DF Compagni di viaggio - Diocesi di Torino
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dF Compagni di viaggio Quaresima di Fraternità 2022 A cura dell’Ufficio Missionario Arcidiocesi di Torino e Diocesi di Susa supplemento al n. 4 de La voce e il Tempo 27/02/2022
L’INSERTO PER I RAGAZZI Cari ragazzi, al centro di questo sussidio trovate un inserto speciale pensato per voi! È un calendario di quaresima, da staccare ed attaccare al frigorifero, oppure in camera… Una challenge per prepararsi alla Pasqua e allenarsi a fare gesti di bene. Ogni giorno è indicato un gesto concreto, un’azione da compiere. Arrivati alla fine, il gior- no di Pasqua, girate il calendario e colorate l’immagine, come indicato sotto. Ce la farete? Noi crediamo di sì. Facciamo il tifo per voi e vi diciamo che anche noi lo fa- remo, proprio come voi, proprio insieme a voi! Gli amici dell’Ufficio Catechistico GLI ITINERARI QUARESIMALI Al termine di ogni settimana di quaresima, gli uffici diocesani per la pastorale della Famiglia e dei Giovani dedicano alcune riflessioni e proposte di gesti concreti. Segue una preghiera per i malati e gli anziani a cura degli Uffici per la pastorale della Salute e della Terza Età.
Sommario 2 È tempo 29 Terza settimana di conversione di quaresima Messaggio 20-26 marzo di mons. Cesare Nosiglia Io-sono mi ha mandato 4 Una Chiesa sinodale a voi Introduzione di don Mimmo Mitolo Es 23,14 provicario generale e moderatore della Curia 37 Quarta settimana 5 Mercoledì delle Ceneri di quaresima 2-5 marzo 27 marzo - 2 aprile Perdona, Signore, Quell’anno al tuo popolo mangiarono Gl 2,17 i frutti della terra Gs 5,12 13 Prima settimana di quaresima 45 Quinta settimana 6-12 marzo di quaresima Gridammo al Signore, 3-9 aprile al Dio dei nostri padri, Faccio e il Signore ascoltò una cosa nuova, la nostra voce proprio ora Dt 26,7 germoglia Is 43,19 21 Seconda settimana di quaresima 53 Settimana Santa 13-19 marzo Gli dia gloria Alla tua discendenza tutta la discendenza io do questa terra di Giacobbe Gn 15,18 Sal 21,24 LA VOCE E IL TEMPO Direttore responsabile Alberto Riccadonna Coordinamento redazionale Iscrizione al n.491 dell’8.11.1949 del registro del Tribunale di Torino. Aut. DSP/1/5681/042037/102/88LG Patrizia Spagnolo Editore Prelum srl La presente pubblicazione è stata promossa da Ufficio Missionario - Arcidiocesi di Torino, via Val della Torre 3 - 10149 Torino Progetto grafico e impaginazione Tel. 011 51 56 374,e-mail: missionario@diocesi.torino.it Claudio Ruffino, Torino Ufficio Missionario - Diocesi di Susa, piazza San Giusto, 14 - 10059 Susa (TO) Stampa e-mail: ufficio.missionariosusa@gmail.com Spedim Montecompatri, Roma www.spedim.it Équipe redazionale Caritas diocesana, Servizio diocesano per il Catecumenato, Servizio Pastorale Battesimale, Settore per la pastorale della Terza Età, Fotografie Uffici Catechistico, Liturgico, Missionario, Uffici per la pastorale della Famiglia, Archivio Ufficio Missionario dei Giovani e dei Ragazzi, del Lavoro, dei Migranti, della Salute, Universitaria Immagine di copertina dell’Arcidiocesi di Torino Claudia Favaro
È tempo di conversione C arissime e carissimi, ho piacere di raggiungere ciascuno di voi attraverso questo sussidio per il cammino quaresimale, che gli Uffici di Curia della nostra dio- cesi propongono per la decima edizione, frutto di un lavoro corale e di una riflessione condivisa. Questo lavorare insieme è particolarmente signifi- cativo. L’esperienza drammatica della pandemia che stiamo vivendo ci mostra con estrema chiarez- za che ci salviamo solo se camminiamo insieme, mai l’uno senza l’altro, consapevoli che il ruolo di ciascuno è decisivo per il bene di tutti. Il cammino sinodale che in tutto il mondo si sta rea- lizzando è segno concreto in questa direzione ver- so cui muoverci, segno di una Chiesa che si mette in discussione proprio sul suo camminare insieme, co- me comunità e in sintonia di cuore con le donne e gli uomini del nostro tempo. Il Sinodo è una opportunità di camminare gli uni con gli altri per scoprire, passo dopo passo, la strada che il Signore ci indica come Chiesa, popolo di Dio. Sentirci popolo è prerogativa indispensabile per camminare nella direzione dell’unità, della comunione e della partecipa- zione. Solo camminando insieme possiamo essere annunciatori credibili del Vangelo. Siamo destinatari e testimoni di una promessa che ci coinvol- ge come popolo, da realizzare insieme a tutti. C’è una profezia che si ma- nifesta nel nostro essere autenticamente comunità. Non dobbiamo nasconderci che tutto questo richiede una conversione, dall’io al noi, dall’individualismo alla solidarietà, dai personalismi alla si- nodalità, dal lavoro per settori alla collaborazione. La quaresima che sta per iniziare sia il tempo propizio per questa conver- sione profonda. La preghiera che siamo chiamati a rendere più forte e au- tentica sia orientata alla comunione, all’attenzione all’altro, all’unità, alla fede vissuta nella sua espressione comunitaria. La penitenza sia un cam- mino per far morire in noi tutte le tendenze all’esclusione, ad ogni picco- 2 dF
la forma di sopraffazione del più debole, anche della nostra madre terra. L’elemosina sia condivisione autentica verso i più poveri, il cui grido deve risuonare nei nostri cuori in mezzo al frastuono delle tante parole che si spendono sui media e sui social. Comunione, partecipazione e missione, i tre pilastri del percorso sinodale, ci rendano veri “compagni di viaggio” dei nostri fratelli e sorelle, in tutti i mo- di che lo Spirito ci suggerirà. Accettiamo, cari fratelli e care sorelle, l’invito che ci offre questo tempo quaresimale ad un vero cambio di rotta, ad orientare la nostra vita nella di- rezione di una testimonianza gioiosa del Cristo che ha condiviso le nostre strade, ha camminato con noi e per noi non ha esitato a dare la vita. Attra- verso il percorso di queste settimane che ci preparano alla Pasqua, prepa- riamoci con sincerità alla celebrazione del mistero pasquale, che è rina- scita e vita nuova. Buon cammino! Come Vescovo, padre e amico, vi benedico Mons. Cesare Nosiglia Quaresima di Fraternità 2022 3
INtroduzIoNe Una Chiesa sinodale “F are Sinodo significa camminare sulla stessa strada, camminare insieme”, sottolineava papa Francesco aprendo nell’ottobre scorso il Sino- do triennale. Già con i lavori dell’ultima Assemblea dio- cesana la Chiesa torinese, attraverso un anno di incontri, visite alle Unità pastorali, contributi di singoli e gruppi, si è messa in ascolto del territorio avviando un cammino di conversione dall’”io” al “noi” per raccogliere le nuove sfi- de e guardare al futuro. E in questa direzione va anche il presente fascicolo, realizzato grazie alla collaborazione, sempre più partecipata, di tutti gli uffici diocesani. Nel percorso quaresimale proposto su queste pagine, ad accompagnare la riflessione sono le parole del card. Mi- chele Pellegrino nella sua lettera pastorale “Camminare insieme” pubblicata l’8 dicembre 1971. Parole più che mai attuali, che in- dividuano nella sinodalità lo strumento per promuovere un vero rinnova- mento, scoprendo i diversi carismi attraverso il confronto e il dialogo e in- dividuando così nuove strade per far crescere la comunità in un “quotidiano impegno di revisione e conversione”. “Compagni di viaggio” – il titolo scelto per questa edizione della “Quaresi- ma di Fraternità” – è un invito a costruire una nuova fraternità per una “Chie- sa che ascolta, discerne e guarda al futuro”. Una Chiesa capace di semina- re speranza in un periodo buio come quello attuale, segnato pesantemente dalla pandemia, che ha fatto emergere con forza la consapevolezza che per salvarci abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Ecco allora, nelle 60 pagine del fascicolo, approfondimenti, testimonianze, racconti, preghiere che, insieme con i commenti alla Parola di Dio e gli iti- nerari quaresimali per famiglie e giovani, propongono un cammino di con- versione per cambiare rotta. Conversione al senso profondo della fede, per essere testimoni credibili; al riconoscimento della ricchezza e della varie- tà dei carismi, superando divisioni e pregiudizi e accogliendo gli altri co- me compagni di viaggi; all’ascolto delle ingiustizie e diseguaglianze; al- l’ascolto del grido della terra… Dal mercoledì delle ceneri alla Pasqua, settimana dopo settimana, il sussi- dio offre dunque a tutte le fasce di età spunti di riflessione, momenti di pre- ghiera, esperienze di persone e comunità, attività da svolgere (le pagine centrali ospitano il consueto inserto dedicato ai ragazzi), l’adorazione eu- caristica. Tanti contributi che testimoniano l’importanza di camminare in- sieme per andare lontano. Don Mimmo Mitolo provicario generale e moderatore della Curia 4 dF
COMMENTO alla Parola dI dIo Ritorno al Signore, insieme S iamo alla porta d’ingresso del tempo qua- resimale, dove campeggia l’invito alla con- versione: “Lasciatevi riconciliare con Dio, non accogliete invano la Grazia di Dio”, ci esor- ta San Paolo. Gli fa eco il profeta Gioele:“Ritor- nate al Signore con tutto il cuore”, usando un verbo ebraico che significa al contempo “ritor- nare” e “convertirsi”. Cos’è, in fondo, la conversione se non un ritor- nare al Signore? Ed è significativo che Gioele lan- ci questo appello in un momento di grande ca- lamità per il popolo, prostrato dall’invasione delle cavallette che sta distruggendo i raccolti e riducendo tutti alla fame. Proprio una situazione così critica diventa occasione per ripensare alla propria vita, alla propria lontananza da Dio e da- re una svolta. Forse il virus che ci assedia da me- si ha qualcosa in comune con quelle cavallette. Per il cammino di ritorno al Signore Gioele Preghiera dei fedeli chiama tutti a raccolta: “Radunate il popolo… vecchi, fanciulli, bambini lattanti, sposo e sposa, Dio ci chiama alla conversione: sacerdoti…”. Perché la conversione non è mai insieme rivolgiamoci a Lui. solo un affare privato, è un “sin-odo”, un cam- Padre buono, il tuo Figlio ha promesso mino che va fatto insieme, non da soli. di essere in mezzo a coloro Conversione è decentrarci da noi stessi per ri- che si radunano nel suo nome: tornare a mettere al centro il Signore, ma anche concedici di riconoscerlo presente tra noi ritornare a mettere al centro i fratelli. In questo e di sperimentare nei nostri cuori senso la conversione è sempre anche un cam- abbondanza di grazia, misericordia e pace, mino dall’io al noi. nella verità e nella carità. Innanzitutto camminare dall’io al Noi di Dio. Il Dio in cui vogliamo tornare a vivere è un Tu che non è solo, ma è comunione, è la Trinità che ci aspetta:“Padre, siano anch’essi, in noi, una cosa sola”. E Gesù, nel Vangelo, ci indica la strada della pre- ghiera per scardinarci da ogni pretesa autosufficienza e aprirci a quel Dio con cui possiamo dire “noi”. Ma poi, per portarci anche a “un noi sempre più grande” (Francesco) con i fratelli, ci indica la via del- l’elemosina, che ci guarisce da ogni ripiegamento su noi stessi, sui nostri bisogni, sulle nostre con- vinzioni, per fare spazio all’altro e ai suoi bisogni. Il tutto in un contesto di digiuno, non solo di cibo, per sgomberare la nostra vita dalle cianfrusaglie e fare spazio, in noi, per Dio e per gli altri. I commenti alla Parola di dio di ogni settimana di quaresima sono a cura della Fraternità monastica di Montecroce a San Valeriano - Cumiana 6 dF
RACCONTI dal MoNdo Nella selva di Dio Taisha è un paese formato da due etnie, Shuar e Achuar, con un’estensione senza confini nella sel- va amazzonica di Macas. Il grande fiume Can- gaimi serpeggia nella foresta e con la canoa si possono raggiungere i vari villaggi, dopo aver cam- minato ore e ore con una guida esperta nella sel- va, per incontrare famiglie desiderose di salute e di speranza. La foresta amazzonica è un grande mistero che ti avvolge e ti immedesima nell’inspiegabile sua im- mensità, dove tutto è uguale e tutto è diverso, in un verde sempre rinnovato di alberi, alti, frondo- si, che a fatica lasciano penetrare qualche raggio di sole. Per gli abitanti della selva, la Madre Ter- ra (la Pacha Mama) è vita: per questo è amata, rispettata, difesa, vorrei dire “adorata”. Ho speri- mentato e vivo tutt’ora la forte unità che esiste fra cielo e terra. Nella notte le miriadi di stelle ti av- volgono e ti circondano, e uno si sente come un punto nel grande universo, per vivere la vita “con” e “nella” selva di Dio. … Ho cercato di scoprire con i ragazzi e gli adul- ti i “segni del Verbo” nascosti nella loro vita reale, nella loro cultura, valorizzando la loro religiosità. Tanti sarebbero gli aneddoti, gli incontri, i fatti, le gioie, i dolori, le speranze, le delusioni da raccon- tare: sperimentati sulla propria pelle e vissuti in co- munità, hanno un valore di appartenenza a una grande famiglia che è la Chiesa. … Mons. Alejandro Labaka e la suora Ines Arango, martiri uccisi nella selva amaz- zonica dall’etnica Huaorani, ci ricordano: “Oggi quelli che lavorano con gli ultimi de- vono avere la vocazione del martirio e sapere che devono lavorare anche se i loro sfor- zi saranno un fallimento”. Suor Dionella Faoro Terziaria Francescana Elisabettina in Ecuador da “Popoli e Missione” 09/2021 pag. 44-45 Quaresima di Fraternità 2022 7
Quando la Chiesa cammina Discernimento dei segni dei tempi, abbattimento dei muri dentro e fuori di noi, capacità e volontà di uscire dagli schemi, ascolto fiducioso: sono tra gli ingredienti per un cambiamento di rotta verso la fratellanza universale. di Patrizia Spagnolo S orella Giuliana Stocco, sorella Tania Simeo- Le due porte ni e sorella Miriam Lessio sono “Discepole La casa della “Fraternità Maria di Magdala” – que- del Vangelo” e dal 2016 vivono in un alloggio sto il nome della piccola comunità – ha due por- autonomo all’interno del Seminario maggiore di te di ingresso. Una, quella in via Biamonti 20, met- Torino in via Lanfranchi. Sono venete, della pro- te le sorelle in relazione con il mondo esterno. A vincia e diocesi di Treviso, dove nel 1973, sulla questa porta bussa chi cerca aiuto spirituale o scia del rinnovamento proposto dal Concilio Va- materiale, chi vuole essere ascoltato, sostenuto ticano II, è nato il loro Istituto religioso. A Torino nelle difficoltà della vita quotidiana, chi cerca sono una presenza per il territorio e per la Chie- ospitalità o accoglienza; ancora, bussa chi le aiu- sa locale, con cui interagiscono, vivendo la spiri- ta a prendersi cura dei più poveri e fragili. Da tualità di Charles de Foucauld che ispira il loro questa porta, le tre sorelle escono per “esplorare” carisma: preghiera e contemplazione, accoglien- il territorio e per incontrare le persone, le situa- za e condivisione, evangelizzazione secondo lo zioni. “Incontriamo gli altri con quello spirito di stile di Nazareth. fraternità universale che il Vangelo ci mostra, tan- Nel Seminario – dove sono state chiamate per es- to caro a Charles de Foucauld – dice sorella Giu- sere presenze di collaborazione, assieme ai sa- liana –. Cerchiamo di essere sorelle di tutti, di chi cerdoti, per la formazione dei seminaristi – cer- crede, di chi non crede o di chi è di un’altra reli- cano di portare la sensibilità femminile e di gione, di ricchi e poveri, giovani e anziani…”. condividere la ricchezza della vita religiosa in un Il secondo passaggio è all’interno, verso il Semi- contesto maschile e formativo. Sono economica- nario. “Attraverso questa porta incontriamo e ci mente autonome: sorella Tania insegna religione lasciamo incontrare dai nostri ‘vicini di casa’, in un istituto professionale della città, sorella Mi- preti e seminaristi; preghiamo con loro, condivi- riam è assistente spirituale all’ospedale Sant’Anna, diamo alcuni pasti, servizi o attività, collaboria- mentre sorella Giuliana si dedica al lavoro interno mo con alcune famiglie che dedicano del tempo della comunità, rimanendo così una presenza più per la formazione dei futuri preti”, continua Giu- disponibile in Seminario. liana. L’attenzione all’altro le spinge ogni giorno tra la Tutto ciò che ognuna delle tre sorelle vive al- gente, consapevoli che per vivere realmente la fra- l’esterno viene poi condiviso con le altre nell’in- ternità occorre uscire dagli schemi, abbattere i timità domestica: insieme si raccontano, rifletto- muri dentro e fuori di sé, contemplare e capire i no, elaborano, pregano, cercano di individuare fenomeni sociali e culturali in atto e cosa sia og- strade per essere più vicine alle persone incon- gi segno della presenza di Dio nel mondo. trate. “Così – dice Tania – ci aiutiamo a prender- 8 dF
ci cura dell’altro, di chi è lontano, solo”. Una fra- L’ascolto e il dialogo schietto e franco tra le tre ternità coltivata prima di tutto “dentro”, tra di lo- sorelle è un esercizio quotidiano che si apre poi ro, alimentata dall’ascolto sincero, dal dialogo, all’ascolto e al dialogo con gli altri. Un esercizio dalla preghiera, per poi restituirla all’esterno. che, secondo Giuliana, è il punto di partenza di “Il nostro desiderio – dice sorella Giuliana – è di un percorso a livello personale e comunitario: portare innanzitutto il valore della fraternità, dei “L’ascolto è una virtù umana vissuta nella nostra legami con tutti. Ci piacerebbe che quelli vicini piccola fraternità e nutrita dalla preghiera e dal- a noi cogliessero che ci sta a cuore questo valo- la contemplazione, dal Vangelo, dall’esperienza re, perché l’altro è un bene prezioso ed è vitale spirituale di Charles de Foucauld. Abbiamo bi- stare con lui. È un valore umano, non solo evan- sogno di imparare a camminare insieme agli al- gelico, che viviamo anche con chi non crede”. tri, nello stile di Gesù”. La sfida di ogni cristiano L’ascolto fiducioso “Testimoniare la fraternità è la sfida di ogni cri- Camminare insieme nella Chiesa significa in- stiano”, sottolinea Miriam. E aggiunge Tania: “La nanzitutto superare divisioni interne che pos- sfida che dobbiamo affrontare oggi è andare in- sono rendere il cammino più lento e faticoso contro alle persone che non sono nel nostro re- e impedire l’apertura a chi non è parte della cinto. Nei giovani, per esempio, riscontro poco in- comunità ecclesiale. “La vita religiosa ci con- teresse rispetto a Dio. La fraternità in questo caso sente di individuare insieme obiettivi e di va al di là del dialogo su Dio: mi interesso a loro, avanzare con sguardo fiducioso – dice sorella dialogo senza impormi. Poi Gesù ha le sue strade”. Giuliana –. Nella Chiesa qualche passo in più “È una sfida faticosa che va affrontata liberan- nella direzione della fiducia reciproca si può dosi di certi schemi mentali – dice sorella Mi- fare. Ce lo chiede anche il prossimo Sinodo: co- riam –. Occorre trovare un linguaggio nuovo per munione, partecipazione, missione. Occorre incontrare le persone. E le persone hanno biso- creare relazioni di fiducia, in ascolto gli uni de- gno prima di tutto di umanità: anche in questo gli altri”. modo passa il messaggio di Gesù. Gesù si è avvi- “Ognuno nella Chiesa – conclude sorella Miriam cinato in punta di piedi col suo essere uomo tra – ha una sua dignità; la mancanza di fiducia ri- gli uomini e le donne del suo tempo. In questo schia di intralciare anche il cammino degli altri. contesto multiculturale e multireligioso, come L’ascolto fiducioso è un valore evangelico ma a credente mi sento chiamata a incontrare tutti co- volte ce lo dimentichiamo. Se questo valore c’è, me fratelli e sorelle”. la Chiesa è in movimento e cammina”. Quaresima di Fraternità 2022 9
CAMMINARE INSIEME Per un vero rinnovamento “S i ricordi costantemente che ogni impegno singolo o comunitario in vista dell’azione pastorale va fondato su una profonda convinzione dell’azione salvifica di Cristo, della preghiera e dell’esperienza dei sacramenti, poiché solo lo Spirito Santo è animatore di ogni vero rinnovamento. La fede nello Spirito Santo che continuamente vivifica la Chiesa deve ren- derci attenti a scoprire e verificare le attitudini e i carismi dei singoli e del- le comunità, a rispettare e favorire la libertà dei figli di Dio, a promuovere le sperimentazioni che, in comunione con i fratelli e sotto la responsabili- tà del vescovo, si manifestino utili alla crescita della comunità. Una disposizione interiore di fede, di umiltà e di carità, favorirà il confron- to costante delle persone e delle comunità con la parola di Dio, con le al- tre componenti della comunità cristiana e umana, con i segni dei tempi, nel quotidiano impegno di revisione e di conversione”. Dalla Lettera pastorale “Camminare insieme” del card. Pellegrino (30) 10 dF
TESTIMONI Fare comunità per ripartire Una lettura attenta dei segni dei tem- pi per capire su cosa lavorare oggi ha spinto il Sermig, in tempo di pandemia, a individuare nuove proposte per non perdere il contatto con le persone incontrate durante il Covid, per portare loro messaggi di speranza e offrire una visione biblica su cui fondare la ripartenza. Fraternità del Sermig Dio prende uomini singoli, Noè, Abramo, Mosè, e ne fa un popolo. La persona e la comunità: l’una mai senza l’altra. La pandemia sta frantu- mandole entrambe. Ecco la principale sfida a cui dare risposta. La nostra Fraternità ha individuato alcuni aspet- ti chiave sui quali far leva: la speranza e il sen- so, fondati sulle promesse delle beatitudini e della Gerusalemme celeste, in risposta alla sfi- ducia, all’angoscia o all’ottimismo superficiale, alla crescente povertà spirituale; il fare comuni- tà, in risposta all’individualismo e alla chiusura; la riscoperta di una coscienza formata dalla vi- sione biblica, in risposta all’egoismo, alla con- fusione dei messaggi e delle priorità, ai populi- smi; il sostegno a bambini, ragazzi e giovani in risposta al venir meno di un “villaggio” educativo, alla didattica a distanza, alle fa- tiche dell’integrazione; la cura delle persone più fragili, in risposta all’indifferenza e all’emarginazione. Grazie ai social abbiamo moltiplicato il numero delle persone raggiunte da un mes- saggio di speranza, di responsabilità, di valori. Ha preso vita un format, “Piazza Giovani”, per ricreare comunità tra giovani di tutta Italia a confronto con saggi e te- stimoni. Per parlare al cuore di credenti e non credenti abbiamo scritto una “Lette- ra alla coscienza” (www.sermig.org/idee-e-progetti/mondiale-dei-giovani/lettera- alla-coscienza_2021.html) e la Provvidenza ci ha dato la possibilità di presentarla a singoli, associazioni, scuole, autorità civili e religiose in qualità di partner sociali del Giro d’Italia. Poi la proposta inattesa di gestire la Basilica di Superga, accettata af- finché l’incontro attorno alla coscienza si allarghi. #IORESTOACASA è diventato fare famiglia con gli ospiti delle nostre accoglienze che una casa non ce l’hanno, trasformare i lockdown in opportunità con lezioni di italiano e formazione occupazionale. Gruppi di giovani abitano con noi gli Arsenali a servizio dei bambini, con lezioni di sostegno e animazione, dei più poveri o ma- lati di Covid soli bisognosi di aiuti materiali ecc., fino alla recente realizzazione del Palasermig, un Palazzetto dello sport da 400 posti, perché anche attraverso lo sport passano l’educazione al sociale e l’integrazione. E la ricerca continua… Quaresima di Fraternità 2022 11
Donaci, Signore, la consapevolezza che ogni stagione della nostra vita è un dono ricco di ulteriori promesse. Fa’ che accogliamo con amore la tua volontà sia in salute che in malattia, ponendoci ogni giorno nelle tue mani misericordiose.
Prima settimana di quaresima 6-12 marzo Gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce Dt 26,7
COMMENTO alla Parola dI dIo Anche nel deserto Lui c’è “C onversione” è la parola che ci è stata consegnata il mercoledì delle Ceneri. “Fede” è quella che ci viene conse- gnata oggi: convertirsi è “ritornare” a vivere di fe- de, cioè in un rapporto di serena fiducia e confi- denza con il Signore. È una fede integrale, che coinvolge tutta la nostra persona,“il cuore e la bocca” dice Paolo, perché tocca la nostra intima adesione a Dio e ci spinge a testimoniarlo pub- blicamente. Ma con quale Dio ha a che fare la nostra fede? La nostra è una fede incarnata, ci dice la prima lettura, perché credere non è mai una fumosa esperienza emotiva, né un’astratta avventura del pensiero, ma un viaggio dentro la trama spesso oscura della nostra storia. È lì che appare il Dio “incarnato”. Quando ogni pio israelita si recava al Tempio per offrire a Dio le primizie del rac- colto, professava pubblicamente la sua fede: non faceva un elenco di verità cui dare il suo assen- so intellettuale, ma gettava lo sguardo al proprio passato e vi riconosceva la presenza di Dio, suo compagno di cammino sulle strade polverose della storia. E lì rinnovava la sua fiducia: se Dio Preghiera dei fedeli ieri ha fatto tutto questo per noi, Lui che è fedele non potrà non farlo anche oggi e domani. Dio ci chiama alla conversione: Vivere di fede è dunque un cammino in avanti insieme rivolgiamoci a Lui. ma con lo sguardo all’indietro, perché il nostro Dio santo, Dio ci sta dietro, nella memoria del nostro passa- in questo tempo di quaresima, to, ma ci sta anche davanti, come speranza del donaci di riscoprire nostro futuro:“Alle spalle e di fronte mi circondi, l’essenziale della fede e poni su di me la tua mano” (Sal 139). Passato e e di riscoprire futuro,“memoria e attesa sono legate tra di loro, la sorgente dell’amore. l’una dà senso e rafforza l’altra: è il futuro che tie- ne in vita il passato, è il passato che dice che l’at- tesa può non essere vana. Il passato senza futuro diventa melanconica nostalgia, e il futuro senza passato non sa scrivere una storia di salvezza” (L. Bruni). Certo, questa fede-fiducia nel Dio della nostra storia in tanti momenti è an- che una “fede tentata”, messa alla prova, ma come Gesù possiamo sperimen- tare che anche nel deserto della prova la vicinanza di Dio non viene meno. 14 dF
RACCONTI dal MoNdo “Va’ in chiesa e guarda la croce” Una sera, pochi mesi prima di rientrare in Italia, sono corso fino all’ospedale: Jacob, il vecchio catechista di Lodokejek, mi ave- va chiamato perché sua figlia Naserian era stata ricoverata. Nonostante in famiglia fossero tutti sieropositivi, mi stupii delle con- dizioni di Naserian, che in quegli anni non aveva mai avuto nessun sintomo ed era sem- pre stata la più forte: infatti un fratellino era morto l’anno prima, la sorella Sunday era sempre malata. Arrivato in ospedale, la trovai molto deperita, con una candidosi in bocca che le rendeva difficoltoso parlare. Ma ritrovavo la ragazzina simpatica, viva- ce, testarda e ribelle che era sempre stata. Pensavo che si sarebbe rimessa presto e sa- rebbe tornata a casa a far disperare i suoi genitori per la sua tanta voglia di giocare e la poca voglia di studiare. A dispetto delle mie speranze, l’indomani, verso l’ora di pranzo, spirò… Un magone pieno di affetto e di nostalgia mi accompagnò per tutta la durata del funerale. In tante occasioni mi sono trovato nella preghiera di fronte a Dio a ingaggiare con lui una lunga lotta nella quale, arrabbiato e indignato, gli rimproveravo i mali del mondo e le ingiustizie degli uomini… Un giorno condivisi questi pensieri con una signora, non ricordo come si chiamasse… La signora mi ascoltò pazientemente e poi semplicemente: “Marco, ti sbagli. Va’ in chiesa e guarda la croce, vedrai che il Signore ti risponde”. Era una donna semplice, analfabeta. Andai in chiesa e, forte di tutte le mie ragioni e rivendicazioni, mi misi a guardare la croce, ma non ne venni a capo. Tornai a farlo per un certo tempo, fino a che, un giorno, capii a cosa la donna si riferiva… Scoprii qualcosa che mi ha poi ac- compagnato sempre. Quel giorno vidi Gesù sulla croce che soffriva, soffriva come le per- sone di cui gli parlavo, come coloro che io volevo difendere e salvare. Gesù, il Figlio di Dio, soffriva come loro. Soffriva e taceva. da “Dove Dio ha nome di donna”, di Marco Prastaro ed. EMI, pag. 45-47 Quaresima di Fraternità 2022 15
Così il laicato può cambiare Intervista a Beppe Elia, presidente nazionale la Chiesa del Meic – Movimento ecclesiale di impegno culturale – sulla testimonianza dei laici e sul senso profondo della fede: “Se davvero sapessimo vivere la radicalità delle Beatitudini, ci sarebbe più facile annunciare la salvezza”. a cura di Patrizia Spagnolo Giovanni Paolo II parlava di “fantasia della città richieda una qualche forma di eroismo, per- carità”. Oggi più che mai, per sconfiggere ché pensiamo che gli uomini e le donne di oggi stanchezza e pessimismo, c’è bisogno di siano indifferenti, se non proprio ostili, al Vangelo. idee nuove. Cosa succede quando i laici so- Occorre avere consapevolezza che il solco che si è no aperti e creativi? aperto fra la Chiesa e la gente non equivale ad un Ho partecipato, in questi ultimi due anni, alla distacco fra la gente e Gesù, che è sempre una pre- Commissione diocesana che ha preparato l’As- senza interrogante per ogni coscienza in ricerca. Il semblea diocesana e ho avuto modo di incon- bisogno di alimentare la propria vita interiore è as- trare laici e preti di diverse Unità pastorali, asso- sai più ampio di quanto oggi possiamo pensare. ciazioni laicali e gruppi spontanei. L’impressione La Chiesa in uscita non è solo quella che si apre al- che ho ricavato, fatto salve diverse realtà cultu- le periferie povere e degli emarginati, ma anche ralmente più vivaci, è che, soprattutto durante quella che spalanca la porta a chi è incerto, pone questo tempo di pandemia, a prevalere sia la sfi- domande, si indigna per le controtestimonianze, ducia e il bisogno di tornare a come eravamo. non si sente in regola, ma sente che il Dio che si è Tutto questo però è il frutto di un lungo tempo in fatto uomo ha una parola anche per lui. Papa Fran- cui, soprattutto i laici, hanno smarrito, anche per cesco, in “Evangelii Gaudium”, invita allora ad es- scelte pastorali infelici, la loro capacità proget- sere audaci e creativi nel riformare le strutture, lo tuale. Penso però, e anche alcuni teologi lo evi- stile e i metodi delle nostre comunità, per stabilire denziano, che il futuro della Chiesa dipenda dai nuove relazioni fondate sull’ascolto e sul dialogo. laici e dalla loro capacità di cambiarne il volto in Le questioni più complesse e controverse del senso evangelico, perché sono loro a parlare ogni tempo che viviamo richiedono non la riproposi- giorno con tanta gente, nelle famiglie, negli uffi- zione di antiche formule o la rigenerazione di ci, nelle fabbriche, nelle scuole, nel tempo libero. modelli ancorati ad un’epoca passata, ma un grande sforzo collettivo, dell’intero popolo di Dio, Oggi c’è bisogno anche di molto coraggio… per capire i fenomeni sociali e culturali in atto e Siamo spesso propensi a parlare di coraggio dei le sfide del futuro, perché è lì che il Vangelo si in- cristiani in riferimento alla loro presenza all’inter- carna, mette a nudo le ambiguità e le contraddi- no di un mondo sempre più secolarizzato, quasi zioni, anche dei cristiani, e rivela la sua capacità che annunciare Gesù Cristo a chi vive nelle nostre di salvezza e di liberazione. 16 dF
Mi piace ricordare in particolare che ci sono due poveri, che “mettono il dito nella piaga del- questioni su cui si gioca l’avvenire della Chiesa: le nostre contraddizioni e inquietano la no- i giovani, sempre più distanti dalla nostra vita co- stra coscienza in modo salutare”. Quali so- munitaria, e le donne, sul cui ruolo e responsa- no le nostre contraddizioni? bilità occorre una profonda riflessione teologica Ne dico una che mi inquieta molto: l’incapacità e il coraggio di superare modelli oggi non più a vivere in fedeltà al Vangelo, sia personalmente credibili. sia comunitariamente. Mi sembra talvolta che il messaggio evangelico sia inteso come una sorta I laici sono una presenza attiva nella socie- di rivestimento con cui noi diciamo chi siamo, tà e nella Chiesa? A volte individualismo e ma che non affonda nel nostro cuore e nelle no- personalismi fiaccano l’energia che le co- stre intelligenze, rendendoci di fatto dei testimo- munità potrebbero sprigionare. ni infedeli. Lo dico anzitutto per me. Se davvero Credo in realtà che il laicato credente sia, pur con sapessimo vivere la radicalità delle Beatitudini, ci numerose eccezioni, una presenza debole nella sarebbe più facile annunciare la salvezza. Chiesa e nella società. Individualismi e persona- lismi sono spesso il segno di una povertà di vi- Una riflessione sul ruolo dei laici nella Chie- sione, di una incapacità a vedere oltre i confini sa cosa non deve perdere mai di vista? delle proprie realtà di appartenenza. Io spero che Che non sarà una riforma dall’alto a rinnovare la il Sinodo sappia dischiudere nuove prospettive e Chiesa, ma l’emergere e il crescere di una con- rompere tante forme autoreferenziali in cui spes- sapevolezza dei credenti in merito alla loro re- so ci ritroviamo a vivere. sponsabilità nell’annuncio e nella testimonianza; è un processo che avverrà su tempi lunghi, ed esi- Papa Francesco, in occasione dei 50 anni ge un grande impegno formativo e larghe dosi di della Caritas, nel giugno scorso ha sottoli- fantasia, uscendo dagli schemi troppo angusti di neato che a invitarci al cambiamento sono i molte nostre comunità ecclesiali. Quaresima di Fraternità 2022 17
CAMMINARE INSIEME Il senso profondo della fede “Q ualsiasi valore venga proposto al cri- stiano dev’essere visto e presentato nella luce della fede e in ordine al- l’adempimento del precetto primario dell’amore. La fede ci presenta una visione integrale della vita, nella quale l’esistenza terrena, dono di Dio e valore da riconoscere e promuovere in me e negli altri con generoso impegno individuale e sociale, non è conclusa in se stes- sa, ma ordinata alla vita eterna. L’amore ha Dio come oggetto, o, meglio, co- me dialogante assolutamente primario; in Dio e per Dio amerò il mio pros- simo, e se non amo il prossimo non amo Dio. Se si dimentica questo, si rischia di presentare dei valori contraffatti o comunque accettabili solo sul piano naturale (anche se in sé degni della massima considerazione), men- tre il cristiano è chiamato a illuminarli e perseguirli secondo l’insegna- mento della parola di Dio e valendosi dei sussidi offerti dalla grazia. L’attuazione di questi valori esige una conversione personale e comunita- ria per realizzare una Chiesa più autentica, fedele alla parola di Dio e at- tenta alle esigenze degli uomini in mezzo ai quali vive, che sia segno del primato assoluto di Dio e del suo regno. D’altra parte, è la conversione per- sonale che fa maturare contemporaneamente una crescita, nella stessa li- nea, della comunità, così da offrire una esplicita testimonianza di Chiesa, comunione di corresponsabili”. Dalla Lettera pastorale “Camminare insieme” del card. Pellegrino (6) 18 dF
TESTIMONI Mondi di fratellanza Il progetto “Torino la mia città”, nato in seno al Meic (Movimento ecclesiale di impegno cultura- le) nel 2000 e oggi gestito dalla onlus “Mondi in città”, offre alle donne straniere un percorso di alfabetizzazione e di educazione alla cittadinanza. Ogni anno circa 250 donne frequentano i suoi corsi nelle quattro sedi dislocate nei quartieri a più alta densità migratoria. Il gruppo di lavoro che anima il progetto è formato da 40 persone fra volontarie, insegnanti di italiano L2, mediatrici culturali e baby sitter. di Maria Adele Valperga Responsabile progetti di inclusione sociale di “Mondi in città” Aisha (nome di fantasia) ha poco più di vent’anni, è giunta dal- l’Egitto da pochi mesi per ricongiungimento familiare e si presen- ta nella nostra sede di Barriera di Milano con il suo piccolo di due anni. Ha le lacrime agli occhi perché è la prima volta che si distac- ca dal suo bambino, affidato alle nostre baby sitter, ed è molto im- paurita ed ansiosa. Solo dopo due ore e numerose visite alla stan- za dove i bambini giocano si tranquillizza, sorride e inizia a scrivere. Judith (altro nome di fantasia) viene dalla Nigeria, frequenta i no- stri corsi già da due anni e ora vuole prepararsi per dare a giugno l’esame di stato di scuola secondaria di primo grado. È sempre presente e attenta. I suoi due bellissimi bimbi corrono felici fra le braccia delle baby sitter. Dopo l’esame vorrà iscriversi ad un corso professionale per poter lavorare, magari prendere la pa- tente e diventare autonoma. Perché da più di vent’anni ci occupiamo di donne e mamme immigrate? Perché To- rino, diventata città multietnica, ci ha interpellato in quanto cristiani desiderosi di agi- re nella società per abbattere muri di diffidenza, creare ponti di solidarietà, conside- rare le differenze come ricchezza e non come ostacolo. E così all’interno del laboratorio di dialogo interreligioso del Meic ci siamo chiesti co- sa potevamo fare di concreto per testimoniare questi valori. Abbiamo quindi indivi- duato nelle donne provenienti dai Paesi del sud del mondo, specie se madri di fa- miglia, il gruppo più fragile e bisognoso di accoglienza. Per facilitare la frequenza delle donne abituate a vivere in società patriarcali, abbiamo creato un gruppo di intervento tutto al femminile a cui partecipano donne italiane e donne provenienti da altri Paesi, cristiane e musulmane tutte unite da un unico sco- po: accogliere chi si è appena inserito nel nostro tessuto sociale, facendo per loro ciò che vorremmo fosse fatto a noi se ci trovassimo nella stessa loro situazione. A poco a poco siamo diventate una grande famiglia dove si intrecciano amicizie e confidenze e dove tutte in base alle proprie competenze e sensibilità partecipano con ugual spirito di fratellanza e solidarietà. Le ragazze si sentono accolte con sim- patia e affetto e imparano a loro volta a restituire ad altre ciò che stanno ricevendo. Ognuna di noi è ben consapevole di quanto questo impegno ci arricchisca recipro- camente e ci educhi alla fratellanza come regola per una vita buona e bella. Quaresima di Fraternità 2021 19
ITINERARI quareSIMalI Famiglia “Gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce» (Dt 26,7) Stiamo iniziando il cammino che ci conduce alle fondamenta della nostra fede, la Pasqua. Noi sia- mo uomini e donne di Dio, Sposi in Cristo, famiglie aperte allo Spirito. In queste settimane saremo chiamati a mettere in atto delle piccole conversioni che ci aiuteranno a vivere sempre più nel mondo come testimoni credibili dell’Amore di Cristo per ogni persona. Il primo passo sta proprio nel riconoscere l’intervento di Dio nella nostra vita. Molte volte ci è capitato di rivolgerci a Lui per chiedere un aiuto, altre volte non abbiamo avuto la forza, il coraggio o la fiducia necessaria per chiedere un segno che ci aiutasse a superare un momento difficile o a prendere una decisione im- portante. In entrambi i casi possiamo aver sperimentato che il Signore ci ha risposto: un incontro casuale, un gesto inaspettato, una parola di un amico o di una persona incontrata, la Parola di Dio ascoltata o letta. Dio non ci lascia mai soli ed ascolta la nostra voce. IMPEGNO DI COPPIA In questa settimana, facciamo memoria delle volte in cui, nella nostra sto- ria personale e di coppia, abbiamo avuto la certezza che Dio si è fatto vicino a noi e ci ha aiutati. Raccontiamocelo e raccontiamolo ai nostri figli o nipoti o a qualche persona che ha perso un po’ la fiducia in Dio. Il fare memoria e raccontare è il primo passo per essere annunciatori della Buo- na Notizia. Gioia nel ricevere Giovani Scrive ai giovani Frères Alois:“Tutti noi possiamo contribuire a un futuro di pace e di unità nella famiglia umana. Questo ha inizio dalle relazioni che costruiamo gli uni con gli altri. Abbiamo bisogno di prenderci cura gli uni degli altri, nelle nostre famiglie, con i nostri parenti e amici, soprattutto nei momenti di prova. L’unità della famiglia umana cresce ogni volta che ci apriamo a coloro che provengono da ambienti diversi dal nostro. Potremo rivolgerci maggiormente verso gli altri, compresi quelli ai quali non ci av- vicineremmo spontaneamente? Spesso saremo sorpresi di ricevere da loro ciò che non avremmo mai potuto immaginare. Se non ci lasciamo paralizzare dalle nostre esitazioni o paure, vivremo la gioia di ricevere. È nella relazione con gli altri che troviamo la nostra identità e questo può anche aiutar- ci ad uscire dai momenti di tristezza interiore e dare un senso alla nostra esistenza”. Sappiamo guardare gli altri con gli occhi della fede, come figli di Dio Padre, nostri fratelli? Preghiera per anziani e malati Donaci, Signore, il dono della preghiera e della fiducia per riconoscere la tua presenza nei momenti di sofferenza e di fatica. Fa‘ che tutti gli anziani e i malati ricevano soccorso e attenzione e la tenerezza umana che rasserena e dà conforto 20 dF
Seconda settimana di quaresima 13-19 marzo Alla tua discendenza io do questa terra Gn 15,18
COMMENTO alla Parola dI dIo Trasfigurazione, una promessa È la domenica della Trasfigurazione.“Trasfigu- rare” non significa gettare via una certa re- altà e sostituirla con una migliore, ma fare in modo che quella realtà sia trasformata, che la- sci emergere il meglio di sé, la parte buona, bella. Che voglia di trasfigurazione che abbiamo! Voglia di un corpo trasfigurato, senza più tutti gli ac- ciacchi di ora; voglia di un cuore trasfigurato, do- ve non si “accovacci più il peccato”, un cuore che sappia solo amare, in modo bello, pulito; voglia di relazioni trasfigurate, nella sincerità, senza ipo- crisia; voglia di una Chiesa trasfigurata, senza più desideri di potere o di ricchezza; voglia di un mondo trasfigurato dove si possa vivere nel ri- spetto e nella solidarietà reciproca. La Trasfigurazione di cui ci narra il Vangelo non è solo una tappa del cammino di Gesù verso la sua Pasqua, ma un’anticipazione del suo destino ultimo, glorioso. Ed è anche il nostro punto di ar- rivo: “Dio trasfigurerà il nostro misero corpo mor- tale” (seconda lettura). Preghiera dei fedeli Questa è la promessa di Dio per noi. E Abramo ci insegna come si accolgono e si perseguono le Dio ci chiama alla conversione: promesse di Dio. A lui Dio promette una vita tra- insieme rivolgiamoci a Lui. sfigurata, impreziosita del dono di una terra e di una discendenza. E lui crede alla promessa, si fi- Dio di bontà, rivolgi lo sguardo da, osa rischiare, lascia tutto e si butta verso quel- a tutti i giovani del mondo. la promessa, come un trapezista che lascia il tra- Nell’insicurezza del futuro, pezio a cui è appeso e si lancia nel vuoto senza aiutali a credere ancora avere in pugno l’altro trapezio, ma fidan- alla tua promessa di fedeltà. dosi di chi, dall’altra parte, glielo lancia. Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni Come Abramo, siamo chiamati a credere a qual- e rendili attenti al bene dei fratelli. cosa di grande, ma che non è ancora nelle nostre mani, passando per quella tappa di oscurità in cui possiamo solo fidarci dell’altro, e soprattutto dell’Altro. Perché Dio è fedele alla parola data,“non realizza tutti i nostri desideri, ma tutte le sue promesse” (Bonhoeffer). Credere a una promessa di Dio per noi e per questa nostra Chiesa è un dovere per noi ma an- che per i giovani che vengono dopo di noi. Perché è “alla discendenza” di Abramo che è data la terra promessa! 22 dF
RACCONTI dal MoNdo Il coraggio di Kyal Sin Mentre il mondo è attanagliato dal Covid, in Myanmar si scatena un colpo di stato. Il popolo non sta alla finestra e scende in piazza. Nelle proteste sono coinvolti molti giovani. Ha fatto il giro del mondo la notizia dell’uccisione – il 3 marzo 2021 – di Kyal Sin, una ragazza di 19 anni. La vita dei giovani è molto preziosa. Tanti di loro la mettono a repentaglio pur di ottenere la pace, la giu- stizia e la democrazia. Escono a manifestare per do- mandare ciò che desiderano per il Paese a rischio del- la vita, e infatti c’è anche chi viene ucciso dai militari in modo crudele. Perché lo fanno? I giovani sono sempre in prima linea durante le proteste, affronta- no i militari, i lacrimogeni e i proiettili. Vanno avan- ti con coraggio, animati solo dalla speranza di cam- biamento. Sono consapevoli che, se la protesta non arriverà a buon fine, si ritornerà al passato. Per questo sono pronti a dare la vita, per dare un futuro migliore al loro Paese. Io ammiro questi giovani per il loro co- raggio, si spendono di persona. Per questo nella mia preghiera li ricordo spesso al Signore, perché egli esaudisca i loro desideri. da “Uccidete me, non la gente”, di Suor Ann Rose Nu Tawng con Gerolamo Fazzini ed. EMI, pag. 43 Quaresima di Fraternità 2022 23
I fiori più belli La creatività e la freschezza dei giovani per tornare a sognare ed agire. Angelo Barsotti, diacono e insegnante: “Per cogliere i loro sogni, le loro potenzialità, bisogna ascoltarli con il cuore. Alla base di tutto c’è la fiducia che noi adulti riponiamo in loro”. di Patrizia Spagnolo “S pesso Dio rivela al più giovane la solu- zione migliore”, cita la Regola di San Be- nedetto. E questo lo sa bene Angelo Bar- sotti, diacono presso la parrocchia Gesù Buon Pastore, per 40 anni insegnante di italiano, storia e geografia nella scuola media. Perché lui di sor- prese dai ragazzi ne ha avute tante, sia a scuola sia nella sua comunità.“Per cogliere i loro sogni, le loro potenzialità, bisogna ascoltare i giovani con il cuore. Alla base di tutto c’è la fiducia che noi adulti riponiamo in loro”. Quando si costruisce un percorso di fiducia ven- gono fuori cose insospettabili, fioriscono quella bellezza e quella creatività che non potrebbero emergere se non intuite, stimolate, sostenute da affetto, parole di incoraggiamento, cura. Angelo ricorda ancora Silvia, la ragazzina timida e im- pacciata della Romania che all’esame di terza media presentò la poesia di Leopardi che porta il suo stesso nome, recitandola a memoria e com- mentandola, stupendo la commissione per la sua interpretazione. Ricorda anche Simone, quel ragazzino che an- alle cose già imparate ma nell’inventarne di nuo- dava a scuola con l’angoscia nel cuore perché ve, nell’intraprendere strade mai battute prima convinto di non essere capace.“A distanza di an- con risultati sorprendenti”. ni ci vediamo ancora – racconta –. È bastato dar- gli un po’ di attenzione, coccole e fiducia perché Protagonisti dell’avvenire nascesse in lui il desiderio di fare, progettare sem- Le molteplici esperienze che vedono i giovani pre cose nuove, guardare avanti”. protagonisti sui diversi fronti rivelano un’inge- “Ecco – continua l’ex insegnante –, pensando ai gnosità di cui oggi abbiamo più che mai bisogno tanti giovani incontrati, anche in parrocchia, pos- per tornare a sognare ed agire. I giovani sono “le so dire che la loro creatività sta nel non fermarsi vittime più fragili di questa epoca di cambia- 24 dF
re un po’ di quanto ha ricevuto – continua Bar- sotti –. Durante il lockdown, oltre a studiare, tra- scorreva buona parte del suo tempo a distribui- re viveri agli anziani. Se non gli avessimo dato fiducia, dove sarebbe ora?”. Le sorprese arrivano anche dai più piccini. L’ex in- segnante racconta allora di quando ha invitato a scuola il protagonista del libro di Fabio Geda “Nel mare ci sono i coccodrilli”. I ragazzi hanno potu- mento, ma anche i potenziali artefici di un cam- to conoscere Enaiatollah Akbari, la cui storia, dal- biamento d’epoca – ha detto il Papa nel giugno la nascita in Afghanistan all’arrivo in Italia, è rac- scorso in occasione dei 50 anni della Caritas ita- contata nel romanzo. “Incontrare una persona liana –. Sono loro i protagonisti dell’avvenire. Non così, un testimone, ha suscitato in loro grande in- sono l’avvenire, sono il presente, ma protagonisti teresse – dice Angelo –. I ragazzini all’inizio più dell’avvenire. Non è mai sprecato il tempo che si sbruffoncelli e indifferenti, che prendevano le di- dedica ad essi, per tessere insieme, con amicizia, stanze, sono quelli che poi hanno fatto le do- entusiasmo, pazienza, relazioni che superino le mande più belle. Una fra tante:‘Hai mai pensato di culture dell’indifferenza e dell’apparenza”. tornare indietro?’.‘No, sapevo che andando avan- E il tempo, l’amicizia, la pazienza a loro dedicati ti avrei avuto una possibilità di realizzare i miei so- possono “far scoprire a tanti giovani il senso del gni’. Certe cose i ragazzi se le tengono nel cuore”. dono, facendo loro assaporare il gusto buono di ritrovare se stessi dedicando il proprio tempo agli L’amore che genera amore altri”. E così Angelo Barsotti racconta un’altra sto- Se accolti e amati prima di tutto per quello che ria: “Nella casa parrocchiale di Gesù Buon Pa- sono, i giovani sprigionano una grande energia, store, per alcuni anni, abbiamo ospitato Omar, un mettono la carica della loro freschezza e creati- ragazzo straniero del Gambia, giunto in Italia do- vità al servizio degli altri, in loro scatta una molla: po aver subito il trauma del lager in Libia (di not- proprio da qui, in molti casi, sono partiti percorsi te, nei primi mesi della nostra ospitalità, si sve- di apertura alla fede.“Alcuni ragazzi stranieri ospi- gliava di soprassalto, come se avesse ancora tati dalla mia comunità – prosegue Angelo Bar- davanti agli occhi le violenze di cui era stato spet- sotti – hanno chiesto di leggere il Vangelo nella tatore). Si è iscritto alla scuola alberghiera, ma loro lingua. Erano affascinati dal messaggio evan- un suo insegnante gli ha detto che aveva fatto la gelico, ne coglievano la bellezza. E questo loro in- scelta sbagliata e che non sarebbe andato da nes- teresse è stato suscitato dall’attenzione che noi suna parte. Sono andato a parlare con il docente avevamo nei loro confronti, dal fatto di incontra- affinché non scoraggiasse il ragazzo e poi abbia- re persone che donavano gratuitamente del tem- mo sostenuto Omar nelle varie materie.Aveva vo- po, si volevano bene e volevano bene a loro sen- glia di imparare, in particolare era affascinato dal- za aspettarsi nulla in cambio, senza indignarsi per la Divina Commedia: nell’ascesa di Dante, nella alcuni loro errori, ma continuando a seguirli”. sua ricerca di libertà, rileggeva il suo percorso”. Per esempio Asad, musulmano, che ogni giorno si presentava al lavoro in ritardo.“Il datore di lavoro Omar guarda avanti non l’ha licenziato, ma ha telefonato a me – rac- Omar è riuscito a concludere la scuola. Ed è fio- conta il diacono –. Lo abbiamo strigliato ma ha rito. Lavora come chef in giro per l’Italia, da nord sentito il nostro affetto, si è messo in riga e ades- a sud, sfrutta ogni occasione che gli consenta di so ha avuto il contratto.Anche lui è chef ed è abi- perfezionarsi e crescere professionalmente, ha lissimo nel preparare cibi per celiaci. Come grup- sempre tanti progetti, compreso quello di impa- po parrocchiale siamo andati diverse volte a rare a sciare.“Adesso ha 24 anni e vuole restitui- cenare nella pizzeria dove lavora”. Quaresima di Fraternità 2022 25
CAMMINARE INSIEME Un dialogo sincero “C ome si addice a uomini liberi, a fratelli in Cristo, membri cor- responsabili del popolo di Dio, è doveroso promuovere nella comunità un dialogo sincero, animato dalla carità, che consenta a ognuno di recare il proprio contributo,‘con quella libertà e fiducia che si addice a figli di Dio e a fratelli in Cristo’”. Dalla Lettera pastorale “Camminare insieme” del card. Pellegrino (17) 26 dF
TESTIMONI Famiglia che accoglie, comunità che cresce A Piobesi, in provincia di Torino, Alice e Federico accolgono dal 2016 in “Casa Aylan” minori stranieri per costruire insieme a loro un percorso quotidiano che invita la comunità a diventare parte attiva di un cam- mino basato sull’inclusione e sull’accoglienza. Dall’ottobre scorso la coppia è anche una delle famiglie affidatarie di Torino – selezionate dalla pastorale dei Mi- granti e dal Comune – che ospitano i primi cinque minori non accompagnati nel- l’ambito del progetto “Pagella in tasca”. Tale progetto prevede l’ingresso in Ita- lia di 35 ragazzi nigeriani, individuati da agenzie governative, con un visto speciale per motivi di studio, utilizzando un canale di ingresso regolare e sicuro. di Alice Arpaia e Federico Maria Savia Abbiamo sempre considerato la fami- glia come ambiente primario per la cre- scita dei figli, per permettere loro di co- struire liberamente la propria vita, per condurli a raccogliere le responsabilità verso se stessi, verso gli altri e la co- munità, per insegnargli a generare il be- ne attraverso comportamenti, scelte e percorsi sereni. Ma i figli non sono arri- vati e così nel 2016 abbiamo risposto ad una originale chiamata al servizio che oggi ci vede fertili nell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati in affido famigliare. In un contesto di attenzione educativa, presenza sul territorio e servizio come scel- ta di coppia fondamentale, abbiamo accolto in famiglia Igli, Amr, Zeyad, Aleks, Er- vin, Alì, Sher, Abdoulaye. Ciascuno di loro ha trovato un luogo di serenità dove con- centrarsi sullo studio, orientare le sue scelte, decidere se restare o partire. Ciascuno di loro con motivazioni personali diverse, ma sempre con il desiderio di essere ascoltato, fermarsi e progettare il futuro, essere accompagnato nell’acquisire le competenze necessarie (partendo dalla lingua italiana) per diventare uomini felici e realizzati. A fine 2021 sono arrivati anche Alher e Moubarak, tra i primi ragazzi giun- ti in Italia dal Niger con il progetto “Pagella in Tasca”. Ci siamo resi conto sempre di più che a sostegno dell’impegno dei genitori occor- re che sia la stessa comunità a dare spazio di espressione ed azione ai giovani, a favorirne l’accoglienza, dando valore alla loro presenza, stimolando il loro protago- nismo e sfruttando in positivo le loro risorse di vita ed entusiasmo. Trascurare, di- menticare, sminuire sono tutte azioni di adulti che possono danneggiare e blocca- re la crescita e la felicità dei giovani. Interessarsi, valorizzare, amare sono per noi azioni contrapposte che rafforzano e stimolano in modo positivo i nostri ragazzi nella sfida quotidiana di condividere spazi, tempi, desideri, silenzi, pensieri e pre- occupazioni lungo il cammino che porta ad una maturità felice. Quaresima di Fraternità 2021 27
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