e mi hanno trasmesso in terra Tedesca a Waldkirch (Friburgo). Appena sicurezza. Solo indossare quel costume in quel arrivati ci siamo esibiti ed è stato molto bello vedere giorno così importante per la nostra città è fonte di altri gruppi di altre nazionalità che si esibivano orgoglio immenso per me, e tutte le fatiche passate insieme a noi, e l’ambiente che faceva da sfondo a per entrare nel gruppo attivo ne sono valse la pena.” tutto questo era tipico medievale e le serate passa- Francesco R.: “per me non è arrivato ancora vano in fretta davanti a qualche boccale di birra con questo onore ma sono sicuro che arriverà presto e i miei compagni di viaggio.” spero di essere all’altezza una volta che sarà il Francesco R.: “la trasferta che mi è rimasta più momento. Il gruppo non è fatto solo di giostra e impressa è quella di Acquasparta dove ho passato devo dire che l’ho capito davvero adesso che ne una bellissima giornata con tutti coloro che erano in faccio parte.” L’ALFIERE - n. 4 - 2018 15
DOMENICA IN SEDE Sede aperta in occasione di Arezzo Città del Natale Le molteplici attività del circolo: Oktober Fest e Tombole Natalizie Francesco Ricciarini I n concomitanza con Arezzo Città del Natale, abbiamo deciso di fare anche noi la nostra parte, aprendo le porte della nostra sede sociale. È stato un vero e proprio successo, turisti italiani e stranieri incuriositi hanno fatto molteplici domande ai nostri ragazzi che si sono resi disponibili a spiegare la nostra storia e il nostro ruolo all'interno della Giostra del Saracino e in maniera più ampia come ambasciatori della Città di Arezzo. Molteplici inoltre le attività del circolo, due su tutte: la prima l’ormai consolidata “Oktober Fest”, la festa della birra in sede che quest’anno è stata particolarmente apprezzata sia per i Brezel fatti a mano che per il preziosissimo contributo del nostro “Capa”, che ha personalmente prodotto 20 litri di birra artigianale. Particolarmente piacevole il momento di incontro con i nostri amici di Faenza, gli Sbandieratori del Rione Rosso, presenti ad Arezzo in occasione della giornata dedicata a Franco Ricci organizzata dal Quartiere di Porta Sant'Andrea. La seconda è rappresentata dalla tre giorni di tombole: grande successo per quella del 23 Dicembre, grande attesa per il 30 Dicembre e soprattutto per la serata della Befana del 5 gennaio. www.sbandieratori.arezzo.it #SbandieratoriArezzo Sbandieratori di Arezzo SbandieratoriArezzo 16 L’ALFIERE - n. 4 - 2018
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