Granfondo Colnago 2019: LE - NEWS SUI PERCORSI! - Il Discorso
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Granfondo Colnago 2019: LE NEWS SUI PERCORSI! Col nuovo anno le tanto attese novità in merito ai percorsi della GF Colnago, evento conclusivo del Colnago Cycling Festival (5/6/7 aprile 2019), vengono alla luce per soddisfare la curiosità di appassionati e new entry. Si tratta ancora una volta, come per le precedenti edizioni, di due percorsi spettacolari e adatti a tutte le gambe. Il percorso MEDIO è rimasto pressoché invariato rispetto a quello dello scorso anno: si confermano i 110 km di lunghezza, i 1.384 m di dislivello e due importanti salite, quella di San Michele e quella delle Coste. Diverse novità, invece, per quanto riguarda il percorso LUNGO della Granfondo: per la prossima edizione, questo itinerario non solo costeggerà il Lago di Garda, ma si allungherà fino a toccare il Lago d’Idro, con un rinnovamento che vi darà la possibilità di esplorare una tra le località più affascinanti del territorio della Provincia di Brescia! Novità anche per quanto riguarda le salite che caratterizzeranno il tracciato: a precedere la consueta salita delle Coste, ce ne saranno tre nuove, ossia quella di Navazzo, quella di Valvestino e quella più dolce di Preseglie. La lunghezza del percorso sarà di 145
km, con un dislivello di 2.130 m! In ogni caso, anche per il 2019 si tratta di due percorsi studiati per essere equilibrati e fattibili per tutti gli allenamenti, essendo privi di insidie: quello che è certo è che con i loro panorami mozzafiato sono tracciati che sapranno soddisfare anche le aspettative dei più esigenti! In attesa di farvi pedalare fra i sinuosi e rigogliosi colli e le splendide marmoree montagne che dominano il Lago di Garda, ci teniamo a ricordarvi l’ULTIMO APPUNTAMENTO con l’apertura delle iscrizioni per il Colnago Cycling Festival: il 1° febbraio alle ore 21.00! Per rimanere aggiornati su tutte le novità del CCF19 e per ulteriori dettagli sui percorsi visitate il nostro sito e seguite Colnago Cycling Festival sui social! FACEBOOK: https://facebook.com/colnagocyclingfestival INSTAGRAM: https://www.instagram.com/colnagocyclingfestival/ TWITTER: https://twitter.com/Colnago_CF YOUTUBE: https://www.youtube.com/user/colnagofestival STRAVA: https://www.strava.com/clubs/colnagocyclingfestival Stay Tuned! Il C.O. del CCF
Villa Manin e la grande musica: Thom Yorke il 17 luglio 2019 60174RadioHead_2 La grande musica internazionale ritorna a Villa Manin di Passariano di Codroipo. La storica venue, fiore all’occhiello del patrimonio artistico e culturale del Friuli Venezia Giulia, ospiterà l’unica data nel Nordest della parentesi italiana della tournée europea del grande Thom Yorke. Thom Yorke, cantautore, polistrumentista, compositore britannico e storico frontman dei Radiohead, è uno degli artisti più importanti e influenti del nuovo millennio, inserito nella lista dei 100 migliori cantanti di sempre secondo Rolling Stone. Con il progetto “Tomorrow’s Modern Boxes”,Thom Yorke sarà protagonista a Villa Manin di Codroipo (Udine) il prossimo 17 luglio, nell’evento organizzato da Zenit Srl e Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del FVG, in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismo FVG e Città di Codroipo. I biglietti per questo nuovo importante appuntamento dell’estate musicale in Friuli Venezia Giulia saranno in vendita a partire dalle 10.00 di venerdì 25 gennaio sui
circuiti Ticketone e Ticketmaster e prossimamente nei circuiti esteri Oeticket e Eventim. Info e punti vendita su www.azalea.it . Thomas Edward Yorke, detto Thom (Wellingborough, Northamptonshire 1968) è un cantante e polistrumentista, nonché voce solista del gruppo rock Radiohead. Inserito al 66° posto nella lista dei 100 migliori cantanti di sempre secondo Rolling Stone, suona chitarra elettrica, acustica e pianoforte, ed oltre alla straordinaria carriera intrapresa assieme all’alternative rock band, ha alle spalle un importante successo da solista, che vede come album d’esordio “The Eraser”, uscito nel 2006 e andato direttamente nella top 10 di USA e UK ricevendo una nomination ai Britain’s Mercury Prize e una nomination ai Grammy Awards nella categoria “Miglior Album di Musica Alternativa”. Yorke riceve la sua prima chitarra come regalo per i suoi sette anni; ai tempi della scuola conosce i componenti dei futuri Radiohead, lavora come DJ e suona con altre band di Exeter. Solo nel 1992, grazie ad un contratto con la EMI, la band muta il suo nome in Radiohead, della quale Yorke ne diventa cantante e leader. In quell’anno pubblicano il loro primo singolo, “Creep”, che ebbe un inaspettato successo mondiale. La loro reputazione cresce in maniera esponenziale con le pubblicazioni del terzo e quarto album, rispettivamente “OK Computer” (1997), riconosciuto come pietra miliare della musica rock degli anni Novanta, e “Kid A” (2000), in seguito ai quali la popolarità della band britannica arriva ai massimi livelli. L’approccio sperimentale alla musica di Thome il suo tocco di malinconia rendono presto il suo stile inconfondibile e unico, apprezzato in tutto il mondo. Dal 1998 Yorke intraprende alcuni progetti da solista: partecipa infatti alla realizzazione di diverse colonne sonore, tra le quali quelle dei film “Velvet Goldmine” e “The
Twilight Saga: New Moon”, e collabora con i Drugstore e gli Unkle. Tra il primo e il secondo disco solista, nel 2009 Thom Torke fonda insieme a Flea (Red Hot Chilli Peppers), il produttore Nigel Godrich, il batterista Joey Wronker e il percussionista Mauro Refosco, il gruppo “Atoms For Peace”, pubblicando nel 2013 l’album di debutto “Amok”. Nel 2014 pubblica a sorpresa il secondo album da solista, “Tomorrow’s Modern Boxes”, prodotto con l’aiuto di Nigel Godrich. Tra le particolarità delle sue creazioni artistiche, c’è da ricordare il brano “Subterranea”, composto per una mostra a Sydney: la cosa sorprendente su di esso è la durata, di ben 18 giorni, esattamente il periodo dell’esposizione, di cui nessuno dei minuti è uguale all’altro. Dopo l’uscita di “Tomorrow’s Modern Boxes” a settembre 2014, Yorke, Godrich e Barri hanno intrapreso, per tutto il 2015, il loro primo tour, coprendo Regno Unito, Europa e Giappone. Dopo la ristampa di Tomorrow’s Modern Boxes nel dicembre 2017 su XL Recordings, il trio ha debuttato negli Stati Uniti, esibendosi nei teatri di Los Angeles e Oakland e ha preso parte al Day For Night Festival di Houston. L’ultimo suo progetto, “Suspiria”, uscito l’ottobre scorso, contiene 25 brani composti per il film omonimo di Luca Guadagnino. Il singolo “Suspirium” viene premiato come miglior brano originale alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia e candidato alle nomination per gli imminenti Oscar. Nei prossimi concerti Thom Yorke eseguirà brani dalle sue opere da solista “The Eraser”, “Tomorrow’s Modern Boxes” e “Atoms For Peace’s Amok” con il produttore/collaboratore di lunga data Nigel Godrich e il visual artist Tarik Barri. La combinazione di suoni di Thom e Nigel e le straordinarie immagini di Tarik Barri hanno generato elogi in tutto il mondo. Tutte le foto di Simone Di Luca
Lella Costa 23 gen. Al teatro Pasolini di Cervignano con Lettere del cuore di Natalia Aspesi La rubrica “Le Lettere del Cuore” di Natalia Aspesi sono state per trent’anni un appuntamento fisso per i lettori e le lettrici di Repubblica: ogni venerdì, quelle due pagine sapevano disegnare nuovi scenari attorno alle storie che gli italiani confidavano alla celebre editorialista di costume sulla loro vita privata, intima e relazionale. Quella celebre rubrica diventa oggiQuestioni di cuore uno spettacolo interpretato da Lella Costa, con il placet e la complicità dell’autrice e amica milanese. Mercoledì 23 gennaio (inizio ore 21) la celebre attrice sarà la prossima ospite della stagione di prosa del Teatro Pasolini di Cervignano curata dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVGper l’Associazione culturale Teatro Pasolini, una stagione realizzata con il sostegno del Comune di Cervignano, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli. Lella Costa scorrerà le pagine di quella popolare rubrica per un viaggio emblematico e spesso sagace e divertente attraverso la vita sentimentale e intima degli italiani. Questioni di cuore – che nasce da un’idea di Aldo Balzanelli, e conta su due influenti collaborazioni come quella dello stilista Antonio Marras alle scene e di Ornella Vanoni per le musiche dello spettacolo – racconta le relazioni complesse, le trasgressioni, le paure, i pregiudizi e i tradimenti delle
italiani e degli italiani attraverso migliaia di storie d’amore e passione che, incredibilmente, nella sostanza, non cambiano con il passare dei decenni e l’evoluzione del costume. Dalla ragazzina infatuata per un uomo tanto più grande di lei, alla donna che ama essere picchiata, dalla signora che s’innamora di un sacerdote, alla moglie tradita e abbandonata, al giovane che si scopre gay, al maschio orgoglioso della sua mascolinità. Tutti hanno impugnato la penna (più recentemente la tastiera del pc) per scrivere a Natalia Aspesi chiedendo un consiglio, un parere. E le risposte, argute, comprensive, feroci della opinionista, spesso sono più gustose delle domande. A dare voce sul palco a questa corrispondenza, c’è un’attrice di razza come Lella Costa, ironica e convincente alter ego teatrale della Aspesi, in un gioco di contrappunti, tra botta e risposta, che raggiunge tutte le sfumature, i diversi gradi d’intensità e di intimità. Informazioni e prevendite sono aperte a Cervignano, Teatro Pasolini, in piazza Indipendenza 34, con i seguenti orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì ore 16.00 – 18.00/ giovedì e sabato ore 10.00 – 12.00 – tel. +39 0431 370273 biglietteria@teatropasolini.it info@teatropasolini.it – www.teatropasolini.it LA DAMA DI PICCHE Martedì 22
gennaio al cinema Centrale, in diretta dalla Royal Opera di Londra! Il nuovo anno della Royal Opera di Londra si apre domani martedì 22 gennaiocon LA DAMA DI PICCHE: l’opera – che comprende alcune delle più memorabili musiche di Tchaikovsky, con grandiosi cori, intime arie e duetti appassionati – sarà proiettata al cinema Centrale alle ore 19.45, in diretta live dal prestigioso palco londinese. Sul podio Antonio Pappano, direttore musicale della Royal Opera. La prevenditadei biglietti (intero €12, ridotto €10) è attiva online e presso la cassa del cinema. La Dama di Picche racconta la storia di German (Aleksandrs Antonenko), un soldato senza soldi, ossessionato sia dal gioco d’azzardo sia dalla bellissima Liza (Eva-Maria Westbroek). Dopo che German prova a scoprire il trucco della carta vincente dalla nonna di Liza, la Contessa (Felicity Palmer), quest’ultima muore per lo spavento e l’ossessione di German si trasforma in follia. Mercoledì 30 gennaio in arrivo un altro grande classico, La traviata di Giuseppe Verdi, nella splendida produzione di Richard Eyre e con un cast d’eccellenza, che include uno dei volti più amati della Royal Opera, Plácido Domingo! Per maggiori informazioni consultare il sito www.visionario.movie, la pagina facebook.com/VisionarioUdine o contattare il numero 0432/227798.
Il Teatro Nuovo Giovanni da Udine porta i Quadri di un’esposizione a Berlino con gli studenti dell’ISIS Malignani L’opera, realizzata da Vassilij Kandinskij nel 1928 su musiche di Modest Musorgskij, è stata messa in scena dal Teatro Nuovo per la prima volta nel 2003. L’ultima ripresa dello spettacolo sul palcoscenico friulano risale al 2018 a cura degli studenti dell’istituto friulano. Il Teatro Nuovo Giovanni da Udine porterà a Berlino i Quadri di un’esposizione di Vassilij Kandiskij su musiche di Modest Musorgskij e lo farà coinvolgendo a tutto campo gli studenti dell’ISIS Arturo Malignani. Il 24, 25 e 26 gennaio prossimi infatti, questo spettacolo storico che il Giovanni ha Udine ha messo in scena per la prima volta nel 2003 debutterà nella capitale tedesca in occasione delfestival mondiale per il centenario del Bauhaus. L’invito a portare i Quadri nel teatro dell’Akademie der Künste è arrivato al Teatro Nuovo da parte degli organizzatori del festival che celebra, con una fitta serie di iniziative di rilievo internazionale, i cento anni dall’inaugurazione della scuola d’arte, architettura e design fondata da Walter Gropius, di cui Kandinskij fu uno dei più autorevoli insegnanti. L’allestimento dell’opera sarà interamente curato da 15 studenti delle classi quarte e quinte del liceo scientifico di
scienze applicate e dell’istituto tecnico professionale ISIS Malignani di Udine, sotto la supervisione del direttore tecnico del Teatro Nuovo Stefano Laudato e il coordinamento del professor Roberto Verona. L’avventura dietro le quinte, per questi ragazzi, è in realtà iniziata poco più di un anno fa quando, nell’ambito del programma di Alternanza Scuola/Lavoro, avevano partecipato alla messa in scena dei Quadri in programma al Giovanni da Udine nel gennaio del 2018: un impegno serrato, fatto di molte ore trascorse sul palcoscenico per imparare i fondamentali di un mestiere affascinante, sia per quanto riguarda le scenografie che le luci, i suoni e i movimenti di scena. Ora, quegli stessi studenti voleranno nella capitale tedesca per aggiungere un altro capitolo decisivo a un’esperienza formativa unica. “Siamo felici e orgogliosi che questo spettacolo così significativo per la storia del nostro Teatro approdi a Berlino – ha detto ilPresidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine Giovanni Nistri -. E lo siamo doppiamente perché questo allestimento è il frutto di una collaborazione proficua fra le istituzioni cittadine in nome di un comune obiettivo: quello di aprire nuovi orizzonti professionali ai nostri ragazzi. Ci auguriamo pertanto che questa bella esperienza sia solo la prima di una serie di iniziative volte ad avvicinare sempre di più i giovani all’affascinante mondo del teatro”. “È un piacere essere stati coinvolti dall’organizzazione di Berlino nel centenario della fondazione del Bauhaus. Una richiesta che i nostri studenti hanno saputo interpretare con un approccio volenteroso nell’apprendere i mestieri del teatro, che onora noi e la città – ha detto il Dirigente Scolastico del Malignani di Udine Andrea Carletti – ma soprattutto che rappresenta il teatro dei giovani per un nuovo sentire la cittadinanza europea.”
Progetto rivoluzionario di opera d’arte totale, i Quadri di un’esposizione di Vassilij Kandiskij su musiche di Modest Musorgskij debuttarono a Dessau nel 1928, nel pieno dell’esperienza culturale e artistica del Bauhaus: punti, linee e superfici, le stesse forme geometriche che colorano le opere del fondatore dell’arte astratta, lasciavano la bidimensionalità della tela per diventare elementi scenografici, dando concretezza visiva alla musica eseguita dal vivo al pianoforte. Nel 1984 un team di scenografi e registi docenti dell’Universität der Künste di Berlino capeggiato da Horst Birr ricreò sulla scena lo spettacolo come saggio degli studenti: i meravigliosi Quadri di Kandiskij ritornarono così in vita in una versione filologica, per la quale si recuperò lo spartito originale con le annotazioni di scena e si utilizzarono gli stessi semplici strumenti teatrali – stoffe, legno, lampade a incandescenza – impiegati per la prima rappresentazione. Approdati al Giovanni da Udine nel 2003 grazie alla collaborazione avviata fra l’allora direttore artistico musica Carlo de Incontrera e l’Universität der Künste, i Quadri sono stati riproposti più volte al pubblico di ogni età in questi ultimi sedici anni, dimostrandone l’eterna giovinezza artistica e lo straordinario valore quale laboratorio didattico per imparare i segreti della “macchina” teatrale. Trio Mondrian inaugura il Festival Cameristico 2019 Sarà il Trio Mondrian, il raffinato Ensemble israeliano composto da Ohad Ben-Ari pianoforte, Daniel Bard violino
e Hila Karnivioloncello, a siglare l’inaugurazione del Festival Cameristico 2019 promosso daChamber Music Trieste e diretto da Fedra Florit, di scena dal 28 gennaio al 9 settembre 2019 con nove concerti dei più interessanti vincitori del Premio Trio di Trieste, che si appresta a festeggiare la sua 20^ edizione in programma dal 7 al 9 settembre. “Passione e coerenza” saranno il leitmotiv del cartellone Chamber 2019, che si apre dunque lunedì 28 gennaio alle 20.30 al Teatro Verdi di Trieste, Sala Ridotto, con le armonie squadrate e coloratissime del Trio Mondrian, geometrico nelle sue esecuzioni che al tempo stesso risuonano eleganti e sensibili, scandite da apprezzatissimi quadri musicali. Come l’Ensemble aveva subito dimostrato nel 2007, vincendo il Premio Trio di Trieste che ha coinvolto in 20 anni oltre 1500 artisti e 700 complessi cameristici di una quarantina di Paesi del mondo. Pagine dedicate alla musica per Trio saranno al centro del concerto del Mondrian, selezionate da Ludwig van
Beethoven (Trio in sol maggiore op.1 n.2), Ernst Krenek (Trio Phantasie op.63) e Johannes Brahms (Trio in si maggiore op.8). Prevendite abbonamenti presso TicketPoint Trieste, tel. 040 3498276. Dettagli e aggiornamenti sul sito www.acmtrioditrieste.it. La Stagione 2019 dell’Associazione Chamber Music è sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e da Mibact, Comune di Trieste, Iniziativa Centro – Europea, Generali, Banca Mediolanum, Itas Assicurazioni, Suono Vivo – Padova e Zoogami.Sono nove i concerti della prima parte della Stagione Chamber: nove serate che richiameranno a Trieste “the best of”, i vincitori di questi 20 anni del Premio Trio di Trieste, ensemble diventati il meglio della cameristica internazionale: dall’Ars Trio al Mondrian, da Josef Suk Quartet al Trio Debussy, dal Trio Gaon al Duo Lavrynenko – Giuliei Il pianista Ohad Ben-Ari, il violinista Daniel Bard e la violoncellista Hila Karni creano quadri musicali sempre affascinanti: se nel 2007 conquistavano il Premio Trio di Trieste, oltre al Premio Speciale per la miglior interpretazione del Trio di Brahms e lo Young Award, subito dopo si aggiudicavano il Premio del pubblico al Bologna Festival. Marcello Abbado, noto musicista e compositore italiano, ha dedicato loro l’opera intitolata proprio “Trio Mondrian”. L’ensemble si esibisce in Europa regolarmente, alternando ai concerti le incisioni discografiche: la prima registrazione è datata 2008, con opere di Brahms e Dvořák. Ha poi inciso i trii di Ravel e di Šostakovič presso la casa discografica olandese “Challenge Records”. La maestria del pianista Ohad Ben-Ari lo ha portato a tenere recital in tutto il mondo. Ha suonato come solista con l’Orchestra Filarmonica d’Israele, l’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, l’Orchestra dell’Opera di Monaco e con la Schlezwig-Holstein Music Festival Orchestra, tra le altre, diretto dalla bacchetta di Philippe Entremont, Mendi Rodan, Justus
Frantz. Il violinista israelo-canadese Daniel Bard è stato membro del Metro String Quartet, che ha collaborato con artisti quali Menahem Pressler, Laurence Lesser e Gilbert Kalish. Nel 2007 è stato invitato da Tabea Zimmermann a suonare come primo violino nella Camerata Bern. Si esibisce in ensemble cameristici in Israele, Europa e Nord America, dal 2009 è spalla delle viole dell’Amsterdam Sinfonietta. La violoncellista Hila Karni ha iniziato a esibirsi negli Stati Uniti e in Europa sin da giovanissima. Ha studiato negli USA con Bernard Greenhouse, che la descrive come “una tra i più sensibili violoncellisti, musicalmente parlando, e tra i più virtuosi delle nuove generazioni”. Si è poi perfezionata con David Geringas a Lubecca e Berlino e si è esibita nei luoghi clou della musica del nostro tempo – dalla Carnegie Hall di New York alla Konzerthaus di Vienna, dal Concertgebouw di Amsterdam alla Megaron Hall di Atene, al Palais des Beaux Arts di Bruxel, alla Kolner Philarmonie, Wigmore Hall di Londra - con musicisti quali Boris Pergamenschikow, Ralf Gothoni, Bernard Greenhouse e Maxim Vengerov. Nabucco al Verdi di Trieste: come la vogliamo fare l’opera? Il Nabucco in scena al Verdi di Trieste conduce ad un bivio: se lo si guarda inquadrandolo nel filone degli spettacoli di onesta tradizione, oleografici – aggettivo stra-abusato quando all’opera ci si annoia – e “di maniera” non c’è niente che non vada. C’è un’ambientazione più o meno storica, scene e costumi sono come uno se li aspetta (che poi cosa ne sappiamo noi pubblico in sala di come si vestissero i babilonesi nel
settimo secolo a.C.?!), ci sono un cast funzionale e un direttore che sa far quadrare i conti. Insomma è il più classico dei Nabucchi di buona provincia. Però se si osserva la faccenda da un’altra prospettiva, cioè quella di chi pensa che l’opera sia innanzitutto teatro, le cose cambiano. Sì, è vero che Nabucco è un titolo insidiosissimo, è vero che si lavora sempre con frenesia e tempi stringatissimi, è vero che ci sono mille compromessi da incastrare, però ci si chiede: perché? Perché non provare a sbozzare un po’ i caratteri, emancipandoli dalla routine e dalle secche della tradizione? Perché non esplorare più a fondo la reciprocità dei personaggi, le loro ombre? Magari anche a calcare un po’ la mano su quanto c’è di meschino, violento, vile, ipocrita e, perché no, anche cringe, in quest’opera. Insomma a smuovere le oneste e ben create coscienze che vanno a teatro per sentire il “Va pensiero”. E facciamolo andare, sto pensiero! Facciamolo incazzare sto benedetto pubblico, prendiamolo a pugni nello stomaco, o almeno proviamoci! Certo questo è un problema su larga scala e non riguarda il solo Verdi di Trieste, però il pubblico invecchia e non è solleticando i capricci della frangia più reazionaria e ostile alle novità che se ne attira di nuovo.
Foto Fabio Parenzan Ciò detto, lo spettacolo, prendendolo per quel che è, cioè il milionesimo Nabucco sword and sandal, funziona discretamente. Le scene di Emanuele Sinisi rimandano a un’antichità generica che piace sempre e non scontenta mai, Danilo Rubeca che riprende e rimonta la regia di Andrea Cigni ha diversi meriti (uno su tutti: spazza via certi topoi del melodramma cabalettaro) e qualche limite, ma soprattutto c’è una direzione musicale molto buona. Christopher Franklin non è un volto nuovo per il pubblico triestino e dà prova, ancora una volta, di cogliere nel segno indipendentemente dal repertorio. Tiene bene insieme palco e orchestra, cura narrazione e sonorità, è vario, pulito e serrato il giusto. I complessi del Verdi sono in ottima serata, così come il coro, preparato da Francesca Tosi.
Foto Fabio Parenzan Giovanni Meoni è un protagonista di consumato mestiere che, pur con mezzi non troppo accattivanti, dice, accenta e sfuma; in definitiva porta a casa un Nabucco coerente e convincente. La Abigaille di Amarilli Nizza parte male nel primo atto, si tira di qua nel secondo e va crescendo dal duettone in avanti. Alla fine la sfanga anche se non entusiasma. Gran musicista e cantante, Nicola Ulivieri non trova nella scrittura di Zaccaria il terreno più fertile per esaltarsi: meglio i momenti più lirici (la preghiera), un po’ meno quelli che sollecitano gli estremi della tessitura.
Bravissima la Fenena di Aya Wakizono che è bella e sa muoversi e cantare, così come convince l’Ismaele di Riccardo Rados: le qualità ci sono e sono notevoli, ma vanno ancora un pelo rifinite. Positivo l’apporto di tutti i comprimari: Abdallo (Andrea Schifaudo), Anna (Rinako Hara) e Il Gran Sacerdote di Belo di Francesco Musinu. Successo pieno. Paolo Locatelli paolo.locatelli@ildiscorso.it © Riproduzione riservata LA MEMORIA E LA SCELTA che va in scena alla Sala Bartoli da martedì 22 a sabato 26 gen. Giunge alla terza edizione “La memoria e la scelta/III – Le Scelte”, progetto curato dalla giornalista Paola Pini che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha ideato e realizza in collaborazione con il Comune di Trieste, con la Mediateca e La Cappella Underground. Ne sono protagonisti gli allievi dei licei di Trieste che dal 22 al 26 gennaio, in formazioni diverse presenteranno alla Sala Bartoli emozionanti letture, video e momenti musicali. Divengono così portatori di un messaggio di assoluto valore: scegliere si può, per far prevalere un atteggiamento a favore della vita. Per la prima volta i ragazzi si esibiranno anche alla Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale, dopo la cerimonia del Giorno della Memoria, domenica 27 gennaio alle 12”.
Cinque serate di spettacolo e di riflessione, cinque momenti in cui – attraverso un emozionante collage di letture, momenti musicali, video – gli allievi dei licei di Trieste si fanno portatori di un messaggio fondamentale per il futuro: scegliere si può. Anche davanti all’abisso più nero si può far prevalere un atteggiamento a favore della vita. È questo il senso del progetto “La memoria e la scelta/III – Le Scelte” curato dalla giornalista Paola Pini assieme – per la parte cinematografica – a Daniele Terzoli e Gianluca Guerra, che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha ideato e realizza ormai per il terzo anno, in collaborazione con il Comune di Trieste, con il Servizio Pubblico di Mediateca e La Cappella Underground. Ciò che rende il progetto ancor più bello, necessario, prezioso sta proprio nel fatto che i protagonisti sono i ragazzi – il futuro – gli allievi dei licei “Carducci/Dante”, “Galilei”, “Nordio”, “Oberdan”, “Petrarca” e “Prešeren” che si alternano sul palcoscenico della Sala Bartoli, in formazioni diverse, ogni sera, da martedì 22 a sabato 26 gennaio sempre alle ore 21. A coronare significativamente questa terza edizione è stato poi l’invito da parte del Comune di Trieste a essere presenti con un momento di letture, musica e canto tratto da “La memoria e la scelta/III” alla Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale, dopo la cerimonia del Giorno della Memoria, domenica 27 gennaio alle 12. “La memoria e la scelta/III” si concentra nel 2019 proprio sul sul concetto della SCELTA, indagato attraverso la memoria ed i suoi insegnamenti. “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Paul Bayard è la base per esplorare alcuni personaggi emblematici, autori di azioni di opposizione o resistenza non violenta, capaci di far prevalere un atteggiamento a favore della vita.
L’indagine, di sera in sera, toccherà diversi episodi e diverse pagine di memoria, riportando alla luce ricordi, immagini, figure esemplari e inducendo la platea alla riflessione. Così martedì 22 gennaio, la serata verterà sulla figura e sulla scelta di Aristides de Sousa Mendes, diplomatico portoghese. Dal 1939 fu a Bordeaux e assistette al limitarsi dell’“amichevole neutralità” mantenuta rispetto al conflitto dal suo paese, che – fu chiaro ad un certo punto – non si sarebbe spinto fino ad abbracciare i valori umanitari e a venire in aiuto ai sempre più numerosi rifugiati. L’amicizia con il rabbino rifugiato Jacob Kruger lo rese sensibile alla situazione degli ebrei, che dovevano al più presto fuggire dalla Francia, tanto che decise – contro le leggi e le indicazioni del dittatore Salazar – di rilasciare visti a tutti, come se non esistessero più nazionalità, razze, religioni. Nonostante gli fosse stata revocata la possibilità di rilasciare visti, e a proprio rischio, proseguì anche nell’illegalità, validandone oltre 30.000 e salvando la vita a molte persone. Il 23 gennaio saranno al centro delle letture i fratelli Hans e Sophie Scholl, giovani, tedeschi eppure capaci nel 1942 – mentre il nazismo era potentissimo, incuteva terrore e soffocava con la morte ogni espressione di dissenso – di operare come esponenti del movimento “La Rosa Bianca”che resisteva e si opponeva al regime hitleriano e cercava di risvegliare nella popolazione di Monaco l’orgoglio per il nobile pensiero tedesco del passato (Goethe, Schiller, Novalis) e di sconfiggere negli individui il senso di solitudine davanti alla minaccia, e la paura di pensare liberamente. Giovedì 24 gennaio ci si interrogherà invece su cosa distingua un carnefice da un ribelle, ricostruendo la storia del
Battaglione 101: non era un’unità militare, ma un corpo di polizia. Composto di riservisti, non giovani, quasi tutti senza esperienza di tipo militare. Quando in Polonia dovettero esercitare i metodi della “soluzione finale” ne furono inizialmente sconvolti, ma poi si risolsero – all’80%-90% – ad uccidere gli ebrei innocenti, quasi che il senso di responsabilità individuale fosse attutito dal gruppo, dalle direttive ufficiali… Quale gruppo, anche oggi, è immune da un simile rischio? Perché solo pochi hanno saputo e sanno scegliere l’umanità? Milena Jesenská è la figura che ispirerà pensiero al pubblico nella serata di venerdì 25 gennaio: giornalista e traduttrice ceca, celebre per la sua amicizia con Kafka, Milena è una donna davvero da ammirare. Coraggiosa e vibrante di un amore per la libertà che le diede il coraggio di imporre la propria volontà al volere del padre prima, e di opporsi poi al fascismo e al nazismo che dilagavano in Europa, Milena fu infine arrestata dalla Gestapo e internata a Ravensbrück. Ma anche qui seppe lottare per la sua dignità e per la vita delle sue compagne di prigionia. L’ultima serata, quella del 26 gennaio, racconterà dell’incredibile opera del pastore protestante André Trocmé e della sua famiglia a Chambon-sur-Lignon. Dopo l’armistizio tra la Germania e la Francia del 1940 e la sua divisione nel territorio occupato dai nazisti da una parte, e nella repubblica collaborazionista di Vichy dall’altra, assieme al pastore Édouard Theis, al direttore della Scuola Statale Roger Darcissac e agli abitanti di Chambon, i Trocmé decisero di trasformare il villaggio in un grande rifugio per gli ebrei braccati dai tedeschi e dalla polizia francese, mettendo in piedi una solida rete di protezione sostenuta economicamente da nazioni come la Svezia e la Svizzera e da gruppi religiosi come i quaccheri americani, gruppi cattolici, organismi ecumenici e dalla Cimade, una delle più straordinarie
organizzazioni protestanti di soccorso. Sembra ancor oggi miracoloso che con la forza di una guida non impositiva, come era quella di Trocmé, un intero paese fosse riuscito a opporre un’azione non violenta e molto ingegnosa al potere ufficiale. Ogni giorno dal 22 al 26 l’appuntamento sarà alla Sala Bartoli alle ore 21. Il biglietto ha un prezzo davvero simbolico, soli 3 euro: per una serata che intreccia pensiero, memoria, Storia e si esprime attraverso la sensibilità, l’intelligenza e il talento sorprendente degli allievi dei licei di Trieste. I biglietti per i cinque spettacoli si acquistano in prevendita presso i punti vendita del Teatro Stabile regionale. Si possono comperare – fino a esaurimento della disponibilità – anche alla Biglietteria del Politeama prima dell’inizio dello spettacolo. Rimane invece ad ingresso libero, come l’intera manifestazione alla Risiera di San Sabba – Museo nazionale, l’intervento dei ragazzi di domenica 27 gennaio alle 12. Qui di seguito il programma e gli artisti delle singole giornate. Martedì 22 gennaio ore 21 – “Il Console di Bordeaux” con gli allievi del Liceo Petrarca e gli allievi del Liceo Carducci/Dante testi da “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard e “La bontà insensata – Il segreto degli uomini giusti” di Gabriele Nissim con Ginevra de Calò, Silvia Farina, Paola Micheletti, Sara Missio, Maddalena Rollè, Mattia Vodopivec Katarina Spasic, Maria Celoro – voci
Dylan Salvador – chitarra Samuele Buono – percussioni intervento musicale “Avram Avinu”, “Morena” Mercoledì 23 gennaio ore 21 – “La rosa bianca” con gli allievi del Liceo Oberdan e gli allievi del Liceo Carducci/Dante testi da “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard e “La Rosa Bianca” di Inge Scholl con Erica Bussi, Samuele Calabria, Martina Galanti, Francesca Occhiogrosso, Sara Stebel Alice Franco, Francesca Papini – voci Pietro Furlanetto – violino intervento musicale “Papirosn”, “Bin ih mir a shnajderl” Giovedì 24 gennaio ore 21 – “Il battaglione 101” con gli allievi del Liceo Prešeren e gli allievi del Liceo Carducci/Dante testi da “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard e “Uomini comuni. Polizia tedesca e «soluzione finale» in Polonia” di Christopher R. Browning con Emil Favento, Antje Gruden, Johana Kerschbaumer, Nives Lakovič, Irene Solaro, Martina Sosič Evita Bertolini, Mathias Ferluga – voci Andrea Furlan – pianoforte
intervento musicale “Dire-gelt”, “Shlof majn kind” Venerdì 25 gennaio ore 21 – “Milena Jesenska” con gli allievi del Liceo Carducci/Dante testi da “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard e “Milena, l’amica di Kafka” diMargarete Buber-Neumann con Paolina Basiaco, Lorenzo Calacione, Leo Cattaneo, Francesca Giraldi, Piero Ocello, Ambra Rossi Irene Morpurgo – voce Leonardo Dante – clarinetto intervento musicale “Uv mestechko Ljadi”, “A yiddishe mame” Sabato 26 gennaio ore 21- “André e Magda Trocmé a Chambon-sur- Lignon una moderna città-rifugio” con gli allievi del Liceo Galilei e del Liceo Nordio e gli allievi del Liceo Carducci/Dante testi da “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard e “Il tuo fratello ebreo deve vivere” diPhilip Hallie con Luca Alberti, Iacopo Bertotti, Simone Valente, Alessio Pessot, Alessia Rainis, Beatrice Seppi Caterina Trevisan – voce Maria Viviani – voce Giulia Brussa – violoncello intervento musicale “Belc, majn shtetele Belc”, “Tumbalalajke”
Domenica 27 gennaio ore 12, alla Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale, dopo la Cerimonia del Giorno della Memoria testi da “LA MEMORIA E LA SCELTA/III” con Mattia Vodopivec, Samuele Calabria, Antje Gruden, Ambra Rossi, Simone Valente gruppo vocale Katarina Spasic, Maria Celoro, Evita Bertolini, Mathias Ferluga, Irene Morpurgo, Caterina Trevisan, Maria Viviani, Duccio Lin, Silvia Zappa, Sofia Deineka, Francesca Acero direzione Michele Gallas intervento musicale “Hatikvah”, “Shalom aleichem” Andrea Forliano “Dal 23 gennaio ritornano al Politeama Rossetti gli Oblivion ne “La Bibbia riveduta e scorretta” “Dal 23 gennaio ritornano al Politeama Rossetti gli Oblivion ne “La Bibbia riveduta e scorretta” per la regia di Giorgio Gallione. Humour, musica, intelligenza, leggerezza e tanto talento contraddistinguono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
anche in questa nuova e importante tappa della loro carriera. Repliche fino a domenica 27 gennaio, in abbonamento al Teatro Stabile regionale. Sabato 26 gennaio incontro pomeridiano con il pubblico”. «Molto metodo e tanta follia. Ecco gli Oblivion» spiega il regista de “La Bibbia riveduta e scorretta” Giorgio Gallione. Con questo divertente e nuovissimo spettacolo, gli Oblivion ritornano a Trieste e al Politeama Rossetti dove molte volte sono stati applauditi in passato e dove il pubblico li attende con grandissima curiosità. “La Bibbia riveduta e scorretta” va in scena da mercoledì 23 a domenica 27 gennaio, ospite della stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. «Cinque straordinari “filosofi assurdisti”, cinque rigorosi fantasisti (“l’immaginazione è più importante della conoscenza”, insegna Einstein) – spiega ancora Gallione – cinque ricercatori teatrali che usano il Comico come esercizio di intelligenza critica, di irriverenza; un’arma radiografica, acuminata e gentile, per togliere polvere e noia dal palcoscenico. Cinque instancabili contaminatori, cinque sorridenti secchioni (per questa Bibbia “riveduta e scorretta” hanno studiato più di tanti seminaristi e teologi…), portatori sani di leggerezza (che non è futilità) e di rigore. Perché per rovesciare il senso occorre prima provare a capirlo. Il teatro degli Oblivion è polifonico, meticcio, seriamente ridicolo, onnivoro, citazionista, ma sempre personalissimo. Sanno usare la leggerezza (che non è futilità…) come ricerca della precisione, della sintesi, dell’agilità, della rapidità di pensiero e azione teatrale. Essere loro complice in questo viaggio biblico è euforico e mai prevedibile. Significa provare a raccontare “la storia delle storie” entrando in un universo surreale, musicale e pittorico che, come tutti i veri creatori/creativi, cerca di mettere ordine nel Caos. In questo caso, da un bislacco Big Bang a un novello Jesus Christ Superstar rapper e alieno»… C’è da credere alle parole di un artista dell’esperienza di
Gallione riguardo all’irresistibile show “Oblivionescamente” dissacrante. Oltre dunque allo humour di Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli che il pubblico dello Stabile regionale ama da sempre, non mancherà la dimensione musicale, ricca e declinata in modo nuovo. Gli Oblivion infatti si mettono alla prova per la prima volta con un inedito musical comico: «Ci siamo trovati a discutere che genere di Musical fare. Non trovando un accordo, abbiamo deciso di farli tutti» scherza nelle sue note Lorenzo Scuda, autore della partitura. «Complice anche il fatto che con le basi musicali puoi permetterti di avere sonorità che variano da Vivaldi ai Rammstein, abbiamo deciso di omaggiare tutto lo scibile della storia del Musical dagli anni 20 ad oggi. Ogni scena ha un suo mondo musicale, un suo sound di riferimento. Citazioni e richiami a Cole Porter, Stephen Sondheim, Lloyd-Webber, al musical Hamilton, in un Trivial Pursuit completamente inutile in cui dare sfoggio di tutta la propria saccenza. La produzione dei pezzi è stata mastodontica. Ventidue canzoni originali. Ghironde, Zampogne, Chitarre Heavy Metal, Groove Elettronici, Orchestra Sinfonica, Orchestra Barocca con Basso Continuo, Jazz Big Band, Campionamenti di frammenti di altri musical. Tutto pur di non lavorare…». E il plot? Come si addentreranno questi eccezionali artisti nel libro più celebre della storia? Ai testi hanno Pensato Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli ed hanno immaginato un quadro davvero particolare. Siamo nella Germania di Gutenberg, intento nella scelta del primo libro da stampare: quand’ecco che gli si presenta il Signore, con un’autobiografia scolpita nella pietra da editare e diffondere in tutte le case. Ne nasce così il primo braccio
di ferro tra autore ed editore della storia, il primo deciso a restare fedele alla propria opera, il secondo tutto impegnato nel trasformare in un successo editoriale quello che lui considera un insieme di storie scollegate e bizzarre. Nella tipografia prendono vita le vicende più incredibili dell’Antico e Nuovo Testamento, che Gutenberg renderà un best- seller. “La Bibbia riveduta e scorretta” va in scena al Politeama Rossetti da mercoledì 23 gennaio a sabato 26 gennaio alle ore 20.30 e domenica 27 gennaio va in scena la recita pomeridiana alle ore 16. Sabato 26 gennaio alle ore 18 al Café Rossetti, si terrà un incontro con gli Oblivion che approfondiranno temi del loro spettacolo e della loro carriera conversando con Peter Brown, direttore della British School regionale. L’ingresso sarà libero fino a esaurimento dei posti disponibili. I biglietti per lo spettacolo si possono acquistare nei consueti punti vendita e circuiti oppure in internet accedendo direttamente dal sito del Teatro, www.ilrossetti.it. Per ogni informazione ci si può rivolgere al numero 040. 3593511. Mercoledì 23 alle ore 18.00 al cinema Pierrot –
Ponticelli VOLLA (NA) 23 gennaio ore 18.00 Cineforum Arci Movie Cinema Pierrot – Ponticelli L’ARCI MOVIE E L’ORCHESTRA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO MATILDE SERAO DI VOLLA (NA) UNITI PER FARE CULTURA SUL TERRITORIO E PER AVVICINARE I GIOVANI AL CINEMA E ALLA MUSICA Mercoledì 23 alle ore 18.00 al cinema Pierrot (Via de Meis – Ponticelli) per il cineforum di Arci Movie verrà proiettato il film “La mélodie” diretto da Rachid Sami. La proiezione sarà preceduta dalla esibizione dell’Orchestra dell’Istituto Comprensivo Matilde Serao di Volla. Come Arci Movie – dice Roberto D’Avascio, Presidente di Arci Movie – lavoriamo costantemente per la creazione di collaborazioni con associazioni, enti e scuole che come noi lavorano sul territorio come presidi di cultura e legalità; il film “La mélodie” che racconta le vicende di un insegnante e di una classe che segue un corso di violino in una scuola difficile della periferia parigina, ci ha dato l’idea di collaborare con l’Orchestra dell’Istituto Comprensivo Matilde Serao di Volla stimolati anche dalla professoressa Roberta Guarracino insegnante della
scuola e membro del nostro consiglio direttivo. Questa iniziativa rafforza la nostra idea del Cineforum del Pierrot come un luogo di aggregazione e di iniziative culturali di qualità”. L’orchestra è composta da circa 40 ragazzi, allievi delle classi seconda e terza del corso ad indirizzo musicale della scuola secondaria di primo grado e proporrà, prima della proiezione del film, un repertorio composto prevalentemente di musiche tratte dalle colonne sonore di cartoni animati e film. La mélodie, il film diretto da Rachid Hami, vede protagonista Simon (Kad Merad), un famoso violinista quasi cinquantenne. Simon è un uomo ormai disilluso dalla vita e sta attraversando un periodo difficile. Seppur distinto, si ritrova privo di ingaggi e non può fare altro che accettare l’offerta di lavoro propostagli da Farid (Samir Guesm), nonostante si tratti di un impiego piuttosto lontano dalle proprie ambizioni: insegnare nella sua classe-orchestra presso una scuola media inferiore alle porte di Parigi, frequentata da ragazzi che vivono in condizioni socio-economiche disagiate. I metodi d’insegnamento molto rigidi di Simon gli creano subito grossi problemi a interagire con gli studenti, che rispondono con un atteggiamento provocatorio e arrogante. Tra loro spicca Arnold, un timido ragazzo di origine africana che dimostra una forte predisposizione per il violino, affascinato dalla sua gestualità e dai suoi suoni. Grazie al talento di Arnold e all’incoraggiante energia del resto della classe, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per ottenere la fiducia degli allievi e mantenere la promessa di portare la classe a esibirsi al concerto finale alla Filarmonica di Parigi?
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